Anno IV - Numero 102 - Giovedì 30 aprile 2015
Direttore: Francesco Storace
Attualità
Esteri
La protesta
Scuola: rabbia
e solite promesse
Immigrati: Europa
(quasi) pentita
Vigili del fuoco
ridotti alla fame
a pag. 2
Brunetta, Renzi
e Mussolini
on ho capito che cosa vogliono Brunetta e soci. Anche
a me l’Italicum non piace; anzitutto perché sfarina le
coalizioni e poi perché nega il diritto dei cittadini ad
eleggere il Parlamento nella sua interezza. Che diamine
c’entri tutto questo con il fascismo lo sanno solo loro. Se ci
fosse stato il fascismo, chi al Senato vota a favore della legge
elettorale e alla Camera contro, presentando per giunta la
pregiudiziale di costituzionalità, non lo avrebbero arrestato,
ma ricoverato.
È francamente stucchevole questa polemica “storica”, fasulla,
nei riguardi del premier, il quale è insopportabile da quando
sta a palazzo Chigi e non solo perché ha fregato gli azzurri
sull’elezione di Mattarella. Se Renzi fosse stato fascista,
magari non si sarebbe fatto turlupinare da Obama sulla tragedia che ha portato alla morte del povero Lo Porto; o dalle
demoplutocrazie europee - va bene così, Brunetta? - sugli
sconquassi provocati all’Italia da un’invasione migratoria
senza precedenti nella storia.
Scomodate il passato regime semplicemente perché siete
stati messi nel sacco dal presidente del Consiglio più
arrogante che la democrazia ci abbia riservato.
Difficile dire se Renzi avrà un posto nella storia; finora ha
fatto ben poco per meritarlo, perché non basta cancellare la
sinistra del proprio partito per essere ricordato dai posteri.
Il bianchetto sui volti di Bersani e Cuperlo serve al massimo
a rendere più agitate le loro nottate; ma i libri sono un’altra
cosa.
Il fascismo è stato luci e ombre; ricostruzione e guerra; e
progresso sociale per la Nazione. Criticatene pure le opere,
ma non legate tutto ad una legge elettorale. Anche perché
non è che del Porcellum ci sia da gloriarsi.
Il governo Renzi, ad esempio, è impegnato contro gli insegnanti
per la riforma della scuola. L’onorevole Brunetta ha da contestare l’opera costruttrice di Giovanni Gentile? La lotta alla
malaria e la bonifica delle paludi sono colpe da attribuire al
presidente del Consiglio dell’epoca? La Carta del Lavoro di
Giuseppe Bottai è lontana parente del Jobs Act? La previdenza
sociale da disprezzare? E i codici, che ne diciamo? Il quartiere
vicino alla sua residenza, l’Eur, lo radiamo al suolo come
vorrebbe madame Boldrini a partire dal giorno successivo
all’abbattimento dell’obelisco al Foro Italico?
Udite udite: l’ammodernamento della stazione fiorentina di
Santa Maria Novella fa data 1931: vuoi vedere che è per
quello che scorre sangue fascista nelle vene del premier?
1932: Istituto per la ricostruzione industriale.
1933: Istituto mobiliare italiano.
Ancora prima, 1923, costruzione dell’autodromo di Monza.
Alla rinfusa, nel taccuino degli appunti, la partenza della
Mostra di Venezia nel 1932, preceduta nel 1927 dalla
fondazione dell’Eiar. Domani parte malandato l’Expo milanese.
Quella romana del ’42 ancora ce la invidiano. I ministri dei
lavori pubblici cadono uno dopo l’altro, Araldo Di Crollalanza
restituiva i soldi allo Stato.
Renzi non è fascista. Renzi è solo Renzi. Con la voglia di
dominio che non ha connotati politici e con le protezioni di
cui tutti parlano a Palazzo: Brunetta ha argomenti migliori
per contrastare l’inquilino di palazzo Chigi.
Francesco Storace
N
ALTRO CHE SVOLTA OCCUPAZIONALE
Garanzia Giovani
un anno di niente
a pag. 9
Moriconi a pag. 5
LEGGE ELETTORALE: PASSA IL PRIMO VOTO DI FIDUCIA, RIDOTTO A RESA DEI CONTI NEL PD
UNA POLEMICA INSENSATA SU ITALICUM E FASCISMO
Colosimo a pag. 4
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
di Igor Traboni
atteo Renzi ha
incassato la fiducia sul primo
articolo della
legge elettorale,
ma la spaccatura nel Pd resta,
anche se una parte della minoranza, nonostante i proclami
della vigilia, ha fatto buon viso
a cattivo gioco e ha deciso di
accodarsi ai dettami del “capo”.
Il governo ha ottenuto 352 sì,
contro i 207 no delle opposizioni unite. I votanti sono stati
559, un astenuto, 352 i sì e 207
i no. La maggioranza che sostiene il governo Renzi parte,
sulla carta, da 396 voti. Sono
quindi mancati 44 voti, ma vanno considerate le assenze giustificate. Dai tabulati del voto,
tenendo conto delle assenze
giustificate, emerge che sono
38 i deputati del Pd che non
hanno votato la fiducia. E tra
questi, assolutamente compatto,
il trio che ha oramai lanciato
con decisione la sfida a Renzi,
ovvero Bersani-Letta-Speranza,
con tanto di Rosy Bindi pronta
a dar man forte.
Il resto della minoranza Pd,
dopo tanto clamore, si è data
la zappa sui piedi, ad iniziare
da Area Riformista e dai suoi
50 deputati che hanno anticipato di votare la fiducia, salvo
poi aggiungere, in puro politichese, di considerare comunque "un errore" di Renzi averla
posta sull'Italicum.
Il più barricadero è rimasto
Bersani, anche lui però finito
poi nel tritacarne della Rete
e dei commenti di tanti iscritti
al partito, che lo hanno criticato per il mancato e definitivo
strappo, dopo l’affermazione
dell’ex segretario di voler comunque restare nel Pd “perché è Renzi che sbaglia”.
Ecco comunque i nomi dei 38
deputati della minoranza del
M
NEMICI AMICI
La minoranza dem si sfarina; Bersani contesta
ancora però non consuma lo strappo
Pd che non hanno partecipato
al voto sulla fiducia alla legge
elettorale messa dal governo:
Eleonora Cimbro, Pippo Civati,
Gianni Cuperlo, Alfredo D'Attorre, Guglielmo Epifani, Marilena Fabbri, Stefano Fassina,
Gianni Farina, Vincenzo Folino,
Paolo Fontanelli, Filippo Fossati,
Carlo Galli, Andrea Giorgis,
Maria Luisa Gnecchi, Monica
Gregori, Francesco La Forgia,
Enrico Letta, Danilo Leva, Patrizia Maestri, Gianna Malisani,
Marco Meloni, Margherita Miotto, Michele Mognato, Delia Murer, Giorgio Piccolo, Barbara
Pollastrini, Roberto Speranza,
Nico Stumpo, Guglielmo Vaccaro, Giuseppe Zappulla, Davide Zoggia, Roberta Agostini,
Tea Albini, Pier Luigi Bersani
Rosy Bindi Bruno Bossio, Vincenza Luisa Bossa, Angelo Capodicasa.
C’è da dire, per rigore di cronaca, che l'articolo 1 dell'Italicum introduce le più significative novità nel sistema di
voto e prevede 20 circoscrizioni elettorali, suddivise in
100 collegi plurinominali, con
i capilista bloccati, che in tutto
sono per l’appunto 100. A seguire, l'elettore potrà esprimere
le preferenze, con l'alternanza
di genere, fino al massimo di
due. Sono ammesse le candidature multiple, per un massimo di dieci, ma solo per i capilista.Viene introdotta un'unica
soglia di sbarramento in in-
gresso, al 3%. Così otterranno
seggi alla Camera le liste che
ottengono, su base nazionale,
almeno il 3% dei voti validi Il
premio di maggioranza viene
attribuito alla lista e non alla
coalizione. Al partito o la lista
che ottiene il 40% dei voti saranno attribuiti 340 seggi. Se
nessuna lista o partito ottiene
il 40% dei voti, si svolgerà un
turno di ballottaggio tra le due
liste che hanno ottenuto il maggior numero di voti, ma senza
apparentamenti.
Le votazioni sugli altri due articoli, il 2 e il 4, sono in programma oggi, giovedì 30 aprile.
L’articolo 3, invece, non deve
essere votato perché non è
stato modificato.
BERGOGLIO: “UNO SCANDALO LE DONNE PAGATE MENO DEGLI UOMINI”
Il Papa “femminista”, ma sul serio
a difesa della donna, l’uguaglianza
uomo-donna? Senza tanti fronzoli, e
fumosità sociali tra un’ideologia politicizzata e l’altra, Papa Bergoglio ieri ha
affrontato l’argomento, definendo senza
mezzi termini “un puro scandalo" che, a
parità di lavoro, le donne abbiano però
una retribuzione più bassa.
Un richiamo che Papa Francesco ha fatto
soprattutto ai cristiani: “Dobbiamo diventare
più esigenti, per esempio sostenere il
diritto alla eguale retribuzione per eguale
lavoro, perché si da per scontato che le
donne devono guadagnare meno dell'uomo? La disparità è un puro scandalo".
Il pontefice, prima di tornare a focalizzare
il ruolo della donna, nella consueta udienza
del mercoledì ha parlato anche del matrimonio tra uomo e donna e della necessità
di supportarlo: "E' un fatto che le persone
che si sposano sono sempre di meno,
L
questo è un fatto, i giovani non vogliono
sposarsi, aumenta invece il numero delle
separazioni mentre diminuisce il numero
dei figli". Quindi, il richiamo ad uscire da
“una cultura del provvisorio”, che spopola
tra i giovani che rifuggono così da legami
stabili, e ad evitar che tutte le colpe dei
matrimoni falliti poi ricadano sui figli.
Ma non è solo l’aspetto materiale a preoccupare il Pontefice: i matrimoni, ha detto,
non sono più stabili per difficoltà che "non
sono solo di carattere economico, sebbene
queste siano davvero serie; molti ritengono
che il cammino della crisi delle nozze sia
stato messo in moto dalla emancipazione
della donna, ma nemmeno questo argomento non è valido, questa è una ingiustizia,
è una forma di maschilismo che sempre
vuole dominare la donna, e facciamo la
brutta figura che ha fatto Adamo: 'è lei che
mi ha dato la mela, la colpa è sua', la colpa
è sempre della donna, povera donna, dobbiamo difendere le donne", ha concluso il
Pontefice argentino.
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Giovedì 30 aprile 2015
ATTUALITA’
SCUOLA: RENZI CERCA DI EVITARE LO SCIOPERO DEL 5 MAGGIO E ACCUSA CHI LO HA PRECEDUTO
Matteo-Pierino: la colpa è sempre degli altri
“Comprensibili le polemiche dei prof” e poi torna a promettere l’assunzione di 100mila precari
ulla sempre più contestata riforma della scuola, e che il 5
maggio prossimo vedrà scioperare tutto il comparto in maniera così unitaria come non si
ricorda da anni, Renzi ci ripensa oppure
no? I segnali che arrivano dal premier
sono, come al solito, di difficile interpretazione, visto che l’ex rottamatore è
oramai uno specialista non solo nel rimandare ogni tipo di problematica, ma
anche nel dire tutto e il contrario di tutto
quant prova ad affrontare determinati
spinosi argomenti.
Così nella sua e.news mandata on line
ieri, Renzi affronta il nodo-scuola e ribadisce che, come governo, "siamo aperti,
disposti a discutere nel merito", ma solo
su alcuni passaggi.
“Non faremo un decreto legge, non procederemo con strumenti d'urgenza. Chi
contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il
giorno dopo, per favore, entriamo nel
merito. Punto per punto. La scuola - aggiunge Renzi- è un bene troppo prezioso
per lasciarlo alle ideologie e agli slogan.
Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola
è di famiglie, professori, studenti: non
può essere lasciata agli addetti ai lavori".
A proposito dello sciopero del 5 maggio
prossimo, il presidente del consiglio la
prende un po’ alla lontana, ma soprattutto
S
scarica al solito la colpa su altri, e scrive:
"Ci sono molte polemiche da parte dei
professori, comprensibili. Difficile smontare il senso di rabbia per una politica
che ha lasciato indietro la scuola per
troppi anni.Vorrei, se possibile, discutere
nel merito. Noi siamo il Governo che ha
messo più soldi di tutti sull'edilizia scolastica (e ancora non basta). Che propone
l'assunzione di oltre centomila precari. Che vuole
istituire un fondo per la
valutazione del merito dei
professori, per il diritto
allo studio e soldi per la
formazione dei docenti
(500 euro l'anno a testa,
non per la finta formazione
arrangiata, ma a disposizione dell'insegnante). Che
vuole responsabilizzare il
preside, che non sarà certo
uno sceriffo, ma non può
neanche essere un passacarte di circolari ministeriali. Sul testo, siamo aperti". "Abbiamo già stralciato
la riorganizzazione degli
organi collegiali e anzi daremo più ruolo al consiglio
di istituto - conclude la sua
missiva Renzi -. Siamo
pronti a discutere nel merito di come
valutare i professori (non è possibile
che si chieda ai ragazzi di fare del proprio
meglio e contemporaneamente si abbia
paura del merito: la stagione del 6 politico
è finita, voglio sperare). Siamo aperti a
ogni modifica se finalizzata all'interesse
dei ragazzi e di chi la scuola la vive,
giorno dopo giorno".
