Anno 7 - n° 240 W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 2 marzo 2008 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica Programmi elettorali di Ferdinand (a pagina 2 - 3) L’inseguitore accelera l’inseguito perde colpi di Eugenio Scalfari (a pagina 4 - 6) Stime Elettorali da La Repubblica (a pagina 6 - 7) PD in ripresa ... di F. Bordignon e R. Biorcio (a pagina 7 - 8) Se vince Veltroni gli italiani ... da Il Corriere della Sera (a pagina 8 - 9) Assenteismo: Camera e Senato da Il Sole-24Ore (a pagina 10 - 11) Il programma Di Berlusconi da Il Corriere della Sera (a pagina 12 - 13) Assenteisti, Voltagabbana... di F. Bonazzi e M. Damilano (a pagina 14 - 18) Lettera a R. Gervaso di Vittorio Cimiotta (a pagina 18 - 19) Nostalgie di Masaniello (a pagina 20 - 21) ..responsabilità di Bassolino da Corriere della Sera (a pagina 20 - 21) Dagli amici mi guardi iddio … di Gaio Gracco (a pagina 20 - 21) Travaglio ad “AnnoZero” (a pagina 20 - 21) Pampistan ... di Michele Serra (a pagina 22 - 23) La Carità e la Chiesa di Curzio Maltese (a pagina 25 - 26) Periodico Politico Indipendente Copia gratuita Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio di Luigi Barbato A noi, in Italia, è capitato di sentire, varie e varie volte, durante la nostra educazione questa frase: “Date a la araba, possano essere commentate e criticate con libera polemica, come avviene con quelle che vengono commesse, normalmente, dai nostri parlamentari di Montecitorio o Cesare quel che è di Palazzo Madama. Cesare e a Dio quel che è di Dio”, e molti di noi si sono Ma se tutto ciò non è accaduto lo si trovati a leggerla nel Vangelo. Questa espressione vuole riaffermare l’esistenza di due mondi, quello dell’anima, dello spirito e quello civile, materiale, la distinzione tra di loro e la non ingerenza l’uno sull’altro. Ognuno di questi mondi ha la sua “sfera d’influenza” e non c’è nulla che li debba far convergere, anche per il rispetto dell’antica formula “libera chiesa in libero Stato” che potremmo anche mutuare in “libero Stato e libera chiesa”, ossia due realtà che possono vivere ciascuno senza dover interferire con l’altro. Se si intendesse voler creare una commistione tra i due, potremmo forse giungere a capire le pesanti interferenze che si stanno al giorno d’oggi verificando da parte della chiesa dei Ratzinger, dei Ruini e dei Bagnasco nei confronti dello Stato, ma nello stesso tempo ci augureremmo anche di ricordare qualche presa di posizione del nostro governo (civile e non spirituale) sulle omelie del papa, e su quanto viene stabilito in Vaticano in merito alle innovazioni dei suoi rituali, Vorremmo, ancora, che “gaffes” come quella commessa a Ratisbona -paragonabile solamente a quella di Berlusconi -durante il suo incarico a Bruxelles- a riguardo della supremazia della cultura europea su quel- deve al fatto che anche il più laico dei nostri parlamentari ha sempre mostrato una sorta di reticenza -non si tratta di mero rispetto- nel criticare una persona che, in definitiva, è da considerarsi alla stregua di capo di uno stato estero che -mi dispiace doverlo affermare- per sfortuna dell’Italia rappresenta una enclave nel nostro territorio, un po’ come la Repubblica di San Marino, e null’altro. (D’altra parte ricordiamoci che nella cosiddetta “Cattolicissima Spagna” -la regina di questa nazione, è l’unica donna al mondo che ha il privilegio di potersi presentarsi alle (Continua a pagina 2) 2 Giustizia e Libertà Date a Cesare quel che è di Cesare... INTERNI 2 marzo 2008 Programmi elettorali di Ferdinand udienze private del pontefice vestita di bianco, tutte le altre, Il proliferare neldel segretario generale devono vestire di nero- è avl’ultimo anno di lidel Parlamento Italiano; venuta una rivoluzione laica bri, anche di note- 119 mila euro è lo stipendio che Ratzinger, ed i suoi cardivole successo, sui del segretario generale nali e lo stesso suo nunzio acosti della politica del Parlamento tedesco. postolico, hanno tentato invatanto sproporzionano di ostacolare senza peraltro ti quanto inutili per il paese- 1.600.000.000.000 di euro, è il debito pubblico italiano lasciava sperare e prevedere riuscirvi.). (quindi ogni italiano ha che la campagna elettorale E tutto ciò senza voler ricorda- ormai avviatasi vertesse preun debito di 30.000 euro); re quanto è stato scritto nella valentemente sulla decisa voCostituente, il documento più lontà di porre rimedio a tale 155 è il numero dei partiti e importante del nostro stato. stato di cose. movimenti politici in ItaCostituzione che tra i suoi re- Quanto accade in questo paelia, di cui 34 rappresendattori annoverava il fior fiore se è infatti oggetto di feroci tati in Parlamento (due degli esponenti politico- ironie all’estero al punto da anni fa erano 21); religiosi italiani tra cui ricor- doversi un po’ vergognare a 28 sono i parlamentari che dichiarare la propria naziodiamo: fanno parte degli “Amici nalità. Alcide De Gasperi, del Madagascar”, assoA fronte infatti di marcati dis Giuseppe Dossetti, ciazione creata dall’servizi, le notizie riguardanti Giorgio La Pira, on.Daniele Galli (FI) con la spesa pubblica lasciano sen Aldo Moro, un contributo di 12 miBenigno Zaccagnini, za parole. lioni di euro; Oscar Luigi Scalfaro, 6.603 le condanne definitive Attilio Piccioni, *** nel periodo 19966-2006 Giulio Andreotti, 1.000 deputati, senatori (a per corruzione nella Pub Raimondo Manzini. cui si devono aggiungere blica Amministrazione: loro portaborse); Nell’articolo 3, dei Principi Fondamentali della nostra Car- 205.000 amministratori loca- In compenso le auto blu del li, governo non potranno oltreta costituzione pubblicata sulla passare il GRA di Roma. G.Uff. del 7 dicembre 1947, Cioè viene statuito: (fonti La Stampa 12.12.2077, 8.000 sindaci; «Art. 3. Tutti i cittadini hanCdS 9.10.2007, IlSole 24 Ore 49.000 assessori; no pari dignità sociale e so199.000 consiglieri comuna- 8.10.2007) no eguali davanti alla legge, li; senza distinzione di sesso, *** 104 presidenti di provindi razza, di lingua, di religiocia; Alla politica ufficiale si agne, di opinioni politiche, di 105 vicepresidenti; condizioni personali e sogiunge poi quella invisibile. ciali. 3.000 consiglieri provincia- L’esempio più vistoso è la SaÈ compito della Repubblica li; nità con i suoi primari con la rimuovere gli ostacoli di or900 assessori; tessera. dine economico e sociale, 355 presidenti di comunità Fenomeno terrificante in che, limitando di fatto la limontane; Campania, Calabria, Sicilia berta e l'eguaglianza dei cit4.200 loro assessori; ma che, in realtà, riguarda tadini, impediscono il pieno 12.800 consiglieri. tutto il paese. sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazioCome dice un primario: “Nel ne di tutti i lavoratori all'or- Non inclusi: nostro ambiente si procede I consiglieri regionali; ganizzazione politica, ecoI presidenti e consiglieri di soltanto grazie al partito. Fra nomica e sociale del Paedestra e sinistra non faccio circoscrizione; se.» Oltre mille poltrone per a- differenza. Hanno la stessa Da una attenta lettura di quanziende pubbliche o para- voracità, solo che la sinistra è pubbliche, enti di pro- molto più strutturata.” to è precisato in questo articomozione e sviluppo,ecc. lo si potrebbe addirittura desuPrima di sciogliersi ci si attenmere che è compito della Cordeva dal Parlamento un sete Costituzionale scendere in *** (Continua a pagina 3) 485 mila euro è lo stipendio (Continua a pagina 3) 2 marzo 2008 INTERNI Programmi elettorali gnale. C’è stato ! La Camera ha deciso di tagliare «...il tetto agli “stipendi d’oro” dei manager pubblici». Che possono quindi aumentare senza limiti. No comment ! L'impressione,ascoltando le anticipazioni sui programmi, è che salvo qualche vaga proposta del genere: la riduzione del numero dei parlamentari, la cui attuazione peraltro è tutta da dimostrare; mentre l’argomento “controllo del costo della politica e della sua efficacia”, compare poco e nulla nei programmi dei partiti . Niente infatti è cambiato -a parte la diminuzione del numero dei corazzieri del Quiri(Continua da pagina 2) campo per difendere “tutti i cittadini italiani” e contro tutti coloro che «limitando di fatto la liberta … l'eguaglianza dei cittadini … impediscono il pieno sviluppo della persona umana e … la partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.» Come si fa, sulla base della nostra Costituzione a pretendere che un cittadino “ateo”, “non credente” o meglio “credente in altra fede religiosa che non sia la Cattolica Romana” (Parte I, Diritti e Doveri dei Cittadini, Titolo I: Rapporti Civili; Art. 16) debba contro la sua stessa volontà- essere costretto ad obbedire a leggi di una religione che non è la sua ? Non è forse scritto, sempre nella Costituzione (Parte I, Diritti e Doveri dei Cittadini, Titolo I: Rapporti Civili; Art. 19), che «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti nale- e la reazione degli interessati alle polemiche sollevate, appare solo quella di noia e fastidio. Se ciò significasse un sostanziale disinteresse dei politici per quanto denunciato nei libri e nelle varie inchieste sul sistema politico nazionale, perchè poi meravi-gliarsi del crescente malumore del cittadino che deciderà di non votare o che cercherà sulle piazze ciò che non è riuscito ad ottenere con la scheda elettorale? Giustizia e Libertà 3 Date a Cesare quel che è di Cesare ... vi sia nessuno che si indigna, perché ci viene comunicato non alla stregua di come verremmo informati su una legge approvata in Gran Bretagna, o in Svezia, Francia o Usa, ma come realtà che interessa specificamente e particolarmente i cittadini italiani. E così che si affronta il tema del “Divorzio”, dell’ “Aborto” e dei “Pacs”. Senza che ci sia nessuno che affronti questo discorso -ad un livello più concreto, approfondito- precisando Se la scelta si porrà tra il non che questa tipologia di scelte votare o il votare per chi ha riguarda esclusivamente la sfeben poco interesse a modificare tale stato di cose, Beppe ra personale del singolo cittadino/cittadina, il suo credo reliGrillo gongolerà… gioso e, per una usare una parola grossa ed impegnativa, la Ferdinand sua coscienza di credente, non la sfera pubblica dei suoi diritti contrari al buon costume. » e doveri civili. Altrimenti si giungerebbe ineNon basta, non è sufficiente luttabilmente persino a ritenere che si attenga con scrupolo alle che sia il “Vaticano” a dettare le sue nor me alla Repubblica. leggi dello Stato ? E come si può ammettere che E, con un po’ di fantasia si pouna legge, voluta e votata dal trebbe addirittura immaginare nostro governo -democratico e che si stia avvicinando il giorlaico- possa essere condiziona- no in cui ci troveremo di fronte ta da motivazioni che non han- ad un nuovo “Tribunale delno la loro origine nel Codice l’Inquisizione” (vedi GiovanCivile, nel Codice Penale ed in na d’Arco) oppure a quanto avtutto quel mare magnum che veniva all’epoca dei “conquiviene approvato dal Governo stadores” quando gli aborigeni della Repubblica ? del Nuovo Mondo -e non soloE, per scendere nei dettagli come si può immaginare che un “cittadino italiano” o di un “immigrato” debba sottostare a leggi che non derivano da quelle «limitazioni che la legge stabilisce in via generale» ma da norme che forse sono annotate nel “Catechismo”, nelle norme dettate dalla “Dottrina della Fede”, entrambi legalmente approvate e legittime in una enclave della Repubblica Italiana ? E’ mai possibile che si giunga a questo, o meglio che quando ciò viene “sottilmente” trasmesso dai media nazionali non avevano un’unica scelta davanti ai loro occhi: convertirsi o morire. Non possiamo far altro che augurarci che simili situazioni che non ci tratteniamo dal definire “abnormi” siano solo ed unicamente dovute al fatto che mai come oggi alcuni partiti cerchino in modo esasperato di riaffermarsi, di autosegnalarsi presso le autorità ecclesiastiche per fini, non sempre limpidi, meramente elettoralistici: sperare di “accaparrarsi” il voto cattolico delle parrocchie. Luigi Barbato 4 INTERNI Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 