Una forza inarrestabile il Piccole non sono Cronache Cricket sport Il pesce e la dall’Amazonas paella Punto di S v ista numero zero il giornale dei ragazzi di San Lorenzo, e non solo - Roma Come raggiungere gli obiettivi: non bisogna preoccuparsi di ciò che avviene nel tragitto, per non cadere devi guardare la mèta Arrivare al traguardo I ragazzi Siamo andati a intervistare un importante personaggio del Policlinico Umberto primo, Ubaldo Montaguti, manager della più grande azienda ospedaliera italiana ed europea. Ci ha ricevuto il 14\05\09 nel suo ufficio che ci ha colpito in particolare per l'ambiente accogliente e per le frasi incorniciate alla parete della stanza. Quelle che ci sono piaciute di più sono: "QUANDO UNA FORZA INARRESTABILE INCONTRA UN OSTACOLO INSORMMORTABILE SCOPPIA UN CASINO INDESCRIVIBILE". E' una frase di Bucchi.. Un' altra frase è tratta da una canzone di Fabrizio de Andrè: "DA I DIAMANTI NON NASCE NIENTE , DAL LETAME NASCONO I FIORI ". Il manager ci ha fatto accomodare, mettendoci a nostro agio e, dopo esserci presentati, abbiamo iniziato a fare le nostre domande. A quale età si è laureato? Nel 1974 e sono nato nel 1947; Perché fa il manager? Mi è capitato. Ho cominciato facendo il medico, ho lavorato in ospedale per dieci anni, non andavo d'accordo con i capi e ho deciso di abbandonare l'ospedale. Mi sono dedicato all' epidemiologia. Nel 1700 con l'epidemia di colera, si erano accorti che non si poteva bere tutta l'acqua.. Dal momento che constatarono che a valle ci si ammalava e a monte no, riuscirono a definire dei modelli di malattia senza, però, saperne la causa. Non si conoscevano ancora i germi . Zavetti (che fu ministro) mi chiamò a collaborare con lui. È soddisfatto del suo lavoro? Con i pazienti è piu' entusiasmante, qui meno, ma a volte mi diverto anche se non sempre sono soddisfatto. Comunque non mi sento arrivato Quali valori l'accompagnano nello svolgere ogni giorno il suo lavoro? I valori sono la giustizia, trattare tutti bene allo stesso modo a prescindere dalla razza, dal sesso, etc…poi la trasparenza. Occorre Un pomeriggio molto interessante sempre cercare di prendere una decisione almeno al 51%, ma farlo in modo trasparente anche se non tutti sono d'accordo. Il rispetto delle persone; la mancanza di rispetto è una delle cose che più danneggia l'immagine della sanità. L'umanizzazione, la capacità di amare in modo adeguato le persone. Il suo handicap ha interferito con la sua carriera ? E con la sua vita? Interferisce se uno ci pensa. Mia nonna che mi allevava senza nessuna pietà. Il sabato, quando stavamo tutti insieme e ci preparava la ciambella, noi infilavamo il dito dentro e lei tirava una randellata a mio cugino che scappava e allora ne dava due a me dicendomi "così impari, cosi' la prossima volta controlli tuo cugino". Mi ha aiutato a non percepire mai il mio handicap. Ho trovato sempre il modo di arrangiarmi. Ho pensato che ero uguale agli altri, dovevo trovare in me stesso il modo per venire fuori. Da ragazzo facevo la parte del bel tenebroso, chi ti tratta come sei alla fine ti toglie la timidezza. Non ho mai sentito la necessità di avere pietà. A volte viene la voglia di evadere, in un certo senso di "staccare la spina", le è capitato di avere questi momenti? Lavoro con mia moglie 24 ore su 24, per me è una grande fortuna lavorare, sento la mancanza di quello che facevo, non mi pento delle scelte precedenti. Quando decidi di andare verso un obiettivo è come quando si sta su una corda; per non cadere devi guardare la meta, altrimenti cadi. Se ti preoccupi di quello che accadrà non raggiungerai mai l'obiettivo (effetto Wallenda: grande equilibrista, di cui la moglie racconta che doveva passare tra due grattacieli, ma cadde perchè pensò a quello che poteva succedergli). Ho fatto fatica e avuto umiliazioni, anche quando il mio capo dovette garantire per me. Se ci penso mi arrabbio ancora. Che ne pensa dei giovani di oggi? Sono meravigliosi. Mio figlio vuole vivere a Bologna. Vorrei tornare al liceo. Certo non è normale avere voglia di studiare, ma bisogna farlo. Anche se è una "rottura" lo studio ti apre delle porte. Ai miei tempi studiare era un privilegio. Qual è il suo colore preferito? Il rosso. Animale? Cane Oggetto? Le matite Minerale? Pietra vulcanica. Che avrebbe fatto se non avesse fatto il medico? Avrei voluto fare l'architetto perché è un lavoro creativo, o lo sceneggiatore. Come convincerebbe