Insegnare l'italiano L2 Viareggio, 16-23 marzo 2007 Prima parte Dall’insegnamento all’apprendimento Analisi di un’espressione • “Io penso così, trovato bene qui, rimanere” • Analisi tradizionale: errori, incapacità, deviazioni, “non ancora…” • Analisi attenta alle competenze comunicative e all’interlingua: forma di periodo ipotetico, strategia comunicativa abile: capacità di esprimere modalità, progetti, e distinguere aspetti verbali (impf vs. pf) 3 interlingua • Termine usato dalla fine degli anni ‘60 meglio si dice “varietà di apprendimento” • Indica il carattere sistematico delle produzioni di coloro che apprendono una L2 • E’ una varietà della lingua di arrivo, dotata di una sua sistematicità 4 interlingua • L’interlingua è una varietà • ridotta • con caratteristiche di instabilità • a forte dinamismo interno • Si configura come elaborazione personale della nuova lingua, frutto di ipotesi sulla L2 • L’apprendente è un soggetto attivo che formula ipotesi sulla lingua di arrivo 5 Fasi dell’acquisizione • 1. I dati a disposizione vengono esplorati alla ricerca di significato e sistematicità; i risultati vengono interiorizzati • 2. Le conoscenze così acquisite vengono messe in opera sotto forma di comportamenti linguistici • La prima fase non è affatto passiva, ma comporta procedure attive di ricostruzione tramite la creazione e la verifica di ipotesi (a) di attribuzione di senso (b) di regole di funzionamento 6 L’input • Teorie comportamentiste e ambientaliste: l’input, il contesto, lo stimolo ambientale giocano un ruolo determinante. Si cerca di manipolare l’input, fornendo stimoli adeguati e modelli corretti, correggendo gli errori: visione passiva dell’apprendente • Teorie interazioniste: ridimensionano il ruolo dell’input, rivalutando quello dei meccanismi mentali e cognitivi • Approccio innatista: relega l’input a un ruolo secondario, da semplice stimolo esterno (trigger), su cui si applicherebbero principi linguistici innati 7 Ipotesi dell’input (Krashen) • L’apprendente progredisce in L2 solo se l’input cui è esposto gli risulta comprensibile, contenendo strutture solo leggermente più complesse rispetto a quelle già padroneggiate. • Gli è necessario anche ricorrere a informazioni non linguistiche (conoscenza della situazione, dei codici gestuali, etc.) 8 Acquisizione e apprendimento formale, 1 • il percorso individuale di acquisizione di una L2 può essere influenzato dall’insegnamento, ma questa influenza può essere neutralizzata da fattori sociopsicologici dell’ambiente di apprendimento • l’insegnamento prematuro di elementi di L2 può avere l’effetto di impedire lo sviluppo di abilità comunicative. • Pienemann 1986 9 Acquisizione e apprendimento formale, 2 • Gli apprendenti guidati, quando usano la lingua in conversazioni naturali e non in esercizi guidati, si comportano in maniera molto simile agli apprendenti spontanei • Nel lungo periodo l’istruzione formale in classe non sembra influenzare in maniera sostanziale il percorso di acquisizione di una lingua seconda • Giacalone Ramat 1993 10 apprendimento il bambino di origine straniera apprende l’italiano “in primo luogo da solo, in base alla sua esposizione a centinaia di ore di input ‘naturale’ (ossia non prodotto con il fine esplicito di insegnare la lingua) da parte degli insegnanti e dei compagni”. G. Pallotti 11 apprendimento • “Sia la struttura di questi schemi, in quanto struttura, sia l’assimilazione come tale, in quanto condizione di questa struttura, costituiscono le condizioni, non il prodotto dell’apprendimento” Piaget, 1959 • La costruzione di strutture si sottrae a ogni intervento educativo diretto. • Tutto quello che possono fare gli insegnanti è “favorire gli incontri tra l’organizzazione degli schemi del soggetto e gli osservabili” Inhelder, Sinclair, Bovet,1974 12 insegnare • “non è possibile fare buona ‘pratica’ se non si dispone delle giuste conoscenze teoriche di sfondo” Pallotti • Non c’è niente di più pratico di una buona teoria (K.Lewin) • “per insegnare nel modo migliore è indispensabile conoscere bene che cosa fanno gli apprendenti spontaneamente” • Come viene acquisita e appreso una lingua? 