Lo Spasso, la Crisi e le Riforme in America Gli anni Venti, economia e politica Il economico • Alla fine della guerra gli Stati Uniti diventano la più grande potenza commerciale e industriale del mondo. La produzione standardizzata permette l’abbassamento dei prezzi e i beni di lusso diventano accessibili anche ai meno abbienti. Gli elettrodomestici prendono parte alla famiglia tipo americana, soprattutto la radio, che diventa il mezzo di comunicazione di massa principale. Dall’ isolazionismo alla repubblica • • Dopo il conflitto mondiale l’isolazionismo era molto radicato nel’opinione pubblica americana, che guardava con diffidenza l’Europa comunista. Il Senato, nel 1920, si dimostrò appunto contrario all’adesione alla Società delle Nazioni. Alle elezioni dello stesso anno la vittoria fu del repubblicano Harding che promosse una politica fortemente conservatrice. La CRISI • L’era della ricchezza sembrava non dovesse finire mai e gli Americani si abituarono egregiamente alle speculazioni in borsa e alle gonne corte. Sfortunatamente del 1929 la crisi colpì anche l’ America. Le banche fallirono, la produzione industriale precipitò e la disoccupazione si fece un fenomeno di massa. Evento simbolo fu il crollo della borsa di Wall Street. Ovviamente niente accade per caso. Le basi del economico erano infatti molto fragili, il mercato non avrebbe cioè mai potuto assorbire tutta la produzione che le imprese credevano fosse in grado di gestire. I poveri clienti americani, per quanto gli elettrodomestici fossero acquistabili apparentemente da chiunque e ormai parte integrante di ogni famiglia, non avevano certo bisogno di sostituirli così spesso La crisi in Europa e la catastrofe • Per quanto riguarda la situazione europea non fu certo meglio. I debiti contratti con le banche americane portarono presto l’ Europa sulla stessa barca. Le aziende si videro negati sia i prestiti che la restituzione dei capitali investiti bloccando così le produzioni con conseguenti licenziamenti di massa. La povertà continuò a propagarsi in entrambi i continenti e l’Europa accusò maggiormente la depressione non ricevendo risposte dall’America. La scelta comune dei governi fu quella del taglio sulla spesa pubblica. L’ America non si trovava certo in una situazione migliore, in quanto le politiche isolazioniste li indisponeva alla richiesta di prestiti ad altri paesi. Ma la vera catastrofe che devastò l’America non fu la crisi bensì… IL PROIBIZIONISMO IL PROIBIZIONISMO • Nel Gennaio 1920 il governo federale degli Stati Uniti proibì il totale commercio di alcolici in quanto collegati con il mondo della malavita e del gioco d’azzardo, nonché con la povertà e la disoccupazione. Inutile dire che tale azione fu un’offesa diretta al popolo americano, appoggiato con un forte supporto morale dal resto del mondo. Fortunatamente non tardarono ad avviare distillerie clandestine e contrabbando da Canada, Messico e Cuba. Ovviamente, e contrariamente alle previsioni governative, il crimine cominciò a rafforzarsi in quanto il lavoro, grazie ad azione come quelle di produzione e importazione illegale, aumentò notevolmente per imprese molto ben radicate quali la criminalità organizzata. Fu questo il periodo in cui nacquero i primi gangster e il nostro quasi compatriotta Al Capone divenne famoso in tutto il mondo. Lo Spasso, la Crisi e le Riforme in America Gli anni Trenta e il New Deal La risposta alla Crisi • Solo con la crisi gli stati uniti capirono quanto fosse importanate definire regole precise per poter gestire il loro mercato. Si capì soprattutto l’importanza del rapporto Stato - economia e di come lo stato dovesse direzionare i processi economici e avere un’ azione attiva sulla vita del paese. Lo Stato cominciò perciò a dedicarsi al controllo della Borsa, all’aiuto dei disoccupati e dei settori in difficoltà, contribuendo anche alla crescita del paese con la costruzione di grande opere per la mobilità pubblica. Questo approccio era ispirato alla teoria economica sviluppata dall’economista britannico Keynes. La svolta • L’ America conobbe la sua svolta con l’elezione del Presidente Roosevelt. Roosevelt sosteneva nella sua campagna elettorale la necessità di un nuovo patto (il New Deal) tra stato e popolo americano. Con il New Deal il nuovo presidente riordinò il sistema bancario; istituì un controllo della Borsa; il dollaro fu svalutato così da rilanciare le esportazioni; aumentarono i sussidi per la disoccupazione e, ultimo ma non meno importante, abolì il PROIBIZIONISMO. Oltre a questo, nei primi 100 giorni di presidenza, Roosevelt attuò provvedimenti mirati al riordino dei settori agricolo e industriale. Fu comunque negli stessi anni la nascita del Tva, ovvero un ente pubblico che costruì un sistema di dighe lungo il Tennessee, trasformando il fiume in un importante via per il trasporto interno, nonché producendo una quantità enorme di energia pulita e portando grandi favori alle aziende agricole. Le difficoltà dopo la crisi e il cambiamento culturale • La strategia di Roosevelt non riuscì da sola a risollevare l’intero paese. Solo con l’inizio della Seconda guerra mondiale e la produzione bellica L’ America riuscì a superarla definitivamente, aiutata comunque dal New Deal e alle successive vittorie di Roosevelt alle elezioni. La crisi contribuì comunque allo sviluppo di nuovi settori portando il paese a grandi successi nei campi del teatro e soprattutto del cinema. Con il cinema muto e dal 1927 con quello sonoro, gli ideali Americani vennero diffusi grazie a questi potenti mezzi di comunicazione ed è proprio negli Stati Uniti che nacquero le basi della moderna industria cinematografica. Già negli anni Trenta Hollywood era infatti il centro della produzione cinematografica mondiale. Emanuele Filippi 5^ A