Capitolo 7
Movimento internazionale dei fattori
Corso tenuto da Sergio de Nardis
Economia internazionale: teoria e politica del commercio internazionale
di Paul R. Krugman e Maurice Obstfeld,
terza edizione italiana a cura di Rodolfo Helg
Organizzazione del capitolo
 Introduzione
 La mobilità internazionale del lavoro
 I prestiti internazionali
 Gli investimenti diretti esteri e le imprese


multinazionali
Sommario
Appendice: il commercio intertemporale
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Slide 7-2
Introduzione



La forma più tradizionale e antica di integrazione
internazionale è quella che avviene tramite il movimento (lo
scambio) di beni e servizi; ma questa è solo una delle forme di
integrazione internazionale.
Un’altra forma di integrazione è il movimento internazionale
dei fattori produttivi (movimenti di fattori).
I movimenti di fattori comprendono:
• migrazioni della forza lavoro
• trasferimenti di capitale mediante prestiti internazionali
• collegamenti internazionali coinvolti nella formazione di
imprese multinazionali (investimenti diretti all’estero per
realizzare attività produttive)
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Slide 7-3
Introduzione



I principi che regolano la mobilità dei fattori sono analoghi a quelli che
regolano gli scambi di prodotti: un paese con abbondanza relativa di lavoro
può importare, in date condizioni, beni ad alta intensità di capitale o, in
altre condizioni, importare capitale dall’estero; un paese con abbondanza
relativa di capitale può importare beni ad alta intensità di lavoro o
direttamente forza-lavoro dall’estero
Un paese di dimensioni troppo piccole che per questo non ha all’interno
imprese di dimensione efficiente può o importare beni di gandi imprese
dall’estero, o consentire l’insediamento al proprio interno di branche di
grandi imprese estere (sussidiarie di multinazionali)
In generale, la mobilità internazionale dei fattori genera maggiori
preoccupazioni politiche che lo scambio di beni (timore delle
multinazionali; timori dei flussi migratori). Per questo sono diffuse
restrizioni a questi movimenti: limitazioni alla migrazione di forza-lavoro;
controlli sui movimenti di capitali; interferenza politica negli investimenti
delle multinazionali, irrigidimento delle normative, ecc.
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Slide 7-4
Mobilità internazionale del lavoro
 Un modello ad un solo bene senza mobilità fattoriale
• Assunzioni del modello:
– Ci sono due paesi (A e B)
– Ci sono due fattori produttivi: terra (T) e lavoro (L)
– I due paesi producono un solo bene (che chiameremo
semplicemente “prodotto”).
– I due paesi hanno la stessa tecnologia, ma si
differenziano per i rapporti terra-lavoro.
– A è abbondante in lavoro e B è abbondante in terra.
– In tutti i mercati vigono condizioni di concorrenza
perfetta.
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Mobilità internazionale del lavoro
Figura 7-1: la funzione di produzione di un’economia
Produzione, Q
Q (T, L)
Lavoro, L
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Mobilità internazionale del lavoro
Figura 7-2: la produttività marginale del lavoro;
in equilibrio salario reale=PML
Produttività
marginale
del lavoro, MPL
Salario
reale
Rendite
Salari
MPL
Lavoro, L
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Slide 7-7
Mobilità internazionale del lavoro

I flussi migratori
• Supponiamo che i lavoratori possano spostarsi da un paese all’altro
– Ricordando che L/T > L*/T*, il lavoro in A (più abbondante) avrà una
PML e una remurazione reale inferiori che in B; la terra invece,
relativamente scarsa in A, avrà una produttività marginale e una
remunerazione reale superiori che in B
– Poichè la terra è immobile, queste differenze spingeranno a che i
lavoratori di A si spostino in B fino a che la produttività marginale del
lavoro diventa uguale nei due paesi
– Questo spostamento riduce la forza lavoro di A, aumentandone quindi la
produttività e il salario reale
– Questo movimento aumenta la forza lavoro in B, riducendone quindi la
produttività e il salario reale
– Se non ci sono restrizioni al movimento, il flusso dura finchà si eliminano le
differenze di produttività e di retribuzione reale tra i due paesi
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Mobilità internazionale del lavoro
Figura 7-3: Cause ed effetti della mobilità internazionale della forza
lavoro
*
MPL
MPL
Produttività
marginale
del lavoro
A
B
C
MPL
MPL*
O
Occupazione L2
L1
in A
Migrazione di forza
lavoro da A a B
Occupazione
O*
in B
Totale della forza lavoro mondiale
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Slide 7-9
Mobilità internazionale del lavoro