LA SECCA DENUNCIA DELL’ANIEF
Da settembre un istituto
su quattro è senza preside
entre si parla tanto
di Buona Scuola,
sono sempre di più
gli istituti orfani del dirigente scolastico. Costretti ad averne uno
'part time', che si barcamena tra
più scuole autonome, che a loro
volta hanno annesse cinque, sei,
a volte sette plessi: quest'anno è
capitato a 1.200 istituti scolastici,
l'anno prossimo toccherà ad altri
800, forse anche 1.000. Sono
quelle dove l'attuale preside è in
attesa di conoscere l'esito della
propria domanda di pensionamento con effetto 1° settembre
2015. Il problema è che se verranno
tutte accolte, arriveremmo ad avere
una scuola italiana su quattro in
reggenza". Lo afferma l'Anief in
una nota. Poi si fa il caso esemplare
di Venezia, dove da settembre,
considerati i pensionamenti non
rimpiazzati, le reggenze quasi rad-
“M
doppiano e rischiano di sfiorare
la trentina su 98 scuole. “E quella
di Venezia – aggiunge il sindacato
- è una prospettiva che si sta realizzando anche per le altre 100
province. Con l'aggravante che
l'assenza del dirigente scolastico,
sempre dal 1° settembre prossimo,
non potrà essere sopperita dalla
figura del vicario, cancellata dalla
Legge di Stabilitá 2015, che dovrà
infatti rientrare in classe. Al loro
posto sarebbero dovuto subentrare
delle nuove figure professionali,
sempre a sostegno dei dirigenti
di altri istituti, ma visto che nella
migliore delle ipotesi il disegno di
legge 2994 verrebbe approvato a
metà giugno, non ci sono i tempi
tecnici per la sua attuazione in
corrispondenza del nuovo anno
scolastico: le scuole devono infatti
inviare gli organici definitivi al Miur
entro il prossimo 31 maggio".
TURBATIVA D’ASTA E CORRUZIONE, COINVOLTI ANCHE CINQUE SINDACI E DUE VICESINDACI
La “cricca” sarda: arrestate 21 persone
Incarichi professionali spartiti e bandi di gara ad hoc. Previsti clamorosi sviluppi
inque sindaci, due vicesindaci e altre 14
persone fra dirigenti di uffici tecnici comunali e progettisti, sono stati arrestati in
Sardegna con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla spartizione di incarichi
professionali, turbativa d'asta e corruzione. Un
terremoto destinato a lasciare segni profondi
anche sulla politica isolana (la maggior parte
degli indagati è vicina a Forza Italia o comunque
al centro-destra) e sui futuri assetti amministrativi.
In cella sono finiti il sindaco di Belvì, Rinaldo
Arangino; il vicesindaco e assessore ai lavori
pubblici del comune di Ortueri, Pietro Crobu;
la responsabile del servizio tecnico del comune
di Gadoni, Simona Vacca; il sindaco di Tonara,
Pierpaolo Sau; il sindaco di San Giovanni Suergiu,
C
Federico Palmas, e il responsabile del servizio
tecnico dello stesso comune Beniamino Pilia; il
vicesindaco di Villasalto, Francesco Cotza; Salvatore Paolo Pinna, di Desulo, rappresentante
della Essepi Engineering srl; Francesco Chessa,
rappresentante della Ediligica srl; Gian Paolo
Porcu, di Belvì.
Agli arresti domiciliari sono stati invece accompagnati il sindaco di Ortueri, Salvatore Casula;
il sindaco di Villasalto, Leonardo Usai; Salvatore
Ignazio Borto, consigliere provinciale di Nuoro
e alcuni professionisti del Cagliaritano.
Il gruppo si sarebbe spartito gli incarichi professionali di piccoli comuni nelle province di
Cagliari e Oristano e nella zona del Sulcis, per
un giro d’affari da quasi 1 milione di euro.
Ma la pur grossa operazione potrebbe essere
solo la punta dell’iceberg, come ha lasciato intendere il procuratore della Repubblica di
Oristano Andrea Padalino Morichini, durante la
conferenza stampa tenuta per illustrare le prime
fasi dell’inchiesta, nata da un esposto anonimo:
"E' un'indagine molto vasta che ci ha impegnato
oltre ogni limite". Nel mirino, secondo quanto riferisce la stampa sarda, ci sarebbero infatti
anche gli appalti per la realizzazione dei progetti
affidati alla "squadra" di professionisti che, secondo
l'accusa, faceva capo alla società Essepi Engineering dell'ingegnere Salvatore Paolo Pinna.
Nel corso dei primi interrogatori, anche se
alcuni degli indagati si sono avvalsi della facoltà
di non rispondere, gli inquirenti hanno contestato
Il procuratore Morichini
una serie di intercettazioni telefoniche mirate,
con tanto di frasi sulla spartizione di determinati
affari da parte della “cricca”, compresi i bandi
di gara ad hoc per la realizzazione di vari depuratori a servizio dei Comuni.
DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SUL CASO FRANCESE MA APPLICABILE ALTROVE
I gay non possono donare sangue
a Corte di giustizia Ue di Lussemburgo ha stabilito ieri che è
giustificata la legge francese, e
dunque la decisione potrebbe presto
avere ripercussioni anche negli altri
Paesi, che vieta agli uomini che abbiano
avuto rapporti omosessuali di donare
il loro sangue, in quanto a rischio di
trasmissione di Aids.
La Corte ha comunque ammesso che
questa disposizione può violare il diritto
alla non discriminazione per ragioni
di orientamento sessuale, e ha quindi
sottolineato che è necessario dimostrare
che il rischio di trasmissione di Aids o
di altre malattie gravi è effettivamente
maggiore per gli uomini omosessuali.
Solo in quest’ultimo caso infatti, sempre
secondo la Corte di Giustizia, si può
derogare dal diritto di non discriminazione. Secondo i dati a disposizione
L
delle autorità francesi, che sono però
parecchio datati e aggiornati al 2008,
gli uomini omosessuali sono di gran
lunga la categoria più colpita dall'Aids
in Francia a causa di rapporti sessuali
non protetti, si legge in un comunicato
stampa della Corte Ue. L'incidenza
della malattia tra gli uomini omosessuali
è di 200 volte superiore al tasso registrato nel resto della popolazione francese.
Considerando questi dati, le autorità
francesi impongono un divieto permanente di donare il sangue agli uomini che abbiano rapporti omosessuali. Tale divieto, alla luce di questi
dati, è considerato "giustificato" dai
giudici europei. La Corte ha comunque chiesto al giudice francese di
verificare i dati più recenti sull'incidenza dell'Aids in Francia, e di appurare se siano a disposizione tecniche più avanzate di individuazione
della malattia che possano garantire
in pieno la salute di coloro che ricevono trasfusioni di sangue, evitando
possibili discriminazioni a scapito dei
donatori.
Come detto, questa decisione potrebbe
ora segnare anche altri Paesi e di
sicuro dare la stura ad altre polemiche,
soprattutto da parte della sempre più
potente lobby gay.
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Giovedì 30 aprile 2015
ATTUALITA’
IL DUPLICE INCONTRO AD ARCORE CON MURDOCH E MR.BEE
Mediaset e Milan, pressing su Berlusconi
Il tycoon australiano vuole comprare Premium e aggiudicarsi i diritti tv della Champions,
la trattativa è complicata. Offerta al ribasso del thailandese per il club, negoziazioni serrate
di Federico Colosimo
on solo la cessione della
stragrande maggioranza
delle quote del Milan, con
la trattativa con il magnate
thailandese Bee Taechaubol che ieri è entrata definitivamente
nel vivo. Novità importanti pure per
il futuro di Mediaset e i diritti tv
della Champions League.
Agenda pienissima per Silvio Berlusconi, che ad Arcore nei giorni
scorsi ha incontrato Rupert Murdoch.
Era già successo in passato ma ora
dopo anni di concorrenza tra Sky e
il Biscione, il magnate australiano
ha bussato nuovamente alla porta
dell’ex Cav. Per evitare che Mediaset
finisca nelle mani del colosso francese Vivendi, controllato dal finanziere bretone Vincent Bollorè, già
primo azionista in pectore di Telecom Italia.
Il numero uno di 21st Century Fox
avrebbe proposto al leader di Forza
Italia la fusione tra le attività italiane
di Sky e la pay tv del Biscione. A
spingere verso una trattativa tra i 2
storici avversari, c’è però soprattutto
la gestione dei contenuti sportivi
con Mediaset che s’è aggiudicata
l’esclusiva per la Champions League
nelle prossime 3 stagioni. Un’operazione faraonica da 700 milioni che
non sembra proprio essere andata
giù al tycoon australiano, che adesso
N
Pier Silvio Berlusconi con il magnate Murdoch
propone un’alleanza storica. Che
secondo gli analisti di Mediobanca
porterebbe benefici ad entrambi i
gruppi.
Un faccia a faccia che riporta alla
mente quel clamoroso benservito
che 17 anni fa Berlusconi rifilò a
Murdoch, non ancora presente nel
mercato televisivo, che aveva messo
sul piatto ben 7.000 miliardi per rilevare dalla Fininvest il controllo di
Mediaset, quotata in Borsa nel 1996.
Un rifiuto dettato da “ragioni di cuore”, anche per tutelare i suoi figli
che già si erano integrati alla perfezione all’interno dell’azienda. A distanza di un’epoca, il magnate ci riprova. Ma rischia di rimanere ancora
a bocca asciutta. Perché, assicura
Pier Silvio Berlusconi (che ha confermato le indiscrezioni sull’incontro
non più segreto avvenuto ad Arcore
dopo una prima smentita da parte
della società), Premium “non è in
vendita. Ma resta aperta a nuovi
soci di minoranza”. Difficile che la
trattativa vada in porto. Tant’è, la
sensazione è che sulla “partita” dei
diritti tv della Champions, qualcosa
cambierà. Quella che Murdoch sta
riservando a Berlusconi è una marcatura asfissiante. Un pressing costante che potrebbe provocare un
compromesso.
Ieri pomeriggio c’è stato intanto il
fatidico faccia a faccia tra il presidente del Milan e Mr.Bee a villa di
San Martino. Con l’imprenditore
thailandese che avrebbe formulato
un’offerta più bassa rispetto ai 500
milioni ipotizzati nei giorni scorsi
per l’acquisizione del 60% del pacchetto azionario. Fumata grigia,
con il patron dei rossoneri che continua a comandare le redini dell’incontro ed intende giocare al
rialzo. Forte anche dell’interesse
di una cordata cinese guidata da
Richard Lee, che a quanto pare è
ancora in pole position per l’acquisizione del Milan. Ore cruciali
per Berlusconi, in palio il futuro.
Della sua squadra del cuore e di
Mediaset. I due diamanti più preziosi nelle mani del Caimano.
“FAVORI IN CARCERE”, NUOVO ORDINE DI ARRESTO PER L’EX SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA
Altra bufera giudiziaria per Cosentino
Nei guai anche la moglie, il cognato e un agente penitenziario,
tutti accusati di concorso in corruzione – Dagli abiti al cibo passando
per la musica, a Secondigliano non gli facevano mancare nulla
di Marcello Calvo
S
i aggrava la già delicata posizione
di Nicola Cosentino. Nuova ordinanza
di custodia cautelare nei suoi confronti, della moglie Marisa Esposito, del
cognato Giuseppe e di un agente penitenziario, Umberto Vitale. E un’altra accusa
pesante: concorso in corruzione per atti
contrari ai doveri di ufficio.
Ecco gli effetti della perquisizione scattata
nel carcere di Secondigliano il 21 marzo
scorso. Dove furono trovati, all’interno di
quella che era la cella dell’ex sottosegretario all’Economia, decine di oggetti non
consentiti dal regolamento carcerario. Trasferito di recente nel penitenziario di Terni,
l’ex leader del Pdl in Campania è finito
sotto inchiesta per presunti rapporti con
agenti della polizia penitenziaria che gli
avrebbero permesso di ottenere trattamenti
di favore durante la sua detenzione. Che
per la procura di Napoli sarebbero stati
illecitamente remunerati attraverso somme
di denaro o assunzioni di parenti. Con i
secondini che secondo l’accusa facevano
arrivare a Cosentino (finito dentro il 3
aprile 2014) messaggi dai suoi familiari o
comunque provenienti dal mondo esterno.
E ancora, gli recapitavano “beni e utilità
varie, contravvenendo a quanto imposto
dalla normativa carceraria. Consentendogli
inoltre di girare liberamente nell’istituto
penitenziario anche durante la notte”.