a tornare in Italia le persone che sono andate all'estero per intraprendere una carriera? Molti giovani hanno deciso di andare via perché il nostro e un paese sempre più pesante per loro, quindi molti se ne vanno dall'Italia e credo che facciano bene. Gli altri paesi hanno un atteggiamento diverso, sono migliori del nostro. Finita l’intervista, tornando verso casa, riflettevamo su quanto è stato piacevole starlo ad ascoltare, difatti anche i più chiacchieroni di noi hanno preferito ascoltare piuttosto che parlare. Ad alcuni di noi è piaciuta la frase su come raggiungere gli obiettivi, ad altri il fatto che dicesse al figlio di non prendere nove a scuola! Un’esperienza particolare Siamo al terzo numero, o meglio dopo quello di prova e del numero zero, SIAMO AL NUMERO UNO...chi lavrebbe mai detto! PUNTO DI SVISTA sta diventando un "vero" giornale...abbiamo il nostro editore (leggetevi la sua interessante intervista per farvi un idea di chi è!) e il nostro giornalista responsabile, una deliziosa collaboratrice disponibile a condividere con noi...gioie e dolori! Abbiamo intensificato le interviste..perchè ci divertiamo ad indagare nelle menti e quando pensiamo alle domande cerchiamo di rispondere alle curiosità ed ai dubbi nostri e dei nostri lettori! Abbiamo trovato anche nuovi collaboratori, aprendo agli adolescenti di San Lorenzo le nostre pagine e rendendoci disponibili a qualsiasi proposta che la redazione discute attentamente. Per ora abbiamo un finanziamento dall'Azienda Policlinico Umberto I che ci garantisce la pubblicazione di 4 numeri del giornale..e ci divertiremo con tutti voi a concretizzare il nostro sogno: diventare uno strumento di comunicazione che partendo dagli interessi degli adolescenti si rivolga ai pari ed agli adulti, che sappia parlare di emozioni e di sentimenti, che sappia essere critico e propositivo, che sia una cornice per le incomprensioni ed i disagi che la crescita ci fa affrontare, che dia voce e spazio alle nostre contraddizioni ed alla nostra voglia di essere! BUONA LETTURA il Punto di S v ista 2 Cronaca Bullismo: cosa ne pensano Le opinioni dei ragazzi e delle ragazze de “il Punto di Svista” Le ragazze e i ragazzi Fin dalla notte dei tempi l'uomo ha avuto l'esigenza di affermarsi sull'altro, anche se quest'ultimo appartiene alla stessa sua specie. Nella società odierna gli adulti hanno capito cosa è il rispetto per gli altri, mentre alle prese con questo "cancro giovanile" ci siamo noi adolescenti. Chi più, chi meno, tutti i ragazzi convivono con questo difetto che riempie le pagine dei giornali. Le soluzioni proposte sono state tante, ma sempre più ragazzi credono di affermarsi in questo modo fino all'esaltazione deviata della propria identità. I mezzi per arrivare a questi risultati a volte sono molto estremi come l'uso della violenza. Su questo argomento abbiamo deciso di intervistare alcuni ragazzi. Secondo te perchè un ragazzo fa il bullo? Giulia: perché crede di avere troppe certezze; Paola: per me, è per nascondere le troppe incertezze; Emanuel: perché non sono felici e non si sentono valo- rizzati, è anche un modo di dimostrare in maniera negativa di essere superiore agli altri; Stefany: tanto sanno che i loro padri ricchi li proteggono; Jacob: per il desiderio di sentirsi appagati, coprendosi della vanagloria che ne consegue, seguendo un istinto primitivo di prevalere sul nostro pari che viene ritenuto inferiore perché emarginato a causa della sua diversità; Stefany e Giulia: se non ti vesti in un determinato modo le le ragazze diventano molto cattive; Francisco: più che altro è un fatto di razzismo, un esage- rare scherzando, a me capitava alle medie, ora non più; Nicholas: lo fa chi pensa di essere più forte e se la prende con i più deboli; Perfrancesco: io ho visto atti di bullismo nella mia squadra di calcio. Ma quando ho visto che un ragazzo razzista ha preso in giro una ragazzo di colore negli spo- Non preoccupatevi: stanno giocando Piccole cose che fanno male Che così piccole non sono Bruno Intervista al creatore del sito"S.O.S. razzismo", Rokibull Udin: Nome Rokibull Udin Etŕ 17 anni Dove sei nato? In un paese situato sul golfo dal Bengala, sono venuto in Italia all’età di cinque anni. Perché? Mio padre era stato coinvolto, a sua insaputa, in un losco affare; per questo motivo tuttora le forze dell'ordine del mio paese lo cercano. Che tipo di affare? Mafia. La mafia esiste ovunque; mio padre fu