1 SOMMARIO 1. PREMESSA 2. FUTURNOI SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE 3. FINANZIAMENTI 3 3 3 4. COMUNITA’ ALLOGGIO VANESSA 4 4 4 4 4.1. BISOGNI 4.2. MISSION 4.3. CORNICE TEORICA 5. INFORMAZIONI GENERALI 5.1. STRUTTURA ORGANIZZATIVA: NORMATIVA E PERSONALE 5.2. A CHI È RIVOLTO IL SERVIZIO 5.3. IL LUOGO DELLA COMUNITA’ 5.4. PRINCIPALI PRASSI ORGANIZZATIVE 5.5. MODALITA’ DI EROGAZIONE DEL SERVIZIO 5.6. FUNZIONE E VALORE DEL VOLONTARIATO 6. COME RAGGIUNGERCI 6.1. INFO E CONTATTI 2 5 5 7 7 8 11 11 12 12 1. PREMESSA La comunità alloggio Vanessa nasce nel 2000 grazie alla Legge Regionale 22/86 sul riordino dei servizi socio-assistenziali in Sicilia. La legge mira al finanziamento di strutture residenziali capaci di occuparsi di quei minori che l’Autorità giudiziaria minorile allontana temporaneamente dalla famiglia. 2. FUTURNOI SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE Nasce nel 2002 per iniziativa di un piccolo gruppo di giovani psicologi sensibili alle esigenze dei bambini che vivono in condizioni di disagio familiare e sociale. La finalità della Futurnoi, descritta ampiamente nell’articolo 5 del suo statuto, concerne “la promozione e la realizzazione di progetti volti al miglioramento della qualità della vita, alla prevenzione, alla promozione della salute; all’intervento in campo psicologico, psicoterapeutico, psico-pedagogico, e sociologico, valorizzando le risorse ambientali, territoriali, umane e culturali e promuovendo la formazione degli operatori impegnati all’interno dei servizi socio-assistenziali attivati”. 3. FINANZIAMENTI La Comunità Alloggio Vanessa - gestita dalla cooperativa Futurnoi - è finanziata dall’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali,pertanto le rette non gravano sul bilancio dei comuni di appartenenza dei minori inseriti. 3 4. COMUNITA’ ALLOGGIO VANESSA 4.1. Bisogni Da un’indagine effettuata nel 2000 nel territorio mussomelese risultava che lo stesso fosse sprovvisto di strutture residenziali che si occupassero di bambini; unici referenti erano gli istituti religiosi che per decenni avevano prevalentemente agito con un’ottica di assistenza caritatevole. Le nuove leggi vigenti però, unitamente alle diverse tipologie di bisogni e di soggetti-target, palesavano la necessità di strutture “costruite” sulla base di principi e strategie ben differenti. Nel 2000 nasce dunque la Comunità Alloggio Vanessa da una duplice esigenza: a. Soddisfare un bisogno sociale che non trovava risposte nel territorio; b. Implementare un servizio di assistenza residenziale a favore dei minori che fosse di alta qualità e non di mero accudimento. 4.2. Mission In relazione a ciò, la MISSION della comunità consiste nell’offrire ai bambini un sistema di tipo familiare capace di prendersi cura di loro, favorirne la crescita, svilupparne i talenti. 4.3. Cornice teorica La cornice teorica di riferimento si rifa alla teoria dell’attaccamento di J. Bowlby ed al successivo filone di studi che da questa si è sviluppato. La comunità si configura così come un luogo (setting) con valenze di tipo terapeutico grazie ad un “fare pensato” che veicola modalità inedite di relazione e apre (nuove) possibilità di crescita. 4 5. INFORMAZIONI GENERALI 5.1. Struttura organizzativa: normativa e personale La normativa regionale in vigore prevede la dotazione - per ogni singola comunità - di un coordinatore responsabile in possesso di diploma di scuola media superiore, quattro educatori in possesso di diploma di educatore, un ausiliare. Inoltre, in regime di prestazione professionale, prevede l’impiego di uno psicologo, un assistente sociale, un infermiere. La Comunità Alloggio Vanessa, per realizzare la propria mission si è dotata di un numero ben maggiore di personale, con titoli e competenze superiori a quelle richieste. Infatti, la struttura organizzativa della Comunità Alloggio Vanessa, sulla base dell’autonomia gestionale di cui gode, nonché in riferimento ai principi teorici a cui sopra accennato, risulta così composta: N° 1 Coordinatore Responsabile 1. Referente e coordinatore del percorso di accoglienza (analisi della domanda), in collaborazione con lo psicologo 2. Gestione e referente delle relazioni con la Scuola 3. Gestione e referente delle relazioni con Servizi Sociali e Tribunali minorili 4. Gestione del percorso di