- pag. 1 Tzimbar bint Vento cimbro PUBBLICAZIONE INFORMATIVA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE CIMBRI DEL CANSIGLIO - dicembre 2011 - n.4 Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio - Foresta del Cansiglio - Pian Osteria - 32010 Spert d’Alpago (Belluno) Tel./Fax 0437.472095 c.f. 00912120250 - www.cimbridelcansiglio.it - [email protected] - [email protected] con il contributo della Regione Veneto Anno 1930 La Ferratina in Pian Osteria ai piedi del Col di Frare Il Presidente - pag. 2 Atto Costitutivo di Associazione - pag. 3 Sàit ist gariibet Tempo scaduto S embra l’altro ieri ma sono passati tre (ahimè) anni ed il nostro mandato è scaduto. A questo punto è doveroso porci delle domande: abbiamo fatto le cose per bene? Ci siamo impegnati? Quali sono i risultati? Certamente non credo sia questo il mezzo più adeguato per dare risposte esaurienti a tutti i quesiti, sarebbe anche presuntuoso da parte mia, in quanto forse la mia risposta sarebbe scontata e di parte, perchè sono convinto che il giudizio più valido ed inappellabile sia quello dato “dal popolo Cimbro” che si identifica nella nostra Associazione. Quando abbiamo iniziato, tre anni addietro, avevamo una linea guida molto chiara, tracciata dai Drài Tzimbrise diirnle nostri predeTre ragazze cimbre cessori, a cui noi tutti abbiamo attinto, con reciproco vantaggio, animati dai dettami scritti nell’articolato del nostro statuto, con passione ed orgogliosi della nostra identità Cimbra, ma soprattutto senza nessun interesse personale nella piena consapevolezza di agire per il bene comune. Come certamente saprete (l’invito scritto è stato inoltrato a tutti i soci) prima di Natale abbiamo convocato l’assemblea generale per il rinnovo del Consiglio Direttivo nella sede del Museo in Pian Osteria. A causa dei molti impegni di alcuni di noi, siamo stati forse poco opportuni nel scegliere la data, ma dovevamo espletare prima di fine anno anche a questa funzione. Forse potrà essere sembrata una riunione in tono minore o dimessa, rispetto agli anni scorsi, ma il momento economico come tutti ben sappiamo, certamente non ci è stato di aiuto. Inoltre il periodo Natalizio, ha fatto sì che la partecipazione sia stata meno numerosa, ma comunque discreta pur con alcune deleghe. Molti hanno telefonato per giustificare la loro assenza e per dare il loro consenso al proseguimento dell’attività, rinnovando nel frattempo la fiducia a tutto il Consiglio uscente. Con grande soddisfazione abbiamo raccolto il consenso unanime di quanto fatto e stiamo facendo o che, comunque non per nostra causa, non abbiamo ancora concluso e mi riferisco in particolare ai così ormai impropriamente definiti “diritti di superficie” sia per quanto attiene alla Cimbri a far stele da reme di faggio Regione che allo Stato. Sono convinto, grazie anche al mio seppur cauto ottimismo, che il traguardo anche se irto di difficoltà, è comunque raggiungibile. Essere ottimisti non costa nulla e così credere che questa sia l’occasione unica e forse irripetibile per risolvere una questione aperta da molto tempo e non risolta nonostante la promulgazione della legge 5/1995. Non entro nel dettaglio delle attività e dei progetti futuri perché saranno illustrati nello specifico nella relazione dell’assemblea. Voglio soltanto dire un grazie di tutto cuore a chi lascia l’incarico a causa di impegni personali per le energie profuse ed il tempo dedicato “ai Cimbri” ed un caloroso abbraccio di benvenuto a chi subentra. Il futuro come tutti sapete è irto di ulteriori ostacoli dovuti alla grande stretta economica che ci attanaglia, che anche per noi significa riduzione dei finanziamenti. Sono convinto che con la buona volontà di tutti ne usciremo a testa alta migliorati, da questa esperienza, seppur difficile. Il Presidente, Lino Azzalini Vallorch anno 1920 - Casoni dei Scatoleri “I bambini sulla porta siano segno di speranza e stimolo a lavorare per il futuro dei Cimbri”. 1983 - I fondatori dell'Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio Atto Costitutivo di Associazione - pag. 4 Atto Costitutivo di Associazione - pag. 5 Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio - pag. 6 Zèint gasornéeranet de nòjar Stotze bor drài jaardar 2011 - 2014 Sono stati eletti i nuovi Consiglieri per il triennio 2011 -2014 È stato rinnovato il Consiglio della nostra Associazione, il cui mandato era scaduto nel 2011. Alcuni consiglieri non si sono riproposti per il nuovo triennio per impegni personali. A tutti loro (Azzalini Mauro, Azzalini Lina, Azzalini Sandro e Slaviero Lorenzo) va il nostro ringraziamento per il lavoro svolto.Tutti essi ci hanno comunque confermato la loro disponibilità a collaborare anche in futuro su specifiche iniziative. Abbiamo dato avvio alle pratiche per trasformare l'Associazione in "O.N.L.U.S.", e in tale nuovo stato giuridico, più rispondente alle nostre finalità, potremo anche ricevere donazioni deducibili fiscalmente da parte dei donatori e benificiare del contributo dell'otto per mille da parte dei nostri soci e sostenitori. Riportiamo di seguito alcuni documenti significativi, dando il benvenuto Pian Osteria Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio Stemma della Associazione Giovani Cimbri del Cansiglio NSIGLIO FORESTA DEL CA ILIEN BALT BON KANS ALDO FESTA DI S.OSV CIMBRI PATRONO DEI Nuove pubblicazioni - pag. 7 Misse bon hòolig Osvald bohuutar bondar Tzimbar bòlk La Messa di S.Osvaldo Patrono dei Cimbri HÒOLIG OSVALD BAARTAG BON BÒLK MME TZIMBAR BOHÜUTAR BO È stato dato alle stampe il volumetto della Messa di S.Osvaldo in lingua cimbra e in italiano. Per la sua stesura abbiamo fatto rifeMezzarimento al testo già esistente a Mezza selva, sull'Altipiano di Asiago, dove è consuetudine la celebrazione natalizia e pasquale della S.Messa in cimbro. Anche noi lo abbiamo fatto in occasione della nostra 17^ festa ai primi di agosto, e sarà una "buona abitudine" da mantenere sempre in futuro. La lingua cimbra infatti si è "salvata" dall'oblio grazie spesso all'impegno di alcuni sacerdoti, soprattutto a partire dal 1700. Importantissimo fu don Agostino Dal Pozzo, nato a Rotzo nel 1732, che fu storico dei Cimbri fino all'arrivo di Napoleone. Fu infatti in tale epoca che, con la caduta di Venezia e della Reggenza dei sette Comuni di Asiago, la lingua dei Cimbri venne estinguendosi. Ma per fortuna i nostri antenati conservarono l'abitudine di recitare le preghiere in cimbro nelle famiglie, contribuendo in tal modo a tramandare la nostra antica parlata. Il volumetto è disponibile, per chi lo vuole, presso il nostro Museo in Pian Osteria. Qui riportiamo le pagine principali frutto della collaborazione con Don Serafino Gandin, Francesco e Innocente Azzalini. 2012 - 16 gennaio il nuovo Consiglio della Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio ai nuovi arrivati: Azzalini Ruggero, Azzalini Cristina, Azzalini Nada e Slaviero Lidia. Come potete rilevare dal verbale di nomina, alcune cariche sono state ri- confermate e per il triennio 2011 – 2014 nostro Presidente è Lino Azzalini. Al nuovo Consiglio un augurio: guut èrbot – buon lavoro. Prodotti artigianali cimbri (di Stefano Azzalini) Cimbri al lavoro presso la “Huta” Verbale relativo alla riunione del 16 gennaio 2012 del Nuovo Consiglio Direttivo eletto nell’Assemblea del 18 dicembre 2011 Il giorno 16 Gennaio 2012 presso il Ristorante Dante, in località Lizzona-La Secca, Comune di Pieve d’Alpago (BL) si è riunito il Nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio, per gli adempimenti previsti dall’Art. 21 dello Statuto. Sono presenti i Signori: Azzalini Clelia, Cristina, Fausto, Francesco, Innocente, Lino, Manuela, Marta, Nada, Ruggero, Walter, Bonato Gino; risultando assenti giustificati i neo eletti: Lidia Slaviero. Viene data lettura del Verbale di nomina del 18.12.2011 dal quale risulta che sono validamente eletti alla carica di Consiglieri i Signori sopra citati. Si dà inoltre lettura dello Statuto agli art. 21-22-23-24-25-26 e 27. Si procede quindi, per votazione palese, alla nomina del Presidente, di due Vice Presidenti, del Segretario, del Tesoriere e dei componenti il Collegio sindacale risultando eletti, per il triennio Dicembre 2011 – Novembre 2014, alla carica di PRESIDENTE : AZZALINI LINO, che accetta la carica, VICE PRESIDENTE : AZZALINI RUGGERO, che accetta la carica, VICE PRESIDENTE : AZZALINI WALTER, che accetta la carica, SEGRETARIO : AZZALINI FRANCESCO, che accetta la carica, TESORIERE : AZZALINI MARTA, che accetta la carica, CONSIGLIERI : AZZALINI FAUSTO, AZZALINI INNOCENTE, AZZALINI MANUELA, BONATO GINO, SLAVIERO LIDIA, che accettano la carica; e alla carica di componenti il COLLEGIO SINDACALE: AZZALINI CLELIA quale Presidente del Collegio medesimo, AZZALINI CRISTINA e AZZALINI NADA, che accettano la carica. Il Segretario relaziona brevemente sugli impegni in corso di realizzazione e su quelli in programma. Il Presidente neo eletto ringrazia il Consiglio, esprimendo l’auspicio che, con la collaborazione di tutti, si possa continuare nell’intensa attività finora svolta. La discussione prosegue anche su altri temi che verranno ampiamente trattati in prossima riunione. Alle ore 22,30 scioglie la riunione e convoca il Consiglio per il giorno 30 GENNAIO 2012 alle ore 20,30 in Vittorio Veneto, viale della Vittoria n. 243, presso l’abitazione di Azzalini Ruggero. Letto, confermato e sottoscritto. Il Presidente, Lino Azzalini Il Segretario, Francesco Azzalini S.OSVALDO PATRONO DEI CIMBRI DEL CANSIGLIO. S.OSVALDO PATRONO DEI CIMBRI DEL CANSIGLIO. La parrocchia dei santi Ermagora e Fortunato e FlorianoLa di parrocchia Tambre, venne costituita nel 1739. dei santi Ermagora e Fortunato e Il decreto che la di rendeva