Per gli inquirenti era il cognato Giuseppe
Esposito a fare in modo che venissero
soddisfatte tutte le sue esigenze. Dagli
abiti al cibo: insalata di mare, culatello,
mozzarella e babà. A quanto pare non gli
faceva mancava nulla. Neanche carne di
prima scelta per una festa che si sarebbe
celebrata in carcere agli inizi di agosto
2014. Tantomeno un Ipod, strumento vietato. La convinzione degli investigatori è
che Cosentino avesse addirittura rapporti
con l’esterno. Un altro terremoto giudiziario
per l’ex vice ministro, dentro da oltre un
anno, accusato per gli affari di famiglia e
rapporti con il clan dei Casalesi. Che
arriva puntuale, come un orologio svizzero,
a ridosso dell’udienza che si celebrerà
questa mattina a Santa Maria Capua Vetere.
Dove si celebra il processo su camorra,
politici e rifiuti. Che annovera tra gli imputati
proprio un eccellente come Cosentino.
Uno tsunami che travolge sua moglie Marisa, per cui è stato disposto l’obbligo di
dimora nel comune di Caserta. Tradotto,
non potrà più recarsi a Terni a trovare suo
marito, almeno fino a che non le verrà revocata la misura restrittiva. Anche lei, come
i suoi stretti parenti, è accusata di concorso
in corruzione di pubblico ufficiale. Con
una intercettazione telefonica captata dagli
inquirenti in cui chiede a suo fratello, che
ha appena incontrato l’agente Vitale, se
gli avesse consegnato la “mazzetta che ti
ho dato”.
Dalla Campania alla Calabria. Voto di
scambio con l’aggravante del metodo
mafioso, in manette l’ex consigliere regionale Santi Zappalà, già condannato in
via definitiva a 2 anni e 8 mesi di galera
per corruzione elettorale. Che per assicurarsi sostegno alla Regionali del 2010
avrebbe consegnato 400 mila euro alla
‘ndrangheta. Ben 100.000 bigliettoni sarebbero finiti nelle casse della cosca Pelle,
con gli altri “piccioli” a disposizione dei
boss di San Luca per rastrellare preferenze.
Manette ai polsi pure per altri 4 soggetti,
tra cui il boss Giuseppe Pelle.
REGIONALI E UNITÀ DEL CENTRODESTRA
Puglia: FdI lancia l’ultimo
appello alla Poli Bortone
a direzione nazionale di FdiAn ha approvato
ieri le liste per le
prossime elezioni regionali e, in particolare per quanto concerne la Puglia, ha
confermato l'appoggio a Francesco Schittulli. Il partito ha,
però, rinnovato il suo
appello all'unità del centrodestra e ad Adriana Poli
Bortone, candidata con Forza Italia.
"Nel quadro della costante
linea politica di Fdi -si legge nel documento varato
dalla direzione- che antepone ad ogni altra valutazione la concreta possibilità di battere la sinistra
nelle regioni al voto, si rinnova l'appello ormai ultimativo a Forza Italia a ricomporre le proprie fila,
per poter convergere tutti,
sia pure in extremis, su
una candidatura unitaria
di centrodestra capace di
competere e battere Emi-
L
liano. In mancanza, resta
fermo e deciso il nostro
appoggio al candidato presidente Francesco Schittulli, in base all'impegno
che avevamo giá pubblicamente assunto insieme
alla stessa Adriana Poli
Bortone e a Forza Italia".
Al riguardo "si rinnova l'invito all'onorevole Adriana
Poli Bortone ad aderire alle
valutazioni della Direzione
nazionale del partito e, in
ogni caso, di non prestarsi
ad operazioni che finirebbero con l'apparire ed essere divisive e nocive per
Fratelli d'Italia", conclude
la nota del partito.
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Giovedì 30 aprile 2015
ATTUALITA’
A UN ANNO DALLA PARTENZA DEL PROGETTO I RISULTATI SONO A DIR POCO DESOLANTI
Altro che Garanzia per i giovani:
trattasi di fregatura, all’italiana
Più della metà degli iscritti è ancora in attesa di effettuare il primo colloquio - È con questa “novità
straordinaria” che Poletti e Renzi pensavano di risolvere il problema della disoccupazione giovanile
di Marcello Calvo
i chiama European Youth
Guarantee. Tradotto, Garanzia per i giovani. Un
progetto di respiro europeo, rivolto a quei paesi
con una percentuale di ragazzi
senza lavoro superiore al 25% (in
Italia è al 42,6%) su cui Bruxelles
ha “investito” 6 miliardi di euro:
1,5 per il nostro Paese. Fondi che
il ministero del Lavoro ha di fatto
delegato nella sua gestione alle
singole Regioni, in base al tasso
di disoccupazione delle diverse
aree geografiche. Con il responsabile del Welfare che un anno fa
bollava il progetto come una “novità
straordinaria” con “un bacino di
giovani che nell’arco dei 24 mesi
riceveranno un’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro”.
Tant’è, questa “fantastica” invenzione domani spegnerà la sua prima candelina. I risultati? Desolanti.
A un anno di distanza dal lancio
del programma sono tantissime le
ombre e pochissime le luci di un
percorso che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto offrire un’opportunità ai circa 2 milioni di giovani italiani senza impiego o appena usciti da università e scuole.
Con oltre il 60% delle risorse messe in campo, il pericolo è che quel
tesoretto messo a disposizione dei
S
ragazzi vada sprecato.
Non arrivano neanche a 70.000 gli
iscritti a Youth Guarantee ai quali è
stata proposta un’occasione. E su
un totale di 530 mila registrati, più
della metà è ancora in attesa di ef-
fettuare il colloquio conoscitivo in
agenzie o centri per impiego.
Cronaca di un flop annunciato per
uno dei tanti cavalli di battaglia su
cui il premier Matteo Renzi ha improntato la sua campagna politica.
Altro che innovazione, trattasi di
autentico fallimento. Con l’esecutivo
che ha commesso il grossolano errore di creare false aspettative nei
“Neet” di un possibile lavoro. Senza
la minima possibilità che questo
SCIOPERO A OLTRANZA DEI DIPENDENTI DELLA SOCIETÀ CHE GESTISCE I PIÙ IMPORTANTI SERVIZI
Crocetta mette in ginocchio la Sicilia
E nel bilancio mancano soldi per mandare avanti gli aeroporti di Trapani e Comiso
uove grane per il governatore siciliano Rosario
Crocetta, con i dipendenti
della società Sicilia e-Servizi
che hanno proclamato uno sciopero ad oltranza, rischiando di
fatto di paralizzare l’intera regione A rischio paralisi la Regione. I lavoratori chiedono ai
deputati dell'Ars di non approvare il comma 3 dell'articolo
55 della Finanziaria regionale
che causerebbe "danni gravi e
irreversibili al funzionamento
della Pubblica Amministrazione
Regionale ed ai servizi da essa
erogati ai cittadini oltre alle ricadute in termini economici dovuti al danno all’erario causato
e di affrontare in maniera risolutiva il completamento del processo di 'popolamento' di Sicilia
e-Servizi". L'articolo contestato
prevede, nella fattispecie: "Al
fine di provvedere alla sostituzione del personale a tempo
determinato impiegato dalla società in house Sicilia e-Servizi, i
dipendenti regionali in possesso
di specifiche competenze tecnico- informatiche, correlate alle
attività della società, già assegnati
all'Ufficio, possono essere uti-
N
lizzati in assegnazione temporanea, ai sensi dei vigenti contratti
collettivi regionali di lavoro, dalla
società in house Sicilia e-Servizi,
in base al fabbisogno dalla stessa
rilevato".
I dipendenti della Sicilia e Servizi
non ci stanno e in una lettera affermano: "Con spirito di appartenenza e di cittadinanza e nel
rispetto della nostra identità regionale, ci preme segnalare che
a seguito del proclamato sciopero (e nel futuro nella sciagurata
ipotesi in cui venga approvato
il suddetto articolo) non sarà
più garantita la corretta fruizione
di servizi e attività a favore delle
imprese e dei cittadini siciliani".
Tra questi la gestione informatica
del Bilancio regionale, la contabilità economica e finanziaria,
la gestione economica del personale Regionale e relativa erogazione degli emolumenti.
Intanto un’altra polemica è scoppiata non appena ieri l'assessore
regionale al Bilanci, Alessandro
Baccei, ha annunciato durante
il suo intervento che mancano
all'appello "dai 15 ai 20 milioni
di euro" per attuare alcune ri-
forme, fondi che verrebbero a
mancare soprattutto agli aeroporti di Comiso e Trapani e per
il reddito minimo per due province, e in aula scoppia la polemica. I deputati Giuseppe Digiacomo (Pd), Mimmo Turano
(Udc) e Giorgio Assenza (Fi),
sono intervenuti subito chiedendo al governo di trovare
"subito le risorse per gli scali".
La somma per i due scali si aggira sui 2 milioni di euro. Al
momento l'emendamento per
il finanziamento è stato stralciato
dalla manovra.
potesse realmente accadere.
E gli annunci messi in vetrina dalle
principali agenzie per il lavoro
come Manpower, Adecco e Randstad parlano di stage per addetti
alle pulizie o tirocinio come muratore. E ancora, si cercano “spazzini con esperienza pregressa nel
settore”. Mansioni umili, certamente appetibili in tempo di crisi.
Con gli “inviti” che dovrebbero
essere rivolti a giovani in cerca
della prima occupazione. Mentre,
almeno nelle intenzioni, tutto questo non avviene.
Il nostro esecutivo ancora una volta
s’è fatto fregare dalle frottole dell’Unione Europea. Che in un continente come quello europeo ha
pensato di risolvere l’annoso problema della disoccupazione giovanile mettendo a disposizione risorse ridicole.
E adesso c’è chi parla addirittura
di “truffa” e chi, invece, propone
di cambiare nome al progetto.
Dandogli quella che ad oggi rappresenta forse la giusta etichetta:
“Precarietà garantita”.
Ecco l’ennesima fregatura rifilataci
da Bruxelles. Un labirinto burocratico che non conduce da nessuna parte. Se non verso il baratro.
Insomma, un disastro totale. Su
tutta la linea. Un problema di nome.
Ma non solo. L’ennesima fregatura.
All’italiana. O meglio, renziana.
INCREDIBILE SORTITA SULL’ISOLA CHE FRANA
E Rosario adesso si crede
addirittura San Paolo…
ermate Rosario
Crocetta, il governatore siciliano che, nel suo delirio d’onnipotenza,
si crede San Paolo,
anche se facciamo
difficoltà a vederlo
nella caravaggesca
caduta da cavallo e
ancor più nella relativa conversione, almeno politica e amministrativa…
L’accostamento all’uomo di Tarso il ‘modesto’
Crocetta lo ha fatto ieri, in una delle giornate in
realtà più funeste per la Sicilia: spaccata in due a
causa di una frana sulla Palermo-Catania, e questo
non è neppure l’unico problema per la viabilità
dell’isola, Crocetta ha inaugurato il collegamento
con un nuovo treno tra le due città, notoriamente
distanti anni luce via ferrovia.
E proprio a bordo del ‘minuetto’, Crocetta ha affermato che "San Paolo diceva che qualche volta
dal male nasce il bene. Questo è uno di quei casi,
il potenziamento delle ferrovie”.
Un po’ tutti, ad iniziare dai sindacati, hanno ricordato al presidente che in realtà si poteva e doveva
metter mano prima alle disastrate ferrovie isolane.
Ma per Crocetta va bene così e parla addirittura
di “conquista per la Sicilia”.
Chissà se la stessa cosa pensano, ad esempio, gli
autotrasportatori siciliani o provenienti dal ‘continente’ e che su un treno minuetto difficilmente
riusciranno a salire.
F
5
Giovedì 30 aprile 2015
ESTERI
IL LEADER DELLA COMMISSIONE UE DENUNCIA: ITALIA LASCIATA SOLA, INTERVENGANO TUTTI GLI STATI MEMBRI
Juncker:“Un errore interrompere Mare Nostrum”
Il presidente del Consiglio Europeo, Task, rilancia la proposta di distruggere i barconi
di Emma Moriconi
Dal Consiglio Ue risposte immediate
ma insufficienti. Se
si chiudono le porte,
è chiaro che la gente entra per la finestra: dobbiamo lavorare a fondo per
aprire le porte e agire sull'immigrazione in regola. L'Europa deve fare la sua parte
con azioni di solidarietà condivisa", così il Presidente della
Commissione Ue Jean Claude
Juncker alla plenaria di Strasburgo dedicata alle migrazioni. E ancora: "è stato un
grave errore interrompere
Mare Nostrum, ha provocato
gravi perdite di vite umane.
Triplicare Triton è stato solo
un ritorno alla norma, anormale è stato lasciare sola l'Italia". E poi ha contestato la volontarietà dell'accoglienza: "è
necessario - ha detto - che
la nuova strategia dell'Europa
sull'immigrazione preveda un
meccanismo di quote che
vada al di là della volontarietà". Prima di lui il presidente
del Consiglio Ue Donald Task
aveva detto: "è necessario lottare
contro i trafficanti e distruggere i
barconi agendo secondo il diritto
internazionale. Ma il modo migliore
per salvare le vite è fare un modo
che quelle persone non salgano mai
su quelle imbarcazioni. Da qui la
necessità di aiutare i Paesi d'origine
“
a controllare le frontiere". In casa
nostra le reazioni non si sono fatte
attendere. Matteo Salvini ha attaccato:
"Presidente Junker, per quanto tempo
ancora intende finanziare gli scafisti?