adozione, in collaborazione con lo psicologo 5. Partecipazione alla costruzione del P.E.I. 6. Partecipazione alla formazione 7. Partecipazione al gruppo di supervisione 8. Gestione del Servizio Civile Nazionale 9. Gestione amministrativa 10. Pianificazione orari e ferie degli operatori N° 1 Assistente sociale 1. Costruzione dell’anamnesi della famiglia del bambino ospite in comunità 2. Affiancamento del responsabile nel percorso di accoglienza Titolo di Studio: Laurea in Psicologia, Diploma di Specializzazione in Psicoterapia Gruppoanalitica Tipo di contratto: tempo pieno ed indeterminato Titolo di Studio: Laurea in Scienze Sociali Tipo di contratto: prestazione professionale 5 N° 5 Operatori 1. Presa in carico dei bambini ospiti in comunità 2. Partecipazione alla costruzione del PEI 3. Messa in atto del Progetto Educativo Individuale 4. Responsabile singole aree: area medica, scuola, manutenzione, vestiario 5. Partecipazione al gruppo di supervisione N° 1 Ausiliaria 1. Responsabile della pulizia della casa, della cura dei vestiti, della dispensa 2. Cuoca 3. Partecipazione alla costruzione del PEI 4. Partecipazione al gruppo di supervisione 5. È attivamente coinvolta nella presa in carico dei bambini N° 1 Psicologo 1. Co-gestione del percorso di accoglienza (analisi della domanda) 2. Conduzione delle riunioni d’équipe finalizzate alla costruzione del PEI 3. Redazione delle diagnosi e dei PEI 4. Responsabile della valutazione e dell’aggiornamento del PEI 5. Co-gestione del percorso di adozione, insieme alla responsabile 6. Referente Progetto Icaro – ambito formazione e supervisione 7. Referente c/o Assessorato Regionale EELL 8. Referente c/o Consorzio Ulisse 9. Partecipazione al gruppo di supervisione 10.Responsabile della formazione permanente dell’équipe Titolo di Studio: n° 4 Laurea, n° 1 diploma (2 in Psicologia, 1 in Scienze dell’Educazione, 1 altro), Tipo di contratto: n° 4 a tempo pieno ed indeterminato, n° 1 part-time ed indeterminato Titolo di Studio: diploma Tipo di contratto: tempo pieno ed indeterminato Titolo di Studio: Laurea in Psicologia Tipo di contratto: tempo pieno ed indeterminato 6 N° 1 Supervisore Titolo di Studio: Laurea in Psicologia, Diploma di Specializzazione in Psicoterapia (in ambito gruppale) Tipo di contratto: prestazione professionale Conduzione degli incontri con l’équipe finalizzati al lavoro sulle dinamiche del gruppo di lavoro E’ prevista la figura di un infermiere e un pediatra, così come previsto dalla normativa vigente. Inoltre, la comunità usufruisce di volontari del Servizio Civile Nazionale. 5.2. A chi è rivolto il servizio La Comunità Alloggio Vanessa accoglie fino ad un massimo di dieci bambine che l’Autorità Giudiziaria minorile ha temporaneamente allontanato dalla famiglia. Accoglie anche minori di sesso maschile, qualora si ritenga opportuno non separare una fratria che è femminile solo in parte. Non ci sono limiti di appartenenza territoriale. 5.3. Il luogo della comunità Mussomeli si trova a 44 chilometri da Caltanissetta, 50 da Agrigento, 110 da Palermo, 140 da Catania. La comunità è ubicata in un appartamento di duecento metri quadri, all’interno di una palazzina privata situata nella zona centrale della cittadina mussomelese. A poche decine di metri si trova il I° Istituto comprensivo, mentre è altrettanto vicina la fermata del pullman che trasporta gli alunni da/per le altre scuole di Mussomeli. Sempre a poche decine di metri si trova la Villa FalconeBorsellino, luogo di incontro per bambini e adolescenti. Spazi interni. La comunità usufruisce di quattro stanze da letto (due doppie, due triple), un ampio soggiorno, una segreteria, cucina e servizi. Ogni spazio è stato pensato “a misura di bambino” in termini di sicurezza e fruibilità; il principio ispiratore dell’organizzazione degli spazi rimanda ai concetti di terapia ambientale. Le stanze infatti, sono esposte a sud e godono della luce del sole, filtrata 7 attraverso ampie finestre; ogni stanza è dipinta con colori differenti, i mobili sono nuovi, belli, colorati. I colori delle stanze delle bambine sono diversi rispetto a quelli delle stanze comuni, proprio per marcare una differenza tra spazi privati e comuni; inoltre, le camere delle bambine sono state pensate così da permettere ad ognuna di loro di disporre di uno spazio proprio da personalizzare ed