Università degli Studi di Siena
Dipartimento di Neuroscienze
Sezione di Psichiatria
Prof.Paolo Castrogiovanni
PSICOPATOLOGIA
DELL’OBESITA’
OBESITA’
Organizzazione Mondiale della Sanità: complessa patologia cronica multifattoriale
caratterizzata da un eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, tale
da determinare un rischio per la salute.
BMI (Body Mass Index) = peso (kg) /altezza (m²)
Circonferenza Vita: > 102 cm (M) o > 88 cm (F)
SINDROME METABOLICA (criteri NCEP, ATP III adattati)
Almeno 3 dei seguenti sintomi:
Obesita’ addominale (circonferenza vita >90 cm per gli uomini e >85
com per le donne)
Ipertrigliceridemia (>150 mg/dl e/o terapia antilipemica)
HDL <40 mg/dl per gli uomini e <50 mg/dl per le donne, e/o terapia
antilipemica
Ipertensione (>130/85 mm Hg, e/o terapia anti-ipertensiva)
Iperglicemia a digiuno (>100 mg/dl, e/o terapia
ipoglicemizzanti)
Fagiolini A, et al. Bipolar Disord. 2005;7:424-430.
Expert Panel on Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Cholesterol in Adults. JAMA.
2001;285:2486.
con
Metabolic Syndrome
• La Sindrome Metabolica (SMet) e’ una costellazione di fattori di rischio di
origine metabolica, fra loro intercorrelati, che sono direttamente associati
allo sviluppo di malattie cardiovascolari di natura aterosclerotica.
• I pazienti con SMet presentano anche un aumentato rischio di sviluppare
diabete di tipo 2
Secondo lo US National Cholesterol Education Program (NCEP) Adult
Treatment Panel (ATP III) e le European Guidelines sulla prevenzione
delle malattie cardiovascolari, la SMet e’ un fattore di rischio per malattie
cardiovascolari
La mortalita’ per cause cardiovascolari è aumentata negli
uomini che hanno SMet
Lakka HM, et al. JAMA. 2002;288:2709-2716.
MS and Underlying Risk Factors
• Il fattore di rischio principale per lo sviluppo della
SMet sembra essere la presenza di obesita’
addominale e insulino resistenza
• Altre condizioni associate sono l’inattivita’ fisica,
l’invecchiamento, squilibri ormonali. Una dieta ricca
in grassi saturi puo’ contribuire ad aumentare il
rischio di SMet.
MS and Underlying Risk Factors
• Gli individui con insulino resistenza spesso presentano
una alterata distribuzione del grasso corporeo
(maggiormente concentrato nel tronco e nel giro
addominale), indipendentemente dal loro BMI
• L’obesita’ addominale e’ associata con alti livelli di
acidi grassi liberi plasmatici, che a loro volta
promuovono l’accumulo di grasso nei muscoli e nel
fegato
• La presenza di questi depositi di graso ectopico
predispone alla dislipidemia e peggiora l’insulino
resistenza
OBESITA’ E PSICOPATOLOGIA
Nel 95% dei casi di obesità si definisce
l’obesità come “essenziale”, il 5% dei casi
presentano una causa “organica”. L’obesità è
una patologia che può essere considerata
l’”archetipo” di quello che viene definito un
“fenotipo
complesso”,
risultato
di
un’interazione tra molteplici fattori genetici,
ambientali, socio-culturali, psicologici e
psichiatrici.
FAME, SAZIETA’ ED EMOZIONI
L’assunzione di cibo, nell’uomo, è preceduta, accompagnata e seguita da
una serie di fenomeni di ordine edonistico, estetico, sociale, economico e
simbolico.
L’introito alimentare è pertanto un processo piuttosto complesso, regolato
sia da stimoli esterni (quantità e qualità del cibo, appetibilità, fattori
ambientali, psicologici, culturali etc..) che da stimoli provenienti dall’interno
del nostro organismo (segnali ormonali, neurochimici e metabolici)
IL SISTEMA NERVOSO, CON TUTTE LE SUE
CONNESSIONI, E’ IL PERNO ATTORNO AL QUALE RUOTA
TUTTO QUESTO SISTEMA.
FAME, SAZIETA’ ED EMOZIONI
SEGNALI
ORMONALI
SEGNALI
NERVOSI
SEGNALI
METABOLICI
IPOTALAMO
Sede dei centri responsabili della fame: il controllo
dell’introduzione alimentare risulterebbe dalla alterna
prevalenza di fattori di azione e fattori inibenti.
OBESITÀ E PSICOPATOLOGIA…
La relazione tra obesità e comorbidità
psichiatrica, sia di asse I che di asse II, è
estremamente complessa; infatti, un
parametro antropometrico quale il BMI è la
risultante di un grande numero di variabili
fisiologiche e comportamentali, pertanto
l’obesità è una condizione molto eterogenea
innanzitutto da un punto di vista medico, e lo è
altrettanto nella sua componente psicologica e
psichiatrica.
Numerosi studiosi, pur partendo da impostazioni diverse tra loro, hanno
cercato di individuare delle caratteristiche prototipiche proprie di soggetti
legati fra loro da un marker clinico comune: il peso eccessivo rispetto alla
media della popolazione.
L’OBESITA’ NEL DSM
Il DSM utilizza un criterio classificativo di tipo categoriale, che privilegia i
sintomi oggettivabili rispetto ai vissuti del paziente e conferisce dignità
nosografica alle entità cliniche per le quali è possibile correlare in maniera
costante e replicabile una o più modalità comportamentali con una o più
modalità psicologiche di funzionamento.
Il DSM non include l’obesità tra le condizioni di interesse psichiatrico in
quanto non è stata accertata una modalità comportamentale e psicologica
stabile propria della popolazione di soggetti obesi.
Tuttavia è chiaramente riportato come l’obesità sia una condizione
frequentemente associata ad alti livelli di psicopatologia che possono avere
un ruolo di rilievo sia nel suo sviluppo, che nel suo decorso, quantomeno in
una certa percentuale di casi.
Tra i pazienti con Disturbi Psichiatrici si registra un’ alta
prevalenza di Sindrome metabolica.
Tra i pazienti con Disturbi Psichiatrici si registra una maggiore
prevalenza, rispetto alla popolazione generale, di obesità,
iperglicemia, dislipidemia, ipertensione.
I pazienti con Disturbi Psichiatrici perdono dai 25 ai 30 anni di
potenziale vita rispetto alla popolazione generale,
primariamente per patologie cardiovascolari.
