La sicurezza urbana Lezione 06 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 13 dicembre 2007 Police de Proximité: breve storia Dal rapport Peyrefitte (’77) al rapport Bonnemaison (’82): agenti appiedati contro la percezione di insicurezza Chevènement l’introduce nel ’99: no alla nozione di “comunità” Una dottrina fatta ed applicata in tutta fretta: incombono le elezioni del 2002 Sarkozy la disapplica: la prossimità è una “cosa di sinistra” Police de Proximité: caratteristiche * Decentramento strutture; comando rigidamente centralizzato * Settorizzazione (secteurs; arrondissements; aires) * Mission: contrasto alla criminalità ed alle inciviltà diffuse (tolleranza zero e cultura del risultato) * Atteggiamento dell’agente polivalente (ma prev. repressivo) * Coinvolgimento dei cittadini nullo, se non in forma associativa * Ricerca di partnership locale riservata a specifiche unità * Formazione generica * Accountability quasi inesistente (commissione di deontologia) Police de Proximité: prime valutazioni Istituzione rigidamente gerarchica e centralizzata (police régalienne) Prossimità in senso fisico, non relazionale Cultura prevalente di tipo repressivo Riforma di pura facciata, applicata in fretta e disapplicata altrettanto velocemente Miglioramento dei rapporti con partner istituzionali (scuola, enti locali, bailleurs sociaux) Storica diffidenza nel rapporto coi cittadini e serio problema nel rapporto con alcune categorie di popolazione (banlieusards) Rivolta delle periferie: i fatti Antefatto: Sarkozy e la “racaille” Il fatto: tre ragazzi fulminati in un trasformatore elettrico a Clichy-sous-Bois La reazione: sommossa urbana intensa ma limitata ai quartieri limitrofi al tragico evento (I) Estensione della sommossa all’intera banlieue parigina, in seguito allo scoppio di una granata in una moschea (II) Estensione della sommossa alle banlieues dell’intera Francia: ruolo dei media (III) Stato di emergenza nazionale proclamato dal Presidente della Repubblica Chirac. Dopo una settimana, le sommosse cessano. Rivolta delle periferie: le cause Trasformazioni urbane: espulsione dei ceti poveri dalle città e formazione di “ghetti peri-urbani” Concentrazione all’interno delle periferie di elementi di emarginazione sociale ed economica (disoccupazione – abbandono scolastico – degrado abitativo – forte presenza di immigrati di 2a o 3a generazione, con cittadinanza) Dissoluzione dei fattori frenanti l’insorgere di sommosse (reti associative, azioni di riconoscimento delle minoranze, polizia di prossimità) Causa scatenante: percezione di un’ingiustizia subita dalla polizia Rivolta delle periferie: la questione E’ stata una rivolta di tipo politico? Serie di atti criminali, organizzata dalla bande di periferia Serie di comportamenti irrazionali, che però segnalano un problema politico ed hanno conseguenze di tipo politico Manifestazioni politiche non convenzionali, dirette contro i simboli politici dell’esclusione Rivolta delle periferie: e l’Italia? Situazione di alcune periferie simile a quella francese Assenza di un modello di integrazione “forte” per le minoranze immigrate Mancanza di alcuni vincoli strutturali, determinanti per la situazione di “esclusione sistematica” delle minoranze Rischi legati all’assenza di un progetto per le seconde generazioni Per ulteriori approfondimenti… LAGRANGE H. e OBERTI M. – “La rivolta delle periferie. Precarietà urbana e protesta giovanile: il caso francese”, Bruno Mondadori, 2006 MUCCHIELLI L. e LE GOAZIOU V. – “Quand les banlieues brûlent… Retour sur les émeutes de novembre 2005”, La Découverte, 2006 ROCHÉ S. – “Police de proximité. Nos politiques de sécurité”, Seuil, 2005 ROCHÉ S. – “Le frisson de l’émeute. Violences urbaines et banlieues”, Seuil, 2006 Per ogni ulteriore domanda o suggerimento relativamente alla ricerca presentata: [email protected]