DALLE
DALLE VALUTAZIONI
VALUTAZIONI
STANDARDIZZATE
STANDARDIZZATE ALLE
ALLE
VALUTAZIONI
VALUTAZIONI AUTENTICHE:
AUTENTICHE:
IL
IL PORTFOLIO
PORTFOLIO DELLO
DELLO STUDENTE
STUDENTE
di Tiziana Pedrizzi
Ricercatrice IRRE Lombardia
Responsabile ADi per la Lombardia
Convegno Nazionale ADi 28 febbraio 2003
Autonomia e Valutazione: un binomio indivisibile
Il Portfolio
• Il Portfolio è passato improvvisamente dallo status di
oggetto misterioso a quello di strumento istituzionale:
presente nella sperimentazione della primaria,
sarà presumibilmente oggetto della decretazione delegata
concernente anche la scuola media e la scuola superiore.
• Il Portfolio proviene dalla riflessione e dalla pratica
anglosassone ed europea, anche se la sua collocazione
istituzionale nel contesto della riforma italiana è unica.
Il Portfolio delle competenze viene infatti proposto per
tutti, per (presumibilmente) tutto l’arco della scolarità e
copre un ampio arco di funzioni che vanno da quella
certificativa a quella formativa a quella ancora di
documentazione, con una peculiare accentuazione
dell’aspetto orientativo e l’aspirazione a raccogliere anche le
voci dei genitori. Tutte le esperienze precedenti anche di
livello internazionale hanno ambiti di applicazione (discipline
e tipi di soggetti) limitati.
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Autonomia e Valutazione: un binomio indivisibile
Portfolio e Valutazione
• Perché collocare un’attenzione al Portfolio
all’interno di un contesto di analisi delle diverse
modalità di valutazione di sistema? Il Portfolio è
uno strumento futuribile della valutazione dei
soggetti: che rapporto possiamo ipotizzare fra
questi due diversi piani?
• I sistemi formativi hanno puntato sul
decentramento e sull’autonomia per massimizzare i
risultati formativi dell’arco il più ampio possibile
della popolazione. Questo li costringe ad attivare
modalità di controllo non più in entrata, ma in
itinere (valutazioni di processo) ed in uscita
(valutazione di prodotto ovvero dei risultati degli
apprendimenti).
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Valutazione degli apprendimenti
• L’attenzione alla valutazione di processo (nelle due forme di
auto ed eterovalutazione) ha occupato il quindicennio
precedente ed i sistemi formativi ne escono con sistemi
solidi o ancora embrionali su questo terreno.
• Ora l’attenzione sembra spostarsi sulla valutazione degli
apprendimenti, anche per il timore che ad una logica
burocratica segua una organizzativistica, accomunata
all’altra dal fatto di non tenere d’occhio i risultati degli
allievi, che sono la ragion d’essere della scuola. Questo non
significa l’accantonamento del tema(v. questionari di sfondo
in PISA ed INValSI), ma il porlo in parallelo con l’altro,
cercandone le interazioni. La valutazione di prodotto può
svolgersi in un ambito internazionale o nazionale con i diversi
ma non confliggenti obiettivi di dare elementi di
orientamento ai decisori politico/amministrativi e di
consentire alle scuole un’occhiata sul loro posizionamento
relativo. E’ da notarsi che questo tipo di valutazione tiene
d’occhio solo il core curriculum a livelli cruciali.
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Portfolio e sistemi di valutazione
• Che rapporto ha tutto questo con i sistemi di
valutazione dei soggetti, all’interno del quale si
colloca il Portfolio? In Italia molti sono portati
con preoccupazione a pensare che prevarranno o
diventeranno esclusive modalità di valutazione
quantitative o standardizzate quali quelle che
vengono usate (o si pensa vengano usate) nelle
valutazioni di sistema. Non bisogna peraltro
dimenticare che in PISA non a caso le domande
aperte sono numerose, anche se dispendiose
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Crisi dei sistemi valutativi tradizionali
• In realtà proprio la crescente popolarità internazionale del
Portfolio dovrebbe rassicurare su questo terreno. Stiamo
forse assistendo ad una crisi convergente fra i sistemi che
hanno tradizionalmente usato modalità valutative di tipo
quantitativo (test di tipo diverso) e quelli che hanno
privilegiato modalità qualitative (prove orali e scritte
gestite dall’insegnante e non standardizzate).
I primi stanno sviluppando forme di test più aperte e
cominciano a valorizzare l’importanza del giudizio
dell’insegnante (valutazione interna), e la necessità di un
coinvolgimento attivo del soggetto in apprendimento che
integri il terreno cognitivo con quello affettivo e relazionale
(movimento dell’Authentic Assessment donde il termine
Valutazioni Autentiche). I secondi – fra cui il nostro – stanno
cercando di integrare i propri strumenti valutativi inserendo
ANCHE prove standardizzate nelle pratiche didattiche
interne e nelle modalità di certificazione.