autonoma da quella Floriano Tambre, venne costituita nel 1739. Arcipretale di S.Maria d’Alpago, è delda quella Il decreto che di la Pieve rendeva autonoma VescovoArcipretale di BellunodiValerio Rota, ed è d’Alpago, del 24 è del S.Maria di Pieve luglio. Vescovo di Belluno Valerio Rota, ed è del 24 Il decreto del Senato Veneto, che approva luglio. quello diIlMonsignor è delVeneto, 22 settembre decreto Vescovo, del Senato che approva 1731. quello di Monsignor Vescovo, è del 22 settembre A questa nuova parrocchia di Tambre fu 1731. assegnata giurisdizione del di Monte A la questa nuova spirituale parrocchia Tambre fu e Boscoassegnata del Cansiglio e al Parroco spirituale di Tambredel fu Monte espressamente commessa la cura e l’assistenza di tutte la giurisdizione quelle anime stabilmente ivi .residenti. e Bosco del Cansiglio e al Parroco di Tambre fu espressamente commessa la cura e l’assistenza di tutte Crescendo poianime continuamente il numero dei fedeli dimoranti nel Bosco e ciò particolarmente nel tempo quelle stabilmente ivi .residenti. estivo, eCrescendo abbisognando più di assistenza neidimoranti giorni festivi, Parroco chiese al Serenissimo poi sempre continuamente il numeroreligiosa dei fedeli nel ilBosco e ciò particolarmente nel tempo Doge il estivo, permesso di far ridurre sempre in Oratorio stanza religiosa a pian terreno del festivi, Palazzo del Capitano e abbisognando più diuna assistenza nei giorni il Parroco chieseinal Pian Serenissimo Cansiglio. E questo affinchédivifar si ridurre potesseincelebrare S. Messa il popolo ivi piùdel numeroso e in Pian Doge il permesso Oratorio launa stanzaeaistruire pian terreno del“che Palazzo Capitano più frequente accorre, che nella parrocchia medesima”. Cansiglio. E questo affinché vi si potesse celebrare la S. Messa e istruire il popolo “che ivi più numeroso e Il Parroco allora donaccorre, Benedittiche rivolse una nuova domanda al Capitano dell’Arsenale, dal piùdifrequente nellasuccessivamente parrocchia medesima”. quale dipendeva delBeneditti Cansiglio, per chiedergli l’autorizzazione ad erigere unaal chiesetta lato del Il ParrocoladiForesta allora don rivolse successivamente una nuova domanda Capitano adell’Arsenale, dal Palazzo quale residenziale del Capitano dipendeva la Forestadel delBosco. Cansiglio, per chiedergli l’autorizzazione ad erigere una chiesetta a lato del Il permesso venne concesso, del nonCapitano solo, madel la piccola Palazzo residenziale Bosco. chiesa venne costruita a carico dell’Arsenale. Il Vescovo di Bellunovenne Mons.concesso, Sandi, il 21 Maggio 1769 al Parroco facoltàcostruita di benedire la nuova chiesa e Il permesso non solo, ma la dà piccola chiesalavenne a carico dell’Arsenale. di celebrare la prima Il Vescovo di S.Messa. Belluno Mons. Sandi, il 21 Maggio 1769 dà al Parroco la facoltà di benedire la nuova chiesa e LA CHIESETTA VIENE DEDICATA A S. OSVALDO MARTIRE, RE DI NORTHUMBRIA, PATRONO DEI di celebrare la prima S.Messa. CIMBRI LA DELCHIESETTA CANSIGLIO. VIENE DEDICATA A S. OSVALDO MARTIRE, RE DI NORTHUMBRIA, PATRONO DEI L’edificioCIMBRI sacro ebbe vicissitudini e col tempo si deteriorò soprattutto dopo la caduta della Serenissima DELvarie CANSIGLIO. Repubblica Veneta. L’edificio sacro ebbe varie vicissitudini e col tempo si deteriorò soprattutto dopo la caduta della Serenissima Con l’avvento della Veneta. Monarchia Asburgica, era in tale pessimo stato, che nel 1845 il Vescovo di Belluno Repubblica Mons. Antonio Gava emanò un decretoAsburgica, di sospensione funzioni. stato, Nel 1851 si fecero piccole Con l’avvento della Monarchia era in delle tale pessimo che nel 1845 ildelle Vescovo di Belluno riparazioni al tetto e al soffitto; solo nel che la Real Amministrazione Forestale intraprese Mons. Antonio Gava fu emanò unmaggio decretodel di1853 sospensione delle funzioni. Nel 1851 si fecero delle piccole un radicale restauro. seguenti fu fornita di mobili abbellita. riparazioni al Negli tetto eanni al soffitto; fu solo nel maggio dele1853 che la Real Amministrazione Forestale intraprese Infine nelun1858 venne incaricato il pittore bellunese Giovanni De Min ( n.1786 – m. 1759) di eseguire una radicale restauro. Negli anni seguenti fu fornita di mobili e abbellita. “paletta”Infine ad olionelsu1858 tela venne incaricato il pittore bellunese Giovanni De Min ( n.1786 – m. 1759) di eseguire una di S. Osvaldo perad l’altare. “paletta” olio suOpera tela che, con la cornice, la cassa e il trasporto in Cansiglio costò lire 294. La chiesetta ebbeper altril’altare. restauriOpera fino alche, termine AustroeTedesca delin1917 -18. costò lire 294. di S. non Osvaldo con dell’invasione la cornice, la cassa il trasporto Cansiglio Durante La il periodo della guerra mondiale, la Foresta del Cansiglio fu teatro della del lotta1917 di liberazione chiesetta nonseconda ebbe altri restauri fino al termine dell’invasione Austro Tedesca -18. tra il 1944 e il 1945, e subìdella le devastazioni e gli mondiale, incendi di tutti i fabbricati e anche della chiesetta ad opera Durante il periodo seconda guerra la Foresta del Cansiglio fu teatro della lotta di liberazione delle truppe tra ilnazi 1944fasciste. e il 1945, e subì le devastazioni e gli incendi di tutti i fabbricati e anche della chiesetta ad opera La pala delle di S.Osvaldo chefasciste. ivi si trovava, fu recuperata a rischio della vita da un Cimbro Azzalini, che la truppe nazi conservòLanascosta sua abitazione al termine del conflitto. pala di nella S.Osvaldo che ivi sifino trovava, fu recuperata a rischio della vita da un Cimbro Azzalini, che la Fu quindi restituitanascosta all’Amministrazione della Foresta la pose in una cappella provvisoria, dove subì conservò nella sua abitazione fino al che termine del conflitto. ulteriori danni a causa del freddo e dell’umidità. Negli ‘90 l’Associazione Cimbriprovvisoria, del Cansiglio Fu quindi restituita all’Amministrazione della anni Foresta che la pose inCulturale una cappella dove subì la ottenne in affidamento e ne curò il restauro, consegnandola temporaneamente al Museo di Serravalle, ulteriori danni a causa del freddo e dell’umidità. Negli anni ‘90 l’Associazione Culturale Cimbri delinCansiglio attesa dilaessere riportata nella suae Foresta Cansiglio. ottenne in affidamento ne curò del il restauro, consegnandola temporaneamente al Museo di Serravalle, in attesa di essere riportata nella sua Foresta del Cansiglio. BREVE STORIA DEL RE S. OSVALDO MARTIRE. BREVE STORIA DEL RE S. OSVALDO MARTIRE. Il principe Osvaldo nacque nel 604 d.c. in Northumbria, zona geografica del nel Nord604 al d.c. confine con Il principedell’Inghilterra Osvaldo nacque in Northumbria, l’antica zona Scozia.geografica Morto il re su padre Ethelfrith, dell’Inghilterra del Nord dovette al confine con fuggire ancor nelMorto nord nella della dovette l’anticapiccolo Scozia. il re impervia su padreregione Ethelfrith, Diera per sottrarsi a Edwin, del trono nell’anno fuggire ancor piccolo usurpatore nel nord nella impervia regione della 616 d.c. Diera Nell’esilio da alcuni monaci delnell’anno per Osvaldo, sottrarsi aavvicinato Edwin, usurpatore del trono monastero di Iona, divenneavvicinato cristiano da e nel 616dell’isola d.c. Nell’esilio Osvaldo, alcuni633, monaci del dopo 17monastero anni, sconfitto Edwin, riconquistò il trono che eeranel 633, dell’isola di Iona, divenne cristiano stato di suo dopopadre. 17 anni, sconfitto Edwin, riconquistò il trono che era Ma non stato ebbe divita perché il re britanno Cadwalla, che suofacile padre. aveva mire sul piccolo lo attaccò nel Ma espansionistiche non ebbe vita facile perché regno, il re britanno Cadwalla, che 634, uccidendone Osric ed Eanfrith che governavano aveva mirei fratelli espansionistiche sul piccolo regno, lo attaccò nel il regno di Bernicia. Fu cosìi che Osvaldo, e 634, uccidendone fratelli Osric edalleatosi Eanfrithcon chei Piti governavano gli Scoti,illoregno sconfisse nell’epica battaglia di Heavenfield. di Bernicia. Fu così che Osvaldo, alleatosi con i Piti e Prima dello scontro, come scrisse il Venerabile Beda, cronista gli Scoti, lo sconfisse nell’epica battaglia di Heavenfield. del’epoca, Osvaldo aveva fatto innalzare croce di Beda, legno cronista Prima dello scontro, come scrisse una il Venerabile in mezzodel’epoca, ai suoi soldati, in maggioranza pagani, euna pregato. Osvaldo aveva fatto innalzare croce di legno Ottenutainuna grande di convertire mezzo ai suoivittoria, soldati,desideroso in maggioranza pagani, ealpregato. cristianesimo il suouna popolo, chiamò il monaco Aidan di a predicare Lui stesso traduceva man mano Ottenuta grande vittoria, desideroso convertireil Vangelo. al popolo si convertì. che quello parlava, e la cosapopolo, ebbe tal successo, che tutto il p cristianesimo il suo chiamò il monaco Aidan a predicare il Vangelo. Lui stesso traduceva man ma Sempre che secondo annotazioni di Breda, era unche re straordinario, di senso del comando e di quelloleparlava, e la cosa ebbeOsvaldo tal successo, tutto il popolodotato si convertì. autorità paterna. dotato di senso del comando e carisma,Sempre amato dal suo popolo che egli trattava con giustizia secondo le annotazioni di Breda, Osvaldo erae un re straordinario, Dopo otto anni diamato pace, dal fu attaccato da che Penda, Mercia (l’odierno Galles), sconfitto e ucciso carisma, suo popolo egli pagano trattava re condella giustizia e autorità paterna. nella battaglia Maserfield (l’odierna Oswestry contea di Shropshire). Dopo di otto anni di pace, fu attaccato da nella Penda, pagano re della Mercia (l’odierno Galles), sconfitto e ucci entrambi gli schieramenti, che morivano attorno a lui. L’ultimo nella suo gesto fu quello di pregare per i soldati di entram battaglia di Maserfield (l’odierna