Anno IV - Numero 102 - Giovedì 30 aprile 2015 Direttore: Francesco Storace Attualità Esteri La protesta Scuola: rabbia e solite promesse Immigrati: Europa (quasi) pentita Vigili del fuoco ridotti alla fame a pag. 2 Brunetta, Renzi e Mussolini on ho capito che cosa vogliono Brunetta e soci. Anche a me l’Italicum non piace; anzitutto perché sfarina le coalizioni e poi perché nega il diritto dei cittadini ad eleggere il Parlamento nella sua interezza. Che diamine c’entri tutto questo con il fascismo lo sanno solo loro. Se ci fosse stato il fascismo, chi al Senato vota a favore della legge elettorale e alla Camera contro, presentando per giunta la pregiudiziale di costituzionalità, non lo avrebbero arrestato, ma ricoverato. È francamente stucchevole questa polemica “storica”, fasulla, nei riguardi del premier, il quale è insopportabile da quando sta a palazzo Chigi e non solo perché ha fregato gli azzurri sull’elezione di Mattarella. Se Renzi fosse stato fascista, magari non si sarebbe fatto turlupinare da Obama sulla tragedia che ha portato alla morte del povero Lo Porto; o dalle demoplutocrazie europee - va bene così, Brunetta? - sugli sconquassi provocati all’Italia da un’invasione migratoria senza precedenti nella storia. Scomodate il passato regime semplicemente perché siete stati messi nel sacco dal presidente del Consiglio più arrogante che la democrazia ci abbia riservato. Difficile dire se Renzi avrà un posto nella storia; finora ha fatto ben poco per meritarlo, perché non basta cancellare la sinistra del proprio partito per essere ricordato dai posteri. Il bianchetto sui volti di Bersani e Cuperlo serve al massimo a rendere più agitate le loro nottate; ma i libri sono un’altra cosa. Il fascismo è stato luci e ombre; ricostruzione e guerra; e progresso sociale per la Nazione. Criticatene pure le opere, ma non legate tutto ad una legge elettorale. Anche perché non è che del Porcellum ci sia da gloriarsi. Il governo Renzi, ad esempio, è impegnato contro gli insegnanti per la riforma della scuola. L’onorevole Brunetta ha da contestare l’opera costruttrice di Giovanni Gentile? La lotta alla malaria e la bonifica delle paludi sono colpe da attribuire al presidente del Consiglio dell’epoca? La Carta del Lavoro di Giuseppe Bottai è lontana parente del Jobs Act? La previdenza sociale da disprezzare? E i codici, che ne diciamo? Il quartiere vicino alla sua residenza, l’Eur, lo radiamo al suolo come vorrebbe madame Boldrini a partire dal giorno successivo all’abbattimento dell’obelisco al Foro Italico? Udite udite: l’ammodernamento della stazione fiorentina di Santa Maria Novella fa data 1931: vuoi vedere che è per quello che scorre sangue fascista nelle vene del premier? 1932: Istituto per la ricostruzione industriale. 1933: Istituto mobiliare italiano. Ancora prima, 1923, costruzione dell’autodromo di Monza. Alla rinfusa, nel taccuino degli appunti, la partenza della Mostra di Venezia nel 1932, preceduta nel 1927 dalla fondazione dell’Eiar. Domani parte malandato l’Expo milanese. Quella romana del ’42 ancora ce la invidiano. I ministri dei lavori pubblici cadono uno dopo l’altro, Araldo Di Crollalanza restituiva i soldi allo Stato. Renzi non è fascista. Renzi è solo Renzi. Con la voglia di dominio che non ha connotati politici e con le protezioni di cui tutti parlano a Palazzo: Brunetta ha argomenti migliori per contrastare l’inquilino di palazzo Chigi. Francesco Storace N ALTRO CHE SVOLTA OCCUPAZIONALE Garanzia Giovani un anno di niente a pag. 9 Moriconi a pag. 5 LEGGE ELETTORALE: PASSA IL PRIMO VOTO DI FIDUCIA, RIDOTTO A RESA DEI CONTI NEL PD UNA POLEMICA INSENSATA SU ITALICUM E FASCISMO Colosimo a pag. 4 Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 di Igor Traboni atteo Renzi ha incassato la fiducia sul primo articolo della legge elettorale, ma la spaccatura nel Pd resta, anche se una parte della minoranza, nonostante i proclami della vigilia, ha fatto buon viso a cattivo gioco e ha deciso di accodarsi ai dettami del “capo”. Il governo ha ottenuto 352 sì, contro i 207 no delle opposizioni unite. I votanti sono stati 559, un astenuto, 352 i sì e 207 i no. La maggioranza che sostiene il governo Renzi parte, sulla carta, da 396 voti. Sono quindi mancati 44 voti, ma vanno considerate le assenze giustificate. Dai tabulati del voto, tenendo conto delle assenze giustificate, emerge che sono 38 i deputati del Pd che non hanno votato la fiducia. E tra questi, assolutamente compatto, il trio che ha oramai lanciato con decisione la sfida a Renzi, ovvero Bersani-Letta-Speranza, con tanto di Rosy Bindi pronta a dar man forte. Il resto della minoranza Pd, dopo tanto clamore, si è data la zappa sui piedi, ad iniziare da Area Riformista e dai suoi 50 deputati che hanno anticipato di votare la fiducia, salvo poi aggiungere, in puro politichese, di considerare comunque "un errore" di Renzi averla posta sull'Italicum. Il più barricadero è rimasto Bersani, anche lui però finito poi nel tritacarne della Rete e dei commenti di tanti iscritti al partito, che lo hanno criticato per il mancato e definitivo strappo, dopo l’affermazione dell’ex segretario di voler comunque restare nel Pd “perché è Renzi che sbaglia”. Ecco comunque i nomi dei 38 deputati della minoranza del M NEMICI AMICI La minoranza dem si sfarina; Bersani contesta ancora però non consuma lo strappo Pd che non hanno partecipato al voto sulla fiducia alla legge elettorale messa dal governo: Eleonora Cimbro, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Alfredo D'Attorre, Guglielmo Epifani, Marilena Fabbri, Stefano Fassina, Gianni Farina, Vincenzo Folino, Paolo Fontanelli, Filippo Fossati, Carlo Galli, Andrea Giorgis, Maria Luisa Gnecchi, Monica Gregori, Francesco La Forgia, Enrico Letta, Danilo Leva, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Marco Meloni, Margherita Miotto, Michele Mognato, Delia Murer, Giorgio Piccolo, Barbara Pollastrini, Roberto Speranza, Nico Stumpo, Guglielmo Vaccaro, Giuseppe Zappulla, Davide Zoggia, Roberta Agostini, Tea Albini, Pier Luigi Bersani Rosy Bindi Bruno Bossio, Vincenza Luisa Bossa, Angelo Capodicasa. C’è da dire, per rigore di cronaca, che l'articolo 1 dell'Italicum introduce le più significative novità nel sistema di voto e prevede 20 circoscrizioni elettorali, suddivise in 100 collegi plurinominali, con i capilista bloccati, che in tutto sono per l’appunto 100. A seguire, l'elettore potrà esprimere le preferenze, con l'alternanza di genere, fino al massimo di due. Sono ammesse le candidature multiple, per un massimo di dieci, ma solo per i capilista.Viene introdotta un'unica soglia di sbarramento in in- gresso, al 3%. Così otterranno seggi alla Camera le liste che ottengono, su base nazionale, almeno il 3% dei voti validi Il premio di maggioranza viene attribuito alla lista e non alla coalizione. Al partito o la lista che ottiene il 40% dei voti saranno attribuiti 340 seggi. Se nessuna lista o partito ottiene il 40% dei voti, si svolgerà un turno di ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto il maggior numero di voti, ma senza apparentamenti. Le votazioni sugli altri due articoli, il 2 e il 4, sono in programma oggi, giovedì 30 aprile. L’articolo 3, invece, non deve essere votato perché non è stato modificato. BERGOGLIO: “UNO SCANDALO LE DONNE PAGATE MENO DEGLI UOMINI” Il Papa “femminista”, ma sul serio a difesa della donna, l’uguaglianza uomo-donna? Senza tanti fronzoli, e fumosità sociali tra un’ideologia politicizzata e l’altra, Papa Bergoglio ieri ha affrontato l’argomento, definendo senza mezzi termini “un puro scandalo" che, a parità di lavoro, le donne abbiano però una retribuzione più bassa. Un richiamo che Papa Francesco ha fatto soprattutto ai cristiani: “Dobbiamo diventare più esigenti, per esempio sostenere il diritto alla eguale retribuzione per eguale lavoro, perché si da per scontato che le donne devono guadagnare meno dell'uomo? La disparità è un puro scandalo". Il pontefice, prima di tornare a focalizzare il ruolo della donna, nella consueta udienza del mercoledì ha parlato anche del matrimonio tra uomo e donna e della necessità di supportarlo: "E' un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno, L questo è un fatto, i giovani non vogliono sposarsi, aumenta invece il numero delle separazioni mentre diminuisce il numero dei figli". Quindi, il richiamo ad uscire da “una cultura del provvisorio”, che spopola tra i giovani che rifuggono così da legami stabili, e ad evitar che tutte le colpe dei matrimoni falliti poi ricadano sui figli. Ma non è solo l’aspetto materiale a preoccupare il Pontefice: i matrimoni, ha detto, non sono più stabili per difficoltà che "non sono solo di carattere economico, sebbene queste siano davvero serie; molti ritengono che il cammino della crisi delle nozze sia stato messo in moto dalla emancipazione della donna, ma nemmeno questo argomento non è valido, questa è una ingiustizia, è una forma di maschilismo che sempre vuole dominare la donna, e facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo: 'è lei che mi ha dato la mela, la colpa è sua', la colpa è sempre della donna, povera donna, dobbiamo difendere le donne", ha concluso il Pontefice argentino. 2 Giovedì 30 aprile 2015 ATTUALITA’ SCUOLA: RENZI CERCA DI EVITARE LO SCIOPERO DEL 5 MAGGIO E ACCUSA CHI LO HA PRECEDUTO Matteo-Pierino: la colpa è sempre degli altri “Comprensibili le polemiche dei prof” e poi torna a promettere l’assunzione di 100mila precari ulla sempre più contestata riforma della scuola, e che il 5 maggio prossimo vedrà scioperare tutto il comparto in maniera così unitaria come non si ricorda da anni, Renzi ci ripensa oppure no? I segnali che arrivano dal premier sono, come al solito, di difficile interpretazione, visto che l’ex rottamatore è oramai uno specialista non solo nel rimandare ogni tipo di problematica, ma anche nel dire tutto e il contrario di tutto quant prova ad affrontare determinati spinosi argomenti. Così nella sua e.news mandata on line ieri, Renzi affronta il nodo-scuola e ribadisce che, come governo, "siamo aperti, disposti a discutere nel merito", ma solo su alcuni passaggi. “Non faremo un decreto legge, non procederemo con strumenti d'urgenza. Chi contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il giorno dopo, per favore, entriamo nel merito. Punto per punto. La scuola - aggiunge Renzi- è un bene troppo prezioso per lasciarlo alle ideologie e agli slogan. Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola è di famiglie, professori, studenti: non può essere lasciata agli addetti ai lavori". A proposito dello sciopero del 5 maggio prossimo, il presidente del consiglio la prende un po’ alla lontana, ma soprattutto S scarica al solito la colpa su altri, e scrive: "Ci sono molte polemiche da parte dei professori, comprensibili. Difficile smontare il senso di rabbia per una politica che ha lasciato indietro la scuola per troppi anni.Vorrei, se possibile, discutere nel merito. Noi siamo il Governo che ha messo più soldi di tutti sull'edilizia scolastica (e ancora non basta). Che propone l'assunzione di oltre centomila precari. Che vuole istituire un fondo per la valutazione del merito dei professori, per il diritto allo studio e soldi per la formazione dei docenti (500 euro l'anno a testa, non per la finta formazione arrangiata, ma a disposizione dell'insegnante). Che vuole responsabilizzare il preside, che non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali. Sul testo, siamo aperti". "Abbiamo già stralciato la riorganizzazione degli organi collegiali e anzi daremo più ruolo al consiglio di istituto - conclude la sua missiva Renzi -. Siamo pronti a discutere nel merito di come valutare i professori (non è possibile che si chieda ai ragazzi di fare del proprio meglio e contemporaneamente si abbia paura del merito: la stagione del 6 politico è finita, voglio sperare). Siamo aperti a ogni modifica se finalizzata all'interesse dei ragazzi e di chi la scuola la vive, giorno dopo giorno". LA SECCA DENUNCIA DELL’ANIEF Da settembre un istituto su quattro è senza preside entre si parla tanto di Buona Scuola, sono sempre di più gli istituti orfani del dirigente scolastico. Costretti ad averne uno 'part time', che si barcamena tra più scuole autonome, che a loro volta hanno annesse cinque, sei, a volte sette plessi: quest'anno è capitato a 1.200 istituti scolastici, l'anno prossimo toccherà ad altri 800, forse anche 1.000. Sono quelle dove l'attuale preside è in attesa di conoscere l'esito della propria domanda di pensionamento con effetto 1° settembre 2015. Il problema è che se verranno tutte accolte, arriveremmo ad avere una scuola italiana su quattro in reggenza". Lo afferma l'Anief in una nota. Poi si fa il caso esemplare di Venezia, dove da settembre, considerati i pensionamenti non rimpiazzati, le reggenze quasi rad- “M doppiano e rischiano di sfiorare la trentina su 98 scuole. “E quella di Venezia – aggiunge il sindacato - è una prospettiva che si sta realizzando anche per le altre 100 province. Con l'aggravante che l'assenza del dirigente scolastico, sempre dal 1° settembre prossimo, non potrà essere sopperita dalla figura del vicario, cancellata dalla Legge di Stabilitá 2015, che dovrà infatti rientrare in classe. Al loro posto sarebbero dovuto subentrare delle nuove figure professionali, sempre a sostegno dei dirigenti di altri istituti, ma visto che nella migliore delle ipotesi il disegno di legge 2994 verrebbe approvato a metà giugno, non ci sono i tempi tecnici per la sua attuazione in corrispondenza del nuovo anno scolastico: le scuole devono infatti inviare gli organici definitivi al Miur entro il prossimo 31 maggio". TURBATIVA D’ASTA E CORRUZIONE, COINVOLTI ANCHE CINQUE SINDACI E DUE VICESINDACI La “cricca” sarda: arrestate 21 persone Incarichi professionali spartiti e bandi di gara ad hoc. Previsti clamorosi sviluppi inque sindaci, due vicesindaci e altre 14 persone fra dirigenti di uffici tecnici comunali e progettisti, sono stati arrestati in Sardegna con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla spartizione di incarichi professionali, turbativa d'asta e corruzione. Un terremoto destinato a lasciare segni profondi anche sulla politica isolana (la maggior parte degli indagati è vicina a Forza Italia o comunque al centro-destra) e sui futuri assetti amministrativi. In cella sono finiti il sindaco di Belvì, Rinaldo Arangino; il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici del comune di Ortueri, Pietro Crobu; la responsabile del servizio tecnico del comune di Gadoni, Simona Vacca; il sindaco di Tonara, Pierpaolo Sau; il sindaco di San Giovanni Suergiu, C Federico Palmas, e il responsabile del servizio tecnico dello stesso comune Beniamino Pilia; il vicesindaco di Villasalto, Francesco Cotza; Salvatore Paolo Pinna, di Desulo, rappresentante della Essepi Engineering srl; Francesco Chessa, rappresentante della Ediligica srl; Gian Paolo Porcu, di Belvì. Agli arresti domiciliari sono stati invece accompagnati il sindaco di Ortueri, Salvatore Casula; il sindaco di Villasalto, Leonardo Usai; Salvatore Ignazio Borto, consigliere provinciale di Nuoro e alcuni professionisti del Cagliaritano. Il gruppo si sarebbe spartito gli incarichi professionali di piccoli comuni nelle province di Cagliari e Oristano e nella zona del Sulcis, per un giro d’affari da quasi 1 milione di euro. Ma la pur grossa operazione potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, come ha lasciato intendere il procuratore della Repubblica di Oristano Andrea Padalino Morichini, durante la conferenza stampa tenuta per illustrare le prime fasi dell’inchiesta, nata da un esposto anonimo: "E' un'indagine molto vasta che ci ha impegnato oltre ogni limite". Nel mirino, secondo quanto riferisce la stampa sarda, ci sarebbero infatti anche gli appalti per la realizzazione dei progetti affidati alla "squadra" di professionisti che, secondo l'accusa, faceva capo alla società Essepi Engineering dell'ingegnere Salvatore Paolo Pinna. Nel corso dei primi interrogatori, anche se alcuni degli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, gli inquirenti hanno contestato Il procuratore Morichini una serie di intercettazioni telefoniche mirate, con tanto di frasi sulla spartizione di determinati affari da parte della “cricca”, compresi i bandi di gara ad hoc per la realizzazione di vari depuratori a servizio dei Comuni. DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SUL CASO FRANCESE MA APPLICABILE ALTROVE I gay non possono donare sangue a Corte di giustizia Ue di Lussemburgo ha stabilito ieri che è giustificata la legge francese, e dunque la decisione potrebbe presto avere ripercussioni anche negli altri Paesi, che vieta agli uomini che abbiano avuto rapporti omosessuali di donare il loro sangue, in quanto a rischio di trasmissione di Aids. La Corte ha comunque ammesso che questa disposizione può violare il diritto alla non discriminazione per ragioni di orientamento sessuale, e ha quindi sottolineato che è necessario dimostrare che il rischio di trasmissione di Aids o di altre malattie gravi è effettivamente maggiore per gli uomini omosessuali. Solo in quest’ultimo caso infatti, sempre secondo la Corte di Giustizia, si può derogare dal diritto di non discriminazione. Secondo i dati a disposizione L delle autorità francesi, che sono però parecchio datati e aggiornati al 2008, gli uomini omosessuali sono di gran lunga la categoria più colpita dall'Aids in Francia a causa di rapporti sessuali non protetti, si legge in un comunicato stampa della Corte Ue. L'incidenza della malattia tra gli uomini omosessuali è di 200 volte superiore al tasso registrato nel resto della popolazione francese. Considerando questi dati, le autorità francesi impongono un divieto permanente di donare il sangue agli uomini che abbiano rapporti omosessuali. Tale divieto, alla luce di questi dati, è considerato "giustificato" dai giudici europei. La Corte ha comunque chiesto al giudice francese di verificare i dati più recenti sull'incidenza dell'Aids in Francia, e di appurare se siano a disposizione tecniche più avanzate di individuazione della malattia che possano garantire in pieno la salute di coloro che ricevono trasfusioni di sangue, evitando possibili discriminazioni a scapito dei donatori. Come detto, questa decisione potrebbe ora segnare anche altri Paesi e di sicuro dare la stura ad altre polemiche, soprattutto da parte della sempre più potente lobby gay. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Giovedì 30 aprile 2015 ATTUALITA’ IL DUPLICE INCONTRO AD ARCORE CON MURDOCH E MR.BEE Mediaset e Milan, pressing su Berlusconi Il tycoon australiano vuole comprare Premium e aggiudicarsi i diritti tv della Champions, la trattativa è complicata. Offerta al ribasso del thailandese per il club, negoziazioni serrate di Federico Colosimo on solo la cessione della stragrande maggioranza delle quote del Milan, con la trattativa con il magnate thailandese Bee Taechaubol che ieri è entrata definitivamente nel vivo. Novità importanti pure per il futuro di Mediaset e i diritti tv della Champions League. Agenda pienissima per Silvio Berlusconi, che ad Arcore nei giorni scorsi ha incontrato Rupert Murdoch. Era già successo in passato ma ora dopo anni di concorrenza tra Sky e il Biscione, il magnate australiano ha bussato nuovamente alla porta dell’ex Cav. Per evitare che Mediaset finisca nelle mani del colosso francese Vivendi, controllato dal finanziere bretone Vincent Bollorè, già primo azionista in pectore di Telecom Italia. Il numero uno di 21st Century Fox avrebbe proposto al leader di Forza Italia la fusione tra le attività italiane di Sky e la pay tv del Biscione. A spingere verso una trattativa tra i 2 storici avversari, c’è però soprattutto la gestione dei contenuti sportivi con Mediaset che s’è aggiudicata l’esclusiva per la Champions League nelle prossime 3 stagioni. Un’operazione faraonica da 700 milioni che non sembra proprio essere andata giù al tycoon australiano, che adesso N Pier Silvio Berlusconi con il magnate Murdoch propone un’alleanza storica. Che secondo gli analisti di Mediobanca porterebbe benefici ad entrambi i gruppi. Un faccia a faccia che riporta alla mente quel clamoroso benservito che 17 anni fa Berlusconi rifilò a Murdoch, non ancora presente nel mercato televisivo, che aveva messo sul piatto ben 7.000 miliardi per rilevare dalla Fininvest il controllo di Mediaset, quotata in Borsa nel 1996. Un rifiuto dettato da “ragioni di cuore”, anche per tutelare i suoi figli che già si erano integrati alla perfezione all’interno dell’azienda. A distanza di un’epoca, il magnate ci riprova. Ma rischia di rimanere ancora a bocca asciutta. Perché, assicura Pier Silvio Berlusconi (che ha confermato le indiscrezioni sull’incontro non più segreto avvenuto ad Arcore dopo una prima smentita da parte della società), Premium “non è in vendita. Ma resta aperta a nuovi soci di minoranza”. Difficile che la trattativa vada in porto. Tant’è, la sensazione è che sulla “partita” dei diritti tv della Champions, qualcosa cambierà. Quella che Murdoch sta riservando a Berlusconi è una marcatura asfissiante. Un pressing costante che potrebbe provocare un compromesso. Ieri pomeriggio c’è stato intanto il fatidico faccia a faccia tra il presidente del Milan e Mr.Bee a villa di San Martino. Con l’imprenditore thailandese che avrebbe formulato un’offerta più bassa rispetto ai 500 milioni ipotizzati nei giorni scorsi per l’acquisizione del 60% del pacchetto azionario. Fumata grigia, con il patron dei rossoneri che continua a comandare le redini dell’incontro ed intende giocare al rialzo. Forte anche dell’interesse di una cordata cinese guidata da Richard Lee, che a quanto pare è ancora in pole position per l’acquisizione del Milan. Ore cruciali per Berlusconi, in palio il futuro. Della sua squadra del cuore e di Mediaset. I due diamanti più preziosi nelle mani del Caimano. “FAVORI IN CARCERE”, NUOVO ORDINE DI ARRESTO PER L’EX SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA Altra bufera giudiziaria per Cosentino Nei guai anche la moglie, il cognato e un agente penitenziario, tutti accusati di concorso in corruzione – Dagli abiti al cibo passando per la musica, a Secondigliano non gli facevano mancare nulla di Marcello Calvo S i aggrava la già delicata posizione di Nicola Cosentino. Nuova ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, della moglie Marisa Esposito, del cognato Giuseppe e di un agente penitenziario, Umberto Vitale. E un’altra accusa pesante: concorso in corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Ecco gli effetti della perquisizione scattata nel carcere di Secondigliano il 21 marzo scorso. Dove furono trovati, all’interno di quella che era la cella dell’ex sottosegretario all’Economia, decine di oggetti non consentiti dal regolamento carcerario. Trasferito di recente nel penitenziario di Terni, l’ex leader del Pdl in Campania è finito sotto inchiesta per presunti rapporti con agenti della polizia penitenziaria che gli avrebbero permesso di ottenere trattamenti di favore durante la sua detenzione. Che per la procura di Napoli sarebbero stati illecitamente remunerati attraverso somme di denaro o assunzioni di parenti. Con i secondini che secondo l’accusa facevano arrivare a Cosentino (finito dentro il 3 aprile 2014) messaggi dai suoi familiari o comunque provenienti dal mondo esterno. E ancora, gli recapitavano “beni e utilità varie, contravvenendo a quanto imposto dalla normativa carceraria. Consentendogli inoltre di girare liberamente nell’istituto penitenziario anche durante la notte”. Per gli inquirenti era il cognato Giuseppe Esposito a fare in modo che venissero soddisfatte tutte le sue esigenze. Dagli abiti al cibo: insalata di mare, culatello, mozzarella e babà. A quanto pare non gli faceva mancava nulla. Neanche carne di prima scelta per una festa che si sarebbe celebrata in carcere agli inizi di agosto 2014. Tantomeno un Ipod, strumento vietato. La convinzione degli investigatori è che Cosentino avesse addirittura rapporti