DETERIORAMENTO DEGLI ALIMENTI e TECNICHE DI CONSERVAZIONE CATERINA MAMMINA DETERIORAMENTO DEGLI ALIMENTI Il deterioramento causato dalla presenza di microrganismi determina modificazioni dei caratteri organolettici dell'alimento, dell'aspetto e della consistenza. Fattori intrinseci: costituenti dell'alimento, aw, pH, struttura Fattori estrinseci: temperatura, umidità, atmosfera gassosa Carica batterica iniziale Tali fattori influenzano non solo il tipo, ma anche la velocità di deterioramento Curva di crescita batterica Toxic - - - - - - - - - - - -+++++++++++ Spoils _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 9 8 + + + Time to spoilage 7 6 5 4 3 2 1 0 Time Lag phase Log phase Stationary phase Costituenti degli alimenti Più le sostanze presenti negli alimenti sono semplici (a basso peso molecolare) più sono rapidamente utilizzate e trasformate dai microrganismi Gli alimenti costituiti prevalentemente da queste sostanze sono, quindi, più deteriorabili di quelli a costituenti prevalentemente polimerici (amido, cellulosa, pectine). Alimenti proteici Si alterano tanto più velocemente quanto maggiore è il loro contenuto in aminoacidi e in peptidi a catena corta (crostacei>pesce>carne). Solo dopo l'utilizzazione di questi, interviene la decomposizione delle proteine tramite proteasi extracellulari (Bacillus,Clostridium,Pseudomonas). Da questi processi si formano molti prodotti della putrefazione (ammoniaca, amine, acidi organici), che possono modificare fortemente il sapore, l'odore e l'aspetto dell'alimento. Alimenti grassi Gli acidi grassi liberi (butirrico, capronico, etc.) sono i principali responsabili del sapore rancido, degli aromi estranei e dell'irrancidimento dei cibi grassi. Alimenti a base di carboidrati I polisaccaridi si ritrovano negli alimenti vegetali per lo più come sostanze di riserva (farina, patate, leguminose, riso: amido; carne, fegato:glicogeno) o come componenti strutturali della cellula vegetale (cellulosa, pectine). Essi vengono scissi da enzimi prodotti da molti batteri e miceti. Il deterioramento si riconosce dalla mutazione di colore, odore e consistenza (es.ammuffimento del pane). Alimenti a base di carboidrati Gli zuccheri possono essere presenti negli alimenti prevalentemente come monosaccaridi (frutta: fruttosio, glucosio) o disaccaridi (zucchero, dolci: saccarosio; latte: lattosio). L'alterazione degli alimenti zuccherini porta alla formazione di vari prodotti della fermentazione come gas (CO2, H2), alcool, acido lattico e acidi grassi (butirrico) dall'odore sgradevole. Al deterioramento di prodotti dolci con elevato tenore di zuccheri partecipano soprattutto lieviti e muffe. pH La maggior parte degli alimenti non trattati sono debolmente acidi. Nel processo di deterioramento predominano, quindi, microrganismi con un optimum di sviluppo a pH prossimo a 7 (intervallo 6-8). Il minimo valore di pH al quale si sviluppa la maggior parte dei batteri del deterioramento alimentare è 4,4 - 4,5. Il valore massimo di pH è, per batteri e funghi, in media 8-9. Tali valori possono essere influenzati da altre condizioni concomitanti, quali temperatura, aw, presenza di ossigeno, fattori legati ai processi di produzione e conservazione. pH Aw Tutti i processi metabolici necessitano di acqua, per cui a qualsiasi sua sottrazione consegue un rallentamento nella moltiplicazione di microrganismi. L'acqua viene legata da numerosi componenti degli alimenti, come sale, zucchero, proteine, e non è più disponibile per lo sviluppo batterico. Proporzionalmente all'aumento della concentrazione delle sostanze che legano l'acqua, diminuisce la tensione di vapore acqueo sopra l'alimento. Aw Come misura dell'acqua disponibile è stato introdotto il concetto di attività dell'acqua (aw). Esso viene definito come il rapporto tra la tensione di vapor d'acqua sopra l'alimento (p) e la tensione del vapor d'acqua (p0) propria dell'acqua allo stato puro alla stessa temperatura. Aw aw = p/p0 L'acqua ha un valore di aw=1; qualsiasi aggiunta di sostanze in grado di legare l'acqua fa sì che p<p0 e, quindi, che aw<1. L'abbassamento