La redistribuzione della forza lavoro mondiale:
• conduce alla convergenza dei salari reali, che aumentano in A e si riducono in B
• aumenta la produzione mondiale complessiva: l’aumento di produzione di B più
che compensa la contrazione di A (i lavoratori di B sono più produttivi che in A);
cè quindi un miglioramento generale
• lascia alcuni gruppi in condizioni peggiori: danneggia i lavoratori di A che
vedono il loro salario scendere; i proprietari terrieri di B sono avvantaggiati (il
monte-rendite cresce); quelli di A sono danneggiati
 Estensione dell’analisi
• Modifica del modello mediante l’aggiunta di alcune complicazioni:
– i paesi producono due beni, uno intensivo in lavoro e uno intensivo in terra
– Il commercio internazionale offre un’alternativa alla mobilità dei fattori: A può esportare
lavoro e importare terra, esportando il bene intensivo di lavoro e importando il bene
intensivo di terra; in linea d principio, ciò potrebbe portare al pareggiamento del prezzo
dei fattori senza ricorrere alla loro mobilità
– Quindi il commercio è un sostituto del movimento internazionale dei fattori. Ma non
perfetto: nella realtà il paareggiamento non avviene; come il movimento dei fatori è un
sostituto
imperfetto
commercio
di beni (per l’esistenza di barriere allaSlide
mobilità)
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HOEPLI
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2003
7-10
Mobilità internazionale del lavoro

Riferimenti storici:
• Periodo di grande mobilità del lavoro tra la fine dell’ottocento e
l’inizio del novecento: lavoro da Europa verso gli USA
• Dal 1920 i movimenti internazionali sono stati notevolmente
limitati da leggi sull’immigrazione
• 1950-70 emigrazione dal Sud (Spagna, Portogallo, Mezzogiorno
italiano, ex-Jugoslavia, Grecia, Turchia) vero il Nord Europa
(Germania, Svizzera, Belgio)
• Dal 1990 nuovi grandi flussi migratori in Europa soprattutto di
provenienza Est-Europa, Nord Africa
• Questi flussi migratori riguardano in generale lavoratori con basse
qualifiche che occupano posti di lavoro non desiderati dai
lavoratori autoctoni; non c’è spiazzamento
• Sarebbe utile un afflusso di lavoratori high skill: arrichiscono
il
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Slide 7-11
capitale umano del paese ospitante
I prestiti internazionali
 I movimenti internazionali di capitale non significano lo
spostamento da un paese all’altro di beni capitali
(macchinati, attrezzature, ecc; in questo caso di parla di
esportazioni di beni capitali); tale mobilità si realizza invece
tramite transazioni finanziarie (prestiti) o la realizzazione di
investimenti diretti in loco

Riferimento ai prestiti internazionali tra paesi
– Esempio: una banca statunitense offre un prestito ad
un’impresa messicana
• possono essere interpretati come una forma particolare di
commercio internazional, in cui non si scambiano beni in uno
stesso momento, ma beni presenti in cambio di beni futuri: è
un© ULRICO
commercio
intertemporale
Copyright
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Slide 7-12
I prestiti internazionali
 Possibilità produttive intertemporali e commercio
internazionale
• Si immagini un’economia che consuma solo un bene e
che esista solo per due periodi, il periodo corrente e
quello futuro; questa economia deve decidere quanto
conumare “oggi” e quanto “domani” (tramite il
risparmio, cioè la rinuncia al consumo, “oggi”)
• Frontiera intertemporale delle possibilità produttive
– Rappresenta il trade-off esistente tra produzione corrente
e futura del bene di consumo
– La sua forma differisce tra paesi:
– alcuni paesi sono sbilanciati verso la produzione corrente
– alcuni paesi sono sbilanciati verso la produzione futura
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I prestiti internazionali
Figura 7-4: la frontiera intertemporale delle possibilità produttive
Consumo futuro
Consumo corrente
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I prestiti internazionali

