Capitolo 8
Il sistema monetario internazionale
1870-1973
Preparato da Iordanis Petsas
(traduzione di Juliette Vitaloni)
In allegato a:
Economia internazionale: economia monetaria internazionale
di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld,
terza edizione italiana a cura di Rodolfo Helg
Organizzazione del capitolo
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Obiettivi di politica macroeconomica in economia
aperta
La politica macroeconomica internazionale durante il
Gold Standard, 1870-1914
Gli anni tra le due guerre, 1918-1939
Il sistema di Bretton Woods ed il Fondo Monetario
Internazionale
L’equilibrio interno ed esterno nel sistema di Bretton
Woods
Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton
Woods
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Slide 8-2
Organizzazione del capitolo
 Il problema dell’equilibrio esterno degli Stati Uniti
 L’inflazione mondiale e la transizione verso cambi

flessibili
Sommario
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Slide 8-3
Introduzione
 L’interdipendenza delle economie ha reso più difficile
per i governi il conseguimento della piena
occupazione e della stabilità dei prezzi.
• I canali di interdipendenza dipendono dagli accordi
monetari e sul tasso di cambio che i paesi adottano.
 Questo capitolo esamina l’evoluzione del sistema
monetario internazionale e la sua influenza
sull’elaborazione delle politiche macroeconomiche.
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Slide 8-4
Obiettivi di politica macroeconomica
in economie aperte
 In economie aperte, i governanti perseguono due
obiettivi:
• L’equilibrio interno
– Richiede il pieno impiego delle risorse disponibili nel
paese e la stabilità dei prezzi domestici.
• l’equilibrio esterno
– Viene raggiunto quando il saldo delle partite correnti di
un paese non si trova né pesantemente in deficit, né
fortemente in attivo.
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Slide 8-5
Obiettivi di politica macroeconomica
in economie aperte
 L’equilibrio interno: il pieno impiego e la stabilità dei
prezzi
• Disoccupazione e sovraoccupazione determinano
variazioni dei prezzi che riducono l’efficienza
dell’economia.
• Per evitare l’instabilità dei prezzi, il governo deve:
– prevenire fluttuazioni eccessive della domanda
aggregata rispetto al suo livello di pieno impiego
– assicurare che l’offerta di moneta nazionale non cresca
troppo velocemente né troppo lentamente.
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Slide 8-6
Obiettivi di politica macroeconomica
in economie aperte
 L’equilibrio esterno: il livello ottimale del saldo delle
partite correnti
• La nozione di equilibrio esterno non può fare
riferimento a contesti quali il pieno impiego o la
stabilità dei prezzi da applicare alle transazioni
internazionali.
• Il commercio internazionale di un0economia può porre
problemi di natura macroeconomica in funzione di
numerosi fattori:
– circostanze particolari in cui si trova l’economia
– contesto internazionale
– accordi istituzionali che governano le sue relazioni con i
paesi terzi
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Slide 8-7
Obiettivi di politica macroeconomica
in economie aperte
• Problemi connessi a deficit eccessivi del saldo delle
partite correnti:
– consumo temporaneamente eccessivo derivante da
errori di politica economica
– deterioramento della fiducia degli investitori e rischio di
una crisi per indebitamento.
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Slide 8-8
Obiettivi di politica macroeconomica
in economie aperte
• Problemi connessi ad un surplus eccessivo del saldo
delle partite correnti:
– minore investimento interno in impianti e attrezzature
– rischio per i creditori di mancata restituzione dei debiti
– ragioni politiche
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Slide 8-9
Obiettivi di politica macroeconomica
in economie aperte
– Numerosi fattori possono indurre i governanti a
preferire che il risparmio interno sia destinato
all’investimento interno piuttosto che a quello estero:
– può essere più facilmente tassato
– può ridurre la disoccupazione
– può produrre effetti benefici di spillover tecnologici
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Slide 8-10
La politica macroeconomica
internazionale durante
il Gold Standard, 1870-1914
 Le origini del Gold Standard
• Il Gold Standard affonda le sue origini nell’uso di
monete d’oro come mezzo di scambio, unità di conto e
riserva di valore.
• Il Resumption Act (1819) segnò l’adozione, per la
prima volta, di un vero Gold Standard.
– Contemporaneamente, abolì restrizioni esistenti da
lungo tempo sull’esportazione di lingotti e monete d’oro
dalla Gran Bretagna.
• Il Gold Standard Act degli Stati Uniti (1900)
istituzionalizzò il legame dollaro-oro.
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Slide 8-11
La politica macroeconomica
internazionale durante
il Gold Standard, 1870-1914

