Anno 7 - n° 240
W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M
2 marzo 2008
G iustizia e L ibertà
Distribuzione telematica
Programmi
elettorali
di Ferdinand
(a pagina 2 - 3)
L’inseguitore
accelera l’inseguito
perde colpi
di Eugenio Scalfari
(a pagina 4 - 6)
Stime
Elettorali
da La Repubblica
(a pagina 6 - 7)
PD in ripresa ...
di F. Bordignon e R. Biorcio
(a pagina 7 - 8)
Se vince Veltroni
gli italiani ...
da Il Corriere della Sera
(a pagina 8 - 9)
Assenteismo:
Camera e Senato
da Il Sole-24Ore
(a pagina 10 - 11)
Il programma
Di Berlusconi
da Il Corriere della Sera
(a pagina 12 - 13)
Assenteisti,
Voltagabbana...
di F. Bonazzi e M. Damilano
(a pagina 14 - 18)
Lettera a
R. Gervaso
di Vittorio Cimiotta
(a pagina 18 - 19)
Nostalgie
di Masaniello
(a pagina 20 - 21)
..responsabilità
di Bassolino
da Corriere della Sera
(a pagina 20 - 21)
Dagli amici mi
guardi iddio …
di Gaio Gracco
(a pagina 20 - 21)
Travaglio ad
“AnnoZero”
(a pagina 20 - 21)
Pampistan ...
di Michele Serra
(a pagina 22 - 23)
La Carità e la
Chiesa
di Curzio Maltese
(a pagina 25 - 26)
Periodico Politico Indipendente
Copia gratuita
Date a Cesare quel che è di
Cesare e a Dio quel che è di
Dio
di Luigi Barbato
A noi, in Italia, è capitato di sentire, varie
e varie volte, durante
la nostra educazione
questa frase: “Date a
la araba, possano essere commentate e criticate con libera polemica,
come avviene con quelle che vengono commesse, normalmente, dai nostri parlamentari di Montecitorio o
Cesare quel che è di Palazzo Madama.
Cesare e a Dio quel
che è di Dio”, e molti di noi si sono Ma se tutto ciò non è accaduto lo si
trovati a leggerla nel Vangelo.
Questa espressione vuole riaffermare l’esistenza di due mondi, quello
dell’anima, dello spirito e quello civile, materiale, la distinzione tra di
loro e la non ingerenza l’uno sull’altro.
Ognuno di questi mondi ha la sua
“sfera d’influenza” e non c’è nulla
che li debba far convergere, anche
per il rispetto dell’antica formula
“libera chiesa in libero Stato” che
potremmo anche mutuare in “libero
Stato e libera chiesa”, ossia due
realtà che possono vivere ciascuno
senza dover interferire con l’altro.
Se si intendesse voler creare una
commistione tra i due, potremmo
forse giungere a capire le pesanti interferenze che si stanno al giorno
d’oggi verificando da parte della
chiesa dei Ratzinger, dei Ruini e dei
Bagnasco nei confronti dello Stato,
ma nello stesso tempo ci augureremmo anche di ricordare qualche
presa di posizione del nostro governo (civile e non spirituale) sulle omelie del papa, e su quanto viene
stabilito in Vaticano in merito alle
innovazioni dei suoi rituali,
Vorremmo, ancora, che “gaffes”
come quella commessa a Ratisbona
-paragonabile solamente a quella di
Berlusconi -durante il suo incarico
a Bruxelles- a riguardo della supremazia della cultura europea su quel-
deve al fatto che anche il più laico
dei nostri parlamentari ha sempre
mostrato una sorta di reticenza -non
si tratta di mero rispetto- nel criticare una persona che, in definitiva, è
da considerarsi alla stregua di capo
di uno stato estero che -mi dispiace
doverlo affermare- per sfortuna dell’Italia rappresenta una enclave nel
nostro territorio, un po’ come la Repubblica di San Marino, e null’altro.
(D’altra parte ricordiamoci che nella cosiddetta “Cattolicissima Spagna” -la regina di questa nazione, è
l’unica donna al mondo che ha il
privilegio di potersi presentarsi alle
(Continua a pagina 2)
2
Giustizia e Libertà
Date a Cesare quel che è
di Cesare...
INTERNI
2 marzo 2008
Programmi elettorali
di Ferdinand
udienze private del pontefice
vestita di bianco, tutte le altre,
Il proliferare neldel segretario generale
devono vestire di nero- è avl’ultimo anno di lidel Parlamento Italiano;
venuta una rivoluzione laica
bri, anche di note- 119 mila euro è lo stipendio
che Ratzinger, ed i suoi cardivole successo, sui
del segretario generale
nali e lo stesso suo nunzio acosti della politica del Parlamento tedesco.
postolico, hanno tentato invatanto sproporzionano di ostacolare senza peraltro ti quanto inutili per il paese- 1.600.000.000.000 di euro, è il
debito pubblico italiano
lasciava sperare e prevedere
riuscirvi.).
(quindi ogni italiano ha
che la campagna elettorale
E tutto ciò senza voler ricorda- ormai avviatasi vertesse preun debito di 30.000 euro);
re quanto è stato scritto nella valentemente sulla decisa voCostituente, il documento più lontà di porre rimedio a tale 155 è il numero dei partiti e
importante del nostro stato. stato di cose.
movimenti politici in ItaCostituzione che tra i suoi re- Quanto accade in questo paelia, di cui 34 rappresendattori annoverava il fior fiore se è infatti oggetto di feroci
tati in Parlamento (due
degli esponenti politico- ironie all’estero al punto da
anni fa erano 21);
religiosi italiani tra cui ricor- doversi un po’ vergognare a 28 sono i parlamentari che
dichiarare la propria naziodiamo:
fanno parte degli “Amici
nalità.
Alcide De Gasperi,
del Madagascar”, assoA fronte infatti di marcati dis
Giuseppe Dossetti,
ciazione creata dall’servizi, le notizie riguardanti
Giorgio La Pira,
on.Daniele Galli (FI) con
la spesa pubblica lasciano sen
Aldo Moro,
un contributo di 12 miBenigno Zaccagnini,
za parole.
lioni di euro;
Oscar Luigi Scalfaro,
6.603 le condanne definitive
Attilio Piccioni,
***
nel periodo 19966-2006
Giulio Andreotti,
1.000
deputati, senatori (a
per corruzione nella Pub
Raimondo Manzini.
cui si devono aggiungere
blica Amministrazione:
loro portaborse);
Nell’articolo 3, dei Principi
Fondamentali della nostra Car- 205.000 amministratori loca- In compenso le auto blu del
li,
governo non potranno oltreta costituzione pubblicata sulla
passare il GRA di Roma.
G.Uff. del 7 dicembre 1947,
Cioè
viene statuito:
(fonti La Stampa 12.12.2077,
8.000 sindaci;
«Art. 3. Tutti i cittadini hanCdS 9.10.2007, IlSole 24 Ore
49.000 assessori;
no pari dignità sociale e so199.000 consiglieri comuna- 8.10.2007)
no eguali davanti alla legge,
li;
senza distinzione di sesso,
***
104 presidenti di provindi razza, di lingua, di religiocia;
Alla politica ufficiale si agne, di opinioni politiche, di
105 vicepresidenti;
condizioni personali e sogiunge poi quella invisibile.
ciali.
3.000 consiglieri provincia- L’esempio più vistoso è la SaÈ compito della Repubblica
li;
nità con i suoi primari con la
rimuovere gli ostacoli di or900 assessori;
tessera.
dine economico e sociale,
355 presidenti di comunità Fenomeno terrificante in
che, limitando di fatto la limontane;
Campania, Calabria, Sicilia
berta e l'eguaglianza dei cit4.200 loro assessori;
ma che, in realtà, riguarda
tadini, impediscono il pieno
12.800 consiglieri.
tutto il paese.
sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazioCome dice un primario: “Nel
ne di tutti i lavoratori all'or- Non inclusi:
nostro ambiente si procede
I consiglieri regionali;
ganizzazione politica, ecoI presidenti e consiglieri di soltanto grazie al partito. Fra
nomica e sociale del Paedestra e sinistra non faccio
circoscrizione;
se.»
Oltre mille poltrone per a- differenza. Hanno la stessa
Da una attenta lettura di quanziende pubbliche o para- voracità, solo che la sinistra è
pubbliche, enti di pro- molto più strutturata.”
to è precisato in questo articomozione e sviluppo,ecc.
lo si potrebbe addirittura desuPrima di sciogliersi ci si attenmere che è compito della Cordeva dal Parlamento un sete Costituzionale scendere in
***
(Continua a pagina 3) 485 mila euro è lo stipendio
(Continua a pagina 3)
2 marzo 2008
INTERNI
Programmi elettorali
gnale.
C’è stato !
La Camera ha deciso di tagliare «...il tetto agli “stipendi
d’oro” dei manager pubblici».
Che possono quindi aumentare senza limiti.
No comment !
L'impressione,ascoltando le
anticipazioni sui programmi,
è che salvo qualche vaga proposta del genere:
la riduzione del numero dei
parlamentari, la cui attuazione peraltro è tutta da dimostrare; mentre l’argomento
“controllo del costo della politica e della sua efficacia”,
compare poco e nulla nei programmi dei partiti .
Niente infatti è cambiato -a
parte la diminuzione del numero dei corazzieri del Quiri(Continua da pagina 2)
campo per difendere “tutti i
cittadini italiani” e contro tutti
coloro che «limitando di fatto
la liberta … l'eguaglianza dei
cittadini … impediscono il pieno sviluppo della persona umana e … la partecipazione di
tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.»
Come si fa, sulla base della nostra
Costituzione a pretendere che un
cittadino “ateo”, “non credente”
o meglio “credente in altra fede
religiosa che non sia la Cattolica
Romana” (Parte I, Diritti e Doveri dei Cittadini, Titolo I: Rapporti Civili; Art. 16) debba contro la sua stessa volontà- essere
costretto ad obbedire a leggi di una
religione che non è la sua ?
Non è forse scritto, sempre nella Costituzione (Parte I, Diritti
e Doveri dei Cittadini, Titolo
I: Rapporti Civili; Art. 19),
che «Tutti hanno diritto di
professare liberamente la
propria fede religiosa in
qualsiasi forma, individuale
o associata, di farne propaganda e di esercitarne in
privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti
nale- e la reazione degli interessati alle polemiche sollevate, appare solo quella di noia
e fastidio.
Se ciò significasse un sostanziale disinteresse dei politici
per quanto denunciato nei
libri e nelle varie inchieste sul
sistema
politico
nazionale, perchè poi meravi-gliarsi
del crescente malumore del
cittadino che deciderà di non
votare o che cercherà sulle
piazze ciò che non è riuscito
ad ottenere con la scheda elettorale?
Giustizia e Libertà
3
Date a Cesare quel che è di
Cesare ...
vi sia nessuno che si indigna,
perché ci viene comunicato
non alla stregua di come verremmo informati su una legge
approvata in Gran Bretagna, o
in Svezia, Francia o Usa, ma
come realtà che interessa specificamente e particolarmente i
cittadini italiani.
E così che si affronta il tema
del “Divorzio”, dell’ “Aborto” e dei “Pacs”. Senza che ci
sia nessuno che affronti questo
discorso -ad un livello più concreto, approfondito- precisando
Se la scelta si porrà tra il non che questa tipologia di scelte
votare o il votare per chi ha riguarda esclusivamente la sfeben poco interesse a modificare tale stato di cose, Beppe ra personale del singolo cittadino/cittadina, il suo credo reliGrillo gongolerà…
gioso e, per una usare una parola grossa ed impegnativa, la
Ferdinand
sua coscienza di credente, non
la sfera pubblica dei suoi diritti
contrari al buon costume. » e doveri civili.
Altrimenti si giungerebbe ineNon basta, non è sufficiente luttabilmente persino a ritenere
che si attenga con scrupolo alle che sia il “Vaticano” a dettare
le sue nor me alla Repubblica.
leggi dello Stato ?
E come si può ammettere che E, con un po’ di fantasia si pouna legge, voluta e votata dal trebbe addirittura immaginare
nostro governo -democratico e che si stia avvicinando il giorlaico- possa essere condiziona- no in cui ci troveremo di fronte
ta da motivazioni che non han- ad un nuovo “Tribunale delno la loro origine nel Codice l’Inquisizione” (vedi GiovanCivile, nel Codice Penale ed in na d’Arco) oppure a quanto avtutto quel mare magnum che veniva all’epoca dei “conquiviene approvato dal Governo stadores” quando gli aborigeni
della Repubblica ?
del Nuovo Mondo -e non soloE, per scendere nei dettagli come si può immaginare che un
“cittadino italiano” o di un
“immigrato” debba sottostare
a leggi che non derivano da
quelle «limitazioni che la legge stabilisce in via generale»
ma da norme che forse sono
annotate nel “Catechismo”,
nelle norme dettate dalla
“Dottrina della Fede”, entrambi legalmente approvate e
legittime in una enclave della
Repubblica Italiana ?
E’ mai possibile che si giunga a
questo, o meglio che quando
ciò viene “sottilmente” trasmesso dai media nazionali non
avevano un’unica scelta davanti ai loro occhi: convertirsi o
morire.
Non possiamo far altro che augurarci che simili situazioni che non
ci tratteniamo dal definire
“abnormi” siano solo ed unicamente dovute al fatto che mai come oggi alcuni partiti cerchino in
modo esasperato di riaffermarsi,
di autosegnalarsi presso le autorità ecclesiastiche per fini, non
sempre limpidi, meramente elettoralistici: sperare di “accaparrarsi” il voto cattolico delle parrocchie.