uno dei tanti capri espiatori di quegli uomini dediti alla malavita. Ti sei ambientato bene qui in Italia? Fortunatamente ho trovato amici sinceri che mi hanno fatto passare la paura iniziale, ma non tutte le persone che vengono qui hanno que- sta fortuna. E' per questo motivo che hai deciso di fondare il sito? Esattamente. Spero che chiunque abbia bisogno di una mano possa trovarla nel mio sito. E' un gesto nobile. Sei mai stato vittima di razzismo? Mai esplicitamente. Alcune volte ho notato che alcune persone avevano dei pregiudizi nei miei confronti, piccole cose che danno fastidio. Tipo? Piccolezze. Tempo fa io e dei miei amici ci ritrovammo ad assistere un borseggio sull' autobus. Il borseggiatore era una persona di colore, i miei amici lo formarono, formando una piccola folla. Io che sono piů lento arrivai dopo, e un vecchietto mi disse “vattene, abbiamo già preso il tuo amico!”. Queste piccole cose alla fine fanno male, e per questo voglio dare una mano a chiunque sia vittima di razzismo. Grazie. gliatoi, io ho cercato di difenderlo; Mirko: molti si impongono sugli altri solo per divertimento e non per altro. Molti altri, invece, solo per farsi vedere grandi e ottenere cose che non hanno. Qualcuno di voi ha mai fatto il bullo? Nicholas: io prima ero un rompipalle, ho preso anche una denuncia per questo quando avevo 12, 13 anni. Mia madre mi racconta che quando ero piccolo non mi invitavano più alle feste perchè menavo a tutti. Cosa vorreste dire alle persone che si trovano a subire atti di bullismo? Ivan: dipende dai casi, e comunque consiglio di reagire e rivolgersi ai grandi; Jacob: denunciate le persone che vi rendono la vita difficile con questi atti perché qualunque cosa abbiate fatto non vi meritate queste ingiustizie che vi fanno sentire quello che non siete; Paola: e soprattutto è importante che gli altri ragazzi non facciano da spettatori e quindi taciti complici del bullo che si sente forte solo perché qualcuno sta lì a guardare. Ecologia e ambiente il Punto di S v ista 3 Sono brasiliano dell’Amazonas Un’esperienza tra i Tukuna di Francisco Da dove vieni? Sono brasiliano dell'Amazonas, e sono nato al confine con la Colombia in territorio indigeno Tukuna (Ticunas), chiamato trapezio amazzonico D: dove si trovano i Ticunas? R: gli Indios "Tukuna" sono una popolazione indigena composta da più di venti gruppi che occupano un territorio di circa 138.000 km2 sulle rive del fiume Solimoes , o rio dell'Amazzonas tra il Brasile, il Perù e la Colombia D: chi sono? R: è una popolazione di origine asiatica-mongolica , arrivata in Amazzonia fin dal periodo precolombiano.Oggi contano circa 25.000 individui. I Tukuna rappresentano la popolazione più rappresentativa in Brasile. D: come vivono ? R: malgrado la contaminazione con la cultura bianca o europea, gli indios tukunas conservano tutt'ora le caratteristiche tribali, vivendo quasi esclusivamente delle risorse della foresta. Conservano i legami totemici e religiosi che riflettono nella vita quotidiana delle famiglie e della comunità il rispetto umano/divino tra di loro. D: come trascorrono le loro giornate ? R: per gli indios tukuna la concezione tempo/misura non esiste,così come la proprietà privata. Se la giornata è serena si va caccia, a pesca ; i bambini (curumin) vanno al fiume; le donne cucinano, invece se la giornata è nuvolosa, restano nelle capanne. D: che tipo di cultura hanno? R: come tutte le tribù indigene hanno una cultura diversa dalla nostra . Innanzi tutto per loro il domani non esiste, quello che esiste è il presente, quindi l'uomo tukuna cerca di vivere l'esistenza in maniera pragmatica . Per una migliore informazione e approfondimento di questo tema, consiglio la lettura di: AnalisiAntropopsicosociolo gica della componente religiosa del popolo tukuna, 1982, UPS-Roma. D: quanto tempo sei stato con loro ? R: circa due anni . D: perchè hai deciso di fare questa esperienza ? R: innanzitutto perché mi sentivo molto legato alla cultura amazzonica, e alle problematiche che riguardano le popolazioni indigene. Secondo motivo: per la ricerca che svolgevo per la mia tesi di laurea . esperienza ? R: mi hanno accolto come uno di loro , l'unica cosa insolita è stata quella di essere accerchiato dai bambini che toccavano la mia barba, sicuramente ho imparato moltissimo dal loro modo di comportarsi. donna Tukuna e il suo bambino D: come ti hanno accolto? cosa hai imparato da questa Insegnare: