CONSULTAPERIFERIE INDICE MILANO ___________________________________________________________________________________ Problemi delle e ruolo dei Contributo per un Organizzazione comunale ed un Regolamento dei Consigli di Zona che diano risposte ai problemi delle Periferie 2007 Anno delle Periferie di Milano ____________________________________________________________________________________ 20146 Milano Via Pisanello, 1 - www.periferiemilano.it - [email protected] 1 - Nota di lettura p. 3 2 - Giovani, chi se ne occupa? p. 4 3 - Servizi sociali in Periferia: come? p. 5 4 - Vigili: 9 Zone, 9 Comandi p. 6 5 - Discariche abusive: 600 mila euro per pulirle. Però p. 8 6 - Immobili comunali: chi li gestisce? p. 9 Il Documento p. 10 Sussidiarietà: che cosa sia chi lo sa? p. 11 L organizzazione: un metodo p. 12 L organizzazione: la proposta p. 13 La Consulta, cos è? p. 14 Consulta: lo Statuto p. 15 Maggio 2007 Questo documento può essere riprodotto in tutto o in parte citando la fonte: CONSULTA PERIFERIE MILANO Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona __________________________________________________________________________________ 2Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona 1 - Nota di lettura 2 - Giovani, chi se ne occupa? Il presente opuscolo non vuole essere un compendio o, men che meno, un trattato sociologico sulle Periferie. Invece, è un piccolo contributo anche se ancora in bozza di cultura dell organizzazione . Rispetto al dibattito sviluppatosi in quest ultimo periodo, riguardante gli episodi di violenza provocati da giovani e tra giovani che peraltro sott intende un enorme emergenza ed una grave assenza educativa vorremmo soffermare l attenzione su un aspetto che non ci sembra abbia trovato adeguato rilievo. A tale proposito ci sovviene il comportamento violento tenuto qualche anno fa da un gruppo di teppisti nei confronti di un sacerdote del Quartiere Olmi. Allora dicemmo che poteva essere considerato uno spiacevole episodio di violenza, che fortunatamente non aveva avuto gravi conseguenze, e tutto si sarebbe potuto chiudere lì, solo se solo se non si avesse avuta l attenzione a guardare un po più in là, al contesto di contorno. Un numero Qual è il contesto di contorno? Come abbiamo avuto modo di evidenziare più volte al Consiglio di Zona 7, al momento della presentazione dell iniziativa degli Oratori Estivi, sono circa 800 i minori (0-18 anni) seguiti dal Servizio per la Famiglia del Comune di Milano. Minori che definire a rischio é un mero eufemismo. Un numero talmente alto che non può preoccupare, e che in un modo o nell altro ci coinvolge e non ci può lasciare indifferenti. L intervista Sempre in merito all episodio del Quartiere Olmi, sentimmo l intervista ad un Vigile urbano, il quale affermò che lui «cercava di fare quello che poteva». Ma, considerato il contesto sopra evidenziato, non sarebbe il caso che, invece di lasciare in una sorta di solitudine chi cerca di fare qualcosa, si cominciasse ad operare con una certa visione d insieme, capace di cogliere le specifiche esigenze d intervento (dall aiuto ai singoli all assicurazione della sicurezza per tutti)? Una domanda Tempo addietro scrivevamo che «ogni tanto emerge il problema del disagio giovanile e quant altro. Ma chi, in una singola Zona o Quartiere mette insieme tutte le risorse (il Servizio sociale comunale, la società sportiva, la scuola, l oratorio ed anche i Vigili urbani) che operano in tale settore per un azione più efficace, con un miglior utilizzo del denaro pubblico?». Allora, non è che per puro caso potrebbe farlo il Consiglio di Zona? In particolare, si tratta della concreta verifica tra l operare sul territorio di varie tipologie di associazioni ed anche di Consiglieri di Zona, da una parte, e la modalità di presenza e la relativa capacità di risposta dell Amministrazione del Comune di Milano, dall altra, che può e deve essere migliorata. Infatti, a volte basta superare la linea di confine fra Milano ed alcuni comuni di prima fascia per verificare una differenza sostanziale nella cura e nella gestione del territorio. Attraverso una serie di racconti vorremmo, tra l altro, attirare l attenzione sul concetto organizzativo di dipendenza funzionale e sulla opportunità