Una forza
inarrestabile
il
Piccole non
sono
Cronache
Cricket sport Il pesce e la
dall’Amazonas
paella
Punto di S v ista
numero
zero
il giornale dei ragazzi di San Lorenzo, e non solo - Roma
Come raggiungere gli obiettivi: non bisogna preoccuparsi di ciò che avviene nel tragitto, per non cadere devi guardare la mèta
Arrivare al traguardo
I ragazzi
Siamo andati a intervistare un
importante personaggio del
Policlinico Umberto primo,
Ubaldo Montaguti, manager della
più grande azienda ospedaliera italiana ed europea. Ci ha ricevuto il
14\05\09 nel suo ufficio che ci ha
colpito in particolare per l'ambiente
accogliente e per le frasi incorniciate alla parete della stanza. Quelle
che ci sono piaciute di più sono:
"QUANDO UNA FORZA
INARRESTABILE INCONTRA
UN OSTACOLO INSORMMORTABILE SCOPPIA UN
CASINO INDESCRIVIBILE". E'
una frase di Bucchi.. Un' altra frase
è tratta da una canzone di Fabrizio
de Andrè: "DA I DIAMANTI
NON NASCE NIENTE , DAL
LETAME NASCONO I FIORI ".
Il manager ci ha fatto accomodare,
mettendoci a nostro agio e, dopo
esserci presentati, abbiamo iniziato
a fare le nostre domande.
A quale età si è laureato?
Nel 1974 e sono nato nel 1947;
Perché fa il manager?
Mi è capitato. Ho cominciato
facendo il medico, ho lavorato in
ospedale per dieci anni, non andavo d'accordo con i capi e ho deciso
di abbandonare l'ospedale. Mi sono
dedicato all' epidemiologia. Nel
1700 con l'epidemia di colera, si
erano accorti che non si poteva
bere tutta l'acqua.. Dal momento
che constatarono che a valle ci si
ammalava e a monte no, riuscirono
a definire dei modelli di malattia
senza, però, saperne la causa. Non
si conoscevano ancora i germi .
Zavetti (che fu ministro) mi chiamò a collaborare con lui.
È soddisfatto del suo lavoro?
Con i pazienti è piu' entusiasmante,
qui meno, ma a volte mi diverto
anche se non sempre sono soddisfatto. Comunque non mi sento
arrivato
Quali valori l'accompagnano nello
svolgere ogni giorno il suo lavoro?
I valori sono la giustizia, trattare
tutti bene allo stesso modo a prescindere dalla razza, dal sesso,
etc…poi la trasparenza. Occorre
Un pomeriggio molto interessante
sempre cercare di prendere una
decisione almeno al 51%, ma farlo
in modo trasparente anche se non
tutti sono d'accordo. Il rispetto delle
persone; la mancanza di rispetto è
una delle cose che più danneggia
l'immagine della sanità.
L'umanizzazione, la capacità di
amare in modo adeguato le persone.
Il suo handicap ha interferito con la
sua carriera ? E con la sua vita?
Interferisce se uno ci pensa. Mia
nonna che mi allevava senza nessuna pietà. Il sabato, quando stavamo tutti insieme e ci preparava la
ciambella, noi infilavamo il dito
dentro e lei tirava una randellata a
mio cugino che scappava e allora
ne dava due a me dicendomi "così
impari, cosi' la prossima volta controlli tuo cugino". Mi ha aiutato a
non percepire mai il mio handicap.
Ho trovato sempre il modo di
arrangiarmi. Ho pensato che ero
uguale agli altri, dovevo trovare in
me stesso il modo per venire fuori.
Da ragazzo facevo la parte del bel
tenebroso, chi ti tratta come sei alla
fine ti toglie la timidezza. Non ho
mai sentito la necessità di avere
pietà.
A volte viene la voglia di evadere,
in un certo senso di "staccare la
spina", le è capitato di avere questi
momenti?
Lavoro con mia moglie 24 ore su
24, per me è una grande fortuna
lavorare, sento la mancanza di
quello che facevo, non mi pento
delle scelte precedenti. Quando
decidi di andare verso un obiettivo
è come quando si sta su una corda;
per non cadere devi guardare la
meta, altrimenti cadi. Se ti preoccupi di quello che accadrà non raggiungerai mai l'obiettivo (effetto
Wallenda: grande equilibrista, di
cui la moglie racconta che doveva
passare tra due grattacieli, ma
cadde perchè pensò a quello che
poteva succedergli). Ho fatto fatica
e avuto umiliazioni, anche quando
il mio capo dovette garantire per
me. Se ci penso mi arrabbio ancora.
Che ne pensa dei giovani di oggi?
Sono meravigliosi.
Mio figlio vuole vivere a Bologna.
Vorrei tornare al liceo.
Certo non è normale avere voglia
di studiare, ma bisogna farlo.
Anche se è una "rottura" lo studio ti
apre delle porte. Ai miei tempi studiare era un privilegio.
Qual è il suo colore preferito?
Il rosso.
Animale?
Cane
Oggetto?