L’ inseguitore accelera, l’inseguito perde colpi di Eugenio Scalfari (La Repubblica, 24.02.2008) Il 2 Marzo si concluderà l'inevitabile giostra delle candidature e delle alleanze e la campagna elettorale entrerà nel suo pieno, ma i suoi lineamenti sono già chiari e profilati: Berlusconi conduce nei sondaggi, Veltroni insegue accelerando il recupero. Per la prima volta in questa settimana il recupero dell'inseguitore ha prodotto un regresso nello "share" dell'inseguito. Se i sondaggi rispecchiassero l'effettiva realtà questa novità sarebbe della massima importanza; significherebbe infatti il profilarsi d'un deflusso dal Popolo della libertà verso il Partito democratico e quindi il dimezzamento aritmetico del distacco tra l'inseguito e l'inseguitore. Sin d'ora comunque si va diffondendo nella pubblica opinione e nei "media" la sensazione del dinamismo di Veltroni e della staticità del suo avversario. In un paese bloccato da decenni che aspira a liberarsi dalle bende e a rinnovarsi, questa sensazione può tradursi in un capovolgimento di tutti i pronostici che fin qui sembravano certi: il Partito democratico, già ora, non ha più come obiettivo massimo quello di pareggiare al Senato, ma addirittura quello di vincere nelle elezioni per la Camera incassando così il premio di maggioranza che la legge elettorale prevede. Chi l'avrebbe mai immaginato appena un mese fa ? Naturalmente questi ragionamenti simulano una realtà virtuale e vanno quindi presi con molta cautela. *** I temi dell'economia mordono inve ce più da vicino la vita quotidiana dei cittadini, lavoratori, consumatori, famiglie, imprese e sono ormai balzati in primissima fila. I prezzi soprattutto perché è con es si che tutti abbiamo a che fare ogni giorno. E di conseguenza i salari e le retribuzioni. L'occupazione, la cui tenuta comincia a suscitare preoccupazioni. L'inflazione. Il livello ufficiale che registra una media si colloca in questo momento al 2,9 per cento, ma l'ultima notizia di due giorni fa indica nel 4,8 l'aumento dei prezzi relativi a generi di larga diffusione. Non è una sorpresa, l'inflazione infatti è la peggiore delle imposte perché ha carattere regressivo, colpisce i redditi più bassi in misura nettamente maggiore di quelli più elevati, risparmia i ricchi e deruba i poveri, falcidia i L'Europa registra un sensibile rallentamento e l'Italia è il fanale di coda. Le previsioni delle agenzie internazionali danno il nostro prodotto interno lordo allo 0,7 per cento nell'anno in corso con una tendenza ad appiattirsi ancora. In queste condizioni la politica economica dovrebbe reagire adottando misure anticicliche. La teoria suggerisce infatti che, quando la congiuntura rallenta e addirittura volge verso lo zero, la domanda venga sostenuta con acconci interventi di spesa. In questo senso si muovono i programmi pre sentati dai partiti nei giorni scorsi; le differenze riguardano le modalità ma non la sostanza. Tutti infatti hanno in animo di sostenere i salari, i giovani, le famiglie, gli investimenti in infrastrutture. Il problema è quello della copertura finanziaria e reale di queste politiche: dove trovare le risorse necessarie ? Dove concentrare lo sforzo ? Come evitare ricaschi dannosi sull'inflazione ? Come impedire contraccolpi sul deficit ? Infine, a quanto deve ammontare il complesso dei provvedimenti di sostegno per esercitare un effetto sensibile sulla domanda interna e sulla crescita reale ? *** percettori di redditi fissi (lavoratori dipendenti e pensionati) consentendo qualche recupero ai lavoratori autonomi, ai professionisti, ai settori che operano su mercati protetti rispetto alla concorrenza. Ecco, la situazione dell'economia occidentale e quindi anche dell'Eu ropa e in particolare dell'Italia si trova a questo punto. Gli Usa sono in piena recessione. Comincio da quest'ultima domanda: a quanto ammontano le risorse da mobilitare per ottenere risultati apprezzabili ? Direi: non meno di un punto del Pil, cioè in cifra tonda 15 miliardi di euro da investire entro e non oltre l'esercizio in corso e dei quali almeno un terzo entro il (Continua a pagina 5) 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 5 L’ inseguitore accelera, l’inseguito perde colpi (Continua da pagina 4) prossimo giugno. Da questo punto di vista è grave il rifiuto di Berlusconi di inserire i provvedimenti a favore dei salari nel decreto definito "mille proroghe" che sarà approvato dal Par lamento entro il 29 febbraio prossimo. Se avesse accettato, quelle misure valutate a circa 2 miliardi, avrebbero potuto beneficiare i salari fin dal prossimo aprile dando un sensibile sollievo ai redditi medioinferiori e sostenendo il consumo. L'autore di quel provvedimento era il famigerato governo Prodi e questa è la sola ragione per cui il leader del centrodestra ha opposto il suo rifiuto. Così tutta la politica destinata alla crescita viene spostata in avanti di almeno quattro mesi se non di più, con effetti negativi che è difficile sottovalutare. Il governo (quale che sia) che uscirà dalle urne il 14 aprile, sarà operativo al più presto ai primi di maggio. Anche se i leader dei due maggiori partiti si sono impegnati a far partire la propria politica fin dal primo Consiglio dei ministri, gli effetti richiederanno un tempo tecnico di almeno due mesi per farsi sentire. Se ne parlerà dunque ai primi di luglio per le misure di più pronto impiego. Il danno di questo scriteriato comportamento è evidente e dispiace che l'ottimo Mentana, che ha lungamente intervistato a Matrix dell'altro ieri il principale azionista di Mediaset, non gli abbia posto questa elementare domanda. Resta comunque il problema di dove reperire risorse da destinare alla crescita per un ammontare pari a 15 miliardi. Ebbene, ci sono spese in attesa di copertura già previste entro il 2008, pari a 7 miliardi. Gli stanziamenti sono già stati indicati da Padoa-Schioppa. Una parte delle destinazioni sono coerenti con il sostegno della crescita; quelle che non lo sono possono esser rinviate e il loro ammontare utilizzato diversamente. 2,8. SIAMO ALLE SOLITE: “Il Caso” Il com missario europeo Joaquin Almunia manderà alti lai, poiché una politica del genere a l l o n t a n a inevitabilmente il pareggio del nostro bilancio che Padoadi a. d' a. (Repubblica, 22.02.2008) Schioppa aveva previsto per il 2010. R e s t e r e m m o BRUXELLES tuttavia al di sotto A un tratto è sembrato di fare un salto indietro nel della fatidica soglia tempo tornando agli anni dei burrascosi rapporti sui del 3 per cento. conti pubblici tra l' allora premier Silvio Berlusconi, L'obiezione, lo so il suo ministro Giulio Tremonti e l' Unione europea: bene, riguarda gli è vero che avete approvato il programma economico effetti negativi sullo del Partito delle Libertà? stock del debito «No, non abbiamo mai ricevuto nulla, quindi pospubblico. A questo riguardo però si siamo avere approvato nulla». potrebbe (a mio Quella che può sembrare una scenetta comica è anparere si dovrà) data in onda ieri nella sala stampa della Commissiomettere in pista una ne Ue di Bruxelles. Protagonista il guardiano dei robusta operazione conti pubblici europei, lo spagnolo Joaquin Almunia, di vendita del p a t r i m o n i o impegnato a spiegare le nuove previsioni su crescita mobiliare posseduto e inflazione. E a smentire Berlusconi. Forse Almunia non conosceva l' antefatto che ha dallo Stato. Il Tesoro detiene spinto un cronista italiano a rivolgergli la bizzarra ancora un largo domanda, ovvero se avesse veramente approvato il p a c c o d i programma di un partito in corsa per le elezioni partecipazioni mobiliari c h e (Bruxelles, infatti, si esprime sulle politiche dei gopossono essere verni, non dei candidati). Eppure una settimana fa collocate d a l Berlusconi aveva affidato ai microfoni della Rai la sistema bancario seguente dichiarazione: «Il programma del Pdl è gradualmente sul già stato presentato al commissario europeo Almercato quando munia, il nostro ex ministro all' Economia Giulio esso sarà uscito dalle a t t u a l i Tremonti ha avuto un colloquio con lui e penso che il programma sarà condiviso». difficoltà. Sbigottita la replica di Almunia: «Non ho ricevuto Le partecipazioni in assolutamente nulla e, quindi, non posso dire assolumano al Tesoro tamente nulla», ha detto sgranando gli occhi. Cose riguardano aziende che capitano in campagna elettorale, come ha testidi prim'ordine che fruttano a n c h e moniato l' incomprensione dell' altro ieri tra lo stesso cospicui dividendi. Almunia e il vicepresidente della Commissione Ue, L a l o r o Franco Frattini. Quest' ultimo in un articolo comparp r i v a t i z z a z i o n e so sul Sole 24 Ore aveva esortato l' Italia a rientra nei progetti «sviluppare il percorso di quelle riforme struttudei due maggiori partiti. Del resto rali (previdenza sostenibile, contenimento della l ' o p e r a z i o n e spesa pubblica burocratica) che ancora l' Europa potrebbe essere ci chiede e che è al fondo del severo giudizio del contenuta entro i commissario Almunia sui conti italiani». limiti richiesti dai Una frase alla quale la portavoce dello stesso Almumaggiori oneri sul nia aveva risposto così: sebbene «non sia ancora debito pubblico d e r i v a n t i perfetta», la situazione dei conti italiani «è migliodall'aumento del rata in maniera significativa». Peccato che si parlasse di riforme. disavanzo. In pratica: un "deficit spending" Le risorse restanti vanno, a mio avviso, mobilitate lasciando lievitare il deficit dal 2,2 preventivato dal governo Prodi al (Continua a pagina 6) Almunia: mai visto il piano economico di Berlusconi ♣ 6 Giustizia e Libertà INTERNI 2 marzo 2008 L’ inseguitore accelera, l’inseguito perde colpi (Continua da pagina 5) neutralizzato da alienazioni di patrimonio, con l'obiettivo di imprimere uno scatto anti-recessivo che potrebbe fruttare almeno mezzo punto di Pil dal previsto 0,7 a qualche decimale al di sopra dell'1 per cento. Freno e acceleratore, appunto. *** Dove concentrare lo sforzo. Capisco la necessità sociale di un piano per gli asili nido. Capisco e condivido i maggiori investimenti per la ricerca, indispensabili per riqualificare le Università. Capisco i fondi per la scuola superiore, punto nero anzi nerissimo del nostro sistema scolastico. Qui necessitano piani di riforma che si estendono su un arco di tempo pluriannuale. Si tratta di mettere in moto i processi che esulano però da interventi anticiclici di immediato impiego. A mio avviso il grosso del "deficit spending" ipotizzato dovrà esser destinato al potere d'acquisto delle fasce deboli, allo stipendio minimo del lavoro a tempo determinato e alle infrastrutture. Lo Stato si deve far carico d'un piano di investimenti pubblici che inneschi processi virtuosi di collaborazione con il capitale privato, superi le lentezze burocratiche, riduca al minimo il tempo delle gare d'appalto. Questo tipo di investimento rappresenta un braccio di leva o meglio un motore d'avviamento con un elevato moltiplicatore; sostiene l'occupazione, accresce le dotazioni infrastrutturali e migliora per questa via la produttività di tutto il sistema. torale in più per far scattare il pre mio di maggioranza. Quanto al Senato, una maggioranza comunque ci sarà e sarebbe sufficiente che l'opposizione avesse il "fair play" di non perseguire la politica delle "spallate" voluta da Berlusconi per tutta la durata del governo Prodi e nel frattempo varasse le riforme costituzionali, queste sì "bipartisan", tra le quali la n u o v a le g g e d e l S e n a t o regionale. L'obiettivo si sposta dunque su chi si aggiudicherà un voto in più alla Camera. "Si può fare". Berlusconi, che anche lui ha formulato alcune proposte, ha indicato un programma informatico a vasto raggio per snellire e ridurre i costi della pubblica amministrazione. Credo sia una strada da seguire con l'avvertenza però che anche questo è un intervento che richiede un arco di tempo per dare frutti Post scriptum. concreti. Ancora una volta voglio dare lode a Romano Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa, Pier Luigi Bersani, Vincenzo Visco, per il Insomma "si può