che tale logica organizzativa venga assunta e fatta propria in primo luogo da coloro che operano nell ambito di una struttura organizzata ampia e complessa qual è quella del Comune di Milano. Dal punto di vista culturale , l utilità del concetto di dipendenza funzionale può essere meglio compreso correlandolo al compito che si intende svolgere: se il problema è solo quello di effettuare l intervento manutentivo per una scuola o un giardino, cioè di rispondere a delle chiamate sostanzialmente preordinate , è sufficiente l assegnazione di una delega; se, invece, il problema è quello di affrontare, governare delle situazioni, per esempio una condizione giovanile problematica, che richiede la promozione di iniziative complesse, allora ci si dovrà poter avvalere delle risorse disponibili (persone e mezzi), è sarà necessario poterle coordinare. In premessa, però, come nei più classici dei racconti, anche noi inizieremo con un «C era una volta un azienda e c è ancora che, negli anni 70- 80, tra i propri istituti aveva dei fondi denominati contribuzioni sociali . Questi fondi, nell ottica di un attenzione dell azienda al territorio dove svolgeva la propria attività, venivano destinati a sostenere tra l altro la realizzazione di asili nido. L azienda aveva due stabilimenti, uno nel Comune di Milano (somma destinata 800 milioni di lire all anno) ed un altro nell immediato hinterland (somma destinata 1 miliardo di lire all anno). Premesso che, politicamente parlando, sia Milano che gli altri comuni dell hinterland avevano Amministrazioni del medesimo colore e che anche il Sindacato aveva la medesima colorazione in entrambi gli stabilimenti, quale fu il risultato? Che, malgrado gli sforzi compiuti dal sindacato, Milano non mise mai in essere le iniziative utili per ricevere la somma disponibile. Viceversa, i Comuni limitrofi prima ci costruirono gli asili nido e poi ci pagarono le spese di gestione». Bella differenza, non pare? Walter Cherubini Portavoce Consulta Periferie Milano ___________________________________________________________________________________ 3Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona Romano Ranaldi Osservatorio Giovani e Famiglia ___________________________________________________________________________________ 4Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona 3 - Servizi sociali in Periferia: come? 4 - Vigili: 9 Zone, 9 Comandi Mettiamola così: la situazione è problematica, ma la via d uscita si intravede. Di cosa stiamo parlando? Della situazione dei servizi sociali operanti sul territorio. Per l ennesima volta, ne abbiamo avuto conferma anche durante l incontro promosso il 20.2.2007 presso la Parrocchia Madonna dei Poveri in Zona 7 dai Circoli MCL Quinto Romano e MilanoPolis sul tema I bisogni di Milano: la Famiglia ed i Servizi sociali . Alla presenza del dr. Dragone (Direttore Centrale dei Servizi sociali del Comune di Milano) i numerosi interventi dei partecipanti hanno messo in luce sostanzialmente due aspetti: - uno positivo, cioè che di risorse in campo ce ne sono parecchie, da quelle del Comune di Milano a quelle del variegato mondo del volontariato; - l altro negativo, cioè che su un medesimo territorio nessuno coordina i vari interventi, le varie presenze, con il risultato che si creano inefficienze e, peggio, sprechi. E qui ci sovviene quanto, tempo fa, aveva evidenziato l allora Assessore ai Servizi sociali Maiolo (attualmente Assessore alle Attività produttive), cioè la necessità di fare paese . E siamo d accordo su questa necessità. Ma vorremmo ricondurre l attenzione al tipico termine dell amministrare, cioè: come? Infatti, come si fa a fare paese ? Nello specifico, come si fa ad amministrare le Periferie? L Assessore Maiolo disse di ritenere indispensabile la creazione di una rete di solidarietà. Bene. Ma chi può operare in prima persona per dare impulso a questa rete? Chi può cercare di collegare l impegno del volontariato ed il compito istituzionale dei servizi comunali operanti sul territorio, nella medesima Zona, nello stesso Quartiere? Sostanzialmente il tema è proprio questo ed è stato ribadito durante l incontro e sembra sia all attenzione del nuovo Assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali del Comune di Milano, Mariolina Moioli. Concretamente, pensiamo che ci sia un ente già esistente, che possa svolgere la necessaria funzione di collegamento e coordinamento: è il Consiglio di Zona. Non ci vorrebbe molto: basterebbe che nell impostazione organizzativa dell amministrazione comunale venisse introdotto il concetto di dipendenza funzionale . In sintesi, i diversi servizi dipendono sempre dall Assessorato (dipendenza gerarchica ) ma, nello specifico territorio, dipendono dal Presidente del Consiglio di Zona (dipendenza funzionale ), che dovrebbe svolgere proprio la funzione di collegamento ed anche di impulso, essendo più vicino ai bisogni del territorio. Invece, oggi deve passare tutto dal centro , con tutte le disfunzioni del caso. Allora si decentri, non si abbia paura ad assegnare responsabilità ed i consiglieri di zona non abbiano paura ad assumersele: avremo più soluzioni nelle Periferie e meno ingorghi negli Assessorati. Tutto ciò, senza costi aggiuntivi. Anzi, si migliorerebbe l utilizzo di quelle sempre lamentate scarse risorse. Qual era la notizia? Che in una fetta di Periferia, nelle vicinanze dell Ospedale San Carlo, abbandonata da tutti ma non dai discaricatori c è una discarica nella quale è stato rinvenuto un po di tutto, anche il nocivo eternit? O che proprio quel territorio lì, dove è stato scaricato l eternit, confina con un campo sportivo dove, proprio oltre la rete, piccoli e grandi fanno normalmente attività sportiva a pieni polmoni ? Certamente anche questo, ma per noi la notizia è anche un altra. Mentre ci avvicinavamo al luogo, in distanza abbiamo visto un Vigile di Quartiere che frugava nella discarica, mettendo fisicamente le mani nell immondizia, in cerca di indizi, che ha trovato, che potessero far risalire allo scaricatore. A lui un plauso ed una conferma: c è chi lavora per noi anche se nessuno lo vede. Noi l abbiamo visto e lo ringraziamo. Ma vorremmo che il suo lavoro, come quello di tanti altri dipendenti comunali, fosse efficace. Per questo è necessario un cambio del sistema (dis)organizzativo dell Amministrazione comunale. Tanto per esemplificare, proprio per i Vigili (adesso si chiamano Polizia Locale), il problema politico ed organizzativo che poniamo è costituito da: 1. La riduzione a 9 dei relativi Comandi, cioè quante sono le Zone (soluzione semplice e senza costi aggiuntivi). 2. L introduzione della dipendenza funzionale (non gerarchica ), dei Comandi zonali dai rispettivi Presidenti dei Consigli di Zona. In questo modo il Consiglio di Zona potrebbe coordinare anche iniziative di controllo, soprattutto preventivo, del territorio e di quello delle Periferie in particolare. E ne siamo certi, ci sarebbe qualche Via Barzaghi in meno. Per questo abbiamo presentato il documento Periferie e ruolo dei Consigli di Zona alla Commissione Decentramento del Consiglio comunale di Milano e, se vorranno, lo presenteremo anche ai Candidati Sindaci perché lo voti, perchè le Periferie siano amministrate. Veramente! I poteri - Certo, per assolvere tale compito il Presidente della Zona dovrebbe potersi avvalere dei vari servizi comunali esistenti in Zona (servizi sociali, Vigili, ecc.). Invece, i Vigili di Quartiere da chi dipendono, dalla Zona? No, malgrado abbiano gli uffici proprio nello stesso edificio del Consiglio di Zona! E quando c è la partita a San Siro (Zona 7) chi se ne occupa, i Vigili che stanno sotto il tetto della Zona 7? Ma no, se ne occupano quelli che hanno la sede nell edificio del Consiglio di Zona 8. Bella organizzazione, non c è che dire! E i cittadini? Tra Consiglio di Zona 7 e Vigili in Zona 8 non sanno più dove andare e Ma vogliamo parlare delle Guardie Ecologiche Volontarie (che, si badi bene, sono volontarie), che sorvegliano il territorio zonale. A chi fanno capo, alla Zona? Ma no, sempre ad un Ufficio del Centro. Anzi, con la Zona non è previsto che abbiano alcun tipo di rapporto. Gennaro Ricciardi Presidente Commissione Servizi sociali Consiglio di Zona 7 Mario Meazza Circolo MilanoPolis ___________________________________________________________________________________ 5Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona ___________________________________________________________________________________ 6Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona 5 - Discariche abusive: spesi 600 mila euro per pulirle. Però Notizia dell ultima ora: ogni anno spendiamo 600 mila euro per ripulire le discariche abusive. A Milano ne sono state contate 193. Nella particolare classifica, Muggiano non ha certo sfigurato . Precedente - Problema nuovo? Non proprio. Tanto per esemplificare, nel 1998 e dintorni (tempi del commissariamento del Consiglio di Zona) ce ne occupammo direttamente: si fecero una bella mappatura delle discariche, un viaggio all Amsa di Via Olgettina e, a stretto giro, Muggiano ebbe una consistente ripulita. Tutto ciò, si badi bene, grazie al fatto che, vigente il commissariamento, il Consiglio di Zona non era cappeggiato da un Presidente, bensì da un Assessore con i relativi poteri assessorili . E questo è il punto!! Infatti, Legambiente ha commentato: «Il Comune spesso non è abbastanza rapido nel rispondere alle segnalazioni dei cittadini». Ma rammentiamo un po siamo ripetitivi, lo riconosciamo - come rispose la Presidenza del Consiglio di Zona 7 in merito alla pulizia dei fontanili San Cornelio e Rile: «Il Consiglio di Zona (pur avendo i soldi ndr) non può finanziare opere di risanamento, di competenza esclusiva dell assessorato all ambiente, né di pulizia, di competenza dell Amsa». Detto questo Metodo inadeguato - Ma se non si interviene subito, la discarica richiama altra discarica, ecc. ecc., con aggravio dei problemi. Invece, se il Consiglio di Zona con il suo Presidente avesse i poteri di intervento, si potrebbe fare come nel 1998. Anzi, di più, perché il Presidente di Zona potrebbe anche coordinare l opera, per esemplificare, delle Guardie Ecologiche Volontarie comunali, dei Vigili Urbani (adesso si chiamano Polizia Locale) ed anche delle locali associazioni ambientaliste. Messi insieme tutti, una bella forza per il controllo del territorio. Invece no! Le Guardie Ecologiche dipendono da un particolare ufficio, peraltro comandato da un Vigile, la Polizia Locale dall altro, le associazioni fanno quello che possono. Insomma, proprio un bell esempio di dis-organizzazione e di inefficacia. Proposta - E nel senso del governo del territorio , quindi, che si colloca l iniziativa della Consulta cittadina delle Periferie di Milano che, nell arco dei mesi di febbraio-marzo, attuerà l iniziativa Periferie oggi? E domani? , tra l altro promuovendo quattro incontri durante i quali verrà presentata una proposta affinché i Consigli di Zona, con i loro 369 consiglieri, diventino utili a Milano ed alle Periferie in particolare e non siano solo una spesa (3 milioni di euro all anno). Concretamente, ai candidati Sindaci di Milano verrà proposto di prendere in considerazione sul serio i problemi delle Periferie. Walter Cherubini Consulta Periferie Milano ___________________________________________________________________________________ 7Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona ____________________________________________________________________________________ 8Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona 6 - Immobili comunali: chi li gestisce? I Consigli di Zona? Diciamolo, sono un argomento ostico. Allora, vediamo un po . A Milano ci sono nove Consigli di Zona che, solo per i gettoni di presenza dei rispettivi 369 consiglieri, ci costano 3 milioni di euro all anno. Per fare cosa? Per rispondere a questa domanda ci aiuta la risposta data dalla presidenza della Zona 7 in merito alla pulizia dei fontanili San Cornelio e Rile: «Il Consiglio di Zona (pur avendone i soldi ndr) non può finanziare opere di risanamento, di competenza esclusiva dell assessorato all ambiente, né di pulizia, di competenza dell Amsa» e ancora «riguardo al dilemma della fontana le ribadiamo che questi tipi di intervento non sono di competenza della Zona». Ma, allora, che cosa può fare il Consiglio di Zona? La risposta proseguiva: «Il finanziamento era rivolto esclusivamente al percorso didattico svolto con le scuole, alla festa e alla campagna di sensibilizzazione attraverso la pubblicizzazione» e, ancora, la Zona «può al limite segnalare questo tipo di situazione al settore centrale e chiederne l intervento». Insomma, nello specifico, il Consiglio di Zona può comportarsi come un