Oswestry nella contea di Shropshire). Con barbara ferocia Penda sul corpo di Osvaldo facendone smembrare il corpo L’ultimo suo gesto fu infierì quello selvaggiamente di pregare per i soldati di entrambi gli schieramenti, che morivano attorno a lu esponendo pubblicoferocia scempio il capoinfierì e gli selvaggiamente arti infissi su pali.sul corpo di Osvaldo facendone smembrare il cor Conalbarbara Penda Ma i suoiesponendo resti furonoalinpubblico seguito scempio raccolti eilsepolti gli onori a Lindsley, poi nel 909 traslati a capo econ gli tutti arti infissi su dapprima pali. Gloucester infineresti divisi in vari preghiera, favorendo così rapida diffusione del suo culto. Ma ei suoi furono in luoghi seguitodiraccolti e sepolti con tutti gli la onori dapprima a Lindsley, poi nel 909 traslat assurse acosì eroelanazionale. SimboloGloucester del re, che edifende il suoinpopolo a prezzo della vita,favorendo infine divisi vari luoghi di preghiera, rapida diffusione del suo culto. Sembra Simbolo però chedel nelre, 1558 abbiano le della sue reliquie, ancheaseeroe al giorno d’oggi molte sono chei Protestanti difende il suo popolobruciato a prezzo vita, assurse nazionale. le chieseSembra che dichiarano possederne dei restiabbiano : Treviri,bruciato Tagernsee, Ramsshoven, Wettingen e so però chedinel 1558 i Protestanti le suePrüfening, reliquie, anche se al giorno d’oggi molte in Italia, le Sauris e Tai Cadore. di possederne dei resti : Treviri, Tagernsee, Prüfening, Ramsshoven, Wettingen chiese chedidichiarano in Italia, Sauris e Tai di Cadore. Il santo viene raffigurato con una preziosa coppa e spesso anche con un corvo, che reca un anello o una lettera. La coppaviene ricorda quella d’oro pietre preziose, chee egli aveva fatto con a pezzi per distribuirli poveri; Il santo raffigurato con euna preziosa coppa spesso anche un corvo, che recaaiun anello o u il corvo richiama il modo cui inviò il suo pegno d’amore alla sua lettera. La coppacon ricorda quella d’oro e pietre preziose, chepromessa egli avevasposa fatto aCinaburga, pezzi per principessa distribuirli ai pove del Wessex. il corvo richiama il modo con cui inviò il suo pegno d’amore alla sua promessa sposa Cinaburga, principes In Inghilterra erano dedicate a S.Osvaldo sessantadue chiese e sul continente cappelle e altari in molte del Wessex. località tra cui Bamberga, e Ratisbona e anche in moltichiese stati quali Boemia, eOlanda, In Inghilterra eranoPraga dedicate a S.Osvaldo sessantadue e sul Portogallo, continente cappelle altari in mo Germania, Svizzera e Italia. località tra cui Bamberga, Praga e Ratisbona e anche in molti stati quali Portogallo, Boemia, Oland IL santo Germania, di origine nordiche, i Cimbri del Cansiglio, nel 1769 fu dichiarato dal vescovo di Belluno Sandi Svizzeracome e Italia. scelto loro Patrono e protettore. “protettore dei boschi” e perciò i Cimbri da isempre lo hanno sc IL santo di origine nordiche, come Cimbri del Cansiglio, nela 1769 fu dichiarato dal vescovo di Belluno San Il suo stendardo dai Cimbri , sotto l’immagine dello santo da eG.De Min, reca “protettorevoluto dei boschi” e perciò i Cimbri da sempre hanno dipinta scelto anel loro1858 Patrono protettore. l’invocazione Il suoseguente: stendardo voluto dai Cimbri , sotto l’immagine del santo dipinta nel 1858 da G.De Min, re “ Hòolig l’invocazione Oswald lukh inseguente: Tzimbar Bòlk” - “San Osvaldo veglia sul popolo cimbro”. La sua festa si celebra antichissima ed è menzionata nel calendario “ Hòolig Oswaldda lukh in Tzimbardata Bòlk”il 5- agosto “San Osvaldo veglia sul popolo cimbro”.di San Willibrord e nella maggior inglesi. La suaparte festadei si calendari celebra damonastici antichissima data il 5 agosto ed è menzionata nel calendario di San Willibrord nella maggior parte dei calendari monastici inglesi. Testo curato dal cimbro Don Serafino Gandin nella festa di S.Osvaldo, nell’agosto del 1996. Testo curato dal cimbro Don Serafino Gandin nella festa di S.Osvaldo, nell’agosto del 199 Manifestazioni sportive e solidarietà - pag. 8 Manifestazioni sportive e solidarietà - pag. 9 TZIMBAR bor òondar tag CIMBRI per un giorno Partenza Troi dei Cimbri, Fregona ore 6 del mattino Q uando si è piccoli, si cresce con le favole, la sera ci si addormenta con una favola, come fossero una parte fondamentale della nostra vita. Poi si cresce e alle favole ci hanno abituato a non crederci più. Ma noi non possiamo non farlo. Gianni ed io ci siamo appassionati alla corsa fuori strada frequentando il Cansiglio e abbiamo percorso in lungo e in largo sentieri, tracce, vecchie piste Sul Pizzoc durante la gara forestali. L’amore per questo territorio è stato da subito talmente grande da volerlo far conoscere ad altri. Forse sarebbe stato sufficiente un allenamento in compagnia, ma troppa poca gente avrebbe goduto dello splendore della Foresta. Solamente una gara ben organizzata avrebbe portato lassù molta gente da altre parti d’Italia e dall’estero… e così abbiamo deciso di fare. Dapprima nacque un’Ecomaratona, una gara di 42 chilometri poco invadente e molto rispettosa del territorio, collegata alla presenza ed alla storia del popolo Cimbro. L’idea venne subito ben accolta da Francesco Azzalini e la sua gente. Da quella prima edizione del 2004, il nome “Cimbri” è stato associato a questa manifestazione, venendo esportato da Fregona in tutta Italia. Negli anni molti atleti hanno potuto Maratoneti in Vallorch Maratoneti in Vallorch apprezzare gli alti faggi, i villaggi cimbri, i sentieri spesso fangosi del bosco, sentendosi Cimbri per un giorno. Dal 2011 l’Ecomaratona si è trasformata nel “Troi”, sempre “dei Cimbri”, un viaggio di 55 chilometri dentro l’Antica Foresta dei Dogi, un itinerario che ci ha fatto scoprire luoghi ancora più incantati e selvaggi: la prossima edizione si correrà il 16 settembre 2012. Troi dei Cimbri Grazie a queste manifestazioni, siamo anche riusciti ad appoggiare alcuni progetti di solidarietà quali il sostegno al popolo Saharawi, due adozioni a distanza in Tanzania e Brasile, varie associazioni umanitarie internazionali. Lo scorso inverno abbiamo incontrato Francesco e Lino Azzalini “Gianni e Stefano, il prossimo agosto siete invitati alla Festa dei Cimbri in Pian Osteria e sarete nostri ospiti”. Con immensa sorpresa ed orgoglio ad agosto scorso siamo stati nominati Groas Moaster bondar Tzimbar Bòlk… anche noi cimbri per un giorno. Oggi, vi confessiamo che otto anni fa abbiamo creduto alle favole pur essendo già grandi… ma abbiamo fatto bene. Gianni De Polo e Stefano Michelet – comitato organizzatore Incontri e visite - pag. 10 Dar Bìssof bon Belluno-Feltre, Joseph Andrich, bezüuchet dar Museum un borkhèmmanet de Timbrisen lòite bon Kansilien Il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Giuseppe Andrich, visita il Museo dell’Uomo in Cansiglio e incontra i rappresentanti dei Cimbri del Cansiglio L o scorso 6 dicembre, il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Giuseppe Andrich, in occasione della visita Pastorale alle parrocchie di Tambre, Spert e Borsoi, assieme al par- la benedizione del vescovo, lo stesso Azzalini ha recitato la preghiera ”Ave Maria” in cimbro. Il vescovo Andrich ha esternato la sua ammirazione per il Museo, dopo aver attentamente osservato documenti e testimonianze della presenza dell’ uomo in Cansiglio e del suo rapporto con l’altopiano, a cominciare dalla preistoria. In particolare, Monsignor Giuseppe ha visitato: la collezione storica di documenti relativi sia alla dominazione veneziana che alla presenza dei Cimbri, con pannelli e schede sulle attività forestali, la carbonizzazione e l’allevamento; le attività e i luoghi di presenza delle comunità preistoriche di cacciatori nomadi; la sezione paleobotanica e i ritrovamenti di Palughetto, che conserva i resti delle conifere più vecchie d’Europa. Nel libro degli ospiti monsignor Andrich ha definito il Museo “interessantissimo” e ha scritto tra l’altro: “Grande è il mio apprezzamento per l’opera che è a salvaguardia della storia e delle meraviglie del Bosco del Cansiglio” Essendo l’attività al Museo svolta anche grazie alla collaborazione con l’Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio, il vescovo di Belluno-Feltre ha elogiato tale Associazione e ha incoraggiato il signor Francesco Azzalini e i suoi collaboratori a continuare con entusiasmo l’opera di approfondimento, di diffusione e di valorizzazione della cultura cimbra. Il Parroco, Don Ezio Del Favero roco, don Ezio Del Favero, e al sindaco di Tambre, Oscar Facchin, ha visitato il museo dell’Uomo in Cansiglio e Centro Etnografico di Cultura Cimbra, intitolato a Anna Vieceli, che si trova in Pian Osteria, nel comune di Tambre. Nell’occasione, monsignor Andrich ha incontrato una rappresentanza dei Cimbri del Cansiglio. Francesco Azzalini, a nome dell’Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio, di cui è segretario, ha salutato il vescovo, anche in lingua cimbra, e ha fatto da guida all’interno del Museo. Durante Sopra: il Museo Etnografico - sotto: Modello di “Sega veneziana” I Cimbri con il vescovo e don Ezio presso il museo etnografico Pubblicazioni - pag. 11 Dar "GIORNO" sràibet àu "De Timbarn dar bòlk bon Kansilien" Il quotidiano IL GIORNO scrive de "I Cimbri, il Popolo del Cansiglio" R iportiamo l'articolo uscito a lilare i lettori, ha voluto estremizzare pur sapendo che non abbiamo alcuna vello nazionale sul "Il Giorno" alcuni aspetti problematici della nostra intenzione separatista. il 24 dicembre 2011. presenza in Cansiglio, paragonandoci Buona lettura. Fa parte di un fascicolo di allegati, ai Baschi del nord ovest della Spagna, Francesco Azzalini – Segretario che il quotidiano è solito in42 il caffè del weekend IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE SABATO 24 DICEMBRE 2011 • * serire ogni fine settimana tra le IL REPORTAGE sue pubblicazioni. Il testo, assai ridimensionato e stringato, è frutto di lavoro congiunto del corrispondente Ivan Albarelli (venuto appositamente da Milano) e di Francesco Azzalini, che È questa una delle cause dell’abbandono da parte delle giovani coppie. Sul piatto i cartelli stradali bilingue hanno trascorma, soprattutto, la riacquisizione della propria identità più intima: la casa. Le trattative sono sì avanzate, so una giornata ma ogni tanto arriva qualche doccia fredda. «Ci è già di IVAN stato detto che costi notarili e canoni una tantum o ALBARELLI isieme in Canpluriennali dovremo pagarli noi. È emblematico che per avere in uso quello che abbiamo da quando siamo siglio, visitanarrivati nel 1700 e che ci siamo costruiti dobbiamo · VALLORCH pagare. Il punto è: quanti fra i cimbri che ancora vivoPARLANO una lingua che è un impasto fra l’inglese e no qui potranno sostenere una spesa del genere?», si do il Museo, i il tedesco antichi, abitano in baite in mezzo ai boschi, domanda Azzalini. tengono vive le tradizioni del passato. Sono i Tzimbavillaggi e inrar scatolern, i cimbri scatoleri dell’Alpago. Nel Bellu- FRA QUESTI c’è la coppia di pensionati, marito e monese. I loro villaggi incastonati all’interno della secon- glie. Lei, con l’orto produce sottaceti e conserve. Lui, contrando in da foresta più grande d’Italia, il Cansiglio. Autostrada invece, lavora il legno e realizza pezzi d’artigianato. Mestre-Belluno, lago di Santa Croce. Poi su per la Vecchie passioni cimbre. Vecchie passioni anche Vallorch Franmontagna fin oltre i mille metri d’altezza. Una diste- quelle di Franco Azzalini. “Il poeta”. sa di faggi, pini e abeti costeggia la provinciale semide- Ex finanziere, vive solo a Vallorch tutto l’anno tranne co Azzalini nelserta per il Pian Cansiglio, che è a sua volta un’im- nei giorni più rigidi, quando la temperatura scende mensa distesa di prati verdi, qualche casa sparpaglia- venti, trenta gradi sotto lo zero. Vita spartana e acqua la veste di poeta ta qui e là e le vecchie casupole militari abbandonate della vicina base Nato di Aviano. e narratore. Ed è in mezzo alla foresta popolata da caprioli e cin- TRA VENETO E FRIULI ghiali che vivono quelli che potrebbero essere chiama- I «baschi d’Italia» vivono in mezzo ai boschi E' un "reti i baschi d’Italia. Vallorch, Le Rotte, Canaje, Pich e Campòn: frazioni, o più semplicemente ammassi di e parlano una lingua quasi incomprensibile portage" assai case, nascoste fra i fitti faggeti del bosco. Comignoli Una discendenza che rischia di scomparire che fumano, luci dietro le tendine delle finestre e il significativo silenzio che ovatta tutto. Sembra una fiaba. «Sì, il paragone con i Paesi Baschi spagnoli non ci di- piovana per lavarsi, Franco Azzalini scrive poesie e soprattutto per spiace: anche noi in fin dei conti non vogliamo altro racconti ispirandosi alla natura e a strani incontri che che tutelare le nostre tradizioni e la nostra lingua». giura di avere fatto, come il capriolo incrociato duranla sua diffusioFrancesco Azzalini, assieme alla sua associazione te una partita di caccia il giorno di venerdì santo: «Gli “Cimbri del Cansiglio” dagli anni Ottanta tutela, ap- sparo e non succede niente — dice concitato come ne nazionale, punto, una cultura e una storia identitaria fiere che se fosse successo appena due ore fa —. Gli risparo e stanno davvero correndo il rischio di sparire: erano rimane ancora in vita. Non avevo mai visto nulla del che vuol seancora in seicento negli anni Trenta le genti cimbre genere! Poi ho pensato che giorno era, il venerdì di arrivate qui dall’Altopiano di Asiago, nel Vicentino, Pasqua...» È uno dei punti di forza, Franco, del prognalare alcune chiamati a costruire col legno dei faggi prima, dal getto che Francesco e la sua associazione accarezzano 1700, le doghe dei remi della potentissima flotta vene- da anni: realizzare un percorso ecosostenibile attradella probleziana; poi le tipiche scatole rotonde per contenere i verso i cinque villaggi. “formaggi di casera”. matiche e delle COMUNITÀ «L’IDEA è portare qui i turisti, sistemarli nelle case Un gruppo di bambini OGGI ne sono rimasti in poche decine. I più giovani? recuperate facendoli tornare indietro di due secoli. Viiniziative, che si affaccia divertito dallo Vanno a vivere chi a Belluno, chi a Vittorio Veneto o vere la foresta in modo rispettoso e alternativo. Abbiastipite di una porta più giù a Conegliano. E nel bel mezzo della foresta mo anche in mente di riutilizzare una vecchia ferrola nostra corimangono gli anziani. «Da vent’anni stiamo discu- via per permettere pure alle persone disabili di raga Vallorch. In alto, un tendo col Corpo forestale dello Stato e con la Regione giungere i punti più impervi». Ridare insomma alle villaggio del Cansiglio a munità affronuna legge che difenda le nostre peculiarità, non solo nuove generazioni un motivo per restare. Per i più inizio secolo. Sotto, una sul piano del folklore o della lingua, ma anche su queta e propone festa cimbra piccoli c’è addirittura il corso di lingua multimediale stioni più sostanziali come i diritti di superficie all’in- coi nomi dei mesi e delle stagioni, le coniugazioni dei terno del bosco e le relative pertinenze», racconta verbi... A fare da splendida cornice ci per conservare Francesco mentre fa strada a piedi lungo un sentiero seminascosto che conduce al villaggio oggi disabitato pensa il Cansiglio. Con i suoi misteri. e tramandare i di Canaje Vecio. È stato recuperato proprio dai volon- Una Madonnina devozionale che nei tari dell’associazione, che hanno ricostruito una tipi- primi anni Novanta si mise a piangere valori dell'etnia ca casupola in legno: la stessa che nel XIX secolo en- (o era la rugiada del mattino?). E il mitusiasmò l’alpinista inglese Francis Fox Tuckett, che tico Bus de la lum, il buco della luce, dei Cimbri del vi soggiornò una settimana e s’innamorò dei cimbri e un pozzo di natura carsica profondo della struggente poesia del Cansiglio a metà fra magia 180 metri che in tempi antichi si creCansiglio. deva popolato da streghe e all’intere malinconia. LA LUNGA Loss von Venedig? Via da Venezia, come chiedevano i no del quale durante la Resistenza Il giornalivennero gettati da partigiani e naziseparatisti altoatesini negli anni Sessanta per reclamaATTESA DI UNA re il ritorno all’Austria? Venezia non sarà forse così fascisti i corpi di decine di prigiosta, per stimolontana, ma per un “popolo” che è dai tempi del fasci- nieri. LEGGE CHE NE smo che aspetta di vedere riconosciuta la propria spe- A quel punto c’è da credergli, se un cificità — e i diritti sugli alloggi incendiati dai nazisti cimbro una sera d’inverno ti racRICONOSCA LA nel 1944 — l’attendere dal 1992 una legge sta diven- conta d’avere visto un capriolo sotando frustrante. pravvivere alla sua carabina. SPECIFICITÀ Bar liirnan Tzimbar Gaprècht - Impariamo il cimbro - pag. 12 - pag. 13 Dar Mazharòl bon Kansilien = sbartzaar booghel, civette = gudala e falchi = fikìt; tutto intorno a lui facevano capriole tra loro i ghiri = ghiir, gli scoiattoli = hazel khatza, le lepri = haazo, le volpi = buks, i caprioli = billa goas. I galli cedroni = billar hen si beccavano fra loro sotto gli occhi di un lupo = bolf che riposava su un faggio. Le api = pajen e le farfalle = salèttale volavano in tondo sopra la testa del Mazharòl addormentato. Il Mazharòl del Cansiglio Favola rivisitata da Marta Azzalini e Paola Nard A ccade soprattutto nelle lunghe giornate d’inverno, che il nonno, racconti ai nipotini delle favole bellissime. Egli ha sempre lavorato nella grande foresta del Cansiglio, dove i boscaioli si raccontano spesso strane storie meravigliose. Oggi è uno di quei giorni fortunati e tutti sono pronti a correre da lui. State a sentire cosa racconta: è un gran mattacchione e si diverte a far ammattire la gente. Si burla di quelli a cui ha fatto perdere la bussola o ai quali ha confuso la mente = de zinne e la parola = ’s bóart, nascondendo gli attrezzi dei boscaioli. Spesso cammina a rovescio per far smarrire la strada a chi incautamente si inoltra nel bosco. Per salvarsi da lui bisogna togliersi la camicia = foàt, rivoltarla e indossarla al rovescio: soltanto allora si ritrova la strada di casa = bègale von hòam in mezzo al bosco = balt. “Venite qua, venite qua ragazzi = Ailt hìa, ailt hìa khindar, venite vicino a me, il nonno = ailt nàgane mìar, dar bóarbaatar; sedetevi qui attorno al focolare = hèart. Prima che la mamma = muutar e la nonna = bóarmuutar porti la polenta = pulta in tavola = tiss e fintanto che il salame = salaaden sia tagliato, io vi racconto la storia del Mazharòl. Dovete sapere che il Mazharòl, così mi raccontava il Cimbro “Nani”, è spuntato fuori un giorno da non si sa dove. Sembra che sia uscito da una grotta = kùbala sopra Montaner. Questo Mazharòl non sono in tanti a poter dire di averlo visto: è un uomo piccolo piccolo con un vestito rosso = ear ist an khlòondar, khlòondar mann mit an ròat gabànt, Anche i malgari del Cansiglio, dai quali il nonno compera latte, burro, ricotta e formaggio, gli hanno raccontato una volta che… ...la prima volta che il Mazharòl si è fatto vedere sia stato su in Cansiglio forse perché aveva smarrito la strada = bègale e aveva fame = hùngaran, fatto sta che si è recato in una malga del Cansiglio = an stall von Kansilien a chiedere un pezzo di pane = an stukhe pròat e poi si è steso a dormire sopra le foglie = rastan òbarn dar lòop. Dopo aver dormito insegnò ai malgari a fare il burro = smaltz, il formaggio = khèeze e la ricotta = povàin, poi è scomparso di nuovo nel bosco fra le bestie