del valore di aw in un alimento si può ottenere sottraendo l'acqua - essiccamento, affumicatura congelando o aggiungendo sostanze in grado di legare l'acqua. Aw La resistenza all'abbassamento del valore di aw è massima nelle muffe, minore nei lieviti e nei batteri Gram positivi e minima nei Gram negativi. Il valore minimo di Aw necessario per lo sviluppo e la formazione di tossine viene fortemente influenzato dal pH, dalla temperatura e dalla pressione parziale di ossigeno. Es. Staphylococcus aureus produce l'enterotossina A in condizioni di aerobiosi a 37°C sino ad un valore minimo di aw pari a 0,84; in condizioni di anaerobiosi il valore minimo sale a 0,90. Gli stessi valori a 20°C sono, rispettivamente, 0,98 e 0,91. Aw Gli alimenti con un valore di aw >0,95 sono facilmente alterabili (carne fresca, uova, pesce). Gli alimenti con un valore di aw 0,91 - 0,95 sono mediamente alterabili (alimenti crudi salati). Gli alimenti con un valore di aw <0,90 sono praticamente inalterabili (salame, formaggi duri stagionati, confetture e marmellate, farina, riso, etc.) Valori di aw minimi per la crescita dei microrganismi Temperatura Gruppo Temperatura (°C) Minima Ottimale Max Psicrofilo -5 - +5 12 - 15 15 - 20 Psicrotrofo -5 - +5 25 - 30 30 - 35 Mesofilo 5 - 15 30 - 40 35 - 45 Termofilo 30 - 45 55 - 75 60 - 90 Temperatura Esempi Psicrotrofi: Lactobacillus, Aeromonas, alcuni enterobatteri, lieviti e muffe, Yersinia enterocolitica, Listeria monocytogenes, Aeromonas hydrophila Mesofili: Batteri lattici, Micrococcus, Salmonella, Clostridium botulinum, Staphylococcus aureus Termofili: Bacillus, Clostridium Temperature minime di moltiplicazione di batteri patogeni CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI LE TECNOLOGIE ALIMENTARI 20 INTRODUZIONE (1) Storicamente, gli obiettivi delle tecnologie alimentari sono stati: •la conservazione degli alimenti •la resa dell’alimento più appetibile e digeribile 21 INTRODUZIONE (2) Nei tempi moderni, le tecnologie alimentari sono applicate con gli obiettivi addizionali di: • sviluppare nuovi prodotti alimentari • dare le proprietà funzionali desiderate agli alimenti • migliorare la qualità nutrizionale ed organolettica • garantire la sicurezza 22 CONOSCENZA DELLA TECNOLOGIA ALIMENTARE La conoscenza di base della tecnologia alimentare può aiutare a: •identificare appropriate misure di controllo •selezionare parametri che assicurano la loro efficacia •decidere come questi parametri devono essere monitorati 23 OBIETTIVO Capire: •come le differenti tecnologie alimentari possono essere usate per prevenire e/o gestire i rischi negli alimenti •i fattori (parametri) che influenzano il processo e quindi la sicurezza del prodotto finito •come questi fattori dovrebbero essere monitorati 24 CLASSIFICAZIONE DELLE TECNOLOGIE ALIMENTARI Le tecnologie alimentari possono essere classificate in quelle che: •rendono un alimento sicuro •controllano i contaminanti, ad esempio prevengono la moltiplicazione dei microrganismi o la produzione di tossine •prevengono la (ri-)contaminazione 25 TECNOLOGIE ALIMENTARI E HACCP Nel sistema HACCP le misure di controllo identificate possono consistere nell’applicazione di una tecnologia o di una combinazione di tecnologie differenti 26 Principali tecniche di conservazione degli alimenti Conservazione degli alimenti ABBASSAMENTO DELLA TEMPERATUA Lo scopo è di mantenere inalterate le caratteristiche fisicochimiche “desiderabili” degli alimenti rallentando o bloccando la moltiplicazione batterica I principali effetti delle basse temperature sui microrganismi sono: rallentamento della velocità delle reazioni enzimatiche (gli enzimi richiedono temperature precise per esercitare le loro funzioni catalizzanti e allo stesso tempo necessitano di acqua libera, la quale diminuisce fino a scomparire del tutto quando si trasforma in ghiaccio). aumento della viscosità del citoplasma e concentrazione degli elettroliti. aumento della concentrazione di soluti in seguito al congelamento dell’acqua Refrigerazione La conservazione a 4-5°C produce un rallentamento della moltiplicazione