Provo vergogna per chi come lei
sta affamando 500 milioni di europei
e vuole aprire le porte agli africani.
Ma chi la paga?". In aula, il leader
dell'Ukip Nigel Farage ha invitato a
seguire l'esempio australiano: "Se
diamo l'impressione che faremo entrare tutti, stiamo andando contro il
muro. Non possiamo accettare milioni di migranti. Il pericolo degli
estremisti dell'Isis è reale. È una
NIENTE SOCCORSI, POPOLAZIONE DISPERATA A CINQUE GIORNI DAL SISMA
Nepal ancora sotto le macerie
Rintracciati altri 5 italiani, ma all’appello ne mancano altrettanti
di Rita Di Rosa
ono passati già cinque giorni dal tremendo terremoto
che ha sconvolto il Nepal,
ma i soccorsi sono sempre carenti e la popolazione inizia a
protestare con veemenza. Sempre provvisorio il bilancio delle
vittime: finora sono stati contati
oltre 5mila morti, ma il numero
potrebbe addirittura raddoppiare
quando tutti i villaggi saranno
stati raggiunti.
Intanto sono ancora 5 gli italiani
irrintracciabili in Nepal. La Farnesina in queste ultime è infatti
riuscita ad entrare in contatto
con altri 5 connazionali, mentre
non si hanno ancora notizie di
altri cinque. Ieri comunque i
primi italiani bloccati in Nepal
stanno sono rientrati a casa dall’aeroporto di Kathmandu, grazie
ad alcuni voli commerciali messi
a disposizione dalla Farnesina.
Dicevamo però delle proteste
della popolazione, oramai allo
stremo: ieri centinaia di persone
hanno bloccato il traffico a Kathmandu proprio in segno di
protesta, in particolare contro
la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione.
I dimostranti hanno accusato il
governo di non fare abbastanza
S
e hanno sfidato la polizia, ci
sono stati anche scontri. In particolare, g li sfollati del distretto
nepalese di Dolakha, disperati
per non aver ricevuto aiuti dopo
il terremoto di sabato scorso,
hanno appiccato il fuoco agli
uffici distrettuali, come riferito
da un quotidiano online nepalese,
secondo il quale i sopravvissuti
accusano gli amministratori di
non aver distribuito nessun genere di prima necessità. Anche
il responsabile del distretto ha
confermato che il ministero degli
Interni non ha ancora mandato
nulla. Un altro capo di distretto
è invece fuggito, preoccupato
per le proteste della gente. Intanto
migliaia di persone nella capitale
stanno prendendo d'assalto le
stazioni degli autobus per cercare
tornare nei villaggi di origine.
In Nepal ci sono anche almeno
tremila feriti e ben 8 milioni di
persone bisognose di assistenza
umanitaria, come rende noto
Agire, il network di ong italiane,
ripreso dall’Ansa. Un cargo aereo
contenente tende, ricoveri, coperte, potabilizzatori e serbatoi
per l'acqua, messo a disposizione
dal Ministero degli Affari Esteri,
è partito ieri dall’Italia.
minaccia alla nostra civiltà". Una
bozza di risoluzione siglata congiuntamente da gruppo popolare,
socialista e liberale chiede ora alla
Commissione di stabilire quote obbligatorie da assegnare ai singoli
Stati membri, al fine di distribuire
equamente i richiedenti asilo, parla
di "fare pieno uso delle opzioni già esistenti per concedere visti umanitari" e di
"considerare seriamente
l'ipotesi di utilizzare la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea". Il vertice
Ue della scorsa settimana
aveva stabilito di portare a
120 milioni di euro il finanziamento annuo dell'operazione Triton e di "riportarlo
ai livelli di Mare Nostrum" e
nella seduta di ieri il presidente dell'esecutivo Ue ha
sottolineato come "l'italia da
sola ha finanziato l'operazione Mare Nostrum mentre
ora saranno il budget europeo e i contributi di tutti a
finanziare Triton". Ha parlato
di "ritorno alla normalità,
perché non è normale lasciare alla sola responsabilità
dell'Italia il finanziamento di
mare Nostrum".
L'alto rappresentante Ue negli
Stati Uniti Mogherini ha detto
che "ogni decisione sarà presa
nel rispetto delle leggi internazionali, in collaborazione
con Onu e autorità libiche" e
che "l'Unione europea sta lavorando rapidamente per dare una
risposta, questo non vuol dire - aggiunge però - che agiremo in pochi
giorni". Secondo la Mogherini non
basta l'uso della forza ma una operazione di polizia sarà utile per fermare i trafficanti, è una delle proposte
che presenterà agli Stati membri.
IL MINISTRO DELLE FINANZE VAROUFAKIS AGGREDITO CON LA MOGLIE
Tramonta il sogno greco
l ministro delle Finanze greco
Yanis Varoufakis è stato aggredito in un ristorante di
Atene, dove si trovava con la
moglie. La violenta aggressione
sarebbe opera di un gruppo di
anarchici e la dice lunga sul clima che si respira in Grecia e
sul sostanziale fallimento della
‘nuova’ sinistra di Tsipras, che
tanti fans ha trovato pure in
Italia. Il ristorante dove il ministro si trovava con la moglie
Danae Stratou, nel quartiere
ateniese di Exarchia, è abbastanza conosciuto per essere
frequentato da estremisti di sinistra e anarchici. Gli aggressori
arrivavano comunque dall’esterno: un gruppo di persone con
il volto coperto è entrato nel locale e ha iniziato a lanciare bicchieri intimando al politico e
alla moglie di andarsene. Varoufakis, secondo l’agenzia Reuters, ha raccontato che a impedire che fosse colpito è stata
proprio la moglie, che lo ha abbracciato: “Hanno cercato per
qualche secondo di raggiungermi senza colpire lei, ma poi
si sono ritirati velocemente continuando con le loro invettive e
minacce”.
Il gruppo ha comunque atteso
il ministro fuori dal ristorante,
dove c’è stata una discussione
a dir poco vivace: “Ho iniziato
I
un dialogo con loro, dicendo
che volevo ascoltarli, anche se
avesse significato essere colpito.
Dopo 15 minuti gli animi si sono
calmati e ce ne siamo andati
con la moto indisturbati. Non è
stato un episodio organizzato –
ha detto ancora il ministro - né
un tassello della politica di degradazione nei miei confronti in
corso in questi giorni. Ma mi
importa dire una cosa: per quanta paura e ribrezzo provochi
l’uso della violenza, la risposta
all’aggressività di questa gente
non può essere né la ritirata né
l’uso della repressione”.
Varoufakis ha così fatto implicito
riferimento alle forti critiche ricevute dall’Eurogruppo (come
noto sarebbero volate anche
parole grosse sulle ‘capacità’
del ministro chiamato a raddrizzare i conti greci), un momento assai negativo per il politico che pure era partito tra
squilli di tromba e studi americani, tanto che il premier Tsipras
in queste ultime ore lo ha di
fatto commissariato con altri
uomini a lui ritenuti assai più
vicini.
6
Giovedì 30 aprile 2015
STORIA
LA BELLA SCUOLA. DI MUSSOLINI / 4
Scuola, Gil e Guf: uno strumento unitario
“L’istruzione diventa Vita, essendo come questa: lavoro, lotta, conquista”
“Modella e tempra il carattere e perciò forma l’uomo nello spirito e nei muscoli”
di Emma Moriconi
a scuola è l'eterna formatrice
dell'uomo, dell'operaio, del lavoratore, del dirigente, del tecnico - diceva Giuseppe Bottai
nel discorso al Convegno dell'Istruzione Media Tecnica di Vicenza il 30 maggio 1938 Chiudiamo questo convegno senza perorazioni. Con quella serietà con cui si deve
vivere nella Scuola, che è una cosa seria. La
Scuola, dalla quale veniamo, che è la radice
prima della nostra vita. Di questa vita, che
viviamo tanto più seriamente, quanto più
seriamente abbiamo vissuto la Scuola".
Galdenzi nel suo resoconto evidenzia anche
un altro passaggio essenziale di Bottai, reso
commentando la 30ma dichiarazione della
"Carta del Lavoro": "La tutela del lavoro
deve esplicarsi anche nel perfezionamento
del lavoro: non si tratta di dare alla Nazione
operai solamente ben pagati, ma anche
operai sempre più bravi e redditizi. E ciò
specialmente in Italia, che le sue uniche
materie prime deve cercarsi nei depositi
di energie della propria razza e che potrà
lottare e vincere la grande guerra economica
del secolo volgente con l'elevare al massimo
grado il rendimento del lavoro dei propri
figli".
Passiamo così alla II Dichiarazione: "Nell'ordine fascista età scolastica ed età politica
coincidono. Scuola, G.I.L. e G.U.F. formano
insieme uno strumento unitario di educazione fascista. L'obbligo di frequentarle costituisce il servizio scolastico, che impegna
i cittadini dalla prima età ai ventun'anni.
Tale servizio consiste nella frequenza, dal
quarto al quattordicesimo anno, della Scuola
e della G.I.L., e continua in questa fino ai
ventun'anni anche per chi non seguita gli
studi. Gli studenti universitari devono far
parte del G.U.F.. un libretto personale, da
collegarsi opportunamente al libretto di lavoro, attesta il compiuto servizio scolastico,
anche ai fini della valutazione individuale
negli impieghi e nel lavoro". In nota Galdenzi
chiarisce: "Bisogna tener presenti le dichiarazioni I e II della 'Carta del Lavoro' e la
legge del 10 gennaio 1935, per cui il lavo-
“L
Giuseppe Bottai
ratore entra nello Stato da soggetto vivo,
operante, produttore, costruttore e quindi
con la coscienza, che il lavoro dev'essere
sentito come 'dovere sociale', nel quale si
sagoma e si esplica la sua personalità. Da
questi due elementi intimamente fusi: 'il lavoratore, soggetto produttore, costruttore'
e 'il lavoro, dovere sociale', scaturisce la
forza dello Stato: 'unità morale, politica ed
economica'. Su questo piano unitario - dice
ancora - s'incontrano la Carta del Lavoro e
la carta della Scuola: con il 'lavoro - dovere
- sociale' e il 'servizio scolastico', che vengono
documentati con il 'libretto del lavoro' e il
'libretto scolastico': ruolino di marcia dell'individuo produttore, perché lo Stato sappia
ciò che può da lui richiedere, quanto e
come, e di conseguenza ne tuteli i diritti".
La riflessione di Galdenzi è profonda: "Così
- dice - la deprecata distinzione tra Scuola e
Vita viene eliminata, perché la Scuola
diventa Vita, essendo come questa:
lavoro, lotta, conquista. Il 'servizio
scolastico', e quindi il 'libretto del
servizio scolastico' racchiude un'essenza creatrice di portata rivoluzionaria: a) non permette di poter eludere l'adempimento del primo e sacrosanto dovere: la conquista, la rivelazione di sé a se stesso, la conoscenza della propria missione nella
vita, poiché fin dall'età scolastica vengono fissati i valori di partenza - capacità, attitudini, meriti, diritti -; b)
modella e tempra il carattere e perciò
forma l'uomo nello spirito e nei muscoli, con i segni di combattimento
sostenuti, con i servizi delle vittorie
riportate; c) fonde i due momenti,
senza soluzione di continuità, del processo educativo: Scuola e G.I.L.".
Galdenzi è talmente accurato nel
commento, e talmente profondo, che
è difficile aggiungere altro.Vale giusto
la pena di ricordare, come facciamo
spesso, che siamo negli anni Trenta:
contestualizzare è d'obbligo, comprendere cioè come la società in quel
tempo fosse diversa dall'attuale, profondamente difforme in termini culturali. Per questo occorre valutare
con la giusta attenzione le parole di
Galdenzi, conoscitore del fenomeno
scuola e della società del tempo, che
parla di vera e propria rivoluzione.
Proseguiamo: "Servizio scolastico e
non obbligo scolastico, poiché il servizio scolastico sintetizza in sé due
imperativi: l'uno che rampolla dall'interni del proprio io, fatto di sete
di conoscenza, di bisogno di affermazione
e si tramuta nella forza di un dovere, al
quale non si sfugge; l'altro che persuade,
costringe e controlla, agendo dall'esterno
con l'azione dello Stato, della Patria, poiché
ciò che è sacro per la Patria, è necessario
per l'individuo e viene perciò imposto con
sanzioni inevitabili e improcrastinabili, postula
diritti, che lo Stato non può ignorare, non
può non tutelare".
“Andare verso il popolo”, in virtù
di “una più alta giustizia sociale”
“Traducendo in bella realtà il principio mussoliniano che gli uomini non sono uguali
soltanto davanti alla legge, ma sono uguali soprattutto di fronte al lavoro”
ccoci giunti alla III Dichiarazione: "Lo studio ordinato
secondo le effettive possibilità intellettuali e fisiche dei
giovani, mira alla loro formazione
morale e culturale, e in armonia
con le finalità educative della G.I.L.,
alla loro preparazione politica e
guerriera. L'accesso agli studi e il
loro proseguimento sono regolati
esclusivamente dal criterio della
capacità e delle attitudini dimostrate.