selvatiche = zachen bìlle. Dovete sapere che anche il nonno aveva un nonno, che possedeva delle mucche e che gli parlava spesso di fatti strani che accadevano in Cansiglio. Così riprende il racconto dicendo: Mio nonno = bóarbaatar mi raccontava che in una mattina d’estate = mòrghen richte zummar, suo figlio = zun Bepo e il nipote = nèffe Toni erano andati a pascolare le mucche = khüu vicino al Bus de la Lun. Erano ancora ragazzi entrambi e, mentre badavano alle mucche scherzavano fra di loro. D’un tratto si sono visti comparire davanti un ometto vestito di rossi stracci che rideva con la bocca = maul spalancata da un orecchio = òar all’altro. Preso Toni per una mano = hant lo portò su per le rocce Ragazzi, bambini! Io non so se questo ometto vestito di stracci sia ancora vivo, nella foresta del Cansiglio: io spero che voi lo possiate incontrare ancora perché ciò sarà il segno che il bosco non è morto e che è ancora la casa di tanti animali.” = stèel per posti impervi e quello dietro senza nemmeno saper quello che faceva. Quando riprese conoscenza, perché il Mazharòl gli aveva confuso la parola e la mente, si è trovato in cima ad una rupe senza poter né scendere né salire, mentre sotto di lui una voragine senza fondo apriva le sue fauci piene di nebbia = nèbel. Il nostro nonno conosceva tutti gli abitanti della foresta e si intratteneva spesso con i carbonai che vivevano nel bosco vicino ai villaggi dei Cimbri. Da costoro aveva saputo che il Toponimi di luoghi e parole di probabile derivazione cimbra Cimbro Terminologia corrente Etimologia cimbra Traduzione e/o derivazione (probabile) VAL FRATTUZZA fratten frutta selvatica / Valle a sud di Val Bona, che risale verso Candaglia, lungo la quale si trovavano frutti selvatici in abbondanza (lamponi, fragole,“sbirabirbe”, e molti funghi). PIAN DEL SCHEO ‘s khèar la svolta, il tornante / Località posta tra Pian dei Lovi e il Monte Croseraz, dalla quale un ripido e tortuoso sentiero conduceva alla sommità del monte e in Friuli. POOM BANT DACH BEESTAR TUAR VOCABOLI DI USO COMUNE IN CANSIGLIO SBRICA briizar CAZA katza rèl vita / Truogolo, contenitore scavato nel legno, dove veniva posto il cibo per i maiali (per farli vivere e ingrassare). aver freddo / Feritoia, piccolo pertugio tra le travi del casone attraverso il quale passava il freddo all’interno dell’abitazione. mestolo / il vocabolo cimbro definisce il secchio di rame dal quale con il mestolo si prelevano gli alimenti liquidi. italiano LENTLE villaggio BEG strada TETTRABEGALE sentiero NOMI DI LUOGHI DEL CANSIGLIO làip -làibar Mi raccontò una volta un tal Gigio carbonaio = khòolar, che mentre costruiva il suo pojat a Vallorch, lo ha visto un giorno, di mattina presto ancora addormentato su un ceppo di faggio = stamm von puucha. Gigio mi raccontava che gli pareva di aver visto un angolo di paradiso = hümmel perché sopra al Mazharòl volavano corvi = khraa, merli Schella, schella Märzo, Svegliati, svegliati Marzo Snea de hia Neve di quà Gras de her Erba di là Alle de dillen lèr. Tutti i fienili vuoti. Bénne der Kucko kuchet Quando il cuculo canta Plühet der balt Fiorisce il bosco Bear lang lebet Quando la primavera nasce Sterbet alt Muore il vecchio (inverno) Impariamo il cimbro a cura di Francesco Azzalini, Segretario LAIP Mazharòl vive in accordo con gli animali = zachen, con tutti gli animali, anche quelli selvatici = bille. Infatti così riprende il suo racconto ai nipotini attoniti e attentissimi: Ed ecco ora una bella filastrocca recitata in Asiago per cacciare l’inverno e chiamare la primavera. Si ripete camminando da mattina a sera in processione per i paesi dell’altipiano. 8 marzo 1834 - J. A. Schmeller “A proposito dei cosiddetti Cimbri dei 7 e 13 Comuni sulle Alpi Venete e la loro parlata” Canaie vecio trave muro tetto finestra porta PERG BALT PUUCHA TANNA AST PLAATZA BIIZA GRAZ RAKH PLUUMA OBES montagna foresta faggio abete ramo foglia prato erba muschio fiore frutto ZUUNA HUMMEL MAANO STEERNA sole cielo luna stella BINT BOORA SNEA REEGO SAUR KHALT BARM vento nuvola neve pioggia tempesta freddo caldo Scrittori e Poeti Cimbri - pag. 14 LO GNOMETTO CELESTINO 2oo6 SERAFINO IL MAZHAROL 2ooo LA POJANA 1999 Lo gnometto Celestino, solo in rosso suol vestire Barba bianca,piccolino, se lo incontri può sparire Lo gnometto Serafino è vestito tutto in rosso Nelle piante - faggio e pinobatte colpi a più non posso Lassù in alto dove arriva la mia vista a mala pena, la poiana gira gira, l’ali aperte muove appena ché poteri ne possiede, e sa usare la magìa Se inquinare lui ti vede, perderai la diritta via Con mazzetta per segnare un sentiero di magia chi foresto vuol passare perderà la diritta via Col suo occhio prodigioso, scruta a terra senza fretta, e continua lei nel volo per veder la preda netta Sopra un ciocco,sul sentiero, visto è stato di sovente osservare il forestiero, e sorrider vagamente Da lui van folletti e fate, e animai di tutto il bosco, a passar belle giornate nell’arcano suo bel posto Con picchiata giù perfetta, e ali chiuse,sibilando, come fulmine o saetta piomba in basso rimirando Ama stare nella selva e lì dentro anche morire Non esiste alcuna belva che lo possa intimorire E lui stesso va da solo a trovare i buoni amici Gli uccelletti in pieno volo lo salutano felici Sopra il faggio lui dimora, oppur sotto alle radici Quando esce nell ’aurora gli uccellin cantan felici Quando arriva all’alveare lo saluta la regina, e lo invita per pranzare con real pappa sopraffina Ha un difficile linguaggio, suoni strani,innaturali, e però lui è a suo agio nel parlar con gli animali Nelle sere dell’inverno narra fiabe, e ciascun crede, che lui parli dei suoi avi: Pollicino e Biancaneve Lunedì ch’è la sua festa, danza e suona uno strumento Freme tutta la foresta per quel magico talento In Cansiglio è conosciuto e nomato da ogni ”Fiol” Chi nel bosco s’è perduto, pensa: “E’ stato il Mazharol” Poi arrivan per danzare dolci ninfe fanciullette alle quali fa ben fare dei volteggi e piroette Ed allor per ritrovare senza indugi la via retta, deve subito indossare per rovescio la giacchetta Poi di colpo via sparisce e chissà dove sarà Ma ,è certo,non tradisce, presto o tardi tornerà Stocca al volo , non a terra e un sol colpo usa dare Tordo,merlo o capinera, non si possono salvare Ed emesso un rauco grido, con la preda tra gli artigli vola in alto verso il nido per sfamare i suoi due figli L’ALLOCCO 2oo2 La luna era alta nel cielo; vedevo risplender la neve; sentivo vampate di gelo e di fronde stormir lieve Il monte in alto era fosco, per nebbia leggera lassù, gridava l’allocco nel bosco: uuhh uuhh uuhh In tutto quel grande chiarore, vedevo sol rare le stelle; vedevo dell’Orsa Maggiore brillare le sette fiammelle Gelato sui pini ogni nido, gli uccelli non c’erano più Ancora dal bosco quel grido: uuhh uuhhh uuhh Pensavo ai tempi lontani, agli avi che han qui lavorato da veri valenti artigiani, e a quanto han faticato Dei colpi d’accetta il rintruono sembrava ancor vivo quassù E sempre quel macabro suono: Uuhh uuhh uuhh - pag. 15 LE ROTTE Un bel piccolo villaggio è s’un colle tutto ornato d’alti alberi di faggio, che “Le Rotte” vien chiamato Sono Cimbri gli abitanti, son d’origine Alemanna, ingegnosi e praticanti l’arti antiche di Roana “Scatoler”, mestiere antico, più non viene praticato Ne’ per fuoco o per nemico, mai quel luogo hanno lasciato Pochi san che su quel colle son casette sì graziose, tutte in legno,civettuole, nell’inverno silenziose Sono anche gli orticelli, con intorno tante ortiche Freschi cavoli e piselli, cibo son per bestie amiche, quali lepri e caprioli, che d’intorno,indisturbati, stan tranquilli tutto il giorno nell’alt’erbe accovacciati Notte fresca e silenziosa, grande,dolce, pace infonde Qualche nota lamentosa: geme il gufo tra le fronde In stagion fredda e nevosa, a abitarvi,con coraggio, è sol Elia,la graziosa: gran regina del villaggio I PICH VILLAGGIO CIMBRO ANTICO Era “I Pich” un bel villaggio, presso al bosco edificato, in un luogo non selvaggio e molto bene soleggiato E’ silenzio nel villaggio, da gran neve già ammantato E passeggio adagio,adagio nell’ ambiente inanimato Nei casoni in travi e “scjolpe” ed i muschi nelle sbriche, senza inganni e senza colpe v’abitavan genti amiche Sono chiusi i casolari, qualche topo entra ed esce, freddi e spenti i focolari, nessun fumo fuoriesce Artigiani laboriosi, ch’avean cimbrici cognomi Di pensieri fantasiosi, credean tanto in fate e gnomi Cimbri antichi provenienti dal paese di Roana, v’abitavan pur coi venti della fredda tramontana Si chiudevano la sera dentro ben nel casolare Il pericol vero era che potesse il “Lof” entrare Fra perline e un tavolone, fatto ha il ghiro la sua nicchia Nella trave del casone, sento un tarlo che rosicchia Dopo tanti anni e tanti, quel villaggio fu incendiato Disperati gli abitanti quel bel luogo hanno lasciato Miagolare s’ode un gatto, che fa aspre lamentele Solo è stato qui lasciato dal padrone suo crudele Una fresca gran pineta or lì cresce rigogliosa, dove fauna vive quieta, senza affanni e numerosa S’ode poi lo scricchiolìo d’un leggero assestamento Di fantasmi par brusìo dentro ogni alloggiamento 1997 2001 Nel casone mi ritiro, che’ già il sole passa via Saran solo gatto e ghiro a tenermi compagnia Azzalini Franco è nato a Vittorio Veneto il 1 maggio 1936 da genitori Cimbri. Il padre Giovanni Azzalini "Batol", nato a Fregona nel 1895, viveva stabilmente nel villaggio cimbro di Vallorch, facendo il boscaiolo con l'aiuto di cavalli da tiro. Qui era vissuto anche il nonno Eugenio ( nato nell'altro villaggio di Valbona nel 1857), dove abitava con il padre Virgilio Azzalini. Correva l'anno 1880 quando i due fratelli Virgilio e Celeste decisero