ETICA E TELEVISIONE
Anno Accademico 2010 – 2011
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Evoluzione del sistema
radiotelevisivo
• Fino agli anni cinquanta la televisione era basata su
un ciclo di appuntamenti fissi che scandivano il
palinsesto e su una programmazione volta ad
orientare i gusti del pubblico, a volte con intenti
dichiaratamente pedagogici.
• Dagli anni ottanta, con l’apertura alle televisioni
commerciali, la tv ha cominciato ad assecondare i
gusti del pubblico e a utilizzare le sue pulsioni e le
sue paure, con l’intento specifico di attrarre un
numero sempre maggiore di spettatori.
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• La televisione è ancora il più potente
strumento di informazione dei nostri giorni.
• Allo stato attuale è il media capace di incidere
maggiormente nella formazione delle idee e
dei sentimenti delle persone, soprattutto di
coloro che non dispongono di accesso alle
altre fonti di informazioni, alternative o
radicate, sia per problemi di alfabetizzazione
sia per motivi puramente tecnici.
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Nel modello commerciale, basato sul
rilevamento dell’audience, il telespettatore
cessa di essere un membro del pubblico di
uno spettacolo o il cittadino-utente che
beneficia di un servizio per il quale ha
pagato la tassa specifica, e si trasforma in
merce.
Il vero cliente di una emittente commerciale,
intendendo con commerciale anche la
televisione pubblica, non è più il pubblico
ma l’inserzionista pubblicitario.
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Adrian Paperzak
In una sua intervista del 1993 affermava che la
televisione aveva assunto ormai una grande
responsabilità in quanto portatrice di una sorta di
mitologia collettiva, sostituendo in gran parte la
religione e l’idea politica. Ancora di più nella
attualità dei nostri tempi la televisione ha ormai
assunto la capacità di proporsi come rete di
raccordo sociale per le nostre proiezioni fantastiche
e le narrazioni di origine collettiva, contribuendo a
creare l’ideologia della moderna società
consolidandola.
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“ al loro posto è subentrata la televisione
che ogni giorno ci presenta a modo suo
immagini, storie, relazioni e opinioni
chiave, più o meno generalmente accettate.
Essa, nel restituirci quest'immagine della
nostra società, contribuendo così a
consolidarne l'ideologia, si assume,
ovviamente, una grossa responsabilità, da
molti punti di vista, compreso quello
politico “
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Le immagini, le storie, le relazioni e le
opinioni chiave, più o meno generalmente
accettate, che ci vengono presentate in
televisione quotidianamente, finiscono col
restituirci una certa idea della nostra società
creando una realtà alcune volte distorta.
Tale realtà, divenendo patrimonio comune,
contribuisce a consolidare l’ideologia della
società stessa in questa ottica.
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Aspetto da sottolineare è il flusso disordinato ,
totalmente privo di soluzione di continuità di
comunicazione, da parte della televisione
contemporanea. La perdita di identità precise
condivise ma anche di confini, richiede al
telespettatore uno sforzo di decodifica
culturale e di educazione all’immagine molto
alto, indispensabile per una rielaborazione
attiva e personale dei contenuti proposti.
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Responsabilità del mezzo
Lo scenario attuale è quello di una
trasmissione e di una acquisizione di notizie
con forti suggestioni intrinseche costituite da
– Messaggio esplicito;
– Modalità di trasmissione;
– Notorietà e immagine del presentatore;
Tali suggestioni sono in grado di modificare
la percezione dello scenario e di indirizzare
le scelte.
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Comunicazione persuasiva
La comunicazione persuasiva senza
soluzione di continuità agisce attraverso la
manipolazione dei simboli e delle emozioni
più profonde e non attraverso lo scambio
proprio dell’argomentazione e del dibattito.
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Distorsioni
• Pseudo-notizie: informazioni esagerate sulla base di
fatti che comunemente resterebbero inosservati.
• Falsi statistici: interpretazioni errate, o comunque
discutibili, di numeri o rilevamenti oggettivi.
• Interviste campione: l’opinione del passante di turno
scelto casualmente diventa rappresentativa di quella
di una totalità.
• Presentazione unilaterale.
• Propaganda politica.
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Parzialità della notizia
• Il messaggio, da qualunque fonte provenga,
è sempre sottoposto a un giudizio che lo ha
trasformato a monte, con l’utilizzo di parole,
immagini e suoni tali da avvalorare le
intenzioni stesse dell’ideatore in una volontà
comunicativa che indirizza meta-significati.
• Se tutti i mezzi di comunicazione possono
falsare la realtà, il discrimine è nella forza di
veridicità insita nella forza stessa del mezzo.
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Cultura televisiva
• Ciò che si vede esiste.
• Gli eventi rappresentati corrispondono alla
realtà.
• Ciò che non si vede non esiste.
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• Le immagini del mondo prodotte in televisione
hanno un forte potere persuasivo e raramente ciò
che ci viene mostrato in tv viene messo in
discussione dal telespettatore, dando per scontato
che corrisponda fedelmente alla realtà.