L’equilibrio esterno in regime di Gold Standard
• Banche centrali
– La loro responsabilità principale consisteva nel conservare la
parità ufficiale tra la propria moneta e l’oro.
– Adottavano politiche che mantenessero l’avanzo (o il
disavanzo) di parte corrente circa al livello del disavanzo
(avanzo) del conto capitale.
– Un paese è in equilibrio della bilancia dei pagamenti se la
somma tra il saldo delle partite correnti ed il saldo dei
movimenti di capitale, non dovuto alla banca centrale, è pari a
zero.
• Numerosi governi adottarono il laissez-faire nei riguardi del
saldo delle partite correnti.
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Slide 8-12
La politica macroeconomica
internazionale durante
il Gold Standard, 1870-1914
 Il meccanismo price-specie-flow
• Il più potente meccanismo automatico che contribuisce
al simultaneo conseguimento dell’equilibrio della
bilancia dei pagamenti da parte di tutti i paesi.
– I flussi di oro che si accompagnano ad avanzi e
disavanzi determinano variazioni dei prezzi le quali
riducono i disequilibri delle partite correnti, riportando
all’equilibrio esterno i paesi.
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Slide 8-13
La politica macroeconomica
internazionale durante
il Gold Standard, 1870-1914
 Le “regole del gioco” del Gold Standard : il mito e la
realtà
• Consistevano nella pratica di vendere (o acquistare)
attività nazionali in presenza di un deficit (surplus).
– L’efficienza dei meccanismi di aggiustamento
automatico presenti nel Gold Standard era rafforzata da
tali regole.
– In pratica, i paesi che vedevano espandersi le proprie
riserve auree avevano scarso incentivo a seguire queste
regole.
– Molti paesi rovesciarono la regola e sterilizzarono i
flussi d’oro.
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Slide 8-14
La politica macroeconomica
internazionale durante
il Gold Standard, 1870-1914
 L’equilibrio interno in regime di Gold Standard
• Il successo del sistema Gold Standard nel mantenere
l’equilibrio interno del bilancio è incerto.
– Esempio: il tasso di disoccupazione medio statunitense
era del 6.8% tra il 1890 ed il 1913, ma si è attestato
sotto il 5.7% tra il 1946 ed il 1992.
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Slide 8-15
Il periodo tra le due guerre, 1918-1939
 A seguito dello scoppio della Seconda guerra
mondiale, il Gold Standard venne sospeso.
• Il periodo tra le due guerre risultò contrassegnato da
una grave instabilità economica.
• Il pagamento dei danni di guerra provocò in Europa
episodi di iperinflazione.
 L’iperinflazione tedesca
• L’indice dei prezzi tedesco salì da un livello di 262 nel
Gennaio 1919 ad un livello di 126,160,000,000,000
nel Dicembre 1923 (un aumento di 481.5 miliardi di
volte).
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Slide 8-16
Il periodo tra le due guerre, 1918-1939
 Il ritorno all’oro
• 1919
– Gli Stati Uniti tornarono all’oro
• 1922
– Un gruppo di paesi (Gran Bretagna, Francia, Italia e
Giappone) si accordò su un programma che chiedeva un
ritorno generalizzato al Gold Standard e la cooperazione
tra banche centrali per il conseguimento degli obiettivi
di equilibrio interno ed esterno.
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Slide 8-17
Il periodo tra le due guerre, 1918-1939
• 1925
– La Gran Bretagna ritornò al Gold Standard
• 1929
– La Grande Depressione condusse a fallimenti bancari in
tutto il mondo.
• 1931
– La Gran Bretagna fu costretta ad abbandonare l’oro
quando parecchi detentori stranieri di sterline persero
fiducia nel suo impegno a mantenere il valore della
sterlina.
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Slide 8-18
Il periodo tra le due guerre, 1918-1939
 La disintegrazione economica internazionale
• Molti paesi soffrirono durante la Grande Depressione.
• Il maggiore danno economico derivava dalle
restrizioni imposte al commecio e ai pagamenti
internazionali.
• Tali politiche di beggar-thy-neighbor provocarono la
ritorsione da parte degli altri paesi e condussero alla
disintegrazione dell’economia mondiale.
• Tutti i paesi avrebbero potuto trovarsi in una
situazione migliore in presenza di una cooperazione
internazionale
– Accordi di Bretton Wood
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Slide 8-19
Il periodo tra le due guerre, 1918-1939
Figura 8-1: produzione industriale e variazioni dell’indice generale dei
prezzi, 1929-1935
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Slide 8-20
IL sistema di Bretton Woods e il Fondo
Monetario Internazionale
 Il Fondo Monetario Internazionale (IMF)
• Nel Luglio del 1944, i rappresentanti di 44 paesi si
incontrarono a Bretton Woods, nello New Hampshire,
per introdurre un sistema di cambi fissi.
– Tutte le valute avevano un tasso di cambio fisso nei confronti
del dollaro ed il prezzo in dollari dell’oro era fissato (35$
l’oncia).
• Era inteso a fornire prestiti a favore di paesi
caratterizzati da un disavanzo delle partite correnti.
• Richiedeva la convertibilità delle valute.
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Slide 8-21
Il sistema di Bretton Woods e il Fondo
Monetario Internazionale
 Obiettivi e struttura del FMI
• L’accordo alla base del FMI tentava di accogliere un
grado di flessibilità sufficiente a consentire ai paesi di
conseguire l’equilibrio esterno senza sacrificare gli