I collegi di Stato garantiscono la
continuazione degli studi ai giovani
capaci, ma non abbienti".
Ed ecco, a seguire, il commento
di Galdenzi: "Lo studio è concepito
come 'formazione di maturità',
non come mezzo per impossessarsi di un bagaglio di cognizioni
E
rivolte alla conquista di un diploma,
di una laurea o di un posto qualsiasi. Lo studio non potrà più
essere governato dalla 'casualità'
ma dalla capacità e dalle attitudini,
che, di anno in anno, sotto l'osservazione vigile ed amorosa degli
insegnanti, si rivelarono con segni
certi di riconoscimento nel 'libretto
scolastico'. Conseguentemente,
'capacità e attitudini' costituiranno
il criterio unico discriminativo per
'l'accesso agli studi e per il loro
perseguimento'. I non abbienti saranno accolti nei 'collegi di Stato',
che attueranno la norma di 'andare
verso il popolo', in virtù di 'una
più alta giustizia sociale', annullando
le distanze sociali derivanti dalla
fortuna e non dal merito: tradu-
cendo in bella realtà il principio
'mussoliniano' che 'gli uomini non
sono uguali soltanto davanti alla
legge, ma sono uguali soprattutto
di fronte al lavoro': meta d'arrivo,
che illumina, guida e disciplina
tutto l' 'ordine nuovo instaurato
dall'Era Fascista".
Eccoci alla IV Dichiarazione.
"L'educazione fisica, attuata nella
scuola dalla G.I.L., asseconda e
favorisce procedendo per gradi,
le leggi della crescenza e del consolidamento fisico in uno col progresso psichico. La tecnica degli
esercizi tende ad ottenere armonia
di sviluppo, validità d'addestramento, elevazione, fiducia in sé,
alto senso della disciplina e del
dovere. Nell'ordine universitario
i G.U.F. provvedono all'addestramento sportivo e militare dei giovani". È ben nota l'attenzione del
Fascismo per la preparazione atletica dei giovani, lo sport durante
il Ventennio, emulando per molti
aspetti i principi di Roma, assume
una rilevanza eccezionale. Ecco
il commento di Galdenzi: "L'educazione fisica non è completamento delle altre discipline: concorre alla formazione del carattere,
all'educazione della coscienza,
allo sviluppo armonico delle attitudini culturali e fisiche del giovane, rafforza la volontà, sveglia
e tempra il coraggio. Il noto adagio: 'mens sana in corpo sano'
non resterà più allo stato di motto
di erudizione classica, ma avrà la
sua rispondenza nella realtà con
enorme giovamento dei giovani,
delle famiglie, della Nazione, perché creerà quella serena fiducia
negli aspetti della vita derivante
dalla balda sicurezza della vigoria
del corpo, che sveglia un sano
senso di euforia, che colora d'un
sorriso cose e azioni".
[email protected]
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Giovedì 30 aprile 2015
DAGOSPIA LANCIA L’INDISCREZIONE DI UNA CENA
CON LA STAMPA “CHE CONTA”
Una mangiata...
con Zingaretti
DA ROMA E DAL LAZIO
I FATTI RISALGONO ALL’AGGUATO DEL 3 LUGLIO DELLO SCORSO ANNO. I DUE DOVRANNO RISARCIRE I FAMILIARI
Omicidio Fanella, vent’anni
di carcere per Giuliani e La Rosa
Imputato anche Giovanni Ceniti, che rimase ferito nella sparatoria
l gup Luciano Imperiali
non ha avuto dubbi: venti
anni di carcere. E’ questa
la pena stabilita, in abbreviata, per Egidio Giuliani
e Giuseppe La Rosa, a processo per l’omicidio di Silvio
Fanella, considerato il cassiere
dell’imprenditore Gennaro
Mokbel. I fatti risalgono al 3
luglio dello scorso anno, quando un commando uccise Fanella. Imputato per quel delitto
anche Giovanni Ceniti, rimasto
ferito e abbandonato in mezzo
alla strada mentre gli altri due
fuggivano dopo l’agguato, attualmente in giudizio davanti
alla Corte d’Assise.
Giuliani e La Rosa, accusati di
tentato sequestro e omicidio,
dovranno inoltre risarcire i familiari della vittima con una
provvisionale di 100 mila euro,
come richiesto dai pubblici
ministeri Paolo Ielo e Giuseppe
Cascini.
I tre sarebbero arrivati da Milano in treno una settimana
prima dell’agguato e avrebbero alloggiato in un bed &
breakfast della Capitale. Gli
investigatori li hanno individuati
grazie alla scheda telefonica
trovata nelle tasche di Ceniti.
Attraverso la sim, infatti, sono
stati rintracciati i numeri dei
due presunti assassini.
I
ompagni… che mangiata! Gli industriali
apparecchiano l’Expo
assieme al governatore del
Lazio, Nicola Zingaretti, nel
ristorante più costoso della
Capitale, a “La Pergola” del
Rome Cavalieri Waldorf
Astoria, in via Cadlolo. Motivo? La presentazione di un
video sull’evento mondiale
prossimamente in scena a
Milano. Una notizia rilanciata
sul web da Dagospia.com,
rimbalzata da un social network a un altro.
Una cenetta in compagnia,
come da tradizione “rossa”.
E sulle note di “Aggiungi
un posto a tavola” non poteva mancare anche la grande stampa a seguito del presidente della Regione Lazio,
che da sempre gode della
stima e, come dimostratosi,
della fiducia incondizionata
C
di molti cronisti. Ovviamente, nulla a vedere con le beghe e le indagini della magistratura su alcune questioni bollenti di via Cristoforo Colombo e della Pisana. Eppure ce ne sarebbe
da dire. Ma ben altre tematiche avranno animato la serata, accompagnata dalle
delizie dello chef e dal vino
eccellente, punti cardine del
famoso ristorante romano.
Andiamo al dunque. In cima
a tutti, sempre secondo
quanto riporta Dagospia, il
capo della cronaca di Roma
di Repubblica, Peppe Cerasa. Ma il governatore si
sa, ha amici un po’ ovunque.
Come Fabrizio Forquet del
Sole 24 ore. E, per non farsi
mancare niente, anche un
po’ di tv, con Giuseppe De
Filippi del Tg5.
Alla vostra!
Ci sarebbero anche le immagini riprese dalle telecamere
delle stazioni ferroviarie di Milano, Torino e Roma che mostrano la partenza dei tre e
l’arrivo nella Capitale, nonché
le impronte digitali rinvenute
sui documenti falsi della Guardia di Finanza mostrati a Fanella
come scusa per entrare nell’abitazione.
Il 3 luglio, quindi, i tre avrebbero raggiunto la villa di Fanella
alla Camilluccia vestiti da finanzieri e muniti di tutto il necessario per un sequestro. L’intenzione, secondo l’accusa,
era quella di costringere la
A PROCESSO PER I DISORDINI ALL’OLIMPICO, DOPO L’UCCISIONE DI ESPOSITO
vittima a rivelare il luogo in
cui teneva nascosti i diamanti
e i soldi di provenienza illecita.
Un sequestro fallito, conclusosi
con uno scontro a fuoco nel
corso del quale Fanella è stato
ferito a morte.
“Il giudice si è riservato il
deposito della motivazione in
novanta giorni - ha spiegato
l’avvocato Gianluca Arrighi,
difensore di Giuliani -. Quando
avremo modo di leggere il
contenuto della sentenza capiremo quale sia stato il ragionamento logico giuridico
in base al quale è stato ritenuto
sussistente il tentativo di se-
questro di persona a scopo
di estorsione e non invece il
tentativo di rapina, da noi fortemente sostenuto e argomentato durante la discussione”. Quanto all’omicidio, ha
aggiunto il penalista e scrittore, “è stato esclusa la premeditazione ed è stata accolta
la nostra ricostruzione per cui
l’uccisione di Silvio Fanella è
stata la degenerazione di
quello che noi continuiamo a
sostenere sia stato un tentativo
di rapina. Sicuramente - ha
quindi concluso Arrighi - proporremo appello contro la
sentenza”.
SI VOCIFERAVA DI QUESTA NOMINA GIÀ DA QUALCHE TEMPO
“Genny ’a Carogna”,
24 mesi di reclusione
Ostia: Sabella nuovo
delegato al Municipio X
La condanna arriva all’indomani del rinvio a giudizio
di De Santis e di un tifoso napoletano
E Marino gli affianca il capo della segreteria politica
ll’indomani del rinvio
a giudizio per Davide
De Santis, accusato di
aver ucciso Ciro Esposito, e
per il tifoso partenopeo, Gennaro Fioretti, accusato di rissa
aggravata, è arrivata la condanna a due anni e due mesi
di reclusione per Gennaro
De Tommaso, noto alle cronache per il soprannome di
“Genny ‘a Carogna”, senza
sospensione condizionale
della pena. Il napoletano è
finito a processo per i disordini scoppiati allo stadio
Olimpico lo scorso 3 maggio,
in seguito al ferimento mortale di Ciro Esposito.
De Tommaso, difeso dall’avvocato Lorenzo Contucci, è
stato condannato in abbreviato per resistenza a pubblico ufficiale, e per lo scavalcamento della recinzione
che separa il campo da gioco
dagli spalti. Assolto, invece,
dall’accusa di induzione al
lancio di oggetti in campo, e
per aver indossato una maglietta incitante alla violenza,
con su scritto “Speziale Li-
A
bero”, in relazione alla condanna del tifoso del Catania,
ritenuto responsabile della
morte dell’ispettore di polizia
Filippo Raciti.
La sentenza, emessa dal gup
Giulia Proto, ha riguardato
anche altri tre tifosi coinvolti
nelle stesse circostanze, condannati a un anno e otto mesi
di reclusione, con pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale.
Un quinto sostenitore azzurro,
sarà invece processato con
rito ordinario.
ex magistrato e
assessore alla
Legalità e alla
Trasparenza, Alfonso
Sabella, è il nuovo delegato per il Municipio
X, quello che comprende anche la zona di
Ostia. La nomina si vociferava già da qualche
tempo.
Ma solo ieri è arrivata
l’ufficialità. Un atto formalizzato quaranta giorni dopo dalle dimissioni
del minisindaco del Pd,
Andrea Tassone, che
denunciava da tempo
la criminalità, l’ombra
delle infiltrazioni mafiose e gli interessi economici su Ostia.
Non una novità, almeno nella
Capitale. Problematiche che
non potevano essere risolte
certamente con i pochissimi
strumenti a disposizione di
un presidente circoscrizionale, come ha peraltro lamentato l’ex minisindaco, a
suo dire, inascoltato dal Campidoglio.
“I nostri appelli sono rimasti
inascoltati, non posso com-
L’
battere una guerra senza neanche una mazzafionda”,
aveva detto Tassone, annunciando le sue dimissioni.
“Ritengo che Alfonso sia per
i cittadini di Ostia una vera
garanzia di trasparenza, correttezza e legalità”, ha affermato il sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Sabella sarà affiancato da Silvia Decina, capo della segreteria politica del primo citta-
dino. Soddisfazione è stata
espressa dall’ex togato, che
ha ringraziato il sindaco Marino in un tweet: “Grazie
@ignaziomarino per la fiducia!
Corro ad #Ostia con Silvia!”.
Il responsabile alla Legalità e
alla Trasparenza del Comune
di Roma acquisisce così le
funzioni amministrative di presidente del Municipio Roma
X fino alla proclamazione del
nuovo minisindaco.
8
Giovedì 30 aprile 2015
ECONOMIA
L’ALLARME È STATO LANCIATO DA BANKITALIA, ATTRAVERSO IL DG SALVATORE ROSSI
“La criminalità frena la crescita”
Un fenomeno che colpisce soprattutto il Mezzogiorno. Da dove ripartire? Dall’istruzione.
Da Palazzo Koch fiducia nel programma di acquisto di titoli varato dalla Bce
a criminalità incide e frena la produzione. A lanciare l’allarme è stata
Bankitalia, attraverso il
direttore generale Salvatore Rossi, in occasione di una
Lectio Magistralis nella sede di
Palermo dell’Università Lumsa.
A quanto ammonterebbe il Pil perduto? Difficile calcolarlo. E’ stato lo
stesso Rossi a spiegare che “stimare
i costi imputabili alla criminalità organizzata per l’economia nel suo
complesso, quindi in termini di prodotto interno lordo perduto, è ancora
più complesso”.
Il dg di Banca d’Italia ha poi ricordato
anche una recente indagine, che ha
analizzato il fenomeno in Puglia e
in Basilicata.
“Anziché concentrarsi sulle regioni
italiane che sono storicamente afflitte
dal fenomeno mafioso, la ricerca si
è volta a due regioni (Puglia e Basilicata) in cui l’affacciarsi della criminalità organizzata su vasta scala
è relativamente più recente, risalendo alla fine degli anni 70”, ha
precisato Rossi, e confrontando “la
performance economica delle due
regioni in esame, prima e dopo il
‘contagio’ si ricava come l’arrivo
della grande criminalità abbia abbassato il sentiero di crescita delle
due regioni di 16 punti percentuali
in trent’anni, scoraggiando gli investimenti privati”.
