ETICA E TELEVISIONE Anno Accademico 2011 – 2012 1 Evoluzione del sistema radiotelevisivo Fino agli anni cinquanta la televisione era basata su un ciclo di appuntamenti fissi che scandivano il palinsesto e su una programmazione volta a soddisfare i gusti del pubblico – canzoni, teatro – e ad orientarli a volte anche con intenti dichiaratamente pedagogici. 2 La sentenza del 1976 aveva introdotto la liberalizzazione per quello che riguarda le trasmissioni radiotelevisive di ambito locale. Dagli anni ottanta, con l’apertura alle televisioni commerciali, la tv ha cominciato ad assecondare i gusti del pubblico e a utilizzare le sue pulsioni e le sue paure, con l’intento specifico di attrarre un numero sempre maggiore di spettatori. 3 La televisione è ancora il più potente strumento di informazione dei nostri giorni. Allo stato attuale è il media capace di incidere maggiormente nella formazione delle idee e dei sentimenti delle persone, soprattutto di coloro che non dispongono di accesso alle altre fonti di informazioni, alternative o radicate, sia per problemi di alfabetizzazione sia per motivi puramente tecnici. 4 Nel modello commerciale, basato sul rilevamento dell’audience – auditel - il telespettatore cessa di essere un membro del pubblico di uno spettacolo o il cittadino/utente che beneficia di un servizio per il quale ha pagato la tassa specifica, e si trasforma in target Il vero cliente di una emittente commerciale, quindi anche la televisione pubblica, non è più il pubblico, ma l’inserzionista pubblicitario. 5 Adrian Paperzak In una sua intervista del 1993 afferma che la televisione ha assunto ormai una grande responsabilità in quanto portatrice di una sorta di mitologia collettiva, sostituendo in gran parte la religione e l’idea politica. Ancora di più nella attualità dei nostri tempi la televisione ha ormai assunto la capacità di proporsi come rete di raccordo sociale per le nostre proiezioni fantastiche e le narrazioni di origine collettiva, contribuendo a creare e ad consolidare l’ideologia della moderna società. 6 “ al loro posto è subentrata la televisione che ogni giorno ci presenta a modo suo immagini, storie, relazioni e opinioni chiave, più o meno generalmente accettate. Essa, nel restituirci quest'immagine della nostra società, contribuendo così a consolidarne l'ideologia, si assume, ovviamente, una grossa responsabilità, da molti punti di vista, compreso quello politico “ 7 Le immagini, le storie, le relazioni e le opinioni chiave, generalmente accettate, che ci vengono presentate in televisione ogni giorno, finiscono col restituirci una certa idea della nostra società, creando una realtà alcune volte distorta. Tale realtà, diventando patrimonio comune, contribuisce a consolidare l’ideologia della società stessa in questa ottica. 8 Un aspetto da sottolineare è il flusso disordinato e totalmente privo di soluzione di continuità, da parte della televisione contemporanea. La perdita di identità precise condivise, ma anche di confini, richiede al telespettatore uno sforzo di decodifica culturale e di educazione all’immagine molto alto, indispensabile per una rielaborazione attiva e personale dei contenuti proposti. 9 Responsabilità del mezzo Lo scenario attuale è quello di una trasmissione e di una acquisizione di notizie con forti suggestioni intrinseche costituite da – Messaggio esplicito; – Modalità di trasmissione; – Notorietà e immagine del presentatore; Tali suggestioni sono in grado di modificare la percezione dello scenario e di indirizzare le scelte. 10 Comunicazione persuasiva La comunicazione persuasiva senza soluzione di continuità agisce attraverso la manipolazione dei simboli e delle emozioni più profonde e non attraverso lo scambio proprio dell’argomentazione e del dibattito. 11 Distorsioni • Pseudo-notizie: informazioni esagerate sulla base di fatti che comunemente resterebbero inosservati. • Falsi statistici: interpretazioni errate, o comunque discutibili, di numeri o rilevamenti oggettivi. • Interviste campione: l’opinione del passante di turno scelto casualmente diventa rappresentativa di quella di una totalità. • Presentazione unilaterale. • Propaganda politica. 12 Parzialità della notizia • Il messaggio, da qualunque fonte provenga, è sempre sottoposto a un giudizio che lo ha trasformato a monte, con l’utilizzo di parole, immagini e suoni tali da avvalorare le intenzioni stesse dell’ideatore in una volontà comunicativa che indirizza meta-significati. • Se tutti i mezzi di comunicazione possono falsare la realtà, il discrimine è nella forza di veridicità insita nella forza stessa del mezzo. 13 Cultura televisiva • Ciò che si vede esiste. • Gli eventi rappresentati corrispondono alla realtà. • Ciò che non si vede non esiste. 