Luigi Barbato
4
INTERNI
Giustizia e Libertà
2 marzo 2008
L’ inseguitore accelera,
l’inseguito perde colpi
di Eugenio Scalfari (La Repubblica, 24.02.2008)
Il 2 Marzo si concluderà l'inevitabile giostra delle candidature e
delle alleanze e la campagna
elettorale entrerà nel suo pieno, ma
i suoi lineamenti sono già chiari e
profilati: Berlusconi conduce nei
sondaggi, Veltroni insegue
accelerando il recupero. Per la
prima volta in questa settimana il
recupero dell'inseguitore ha
prodotto un regresso nello "share"
dell'inseguito.
Se i sondaggi rispecchiassero l'effettiva realtà questa novità sarebbe
della massima importanza; significherebbe infatti il profilarsi d'un
deflusso dal Popolo della libertà verso il Partito democratico e quindi il dimezzamento aritmetico del
distacco tra l'inseguito e l'inseguitore.
Sin d'ora comunque si va
diffondendo nella pubblica
opinione e nei "media" la
sensazione del dinamismo di
Veltroni e della staticità del
suo avversario. In un paese
bloccato da decenni che
aspira a liberarsi dalle bende
e a rinnovarsi, questa sensazione può tradursi in un
capovolgimento di tutti i pronostici
che
fin
qui
sembravano certi: il Partito
democratico, già ora, non ha
più come obiettivo massimo
quello di pareggiare al
Senato, ma addirittura quello
di vincere nelle elezioni per
la Camera incassando così il
premio di maggioranza che la
legge elettorale prevede. Chi
l'avrebbe mai immaginato
appena un mese fa ?
Naturalmente questi ragionamenti simulano una realtà
virtuale e vanno quindi presi
con molta cautela.
***
I temi dell'economia mordono inve
ce più da vicino la vita quotidiana
dei cittadini, lavoratori, consumatori, famiglie, imprese e sono
ormai balzati in primissima fila.
I prezzi soprattutto perché è con es
si che tutti abbiamo a che fare ogni
giorno. E di conseguenza i salari e
le retribuzioni.
L'occupazione, la cui tenuta comincia a suscitare preoccupazioni.
L'inflazione. Il livello ufficiale che
registra una media si colloca in
questo momento al 2,9 per cento,
ma l'ultima notizia di due giorni fa
indica nel 4,8 l'aumento dei prezzi
relativi a generi di larga diffusione.
Non è una sorpresa, l'inflazione
infatti è la peggiore delle imposte
perché ha carattere regressivo,
colpisce i redditi più bassi in
misura nettamente maggiore di
quelli più elevati, risparmia i
ricchi e deruba i poveri, falcidia i
L'Europa registra un sensibile
rallentamento e l'Italia è il fanale
di coda. Le previsioni delle agenzie internazionali danno il nostro
prodotto interno lordo allo 0,7
per cento nell'anno in corso con
una tendenza ad appiattirsi
ancora.
In queste condizioni la politica
economica dovrebbe reagire
adottando misure anticicliche. La
teoria suggerisce infatti che,
quando la congiuntura rallenta e
addirittura volge verso lo zero, la
domanda venga sostenuta con
acconci interventi di
spesa. In questo senso si
muovono i programmi pre
sentati dai partiti nei
giorni scorsi; le differenze
riguardano le modalità ma
non la sostanza. Tutti infatti hanno in animo di sostenere i salari, i giovani,
le famiglie, gli investimenti in infrastrutture.
Il problema è quello della
copertura finanziaria e
reale di queste politiche:
dove trovare le risorse necessarie ?
Dove concentrare lo sforzo ?
Come evitare ricaschi dannosi sull'inflazione ?
Come impedire contraccolpi sul deficit ?
Infine, a quanto deve ammontare il complesso dei
provvedimenti di sostegno
per esercitare un effetto
sensibile sulla domanda
interna e sulla crescita
reale ?
***
percettori di redditi fissi (lavoratori dipendenti e pensionati)
consentendo qualche recupero ai
lavoratori autonomi, ai professionisti, ai settori che operano su
mercati protetti rispetto alla
concorrenza.
Ecco, la situazione dell'economia
occidentale e quindi anche dell'Eu
ropa e in particolare dell'Italia si
trova a questo punto. Gli Usa sono
in piena recessione.
Comincio da quest'ultima
domanda: a quanto ammontano
le risorse da mobilitare per
ottenere risultati apprezzabili ?
Direi: non meno di un punto del
Pil, cioè in cifra tonda 15
miliardi di euro da investire entro
e non oltre l'esercizio in corso e
dei quali almeno un terzo entro il
(Continua a pagina 5)
2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
5
L’ inseguitore accelera, l’inseguito perde colpi
(Continua da pagina 4)
prossimo giugno.
Da questo punto di vista è grave il
rifiuto di Berlusconi di inserire i
provvedimenti a favore dei salari
nel decreto definito "mille proroghe" che sarà approvato dal Par
lamento entro il 29 febbraio prossimo.
Se avesse accettato, quelle misure
valutate a circa 2 miliardi, avrebbero potuto beneficiare i salari
fin dal prossimo aprile dando un
sensibile sollievo ai redditi medioinferiori e sostenendo il consumo.
L'autore di quel provvedimento era
il famigerato governo Prodi e
questa è la sola ragione per cui il
leader del centrodestra ha opposto
il suo rifiuto. Così tutta la politica
destinata alla crescita viene
spostata in avanti di almeno quattro mesi se non di più, con effetti
negativi che è difficile sottovalutare.
Il governo (quale che sia) che
uscirà dalle urne il 14 aprile, sarà
operativo al più presto ai primi di
maggio.
Anche se i leader dei due maggiori
partiti si sono impegnati a far
partire la propria politica fin dal
primo Consiglio dei ministri, gli
effetti richiederanno un tempo
tecnico di almeno due mesi per
farsi sentire. Se ne parlerà dunque
ai primi di luglio per le misure di
più pronto impiego. Il danno di
questo scriteriato comportamento è
evidente e dispiace che l'ottimo
Mentana, che ha lungamente
intervistato a Matrix dell'altro ieri
il principale azionista di Mediaset,
non gli abbia posto questa elementare domanda.
Resta comunque il problema di
dove reperire risorse da destinare
alla crescita per un ammontare pari
a 15 miliardi.
Ebbene, ci sono spese in attesa di
copertura già previste entro il
2008, pari a 7 miliardi. Gli stanziamenti sono già stati indicati da
Padoa-Schioppa. Una parte delle
destinazioni sono coerenti con il
sostegno della crescita; quelle che
non lo sono possono esser rinviate
e il loro ammontare utilizzato diversamente.
2,8.
SIAMO ALLE SOLITE: “Il Caso”
Il
com missario
europeo
Joaquin
Almunia manderà
alti lai, poiché una
politica del genere
a l l o n t a n a
inevitabilmente
il
pareggio del nostro
bilancio che Padoadi a. d' a. (Repubblica, 22.02.2008)
Schioppa
aveva
previsto per il 2010.
R e s t e r e m m o BRUXELLES
tuttavia al di sotto A un tratto è sembrato di fare un salto indietro nel
della fatidica soglia
tempo tornando agli anni dei burrascosi rapporti sui
del 3 per cento.
conti pubblici tra l' allora premier Silvio Berlusconi,
L'obiezione, lo so il suo ministro Giulio Tremonti e l' Unione europea:
bene, riguarda gli è vero che avete approvato il programma economico
effetti negativi sullo del Partito delle Libertà?
stock del debito «No, non abbiamo mai ricevuto nulla, quindi pospubblico. A questo
riguardo però si siamo avere approvato nulla».
potrebbe (a mio Quella che può sembrare una scenetta comica è anparere si dovrà) data in onda ieri nella sala stampa della Commissiomettere in pista una ne Ue di Bruxelles. Protagonista il guardiano dei
robusta operazione conti pubblici europei, lo spagnolo Joaquin Almunia,
di
vendita
del
p a t r i m o n i o impegnato a spiegare le nuove previsioni su crescita
mobiliare posseduto e inflazione. E a smentire Berlusconi.
Forse Almunia non conosceva l' antefatto che ha
dallo Stato.
Il Tesoro detiene spinto un cronista italiano a rivolgergli la bizzarra
ancora un largo domanda, ovvero se avesse veramente approvato il
p a c c o
d i programma di un partito in corsa per le elezioni
partecipazioni
mobiliari
c h e (Bruxelles, infatti, si esprime sulle politiche dei gopossono
essere verni, non dei candidati). Eppure una settimana fa
collocate
d a l Berlusconi aveva affidato ai microfoni della Rai la
sistema
bancario seguente dichiarazione: «Il programma del Pdl è
gradualmente
sul già stato presentato al commissario europeo Almercato
quando munia, il nostro ex ministro all' Economia Giulio
esso sarà uscito
dalle
a t t u a l i Tremonti ha avuto un colloquio con lui e penso
che il programma sarà condiviso».
difficoltà.
Sbigottita la replica di Almunia: «Non ho ricevuto
Le partecipazioni in assolutamente nulla e, quindi, non posso dire assolumano al Tesoro tamente nulla», ha detto sgranando gli occhi. Cose
riguardano aziende che capitano in campagna elettorale, come ha testidi prim'ordine che
fruttano
a n c h e moniato l' incomprensione dell' altro ieri tra lo stesso
cospicui dividendi. Almunia e il vicepresidente della Commissione Ue,
L a
l o r o Franco Frattini. Quest' ultimo in un articolo comparp r i v a t i z z a z i o n e so sul Sole 24 Ore aveva esortato l' Italia a
rientra nei progetti «sviluppare il percorso di quelle riforme struttudei due maggiori
partiti. Del resto rali (previdenza sostenibile, contenimento della
l ' o p e r a z i o n e spesa pubblica burocratica) che ancora l' Europa
potrebbe
essere ci chiede e che è al fondo del severo giudizio del
contenuta entro i commissario Almunia sui conti italiani».
limiti richiesti dai Una frase alla quale la portavoce dello stesso Almumaggiori oneri sul nia aveva risposto così: sebbene «non sia ancora
debito
pubblico
d e r i v a n t i perfetta», la situazione dei conti italiani «è migliodall'aumento
del rata in maniera significativa».
Peccato che si parlasse di riforme.
disavanzo.
In
pratica:
un
"deficit spending"
Le risorse restanti vanno, a mio
avviso, mobilitate lasciando
lievitare il deficit dal 2,2
preventivato dal governo Prodi al (Continua a pagina 6)
Almunia: mai visto il
piano economico di
Berlusconi
♣
6
Giustizia e Libertà
INTERNI
2 marzo 2008
L’ inseguitore accelera, l’inseguito perde colpi
(Continua da pagina 5)
neutralizzato da alienazioni di
patrimonio, con l'obiettivo di
imprimere uno scatto anti-recessivo che potrebbe fruttare almeno
mezzo punto di Pil dal previsto 0,7
a qualche decimale al di sopra dell'1 per cento.
Freno e acceleratore, appunto.
***
Dove concentrare lo sforzo.
Capisco la necessità sociale di un
piano per gli asili nido. Capisco e
condivido i maggiori investimenti
per la ricerca, indispensabili per
riqualificare le Università. Capisco
i fondi per la scuola superiore,
punto nero anzi nerissimo del
nostro sistema scolastico. Qui
necessitano piani di riforma che si
estendono su un arco di tempo
pluriannuale.
Si tratta di mettere in moto i
processi che esulano però da
interventi anticiclici di immediato
impiego.
A mio avviso il grosso del "deficit
spending" ipotizzato dovrà esser
destinato al potere d'acquisto delle
fasce deboli, allo stipendio
minimo del lavoro a tempo
determinato e alle infrastrutture.
Lo Stato si deve far carico d'un
piano di investimenti pubblici che
inneschi processi virtuosi di
collaborazione con il capitale privato, superi le lentezze burocratiche, riduca al minimo il tempo
delle gare d'appalto.
Questo tipo di investimento
rappresenta un braccio di leva o
meglio un motore d'avviamento
con un elevato moltiplicatore;
sostiene l'occupazione, accresce le
dotazioni infrastrutturali e migliora per questa via la produttività
di tutto il sistema.
torale in più per far scattare il pre
mio di maggioranza.
Quanto al Senato, una maggioranza comunque ci sarà e sarebbe
sufficiente che l'opposizione
avesse il "fair play" di non
perseguire la politica delle
"spallate" voluta da Berlusconi
per tutta la durata del governo
Prodi e nel frattempo varasse le
riforme costituzionali, queste sì
"bipartisan", tra le quali la
n u o v a le g g e d e l S e n a t o
regionale. L'obiettivo si sposta
dunque su chi si aggiudicherà un
voto in più alla Camera. "Si può
fare".
Berlusconi, che anche lui ha
formulato alcune proposte, ha
indicato un programma informatico a vasto raggio per snellire e
ridurre i costi della pubblica amministrazione.
Credo sia una strada da seguire
con l'avvertenza però che anche
questo è un intervento che richiede
un arco di tempo per dare frutti Post scriptum.
concreti.
Ancora una volta voglio dare
lode a Romano Prodi, Tommaso
Padoa-Schioppa, Pier Luigi
Bersani, Vincenzo Visco, per il
Insomma "si può fare".