Come invertire la rotta? Ripartendo
dall’istruzione che è “essenziale allo
sviluppo del Paese, anche attraverso
il canale di una maggiore legalità”.
L
E’ stata la seconda chiave di lettura
del dg della Banca d’Italia. Da molti
analisi internazionali e nazionali,
anche di economisti di Bankitalia,
emerge infatti che “l’aumento di livello di istruzione ha un effetto generale di riduzione della propensione degli individui a commettere
crimini nell’età adulta”, ha aggiunto
Rossi, rivelando che “l’accumulazione di capitale umano, inteso come
l’insieme di capacità, competenze,
abilità professionali, aumenta il costo-opportunità di commettere crimini e abbassa l’inclinazione al rischio degli individui”.
L’osservato speciale è naturalmente
il Mezzogiorno, che rischia di avere
effetti perversi anche nella
scuola, possibile luogo di
contagio della malavita.
Tutt’altro scenario, invece,
al Centro-Nord, dove un
allungamento del tempo
di permanenza a scuola
degli adolescenti riduce
il tasso di criminalità.
Ma quella di ieri è stata
una giornata intensa anche
dal punto di vista finanziario. Infatti dal programma di acquisto di titoli varato a gennaio scorso dalla
Bce, può arrivare un contributo alla crescita del Pil
italiano pari a 0,5 punti
percentuali nel 2015 e di
quasi 1,4 punti percentuali
complessivi nel biennio
2015-2016. La conferma
arriva sempre da Bankitalia in uno studio in cui si
sottolinea anche come dagli interventi della Bce
può arrivare un contributo
all’inflazione di 0,5 punti
percentuali nel 2015 e di
circa 0,7 nel 2016.
Al dato contribuisce in
maniera importante il
calo atteso nei tassi di interesse
sui titoli di Stato a lungo termini,
valutato in 85 punti base; significativo ma che - riconoscono gli
autori dello studio - potrebbe essere più accentuato.
Altro canale di trasmissione, l’atteso
deprezzamento dell’euro stimato
in totale all’11,4 per cento rispetto
PEGGIORANO LE ASPETTATIVE DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE. MALE GRAN PARTE DEGLI INDICI, DISOCCUPAZIONE IN PRIMIS
alle valute dei principali partner.
Che si rifletterebbe - spiega Bankitalia - in particolare sulle esportazioni, le quali ammonterebbero
cumulativamente di quasi 4 punti
percentuali nel biennio.
Ma la vera boccata d’ossigeno è
sempre l’export. La cui crescita stimolerebbe gli investimenti, che aumenterebbero di oltre 2 punti, fornendo un contributo rilevante alla
domanda aggregata.
Altri benefici sono attesi “dall’aumento della spesa delle famiglie,
che avrebbero una minore convenienza a risparmiare, e delle imprese, che potrebbero investire di
più beneficiando del calo del costo
d’uso del capitale”.
Ma risultano obiettivi difficilmente
raggiungibili. La realtà è un’altra:
le imprese soffrono e respirano solo
grazie all’export, mentre le famiglie
non riescono ad arrivare alla fine
del mese ormai da diversi anni.
Non è tutto. Anche da Palazzo Koch
sono state sollevate delle perplessità.
Più difficile, riconoscono gli esperti
di Bankitalia, quantificare gli effetti
del programma di acquisti della
Bce sulle aspettative di inflazione e
sulla fiducia del settore privato.
Non convince un’altra previsione
della Banca d’Italia, ovvero gli eventuali “tesoretti”, frutto del minore
esborso per il servizio del debito,
che dovrebbero - secondo Palazzo
Koch - interamente destinati a ridurre
l’indebitamento netto, quindi senza
riflessi diretti sulla domanda e sulla
crescita del Pil.
LAVORO
Unimpresa ha ricordato come la pressione salirà oltre il 44% per tutto il triennio 2016-2018
Cisl: “Jobs act
insufficiente”
li annunci di Matteo Renzi non hanno incantato gli italiani. Anzi, la fiducia dei
consumatori è scesa ad aprile 2015 a
108,2 da 110,7 del mese precedente. Un malessere diffuso anche tra gli imprenditori:
l’indice composito del clima di fiducia delle
imprese italiane mostra effettivamente un calo,
scendendo a 102,1 da 103,0 di marzo. A
scattare la triste fotografia è l’Istat.
Un rapporto devastante. Peggiorano infatti tutti
gli indici, in particolare quello economico, che
passa a 134,4 da 144,1; quello personale, a
98,9 da 99,7; quello corrente, a 101,3 a 102,2,
e quello futuro a 118,6 da 123,6.
Negativi anche i giudizi dei consumatori sull’attuale situazione economica del Paese, a 62 da -57 il saldo. Stesso trend per le attese
sull’economia (a 10 da 22). Il saldo dei giudizi
sulla dinamica dei prezzi al consumo aumenta
così negli ultimi 12 mesi, passando a -15 da 26, mentre quello delle attese per il prossimo
anno conferma questa tendenza: a -13 da -28.
Ma i dati diffusi dall’Istat sono tragici anche sul
fronte dell’occupazione. Mentre in queste settimane il governo si è riempito la bocca di lavoro, Renzi e compagni incassano un’altra sonora bocciatura: le aspettative sulla disoccupazione sono peggiorate (a 22 da -1 il saldo).
Per quanto riguarda il mondo dell’imprenditoria,
le attese calano sugli ordini e sull’andamento
generale dell’economia (a 2 da 4 e a 8 da 17, i
rispettivi saldi); sono, invece, stabili a 2 i giudizi
sul livello degli ordini. Nel commercio al det-
e condizioni per una ripresa ci sono
tutte ma fino a quando la crescita del
Pil sarà bassa non si potrà sperare in
un aumento dell’occupazione. Dal 2008 ad
oggi, infatti, sono circa un milioni in posti di
lavoro persi dall’Italia mentre la disoccupazione giovanile è schizzata al 43,6%. E’ quanto
emerge in uno studio della Cisl, che ha
messo sotto la lente i numeri e la qualità del
lavoro.
Anche se qualcosa con il bonus occupazione
lo sgravio Irap comincia a muoversi - fa
notare il sindacato - il governo però dovrebbe
confermare l’incentivo alle assunzioni anche
oltre il 2015 per renderlo strutturale visto
che le obiezioni di questi mesi, sulla convenienza delle aziende a licenziare “appaiono
inconsistenti” e l’indennità di licenziamento
prevista “è adeguata”.
Ma le critiche nei confronti del governo Renzi
non finiscono qui: “Servirebbe anche una
robusta politica sulla formazione dei lavoratori
per la quale l’Italia invece è ancora la Cenerentola d’Europa”.
Italiani pessimisti sul futuro
G
taglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti
(a 3 da -5), mentre peggiorano le attese sulle
vendite future (a 26 da 28); in decumulo sono
giudicate le giacenze di magazzino (a 4 da 7),
fa notare ancora l’istituto.
Ma un lieve miglioramento si attesta nell’indice
del clima di fiducia del settore manifatturiero
(a 104,1 da 103,7) e del commercio al dettaglio
(a 105,9 da 103,0). Scende, però, quello delle
imprese di costruzione (a 113,3 da 116,0) e
dei servizi di mercato (a 104,4 da 108,1).
Riguardo le imprese manifatturiere,
si legge nel bollettino, migliorano
leggermente i giudizi sugli ordini
(a -10 da -11 i saldi) ma le attese
di produzione rimangono stabili
(a 10), così come il saldo dei giudizi
sulle scorte di magazzino (a 3).
Nelle costruzioni, invece, sono negativi sia i giudizi sugli ordini e/o
piani di costruzione (a -38 da -36),
sia le attese sull’occupazione (a 12 da -11).
“Il ritorno degli indici alla relativi
alla fiducia in territorio negativo
può essere considerato fisiologico,
tuttavia il futuro resta incerto e le
prospettive non ancora pienamente
rosee”, osserva il centro studi di
Unimpresa, che ha poi analizzato
alcuni settori del Paese: “Dall’export
al turismo, dai consumi alle immatricolazioni auto, vengono registrati
spunti positivi, ma il quadro macroeconomico
si fonda ancora su elementi fortemente critici”.
Chiaro il messaggio: “Si segnala ancora l’esigenza di ottenere, da parte del governo e del
Parlamento, misure concrete per il rilancio
dell’economia e soprattutto interventi volti a
ridurre il peso delle tasse sui contribuenti”.
Ma la strada è ancora tutta in salita. Il centro
studi di Unimpresa ha ricordato come la pressione fiscale salirà oltre il 44% per tutto il
G.S
triennio 2016-2018.
L
9
Giovedì 30 aprile 2015
LA CATEGORIA SI SENTE BISTRATTATA DA UN GOVERNO CHE NON RICONOSCE L’IMPORTANZA DEL SOCCORSO
Paghe da fame: scioperano
i vigili del fuoco
ECONOMIA
BUONE NOTIZIE PER FIAT CHRYSLER
L’utile Fca sale ancora
trascinato da Usa e Canada
E per l’Expo vengono chiesti altri sacrifici
“per mettere in scena un’efficienza che non esiste”
no sciopero nazionale di 4
ore, con astensione dal lavoro
dalle 9 alle 13 per gli operativi
(ma per l’intera giornata per
gli amministrativi), è stato proclamato per la giornata di oggi dalla
sigla sindacale Usb PI. Sono previsti anche dei presidi di protesta in diverse
città, da Firenze e Genova fino a Catanzaro. “Questo è il messaggio – afferma
il sindacato - che i vigili del fuoco intendono inviare al governo Renzi all’apertura di Expo 2015, perché non
sono disposti a lavorare sottopagati (7,30
euro lordi l’ora), per quella che si sta
dimostrando la più grande macchina di
sfruttamento e precariato nel Paese, a
cui vengono chiamati fuori dall’orario
di lavoro da tutti i comandi d’Italia per
mettere in scena un’efficienza che nella
realtà non esiste”.
“Da anni i vigili del fuoco -precisa l’Usb
PI- sono in piazza con l’Usb per denunciare il calo dello standard qualitativo
del soccorso. A furia di tagli ci ritroviamo
con automezzi vetusti e personale anziano; senza contratto di contratto di lavoro dal 2008, con caserme che cadono
a pezzi e, dopo l’accordo con i sindacati
complici, con distaccamenti ridotti a
U
presìdi e impossibilitati a provvedere al
soccorso alla popolazione, mentre altri,
ritenuti inutili, vengono eliminati”.
“Con la conseguenza -continua il sindacato- che i tempi di intervento si allungano sempre più e, in caso di due richieste concomitanti, ci si trova nella
assurda condizione di dover decidere
chi salvare e chi no. Senza mezzi, senza
uomini e senza sedi di servizio: queste
sono le riforme del governo Renzi.
Questo sciopero è la prima risposta a
questo governo, a un ministro dell’Interno
che si aggira come un’ombra invisibile,
e al suo sottosegretario con delega ai
Vigili del fuoco, espressione del partito
di maggioranza vacuo e senza progetti
in merito, impegnato solo a gestire la liquidazione del soccorso nel Paese”.
Con questo sciopero, aggiunge e conclude la sigla sindacale, “i vigili del
fuoco vogliono ricordare a questo governo che è suo obbligo garantire il
soccorso alla popolazione. Non partecipare a posteriori alle tragedie, con
parole di circostanza o interventi tampone, in un Paese che frana ad ogni
pioggia e dove la grande cementificazione verrà ulteriormente incentivata
dallo ‘Sblocca Italia’”.
Fca ha chiuso il primo trimestre
2015 con un utile netto pari a
92 milioni di euro, con un aumento di 265 milioni di euro rispetto alla perdita di 173 milioni
di euro registrata invece nel primo trimestre 2014. Anche le
attività europee di Fiat Chrysler
Automobilies hanno chiuso in
utile il primo trimestre 2015.
Il gruppo ha registrato nel primo
trimestre ricavi in aumento del
19% a 26,4, pari miliardi di
euro. I veicoli consegnati a livello
globale, in tutti i continenti, sono
stati 1,1 milioni, con un leggero
calo del 2% sul primo trimestre
2014 ma con una forte performance in Nord America e un
mercato invece in calo in America
Latina. Per la Jeep, in particolare,
consegne in aumento dell’11%
e vendite in crescita del 22%.
Confermato il target 2015, con
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
la previsione di consegne a livello globale in un intervallo
compreso tra 4,8 e 5 milioni di
veicoli, ricavi di circa 108 miliardi
di euro, adjuste debit tra 4,1 e
4,5 miliardi di euro, utile netto
tra 1 e 1,2 miliardi di euro, indebitamento netto industriale
compreso in un intervallo tra
7,5 e 8 miliardi di euro. Fca ha
così chiuso il primo trimestre
2015 con un ebit adjusted in
crescita del 22% a 800 milioni
di euro, con tutti i settori in utile
a eccezione di quello dell’America
latina, dove comunque proprio
l’altro ieri, in Brasile, è stato
aperto un altro impianto all’avanguardia per la produzione di
Jeep. L’impatto favorevole della
variazione dei cambi di conversione - spiega la Fca - è stato
compensato da effetti negativi
a livello di transazioni.