OBESITA’/SINDROME METABOLICA e DISTURBI
PSICOTICI
Alta incidenza di obesità e Sindrome
Metabolica in pazienti con Disturbi Psicotici.
INFLUENZA
GENETICA
STILE
DI VITA
ASSE HPA
ANTIPSICOTICI
Ryan et al., 2004, 2003; Van Gal, 2006; Meyer et al., 2005; Steven lamberti J., 2006; Brown, 1997; Yusuf, 2004; Blonde,
2005; Wilson, 1998; Cohhn, 2004; Ford, 2002; De Hert, 2006; Allison, 2001; Takore, 2002; Meyer, 2005; Seckl, 2004;
Rosmond, 2002; Mukherjiee, 1989; Farwell, 2004; Allison, 1999; Nemeroff, 1997; Casey, 2005; Marder, 2003; Kinon, 1998;
Virk, 2004; Seeger, 1995; Casey, 2001; Curzon, 1997; Stahl, 1996; Meyer, 2001; McIntyre, 2001; Wetterling, 2001; Seeger,
1995; Goldstein, 2004; Hagg, 2001; Basson, 2001; Zhang, 2004; Henderson, 2005; American Diabetes Association, 2004;
Sheitman, 1999; Osser, 1999; Henderson, 2005; Ghaeli, 1999; Nasrallah, 2004; Tuomilehto, 2001; Newcomer, 2002; Avram,
2001; Glick, 2001; Henderson, 2005; Littrel, 2004; Wirshing, 2001; Lean, 2003; Howes, 2004; Dwyer, 1999; Simpson, 2004;
Goldstein, 2003; stven Lamberti, 2006; Straker, 2005; Pandina, 2004; Casey, 2004; Meyer, 2005; Henderson, 2005; Makin,
2005; Harvey, 2000; Sakata, 1997; Bouwer, 1996; Baptista, 1999; Vendsborg, 1976; Fagiolini, 2002, 2005; 2006
Heiskanen et al., 2006; Heiskanen, 2006; Kinder, 2006; Fagiolini, 2005; 2006; Chengrappa; 2000; Gooddwin, 1990; Posternak,
2002; Kendler, 1996; Levitan, 1994; Sullivan, 2002; Pine, 1997; 2001; Hasler et al., 2003; Elmslie et al., 2000; Larsson et al.,
1984; Lapidus et al., 1984; Seidell et al., 1989; Kalkhoff et al., 1983; Baumgartner et al., 1989; Fagiolini et al., 2003; Peiris et
al., 1989; Sparrow et al., 1986; Ohlson et al., 1985; Cassidy et al., 1998; Hammen et al., 1995; Post et al., 1992; McEwen
2004; Rubin et al., 1989; Yehuda et al., 1997; Rybakowski et al., 1999; Cervantes et al., 2001; Heuser et al., 1996; Nickel et
al., 2003; Kunzel et al., 2003; Watson et al., 2004; Bschor et al., 2002; Brindley et al., 1989; Rosmond et al., 1998;
Zakrzewska et al., 1997; Bjorntorp et al., 1996; Holmang et al., 1992; DeFronzo et al., 1991; Webre-Hamann et al., 2002;
Thakore et al., 1997; Appels et al., 2000; Ridker et al., 2000; Mohr et al., 2001; Dantzer et al., 2001; Maier et al., 1998; Bower
et al., 2002; Musselman et al., 2001; Ridker et al., 2000; Miller et al., 2002; Dentino et al., 1999; Papanicolaou et al., 1998;
Ershler et al., 2000; Kahl et al., 2005; Caroll et al., 1981; De la Fuente et al., 1996; Heuser, 1998; Lahmeyer et al., 1989;
Vicennati et al., 2002; Pariante et al., 2003; Hotamisligil et al., 1994; Akira et al., 1993; Jaattela et al., 1991; Bendtzen et al.,
1989; Musselman et al., 2003; Cassydy et al., 1999; Lilliker et al., 1980; Felker et al., 1996; Talbot et al., 2000; Newcomer,
1999; Regenold et al., 2002; Todd et al., 1992; Faas et al., 1994; Meloni et al., 1995; Todd et al., 1989; Landsberg et al.,
1999; Troisi et al., 1991; Rosmond et al., 1998; Chrousos et al., 1992
OBESITA’/SINDROME METABOLICA e DISTURBI
DELL’UMORE
Gran parte della letteratura dimostra l’associazione tra obesità,
Sindrome metabolica e Disturbi dell’Umore.
STILE
DI VITA
STRESS
e
SNA
ASSE HPA
SISTEMA
IMMUNITARIO
DIABETE
MELLITO
SINDROME METABOLICA e DISTURBI PSICHIATRICI
SCHIZOFRENIA: 19-63%
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO: 42.4%
DISTURBO BIPOLARE: 24.6-50%
DEPRESSIONE RICORRENTE: 12-36%
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS:
31.9-35%
COMORBIDITA’ PSICHIATRICA NEI SOGGETTI OBESI
CASISTICA EUROPEA
 DISTIMIA: 28.7%
 DISTURBO ADATTAMENTO CON UMORE DEPRESSO:
4.4%
 DEPRESSIONE MAGGIORE: 6.1%
 DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA: 14.5%
 DISTURBO DI PANICO: 1.7%
Ricca et al., 2000
 BINGE EATING DISORDER: 7.6%
La Depressione nei pazienti obesi rappresenta un fattore prognostico
sfavorevole nel trattamento dell’obesità.
