Crisi del ‘29 e New Deal
S.S. Paesi Industrializzati (Esclusa la Russia)
S.T. 1920 - 1938
Candelaresi Enrico, V A
Gli Anni Ruggenti
Nel corso degli anni 20 del Novecento il mondo,
l’America in particolare e per prima, conobbe un
grande sviluppo economico.
Gli Stati Uniti non erano infatti usciti dalla Grande
Guerra indeboliti e impoveriti come l’Europa
avendo combattuto per solo un anno e quindi
conobbero una straordinaria fase di sviluppo
economico: in quel decennio il reddito nazionale
aumentò quasi del 50%.
Questo periodo di benessere economico si
ripercosse ovviamente sul territorio e si ebbe una
vigorosa crescita del mercato edilizio (più di 400
grattacieli vennero edificati) e dell’industria.
Gli Anni Ruggenti
Molte più famiglie iniziarono a potersi
permettere beni di seconda necessità
come ad esempio gli elettrodomestici e
le automobili.
Il tenore di vita aumentò
considerevolmente e con esso
aumentarono anche le diverse forme di
svago: si diffusero cinema, il ballo, gli
sport, la musica.
Si venne a creare in Europa la
concezione dell’american way of Life
(Stile di vita americano) ossia che quasi
ogni cittadino statunitense potesse
permettersi confort impensabili per
l’europeo medio.
Questa idea diede inizio ad un forte
movimento migratorio, dal Vecchio
Continente alle terre d’oltre oceano.
Anni Ruggenti
Quando nel 1920 gli americani furono chiamati al voto
(per la prima volta parteciparono anche le donne) il
vincitore fu il repubblicano Warren Harding. Con la sua
elezione l’America si mosse in direzione opposta a
quella promossa dal precedente presidente
democratico Wilson: si venne a creare una corrente di
isolazionismo e conservazionismo che ebbe delle
conseguenze in ambito economico e sociale.
All’isolazionismo corrispose infatti una politica che
aveva come obiettivo la tutela della produzione
nazionale e che si concretizzò nell’attuazione di
pesanti tariffe doganali sulla merce di importazione.
Una forte ventata di liberismo economico si abbatté
poi sugli Stati Uniti con l’abolizione delle leggi contro i
monopoli e la riduzione delle imposte dirette a
salvaguardia dei grandi patrimoni delle classi più
agiate.
Anni Ruggenti
I lati negativi
Conseguenze sociali delle correnti
conservatrici furono alcuni movimenti
fortemente razzisti come quello del Ku Klux
Klan, la paura dei «rossi» che portò
all’espulsione dal Paese di molti immigrati
considerati comunisti, socialisti o anarchici
e alla promulgazione di severe leggi che
regolamentavano l’immigrazione.
Venne poi introdotto il così detto
«proibizionismo», che comportò
un’esponenziale crescita della criminalità
organizzata quali mafie e gang.
Anni Ruggenti
Sull’onda dell’imponente crescita
economica di quegli anni il volume
delle negoziazioni dei titoli azionari
alla Borsa di Wall Street era
aumentato enormemente. Si era
infatti creato il mito che arricchirsi
giocando in Borsa fosse un metodo
veloce e sicuro. Questo si dimostrò
essere vero, fino al 1929.
Crisi del ‘29
Le Cause
La corsa ossessiva alla compravendita dei titoli azionari alla Borsa di Wall Street era un gioco
pericoloso per i milioni di americani che vi si avventuravano.
Essi compravano molte azioni senza disporre di sufficienti risorse monetarie (indebitandosi)
fiduciosi che la costante crescita del mercato gli avrebbe fatto guadagnare molto di più di
quello che avevano investito.
Questa corsa al mercato
azionario, oltre a innescare un
processo di indebitamento
collettivo, portò anche a una
rottura degli equilibri economici
mondiali.
Crisi del ‘29
Le cause
Il mercato americano infatti era
ormai saturo e non poteva coprire
l’intera produzione delle fabbriche.
Si intensificarono quindi le
esportazioni dei prodotti all’estero,
in Europa, dove però non vi erano
fondi da parte delle aziende per
poter fornire lavoro ai cittadini che
poi avrebbero comprato i prodotti
americani. Le banche Statunitensi
fornivano dunque prestiti alle
aziende europee che permettevano
quindi ai cittadini di lavorare e di
comprare i prodotti di importazione.
Crisi del ‘29
Le cause
Ma quando le banche d’oltre
oceano, pensando solo ai propri
profitti, decisero di investire i soldi
nel mercato azionario invece che
investirli nel mercato europeo, si
venne a creare una forte crisi di
sovrapproduzione che portò nella
settimana tra il 22 e il 29 Ottobre
1929 al crack finanziario di Wall
Street.
Crisi del ‘29
Le cause
I valori delle azioni precipitarono
spingendo i cittadini a vendere in
massa i propri pacchetti azionari.
La grande differenza tra l’immensa
offerta e la quasi inesistente
domanda portò al crollo totale dei
prezzi. Il sogno di milioni di
americani di facili guadagni svanì
trasformandosi in un incubo, dove
tutti i propri risparmi si
volatizzarono totalmente.
Crisi del ‘29
Conseguenze
Il crollo del mercato azionario colpì
maggiormente i ceti alti e benestanti
ma, riducendo il loro potere
d’acquisto, finì per influenzare l’intera
economia mondiale, lasciando milioni
di persone senza lavoro.
Per ovviare a questa crisi l’attuale
governo repubblicano rispose con una
politica ancora più restrittiva (politica
di austerità) azzerando i prestiti agli
Stati esteri e inasprendo le tasse
doganali. Politica che si rivelò
totalmente inadatta e che anzi risultò
dannosa ma venne adottata anche da
altri Stati europei.