Le matite
Minerale?
Pietra vulcanica.
Che avrebbe fatto se non avesse
fatto il medico?
Avrei voluto fare l'architetto perché
è un lavoro creativo, o lo sceneggiatore.
Come convincerebbe a tornare in
Italia le persone che sono andate
all'estero per intraprendere una carriera?
Molti giovani hanno deciso di
andare via perché il nostro e un
paese sempre più pesante per loro,
quindi molti se ne vanno dall'Italia
e credo che facciano bene. Gli altri
paesi hanno un atteggiamento
diverso, sono migliori del nostro.
Finita l’intervista, tornando verso
casa, riflettevamo su quanto è stato
piacevole starlo ad ascoltare, difatti
anche i più chiacchieroni di noi
hanno preferito ascoltare piuttosto
che parlare. Ad alcuni di noi è piaciuta la frase su come raggiungere
gli obiettivi, ad altri il fatto che
dicesse al figlio di non prendere
nove a scuola!
Un’esperienza particolare
Siamo al terzo numero, o meglio dopo quello di prova e del numero zero, SIAMO AL NUMERO UNO...chi lavrebbe mai detto!
PUNTO DI SVISTA sta diventando un "vero" giornale...abbiamo il
nostro editore (leggetevi la sua interessante intervista per farvi un
idea di chi è!) e il nostro giornalista responsabile, una deliziosa collaboratrice disponibile a condividere con noi...gioie e dolori!
Abbiamo intensificato le interviste..perchè ci divertiamo ad indagare nelle menti e quando pensiamo alle domande cerchiamo di
rispondere alle curiosità ed ai dubbi nostri e dei nostri lettori!
Abbiamo trovato anche nuovi collaboratori, aprendo agli adolescenti di San Lorenzo le nostre pagine e rendendoci disponibili a
qualsiasi proposta che la redazione discute attentamente.
Per ora abbiamo un finanziamento dall'Azienda Policlinico
Umberto I che ci garantisce la pubblicazione di 4 numeri del giornale..e ci divertiremo con tutti voi a concretizzare il nostro sogno:
diventare uno strumento di comunicazione che partendo dagli interessi degli adolescenti si rivolga ai pari ed agli adulti, che sappia
parlare di emozioni e di sentimenti, che sappia essere critico e propositivo, che sia una cornice per le incomprensioni ed i disagi che
la crescita ci fa affrontare, che dia voce e spazio alle nostre contraddizioni ed alla nostra voglia di essere!
BUONA LETTURA
il
Punto di S v ista
2
Cronaca
Bullismo: cosa ne pensano
Le opinioni dei ragazzi e delle ragazze de “il Punto di Svista”
Le ragazze e i ragazzi
Fin dalla notte dei tempi
l'uomo ha avuto l'esigenza di
affermarsi sull'altro, anche
se quest'ultimo appartiene
alla stessa sua specie. Nella
società odierna gli adulti
hanno capito cosa è il rispetto per gli altri, mentre alle
prese con questo "cancro
giovanile" ci siamo noi adolescenti. Chi più, chi meno,
tutti i ragazzi convivono con
questo difetto che riempie le
pagine dei giornali. Le soluzioni proposte sono state
tante, ma sempre più ragazzi credono di affermarsi in
questo modo fino all'esaltazione deviata della propria
identità. I mezzi per arrivare
a questi risultati a volte sono
molto estremi come l'uso
della violenza. Su questo
argomento abbiamo deciso
di intervistare alcuni ragazzi.
Secondo te perchè un
ragazzo fa il bullo?
Giulia: perché crede di avere
troppe certezze;
Paola: per me, è per
nascondere le troppe incertezze;
Emanuel: perché non sono
felici e non si sentono valo-
rizzati, è anche un modo di
dimostrare in maniera negativa di essere superiore agli
altri;
Stefany: tanto sanno che i
loro padri ricchi li proteggono;
Jacob: per il desiderio di
sentirsi appagati, coprendosi
della vanagloria che ne consegue, seguendo un istinto
primitivo di prevalere sul
nostro pari che viene ritenuto inferiore perché emarginato a causa della sua diversità;
Stefany e Giulia: se non ti
vesti in un determinato
modo le le ragazze diventano molto cattive;
Francisco: più che altro è un
fatto di razzismo, un esage-
rare scherzando, a me capitava alle medie, ora non più;
Nicholas: lo fa chi pensa di
essere più forte e se la prende con i più deboli;
Perfrancesco: io ho visto atti
di bullismo nella mia squadra di calcio. Ma quando ho
visto che un ragazzo razzista ha preso in giro una
ragazzo di colore negli spo-
Non preoccupatevi: stanno giocando
Piccole cose che fanno male
Che così piccole non sono
Bruno
Intervista al creatore del
sito"S.O.S. razzismo",
Rokibull Udin:
Nome
Rokibull Udin
Etŕ
17 anni
Dove sei nato?
In un paese situato sul golfo
dal Bengala, sono venuto in
Italia all’età di cinque anni.
Perché?