COMORBIDITA’ DEL BINGE EATING
DISORDER
PRESENTE DAL 3,4% AL
47%
DEI
SOGGETTI
OBESI
Stunkard et al., 2003
DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE (52%)
DISTURBO DISTIMICO (16%)
DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’ (14%)
DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA’ (9%)
Yanovski et al., 1993
COMORBIDITA’ DELLA NIGHT EATING
SYNDROME
EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE CON
MANIFESTAZIONI ATIPICHE
Rand et al,1997
PRESENTE DAL 7,9% AL
43%
DEI
SOGGETTI
OBESI
Birketvedt G,
2002
MATERIALE E METODO
145 pz
37 Chirurgia Bariatrica
108 Endocrinologia
- Età compresa tra 18 e 65 aa
- Drug free
Età media: 38.7 aa ± SD 12.62
+
>
14.5%
85.5%
F
M
MATERIALE E METODO
STRUMENTI DI VALUTAZIONE:
STRUCTURED CLINICAL INTERVIEW per il DSM-IV (SCID-I)
diagnosi psichiatrica
BODY UNEASINESS TEST (BUT)
immagine corporea
EATING DISORDER INVENTORY (EDI)
dimensioni psicopatologiche implicate nei disturbi della condotta alimentare
QUALITY OF LIFE ENJOYMENT/SATISFACTION QUESTIONNAIRE (QLES-Q)
qualità della vita
RISULTATI E COMMENTO
PREVALENZA DI DISTURBI PSICHIATRICI
NELL’ INTERO CAMPIONE
13%
Depressione Maggiore
3%
60%
40%
DISTURBO
PSICHIATRICO
NO DISTURBO
PSICHIATRICO
81%
19%
SINDROME
METABOLICA
NO SINDROME
METABOLICA
16%
57%
Disturbo Bipolare
Disturbi d'Ansia
Disturbi di Personalità
11%
Binge Eating Disorder
PREVALENZA DI SINDROME
METABOLICA NELL’ INTERO CAMPIONE
RISULTATI E COMMENTO
PREVALENZA DI DISTURBI PSICHIATRICI
NELL’ INTERO CAMPIONE
13%
Depressione Maggiore
3%
60%
40%
DISTURBO
PSICHIATRICO
NO DISTURBO
PSICHIATRICO
67.5%
7.5%
32.5%
SINDROME
METABOLICA
NO SINDROME
METABOLICA
16%
57%
Disturbo Bipolare
Disturbi d'Ansia
Disturbi di Personalità
11%
Binge Eating Disorder
PREVALENZA DI SINDROME METABOLICA
NEL CAMPIONE DI SOGGETTI CON
PATOLOGIA PSICHIATRICA
7.5%
85%
85%
Depressione
Maggiore
Disturbi d'Ansia
Disturbo Bipolare
DISTURBI PSICHIATRICI NEI SOGGETTI
CON SINDROME METABOLICA
SINDROME
METABOLICA/O
BESITA’ NELLA
DEPRESSIONE
UNIPOLARE
OBESITA’ e DEPRESSIONE
DEPRESSIONE ATIPICA
DEPRESSIONE SOMATICA
DISTURBO AFFETTIVO STAGIONALE
DEPRESSIONE PERIMESTRUALE
OBESITA’ e DEPRESSIONE
BMI
DEPRESSIONE
- effetto della depressione sul regime dietetico
- effetto della depressione sull’attività fisica
- effetto di terapie psicofarmacologiche
- effetto di abuso di sostanze
Anton at al., 2006
Gli Autori hanno valutato la prevalenza della Sindrome
metabolica e della Depressione in 795 soggetti con età dai
50 ai 60 aa.
La Sindrome metabolica (35% vs 28%) e l’obesità viscerale
(37 vs 21%) sono più frequenti nei pazienti affetti da
Depressione.
Campione di 6189 giovani adulti (<40 aa).
Una storia di Depressione è associata con sviluppo di
Sindrome metabolica nel sesso femminile (prevalenza doppia)
e tale legame rimane anche dopo aver controllato fattori di
rischio comportamentali e demografici.
Differenze di genere nel ruolo che la Depressione riveste
nell’insorgenza della Sindrome metabolica.
652 donne alle quali è stata praticata coronarografia all’interno del Women’s
Ischemia Syndrome Evaluation Study. Follow-up di 5.9 aa.
Forte associazione tra Depressione e prevalenza di Sindrome
metabolica, indipendentemente da fattori demografici e stile di vita.
Il numero dei fattori di rischio per la Sindrome metabolica si riduce
con il ridursi della gravità della depressione.
La Sindrome metabolica è implicata, nel 20% dei casi, nella
associazione tra Depressione e patologie cardiovascolari.
“…women who reported high levels of depressive
symptoms and experienced very stressful life events at the
starting point of the study had an increased risk over the
average of 15 years of follow-up for developing the
metabolic syndrome”
Esistono pochi dati concernenti la relazione temporale tra
Sindrome metabolica e Depressione.
I pazienti con Depressione hanno un alto rischio di sviluppare
sindrome metabolica.
?
La Sindrome metabolica può rappresentare un fattore
predisponente lo sviluppo della Depressione o viceversa
Metabolism, 2002
425 donne partecipanti al Health Women Study in un intervallo di 7.4 anni
Depressione ed ansia sono associate e/o predicono il
rischio di sviluppare Sindrome metabolica.
La Sindrome metabolica aumenta i livelli di ansia e
Depressione.
ASSOCIAZIONE RECIPROCA TRA PATOLOGIE
PSICHIATRICHE E SINDROME METABOLICA
Gli autori hanno indagato il rischio di depressione in pazienti con
Sindrome metabolica al baseline.
“The higer rate of development of depressive symptoms in both
women and men with metabolic syndrome at baseline suggest
that the metabolic syndrome may be an important predisposing
factor for the development of depression”.
OBESITA’
DISTURBI
DELL’UMORE
SINDROME
METABOLIACA
L’associazione tra obesità, alterazioni metaboliche e Depressione
è stabilita da una complessa serie di eventi.
Tali patologie rappresentano condizioni multifattoriali e si può
ipotizzare che la loro associazione derivi dalle reciproche
influenze tra le suddette condizioni.
OBESITA’/SINDROME METABOLICA e DISTURBI
DELL’UMORE
STILE DI
VITA
STRESS
ED
ASSE HPA
SISTEMA
IMMUNITARIO
GENETICA
SISTEMA NERVOSO
AUTONOMO
STILE DI VITA
- DIETA SREGOLATA
- ASSENZA DI ESERCIZIO FISICO
- ABUSO DI SOSTANZE
- FUMO DI SIGARETTA
- SCARSA COMPLIANCE ALLE TERAPIE
DIABETE
MELLITO
SOVRAPPESO
OBESITA’
DISLIPIDEMIA
IPERTENSIONE
ARTERIOSA
Taylor et al., 2006
STRESS ED ASSE HPA
Stress psicologici precedono spesso un primo episodio di
Disturbo dell’ Umore o successive ricadute.
Hammen et al., 1992; Post et al., 1992
L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) è centrale nella risposta
allo stress e una sua disfunzione nel senso dell’ iperattività è una
delle più importanti alterazioni riscontrate nella depressione
maggiore.
La risoluzione dei sintomi depressivi normalizza l’asse HPA.
Rubin et al. 1989; Nickel et al; 2003
Nella depressione: elevate concentrazioni di CRF nel fluido
cerobrespinale, aumentati livello di cortisolo basale, mancata
soppressione del cortisolo da parte del desametazone,
ingrandimento della ghiandola pituitaria e surrenale…
Yehuda et al., 1997; Watson et al., 2004
Sia nei pz con disturbi dell’umore che nei pz obesi o con diabete è relativamente
frequente osservare la presenza di ipercortisolemia.