Crisi del ‘29
Ripercussioni
A causa della politica di austerità adottata
dagli USA e alla stretta relazione economica
con l’Europa la crisi dilagò in breve tempo
anche
nel
vecchio
continente
presentandosi con la stessa modalità: un
industria non riuscendo a vendere chiude,
lascia i suoi dipendenti senza lavoro e senza
stipendio che vengono quindi costretti a
ridurre ancora i propri consumi portando
alla chiusura altre aziende e così via.
Il numero dei disoccupati a inizio anni ‘30
raggiunse i 14 milioni in America e 15
milioni in Europa. In generale venne a
crearsi un forte senso di incertezza, di
sfiducia nei governi, che in molti Paesi fu
all’origine di profondi cambiamenti politici.
La crisi del ‘29
Ripercussioni in Europa
La crisi in Europa giunse per prima in Austria e
Germania dove si verificò un crollo bancario al
quale seguì una crisi monetaria che provocò un
massiccio ritiro dei considerevoli capitali britannici
investiti in quelle terre. Questo face barcollare il
solido sistema economico inglese e anche il valore
della sterlina che precipitò del tutto quando la
convertibilità della moneta in oro venne sospesa a
causa di una domanda troppo grande.
In Germania la crisi e la cattive scelte
del governo del Centro Cattolico
svolsero il ruolo di catalizzatore per il
malcontento del popolo, creando
terreno fertile per il nascente
movimento nazionalsocialista che
presto prenderà il sopravvento.
Crisi del ‘29
Il fallimento del
sistema Liberale
Al dilagare della crisi tutti i governi dei
Paesi industrializzati ricorsero alle
classiche strategie del modello liberale,
primo tra tutti il pareggio di bilancio.
Per raggiungere tale obiettivo la spesa
pubblica venne ridotta notevolmente e le
tasse aumentate diminuendo ancora di più
il potere d’acquisto dei cittadini che, già
senza lavoro, si impoverivano.
«Vogliamo essere cittadini,
non precari»
New Deal
Quando nel 1932 gli americani furono chiamati a
votare, il presidente in carica, il repubblicano
Hoover, non era riuscito ad arginare in alcun
modo la crisi. Ebbe quindi una vittoria facile il
democratico Franklin Delano Roosvelt, un abile
conversatore e intrattenitore che godeva di un
ampio consenso pubblico.
Al momento della sua elezione pronunciò un
discorso in cui annunciò di voler iniziare un
«New Deal», un nuovo corso, per l’America.
New Deal
Questo consisteva in una più ampia
partecipazione da parte dello Stato
nell’economia e prese il via nelle prime
settimane della presidenza Roosvelt.
Venne ristrutturato il sistema
creditizio, venne svalutato il dollaro
per favorire le esportazioni, vennero
aumentati i sussidi di disoccupazione e
furono concessi dei prestiti ai cittadini
che avevano una ipoteca sulla propria
casa.
New Deal
Queste operazioni vennero affiancate da alcune azioni riqualificanti per il Paese quali
l’Agricoltural Adjustment Act, per ridurre la sovraprodduzione agricola, garantendo un
premio in denaro a chi si atteneva alle normative, il National Industrial Recovery Act che
regolamentava il «comportamento» delle aziende, favorendo un dialogo tra le stesse per
accordarsi sui prezzi dei prodotti onde evitare una concorrenza troppo accanita così da
garantire un buon salario ai dipendenti.
Infine l’istituzione del Tennessee Valley
Authority, un ente avente lo scopo di gestire
e sfruttare al meglio le risorse idroelettriche
del bacino del Tennesee producendo energia
elettrica a buon mercato.
Quest’ultimo rimase per sempre il simbolo
dell’intervento statale sull’economia e sul
territorio.
New Deal
Queste misure non furono però molto efficaci. L‘ AAA arrestò la caduta dei
prezzi ma rese un’enorme massa di contadini disoccupati.
Per porre rimedio a questa situazione, il governo potenziò ancora gli
investimenti pubblici, convinto che i problemi derivanti dalla crescita del
deficit potessero essere ampiamente risolti con l’aumento della produzione e
del reddito.
Vennero poi introdotte alcune riforme, una fiscale e una sulla sicurezza sociale
che garantivano maggiori diritti ai lavoratori (tra i quali la pensione) e alle
classi più bisognose.
Conclusioni
Sia in America che in Europa nessuna politica riuscì effettivamente a fermare la crisi
che si arrestò solo con il riarmamento da parte dei diversi Stati a seguito del
deterioramento dei rapporti internazionali e l’avvicinarsi di un altro conflitto mondiale.
Le teorie di Keynes
L’economista inglese John Maynar Keynes
nel 1936 cercò di mettere ordine a tutti i
cambiamenti in corso, teorizzando ciò che
Roosvelt stava già mettendo in atto con il
suo New Deal nel suo saggio «Teoria
generale dell'occupazione, dell'interesse e
della moneta», ossia che lo Stato dovrebbe
manovrare la propria spesa pubblica in
maniera da espandere la domanda
effettiva per poi ricavare di più di quello
che si è investito grazie ad un aumento dei
consumi, della produzione e quindi del
reddito.
Fine
Bibliografia:
«Nuovi profili storici» –A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto;
«Cronache del XX secolo» ;
«1000-2000, un mondo al plurale» V. Castronovo.
Immagini: Google immagini; easy.ly, borsaitaliana.it.
Approfondimenti:
Crisi in Italia: Click;
Crisi del ‘29 e teorie di Keynes: Click;
Riassunto generale: Click;
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