Attualità
12 ­ Il Nuovo Grano
Ottobre 2012
Per la Filiera Italiana del Riso
è iniziata la fase operativa
La campagna risicola 2012 si è appena avviata e già i produttori si stanno scontrando con la triste realtà
che, da più parti, facili cassandre
avevano pronosticato: produzione
buona e prezzi indegni. Purtroppo,
anche nel comparto risicolo, forte
della polverizzazione dell’offerta l’industria di trasformazione la fa da padrone e detta prezzi che non sono
neppure lontanamente in grado di
coprire i costi di produzione. Infinite
volte Coldiretti ha sollecitato i risicoltori ad unirsi, a trovare forme di collaborazione cooperativistiche, per presentarsi uniti di fronte al mercato. Purtroppo sino a ieri i personalismi hanno
prevalso e ogni tentativo, o quasi, è
stato vano. Ma l’avvio della campagna di commercializzazione 2012 vede finalmente operativa sul territorio
FIR, la Filiera Italiana Riso, una società
di scopo che Coldiretti mette al servizio delle aziende risicole al fine di riequilibrare i meccanismi che regolano
il mercato ponendo al centro la figura dell’impresa agricola. La costituzione di società di scopo come FIR rappresenta la logica prosecuzione del
progetto per la Filiera Agricola Italiana di Coldiretti e completa il percorso
iniziato con Campagna Amica, ampliato con i Farmer Market e reso frui-
bile a tutti consumatori con le Botteghe di Campagna Amica. La Società
di Scopo è infatti il braccio operativo
e ha obiettivi chiari e strumenti precisi:
aggregazione del prodotto, stipula di
contratti di filiera, confronto e rapporto con la Grande Distribuzione affian-
cati da anticipazione e assicurazione
del credito per il prodotto conferito.
FIR da una parte e CreditAgri dall’altra assicureranno al produttore servizi
e tutele che la singola azienda non è
in grado di raggiungere per ovvi motivi: acconti sulla produzione per la
Se si sfora di oltre il 5%, multe e sanzioni sulla patente
Trasporto e sovraccarichi:
bisogna fare attenzione al peso
Eccedenza rispetto alla m.c.p.c.
incrementata del 5%
* eccedenza non superiore a 1 t.
* eccedenza non superiore a 2 t.
* eccedenza non superiore a 3 t.
* eccedenza superiore a 3 t.
La stagione dei raccolti si sta
avviando alla conclusione e,
come di consuetudine, le
aziende agricole iniziano le prime vendite di prodotto: mais,
riso, grano, etc. A volte capita
che l’azienda consegni direttamente il prodotto utilizzando
dei mezzi propri, oppure la stessa si rivolge ad una ditta che effettua il trasporto per conto terzi. Nel caso in cui l’azienda effettui direttamente il trasporto,
tutti sappiamo che il rotabile
utilizzato, sia esso un rimorchio
o dumper, ha una massa a pieno carico e di conseguenza
una precisa portata utile. Per i
rimorchi a due assi la massa
complessiva è sempre di 14
tonnellate, mentre per un tre
assi le tonnellate salgono a 20.
Sottraendo alla massa a pieno
carico la tara del rimorchio,
l’azienda è in grado di conoscere con precisione quanto
prodotto può trasportare nel
pieno rispetto del Codice della
Strada. E’ bene ricordare questo poiché é noto che i mezzi
oggi a disposizione delle aziende possono potenzialmente
caricare più prodotto di quanto non sia lecito trasportare ma,
se a fronte di un controllo di
Polstrada, Carabinieri o Polizia
locale, risulta poi che la massa
complessiva eccede oltre il 5
Sanzione pecuniaria
Decurtazione punti
Da € 36,00 a € 148,00
Da € 74,00 a € 296,00
Da € 148,00 a € 594,00
Da € 370,00 a € 1,485,00
1
2
3
4
per cento le 14/20 tonnellate a
seconda del caso, scattano
pesanti sanzioni che possono
portare anche al sequestro del
mezzo e alla sospensione della
patente del conducente. Probabilmente però, non tutti sanno che anche nel caso in cui
l’azienda si rivolga ad un trasportatore per conto terzi esiste
una corresponsabilità del proprietario del prodotto trasportato. Infatti, nel caso in cui un
autotreno che trasporta granaglie, fieno, animali, venga fermato per un controllo ed emerga che la massa complessiva
eccede oltre il 5 per cento il
dato riportato sul libretto del
mezzo, viene erogata sanzione
al conducente, al proprietario
del mezzo e, per corresponsabilità, al proprietario della merce trasportata. Di seguito un
estratto dell’art. 167 del Codice
della Strada: Trasporti di cose
su veicoli a motore e sui rimorchi. Articolo 1: I veicoli a motore ed i rimorchi non possono superare la massa complessiva
indicata sulla carta di circolazione. Art. 2: Chiunque circola
con un veicolo la cui massa
complessiva a pieno carico risulta essere superiore di oltre il
cinque per cento a quella indicata nella carta di circolazione, quando detta massa è su-
periore alle 10 t, è soggetto alla
sanzione amministrativa del
pagamento di una somma e
alla decurtazione di punti patente (vedi tabella a fianco).