con l’esterno. Un altro terremoto giudiziario per l’ex vice ministro, dentro da oltre un anno, accusato per gli affari di famiglia e rapporti con il clan dei Casalesi. Che arriva puntuale, come un orologio svizzero, a ridosso dell’udienza che si celebrerà questa mattina a Santa Maria Capua Vetere. Dove si celebra il processo su camorra, politici e rifiuti. Che annovera tra gli imputati proprio un eccellente come Cosentino. Uno tsunami che travolge sua moglie Marisa, per cui è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di Caserta. Tradotto, non potrà più recarsi a Terni a trovare suo marito, almeno fino a che non le verrà revocata la misura restrittiva. Anche lei, come i suoi stretti parenti, è accusata di concorso in corruzione di pubblico ufficiale. Con una intercettazione telefonica captata dagli inquirenti in cui chiede a suo fratello, che ha appena incontrato l’agente Vitale, se gli avesse consegnato la “mazzetta che ti ho dato”. Dalla Campania alla Calabria. Voto di scambio con l’aggravante del metodo mafioso, in manette l’ex consigliere regionale Santi Zappalà, già condannato in via definitiva a 2 anni e 8 mesi di galera per corruzione elettorale. Che per assicurarsi sostegno alla Regionali del 2010 avrebbe consegnato 400 mila euro alla ‘ndrangheta. Ben 100.000 bigliettoni sarebbero finiti nelle casse della cosca Pelle, con gli altri “piccioli” a disposizione dei boss di San Luca per rastrellare preferenze. Manette ai polsi pure per altri 4 soggetti, tra cui il boss Giuseppe Pelle. REGIONALI E UNITÀ DEL CENTRODESTRA Puglia: FdI lancia l’ultimo appello alla Poli Bortone a direzione nazionale di FdiAn ha approvato ieri le liste per le prossime elezioni regionali e, in particolare per quanto concerne la Puglia, ha confermato l'appoggio a Francesco Schittulli. Il partito ha, però, rinnovato il suo appello all'unità del centrodestra e ad Adriana Poli Bortone, candidata con Forza Italia. "Nel quadro della costante linea politica di Fdi -si legge nel documento varato dalla direzione- che antepone ad ogni altra valutazione la concreta possibilità di battere la sinistra nelle regioni al voto, si rinnova l'appello ormai ultimativo a Forza Italia a ricomporre le proprie fila, per poter convergere tutti, sia pure in extremis, su una candidatura unitaria di centrodestra capace di competere e battere Emi- L liano. In mancanza, resta fermo e deciso il nostro appoggio al candidato presidente Francesco Schittulli, in base all'impegno che avevamo giá pubblicamente assunto insieme alla stessa Adriana Poli Bortone e a Forza Italia". Al riguardo "si rinnova l'invito all'onorevole Adriana Poli Bortone ad aderire alle valutazioni della Direzione nazionale del partito e, in ogni caso, di non prestarsi ad operazioni che finirebbero con l'apparire ed essere divisive e nocive per Fratelli d'Italia", conclude la nota del partito. 4 Giovedì 30 aprile 2015 ATTUALITA’ A UN ANNO DALLA PARTENZA DEL PROGETTO I RISULTATI SONO A DIR POCO DESOLANTI Altro che Garanzia per i giovani: trattasi di fregatura, all’italiana Più della metà degli iscritti è ancora in attesa di effettuare il primo colloquio - È con questa “novità straordinaria” che Poletti e Renzi pensavano di risolvere il problema della disoccupazione giovanile di Marcello Calvo i chiama European Youth Guarantee. Tradotto, Garanzia per i giovani. Un progetto di respiro europeo, rivolto a quei paesi con una percentuale di ragazzi senza lavoro superiore al 25% (in Italia è al 42,6%) su cui Bruxelles ha “investito” 6 miliardi di euro: 1,5 per il nostro Paese. Fondi che il ministero del Lavoro ha di fatto delegato nella sua gestione alle singole Regioni, in base al tasso di disoccupazione delle diverse aree geografiche. Con il responsabile del Welfare che un anno fa bollava il progetto come una “novità straordinaria” con “un bacino di giovani che nell’arco dei 24 mesi riceveranno un’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro”. Tant’è, questa “fantastica” invenzione domani spegnerà la sua prima candelina. I risultati? Desolanti. A un anno di distanza dal lancio del programma sono tantissime le ombre e pochissime le luci di un percorso che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto offrire un’opportunità ai circa 2 milioni di giovani italiani senza impiego o appena usciti da università e scuole. Con oltre il 60% delle risorse messe in campo, il pericolo è che quel tesoretto messo a disposizione dei S ragazzi vada sprecato. Non arrivano neanche a 70.000 gli iscritti a Youth Guarantee ai quali è stata proposta un’occasione. E su un totale di 530 mila registrati, più della metà è ancora in attesa di ef- fettuare il colloquio conoscitivo in agenzie o centri per impiego. Cronaca di un flop annunciato per uno dei tanti cavalli di battaglia su cui il premier Matteo Renzi ha improntato la sua campagna politica. Altro che innovazione, trattasi di autentico fallimento. Con l’esecutivo che ha commesso il grossolano errore di creare false aspettative nei “Neet” di un possibile lavoro. Senza la minima possibilità che questo SCIOPERO A OLTRANZA DEI DIPENDENTI DELLA SOCIETÀ CHE GESTISCE I PIÙ IMPORTANTI SERVIZI Crocetta mette in ginocchio la Sicilia E nel bilancio mancano soldi per mandare avanti gli aeroporti di Trapani e Comiso uove grane per il governatore siciliano Rosario Crocetta, con i dipendenti della società Sicilia e-Servizi che hanno proclamato uno sciopero ad oltranza, rischiando di fatto di paralizzare l’intera regione A rischio paralisi la Regione. I lavoratori chiedono ai deputati dell'Ars di non approvare il comma 3 dell'articolo 55 della Finanziaria regionale che causerebbe "danni gravi e irreversibili al funzionamento della Pubblica Amministrazione Regionale ed ai servizi da essa erogati ai cittadini oltre alle ricadute in termini economici dovuti al danno all’erario causato e di affrontare in maniera risolutiva il completamento del processo di 'popolamento' di Sicilia e-Servizi". L'articolo contestato prevede, nella fattispecie: "Al fine di provvedere alla sostituzione del personale a tempo determinato impiegato dalla società in house Sicilia e-Servizi, i dipendenti regionali in possesso di specifiche competenze tecnico- informatiche, correlate alle attività della società, già assegnati all'Ufficio, possono essere uti- N lizzati in assegnazione temporanea, ai sensi dei vigenti contratti collettivi regionali di lavoro, dalla società in house Sicilia e-Servizi, in base al fabbisogno dalla stessa rilevato". I dipendenti della Sicilia e Servizi non ci stanno e in una lettera affermano: "Con spirito di appartenenza e di cittadinanza e nel rispetto della nostra identità regionale, ci preme segnalare che a seguito del proclamato sciopero (e nel futuro nella sciagurata ipotesi in cui venga approvato il suddetto articolo) non sarà più garantita la corretta fruizione di servizi e attività a favore delle imprese e dei cittadini siciliani". Tra questi la gestione informatica del Bilancio regionale, la contabilità economica e finanziaria, la gestione economica del personale Regionale e relativa erogazione degli emolumenti. Intanto un’altra polemica è scoppiata non appena ieri l'assessore regionale al Bilanci, Alessandro Baccei, ha annunciato durante il suo intervento che mancano all'appello "dai 15 ai 20 milioni di euro" per attuare alcune ri- forme, fondi che verrebbero a mancare soprattutto agli aeroporti di Comiso e Trapani e per il reddito minimo per due province, e in aula scoppia la polemica. I deputati Giuseppe Digiacomo (Pd), Mimmo Turano (Udc) e Giorgio Assenza (Fi), sono intervenuti subito chiedendo al governo di trovare "subito le risorse per gli scali". La somma per i due scali si aggira sui 2 milioni di euro. Al momento l'emendamento per il finanziamento è stato stralciato dalla manovra. potesse realmente accadere. E gli annunci messi in vetrina dalle principali agenzie per il lavoro come Manpower, Adecco e Randstad parlano di stage per addetti alle pulizie o tirocinio come muratore. E ancora, si cercano “spazzini con esperienza pregressa nel settore”. Mansioni umili, certamente appetibili in tempo di crisi. Con gli “inviti” che dovrebbero essere rivolti a giovani in cerca della prima occupazione. Mentre, almeno nelle intenzioni, tutto questo non avviene. Il nostro esecutivo ancora una volta s’è fatto fregare dalle frottole dell’Unione Europea. Che in un continente come quello europeo ha pensato di risolvere l’annoso problema della disoccupazione giovanile mettendo a disposizione risorse ridicole. E adesso c’è chi parla addirittura di “truffa” e chi, invece, propone di cambiare nome al progetto. Dandogli quella che ad oggi rappresenta forse la giusta etichetta: “Precarietà garantita”. Ecco l’ennesima fregatura rifilataci da Bruxelles. Un labirinto burocratico che non conduce da nessuna parte. Se non verso il baratro. Insomma, un disastro totale. Su tutta la linea. Un problema di nome. Ma non solo. L’ennesima fregatura. All’italiana. O meglio, renziana. INCREDIBILE SORTITA SULL’ISOLA CHE FRANA E Rosario adesso si crede addirittura San Paolo… ermate Rosario Crocetta, il governatore siciliano che, nel suo delirio d’onnipotenza, si crede San Paolo, anche se facciamo difficoltà a vederlo nella caravaggesca caduta da cavallo e ancor più nella relativa conversione, almeno politica e amministrativa… L’accostamento all’uomo di Tarso il ‘modesto’ Crocetta lo ha fatto ieri, in una delle giornate in realtà più funeste per la Sicilia: spaccata in due a causa di una frana sulla Palermo-Catania, e questo non è neppure l’unico problema per la viabilità dell’isola, Crocetta ha inaugurato il collegamento con un nuovo treno tra le due città, notoriamente distanti anni luce via ferrovia. E proprio a bordo del ‘minuetto’, Crocetta ha affermato che "San Paolo diceva che qualche volta dal male nasce il bene. Questo è uno di quei casi, il potenziamento delle ferrovie”. Un po’ tutti, ad iniziare dai sindacati, hanno ricordato al presidente che in realtà si poteva e doveva metter mano prima alle disastrate ferrovie isolane. Ma per Crocetta va bene così e parla addirittura di “conquista per la Sicilia”. Chissà se la stessa cosa pensano, ad esempio, gli autotrasportatori siciliani o provenienti dal ‘continente’ e che su un treno minuetto difficilmente riusciranno a salire. F 5 Giovedì 30 aprile 2015 ESTERI IL LEADER DELLA COMMISSIONE UE DENUNCIA: ITALIA LASCIATA SOLA, INTERVENGANO TUTTI GLI STATI MEMBRI Juncker:“Un errore interrompere Mare Nostrum” Il presidente del Consiglio Europeo, Task, rilancia la proposta di distruggere i barconi di Emma Moriconi Dal Consiglio Ue risposte immediate ma insufficienti. Se si chiudono le porte, è chiaro che la gente entra per la finestra: dobbiamo lavorare a fondo per aprire le porte e agire sull'immigrazione in regola. L'Europa deve fare la sua parte con azioni di solidarietà condivisa", così il Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker alla plenaria di Strasburgo dedicata alle migrazioni. E ancora: "è stato un grave errore interrompere Mare Nostrum, ha provocato gravi perdite di vite umane. Triplicare Triton è stato solo un ritorno alla norma, anormale è stato lasciare sola l'Italia". E poi ha contestato la volontarietà dell'accoglienza: "è necessario - ha detto - che la nuova strategia dell'Europa sull'immigrazione preveda un meccanismo di quote che vada al di là della volontarietà". Prima di lui il presidente del Consiglio Ue Donald Task aveva detto: "è necessario lottare contro i trafficanti e distruggere i barconi agendo secondo il diritto internazionale. Ma il modo migliore per salvare le vite è fare un modo che quelle persone non salgano mai su quelle imbarcazioni. Da qui la necessità di aiutare i Paesi d'origine “ a controllare le frontiere". In casa nostra le reazioni non si sono fatte attendere. Matteo Salvini ha attaccato: "Presidente Junker, per quanto tempo ancora intende finanziare gli scafisti? Provo vergogna per chi come lei sta affamando 500 milioni di europei e vuole aprire le porte agli africani. Ma chi