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Giovedì 30 aprile 2015
DALL’ITALIA
GLI SVILUPPI DELLA TRAGEDIA DI GENOVA DOVE IL PEDIATRA FRANCESCO MENETTO SI È TOLTO LA VITA DOPO L’ARRESTO DEL FIGLIO
Medico suicida, la moglie indagata per istigazione
Sulla donna sospetti per il suo salvataggio in extremis, la magistratura ha aperto un’inchiesta
mbre sul suicidio
del noto pediatra
genovese Francesco Menetto, che
si è tolto la vita gettandosi dal ponte monumentale di Genova nella notte tra
domenica e lunedì. Il folle
gesto dell’uomo era alla notizia dell’arresto del figlio farmacista per un presunto traffico illecito di farmaci antitumorali rubati. Ma, ora, gli inquirenti guardano con sospetto, Graziella Ghini, la moglie
del medico, salvatasi in extremis, dal suicidio.
La coppia, stravolta per l'inchiesta del figlio, aveva deciso
di farla finita ma, la donna,
ora appunto indagata, ha avuto
un'esitazione che ha permesso il suo salvataggio all’ultimo
momento.
L’inchiesta è ufficialmente
aperta dalla magistratura.
La stessa che a Monza aveva
aperto un fascicolo a carico del
figlio del medico.
Al centro della tragedia una vicenda
giudiziaria, come ha indicato lo stesso medico suicida in un biglietto lasciato nella sua macchina: «Magistratura miope, a volte, uccide ». Il
procuratore capo Michele Di Lecce
ha sottolineato come vi siano alcuni
O
aspetti della vicenda, da lui definiti
come «non lineari» e che per questo
«devono essere chiariti». Il pm Biagio
Mazzeo ha aperto un fascicolo: al
momento risulta indagata Graziella
Ghini, moglie del pediatra che si è
ucciso, per«istigazione o agevolazione al suicidio». La donna era infatti
presente in corso Podestà quando il
SCOPERTI 175 FALSI BRACCIANTI NEL COSENTINO
Maxi truffa all’Inps
per 700mila euro
Dichiarazioni fraudolente fatte
all’ente previdenziale per ottenere
onerose indennità non dovute
uro colpo, quello inferto
da 175 braccianti agricoli, alle casse dell’Inps.
È di circa 700 mila euro il maltolto che si quantifica fra indennità agricole illegittimamente erogate e contributi Inps
dovuti e non versati. L’ammontare di una truffa ai danni dell’Inps scoperta dalla Guardia
di Finanza di Cosenza (gruppo
di Sibari). Sono stati individuati
e denunciati 175 braccianti
agricoli che risultano aver incassato indennità agricole non
dovute. Dagli accertamenti delle fiamme gialle è emerso che
è stata documentata all’Inps
l’assunzione di operai agricoli
a tempo determinato per oltre
15.000 giornate lavorative, attraverso la stipula ed il successivo contratto di fitto/comodato di terreni agricoli, senza poterne disporre perché non
di proprietà e non idonei per
caratteristiche colturali e tipologia all’utilizzo della manodopera bracciantile dichiarata.
A tale scopo sono stati forniti
in modo fraudolento tutti i documenti necessari per legittimare l’impiego della manodopera. Nulla è stato lasciato
al caso per i furbetti. Sono
D
state inoltrate le denunce aziendali necessarie per ottenere il
rilascio da parte dell’Inps del
relativo codice CIDA, indispensabile per l’invio trimestrale
delle dichiarazione di manodopera agricola e la conduzione
dei terreni; è stato dichiarato
falsamente all’Inps l’aver impiegato 175 operai a tempo
determinato per 15.475 giornate; giustificato l’effettivo
esercizio dell’attività d’impresa
e quindi l’impiego dei lavoratori
dichiarati.
Con tale condotta si è tratto
in inganno l’ente pubblico erogatore circa la sussistenza dei
requisiti di legge, al fine di
ottenere in m odo fraudolento
l’erogazione delle indennità
a favore degli operai agricoli,
distribuite nel modo che segue:
156 per disoccupazione agricola; 89 per malattia; 14 per
maternità; il tutto per un importo complessivo di circa
527.000 euro. Inoltre gli accertamenti condotti dalla guardia di finanza hanno consentito
di appurare che veniva omesso
di versare nelle casse dello
Stato i relativi contributi previdenziali Inps quantificati in
Ch.C.
oltre 175.000 euro.
pediatra si è buttato dal ponte Monumentale, togliendosi la vita. La
Ghini avrebbe dovuto compiere lo
stesso tragico gesto del marito, ma
non l’ha fatto. La polizia, giunta sul
luogo, l’ha soccorsa in tempo dopo
il suicidio del pediatra. In seguito
Ghini è stata ricoverata in psichiatria
al San Martino, reparto che ha la-
sciato mercoledì mattina.
Ci sono molti fatti da chiarire. Per
questo il sostituto procuratore Biagio
Mazzeo ha delegato una serie di
accertamenti alla squadra mobile.
Il pm ha già dato incarico al medico
legale per l’autopsia. E ha iniziato a
raccogliere le testimonianze del
figlio del medico e della moglie,
che ha trascorso con lui le ultime
ore prima del gesto estremo.
La donna, secondo quanto stabilito
dagli inquirenti della squadra mobile
della polizia, avrebbe aiutato il marito
a scavalcare un’inferriata prima di
gettarsi. Da qui il capo di imputazione.
Chantal Capasso
BLOCCATO CONTRABBANDO, LA MERCE PROVENIVA DALL’EST PER ESSERE VENDUTA IN ITALIA
Trieste: sequestro record di “bionde”
Fermati dalla guardia di finanza due tir ungheresi contenenti 17 tonnellate di sigarette
n sequestro da record è stato eseguito da finanzieri del G.I.C.O.
del Nucleo di Polizia Tributaria di
Trieste nella giornata di ieri. Dicevano
di trasportare barattoli di vetro, i conducenti dei due tir fermati dalle fiamme
gialle, ma dietro il carico falsamente
dichiarato, erano nascoste ben 17 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di
contrabbando, di diverse marche (Marlboro, regina, D&B).
Senza dubbio, quell’ingente carico non
sarebbe stato piazzato solo nella provincia di Trieste che, notoriamente, attraverso i propri valichi di confine, costituisce una valida e naturale porta
d’ingresso per l’Italia, ideale per i traffici
illeciti provenienti dai Paesi comunitari
dell’Est. Le sigarette avrebbero dovuto
raggiungere, infatti, i mercati clandestini
del sud Italia, da sempre nelle mani
della criminalità organizzata e portatori
di immediati guadagni milionari con la
vendita al dettaglio.
I due autisti , entrambi cittadini ungheresi
, sono stati arrestati in flagranza di reato
per contrabbando in violazione degli artt.
291 bis e ter del Testo Unico Doganale.
“Sarà anche la perdurante crisi economica, ma il contrabbando di bionde sta
conoscendo un nuovo corso - si legge
nel comunicato stampa della Guardia
di Finanza di Trieste -. L’impegno delle
Fiamme Gialle triestine nell’ultimo periodo non conosce sosta: solo la scorsa
settimana sempre il G.I.C.O. ha arrestato
due vettori rumeni che trasportavano
2,5 tonnellate di bionde. Il contrabbando
di sigarette risulta, oggi, un fenomeno
di sicuro rilievo transnazionale, in forte
crescita a livello europeo, soprattutto
U
dopo l’estensione del territorio comunitario ai nuovi Paesi dell’Est europeo,
nonché trasversale per gli articolati interessi economici delle diverse organizzazioni criminali”.
“Gli strumenti investigativi in possesso
della Guardia di Finanza sono sempre
più sofisticati e le forme di coordinamento internazionale vanno via via perfezionandosi - continua la nota stampa
-. Probabilmente, non vi è solo la manodopera straniera. Oltre confine potrebbero aver stanziato solide basi logistiche ed operative organizzazioni anche nazionali che hanno, da tempo, impostato articolate procedure operative
avvalendosi di sistemi di occultamento
molto ben congegnati, documentazione
doganale e commerciale abilmente contraffatta e di una rete capillare di vettori
prevalentemente stranieri”.
Per l’anno in corso, il bilancio nel settore
del contrabbando, si aggira su quasi
25 tonnellate di sigarette sequestrate
dalla Guardia di Finanza di Trieste (dall’inizio del 2015), parte delle quali destinate al mercato regionale e triestino
in particolare. Le indagini, tutte coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia
della Procura della Repubblica di Trieste,
non i fermano e potrebbero portare
presto ad altre piste e sviluppi. Ch.C.
11
Giovedì 30 aprile 2015
DALL’ITALIA
MILANO
No Expo, blitz
della Digos: 12 indagati
Rinvenute maschere antigas, mazze, picconi e bottiglie molotov
Per l’inaugurazione si temono disordini anche in centro
lima tesissimo alla vigilia dell'inaugurazione prevista per domani a
Milano. Sono dodici gli indagati
"No Expo" a seguito di un nuovo
blitz della polizia nella capitale lombarda. Rinvenute maschere antigas, mazze,
picconi, bottiglie molotov, guanti in lattice e
colla. La perquisizione è stata effettuata dagli
agenti della Digos nella prima mattinata di
ieri , a partire dalle prime ore dell'alba, nel
quartiere Lorenteggio-Giambellino, in vista
della manifestazione "No Expo" promossa
dai movimenti antagonisti per domani, in
parallelo all'inaugurazione dell'Esposizione
Universale nella capitale lombarda. Quattro
gli appartamenti Aler perquisiti in via degli
Apuli e via Odazio (la zona è stata chiusa dai
mezzi di polizia e carabinieri), in uno di
questi gli agenti della Digos hanno trovato
dodici persone, nove italiani e tre tedeschi.
Questi ultimi erano stati identificati il giorno
precedente e per essi la Questura aveva richiesto un decreto di espulsione. Quando
sono arrivati gli agenti, hanno cercato di
lanciare i due borsoni contenenti gli oggetti
dalla finestra. I dodici sono stati indagati per
occupazione abusiva di immobili. In tutto i
C
fermati sono stati 26, sei sono italiani, 4 tedeschi e 16 francesi, tutti per ingiusta detenzione di oggetti atti ad offendere e occupazione abusiva. Uno dei tedeschi è stato
arrestato con l'accusa di fabbricazione e detenzione di materie esplodenti: nella sua auto
infatti sono stati sequestrati una tanica di
benzina, bottiglie, stoffe, imbuto e carta igienica, tutto l'occorrente insomma per fabbricare
bottiglie esplosive molotov. Si occupa di lui
il pm Maria Teresa Latella. Per gli altri tre tedeschi e per una ragazza francese la polizia
ha disposto l'allontanamento dall'Italia ma il
giudice Olindo Canali non ha convalidato il
provvedimento. Altri quindici stranieri privi
di documenti sono stati portati in Questura
per essere identificati. Intanto proseguono
le perquisizioni nelle palazzine popolari
dell'Aler e anche a Bresso, nel Milanese,
sono in corso altri blitz delle forze dell'ordine,
si parla di operazione di sgombero nell'area
dell'aeroporto ma le notizie non sono ancora
precise. Già qualche giorno fa erano state
sequestrate, negli stessi appartamenti di via
degli Apuli e di via Odazio, mazze ferrate e
materiale esplosivo. Si tratterebbe, a quanto
si apprende, di giovani appartenenti all'area
Stupro di gruppo, una
condanna a 10 anni
15 volte fermato senza
patente:“Non riesco
a superare l’esame”
Paradossale caso di un genovese
63enne, che possiede sei autovetture
e due moto, e le guida imperterrito
anarchica. Il blitz di ieri è il prosieguo delle
azioni del giorno precedente, quando era
stata sgomberata la sede Base di solidarietà
popolare Giambellino, che si era conclusa
appunto con un arresti e 26 identificazioni.
Erano state in quel blitz venti martelletti d'acciaio idonei a spaccare vetrine, tre caschi,
quattro maschere antilacrimogeni, bastoni a
punta di acciaio, fionde, petardi, fumogeni e
punteruoli, tutte armi atte ad offendere. Insomma quelle che sono state definite "le
nuove Cinque Giornate di Milano" si preannunciano tese, al punto che si temono disordini
anche in centro, dove certamente la zona
sarà meno presidiata rispetto all'area Expo,
oltre che attacchi alle stazioni metro che conducono all' l'Esposizione. I timori più grossi
sono per la giornata del 1 maggio, ma si prevedono azioni di disturbo e di vandalismo
fino a domenica. Il fatto che i fermati siano di
nazionalità diversa fa temere che il piano come teorizzato da più di qualcuno - abbia
valenza internazionale e c'è chi parla di addirittura trentamila persone che prenderanno
parte al corteo No Expo. In questo caso vale la pena di sottolineare - una manifestazione
pacifica avrebbe valenza eccezionale. Qualora
si tramutasse - come appare visti i sequestri
di armi improprie - in un'altra azione di
violenza come già troppe volte è accaduto,
diverrebbe l'ennesima protesta violenta nella
quale sarebbero danneggiati privati cittadini,
negozi, beni pubblici. Per tentare di approntare
una difesa, si parla di presidi con quasi quattromila uomini che dovrebbero garantire la
serenità nei quasi cinquecento obiettivi considerati "sensibili". Come si farà poi a garantire
la stessa sicurezza per i sei mesi di esposizione,
Emma Moriconi
si vedrà.
a sessantatre anni e
non ha la patente,
però si ostina a girare in auto e in moto nonostante sia stato fermato
per ben quindici volte dalla polizia stradale, che lo
ha denunciato per l’ennesima volta. I poliziotti hanno accertato che l’anziano
la patente non l’ha mai
conseguita, ma gli risulterebbero intestate addirittura sei automobili e due
motociclette. Una collezione, a cui fa da contraltare
una bella raccolta di denunce. Per anni avrebbe
tentato di conseguire il ti-
H
tolo per mettersi alla guida
dei suoi numerosi mezzi,
ma non sarebbe mai riuscito a superare gli esami.