fare". La crisi internazionale è purtroppo positivo lavoro sui conti pubblici fuori dal controllo dei singoli e sul programma di rilancio di governi nazionali, ognuno dei cui la loro politica ha posto le quali tuttavia ha la possibilità anzi necessarie premesse. Tre di loro il dovere di attivare tutte le risorse hanno passato la mano in disponibili per migliorare la obbedienza ai propositi di propria economia e contribuire per rinnovamento da essi stessi questa via al rilancio complessivo condivisi. Ma meritano di essere salutati con onore. Gli aspetti del ciclo. negativi non sono dipesi dalla loro azione ma da una coalizione Larghe intese ? Berlusconi le propone in caso di discorde e rissosa che Veltroni ha parità elettorale. Veltroni ne ha il merito d'aver finalmente e definitivamente liquidato. delineato rigorosamente il campo. La maggioranza, quella che uscirà dalle urne, deve avere il diritto e la Eugenio Scalfari La Repubblica responsabilità di governare. D'altra parte, per quanto riguarda 24 febbraio 2008 la Camera, basta un solo voto elet *** Stime elettorali da La Repubblica 25.02.2008 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 7 Stime elettorali Continua da pag. 6 Il sondaggio Demos-Eurisko: forte concentrazione di consensi sui due partiti-guida— Popolo della libertà al 40,5 per cento e Partito democratico al 34,8 Pd in ripresa: a 6 punti dal Pdl Prezzi in testa alle priorità di Fabio Bordignon e Roberto Biorcio (La Repubblica 25.02.2008) E' ancora in vantaggio il Popolo delle Libertà: la coalizione guidata da Berlusconi (PdL, Lega ed Mpa) conserva un margine di sei punti percentuali, ma il Partito democratico sembra in grado di intercettare con maggiore efficacia la domanda di cambiamento. E così la partita appare meno chiusa di quanto si pensasse, con il Pd in sensibile ripresa. E' una situazione fluida, quella evidenziata dal sondaggio Demos-Eurisko per l'Atlante Politico: uno scenario politico-elettorale segnato da grande incertezza, ma anche da significativi spostamenti, che in questa fase sembrano penalizzare i partiti minori, in favore dei due big. dice di avere già preso una decisione, ma l'incertezza non si distribuisce in modo omogeneo in tutte le aree politiche. E' molto ridotta tra gli elettori che in passato votavano per L'avvio della campagna elettorale Forza Italia, Alleanza Nazionale è caratterizzato da un clima in cui e la Lega. si combinano percezioni (positive) E' più elevata (circa un di cambiamento e incertezza. intervistato su tre) tra gli elettori L'elettorato sta prendendo coscien che nel 2006 avevano votato per za e adattandosi (lentamente) ai nu l'Ulivo, e cresce fortemente merosi mutamenti dell'offerta soprattutto per gli altri partiti: da politica. A meno di due mesi dal Rc all'Udc a tutte le formazioni voto, solo la metà degli intervistati (Continua a pagina 8) 8 Giustizia e Libertà INTERNI 2 marzo 2008 Pd in ripresa: a 6 punti dal Pdl - Prezzi in testa alle priorità tentata nell'altro campo. Il 60% degli intervistati percepisce, infatti, un L'abitudine o r m a i legame più stretto tra la consolidata a u n a vecchia coalizione di competizione di tipo centro-destra e la nuova maggioritario si è tradotta in un orientamento diffuso a concentrare i voti sui due principali partiti. Il Pdl raccoglie, ad oggi, la maggioranza relativa (40.5%), mentre il Pd si ferma al 34.8%. Conteggiando le preferenze degli alleati Lega (4.5%), Mpa (0.4%), Italia dei Valori (3.4%) e Radicali (0.8%)la distanza fra i due "blocchi" raggiunge i sei pun ti. Appaiono invece in difficoltà l'Udc (6.0%) e, ancor più, la Sinistra Arcobaleno (5.8%). Ma va sottolineato come la logica del "voto utile" sia fatta propria non solo lista tenuta a battesimo da dagli elettori del Pd Berlusconi e Fini. Per il (71%) e del Pdl (74%), 64% (e il 45% dei suoi ma an che da estesi settori stessi elettori) il Pdl si presenta come un accordo degli altri partiti. elettorale, più che come Il Pd, dopo la flessione un vero e proprio partito. patita a partire dal 2006, appare dunque i n Oltre che sull'"effetto recupero e sembra poter novità", il leader del Pd giocare, più di altri può contare su un soggetti, la carta della consistente bagaglio di "novità" e del "rinno consensi personali. Nel gradimento degli italiani, vamento". Una porzione consistente figura ancora al primo dell'elettorato lo vede posto con il 53% di come un soggetto nuovo, giudizi positivi. Segue che segna una disconti- Fini con il 51%, mentre nuità r i s p e t t o Berlusconi, in crescita, si all'esperienza dell'Unione ferma al terzo posto (44%). Nel testa a testa, e del governo Prodi. Più difficile appare la in un ipotetico confronto speculare operazione "presidenziale", il candi (Continua da pagina 7) minori. dato del Pdl prevale di po chi decimali (44 a 43). Berlusconi, rispetto all'av versario, si distingue per la capacità di comunicare, di trasmettere ottimismo e, in particolare, nel presentarsi c o m e "leader forte e deciso". I punti di forza dell'exsindaco di Roma coinc i d o n o , invece, con la sua immagine di "uomo onesto", attento alle necessità delle persone, portatore di cambiamento. Tuttavia, a guidare le scelte degli elettori almeno nelle dichiarazioni (e negli auspici) non saranno né i partiti né i leader, bensì i programmi. Sotto questo profilo, il clima sociale in cui si sviluppa la campagna elettorale appare significativamente cambiato rispetto allo scorso anno. Fino a pochi mesi fa, si era registrata una netta crescita della domanda di sicurezza. Oggi appare invece dominante la percezione di impoverimento dei lavoratori di- pendenti e dei pensionati, che genera richieste urgenti di aumento dei salari, delle pensioni e di controllo dei prezzi. Solo fra gli elettori del Pdl e della Lega al problema della sicurezza è attribuita la stessa importanza. NOTA METODOLOGICA Il sondaggio è stato effettuato nei giorni 1820 febbraio 2008 da Gfk Eurisko per la Repubblica. Interviste con metodo Cati su un campione di 1510 persone. Demos&Pi ha redatto il questionario e analizzato i dati. Le stime sulle intenzioni di voto (curate da Roberto Biorcio) sono state realizzate tenendo sotto controllo la distribuzione territoriale, i caratteri socio-demografici e i prece denti comportamenti elet torali. L'Atlante politico è curato da Ilvo Diamanti con Fabio Bordignon, Roberto Biorcio, Natascia Porcellato e Rosalba Rattalino. Fabio Bordignon e Roberto Biorcio La Repubblica 25 febbraio 2008 Documento completo su: www.sondaggipoliticoel ettorali.it. FRECCIATA SULL'UDC: «SOLO PD E PDL POSSONO VINCERE». Matteoli: Venerdì il programma "Se vince Veltroni gli italiani se la cercano" Berlusconi: «I rifiuti a Napoli sono la priorità». Scontro con Di Pietro: «Mi fa orrore». L'ex pm: «Ha paura» da Corriere della Sera, 27.02.2008) «Se dovesse vincere le ahimé avremo la re- dioascoltatore, dall'altro Intervenendo a "Radio elezioni...». sponsabilità di governa- il candidato premier del Anch'io", il Cavaliere si (Continua a pagina 9) «Tolga il "se", dato che re...». Da un parte un ra- Pdl Silvio Berlusconi. 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 9 "Se vince Veltroni gli italiani se la cercano" (Continua da pagina 8) è detto sicuro della vittoria, spiegando che dopo il voto del 13 e 14 aprile il primo problema da affrontare sarà quello dei rifiuti di Napoli, poi la riduzione delle tasse a beneficio delle famiglie, delle imprese e del lavoro. «Io sono qui solo per spirito di servizio aggiunge poi Berlusconi.Penso francamente che sia inutile fare una campagna elettorale, non vedo come dopo il governo Prodi gli italiani possano avere ancora fiducia nelle capacità della sinistra. Se però gli italiani dovessero far vincere Veltroni -puntualizza l'ex premier- allora vorrà dire che se la saranno cercata e se lo meritano...». TASSE, ICI E STRAORDINARI Assieme alla riduzione delle tasse, l'abolizione completa dell'Ici, la detassazione degli straordinari, sostegni per la famiglia con il bonus bebè. Sono questi alcuni dei punti che Silvio Berlusconi cercherà di realizzare nei primi 100 giorni di governo, qualora vincesse le elezioni. «Meno tasse alle famiglie, sul lavoro, sulle imprese», sintetizza l'ex premier. Il problema, però, che sarà subito affrontato, spiega Berlusconi a "Radio anch'io", è quello dell'emergenza rifiuti a Napoli. «Sto studiando di notte come risolvere questa situazione», dice il leader del Pdl, «i danni che questa situazione ci ha procurato sono incalcolabili. Un collega di governo straniero - racconta il Cavaliere- mi ha chiamato dicendo: "stai studiando il programma con la mascherina sulla bocca?"». «SOLO PD E PDL POSSONO VINCERE» L ' e x premier è poi tornato sulla questione Udc e la cessata alleanza con Pier Ferdinando Casini «Io non ho parlato male di lui -ha detto Berlusconi, la realtà è che hanno possibilità di vincere solo due forze politiche: il Pdl con il 46% nei sondaggi e il 36% il Pd. Le altre formazioni politiche hanno solo il problema di superare la soglia per avere deputati e senatori. Noi pensiamo che i voti dati in quella direzione favoriscano la frammentazione e non la possibilità di governare. È una cosa ovvia che non può essere discussa né negata». SCONTRO CON DI PIETRO Poi una stoccata al leader dell'Italia dei valori alleato del Pd di Walter Veltroni: «Io ho orrore di Di Pietro e lo dico alto e forte» ha detto il leader del Pdl, sottolineando che l'ex pm è «il campione delle manette». Dichiarazione, quella di Berlusconi, che non è passata inosservata all'interno del Partito democratico: «Mi pare di ricordare che fu proprio Berlusconi, qualche anno fa, ad offrire un posto da ministro a Di Pietro» ha detto Antonello Soro. D'accordo con il capogruppo del Pd alla Camera tutta l'Italia dei Valori, il partito dell'ex pm. Con voleva come ministro dell'Interno -ricorda il leader dell'Idvoggi non mi vuole in Parlamento. Silvana Mura che rilancia: «Quello che dovrebbe suscitare orrore è la concezione molto particolare che Berlusconi ha dimostrato avere per la giustizia, come testimoniano le leggi ad personam prodotte dai suoi governi e il corposo pacchetto di nuove leggi vergogna che ha già annunciato di voler presentare nelle prossima legislatura». Solo "contumelie", dettate dalla "paura per il risultato elettorale». Poi la replica a distanza del diretto interessato: «Evidentemente Berlusconi comincia a temere il risultato elettore se impegna se stesso e quintali di inchiostro dei suoi giornali nella denigrazione dell’avversario, e per il solo fatto che in un'altra vita ho esercitato la funzione di pm facendo il mio dovere». SÌ AL CONFRONTO IN TV A "Radio Anch'io" Berlusconi si è detto disposto a un confronto televisivo con gli altri candidati premier. «Se la par condicio, legge voluta dalla sinistra, e colpevolmente tenuta in piedi in passato da qualche mio alleato, lo permette, perché no ?» ha detto Berlusconi in diretta. Il Cavaliere ha poi precisato di non essere preoccupato dall'idea avanzata dal leader del'Idv Di Pietro di una sola rete per Mediaset: «Non mi spavento mai dice a "Radio Anch’io"perché so che le cose che propone Di Pietro non si realizzeranno mai». LISTE Nel Pdl, nel frattempo, è arrivato l'accordo sulle candidature tra Alleanza nazionale e Forza Italia. Lo ha annunciato in serata il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, lasciando Palazzo Grazioli. «L'accordo è stato fatto, è chiuso: ad An andrà una percentuale di circa il 30-32% di candidati», ha spiegato Mat teoli che ha rilevato come l'intesa sia stata chiusa «con soddisfazione sia di An che di Forza Italia». E il programma ? «Lo presenteremo venerdì» ha concluso Mat«Berlusconi -ha aggiun- teoli. to Di Pietro- mi ricorda la storia della volpe e Il Corriere della Sera dell'uva...Anni fa mi 27 febbraio 2008 INTERNI 10 Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 Assenteismo alla Camera ed al Senato da http://www.ilsole24ore.com/includes2007/speciali/tools/assenteismo-parlamentare/ assenteismo-parlamentare.shtml C A M E R A dei DEPUTATI Sedute Assenze in % 1° BERLUSCONI SILVIO - FORZA ITALIA 4.623 98,5% 