la paga?". In aula, il leader dell'Ukip Nigel Farage ha invitato a seguire l'esempio australiano: "Se diamo l'impressione che faremo entrare tutti, stiamo andando contro il muro. Non possiamo accettare milioni di migranti. Il pericolo degli estremisti dell'Isis è reale. È una NIENTE SOCCORSI, POPOLAZIONE DISPERATA A CINQUE GIORNI DAL SISMA Nepal ancora sotto le macerie Rintracciati altri 5 italiani, ma all’appello ne mancano altrettanti di Rita Di Rosa ono passati già cinque giorni dal tremendo terremoto che ha sconvolto il Nepal, ma i soccorsi sono sempre carenti e la popolazione inizia a protestare con veemenza. Sempre provvisorio il bilancio delle vittime: finora sono stati contati oltre 5mila morti, ma il numero potrebbe addirittura raddoppiare quando tutti i villaggi saranno stati raggiunti. Intanto sono ancora 5 gli italiani irrintracciabili in Nepal. La Farnesina in queste ultime è infatti riuscita ad entrare in contatto con altri 5 connazionali, mentre non si hanno ancora notizie di altri cinque. Ieri comunque i primi italiani bloccati in Nepal stanno sono rientrati a casa dall’aeroporto di Kathmandu, grazie ad alcuni voli commerciali messi a disposizione dalla Farnesina. Dicevamo però delle proteste della popolazione, oramai allo stremo: ieri centinaia di persone hanno bloccato il traffico a Kathmandu proprio in segno di protesta, in particolare contro la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione. I dimostranti hanno accusato il governo di non fare abbastanza S e hanno sfidato la polizia, ci sono stati anche scontri. In particolare, g li sfollati del distretto nepalese di Dolakha, disperati per non aver ricevuto aiuti dopo il terremoto di sabato scorso, hanno appiccato il fuoco agli uffici distrettuali, come riferito da un quotidiano online nepalese, secondo il quale i sopravvissuti accusano gli amministratori di non aver distribuito nessun genere di prima necessità. Anche il responsabile del distretto ha confermato che il ministero degli Interni non ha ancora mandato nulla. Un altro capo di distretto è invece fuggito, preoccupato per le proteste della gente. Intanto migliaia di persone nella capitale stanno prendendo d'assalto le stazioni degli autobus per cercare tornare nei villaggi di origine. In Nepal ci sono anche almeno tremila feriti e ben 8 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria, come rende noto Agire, il network di ong italiane, ripreso dall’Ansa. Un cargo aereo contenente tende, ricoveri, coperte, potabilizzatori e serbatoi per l'acqua, messo a disposizione dal Ministero degli Affari Esteri, è partito ieri dall’Italia. minaccia alla nostra civiltà". Una bozza di risoluzione siglata congiuntamente da gruppo popolare, socialista e liberale chiede ora alla Commissione di stabilire quote obbligatorie da assegnare ai singoli Stati membri, al fine di distribuire equamente i richiedenti asilo, parla di "fare pieno uso delle opzioni già esistenti per concedere visti umanitari" e di "considerare seriamente l'ipotesi di utilizzare la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea". Il vertice Ue della scorsa settimana aveva stabilito di portare a 120 milioni di euro il finanziamento annuo dell'operazione Triton e di "riportarlo ai livelli di Mare Nostrum" e nella seduta di ieri il presidente dell'esecutivo Ue ha sottolineato come "l'italia da sola ha finanziato l'operazione Mare Nostrum mentre ora saranno il budget europeo e i contributi di tutti a finanziare Triton". Ha parlato di "ritorno alla normalità, perché non è normale lasciare alla sola responsabilità dell'Italia il finanziamento di mare Nostrum". L'alto rappresentante Ue negli Stati Uniti Mogherini ha detto che "ogni decisione sarà presa nel rispetto delle leggi internazionali, in collaborazione con Onu e autorità libiche" e che "l'Unione europea sta lavorando rapidamente per dare una risposta, questo non vuol dire - aggiunge però - che agiremo in pochi giorni". Secondo la Mogherini non basta l'uso della forza ma una operazione di polizia sarà utile per fermare i trafficanti, è una delle proposte che presenterà agli Stati membri. IL MINISTRO DELLE FINANZE VAROUFAKIS AGGREDITO CON LA MOGLIE Tramonta il sogno greco l ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è stato aggredito in un ristorante di Atene, dove si trovava con la moglie. La violenta aggressione sarebbe opera di un gruppo di anarchici e la dice lunga sul clima che si respira in Grecia e sul sostanziale fallimento della ‘nuova’ sinistra di Tsipras, che tanti fans ha trovato pure in Italia. Il ristorante dove il ministro si trovava con la moglie Danae Stratou, nel quartiere ateniese di Exarchia, è abbastanza conosciuto per essere frequentato da estremisti di sinistra e anarchici. Gli aggressori arrivavano comunque dall’esterno: un gruppo di persone con il volto coperto è entrato nel locale e ha iniziato a lanciare bicchieri intimando al politico e alla moglie di andarsene. Varoufakis, secondo l’agenzia Reuters, ha raccontato che a impedire che fosse colpito è stata proprio la moglie, che lo ha abbracciato: “Hanno cercato per qualche secondo di raggiungermi senza colpire lei, ma poi si sono ritirati velocemente continuando con le loro invettive e minacce”. Il gruppo ha comunque atteso il ministro fuori dal ristorante, dove c’è stata una discussione a dir poco vivace: “Ho iniziato I un dialogo con loro, dicendo che volevo ascoltarli, anche se avesse significato essere colpito. Dopo 15 minuti gli animi si sono calmati e ce ne siamo andati con la moto indisturbati. Non è stato un episodio organizzato – ha detto ancora il ministro - né un tassello della politica di degradazione nei miei confronti in corso in questi giorni. Ma mi importa dire una cosa: per quanta paura e ribrezzo provochi l’uso della violenza, la risposta all’aggressività di questa gente non può essere né la ritirata né l’uso della repressione”. Varoufakis ha così fatto implicito riferimento alle forti critiche ricevute dall’Eurogruppo (come noto sarebbero volate anche parole grosse sulle ‘capacità’ del ministro chiamato a raddrizzare i conti greci), un momento assai negativo per il politico che pure era partito tra squilli di tromba e studi americani, tanto che il premier Tsipras in queste ultime ore lo ha di fatto commissariato con altri uomini a lui ritenuti assai più vicini. 6 Giovedì 30 aprile 2015 STORIA LA BELLA SCUOLA. DI MUSSOLINI / 4 Scuola, Gil e Guf: uno strumento unitario “L’istruzione diventa Vita, essendo come questa: lavoro, lotta, conquista” “Modella e tempra il carattere e perciò forma l’uomo nello spirito e nei muscoli” di Emma Moriconi a scuola è l'eterna formatrice dell'uomo, dell'operaio, del lavoratore, del dirigente, del tecnico - diceva Giuseppe Bottai nel discorso al Convegno dell'Istruzione Media Tecnica di Vicenza il 30 maggio 1938 Chiudiamo questo convegno senza perorazioni. Con quella serietà con cui si deve vivere nella Scuola, che è una cosa seria. La Scuola, dalla quale veniamo, che è la radice prima della nostra vita. Di questa vita, che viviamo tanto più seriamente, quanto più seriamente abbiamo vissuto la Scuola". Galdenzi nel suo resoconto evidenzia anche un altro passaggio essenziale di Bottai, reso commentando la 30ma dichiarazione della "Carta del Lavoro": "La tutela del lavoro deve esplicarsi anche nel perfezionamento del lavoro: non si tratta di dare alla Nazione operai solamente ben pagati, ma anche operai sempre più bravi e redditizi. E ciò specialmente in Italia, che le sue uniche materie prime deve cercarsi nei depositi di energie della propria razza e che potrà lottare e vincere la grande guerra economica del secolo volgente con l'elevare al massimo grado il rendimento del lavoro dei propri figli". Passiamo così alla II Dichiarazione: "Nell'ordine fascista età scolastica ed età politica coincidono. Scuola, G.I.L. e G.U.F. formano insieme uno strumento unitario di educazione fascista. L'obbligo di frequentarle costituisce il servizio scolastico, che impegna i cittadini dalla prima età ai ventun'anni. Tale servizio consiste nella frequenza, dal quarto al quattordicesimo anno, della Scuola e della G.I.L., e continua in questa fino ai ventun'anni anche per chi non seguita gli studi. Gli studenti universitari devono far parte del G.U.F.. un libretto personale, da collegarsi opportunamente al libretto di lavoro, attesta il compiuto servizio scolastico, anche ai fini della valutazione individuale negli impieghi e nel lavoro". In nota Galdenzi chiarisce: "Bisogna tener presenti le dichiarazioni I e II della 'Carta del Lavoro' e la legge del 10 gennaio 1935, per cui il lavo- “L Giuseppe Bottai ratore entra nello Stato da soggetto vivo, operante, produttore, costruttore e quindi con la coscienza, che il lavoro dev'essere sentito come 'dovere sociale', nel quale si sagoma e si esplica la sua personalità. Da questi due elementi intimamente fusi: 'il lavoratore, soggetto produttore, costruttore' e 'il lavoro, dovere sociale', scaturisce la forza dello Stato: 'unità morale, politica ed economica'. Su questo piano unitario - dice ancora - s'incontrano la Carta del Lavoro e la carta della Scuola: con il 'lavoro - dovere - sociale' e il 'servizio scolastico', che vengono documentati con il 'libretto del lavoro' e il 'libretto scolastico': ruolino di marcia dell'individuo produttore, perché lo Stato sappia ciò che può da lui richiedere, quanto e come, e di conseguenza ne tuteli i diritti". La riflessione di Galdenzi è profonda: "Così - dice - la deprecata distinzione tra Scuola e Vita viene eliminata, perché la Scuola diventa Vita, essendo come questa: lavoro, lotta, conquista. Il 'servizio scolastico', e quindi il 'libretto del servizio scolastico' racchiude un'essenza creatrice di portata rivoluzionaria: a) non permette di poter eludere l'adempimento del primo e sacrosanto dovere: la conquista, la rivelazione di sé a se stesso, la conoscenza della propria missione nella vita, poiché fin dall'età scolastica vengono fissati i valori di partenza - capacità, attitudini, meriti, diritti -; b) modella e tempra il carattere e perciò forma l'uomo nello spirito e nei muscoli, con i segni di combattimento sostenuti, con i servizi delle vittorie riportate; c) fonde i due momenti, senza soluzione di continuità, del processo educativo: Scuola e G.I.L.". Galdenzi è talmente accurato nel commento, e talmente profondo, che è difficile aggiungere altro.Vale giusto la pena di ricordare, come facciamo spesso, che siamo negli anni Trenta: contestualizzare è d'obbligo, comprendere cioè come la società in quel tempo fosse diversa dall'attuale, profondamente difforme in termini culturali. Per questo occorre valutare con la giusta attenzione le parole di Galdenzi, conoscitore del fenomeno scuola e della società del tempo, che parla di vera e propria rivoluzione. Proseguiamo: "Servizio scolastico e non obbligo scolastico, poiché il servizio scolastico sintetizza in sé due imperativi: l'uno che rampolla dall'interni del proprio io, fatto di sete di conoscenza, di bisogno di affermazione e si tramuta nella forza di un dovere, al quale non si sfugge; l'altro che persuade, costringe e controlla, agendo dall'esterno con l'azione dello Stato, della Patria, poiché ciò che è sacro per la Patria, è necessario per l'individuo e viene perciò imposto con sanzioni inevitabili e improcrastinabili, postula diritti, che lo Stato non può ignorare, non può non tutelare". “Andare verso il popolo”, in virtù di “una più alta giustizia sociale” “Traducendo in bella realtà il principio mussoliniano che gli uomini non sono uguali soltanto davanti alla legge, ma sono uguali soprattutto di fronte al lavoro” ccoci giunti alla III Dichiarazione: "Lo studio ordinato secondo le effettive possibilità intellettuali e fisiche dei giovani, mira alla loro formazione morale e culturale, e in armonia con le finalità educative della G.I.L., alla loro preparazione politica e guerriera. L'accesso agli studi e il loro proseguimento sono regolati esclusivamente dal criterio della capacità e delle