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Un modello misto
• Le certificazioni di fine ciclo sono un indicatore importante
in questo senso. Si sta forse affermando a livello europeo un
modello misto fra valutazione interna e prove
standardizzate esterne, poiché l’esternità del vecchio
modello Maturità-Matura-Abitur-Bac è da tempo non più
sufficiente.
• Il Portfolio - per come è presentato nel modello attuale
italiano - ha due facce, che corrispondono ai due diversi ma
convergenti bisogni di più standardizzazione e di più
personalizzazione. Come il Portfolio Europeo delle Lingue,
comprende una parte certificativa, una formativa ed una
documentativa. In realtà il Portfolio, inteso nella sua radice
filologica, è termine che si riferisce solo all’aspetto
formativo, ma tende ad affermarsi una versione del termine
più ampia che ricomprende tutti gli aspetti.
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Gli antenati del Portfolio
• Fra gli antenati del Portfolio a livello internazionale ed
europeo possiamo annoverare il PEL, il National Record of
Achievments ed il Progress File, Europass Formazione, il
Curriculum Vitae di formato europeo. Sempre a livello
internazionale, nei sistemi scolastici comincia ad essere
usato come strumento istituzionale, mentre il Movimento
per l’Authentic Assessment mette in primo piano il suo
valore formativo.
• Il PEL è lo strumento proposto dal Consiglio di Europa al fine
di dare trasparenza e coerenza all’apprendimento linguistico
dei diversi paesi. Si articola nel passaporto linguistico che
evidenzia in modo sintetico il grado di conoscenza raggiunto
dal proprietario nelle diverse lingue comunitarie, nella
.biografia di apprendimento linguistico che raccoglie i
certificati ed i titoli ottenuti e nel dossier che consiste in
una raccolta esemplificativa dei testi prodotti.
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Altre esperienze
• In Gran Bretagna costituiscono un punto di riferimento
significativo il National Record of Achievments ed il
Progress File. Introdotto dal 1991, il National Record of
Achievments viene fornito gratuitamente a tutti i sedicenni
ed a coloro che sono impegnati in attività di formazione in
quella fascia di età: attualmente lo riceve l’87% dei
diplomati .Custodito e compilato dal soggetto, con parti
eventualmente validate, può raccoglierne i risultati
accademici, professionali e personali e contenerne la
documentazione al fine di favorire la definizione e la
pianificazione degli obiettivi da raggiungere. Dal 1999 al
2002 il NRA è stato sostituito in via sperimentale dal
Progress File che ne accentua gli aspetti orientativi.
• Europass Formazione, in circolazione dall’1.1.2000, è un
libretto individuale attestante percorsi formativi svolti
all’estero nel quadro di una formazione in alternanza. Non è
un diploma, né dà una valutazione dell’esperienza, ma
risponde all’obiettivo di rendere trasparenti le attività
realizzate.
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Altre esperienze
• Il Curriculum Vitae Europeo è stato varato dal
Cedefop e serve a dare una visione di insieme
standardizzata e complessiva del grado di
istruzione conseguito e delle esperienze di lavoro.
Offre informazioni su: istruzione,
competenze linguistiche, esperienze lavorative,
abilità e competenze acquisite supplementari.
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Il Portfolio in altri paesi
• La diffusione del Portfolio come strumento
organico dei sistemi scolastici sta avvenendo a
partire dalla metà degli anni Novanta in modo
differenziato.
• In Olanda il Portfolio viene usato come book con
finalità di documentazione per l’esame finale, in
Norvegia viene utilizzato a livello della scuola
dell’obbligo come libretto su cui si registra
quanto insegnato ed appreso nel quadro di una
forte spinta alla individualizzazione
dell’insegnamento.
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Authentic Assessment
(Valutazioni Autentiche)
• Il movimento per l’Authentic Assessment ha
messo a fuoco la necessità di utilizzare forme più
vicine alla realtà dei reali apprendimenti di quanto
non siano gli strumenti meramente quantitative ed
al tempo stesso utilei ad incrementare
l’autoconsapevolezza e l’autoformazione dei
soggetti.
• E’ un termine usato nel dibattito pedagogico
internazionale a partire dalla metà degli anni
Novanta che ha dato origine ad un movimento di
pensiero nel campo pedagogico. Attivo nella
determinazione e nella gestione dei Portfoli
Linguistici, tende ad allargare ad altri settori
formativi il suo campo di applicazione.
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In Italia
• In Italia un tale inventario reperisce
sostanzialmente i PEL italiani, il Portfolio
Formativo nella Formazione Professionale, le
certificazioni di modulo ed i libretti dello
studente. La Formazione Professionale ha per
prima in Italia accolto questo tipo di sollecitazioni,
a partire dalle pubblicazioni di eminenti
pedagogisti salesiani come M.Pellerey.