D’altra parte elevati livelli di glucocorticoidi contrastano la capacità dell’insulina di
promuovere l’utilizzo del glucosio, che a sua volta promuove la deposizione di
grasso corporeo, così come la formazione di placche aterosclerotiche nelle
coronarie.
I glucocorticoidi inoltre diminuiscono il segnale della leptina ormone della sazietà
Un’ulteriore conseguenza dell’ipercortisolemia è l’incremento del grasso viscerale:
il meccanismo che sottende questa associazione sembra essere l’attività della
lipoproteinlipasi che è ritenuta essere il maggiore responsabile dell’ingresso dei
grassi negli adipociti, attraverso il legame del recettore per il complesso cortisologlucocorticoidi al gene della lipasi. Dal momento che la densità per il recettore per
i glucocorticoidi è maggiore nel grasso viscerale che negli altri depositi, ad
aumentati livelli di cortisolo corrisponde un maggor numero di trigliceridi che
entrano negli adipociti
STRESS ED ASSE HPA
IPERCORTISOLEMIA
SINDROME METABOLICA
DEPOSIZIONE DI GRASSO VISCERALE
INSULINO-RESISTENZA
PLACCHE
ATEROSCLEROTICHE
NELLE CORONARIE
IPERTENSIONE
Bjontorp et al., 2001; Vaccarino et al., 2008
Psycosomatic Medicine, 2002
22 DONNE DEPRESSE IN ETA’ POST-MEOPAUSALE
DRUG FREE
CONFRONTATE CON CONTROLLI SANI
- TEST DEL CORTISOLO SALIVARE
- CARICO ORALE DI GLUCOSIO
- TC: L1 e L4
MAGGIORE DEPOSITO DI GRASSO VISCERALE NELLE PZ
DEPRESSE
IPERCORTISOLEMICHE
RISPETTO
ALLE
NORMOCORTISOLEMICHE.
I GLUCOCORTICOIDI E LA SCELTA DEL CIBO GRATIFICANTE
Insieme all’insulina, i glucorticoidi stimolano l’introduzione di cibi
altamente gratificanti al fine di ridurre l’effetto di inibizione della
secrezione dopaminergica che lo stress cronico determina sul
nucleo accumbens.
STRESS
CRONICO
RILASCIO DI
INSULINA E
CORTICOSTEROIDI
CIBI
ALTAMENTE
PALATABILI
IPERATTIVAZIONE
DELL’HPA
GRASSO
VISCERALE
RISPOSTA
DOPAMINERGICA
Dallman et al., 2005
STRESS ED ASSE HPA
IPERCORTISOLEMIA
INEFFICIENTE
SEGNALE DELLA
LEPTINA
SINDROME METABOLICA
OBESITA’
Studi su ratti hanno dimostrato che i glucorticoidi diminuiscono
il segnale della leptina.
Zakrzewska et al., 1997
STRESS ED ASSE HPA
Da tutto ciò si evince come lo stress e la conseguente iperattività dell’asse
HPA giochino un ruolo fondamentale nel predisporre i pazienti con disturbi
depressivi o disturbo bipolare a sviluppare le alterazioni tipiche della
sindrome metabolica.
Brown et al., 2004
SISTEMA IMMUNITARIO
Studi recenti hanno dimostrato che sia la Depressione
Unipolare che il Disturbo Bipolare sono associati ad
un’aumentata espressione di markers infiammatori.
Appels et al., 2000; Ridker et al., 2000
L’esposizione a mediatori
dell’infiammazione
induce
sintomi depressivi (insonnia,
anoressia, anedonia).
Dantzer et al., 2001
Miglioramento dei sintomi
depressivi dopo psicoterapia
e contemporaneo declino
dello stato infiammatorio.
Mohr et al., 2001
SISTEMA IMMUNITARIO
IL-6
CRH
HPA
CORTISOLO
Alterazioni immunologiche e metaboliche
Dentino et al., 1999
L’associazione tra adiposità ed elevati livelli di IL-6 e PCR in pazienti
depressi è stata proposta per spiegare l’aumentata morbilità e mortalità in
questi soggetti.
Miller et al., 2000
Molte molecole che sono state riscontrate elevate in soggetti con disturbo bipolare
(iinterleuchina 6 IL-6 e la Proteina C Reattiva PCR) predispongono a mortalità e
morbidità cardiaca e l’associazione tra elevati livelli di IL-6 e PCR in pz bip è stata
proposta per spiegare l’aumentata mortalità e morbidità in questi soggetti
L’IL-6 è un potente stimolatore del CRH ipotalamico, attivando in tal modo l’asse
HPA e comportando così un incremento di corticotropina plasmatica e
conseguentemente di cortisolo.
Incrementi nell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) e nel cortisolo possono
provocare diverse risposte avverse di tipo immunologico oltre alle note alterazioni
di ordine metabolico
SISTEMA IMMUNITARIO
IFN causa induzione dell’enzima indolamina 2,3 diossigenasi
che riduce i livelli di triptofano e quindi la sintesi centrale di
serotonina.
Wichers et al., 2004
IL-6 promuove la produzione di PCR, fattore di rischio per
l’infarto del miocardio.
Papanicolaou et al., 1998
Elevati livelli di IL-6 e PCR sono associati a sviluppo di diabete
mellito.
Ershler et al., 2000
SNA
Le anomalie del SNA sono particolarmente interessanti per
capire il legame tra Disturbi dell’Umore e Sindrome metabolica.
Taylor et al., 2006
Elevata frequenza cardiaca
Ridotta variabilità frequenza
cardiaca
Gli indicatori di un’elevata attività simpatica sono strettamente
associati con un’elevata attività dell’asse HPA, suggerendo che
l’asse HPA e il SNA vengono attivati in parallelo.
Carney et al., 2005
GENETICA
E’ stato ipotizzato che determinati geni o alterazioni
genetiche, che predispongono all’insorgenza di Disturbi
dell’Umore, siano anche alla base dell’incremento di peso o di
altre malattie che contribuiscono alla Sindrome metabolica.
Philibert et al., 2007
Alcuni Autori hanno suggerito che il braccio corto del cromosoma 11, dove vi
sarebbe un cluster di geni codificante per tirosina idrossilasi-insulina-IGF II,
potrebbe essere un locus coinvolto nello sviluppo sia di diabete mellito che di
Disturbo Bipolare.