2° VERDINI DENIS - FORZA ITALIA 4.402 93,8% 3° PEZZELLA ANTONIO - AN 4.339 92,5% 4° GIORDANO FRANCESCO - PRC 4.232 90,2% 5° CICCHITTO FABRIZIO - FORZA ITALIA 4.218 89,9% 6° FASSINO PIERO - ULIVO 4.178 89,0% 7° BONDI SANDRO - FORZA ITALIA 4.106 87,5% 8° BOSELLI ENRICO - ROSA NEL PUGNO 4.058 86,5% 9° SILIQUINI MARIA GRAZIA - AN 3.874 82,5% 10° DE LUCA VINCENZO - ULIVO 3.731 79,5% 11° CHIAROMONTE FRANCA - ULIVO 3.183 67,8% 12° CAPEZZONE DANIELE ex ROSA NEL PUGNO 3.171 67,6% 13° SIRCANA SILVIO EMILIO - ULIVO 3.013 64,2% 14° CONTI RICCARDO - UDC 3.009 64,1% 15° DRAGO GIUSEPPE - UDC 2.987 63,5% 16° MERLO RICARDO ANTONIO ASS.ITAL.SUD AMERICA 2.959 63,0% 17° CASTIELLO GIUSEPPINA - AN 2.864 61,0% 18° ANGELI GIUSEPPE PER ITALIA NEL MONDO 2.751 58,6% 19° POTTINO MARCO - LEGA NORD 2.710 57,8% 20° CIRINO POMICINO PAOLO DC E NUOVO PSI 2.674 57,0% NOMINATIVO e Partito d’appartenenza INTERNI 2 marzo 2008 Giustizia e Libertà 11 Assenteismo alla Camera ed al Senato S E NAT O Sedute Assenze in % 1° DELL'UTRI MARCELLO FORZA ITALIA 673 41,1 2° GHEDINI NICCOLO' FORZA ITALIA 634 38,7 3° BUCCICO EMILIO NICOLA - AN 617 37,6 4° PITTELLI GIANCARLO FORZA ITALIA 593 36,2 5° NANIA DOMENICO - AN 585 35,7 6° SELVA GUSTAVO - AN 565 34,5 7° DE GREGORIO SERGIO (ex ITALIA DEI VALORI) 538 32,8 8° BACCINI MARIO - UDC 535 32,6 9° DIVELLA FRANCESCO - AN 529 32,3 10° PERA MARCELLO - FORZA ITALIA 527 32,1 11° BARBA VINCENZO - FORZA ITALIA 523 32,0 12° SCHIFANI RENATO - FORZA ITALIA 520 32,0 13° PALLARO LUIGI - MISTO 519 32,0 14° LUNARDI PIETRO - FORZA ITALIA 510 31,0 15° DE ANGELIS MARCELLO - AN 497 30,3 16° ROTONDI GIANFRANCO FORZA ITALIA 497 30,0 17° MANNINO CALOGERO - UDC 484 30,0 18° PISANU GIUSEPPE - FORZA ITALIA 483 29,0 19° BALDASSARRI MARIO - AN 482 29,0 20° MANTICA ALFREDO - AN 479 29,0 NOMINATIVO e Partito d’appartenenza http://www.ilsole24ore.com/includes2007/speciali/tools/assenteismoparlamentare/assenteismo-parlamentare.shtml INTERNI 12 Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 il leader del pdl: nessuna velina in lista. In Parlamento lavorano in 30 Berlusconi presenta il programma: «Tasse sotto il 40%, sì al nucleare» «Sette missioni per rilanciare il Paese». E promette di firmare un nuovo contratto con gli italiani da Il Corriere della Sera, 29.02.2008. quarta è relativa ai servizi ai cittadini, la quinta è dedicata al Sud, la sesta al federalismo e la settima a un piano straordinario di finanza pubblica. «Ma la nostra prima promessa ribadisce Berlusconi- è che non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani e che abbasseremo la pressione «Sette missioni per ri- fiscale sotto il 40% del Pil». lanciare l'Italia». All'Auditorium della Conciliazione di Roma, CONTRATTO Silvio Berlusconi presen- CON GLI ITALIANI ta il programma del Po- Berlusconi ha anche mapolo della libertà, con- nifestato l’intenzione di densato in dodici pagine. rispolverare il «contrat«Altro che le 280 pre- to con gli italiani», che sentate e mai realizzate firmò nel 2001 in tv da dal governo Prodi» af- Bruno Vespa. «Alla fine ferma il leader del Pdl. della campagna elettorale farò ancora il conIl Cavaliere rivendica i tratto con gli italiani», meriti del suo precedente inserendovi le «cose prin governo («Vi ricordo cipali del programma» che nel 2001 il nostro presentato ufficialmente programma fu sintetiz- venerdì. Il leader del Pozato nel contratto con polo della Libertà lo ha gli italiani, che noi ab- dichiarato conversando biamo rispettato per con i giornalisti al termil'85 per cento») e an- ne della conferenza stamnuncia le nuove proposte pa di sul programma. per il Paese. «Un impe- «È come l'altra volta gno morale che assu- ha aggiunto- adesso demiamo nei confronti positiamo il programdegli italiani», che però ma che indica le nostre non devono aspettarsi volontà e per quanto «miracoli». riguarda le cose princiSette missioni, dunque: pali alla fine della camla prima è rilanciare lo pagna elettorale farò il sviluppo; la seconda è contratto come l'altra sostenere la famiglia, la volta. I disegni di legge terza punta a maggiore -ha aggiunto- sono già sicurezza e giustizia, la pronti: quelli sull'Ici, sulla detassazione degli straordinari e su tutti gli altri argomenti previsti nel programma». LA BATTUTA delle tredicesime e degli straordinari». E poi, una novità «importante», secondo il Cavaliere, sarà il versamento dell'Iva posticipato al «reale incasso della fattura» e i rimborsi da 60 a 90 giorni. Inoltre Berlusconi promette di abbattere pastoie burocratiche e fiscali di ogni tipo. Iniziative che avranno i loro effetti anche a livello locale, dove le tasse, lamenta il leader del Pdl, sono aumentate quasi ovunque. In particolare, Berlusconi cita Roma dove «mi risulta, a quanto mi hanno detto, un aumento di 474 euro annui». La conferenza stampa del Cavaliere era iniziata con una battuta sui presunti problemi di salute di cui alcuni quotidiani avevano parlato: «Siccome siamo entrati nel pieno della campagna elettorale, mi sono preso una libertà. Oggi ho fatto disinformazione anch'io. Avevamo detto che la conferenza stampa era per le ore 12 e invece era fissata alle 12.30». E a questo punto accenna, scherzosamente, al ENERGIA gesto dell'ombrello. Berlusconi affronta anche il nodo energia. CONDIZIONI Subito dopo, Berlusconi «Penso che non ci sia passa alla presentazione alternativa se non andel programma del Pdl. Il dare in maniera decisa Cavaliere ribadisce di e immediata nella direavere «consapevolezza zione di nuove fonti edella situazione diffici- nergetiche nucleari per le, italiana e internazio- l'Italia» afferma. nale. Speriamo -aggi- Per il Cavaliere si tratta unge- che non peggiori di superare i ritardi accusotto l'influsso dell'eco- mulati in questi decenni nomia americana. Ap- dopo la «sciagurata depena avremo responsa- cisione» degli anni '70 di bilità di governo vedre- dire no alla produzione mo qual è lo stato conti di energia nucleare con il pubblici, anche perché referendum. si è parlato di un tesoCLANDESTINI retto che non esiste». Sul fronte immigrazione, «aumenteremo il numeTASSE Il Cavaliere punta molto ro dei Centri di permasulla riduzione della pres nenza temporanea per l'identificazione e l'esione fiscale. Le prime misure da pren- spulsione degli extracodere, già al primo Consi- munitari clandestini». glio dei ministri, sono Una volta tornato al go«l'abolizione immediata verno, spiega Berlusconi, dell'Ici sulla prima ca- il centrodestra «darà più sa, premi e incentivi risorse e mezzi alla polegati agli incrementi lizia per far ritornare le della produttività, una (Continua a pagina 13) graduale detassazione 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 13 Berlusconi presenta il programma: «Tasse sotto il 40%, sì al nucleare» (Continua da pagina 12) città quelle che ora non sono più dopo che la sinistra ha spalancato le porte ai clandestini extracomunitari». GIUSTIZIA Secondo il Cavaliere, inoltre, «ci deve essere l'eslcusione degli sconti di pena per chi è recidivo e chi ha commesso reati di particolare allarme sociale». E poi «inaspriremo le pene per i reati contro le don ne e i minori» CASA Il leader del Pdl si impegna poi a varare «un grande piano di edilizia per i giovani e per il 13% delle famiglie non proprietarie di case». Si tratta, aggiunge, di un «impegno primario che assumiamo». GIOVANI Non solo. Il Pdl prevede «un periodo di no tax assoluto per giovani che iniziano nuove attività imprenditoriali». La misura, già prevista nel precedente programma elettorale, sarà affiancata da altre come quella che prevede «un bonus di locazione per le giovani coppie per creare le condizioni affinché mettano su famiglia il più presto possibile». SCUOLA Berlusconi, affrontando il capitolo scuola del programma del Pdl, rilancia poi un cavallo di battaglia della campagna elettorale del 2001, ossia le tre i: inglese, Internet e impresa. L'ex premier sottolinea che questo è da considerarsi un obiettivo importante, «non era -osserva - solo un pallino di Tremonti». INFRASTRUTTURE Per rilanciare lo sviluppo dell'economia italiana, il Popolo della libertà prevede «il rilancio e il rifinanziamento della legge obiettivo e delle grandi opere con priorità alle Pedemontane Lombarda e Veneta, al Ponte sullo Stretto di Messina e all'alta velocità ferroviaria e il coinvolgimento delle piccole e medie imprese di costruzione nella realizzazione delle grandi opere». Con la riapertura di tutti i cantieri accantonati durante il governo di centrosinistra, ha aggiunto Berlusconi, «possono immediatamente prodursi 300-350mila posti di lavoro». Nelle 12 pagine di programma elettorale è previsto anche il rilancio del trasporto aereo «con la valorizzazione e lo sviluppo degli hub di Malpensa e Fiumicino» e la «partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione» oltre a incentivi all'uso delle fonti rinnovabili. «Che rimangono -ha sot tolineato l'ex premierperché sono belle». che cambia niente. In Parlamento chi lavora sono trenta persone, tutte le altre devono essere lì presenti, leali, dalle nove della mattina alle nove di sera. Se ce ne sono troppi bravi, fanno a pugni perché su un argomento vogliono parlare in tre, quattro o cinque: quindi è molto meglio averne uno e la sua riserva e basta». Secondo l'ex premier dunque «in Parlamento ci devono essere i rappresentanti della gente, ad esempio chi ha fatto sport oppure chi rappresenta altre categorie: guardate cosa ha fatto Fiorella Ceccacci e quante proposte ha portato da parte della gente di teatro. Perciò credo che serva un rappresentante dei settore dei trasporti, degli artigiani, dei commercianti, eccetera... Perché queSUD ste persone sono i canali E il Mezzogiorno ? «Abbiamo previsto - che ci veicolano le esidice il Cavaliere- un pia- genze di ogni settore». no straordinario per il potenziamento delle in- VELTRONI COPIA frastrutture, la creazio- Non mancano le stoccate ne di porti franchi, una al Pd. legge obiettivo per i be- «Il programma di Velni culturali». troni è la versione stataA questo si aggiunge «il lista del programma del contrasto particolarissi- centrodestra» afferma mo contro la criminali- Berlusconi. tà organizzata, con un «Il nostro programma piano sicurezza per la spiega- è quello storico legalità». programma del centrodestra, quello che Veltroni e compagnia bella IN PARLAMENTO hanno praticamente LAVORANO IN 30 Ai giornalisti che gli preso per metterlo nei chiedevano un parere sul- punti loro, ma che sono le candidature volute da antitetici ai programmi Walter Veltroni di perso- che avevano presentato ne provenienti dal mondo in passato e alla loro del lavoro, come l'ope- azione di governo». raio della Thyssen e la E sui risultati del goverprecaria di un call center, no Prodi, il Cavaliere riBerlusconi ha replicato: badisce: «Ha fatto pian«Anche se lo fa non è gere tutti gli italiani». «STO BENE» In precedenza, intervendo telefonicamente su Canale 4, Berlusconi aveva voluto chiarire che la mancata partecipazione ad alcune trasmissioni tv è dovuta agli impegni di lavoro, e in particolare alla stesura del programma di governo, e non a problemi di salute («la campagna elettorale è entrata nella parte prefinale e si comincia a veder fiorire il fiore della menzogna»). E poi aveva preannunciato le «sette missioni per rilanciare l'Italia». NESSUNA VELINA E le liste ? «Da lunedì -dice Berlusconi- cominceremo a parlare di candidature». Il leader del Pdl, rispetto alle indiscrezioni giornalistiche secondo cui al Circolo della Libertà andrebbero solo tre seggi, ribatte: «È una cosa folle, che non esiste. Anche perché di candidature cominceremo a parlare lunedì. Veline in lista? Non ce ne saranno. Ci sarà invece posto per molti giovani, e per l'altra parte del cielo, le donne, ci sarà spazio per il 30%. Le associazioni avranno adeguata rappresentanza». Il Corriere della Sera 29 febbraio 2008 INTERNI 14 Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI E SCREDITATI DA BASSOLINO A DE GREGORIO, DA CARUSO A STORACE, DA MASTELLA A DE MITA “L’ESPRESSO” STILA LA LISTA DEI CANDIDATI CHE NON SI VORREBBERO PIÙ VEDERE Francesco Bonazzi e Marco Damilano per “L’espresso” Non c'è primaria o gazebo della libertà che tenga. Con le famigerate liste bloccate del 'Porcellum', ancora una volta avranno l'elezione sicura quelli che non potrebbero mettere facilmente la propria faccia sui manifesti. Un pattuglione di assenteisti, trasformisti, dinosauri, pregiudicati, indagati o, più semplicemente, sputtanati. Ecco il catalogo dei nomi pronti a infilarsi alle spalle dei leader. BOCCIATI "Il dado è tratto: Rivoluzione Italiana confluisce nel Popolo delle libertà". Con queste parole, il 9 febbraio, il senatore Paolo Guzzanti ha annunciato ai seguaci del suo blog (Rivoluzione Italiana, 'www.paologuzzanti.it') il fidanzamento con il movimento dell'altra rossocrinuta Michela Brambilla. Un aggancio che imbarazza la super-nuovista Brambilla, preoccupata dall'effetto muffa dell'ex presidente della Commissione Mitrokhin, simbolo di una stagione tutta bufale e complotti-spazzatura. La spazzatura vera, invece, è quella che ha distrutto la credibilità di Antonio Bassolino e Alfonso Pecoraro Scanio. Le immagini della maxipattumiera napoletana hanno fatto il giro del mondo, ma nessuno dei due politici campani è stato sfiorato dall'idea delle dimissioni. Così, tanto il presidente della Regione quanto l'ex ministro dell'Ambiente sono pronti a regalarsi un nuovo giro in Parlamento. Stessa scelta per un altro eletto che ha fatto parlare di sé in tutto il globo, il mastelliano Tommaso Barbato. Il filmato della sua tentata aggressione al compagno di partito Nuccio Cusumano, 'colpevole' di non revocare la fiducia a Prodi, spopola ancora su Internet e il suo presunto sputo è un giallo insoluto. Il fotogramma in cui senatori e questori tentano di placcare Barbato è diventato l'ultima pubblicità di Ryanair, sotto lo slogan 'Calma! Calma! C'è posto per tutti'. Barbato compreso. Un comodo seggio senatoriale aspetta anche il (Continua a pagina 15) 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 15 ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI E SCREDITATI sindaco azzurro di Catania Umberto Scapagnini. L'ex medico di Berlusconi è ansioso di abbandonare la città prima che venga certificato lo stato d'insolvenza del Comune. Mentre il più fido scudiero di Massimo D'Alema, Nicola Latorre, non vede motivi per abbandonare il Palazzo, nonostante le sue telefonate pro-Unipol abbiano sconcertato migliaia di elettori del centrosinistra durante la folle estate delle scalate bancarie. GIURASSICI José Luis Rodríguez Zapatero non aveva compiuto tre anni, Barack Obama era nato da appena 20 mesi quando Luigi Ciriaco De Mita entrò per la prima volta alla Camera. Salvo una breve interruzione tra il 1994 e il 1996, non ha più trovato l'uscita. Classe 1928, la stessa di Ernesto Che Guevara, da 45 anni trascina giornalisti e colleghi deputati sottobraccio per il Transatlantico, manco fosse la Selva Lacandona. Ma guai a fargli notare l'età: "Ieri, per la prima volta, mi sono sentito vecchio", ha confessato al compimento degli ottant'anni. E ora è in corsa per la dodicesima ricandidatura, questa volta nel Pd. Il segretario campano Tino Iannuzzi ha già annunciato di voler chiedere la deroga per il suo maestro politico. Lo stesso vuole fare il segretario provinciale di Avellino: Giuseppe De Mita, il nipote. Sembra un'anomalia, ma non lo è. Spera di rientrare, ancora una volta, il senatore Francesco D'Onofrio, capogruppo dell'Udc. Una ex giovane promessa: a lanciarlo fu proprio De Mita, un quarto di seco- lo fa. C'è il neo-Udc Angelo Sanza (ex demitiano, ex cossighiano, ex buttiglioniano, ex berlusconiano), deputato dal 1972, lo stesso anno che vide l'esordio in Parlamento di Giuseppe Pisanu. C'è il forzista Alfredo Biondi, eletto la prima volta nel 1968. C'è il socialista Valdo Spini, simpaticamente parlamentare da quasi trent'anni, come il verde ex Lotta Continua Marco Boato (salvo un'interruzione negli anni Ottanta) che tenta il ripescaggio nella Cosa rossa. Lì, nell'area della sinistra radicale, si gioca il futuro di un'autentica istituzione come Armando Cossutta e di un veterano delle aule come Cesare Salvi. In fondo, il candidato premier Fausto Bertinotti, imbalsamato nella carica di leader dal 1994, è ormai anche lui un monumento vivente. A se stesso. LAVATIVI Giuliano Amato ha già annunciato che non si ricandiderà, a Montecitorio non avvertiranno la differenza: nell'ultima legislatura non l'hanno praticamente mai visto. In 20 mesi e su 4.693 votazioni ha pigiato il pulsante solo 21 volte, lo 0,45 per cento del totale. Certo, da ministro dell'Interno aveva altro da fare e si è fatto mettere in missione nel 97 per cento dei casi. Ma che dire di altri illustri assenti? Senza giustificazioni, per esempio, risulta il presidente della commissione Attività produttive Daniele Capezzone: infaticabile quando c'è da dichiarare al tg, un forzato dei talk-show televisivi, e dove trova il tempo di partecipare al lavoro legislativo? E infatti si è affacciato in (Continua a pagina 16) 16 Giustizia e Libertà INTERNI 2 marzo 2008 ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI E SCREDITATI aula per 119 volte, il 2,54 per cento delle votazioni, risultando assente senza scusanti nel 67 per cento dei casi. Peggio di lui hanno fatto solo i ministri Antonio Di Pietro, Pierluigi Bersani e Alfonso Pecoraro Scanio, che però figurano quasi sempre in missione. A differenza dell'ex segretario Ds Piero Fassino, assente nell'89 per cento dei casi, presente in dieci votazioni su cento, stessa misera performance del collega di Rifondazione Franco Giordano. Deve essere il duro tran tran del capopartito. Tre big di Forza Italia, Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Denis Verdini, non si sono quasi mai fatti vedere a Montecitorio. Bondi ha saltato l'87 per cento delle sedute, Cicchitto l'89. Il toscano Verdini, estenuato da 291 votazioni su 4.693 (il 6 per cento), ha trovato miracolosamente il tempo di mettere la firma su tre proposte di legge e su un'interrogazione: stipendio ben guadagnato. Ma è in ottima compagnia: il deputato Berlusconi Silvio ha mancato il 98,51 per cento delle votazioni. E nessuno lo rimprovererà per questo. VOLTAGABBANA "Si sentiva bene il discorso? Avevo la voce ben impostata?", ha chiesto appena finito di parlare. Si cambia schieramento per molte ragioni: per opportunismo, per convenienza, per calcolo. Il senatore-professore Domenico Fisichella l'ha fatto per ben due volte (da destra a sinistra e da sinistra a destra) per un ben più nobile motivo: la vanità. Quando lasciò An per traslocare nella Margheri- ta era inviperito per la mancata presidenza del Senato che, secondo lui, gli spettava come una laurea, honoris causa. Quando il 24 gennaio ha pugnalato il governo Prodi, provocando la fine della legislatura, ha tenuto a precisare, la voce ben impostata, ci mancherebbe, che lui non era "uno qualunque". Basta sfogliare la sua monumentale produzione bibliografica, 18 volumi, da 'Elogio della monarchia' a 'Le ragioni del torto', tradotti in inglese, francese, spagnolo, ungherese e rumeno. Ora giura di voler tornare a studiare, ma è disponibile a candidarsi nel Pdl, "se il mio contributo è considerato utile". Lo stesso vale per Lamberto Dini: ma lui, più che utile, si ritiene indispensabile. Pronto a candidarsi con Berlusconi, dopo averlo mollato nel 1995 per fondare un partitino di transfughi dal berlusconismo, tra accuse di tradimento e insulti. Lo stesso percorso di Clemente Mastella (in comune i due hanno anche una moglie in guai giudiziari): "Resterò nella posizione in cui mi troverò, lealmente, come sempre", garantisce l'ex guardasigilli. I suoi compagni di partito, conoscendone la lealtà, si sono affrettati a cercare posizioni in proprio. Uno che una candidatura l'ha spuntata è l'ex ministro della Lega Giancarlo Pagliarini: nel '96 fu candidato premier di Umberto Bossi e predicava il secessionismo della Padania, oggi si ritrova con la destra tricolore di Francesco Storace, un bel salto tra gli arditi. Più modesto appare il valzer di Marco Follini, passato in 20 mesi dai pranzi di palazzo Grazioli alle merende nel loft del Pd: l'importante, per lui, è non imbattersi in Casini. IN FUGA DALLA GIUSTIZIA (Continua a pagina 17) 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 17 ASSENTEISTI, VOLTAGABBANA, DINOSAURI, IMPUTATI, PREGIUDICATI E SCREDITATI Eletto con l'Italia dei valori, passato all'opposizione con il movimento fai-da-te Italiani nel mondo e ora pronto all'ingresso nelle liste del Pdl, il senatore campano Sergio De Gregorio non è soltanto un politico che si muove veloce. È anche un uomo bisognoso di trovare un riparo sicuro da un'inchiesta della Procura antimafia di Napoli che lo vede indagato per riciclaggio e favoreggiamento della camorra. Non vede l'ora di sbarcare in Senato anche l'udiccino Salvatore Cuffaro, che da presidente della Regione Sicilia si è appena beccato una condanna in primo grado a cinque anni di reclusione. Anche in Calabria andrà in scena il film 'Governatori in fuga', con Agazio Loiero che preferirebbe attendere il suo processo per gli appalti della sanità da uno scranno di Montecitorio. Bisognoso d'immunità varie anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Già salvato dalla prescrizione ai tempi di Tangentopoli, quando ammise di aver preso soldi per appalti truccati, ora è indagato a Catanzaro per truffa all'Unione europea e associazione a delinquere. Non mollerà facilmente Palazzo Madama neppure il forzista Luigi Grillo, rinviato a giudizio per aggiotaggio nella vicenda delle scalate Rcs e Bnl. Seggio blindato anche per l'ex governatore pugliese Raffaele Fitto, che sotto Natale è diventato imputato per corruzione e finanziamento illecito. Un altro ex presidente eccellente, Francesco Storace, dovrà difendersi nel processo Laziogate dall'accusa di 'cospirazione informatica' ai danni della rivale A- lessandra Mussolini. L'ex comandante della Finanza, Roberto Speciale, attenderà in Parlamento sotto le bandiere del Pdl l'inchiesta della magistratura per l'uso 'privato' di aerei ed elicotteri delle Fiamme gialle. Al fianco di Speciale troverà riparo anche la first lady di Ceppaloni Sandra Lonardo Mastella, indagata per tentata concussione. Mentre sotto i colori della Sinistra arcobaleno troveranno usbergo anche i 'disobbedienti' Francesco Caruso e Luca Casarini, per i quali la Procura di Genova ha appena chiesto sei anni al processo per il G8. Caruso ha già sulle spalle una condanna in primo grado a 40 mesi per la violenta 'spesa proletaria' all'Ipercoop di Afragola. DEFINITIVI Neppure nella prossima legislatura si assottiglierà il plotone dei condannati in via definitiva. Anzi, sono previsti grandi ritorni. Il leader morale di questi forzati del Parlamento è l'azzurro Marcello Dell'Utri, che ha una condanna passata in giudicato a due anni per frode fiscale e false fatture, mentre ha impugnato in appello una sentenza a nove anni per mafia. Intoccabile anche un altro eroe della prima Fininvest come Massimo Berruti, otto mesi definitivi per favoreggiamento nel processo per le tangenti alla Guardia di finanza. Riavranno il loro bravo posto in lista anche il democratico Enzo Carra (un anno e quattro mesi per false dichiarazioni al pm nel processo Enimont), l'azzurro Alfredo Vito (due anni patteggiati per corruzione), il berlusconiano Giorgio La Malfa (sei mesi per finanziamento illecito nella vicenda Enimont), il diessino Vincenzo Visco (abuso edilizio) l'azzurro Antonio Del (Continua a pagina 18) 18 Giustizia e Libertà INTERNI 2 marzo 2008 Discorso di Prodi a Palazzo Madama Pennino (due mesi per Enimont, un anno e otto mesi per la metropolitana di Milano), l'eterno dc Paolo Cirino Pomicino (un anno e otto me si per Enimont e e due mesi per i fondi neri Eni), i forzisti Gianpiero Cantoni (due anni per corruzione e bancarotta), Egidio Sterpa (sei mesi per Enimont) e Antonio Tomassini (tre anni per falso). Continueranno a scontare con le noie parlamentari una gioventù troppo vivace il radicale Sergio D'Elia (25 anni per banda armata e concor- so in omicidio) e i finiani Domenico Nania (condanna per lesioni volontarie) e Marcello