di trasferirsi in Vallorch dove già nel 1700 era vissuto Domenico Azzalini, il primo Cimbro arrivato in Cansiglio proveniente da Roana, dall'Altopiano di Asiago. E' in questo antico villaggio di Vallorch che Franco Azzalini abita stabilmente, rivivendo gli incontri e le meravigliose sensazioni provate da bambino. Ha risposto al richiamo irrestibile della "sua foresta", come un bambino risponde alla voce di una madre affettuosa. Lontano dalla frenesia della vita moderna, al contatto con un ambiente, che parla solo a chi sa mettersi in paziente ascolto, ci svela un piccolo mondo ricco di vita e insegnamenti. L'abitare nel bosco, nel suo villaggio silenzioso, con i ritmi e la sensibilità degli antichi avi Cimbri, lo porta a riflessioni ricche di arguzia e umanità. Se la nostra foresta ci lascierà ancora attoniti, stupiti e incuriositi, come Franco Azzalini, solo allora potremo dire di avere conservato e di poter tramandare ai nostri figli il profondo rispetto per la natura dei Cimbri del Cansiglio. Per tutto questo siamo onorati di presentare alcune sue poesie, piccole perle, opera paziente di un "fratello", profondo conoscitore della nostra storia, cultura e della nostra terra. Documenti storici - pag. 16 - pag. 17 'S gasiganet abe bon altes lèntle in jaar 1928 R iportiamo parte della mappa dell'Azienda per le Foreste Demaniali dalla quale emerge lo stato dei villaggi cimbri in tale periodo. Molto significativa è la presenza di alcune realtà oggi scomparse : - La scuola elementare in località Lion. - La segheria di Campon. - I Casoni dei Cimbri masteleri di Val Bona. - I Pich veci. - Le casermette della Forestale sia in Campon che ai Pich novi. Ogni villaggio è circoscritto con un tratto continuo che rappresenta lo spazio verde circostante. 1928 carta forestale Le Rotte e Vallorch 1928 Carta forestale < Leon, Pian Osteria, < 1928 Carta forestale Pian Canaie A cura di Francesco Azzalini < Mappe dei villaggi cimbri del 1928 Campon e segheria < 1928 carta forestale PIch < 1928 Carta forestale Val Bona Ricerche storiche - pag. 18 Ricerche storiche - pag. 19 An nòjar puch àu de gròosa khriig 1917-18 Dar Kansilien – De Balt bondar latte bor bèrch bon hòolig Marcus Nuova pubblicazione sulla Grande Guerra 1917-18 V errà presentato verso la fine di febbraio l’ultimo lavoro di ricerca a firma di Innocente Azzalini e Giorgio Visentin incentrata sull’anno dell’occupazione austro-tedesca a Vittorio Veneto e del suo distretto tra novembre 1917 fine ottobre 1918. Tale approfondita e meticolosa ricerca ha il merito non solo di offrire una sintesi documentale e fotografica nel contesto globale dei fatti bellici della grande guerra, ma anche, ed è la parte più significativa, di restituire la parola ai diretti testimoni, in particolare i parroci del territorio, che ebbero la forza, in quei frangenti estremi, di compilare dei diari che oggi si offrono come I resti del traccato della Fera- preziose fonti di tina prima di Val Bona informazione per dare visibilità e spessore al risvolto umano di vicende dolorosissime, il cui ricordo è doveroso conservare e trasmettere per educare i giovani alla cultura della I sedimi della Ferratina tra Val pace e della soliBona e Val Frattuzza (Reg. Friuli) darietà. IL CANSIGLIO - BOSCO DA REME DI SAN MARCO di Franco Bastianon I Il tracciato della Ferratina da Pian Osteria a Val Frattuzza Dodici mesi, un periodo breve e tuttavia interminabile, in cui migliaia di persone furono costrette a convivere con la brutalità dell’occupante e con la guerra in casa, con l’immanenza costante dei saccheggi, delle violenze fisiche, delle angherie morali, della fame e della morte. Ancor oggi, ad oltre novant’anni di distanza, sono tangibili i segni del suo passaggio nella residua visibilità dei trinceramenti, bunker presenti sul nostro territorio; nella toponomastica che individua i luoghi chiave delle battaglie; nell’incombere dei sacrari e dei monumenti che costellano tutto il territorio provinciale; nelle ferite ancora leggibili nel patrimonio artistico ed architettonico di tanti palazzi patrizi, chiese e castelli; nella persistenza del ricordo di quelle lontane vicende nella memoria collettiva dei trevigiani, soprattutto della Sinistra Piave. Tra i tanti segni della presenza ne- Pian Osteria, Col di Frare. I resti della galleria nei Carrello da trasporto legname che si trova Tracciato scavato nela roccia pressi di Val Bona presso il Museo Etnografico di Pian Osteria in direzione Pian Cansiglio Zona di arrivo e scambio della Ferratina in Val Frat- L’ingresso della galleria della Ferratina tuzza sulla strada VAl Bona - Pian Rosada mica nella nostra pedemontana vi era il tracciato della ferrovia Sacile - Vittorio costruita in pochi mesi per collegare efficacemente la sede del comando della VI Armata austriaca senza passare per lo scalo di Conegliano che veniva costantemente colpito dalle artiglierie italiane posizionate sul Montello. Il tracciato da Sacile toccava Fratta di Caneva, Cordignano, Cappella Maggiore con scalo terminale a S. Andrea. Nei pressi di Cappella Maggiore si diramava una linea secondaria verso Sarmede, dove su ampi spazi di terreno funzionavano una grande segheria e officine di riparazione. Il materiale ligneo proveniva dalla foresta del Cansiglio portato alla segheria da un’ardita teleferica collegata alla Piana. Qui una Decauville a scartamento ridotto (ferrovia con motrici e carrelli di produzione francese) percorreva tutto l’altopiano, con diverse diramazioni minori verso l’interno della foresta dove era accatastato il legname. Resti di uno di questi tracciati Pian Osteria – Val Bona, oggi ancora visibili, sono riportati fotograficamente nel contenuto del libro. Una ricerca, quindi, che non mancherà certamente di suscitare curiosità e interesse in appassionati e studiosi perché essa restituisce alla nostra memoria storica pagine destinate altrimenti a scomparire o ad essere colpevolmente obliate dal lento scorrere del tempo. Innocente Azzalini - Consigliere Val Bona - nella parte alta, al limite del bosco, è segnata la zona di attraversamento della valle della Ferratina l tema di questo breve intervento, solo alcuni cenni e certo non un saggio storico, riguarda un aspetto particolare della gestione del Bosco del Cansiglio: il valore economico della “produzione” dei remi (o, meglio, delle “stele” cioè le “assi” sgrossate che corrispondevano per lunghezza e spessore al remo “semilavorato” che sarebbe poi stato “finito” in Arsenale) ed i comportamenti dei responsabili del taglio, con le relative conseguenze sul bosco, visti attraverso alcune delle relazioni che i Rettori veneziani di Belluno presentavano al Consiglio dei Pregadi (il termine tecnico veneziano per Senato e Doge riuniti) alla fine del loro mandato. Prima di entrare nel merito bisogna però osservare che i Rettori, se avevano chiaro il ruolo strategico del bosco per l’”armata nostra”, come veniva chiamata la flotta da guerra, avevano anche grande attenzione alle comunità locali e al loro relativo “benessere”. Domenico Falier (1550) quando propone di confinare il bosco dice che questo è sì necessario per salvaguardare gli interessi della “Casa dall’Arsenal”, ma anche per tutelare i diritti delle comunità locali, perché “possino far carbonj et legne per il bisogno loro, senza li qual boschj non potriano vivere, et li saria bisogno lassar il paexe et andar in parti aliene” (si parla già di emigrazione dalla montagna veneta ….. ), così Marco Antonio Miani (1574) suggerisce di cambiare le date per i tagli annuali dei remi per evitare il “danno et incomodo delli contadini, li quali da quel tempo sono dediti al suo raccolto et negotij rurali… raccogliendo poche biade, che tardi maturiscano in quelli luochi sterili e montuosi” e Giacomo Salomon (1561) si preoccupa dei ritardi nei pagamenti degli operai al di fuori della sua giurisdizione perchè “non è honesto che buttino via le sue fatiche, non essendo pagati delle loro mercede … né li sui sudori”. Angelo Contarini (1615) segnala come i maggiorenti di Belluno, approfittando del cambio di Rettore, avessero tentato di portare il calmiere “delle biave” a lire 25 “li staro” rispetto ai 24 concordati col suo predecessore Dolfin, “con pregiudizio della mia reputatione” e come, tenendo conto dei veri costi di acquisto del “formento” nel tempo, avesse poi portato il calmiere a 20 lire, comunicando ai commercianti che “ero pronto colla propria borsa a riffarla” cioè a rifondere le perdite se si fosse dimostrato che avevano ragione, mentre nel 1622 Federico Corner per mantenere il calmiere del frumento a 24 lire e quello del “sorgoturco” (granturco n.d.r) a 11 lire non esita a provvedere “con i denari della mia casa” e l’anno seguente ricorre perfino a soldi prestati “dal signor mio padre” secondo la tradizione “della mia casa, la quale non avendo altro fine che l’honor di Dio, la pubblica sodisfatione, … non ricuserà mai d’impiegare con prontissima volontà tutte le sostanze e le vite in servitio della Serenità Vostra (il doge, n.d.r. – direi di perdonargli un po’ di autoincensamento …). Le prese di posizione dei Rettori citati non sono episodiche, anzi, proprio l’attenzione ai bisogni del popolo “minuto” e la capacità di contemperarli con le necessità della Repubblica sono all’origine della fedeltà alla Serenissima delle popolazioni amministrate, e del mito (che evidentemente non è solo mito) del “buon governo” veneziano. Ritornando al tema, ricordiamo, come premessa di architettura navale necessaria per capire la gestione del bosco, che proprio in quegli anni (metà del ‘500) si passava da galee con voga a terzarolo (tre rematori per banco con un remo ciascuno, lungo circa 10 metri) a galee con voga a scaloccio (tre