usare in modo esclusivo. Ovviamente, la gestione dei propri spazi fa anch’essa parte del programma/progetto da implementare: possedere dei vestiti e avere un armadio in cui riporli per esempio, costituisce una novità per la maggior parte delle bambine che “approda” in comunità; concepire per la prima volta la possibilità di possedere qualcosa di proprio, ad esclusivo uso personale, costituisce un fattore di per sé terapeutico. Inoltre, le bambine cominciano a capire che i vestiti (e gli oggetti in generale) “durano” nel tempo, dal momento che c’è qualcuno che si occupa di lavarli, farli asciugare, stirarli e riporli negli armadi. Anche questo costituisce una novità per la maggior parte delle bambine allontanate e rimanda alla preziosa (e per questi bambini inedita…) funzione del prendersi cura. 5.4. Principali prassi organizzative Percorso di inserimento. È il servizio sociale del comune di residenza del minore che avvia il percorso di inserimento, attraverso l’invio di una richiesta scritta (che da diritto alla priorità rispetto a quelle pervenute successivamente). Il responsabile del processo si occuperà di avviare il percorso di conoscenza del caso e dell’eventuale presa in carico. Compatibilmente con i tempi e le problematiche del caso, potrà chiedere al Sevizio Sociale di conoscere anche la famiglia del minore. Un colloquio a parte viene dedicato al minore stesso, nel corso del quale non solo si cerca di fare una prima conoscenza, ma anche di raccontare allo stesso in cosa consiste la comunità, come è fatta, quale vita vi si svolge, quali attività sportive si possono praticare, eccetera. In questa fase, di concerto con lo psicologo, viene approntata un’attenta analisi della domanda e relativa rielaborazione. 8 Documenti richiesti. Vengono richiesti i documenti utili per completare la conoscenza anamnestica del minore: codice fiscale, stato di famiglia, nulla osta della scuola, esami ematici, libretto sanitario, tessera delle vaccinazioni, decreto del tribunale, certificato di battesimo. Ammissione/accoglienza. L’esito del percorso sopraccitato è l’inserimento in comunità del minore o il rigetto motivato. Nel primo caso, compatibilmente con i limiti/possibilità del caso, si fa in modo che il minore venga accompagnato in comunità non solo dall’Assistente Sociale, ma anche da uno o più familiari. Periodo di osservazione. È prassi consolidata della comunità, far seguire alla fase di accoglienza, un periodo (circa 30 giorni) di osservazione: è un periodo necessario per comprendere se l’ingresso del minore è compatibile con la vita di comunità.Tale periodo inoltre, è necessario per definire una prima ipotesi degli obiettivi e delle strategie che la comunità potrebbe implementare.Tale definizione implica una raccolta di informazioni (il più possibile diretta), non solo sul minore, ma anche sulla famiglia. Dall’esito di questo percorso, la comunità si riserva la possibilità di confermare (oppure no), l’inserimento del minore in comunità. Il senso che cerchiamo di sviluppare nei processi precedenti è quello della costruzione di un’alleanza tra la comunità, il servizio sociale e la famiglia: riuscire in questo vuol dire porre il minore al centro di una rete solida e ben costruita, dove ognuno sa cosa deve fare (e/o cosa non deve fare), in vista di obiettivi definiti e condivisi. Solo in questo modo si argina il rischio di interventi confusi e disordinati, certo poco salutari per il minore. I Contatti con il Tribunale per i Minorenni vengono attivamente sollecitati. Qualora i dati anamnestici raccolti nella prima fase di inserimento/accoglienza non si ritengano sufficienti, il responsabile del processo cercherà di reperirli direttamente attraverso i fascicoli custoditi presso il Tribunale. Rientri e vacanze. Compatibilmente con le prescrizioni dell’A.G., i rientri vengono stabiliti in ragione dei bisogni del minore, in accordo con i servizi e la famiglia. Le modalità di trasferta da/per la comunità vengono stabilite di volta in volta. 