• In questo contesto il Portfolio è eminentemente
uno strumento di accompagnamento del processo
di formazione degli allievi (formativo) che, guidati
da operazioni di tutoraggio, scelgono e raccolgono
i materiali prodotti riflettendo sulle loro modalità
di apprendimento, sui livelli raggiunti e sugli
obiettivi da perseguire.
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Certificazioni e Libretti dello studente
• Diverso il focus delle certificazioni di modulo e
dei libretti dello studente: negli istituti superiori
italiani l’utilizzo di forme di strutturazione della
didattica ha portato alla tendenza a certificarle
ed a raccoglierle: da una raccolta magmatica di
attestazioni talune esperienze sono passate ad
una loro selezione per la gestione con l’esterno.
• Anche la realizzazione di passerelle fra diversi
indirizzi e le esperienze di integrazione con la
formazione professionale hanno orientato verso la
necessità di dichiarare e documentare gli esiti
raggiunti dai soggetti, anche se molto raramente
si è pervenuti alla definizione di completi Libretti.
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La funzione certificativa del Portfolio
• La funzione certificativa del Portfolio consiste nel costruire
un archivio più o meno commentato delle certificazioni e
delle esperienze scolastiche ed extrascolastiche, con una
eventuale integrazione delle dichiarazioni delle competenze
raggiunte. Tale funzione risulta necessaria anche per
permettere l’individualizzazione e l’orientamento.
Documentare in modo accurato e completo il percorso
formale di un allievo non è un fatto burocratico.
• Esso permette di affrontare con maggiore serenità nella
scuola dell’obbligo i cambi di scuola o più frequentemente di
docenti, senza temere di dovere ricostruire ogni volta in
modo abborracciato e volontaristico il percorso precedente,
mentre nelle scuole superiori è indispensabile per i momenti
di passaggio fra gli indirizzi e di integrazione con altri
sistemi oltre ad essere evidentemente prezioso anche per
l’assunzione di decisioni sui passaggi da una classe all’altra.
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La funzione certificativa del Portfolio
• Inoltre documentare gli aspetti aggiuntivi, liberi e volontari
della formazione consente all’allievo di dare - in modo
crescente, in misura della età e pertanto della
consapevolezza del sé - senso ad attività che rischiano di
essere vissute come casuali e disordinate
• La certificazione delle esperienze effettuate nei vari campi
può accompagnarsi ad una dichiarazione delle competenze
raggiunte.
• La sintesi enigmatica dei voti, delle lettere o degli aggettivi
che qualificano il livello raggiunto da un allievo è per certi
versi indispensabile perché consente una lettura rapida e
significativa, tuttavia non è oggi facile attribuirle un
significato relativamente univoco.
• Gli spazi di discrezionalità giustamente offerti ai docenti, le
differenziazioni di capacità e di interessi crescenti fra gli
allievi richiedono che gli obiettivi raggiunti (o i non
raggiunti) vengano descritti in modo più attento per poterne
permettere una lettura attendibile.
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La funzione formativa del Portfolio
• La funzione formativa del Portfolio è quella di costruire una
raccolta sistematica e selezionata (sotto la guida di un
tutor) dei lavori realizzati, con lo scopo di rendersi
consapevoli delle proprie caratteristiche e di progettare il
proprio sviluppo.
• Qui l’obiettivo è guidare gli allievi a riflettere sul loro
processo di apprendimento ed a valutare, comprendendoli e
valorizzandoli, i propri stili. Il valore formativo di pratiche
miranti a sviluppare l’autoconsapevolezza a partire
dall’adolescenza sul terreno cognitivo, delle abilità ed
affettivo è ipotesi condivisa in modo crescente, via via che
l’attenzione si sposta sulle abilità e le competenze da fare
acquisire ai soggetti.
• L’attenzione ai propri risultati e la loro selezione
commentata sembrano essere un potente strumento per
raggiungere questi obiettivi. Una particolare cura
probabilmente deve essere dedicata al fatto che le
propensioni in proposito sono molto differenziate fra i
soggetti e che il tutoraggio è un accompagnamento
indispensabile per evitare di rinforzare le differenze.
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La funzione di documentazione del
Portfolio
• La funzione di documentazione del Portfolio
(book) consiste nella raccolta delle prove più
significative attraverso le quali testimoniare le
diverse competenze raggiunte. Book è un termine
molto diffuso fra i professionisti, soprattutto nel
campo artistico; utile per consentire forme di
apprezzamento di risultati formativi sul terreno
operativo, il book applicato agli allievi può anche
essere utilizzato per la loro futura attività
lavorativa e di studio.
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Conclusioni
• Le pratiche di Portfolio attualmente ai loro inizi
presentano aspetti critici ed aree problematiche
quali la individuazione di modalità di gestione che
consentano la funzionalità dello strumento, il
rischio di una esplosione dei tempi necessari, il
problema del peso da dare ad attività
autovalutative in un contesto di eterovalutazione e
quello infine di far fruire tutti di uno strumento di
sviluppo personale che può tendere ad allargare la
forbice delle differenze.
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