De Angelis (cinque anni per banda armata). Mentre si preparano a tornare nel Palazzo, dopo essere stati fermi qualche giro, anche Umberto Bossi (otto mesi per Enimont), l'udiccino Vito Bonsignore (due anni per tentata corruzione) e il socialista Gianni De Michelis (due anni per corruzione e tangente Enimont). Tra sputatori ed ex picchiatori, non sfigureranno neppure loro. Francesco Bonazzi e Marco Damilano “L’espresso” Lettera a Roberto Gervaso, la P2ed il Partito D’Azione di Vittorio Cimiotta La Repubblica 25.02.2008 Presidente F.I.A.P, (Federaz. Ital.Ass. Partigiani) Comitato di Roma e Lazio ROMA, 29 Febbraio 2008 Egregio Dr. Roberto Gervaso, nella sua risposta al lettore di Modena (Il Messaggero 26.02.08) tra i tanti veleni sul Partito d'Azione Lei scrive quanto segue: "Ma che si accanissero (gli azionisti) contro gli italiani che non avevano fatto la Resistenza si capiva un po meno. Volevano spazzare via chiunque avesse avuto rapporti con il regime, a qualunque livello.... ". E ancora scrive:" Gli azionisti erano inquisitori, proscrittori, custodi armati di un'utopia astratta , assertori di una palingenesi totale e totalizzante, spietata e assurda. Non vedevano di là del proprio naso e sognavano una specie di Repubblica platonica dove l'avrebbero fatta da padroni, censori e giustizieri". La sua risposta non mi ha sorpreso, anzi mi riconferma che dopo sessanta anni dalla sua scomparsa il Partito d'Azione continua a suscitare paura, odio e ostilità. E' un fantasma che sopravvive e che morde la coscienza di una classe politica malata. In una società dove ha allignato la Massoneria deviata come la P2, di cui Ella è stato socio autorevole con tessera 622, la cultura azionista è una trasgressione. Voglio citare alcuni nomi: Ernesto Rossi, Ferruccio Parri, Vittorio Foa, Riccardo Bauer, Luciano Bolis, Vindice Cavallera, Emilio Lussu, Altiero Spinelli. Sono azionisti integerrimi che hanno pagato con decenni di carcere, di esilio e di sofferenze la loro fede democratica. Non so quale significato possano avere per Lei nomi come: Duccio Galimberti, Leone Ginsburg, Pilo Albertelli e altri. Sono azionisti che hanno sacrificato la loro vita per la libertà. Forse Lei ignora che alle Fosse Ardeatine furono trucidati più di 50 azionisti. (Continua a pagina 19) INTERNI 2 marzo 2008 Giustizia e Libertà 19 Lettera a Roberto Gervaso, la P2ed il Partito D’Azione La Sua risposta al lettore di Modena offende la memoria di uomini che nel nome del Partito d'Azione hanno onorato l'Italia. Il giacobinismo degli azionisti non fu quello dei violenti, ma di coloro hanno subito le violenze. Alessandro Galante Garrone scrisse un libretto con il significativo titolo: Il mite giacobino. L'intransigenza azionista riguardava i valori e non era affetta da giustizialismo come Lei afferma. Gli azionisti chiedevano severità per i reati gravi dei fascisti pesci grossi e non per gli italiani che non avevano fatto la Resistenza. Invece l'amnistia di Togliatti cancellò ogni pena e molti gerarchi responsabili di gravi delitti o di arricchimenti illeciti restarono nei loro privilegiati posti della vita pubblica e finanziaria. Gli azionisti volevano un'Italia più onesta, più seria, più libera e più giusta. Chiedevano troppo ? Sognavano una rivoluzione morale e furono battuti ! Negli ultimi decenni la corruzione è particolarmente dilagata divenendo quasi una tacita regola di vita fino ad approdare a "tangentopoli" e oltre. Oggi, purtroppo, incombe sulla nostra democrazia una pesante ipoteca di stampo piduista, postfascista e secessionista che ha una radice nel vecchio qualunquismo. La questione morale è un lontano ricordo. Spero vorrà pubblicare la presente nel Suo giornale. Vittorio Cimiotta Presidente F.I.A.P, (Federaz. Ital.Ass. Partigiani) Comitato di Roma e Lazio 00165 Roma Via San Francesco di Sales, 5 - tel.06 6876543 Nostalgie di Masaniello Qualcuno ha detto che gli italiani dovrebbero scendere in piazza per manifestare contro se stessi, condivido questa opinione. Ritengo infatti che i tanti mali che affliggono questo paese siano dovuti, oltre che ad una classe politica insipiente e truffaldina anche a coloro che l’hanno ripetutamente eletta. Uno sguardo panoramico sull’inizio di questa campagna elettorale ci dice che, ancora una volta, il prodotto che ci viene venduto è inefficace, non ci farà male, ma, come molte medicine scadute, non eliminerà la patologia. Ciò che affligge noi italiani è l’assuefazione, siamo resistenti ai cambiamenti perché troppo pigri o perché troppo proni ai potenti, basta che qualcuno ci faccia sentire odor di scodella e corriamo subito, come cani a leccarla. Chi ce la offre non è in odor di santità ? Chi se ne frega, chi è senza peccato scagli la prima pietra, e allora eccoci lì, in piazza, ad agitare le bandierine dei nuovi partiti, ad acclamare i nuovi-vecchi leaders, i nuovivecchi programmi che non saranno realizzati ma che, ancora una volta porteranno alle urne l’80% degli italiani. E’ un rito irrinunciabile quello di andare a votare, ci si veste bene, le donne vanno dal parrucchiere e gli uomini hanno l’aria compresa dei momenti solenni, qui si fa l’Italia o si muore e allora su, recitiamo ancora una volta questa farsa, due giorni dopo si tornerà alla normalità cioè al nulla di fatto. Ho nostalgia di un Italia “barricadera” nel senso più positivo del termine, ho nostalgia di quelle belle manifestazioni civili e pacifiche per scopi civili e pacifici, per protestare contro le ingiustizie, i soprusi, la guerra, la corruzione. Che fine ha fatto quella bella gente che ho visto a Firenze e a Roma manifestare per la pace e la giustizia sociale ai tempi dei girotondi, ricordate ? Ricordo la protesta davanti al palazzo di giustizia di Milano quando Berlusconi durante tangentopoli propose il primo (Continua a pagina 20) 20 INTERNI Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 Nostalgie (Continua da pagina 19) decreto salvaladri, una cintura umana cingeva il palazzo e ai magistrati che uscivano si tributavano ovazioni convinte e grate per il lavoro di pulizia che tentavano faticosamente di intraprendere. Oggi per questo, i magistrati vengono trasferiti con l’approvazione della destra e della sinistra, all’infuori di qualche piccola frangia di estremisti che è indifferente al problema.. Ricordo la manifestazione per la pace a Firenze osteggiata persino da Oriana Fallaci che alla vigilia ne disse tutto il male possibile, fu splendida. C’era una tale partecipazione e un tale amore per una causa giusta che le migliaia di persone in corteo avevano gli occhi lucidi, un senso di solidarietà e di fratellanza che li faceva procedere mano nella mano verso una speranza oggi delusa. Dove sono quelle persone ? Piazza San Giovanni ha cambiato casacca, il rosso non è più di moda, “bella ciao” è come la musica di San Remo: stonata, non si vende più, non è “trend”. Oggi ci si confronta per forma, non c’è più contrapposizione, i toni sono smorzati, i programmi clonati. I partiti si fanno sui predellini, la propaganda in giro sui pullman, nessuno vuole candidati inquisiti ma Veltroni non può liberarsi di Bassolino, Berlusconi di Cuffaro che è del partito di Casini il quale per restare nella legalità sta tentando di candidare Moggi, e la destra della Santanchè ha come capo ideologo Storace. La “rosa bianca” di Tabacci e Cesa che fa, resta fuori da questo contesto ? Tranquilli, alleandosi con Casini usufruisce anch’essa dell’onnipresente Cuffaro. Resta Mastella che però sta meglio di tutti, non ha bisogno di inquisiti da coalizione, correndo da solo usufruisce di un prodotto autoctono, quelli di casa sua, numerosi e corposi. Stante la situazione generale ha buone possibilità di vincere la gara degli inquisiti. Forse non andrò dal parrucchiere il 13 di Aprile perché se Veltroni non obbligherà Bassolino a dimettersi sarà come Berlusconi, Casini, la Santanchè e Mastella, non lo voterò e inviterò i miei amici a non farlo. Non voglio toni soft nella campagna elettorale della coalizione politica a me vicina, voglio fatti concreti, voglio gli inquisiti fuori dal partito democratico come era stato solennemente promesso, senza ambiguità altrimenti se non si potrà fare a meno di loro si farà a meno di me. Masaniello Intervista ad Antonio Di Pietro La responsabilità di Bassolino da Corriere della Sera (01.03.2008) CdS: Ministro Di Pietro che succederà in Campania al Pd dopo il rinvio a giudizio del presidente Bassolino per la vicenda dei rifiuti? Di Pietro: È indubbio che la vicenda comporterà dei contraccolpi elettorali. Ma la colpa non è certo del giudice che ha fatto il suo dovere piuttosto della politica che invece di smaltire i rifiuti ha creato le condizioni affinché un magistrato chiedesse la verifica dibattimentale. I contraccolpi sono un dato di fatto. Non vorrei, però, che si scambiasse la causa con gli effetti. CdS: Ora che cosa dovrebbe fare Bassolino? Restare ancora in carica o dimettersi ? Di Pietro: L’Italia dei valori fu l’unico partito ricevendo anche molte critiche- a chiedere le dimissioni di Bassolino, già mesi addietro quando scoppiò lo scandalo dei rifiuti. E le chiedemmo necessitata dal fatto che pur facendo parte del alcuni componenti hanno preso un’altra strada, centrosinistra». quella di Poggioreale CdS: Il suo partito par- piuttosto che quella del tecipa alla giunta Sasso- Palazzo della Regione. lino ? Sebbene richiesti di enDi Pietro: Non abbiamo trarvi abbiamo declinato mai fatto parte della l’invito. giunta Bassolino anche adesso, dopo la scompo- CdS: Perché ? sizione e ricomposizione Di Pietro: Riteniamo superata l’esperienza Bassolino. È sua la responsabilità politica per l’inazione evidente nello smaltimento dei rifiuti. A prescindere dal rinvio a giudizio, che è né più né meno che una richiesta di verifica dibattimentale con tutte le garanzie per INTERNI 2 marzo 2008 Giustizia e Libertà 21 La responsabilità di Bassolino la difesa, l’uomo Bassolino potrà dimostrare la sua innocenza perché ritengo che sia stato usato, raggirato e violentato dalla logica dei veti di partito. È inimmaginabile che Bassolino si sia arricchito in un’attività del genere. Sono convinto che l’abbiano tirato per la giacchetta e così ha finito per delegare ruoli e incarichi a persone che più che delegare bisognava legare. CdS: Il contraccolpo in termini elettorali come sarà? Di Pietro:Sarà ampio. Le dimissioni di Bassolino possono dare un segnale di discontinuità. Il non avere partecipato a questa manfrina dà a noi, Italia dei valori, titolo per proporci come alternativa al non voto perché è evidente che il cittadino partenopeo sfiduciato in seguito alla presa d’atto di questa inazione sarà più che tentato dall’idea di disertare i seggi. Una cosa, comunque, voglio aggiungere e cioè che sarebbe ingeneroso scaricare tutto il marcio del- l’immondizia su Bassolino, perché la malazione va avanti dalle altre esperienze di governo, la vicenda del termovalorizzatore di Napoli risale ai tempi della giunta di centrodestra guidata da Rastrelli. Corriere della Sera 01.03.2008 Dagli amici mi guardi iddio di Gaio Gracco Dopo aver visto ‘Anno zero’ del 28.2 scorso e ascoltando dalle vivide labbra della signora Santanchè l’attacco al ministro Di Pietro sull’annoso tema (di vivo interesse evidentemente per l’intera nazione) “ si è iscritta la sig.ra Anna Di Pietro come praticante al giornale ‘l’Italia dei Valori’ ?” viene da pensare che il noto principio Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io sembra calzare a pennello per l’on DiPietro, sulla cui sfortuna per quanto riguarda la scelta dei propri collaboratori sarebbe quasi da scrivere una pièce teatra- le. Dopo i vari casi precedenti (da ultimo quello tragicomico dell’on DeGregorio passato armi e bagagli nella scuderia di Berlusconi al modico prezzo di una bella sommetta e un seggio in senato) ecco infatti ora quello della signora Delia Cipullo direttore del giornale – di cui l’umanità ignorava l’esistenza – ‘L’Italia dei valori’ la quale, udite udite, in un’intervista (che la sig.Santanchè deve avere studiato parola per parola) avrebbe citato malignamente il caso di