14 • Le immagini del mondo prodotte in televisione hanno un forte potere persuasivo e raramente ciò che ci viene mostrato in tv viene messo in discussione dal telespettatore, dando per scontato che corrisponda fedelmente alla realtà. • “ Le persone che si vogliono persuadere devono essere completamente immerse nelle idee della propaganda senza che nemmeno se ne rendano conto “ principio nel quale risiede il segreto stesso della propaganda 15 • Le costruzioni mentali che si formano dentro di noi, una volta accettate, si trasformano in realtà che poniamo alla guida dei nostri pensieri e delle nostre azioni. • Le immagini fungono da teorie sociali primitive, ci forniscono i fatti relativi ad una questione, determinano quali sono i problemi più urgenti da affrontare e fissano i termini in cui concepiamo il nostro mondo sociale. 16 Bernard Cohen “I mass media possono non riuscire per gran parte del tempo a dire alla gente come pensare, ma sono efficaci nel dire alla gente cosa pensare “ 17 Intrattenimento L’intrattenimento ha un suo prezzo: l’informazione che è necessaria per partecipare alla vita democratica viene rimpiazzata da spettacoli che rendono sempre più difficile assumersi le proprie responsabilità di cittadini o, probabilmente, che rispondono alla volontà di non assumersi queste responsabilità. 18 Immagine • La televisione ha portato alla sostituzione della realtà costruita dalla parola con quella costruita dall’immagine. • Interpretazione della realtà esclusivamente in base al dato visivo. • Il tempo veloce dell’immagine sposta lo spazio riservato alla riflessione posticipandolo al termine della sequenza in una ottica uniforme e non analitica. • L’immagine televisiva può portare ad un atteggiamento di passività davanti allo schermo e, per osmosi, davanti alla vita. 19 • La televisione modifica la natura della comunicazione, spostandola dal contesto scritto a quella dell’immagine in movimento, e ribaltando il rapporto tra il capire e il vedere. • La parola fa capire soltanto se codificata, cioè se conosciamo il simbolo e se lo sappiamo interpretare. L’immagine è pura e semplice rappresentazione visiva: l’immagine si vede e basta. 20 Questioni etiche • • • • • • • Rispetto del pluralismo . Correttezza dell’informazione. Verifica delle fonti. Protezione delle fasce più deboli. Corretto trattamento delle minoranze. Rispetto della Privacy. Tutela dei minori 21 Tutela dei minori • Il tema media e minori negli ultimi anni ha rivestito un’attenzione sempre più importante, sia a livello legislativo che di opinione pubblica, per la sua evidente centralità nei percorsi di crescita dei ragazzi e nella trasformazione degli stili di vita e dei modelli culturali. • Minore soggetto. • Minore oggetto. 22 Minore in televisione: normative • Codice di deontologia sulla privacy. • Carta dell’informazione e della programmazione a garanzia degli utenti dell’informazione, della programmazione e degli operatori del servizio pubblico. • Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. • Codice di Autoregolamentazione 1997. 23 Minore davanti alla televisione • A metà degli anni 80 Karl Popper intravedeva la superficialità, la volgarità e la violenza che insidiavano la tv generalizzata, col rischio di alterare gli equilibri individuali. • Per Popper la violenza delle tv modifica il passaggio dei suoni e delle immagini nei bambini, impedendo la corretta crescita del loro sistema psichico-mentale. Osservò infatti che la popolazione dimostrava una minore reattività alla violenza, atteggiamento mentale che prelude a comportamenti di tipo aggressivo. 24 Professionismo nella comunicazione In Gran Bretagna si ritiene che il concetto di imparzialità sia simile a quello della perfezione: un obiettivo al quale tutti devono aspirare anche se nessuno può riuscirci in pieno. 25 Disorientamento e assuefazione • I telegiornali si contraddistinguono per la frammentarietà dell’immagine della società che realizzano mediante la posizione di avvenimenti e notizie; ognuna di esse si presenta come autosufficiente, avvero non spiegata né spiegante altri avvenimenti o notizie. • Più i media comunicano meno riescono ad approfondire proprio perché il ritmo delle notizie diventa sempre più incessante. 26 • Il rischio è duplice: • Il primo è di anestetizzarci davanti al flusso di immagini spettacolari, facendo diventare lo straordinario ordinario e la spettacolarità normalità; • Il secondo è di disorientarci senza approfondire. 27 • La notizia rimane fatto indipendente, comprensibile di per sé anche in assenza di riferimenti alle dinamiche di lungo periodo e al contesto non immediatamente noto. La comprensione è legata al contesto, ai retroscena. • Nasce un bisogno di unitarietà che solo parzialmente può essere tamponato dalla presenza di un interprete fisso, cui sia affidato nel tempo l’appuntamento televisivo con l’informazione, in considerazione che ai problemi della frammentazione si possono unire anche quelli dello star system: la deviazione dell’attenzione dalla notizia alla persona che la presenta. 28