La crisi internazionale è purtroppo positivo lavoro sui conti pubblici
fuori dal controllo dei singoli e sul programma di rilancio di
governi nazionali, ognuno dei cui la loro politica ha posto le
quali tuttavia ha la possibilità anzi necessarie premesse. Tre di loro
il dovere di attivare tutte le risorse hanno passato la mano in
disponibili per migliorare la obbedienza ai propositi di
propria economia e contribuire per rinnovamento da essi stessi
questa via al rilancio complessivo condivisi. Ma meritano di essere
salutati con onore. Gli aspetti
del ciclo.
negativi non sono dipesi dalla
loro azione ma da una coalizione
Larghe intese ?
Berlusconi le propone in caso di discorde e rissosa che Veltroni ha
parità elettorale. Veltroni ne ha il merito d'aver finalmente e
definitivamente liquidato.
delineato rigorosamente il campo.
La maggioranza, quella che uscirà
dalle urne, deve avere il diritto e la Eugenio Scalfari
La Repubblica
responsabilità di governare.
D'altra parte, per quanto riguarda 24 febbraio 2008
la Camera, basta un solo voto elet
***
Stime elettorali
da La Repubblica 25.02.2008
2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
7
Stime elettorali
Continua da pag. 6
Il sondaggio Demos-Eurisko: forte concentrazione di consensi sui due partiti-guida—
Popolo della libertà al 40,5 per cento e Partito democratico al 34,8
Pd in ripresa: a 6 punti dal Pdl
Prezzi in testa alle priorità
di Fabio Bordignon e Roberto Biorcio (La Repubblica 25.02.2008)
E' ancora in vantaggio il Popolo
delle Libertà: la coalizione guidata
da Berlusconi (PdL, Lega ed Mpa)
conserva un margine di sei punti
percentuali, ma il Partito
democratico sembra in grado di
intercettare con maggiore efficacia
la domanda di cambiamento. E
così la partita appare meno chiusa
di quanto si pensasse, con il Pd in
sensibile ripresa. E' una situazione
fluida, quella evidenziata dal
sondaggio Demos-Eurisko per
l'Atlante Politico: uno scenario
politico-elettorale segnato da
grande incertezza, ma anche da
significativi spostamenti, che in
questa fase sembrano penalizzare i
partiti minori, in favore dei due
big.
dice di avere già preso una decisione, ma l'incertezza non si distribuisce in modo omogeneo in
tutte le aree politiche.
E' molto ridotta tra gli elettori
che in passato votavano per
L'avvio della campagna elettorale Forza Italia, Alleanza Nazionale
è caratterizzato da un clima in cui e la Lega.
si combinano percezioni (positive) E' più elevata (circa un
di cambiamento e incertezza.
intervistato su tre) tra gli elettori
L'elettorato sta prendendo coscien che nel 2006 avevano votato per
za e adattandosi (lentamente) ai nu l'Ulivo, e cresce fortemente
merosi mutamenti dell'offerta soprattutto per gli altri partiti: da
politica. A meno di due mesi dal Rc all'Udc a tutte le formazioni
voto, solo la metà degli intervistati
(Continua a pagina 8)
8
Giustizia e Libertà
INTERNI
2 marzo 2008
Pd in ripresa: a 6 punti dal Pdl - Prezzi in testa alle priorità
tentata nell'altro campo. Il
60% degli intervistati
percepisce, infatti, un
L'abitudine
o r m a i legame più stretto tra la
consolidata
a
u n a vecchia coalizione di
competizione di tipo centro-destra e la nuova
maggioritario si è tradotta
in un orientamento
diffuso a concentrare i
voti sui due principali
partiti. Il Pdl raccoglie, ad
oggi, la maggioranza
relativa (40.5%), mentre
il Pd si ferma al 34.8%.
Conteggiando
le
preferenze degli alleati Lega
(4.5%),
Mpa
(0.4%), Italia dei Valori
(3.4%) e Radicali (0.8%)la distanza fra i due
"blocchi" raggiunge i sei
pun ti. Appaiono invece
in difficoltà l'Udc (6.0%)
e, ancor più, la Sinistra
Arcobaleno (5.8%).
Ma va sottolineato come
la logica del "voto utile"
sia fatta propria non solo lista tenuta a battesimo da
dagli elettori del Pd Berlusconi e Fini. Per il
(71%) e del Pdl (74%), 64% (e il 45% dei suoi
ma an che da estesi settori stessi elettori) il Pdl si
presenta come un accordo
degli altri partiti.
elettorale, più che come
Il Pd, dopo la flessione un vero e proprio partito.
patita a partire dal 2006,
appare
dunque
i n Oltre che sull'"effetto
recupero e sembra poter novità", il leader del Pd
giocare, più di altri può contare su un
soggetti, la carta della consistente bagaglio di
"novità" e del "rinno consensi personali. Nel
gradimento degli italiani,
vamento".
Una porzione consistente figura ancora al primo
dell'elettorato lo vede posto con il 53% di
come un soggetto nuovo, giudizi positivi. Segue
che segna una disconti- Fini con il 51%, mentre
nuità
r i s p e t t o Berlusconi, in crescita, si
all'esperienza dell'Unione ferma al terzo posto
(44%). Nel testa a testa,
e del governo Prodi.
Più difficile appare la in un ipotetico confronto
speculare operazione "presidenziale", il candi
(Continua da pagina 7)
minori.
dato del Pdl prevale di
po chi decimali (44 a
43).
Berlusconi,
rispetto
all'av
versario,
si
distingue per la capacità
di
comunicare,
di
trasmettere
ottimismo e,
in
particolare, nel presentarsi
c o m e
"leader forte e deciso".
I punti di
forza dell'exsindaco
di
Roma coinc i d o n o ,
invece, con
la
sua
immagine di
"uomo onesto", attento
alle necessità
delle persone, portatore
di cambiamento.
Tuttavia, a guidare le
scelte degli elettori almeno nelle dichiarazioni (e negli auspici) non saranno né i partiti
né i leader, bensì i
programmi. Sotto questo
profilo, il clima sociale
in cui si sviluppa la
campagna
elettorale
appare significativamente cambiato rispetto allo
scorso anno. Fino a
pochi mesi fa, si era
registrata una netta
crescita della domanda
di sicurezza. Oggi appare invece dominante la
percezione di impoverimento dei lavoratori di-
pendenti e dei pensionati, che genera richieste
urgenti di aumento dei
salari, delle pensioni e di
controllo dei prezzi. Solo
fra gli elettori del Pdl e
della Lega al problema
della sicurezza è attribuita
la
stessa
importanza.
NOTA
METODOLOGICA
Il sondaggio è stato
effettuato nei giorni 1820 febbraio 2008 da Gfk
Eurisko
per
la
Repubblica. Interviste
con metodo Cati su un
campione
di
1510
persone. Demos&Pi ha
redatto il questionario e
analizzato i dati. Le
stime sulle intenzioni di
voto (curate da Roberto
Biorcio) sono state
realizzate tenendo sotto
controllo la distribuzione
territoriale, i caratteri socio-demografici e i prece
denti comportamenti elet
torali.
L'Atlante politico è
curato da Ilvo Diamanti
con Fabio Bordignon,
Roberto Biorcio, Natascia Porcellato e Rosalba
Rattalino.
Fabio Bordignon
e Roberto Biorcio
La Repubblica
25 febbraio 2008
Documento completo su:
www.sondaggipoliticoel
ettorali.it.
FRECCIATA SULL'UDC: «SOLO PD E PDL POSSONO VINCERE».
Matteoli: Venerdì il programma
"Se vince Veltroni gli italiani
se la cercano"
Berlusconi: «I rifiuti a Napoli sono la priorità». Scontro con Di Pietro:
«Mi fa orrore». L'ex pm: «Ha paura»
da Corriere della Sera, 27.02.2008)
«Se dovesse vincere le ahimé avremo la re- dioascoltatore, dall'altro Intervenendo a "Radio
elezioni...».
sponsabilità di governa- il candidato premier del Anch'io", il Cavaliere si
(Continua a pagina 9)
«Tolga il "se", dato che re...». Da un parte un ra- Pdl Silvio Berlusconi.
2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
9
"Se vince Veltroni gli italiani se la cercano"
(Continua da pagina 8)
è detto sicuro della vittoria, spiegando che dopo il
voto del 13 e 14 aprile il
primo problema da affrontare sarà quello dei
rifiuti di Napoli, poi la
riduzione delle tasse a
beneficio delle famiglie,
delle imprese e del lavoro.
«Io sono qui solo per
spirito di servizio aggiunge poi Berlusconi.Penso francamente che
sia inutile fare una campagna elettorale, non
vedo come dopo il governo Prodi gli italiani
possano avere ancora
fiducia nelle capacità
della sinistra. Se però gli
italiani dovessero far
vincere Veltroni -puntualizza l'ex premier- allora vorrà dire che se la
saranno cercata e se lo
meritano...».
TASSE, ICI
E STRAORDINARI
Assieme alla riduzione
delle tasse, l'abolizione
completa dell'Ici, la detassazione degli straordinari,
sostegni per la famiglia
con il bonus bebè. Sono
questi alcuni dei punti che
Silvio Berlusconi cercherà di realizzare nei primi
100 giorni di governo,
qualora vincesse le elezioni. «Meno tasse alle
famiglie, sul lavoro, sulle imprese», sintetizza
l'ex premier.
Il problema, però, che
sarà subito affrontato,
spiega Berlusconi a
"Radio anch'io", è quello dell'emergenza rifiuti a
Napoli.
«Sto studiando di notte
come risolvere questa
situazione», dice il leader
del Pdl, «i danni che
questa situazione ci ha
procurato sono incalcolabili. Un collega di governo straniero - racconta il Cavaliere- mi ha
chiamato dicendo: "stai
studiando il programma
con la mascherina sulla
bocca?"».
«SOLO PD E PDL
POSSONO
VINCERE»
L ' e x
premier è
poi tornato
sulla questione Udc
e la cessata
alleanza
con
Pier
Ferdinando
Casini «Io
non
ho
parlato
male di lui
-ha
detto
Berlusconi, la realtà è
che hanno
possibilità
di vincere
solo
due
forze politiche:
il
Pdl con il
46%
nei
sondaggi e
il 36% il
Pd. Le altre formazioni politiche hanno
solo il problema di superare la soglia per avere
deputati e senatori. Noi
pensiamo che i voti dati
in quella direzione favoriscano la frammentazione e non la possibilità
di governare. È una cosa ovvia che non può
essere discussa né negata».
SCONTRO
CON DI PIETRO
Poi una stoccata al leader
dell'Italia dei valori alleato del Pd di Walter Veltroni: «Io ho orrore di Di
Pietro e lo dico alto e
forte» ha detto il leader
del Pdl, sottolineando che
l'ex pm è «il campione
delle manette».
Dichiarazione, quella di
Berlusconi, che non è
passata inosservata all'interno del Partito democratico: «Mi pare di ricordare che fu proprio Berlusconi, qualche anno
fa, ad offrire un posto
da ministro a Di Pietro»
ha detto Antonello Soro.
D'accordo con il capogruppo del Pd alla Camera tutta l'Italia dei Valori,
il partito dell'ex pm. Con
voleva come ministro dell'Interno -ricorda il
leader
dell'Idvoggi non mi vuole in Parlamento.
Silvana Mura che rilancia: «Quello che dovrebbe suscitare orrore
è la concezione molto
particolare che Berlusconi ha dimostrato
avere per la giustizia,
come testimoniano le
leggi ad personam prodotte dai suoi governi e
il corposo pacchetto di
nuove leggi vergogna
che ha già annunciato
di voler presentare nelle prossima legislatura».
Solo "contumelie", dettate dalla "paura per il
risultato
elettorale».
Poi la replica a distanza
del diretto interessato:
«Evidentemente Berlusconi comincia a temere il risultato elettore
se impegna se stesso e
quintali di inchiostro
dei suoi giornali nella
denigrazione
dell’avversario, e per il solo
fatto che in un'altra
vita ho esercitato la
funzione di pm facendo
il mio dovere».
SÌ AL
CONFRONTO
IN TV
A "Radio Anch'io" Berlusconi
si è detto disposto
a un confronto
televisivo con gli
altri
candidati
premier. «Se la
par condicio, legge voluta dalla
sinistra, e colpevolmente tenuta
in piedi in passato da qualche
mio alleato, lo
permette, perché
no ?» ha detto
Berlusconi in diretta.
Il Cavaliere ha poi
precisato di non
essere preoccupato dall'idea avanzata dal leader
del'Idv Di Pietro di una
sola rete per Mediaset:
«Non mi spavento mai dice a "Radio Anch’io"perché so che le cose
che propone Di Pietro
non si realizzeranno
mai».
LISTE
Nel Pdl, nel frattempo, è
arrivato l'accordo sulle
candidature tra Alleanza
nazionale e Forza Italia.
Lo ha annunciato in serata il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, lasciando Palazzo
Grazioli.
«L'accordo è stato fatto, è chiuso: ad An andrà una percentuale di
circa il 30-32% di candidati», ha spiegato Mat
teoli che ha rilevato come l'intesa sia stata chiusa «con soddisfazione
sia di An che di Forza
Italia».
E il programma ?