questa sig.ra Anna DiPietro assunta come praticante presso il giornale in que- stione. Nonostante il ministro abbia chiarito più volte che in effetti la cosa non si sia poi realizzata non avendo mai la signora in questione intrapreso tale attività, l’on.Santanchè ha finto d’ignorare la circostanza, cercando di tenere desta l’attenzione televisiva nazionale sul vitale argomento. Giunge ora , con l’articolo che segue preso da Dagospia, la conferma della citata sig.ra Cipullo, la quale, dilungandosi nel respingere l’accusa di seminare cattiverie, ammette nelle ultime righe che in effetti la sig.ra DiPietro non si è mai presentata in reda- zione essendosi dimessa prima ancora d’iniziare l’attività . Dalla patetica vicenda – che ha interessato unicamente la vivida mente dell’on.Santanchè - può trarsi unicamente la conclusione che ancora una volta qualcuno vicino all’on.DiPietro non ha perso l’occasione per fargli lo sgambetto e metterlo in imbarazzo. Al punto che presto occorrerà aprire una sottoscrizione nazionale per ingaggiare un qualificato consulente politico che dia una mano a Tonino a come scegliersi collaboratori. ♠ Dagospia, 29 Febbraio 2008 Abbiamo letto e ripubblichiamo Caro Dago, nel corso della trasmissione Anno Zero andata in onda giovedì 28 febbraio sono stata chiamata in causa dal ministro Di Pietro che, sollecitato dal collega Telese, ospite in studio, in merito alla vicenda del praticantato della signora Anna Di Pietro, non ha esitato a definire "cattiverie" quelle da me riferite, due settimane addietro, ad un quotidiano nel corso di una intervista. Soltanto per dovere di precisione e di completezza e anche perché non si finisca per attribuirmi, volontariamente o involontaria- mente, un ruolo che in questa vicenda io non ho avuto, se non per avere semplicemente risposto alle domande di un collega, voglio chiederti ospitalità e tornare brevemente sulla vicenda per sottolineare che: - a dispetto di quanto dichiarato in diretta tv dall'onorevole Di Pietro nessuno, tantomeno io, ha mai orchestrato "cattiverie" (per riportare le parole del ministro) nei confronti della signora Anna Di Pie- (Continua a pagina 22) INTERNI 22 Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 Dagospia, 29 Febbraio 2008 (Continua da pagina 21) tro. In piena coscienza e nel rispetto della deontologia professionale ho soltanto, da direttore responsabile del quotidiano “Italia dei Valori”, risposto a chi me lo chiedeva quello che è vero e dimostrabile: che la signora Di Pietro, assunta con contratto da praticante giornalista nel 2006, quando l'allora organo dell'IDV vide la luce, non ha mai frequentato la mia redazione. Non l'ho mai conosciuta e, dunque, non vedo perché dovrebbero scuotermi le parole del ministro quando, per -legittimamente- prendere le difese di un suo familiare, minaccia di portare in tribunale chi ha sol- tanto parlato pubblicamente di una situazione reale. Nulla so -e qui poco rilevadelle successive determinazioni dell'aspirante giornalista, a favore della quale comunque sono state erogati i contributi previdenziali di legge. Che io sia stata più volte sollecitata (anche telefonicamente) a rilasciare una certificazione per la signora è un fatto e se l'onorevole Di Pietro contestasse ancora davanti ad una platea così folta di telespettatori -con evidente danno alla mia immaginela veridicità delle mie dichiarazioni, mi vedrò costretta a dimostrarla, questa volta nelle sedi più opportune e nonostante la reciproca (credo!) stima che, negli anni in cui ho diretto l'organo del suo partito, ha informato i nostri rapporti. In ogni caso non credo di dovermi scusare, come sollecitato in trasmissione dal ministro, con una persona che NON CONOSCO se non come una praticante, assunta a tempo indeterminato, che pure MAI HO INCONTRATO, né presso la redazione del giornale né altrove. Posso solo, prendendo spunto dalle parole riferite dal ministro ad Annozero, pensare che l'aspirante giornalista abbia cambiato idea sin da subito e non si sia procurata di comunicare (cosa che allo stato, per quanto mi consta, non è ancora avvenuta) al datore di lavoro e al direttore l'intenzione di dimettersi. La mia perfetta buona fede, così spesso, ultimamente, messa in discussione, è dimostrata dalla circostanza che, sebbene variamente sollecitata in proposito, dopo quella prima ed unica intervista non sono più tornata sull'argomento. In buona sostanza, sono quindi io a dichiararmi disponibile ad accettare le scuse di chi riterrà opportuno di dovermele rappresentare e nelle sedi che riterrà più opportune. Delia Cipullo Dagospia 29 Febbraio 2008 Pampistan indipendente di Michele Serra - L'Espresso - 29.01.2008 L'indipendenza del Kosovo, grande come il Molise ma importante come l'Abruzzo, rimette al centro dell'attenzione mondiale la questione delle piccole patrie, che animò negli anni Novanta tante vicende appassionanti come le stragi etniche nella ex Jugoslavia, e causò il suicidio di quasi tutti gli editori di atlanti geografici. Anche sul riaccatastamento del Kosovo, appena depositato, l'ordine dei geometri ha espresso seri dubbi: alcuni mappali della capitale Pristina risultano di proprietà di un'azienda agricola turca, altri sono gravati, da secoli, da un diritto di passaggio della cavalleria bizantina, e dunque si prevedono nuovi contenziosi. Possibile la divisione del Kosovo in quattro settori, che a rotazione saranno assegnati al controllo di Serbia, Macedonia, Albania e Gran Bretagna, che a rigor di logica non c'entrerebbe niente, ma è tanto per fare casino. Ma vediamo le altre zone calde del pianeta. care le praterie argentine con le loro caratteristiche troike, i cui pattini di legno prendono fuoco per l'attrito dopo poche centinaia di metri, sfregando contro il fondo sassoso. L'Europa ha subito riconosciuto l'indipendenza del Pampistan, proclamata da un dee-jay locale per riempire i vuoti Pampistan Fino a ieri l'altro, nessu- tra una canzone e l'altra. no sospettava l'esistenza del Pampistan, una picco- Corea di Mezzo la enclave dell'Argentina Tra la Corea del Sud e la abitata da immigrati rus- Corea del Nord esiste un si, che avevano comple- paese dalla forma carattamente dimenticato le teristica, lungo trecento loro origini ma oggi ri- chilometri e largo venti vendicano con orgoglio metri. le antiche radici nazionali È la Corea di Mezzo, dopo la scoperta, nel bau- fieramente ostile tanto al le di un contadino locale, comunismo quanto al di un paio di colbacchi. liberismo. Nonostante la totale man- Ha due soli abitanti stacanza di neve, i pampi- bili, un contadino e sua stani hanno ripreso a sol- moglie, rimasti intrap- polati tra le due frontiere dopo la guerra. Vivono procurando liquori e carte da gioco alle guardie di frontiera del Nord e del Sud, intrattenendo rapporti cordiali, a giorni alterni, con entrambi gli schieramenti. Hanno proclamato l'indipendenza nazionale mercoledì scorso. La Corea di Mezzo, per adesso, è stata riconosciuta solo da Clemente Mastella e Savino Pezzotta. Emirati Irlandesi Nel mezzo di Belfast, lacerata da secoli da un cruento conflitto tra protestanti e cattolici, un gruppo di immigrati musulmani, che occupa un paio di isolati, ha pensato di aggrovigliare ulte(Continua a pagina 23) 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 23 Testo integrale dell’intervento di Marco Travaglio ad “AnnoZero” All'estero gli elettori si godono i confronti all'ultimo sangue Obama-Hillary, Schroeder-Merkel. In Italia Berlusconi e Veltroni vanno in tv separatamente e non c'è verso di metterli insieme nemmeno a San Valentino. Se mente, nessuno lo interrompe. Se c'è un tema scomodo, non lo si affronta. Ma il contraddittorio dovrebbe contraddire, o no ? Qui non c'è mai la seconda domanda per smentire quel che il politico ha detto nella prima risposta. E chi lo fa il "contraddittorio" ? Dovrebbero essere i giornalisti. Ma non è sempre così, com'è avvenuto martedì e mercoledì. Un modello legittimo, purchè non sia l'unico: lì le domande servono al politico per dire quel che vuole. Qualche esempio. VELTRONI Dice: "I giudici possono intercettare chi vogliono, ma poi le intercettazioni non si pubblicano fino al dibattimento". E' materia nostra: un giornali- Pampistan indipendente (Continua da pagina 22) riormente la faccenda proclamando la nascita di un nuovo Stato, gli Emirati Irlandesi. L'emiro è un ricchissimo gestore di quebab con otto mogli, e fa parte dell'ala moderata di Al Qaeda, quella che puntava alla distruzione di una sola delle due Torri. I nuovi Emirati sono stati riconosciuti dall'Unione Europea, che li ritiene una presenza tranquillizzante rispetto agli estremisti protestanti e cattolici. Atlantide Sconcerto all'Onu quando una delegazione di tritoni, nel caratteristico costume di squame e alghe, ha presentato all'apposito sportello una richiesta di riconoscimento per la Confederazione di Atlantide. La moneta è l'Osso di Seppia, la capitale è la favolosa Apnea, in fondo alla Fossa delle Marianne, ma per motivi logistici la sede diplomatica si stabilirà ai Bagni Arturo di Igea Marina. La religione è monoteista, fondata sull'irascibile Dio Nettuno, che affronta il dialogo interreligioso a colpi di fiocina. La potentissima lobby dei bambini si è schierata a favore del riconoscimento di Atlantide. Impennata in Borsa dei produttori di giocattoli e dell'industria del kitsch: triplicati i prezzi dei souvenir con conchiglie. sta dovrebbe obiettare che succede se si fa così: oggi si pubblicano quando vengono depositate agli avvocati e agli indagati, cioè quando cade il segreto. Se si aspetta il dibattimento, invece, passano anni, e intanto le intercettazioni circolano tra avvocati, indagati, politici, giornalisti. Senza alcun controllo. Si possono usare per ricatti, minacce, trattative, e i cittadini non ne sanno nulla. Non solo, ma non si può sapere subito che cosa ha fatto questo e quello. Oggi ancora non si saprebbe nulla di Moggi e Carraro, furbet ti, banche, Fazio, Ricucci, Fiorani, patto Rai-Mediaset, Berlusconi-Saccà, malasanità e lottiz zazione in Calabria e in Campa nia, mafia e politica. Da pochi mesi sapremmo che Cuffaro incontrava mafiosi. Fazio l'han mandato via non per il processo, ma per le telefonate pubblicate. Carraro idem. Saccà e la Bergamini idem. Vaticano E forse, senza le telefonate Unipol, D'Alema e Fassino non avrebbero investito Veltroni della leadership del Pd. Invece nessuno dice niente, così tutti sono d'accordo. Se vi dicessero che, nel mezzo di Roma, esiste uno stato indipendente racchiuso tra una tintoria di Borgo Pio e una fermata d'autobus della via Gregoriana, pensereste a uno scherzo. Invece è vero. Si tratta di una monarchia assoluta il cui reggente, che si fa chiamare 'Papa', sostiene di essere nominato dallo Spirito Santo e ha lo stesso sarto di Paolo Poli. Vespa: "Anche la Bbc è legata al potere, il presidente è amico di Blair". Già, ma è sottoposto alla Regina, scelto con pubblico concorso in base a un curriculum, infatti la Bbc fa un mazzo così prima alla Thatcher e poi a Blair. Diceva la Thatcher: "La Bbc non mi piace ma non posso farci nulla". Michele Serra L'ESPRESSO 29/02/2008 Magari un politico potesse dire lo stesso della Rai. Qui ci vorrebbe il contradditto(Continua a pagina 24) INTERNI 24 Giustizia e Libertà 2 marzo 2008 Testo integrale dell’intervento di Marco Travaglio ad “AnnoZero” (Continua da pagina 23) rio a Vespa… Veltroni poi paragona guerra Afghanistan a lotta alla mafia (ma c'è una bella differenza: noi abbiamo invaso uno Stato sovrano, l'esercito afghano non è mai venuto a invadere la Sicilia con la scusa di combattere la mafia)Veltroni dice che gli inceneritori non fanno male alla salute (e le nanoparticelle cancerogene ? silenzio). ne. no lo fece pure Mediaset, approAnnuncia la chiusura delle fron- fittando della legtiere (quali ? a chi ? Come ?) ge fatta da BerluDice: avremo solo 12 ministri sconi: ma nessuno (ma non aveva promesso il mi- lo dice) nistero dell'Oceania al sen. RanNon una domanda su Mastella dazzo ?). e Vespa tira fuori scrivania cilie- Dini (Berlusconi non era congio, ma lui non ha portato il tro i