Alcuni polimorfismi localizzati sul gene HOPA (recettore tiroideo associato alla
proteina 230) sono associati ad un rischio aumentato sia di obesità che di
incidenza di Disturbo Bipolare in una corte di 112 soggetti.
Philibert et al., 2002
Correlazioni significative tra il polimorfismo di un gene dell’obesità nell’uomo
(D7S1875), i livelli di BMI e sintomi di depressione ed ansia in un gruppo di 211
soggetti.
Comings et al., 1996
1598 soggetti a rischio di patologie cardiovascolari
“…the metabolic syndrome was associated with an
increased prevalence of depression but not anxiety. This
association between the MetS and depressive symptoms
was indipendent of age, smoking status, socioeconomic
factors, and lifestyle.”
SINDROME METABOLICA E DISTURBO POSTTRAUMATICO DA STRESS
Poliziotti hanno elevati livelli di colesterolo, trigliceridi e grasso
corporeo.
Franke et al., 1997
Veterani con PTSD hanno più frequentemente infarto del
miocardio ed alterazioni della conduzione atrio-ventricolare.
Boscarino, 2004
Una metanalisi ha evidenziato che soggetti con PTSD hanno
una più alta frequenza cardiaca a riposo ed una più elevata
pressione arteriosa rispetto ai soggetti non affetti da PTSD.
Buckley et al., 2004
SINDROME METABOLICA E DISTURBO POST-TRAUMATICO
DA STRESS
Gli Autori hanno indagato l’associazione tra PTSD e sindrome
metabolica in 115 poliziotti.
“Results indicated a significantly increased prevalence of the
metabolic syndrome among those officers in the severe PTSD
symptom category compared with the lowest PTSD severity
category”.
SINDROME METABOLICA E DISTURBO POST-TRAUMATICO
DA STRESS
Gli Autori hanno indagato l’associazione di
metabolica in 100 veterani di guerra con PTSD.
Sindrome
“Prevalence of metabolic syndrome and its components is
elevated in war veterans with PTSD.”
“Metabolic syndrome and intensity of PTSD were significantly
related.”
SINDROME METABOLICA E DISTURBO POST-TRAUMATICO
DA STRESS
“…recent studies have implicated the hypotalamic-pituitaryadrenal (HPA) and sympathetic-adrenal-medullary (SAM)
stress axes as key in this pathogenetic process, although
genetic and behavioral/psycological risk factors cannot be
ruled out”.
SINDROME
METABOLICA
NEL DISTURBO
BIPOLARE E
NELLA
SCHIZOFRENIA
OBESITA’/SINDROME METABOLICA e DISTURBI
PSICOTICI
Alta incidenza di obesità e Sindrome
Metabolica in pazienti con Disturbi Psicotici.
INFLUENZA
GENETICA
STILE
DI VITA
ASSE HPA
ANTIPSICOTICI
Ryan et al., 2004, 2003; Van Gal, 2006; Meyer et al., 2005; Steven lamberti J., 2006; Brown, 1997; Yusuf, 2004; Blonde,
2005; Wilson, 1998; Cohhn, 2004; Ford, 2002; De Hert, 2006; Allison, 2001; Takore, 2002; Meyer, 2005; Seckl, 2004;
Rosmond, 2002; Mukherjiee, 1989; Farwell, 2004; Allison, 1999; Nemeroff, 1997; Casey, 2005; Marder, 2003; Kinon, 1998;
Virk, 2004; Seeger, 1995; Casey, 2001; Curzon, 1997; Stahl, 1996; Meyer, 2001; McIntyre, 2001; Wetterling, 2001; Seeger,
1995; Goldstein, 2004; Hagg, 2001; Basson, 2001; Zhang, 2004; Henderson, 2005; American Diabetes Association, 2004;
Sheitman, 1999; Osser, 1999; Henderson, 2005; Ghaeli, 1999; Nasrallah, 2004; Tuomilehto, 2001; Newcomer, 2002; Avram,
2001; Glick, 2001; Henderson, 2005; Littrel, 2004; Wirshing, 2001; Lean, 2003; Howes, 2004; Dwyer, 1999; Simpson, 2004;
Goldstein, 2003; stven Lamberti, 2006; Straker, 2005; Pandina, 2004; Casey, 2004; Meyer, 2005; Henderson, 2005; Makin,
2005; Harvey, 2000; Sakata, 1997; Bouwer, 1996; Baptista, 1999; Vendsborg, 1976; Fagiolini, 2002, 2005; 2006
Schizofrenia ed Incremento Ponderale
Allison B, Casey E J Clin Psychiatry 2001
Schizofrenia ed Incremento Ponderale
Allison B, Casey E J Clin Psychiatry 2001
Can J Psychiatry. 2004 Nov;49(11):753-60.Links
Characterizing coronary heart disease risk in chronic schizophrenia: high
prevalence of the metabolic syndrome.
Cohn T, Prud'homme D, Streiner D, Kameh H, Remington G.
Department of Psychiatry, University of Toronto, and Center for Addiction and Mental Health, Toronto, Ontario. [email protected]
OBJECTIVE: To determine the prevalence and characteristics of coronary heart disease (CHD) risk factors in patients with chronic
schizophrenia or schizoaffective disorder. METHOD: We compared individual CHD risk factors and Framingham risk predictions in a group of
240 patients with a large national sample (Canadian Heart Health Survey) matched for age and sex. In addition, we compared rates of the
metabolic syndrome (syndrome X) with recently published rates in the US adult population. RESULTS: Compared with the reference
population, Framingham 10-year risk of myocardial infarction was greater in the male patients (t3091 = 4.35, P < 0.001) but not in the
female patients. Prevalence rates of the metabolic syndrome in the patients (42.6% of men and 48.5% of women) were approximately 2
times published rates in the US adult population. Further, the syndrome appears to occur at a younger age than in the general population.
CONCLUSIONS: These long-term patients have increased CHD risks best captured by the metabolic syndrome conceptualization coupled with
a high rate of cigarette smoking. This characterization is consistent with increased cardiovascular morbidity and decreased life expectancy in
both men and women. We underscore the importance of both screening for and treating potentially reversible CHD risk factors in
schizophrenia patients.