«Lo presenteremo venerdì» ha concluso Mat«Berlusconi -ha aggiun- teoli.
to Di Pietro- mi ricorda
la storia della volpe e Il Corriere della Sera
dell'uva...Anni fa mi 27 febbraio 2008
INTERNI
10 Giustizia e Libertà
2 marzo 2008
Assenteismo
alla Camera ed al Senato
da http://www.ilsole24ore.com/includes2007/speciali/tools/assenteismo-parlamentare/
assenteismo-parlamentare.shtml
C A M E R A dei DEPUTATI
Sedute
Assenze
in %
1° BERLUSCONI SILVIO - FORZA ITALIA
4.623
98,5%
2° VERDINI DENIS - FORZA ITALIA
4.402
93,8%
3° PEZZELLA ANTONIO - AN
4.339
92,5%
4° GIORDANO FRANCESCO - PRC
4.232
90,2%
5° CICCHITTO FABRIZIO - FORZA ITALIA
4.218
89,9%
6° FASSINO PIERO - ULIVO
4.178
89,0%
7° BONDI SANDRO - FORZA ITALIA
4.106
87,5%
8° BOSELLI ENRICO - ROSA NEL PUGNO
4.058
86,5%
9° SILIQUINI MARIA GRAZIA - AN
3.874
82,5%
10° DE LUCA VINCENZO - ULIVO
3.731
79,5%
11° CHIAROMONTE FRANCA - ULIVO
3.183
67,8%
12° CAPEZZONE DANIELE
ex ROSA NEL PUGNO
3.171
67,6%
13° SIRCANA SILVIO EMILIO - ULIVO
3.013
64,2%
14° CONTI RICCARDO - UDC
3.009
64,1%
15° DRAGO GIUSEPPE - UDC
2.987
63,5%
16° MERLO RICARDO ANTONIO
ASS.ITAL.SUD AMERICA
2.959
63,0%
17° CASTIELLO GIUSEPPINA - AN
2.864
61,0%
18° ANGELI GIUSEPPE
PER ITALIA NEL MONDO
2.751
58,6%
19° POTTINO MARCO - LEGA NORD
2.710
57,8%
20° CIRINO POMICINO PAOLO
DC E NUOVO PSI
2.674
57,0%
NOMINATIVO
e Partito d’appartenenza
INTERNI
2 marzo 2008
Giustizia e Libertà
11
Assenteismo
alla Camera ed al Senato
S E NAT O
Sedute
Assenze
in %
1° DELL'UTRI MARCELLO
FORZA ITALIA
673
41,1
2° GHEDINI NICCOLO'
FORZA ITALIA
634
38,7
3° BUCCICO EMILIO NICOLA - AN
617
37,6
4° PITTELLI GIANCARLO
FORZA ITALIA
593
36,2
5° NANIA DOMENICO - AN
585
35,7
6° SELVA GUSTAVO - AN
565
34,5
7° DE GREGORIO SERGIO
(ex ITALIA DEI VALORI)
538
32,8
8° BACCINI MARIO - UDC
535
32,6
9° DIVELLA FRANCESCO - AN
529
32,3
10° PERA MARCELLO - FORZA ITALIA
527
32,1
11° BARBA VINCENZO - FORZA ITALIA
523
32,0
12° SCHIFANI RENATO - FORZA ITALIA
520
32,0
13° PALLARO LUIGI - MISTO
519
32,0
14° LUNARDI PIETRO - FORZA ITALIA
510
31,0
15° DE ANGELIS MARCELLO - AN
497
30,3
16° ROTONDI GIANFRANCO
FORZA ITALIA
497
30,0
17° MANNINO CALOGERO - UDC
484
30,0
18° PISANU GIUSEPPE - FORZA ITALIA
483
29,0
19° BALDASSARRI MARIO - AN
482
29,0
20° MANTICA ALFREDO - AN
479
29,0
NOMINATIVO
e Partito d’appartenenza
http://www.ilsole24ore.com/includes2007/speciali/tools/assenteismoparlamentare/assenteismo-parlamentare.shtml
INTERNI
12 Giustizia e Libertà
2 marzo 2008
il leader del pdl: nessuna velina in lista. In Parlamento lavorano in 30
Berlusconi presenta il programma:
«Tasse sotto il 40%, sì al nucleare»
«Sette missioni per rilanciare il Paese». E promette di firmare un nuovo
contratto con gli italiani
da Il Corriere della Sera, 29.02.2008.
quarta è relativa ai servizi ai
cittadini,
la
quinta è dedicata al Sud, la
sesta al federalismo e la
settima a un
piano straordinario di finanza pubblica.
«Ma la nostra
prima
promessa
ribadisce Berlusconi- è che
non metteremo mai le
mani
nelle
tasche degli
italiani e che
abbasseremo
la pressione
«Sette missioni per ri- fiscale sotto il 40% del
Pil».
lanciare l'Italia».
All'Auditorium
della
Conciliazione di Roma, CONTRATTO
Silvio Berlusconi presen- CON GLI ITALIANI
ta il programma del Po- Berlusconi ha anche mapolo della libertà, con- nifestato l’intenzione di
densato in dodici pagine. rispolverare il «contrat«Altro che le 280 pre- to con gli italiani», che
sentate e mai realizzate firmò nel 2001 in tv da
dal governo Prodi» af- Bruno Vespa. «Alla fine
ferma il leader del Pdl.
della campagna elettorale farò ancora il conIl Cavaliere rivendica i tratto con gli italiani»,
meriti del suo precedente inserendovi le «cose prin
governo («Vi ricordo cipali del programma»
che nel 2001 il nostro presentato ufficialmente
programma fu sintetiz- venerdì. Il leader del Pozato nel contratto con polo della Libertà lo ha
gli italiani, che noi ab- dichiarato conversando
biamo rispettato per con i giornalisti al termil'85 per cento») e an- ne della conferenza stamnuncia le nuove proposte pa di sul programma.
per il Paese. «Un impe- «È come l'altra volta gno morale che assu- ha aggiunto- adesso demiamo nei confronti positiamo il programdegli italiani», che però ma che indica le nostre
non devono aspettarsi volontà e per quanto
«miracoli».
riguarda le cose princiSette missioni, dunque: pali alla fine della camla prima è rilanciare lo pagna elettorale farò il
sviluppo; la seconda è contratto come l'altra
sostenere la famiglia, la volta. I disegni di legge
terza punta a maggiore -ha aggiunto- sono già
sicurezza e giustizia, la pronti: quelli sull'Ici,
sulla detassazione degli
straordinari e su tutti
gli altri argomenti previsti nel programma».
LA BATTUTA
delle tredicesime e degli
straordinari».
E poi, una novità
«importante», secondo
il Cavaliere, sarà il versamento dell'Iva posticipato al «reale incasso della
fattura» e i rimborsi da
60 a 90 giorni.
Inoltre Berlusconi promette di abbattere pastoie
burocratiche e fiscali di
ogni tipo. Iniziative che
avranno i loro effetti anche a livello locale, dove
le tasse, lamenta il leader
del Pdl, sono aumentate
quasi ovunque.
In particolare, Berlusconi
cita Roma dove «mi risulta, a quanto mi hanno detto, un aumento di
474 euro annui».
La conferenza stampa del
Cavaliere era iniziata con
una battuta sui presunti
problemi di salute di cui
alcuni quotidiani avevano parlato: «Siccome
siamo entrati nel pieno
della campagna elettorale, mi sono preso una
libertà. Oggi ho fatto
disinformazione
anch'io. Avevamo detto
che la conferenza stampa era per le ore 12 e
invece era fissata alle
12.30».
E a questo punto accenna, scherzosamente, al
ENERGIA
gesto dell'ombrello.
Berlusconi affronta anche il nodo energia.
CONDIZIONI
Subito dopo, Berlusconi «Penso che non ci sia
passa alla presentazione alternativa se non andel programma del Pdl. Il dare in maniera decisa
Cavaliere ribadisce di e immediata nella direavere «consapevolezza zione di nuove fonti edella situazione diffici- nergetiche nucleari per
le, italiana e internazio- l'Italia» afferma.
nale. Speriamo -aggi- Per il Cavaliere si tratta
unge- che non peggiori di superare i ritardi accusotto l'influsso dell'eco- mulati in questi decenni
nomia americana. Ap- dopo la «sciagurata depena avremo responsa- cisione» degli anni '70 di
bilità di governo vedre- dire no alla produzione
mo qual è lo stato conti di energia nucleare con il
pubblici, anche perché referendum.
si è parlato di un tesoCLANDESTINI
retto che non esiste».
Sul fronte immigrazione,
«aumenteremo il numeTASSE
Il Cavaliere punta molto ro dei Centri di permasulla riduzione della pres nenza temporanea per
l'identificazione e l'esione fiscale.
Le prime misure da pren- spulsione degli extracodere, già al primo Consi- munitari clandestini».
glio dei ministri, sono Una volta tornato al go«l'abolizione immediata verno, spiega Berlusconi,
dell'Ici sulla prima ca- il centrodestra «darà più
sa, premi e incentivi risorse e mezzi alla polegati agli incrementi lizia per far ritornare le
della produttività, una
(Continua a pagina 13)
graduale detassazione
2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
13
Berlusconi presenta il programma: «Tasse sotto il 40%, sì al nucleare»
(Continua da pagina 12)
città quelle che ora non
sono più dopo che la
sinistra ha spalancato le
porte ai clandestini extracomunitari».
GIUSTIZIA
Secondo il Cavaliere, inoltre, «ci deve essere
l'eslcusione degli sconti
di pena per chi è recidivo e chi ha commesso
reati di particolare allarme sociale». E poi
«inaspriremo le pene
per i reati contro le don
ne e i minori»
CASA
Il leader del Pdl si impegna poi a varare «un
grande piano di edilizia
per i giovani e per il 13% delle famiglie non
proprietarie di case».
Si tratta, aggiunge, di un
«impegno primario che
assumiamo».
GIOVANI
Non solo.
Il Pdl prevede «un periodo di no tax assoluto
per giovani che iniziano
nuove attività imprenditoriali».
La misura, già prevista
nel precedente programma elettorale, sarà affiancata da altre come quella
che prevede «un bonus
di locazione per le giovani coppie per creare
le condizioni affinché
mettano su famiglia il
più presto possibile».
SCUOLA
Berlusconi, affrontando il
capitolo scuola del programma del Pdl, rilancia
poi un cavallo di battaglia della campagna elettorale del 2001, ossia le
tre i: inglese, Internet e
impresa.
L'ex premier sottolinea
che questo è da considerarsi un obiettivo importante, «non era -osserva
- solo un pallino di Tremonti».
INFRASTRUTTURE
Per rilanciare lo sviluppo
dell'economia italiana, il
Popolo della libertà prevede «il rilancio e il rifinanziamento della legge
obiettivo e delle grandi
opere con priorità alle
Pedemontane Lombarda e Veneta, al Ponte
sullo Stretto di Messina
e all'alta velocità ferroviaria e il coinvolgimento delle piccole e medie
imprese di costruzione
nella realizzazione delle
grandi opere».
Con la riapertura di tutti i
cantieri accantonati durante il governo di centrosinistra, ha aggiunto
Berlusconi, «possono
immediatamente prodursi 300-350mila posti
di lavoro».
Nelle 12 pagine di programma elettorale è previsto anche il rilancio del
trasporto aereo «con la
valorizzazione e lo sviluppo degli hub di Malpensa e Fiumicino» e la
«partecipazione ai progetti europei di energia
nucleare di ultima generazione» oltre a incentivi
all'uso delle fonti rinnovabili.
«Che rimangono -ha sot
tolineato l'ex premierperché sono belle».
che cambia niente.
In Parlamento chi
lavora sono trenta
persone,
tutte
le
altre devono essere
lì presenti,
leali, dalle
nove della
mattina
alle nove
di sera. Se ce ne sono
troppi bravi, fanno a
pugni perché su un argomento vogliono parlare in tre, quattro o
cinque: quindi è molto
meglio averne uno e la
sua riserva e basta».
Secondo l'ex premier
dunque «in Parlamento
ci devono essere i rappresentanti della gente,
ad esempio chi ha fatto
sport oppure chi rappresenta altre categorie: guardate cosa ha
fatto Fiorella Ceccacci e
quante proposte ha portato da parte della gente di teatro. Perciò credo che serva un rappresentante dei settore dei
trasporti, degli artigiani, dei commercianti,
eccetera... Perché queSUD
ste persone sono i canali
E il Mezzogiorno ?
«Abbiamo previsto - che ci veicolano le esidice il Cavaliere- un pia- genze di ogni settore».
no straordinario per il
potenziamento delle in- VELTRONI COPIA
frastrutture, la creazio- Non mancano le stoccate
ne di porti franchi, una al Pd.
legge obiettivo per i be- «Il programma di Velni culturali».
troni è la versione stataA questo si aggiunge «il lista del programma del
contrasto particolarissi- centrodestra» afferma
mo contro la criminali- Berlusconi.
tà organizzata, con un «Il nostro programma piano sicurezza per la spiega- è quello storico
legalità».
programma del centrodestra, quello che Veltroni e compagnia bella
IN PARLAMENTO
hanno
praticamente
LAVORANO IN 30
Ai giornalisti che gli preso per metterlo nei
chiedevano un parere sul- punti loro, ma che sono
le candidature volute da antitetici ai programmi
Walter Veltroni di perso- che avevano presentato
ne provenienti dal mondo in passato e alla loro
del lavoro, come l'ope- azione di governo».
raio della Thyssen e la E sui risultati del goverprecaria di un call center, no Prodi, il Cavaliere riBerlusconi ha replicato: badisce: «Ha fatto pian«Anche se lo fa non è gere tutti gli italiani».
«STO BENE»
In precedenza, intervendo telefonicamente su
Canale 4, Berlusconi aveva voluto chiarire che
la mancata partecipazione ad alcune trasmissioni
tv è dovuta agli impegni
di lavoro, e in particolare
alla stesura del programma di governo, e non a
problemi di salute («la
campagna elettorale è
entrata nella parte prefinale e si comincia a
veder fiorire il fiore della menzogna»).
E poi aveva preannunciato le «sette missioni per
rilanciare l'Italia».
NESSUNA VELINA
E le liste ?