che passione! di Domitilla Ci troviamo con Piero insegnante di inglese presso la scuola in Ospedale del Policlinico Umberto Primo e della scuola statale Morosini. D: come è nata questa passione di insegnare la lingua inglese? R: a scuola, era la materia nella quale riuscivo meglio e che più mi appassionava. D: dove hai imparato la lingua? R: principalmente in Irlanda. D: hai trovato difficoltà ad impararla? R: no, già la conoscevo abbastanza. In Irlanda ho avuto l'opportunità di perfezionarla conoscendo persone e parlando con loro. D: essere nato a Roma ha influenzato il qualche modo l'apprendimento dell'inglese e la pronuncia che sappiamo essere molto complessa? D: no, ho sempre avuto una buona pronuncia e quindi quando parlo inglese l'accento romano non si sente più di tanto. D: tornando alla tua passione di insegnante da quanti anni insegni? R: Precisamente dal 1996, quindi quasi 13 anni. D: perché proprio la decisione di insegnare presso il Policlinico? R: quando ho vinto il concorso a cattedra ho avuto l'opportunità di poter scegliere di insegnare nella scuola del Policlinico Umberto I; precedentemente avevo già insegnato in un liceo linguistico privato. D: che differenze hai trovato rispetto all'insegnamento della scuola territoriale? il rapporto che hai avuto con i ragazzi della scuola statale è diverso da quello che hai con noi? R: io insegno anche nei reparti del Policlinico, diciamo che con voi le differenze rispetto a come mi rapportavo con i ragazzi della scuola statale non sono molte. Diciamo che sono diversi i tempi e il numero di ragazzi che seguo: nel Policlinico mi trovo a svolgere lezioni individuali e a tempo limitato e ciò permette d'instaurare un rapporto meno formale rispetto a quello che si ha in una classe con venti studenti. Inoltre qui non devo seguire un programma stabilito e non dovendo darvi un voto a fine lezione voi sentite meno ansia rispetto alla scuola. D: nella scuola territoriale ci sono molte più regole ed un rapporto più formale perché i ragazzi del policlinico sono molto più ascoltati ed aiutati di quelli delle scuole territoriali? R: mah….è una questione di numero, siete di meno e quindi il rapporto è privilegiato sia per il numero sia perché è più informale. Io come insegnate ho sempre cercato di ricevere e dare rispetto tentando di stare a livello paritario a quello dei ragazzi che seguo. Credo che questo abbia permesso e agevolato la relazione che ho instaurato con voi. Quello che voglio dire inoltre, è che non mi sento "arrivato" come percorso di formazione personale; non so tutto e ho ancora molto da imparare. il Punto di S v ista 4 Comunicazione Televisione: piccola inchiesta Quanto vale per noi tredicenni di Ileana 2) 3 ore 3) telefilm, reality show 4) amici, colorado, GF e malton 5) perché mi piacciono 6) da sola o in compagnia 7) si Internet DOMANDE: 1) in quali giorni guardi la TV? 2) per quanto tempo? 3) cosa guardi di solito? 4)quali programmi consiglieresti? 5) perchè li consiglieresti? 6) con chi guardi la TV di solito? 7) ti piace guardare la TV in generale? Serena: 1) tutti 2) 3 ore 3) amici di Maria De Filippi 4) amici 5) perché è un talent show con persone che possiedono vero talento 6) da sola 7) si, molto Valentina: 1) tutti 2) 2 ore 3) telefilm 4) il mondo di patti 5) perché è appassionante Frankie: 1) tutti 2) 1 ora/ 1 ora e mezza 3) le drake e gios e malcom 4) drake e gios 5) perché fanno morire dalle risate 6) da sola, con gli amici o con il ragazzo 7) si 6) con mia sorella 7) si Camilla: 1) tutti 2) 2 ore 3) grande fratello, amici, musica 4) nulla 5) / Internet e i ragazzi Perchè lo usano il Punto di Svista Internet è nato come un sistema di comunicazione usato dall’esercito. Dopo la sua nascita ha riscosso un grande successo nell'ambito commerciale. Ad oggi noi ragazzi lo usiamo per fare ricerche scolastiche e come svago dati gli infiniti giochi che si possono trovare. Molto più spesso internet viene usato come punto di incontro e questo è testimoniato dalla larga presenza dei social network. Tra di noi c'è chi pensa che è un valido mezzo per socializzare mentre altri no perché sostengono che sia più importante guardarsi negli occhi e avere scambi diretti. Uno di noi ha incontrato una ragazza conosciuta su internet, stringendo una nuova amicizia. Internet per noi ragazzi oltre ad essere molto utile è anche un divertimento perchè possiamo comunicare con i nostri amici e scambiarci foto, pensieri, pareri anche quando siamo a casa o lontani. Si possono trovare e dare informazioni, cercare luoghi, indicazioni, eventi musicali, artistici e molto altro ancora. È anche un momento di confronto, dibattito, gioco, svago e divulgazione. Per noi giovani internet non presenta grandi controindicazioni se non quello che occorre ricordare che tutto ciò che è utilizzato in modo eccessivo è dannoso. Va usato in modo intelligente e con attenzione visto che soprattutto per i più piccoli potrebbe essere pericoloso a causa di malintenzionati che potrebbero approfittarsi dei più ingenui e dei più deboli. Quindi ragazzi “Occhio! e buon divertimento!”