obiettivi di carattere interno né il tasso di cambio fisso.
• Due erano i principali elementi dell’accordo FMI che
contribuivano a promuovere la flessibilità
nell’aggiustamento estero:
– accesso ai prestiti del FMI
– La cosiddetta discrezionalità del FMI consiste nella vigilanza
sulle politiche attuate dai paesi membri che sono in posizione
fortemente debitoria nei confronti del Fondo.
– Aggiustamento delle parità
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Slide 8-22
Il sistema di Bretton Woods e il Fondo
Monetario Internazionale
 Convertibilità
• Valuta convertibile
– Una valuta che può essere liberamente scambiata con le
altre valute.
– Esempio: il dollaro statunitense e quello canadese divennero
convertibili nel 1945. Un residente canadese che acquistasse
dollari statunitensi poteva usarli per fare acquisti negli USA
oppure venderli alla Banca del Canada.
• Gli accordi FMI richiedevano la convertibilità solo
sulle transazioni correnti.
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Slide 8-23
Equilibrio interno e esterno nel sistema
di Bretton Woods
 Il mutato significato di equilibrio esterno
• Il periodo di “carenza di dollari” (primo decennio di
vita del sistema di Bretton Woods)
– Il problema principale consisteva nell’acquistare
sufficienti dollari per finanziari i necessari acquisti dagli
Stati Uniti.
• Il Piano Marshall (1948)
– Un programma di aiuti in dollari da parte degli Stati a
favore dei paesi europei.
– Aiutava a limitare la carenza di dollari.
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Slide 8-24
Equilibrio interno e esterno nel sistema
di Bretton Woods
 Flussi speculativi di capitali e crisi
• Gli avanzi e disavanzi delle partite correnti assunsero
un significato ulteriore nel contesto di una accresciuta
mobilità dei capitali.
– In base all’accordo FMI, i paesi con un ampio e
persistente disavanzo delle partite correnti potevano
essere sospettati di trovarsi in “disequilibrio strutturale”.
– I paesi con sostanziosi avanzi delle partite correnti
potevano essere visti dal mercato come possibili
candidati per una rivalutazione.
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Slide 8-25
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
 Al fine di descrivere i problemi che affrontava un
paese (diverso dagli Stati Uniti) nel perseguire
l’equilibrio esterno ed interno nell’ambito del sistema
a cambi fissi di Bretton Woods, si assuma che:
R = R*
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Slide 8-26
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
 Il mantenimento dell’equilibrio interno
• Se P* ed E sono fissati, l’equilibrio interno richiede
soltanto la piena occupazione.
• Gli investimenti sono assunti come costanti.
• La condizione di equilibrio interno:
Yf = C(Yf – T) + I + G + CA(EP*/P, Yf – T)
(8-1)
– Gli strumenti di politica economica che influenzano la
domanda aggregata e quindi la produzione di breve periodo.
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Slide 8-27
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
Figura 8-2: Equilibrio interno (II), equilibrio esterno (XX) e le
“quattro zone del disagio economico”
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Slide 8-28
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
 Il mantenimento dell’equilibrio esterno
• In che modo gli strumenti di politica economica
influenzano l’equilibrio esterno di un’economia?
– Assumiamo che il governo abbia un livello obiettivo, X,
di avanzo delle partite correnti.
– L’equilibrio esterno richiede che il governo gestisca la
politica fiscale ed il tasso di cambio in modo che:
CA(EP*/P, Y – T) = X
(8-2)
– Per mantenere il saldo del partite correnti al livello X, il
governo, allorché svaluta la moneta, deve espandere la spesa
pubblica o ridurre le tasse.
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Slide 8-29
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
 Politiche di variazione e politiche di riallocazione
della spesa
• Il punto 1 (nella figura 8-2) mostra le scelte di politica
che permettono all’economia di stare nella posizione
che sarebbe preferita dal policy maker.
• Politiche di variazione della spesa
– Il mutamento della politica fiscale che porta l’economia
nel punto 1.
– Modifica il livello totale di domanda di beni e servizi
dell’economia.
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Slide 8-30
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
• Politiche di riallocazione della spesa
– L’aggiustamento del tasso di cambio che si accompagna
alla politica fiscale.
– Modifica la direzione della domanda, spostandola tra
produzione interna ed importazioni.
• Sia politiche di variazione che politiche di
riallocazione della spesa sono necessarie per
raggiungere l’equilibrio interno ed esterno.
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Slide 8-31
Le opzioni di politica economica nel
sistema di Bretton Woods
Figura 8-3: Politiche per il conseguimento dell’equilibrio interno ed
esterno
Tasso di
cambio, E
XX
1
Svalutazione
che induce
l’equilibrio
esterno ed
interno
4
3
2
II
Espansione fiscale
che induce l’equilibrio
esterno
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EDITORE.ed
interno
Allentamento fiscale (G o T)
Slide 8-32
Il problema di equilibrio esterno degli
Stati Uniti