Mio padre era stato coinvolto, a sua insaputa, in un
losco affare; per questo
motivo tuttora le forze dell'ordine del mio paese lo
cercano.
Che tipo di affare?
Mafia. La mafia esiste
ovunque; mio padre fu uno
dei tanti capri espiatori di
quegli uomini dediti alla
malavita.
Ti sei ambientato bene qui
in Italia?
Fortunatamente ho trovato
amici sinceri che mi hanno
fatto passare la paura iniziale, ma non tutte le persone
che vengono qui hanno que-
sta fortuna.
E' per questo motivo che
hai deciso di fondare il sito?
Esattamente. Spero che
chiunque abbia bisogno di
una mano possa trovarla nel
mio sito.
E' un gesto nobile. Sei mai
stato vittima di razzismo?
Mai esplicitamente. Alcune
volte ho notato che alcune
persone avevano dei pregiudizi nei miei confronti, piccole cose che danno fastidio.
Tipo?
Piccolezze. Tempo fa io e
dei miei amici ci ritrovammo ad assistere un borseggio sull' autobus. Il borseggiatore era una persona di
colore, i miei amici lo formarono, formando una piccola folla. Io che sono piů
lento arrivai dopo, e un vecchietto mi disse “vattene,
abbiamo già preso il tuo
amico!”. Queste piccole
cose alla fine fanno male, e
per questo voglio dare una
mano a chiunque sia vittima
di razzismo.
Grazie.
gliatoi, io ho cercato di difenderlo;
Mirko: molti si impongono
sugli altri solo per divertimento e non per altro. Molti
altri, invece, solo per farsi
vedere grandi e ottenere
cose che non hanno.
Qualcuno di voi ha mai fatto
il bullo?
Nicholas: io prima ero un
rompipalle, ho preso anche
una denuncia per questo
quando avevo 12, 13 anni.
Mia madre mi racconta che
quando ero piccolo non mi
invitavano più alle feste perchè menavo a tutti.
Cosa vorreste dire alle persone che si trovano a subire
atti di bullismo?
Ivan: dipende dai casi, e
comunque consiglio di reagire e rivolgersi ai grandi;
Jacob: denunciate le persone che vi rendono la vita difficile con questi atti perché
qualunque cosa abbiate
fatto non vi meritate queste
ingiustizie che vi fanno sentire quello che non siete;
Paola: e soprattutto è importante che gli altri ragazzi non
facciano da spettatori e quindi taciti complici del bullo che
si sente forte solo perché
qualcuno sta lì a guardare.
Ecologia e ambiente
il
Punto di S v ista
3
Sono brasiliano dell’Amazonas
Un’esperienza tra i Tukuna
di Francisco
Da dove vieni?
Sono brasiliano
dell'Amazonas, e sono nato
al confine con la Colombia
in territorio indigeno
Tukuna (Ticunas), chiamato trapezio amazzonico
D: dove si trovano i
Ticunas?
R: gli Indios "Tukuna"
sono una popolazione indigena composta da più di
venti gruppi che occupano
un territorio di circa
138.000 km2 sulle rive del
fiume Solimoes , o rio
dell'Amazzonas tra il
Brasile, il Perù e la
Colombia
D: chi sono?
R: è una popolazione di
origine asiatica-mongolica ,
arrivata in Amazzonia fin
dal periodo precolombiano.Oggi contano circa
25.000 individui. I Tukuna
rappresentano la popolazione più rappresentativa in
Brasile.
D: come vivono ?
R: malgrado la contaminazione con la cultura bianca
o europea, gli indios tukunas conservano tutt'ora le
caratteristiche tribali,
vivendo quasi esclusivamente delle risorse della
foresta. Conservano i legami totemici e religiosi che
riflettono nella vita quotidiana delle famiglie e della
comunità il rispetto
umano/divino tra di loro.
D: come trascorrono le loro
giornate ?
R: per gli indios tukuna la
concezione tempo/misura
non esiste,così come la
proprietà privata. Se la
giornata è serena si va caccia, a pesca ; i bambini
(curumin) vanno al fiume;
le donne cucinano, invece
se la giornata è nuvolosa,
restano nelle capanne.
D: che tipo di cultura
hanno?
R: come tutte le tribù indigene hanno una cultura
diversa dalla nostra .
Innanzi tutto per loro il
domani non esiste, quello
che esiste è il presente,
quindi l'uomo tukuna cerca
di vivere l'esistenza in
maniera pragmatica . Per
una migliore informazione
e approfondimento di questo tema, consiglio la lettura di:
AnalisiAntropopsicosociolo
gica della componente religiosa del popolo tukuna,
1982, UPS-Roma.
D: quanto tempo sei stato
con loro ?
R: circa due anni .
D: perchè hai deciso di fare
questa esperienza ?
R: innanzitutto perché mi
sentivo molto legato alla
cultura amazzonica, e alle
problematiche che riguardano le popolazioni indigene. Secondo motivo: per la
ricerca che svolgevo per la
mia tesi di laurea .
esperienza ?