240 pz: 203 affetti da schizofrenia, 37 affetti da disturbo
schizoaffettivo tutti in terapia con antipsicotici
Il 31% dei pz di sesso maschile ed il 43% dei pz di sesso femminile erano
obesi (BMI>30) (19%-20% nella popolazione di riferimento)
Il 44% dei pz di sesso maschile ed il 73% dei pz di sesso femminile
avevano un girovita sopra i limiti (19%-24% nella popolazione di
riferimento)
I livelli di trigliceridi sierici a digiuno nei pz erano significativamente
aumentati e quelli delle HDL diminuiti rispetto alla popolazione di
riferimento
L’incidenza dell’ipertensione era simile nei due gruppi
Il 43% dei pz di sesso maschile ed il 49% dei pz di sesso femminile erano
affetti da SMet (24%-23% nella popolazione di riferimento)
La SMet nei pz non era in relazione all’età anagrafica, nella popolazione di
riferimento la SMet si accresceva con l’età
La spiegazione del mancato incremento dei valori pressori sta
probabilmente nell’effetto anticolinergico e α-bloccante degli antipsicotici
somministrati
430 pz affetti da schizofrenia o da disturbo schizoaffettivo
tutti in terapia con antipsicotici
La prevalenza della SMet era del 25% (criteri ATP III), del
32% (criteri ATP III A) e del 36% (criteri IDF)
La SMet era più frequente nel sesso femminile
(maggiormente caratterizzato da una obesità di tipo centrale)
Heiskanen et al., 2006; Heiskanen, 2006; Kinder, 2006; Fagiolini, 2005; 2006; Chengrappa; 2000; Gooddwin, 1990; Posternak,
2002; Kendler, 1996; Levitan, 1994; Sullivan, 2002; Pine, 1997; 2001; Hasler et al., 2003; Elmslie et al., 2000; Larsson et al.,
1984; Lapidus et al., 1984; Seidell et al., 1989; Kalkhoff et al., 1983; Baumgartner et al., 1989; Fagiolini et al., 2003; Peiris et
al., 1989; Sparrow et al., 1986; Ohlson et al., 1985; Cassidy et al., 1998; Hammen et al., 1995; Post et al., 1992; McEwen
2004; Rubin et al., 1989; Yehuda et al., 1997; Rybakowski et al., 1999; Cervantes et al., 2001; Heuser et al., 1996; Nickel et
al., 2003; Kunzel et al., 2003; Watson et al., 2004; Bschor et al., 2002; Brindley et al., 1989; Rosmond et al., 1998;
Zakrzewska et al., 1997; Bjorntorp et al., 1996; Holmang et al., 1992; DeFronzo et al., 1991; Webre-Hamann et al., 2002;
Thakore et al., 1997; Appels et al., 2000; Ridker et al., 2000; Mohr et al., 2001; Dantzer et al., 2001; Maier et al., 1998; Bower
et al., 2002; Musselman et al., 2001; Ridker et al., 2000; Miller et al., 2002; Dentino et al., 1999; Papanicolaou et al., 1998;
Ershler et al., 2000; Kahl et al., 2005; Caroll et al., 1981; De la Fuente et al., 1996; Heuser, 1998; Lahmeyer et al., 1989;
Vicennati et al., 2002; Pariante et al., 2003; Hotamisligil et al., 1994; Akira et al., 1993; Jaattela et al., 1991; Bendtzen et al.,
1989; Musselman et al., 2003; Cassydy et al., 1999; Lilliker et al., 1980; Felker et al., 1996; Talbot et al., 2000; Newcomer,
1999; Regenold et al., 2002; Todd et al., 1992; Faas et al., 1994; Meloni et al., 1995; Todd et al., 1989; Landsberg et al.,
1999; Troisi et al., 1991; Rosmond et al., 1998; Chrousos et al., 1992
OBESITA’/SINDROME METABOLICA e DISTURBI
DELL’UMORE
Gran parte della letteratura dimostra l’associazione tra obesità,
Sindrome metabolica e Disturbi dell’Umore.
STILE
DI VITA
STRESS
e
SNA
ASSE HPA
SISTEMA
IMMUNITARIO
DIABETE
MELLITO
PREVALENZA DI SMet
IN PAZIENTI CON DISTURBO BIPOLARE
Criterion
Description
%
MS 1
Waist circ. >40 in. (men) or >35 in. (women)
52
MS 2
Triglycerides >150 mg/dl or being on cholesterollowering medication
46
MS 3
HDL <40 mg/dl (men) or <50 mg/dl (women) or being
on cholesterol-lowering medication
69
MS 4
Systolic BP >130 mm/Hg or diastolic BP >85 mmHg
or being on antihypertensive medication
57
MS 5
Fasting glucose >100 mg/dl or being on a glucoselowering drug
24
MS
At least three of MS 1 – MS 5
47
Fagiolini A. e coll., Metabolic syndrome in bipolar disorder: findings from the Bipolar Disorder Center for
Pennnsylvanians. Bipolar Disoerd 2005; 7:424-430
Obesity and Bipolar Disorder
Fagiolini A, et al. Am J Psychiatry. 2003;160:112117.
n (%)
175 Patients
Mean Weight (lb)
BMI  30.0
62 (35)
212
BMI  30.0
113 (65)
159
Prevalence of Obesity in the General Population
Flegal KM, et al. JAMA. 2002;288(14):1723-1727.
•
•
•
•
•
NHES I (1960-1962): 13.4%
NHANES I (1971-1974): 14.5%
NHANES II (1976-1980): 15%
NHANES III (1988-1994): 23.3%
NHANES (1999-2000): 30.9%
Diabetes and Bipolar Disorder
•
•
Prevalence of type II diabetes in patients 50-74
years old: schizoaffective (50%) > bipolar I disorder
(26%) > major depression (18%) = dementia
(18%) > schizophrenia (13%)1
Prevalence of type II diabetes in hospitalized
patients with bipolar I disorder: 9.9% (versus
national norm of 3.4%)2
–
More
lifetime
psychiatric
hospitalizations
nondiabetic patients with bipolar I disorder
than
Are patients with bipolar disorder at high risk for type II
diabetes?
1. Regenold WT, et al. J Affect Disord. 2001;70:19-26.
2. Cassidy F, et al. Am J Psychiatry. 1999;156:1417-1420. ,Birkenaes et al 2007
Obesity  Bipolar Disorder
•
•
•
•
More depressive and manic episodes
Longer duration of acute episodes
Shorter time to recurrence
More suicide attempts
Fagiolini A, et al. Am J Psychiatry. 2003;160(1):112-117.
Fagiolini A, et al. J Clin Psych. 2004;65(4):509-514.
Fagiolini A, et al. Bipolar Disord. 2005;7:424-430.
