La formazione
alla cittadinanza
La formazione alla cittadinanza
Il ruolo della cultura
Individuo e cultura
Nella formazione di un individuo è
fondamentale l’influenza del contesto.
Attraverso il processo di inculturazione
vengono trasmessi conoscenze,
comportamenti, regole, norme, valori della
cultura d’appartenenza. Lo sviluppo
individuale è un processo di adattamento
all’ambiente: gli esseri umani hanno
dimostrato di sapersi adattare ad ambienti
geografici e climatici assai diversi dando vita a
una molteplicità di culture.
Il ruolo della cultura
L’interesse per le influenze culturali sullo sviluppo individuale
ha prodotto due orientamenti di studio
psicologia transculturale
psicologia culturale
confronta in modo oggettivo
appartenenti a culture diverse
ritenendo però che esistono
processi psicologici di base
comuni a tutti gli esseri umani a
prescindere dall’appartenenza
culturale (prospettiva
universalista)
considera inseparabili mente e
cultura: individuo e ambiente
sono in un rapporto di reciprocità;
ogni cultura ha caratteristiche
proprie (prospettiva relativista) e
va evitato ogni etnocentrismo per
cui una cultura si considera
superiore alle altre
La scuola storico-culturale
Lev S. Vygotskij (1986-1934),
psicologo sovietico, padre della
scuola storico-culturale, focalizza
l’attenzione sulle differenze strutturali
nello sviluppo cognitivo e l’influenza
dell’ambiente, delle relazioni e della
cultura, definendo lo sviluppo come
l’esito delle attività e delle interazioni
sociali.
L’ambiente ecologico
Urie Bronfenbrenner
(1917-2005),
psicologo statunitense di
origine russa, ritiene che il
bambino si sviluppi in un
ambiente ecologico costituito
da diversi sistemi
• microsistemi - famiglia o gruppo dei coetanei
• mesosistemi - in cui interagiscono i microsistemi tra
loro (microsistema genitori e microsistema insegnanti ecc.)
• macrosistema - contesto culturale generale (norme,
valori ecc.) che influenza gli altri sistemi
Cultura e personalità
L’antropologa Margaret Mead
ha studiato l’influenza della
cultura sullo sviluppo della
personalità nelle isole Samoa.
La società era più semplice e gli
adolescenti avevano una
maggiore libertà sessuale e
meno modelli di riferimento tra
cui scegliere. Così essi non
conoscevano tensioni e conflitti
tipici della società americana e
la loro personalità individuale
risultava meno conflittuale
Margaret Mead
(1901-1978),
studiosa americana
autrice di
Adolescenza a
Samoa del 1928
giovani delle
isole Samoa,
oggi
Le identità ibride
Gli incroci di culture, conseguenza del fenomeno della globalizzazione,
hanno portato anche a sempre più evidenti fenomeni di contaminazione e
ibridazione culturale. Lo sviluppo individuale avviene in un contesto ormai
interculturale, dando luogo a identità ibride che si articolano in molteplici
appartenenze. La cultura stessa non viene più considerata come una
“cosa” statica, ma piuttosto come un processo in continua evoluzione.
Educazione e democrazia
Quanto più nelle società si mescolano le
etnie e si moltiplicano gli stili di vita, le fedi
religiose, le culture, tanto maggiore appare
la necessità che i cittadini siano capaci di
darsi regole comuni, di convivere
pacificamente, di rispettarsi reciprocamente.
Con l’espressione “formazione alla
cittadinanza” si intende il complesso di
interventi educativi realizzati in vari ambienti
(famiglia, scuola, luoghi del tempo libero e della
politica) attraverso i quali le persone imparano
a convivere sulla base di valori condivisi.
I diritti umani
Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo
Il 10 dicembre 1948,
all’indomani della Seconda
guerra mondiale, l’ONU ha
solennemente proclamato i
diritti umani che sono diventati
norma giuridica vincolante con
due convenzioni internazionali
nel 1976. Essi riguardano i diritti
civili, politici, economici, sociali
e culturali.