qualsiasi cittadino o comitato di quartiere che chiede all amministrazione comunale di intervenire (con una differenza: ci costa 3 milioni di euro all anno, per non contare le spese di struttura!!). Ma è possibile cambiare questa situazione? Proseguiamo. Ogni tanto, anzi, sempre più spesso, veniamo a sapere che degli immobili pubblici sono occupati abusivamente o che rimangono vuoti o che il Comune non sapeva neppure di averli! A tale proposito, però, negli anni 70/ 80 chi aveva concepito il Decentramento comunale istituendo i Consigli di Zona, nel relativo regolamento aveva previsto: «Art. 19 Gestioni immobiliari. I Consigli di Zona deliberano le destinazioni d uso e le affittanze di locali, edifici ed aree del Comune con destinazione ad usi sociali e del patrimonio immobiliare di reddito ed anche il patrimonio edilizio dell IACP (oggi ALER ndr) nell ambito di appositi accordi con tale ente secondo le compatibilità di legge». Di tale previsione (chi, anche degli attuali consiglieri di zona, ne conosceva l esistenza?), come peraltro di tante altre, non se ne fece nulla. Fu un bene? La prova dei fatti e degli sperperi perpetrati, sembrerebbe dirci di no. Allora, visto che tutti dicono che l attuale regolamento dei Consigli di Zona non va bene, non è forse il caso di dare un occhiata a questo vecchio regolamento e di fare delle proposte organiche? Documento della Consulta cittadina delle Periferie di Milano del Marzo 2006 già presentato a: Letizia Moratti (Sindaco di Milano), Ombretta Colli (Assessore Aree cittadine e CdZ), Commissione Decentramento Consiglio comunale di Milano, Consigli di Zona periferici . _________________________ Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona Benedetto Galbiati Centro studi CON Milano OVEST A Milano sono state realizzate delle grandi opere (Depuratore). Bene! Ma le Periferie continuano a non essere governate. Tra l altro, manca quella gestione funzionale ed organica delle attività e del personale che opera negli uffici comunali decentrati sul territorio cittadino e delle Periferie in particolare. I CONSIGLI DI ZONA Ma chi può svolgere questa gestione funzionale ed organica del territorio? I Consigli di Zona sono stati istituiti per questo, ma non sono mai stati resi operativi e, ancora oggi, è un fatto che non li si voglia rendere operativi. Con quale risultato? I problemi piccoli e grandi delle Periferie peggiorano, mentre aumentano conseguentemente inefficienze e sprechi. Per 359 Consiglieri di Zona vengono spesi ogni anno 3 milioni di Euro (per non contare i costi del personale amministrativo dei CdZ) ma per fare poco rispetto alle necessità zonali (budget di spesa di ca. 2 milioni di Euro). I PROBLEMI DELLE PERIFERIE Le Periferie di Milano, dove vive la stragrande maggioranza della popolazione, non possono continuare a subire questo stato di cose. Gli amministratori comunali di Milano, nel loro insieme, hanno la grande responsabilità e possibilità di decidere per il bene dei cittadini delle Periferie della nostra città, realizzando un organizzazione amministrativa adeguata alle esigenze di una grande città che, come i fatti dimostrano ogni giorno di più, non può continuare ad essere amministrata centralisticamente . LA PROPOSTA Per questo, ai Consigli di Zona dovranno essere completamente assegnate le competenze necessarie alla gestione organica delle attività comunali svolte nella rispettiva Zona. A tale proposito, i relativi uffici comunali dipenderanno funzionalmente dai Consigli di Zona, mentre continueranno a dipendere gerarchicamente dai relativi settori. In questo contesto, nell ambito di una progressiva assegnazione delle competenze, già nella fase di avvio dovranno essere tra l altro disposte le seguenti attribuzioni: 1. Servizi sociali In tal senso, potrà essere attuato un collegamento organico tra i diversi servizi sociali operanti nel medesimo territorio, realizzando le opportune sinergie ed eliminando sovrapposizioni ed inefficienze. 2. Traffico, viabilità, sicurezza In tal senso, i Comandi di Polizia Locale - continuando a mantenere la dipendenza gerarchica dal Comando di Polizia locale centrale - dipenderanno funzionalmente dai Consigli di Zona (a maggior ragione con la costituzione dei Comandi zonali coincidenti con le 9 Zone ); così anche le Guardie Ecologiche Volontarie. 