In dieci anni in Regione gli allevamenti sono diminuiti di oltre il 30% Latte, stalle lombarde a rischio crack 7 Danno da 150 milioni di euro per gli allevatori con il crollo dei prezzi L TERRITORIO Vademecum gas fluorurati per impianti refrigeranti I l DPR del gennaio 2012 ha definito le modalità applicative del regolamento europeo CE/842/2006, che disciplina il controllo delle emissioni in atmosfera di gas fluorurati ad effetto serra. Anche le aziende agricole che sono dotate di apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore mobili e sistemi di protezione antincendio, con contenuto di gas fluorurati superiore a 3 kg (si tenga presente che l’informazione sul contenuto di gas è recuperabile poiché contenuta nel libretto dell’impianto) sono tenute agli adempimenti previsti dal regolamento europeo. L’azienda è tenuta ad adempiere a due obblighi: effettuare almeno una manutenzione dell’apparecchiatura all’anno (da parte di un manutentore abilitato) con la tenuta del registro d’impianto e provvedere alla presentazione della dichiarazione annuale dei Gas Fluorurati (dichiarazione FGas) nel portale dell’ISPRA entro il 31/05/2015. http://www. sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/ fgas Si ricorda che tra gli impianti principali che possiamo trovare in un’azienda agricola abbiamo: frigoriferi per il latte, impianti di climatizzazione, scambiatori di calore dei biogas, pompe di calore, celle di refrigerazione, banchi frigoriferi per la vendita diretta. Sono previste sanzioni anche molto pesanti per il mancato adempimento delle procedure sopra descritte. gennaio 2015 atte, allarme rosso per le stalle. In Lombardia – stima la Coldiretti regionale – è di circa 150 milioni di euro il danno agli allevamenti provocato dal taglio di oltre il 19% sul prezzo al litro, sceso dai 44,5 centesimi dell’ultimo accordo scaduto a giugno 2014 ai circa 36 attuali. “E non mi pare – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – che il prezzo al dettaglio del latte fresco sia sceso sotto l’euro, seguendo il taglio del 19% che invece gli allevatori si sono visti imporre dalle industrie. Anzi al netto di qualche offerta promozionale, le famiglie stanno pagando almeno un euro e 20 centesimi al litro. Stesso discorso per quasi tutti i prodotti lattiero caseari. Mentre non so per quanto ancora le stalle riusciranno a resistere”. Fra il 2003 e il 2013 - spiega un’analisi di Coldiretti Lombardia - il numero degli allevamenti lombardi è diminuito di oltre il 30 per cento, passando da 8.761 a 6.042. Il settore conta 18 mila addetti e munge oltre 4 milioni e mezzo di tonnellate all’anno, pari al 40 per cento dell’intera produzione italiana, che serve sia per il latte fresco (dove è prevista l’indicazione di origine) sia per i formaggi Dop come il Grana, il Parmigiano o il Gorgonzola. Diverso è il discorso – afferma Coldiretti Lombardia – per i formaggi freschi che non sono Dop o per il latte a lunga conservazione dove è maggiore la percentuale della materia prima straniera. Il tutto in un Paese come l’Italia dove – afferma Coldiretti Lombardia – il 65% della popolazione, circa 31 milioni e mezzo di individui, consuma abitualmente latticini e formaggi (dati GFK Eurisko): il 25% va a Grana mentre il 58% punta su latte e formaggi freschi che sono proprio quelli più a rischio per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti e semilavorati che arrivano dall’estero. “Il comparto lattiero-caseario - afferma Alessandro Ubiali Presidente Coldiretti interprovinciale - è uno dei fiori all’occhiello della nostra agricoltura. È necessario, quindi, tutelarlo anche in vista della fine del regime delle quote”.