. Televisione 6) da sola 7) si Kathleen: 1) tutti Sara the best : 1) tutti 2) 2 o 3 ore, circa 3) telefilm,film e reality show 4) paso adelante e x-factor 5) perché sono belli e fanno ridere 6) da sola o con gli amici 7) abbastanza Romano: 1) tutti 2) 1 ora al massimo 3) sport 4) sport 5) perché è bello 6) Roman 7) si Questa intervista di Ileana fa riflettere noi ragazzi più grandi. Forse dovremmo riconsiderare il valore di questo mass media perché occupa tutti i giorni e troppo tempo. Potremmo aprire anche una parentesi sulla qualità dei programmi, la maggior parte dei quali risultano sciolti. Questi canali però rispondono a delle esigenze futili. Una delle esigenze fondamentali è la smania,da parte del telespettatore, di interessarsi della vita privata e quotidiana dei concorrenti dei reality show. Ormai sembra smarrita la capacità di confrontarsi su temi offerti dai canali.E' pur vero che i programmi non offrono spunti per eventuali discussioni,o meglio,se li offrono sono di bassa qualità. Cultura il Punto di S v ista 5 Il suono dentro e intorno a noi Comunicare con la musica di Valentina "La musica è soprattutto uno strumento per determinare cambiamenti: cambiamenti di umore, cambiamenti di rapporto, cambiamenti di attitudine, cambiamenti di attenzione, cambiamenti nelle possibilità di pensiero" (Bruscia, 1995). La musica è creatività, e come tale, è un infinito spazio potenziale di ricerca delle risorse. Per tutto questo la musica è un mezzo e uno strumento per creare una relazione terapeutica. Una relazione che non utilizza la parola ma utilizza la comunicazione non verbale completa del linguaggio corporeo, di quello musicale e di tutte le modalità in cui l'immaginazione può esprimersi senza parole. Ma cosa serve per fare una seduta di musicoterapia? Ricordiamo che facciamo riferimento ad un modello teorico preciso, quello sviluppato da R. Benenzon, psichiatra argentino, teorico e inventore della musicoterapia attiva. Tutto quello che ci serve sarà orientato a favorire l'espressione al quanto più libera possibile della creatività corporea e sonora del soggetto e dei contenuti affettivi ed emotivi. Quello a cui diamo importanza per trovare significati psicologici è tutta la comunicazione analogica (non verbale), la prossemica, l'uso dello spazio, l'uso degli strumenti e la valutazione del tempo, del ritmo, della melodia e di tutti quei parametri che caratterizzano l'agire umano e la pratica musicale. A tutto questo può aggiungersi un uso più ampio della globalità dei linguaggi che permette nuove possibilità di espressione della propria creatività. Si potranno quindi usare strumenti musicali di varia natura, dallo strumentario orff (strumenti semplici tipo tamburi, flauti, maracas etc.) a strumenti di più difficile utilizzo come chitarre, pianoforti, strumenti a fiato etc… Si potrà utilizzare la musica registrata, il disegno, i colori, teli e stoffe, qualsiasi oggetto o gioco passa agevolare la creatività. Per quella che è la mia esperienza, c'è un elemento molto elementare in particolare che incuriosisce e affascina chiunque per le sue qualità sonore: l'acqua. Sottoforma di pioggia o di onde, registrata o riprodotta, l’acqua è l'elemento naturale che più di ogni altro ci permette di regredire e di sentire i nostri pensieri dolcemente cullati. L’amico ritrovato Una amicizia oltre il tempo Una recensione del libro di Hulman di Giulia Lo scrittore Fred Hulman, definisce il romanzo come il suo libro, anima e descrizione delle sue origini. Sullo sfondo dello scoppio della seconda guerra mondiale, tra ostacoli ideologici e culturali, Hulman dipinge l' Amicizia innocente. Hitler proclamava la diversita' delle razze e Hans e Konradin con il loro incontro mostrano il contrario.Questi due ragazzi