«Da lunedì -dice Berlusconi- cominceremo a
parlare di candidature».
Il leader del Pdl, rispetto
alle indiscrezioni giornalistiche secondo cui al
Circolo della Libertà andrebbero solo tre seggi,
ribatte: «È una cosa folle, che non esiste. Anche
perché di candidature
cominceremo a parlare
lunedì. Veline in lista?
Non ce ne saranno. Ci
sarà invece posto per
molti giovani, e per l'altra parte del cielo, le
donne, ci sarà spazio
per il 30%. Le associazioni avranno adeguata
rappresentanza».
Il Corriere della Sera
29 febbraio 2008
INTERNI
14 Giustizia e Libertà
2 marzo 2008
ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI,
IMPUTATI, PREGIUDICATI
E SCREDITATI
DA BASSOLINO A DE GREGORIO, DA CARUSO A STORACE, DA MASTELLA
A DE MITA
“L’ESPRESSO” STILA LA LISTA DEI CANDIDATI CHE NON
SI VORREBBERO PIÙ VEDERE
Francesco Bonazzi e Marco Damilano per “L’espresso”
Non c'è primaria o gazebo della libertà che tenga.
Con le famigerate liste bloccate del 'Porcellum', ancora una volta avranno l'elezione sicura
quelli che non potrebbero mettere facilmente la propria faccia sui
manifesti.
Un pattuglione di assenteisti, trasformisti,
dinosauri, pregiudicati,
indagati o, più semplicemente, sputtanati.
Ecco il catalogo dei
nomi pronti a infilarsi
alle spalle dei leader.
BOCCIATI
"Il dado è tratto: Rivoluzione
Italiana
confluisce nel Popolo
delle libertà".
Con queste parole, il 9
febbraio, il senatore
Paolo Guzzanti ha annunciato ai seguaci del
suo blog (Rivoluzione
Italiana, 'www.paologuzzanti.it') il fidanzamento con il movimento dell'altra rossocrinuta Michela Brambilla.
Un aggancio che imbarazza la super-nuovista
Brambilla, preoccupata
dall'effetto muffa dell'ex presidente della
Commissione Mitrokhin, simbolo di una stagione tutta bufale e complotti-spazzatura.
La spazzatura vera, invece, è quella che ha distrutto la credibilità di Antonio Bassolino e Alfonso Pecoraro Scanio. Le immagini della
maxipattumiera
napoletana
hanno fatto
il giro del
mondo, ma
nessuno dei
due politici
campani è
stato sfiorato dall'idea delle dimissioni. Così, tanto il presidente della Regione quanto l'ex ministro dell'Ambiente sono pronti a regalarsi un nuovo giro
in Parlamento.
Stessa scelta per un altro eletto che ha fatto parlare di sé in tutto il globo, il mastelliano Tommaso Barbato.
Il filmato della sua tentata aggressione al compagno di partito Nuccio Cusumano, 'colpevole'
di non revocare la fiducia a Prodi, spopola ancora su Internet e il suo presunto sputo è un giallo
insoluto. Il fotogramma in cui senatori e questori tentano di placcare Barbato è diventato l'ultima pubblicità di Ryanair, sotto lo slogan
'Calma! Calma! C'è posto per tutti'. Barbato
compreso.
Un comodo seggio senatoriale aspetta anche il
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2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
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ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI
E SCREDITATI
sindaco azzurro
di
Catania
Umberto
Scapagnini.
L'ex medico di Berlusconi è
ansioso di
abbandonare la città prima che venga certificato lo stato
d'insolvenza del Comune. Mentre il più fido
scudiero di Massimo D'Alema, Nicola Latorre,
non vede motivi per abbandonare il Palazzo,
nonostante le sue telefonate pro-Unipol abbiano
sconcertato migliaia di elettori del centrosinistra
durante la folle estate delle scalate bancarie.
GIURASSICI
José Luis Rodríguez Zapatero non aveva compiuto tre anni, Barack Obama era nato da appena 20 mesi quando Luigi Ciriaco De Mita entrò
per la prima volta alla Camera. Salvo una breve
interruzione tra il 1994 e il 1996, non ha più trovato l'uscita. Classe 1928, la stessa di Ernesto
Che Guevara, da 45 anni trascina giornalisti e
colleghi deputati sottobraccio
per il Transatlantico, manco
fosse la Selva Lacandona.
Ma guai a fargli notare l'età:
"Ieri, per la prima volta, mi
sono sentito vecchio", ha
confessato al compimento degli ottant'anni. E ora è in corsa
per la dodicesima ricandidatura, questa volta nel Pd. Il segretario campano Tino Iannuzzi ha già annunciato di voler
chiedere la deroga per il suo
maestro politico. Lo stesso
vuole fare il segretario provinciale di Avellino: Giuseppe De
Mita, il nipote. Sembra un'anomalia, ma non lo è. Spera di
rientrare, ancora una volta, il
senatore Francesco D'Onofrio,
capogruppo dell'Udc.
Una ex giovane promessa: a
lanciarlo fu proprio De Mita, un quarto di seco-
lo fa. C'è il neo-Udc Angelo
Sanza (ex demitiano, ex cossighiano, ex buttiglioniano,
ex berlusconiano), deputato
dal 1972, lo stesso anno che
vide l'esordio in Parlamento
di Giuseppe Pisanu. C'è il
forzista Alfredo Biondi, eletto la prima volta nel 1968.
C'è il socialista Valdo Spini,
simpaticamente parlamentare da quasi trent'anni, come
il verde ex Lotta Continua
Marco Boato (salvo un'interruzione negli anni Ottanta)
che tenta il ripescaggio nella
Cosa rossa. Lì, nell'area della sinistra radicale, si gioca
il futuro di un'autentica istituzione come Armando Cossutta e di un veterano delle
aule come Cesare Salvi.
In fondo, il candidato
premier Fausto Bertinotti,
imbalsamato nella carica di
leader dal 1994, è ormai anche lui un monumento vivente. A se stesso.
LAVATIVI
Giuliano Amato ha già annunciato che non si ricandiderà, a Montecitorio non avvertiranno la differenza: nell'ultima legislatura non
l'hanno praticamente mai visto. In 20 mesi e su
4.693 votazioni ha pigiato il pulsante solo 21
volte, lo 0,45 per cento del totale. Certo, da ministro dell'Interno aveva altro da fare e si è fatto
mettere in missione nel 97 per cento dei casi.
Ma che dire di altri illustri assenti?
Senza giustificazioni, per esempio, risulta il
presidente della commissione Attività produttive Daniele Capezzone: infaticabile quando c'è
da dichiarare al tg, un forzato dei talk-show televisivi, e dove trova il tempo di partecipare al
lavoro legislativo? E infatti si è affacciato in
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16 Giustizia e Libertà
INTERNI
2 marzo 2008
ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI
E SCREDITATI
aula per 119 volte, il 2,54
per cento delle votazioni,
risultando assente senza
scusanti nel 67 per cento
dei casi.
Peggio di lui hanno fatto
solo i ministri Antonio Di
Pietro, Pierluigi Bersani
e Alfonso Pecoraro Scanio, che però figurano
quasi sempre in missione.
A differenza dell'ex segretario Ds Piero Fassino, assente nell'89 per cento
dei casi, presente in dieci votazioni su cento,
stessa misera performance del collega di Rifondazione Franco Giordano. Deve essere il duro
tran tran del capopartito.
Tre big di Forza Italia, Sandro
Bondi, Fabrizio Cicchitto e Denis Verdini, non si sono quasi
mai fatti vedere a Montecitorio.
Bondi ha saltato l'87 per cento
delle sedute, Cicchitto l'89. Il toscano Verdini, estenuato da 291
votazioni su 4.693 (il 6 per cento), ha trovato miracolosamente il
tempo di mettere la firma su tre
proposte di legge e su un'interrogazione: stipendio ben guadagnato. Ma è in ottima compagnia: il
deputato Berlusconi Silvio ha
mancato il 98,51 per cento delle votazioni. E
nessuno lo rimprovererà per questo.
VOLTAGABBANA
"Si sentiva bene il discorso? Avevo la voce
ben impostata?", ha
chiesto appena finito di
parlare. Si cambia schieramento per molte ragioni: per opportunismo, per
convenienza, per calcolo.
Il senatore-professore Domenico Fisichella l'ha
fatto per ben due volte (da destra a sinistra e da
sinistra a destra) per un ben più nobile motivo:
la vanità.
Quando lasciò An per traslocare nella Margheri-
ta era inviperito per la mancata presidenza del
Senato che, secondo lui, gli spettava come una
laurea, honoris causa. Quando il 24 gennaio ha
pugnalato il governo Prodi, provocando la fine
della legislatura, ha tenuto a precisare, la voce
ben impostata, ci mancherebbe, che lui non era
"uno qualunque". Basta sfogliare la sua monumentale produzione bibliografica, 18 volumi, da
'Elogio della monarchia' a 'Le ragioni del torto', tradotti in inglese, francese, spagnolo, ungherese e rumeno.
Ora giura di voler tornare a studiare, ma è disponibile a candidarsi nel Pdl, "se il mio contributo è considerato utile". Lo
stesso vale per Lamberto Dini:
ma lui, più che utile, si ritiene
indispensabile. Pronto a candidarsi con Berlusconi, dopo averlo mollato nel 1995 per fondare
un partitino di transfughi dal
berlusconismo, tra accuse di tradimento e insulti.
Lo stesso percorso di
Clemente Mastella (in
comune i due hanno anche una moglie in guai
giudiziari): "Resterò
nella posizione in cui
mi troverò, lealmente,
come sempre", garantisce l'ex guardasigilli. I
suoi compagni di partito,
conoscendone la lealtà,
si sono affrettati a cercare posizioni in proprio.
Uno che una candidatura l'ha spuntata è l'ex ministro della Lega Giancarlo Pagliarini: nel '96 fu
candidato premier di Umberto Bossi e predicava
il secessionismo della Padania, oggi si ritrova
con la destra tricolore di Francesco Storace, un
bel salto tra gli arditi.
Più modesto appare il valzer di Marco Follini,
passato in 20 mesi dai pranzi di palazzo Grazioli
alle merende nel loft del Pd: l'importante, per
lui, è non imbattersi in Casini.
IN FUGA DALLA GIUSTIZIA
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Giustizia e Libertà
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ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI
E SCREDITATI
Eletto con l'Italia dei valori, passato all'opposizione con il movimento fai-da-te Italiani nel
mondo e ora pronto all'ingresso nelle liste del
Pdl, il senatore campano Sergio De Gregorio
non è soltanto un politico che si muove veloce.
È anche un uomo bisognoso
di trovare un riparo sicuro da
un'inchiesta della Procura antimafia di Napoli che lo vede
indagato per riciclaggio e favoreggiamento della camorra.
Non vede l'ora di sbarcare in
Senato anche l'udiccino Salvatore Cuffaro, che da presidente della Regione Sicilia si
è appena beccato una condanna in primo grado a cinque
anni di reclusione. Anche in
Calabria andrà in scena il film
'Governatori in fuga', con Agazio Loiero che preferirebbe
attendere il suo processo per gli
appalti della sanità da uno
scranno di Montecitorio. Bisognoso d'immunità varie anche il
segretario dell'Udc Lorenzo
Cesa.
Già salvato dalla prescrizione
ai tempi di Tangentopoli, quando ammise di aver preso soldi
per appalti truccati, ora è indagato a Catanzaro per truffa all'Unione europea e associazione
a delinquere. Non mollerà facilmente Palazzo Madama neppure
il forzista Luigi Grillo, rinviato a
giudizio per aggiotaggio nella
vicenda delle scalate Rcs e Bnl.
Seggio blindato anche per l'ex
governatore pugliese Raffaele
Fitto, che sotto Natale è diventato
imputato per corruzione e finanziamento illecito.
Un altro ex presidente eccellente,
Francesco Storace, dovrà difendersi nel processo Laziogate dall'accusa di 'cospirazione informatica' ai danni della rivale A-
lessandra Mussolini.
L'ex comandante della Finanza, Roberto Speciale, attenderà in Parlamento sotto le bandiere
del Pdl l'inchiesta della magistratura per l'uso
'privato' di aerei ed elicotteri delle Fiamme gialle. Al fianco di Speciale troverà riparo anche la
first lady di Ceppaloni Sandra Lonardo Mastella, indagata per tentata concussione. Mentre
sotto i colori della Sinistra arcobaleno troveranno usbergo anche i 'disobbedienti' Francesco
Caruso e Luca Casarini, per i quali la Procura
di Genova ha appena chiesto sei anni al processo per il G8. Caruso ha già sulle spalle una condanna in primo grado a 40 mesi per la violenta
'spesa proletaria' all'Ipercoop di Afragola.
DEFINITIVI
Neppure nella prossima legislatura si assottiglierà il plotone
dei condannati
in via definitiva. Anzi, sono
previsti grandi
ritorni. Il leader
morale di questi forzati del
Parlamento
è
l'azzurro Marcello Dell'Utri,
che ha una condanna passata
in giudicato a
due anni per
frode fiscale e
false fatture, mentre ha impugnato in appello
una sentenza a nove anni per mafia. Intoccabile
anche un altro eroe della prima Fininvest come
Massimo Berruti, otto mesi definitivi per favoreggiamento nel processo per le tangenti alla
Guardia di finanza.