13 compiti dell’insegnante • Che cos’è un “errore”: non “fastidiosi inciampi di cui liberarsi il più presto possibile”, ma “indicatori di regolarità all’interno del sistema interlinguistico” • Facilitare i processi naturali di apprendimento, non opporsi ad essi • Conoscere sempre meglio che cosa si insegna, a chi, in che contesto 14 compiti dell’insegnante • Il problema non è: • come modificare le strategie attraverso l’istruzione, • ma: • come utilizzare le strategie disponibili, e tipiche di quel livello • Biggs e Kirby, 1980 15 programmazione • “Se vogliamo aiutare il bambino ad acquisire le prime parole italiane non dobbiamo seguire un “programma” nostro basato su nozioni, anch’esse nostre, di facilità e utilità (partendo ad esempio dai colori o dalle parti del corpo), ma dobbiamo capire qual è il suo programma” (Pallotti 1999, p.6 2) • Confrontarsi con le sue strategie, compilare un repertorio della sua interlingua 16 Strategie sociali • Si unisce al gruppo e agisce come se capisse quello che sta accadendo, anche se non è del tutto vero • Dà l’impressione, con poche espressioni scelte bene, di saper parlare la L2 • Conta sugli amici per farsi aiutare 17 Strategie cognitive • Assume che ciò che si dice sia rilevante per la situazione presente • Parte da espressioni che conosce e inizia a parlare • Cerca parti ricorrenti nelle formule che conosce • Usa al massimo quello che ha • Si concentra prima sulle cose grosse, tiene i dettagli per un secondo tempo 18 Una grammatica universale, 1 • Chomsky: l’acquisizione linguistica non è il risultato di imitazione o abitudine, ma di un processo creativo, che fa capo a un dispositivo innato (L.A.D =Language Acquisition Device) • E’ un meccanismo proprio della mente umana, che consente al bambino di imparare una lingua in un periodo di tempo relativamente breve, rispetto alla povertà e inadeguatezza degli stimoli linguistici cui è esposto 19 Una grammatica universale, 2 • Gli studi confermano che gli apprendenti di una medesima L2, per quanto esposti a differenti input, imparano sempre nella stessa sequenza certe strutture morfosintattiche • Poche sono le interferenze dlla L1 sulla L2, e riguardano principalmente la fonetica • Apprendenti che provengono da una L1 tipologicamente assai distante dall’italiano non si differenziano dagli altri, se non sui tempi dell’apprendimento - più lenti 20 Una grammatica universale, 3 • Tra modelli acquizionali proposti nell’ambito delle teorie generative, ha molto credito quello di Krashen (1985) • Pregio di tale modello: spinge a cercare di adattare l’insegnamento formale ai principi dell’acquisizione linguistica 21 Modello di Krashen filtro organizzatore monitor 22 filtro • lascia passare i dati linguistici in arrivo secondo motivazioni bisogni atteggiamenti affettivi personalità più o meno ansiosa di chi apprende • (vario è il peso che diversi studiosi danno all’influenza della motivazione) 23 organizzatore • meccanismo cognitivo che, sulle basi di criteri logici e analitici, organizza il nuovo sistema linguistico; anch’esso, come il filtro, inconscio. Se ne studia il comportamento attraverso • le costruzioni transitorie • gli errori linguistici • l’ordine di acquisizione dei morfemi grammaticali. 24 monitor • controllo conscio che chi apprende esercita sulle proprie produzioni linguistiche. Vi influiscono età personalità (orientate più alla norma o alla comunicazione: gli insicuri sentono il bisogno di aggrapparsi a regole esplicite) tipo di compito verbale richiesto. 25 Seconda parte Insegnare l’italiano premessa • La scuola italiana si è già trovata di fronte a difficoltà di inserimento attribuite alla “diversità culturale” • Educazione linguistica: un problema centrale dell’urbanizzazione e dell’emigrazione interna • In quel contesto uno strumento di rinnovamento pedagogico è stata la nuova linguistica 27 Involuzione didattica • Sostanziale sconfitta, nelle scuole, delle proposte innovatrici, in particolare di quelle riguardanti l’educazione linguistica. • Permanenza del paradigma tradizionale, “un’eredità di cui si è dimenticata l’origine”. 