coetanei, di etnie differenti,uno ebreo e l'altro tedesco, stringono un'amicizia,fiduciosi che potesse andare oltre le idee antisemite del tempo. Questo intimo idilio fra i due dura fin quando Konradin, a causa delle innumerevoli persecuzioni,arriva addirittura a vergognarsi di questo rapporto,reprimendolo. Hans, costretto, emigra in America da alcuni parenti che rappresentano il suo rifugio, mentre i suoi genitori rimangono in Austria mossi da impeto patriottico. Purtroppo in seguito moriranno suicidi per sfuggire alle persecuzioni naziste. Sopravvissuto agli eventi, molti anni dopo, Hans riceve una lettera dal suo vecchio liceo classico tedesco. Questa annunciava la raccolta di fondi per la costruzione di un monumento in ricordo di tutti gli studenti morti nella seconda guerra mondiale ed allegato un libretto con i nomi dei deceduti. Hans in questo elenco trova anche il nome dell' amico Konradin con di seguito scritto: Implicato per il tentato omicidio di Hitler, giusti- ziato; ed e' dopo aver appreso questa notizia che Hans capisce e rivive la vera amicizia, spontanea e pura come era all'inizio tra loro. Il contrasto tra l'aridità dell' Oltre l’aridità del contrasto ideologia nazista e la profondità della relazione umana sottolinea la speranza che, con il raggiungimento dell'emozione dei protagonisti e del lettore compartecipe, percorre tutto il romanzo. il Punto di S v ista 6 Notizie dal Cocomero Il teatro Condominio di via dei Sabelli di Graziella Questa rappresentazione teatrale del Condominio di Via dei Sabelli...è una nuova e divertente scommessa! Per la prima volta dopo gli altri 5 laboratori teatrali abbiamo deciso di portare in scena un musical che ci desse la possibilità di improvvisare una storia e di inventarci dei personaggi giocando con la nostra fantasia. Lo spazio comune dove tutte le nostre vite si intrecciano è il cortile di un palazzo di San Lorenzo: una studentessa universitaria, allegra e svampita, che per sbarcare il lunario si mantiene con la lap dance, è l'amore segreto di un aitante uomo di mezza età in pensione che abita nell'appartamento accanto e le regala mazzi di rose anonimamente; una maniacale ma sensuale poliziotta che tutto controlla, sospetta che il marito abbia una tresca con la bella e giovane Gessica che fa i tatuaggi al mondo della mala ed è molto amata da tutti i condomini per la sua dolcezza e tranquillità; una dottoressa appena laureata piena di voglia di curare tutti i condomini che scopre malattie e propone medicine pure ai muri; una ballerina classica ed una di avanspettacolo che ormai vivono di ricordi e si stuzzicano costantemente sulle diverse modalità e scelte di vita; il portiere impiccione, un postino che sa tutto ma non vede niente; un vagabondo che è la coscienza del condominio perché è l'unico sincero verso i limiti e le ricchezze di ogni abitante del palazzo! Il tutto condito con musica, qualche passo di danza…e perfino un tango! Questo è il racconto di ciò che vorremo mettere in scena…venite il 25 ed il 26 Giugno a piazza dell'Immacolata dalle ore 20…per rendervi conto di cosa siamo riusciti ad inventarci…così ci darete una mano ed un po' di coraggio! Vi aspettiamo tutti e tanti! Se vuoi partecipare a Il punto di svista puoi mandare le tue proposta a [email protected] Sport il Punto di S v ista 7 Il cricket giocato dai ragazzi Dal tempio del Taj al parco degli acquedotti passando per il Bangladesh di Habib Da dove vieni? vengo da Comilla, in Bangla desh Da quanti anni stai in Italia? Da due anni e mezzo Qual'è il tuo sport preferito? Il cricket Come mai ti piace questo sport? Mi piace da quando era piccolo, ci giocavo con mio fratello Wa l i e p o i m i p i a c e perché in Bangla desh è lo sport più praticato come il calcio in Italia. In Italia ci sono molte squadre di cricket? Credo di si. A Roma ce n’è una sulla tuscolana, u n a a p i a z z a Vi t t o r i o , sulla Magliana, a To r p i g n a t t a r a e u n a sulla Casilina. Come si gioca? La partita viene disputata tra due squa- d r e c o m p o s t e d i 11 elementi ciascuna. Si gioca in un campo in erba dalla forma ovale o rettangolare e dalle dimensioni non precisate (solitamente tutto lo spazio disponible).Al centro del prato è collocata una corsia lunga 20 metri e larga 2, chiamata pitch, ai cui estremi sono posti i tre paletti che formano il wicket . E i giocatori? Le due squadre non schierano entrambe t u t t i 11 g i o c a t o r i . Ogni