Riavranno il loro bravo posto in lista anche il
democratico Enzo Carra (un anno e quattro
mesi per false dichiarazioni al pm nel processo
Enimont), l'azzurro Alfredo Vito (due anni patteggiati per corruzione), il berlusconiano Giorgio La Malfa (sei mesi per finanziamento illecito nella vicenda Enimont), il diessino Vincenzo Visco (abuso edilizio) l'azzurro Antonio Del
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18 Giustizia e Libertà
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Discorso di Prodi a Palazzo Madama
Pennino (due mesi per
Enimont, un anno e otto mesi per la metropolitana di Milano), l'eterno dc Paolo Cirino
Pomicino
(un anno
e otto me
si per Enimont e
e due mesi per i
fondi neri Eni), i forzisti Gianpiero Cantoni
(due anni per corruzione e bancarotta), Egidio
Sterpa (sei mesi per Enimont) e Antonio Tomassini (tre anni per falso).
Continueranno a scontare con le noie parlamentari una gioventù troppo vivace il radicale Sergio D'Elia (25 anni per banda armata e concor-
so in omicidio) e i
finiani
Domenico
Nania (condanna per
lesioni volontarie) e
Marcello De Angelis
(cinque anni per banda armata). Mentre si
preparano a tornare
nel Palazzo, dopo essere stati fermi qualche giro, anche Umberto Bossi (otto mesi per Enimont), l'udiccino Vito Bonsignore (due anni per tentata corruzione) e il socialista Gianni De Michelis (due anni per corruzione e
tangente Enimont). Tra sputatori
ed ex picchiatori, non sfigureranno neppure loro.
Francesco Bonazzi e Marco Damilano
“L’espresso”
Lettera a Roberto Gervaso,
la P2ed il Partito D’Azione
di Vittorio Cimiotta La Repubblica 25.02.2008
Presidente F.I.A.P, (Federaz. Ital.Ass. Partigiani) Comitato di Roma e Lazio
ROMA, 29 Febbraio 2008
Egregio Dr. Roberto Gervaso,
nella sua risposta al lettore di Modena (Il Messaggero 26.02.08) tra i tanti veleni sul Partito d'Azione Lei scrive quanto segue: "Ma che si accanissero (gli azionisti) contro gli italiani che non
avevano fatto la Resistenza si capiva un po meno. Volevano spazzare via chiunque avesse avuto rapporti con il regime, a qualunque livello.... ". E ancora scrive:" Gli azionisti erano inquisitori, proscrittori, custodi armati di un'utopia astratta , assertori di una palingenesi totale e totalizzante, spietata e assurda. Non vedevano di là del proprio naso e sognavano una
specie di Repubblica platonica dove l'avrebbero fatta da padroni, censori e giustizieri".
La sua risposta non mi ha sorpreso, anzi mi riconferma che dopo sessanta anni dalla sua
scomparsa il Partito d'Azione continua a suscitare paura, odio e ostilità.
E' un fantasma che sopravvive e che morde la coscienza di una classe politica malata.
In una società dove ha allignato la Massoneria deviata come la P2, di cui Ella è stato socio
autorevole con tessera 622, la cultura azionista è una trasgressione.
Voglio citare alcuni nomi: Ernesto Rossi, Ferruccio Parri, Vittorio Foa, Riccardo Bauer, Luciano
Bolis, Vindice Cavallera, Emilio Lussu, Altiero Spinelli.
Sono azionisti integerrimi che hanno pagato con decenni di carcere, di esilio e di sofferenze
la loro fede democratica.
Non so quale significato possano avere per Lei nomi come: Duccio Galimberti, Leone Ginsburg,
Pilo Albertelli e altri.
Sono azionisti che hanno sacrificato la loro vita per la libertà.
Forse Lei ignora che alle Fosse Ardeatine furono trucidati più di 50 azionisti.
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Giustizia e Libertà
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Lettera a Roberto Gervaso, la P2ed il Partito D’Azione
La Sua risposta al lettore di Modena offende la memoria di uomini che nel nome del Partito
d'Azione hanno onorato l'Italia.
Il giacobinismo degli azionisti non fu quello dei violenti, ma di coloro hanno subito le violenze. Alessandro Galante Garrone scrisse un libretto con il significativo titolo: Il mite giacobino.
L'intransigenza azionista riguardava i valori e non era affetta da giustizialismo come Lei afferma.
Gli azionisti chiedevano severità per i reati gravi dei fascisti pesci grossi e non per gli italiani
che non avevano fatto la Resistenza.
Invece l'amnistia di Togliatti cancellò ogni pena e molti gerarchi responsabili di gravi delitti o
di arricchimenti illeciti restarono nei loro privilegiati posti della vita pubblica e finanziaria.
Gli azionisti volevano un'Italia più onesta, più seria, più libera e più giusta.
Chiedevano troppo ?
Sognavano una rivoluzione morale e furono battuti !
Negli ultimi decenni la corruzione è particolarmente dilagata divenendo quasi una tacita regola di vita fino ad approdare a "tangentopoli" e oltre.
Oggi, purtroppo, incombe sulla nostra democrazia una pesante ipoteca di stampo piduista,
postfascista e secessionista che ha una radice nel vecchio qualunquismo.
La questione morale è un lontano ricordo.
Spero vorrà pubblicare la presente nel Suo giornale.
Vittorio Cimiotta
Presidente F.I.A.P, (Federaz. Ital.Ass. Partigiani) Comitato di Roma e Lazio
00165 Roma Via San Francesco di Sales, 5 - tel.06 6876543
Nostalgie
di Masaniello
Qualcuno ha detto che gli italiani
dovrebbero scendere in piazza
per manifestare
contro se stessi,
condivido questa
opinione.
Ritengo infatti che i tanti mali
che affliggono questo paese
siano dovuti, oltre che ad una
classe politica insipiente e
truffaldina anche a coloro che
l’hanno ripetutamente eletta.
Uno sguardo panoramico sull’inizio di questa campagna elettorale ci dice che, ancora una
volta, il prodotto che ci viene
venduto è inefficace, non ci
farà male, ma, come molte
medicine scadute, non eliminerà la patologia.
Ciò che affligge noi italiani è
l’assuefazione, siamo resistenti ai cambiamenti perché
troppo pigri o perché troppo
proni ai potenti, basta che
qualcuno ci faccia sentire odor di scodella e corriamo subito, come cani a leccarla.
Chi ce la offre non è in odor
di santità ?
Chi se ne frega, chi è senza
peccato scagli la prima pietra,
e allora eccoci lì, in piazza, ad
agitare le bandierine dei nuovi partiti, ad acclamare i nuovi-vecchi leaders, i nuovivecchi programmi che non saranno realizzati ma che, ancora una volta porteranno alle
urne l’80% degli italiani.
E’ un rito irrinunciabile quello
di andare a votare, ci si veste
bene, le donne vanno dal parrucchiere e gli uomini hanno
l’aria compresa dei momenti
solenni, qui si fa l’Italia o si
muore e allora su, recitiamo
ancora una volta questa farsa,
due giorni dopo si tornerà alla
normalità cioè al nulla di fatto.
Ho nostalgia di un Italia
“barricadera” nel senso più
positivo del termine, ho nostalgia di quelle belle manifestazioni civili e pacifiche per
scopi civili e pacifici, per protestare contro le ingiustizie, i
soprusi, la guerra, la corruzione.
Che fine ha fatto quella bella
gente che ho visto a Firenze
e a Roma manifestare per la
pace e la giustizia sociale ai
tempi dei girotondi, ricordate ?
Ricordo la protesta davanti al
palazzo di giustizia di Milano
quando Berlusconi durante
tangentopoli propose il primo
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INTERNI
Giustizia e Libertà
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Nostalgie
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decreto salvaladri, una cintura
umana cingeva il palazzo e ai
magistrati che uscivano si tributavano ovazioni convinte e
grate per il lavoro di pulizia
che tentavano faticosamente
di intraprendere.
Oggi per questo, i magistrati
vengono trasferiti con l’approvazione della destra e della
sinistra, all’infuori di qualche
piccola frangia di estremisti
che è indifferente al problema..
Ricordo la manifestazione per
la pace a Firenze osteggiata
persino da Oriana Fallaci che
alla vigilia ne disse tutto il
male possibile, fu splendida.
C’era una tale partecipazione
e un tale amore per una causa
giusta che le migliaia di persone in corteo avevano gli occhi
lucidi, un senso di solidarietà
e di fratellanza che li faceva
procedere mano nella mano
verso una speranza oggi delusa.
Dove sono quelle persone ?
Piazza San Giovanni ha cambiato casacca, il rosso non è
più di moda, “bella ciao” è come la musica di San Remo:
stonata, non si vende più, non
è “trend”.
Oggi ci si confronta per forma, non c’è più contrapposizione, i toni sono smorzati, i
programmi clonati.
I partiti si fanno sui predellini, la propaganda in giro sui
pullman, nessuno vuole candidati inquisiti ma Veltroni non
può liberarsi di Bassolino,
Berlusconi di Cuffaro che è
del partito di Casini il quale
per restare nella legalità sta
tentando di candidare Moggi,
e la destra della Santanchè
ha come capo ideologo Storace.
La “rosa bianca” di Tabacci e
Cesa che fa, resta fuori da
questo contesto ?
Tranquilli, alleandosi con Casini usufruisce anch’essa dell’onnipresente Cuffaro.
Resta Mastella che però sta
meglio di tutti, non ha bisogno di inquisiti da coalizione,
correndo da solo usufruisce
di un prodotto autoctono,
quelli di casa sua, numerosi e
corposi.
Stante la situazione generale
ha buone possibilità di vincere la gara degli inquisiti.
Forse non andrò dal parrucchiere il 13 di Aprile perché
se Veltroni non obbligherà
Bassolino a dimettersi sarà
come Berlusconi, Casini, la
Santanchè e Mastella, non lo
voterò e inviterò i miei amici
a non farlo.
Non voglio toni soft nella
campagna elettorale della coalizione politica a me vicina,
voglio fatti concreti, voglio
gli inquisiti fuori dal partito
democratico come era stato
solennemente promesso, senza ambiguità
altrimenti se
non si potrà fare a meno di
loro si farà a meno di me.
Masaniello
Intervista ad Antonio Di Pietro
La responsabilità di Bassolino
da Corriere della Sera (01.03.2008)
CdS: Ministro Di Pietro
che succederà in Campania al Pd dopo il rinvio a
giudizio del presidente
Bassolino per la vicenda
dei rifiuti?
Di Pietro: È indubbio
che la vicenda comporterà dei contraccolpi elettorali. Ma la colpa non è
certo del giudice che ha
fatto il suo dovere piuttosto della politica che invece di smaltire i rifiuti
ha creato le condizioni
affinché un magistrato
chiedesse la verifica dibattimentale. I contraccolpi sono un dato di fatto. Non vorrei, però, che
si scambiasse la causa
con gli effetti.
CdS: Ora che cosa dovrebbe fare Bassolino?
Restare ancora in carica
o dimettersi ?
Di Pietro: L’Italia dei
valori fu l’unico partito ricevendo anche molte
critiche- a chiedere le
dimissioni di Bassolino,
già mesi addietro quando
scoppiò lo scandalo dei
rifiuti. E le chiedemmo necessitata dal fatto che
pur facendo parte del alcuni componenti hanno
preso un’altra strada,
centrosinistra».
quella di Poggioreale
CdS: Il suo partito par- piuttosto che quella del
tecipa alla giunta Sasso- Palazzo della Regione.
lino ?
Sebbene richiesti di enDi Pietro: Non abbiamo trarvi abbiamo declinato
mai fatto parte della l’invito.
giunta Bassolino anche
adesso, dopo la scompo- CdS: Perché ?
sizione e ricomposizione Di Pietro: Riteniamo superata l’esperienza Bassolino. È sua la responsabilità politica per l’inazione evidente nello
smaltimento dei rifiuti. A
prescindere dal rinvio a
giudizio, che è né più né
meno che una richiesta di
verifica dibattimentale
con tutte le garanzie per
INTERNI
2 marzo 2008
Giustizia e Libertà
21
La responsabilità di Bassolino
la difesa, l’uomo Bassolino potrà dimostrare la
sua innocenza perché
ritengo che sia stato usato, raggirato e violentato
dalla logica dei veti di
partito. È inimmaginabile che Bassolino si sia
arricchito in un’attività
del genere. Sono convinto che l’abbiano tirato
per la giacchetta e così
ha finito per delegare
ruoli e incarichi a persone che più che delegare
bisognava legare.
CdS: Il contraccolpo in
termini elettorali come
sarà?
Di Pietro:Sarà ampio. Le
dimissioni di Bassolino
possono dare un segnale
di discontinuità. Il non
avere partecipato a questa manfrina dà a noi,
Italia dei valori, titolo per
proporci come alternativa al non voto perché è
evidente che il cittadino
partenopeo sfiduciato in
seguito alla presa d’atto
di questa inazione sarà
più che tentato dall’idea
di disertare i seggi. Una
cosa, comunque, voglio
aggiungere e cioè che
sarebbe ingeneroso scaricare tutto il marcio del-
l’immondizia su Bassolino, perché la malazione
va avanti dalle altre esperienze di governo, la vicenda del termovalorizzatore di Napoli risale ai
tempi della giunta di centrodestra guidata da Rastrelli.