attitudini dimostrate. I collegi di Stato garantiscono la continuazione degli studi ai giovani capaci, ma non abbienti". Ed ecco, a seguire, il commento di Galdenzi: "Lo studio è concepito come 'formazione di maturità', non come mezzo per impossessarsi di un bagaglio di cognizioni E rivolte alla conquista di un diploma, di una laurea o di un posto qualsiasi. Lo studio non potrà più essere governato dalla 'casualità' ma dalla capacità e dalle attitudini, che, di anno in anno, sotto l'osservazione vigile ed amorosa degli insegnanti, si rivelarono con segni certi di riconoscimento nel 'libretto scolastico'. Conseguentemente, 'capacità e attitudini' costituiranno il criterio unico discriminativo per 'l'accesso agli studi e per il loro perseguimento'. I non abbienti saranno accolti nei 'collegi di Stato', che attueranno la norma di 'andare verso il popolo', in virtù di 'una più alta giustizia sociale', annullando le distanze sociali derivanti dalla fortuna e non dal merito: tradu- cendo in bella realtà il principio 'mussoliniano' che 'gli uomini non sono uguali soltanto davanti alla legge, ma sono uguali soprattutto di fronte al lavoro': meta d'arrivo, che illumina, guida e disciplina tutto l' 'ordine nuovo instaurato dall'Era Fascista". Eccoci alla IV Dichiarazione. "L'educazione fisica, attuata nella scuola dalla G.I.L., asseconda e favorisce procedendo per gradi, le leggi della crescenza e del consolidamento fisico in uno col progresso psichico. La tecnica degli esercizi tende ad ottenere armonia di sviluppo, validità d'addestramento, elevazione, fiducia in sé, alto senso della disciplina e del dovere. Nell'ordine universitario i G.U.F. provvedono all'addestramento sportivo e militare dei giovani". È ben nota l'attenzione del Fascismo per la preparazione atletica dei giovani, lo sport durante il Ventennio, emulando per molti aspetti i principi di Roma, assume una rilevanza eccezionale. Ecco il commento di Galdenzi: "L'educazione fisica non è completamento delle altre discipline: concorre alla formazione del carattere, all'educazione della coscienza, allo sviluppo armonico delle attitudini culturali e fisiche del giovane, rafforza la volontà, sveglia e tempra il coraggio. Il noto adagio: 'mens sana in corpo sano' non resterà più allo stato di motto di erudizione classica, ma avrà la sua rispondenza nella realtà con enorme giovamento dei giovani, delle famiglie, della Nazione, perché creerà quella serena fiducia negli aspetti della vita derivante dalla balda sicurezza della vigoria del corpo, che sveglia un sano senso di euforia, che colora d'un sorriso cose e azioni". [email protected] 7 8 Giovedì 30 aprile 2015 DAGOSPIA LANCIA L’INDISCREZIONE DI UNA CENA CON LA STAMPA “CHE CONTA” Una mangiata... con Zingaretti DA ROMA E DAL LAZIO I FATTI RISALGONO ALL’AGGUATO DEL 3 LUGLIO DELLO SCORSO ANNO. I DUE DOVRANNO RISARCIRE I FAMILIARI Omicidio Fanella, vent’anni di carcere per Giuliani e La Rosa Imputato anche Giovanni Ceniti, che rimase ferito nella sparatoria l gup Luciano Imperiali non ha avuto dubbi: venti anni di carcere. E’ questa la pena stabilita, in abbreviata, per Egidio Giuliani e Giuseppe La Rosa, a processo per l’omicidio di Silvio Fanella, considerato il cassiere dell’imprenditore Gennaro Mokbel. I fatti risalgono al 3 luglio dello scorso anno, quando un commando uccise Fanella. Imputato per quel delitto anche Giovanni Ceniti, rimasto ferito e abbandonato in mezzo alla strada mentre gli altri due fuggivano dopo l’agguato, attualmente in giudizio davanti alla Corte d’Assise. Giuliani e La Rosa, accusati di tentato sequestro e omicidio, dovranno inoltre risarcire i familiari della vittima con una provvisionale di 100 mila euro, come richiesto dai pubblici ministeri Paolo Ielo e Giuseppe Cascini. I tre sarebbero arrivati da Milano in treno una settimana prima dell’agguato e avrebbero alloggiato in un bed & breakfast della Capitale. Gli investigatori li hanno individuati grazie alla scheda telefonica trovata nelle tasche di Ceniti. Attraverso la sim, infatti, sono stati rintracciati i numeri dei due presunti assassini. I ompagni… che mangiata! Gli industriali apparecchiano l’Expo assieme al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nel ristorante più costoso della Capitale, a “La Pergola” del Rome Cavalieri Waldorf Astoria, in via Cadlolo. Motivo? La presentazione di un video sull’evento mondiale prossimamente in scena a Milano. Una notizia rilanciata sul web da Dagospia.com, rimbalzata da un social network a un altro. Una cenetta in compagnia, come da tradizione “rossa”. E sulle note di “Aggiungi un posto a tavola” non poteva mancare anche la grande stampa a seguito del presidente della Regione Lazio, che da sempre gode della stima e, come dimostratosi, della fiducia incondizionata C di molti cronisti. Ovviamente, nulla a vedere con le beghe e le indagini della magistratura su alcune questioni bollenti di via Cristoforo Colombo e della Pisana. Eppure ce ne sarebbe da dire. Ma ben altre tematiche avranno animato la serata, accompagnata dalle delizie dello chef e dal vino eccellente, punti cardine del famoso ristorante romano. Andiamo al dunque. In cima a tutti, sempre secondo quanto riporta Dagospia, il capo della cronaca di Roma di Repubblica, Peppe Cerasa. Ma il governatore si sa, ha amici un po’ ovunque. Come Fabrizio Forquet del Sole 24 ore. E, per non farsi mancare niente, anche un po’ di tv, con Giuseppe De Filippi del Tg5. Alla vostra! Ci sarebbero anche le immagini riprese dalle telecamere delle stazioni ferroviarie di Milano, Torino e Roma che mostrano la partenza dei tre e l’arrivo nella Capitale, nonché le impronte digitali rinvenute sui documenti falsi della Guardia di Finanza mostrati a Fanella come scusa per entrare nell’abitazione. Il 3 luglio, quindi, i tre avrebbero raggiunto la villa di Fanella alla Camilluccia vestiti da finanzieri e muniti di tutto il necessario per un sequestro. L’intenzione, secondo l’accusa, era quella di costringere la A PROCESSO PER I DISORDINI ALL’OLIMPICO, DOPO L’UCCISIONE DI ESPOSITO vittima a rivelare il luogo in cui teneva nascosti i diamanti e i soldi di provenienza illecita. Un sequestro fallito, conclusosi con uno scontro a fuoco nel corso del quale Fanella è stato ferito a morte. “Il giudice si è riservato il deposito della motivazione in novanta giorni - ha spiegato l’avvocato Gianluca Arrighi, difensore di Giuliani -. Quando avremo modo di leggere il contenuto della sentenza capiremo quale sia stato il ragionamento logico giuridico in base al quale è stato ritenuto sussistente il tentativo di se- questro di persona a scopo di estorsione e non invece il tentativo di rapina, da noi fortemente sostenuto e argomentato durante la discussione”. Quanto all’omicidio, ha aggiunto il penalista e scrittore, “è stato esclusa la premeditazione ed è stata accolta la nostra ricostruzione per cui l’uccisione di Silvio Fanella è stata la degenerazione di quello che noi continuiamo a sostenere sia stato un tentativo di rapina. Sicuramente - ha quindi concluso Arrighi - proporremo appello contro la sentenza”. SI VOCIFERAVA DI QUESTA NOMINA GIÀ DA QUALCHE TEMPO “Genny ’a Carogna”, 24 mesi di reclusione Ostia: Sabella nuovo delegato al Municipio X La condanna arriva all’indomani del rinvio a giudizio di De Santis e di un tifoso napoletano E Marino gli affianca il capo della segreteria politica ll’indomani del rinvio a giudizio per Davide De Santis, accusato di aver ucciso Ciro Esposito, e per il tifoso partenopeo, Gennaro Fioretti, accusato di rissa aggravata, è arrivata la condanna a due anni e due mesi di reclusione per Gennaro De Tommaso, noto alle cronache per il soprannome di “Genny ‘a Carogna”, senza sospensione condizionale della pena. Il napoletano è finito a processo per i disordini scoppiati allo stadio Olimpico lo scorso 3 maggio, in seguito al ferimento mortale di Ciro Esposito. De Tommaso, difeso dall’avvocato Lorenzo Contucci, è stato condannato in abbreviato per resistenza a pubblico ufficiale, e per lo scavalcamento della recinzione che separa il campo da gioco dagli spalti. Assolto, invece, dall’accusa di induzione al lancio di oggetti in campo, e per aver indossato una maglietta incitante alla violenza, con su scritto “Speziale Li- A bero”, in relazione alla condanna del tifoso del Catania, ritenuto responsabile della morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti. La sentenza, emessa dal gup Giulia Proto, ha riguardato anche altri tre tifosi coinvolti nelle stesse circostanze, condannati a un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale. Un quinto sostenitore azzurro, sarà invece processato con rito ordinario. ex magistrato e assessore alla Legalità e alla Trasparenza, Alfonso Sabella, è il nuovo delegato per il Municipio X, quello che comprende anche la zona di Ostia. La nomina si vociferava già da qualche tempo. Ma solo ieri è arrivata l’ufficialità. Un atto formalizzato quaranta giorni dopo dalle dimissioni del minisindaco del Pd, Andrea Tassone, che denunciava da tempo la criminalità, l’ombra delle infiltrazioni mafiose e gli interessi economici su Ostia. Non una novità, almeno nella Capitale. Problematiche che non potevano essere risolte certamente con i pochissimi strumenti a disposizione di un presidente circoscrizionale, come ha peraltro lamentato l’ex minisindaco, a suo dire, inascoltato dal Campidoglio. “I nostri appelli sono rimasti inascoltati, non posso com- L’ battere una guerra senza neanche una mazzafionda”, aveva detto Tassone, annunciando le sue dimissioni. “Ritengo che Alfonso sia per i cittadini di Ostia una vera garanzia di trasparenza, correttezza e legalità”, ha affermato il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Sabella sarà affiancato da Silvia Decina, capo della segreteria politica del primo citta- dino. Soddisfazione è stata espressa dall’ex togato, che ha ringraziato il sindaco Marino in un tweet: “Grazie @ignaziomarino per la fiducia! Corro ad #Ostia con Silvia!”. Il responsabile alla Legalità e alla Trasparenza del Comune di Roma acquisisce così le funzioni amministrative di presidente del Municipio Roma X fino alla proclamazione del nuovo minisindaco. 8 Giovedì 30 aprile 2015 ECONOMIA L’ALLARME È STATO LANCIATO DA BANKITALIA, ATTRAVERSO IL DG SALVATORE ROSSI “La criminalità frena la crescita” Un fenomeno che colpisce soprattutto il Mezzogiorno. Da dove ripartire? Dall’istruzione. Da Palazzo Koch fiducia nel programma di acquisto di titoli varato dalla Bce a criminalità incide e frena la produzione. A lanciare l’allarme è stata Bankitalia, attraverso il direttore generale Salvatore Rossi, in occasione di una Lectio Magistralis nella sede di Palermo dell’Università Lumsa. A quanto ammonterebbe il Pil perduto? Difficile calcolarlo. E’ stato lo stesso Rossi a spiegare che “stimare i costi imputabili alla criminalità organizzata per l’economia nel suo complesso, quindi in termini di prodotto interno lordo perduto, è ancora più complesso”. Il dg di Banca d’Italia ha poi ricordato anche una recente indagine, che ha analizzato il fenomeno in Puglia e in Basilicata. “Anziché concentrarsi sulle regioni italiane che sono storicamente afflitte dal fenomeno mafioso, la ricerca si è volta a due regioni (Puglia e Basilicata) in cui l’affacciarsi della criminalità organizzata su vasta scala è relativamente più recente, risalendo alla fine degli anni 70”, ha precisato Rossi, e confrontando “la performance economica delle due regioni in esame, prima e dopo il ‘contagio’ si ricava come l’arrivo della grande criminalità abbia abbassato il sentiero di crescita delle due regioni di 16 punti percentuali in trent’anni, scoraggiando gli investimenti privati”. Come invertire la rotta? Ripartendo dall’istruzione che è “essenziale allo sviluppo del Paese, anche attraverso il canale di una maggiore legalità”. L E’ stata la seconda chiave di lettura del dg della Banca d’Italia. Da molti analisi internazionali e nazionali, anche di economisti di Bankitalia, emerge infatti che “l’aumento di livello di istruzione