• prima categoria di diritti –
tutelano la persona umana
rispetto alla vita, all’identità
personale, alla libertà di
pensiero e di associazione,
alle garanzie processuali
• seconda categoria di diritti impegnano l’autorità
pubblica a porre in essere
interventi specifici in ordine
al lavoro, alla salute, all’alimentazione,
all’abitazione e all’educazione
• terza categoria di diritti riguardano la pace, il
rispetto dell’ambiente, lo sviluppo
I diritti dell’infanzia
Convenzione sui diritti dell’infanzia
Nel 1989 l’ONU ha approvato un altro
importante strumento di garanzia dei diritti, quelli
relativi all’infanzia, cui vengono estesi tutti i diritti
riconosciuti agli adulti. Essa ha valenza
obbligatoria per tutti i Paesi che l’hanno ratificata
e richiede di attuare tutti i provvedimenti
necessari ad assistere i genitori e le istituzioni
nell’adempimento dei loro obblighi nei confronti
dei minori. Bambini e adolescenti (tali fino a 18
anni) hanno il diritto all’istruzione e al gioco e
devono essere tutelati da tutte le forme di
violenza, sfruttamento e abuso.
L’educazione ai diritti umani
L’ UNESCO (Organizzazione delle
Nazioni Unite per l'educazione, la scienza
e la cultura) ha precisato gli interventi
educativi più significativi in relazione alla
conoscenza e al rispetto dei diritti umani
• promuovere atteggiamenti di tolleranza,
rispetto e solidarietà
• diffondere la conoscenza dei contenuti
specifici dei diritti umani
• sensibilizzare gli alunni circa le
condizioni necessarie perché i diritti si
possano tradurre nella pratica nella realtà
sociale e politica.
L’educazione alla solidarietà
Complementare al
riconoscimento e all’esercizio
dei diritti umani si pone la
condivisione dei vincoli di
solidarietà. Non s’intende la
generosità personale e
privata, ma l’impegno
pubblico per far sì che i diritti
umani possano essere
rispettati.
Anche per i vincoli di solidarietà non
basta “conoscere” ma bisogna “fare”.
Per un’educazione alle pratiche della
solidarietà occorre che:
• la proposta educativa sia
realistica
• il cammino di solidarietà cominci
nel proprio ambiente e sia
graduale
• l’impegno sia pubblico e privato
• la dimensione solidaristica sia
anche una modalità di
cambiamento
Educare all’identità terrestre
Edgar Morin
(1921)
Secondo il filosofo e sociologo
francese Edgar Morin non ha
senso chiedersi cosa si deve
apprendere se prima non si è
consapevoli di essere agli inizi di
una nuova storia: quella che egli
chiama la società-mondo. Rispetto
a tutti gli individui che hanno
abitato la Terra per decine di
migliaia di anni prima noi, non
possiamo più essere solo di “una”
cultura, ma dobbiamo essere
terrestri.
Il valore della cultura umanistica
Secondo la filosofa statunitense Martha
C. Nussbaum, di fronte allo strapotere
del cosiddetto “sapere utile”, cioè quello
tecnologico e applicativo, bisogna
rafforzare la cultura umanistica, cioè
quella tradizione di studi imperniati su
letteratura, lingue classiche e filosofia.
Diversamente, si perderebbe la
capacità di pensare criticamente e si
rimarrebbe chiusi nei localismi. Lo
stesso impiego massiccio di test
standardizzati porta verso conoscenze
standardizzate.
Martha C. Nussbaum
(1947)
Multiculturalità e interculturalità
Il problema di fronte al quale si trovano tutte le società interessate dai
fenomeni migratori,
e quindi l’educazione in questi Paesi,
è di passare
dalla multiculturalità alla interculturalità
cioè
dalla tolleranza alla condivisione
La competenza interculturale
La costruzione della mentalità interculturale, oltre che dalle iniziative
politiche, ha bisogno di essere sostenuta dalla competenza
interculturale dei cittadini, cioè dalla loro abilità a interagire
appropriatamente in contesti interculturali. Essa può essere costruita
sulla base di una conoscenza adeguata delle altre culture e di un
efficace pensiero critico.
Scarica

04 - Mondadori Education