Spunti di riflessione emersi rispetto al problema “accompagnare la costruzione di competenze” La sostenibilità nel sistema organizzativo (piano istituzionale) La sostenibilità nello specifico disciplinare (piano dei contenuti e delle attività curriculari) La sostenibilità rispetto alle figure (il piano degli operatori) 1 Potenzialità del laboratorio di didattica interattiva da sviluppare Accompagnare le competenze come monitoraggio dell’azione di insegnamento Accompagnare le competenze per affrontare i casi di “disaffezione” e abbandono della frequenza Applicazione di strumenti (bilancio di competenze, prove strutturate e semi strutturate), metodi e tecniche (simulazione, esemplificazioni e casi di studio, …) Il prodotto delle attività laboratoriali per valutare i processi (espressione del percorso di costruzione delle conoscenze, applicazione delle conoscenze acquisite o in costruzione) Le attività laboratoriali per rafforzare competenze trasversali (relazionali, comunicative, argomentative) Le attività laboratoriali come strumento di orientamento (rispetto al profilo in uscita, recuperando capacità di riflessione e ricostruzione del percorso formativo proiettandolo nell’attività professionale futura) Ricorso ai Dottorandi riconoscendo nella formazione nei Corsi di Dottorato(stage/tirocinio) - didattica universitaria - trasferimento della ricerca nella didattica (costruire la ricerca nel gruppo) - competenze di ricerca (microricerca) sul piano della didattica disciplinare (verifica dell’efficacia di modelli di insegnamento/apprendimento e valutazione delle metodologie utilizzate) 2 Gruppo 1 – Area scientifica 1. Piano istituzionale Criticità 1. Carenza delle infratstrutture(attrezzature 2. Formalizzazione? All’interno del corso o attività extra 3. Necessità di riprogettare i corsi di laurea 2. Piano disciplinare 1. Compatibilità dei laboratori : quanto un approccio di tipo laboratoriale è compatibile con laboratori disciplinari o interdisciplinari? 2. Compatibilità con i corsi con alto numero di studenti: come fare? Utilizzo di tecnologie (quali strumenti?) 3. Piano degli operatori 1. Disponibilità di figure di facilitatori: i tutor nel regolamento di ateneo sono solo con più di 50 studenti; non sempre ci sono i dottorandi; se sono studenti come riconosere questo alvoro? Per i docenti come considerare le ore di laboratorio didattico? 2. Rivedere la progettazione del corso per eventuale utilizzo di cfu Gruppo 2 – Area Umanistica Rapporto problematico tra i tre ambiti di ragionamento Teorie Laboratorio Autonomia dello studente LA RAP è una buona opportunità, anche se presenta difficoltà 4 Gruppo 2 Elementi di discussione: Corsi di laurea professionalizzanti già prevedono laboratori che si connettono ad attività di tirocinio : sono previsti momenti di riflessione sulla propria professionalità. Ma in altre discipline come si può attivare? Sul piano organizzativo manca una progettazione comune e integrata tra docenti del corso di laurea e finalizzata al bilancio di competenze in uscita La facilitazione nel laboratorio è difficile perché non c’è un contesto che consente di collegare le discipline e presentare la coerenza del processo agli studenti Proposte: Riflettere ancora sul problema e pensare ad un contenimento degli studenti che vivono l’università come opzionale e non partecipano o si sentono protagonisti. Il laboratorio potrebbe avere questa valenza Impossibilità di connettere alcune discipline: non sempre questo è possibile, anche se ripensando in termini di monitoraggio e valutazione, un laboratorio può essere significativo in tal senso Mancanza di risorse umane e finanziarie e competenze dei tutor: occorre una formazione specifica (bilancio delle competenze) Accompagnare le competenze per consentire una corretta valutazione delle competenze in uscita (accettare un 18 dopo varie prove di esame: continuare o fermarsi a riflettere?) Gruppo 3 – Area scientifica 1. piano istituzionale Laboratori su base volontaria o in altro modo? Lavorare con i gruppi all’interno del corso e in parallelo – utilizzo di ore di tutorato Nei corsi iniziali (1 e 2 anno) proporre un tipo di lavoro differenziato rispetto a studenti in tesi o della specialistica che potrebbe rispondere alle seguenti criticità: Studenti individualisti che non danno valore al lavoro di gruppo Mancanza di conoscenza tra gli studenti: scarsa socialità e scarsa partecipazione al contesto, ridotta comunicazione tra studente e docente L’organizzazione deve essere molto strutturata e trasparente nei corsi di laurea: riprogettarli? Sperimentare su alcuni corsi? Proposta di modificare a partire dai docenti che hanno seguito il corso Per gli studenti della specialistica si può applicare la rap che può sfociare in tesine e/o tesi: stimolare la curiosità (non si può fare all’inizio, quando il ruolo del docente deve essere più forte) 6 Gruppo 3 2. Piano dello specifico disciplinare Problemi: numero studenti, aule,m disponbiilità dei docenti Problema delle metaconoscenze e apprendere il metodo di studio 3. Piano degli operatori Impegno extra dei docenti, Utilizzare studenti “più bravi” sulla base di test che verificano le conoscene e attraverso domande aperte anche per capire quali sono coloro che sono più motivati: inserire queste figure di studente “motivato” nei gruppi Il facilitatore che deve seguire deve avere una formazione mirata: anche i dottorandi devono essere formati 7