28 La grammatica • • • • Scarsa dignità attribuitale dalla cultura idealistica Riconoscimento funzione pratica Sottovalutazione dimensione teorica Norma o descrizione di un sistema di dispositivi che consentono alla lingua di funzionare? • Difficoltà del docente di discutere una proposta didattica o addirittura una innovazione teorica 29 Competenze linguistiche e metalinguistiche • “nulla conferma, anzi molti • “far fare la indizi tendono a negare, grammatica d’una che lo studio della lingua a uno che non grammatica tradizionale la sa bene, con lo abbia un qualsivoglia scopo di fargliela influsso positivo sulla imparare, è come competenza linguistica fare le miniature a degli allievi” • M. Berretta, 1977 un miope per guarirgli la vista” • L.Renzi, 1975 30 fonologia dell’italiano L2 • Forte influsso della fonologia di L1, interferenze • Azione di processi fonologici naturali (preferenza per sillabe aperte, etc.) • Preferenza per fonemi meno marcati • Difficoltà per alcuni tratti marcati (es. gruppi consonantici iniziali, strada; geminate, tacco; affricate, gioco, azione, zero; fricativa palatale, scempio; laterale palatale, moglie; nasale palatale, gnomo) • Apertura/chiusura vocali, accento 31 morfologia dell’italiano - il nome • Ricca e difficile • Flessione di genere e numero • Indicazione definitezza sintagma (con l’articolo) • ampio uso di preposizioni • Complessi il sistema dei pronomi e quello dei relativi (ma polivalente che nel parlato) 32 morfologia dell’italiano - il verbo • Ausiliari e desinenze per marcare tempo, modo, persona, aspetto • trasparenza • Molti i verbi “irregolari” 33 sintassi dell’italiano • Ordine fisso delle parole SVO (corrisponde alla struttura informativa dato/nuovo) • Espressione non obbligatoria del soggetto pronome • Espressione obbligatoria della copula anche al presente • Tratti stilistici, frequenti anche nel parlato, di ordini marcati • Paratassi 34 Terza parte Insegnare l’italiano L2 morfologia dell’italiano L2 • Nelle interlingue dell’italiano si è notato che la morfologia • risulta semplificata • risponde a criteri di trasparenza • (segni che si sta costruendo una grammatica) 36 semplificazione • Sovrestensione di aggettivi e participi al maschile singolare (siamo andato, suo moglie, mio bimbo) • Generalizzazione di desinenze verbali di seconda e terza persona singolare al presente su altre persone(io va, io risponde, tu dice) • “Semplicità”: alterazioni strutturali che hanno come risultato outpout meno complessi 37 trasparenza • Flessioni analogiche (io dicio, io conoscio, puliscio, romputo, ovi) miranti a regolarizzare i paradigmi, presenti anche in varietà infantili di italofoni • Mantenimento di forme piene (de la, in la, questo anno) • Perifrastiche di tempi semplici non acquisiti (ero sono=erano, sarà aiuto = aiuterà) • L’esigenza è avvertibile di più negli apprendenti adulti 38 Diversi tipi di semplificazione • La semplificazione di una struttura può preludere: • a. all’apprendimento della tappa successiva, cui ci si prepara proprio evitando l’accumularsi della complessità • b. alla fossilizzazione, che permette l’uso di una competenza linguistica interiorizzata; in questo caso l’operazione sarà evitata ogni volta che ciò sarà possibile 39 Ordine di acquisizione Morfologia nominale • Categoria di numero prima del genere • Per il genere: importanza della pragmatica (lui vs lei) e della distanza sintattica (lei l’altro giorno ha preso il treno ed è andato) • Pronome anaforico • Articolo • aggettivo (prima attributivo, poi predicativo) • Participio passato 40 Ordine di acquisizione Morfologia verbale • Forma basica (terza persona, più raro l’infinito), con avverbi per il tempo, espressioni locative con valore temporale, etc… • (ausiliare)+part. passato, con opposizione perf.(part.)/imperf.(pres.) • Imperfetto (a partire da verbi stativi) • Modalità espresse con perifrasi, infinito, avverbi, infine verbi modali 41 Ordine di acquisizione sintassi • Ordine delle parole, con interferenze; es., “cielo di macchina”, invece di macchina di cielo, per “aereo”, cinese • Frasi giustapposte o collegate paratatticamente • Forme di subordinazione avverbiale (temporali, causali, finali, condizionali, consecutive) • Forme di subordinazione completiva (relative, oggettive, soggettive) 42