Schizofrenia fattore
di rischio
per l’insorgenza
di diabete di tipo 2
Recentemente
l’Associazione
Diabetologica Canadese
ha incluso la schizofrenia
tra i fattori di rischio
predisponenti l’insorgenza
di diabete di tipo 2
Canadian Diabetes Association, 2004
http://www.diabetes.ca/Section_about/atrisk.asp
.
Diabete e schizofrenia
prevalenza (%)
20
15
Schiz
Popol
10
5
0
50 - 59
60 - 69
età
Schizofrenici: Guidonia (Mukherjee et al., Compr Psy. 1996)
Popolazione: Casale M. (Bruno et al., Diabetologia 1992)
15
15
10
10
5
5
0
*
*
0
-5
-5
Olanzapina
Placebo
Olanzapina
15
15
10
10
5
5
0
0
-5
-5
Olanzapina
Risper
Aloper
*
Olanzapina
Clozapina
Metanalisi trial randomizzati – Variazioni glicemia
Allison et al., World J Biol Psychiatry, 2001
SINDROME METABOLICA E
PSICOFARMACI
A dispetto della scarsità di studi sugli antipsicotici di vecchia
generazione (clorpromazina, aloperidolo, flufenazina) vi è
una moltitudine di ricerche sulle sequele metaboliche legate
all’uso dei cosiddetti antipsicotici atipici (amisulpiride,
clozapina, olanzapina, risperidone, quetiapina, aripiprazolo e
ziprasidone) e la maggior parte delle ricerche ha dimostrato
che alcuni antipsicotici atipici sono associati con un
incremento significativo del peso corporeo e che l’entità
dell’incremento dipende dal tipo di antipsicotico utilizzato
Cambiamento di peso a 10 settimane di trattamento con AP
> Risultati di una metaanalisi su 81 studi <
Placebo
AP Convenzionali
Nuovi AP
Aumento peso (Kg)
Controlli
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3
Allison et al. 1999
OLANZAPINA (fino a 5Kg
di aumento ponderale in
10
settimane
di
trattamento > CLOZAPINA
>
RISPERIDONE
=
QUETIAPINA (circa 2-3Kg
in un anno di terapia) >
ARIPIPRAZOLO
>
ZIPRASIDONE)
78 studi analizzati sull’argomento
incremento ponderale
J Clin Psychiatry. 1997;58 Suppl 10:45-9.Links
Dosing the antipsychotic medication olanzapine.
Nemeroff CB.
Department of Psychiatry and Behavioral Sciences, Emory University School of Medicine, Atlanta, Ga 30322, USA.
Olanzapine is a new antipsychotic agent with serotonin/dopamine antagonism action. Efficacy in treating overall
psychopathology in acute schizophrenia as measured by the BPRS0-6 total score was demonstrated at 10 mg/day versus placebo;
at doses in a 5-20 mg/day range, olanzapine was comparable or superior to haloperidol. Superior efficacy for negative and
depressive symptoms was shown in comparison to haloperidol. Olanzapine has a favorable acute and tardive extrapyramidal
symptom profile relative to haloperidol and caused substantially less elevation of serum prolactin. Dose-related weight gain and
asymptomatic mild transaminase elevations occurred in olanzapine-treated patients.
PROFILO RECETTORIALE DEGLI ANTIPSICOTICI
Olanzapina
Clozapina
Risperidone
Quetiapina
Aloperidolo
BymasterFP, et al.Neuropsychopharmacology
. 1996;14(2):87
-96.
SchotteA, et al.PsychopharmacologyBerl)
( . 1996;124(1
-2):57-73.
Lawler, C, et al.
Neuropsychopharmacology
. 1999;20(6):612
-27.
Corbett, R, et al.
CNS Drug Reviews.
1997;3(2):120
-47.
D1
D4.2
D2
5-HT2A
5-HT2C
5-HT1A
5-HT6
a1
a2
Musc
H1
PROFILO RECETTORIALE DEGLI ANTIPSICOTICI
Azione degli antipsicptici sul controllo ipotalamico del
food intake
Nucleo dorso-mediale
Nucleo ventro-mediale
Nucleo Ventro Mediale
Nucleo Dorso Mediale
Nucleo Arcuato
Nucleo Paraventricolare
Nucleo ipotalamico laterale
effetto iperfagico
Clo
NEalfa1
+++
5HT 2A
+++
5HT2C
++
D1
+
H1
+++
M1
+++
Ola Ris
++ +++
+++ ++++
++ ++
++
+
+++
+++
-
Que
+++
++
++
++
Zip
++
+++
++++
+
-
Ari Hal
+
+++
+++ +
+
+
+
-
effetto ipofagico
Clo
Ola
NEAlfa2 +
+
5HT1D
5HT1A
D2
+
++
Ris
++
+
+++
Que
+
Zip Ari
Hal
+
+++ +
+++ ++
+++ ++++ ++++
Farmaci ed Aumento Ponderale
Un altro meccanismo chiamato in causa per spiegare
l’incremento ponderale che si osserva in terapia con
antipsicotici riguarda la leptina (ormone derivato dagli
adipociti che regola la secrezione insulinica e il metabolismo
energetico tramite il legame a recettori negli adipociti, nel
muscolo scheletrico e nell’ipotalamo.
La secrezione della leptina può essere alterata dai
meccanismi serotoninergici. La leptina è prodotta
prevalentemente dagli adipociti ed in condizioni normali
l’aumento della massa adiposa determina un aumento della
leptina ed una riduzione dell’assunzione di cibo. Esistono
tuttavia situazioni in cui tale meccanismo viene alterato e si
stabilisce una resistenza alla leptina. In questi casi elevati
livelli di leptina non corrispondono ad una riduzione
dell’alimentazione
In soggetti valutati all’esordio di schizofrenia in cui non si
verifica un aumento ponderale in seguito alla terapia con
antipsicotici, si verifica comunque una ridistribuzione dei
depositi adiposi con incremento del grasso viscerale
15 pz affetti da schizofrenia: 7 drug-naive e 8
drug-free da almeno 6 settimane vs soggetti sani
con BMI pari a 23
Anche se il grasso corporeo totale e quello sottocutaneo non differivano tra
i due gruppi, il grasso viscerale era tre volte più elevato nel gruppo di pz.
Inoltre non vi erano differenze significative nei livelli di grasso intraaddominale tra i drug-naive e i drug-free.