Gli Stati Uniti avevano la responsabilità di mantenere il prezzo
dell’oro a 35 dollari l’oncia e, in particolare, di garantire che
le banche centrali potessero convertire in dollari le proprie
riserve in oro al prezzo fissato
• Le banche centrali straniere erano contente di detenere i dollari
accumulati, poiché questi offrivano interessi e rappresentavano
la moneta internazionale per eccellenza.

Il problema dell’affidabilità
• Le riserve internazionali delle banche centrali aumentarono fino
a superare le riserve auree degli Stati Uniti così che gli Stati
Uniti non sarebbero stati in grado di convertirle.
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Slide 8-33
Il problema di equilibrio esterno degli
Stati Uniti
 Diritti Speciali di Prelievo (DSP)
• Un’attività artificiale di riserva
• I DSP sono usati nelle transazioni tra banche centrali
ma hanno un impatto minimo sul funzionamento del
sistema monetario internazionale.
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Slide 8-34
Il problema di equilibrio esterno degli
Stati Uniti
Figura 8-4: dati macroeconomici degli Stati Uniti, 1964-1972
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Slide 8-35
Il problema di equilibrio esterno degli
Stati Uniti
Figura 8-4: segue
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Slide 8-36
Il problema di equilibrio esterno degli
Stati Uniti
Figura 8-4: segue
Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE.
Slide 8-37
Il problema di equilibrio esterno degli
Stati Uniti
Figura 8-4: segue
Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE.
Slide 8-38
L’inflazione mondiale e la transizione
verso regimi a cambi flessibili
 L’accelerazione dell’inflazione statunitense alla fine
degli anni 60 fu un fenomeno mondiale.
• Nelle economie europee accelerò perfino.
 Quando i paesi che emettono valuta di riserva

accelerano la loro crescita economica, l'effetto è un
aumento automatico della crescita monetaria e
dell'inflazione all'estero.
Le politiche macroeconomiche statunitensi della fine
degli anni 60 contribuirono al crollo del sistema di
Bretton Woods agli inizi del 1973.
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Slide 8-39
L’inflazione mondiale e la transizione
verso regimi a cambi flessibili
Tabella 8-1: tassi di inflazione nei paesi europei, 1966-1972
(percentuali annuali)
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Slide 8-40
L’inflazione mondiale e la transizione
verso regimi a cambi flessibili
Figura 8-5: gli effetti sull’equilibrio interno ed esterno di un aumento
del livello dei prezzi estero, P*
Tasso di
cambio, E
XX1
XX2
1
Distanza =
EP*/P*
2
II1
II2
Allentamento fiscale (G or T)
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Slide 8-41
L’inflazione mondiale e la transizione
verso regimi a cambi flessibili
Tabella 8-2: variazioni dell’offerta di moneta tedesca e delle riserve
internazionali, 1968-1972 (percentuali annuali)
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Slide 8-42
Sommario
 Nelle economie aperte, i policy makers cercano di


mantenere l’equilibrio interno ed esterno.
Il sistema Gold Standard possedeva un potente
meccanismo automatico per raggiungere l’equilibrio
esterno, il meccanismo price-specie-flow.
I tentativi di tornare al sistema Gold Standard dopo al
1918 furono fallimentari.
• Quando l’economia mondiale cadde nella depressione
del 1929, il Gold Standard sparì e si indebolì
l’integrazione economica mondiale.
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Slide 8-43
Sommario
 Gli artefici del FMI speravano di delineare un sistema


a cambi fissi che incoraggiasse la crescita del
commercio internazionale.
Per conseguire al tempo stesso l’equilibrio interno ed
esterno, erano necessarie politiche di variazione e
politiche di riallocazione della spesa.
Gli Stati Uniti avevano un unico problema di
equilibrio esterno, il problema dell’affidabilità.
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Slide 8-44
Sommario
 Le politiche macroeconomiche degli Stati Uniti della
fine degli anni 60 contribuirono al crollo del sistema
di Bretton Woods agli inizi del 1973.
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Slide 8-45
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Capitolo 8