batterica e della produzione di tossine. I microrganismi patogeni psicrotolleranti riescono a moltiplicarsi a temperature inferiori a +5°C. Tuttavia, a queste basse temperature si allunga notevolmente il periodo che passa prima dell'inizio della moltiplicazione (lag fase). Gli alimenti altamente deperibili, come pesce, crostacei, frutti di mare, devono essere conservati a 0-2°C. REFRIGERAZIONE La shelf-life degli alimenti refrigerati è in genere limitata e la sua durata è condizionata da numerosi fattori tra cui, prima di tutti, la temperatura: tanto più questa si avvicina a 0°C, tanto più è prolungata la vita del prodotto. Accanto alla temperatura gli altri fattori condizionanti sono: la carica microbica iniziale e le specie presenti. la velocità di penetrazione del freddo. l’umidità dell’ambiente e l’umidità superficiale del prodotto. gli interventi tecnologici messi in atto nel corso della preparazione del prodotto. REFRIGERAZIONE Inoltre, un valido sistema per potenziare la sicurezza di un alimento è “giocare” sugli effetti additivi o sinergici di due o più parametri ritardanti la crescita. Nella refrigerazione, l’effetto ritardante della bassa temperatura è accresciuto da un basso valore di aw, dal controllo del pH, della pO2 e da un aumento della concentrazione di CO2. In conclusione, la refrigerazione è una tecnica di conservazione “delicata” che non danneggia il prodotto, in quanto non determina denaturazione dei componenti e quindi perdite nutrizionali, ma presenta alcuni svantaggi in termini di conservabilità e, quindi, di sicurezza. Congelamento Con il congelamento si opera un raffreddamento lento e graduale fino a raggiungere nella parte centrale dell’alimento la temperatura di –20°C in un tempo variabile tra 10 e 70 ore. A queste temperature una certa percentuale di microrganismi muore, ma la maggior parte rallenta e poi blocca i processi di crescita ed è in grado di sopravvivere. La congelazione viene applicata a pesce e carne di grosse pezzature. Gli alimenti congelati devono avere una temperatura interna di -12°C (-9°C in superficie durante le operazioni di carico/scarico e la vendita). SURGELAZIONE La surgelazione è una tecnica di congelamento rapido. Gli alimenti surgelati devono avere una temperatura interna di -18°C (-15°C per brevi intervalli di tempo) e tale temperatura deve essere raggiunta in un tempo massimo di 4 ore. La maggior parte degli alimenti di origine sia animale che vegetale si conserva in queste condizioni fino a 12 mesi. Congelamento e surgelazione L’azione conservante di questi due metodi è conseguente a: abbassamento dei valori di aw. formazione di cristalli di ghiaccio di varie dimensioni, che provocano lesioni e distruzioni delle strutture cellulari e la morte di un certo numero di microrganismi. Nella congelazione, in particolare, si formano cristalli di grosse dimensioni che provocano la rottura parziale o totale anche delle pareti cellulari; al momento dello scongelamento, quindi, si verifica uno sgocciolamento di essudati ricchi di sostanze nutritive e un depauperamento dell’alimento, sia in termini nutrizionali che organolettici. Nella surgelazione, invece, si ottiene una microcristallizzazione dell’acqua contenuta nel prodotto, che rimane “in loco” non danneggiando le strutture cellulari dei tessuti. Surgelazione: -18°C temperatura interna -15°C temperatura esterna Congelamento: -12°C temperatura interna -9°C temperatura esterna Dal momento che la crescita microbica è inibita, la surgelazione è una delle modalità più efficaci di conservazione delle derrate alimentari con minime alterazioni dei caratteri organolettici e delle proprietà nutrizionali. Un deterioramento degli alimenti conservati con queste modalità si verifica soltanto se viene interrotta la catena del freddo. I principali aspetti negativi del congelamento/ surgelazione sono: costo; preserva anche i microrganismi patogeni eventualmente presenti. All’atto dello scongelamento i microrganismi hanno un comportamento analogo a quello dei prodotti freschi: dopo una fase di latenza piuttosto lunga, cominciano