frazione di gioco (innings) vede i m p e g n a t i 11 d i u n a squadra nel lanciare la palla e difendere il campo (filder) e un singolo avversario alla battuta dove, una volta eliminato, viene sostituito da un compagno di squadra fino all' eliminazione del decimo battitore. Tr a u n i n n i n g s e l'altro le squadre invertono i propri ruoli. Qual’è lo scopo del gioco? Lo scopo del gioco è quello di mettere a segno più punti possibile, di non farsi eliminare quando si è in battuta; e viceversa di non far segnare punti e di eliminare i battitori avversari quando questi sono a l l a n c i o . Vi n c e c h i realizza più punti. I punti si fanno correndo tra le due basi (wickets). Ogni volta che i battitori si scambiano di base viene assegnato un punto. Se la palla varca il boundry (bordo campo) senza toccare terra vengono dati 6 punti, mentre se tocca a terra ne vengono dati 4. di questo sforzo non lo si potrebbe anche mettere nel cercare di rendere gli stadi di calcio meno simili a bolge infernali? Le persone normali tornerebbero a riempirli, a fare il tifo e magari pure i giocatori sarebbero contorniati più da tifosi vari che da belve che li mettono sotto pressione e fanno passare loro la voglia di somigliare a noi ragazzi che non vediamo mai l'ora di metterci gli scarpini e scendere in campo a giocare. A due passi dal Taj Mahal Champion a Roma Emozione nella capitale di Piero e Jacob E' appena terminata l'ultima edizione della Champions League, il torneo calcistico più prestigioso a livello europeo. La finale di quest'anno si è svolta a Roma e la città si è preparata in modo molto scrupoloso per far si che tutto filasse per il meglio e non ci fossero incidenti tra le tifoserie inglese e spagnola. E che i tifosi romani non “mettessero il dito”!. Manchester UTD e Barcellona si sono affrontate in una partita straordinaria, seppur un po' a senso unico: l'èquipe catalana ha difatti preso in mano le redini del gioco all'incirca dopo un quarto d'ora (di quasi dominio inglese, va detto), per non mollarlo più per il resto dei settantacinque minuti. Al di là del risultato (2-0 per il Barça), sono state due le cose che hanno fatto riflettere in riferimento a questo avvenimento. La prima viene dal campo, dal gioco divertente ed emozionante che le due squadre ci hanno regalato, un divertimento che raramente si affaccia nel nostro campionato. Era come se i giocatori avessero stimoli diversi nel correre appresso al pallone, forse meno pressione; ricordavano più i ragazzi che, come me non vedevano l'ora di scendere in campo e giocare. Nel campionato italiano questa voglia non si vede mica tanto! E infatti gli stadi sono spesso semivuoti. E qui passiamo alla seconda considerazione: ma se si è fatto di tutto per far filare liscio un evento così importante, un po' il Punto di S v ista 8 Benessere, medicina e cucina Come vivere a lungo Grazie agli Omega 3 che si trovano nel pesce Come dovrebbe essere di Massimo Spesso abbiamo protestato perchè il pesce non ci piaceva o perchè c’erano troppe spine. In questo modo i nostri genitori si sono dovuti industriare per trovare il modo di cucinarlo in maniera più gradevole, qualche volta con buoni risultati e qualche volta no. Abbiamo sentito spesso che il pesce fa bene, che è importante per la crescita. Alcuni nostri amici sono stati curati con olio di fegato di merluzzo, un intruglio decisamente sgradevole che però aveva effetti miracolosi sulla persona curandola quasi istantaneamente. In tutte le culture il pesce è ritenuto importante, un alimento che non può mancare nel menù delle popolazioni. Incredibile il caso degli Inuit, popolo nomade eschimese che vive di caccia e pesca. Nelle fredde terre artiche in cui abitano non c’è frutta e verdura, così spesso mangiano solo pesce, circa 500 grammi al giorno. Nel pesce ci sono proteine e grassi che fanno bene, quelli insaturi, sono chiamati Omega 3, una categoria di acidi grassi essenziali indispensabili al corretto funzionamento dell’organismo. Gli Omega 3 sono noti soprattutto per la loro presenza e il mantenimento dell'integrità della membrana cellulare. Eppure gli Inuit vivono a lungo, senza problemi cardiovascolari, con le arterie pulite e un corpo che si conserva giovane fino a 80 anni. Gli italiani sono grandi studiosi delle proprietà dell'olio di pesce, che contiene i preziosi Omega 3. Nell’università di Siena hanno dimostrato come siano attivi anche per combattere