Si tratta di un genovese
che è stato fermato questa
volta a bordo di uno dei
suoi scooter, sul quale è
stato ora posto il fermo di
tre mesi. “Studio, mi applico - ha detto con fare
innocente agli agenti - anche con l’aiuto di mia moglie, ma quando entro
nell’autoscuola per l’esame vado in tilt e non mi ricordo più niente. La patente proprio non riesco a
e.m.
prenderla”.
ASSISI
Banda rom in manette
Il caso della studentessa polacca in Italia
con l’Erasmus, aggredita lo scorso 8 giugno
Il pm aveva chiesto 12 anni e 10 mesi
Quattro uomini sono stati arrestati dai carabinieri
per un furto ad un’azienda agricola
l fatto era avvenuto
lo scorso 8 giugno:
un uomo di nazionalità romena aveva aggredito, rapinato, picchiato e violentato, insieme ad un connazionale, una ragazza polacca di 23 anni che era in
Italia con il programma
Erasmus. Il giudice per
l’udienza preliminare
Paolo Guidi, con rito abbreviato, lo ha condannato a
dieci anni e mezzo. Il rito
abbreviato ha consentito lo
sconto di un terzo della
pena, che altrimenti sarebbe
stata di 16 anni. Lui si chiama
Orhan Suliman e ha 21 anni,
quando uscirà dal carcere,
se tutto va bene, ne avrà
31. Risponde del reato di
violenza sessuale di gruppo
con l’aggravante dell’aver
approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali
n’operazione coordinata dai carabinieri
di Assisi e Gubbio ha portato all’arresto
di una banda di quattro rom che si
erano stabiliti nella zona. I quattro erano
sottoposti a misure di sorveglianza, avevano
firmato come da obblighi di legge e poi si
erano recati a Gubbio quando sono stati ripresi da un impianto di videosorveglianza
mentre rubavano in un’azienda agricola. Le
riprese in video mostrano - a quanto si apprende - che i quattro si sono presentati a
volto coperto e in meno di cinque minuti
sono riusciti a sottrarre all’azienda qualcosa
come oltre duecento litri di gasolio e attrezzi
vari. Una ventina di carabinieri hanno proceduto alle perquisizioni (che hanno condotto
al sequestro di telefonini cellulari, guanti e
abbigliamento utilizzati per commettere il
furto) e agli arresti. Altre cinque persone
sono state denunciate per furto aggravato,
avendo collaborato ai numerosi furti. Sono
state inoltre sequestrate due autovetture utilizzate da alcuni membri di una famiglia
rom della zona per commettere altri furti,
questa azione è stata portata a segno dagli
stessi carabinieri della Compagnia di Assisi
insieme alla divisione anticrimine della questura di Perugia. La questione ora è la se-
U
I
da ostacolare la privaya difesa e di rapina con le aggravanti dell’averla commessa con altre persone
riunite e della recidiva specifica infraquinquennale. Il
pm Gianluca Prisco aveva
richiesto per lui 12 anni e
10 mesi, chiedendo un calcolo da effettuarsi con il cumulo materiale degli anni
di detenzione previsti per
ciascun reato. Tra 45 giorni
saranno depositate le moe.m.
tivazioni del gup.
guente: quanto resteranno agli arresti questi
malviventi? Ci vorrà come al solito un nanosecondo prima che vengano rimessi in libertà? Perché la questione è annosa, ormai,
e penosa. La giustizia italiana è vittima di se
stessa, la sua macchinosità, la burocrazia,
ma anche l’eccessivo favor rei, spesso, vanificano gli sforzi dei militari impegnati quotidianamente nelle strade a sfidare il crimine.
Troppo spesso avviene che tali sforzi, compiuti
a volte a rischio della incolumità dei rappre-
sentanti delle forze dell’ordine, siano inutili.
La sfiducia della popolazione nei confronti
delle istituzioni dipende anche da questi
temi, relativi alla sicurezza, che sono sempre
più sviliti da un sistema che non se ne cura,
che aspira ad autocelebrarsi come “solidale”
ma che esprime questa solidarietà a chi delinque e non certo alla gente per bene, che
si sente sempre più defraudata della tutela
che invece uno Stato dovrebbe garantire ai
e.m.
cittadini.
12
Giovedì 30 aprile 2015
SOCIETA’
DIMAGRIRE GUSTANDO FRESCHI DESSERT, SI PUÒ, MA SENZA ESAGERARE
La dieta del gelato promossa dai nutrizionisti
A spiegarne i benefici Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di alimentazione
di Chantal Capasso
er i golosi buone
nuove: è arrivata la
dieta del gelato.
Anche il gelato può
far dimagrire. A
suggerire di introdurlo nell’alimentazione per perdere
i chili di troppo in vista dell’estate è Pietro Migliaccio,
presidente della Società Italiana di Alimentazione, che
con la dieta del gelato propone un regime alimentare
da circa 1.200 calorie al giorno adatto a tutti coloro che
hanno già compiuto 16 anni.
Migliaccio ha spiegato come
in realtà il gelato sia un alimento dalle innumerevoli qualità: “Specialmente in estateha rivelato il nutrizionista-un
pasto completo può essere
sostituito con un bel gelato
alle creme, con qualche cialda
o un cono o un biscotto, per
apportare anche carboidrati
complessi”. Insomma, il gelato
viene riconosciuto come un
vero e proprio sostitutivo di
un pasto, piuttosto che come
semplice sfizio pomeridiano
da togliersi, per placare quella
golosità che insorge quando
si rimane sotto il sole cocente, pressappoco tra pranzo e cena.
“L’importante- continua il nutrizionista
- è mangiarlo come alternativa al
pasto tradizionale, e non aggiungerlo
a primo e secondo come dessert”.
P
Ovviamente senza eccedere, un
bel gelato artigianale con una cialda
dovrebbe, di per sé, essere più che
sufficiente a placare i vostri appetiti,
e soddisfare al contempo le vostre
aspettative di dimagrimento.
Dal punto di vista nutrizionale è
composto di latte, uova , zucchero e
varie altre sostanze come caffè e
frutta. Nel fresco dessert sono presenti proteine ad alto valore biologico, acidi grassi insaturi, glucidi di-
L’OMS LANCIA L’ALLARME
saccaridi (quindi facilmente consumabili con disponibilità immediata)
come glucosio e saccarosio e vitamine di vario genere, prevalentemente A e B2. Da non sottovalutare
anche la presenza in un gelato arti-
gianale di calcio, fosforo esali
minerali. A spiegarlo è stato
ancora lo stesso Pietro Migliaccio: “Il gelato è prodotto
con latte, uova, zucchero, più
caffè, cacao o frutta. Tutti alimenti dotati di un buon valore
nutrizionale. Mangiando una
coppa alla crema, per esempio, introduciamo proteine di
alto valore biologico, grassi
di qualità, glucidi a rapido
assorbimento e, a pronta disponibilità energetica come
lattosio e saccarosio”.
La dieta del gelato deve essere intesa solo come un’alternativa per dimagrire efficacemente in modo gustoso
e salutare, ma non può diventare un’abitudine alimentare.
Questa dieta deve essere utilizzata nel brevissimo termine
non oltre una settimana, ed è
assolutamente vietata per chi
soffre di diabete.
Infine, un ultimo consiglio da
parte dell’esperto: è bene
“Scegliere il formato e le tipologie adatti alla situazione
di consumo: meglio optare
per un formato meno calorico
(da 100-150 calorie) per lo
snack di metà mattina o metà
pomeriggio, mentre se lo consumiamo in sostituzione del pranzo,
scegliamone uno da 200 gr, che apporta circa 350-400 calorie, accostandolo ad una macedonia di frutta
per ottenere un pasto completo, gustoso e sano”.
UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI PISA
La pigrizia: vera patologia killer
L’elisir della giovinezza?
Sta nella lattuga rossa
I medici coniano il termine “morte da sedentarietà”
per spiegare gli effetti di una vita comoda
La verdura ha poteri antiossidanti garantendo benessere al nostro organismo
ormai noto che condurre
una vita sedentaria non fa
bene al nostro organismo,
non soltanto per fattori puramente estetici. Questa cattiva
abitudine può portare a seri rischi
e patologie. La pigrizia infatti è
diventata una vera e propria malattia con cause ed effetti propri,
tali da spingere molti medici alla
ricerca scientifica e a cercare di
convincere tutti a fare almeno
due ore e mezzo di attività fisica
alla settimana.
È proprio l’Oms a lanciare poi
l’allarme per la salute. Sostenendo che la mancanza di esercizio fisico, può causare, non
solo, malattie cardiovascolari,
ma anche i temutissimi tumori
e il diabete. Si tratta quindi di
dati preoccupanti che dovrebbero spingere tutti a prendersi
cura in modo più consapevole
del proprio corpo. In molte persone c’è poca voglia di movimento, soprattutto tra gli italiani.
Alcuni a torto, credono che bisogni cimentarsi in sport molto
impegnativi e per diverse ore
la settimana. La verità invece è
che secondo i medici basterebbero appena due ore e mezza
di allenamento a settimana per
hi mangia lattuga rossa
si assicura una lunga vita.
Non è saggezza popolare.
A sostenerlo, invece, è uno studio iniziato nel 2011 e condotto
dal dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-alimentari
dell’università di Pisa che ha
collaborato con il dipartimento
di biologia vegetale ed ecologia
dell’ateneo dei Paesi Baschi e
con il laboratorio di spettroscopia Cnr. I risultati dello studio
adesso sono diventati un articolo pubblicato dalla rivista
Journal of agricultural and food
chemistry.
Nell’articolo scientifico “Phenolic composition and related
antioxidant properties in differently coloured lettuces: a study
by electron paramagnetic Resonance (Epr) kinetics”, si fa il
punto sulle proprietà anti-invecchiamento della lattuga a
seconda del tipo di colorazione
delle foglie. Sono tre le varietà
analizzate. Sono la Batavia (verde), la Marvel of four seasons
(verde-rossa) e Oak leaf (rossa).
A spiegare i risultati è Annamaria Ranieri dell’università di
Pisa, coordinatrice della ricerca
e ora ne spiega gli esiti: “Ab-
È
C
scongiurare molte malattie di
quelle sopracitate.
Basterebbe quindi allenarsi a
giorni alterni per circa 45-60
minuti anche in attività quali
camminata veloce o nuoto. Anche l’Academy of Medical Royal
Colleges, in un articolo sul British medical journal, ha spiegato
i benefici dell’attività fisica sostenendo che per chi non riesce
a mantenere tali ritmi sarebbe
abbastanza anche fermarsi ad
uno sforzo fisico intermedio in
termini di tempo.
Nel frattempo, la Federazione
Medico Sportiva Italiana si è
detta intenzionata a far inserire
la pigrizia come vera patologia
medica, spronando così sempre
più persone a praticare del sano
sport. Non è un caso se gli antichi dicevano: mens sana in
corpore sano. Perché praticare
uno sport, o semplicemente fare
una camminata fa bene al corpo
e alla mente.
Però, prima di cimentarsi in
qualsiasi attività fisica è consigliabile calcolare la frequenza
cardiaca massima e il consumo
massimo di ossigeno, con questi
due semplici dati sarà possibile
determinare la perfetta durata,
frequenza e intensità dell’allenamento su misura per ogni individuo.
Elvira Mami
biamo dimostrato che più la
pigmentazione è rossa e più
aumenta la presenza di antiossidanti caratterizzati da un’alta
velocità di reazione nei confronti
dei radicali liberi, con il risultato
che l’attività antiossidante totale
risulta maggiore nella lattuga a
foglia rossa rispetto a quella
verde-rossa e verde”.
C’è tuttavia un’avvertenza di cui
tenere conto. “Attenzione”, ha
infatti proseguito la ricercatrice,
“la diversa velocità nell’azione
di contrasto dei radicali liberi
non significa che alcuni antiossidanti siano preferibili ad altri
e infatti, a seconda della loro
solubilità nella matrice organica
e alla diversa capacità detossificante, gli antiossidanti veloci,
come le cianidine, sono capaci
di reagire rapidamente con i radicali proteggendo le cellule
dall’ossidazione, mentre quelli
ad azione lenta, come i carotenoidi, possono avere un’azione
più prolungata nel tempo a
livello del nostro organismo”.
Ch.C.
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