a moltiplicarsi normalmente. Ne consegue che un alimento scongelato deve essere indirizzato il più rapidamente possibile alle fasi successive di lavorazione Raffreddamento dopo la cottura E’ una fase molto delicata, spesso concausa di episodi di tossinfezione alimentare. Un rapido raffreddamento ed un adeguato stoccaggio a freddo prevengono, ma anche rallentano la moltiplicazione microbica: raffreddando da 60°C a 21°C in 2 ore e da 21°C a +4°C in 4 ore si controlla la crescita di eventuali microrganismi patogeni. Sono importanti le dimensioni delle derrate da refrigerare e la temperatura e velocità dell’aria nel mezzo refrigerante. Trattamento con il calore 1. Pastorizzazione 2. Sterilizzazione 3. Cottura a microonde TRATTAMENTI CON IL CALORE Metodo di riscaldamento Mezzo di riscaldamento Cottura Acqua Arrostimento/cottura in forno Aria Bollitura Acqua Frittura Olio Grill Aria Microonde Radiazioni elettromagnetiche Pastorizzazione Scambiatore di calore/acqua Sterilizzazione Vapore 42 Velocità di crescita (K) EFFETTO DELLA TEMPERATURA SULLA CRESCITA MICROBICA B (ottimale) C (minima) A (massima) Freddo Caldo Temperatura 43 CURVA DI DISTRUZIONE TERMICA No T (°C) N = No . e - k . t t: tempo di riscaldamento No: numero iniziale di cellule t N: numero di cellule al tempo t k: costante di velocità (tempo-1) 44 TRATTAMENTO CON CALORE Il trattamento termico non è uniforme 45 MODALITÀ DI TRASFERIMENTO DEL CALORE Conduzione Convezione 46 GRADIENTE DI TEMPERATURA NELL’HAMBURGER Temperatura 200 (°C) superficie 150 Crosta 3 mm 100 3,5 mm 4 mm Zona cotta Centro 50 Centro Carne cruda 900 1800 2700 3600 Tempo (sec.) 47 PASTORIZZAZIONE Questo è un trattamento termico degli alimenti che ha lo scopo di uccidere le cellule vegetative dei patogeni, provocando cambiamenti minimi nella composizione, nell’aroma, e nei valori nutrizionali degli alimenti stessi 48 PASTORIZZAZIONE Impiega temperature inferiori a 100°C, che inattivano la maggior parte delle forme vegetative batteriche, dei lieviti e delle muffe Viene usata per prodotti come latte, frutta o liquidi, che per potere conservare le qualità organolettiche e nutritive possono essere sottoposti solo a un riscaldamento blando SCHEMI DI PASTORIZZAZIONE Bassa temperatura: • 63°C per 30 minuti Alta temperatura: • 72°C per 15 secondi Temperatura altissima: • 135°C per 1 secondo 50 Sterilizzazione Impiega temperature di 115°C - 135°C per 15-20 min in grado di uccidere le spore batteriche. Autoclave o pentola a pressione Termoresistenza dei microrganismi • Il tempo necessario per uccidere un ceppo di microrganismi con un determinato valore di resistenza termica, ad una temperatura costante, è tanto maggiore quanto più alta è la contaminazione iniziale di un alimento. • La maggior parte dei batteri vegetativi muore a temperature intorno ai 65°C Cottura a microonde Il trattamento con le microonde è un metodo di riscaldamento indiretto Le microonde sono onde elettromagnetiche nel campo dell'altissima frequenza (300 MHz-300 GHz). Le microonde penetrano nell'alimento e, attraverso variazioni di polarità, eccitano molecole con dipoli permanenti (acqua, aminoacidi, peptidi), che a loro volta trasmettono la loro energia cinetica per attrito intermolecolare, con produzione di calore. Quanto più elevato è il contenuto di acqua e di proteine, tanto più efficace risulta la trasformazione in energia. Cottura a microonde Questo significa che, se una parte dell'alimento è secca (es. buccia delle patate), non sarà riscaldata in misura sufficiente per l'inattivazione dei microrganismi patogeni eventualmente presenti. Un secondo problema è costituito dalla non uniforme distribuzione delle microonde: per la struttura del forno e/o per la non omogenea costituzione dell'alimento con presenza di parti a bassa conducibilità termica, alcune parti possono non raggiungere temperature adeguate (seguire con la massima attenzione le istruzioni per l'uso). ALTRI EFFETTI DEL TRATTAMENTO TERMICO I trattamenti termici influenzano non solo i microrganismi, ma anche gli altri componenti degli alimenti, ad esempio: enzimi vitamine