ha un effetto generale di riduzione della propensione degli individui a commettere crimini nell’età adulta”, ha aggiunto Rossi, rivelando che “l’accumulazione di capitale umano, inteso come l’insieme di capacità, competenze, abilità professionali, aumenta il costo-opportunità di commettere crimini e abbassa l’inclinazione al rischio degli individui”. L’osservato speciale è naturalmente il Mezzogiorno, che rischia di avere effetti perversi anche nella scuola, possibile luogo di contagio della malavita. Tutt’altro scenario, invece, al Centro-Nord, dove un allungamento del tempo di permanenza a scuola degli adolescenti riduce il tasso di criminalità. Ma quella di ieri è stata una giornata intensa anche dal punto di vista finanziario. Infatti dal programma di acquisto di titoli varato a gennaio scorso dalla Bce, può arrivare un contributo alla crescita del Pil italiano pari a 0,5 punti percentuali nel 2015 e di quasi 1,4 punti percentuali complessivi nel biennio 2015-2016. La conferma arriva sempre da Bankitalia in uno studio in cui si sottolinea anche come dagli interventi della Bce può arrivare un contributo all’inflazione di 0,5 punti percentuali nel 2015 e di circa 0,7 nel 2016. Al dato contribuisce in maniera importante il calo atteso nei tassi di interesse sui titoli di Stato a lungo termini, valutato in 85 punti base; significativo ma che - riconoscono gli autori dello studio - potrebbe essere più accentuato. Altro canale di trasmissione, l’atteso deprezzamento dell’euro stimato in totale all’11,4 per cento rispetto PEGGIORANO LE ASPETTATIVE DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE. MALE GRAN PARTE DEGLI INDICI, DISOCCUPAZIONE IN PRIMIS alle valute dei principali partner. Che si rifletterebbe - spiega Bankitalia - in particolare sulle esportazioni, le quali ammonterebbero cumulativamente di quasi 4 punti percentuali nel biennio. Ma la vera boccata d’ossigeno è sempre l’export. La cui crescita stimolerebbe gli investimenti, che aumenterebbero di oltre 2 punti, fornendo un contributo rilevante alla domanda aggregata. Altri benefici sono attesi “dall’aumento della spesa delle famiglie, che avrebbero una minore convenienza a risparmiare, e delle imprese, che potrebbero investire di più beneficiando del calo del costo d’uso del capitale”. Ma risultano obiettivi difficilmente raggiungibili. La realtà è un’altra: le imprese soffrono e respirano solo grazie all’export, mentre le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese ormai da diversi anni. Non è tutto. Anche da Palazzo Koch sono state sollevate delle perplessità. Più difficile, riconoscono gli esperti di Bankitalia, quantificare gli effetti del programma di acquisti della Bce sulle aspettative di inflazione e sulla fiducia del settore privato. Non convince un’altra previsione della Banca d’Italia, ovvero gli eventuali “tesoretti”, frutto del minore esborso per il servizio del debito, che dovrebbero - secondo Palazzo Koch - interamente destinati a ridurre l’indebitamento netto, quindi senza riflessi diretti sulla domanda e sulla crescita del Pil. LAVORO Unimpresa ha ricordato come la pressione salirà oltre il 44% per tutto il triennio 2016-2018 Cisl: “Jobs act insufficiente” li annunci di Matteo Renzi non hanno incantato gli italiani. Anzi, la fiducia dei consumatori è scesa ad aprile 2015 a 108,2 da 110,7 del mese precedente. Un malessere diffuso anche tra gli imprenditori: l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane mostra effettivamente un calo, scendendo a 102,1 da 103,0 di marzo. A scattare la triste fotografia è l’Istat. Un rapporto devastante. Peggiorano infatti tutti gli indici, in particolare quello economico, che passa a 134,4 da 144,1; quello personale, a 98,9 da 99,7; quello corrente, a 101,3 a 102,2, e quello futuro a 118,6 da 123,6. Negativi anche i giudizi dei consumatori sull’attuale situazione economica del Paese, a 62 da -57 il saldo. Stesso trend per le attese sull’economia (a 10 da 22). Il saldo dei giudizi sulla dinamica dei prezzi al consumo aumenta così negli ultimi 12 mesi, passando a -15 da 26, mentre quello delle attese per il prossimo anno conferma questa tendenza: a -13 da -28. Ma i dati diffusi dall’Istat sono tragici anche sul fronte dell’occupazione. Mentre in queste settimane il governo si è riempito la bocca di lavoro, Renzi e compagni incassano un’altra sonora bocciatura: le aspettative sulla disoccupazione sono peggiorate (a 22 da -1 il saldo). Per quanto riguarda il mondo dell’imprenditoria, le attese calano sugli ordini e sull’andamento generale dell’economia (a 2 da 4 e a 8 da 17, i rispettivi saldi); sono, invece, stabili a 2 i giudizi sul livello degli ordini. Nel commercio al det- e condizioni per una ripresa ci sono tutte ma fino a quando la crescita del Pil sarà bassa non si potrà sperare in un aumento dell’occupazione. Dal 2008 ad oggi, infatti, sono circa un milioni in posti di lavoro persi dall’Italia mentre la disoccupazione giovanile è schizzata al 43,6%. E’ quanto emerge in uno studio della Cisl, che ha messo sotto la lente i numeri e la qualità del lavoro. Anche se qualcosa con il bonus occupazione lo sgravio Irap comincia a muoversi - fa notare il sindacato - il governo però dovrebbe confermare l’incentivo alle assunzioni anche oltre il 2015 per renderlo strutturale visto che le obiezioni di questi mesi, sulla convenienza delle aziende a licenziare “appaiono inconsistenti” e l’indennità di licenziamento prevista “è adeguata”. Ma le critiche nei confronti del governo Renzi non finiscono qui: “Servirebbe anche una robusta politica sulla formazione dei lavoratori per la quale l’Italia invece è ancora la Cenerentola d’Europa”. Italiani pessimisti sul futuro G taglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 3 da -5), mentre peggiorano le attese sulle vendite future (a 26 da 28); in decumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 4 da 7), fa notare ancora l’istituto. Ma un lieve miglioramento si attesta nell’indice del clima di fiducia del settore manifatturiero (a 104,1 da 103,7) e del commercio al dettaglio (a 105,9 da 103,0). Scende, però, quello delle imprese di costruzione (a 113,3 da 116,0) e dei servizi di mercato (a 104,4 da 108,1). Riguardo le imprese manifatturiere, si legge nel bollettino, migliorano leggermente i giudizi sugli ordini (a -10 da -11 i saldi) ma le attese di produzione rimangono stabili (a 10), così come il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino (a 3). Nelle costruzioni, invece, sono negativi sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -38 da -36), sia le attese sull’occupazione (a 12 da -11). “Il ritorno degli indici alla relativi alla fiducia in territorio negativo può essere considerato fisiologico, tuttavia il futuro resta incerto e le prospettive non ancora pienamente rosee”, osserva il centro studi di Unimpresa, che ha poi analizzato alcuni settori del Paese: “Dall’export al turismo, dai consumi alle immatricolazioni auto, vengono registrati spunti positivi, ma il quadro macroeconomico si fonda ancora su elementi fortemente critici”. Chiaro il messaggio: “Si segnala ancora l’esigenza di ottenere, da parte del governo e del Parlamento, misure concrete per il rilancio dell’economia e soprattutto interventi volti a ridurre il peso delle tasse sui contribuenti”. Ma la strada è ancora tutta in salita. Il centro studi di Unimpresa ha ricordato come la pressione fiscale salirà oltre il 44% per tutto il G.S triennio 2016-2018. L 9 Giovedì 30 aprile 2015 LA CATEGORIA SI SENTE BISTRATTATA DA UN GOVERNO CHE NON RICONOSCE L’IMPORTANZA DEL SOCCORSO Paghe da fame: scioperano i vigili del fuoco ECONOMIA BUONE NOTIZIE PER FIAT CHRYSLER L’utile Fca sale ancora trascinato da Usa e Canada E per l’Expo vengono chiesti altri sacrifici “per mettere in scena un’efficienza che non esiste” no sciopero nazionale di 4 ore, con astensione dal lavoro dalle 9 alle 13 per gli operativi (ma per l’intera giornata per gli amministrativi), è stato proclamato per la giornata di oggi dalla sigla sindacale Usb PI. Sono previsti anche dei presidi di protesta in diverse città, da Firenze e Genova fino a Catanzaro. “Questo è il messaggio – afferma il sindacato - che i vigili del fuoco intendono inviare al governo Renzi all’apertura di Expo 2015, perché non sono disposti a lavorare sottopagati (7,30 euro lordi l’ora), per quella che si sta dimostrando la più grande macchina di sfruttamento e precariato nel Paese, a cui vengono chiamati fuori dall’orario di lavoro da tutti i comandi d’Italia per mettere in scena un’efficienza che nella realtà non esiste”. “Da anni i vigili del fuoco -precisa l’Usb PI- sono in piazza con l’Usb per denunciare il calo dello standard qualitativo del soccorso. A furia di tagli ci ritroviamo con automezzi vetusti e personale anziano; senza contratto di contratto di lavoro dal 2008, con caserme che cadono a pezzi e, dopo l’accordo con i sindacati complici, con distaccamenti ridotti a U presìdi e impossibilitati a provvedere al soccorso alla popolazione, mentre altri, ritenuti inutili, vengono eliminati”. “Con la conseguenza -continua il sindacato- che i tempi di intervento si allungano sempre più e, in caso di due richieste concomitanti, ci si trova nella assurda condizione di dover decidere chi salvare e chi no. Senza mezzi, senza uomini e senza sedi di servizio: queste sono le riforme del governo Renzi. Questo sciopero è la prima risposta a questo governo, a un ministro dell’Interno che si aggira come un’ombra invisibile, e al suo sottosegretario con delega ai Vigili del fuoco, espressione del partito di maggioranza vacuo e senza progetti in merito, impegnato solo a gestire la liquidazione del soccorso nel Paese”. Con questo sciopero, aggiunge e conclude la sigla sindacale, “i vigili del fuoco vogliono ricordare a questo governo che è suo obbligo garantire il soccorso alla popolazione. Non partecipare a posteriori alle tragedie, con parole di circostanza o interventi tampone, in un Paese che frana ad ogni pioggia e dove la grande cementificazione verrà ulteriormente incentivata dallo ‘Sblocca Italia’”. Fca ha chiuso il primo trimestre 2015 con un utile netto pari a 92 milioni di euro, con un aumento di 265 milioni di euro rispetto alla perdita di 173 milioni di euro registrata invece nel primo trimestre 2014. Anche le attività europee di Fiat Chrysler Automobilies hanno chiuso in utile il primo trimestre 2015. Il gruppo ha registrato nel primo trimestre ricavi in aumento del 19% a 26,4, pari miliardi di euro. I veicoli consegnati a livello globale, in tutti i continenti, sono stati 1,1 milioni, con un leggero calo del 2% sul primo trimestre 2014 ma con una forte performance in Nord America e un mercato invece in calo in America Latina. Per la Jeep, in particolare, consegne in aumento dell’11% e vendite in crescita del 22%. Confermato il target 2015, con Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio la previsione di consegne a livello globale in un intervallo compreso tra 4,8 e 5 milioni di veicoli, ricavi di circa 108 miliardi di euro, adjuste debit tra 4,1 e 4,5 miliardi di euro, utile netto tra 1 e 1,2 miliardi di euro, indebitamento netto industriale compreso in un intervallo tra 7,5 e 8 miliardi di euro. Fca ha così chiuso il primo trimestre 2015 con un ebit adjusted in crescita del 22% a 800 milioni di euro, con tutti i settori in utile a eccezione di quello dell’America latina, dove comunque proprio l’altro ieri, in Brasile, è stato aperto un altro impianto all’avanguardia per la produzione di Jeep. L’impatto favorevole della variazione dei cambi di conversione - spiega la Fca - è stato compensato da effetti negativi a livello di transazioni. 