ansia, stanchezza, depressione e confusione. Gli Inuit infatti si caratterizzano per il loro umore costante, ottimista, sereno e assenza di depressione. Loro mangiano olio di pesce dalla nascita alla vecchiaia, e dicono di loro: “Gli Inuit non muoiono mai, semmai si addormentano e dimenticano di svegliarsi”. Ricette il La Paella Fagiolini150 g Olio1/2 bicchiere Paprika1 cucchiaino Pepe a seconda dei gusti Peperoni1 rosso, 1 giallo Piselli200 g Pollo1 Pomodoripolpa 200 g Riso350 g Salsicciasecca 1 bel pezzo Zafferano1 bustina Preparazione Per prima cosa preparate per bene tutti gli ingredienti: tagliate la carne di pollo, di coniglio e la salsiccia a pezzettini; tagliate i peperoni a striscioline e tritate insieme la cipolla e l'aglio. Versate metà dell'olio in un wok, fatelo scaldare e mettete a rosolare il pollo; una volta pronto toglietelo dal fuoco e tenetelo in caldo. Nella stessa padella fate appassire la cipolla, l'aglio e la foglia d'alloro e aggiungete poi la salsiccia e il coniglio che farete rosolare per bene. Quando la carne sarà dorata aggiungete i peperoni e dopo qualche minuto unite il pomodoro, i piselli e i fagiolini lasciando cuocere per qualche minuto. In una padella a parte versate l'olio restante e fate tostare velocemente il riso; unitelo poi agli altri ingredienti aggiungendo anche un po' di pepe, la paprika, la bustina di zafferano e un cucchiaino di sale. Coprite il tutto con 1 litro di brodo di carne e portate il tutto ad ebolizione mescolando bene. A questo punto coprite il wok con della carta stagnola e mettete in forno a 250° per 15 minuti senza mescolare. Togliete il wok dal forno, controllate la cottura del riso e se è troppo asciutto aggiungete un po' di brodo. Servite la vosta Paella ben calda nel wok. Consiglio Se volete rendere la vostra Paella più leggera potete ultilizzare del riso integrale al posto del parboiled. Inoltre potete aggiungere ½ bicchiere di vino rosso durante la cottura della carne per renderla più saporita. Curiosità Sembra che originariamente la paella venisse preparata con gli avanzi dei giorni di festa ed è per questo che, a parte la ricetta della paella alla Valenciana, ogni regione della Spagna la prepara a modo suo creandone diverse varianti. I Valenciani però, dal canto loro, non considerano affatto queste varianti, fieri della loro ricetta originale. Se vi trovate in Spagna e volete assaggiare la vera, tradizionale paella dovete andare a "la Pepica", ristorante famoso di Valencia dove si preparano circa 40 kg di paella al giorno. Consigli sulla cottura del riso Al momento di aggiungere il riso, se avremo scelto il recipiente adeguato e preso correttamente il riferimento delle attaccature dei manici, semplicemente facendo un solco con il riso che fuoriesca di un paio di centimetri dal brodo, avremo trovato la relazione perfetta tra riso e brodo per il recipiente nel quale stiamo cucinando. Questa è la quantità esatta di riso di cui la paella ha bisogno; se desideriamo aggiungere altro riso, dovremo incrementare il livello del brodo aggiungendo acqua. Così facendo però, staremo forzando la relazione liquido-riso per quella determinata paella. L'ideale sarebbe utilizzare una padella di maggior diametro. Tutti questi riferimenti sono approssimati, la durezza dell'acqua, la vivacità del fuoco, la varietà del riso e anche l'altitudine, influiscono in misura maggiore o minore nella proporzione liquido-riso che dobbiamo utilizzare per ciascun recipiente. Il volume dell'acqua devere essere tra la due e le tre volte quello del riso. Più alta è la fiamma, più rapidamente il brodo evapora. Se vedete che il riso rimane duro, abbassate il fuoco e se vedete che rimane del brodo, alzate la fiamma. Punto di S v ista periodico in attesa di registrazione a registro nazionale della stampa presso il Tribunale di Roma Direttore responsabile: Rosa Mordenti Finanziato con il contributo del Direttore Generale U. Montaguti dell’Azienda Policlinico Umberto Primo di Roma. Hanno partecipato: Associazione Il Grande Cocomero, Bruno, Domitilla, Emanuel, Filippo, Francisco, Giulia, Graziella, Habib, Ileana, Jacob, Lorenzo, Maria Paola, Massimo C., Massimo S., Mirko, Pierfrancesco, Stefani, Valentina. www.ilpuntodisvista.it info@ilpunto di svista.it Il Grande Cocomero, via dei Sabelli 88/a - 00185 - Roma 06.4450606 www.grandecocomero.org [email protected] Stampa Centro Stampa De Vittoria Srl Via degli Aurunci, 19 00185 Roma