Art. 9: Le sanzioni amministrative previste nel presente articolo si applicano sia al conducente che al proprietario del
veicolo, nonché al committente, quando si tratta di trasporto
eseguito per suo conto esclusivo. L’intestatario della carta di
circolazione del veicolo è tenuto a corrispondere agli enti proprietari delle strade percorse
l’indennizzo di cui all’art. 10,
comma 10, commisurato all’eccedenza rispetto ai limiti di
massa di cui all’art. 62 (maggiore usura). Art. 10: Quando
l’eccedenza di massa supera il
10 % della massa complessiva
indicata sulla carta di circolazione la continuazione del
viaggio è subordinata alla riduzione del carico entro i limiti
consentiti. La sanzione amministrativa applicata al committente è di euro 307, non è prevista decurtazione punti patente. Quindi, per evitare di incorrere in spiacevoli imprevisti,
consigliamo agli associati di verificare sempre attentamente
la massa complessiva degli automezzi prima che questi intraprendano il viaggio.
quale è stato
dato mandato
alla commercializzazione,
anticipi proporzionali al valore
del risone e assicurazione del
credito per il
prodotto venduto oltre, ovviamente, ad
un servizio di
commercializzazione esperto
e competente,
servizi di stoccaggio, campionamento e
resatura, sono
solo una parte
dei vantaggi
che FIR intende
offrire alle aziende agricole. Il
braccio operativo di FIR sul nostro territorio è stato individuato in SACI soc. coop. Agricola
con sede in Vercelli, diretta dal dott.
Gianluca Mascellino, esperto professionista del settore ed è operativa al
100 per cento. Coldiretti nel dare l’avvio alla fase operativa, vuole sottoli-
neare la strategicità del progetto FIR
che, nel mondo del riso, può essere
definito rivoluzionario. L’attribuzione
di un del valore aggiunto derivante
dal territorio, sommata al riconoscimento di un ruolo attivo e primario
del risicoltore, inseriti in una Filiera che
intende veramente valorizzare il Made in Italy agroalimentare, tendono a
portare alla determinazione di un
prezzo più equo per il nostro riso. Un
prezzo che tenga sì conto dei mercati, ma che parta sempre da una corretta valutazione e considerazione
dei costi di coltivazione sostenuti dall’azienda agricola. Siamo convinti
che FIR non potrà che seguire un percorso vincente, già tracciato da
esperienze maturate e consolidate,
nei comparti di grano duro, biomasse
e tabacco, sino ad arrivare alla pasta. I principi chiave su cui si basano
le società di scopo nate in seno a
Coldiretti sono molto semplici: trasparenza, correttezza, affidabilità, garanzie e risultati economici tangibili. Da
qui dobbiamo partire per rompere gli
indugi, dare un segnale di discontinuità col passato e, unendo le forze e
le capacità che ci contraddistinguono, divenire forza motrice di un Made
in Italy agroalimentare di successo
anche per il riso.