R: mi hanno accolto come
uno di loro , l'unica cosa
insolita è stata quella di
essere accerchiato dai bambini che toccavano la mia
barba, sicuramente ho
imparato moltissimo dal
loro modo di comportarsi.
donna Tukuna e il suo bambino
D: come ti hanno accolto?
cosa hai imparato da questa
Insegnare: che passione!
di Domitilla
Ci troviamo con Piero insegnante di inglese presso la
scuola in Ospedale del
Policlinico Umberto Primo e
della scuola statale Morosini.
D: come è nata questa passione di insegnare la lingua
inglese?
R: a scuola, era la materia
nella quale riuscivo meglio e
che più mi appassionava.
D: dove hai imparato la lingua?
R: principalmente in Irlanda.
D: hai trovato difficoltà ad
impararla?
R: no, già la conoscevo
abbastanza. In Irlanda ho
avuto l'opportunità di perfezionarla conoscendo persone e parlando con loro.
D: essere nato a Roma ha
influenzato il qualche modo
l'apprendimento dell'inglese
e la pronuncia che sappiamo
essere molto complessa?
D: no, ho sempre avuto una
buona pronuncia e quindi
quando parlo inglese
l'accento romano non si
sente più di tanto.
D: tornando alla tua passione di insegnante da quanti
anni insegni?
R: Precisamente dal 1996,
quindi quasi 13 anni.
D: perché proprio la decisione di insegnare presso il
Policlinico?
R: quando ho vinto il concorso a cattedra ho avuto
l'opportunità di poter scegliere di insegnare nella scuola
del Policlinico Umberto I;
precedentemente avevo già
insegnato in un liceo linguistico privato.
D: che differenze hai trovato
rispetto all'insegnamento
della scuola territoriale? il
rapporto che hai avuto con i
ragazzi della scuola statale è
diverso da quello che hai con
noi?
R: io insegno anche nei
reparti del Policlinico, diciamo che con voi le differenze
rispetto a come mi rapportavo con i ragazzi della scuola
statale non sono molte.
Diciamo che sono diversi i
tempi e il numero di ragazzi
che seguo: nel Policlinico mi
trovo a svolgere lezioni individuali e a tempo limitato e ciò
permette d'instaurare un rapporto meno formale rispetto
a quello che si ha in una
classe con venti studenti.
Inoltre qui non devo seguire
un programma stabilito e non
dovendo darvi un voto a fine
lezione voi sentite meno
ansia rispetto alla scuola.
D: nella scuola territoriale ci
sono molte più regole ed un
rapporto più formale perché i
ragazzi del policlinico sono
molto più ascoltati ed aiutati
di quelli delle scuole territoriali?
R: mah….è una questione di
numero, siete di meno e
quindi il rapporto è privilegiato sia per il numero sia perché è più informale. Io come
insegnate ho sempre cercato
di ricevere e dare rispetto
tentando di stare a livello
paritario a quello dei ragazzi
che seguo. Credo che questo abbia permesso e agevolato la relazione che ho
instaurato con voi. Quello
che voglio dire inoltre, è che
non mi sento "arrivato" come
percorso di formazione personale; non so tutto e ho
ancora molto da imparare.
il
Punto di S v ista
4
Comunicazione
Televisione: piccola inchiesta
Quanto vale per noi tredicenni
di Ileana
2) 3 ore
3) telefilm, reality show
4) amici, colorado, GF e malton
5) perché mi piacciono
6) da sola o in compagnia
7) si
Internet
DOMANDE:
1) in quali giorni guardi la TV?
2) per quanto tempo?
3) cosa guardi di solito?
4)quali programmi consiglieresti?
5) perchè li consiglieresti?
6) con chi guardi la TV di solito?
7) ti piace guardare la TV in
generale?
Serena:
1) tutti
2) 3 ore
3) amici di Maria De Filippi
4) amici
5) perché è un talent show
con persone che possiedono
vero talento
6) da sola
7) si, molto
Valentina:
1) tutti
2) 2 ore
3) telefilm
4) il mondo di patti
5) perché è appassionante
Frankie:
1) tutti
2) 1 ora/ 1 ora e mezza
3) le drake e gios e malcom
4) drake e gios
5) perché fanno morire dalle
risate
6) da sola, con gli amici o
con il ragazzo
7) si
6) con mia sorella
7) si
Camilla:
1) tutti
2) 2 ore
3) grande fratello, amici, musica
4) nulla
5) /
Internet e i ragazzi
Perchè lo usano
il Punto di Svista
Internet è nato come un sistema di comunicazione usato
dall’esercito. Dopo la sua
nascita ha riscosso un grande
successo nell'ambito commerciale. Ad oggi noi ragazzi lo
usiamo per fare ricerche scolastiche e come svago dati gli
infiniti giochi che si possono
trovare.
Molto più spesso internet
viene usato come punto di
incontro e questo è testimoniato dalla larga presenza dei
social network. Tra di noi c'è
chi pensa che è un valido
mezzo per socializzare mentre altri no perché sostengono che sia più importante
guardarsi negli occhi e avere
scambi diretti. Uno di noi ha
incontrato una ragazza conosciuta su internet, stringendo
una nuova amicizia.