colore 55 L’IMPORTANZA DELLE TEMPERATURE L’IMPORTANZA DELLE TEMPERATURE E’ fondamentale imparare a gestire correttamente le diverse temperature Tenere sempre conto della pezzatura dell’alimento in recipienti scoperti Evitare la sosta prolungata degli alimenti a temperatura ambiente A temperatura ambiente, o meglio nell’intervallo di temperatura che va da 10°C a 65°C, i cibi e gli alimenti debbono sostare per il minor tempo possibile 12 9 3 6 IL FREDDO non distrugge i microrganismi e non li inattiva definitivamente consente un prolungamento dei tempi di conservazione rallenta la moltiplicazione della maggior parte dei patogeni Più basse sono le temperature, maggiore è il rallentamento dell’attività microbica la temperatura non Il sistema della conservazione a può subire rialzi freddo prevede il rigoroso consistenti, neppure rispetto della catena del freddo per breve tempo REFRIGERAZIONE da 0°C a 10°C CONGELAMENTO a temperatura inferiore a -15°C SURGELAZIONE a temperatura inferiore a -18°C SURGELATO Si ottiene il blocco della crescita dei microrganismi responsabili delle tossinfezioni Si ottiene il blocco pressoché totale della crescita microbica Si ottiene il blocco totale della crescita microbica Si formano cristalli piccolissimi che non danneggiano l’alimento Alimento in confezione chiusa all’origine, sottoposto ad un abbassamento veloce della temperatura, fino a raggiungere i -18°C, e conservato a tale temperatura TEMPERATURE DI CONSERVAZIONE carni fresche 0°/ +4°C pollame, conigli, frattaglie 0°/ +3°C salumi, insaccati +6°C prodotti cotti da consumarsi freddi +4°C prodotti surgelati -18°C Rispettare comunque sempre la temperatura di conservazione indicata in etichetta CONSERVABILITA’ è direttamente in funzione del tempo e della temperatura carni fresche sottovuoto max 30 gg. carne trita bovina 1 giorno carne bovina congelata 12 mesi polleria 2-3 gg. prodotti cotti da consumarsi freddi 1 giorno Rispettare comunque sempre la data di scadenza indicata in etichetta UTILIZZO CORRETTO DELLE CELLE FRIGORIFERE 1 Assicurarsi che in ogni cella ci sia un termometro preciso e controllare frequentemente la temperatura 2 Evitare lo stivaggio eccessivo: all’interno della cella frigorifero deve circolare aria 3 Recipienti di metallo o vetro devono essere posti nella parte inferiore, in modo da evitare sgocciolamenti 4 5 6 Coprire i recipienti, per impedire contaminazioni 7 Non appoggiare direttamente a terra le derrate Conservare separatamente cibi cotti e cibi crudi Non mettere mai cibi caldi nel frigorifero, per non causare innalzamenti della temperatura REGOLE PER LA CONSERVAZIONE DELLE CARNI conservare in celle separate carni “rosse” pollame Impedire qualsiasi contatto tra carni imballate e carni non protette se non si dispone di celle diverse, creare spazi separati salumi stagionati Se si devono depositare nella stessa cella carni confezionate e carni non protette, separarle e proteggere le carni sfuse Depositare gli scarti in un contenitore chiuso Organizzare una efficace rotazione del magazzino, tenendo comunque conto della data di scadenza IL CALORE Sottoponendo un alimento ad una temperatura superiore a 75°C in modo uniforme in tutti i suoi punti per un tempo sufficiente, i batteri patogeni vengono eliminati Più la temperatura è alta, maggiore è la possibilità di distruzione pastorizzazione vengono distrutti i germi patogeni 65°C-80°C per alcuni minuti ebollizione si ottiene la distruzione dei microrganismi; alcune spore e tossine possono resistere sterilizzazione si ha la distruzione di tutti i microrganismi superiore a 100°C SCONGELAMENTO I prodotti congelati, una volta scongelati, devono essere conservati in frigorifero e consumati entro 24 ore Non scongelare mai a temperatura ambiente: i germi possono moltiplicarsi dopo lo scongelamento Gli alimenti già scongelati non dovrebbero essere ricongelati MODALITA’ DI SCONGELAMENTO Vegetali immersione diretta nell’acqua di cottura in ebollizione corrente Prodotti ittici in filetti Carni in acqua fredda docciatura ebollizione Deve essere effettuato in frigorifero in caso