UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIPARTIMENTO DI FISICA DI TRENTO Sebastiano Mariazzi, Grzegorz Karwasz, Antonio Zecca Dipartimento di Fisica, Università di Trento, I-38050 Povo, TN, Italy La nostra vita, quella di animali e piante è possibile solo grazie all’energia che ci arriva dal sole. Ma noi usiamo energia anche per mangiare, per scaldarci, per viaggiare, per fabbricare. Per millenni abbiamo usato energia muscolare ed energia animale. Nell’ultimo secolo abbiamo usato in maniera sempre più intensa – e forse dissennata - l’ energia proveniente dai combustibili fossili (petrolio, metano e carbone). Negli ultimi cento anni abbiamo consumato quasi la metà delle riserve di petrolio formatesi in milioni di anni e una parte sostanziale delle riserve di metano e di carbone. Vista con occhio obiettivo, questa corsa a mangiarsi fuori il patrimonio energetico sotterraneo sembra follia. Ma purtroppo ci sono altre ragioni per essere preoccupati. Bruciando combustibili fossili abbiamo prodotto anidride carbonica (CO2) in quantità tali da alterare la composizione dell’ atmosfera. Questa situazione innaturale preoccupa la maggior parte degli scienziati che si occupano dell’ argomento perchè ha portato a un riscaldamento della terra per ora limitato a circa 0.7 gradi ma che aumenterà nei prossimi anni. Per fortuna, si può prevedere che adottando opportune misure di riduzione delle nostre emissioni di anidride carbonica (e anche altri gas-serra), l’ innalzamento di temperatura potrebbe essere limitato a qualcosa tra 1 e 2 gradi entro il 2100 (con valori inferiori tra oggi e il 2100). Ridurre le emissioni significa consumare meno combustibili fossili. Le previsioni sono difficili e per questo non è possibile dare numeri precisi: tuttavia si può dire che se non si prenderanno provvedimenti la temperatura della terra aumenterà di qualcosa tra 2.5 e 5 gradi entro il 2100. Questo comporterebbe disastri inimmaginabili per l’ umanità. Figura 1. La concentrazione di anidride carbonica in aria negli ultimi 400.000 anni. è oscillata sempre tra 190 (durante le glaciazioni) e 280 parti per milione (interglaciali come quello in cui viviamo). La riga verde in alto mostra la concentrazione attuale, alterata dalle attività umane. 35 30 Gb/anno 25 20 15 10 5 1960 1970 1980 1990 2000 Anni 2010 2020 2030 2040 Figura 2. La curva mostra la più affidabile proiezione per la produzione mondiale di petrolio: a partire dal 2010 (circa) la produzione si ridurrà. Il prezzo del petrolio e dell’energia salirà prima di allora. Abbiamo un’ altra ragione altrettanto forte per ridurre i consumi di combustibili fossili. Dopo una polemica che dura da decenni, è ormai indiscutibile che la produzione di petrolio comincerà a calare in qualche data tra il 2010 e il 2020. Il prezzo del petrolio aumenterà in maniera sensibile prima di quella data e trascinerà verso l’ alto i prezzi di gas e carbone. Questa data può sembrare relativamente lontana, ma se dobbiamo preparare le tecnologie per sostituire i combustibili fossili, ci vorranno almeno dieci anni di ricerca e di sviluppo E’ necessario fin da ora: - ridurre i consumi di energia: questo si può fare inventando e usando nuove tecnologie di efficienza energetica - ricorrere a nuove fonti energetiche meno inquinanti e non - esauribili; anche per questo sarà necessario uno sforzo di ricerca per rendere utilizzabili le “fonti energetiche rinnovabili” (Sole, vento, mare, calore terrestre). Tutto questo è dentro le nostre capacità: bisogna smettere di discutere sul niente e mettersi al lavoro