Acquisti, è “Bio-mania”
Grande successo per la XIII edizione della Biodomenica, che si è tenuta il 7 ottobre scorso nelle principali piazze italiane. Un’iniziativa che ha coinvolto migliaia di
persone in tutto il Paese. Tra gli organizzatori anche Coldiretti. A Milano, scelta come
Piazza Nazionale, l’appuntamento era in via Gaetano de Castillia 26 nel quartiere
Isola. Una giornata dedicata all’agricoltura biologica e, al contempo, un’occasione
di incontro tra agricoltori e consumatori, animata dai mercati a km zero, da degustazioni, incontri, mostre, dibattiti e dalle “officine del bio”, laboratori per la preparazione della pasta fatta in casa, la lavorazione del miele e della cera d’api, la piantumazione delle erbe officinali ma anche la pigiatura dell’uva con adulti e bambini. Il
successo di questa iniziativa – spiega la Coldiretti Lombardia – rispecchia il crescente appeal che questo settore ha nei confronti dei consumatori. Secondo il dossier
“Bio, benessere garantito”, realizzato da Coldiretti, Aiab e Legambiente, 7 italiani su
10 acquistano bio. Nonostante la crisi, quindi, questo mercato continua a crescere:
non a caso l’Italia si conferma il principale produttore europeo, in termini di quantità
e diversità delle produzioni, con un milione e centomila ettari certificati. Secondo
Coldiretti, nel primo semestre 2012, nel carrello della spesa il biologico fa segnare
un più 6,1 per cento, in netta controtendenza con il calo del 3 per cento
dei consumi alimentari nelle stesso
periodo. Il fatturato dei prodotti biologici in dieci anni è triplicato – sottolinea la Coldiretti -, passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli
oltre tre miliardi di euro attuali. L’Italia è leader europea nel numero di
imprese biologiche che sono cresciute dell’ 1,3 per cento in un anno
attestandosi sulle 48.296 unità con un
fatturato interno di oltre un miliardo e
550 milioni di euro. La tendenza di crescita nei consumi nel 2012 è piu’ evidente nel
Nord Est (+14,2 per cento) e nel Centro (+11 per cento) e dipende in modo particolare dagli aumenti fatti registrare dalle bevande analcoliche, i biscotti, dolciumi e gli
snack ed in misura minore i derivati del latte bio. L’acquirente tipo - continua la
Coldiretti - è di una classe economica medio-alta, giovane, appartiene una famiglia non numerosaed è residente nel Nord. Secondo un’indagine Nomisma, tra i responsabili degli acquisti alimentari il 53,2 per cento ha dichiarato di aver comprato
almeno un prodotto bio, ma la percentuale sale al 71 per cento tra i laureati, al 64
per cento tra chi ha un figlio con meno di 12 anni e rispettivamente al 69 per cento
e al 64 per cento tra chi ha un reddito superiore ai 3.550 euro e compreso tra i 2.401
e i 3.550. Nella top ten dei prodotti bio piu’ consumati si classificano – conclude la
Coldiretti - la frutta e la verdura fresca, seguite da miele e marmellate, uova, yogurt,
olio extravergine d’oliva, formaggi, succhi di frutta, biscotti e carne. Il biologico,inoltre, ha successo non solo nelle tavole delle famiglie, ma anche nelle mense scolastiche: secondo un’elaborazione su dati Biobank – spiega Coldiretti Lombardia – sono oltre un milione i pasti bio giornalieri serviti agli alunni italiani. Secondo l’analisi di
Aiab, Coldiretti e Legambiente, negli ultimi cinque anni nelle mense italiane si è passati da 924 mila a un milione 111 mila pasti, con una crescita di oltre 187 mila. Le posizioni di vertice sono occupate dalla Lombardia con circa 250 mila pasti, poi c’è il
Lazio con 181 mila pasti, l’Emilia Romagna con 138 mila, la Toscana con 129 mila, il
Piemonte con 98 mila e il Veneto con 84 mila. «Le attività di formazione ed il cibo
proposto in mensa sono strumenti fondamentali per fornire le basi di una alimentazione sana e consapevole – spiega Coldiretti -. Attuare questi percorsi a scuola significa riconoscere che la promozione della salute non è delegabile al solo sistema
sanitario e significa anche dare finalmente all’educazione alimentare la stessa importanza di tutte le altre materie di studio».
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