di emergenza, iniziare lo scongelamento all’esterno del frigorifero (per un tempo limitato) per poi completarlo a temperatura di refrigerazione L’ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA I cibi già cotti ed ancora caldi non devono essere mantenuti a lungo a temperatura ambiente per evitare la crescita di germi che li possono avere contaminati E’ indispensabile refrigerarli, seguendo due regole 1 2 raffreddarli nel più breve tempo possibile prima di metterli in cella non mettere mai in cella alimenti in grandi pentole ancora calde Abbattimento della temperatura raffreddamento troppo lento aumenta la temperatura della cella frigorifera L’ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA E’ quindi necessario abbattere la temperatura, cioè abbassare molto velocemente la temperatura dell’alimento fino a poterlo mettere in cella frigorifera Tramite apparecchiature apposite, dette abbattitori termici Modalità di abbattimento Con sistemi “casalinghi: raffreddamento dei contenitori sotto acqua corrente fredda Riduzione dell’Aw Essiccamento 2. Liofilizzazione 3. Salagione 4. Conservazione per aggiunta di zucchero 1. Essiccamento Comprende tecniche antiche, come l’esposizione al sole, e versioni moderne, adattate a livello industriale mediante l’azione di una corrente d’aria calda in appositi essiccatori. Nell'essiccamento con aria, sole, calore o sotto vuoto, al prodotto viene sottratta acqua e, quindi, si abbassa il valore aw. Dal momento che i microrganismi non sono in grado di crescere senza acqua libera (disponibile), il prodotto non può deteriorarsi, anche in presenza di acqua-legata in quantità significative. In alcuni casi, la presenza di sale migliora l'efficienza del procedimento Essiccamento Sovente, nei prodotti essiccati i microrganismi hanno subito un danno subletale e, in particolari condizioni, dopo aggiunta di acqua, possono riacquistare la capacità di moltiplicarsi. Danni subletali di questo tipo possono essere conseguenti a molti procedimenti di conservazione (difficoltà nell'isolamento in mezzi di coltura, se non si applicano procedure di prearricchimento). Essiccamento In un processo di essiccamento, i controlli vanno concentrati su: temperatura velocità di sottrazione dell’acqua (un’evaporazione dell’acqua troppo veloce può portare alla formazione di uno strato superficiale secco, che impedisce ulteriori evaporazioni dimensioni del prodotto (importante l’uniformità di grandezza delle particelle) qualità microbiologica dell’aria (evitare le contaminazioni) igrometria dei locali di stoccaggio: i prodotti essiccati sono fortemente igroscopici e, quindi, vanno mantenuti in ambienti asciutti. Essiccamento I prodotti essiccati (es. latte in polvere, latte concentrato, alcuni tipi di verdure, etc) sono sicuri dal punto di vista igienico, ma dal punto di vista nutrizionale subiscono una perdita del contenuto vitaminico e proteico. Liofilizzazione Mentre l’essiccamento tradizionale comporta la presenza di esigue percentuali di acqua nell’alimento (10-15%), la liofilizzazione è un metodo di essiccamento praticamente completo. Alimenti molto ricchi di acqua sono sottoposti a sublimazione sotto vuoto, dopo essere stati portati a temperature estremamente basse. Vantaggi: minimo ingombro. tempi di conservazione lunghi. facili da consumare con la semplice aggiunta di acqua (es. caffè, latte, etc). non subiscono alterazioni di composizione chimica. Salagione L'effetto conservante del sale è basato, soprattutto, sull'abbassamento di aw. Alte concentrazioni di sale hanno attività battericida: in generale, i microrganismi non sopportano concentrazioni di NaCl tra il 5 e il 10%. Fanno eccezione lo stafilococco, che può sopravvivere e moltiplicarsi in substrati contenenti più del 15% di sale e L. monocytogenes, che può sopravvivere in presenza del 20-30% di sale per 10 giorni a 22°C e in salamoia (1030% di sale) per 100 giorni a 4°C. Sale da cucina - NaCl. Formaggio, pesce Conservazione per aggiunta di zucchero L'effetto conservante dello zucchero è basato sull'abbassamento di aw. Zucchero cristallino = 