Internet per noi ragazzi oltre
ad essere molto utile è anche
un divertimento perchè possiamo comunicare con i
nostri amici e scambiarci
foto, pensieri, pareri anche
quando siamo a casa o lontani. Si possono trovare e dare
informazioni, cercare luoghi,
indicazioni, eventi musicali,
artistici e molto altro ancora.
È anche un momento di confronto, dibattito, gioco,
svago e divulgazione. Per
noi giovani internet non presenta grandi controindicazioni se non quello che occorre
ricordare che tutto ciò che è
utilizzato in modo eccessivo
è dannoso. Va usato in modo
intelligente e con attenzione
visto che soprattutto per i più
piccoli potrebbe essere pericoloso a causa di malintenzionati che potrebbero
approfittarsi dei più ingenui
e dei più deboli. Quindi
ragazzi “Occhio! e buon
divertimento!”.
Televisione
6) da sola
7) si
Kathleen:
1) tutti
Sara the best :
1) tutti
2) 2 o 3 ore, circa
3) telefilm,film e reality show
4) paso adelante e x-factor
5) perché sono belli e fanno
ridere
6) da sola o con gli amici
7) abbastanza
Romano:
1) tutti
2) 1 ora al massimo
3) sport
4) sport
5) perché è bello
6) Roman
7) si
Questa intervista di Ileana fa
riflettere noi ragazzi più grandi. Forse dovremmo riconsiderare il valore di questo
mass media perché occupa
tutti i giorni e troppo tempo.
Potremmo aprire anche una
parentesi sulla qualità dei programmi, la maggior parte dei
quali risultano sciolti. Questi
canali però rispondono a delle
esigenze futili. Una delle esigenze fondamentali è la smania,da parte del telespettatore, di interessarsi della vita privata e quotidiana dei concorrenti dei reality show. Ormai
sembra smarrita la capacità di
confrontarsi su temi offerti dai
canali.E' pur vero che i programmi non offrono spunti
per eventuali discussioni,o
meglio,se li offrono sono di
bassa qualità.
Cultura
il
Punto di S v ista
5
Il suono dentro e intorno a noi
Comunicare con la musica
di Valentina
"La musica è soprattutto
uno strumento per determinare cambiamenti: cambiamenti di umore, cambiamenti di rapporto, cambiamenti di attitudine,
cambiamenti di attenzione,
cambiamenti nelle possibilità di pensiero" (Bruscia,
1995).
La musica è creatività, e
come tale, è un infinito
spazio potenziale di ricerca delle risorse.
Per tutto questo la musica
è un mezzo e uno strumento per creare una relazione terapeutica. Una
relazione che non utilizza
la parola ma utilizza la
comunicazione non verbale completa del linguaggio
corporeo, di quello musicale e di tutte le modalità
in cui l'immaginazione può
esprimersi senza parole.
Ma cosa serve per fare
una seduta di musicoterapia?
Ricordiamo che facciamo
riferimento ad un modello
teorico preciso, quello sviluppato da R. Benenzon,
psichiatra argentino, teorico e inventore della musicoterapia attiva.
Tutto quello che ci serve
sarà orientato a favorire
l'espressione al quanto più
libera possibile della creatività corporea e sonora
del soggetto e dei contenuti affettivi ed emotivi.
Quello a cui diamo importanza per trovare significati psicologici è tutta la
comunicazione analogica
(non verbale), la prossemica, l'uso dello spazio, l'uso
degli strumenti e la valutazione del tempo, del ritmo,
della melodia e di tutti quei
parametri che caratterizzano l'agire umano e la pratica musicale.
A tutto questo può aggiungersi un uso più ampio
della globalità dei linguaggi che permette nuove
possibilità di espressione
della propria creatività. Si
potranno quindi usare
strumenti musicali di varia
natura, dallo strumentario
orff (strumenti semplici tipo
tamburi, flauti, maracas
etc.) a strumenti di più difficile utilizzo come chitarre, pianoforti, strumenti a
fiato etc…
Si potrà utilizzare la musica registrata, il disegno, i
colori, teli e stoffe, qualsiasi oggetto o gioco passa
agevolare la creatività.
Per quella che è la mia
esperienza, c'è un elemento molto elementare in
particolare che incuriosisce e affascina chiunque
per le sue qualità sonore:
l'acqua. Sottoforma di
pioggia o di onde, registrata o riprodotta, l’acqua è
l'elemento naturale che più
di ogni altro ci permette di
regredire e di sentire i
nostri pensieri dolcemente
cullati.
L’amico ritrovato
Una amicizia oltre il tempo
Una recensione del libro di Hulman
di Giulia
Lo scrittore Fred Hulman,
definisce il romanzo come il
suo libro, anima e descrizione delle sue origini.
Sullo sfondo dello scoppio
della seconda guerra mondiale, tra ostacoli ideologici e
culturali, Hulman dipinge l'
Amicizia innocente.