ribaltoni ?), processi, conflitto interessi, Europa7, conContratto con gl'italiani. Ci stanno lavorando Tremonti- danna della Gasparri da parte della corte europea. Brunetta. In compenso dice che in Finin- Se non ne parla nemmeno Velvest aveva 56 mila collaboratori troni, perché dovrebbero par(falso: mai avuti più di 30 mila, larne i giornalisti o Berluscola metà). ni ? Niente domande su conflitto interessi, sulla Gasparri bocciata dalla Corte europea: sono temi che Veltroni non vuole toccare, dunque nessuno glieli "Io coi rifiuti non c'entro nulchiede. la: colpa Bassolino, Pecoraro, Pd di Prodi e Veltroni” (nessuna replica: eppure ha goverBERLUSCONI nato 6 anni, e l'emergenza dura Vespa tenta di fare prima do- da 15, e l'appalto all'Impre gilo manda, ma se la fa Berlusconi l'ha dato il governatore Rastrelli da solo. di An !) Parte un servizio: una giornalista bionda insegue Berlusconi, Grandi opere: "non si può non un vero agguato: "Rambo lo fare il traforo del Frejus (che vuole, non è che si candida al- però c'è già dal 1870!!!). la Casa Bianca?". Poi chiede un parere a un osser- "A sinistra c'è chi vorvatore distaccato, super partes: rebbe abolire la moneta come voleva Sta"B. ha cambiato la politica". E' Bonaiuti, il portavoce di Sil- lin" (e chi sarebbe ? nel centrodestra non c'è il vio ! partito No Euro che vorBerlusconi tracima: il mio è u- rebbe tornare al tallero o nico governo dal '68 a ridurre alla dracma?). pressione fiscale (non è vero: promesso ridurla drasticamente, "Stiamo pensando con poi alla fine si vanta di non a- don Verzè di portare verla aumentata); noi siamo la vita media a 120 anni. nuova moralità nella politica Io ne sento 35!". (sic), 106 grandi opere, 1000 Dunque conta di vivere km di strade (quali ?); la lotta 240 anni ? evasione fiscale fa paura agli Con quale invenzione scientifica ? italiani (o agli evasori ?). Poi dice che la lotta all'evasione Vuoto di memoria: "Nel '94 ha fruttato solo 2 milioni contro tentai di mettere d'accordo i 40 sbandierati da Prodi: ma Zaccagnini con Bossi" (era Prodi non ha mai detto 40, ha Martinazzoli, Zaccagnini è mordetto 18; e, se è solo di 2 milio- to nell'89, ma nessuno se la senni, dov'è tutto 'sto terrore ? te di correggerlo) Salari: "Col mio governo era- Evasione e condoni: "Chi fa il no alti, con Prodi sono scesi". condono denuncia aver diMa poi dice che i governi non chiarato di meno, anche a me possono far molto per i salari: e dà fastidio se c'è evasione, allora che c'entra Prodi ? perché sono il primo contriNessuno rileva la contraddizio- buente italiano" (ma il condo- All'estero tutto ciò sarebbe impensabile. Lì il contraddittorio è una cosa seria: un contraddittorio che contraddice. Qui è uno spazio autogestito dai partiti. Viene una certa nostalgia per Tribuna politica di Jader Jaco- belli: domanda del giornalista, risposta del politico, replica del giornalista, controreplica del politico. Oggi sarebbe impossibile, anzi sarebbe proprio eversivo. Oggi l'Authority a Jader Jacobelli lo farebbe arrestare. Marco Travaglio ad “AnnoZero” 2 marzo 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 25 Mezzo miliardo di euro, secondo fonti ecclesiastiche, viene speso in assistenza nel mondo - Un tacito patto: la mano pubblica smantella il Welfare, quella vaticana tappa le falle più evidenti Carità, l'altra faccia dell'obolo così la Chiesa sostituisce lo Stato di Curzio Maltese (La Repubblica, 17.12.2007 ) Mensa della Caritas Il grande obolo di Stato alla chiesa cattolica, che ogni anno costa circa cinque miliardi di euro ai contribuenti, ha anche un volto e uno scopo nobili: la carità. Le fonti della Chiesa parlano di mezzo miliardo di euro speso dal Vaticano e dalle conferenze episcopali per opere di assistenza in tutto il mondo. La quota più consistente arriva dalla Cei, la conferenza episcopale italiana, che destina il 20 per cento del miliardo ricevuto con l'"otto per mille", oltre 200 milioni di euro, in assistenza e carità: 115 milioni in Italia e 85 milioni nelle missioni all'estero. Ma il flusso di carità della Chiesa avviene anche attraverso altri canali, come la Caritas internazionale, il fondo papale della Cor Unum, le associazioni di volontariato e perfino la banca vaticana, lo Ior, e la prelatura dell'Opus Dei, più note per attività meno benigne. Si può discutere se si tratti di tanto o poco rispetto al costo complessivo della chiesa cattolica per gli italiani. Si potrebbe forse fare di più, come sostengono molte voci cattoliche. Ma nei fatti in alcune realtà parrocchie e missioni cattoliche sono rimaste sole a presidiare i confini più disperati della società, quegli stessi dai quali lo stato sociale si ritira ogni giorno. All'origine dei molti regali e favori fiscali concessi alla Chiesa, soprattutto negli ultimi vent'anni, dopo la revisione del Concordato, non ci sono soltanto il frenetico lobbyismo dei vescovi e la rincorsa di tutti i partiti al pacchetto di voti cattolici, ormai esiguo in termini assoluti (le ricerche citano un 6-8 per cento) ma sempre decisivo. Esiste un tacito patto per cui, mentre lo stato smantella pezzo per pezzo il welfare, la chiesa s'incarica del "lavoro sporco", di tappare le falle più evidenti e arginare la massa crescente di esclusi senza più diritti, garanzie, protezione. Basta girare le città italiane per vedere quanto sia estesa la rete di supplenza. Le parrocchie sono diventate in molti casi i principali centri di accoglienza per gli immigrati, gli uffici di collocamento per stranieri ed ex carcerati, i consultori per le famiglie che hanno in casa un nonno con l'Alzheimer, un figlio tossico, un parente con problemi di salute mentale. I centri Caritas della capitale sono gli unici punti di riferimento e di ricovero del "popolo della strada", senza tetto, mendicanti, alcolisti abbandonati dallo stato e dalle famiglie. Svolgono un ruolo prezioso di raccolta dati per segnalare le nuove emergenze, come la povertà giovanile italiana, la più alta d'Europa. L'incapacità dei governi di elaborare una seria politica dell'immigrazione, oltre le sparate populiste, ha delegato nella pratica ai preti la questione sociale più importante degli ultimi vent'anni. A Milano, personaggi come don Colmegna svolgono di fatto il ruolo di "sindaci ombra" nelle periferie ormai popolate in larga maggioranza da immigrati. E non sono soltanto le politiche sociali a mancare. La comunità di Sant'Egidio a Roma è diventata un punto di riferimento internazionale per le politiche nei confronti dell'Africa e del Sud America, certo più consultata in materia della Farnesina. La stessa iniziativa della moratoria contro la pena di morte, l'unico momento in cui la politica estera (Continua a pagina 26) 26 Giustizia e Libertà INTERNI 2 marzo 2008 Carità, l'altra faccia dell'obolo così la Chiesa sostituisce lo Stato (Continua da pagina 25) italiana abbia ricevuto attenzione oltre i confini, è partita dalla comunità con sede in Trastevere. Il Patriarcato di Venezia, in particolare con l'arrivo del cardinale Scola, ha intrecciato una fitta rete di scambi culturali con l'Islam. Franato con i muri il terzomondismo della sinistra, avvelenati i pozzi della solidarietà laica nello "scontro di civiltà", ormai è l'organizzazione cattolica a detenere quasi l'esclusiva dei problemi del terzo mondo, anche quello di casa nostra. La formula è "soldi in cambio di servizi". Privilegi fiscali, esenzioni, pioggia di finanziamenti a vario titolo ma per delegare al mondo cattolico un lavoro sporco che lo stato non vuole e non sa fare. Alla fine è sempre questa la giustificazione all'anomalo rapporto economico fra stato e chiesa, al di là delle improbabili contestazioni delle cifre (che sono quelle). Il discorso è logico ma lo scambio è diseguale. Lo stato non ha nulla da guadagnare nell'ammettere la propria inettitudine. Come spesso accade, sono proprio alcuni intellettuali cattolici a rilevarlo. Nella società spappolata dagli egoismi, come appare nell'ultima rapporto del Censis, secondo Giuseppe De Rita il ruolo di supplenza della chiesa cattolica si è evoluto fino a conquistare il cuore dei rapporti sociali: il campo dell'appartenza. "La chiesa è l'unica ormai a capire che si fa sociale con l'appartenenza. Non si tratta soltanto di fornire servizi ma anche accoglienza, valori di riferimento, identità. Un tempo in Italia erano molte le classi di appartenenza. Se penso al Pci nelle regioni rosse o ai grandi sindacati, alla rete delle case del popolo, alle cooperative, questo mondo è scomparso in gran parte, la mediatizzazione della politica ha cambiato i termini della questione. Oggi se Veltroni vuol lanciare il Partito Democratico pensa a un evento, ai gadget, alla comunicazione, ma non è la stessa cosa. Lo stato italiano, a differenza di altri, non ha mai saputo creare appartenenza e per questo non è in grado di fare politiche sociali efficaci, per quanto costose. I comuni sono l'unica appartenenza politica degli italiani". Non è un caso che siano proprio i comuni, i sindaci, a entrare più spesso in conflitto con la supplenza del clero, per esempio nella vicenda dell'Ici. Ma non è paradossale che una società sempre più laicizzata affidi compiti così importanti al clero? La risposta di De Rita è netta. "E' vero che la religione cattolica in quanto tale è in crisi. Le scelte individuali ormai prevaricano le indicazioni dei vescovi. La vera forza della chiesa non sta nel suo aspetto pubblico, mediatico, politico, ma nell'essere rimasta l'unica organizzazione con un forte radicamento nei territori e una pratica sociale quotidiana. Una pratica di solidarietà che molti laici non hanno, me compreso. La chiesa di Ruini è un altro discorso". Ma come la pensa chi al sociale ha dedicato la vita? Don Luigi Ciotti s'incarica di combattere da quarant'anni, attraverso il Gruppo Abele e poi Libera, tutte le guerre che la politica considera perse: contro la povertà, le mafie, le dipendenze, la legge non uguale per tutti, i ghetti carcerari, le periferie insicure, le morti in fabbrica. Con il sostegno della chiesa, ma non sempre. Fu processato in Vaticano quando da presidente della Lila sostenne che l'uso del preservativo per non trasmettere l'Aids era un atto d'amore cristiano. E ancora quando parlò dal palco di Cofferati davanti ai tre milioni del Circo Massimo. La sua è una testimonianza in primissima linea. "In quarant'anni ho imparato che una società felice è quella dove c'è meno solidarietà e più diritti. La bontà da sola non basta, a volte anzi è un alibi per lasciare irrisolti i problemi. Questa bontà ci rende complici di un sistema fondato sull'ingiustizia, che poi delega a un pugno di volontari la cura delle baraccopoli perché non diano troppo fastidio. I volontari del gruppo Abele, di Libera, cattolici o no, non hanno certo rimpianti per la vita che si sono scelti, era tutto quanto volevamo fare. Ma non che potevamo fare. Si ha sempre l'impressione di rincorrere i problemi. La questione è reclamare più giustizia, non offrire come carità ciò che dovrebbe essere un diritto". La chiesa con i suoi interventi pubblici sembra richiamare l'attenzione più sui temi sessuali o sulla famiglia che non sulle questioni sociali, o è un pregiudizio anticlericale? "La Chiesa è fatta da uomini e ospita di tutto, anche mondi assai distanti fra di loro. Ma è vero che l'attenzione dei media e della politica si concentra soltanto su alcuni aspetti, Per esempio, se i vescovi criticano i Dico la polemica dura anni. Se invece Benedetto XVI si scaglia contro il precariato giovanile, la sera stessa la notizia sparisce dai telegiornali. Molti nella chiesa pensano di più agli aspetti spirituali e considerano che la giustizia non sia di questo mondo. Io non l'ho mai vista così. Penso che la strada per il cielo si prepara su questa terra". Curzio Maltese La Repubblica Giustizia e Libertà Periodico Politico Indipendente Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 Proprietà: L. Barbato Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma E-Mail: [email protected] Fax: (+39) 06.6227.6293 Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Fernando Esposito