100% saccarosio Sciroppi, confetture Radiazioni ionizzanti Radiazioni elettroniche corpuscolari (raggi ) Radiazioni ondulanti elettromagnetiche (raggi UV, raggi ) Radiazioni elettroniche corpuscolari (raggi ) La massima profondità di penetrazione negli alimenti dipende dalla loro energia, ma è limitata a un massimo di circa 5 cm. Sono quindi efficaci solo negli strati superficiali Raggi UV Sono radiazioni relativamente povere di energia. Le più efficaci sono le lunghezze d'onda intorno a 260 nm, dove gli acidi nucleici hanno il massimo assorbimento. Il trattamento con UV è limitato solo ad alcune applicazioni (aria, acqua, superfici di lavoro, riduzione della contaminazione microbica superficiale di frutta e verdura), poiché l'azione intensa o prolungata dei raggi UV provoca cambiamenti organolettici, di colore e anche di potere nutritivo, in seguito a degradazione delle vitamine. Raggi Sono costituiti da onde elettromagnetiche corte estremamente ricche di energia. I valori energetici utilizzati sono molto al di sotto dei valori che potrebbero provocare una radioattivazione degli alimenti irradiati. Hanno un'elevata capacità di penetrazione e, pertanto, si possono utilizzare anche per il trattamento di alimenti confezionati. L'irradiazione, oltre che per l'inattivazione di germi patogeni, si può utilizzare per impedire la germinazione di patate, cipolle, etc. per arrestare la maturazione dei frutti e per la disinfestazione dagli insetti. Se utilizzate a bassi dosaggi, non vengono influenzati né i caratteri organolettici né il valore nutrizionale: si hanno solo leggere perdite a carico delle vitamine In Italia è autorizzata soltanto l’irradiazione a scopo antigermogliativo. Conservazione chimica Conservazione chimica La concentrazione di un conservante che nell'animale non provoca effetti tossici (No Effect Level, NOEL), diminuita del fattore di sicurezza 100 - viene chiamata Dose Giornaliera Accettabile (DGA). Gli effetti tossici si valutano sia in termini di tossicità acuta che di mutagenesi e cancerogenesi. Solo poche sostanze sono così poco pericolose dal punto di vista tossicologico da poter essere usate per la conservazione degli alimenti. Conservazione chimica Acido sorbico e sali di Na, K e ca (sorbati) Prodotti ittici, superfici di formaggi e insaccati crudi, creme, prodotti a base di frutta Acido benzoico e sali (benzoati) Prodotti ittici, conserve, prodotti a base di frutta Acido formico e sali (formiati) Prodotti ittici, conserve e verdure Anidride solforosa e sostanze che sviluppano SO2 Conservante, stabilizzante del colore e antiossidante. Di uso molto comune. Pimaricina Antibiotico usato per il trattamento della superficie dei formaggi Affumicatura L'effetto conservante è basato su: azione batteriostatica e battericida di numerosi componenti chimici del fumo (formaldeide, fenoli e acidi organici) essiccamento (abbassament di aw), soprattutto in superficie distruzione della flora superficiale ad opera del calore Gli alimenti oggi, di regola, vengono affumicati con metodi blandi e rapidi non a scopo di conservazione, ma per conferire loro il tipico aroma. Il fumo è costituito da particelle solide (cenere, catrame, nerofumo) disperse in una miscela gassosa impregnata di vapor d'acqua. La componente gassosa contiene migliaia di sostanze, molte delle quali sono tossiche, come gli idrocarburi policiclici (benzopirene). Questi si formano soprattutto nella combustione lenta ad alta temperatura senza fiamma Modificazione dell'atmosfera gassosa Modificazione dell'atmosfera gassosa L'esclusione dell'ossigeno eseguita per es. nel confezionamento degli alimenti sotto vuoto reprime la crescita dei microrganismi aerobi (Pseudomonas, Bacillus, muffe), ma favorisce quella dei microrganismi microaerofili ed anaerobi, anche facoltativi. Un ulteriore effetto protettivo si ottiene con un alto contenuto di anidride carbonica, che inibisce la crescita di molti funghi e lieviti, nonché di alcuni batteri. L'inibizione della crescita delle muffe viene utilizzata nella conservazione di frutta e verdura in atmosfera controllata (CA).