Hitler proclamava la diversita' delle razze e Hans e
Konradin con il loro incontro
mostrano il contrario.Questi
due ragazzi coetanei, di
etnie differenti,uno ebreo e
l'altro tedesco, stringono
un'amicizia,fiduciosi che
potesse andare oltre le idee
antisemite del tempo.
Questo intimo idilio fra i due
dura fin quando Konradin, a
causa delle innumerevoli
persecuzioni,arriva addirittura a vergognarsi di questo
rapporto,reprimendolo.
Hans, costretto, emigra in
America da alcuni parenti
che rappresentano il suo
rifugio, mentre i suoi genitori
rimangono in Austria mossi
da impeto patriottico.
Purtroppo in seguito moriranno suicidi per sfuggire
alle persecuzioni naziste.
Sopravvissuto agli eventi,
molti anni dopo, Hans riceve
una lettera dal suo vecchio
liceo classico tedesco.
Questa annunciava la raccolta di fondi per la costruzione di un monumento in
ricordo di tutti gli studenti
morti nella seconda guerra
mondiale ed allegato un
libretto con i nomi dei deceduti.
Hans in questo elenco trova
anche il nome dell' amico
Konradin con di seguito
scritto: Implicato per il tentato omicidio di Hitler, giusti-
ziato; ed e' dopo aver
appreso questa notizia che
Hans capisce e rivive la
vera amicizia, spontanea e
pura come era all'inizio tra
loro.
Il contrasto tra l'aridità dell'
Oltre l’aridità del contrasto
ideologia nazista e la profondità della relazione
umana sottolinea la speranza che, con il raggiungimento dell'emozione dei protagonisti e del lettore compartecipe, percorre tutto il
romanzo.
il
Punto di S v ista
6
Notizie dal Cocomero
Il teatro
Condominio di via dei Sabelli
di Graziella
Questa rappresentazione
teatrale del Condominio
di Via dei Sabelli...è una
nuova e divertente scommessa!
Per la prima volta dopo
gli altri 5 laboratori teatrali abbiamo deciso di
portare in scena un musical che ci desse la possibilità di improvvisare una
storia e di inventarci dei
personaggi giocando con
la nostra fantasia. Lo spazio comune dove tutte le
nostre vite si intrecciano
è il cortile di un palazzo
di San Lorenzo: una studentessa universitaria,
allegra e svampita, che
per sbarcare il lunario si
mantiene con la lap
dance, è l'amore segreto
di un aitante uomo di
mezza età in pensione che
abita nell'appartamento
accanto e le regala mazzi
di rose anonimamente;
una maniacale ma sensuale poliziotta che tutto
controlla, sospetta che il
marito abbia una tresca
con la bella e giovane
Gessica che fa i tatuaggi
al mondo della mala ed è
molto amata da tutti i
condomini per la sua dolcezza e tranquillità; una
dottoressa appena laureata
piena di voglia di curare
tutti i condomini che scopre malattie e propone
medicine pure ai muri;
una ballerina classica ed
una di avanspettacolo che
ormai vivono di ricordi e
si stuzzicano costantemente sulle diverse modalità e scelte di vita; il
portiere impiccione, un
postino che sa tutto ma
non vede niente; un vagabondo che è la coscienza
del condominio perché è
l'unico sincero verso i
limiti e le ricchezze di
ogni abitante del palazzo!
Il tutto condito con musica, qualche passo di
danza…e perfino un
tango!
Questo è il racconto di
ciò che vorremo mettere
in scena…venite il 25 ed
il 26 Giugno a piazza
dell'Immacolata dalle ore
20…per rendervi conto di
cosa siamo riusciti ad
inventarci…così ci darete
una mano ed un po' di
coraggio! Vi aspettiamo
tutti e tanti!
Se vuoi
partecipare a
Il punto di svista
puoi mandare le
tue proposta a
[email protected]
Sport
il
Punto di S v ista
7
Il cricket giocato dai ragazzi
Dal tempio del Taj al parco degli acquedotti passando per il Bangladesh
di Habib
Da dove vieni?
vengo da Comilla, in
Bangla desh
Da quanti anni stai in
Italia?
Da due anni e mezzo
Qual'è il tuo sport
preferito?
Il cricket
Come mai ti piace
questo sport?
Mi piace da quando
era piccolo, ci giocavo con mio fratello
Wa l i e p o i m i p i a c e
perché in Bangla
desh è lo sport più
praticato come il calcio in Italia.
In Italia ci sono
molte squadre di
cricket?
Credo di si. A Roma
ce n’è una sulla
tuscolana,
u n a a p i a z z a Vi t t o r i o ,
sulla Magliana, a
To r p i g n a t t a r a e u n a
sulla Casilina.
Come si gioca?
La partita viene disputata tra due squa-
d r e c o m p o s t e d i 11
elementi ciascuna. Si
gioca in un campo in
erba dalla forma
ovale o rettangolare
e dalle dimensioni
non precisate (solitamente tutto lo spazio
disponible).Al centro
del prato è collocata
una corsia lunga 20
metri e larga 2, chiamata pitch, ai cui
estremi sono posti i
tre paletti che formano il wicket .