Corriere della Sera
01.03.2008
Dagli amici mi guardi iddio
di Gaio Gracco
Dopo aver visto ‘Anno
zero’ del 28.2 scorso e
ascoltando dalle vivide
labbra della signora Santanchè l’attacco al ministro Di Pietro sull’annoso tema (di vivo interesse evidentemente per
l’intera nazione) “ si è
iscritta la sig.ra Anna Di
Pietro come praticante al
giornale ‘l’Italia dei Valori’ ?” viene da pensare
che il noto principio
Dagli amici mi guardi
Dio che dai nemici mi
guardo io sembra calzare a pennello per l’on
DiPietro, sulla cui sfortuna per quanto riguarda
la scelta dei propri collaboratori sarebbe quasi da
scrivere una pièce teatra-
le. Dopo i vari casi precedenti (da ultimo quello
tragicomico dell’on DeGregorio passato armi e
bagagli nella scuderia di
Berlusconi
al modico
prezzo di una bella sommetta e un seggio in senato)
ecco infatti ora
quello della signora Delia Cipullo direttore del
giornale – di cui l’umanità ignorava l’esistenza –
‘L’Italia dei valori’ la
quale, udite udite, in un’intervista
(che
la
sig.Santanchè deve avere
studiato parola per parola) avrebbe citato malignamente il caso di questa sig.ra Anna DiPietro
assunta come praticante
presso il giornale in que-
stione. Nonostante il ministro abbia chiarito più
volte che in effetti la cosa non si sia poi realizzata non avendo mai la signora in questione intrapreso tale attività, l’on.Santanchè ha finto
d’ignorare la circostanza,
cercando di tenere desta
l’attenzione
televisiva
nazionale sul vitale argomento. Giunge ora , con
l’articolo che segue preso
da Dagospia, la conferma della citata sig.ra Cipullo, la quale, dilungandosi nel respingere l’accusa di seminare cattiverie, ammette nelle ultime
righe che in effetti la
sig.ra DiPietro non si è
mai presentata in reda-
zione essendosi dimessa
prima ancora d’iniziare
l’attività .
Dalla patetica vicenda –
che ha interessato unicamente la vivida mente
dell’on.Santanchè - può
trarsi unicamente la conclusione che ancora una
volta qualcuno
vicino
all’on.DiPietro non ha
perso l’occasione per fargli lo sgambetto e metterlo in imbarazzo. Al
punto che presto occorrerà aprire una sottoscrizione nazionale per ingaggiare un qualificato consulente politico che dia
una mano a Tonino a come scegliersi collaboratori.
♠
Dagospia, 29 Febbraio 2008
Abbiamo letto
e ripubblichiamo
Caro Dago,
nel corso della trasmissione Anno Zero andata in
onda giovedì 28 febbraio
sono stata chiamata in
causa dal ministro Di Pietro che, sollecitato dal
collega Telese, ospite in
studio, in merito alla vicenda del praticantato
della signora Anna Di Pietro, non ha esitato a definire "cattiverie" quelle da
me riferite, due settimane
addietro, ad un quotidiano
nel corso di una intervista.
Soltanto per dovere di precisione e di completezza e
anche perché non si finisca per attribuirmi, volontariamente o involontaria-
mente, un ruolo che in
questa vicenda io non ho
avuto, se non per avere
semplicemente
risposto
alle domande di un collega, voglio chiederti ospitalità e tornare brevemente
sulla vicenda per sottolineare che:
- a dispetto di quanto dichiarato in diretta tv dall'onorevole Di Pietro nessuno, tantomeno io, ha mai
orchestrato
"cattiverie" (per riportare le parole
del ministro) nei confronti
della signora Anna Di Pie-
(Continua a pagina 22)
INTERNI
22 Giustizia e Libertà
2 marzo 2008
Dagospia, 29 Febbraio 2008
(Continua da pagina 21)
tro. In piena coscienza e
nel rispetto della deontologia professionale ho soltanto, da direttore responsabile del quotidiano “Italia
dei Valori”, risposto a chi
me lo chiedeva quello che
è vero e dimostrabile: che
la signora Di Pietro, assunta con contratto da praticante giornalista nel 2006, quando l'allora organo
dell'IDV vide la luce, non
ha mai frequentato la mia
redazione.
Non l'ho mai conosciuta e,
dunque, non vedo perché
dovrebbero scuotermi le
parole del ministro quando,
per -legittimamente- prendere le difese di un suo
familiare, minaccia di portare in tribunale chi ha sol-
tanto parlato pubblicamente di una situazione reale.
Nulla so -e qui poco rilevadelle successive determinazioni dell'aspirante giornalista, a favore della quale comunque sono state
erogati i contributi previdenziali di legge.
Che io sia stata più volte
sollecitata (anche telefonicamente) a rilasciare una
certificazione per la signora è un fatto e se l'onorevole Di Pietro contestasse
ancora davanti ad una
platea così folta di telespettatori -con evidente
danno alla mia immaginela veridicità delle mie dichiarazioni, mi vedrò costretta a dimostrarla, questa volta nelle sedi più opportune e nonostante la
reciproca (credo!) stima
che, negli anni in cui ho
diretto l'organo del suo
partito, ha informato i nostri rapporti.
In ogni caso non credo di
dovermi scusare, come
sollecitato in trasmissione
dal ministro, con una persona che NON CONOSCO se non come una
praticante, assunta a tempo indeterminato, che pure MAI HO INCONTRATO, né presso la redazione del giornale né altrove.
Posso solo, prendendo
spunto dalle parole riferite
dal ministro ad Annozero,
pensare che l'aspirante
giornalista abbia cambiato
idea sin da subito e non si
sia procurata di comunicare (cosa che allo stato, per
quanto mi consta, non è
ancora avvenuta) al datore di lavoro e al direttore
l'intenzione di dimettersi.
La mia perfetta buona fede, così spesso, ultimamente, messa in discussione, è dimostrata dalla
circostanza che, sebbene
variamente sollecitata in
proposito, dopo quella prima ed unica intervista non
sono più tornata sull'argomento. In buona sostanza,
sono quindi io a dichiararmi disponibile ad accettare
le scuse di chi riterrà opportuno di dovermele rappresentare e nelle sedi
che riterrà più opportune.
Delia Cipullo
Dagospia 29 Febbraio
2008
Pampistan indipendente
di Michele Serra - L'Espresso - 29.01.2008
L'indipendenza
del
Kosovo,
grande come
il Molise ma
importante come l'Abruzzo, rimette al centro dell'attenzione mondiale la
questione delle piccole
patrie, che animò negli
anni Novanta tante vicende appassionanti come le
stragi etniche nella ex
Jugoslavia, e causò il suicidio di quasi tutti gli editori di atlanti geografici.
Anche sul riaccatastamento del Kosovo, appena depositato, l'ordine dei
geometri ha espresso seri
dubbi: alcuni mappali
della capitale Pristina risultano di proprietà di
un'azienda agricola turca,
altri sono gravati, da secoli, da un diritto di passaggio della cavalleria
bizantina, e dunque si
prevedono nuovi contenziosi.
Possibile la divisione del
Kosovo in quattro settori,
che a rotazione saranno
assegnati al controllo di
Serbia, Macedonia, Albania e Gran Bretagna, che
a rigor di logica non c'entrerebbe niente, ma è tanto per fare casino. Ma
vediamo le altre zone calde del pianeta.
care le praterie argentine
con le loro caratteristiche troike, i cui pattini
di legno prendono fuoco
per l'attrito dopo poche
centinaia di metri, sfregando contro il fondo
sassoso.
L'Europa ha subito riconosciuto l'indipendenza
del Pampistan, proclamata da un dee-jay locale per riempire i vuoti
Pampistan
Fino a ieri l'altro, nessu- tra una canzone e l'altra.
no sospettava l'esistenza
del Pampistan, una picco- Corea di Mezzo
la enclave dell'Argentina Tra la Corea del Sud e la
abitata da immigrati rus- Corea del Nord esiste un
si, che avevano comple- paese dalla forma carattamente dimenticato le teristica, lungo trecento
loro origini ma oggi ri- chilometri e largo venti
vendicano con orgoglio metri.
le antiche radici nazionali È la Corea di Mezzo,
dopo la scoperta, nel bau- fieramente ostile tanto al
le di un contadino locale, comunismo quanto al
di un paio di colbacchi.
liberismo.
Nonostante la totale man- Ha due soli abitanti stacanza di neve, i pampi- bili, un contadino e sua
stani hanno ripreso a sol- moglie, rimasti intrap-
polati tra le due frontiere dopo la guerra.
Vivono procurando liquori e carte da gioco
alle guardie di frontiera
del Nord e del Sud, intrattenendo rapporti cordiali, a giorni alterni,
con entrambi gli schieramenti.
Hanno proclamato l'indipendenza nazionale
mercoledì scorso. La
Corea di Mezzo, per adesso, è stata riconosciuta solo da Clemente
Mastella e Savino Pezzotta.
Emirati Irlandesi
Nel mezzo di Belfast,
lacerata da secoli da un
cruento conflitto tra protestanti e cattolici, un
gruppo di immigrati musulmani, che occupa un
paio di isolati, ha pensato di aggrovigliare ulte(Continua a pagina 23)
2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
23
Testo integrale dell’intervento di
Marco Travaglio ad “AnnoZero”
All'estero gli elettori si godono i
confronti all'ultimo sangue Obama-Hillary, Schroeder-Merkel.
In
Italia Berlusconi e
Veltroni vanno in tv separatamente e non c'è verso di metterli insieme nemmeno a San Valentino.
Se mente, nessuno lo interrompe.
Se c'è un tema scomodo, non lo
si affronta.
Ma il contraddittorio dovrebbe
contraddire, o no ?
Qui non c'è mai la seconda domanda per smentire quel che il
politico ha detto nella prima
risposta.
E chi lo fa il "contraddittorio" ?
Dovrebbero essere i giornalisti.
Ma non è sempre così, com'è
avvenuto martedì e mercoledì.
Un modello legittimo, purchè
non sia l'unico: lì le domande
servono al politico per dire quel
che vuole.
Qualche esempio.
VELTRONI
Dice: "I giudici possono intercettare chi vogliono, ma
poi le intercettazioni non si
pubblicano fino al dibattimento".
E' materia nostra: un giornali-
Pampistan indipendente
(Continua da pagina 22)
riormente la faccenda proclamando la nascita di un nuovo Stato,
gli Emirati Irlandesi.
L'emiro è un ricchissimo gestore
di quebab con otto mogli, e fa parte dell'ala moderata di Al Qaeda,
quella che puntava alla distruzione di una sola delle due Torri.
I nuovi Emirati sono stati riconosciuti dall'Unione Europea, che li
ritiene una presenza tranquillizzante rispetto agli estremisti protestanti e cattolici.
Atlantide
Sconcerto all'Onu quando una delegazione di tritoni, nel caratteristico costume di squame e alghe,
ha presentato all'apposito sportello una richiesta di riconoscimento
per la Confederazione di Atlantide.
La moneta è l'Osso di Seppia, la
capitale è la favolosa Apnea, in
fondo alla Fossa delle Marianne,
ma per motivi logistici la sede diplomatica si stabilirà ai Bagni Arturo di Igea Marina.
La religione è monoteista, fondata sull'irascibile Dio Nettuno, che
affronta il dialogo interreligioso a
colpi di fiocina.
La potentissima lobby dei bambini si è schierata a favore del riconoscimento di Atlantide. Impennata in Borsa dei produttori di
giocattoli e dell'industria del
kitsch: triplicati i prezzi dei souvenir con conchiglie.
sta dovrebbe obiettare che succede se si fa così: oggi si pubblicano quando vengono depositate agli avvocati e agli indagati, cioè quando cade il segreto.
Se si aspetta il dibattimento, invece, passano anni, e intanto le
intercettazioni circolano tra avvocati, indagati, politici, giornalisti.
Senza alcun controllo.
Si possono usare per ricatti, minacce, trattative, e i cittadini
non ne sanno nulla.
Non solo, ma non si può sapere
subito che cosa ha fatto questo
e quello.
Oggi ancora non si saprebbe
nulla di Moggi e Carraro, furbet
ti, banche, Fazio, Ricucci, Fiorani, patto Rai-Mediaset, Berlusconi-Saccà, malasanità e lottiz
zazione in Calabria e in Campa
nia, mafia e politica.
Da pochi mesi sapremmo che
Cuffaro incontrava mafiosi.
Fazio l'han mandato via non per
il processo, ma per le telefonate
pubblicate.
Carraro idem.
Saccà e la Bergamini idem.
Vaticano
E forse, senza le telefonate Unipol, D'Alema e Fassino non avrebbero investito Veltroni della leadership del Pd.
Invece nessuno dice niente, così
tutti sono d'accordo.
Se vi dicessero che, nel mezzo di
Roma, esiste uno stato indipendente racchiuso tra una tintoria di
Borgo Pio e una fermata d'autobus della via Gregoriana, pensereste a uno scherzo.
Invece è vero.
Si tratta di una monarchia assoluta il cui reggente, che si fa chiamare 'Papa', sostiene di essere
nominato dallo Spirito Santo e ha
lo stesso sarto di Paolo Poli.
Vespa: "Anche la Bbc è legata
al potere, il presidente è amico di Blair".
Già, ma è sottoposto alla Regina, scelto con pubblico concorso in base a un curriculum, infatti la Bbc fa un mazzo così
prima alla Thatcher e poi a
Blair.
Diceva la Thatcher: "La Bbc
non mi piace ma non posso
farci nulla".
Michele Serra
L'ESPRESSO
29/02/2008
Magari un politico potesse dire
lo stesso della Rai.