rematori per banco con un remo unico e quindi più lungo) e che, data la lunghezza del nuovo remo, si richiedevano tronchi di faggio diritti per almeno 37 piedi veneti (circa 13 metri) per una galea sottile, lunghezza che aumentava per le galee “grosse” e “bastarde” fino alle galeazze, inventate nel 1570 e che combatterono per la prima volta a Lepanto, che richiedevano remi lunghi anche 16 e più metri, spinti da 5 rematori ciascuno. Questo rendeva critica la selezione degli alberi e altrettanto critico il mantenimento del bosco, visto che per remi di tali dimensioni si richiedevano faggi attorno ai 120-140 anni di età, con un diametro di circa 55 cm, da cui si ricavavano, in media 4 o 5 stele, nei casi migliori anche 6 o 8. Ora, per dare degli ordini di grandezza, si parla all’anno di 6.000 remi (Miani 1574) o 8.000 (Francesco Zen 1609) o anche 10.000 (1570, richiesta diretta del Consiglio di X), cioè circa 1.500/2.500 faggi “buoni”, tenendo però conto che l’esbosco di quei faggi richiedeva il taglio di molti altri “al contorno”, per esempio per creare le piste forestali, o per integrare tronchi trovati poi inadatti al momento della sezionatura longitudinale in stele o rovinati nel trasporto o per motivi meno “tecnici” che vedremo subito dopo. Per dare una prima dimensione economica, sappiamo che nel 1561 (Salomon), con riferimento ancora alla voga a terza- Modellino di “Galera” veneziana presso il Museo Etnografico di Pian Osteria I Cimbri Lino, Stefano, Imerio, Michele, Mario e Nani Azzalini a far stele da reme con i faggi del Cansiglio rolo, i remi venivano pagati ai boscaioli 8 soldi per i remi più lunghi (detti pianeri, circa 11 metri) e 6 per i remi più corti (detti postizzi e terzici circa 10 metri), ma il Rettore suggerisce invece di pagare 10 soldi i lunghi e 5 i corti perché da un remo lungo, se serve, si può ricavarne poi uno corto, ed in più si incentiva l’uso degli alberi più vecchi, anche se più difficili da gestire, e quindi si facilita il mantenimento del bosco. C’è però il problema del ritardo burocratico dei pagamenti (evidentemente è una costante storica …): se per la parte che dipende da Belluno tutto funziona perché i soldi vengono gestiti direttamente dal Rettore, per le “basse” (Sacile, Ceneda, Serravalle, Aviano …) che dipendono da altre amministrazioni, le cose non vanno bene, i soldi si “perdono” lungo la catena burocratica e c’è gente che aspetta il pagamento “chi de 200, chi de 400, chi de 600 et più remi, et non sanno a chi dimandar la sua mercede” (Salomon 1561) e quindi si suggerisce di accorciare l’iter burocratico, facendo pagare tutti direttamente dal Rettore, e questo perché “li poveri boschieri fossero pagati sul lavoriero”, cioè immediata(continua a pag. 20) Un film per i Cimbri del Cansiglio - pag. 20 Katherine un dar sondorste bènnanzich Film per la televisione da un’idea di Loris Mora O ltre un anno di preparazione, quasi due mesi di riprese e circa duecento ore di montaggio e post-produzione per la realizzazione del cortometraggio dal titolo: “CATERINA e il magico incontro”. Il film, prodotto per la televisione, da IL DETTAGLIO CINEMATOGRAFICO, è ambientato in Cansiglio e vede la collaborazione dell’ASSOCIAZIONE CULTURALE CIMBRI DEL CANSIGLIO e di VENETO AGRICOLTURA. Partecipano al progetto, Toio de Savorgnani, Debora Bettiol e Omer Sacic. Il regista Loris Mora, collaboratore per anni con la terza rete della Rai in programmi come Geo&Geo e Il pianeta delle Meraviglie, ci spiega che è stato l’amore per i meravigliosi ambienti naturali del Cansiglio e la pluriennale amicizia con il grande Toio de Savorgnani a convincerlo ad ambientare il racconto proprio in quella che fu la grande foresta da remi della Repubblica Serenissima. Il “corto“, di genere fantasy, narra la breve storia di Caterina, una bambina di discendenze cimbre che amando moltissimo la natura, gode di un importante privilegio: poter vedere e incontrare una piccola creatura della foresta, un membro del “piccolo Popolo invisibile”; uno gnomo. Particolarmente suggestiva la scena girata lo scorso gennaio nel vecchio Cason cimbro di Pian Osteria, che introduce e spiega la presenza dei Cimbri in Il Regista Loris Mora con Fabio Azzalini , comparsa nella prolusione del film. Lo sguardo sveglio di Filippo di ritorno dalla foresta. Cansiglio proponendo una dettagliata ricostruzione storica dei primi del novecento di un momento di vita quotidiana di una famiglia. L’opera vede anche la straordinaria partecipazione di Mauro Cutrona, esperto pittore, disegnatore e illustratore che con grande sensibilità ha accolto la troupe nella sua casa di Bologna ed ha amichevolmente accettato la collaborazione. Il film è una semplice favola destinata non solo ai bambini, ma anche agli adulti ai quali vuole trasmettere un messaggio improntato sull’amore per la natura e per tutte le sue creature. Vuole favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo di una sensibilità ecologica legata alla percezione della bellezza e al rispetto dell’ambiente. Proprio per tale motivo, il film è stato continua da pag. 19 - IL CANSIGLIO - BOSCO DA REME DI SAN MARCO mente, e con vantaggio anche del bosco, “altrimenti li maestri non vanno in persona a lavorare, ma mandano altri che non sanno, overo se vanno, vanno con poco amore” mentre, se invece i pagamenti sono solleciti, non “fariano le piazze nelli boschi come ora fanno …, perché non havendo amore alla cosa, tagliano dove li vien più comodo, … di sorte che tagliano et buoni et tristi indifferentemente”. Non mancano inoltre i comportamenti disonesti da parte dei “sortadori” (gli incaricati della selezione n.d.r.) mandati dall’Arsenale (anche questa dei funzionari pubblici non sempre irreprensibili pare una costante…), che dovrebbero scegliere gli alberi direttamente nel bosco prima del taglio, ma invece aspettano che i tronchi siano arrivati a valle perché così ne scartano molti che rivendono sottobanco agli amici, come legname o facendone carbone, e questo a spese dei “miseri lavoranti” (Salomon 1561), che vengono pagati solo per i remi fatti e non per gli alberi tagliati, e con danno del bosco, in cui si taglia più del necessario. Per migliorare la gestione, vengono perciò istituite le “compagnie de boschieri”, inizialmente 20 con un capo e quattro operai ciascuna (Foscarini 1564, Miani 1574), poi 28 di sei componenti (France- sco Soranzo 1592) e poi 34 sempre con sei membri (Francesco Zen 1609), ma anche qui si creano collusioni e interessi incrociati, visto che le regole richiedono “che a detti capi et compagni … fosse devedato (vietato n.d.r.) [di] pigliar pagamento o accettar doni da carrizadori (trasportatori n.d.r.) e da qual si voglia altro, per divertir (impedire n.d.r.) che con questi mezi indiretti li boschieri tagliano dove più et meglio tornasse commodo a’ condutieri, senza haver rispetto al danno del bosco” (Miani 1574). Ma ci sono anche altri tipi di negligenza dei funzionari che danneggiano il bosco; nel 1623 Angelo Giustinian scrive:”ho scoperto un grave e dannosissimo pregiudizio … per negligenza et dapocaggine de Proti (i responsabili inviati dell’Arsenale n.d.r.) …. pensando loro, come fano anche li capi di remeri che sono del paese, al proprio interesse … si ellegono a tagliar in quelle parti di boschi che li riescono più comode, senza penetrar nella più densa et antica parte di essi”. La descrizione di questa continua lotta dei Rettori contro le più varie forme di disonestà potrebbe continuare a lungo, cerchiamo ora invece di dare alcune cifre e capirne il senso economico. Sappiamo che a inizio ‘600 (Dolfin 1613, Contarini 1615) il calmiere “delle biave” a Belluno era di lire 24 per 85 litri di frumento (uno “staro”), e poiché la lira, coniata dal 1472 dal doge Tron, valeva 20 soldi, uno “staro” di frumento costava 480 soldi, e quindi un boscaiolo doveva produrre circa 50 stele (quindi circa 10 alberi tagliati e “spaccati”) per acquistarlo, mentre il “sorgoturco” era calmierato (1622 Corner) a lire 11 allo “staro”, quindi per la polenta bastavano circa 22 remi (quindi circa 4 alberi tagliati e “spaccati”). Venendo ad una stima del “giro d’affari” complessivo, nel 1609 (Zen) si parla di lire 3:17 per un remo lungo portato fino a “Porto Buffaletto” (Porto Buffolè) quindi quasi 4 lire a remo; poiché nel 1609 si erano tagliati 8.000 faggi, e tenendo conto che i remi in generale venivano mandati a Venezia via Livenza, si era trattato, per quell’anno, di un “giro d’affari” di 30.800 lire circa per il territorio. Tenuto conto che ai primi del ‘500 Marin Sanudo parla di “almeno 10 soldi al giorno” per un operaio dell’Arsenale, quindi circa 350-400 soldi all’anno, cioè circa 200 lire all’anno, e che gli arsenalotti erano pagati poco “perché si lavora sempre” e godevano di tutta una serie di privilegi, compreso vino gratis a volontà, non sembra troppo - pag. 21 CATERINA E IL MAGICO INCONTRO Fabio Azzalini e Filippo Svalduz sulla scena del nuovo film - una favola cimbra- riconosciuto dall’ONU quale sostenitore del 2011 ANNO INTERNAZIONALE DELLE FORESTE proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20/12/2006. Un invito ad impegnarci tutti nel favorire la gestione, conservazione e sviluppo sostenibile delle Foreste di tutto il mondo. Le foreste sono ecosistemi che giocano un ruolo fondamentale nel proteggere la Biodiversità e nell’attenuare gli effetti del cambiamento climatico. Anche la Foresta del Cansiglio fà parte di tutto questo e và salvaguardata per le generazioni attuali e future. Il Regista Loris Mora La protagonista Caterina Camarotto Attori (Arianna e Patrizia) e tecnici (Fausto, Franco e Toio) all'interno del cason de Nani arredato per le riprese Caterina nella foresta di faggi - regno