La chiesa, dedicata a San Germano e costruita sul luogo dell’antica Pieve di età altomedioevale, fu iniziata tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200, in stile romanico; interrotta, fu poi completata all’inizio del 1300. La chiesa fu parrocchia di Varzi e Pieve dell’alta valle Staffora fino al 1594, quando fu inaugurata l’attuale parrocchiale, sita nel cuore del paese. Lasciata nell’abbandono, riprese vita nel 1623, quando vi si stabilirono per la prima volta i Cappuccini. Essi edificarono a fianco il convento, coprirono il soffitto a capriate con una pesante volta e sostituirono le monofore strombate con finestroni rettangolari. Nel 1802 Napoleone soppresse convento e chiesa che furono venduti all’asta e poi affittati ai contadini; questi abitarono il convento ed adibirono la chiesa a fienile e legnaia. Nel 1903 i Cappuccini riconsacrarono la chiesa che rimase, però, deturpata dalle tante vicende subite. Nel 1971 i frati, su iniziativa di Giovanni Maria Tognazzi, decisero di riportare la chiesa al primitivo carattere romanico, compiendo numerosi lavori di restauro che terminarono nel 1996. La facciata dell’edificio è a salienti, in cotto nella zona superiore e a fasce di pietra locale, chiara e scura, nella zona inferiore; presenta uno snello portale strombato a colonnine multiple decorato da due fasce di bassorilievi con motivi simbolici. Nella lunetta si trova un affresco rappresentante la Madonna e San Francesco, d’età barocca. La facciata dell’edificio è a salienti, in cotto nella zona superiore e a fasce di pietra locale, chiara e scura, nella zona inferiore; presenta uno snello portale strombato a colonnine multiple decorato da due fasce di bassorilievi con motivi simbolici. Nella lunetta si trova un affresco rappresentante la Madonna e San Francesco, d’età barocca. L’interno è a tre navate, il soffitto è a capriate. L’antica abside, demolita, è stata sostituita dalla parete di fondo su cui spicca una grande tela raffigurante la “Madonna della neve col bambino” tra due santi. L’altare è barocco, in legno intarsiato. In alto è visibile un frammento di affresco quattrocentesco, che rappresenta la Vergine, facente parte, probabilmente, della scena dell’Annunciazione, attribuita ai fratelli Franceschino e Manfredino Boxilio. Nel presbiterio si notano interessanti capitelli con motivi floreali. Nella navata sinistra troviamo una tela raffigurante “San Francesco che segue Gesù sulla via del Calvario” di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (fine ‘500) mentre sulla destra compare una Madonna con San Felice da Cantalice attribuita ad una delle figlie del Moncalvo stesso. È pure apprezzabile una statuetta in pietra che raffigura il Redentore Benedicente, duecentesca. La chiesa fu edificata dal 1584 al 1620 utilizzando parte dell’esistente oratorio di San Salvatore,del 1300.L’Edificio è in pietra a vista ad eccezione della facciata intonacata che,in stile neoclassico,è frutto di un rimaneggiamento dei primi del Novecento;questa è caratterizzata da un portale che nella lunetta,ha un affresco con l’immagine di San Germano,opera del pittore alessandrino Rodolfo Gambini(1855-1928).Anche nel timpano c’è un affresco,rappresentante il Padre Eterno,sempre del Gambini. La chiesa è a croce latina e,per quanto riguarda l’interno,ha un’unica navata. Nel fianco destro troviamo un altare dedicato a San Giorgio in cui si ammirano la pala settecentesca rappresentante il santo che uccide il drago ed un reliquiario contente la reliquia del braccio di San Giorgio.Sempre a destra c’è un altare sovrastato da una nicchia con la statua linea della madonna con bambino,del 1800,opera del Montecucco di Gavi. Si possono poi notare due pulpiti realizzati,nel Settecento, dall’ebanista locale Todeschini.La zona del presbiterio è stata ristrutturata nel 1975 con l’instaurazione dell’altare maggiore moderno. Il coro lineo,invece è del Settecento,ed è ancora del Todeschini.Nel catino absidale si trova un affresco recente ,del 1975,che raffigura le Virtù Teologali. Nella zona del presbiterio troviamo due cappelle:quella di destra ripropone la grotta di Lourdes mentre a sinistra si notano tre tele:una rappresentante la Madonna in gloria;l’altra l’immagine della Beata Panacea de’ Muzzi e la terza raffigurante,forse,l a Maddalena. Recentemente sono stati trovati affreschi del ’500 sugli altari laterali. Sul lati sinistro della navata vediamo l’altare marmoreo del primo Ottocento dedicato a Sant’Antonio con una pala che lo rappresenta;c’è pure un fonte battesimale,moderno, mentre della contro facciata si ammira un’imponente organo del 1860. Chiesa barocca della Santissima Trinità, detto “dei Rossi” (dai colori delle cappe che portavano gli aderenti alla confraternita religiosa che qui aveva sede) e riconoscibile per lo svettante campanile decorato con riquadri del medesimo colore; all’interno (visitabile solo in occasione di apertura per cerimonie religiose) balaustrata e altare barocchi in marmi policromi, statua settecentesca dell'Angelo, che un furto sacrilego ha purtroppo privato della figura di Tobiolo, quadri dell’epoca e quello singolare del martirio della beata Panacea. Pregevole il coro ligneo. l'oratorio di Santa Maria del Gonfalone, detto “dei Bianchi”, con pianta a quadrifoglio, basso campanile, tiburio e lucernario, sempre di origine secentesca, recentemente restaurato. Si giunge quindi alla torre dell’orologio o di Porta Soprana e, oltre questa, alla chiesa parrocchiale di San Germano vescovo con facciata neoclassica affrescata. All’interno, altari laterali con emblemi araldici dei marchesi Malaspina e bel coro ligneo settecentesco. Nel primo altare laterale a destra destra è custodito il reliquiario a forma di braccio (lavoro del tardo ottocento) contenente un frammento osseo di San Giorgio, patrono del paese, mentre in sacrestia si conserva lo scheletro di un braccio che la leggenda vuole sia stato amputato ad un ladro sacrilego che tentò di rubare la reliquia, rimanendovi per miracolo attaccato, senza riuscire ad allontanarsi dal luogo ove era conservata.