E i giocatori?
Le due squadre non
schierano entrambe
t u t t i 11 g i o c a t o r i .
Ogni frazione di
gioco (innings) vede
i m p e g n a t i 11 d i u n a
squadra nel lanciare
la palla e difendere il
campo
(filder) e un singolo
avversario alla battuta dove, una volta
eliminato, viene
sostituito da un compagno di squadra
fino all' eliminazione
del decimo battitore.
Tr a u n i n n i n g s e
l'altro le squadre
invertono i propri
ruoli.
Qual’è lo scopo del
gioco?
Lo scopo del gioco è
quello di mettere a
segno più punti possibile, di non farsi
eliminare quando si è
in battuta; e viceversa di non far segnare
punti e di eliminare i
battitori avversari
quando questi sono
a l l a n c i o . Vi n c e c h i
realizza più punti.
I punti si fanno correndo tra le due basi
(wickets). Ogni volta
che i battitori si
scambiano di base
viene assegnato un
punto. Se la palla
varca il boundry
(bordo campo) senza
toccare terra vengono dati 6 punti, mentre se tocca a terra
ne vengono dati 4.
di questo sforzo non lo
si potrebbe anche mettere nel cercare di rendere gli stadi di calcio
meno simili a bolge
infernali? Le persone
normali tornerebbero a
riempirli, a fare il tifo e
magari pure i giocatori
sarebbero contorniati
più da tifosi vari che da
belve che li mettono
sotto pressione e fanno
passare loro la voglia di
somigliare a noi ragazzi
che non vediamo mai
l'ora di metterci gli scarpini e scendere in
campo a giocare.
A due passi dal Taj Mahal
Champion a Roma
Emozione nella capitale
di Piero e Jacob
E' appena terminata
l'ultima edizione della
Champions League, il
torneo calcistico più prestigioso a livello europeo. La finale di quest'anno si è svolta a
Roma e la città si è preparata in modo molto
scrupoloso per far si
che tutto filasse per il
meglio e non ci fossero
incidenti tra le tifoserie
inglese e spagnola. E
che i tifosi romani non
“mettessero il dito”!.
Manchester UTD e
Barcellona si sono
affrontate in una partita
straordinaria, seppur un
po' a senso unico:
l'èquipe catalana ha
difatti preso in mano le
redini del gioco all'incirca dopo un quarto d'ora
(di quasi dominio inglese, va detto), per non
mollarlo più per il resto
dei settantacinque minuti. Al di là del risultato
(2-0 per il Barça), sono
state due le cose che
hanno fatto riflettere in
riferimento a questo
avvenimento. La prima
viene dal campo, dal
gioco divertente ed
emozionante che le due
squadre ci hanno regalato, un divertimento che
raramente si affaccia nel
nostro campionato. Era
come se i giocatori
avessero stimoli diversi
nel correre appresso al
pallone, forse meno
pressione; ricordavano
più i ragazzi che, come
me non vedevano l'ora
di scendere in campo e
giocare. Nel campionato
italiano questa voglia
non si vede mica tanto!
E infatti gli stadi sono
spesso semivuoti. E qui
passiamo alla seconda
considerazione: ma se
si è fatto di tutto per far
filare liscio un evento
così importante, un po'
il
Punto di S v ista
8
Benessere, medicina e cucina
Come vivere a lungo
Grazie agli Omega 3 che si trovano nel pesce
Come dovrebbe essere
di Massimo
Spesso abbiamo protestato perchè il pesce non ci
piaceva o perchè c’erano
troppe spine. In questo
modo i nostri genitori si
sono dovuti industriare
per trovare il modo di
cucinarlo in maniera più
gradevole, qualche volta
con buoni risultati e qualche volta no.
Abbiamo sentito spesso
che il pesce fa bene, che è
importante per la crescita.
Alcuni nostri amici sono
stati curati con olio di
fegato di merluzzo, un
intruglio decisamente
sgradevole che però aveva
effetti miracolosi
sulla persona curandola
quasi istantaneamente.
In tutte le culture il pesce
è ritenuto importante, un
alimento che non può
mancare nel menù delle
popolazioni.
Incredibile il caso degli
Inuit, popolo nomade
eschimese che vive di
caccia e pesca. Nelle
fredde terre artiche in cui
abitano non c’è frutta e
verdura, così spesso mangiano solo pesce, circa
500 grammi al giorno.
Nel pesce ci sono proteine e grassi che fanno
bene, quelli insaturi, sono
chiamati Omega 3, una
categoria di acidi grassi
essenziali indispensabili
al corretto funzionamento
dell’organismo. Gli
Omega 3 sono noti
soprattutto per la loro
presenza e il mantenimento dell'integrità della
membrana cellulare.
Eppure gli Inuit vivono a
lungo, senza problemi
cardiovascolari, con le
arterie pulite e un corpo
che si conserva giovane
fino a 80 anni.
Gli italiani sono grandi
studiosi delle proprietà
dell'olio di pesce, che
contiene i preziosi Omega
3.