Il tasso di interesse reale
• Come è possibile scambiare consumo corrente con consumo futuro?
– Un paese può commerciare intertemporalmente prestando e prendendo a
prestito potere d’acquisto
– Quando un paese si indebita, acquisisce inizialmente la possibilità di
consumare al di sopra del proprio reddito, ma in futuro dovrà ripagare il
prestito maggiorato di un interesse (e dovrà quindi consumare al di sotto
del proprio reddito); attraverso la contrazione di un presito, un’economia
scambia maggiore consumo oggi contro minore consumo domani
– La quantità da restituire sarà pari a (1 + r) volte la quantità presa a
prestito inizialmente, in cui r rappresenta il tasso d’interesse reale sui
prestiti; in altri termini,
consumo presente x (1 + r) = consumo futuro
– Il prezzo relativo del consumo futuro è 1/(1 + r): quanto più alto è r
tanto più basso è il prezzo relativo del consumo futuro (e tanto più alto
il prezzo
relativo
Copyright © ULRICO è
HOEPLI
EDITORE
S.p.A. del
2003consumo presente)
Slide 7-15
I prestiti internazionali

Vantaggi comparati intertemporali
• Assumiamo che la frontiera intertemporale delle possibilità produttive di A sia
sbilanciata verso il consumo corrente e B verso il consumo futuro
– Quindi il prezzo relativo del consumo futuro è più elevato in A (dove è
relativamente scarso) che in B (dove è relativamente abbondante), 1/(1+r) >
1/(1+r*); questo significa r < r*
– Ciò spinge A a esportare consumo presente in B in cambio di consumo
futuro; cioè A presta potere d’acquisto a B nel periodo corrente; B nel
periodo futuro restituisce ad A una quantità di potere d’acquisto pari a quella
ricevuta inizialmente più gli interessi
– Lo sbilanciamento della frontiera intertemporale verso il consumo presente
in A e quello futuro in B implica r < r* . Cioè in B si ha un elevato
rendimento reale degli investimenti. Quindi a contrarre prestiti sul mercato
internazionale saranno quei paesi le cui opportunità di investimento sono
altamente produttive; i paesi prestatori saranno invece quelli che non
dispongono di queste opportunità di investimento.
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Slide 7-16
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali
 Investimenti diretti esteri
• Si intendono quei flussi internazionali di capitale
attraverso cui un’impresa di un paese crea o espande
una propria filiale in un paese estero (o acquisisce in
toto o in parte un’impresa estera)
• Comportano non soltanto un trasferimento di risorse,
ma anche l’acquisizione di un controllo
– La sussidiaria non ha semplicemente un obbligo
finanziario nei confronti dell’impresa madre, ma è
anche parte della stessa struttura organizzativa
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Slide 7-17
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali
 Imprese multinazionali
• Canale di prestiti internazionali
• Forniscono finanziamenti alle sussidiarie estere
 Perché viene scelto l’investimento diretto estero
piuttosto che un altro modo per trasferire fondi?
• Per formare un’organizzazione multinazionale
(estensione del controllo)
 Perché
le imprese cercano di estendere il loro
controllo?
• La risposta è riassunta dalla teoria delle imprese
multinazionali
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Slide 7-18
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali
 La teoria delle imprese multinazionali
• Due elementi spiegano l’esistenza di imprese
multinazionali:
– Problema della localizzazione
– Un bene viene prodotto in due (o più) paesi diversi anziché in uno
solo perchè:
» Risorse (vantagi comparati)
» costi di trasporto (barriere fisiche/naturali al trasporto)
– Problema dell’internalizzazione
» barriere agli scambi (politiche commerciali)
– Un bene viene prodotto in localizzazioni diverse dalla stessa impresa
anziché da imprese separate (si internalizzano alcuni scambi) perché
così è più profittevole condurre transazioni di tecnologie e gestione
» Trasferimento di tecnologie
» Integrazione verticale
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Slide 7-19
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali

Le imprese multinazionali nella realtà
• Le imprese multinazionali giocano un ruolo importante
nelle dinamiche del commercio internazionale e degli
investimenti
– Esempio: la metà delle importazioni statunitensi possono
essere considerate come transazioni tra diverse branche di
imprese multinazionali ed il 24% delle attività che gli Stati
Uniti possiedono all’estero è costituito dal valore di filiali
estere di imprese statunitensi
• Le imprese multinazionali possono essere di proprietà
nazionale o estera
– Le imprese multinazionali di proprietà estera giocano un
ruolo importante nella più parte delle economie
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Slide 7-20
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali
Tabella 7-1: Le imprese multinazionali nel mondo
2001 (miliardi di dollari
a prezzi correnti)
IDE (flussi in entrata)
IDE (stock in entrata)
Attività di acquisizione e
fusione transfrontaliera
Vendite di filiali estere
Esportazioni di filiali
estere
PIL mondiale a prezzi
correnti
Esportazioni mondiali di
beni e servizi
735
6846
Tasso di crescita medio annuo
1986-1990 1991-1995 1996-2000
23,6
20
40,1
15,6
9,1
17,9
601
25,4
23,3
49,8
18517
16,9
10,5
14,5
2600
14,9
7,4
9,7
31900
11,5
6,5
1,2
7430
15,8
8,7
4,2
Fonte: UNCTAD, World Investment Report 2002
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Slide 7-21
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali
Tabella 7-2: quota di imprese di proprietà straniera su fatturato, valore
aggiunto e occupazione, 1994 e 1998 (percentuali)
Fatturato
Valore Aggiunto
Occupazione
1994
1998
1994
1998
1994
1998
Francia
28,7
31,7
27,2
31,2
24,9
25,5
Germania
13,1
10,8
na
na
7,2 (a)
6,0
na
16 (c)
na
na
8,2
9,2 (d)
30,6 (a)
40,9
25,7 (a)
32,9
18,1
27,3
Giappone
1,4
1,8
1,0
1,2 (b)
0,8
0,8 (b)
Stati Uniti
na
19
12,2
13,1
12,2
13,1
Irlanda
61,6 (e)
72,3 (e)
73,7
81,9
46,6
47,5
Ungheria
56,6 (a)
73
68,3 (c)
70,4 (d)
37,4 (a)
12,9
12,9
5,3
Italia
Regno Unito
Turchia
11,1
(d)
11,5
46,5
(d)
5,5
(a) 1995; (b) 1996; (c) 1997; (d) 1999; (e) produzione
Fonte: OECD, Measuring globalisation, 2001; STAN database.
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Slide 7-22
Investimenti diretti esteri
e imprese multinazionali
Figura 7-5: investimenti diretti esteri negli Stati Uniti
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Slide 7-23
Sommario
 I movimenti internazionali dei fattori talvolta


possono sostituire del commercio internazionale.
I prestiti internazionali possono essere visti come
una forma di commercio internazionale tra consumo
corrente e consumo futuro, anziché tra un bene e
l’altro.
Le imprese multinazionali esistono principalmente
come modi per estendere il controllo su attività
situate in due o più paesi.
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Slide 7-24
Sommario
 Due elementi spiegano l’esistenza di imprese
multinazionali:
• il problema della localizzazione
• il problema dell’internalizzazione
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Slide 7-25
Appendice:
il commercio intertemporale
Figura 7A-1: determinazione della struttura intertemporale della
produzione di A
Consumo
futuro
Rette di isovalore con inclinazione – (1 + r)
Q
QF
Frontiera intertemporale
delle possibilità produttive
QP
Consumo
corrente
Investimenti
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Slide 7-26
Appendice:
il commercio intertemporale
Figura 7A-2: determinazione della struttura intertemporale del consumo
di A
Consumo
futuro
DF
Importazioni
Curve di indifferenza
D
Q
QF
Vincolo di bilancio intertemporale
DP + DF/(1 + r) = QP +QF/(1 + r)
DP
QP
Consumo
corrente
Esportazioni
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Slide 7-27
Appendice:
il commercio intertemporale
Figura 7A-3: determinazione della struttura intertemporale di
produzione e consumo in B
Consumo
futuro
Q*
Esportazioni
D*
Q*
F
D*
Vincolo di bilancio intertemporale,
D*P + D*F/(1 + r) = Q*P +Q*F/(1 + r)
F
Q *P
D*P
Consumo corrente
Importazioni
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Slide 7-28
Appendice:
il commercio intertemporale
Figura 7A-4: equilibrio intertemporale internazionale in termini delle
curve di offerta reciproca
B esporta il consumo futuro
(Q*F – D*F) e A importa il
consumo corrente (DF – QF)
P
(Q*F – D*F) =
(DF – QF)
E
F
slope = (1 + r1)
O
(QP – DP) = (D*P – Q*P)
A esporta il consumo corrente
(QP – DP) e B importa il consumo
Copyright © ULRICO HOEPLI EDITORE S.p.A. 2003 futuro (D* – Q* )
Slide 7-29
P
P
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Slide 7-2