3. Gestione immobili In tal senso, per gli immobili con destinazione ad usi sociali, i Consigli di Zona, sulla base degli inventari immobiliari, deliberano le destinazioni d uso e le affittanze di locali, edifici ed aree del Comune ed anche del patrimonio edilizio dell ALER nell ambito di appositi accordi con tale ente secondo le compatibilità di legge. 4. Controllo In tal senso, i Consigli di Zona parteciperanno alle funzioni di vigilanza attribuite dalle leggi al Comune sulle attività produttive ed economiche, sull uso del territorio e sul funzionamento dei pubblici servizi. ____________________________________________________________________________________ 9Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona ____________________________________________________________________________________ 10 Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona Sussidiarietà: che cosa sia chi lo sa? L organizzazione: un metodo Con l Enciclica Quadragesimo Anno del 1931, Papa Pio XI°, nel punto intitolato Riforma delle istituzioni , al numero 80 affermava: «È vero certamente e ben dimostrato dalla storia che, per la mutazione delle circostanze, molte cose non si possono più compiere se non da grandi associazioni, laddove prima si eseguivano anche delle piccole. Ma deve tuttavia restare saldo il principio importantissimo nella filosofa sociale: che siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l'industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare. Ed è questo insieme un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società; perché l'oggetto naturale di qualsiasi intervento della società stessa è quello di aiutare in maniera suppletiva le membra del corpo sociale, non già distruggerle e assorbirle». Ed al numero 81 proseguiva: «Perciò è necessario che l'autorità suprema dello stato, rimetta ad associazioni minori e inferiori il disbrigo degli affari e delle cure di minor momento, dalle quali essa del resto sarebbe più che mai distratta; e allora essa potrà eseguire con più libertà, con più forza ed efficacia le parti che a lei solo spettano, perché essa sola può compierle; di direzione cioè, di vigilanza, di incitamento, di repressione, a seconda dei casi e delle necessità. Si persuadano dunque fermamente gli uomini di governo, che quanto più perfettamente sarà mantenuto l'ordine gerarchico tra le diverse associazioni, conforme al principio della funzione suppletiva dell'attività sociale, tanto più forte riuscirà l'autorità e la potenza sociale, e perciò anche più felice e più prospera la condizione dello Stato stesso». Tutto ciò, mentre al numero 79 aveva precedentemente affermato: «E quando parliamo di riforma delle istituzioni, pensiamo primieramente allo Stato, non perché dall'opera sua si debba aspettare tutta la salvezza, ma perché, per il vizio dell'individualismo, come abbiamo detto, le cose si trovano ridotte a tal punto, che abbattuta e quasi estinta l'antica ricca forma di vita sociale, svoltasi un tempo mediante un complesso di associazioni diverse, restano di fronte quasi soli gli individui e lo Stato. E siffatta deformazione dell'ordine sociale reca non piccolo danno allo Stato medesimo, sul quale vengono a ricadere tutti i pesi, che quelle distrutte corporazioni non possono più portare, onde si trova oppresso da una infinità di carichi e di affari». Ma, allora, perché il Comune (nelle varie amministrazioni susseguitesi) continua a non cedere ai Consigli di Zona le competenze per la soluzione dei problemi di quartiere? Per le risposte potrebbe soccorrerci la lungimiranza di Papa Pio XI°. Da sempre, l organizzazione del Comune di Milano è strutturata con il criterio della sola dipendenza gerarchica . Conseguentemente, i rapporti sono instaurati solo con il proprio superiore o con il proprio sottoposto, quindi esclusivamente all interno di ogni singolo settore. ____________________________________________________________________________________ 11 Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona ____________________________________________________________________________________ 12 Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona Centro Servizi sportivi Demanio