• “ Le persone che si vogliono persuadere devono
essere completamente immerse nelle idee della
propaganda senza che nemmeno se ne rendano
conto “ principio nel quale risiede il segreto stesso
della propaganda
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• Le costruzioni mentali che si formano dentro
di noi, una volta accettate, si trasformano in
realtà che poniamo alla guida dei nostri
pensieri e delle nostre azioni.
• Le immagini fungono da teorie sociali
primitive, ci forniscono i fatti relativi ad una
questione, determinano quali sono i problemi
più urgenti da affrontare e fissano i termini in
cui concepiamo il nostro mondo sociale.
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Bernard Cohen “I mass media possono non
riuscire per gran parte del tempo a dire alla
gente come pensare, ma sono efficaci nel
dire alla gente cosa pensare “
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Intrattenimento
L’intrattenimento ha un suo prezzo:
l’informazione che è necessaria per
partecipare alla vita democratica viene
rimpiazzata da spettacoli che rendono
sempre più difficile assumersi le proprie
responsabilità di cittadini o, probabilmente,
che rispondono alla volontà di non
assumersi queste responsabilità.
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Immagine
• La televisione ha portato alla sostituzione della
realtà costruita dalla parola con quella costruita
dall’immagine.
• Interpretazione della realtà esclusivamente in base al
dato visivo.
• Il tempo veloce dell’immagine sposta lo spazio
riservato alla riflessione posticipandolo al termine
della sequenza in una ottica uniforme e non
analitica.
• L’immagine televisiva può portare ad un
atteggiamento di passività davanti allo schermo e,
per osmosi, davanti alla vita.
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• La televisione modifica la natura della
comunicazione, spostandola dal contesto
scritto a quella dell’immagine in movimento,
e ribaltando il rapporto tra il capire e il
vedere.
• La parola fa capire soltanto se codificata, cioè
se conosciamo il simbolo e se lo sappiamo
interpretare. L’immagine è pura e semplice
rappresentazione visiva: l’immagine si vede e
basta.
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Questioni etiche
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•
•
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Rispetto del pluralismo .
Correttezza dell’informazione.
Verifica delle fonti.
Protezione delle fasce più deboli.
Corretto trattamento delle minoranze.
Rispetto della Privacy.
Tutela dei minori
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Tutela dei minori
• Il tema media e minori negli ultimi anni ha
rivestito un’attenzione sempre più importante,
sia a livello legislativo che di opinione
pubblica, per la sua evidente centralità nei
percorsi
di crescita dei ragazzi e nella
trasformazione degli stili di vita e dei modelli
culturali.
• Minore soggetto.
• Minore oggetto.
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Minore in televisione: normative
• Codice di deontologia sulla privacy.
• Carta
dell’informazione
e
della
programmazione a garanzia degli utenti
dell’informazione, della programmazione
e degli operatori del servizio pubblico.
• Autorità
per
le
Garanzie
nelle
Comunicazioni.
• Codice di Autoregolamentazione 1997.
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Minore davanti alla televisione
• A metà degli anni 80 Karl Popper intravedeva la
superficialità, la volgarità e la violenza che
insidiavano la tv generalizzata, col rischio di alterare
gli equilibri individuali.
• Per Popper la violenza delle tv modifica il passaggio
dei suoni e delle immagini nei bambini, impedendo la
corretta crescita del loro sistema psichico-mentale.
Osservò infatti che la popolazione dimostrava una
minore reattività alla violenza, atteggiamento mentale
che prelude a comportamenti di tipo aggressivo.
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Professionismo nella comunicazione
• In Gran Bretagna si ritiene che il concetto di
imparzialità sia simile a quello della
perfezione: un obiettivo al quale tutti devono
aspirare anche se nessuno può riuscirci in
pieno.
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Disorientamento e assuefazione
• I telegiornali si contraddistinguono per la
frammentarietà dell’immagine della società
che realizzano mediante la posizione di
avvenimenti e notizie; ognuna di esse si
presenta come autosufficiente, avvero non
spiegata né spiegante altri avvenimenti o
notizie.
• Più i media comunicano meno riescono ad
approfondire proprio perché il ritmo delle
notizie diventa sempre più incessante.
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Il rischio è duplice:
– Il primo è di anestetizzarci davanti al flusso di
immagini spettacolari, facendo diventare lo
straordinario l’ordinario e la spettacolarità
normalità.
– Il secondo è di disorientarci senza approfondire.
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• La notizia rimane fatto indipendente, comprensibile
di per sé anche in assenza di riferimenti alle
dinamiche di lungo periodo e al contesto non
immediatamente noto. La comprensione è legata al
contesto, ai retroscena.
• Nasce un bisogno di unitarietà che solo parzialmente
può essere tamponato dalla presenza di un interprete
fisso cui sia affidato nel tempo l’appuntamento
televisivo con l’informazione, in considerazione che
ai problemi della frammentazione si possono unire
anche quelli dello star system: la deviazione
dell’attenzione dalla notizia alla persona che la
presenta.
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