Qui ci vorrebbe il contradditto(Continua a pagina 24)
INTERNI
24 Giustizia e Libertà
2 marzo 2008
Testo integrale dell’intervento di Marco Travaglio ad “AnnoZero”
(Continua da pagina 23)
rio a Vespa…
Veltroni poi paragona guerra
Afghanistan a lotta alla mafia
(ma c'è una bella differenza: noi
abbiamo invaso uno Stato sovrano, l'esercito afghano non è
mai venuto a invadere la Sicilia
con la scusa di combattere la
mafia)Veltroni dice che gli inceneritori non fanno male alla
salute (e le nanoparticelle cancerogene ? silenzio).
ne.
no lo fece pure
Mediaset, approAnnuncia la chiusura delle fron- fittando della legtiere (quali ? a chi ? Come ?)
ge fatta da BerluDice: avremo solo 12 ministri sconi: ma nessuno
(ma non aveva promesso il mi- lo dice)
nistero dell'Oceania al sen. RanNon una domanda su Mastella
dazzo ?).
e
Vespa tira fuori scrivania cilie- Dini (Berlusconi non era congio, ma lui non ha portato il tro i ribaltoni ?), processi, conflitto interessi, Europa7, conContratto con gl'italiani.
Ci stanno lavorando Tremonti- danna della Gasparri da parte
della corte europea.
Brunetta.
In compenso dice che in Finin- Se non ne parla nemmeno Velvest aveva 56 mila collaboratori troni, perché dovrebbero par(falso: mai avuti più di 30 mila, larne i giornalisti o Berluscola metà).
ni ?
Niente domande su conflitto
interessi, sulla Gasparri bocciata dalla Corte europea: sono temi che Veltroni non vuole toccare, dunque nessuno glieli "Io coi rifiuti non c'entro nulchiede.
la: colpa Bassolino, Pecoraro,
Pd di Prodi e Veltroni” (nessuna replica: eppure ha goverBERLUSCONI
nato 6 anni, e l'emergenza dura
Vespa tenta di fare prima do- da 15, e l'appalto all'Impre gilo
manda, ma se la fa Berlusconi l'ha dato il governatore Rastrelli
da solo.
di An !)
Parte un servizio: una giornalista bionda insegue Berlusconi, Grandi opere: "non si può non
un vero agguato: "Rambo lo fare il traforo del Frejus (che
vuole, non è che si candida al- però c'è già dal 1870!!!).
la Casa Bianca?".
Poi chiede un parere a un osser- "A sinistra c'è chi vorvatore distaccato, super partes: rebbe abolire la moneta come voleva Sta"B. ha cambiato la politica".
E' Bonaiuti, il portavoce di Sil- lin" (e chi sarebbe ? nel
centrodestra non c'è il
vio !
partito No Euro che vorBerlusconi tracima: il mio è u- rebbe tornare al tallero o
nico governo dal '68 a ridurre alla dracma?).
pressione fiscale (non è vero:
promesso ridurla drasticamente, "Stiamo pensando con
poi alla fine si vanta di non a- don Verzè di portare
verla aumentata); noi siamo la vita media a 120 anni.
nuova moralità nella politica Io ne sento 35!".
(sic), 106 grandi opere, 1000 Dunque conta di vivere
km di strade (quali ?); la lotta 240 anni ?
evasione fiscale fa paura agli Con quale invenzione
scientifica ?
italiani (o agli evasori ?).
Poi dice che la lotta all'evasione Vuoto di memoria: "Nel '94
ha fruttato solo 2 milioni contro tentai di mettere d'accordo
i 40 sbandierati da Prodi: ma Zaccagnini con Bossi" (era
Prodi non ha mai detto 40, ha Martinazzoli, Zaccagnini è mordetto 18; e, se è solo di 2 milio- to nell'89, ma nessuno se la senni, dov'è tutto 'sto terrore ?
te di correggerlo)
Salari: "Col mio governo era- Evasione e condoni: "Chi fa il
no alti, con Prodi sono scesi". condono denuncia aver diMa poi dice che i governi non chiarato di meno, anche a me
possono far molto per i salari: e dà fastidio se c'è evasione,
allora che c'entra Prodi ?
perché sono il primo contriNessuno rileva la contraddizio- buente italiano" (ma il condo-
All'estero tutto ciò sarebbe impensabile.
Lì il contraddittorio è una cosa
seria: un contraddittorio che
contraddice.
Qui è uno spazio autogestito
dai partiti.
Viene una certa nostalgia per
Tribuna politica di Jader Jaco-
belli: domanda del giornalista, risposta del politico, replica del giornalista, controreplica del politico.
Oggi sarebbe impossibile, anzi
sarebbe proprio eversivo.
Oggi l'Authority a Jader Jacobelli lo farebbe arrestare.
Marco Travaglio
ad “AnnoZero”
2 marzo 2008
INTERNI
Giustizia e Libertà
25
Mezzo miliardo di euro, secondo fonti ecclesiastiche, viene speso in assistenza nel
mondo - Un tacito patto: la mano pubblica smantella il Welfare, quella vaticana tappa
le falle più evidenti
Carità, l'altra faccia dell'obolo
così la Chiesa sostituisce lo Stato
di Curzio Maltese (La Repubblica, 17.12.2007 )
Mensa della Caritas
Il grande obolo di Stato alla chiesa cattolica, che
ogni anno costa circa cinque miliardi di euro ai
contribuenti, ha anche un volto e uno scopo nobili: la carità.
Le fonti della Chiesa parlano di mezzo miliardo di
euro speso dal Vaticano e dalle conferenze episcopali per opere di assistenza in tutto il mondo.
La quota più consistente arriva dalla Cei, la conferenza episcopale italiana, che destina il 20 per
cento del miliardo ricevuto con l'"otto per mille", oltre 200 milioni di euro, in assistenza e carità: 115 milioni in Italia e 85 milioni nelle missioni
all'estero.
Ma il flusso
di
carità
della Chiesa
avviene anche
attraverso altri
canali, come la Caritas internazionale, il
fondo papale della Cor
Unum,
le
associazioni
di volontariato e perfino la banca vaticana,
lo Ior, e la
prelatura
dell'Opus
Dei, più note per attività meno benigne.
Si può discutere se si tratti di tanto o poco rispetto
al costo complessivo della chiesa cattolica per gli
italiani.
Si potrebbe forse fare di più, come sostengono
molte voci cattoliche.
Ma nei fatti in alcune realtà parrocchie e missioni
cattoliche sono rimaste sole a presidiare i confini
più disperati della società, quegli stessi dai quali
lo stato sociale si ritira ogni giorno.
All'origine dei molti regali e favori fiscali concessi alla Chiesa, soprattutto negli ultimi vent'anni,
dopo la revisione del Concordato, non ci sono soltanto il frenetico lobbyismo dei vescovi e la rincorsa di tutti i partiti al pacchetto di voti cattolici,
ormai esiguo in termini assoluti (le ricerche citano
un 6-8 per cento) ma sempre decisivo.
Esiste un tacito patto per cui, mentre lo stato
smantella pezzo per pezzo il welfare, la chiesa
s'incarica del "lavoro sporco", di tappare le falle
più evidenti e arginare la massa crescente di esclusi senza più diritti, garanzie, protezione.
Basta girare le città italiane per vedere quanto sia
estesa la rete di supplenza.
Le parrocchie sono diventate in molti casi i principali centri di accoglienza per gli immigrati, gli
uffici di collocamento per stranieri ed ex carcerati,
i consultori per le famiglie che hanno in casa un
nonno con l'Alzheimer, un figlio tossico, un parente con problemi di
salute mentale.
I centri Caritas della
capitale sono gli unici punti di riferimento e di ricovero del
"popolo della strada", senza tetto,
mendicanti, alcolisti
abbandonati
dallo
stato e dalle famiglie.
Svolgono un ruolo
prezioso di raccolta
dati per segnalare le
nuove
emergenze,
come la povertà giovanile italiana, la più
alta d'Europa.
L'incapacità dei governi di elaborare una seria politica dell'immigrazione, oltre le sparate
populiste, ha delegato nella pratica ai preti la questione sociale più importante degli ultimi vent'anni.
A Milano, personaggi come don Colmegna svolgono di fatto il ruolo di "sindaci ombra" nelle
periferie ormai popolate in larga maggioranza da
immigrati.
E non sono soltanto le politiche sociali a mancare.
La comunità di Sant'Egidio a Roma è diventata un
punto di riferimento internazionale per le politiche
nei confronti dell'Africa e del Sud America, certo
più consultata in materia della Farnesina.
La stessa iniziativa della moratoria contro la pena
di morte, l'unico momento in cui la politica estera
(Continua a pagina 26)
26
Giustizia e Libertà
INTERNI
2 marzo 2008
Carità, l'altra faccia dell'obolo così la Chiesa sostituisce lo Stato
(Continua da pagina 25)
italiana abbia ricevuto attenzione oltre i confini, è
partita dalla comunità con sede in Trastevere.
Il Patriarcato di Venezia, in particolare con l'arrivo
del cardinale Scola, ha intrecciato una fitta rete di
scambi culturali con l'Islam.
Franato con i muri il terzomondismo della sinistra,
avvelenati i pozzi della solidarietà laica nello
"scontro di civiltà", ormai è l'organizzazione cattolica a detenere quasi l'esclusiva dei problemi del
terzo mondo, anche quello di casa nostra.
La formula è "soldi in cambio di servizi". Privilegi fiscali, esenzioni, pioggia di finanziamenti a
vario titolo ma per delegare al mondo cattolico un
lavoro sporco che lo stato non vuole e non sa fare.
Alla fine è sempre questa la giustificazione all'anomalo rapporto economico fra stato e chiesa, al di là
delle improbabili contestazioni delle cifre (che sono quelle).
Il discorso è logico ma lo scambio è diseguale.
Lo stato non ha nulla da guadagnare nell'ammettere la propria inettitudine. Come spesso accade, sono proprio alcuni intellettuali cattolici a rilevarlo.
Nella società spappolata dagli egoismi, come appare nell'ultima rapporto del Censis, secondo Giuseppe De Rita il ruolo di supplenza della chiesa cattolica si è evoluto fino a conquistare il cuore dei rapporti sociali: il campo dell'appartenza. "La chiesa è
l'unica ormai a capire che si fa sociale con l'appartenenza. Non si tratta soltanto di fornire servizi ma
anche accoglienza, valori di riferimento, identità.
Un tempo in Italia erano molte le classi di appartenenza.
Se penso al Pci nelle regioni rosse o ai grandi sindacati, alla rete delle case del popolo, alle cooperative, questo mondo è scomparso in gran parte, la
mediatizzazione della politica ha cambiato i termini della questione.
Oggi se Veltroni vuol lanciare il Partito Democratico pensa a un evento, ai gadget, alla comunicazione, ma non è la stessa cosa.
Lo stato italiano, a differenza di altri, non ha mai
saputo creare appartenenza e per questo non è in
grado di fare politiche sociali efficaci, per quanto
costose. I comuni sono l'unica appartenenza politica degli italiani". Non è un caso che siano proprio i
comuni, i sindaci, a entrare più spesso in conflitto
con la supplenza del clero, per esempio nella vicenda dell'Ici. Ma non è paradossale che una società sempre più laicizzata affidi compiti così importanti al clero? La risposta di De Rita è netta. "E'
vero che la religione cattolica in quanto tale è in
crisi. Le scelte individuali ormai prevaricano le
indicazioni dei vescovi. La vera forza della chiesa
non sta nel suo aspetto pubblico, mediatico, politico, ma nell'essere rimasta l'unica organizzazione
con un forte radicamento nei territori e una pratica
sociale quotidiana. Una pratica di solidarietà che
molti laici non hanno, me compreso. La chiesa di
Ruini è un altro discorso".
Ma come la pensa chi al sociale ha dedicato la vita? Don Luigi Ciotti s'incarica di combattere da
quarant'anni, attraverso il Gruppo Abele e poi Libera, tutte le guerre che la politica considera perse: contro la povertà, le mafie, le dipendenze, la
legge non uguale per tutti, i ghetti carcerari, le periferie insicure, le morti in fabbrica. Con il sostegno della chiesa, ma non sempre. Fu processato in
Vaticano quando da presidente della Lila sostenne
che l'uso del preservativo per non trasmettere
l'Aids era un atto d'amore cristiano. E ancora
quando parlò dal palco di Cofferati davanti ai tre
milioni del Circo Massimo. La sua è una testimonianza in primissima linea. "In quarant'anni ho imparato che una società felice è quella dove c'è meno solidarietà e più diritti. La bontà da sola non
basta, a volte anzi è un alibi per lasciare irrisolti i
problemi. Questa bontà ci rende complici di un
sistema fondato sull'ingiustizia, che poi delega a
un pugno di volontari la cura delle baraccopoli
perché non diano troppo fastidio. I volontari del
gruppo Abele, di Libera, cattolici o no, non hanno
certo rimpianti per la vita che si sono scelti, era
tutto quanto volevamo fare. Ma non che potevamo
fare. Si ha sempre l'impressione di rincorrere i
problemi. La questione è reclamare più giustizia,
non offrire come carità ciò che dovrebbe essere un
diritto". La chiesa con i suoi interventi pubblici
sembra richiamare l'attenzione più sui temi sessuali o sulla famiglia che non sulle questioni sociali, o
è un pregiudizio anticlericale? "La Chiesa è fatta
da uomini e ospita di tutto, anche mondi assai distanti fra di loro. Ma è vero che l'attenzione dei
media e della politica si concentra soltanto su alcuni aspetti, Per esempio, se i vescovi criticano i
Dico la polemica dura anni. Se invece Benedetto
XVI si scaglia contro il precariato giovanile, la
sera stessa la notizia sparisce dai telegiornali.
Molti nella chiesa pensano di più agli aspetti spirituali e considerano che la giustizia non sia di questo mondo. Io non l'ho mai vista così. Penso che la
strada per il cielo si prepara su questa terra".
Curzio Maltese
La Repubblica
Giustizia e Libertà
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