Manutenzioni Servizi scolastici Servizi sociali Guardie Ecologiche Volontarie Polizia Locale SETTORE - SERVIZI TERRITORIO Consiglio di Zona Nei fatti, tale impostazione è: centralistica , poiché ogni necessità di relazionarsi con gli altri settori deve comunque passare dal vertice; autoreferenziale , poiché l orientamento non è rivolto alla soluzione del problema, bensì a rimanere nell ambito delle proprie competenze . Nel tempo, tale impostazione ha incrementato sempre più le distanze tra i problemi e le loro soluzioni. In definitiva, tra gli amministratori e gli amministrati. L organizzazione: la proposta La Consulta, cos è? Non si tratta di stravolgere l impostazione organizzativa attuale, bensì di introdurre elementi di funzionalità, affinché anche i vari servizi operanti sul medesimo territorio operino coralmente per risolvere le problematiche esistenti che, normalmente, evidenziano più aspetti, rendendosi necessario un intervento interdisciplinare. Concretamente, si tratta di accorciare le distanze tra l amministrazione e gli amministrati, nell ottica di una gestione funzionale del territorio. Può rispondere a tale esigenza l introduzione del concetto organizzativo della dipendenza funzionale : i vari servizi operanti sul medesimo territorio continuano a mantenere le attuali dipendenze gerarchiche, ma funzionalmente dipendono da un articolazione amministrativa più vicino al territorio. Tale articolazione potrebbe essere il Consiglio di Zona? Spesso capita che chi abita nella cosiddetta Periferia si senta trattato dal Comune un po come un cittadino di Serie B. Perché? Uno dei motivi è che, da sempre, la struttura comunale è organizzata centralisticamente . Da ciò ne consegue che le Periferie vengono sempre un po dopo, che non siano mai una priorità. Invece, le Periferie devono essere una priorità per Milano, anche dal punto di vista organizzativo (i Consigli di Zona che ruolo hanno?). Ma perché ciò accada, bisogna avere capacità di proposta, determinazione ed adeguata organizzazione e ci vuole qualcuno che lo faccia. Se sei d accordo con questa impostazione e rappresenti un associazione o sei un Consigliere di Zona o, comunque, ritieni di poter dare il tuo fattivo contributo, la Consulta Periferie Milano fa per te. Partecipa! Centro SETTORE - SERVIZI CONSULTAPERIFERIE Servizi sportivi Demanio dallo Statuto: Manutenzioni Servizi scolastici Servizi sociali Guardie Ecologiche Volontarie Polizia Locale MILANO ___________________________________________________________________________________ «Art. 2 La Consulta ha come scopo l individuazione delle soluzioni alle varie problematiche esistenti nelle Periferie di Milano ( ) elabora proposte e promuove incontri, manifestazioni ed indagini, mettendosi in relazione con le realtà sociali, istituzionali e la cittadinanza tutta». ____________________ «Il problema delle Periferie ci tocca un po tutti. E tutti noi siamo chiamati a capire che cosa possiamo fare concretamente perché questi agglomerati diventino più vivibili e più umani. Bisogna per questo dare vita a momenti di aggregazione e di cultura. Occorre inoltre affrontare i problemi urbanistici ed economici delle aree abbandonate per renderle migliori». Card. Dionigi Tettamanzi «Oggi le grandi città sono le Periferie. Nel centro storico vive il 10-15% della popolazione». Arch. Paolo Portoghesi Consiglio di Zona TERRITORIO ____________________________________________________________________________________ 13 Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona «O la Periferia, che spesso è un deserto affettivo, diventa città, sistema urbano arricchito, fecondato dalle attività della vita, o le città diventeranno dei mostri ingovernabili dove soltanto il centro sarà unisola felice». Arch. Renzo Piano ____________________________________________________________________________________ 14 Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona CONSULTAPERIFERIE CONSULTAPERIFERIE MILANO MILANO ___________________________________________________________________________________ Dallo Statuto: ___________________________________________________________________________________ Art. 1 (Costituzione) - E costituita la Consulta Cittadina delle Periferie di Milano con sede in