Nell’università di Siena
hanno dimostrato come
siano attivi anche per
combattere ansia, stanchezza, depressione e
confusione. Gli Inuit
infatti si caratterizzano
per il loro umore costante, ottimista, sereno e
assenza di depressione.
Loro mangiano olio di
pesce dalla nascita alla
vecchiaia, e dicono di
loro: “Gli Inuit non
muoiono mai, semmai si
addormentano e dimenticano di svegliarsi”.
Ricette
il
La Paella
Fagiolini150 g
Olio1/2 bicchiere
Paprika1 cucchiaino
Pepe a seconda dei gusti
Peperoni1 rosso, 1 giallo
Piselli200 g
Pollo1
Pomodoripolpa 200 g
Riso350 g
Salsicciasecca 1 bel pezzo
Zafferano1 bustina
Preparazione
Per prima cosa preparate
per bene tutti gli ingredienti: tagliate la carne di pollo,
di coniglio e la salsiccia a
pezzettini; tagliate i peperoni a striscioline e tritate
insieme la cipolla e l'aglio.
Versate metà dell'olio in un
wok, fatelo scaldare e mettete a rosolare il pollo; una
volta pronto toglietelo dal
fuoco e tenetelo in caldo.
Nella stessa padella fate
appassire la cipolla, l'aglio
e la foglia d'alloro e aggiungete poi la salsiccia e il
coniglio che farete rosolare
per bene.
Quando la carne sarà dorata aggiungete i peperoni e
dopo qualche minuto unite
il pomodoro, i piselli e i
fagiolini lasciando cuocere
per qualche minuto.
In una padella a parte versate l'olio restante e fate
tostare velocemente il riso;
unitelo poi agli altri ingredienti aggiungendo anche
un po' di pepe, la paprika,
la bustina di zafferano e un
cucchiaino di sale.
Coprite il tutto con 1 litro di
brodo di carne e portate il
tutto ad ebolizione mescolando bene.
A questo punto coprite il
wok con della carta stagnola e mettete in forno a 250°
per 15 minuti senza mescolare.
Togliete il wok dal forno,
controllate la cottura del
riso e se è troppo asciutto
aggiungete un po' di brodo.
Servite la vosta Paella ben
calda nel wok.
Consiglio
Se volete rendere la vostra
Paella più leggera potete
ultilizzare del riso integrale
al posto del parboiled.
Inoltre potete aggiungere ½
bicchiere di vino rosso
durante la cottura della
carne per renderla più
saporita.
Curiosità
Sembra che originariamente
la paella venisse preparata
con gli avanzi dei giorni di
festa ed è per questo che, a
parte la ricetta della paella
alla Valenciana, ogni regione della Spagna la prepara
a modo suo creandone
diverse varianti.
I Valenciani però, dal canto
loro, non considerano affatto queste varianti, fieri della
loro ricetta originale.
Se vi trovate in Spagna e
volete assaggiare la vera,
tradizionale paella dovete
andare a "la Pepica", ristorante famoso di Valencia
dove si preparano circa 40
kg di paella al giorno.
Consigli sulla cottura
del riso
Al momento di aggiungere il
riso, se avremo scelto il recipiente adeguato e preso correttamente il riferimento delle attaccature
dei manici, semplicemente
facendo un solco con il riso che
fuoriesca di un paio di centimetri
dal brodo, avremo trovato la
relazione perfetta tra riso e brodo
per il recipiente nel quale stiamo
cucinando. Questa è la quantità
esatta di riso di cui la paella ha
bisogno; se desideriamo aggiungere altro riso, dovremo incrementare il livello del brodo
aggiungendo acqua. Così facendo però, staremo forzando la
relazione liquido-riso per quella
determinata paella. L'ideale
sarebbe utilizzare una padella di
maggior diametro. Tutti questi
riferimenti sono approssimati, la
durezza dell'acqua, la vivacità
del fuoco, la varietà del riso e
anche l'altitudine, influiscono in
misura maggiore o minore nella
proporzione liquido-riso che
dobbiamo utilizzare per ciascun
recipiente. Il volume dell'acqua
devere essere tra la due e le tre
volte quello del riso. Più alta è la
fiamma, più rapidamente il
brodo evapora. Se vedete che il
riso rimane duro, abbassate il
fuoco e se vedete che rimane del
brodo, alzate la fiamma.
Punto di S v ista
periodico in attesa di registrazione
a registro nazionale della stampa
presso il Tribunale di Roma
Direttore responsabile:
Rosa Mordenti
Finanziato con il contributo del Direttore
Generale U. Montaguti
dell’Azienda Policlinico
Umberto Primo di
Roma.
Hanno partecipato:
Associazione Il Grande
Cocomero,
Bruno,
Domitilla,
Emanuel,
Filippo,
Francisco,
Giulia,
Graziella,
Habib,
Ileana,
Jacob,
Lorenzo,
Maria Paola,
Massimo C.,
Massimo S.,
Mirko,
Pierfrancesco,
Stefani,
Valentina.
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