Capitolo 8 Il sistema monetario internazionale 1870-1973 Preparato da Iordanis Petsas (traduzione di Juliette Vitaloni) In allegato a: Economia internazionale: economia monetaria internazionale di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld, terza edizione italiana a cura di Rodolfo Helg Organizzazione del capitolo Obiettivi di politica macroeconomica in economia aperta La politica macroeconomica internazionale durante il Gold Standard, 1870-1914 Gli anni tra le due guerre, 1918-1939 Il sistema di Bretton Woods ed il Fondo Monetario Internazionale L’equilibrio interno ed esterno nel sistema di Bretton Woods Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-2 Organizzazione del capitolo Il problema dell’equilibrio esterno degli Stati Uniti L’inflazione mondiale e la transizione verso cambi flessibili Sommario Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-3 Introduzione L’interdipendenza delle economie ha reso più difficile per i governi il conseguimento della piena occupazione e della stabilità dei prezzi. • I canali di interdipendenza dipendono dagli accordi monetari e sul tasso di cambio che i paesi adottano. Questo capitolo esamina l’evoluzione del sistema monetario internazionale e la sua influenza sull’elaborazione delle politiche macroeconomiche. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-4 Obiettivi di politica macroeconomica in economie aperte In economie aperte, i governanti perseguono due obiettivi: • L’equilibrio interno – Richiede il pieno impiego delle risorse disponibili nel paese e la stabilità dei prezzi domestici. • l’equilibrio esterno – Viene raggiunto quando il saldo delle partite correnti di un paese non si trova né pesantemente in deficit, né fortemente in attivo. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-5 Obiettivi di politica macroeconomica in economie aperte L’equilibrio interno: il pieno impiego e la stabilità dei prezzi • Disoccupazione e sovraoccupazione determinano variazioni dei prezzi che riducono l’efficienza dell’economia. • Per evitare l’instabilità dei prezzi, il governo deve: – prevenire fluttuazioni eccessive della domanda aggregata rispetto al suo livello di pieno impiego – assicurare che l’offerta di moneta nazionale non cresca troppo velocemente né troppo lentamente. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-6 Obiettivi di politica macroeconomica in economie aperte L’equilibrio esterno: il livello ottimale del saldo delle partite correnti • La nozione di equilibrio esterno non può fare riferimento a contesti quali il pieno impiego o la stabilità dei prezzi da applicare alle transazioni internazionali. • Il commercio internazionale di un0economia può porre problemi di natura macroeconomica in funzione di numerosi fattori: – circostanze particolari in cui si trova l’economia – contesto internazionale – accordi istituzionali che governano le sue relazioni con i paesi terzi Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-7 Obiettivi di politica macroeconomica in economie aperte • Problemi connessi a deficit eccessivi del saldo delle partite correnti: – consumo temporaneamente eccessivo derivante da errori di politica economica – deterioramento della fiducia degli investitori e rischio di una crisi per indebitamento. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-8 Obiettivi di politica macroeconomica in economie aperte • Problemi connessi ad un surplus eccessivo del saldo delle partite correnti: – minore investimento interno in impianti e attrezzature – rischio per i creditori di mancata restituzione dei debiti – ragioni politiche Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-9 Obiettivi di politica macroeconomica in economie aperte – Numerosi fattori possono indurre i governanti a preferire che il risparmio interno sia destinato all’investimento interno piuttosto che a quello estero: – può essere più facilmente tassato – può ridurre la disoccupazione – può produrre effetti benefici di spillover tecnologici Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-10 La politica macroeconomica internazionale durante il Gold Standard, 1870-1914 Le origini del Gold Standard • Il Gold Standard affonda le sue origini nell’uso di monete d’oro come mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore. • Il Resumption Act (1819) segnò l’adozione, per la prima volta, di un vero Gold Standard. – Contemporaneamente, abolì restrizioni esistenti da lungo tempo sull’esportazione di lingotti e monete d’oro dalla Gran Bretagna. • Il Gold Standard Act degli Stati Uniti (1900) istituzionalizzò il legame dollaro-oro. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-11 La politica macroeconomica internazionale durante il Gold Standard, 1870-1914 L’equilibrio esterno in regime di Gold Standard • Banche centrali – La loro responsabilità principale consisteva nel conservare la parità ufficiale tra la propria moneta e l’oro. – Adottavano politiche che mantenessero l’avanzo (o il disavanzo) di parte corrente circa al livello del disavanzo (avanzo) del conto capitale. – Un paese è in equilibrio della bilancia dei pagamenti se la somma tra il saldo delle partite correnti ed il saldo dei movimenti di capitale, non dovuto alla banca centrale, è pari a zero. • Numerosi governi adottarono il laissez-faire nei riguardi del saldo delle partite correnti. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-12 La politica macroeconomica internazionale durante il Gold Standard, 1870-1914 Il meccanismo price-specie-flow • Il più potente meccanismo automatico che contribuisce al simultaneo conseguimento dell’equilibrio della bilancia dei pagamenti da parte di tutti i paesi. – I flussi di oro che si accompagnano ad avanzi e disavanzi determinano variazioni dei prezzi le quali riducono i disequilibri delle partite correnti, riportando all’equilibrio esterno i paesi. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-13 La politica macroeconomica internazionale durante il Gold Standard, 1870-1914 Le “regole del gioco” del Gold Standard : il mito e la realtà • Consistevano nella pratica di vendere (o acquistare) attività nazionali in presenza di un deficit (surplus). – L’efficienza dei meccanismi di aggiustamento automatico presenti nel Gold Standard era rafforzata da tali regole. – In pratica, i paesi che vedevano espandersi le proprie riserve auree avevano scarso incentivo a seguire queste regole. – Molti paesi rovesciarono la regola e sterilizzarono i flussi d’oro. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-14 La politica macroeconomica internazionale durante il Gold Standard, 1870-1914 L’equilibrio interno in regime di Gold Standard • Il successo del sistema Gold Standard nel mantenere l’equilibrio interno del bilancio è incerto. – Esempio: il tasso di disoccupazione medio statunitense era del 6.8% tra il 1890 ed il 1913, ma si è attestato sotto il 5.7% tra il 1946 ed il 1992. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-15 Il periodo tra le due guerre, 1918-1939 A seguito dello scoppio della Seconda guerra mondiale, il Gold Standard venne sospeso. • Il periodo tra le due guerre risultò contrassegnato da una grave instabilità economica. • Il pagamento dei danni di guerra provocò in Europa episodi di iperinflazione. L’iperinflazione tedesca • L’indice dei prezzi tedesco salì da un livello di 262 nel Gennaio 1919 ad un livello di 126,160,000,000,000 nel Dicembre 1923 (un aumento di 481.5 miliardi di volte). Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-16 Il periodo tra le due guerre, 1918-1939 Il ritorno all’oro • 1919 – Gli Stati Uniti tornarono all’oro • 1922 – Un gruppo di paesi (Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone) si accordò su un programma che chiedeva un ritorno generalizzato al Gold Standard e la cooperazione tra banche centrali per il conseguimento degli obiettivi di equilibrio interno ed esterno. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-17 Il periodo tra le due guerre, 1918-1939 • 1925 – La Gran Bretagna ritornò al Gold Standard • 1929 – La Grande Depressione condusse a fallimenti bancari in tutto il mondo. • 1931 – La Gran Bretagna fu costretta ad abbandonare l’oro quando parecchi detentori stranieri di sterline persero fiducia nel suo impegno a mantenere il valore della sterlina. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-18 Il periodo tra le due guerre, 1918-1939 La disintegrazione economica internazionale • Molti paesi soffrirono durante la Grande Depressione. • Il maggiore danno economico derivava dalle restrizioni imposte al commecio e ai pagamenti internazionali. • Tali politiche di beggar-thy-neighbor provocarono la ritorsione da parte degli altri paesi e condussero alla disintegrazione dell’economia mondiale. • Tutti i paesi avrebbero potuto trovarsi in una situazione migliore in presenza di una cooperazione internazionale – Accordi di Bretton Wood Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-19 Il periodo tra le due guerre, 1918-1939 Figura 8-1: produzione industriale e variazioni dell’indice generale dei prezzi, 1929-1935 Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-20 IL sistema di Bretton Woods e il Fondo Monetario Internazionale Il Fondo Monetario Internazionale (IMF) • Nel Luglio del 1944, i rappresentanti di 44 paesi si incontrarono a Bretton Woods, nello New Hampshire, per introdurre un sistema di cambi fissi. – Tutte le valute avevano un tasso di cambio fisso nei confronti del dollaro ed il prezzo in dollari dell’oro era fissato (35$ l’oncia). • Era inteso a fornire prestiti a favore di paesi caratterizzati da un disavanzo delle partite correnti. • Richiedeva la convertibilità delle valute. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-21 Il sistema di Bretton Woods e il Fondo Monetario Internazionale Obiettivi e struttura del FMI • L’accordo alla base del FMI tentava di accogliere un grado di flessibilità sufficiente a consentire ai paesi di conseguire l’equilibrio esterno senza sacrificare gli obiettivi di carattere interno né il tasso di cambio fisso. • Due erano i principali elementi dell’accordo FMI che contribuivano a promuovere la flessibilità nell’aggiustamento estero: – accesso ai prestiti del FMI – La cosiddetta discrezionalità del FMI consiste nella vigilanza sulle politiche attuate dai paesi membri che sono in posizione fortemente debitoria nei confronti del Fondo. – Aggiustamento delle parità Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-22 Il sistema di Bretton Woods e il Fondo Monetario Internazionale Convertibilità • Valuta convertibile – Una valuta che può essere liberamente scambiata con le altre valute. – Esempio: il dollaro statunitense e quello canadese divennero convertibili nel 1945. Un residente canadese che acquistasse dollari statunitensi poteva usarli per fare acquisti negli USA oppure venderli alla Banca del Canada. • Gli accordi FMI richiedevano la convertibilità solo sulle transazioni correnti. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-23 Equilibrio interno e esterno nel sistema di Bretton Woods Il mutato significato di equilibrio esterno • Il periodo di “carenza di dollari” (primo decennio di vita del sistema di Bretton Woods) – Il problema principale consisteva nell’acquistare sufficienti dollari per finanziari i necessari acquisti dagli Stati Uniti. • Il Piano Marshall (1948) – Un programma di aiuti in dollari da parte degli Stati a favore dei paesi europei. – Aiutava a limitare la carenza di dollari. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-24 Equilibrio interno e esterno nel sistema di Bretton Woods Flussi speculativi di capitali e crisi • Gli avanzi e disavanzi delle partite correnti assunsero un significato ulteriore nel contesto di una accresciuta mobilità dei capitali. – In base all’accordo FMI, i paesi con un ampio e persistente disavanzo delle partite correnti potevano essere sospettati di trovarsi in “disequilibrio strutturale”. – I paesi con sostanziosi avanzi delle partite correnti potevano essere visti dal mercato come possibili candidati per una rivalutazione. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-25 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Al fine di descrivere i problemi che affrontava un paese (diverso dagli Stati Uniti) nel perseguire l’equilibrio esterno ed interno nell’ambito del sistema a cambi fissi di Bretton Woods, si assuma che: R = R* Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-26 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Il mantenimento dell’equilibrio interno • Se P* ed E sono fissati, l’equilibrio interno richiede soltanto la piena occupazione. • Gli investimenti sono assunti come costanti. • La condizione di equilibrio interno: Yf = C(Yf – T) + I + G + CA(EP*/P, Yf – T) (8-1) – Gli strumenti di politica economica che influenzano la domanda aggregata e quindi la produzione di breve periodo. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-27 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Figura 8-2: Equilibrio interno (II), equilibrio esterno (XX) e le “quattro zone del disagio economico” Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-28 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Il mantenimento dell’equilibrio esterno • In che modo gli strumenti di politica economica influenzano l’equilibrio esterno di un’economia? – Assumiamo che il governo abbia un livello obiettivo, X, di avanzo delle partite correnti. – L’equilibrio esterno richiede che il governo gestisca la politica fiscale ed il tasso di cambio in modo che: CA(EP*/P, Y – T) = X (8-2) – Per mantenere il saldo del partite correnti al livello X, il governo, allorché svaluta la moneta, deve espandere la spesa pubblica o ridurre le tasse. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-29 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Politiche di variazione e politiche di riallocazione della spesa • Il punto 1 (nella figura 8-2) mostra le scelte di politica che permettono all’economia di stare nella posizione che sarebbe preferita dal policy maker. • Politiche di variazione della spesa – Il mutamento della politica fiscale che porta l’economia nel punto 1. – Modifica il livello totale di domanda di beni e servizi dell’economia. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-30 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods • Politiche di riallocazione della spesa – L’aggiustamento del tasso di cambio che si accompagna alla politica fiscale. – Modifica la direzione della domanda, spostandola tra produzione interna ed importazioni. • Sia politiche di variazione che politiche di riallocazione della spesa sono necessarie per raggiungere l’equilibrio interno ed esterno. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-31 Le opzioni di politica economica nel sistema di Bretton Woods Figura 8-3: Politiche per il conseguimento dell’equilibrio interno ed esterno Tasso di cambio, E XX 1 Svalutazione che induce l’equilibrio esterno ed interno 4 3 2 II Espansione fiscale che induce l’equilibrio esterno Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE.ed interno Allentamento fiscale (G o T) Slide 8-32 Il problema di equilibrio esterno degli Stati Uniti Gli Stati Uniti avevano la responsabilità di mantenere il prezzo dell’oro a 35 dollari l’oncia e, in particolare, di garantire che le banche centrali potessero convertire in dollari le proprie riserve in oro al prezzo fissato • Le banche centrali straniere erano contente di detenere i dollari accumulati, poiché questi offrivano interessi e rappresentavano la moneta internazionale per eccellenza. Il problema dell’affidabilità • Le riserve internazionali delle banche centrali aumentarono fino a superare le riserve auree degli Stati Uniti così che gli Stati Uniti non sarebbero stati in grado di convertirle. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-33 Il problema di equilibrio esterno degli Stati Uniti Diritti Speciali di Prelievo (DSP) • Un’attività artificiale di riserva • I DSP sono usati nelle transazioni tra banche centrali ma hanno un impatto minimo sul funzionamento del sistema monetario internazionale. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-34 Il problema di equilibrio esterno degli Stati Uniti Figura 8-4: dati macroeconomici degli Stati Uniti, 1964-1972 Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-35 Il problema di equilibrio esterno degli Stati Uniti Figura 8-4: segue Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-36 Il problema di equilibrio esterno degli Stati Uniti Figura 8-4: segue Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-37 Il problema di equilibrio esterno degli Stati Uniti Figura 8-4: segue Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-38 L’inflazione mondiale e la transizione verso regimi a cambi flessibili L’accelerazione dell’inflazione statunitense alla fine degli anni 60 fu un fenomeno mondiale. • Nelle economie europee accelerò perfino. Quando i paesi che emettono valuta di riserva accelerano la loro crescita economica, l'effetto è un aumento automatico della crescita monetaria e dell'inflazione all'estero. Le politiche macroeconomiche statunitensi della fine degli anni 60 contribuirono al crollo del sistema di Bretton Woods agli inizi del 1973. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-39 L’inflazione mondiale e la transizione verso regimi a cambi flessibili Tabella 8-1: tassi di inflazione nei paesi europei, 1966-1972 (percentuali annuali) Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-40 L’inflazione mondiale e la transizione verso regimi a cambi flessibili Figura 8-5: gli effetti sull’equilibrio interno ed esterno di un aumento del livello dei prezzi estero, P* Tasso di cambio, E XX1 XX2 1 Distanza = EP*/P* 2 II1 II2 Allentamento fiscale (G or T) Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-41 L’inflazione mondiale e la transizione verso regimi a cambi flessibili Tabella 8-2: variazioni dell’offerta di moneta tedesca e delle riserve internazionali, 1968-1972 (percentuali annuali) Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-42 Sommario Nelle economie aperte, i policy makers cercano di mantenere l’equilibrio interno ed esterno. Il sistema Gold Standard possedeva un potente meccanismo automatico per raggiungere l’equilibrio esterno, il meccanismo price-specie-flow. I tentativi di tornare al sistema Gold Standard dopo al 1918 furono fallimentari. • Quando l’economia mondiale cadde nella depressione del 1929, il Gold Standard sparì e si indebolì l’integrazione economica mondiale. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-43 Sommario Gli artefici del FMI speravano di delineare un sistema a cambi fissi che incoraggiasse la crescita del commercio internazionale. Per conseguire al tempo stesso l’equilibrio interno ed esterno, erano necessarie politiche di variazione e politiche di riallocazione della spesa. Gli Stati Uniti avevano un unico problema di equilibrio esterno, il problema dell’affidabilità. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-44 Sommario Le politiche macroeconomiche degli Stati Uniti della fine degli anni 60 contribuirono al crollo del sistema di Bretton Woods agli inizi del 1973. Copyright © 2003 ULRICO HOEPLI EDITORE. Slide 8-45