Milano. Art. 2 (Scopo) La Consulta ha come scopo l individuazione delle soluzioni alle varie problematiche esistenti nelle Periferie di Milano. In tale contesto, elabora proposte e promuove incontri, manifestazioni ed indagini, mettendosi in relazione con le realtà sociali, istituzionali e la cittadinanza tutta, gestendo anche strumenti informativi. Non ha fini di lucro. Art. 4 (Partecipanti) Possono far parte della Consulta tutti coloro che, con l impegno di personali prestazioni e/o con la corresponsione di una quota di sostegno annuale, intendono concorrere al raggiungimento degli scopi della Consulta. Al fine di consentire un adeguato svolgimento delle attività, vengono individuate le figure di: a. socio fondatore:è tale colui che, rappresentando un associazione/comitato, ha partecipato alla fondazione della Consulta o che ne verrà ammesso mediante domanda corredata dalle firme di due soci fondatori e deliberata all unanimità da parte dei soci fondatori, accettandone lo statuto ed il particolare indirizzo. b. socio: è tale colui che, rappresentando un associazione/comitato, verrà ammesso, dopo tre mesi di partecipazione ai lavori della Consulta, mediante domanda corredata dalle firme di due soci fondatori e deliberata all unanimità da parte dei soci fondatori, accettandone lo statuto ed il particolare indirizzo. c. associato: è tale colui che, rappresentando un associazione/comitato, condividendo gli scopi della Consulta, chiede di farne parte mediante domanda corredata dalle firme di due soci. In tale veste può partecipare ai lavori della Assemblea dei soci con voto consultivo, nonché a tutti gli altri organi della Consulta medesima. d. consigliere associato: è tale colui che, ricoprendo la carica di Consigliere di Zona, condividendo gli scopi della Consulta, chiede di farne parte mediante domanda corredata dalle firme di due soci fondatori. In tale veste può partecipare ai lavori della Assemblea dei soci con voto consultivo, nonché a tutti gli altri organi della Consulta medesima. e. collaboratore: è tale colui che, anche sulla scorta delle proprie competenze, verrà ammesso a far parte delle Commissioni di lavoro/Gruppi di studio e, su invito, anche all Assemblea dei soci. Art. 6 (Prestazioni) La Consulta provvede ai suoi scopi mediante le prestazioni personali e volontarie dei Soci fondatori (ugualmente per i Soci, gli Associati, i Consiglieri associati ed i Collaboratori) e/o le quote dei sostenitori. Art. 7 (Organi) Gli organi della Consulta sono: a. L Assemblea dei soci b. Il Portavoce della Consulta c. La Giunta dei Coordinatori d. Le Commissioni di lavoro e. I Gruppi di studio Art. 8 (Assemblea dei soci) L Assemblea dei soci, di cui fanno parte Soci fondatori ed i Soci, è l organo deliberativo fondamentale della Consulta ( ). Art. 9 (Portavoce della Consulta) Il Portavoce rappresenta legalmente la Consulta ad ogni effetto ( ). Art. 10 (Giunta dei Coordinatori) La Giunta è composta dai Coordinatori delle commissioni designati dall Assemblea dei soci nel proprio seno ( ). Art. 11 (Commissioni di lavoro) Le Commissioni, costituite dall Assemblea dei soci e convocate congiuntamente dal rispettivo Coordinatore e dal Portavoce, sono gli organismi esecutivi dei deliberati dell Assemblea dei soci ( ). Milano, 11 ottobre 2005 ____________________________________________________________________________________ 15 Problemi delle Periferie e ruolo dei Consigli di Zona «Il problema delle periferie ci tocca un po tutti. E tutti noi siamo chiamati a capire che cosa possiamo fare concretamente perché questi agglomerati diventino più vivibili e più umani. Bisogna per questo dare vita a momenti di aggregazione e di cultura. Occorre inoltre affrontare i problemi urbanistici ed economici delle aree abbandonate per renderle migliori». Card. Dionigi Tettamanzi Anno delle di Milano «O la Periferia, che spesso è un deserto affettivo, diventa città, sistema urbano arricchito, fecondato dalle attività della vita, o le città diventeranno dei mostri ingovernabili dove soltanto il centro sarà unisola felice». Renzo Piano, architetto ____________________________________________________________________________________ 20146 Milano Via Pisanello, 1 - www.periferiemilano.it - [email protected]