9 Redazione del PEI. Redatto dalla psicologa della comunità, è il risultato di un lavoro di gruppo di tutta l’équipe.Viene stilato a partire da una griglia anagrafica che raccoglie sinteticamente le informazioni principali del minore, per poi procedere all’analisi della qualità della relazione con la madre, con il padre, la relazione tra il minore e il resto della fratria, il vissuto del tempo e la progettualità, il vissuto e la gestione del dolore, il vissuto del corpo, la sessualità, la capacità di giocare/ divertirsi, il rapporto con le regole e l’autorità, il rendimento scolastico. Vengono poi ulteriormente definiti gli obiettivi che la comunità (di concerto con il servizio sociale) intende perseguire, e vengono fissate le strategie che si impiegheranno e i tempi previsti. Il PEI viene aggiornato con cadenza semestrale; in tale occasione, vengono valutati i risultati raggiunti e ridefiniti obiettivi, strategie, tempi. Quello che cerchiamo di comprendere sono i processi di pensiero e gli schemi operativi interni che sottendono ai comportamenti. In sede di équipe vengono discusse e si stabiliscono le strategie di intervento che partono dal “fare” quotidiano. Attraverso questo lavoro, restando sempre sospesi sulla linea di confine tra pedagogico e psicologico, si incide sulla mente dei bambini, sui loro processi mentali, innescandone di nuovi, più adattivi e coerenti con la crescita. Talenti. Cerchiamo di intercettare quali sono gli aspetti più “funzionanti” (o potenzialmente tali), di ogni minore, al fine da fornirgli gli strumenti o le occasioni necessarie per svilupparli proficuamente. Famiglia. Il lavoro ed i contatti con/sulla la famiglia sono imprescindibili per la buona riuscita del progetto.Viene effettuato in stretta sinergia con il Servizio Sociale del territorio, nonché con il sostegno del Tribunale. Anche il lavoro con la famiglia è sottoposto a verifiche. Tempi. Il tempo in comunità non è concepito come un tempo infinito o indefinibile, piuttosto la permanenza in comunità si configura come un momento di passaggio da una condizione sfavorevole ad un’altra più adeguata alla crescita; nei limiti del possibile, cerchiamo di ipotizzare - fin dalle prime battute - un tempo massimo di 10 permanenza in comunità. Formazione dell’équipe. Il gruppo degli operatori si riunisce regolarmente con cadenza quindicinale; le riunioni d’équipe, condotte dalla psicologa, si possono assimilare ad una formazione permanente che parte dal lavoro e da questo si sviluppa. Supervisione. Viene condotta da uno specialista con una formazione gruppale di tipo psicodinamica e si pone l’obiettivo di lavorare sull’équipe in quanto gruppo di lavoro. In tal senso, sono oggetto di discussione le relazioni interne al gruppo, i ruoli e le funzioni di ogni membro, gli obiettivi che ci si pongono, le strategie per raggiungerli, i criteri di valutazione, le dinamiche e le convinzioni implicite ed esplicite, ecc. Progetto Icaro. La comunità partecipa alle attività previste dal Progetto Icaro. 5.5. Modalità di erogazione del servizio Giornata tipo. I bambini trascorrono le loro giornate secondo ritmi regolari, ma non rigidi. Un punto fermo è costituito dalla frequenza scolastica costante. In coerenza con i talenti dei minori, con i loro desideri e bisogni, ogni bambino svolge delle attività extrascolastiche che vanno dalla danza, alla palestra, dalla scuola calcio (per i maschietti), alle arti marziali. Inoltre, si cerca di sostenere ed incentivare la rete amicale del minore, primo passo verso l’inclusione sociale. 5.6. Funzione e valore del volontariato Riconosciamo grande valore al volontariato e lo consideriamo una preziosa risorsa da utilizzare con intelligenza a favore del minore; generalmente, affidiamo al volontario il compito di sostenere un minore (in un rapporto uno-a-uno), nel recupero scolastico. Parallelamente, cerchiamo di scoprire in ogni volontario le sue specifiche attitudini al fine di utilizzarle in modo proficuo. 11 6. COME RAGGIUNGERCI Da Palermo: Percorrere la SS 189 in direzione Agrigento uscire al bivio per Acquaviva Platani. Da Agrigento: Percorrere la SS 189 in direzione Palermo uscire al bivio per Acquaviva Platani. Da Caltanissetta: Percorrere la SP. 23 Si attraversano i paesi di S.Cataldo, Serradifalco. All’uscita di Serradifalco si può procedere per Montedoro e Bompensiere o ridurre il tragitto seguendo l’indicazione Mappa, miniere Bosco. 6.1. INFO E CONTATTI Per ricevere informazioni e/o per attivare la procedura di inserimento, rivolgersi alla dottoressa G. Mancuso: lunedi - venerdi dalle ore 9.00 alle 14.00. Tel 0394 993939, Fax 0394 994422, Cell. Responsabile 338 3701599. 12