Questa osservazione va ad accreditare l’ipotesi per cui l’incremento di
grasso viscerale è un aspetto inerente alla malattia psicotica in sé e non
semplicemente un epifenomeno dell’incremento di peso corporeo indotto
dagli antipsicotici
19 pz affetti da schizofrenia all’esordio pertanto drug-naive
I vari AP differiscono anche per l’effetto sui lipidi sierici
OLANZAPINA = CLOZAPINA > RISPERIDONE = QUETIAPINA
> ARIPIPRAZOLO > ZIPRASIDONE (quest’ultimo in una
indagine condotta da Nasrallah non è risultato associato né
con variazioni di colesterolo né di trigliceridi)
Sheitman: 9 pz trattati con olanzapina e osservati per un
periodo di circa 16 mesi
I livelli dei trigliceridi in media aumentavano da 170 mg/dl a
240 mg/dl: non vi erano invece differenze significative nei
livelli di colesterolo
Risultati simili sono stati riportati in un lavoro di Osser (da 60
mg/dl a 162+/-121 mg/dl)
Uno dei meccanismi proposti per spiegare il determinarsi di
una insulino-resistenza e, conseguentemente, l’aumentato
sviluppo del diabete mellito di tipo 2 nei pz trattati con AP si
fonda proprio sull’effetto dell’aumento ponderale e
dell’incremento del grasso addominale
J Clin Psychiatry. 2005;66 Suppl 6:11-20
Schizophrenia and comorbid metabolic disorders.
Henderson DC.
Schizophrenia Program, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston, MA 02114, USA.
[email protected]
Comorbid metabolic disorders in patients with schizophrenia are underrecognized by many health care professionals and
patients. That lack of awareness can contribute to serious morbidity and mortality in patients with schizophrenia. Patients
with schizophrenia may be at greater risk for metabolic disorders such as insulin resistance, lipid abnormalities, and
weight gain. In addition, although the use of atypical antipsychotics in the treatment of schizophrenia offers many positive
benefits and may reduce some of the factors related to the morbidity and mortality of the disorder, these drugs appear to
be associated with varying degrees of comorbid metabolic disorders, such as metabolic syndrome, and more serious
consequences, such as cardiovascular disease. Recent consensus guidelines recommend that metabolic risks be considered
when initiating therapy with atypical antipsychotics. Thus, baseline screening and routine monitoring of patient weight,
fasting lipid profile, and fasting plasma glucose are essential. In addition, optimal treatment for patients with
schizophrenia and comorbid metabolic disorders is best achieved when all parties involved with patient care (mental
health and medical community, caregiver/family, and patient) communicate and work together. With proper awareness
and cooperation on the part of the medical community, caregivers, and patients, the detrimental consequences that may
result from the metabolic disorders addressed in this article can be at least partially offset.
Molti studi riferiscono dello sviluppo di insulino-resistenza in pz trattati con
AP ed alcuni di questi suggeriscono che il rischio è maggiore con la
OLANZAPINA e la CLOZAPINA rispetto agli altri. Recenti dati suggeriscono
che il passaggio da un AP ad alto rischio all’aripiprazolo potrebbe avere un
effetto positivo sull’insulino-resistenza con un 70% dei pz mostarnti un
miglioramento dopo 16 settimane di terapia
Nonostante la relazione tra diabete e aumento di peso, in
alcune persone si osserva lo sviluppo di diabete senza il
concomitante aumento di peso
J Clin Psychiatry. 2001;62 Suppl 21:7-10.
Adverse effects of atypical antipsychotics.
Wirshing DA.
Department of Psychiatry and Biobehavioral Science, University of California at Los Angeles School of
Medicine, USA.
Atypical antipsychotics have the potential to cause weight gain and derangement of glucose metabolism. These
side effects can lead to obesity, diabetes mellitus, and dyslipidemia and should be considered in the
management of the behavioral and psychological symptoms of dementia
.
La CLOZAPINA avrebbe un effetto diretto sulla regolazione del
metabolismo glucidico: riducendo la captazione neuronale di
glucosio, i neuroni percepiscono livelli glicemici più bassi
rispetto a quelli reali e un meccanismo di compenso
determinerebbe il successivo incremento di glucosio nel
sangue
Ziprasidone vs olanzapina: conferma i risultati dei precedenti
studi sull’insulino resistenza e non sull’aumento dei valori
glicemici
Genetica
Schizofrenia
Aumento del Cortisolo
Sedentarietà
Aumento
introito cibo
Adiposità viscerale
Obesità
Insulino-resistenza
Antipsicotici
Diabete
Why Are Metabolic Illnesses
Relevant to mental Disorder?
MS and its single components
are highly prevalent in patients
with BD
Mortality in Bipolar Disorder
472 Patients
Observed
Deaths*
Expected
Deaths**
Mortality
Ratio
Suicide
15.7
0.67
23.4
Cardiovascular
Causes
42.1
14.0
3.0
Respiratory Causes
33.3
1.08
3.1
Cause of Death
* % study group.
** % Registrar General’s figures.
Sharma R, Markar HR. J Affect Disord. 1994;31:91-96.
Mortality and General Medical Healthcare Severely
Compromised in Bipolar Disorder
Cerebrovascular
Cardiac
Respiratory
Accident
Women
Men
Infection
Mental Disorder
Traffic Accident
Homicide
Undetermined Violent Death
Suicide
0
5
10
15
20
Standardized Mortality Ratio
Patients with bipolar disorder (N=15,386) followed for 10 years (average).
Mental disorder=dementia, drug or alcohol addiction, psychosis.
Ösby U, et al. Arch Gen Psychiatry. 2001;58:844-850. Druss BG, et al. Arch Gen Psychiatry. 2001;58:565-572.
25
Soggetti
schizofrenici
obesi hanno
una HRQOL
< dei
soggetti
schizofrenici
non obesi
In soggetti bipolari con più alto BMI, soprattutto nel sesso
femminile, è riscontrabile una peggiore QOL
Obesity  Bipolar Disorder
•
•
•
•
Poorer quality of life
Poorer self-esteem
Poorer psychological well-being
Sleep apnea and other disorders
negatively affecting Bipolar Disorder
Fagiolini A, et al. Am J Psychiatry. 2003;160(1):112-117.
SMet
Disturbo Bipolare
Schizofrenia
Quale relazione causale????
Quali meccanismi?????
Quale cura????
Quale prevenzione????
I ricercatori ed i clinici che si sono occupati di Sindrome
metabolica hanno inizialmente affrontato questa
problematica in modo autonomo, con le modalità
specifiche delle rispettive discipline d’appartenenza.
Si auspicano modelli teorici e di
intervento che tengano conto della
circolarità e complessità del
fenomeno dell’obesità.
Scarica

Obesità e psicopatologia : il punto di vista clinico