10 Giovedì 30 aprile 2015 DALL’ITALIA GLI SVILUPPI DELLA TRAGEDIA DI GENOVA DOVE IL PEDIATRA FRANCESCO MENETTO SI È TOLTO LA VITA DOPO L’ARRESTO DEL FIGLIO Medico suicida, la moglie indagata per istigazione Sulla donna sospetti per il suo salvataggio in extremis, la magistratura ha aperto un’inchiesta mbre sul suicidio del noto pediatra genovese Francesco Menetto, che si è tolto la vita gettandosi dal ponte monumentale di Genova nella notte tra domenica e lunedì. Il folle gesto dell’uomo era alla notizia dell’arresto del figlio farmacista per un presunto traffico illecito di farmaci antitumorali rubati. Ma, ora, gli inquirenti guardano con sospetto, Graziella Ghini, la moglie del medico, salvatasi in extremis, dal suicidio. La coppia, stravolta per l'inchiesta del figlio, aveva deciso di farla finita ma, la donna, ora appunto indagata, ha avuto un'esitazione che ha permesso il suo salvataggio all’ultimo momento. L’inchiesta è ufficialmente aperta dalla magistratura. La stessa che a Monza aveva aperto un fascicolo a carico del figlio del medico. Al centro della tragedia una vicenda giudiziaria, come ha indicato lo stesso medico suicida in un biglietto lasciato nella sua macchina: «Magistratura miope, a volte, uccide ». Il procuratore capo Michele Di Lecce ha sottolineato come vi siano alcuni O aspetti della vicenda, da lui definiti come «non lineari» e che per questo «devono essere chiariti». Il pm Biagio Mazzeo ha aperto un fascicolo: al momento risulta indagata Graziella Ghini, moglie del pediatra che si è ucciso, per«istigazione o agevolazione al suicidio». La donna era infatti presente in corso Podestà quando il SCOPERTI 175 FALSI BRACCIANTI NEL COSENTINO Maxi truffa all’Inps per 700mila euro Dichiarazioni fraudolente fatte all’ente previdenziale per ottenere onerose indennità non dovute uro colpo, quello inferto da 175 braccianti agricoli, alle casse dell’Inps. È di circa 700 mila euro il maltolto che si quantifica fra indennità agricole illegittimamente erogate e contributi Inps dovuti e non versati. L’ammontare di una truffa ai danni dell’Inps scoperta dalla Guardia di Finanza di Cosenza (gruppo di Sibari). Sono stati individuati e denunciati 175 braccianti agricoli che risultano aver incassato indennità agricole non dovute. Dagli accertamenti delle fiamme gialle è emerso che è stata documentata all’Inps l’assunzione di operai agricoli a tempo determinato per oltre 15.000 giornate lavorative, attraverso la stipula ed il successivo contratto di fitto/comodato di terreni agricoli, senza poterne disporre perché non di proprietà e non idonei per caratteristiche colturali e tipologia all’utilizzo della manodopera bracciantile dichiarata. A tale scopo sono stati forniti in modo fraudolento tutti i documenti necessari per legittimare l’impiego della manodopera. Nulla è stato lasciato al caso per i furbetti. Sono D state inoltrate le denunce aziendali necessarie per ottenere il rilascio da parte dell’Inps del relativo codice CIDA, indispensabile per l’invio trimestrale delle dichiarazione di manodopera agricola e la conduzione dei terreni; è stato dichiarato falsamente all’Inps l’aver impiegato 175 operai a tempo determinato per 15.475 giornate; giustificato l’effettivo esercizio dell’attività d’impresa e quindi l’impiego dei lavoratori dichiarati. Con tale condotta si è tratto in inganno l’ente pubblico erogatore circa la sussistenza dei requisiti di legge, al fine di ottenere in m odo fraudolento l’erogazione delle indennità a favore degli operai agricoli, distribuite nel modo che segue: 156 per disoccupazione agricola; 89 per malattia; 14 per maternità; il tutto per un importo complessivo di circa 527.000 euro. Inoltre gli accertamenti condotti dalla guardia di finanza hanno consentito di appurare che veniva omesso di versare nelle casse dello Stato i relativi contributi previdenziali Inps quantificati in Ch.C. oltre 175.000 euro. pediatra si è buttato dal ponte Monumentale, togliendosi la vita. La Ghini avrebbe dovuto compiere lo stesso tragico gesto del marito, ma non l’ha fatto. La polizia, giunta sul luogo, l’ha soccorsa in tempo dopo il suicidio del pediatra. In seguito Ghini è stata ricoverata in psichiatria al San Martino, reparto che ha la- sciato mercoledì mattina. Ci sono molti fatti da chiarire. Per questo il sostituto procuratore Biagio Mazzeo ha delegato una serie di accertamenti alla squadra mobile. Il pm ha già dato incarico al medico legale per l’autopsia. E ha iniziato a raccogliere le testimonianze del figlio del medico e della moglie, che ha trascorso con lui le ultime ore prima del gesto estremo. La donna, secondo quanto stabilito dagli inquirenti della squadra mobile della polizia, avrebbe aiutato il marito a scavalcare un’inferriata prima di gettarsi. Da qui il capo di imputazione. Chantal Capasso BLOCCATO CONTRABBANDO, LA MERCE PROVENIVA DALL’EST PER ESSERE VENDUTA IN ITALIA Trieste: sequestro record di “bionde” Fermati dalla guardia di finanza due tir ungheresi contenenti 17 tonnellate di sigarette n sequestro da record è stato eseguito da finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Trieste nella giornata di ieri. Dicevano di trasportare barattoli di vetro, i conducenti dei due tir fermati dalle fiamme gialle, ma dietro il carico falsamente dichiarato, erano nascoste ben 17 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando, di diverse marche (Marlboro, regina, D&B). Senza dubbio, quell’ingente carico non sarebbe stato piazzato solo nella provincia di Trieste che, notoriamente, attraverso i propri valichi di confine, costituisce una valida e naturale porta d’ingresso per l’Italia, ideale per i traffici illeciti provenienti dai Paesi comunitari dell’Est. Le sigarette avrebbero dovuto raggiungere, infatti, i mercati clandestini del sud Italia, da sempre nelle mani della criminalità organizzata e portatori di immediati guadagni milionari con la vendita al dettaglio. I due autisti , entrambi cittadini ungheresi , sono stati arrestati in flagranza di reato per contrabbando in violazione degli artt. 291 bis e ter del Testo Unico Doganale. “Sarà anche la perdurante crisi economica, ma il contrabbando di bionde sta conoscendo un nuovo corso - si legge nel comunicato stampa della Guardia di Finanza di Trieste -. L’impegno delle Fiamme Gialle triestine nell’ultimo periodo non conosce sosta: solo la scorsa settimana sempre il G.I.C.O. ha arrestato due vettori rumeni che trasportavano 2,5 tonnellate di bionde. Il contrabbando di sigarette risulta, oggi, un fenomeno di sicuro rilievo transnazionale, in forte crescita a livello europeo, soprattutto U dopo l’estensione del territorio comunitario ai nuovi Paesi dell’Est europeo, nonché trasversale per gli articolati interessi economici delle diverse organizzazioni criminali”. “Gli strumenti investigativi in possesso della Guardia di Finanza sono sempre più sofisticati e le forme di coordinamento internazionale vanno via via perfezionandosi - continua la nota stampa -. Probabilmente, non vi è solo la manodopera straniera. Oltre confine potrebbero aver stanziato solide basi logistiche ed operative organizzazioni anche nazionali che hanno, da tempo, impostato articolate procedure operative avvalendosi di sistemi di occultamento molto ben congegnati, documentazione doganale e commerciale abilmente contraffatta e di una rete capillare di vettori prevalentemente stranieri”. Per l’anno in corso, il bilancio nel settore del contrabbando, si aggira su quasi 25 tonnellate di sigarette sequestrate dalla Guardia di Finanza di Trieste (dall’inizio del 2015), parte delle quali destinate al mercato regionale e triestino in particolare. Le indagini, tutte coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Trieste, non i fermano e potrebbero portare presto ad altre piste e sviluppi. Ch.C. 11 Giovedì 30 aprile 2015 DALL’ITALIA MILANO No Expo, blitz della Digos: 12 indagati Rinvenute maschere antigas, mazze, picconi e bottiglie molotov Per l’inaugurazione si temono disordini anche in centro lima tesissimo alla vigilia dell'inaugurazione prevista per domani a Milano. Sono dodici gli indagati "No Expo" a seguito di un nuovo blitz della polizia nella capitale lombarda. Rinvenute maschere antigas, mazze, picconi, bottiglie molotov, guanti in lattice e colla. La perquisizione è stata effettuata dagli agenti della Digos nella prima mattinata di ieri , a partire dalle prime ore dell'alba, nel quartiere Lorenteggio-Giambellino, in vista della manifestazione "No Expo" promossa dai movimenti antagonisti per domani, in parallelo all'inaugurazione dell'Esposizione Universale nella capitale lombarda. Quattro gli appartamenti Aler perquisiti in via degli Apuli e via Odazio (la zona è stata chiusa dai mezzi di polizia e carabinieri), in uno di questi gli agenti della Digos hanno trovato dodici persone, nove italiani e tre tedeschi. Questi ultimi erano stati identificati il giorno precedente e per essi la Questura aveva richiesto un decreto di espulsione. Quando sono arrivati gli agenti, hanno cercato di lanciare i due borsoni contenenti gli oggetti dalla finestra. I dodici sono stati indagati per occupazione abusiva di immobili. In tutto i C fermati sono stati 26, sei sono italiani, 4 tedeschi e 16 francesi, tutti per ingiusta detenzione di oggetti atti ad offendere e occupazione abusiva. Uno dei tedeschi è stato arrestato con l'accusa di fabbricazione e detenzione di materie esplodenti: nella sua auto infatti sono stati sequestrati una tanica di benzina, bottiglie, stoffe, imbuto e carta igienica, tutto l'occorrente insomma per fabbricare bottiglie esplosive molotov. Si occupa di lui il pm Maria Teresa Latella. Per gli altri tre tedeschi e per una ragazza francese la polizia ha disposto l'allontanamento dall'Italia ma il giudice Olindo Canali non ha convalidato il provvedimento. Altri quindici stranieri privi di documenti sono stati portati in Questura per essere identificati. Intanto proseguono le perquisizioni nelle palazzine popolari dell'Aler e anche a Bresso, nel Milanese, sono in corso altri blitz delle forze dell'ordine, si parla di operazione di sgombero nell'area dell'aeroporto ma le notizie non sono ancora precise. Già qualche giorno fa erano state sequestrate, negli stessi appartamenti di via degli Apuli e di via Odazio, mazze ferrate e materiale esplosivo. Si tratterebbe, a quanto si apprende, di giovani appartenenti all'area Stupro di gruppo, una condanna a 10 anni 15 volte fermato senza patente:“Non riesco a superare l’esame” Paradossale caso di un genovese 63enne, che possiede sei autovetture e due moto, e le guida imperterrito anarchica. Il blitz di ieri è il prosieguo delle azioni del giorno precedente, quando era stata sgomberata la sede Base di solidarietà popolare Giambellino, che si era conclusa appunto con un arresti e 26 identificazioni. Erano state in quel blitz venti martelletti d'acciaio idonei a spaccare vetrine, tre caschi, quattro maschere antilacrimogeni, bastoni a punta di acciaio, fionde, petardi, fumogeni e punteruoli, tutte armi atte ad offendere. Insomma quelle che sono state definite "le nuove Cinque Giornate di Milano" si preannunciano tese, al punto che si temono disordini anche in centro, dove certamente la zona sarà meno presidiata rispetto all'area Expo, oltre che attacchi alle stazioni metro che conducono all' l'Esposizione. I timori più grossi sono per la giornata del 1 maggio, ma si prevedono azioni di disturbo e di vandalismo fino a domenica. Il fatto che i fermati siano di nazionalità diversa fa temere che il piano come teorizzato da più di qualcuno - abbia valenza internazionale e c'è chi parla di addirittura trentamila persone che prenderanno parte al corteo No Expo. In questo caso vale la pena di sottolineare - una manifestazione pacifica avrebbe valenza eccezionale. Qualora si tramutasse - come appare visti i sequestri di armi improprie - in un'altra azione di violenza come già troppe volte è accaduto, diverrebbe l'ennesima protesta violenta nella quale sarebbero danneggiati privati cittadini, negozi, beni pubblici. Per tentare di approntare una difesa, si parla di presidi con quasi quattromila uomini che dovrebbero garantire la serenità nei quasi cinquecento obiettivi considerati "sensibili". Come si farà poi a garantire la stessa sicurezza per i sei mesi di esposizione, Emma Moriconi si vedrà. a sessantatre anni e non ha la patente, però si ostina a girare in auto e in moto nonostante sia stato fermato per ben quindici volte dalla polizia stradale, che lo ha denunciato per l’ennesima volta. I poliziotti hanno accertato che l’anziano la patente non l’ha mai conseguita, ma gli risulterebbero intestate addirittura sei automobili e due motociclette. Una collezione, a cui fa da contraltare una bella raccolta di denunce. Per anni avrebbe tentato di conseguire il ti- H tolo per mettersi alla guida dei suoi numerosi mezzi, ma non sarebbe mai riuscito a superare gli esami. Si tratta di un genovese che è stato fermato questa volta a bordo di uno dei suoi scooter, sul quale è stato ora posto il fermo di tre mesi. “Studio, mi applico - ha detto con fare innocente agli agenti - anche con l’aiuto di mia moglie, ma quando entro nell’autoscuola per l’esame vado in tilt e non mi ricordo più niente. La patente proprio non riesco a e.m. prenderla”. ASSISI Banda rom in manette Il caso della studentessa polacca in Italia con l’Erasmus, aggredita lo scorso 8 giugno Il pm aveva chiesto 12 anni e 10 mesi Quattro uomini sono stati arrestati dai carabinieri per un furto ad un’azienda agricola l fatto era avvenuto lo scorso 8 giugno: un uomo di nazionalità romena aveva aggredito, rapinato, picchiato e violentato, insieme ad un connazionale, una ragazza polacca di 23 anni che era in Italia con il programma Erasmus. Il giudice per l’udienza preliminare Paolo Guidi, con rito abbreviato, lo ha condannato a dieci anni e mezzo. Il rito abbreviato ha consentito lo sconto di un terzo della pena, che altrimenti sarebbe stata di 16 anni. Lui si chiama Orhan Suliman e ha 21 anni, quando uscirà dal carcere, se tutto va bene, ne avrà 31. Risponde del reato di violenza sessuale di gruppo con l’aggravante dell’aver approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali n’operazione coordinata dai carabinieri di Assisi e Gubbio ha portato all’arresto di una banda di quattro rom che si erano stabiliti nella zona. I quattro erano sottoposti a misure di sorveglianza, avevano firmato come da obblighi di legge e poi si erano recati a Gubbio quando sono stati ripresi da un impianto di videosorveglianza mentre rubavano in un’azienda agricola. Le riprese in video mostrano - a quanto si apprende - che i quattro si sono presentati a volto coperto e in meno di cinque minuti sono riusciti a sottrarre all’azienda qualcosa come oltre duecento litri di gasolio e attrezzi vari. Una ventina di carabinieri hanno proceduto alle perquisizioni (che hanno condotto al sequestro di telefonini cellulari, guanti e abbigliamento utilizzati per commettere il furto) e agli arresti. Altre cinque persone sono state denunciate per furto aggravato, avendo collaborato ai numerosi furti. Sono state inoltre sequestrate due autovetture utilizzate da alcuni membri di una famiglia rom della zona per commettere altri furti, questa azione è stata portata a segno dagli stessi carabinieri della Compagnia di Assisi insieme alla divisione anticrimine della questura di Perugia. La questione ora è la se- U I da ostacolare la privaya difesa e di rapina con le aggravanti dell’averla commessa con altre persone riunite e della recidiva specifica infraquinquennale. Il pm Gianluca Prisco aveva richiesto per lui 12 anni e 10 mesi, chiedendo un calcolo da effettuarsi con il cumulo materiale degli anni di detenzione previsti per ciascun reato. Tra 45 giorni saranno depositate le moe.m. tivazioni del gup. guente: quanto resteranno agli arresti questi malviventi? Ci vorrà come al solito un nanosecondo prima che vengano rimessi in libertà? Perché la questione è annosa, ormai, e penosa. La giustizia italiana è vittima di se stessa, la sua macchinosità, la burocrazia, ma anche l’eccessivo favor rei, spesso, vanificano gli sforzi dei militari impegnati quotidianamente nelle strade a sfidare il crimine. Troppo spesso avviene che tali sforzi, compiuti a volte a rischio della incolumità dei rappre- sentanti delle forze dell’ordine, siano inutili. La sfiducia della popolazione nei confronti delle istituzioni dipende anche da questi temi, relativi alla sicurezza, che sono sempre più sviliti da un sistema che non se ne cura, che aspira ad autocelebrarsi come “solidale” ma che esprime questa solidarietà a chi delinque e non certo alla gente per bene, che si sente sempre più defraudata della tutela che invece uno Stato dovrebbe garantire ai e.m. cittadini. 12 Giovedì 30 aprile 2015 SOCIETA’ DIMAGRIRE GUSTANDO FRESCHI DESSERT, SI PUÒ, MA SENZA ESAGERARE La dieta del gelato promossa dai nutrizionisti A spiegarne i benefici Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di alimentazione di Chantal Capasso er i golosi buone nuove: è arrivata la dieta del gelato. Anche il gelato può far dimagrire. A suggerire di introdurlo nell’alimentazione per perdere i chili di troppo in vista dell’estate è Pietro Migliaccio, presidente della Società Italiana di Alimentazione, che con la dieta del gelato propone un regime alimentare da circa 1.200 calorie al giorno adatto a tutti coloro che hanno già compiuto 16 anni. Migliaccio ha spiegato come in realtà il gelato sia un alimento dalle innumerevoli qualità: “Specialmente in estateha rivelato il nutrizionista-un pasto completo può essere sostituito con un bel gelato alle creme, con qualche cialda o un cono o un biscotto, per apportare anche carboidrati complessi”. Insomma, il gelato viene riconosciuto come un vero e proprio sostitutivo di un pasto, piuttosto che come semplice sfizio pomeridiano da togliersi, per placare quella golosità che insorge quando si rimane sotto il sole cocente, pressappoco tra pranzo e cena. “L’importante- continua il nutrizionista - è mangiarlo come alternativa al pasto tradizionale, e non aggiungerlo a primo e secondo come dessert”. P Ovviamente senza eccedere, un bel gelato artigianale con una cialda dovrebbe, di per sé, essere più che sufficiente a placare i vostri appetiti, e soddisfare al contempo le vostre aspettative di dimagrimento. Dal punto di vista nutrizionale è composto di latte, uova , zucchero e varie altre sostanze come caffè e frutta. Nel fresco dessert sono presenti proteine ad alto valore biologico, acidi grassi insaturi, glucidi di- L’OMS LANCIA L’ALLARME saccaridi (quindi facilmente consumabili con disponibilità immediata) come glucosio e saccarosio e vitamine di vario genere, prevalentemente A e B2. Da non sottovalutare anche la presenza in un gelato arti- gianale di calcio, fosforo esali minerali. A spiegarlo è stato ancora lo stesso Pietro Migliaccio: “Il gelato è prodotto con latte, uova, zucchero, più caffè, cacao o frutta. Tutti alimenti dotati di un buon valore nutrizionale. Mangiando una coppa alla crema, per esempio, introduciamo proteine di alto valore biologico, grassi di qualità, glucidi a rapido assorbimento e, a pronta disponibilità energetica come lattosio e saccarosio”. La dieta del gelato deve essere intesa solo come un’alternativa per dimagrire efficacemente in modo gustoso e salutare, ma non può diventare un’abitudine alimentare. Questa dieta deve essere utilizzata nel brevissimo termine non oltre una settimana, ed è assolutamente vietata per chi soffre di diabete. Infine, un ultimo consiglio da parte dell’esperto: è bene “Scegliere il formato e le tipologie adatti alla situazione di consumo: meglio optare per un formato meno calorico (da 100-150 calorie) per lo snack di metà mattina o metà pomeriggio, mentre se lo consumiamo in sostituzione del pranzo, scegliamone uno da 200 gr, che apporta circa 350-400 calorie, accostandolo ad una macedonia di frutta per ottenere un pasto completo, gustoso e sano”. UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI PISA La pigrizia: vera patologia killer L’elisir della giovinezza? Sta nella lattuga rossa I medici coniano il termine “morte da sedentarietà” per spiegare gli effetti di una vita comoda La verdura ha poteri antiossidanti garantendo benessere al nostro organismo ormai noto che condurre una vita sedentaria non fa bene al nostro organismo, non soltanto per fattori puramente estetici. Questa cattiva abitudine può portare a seri rischi e patologie. La pigrizia infatti è diventata una vera e propria malattia con cause ed effetti propri, tali da spingere molti medici alla ricerca scientifica e a cercare di convincere tutti a fare almeno due ore e mezzo di attività fisica alla settimana. È proprio l’Oms a lanciare poi l’allarme per la salute. Sostenendo che la mancanza di esercizio fisico, può causare, non solo, malattie cardiovascolari, ma anche i temutissimi tumori e il diabete. Si tratta quindi di dati preoccupanti che dovrebbero spingere tutti a prendersi cura in modo più consapevole del proprio corpo. In molte persone c’è poca voglia di movimento, soprattutto tra gli italiani. Alcuni a torto, credono che bisogni cimentarsi in sport molto impegnativi e per diverse ore la settimana. La verità invece è che secondo i medici basterebbero appena due ore e mezza di allenamento a settimana per hi mangia lattuga rossa si assicura una lunga vita. Non è saggezza popolare. A sostenerlo, invece, è uno studio iniziato nel 2011 e condotto dal dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-alimentari dell’università di Pisa che ha collaborato con il dipartimento di biologia vegetale ed ecologia dell’ateneo dei Paesi Baschi e con il laboratorio di spettroscopia Cnr. I risultati dello studio adesso sono diventati un articolo pubblicato dalla rivista Journal of agricultural and food chemistry. Nell’articolo scientifico “Phenolic composition and related antioxidant properties in differently coloured lettuces: a study by electron paramagnetic Resonance (Epr) kinetics”, si fa il punto sulle proprietà anti-invecchiamento della lattuga a seconda del tipo di colorazione delle foglie. Sono tre le varietà analizzate. Sono la Batavia (verde), la Marvel of four seasons (verde-rossa) e Oak leaf (rossa). A spiegare i risultati è Annamaria Ranieri dell’università di Pisa, coordinatrice della ricerca e ora ne spiega gli esiti: “Ab- È C scongiurare molte malattie di quelle sopracitate. Basterebbe quindi allenarsi a giorni alterni per circa 45-60 minuti anche in attività quali camminata veloce o nuoto. Anche l’Academy of Medical Royal Colleges, in un articolo sul British medical journal, ha spiegato i benefici dell’attività fisica sostenendo che per chi non riesce a mantenere tali ritmi sarebbe abbastanza anche fermarsi ad uno sforzo fisico intermedio in termini di tempo. Nel frattempo, la Federazione Medico Sportiva Italiana si è detta intenzionata a far inserire la pigrizia come vera patologia medica, spronando così sempre più persone a praticare del sano sport. Non è un caso se gli antichi dicevano: mens sana in corpore sano. Perché praticare uno sport, o semplicemente fare una camminata fa bene al corpo e alla mente. Però, prima di cimentarsi in qualsiasi attività fisica è consigliabile calcolare la frequenza cardiaca massima e il consumo massimo di ossigeno, con questi due semplici dati sarà possibile determinare la perfetta durata, frequenza e intensità dell’allenamento su misura per ogni individuo. Elvira Mami biamo dimostrato che più la pigmentazione è rossa e più aumenta la presenza di antiossidanti caratterizzati da un’alta velocità di reazione nei confronti dei radicali liberi, con il risultato che l’attività antiossidante totale risulta maggiore nella lattuga a foglia rossa rispetto a quella verde-rossa e verde”. C’è tuttavia un’avvertenza di cui tenere conto. “Attenzione”, ha infatti proseguito la ricercatrice, “la diversa velocità nell’azione di contrasto dei radicali liberi non significa che alcuni antiossidanti siano preferibili ad altri e infatti, a seconda della loro solubilità nella matrice organica e alla diversa capacità detossificante, gli antiossidanti veloci, come le cianidine, sono capaci di reagire rapidamente con i radicali proteggendo le cellule dall’ossidazione, mentre quelli ad azione lenta, come i carotenoidi, possono avere un’azione più prolungata nel tempo a livello del nostro organismo”. Ch.C.