dei folletti. Tutti gli attori sul set - Fabio, Patrizia,il piccolo Fabio, Arianna e Filippo. Filippo, Alessio, Nada con il regista e Toio. lontano dal vero considerare attorno alle 250/300 lire la paga di un operaio, quindi le 30.800 lire corrispondevano alla paga annua di almeno un centinaio di operai. Questa cifra ovviamente andava divisa tra i “boschieri”, che erano circa 200, e i diversi “carrizadori” e “condutieri”, che erano parecchi, tenendo conto che il trasporto avveniva prima portando tutto con carri trainati da buoi in Campo de Mussa, e da qui appunto con le “musse” (da cui il toponimo) a Cappella per le due “strade remiere”, quella “del Santo” da Campo di Mezzo e Cadolten, l’altra per Valsalega, e poi da Cappella a Porto Buffolè con i carri. D’altra parte si trattava di un lavoro stagionale, concentrato per lo più nella “bassa stagione” dei lavori agricoli, e di volume variabile in base alle richieste dell’Arsenale, che serviva soprattutto ad integrare i normali redditi e non a garantire da solo la sopravvivenza economica. Ricordiamo infine, per avere un confronto, che Capitano del bosco, quindi un funzionario di un certo livello, veniva pagato “ducati 160 all’anno” (Francesco Soranzo 1592), i quali, poiché il ducato d’argento coniato per la prima volta nel 1570 valeva 6 lire e 4 soldi, fanno 992 lire all’anno. Da questo punto di vista gli “anni d’oro” del Gran Bosco da remi di San Marco”, vanno, in termini economici, dalla sua confinazione, 1550, alla fine della guerra di Candia, 1669, con qualche rilevanza fino alla guerra del Peloponneso, 1699, poi l’evoluzione dell’architettura navale e la quasi sparizione di galee e galeazze, sostituite via via dai vascelli o comunque da navi senza remi (la cosiddetta “armata grossa” a vela rispetto a quella “sottile” a remi, termini evidenti vista la forma degli scafi) riduce le dimensioni del “business”, tanto che si con riferimento ad una raccolta delle relazioni di fine mandato dei Rettori veneziani di Belluno da inizio ‘500 a fine ‘700 edita da Giuffrè, da metà del ‘500 a fine del ‘600 tutti i 26 rettori di cui sono riportate le relazioni parlano del Cansiglio dedicando in media 43 righe all’argomento (con un massimo di 195 righe attorno alla metà del ‘500), degli 11 rettori del ‘700 solo 5 ne parlano, dedicando in media 3 righe (con un massimo 9). Documenti storici - pag. 22 Documenti storici - pag. 23 'S léntle bon Alte Pich Il villaggio dei Pich veci I resti del casone di GioBatta Azzalini 1930, Pich con i nominativi degli abitanti cimbri I l villaggio dei Pich veci, è oggetto di attenzione da parte della nostra Associazione, che già da alcuni anni ha iniziato il recupero del sito per trasformarlo, in modo simile a Canaie vecio, in un'area archeologica da proporre all'attenzione dei Cimbri e dei visitatori della Foresta. Nelle immagini che vi proponiamo possiamo vedere ripristinata la radura che ospitava il villaggio, che era completamente ricoperto da una piantagione artificiale di abete rosso. All'interno dell'area sono stati individuati in modo preciso parecchi sedimi e soprattutto risultano evidenti i casoni (contraddistinti nella mappa da numeri) di: Gandin Pergentino e Erminia (il n.7 e 8 per il casolare, il n.14 e 15 l'orto) e dei figli di Ludovico, i fratelli: Azzalini Scipione (n.2 il casolare, n.1 la tettoia da lavoro, n.3 e 13 l'orto); Azzalini GioBatta (n.5 e 6 il casolare con il cortile, n.4 l'orto); Azzalini Fausto (n.9 e 11 due casolari, n.10 la tettoia da lavoro e n.12 l'orto); Azzalini Giuliano (n. 16 il casolare, n.17 e 18 due tettoie da lavoro e il n. 19 l'orto). Vi è inoltre un grande orto (n. 20. 21. 22) suddiviso tra i fratelli Fausto-GioBatta e Giuliano. Come si può rilevare dalla distinta di seguito riportata, la superficie degli orti, coltivati esclusivamente ad uso familiare, era assai estesa (metri quadrati 1.495). I casolari erano invece di dimensioni molto modeste intorno ai 50 metri quadrati ciascuno, rappresentando bene quelle minuscole casupole lillipuziane descritte da Giovanni Marinelli che fu in Cansiglio nel 1876. Tutti i fratelli Azzalini avevano una o più tettoie (la tipica huta cimbra) dove si dedicavano a "far zercoi e scatoi". Atttività artigianale questa che li aveva fatti soprannominare "Cimbri scatoleri" e che con un'esteso commercio in Italia e nel Mediterraneo consentiva loro di mantere famiglie numerose e di condurre una vita decorosa. Vi proponiamo alcuni documenti molto interessanti: 2011 l’attuale insediamento dei nuovi Pich, in Piccola lama ai Pich veci primo piano i resti della palazzina della Forestale 1923 Pich veci distinta casolari e orti lizzando la mappa forestale, abbiamo potuto risalire alle abitazioni dei vari nuclei familiari. Azzalini Fausto, consigliere della nostra Associazione, ci ha procurato una foto risalente al 1925 dei suoi nonni con tutta la famiglia, i cui componenti abbiamo individuato nella bellissima immagine. Notiamo come l'abbigliamento delle persone sia molto curato e assai "sorprendente" per gente che viveva in baracche all'interno della foresta. Segno certamente di un certo benessere, che i 1931, Pich - un rilievo fatto dal Corpo Reale delle Foreste nel 1923, molto meticoloso, che riporta in scala 1:500, tutti i casolari, le tettoie, i cortili e gli orti esistenti; - un dettagliato elenco dell'insediamento con i nominativi degli abitanti e le superfici abitate, utilizzate e coltivate. - una foto risalente al 1928 dove, uti- La ripristinata radura ai Pich veci 1923 Pich veci mappa Sammartini I sedimi dei casoni di GioBatta e Fausto Azzalini. Cimbri si procuravano con il loro lavoro di boscaioli e "scatoleri". Ci preme inoltre mettere in evidenza che questa foto era stata richiesta dal Gazzettino per essere pubblicata come esempio da additare ai lettori, di un fedele abbonato quale era allora Azzalini Fausto. E' evidente che i "selvaggi Cimbri" si dedicavano anche alla cultura della mente oltre che a quella del corpo, allenata dal duro lavoro di boscaioli. Ciò trova riscontro anche nello stupore che colse l'inglese Francis Fox Tu- I resti del casone di Gandin Pergentino e Erminia ckett quando nel 1870 a Canaie incontrò Timoteo Slaviero che gli chiese "se conoscessimo le opere di "un certo Miltone" o la "Storia di Ser Gualterio Scott", che dichiarò di aver letto in traduzione con grande interesse". Ecco di seguito i dati che Fausto Azzalini ci ha fornito dei Cimbri ritratti nella foto: Il nonno capo famiglia: Azzalini Fausto (nato in Pian dei Lovi il 13.9.1868 – morto il 30.10.1947) era figlio di Ludovico (nato a Pian dei Lovi il 27.7.1821) fu Giobatta (nato a Roana Attività e Appuntamenti - pag. 25 - pag. 24 Erbot bon 2011 un bènnansich bon 2012 Attività del 2011 e appuntamenti per il 2012 I sedimi dei Casoni di Azzalini Fausto La fitta abetina artificiale che ricopriva il sito L’antico sentiero che da Pian Splendidi abeti cene Giuliano dei Pich veci Osteria porta ai Pich veci tenari ai Pich veci il 12.7.1772 e venuto in Cansiglio nel 1801 come lavorante di suo zio Azzalini Domenico) fu Cristiano(nato a Roana nel 1700). La nonna: Ciprian Agata, che si era sposata a Farra d'Alpago il 21.11.1899. Le figlie: Azzalini Rachele (n. 9.7.1902 – m. 1.4.1987). Azzalini Clara (n. 26.2.1904 – m. 8.4.1988, che sposò Azzalini Floriano andando ad abitare in Pian Osteria). Azzalini Angela (n. 14.6.1906 – m.30.11.1982, dedita la lavoro di sarta; nubile che andò ad abitare con la sorella Clara). I figli: Azzalini Costantino (n. 20.10.1908–m. 25.7.1921). Azzalini Marino (papà di Fausto; n. 3.7.1911 – m. 5.11.1986). Nei prossimi numeri pubblicheremo per ogni villaggio documenti e foto storiche. Tutti coloro che ne possedessero possono rivolgersi all'Associazione, affinchè possano essere riprodotte e utilizzate. Azzalini Fausto – Consigliere Azzalini Francesco - Segretario Anno 1925 - Pich veci. La famiglia di Azzalini Fausto I nostri cari defunti Ze gànghent börran 1 GENNAIO: SIAMO ANDATI IN ONDA SU RAI 2, nella trasmissione di Sereno Variabile, porgendo gli auguri nella nostra antica lingua cimbra a tutti gli italiani. La puntata era stata registrata nel villaggio di Pian Osteria e delle Rotte con il contributo di tanti Cimbri (Grazie ad Azzalini Clelia, Greta Francesco, Stefano, Fausto, Franco Slaviero Lidia e ai musicisti Peterle Alcide a Laura e al Corpo Forestale). villaggi più belli e accoglienti. Il legname di larice impiegato è stato acquistato con il ricavato della Festa dei Cimbri e il lavoro è stato svolto da Imerio e Francesco Azzalini. FONTANA DI PIAN OSTERIA: è stato rifatto il tetto in scandole. Quello vecchio, fatto da Graziano Azzalini ha resistito ben 15 anni. La consegna di un attestato a Rita Azzalini emigrata in Michigan (USA). Era presente con i suoi famigliari e ci ha fatto capire quanto i Cimbri all’estero siano attaccati alla nostra terra. Grazie Rita Visita guidata per studenti nel villaggio di Vallorch Da APRILE SONO INIZIATE LE VISITE GUIDATE. Ne riportiamo un parziale elenco: Tourign Club di Belluno (50 persone)- GREST di S.Urbano di Preganziol (200 ragazzi) - Touring Club S. Marco (40 persone)- Scuole medie Cosmo di V.Veneto (50 ragazzi) - Elementari e medie di Col S.Martino (180 ragazzi) - Lyons Club Belluno (40 adulti) - Antenna Anaziani Onlus di Belluno (40 adulti) - Gruppo micologico di Treviso (35 adulti) e in novembre per Veneto Spettacoli di Mistero (50 persone). Un grazie agli accompagnatori Marta, Fausto e Franco e Francesco Azzalini. Fontana di Pian Osteria con tetto e recinto rifatti VILLAGGIO DEI PICH VECI: sono continuati i lavori di ripulitura con il taglio di un centinaio di abeti, al fine di ripristinare l’antica radura. 17^ FESTA DI S.OSVALDO PATRONO DEI CIMBRI. Si è svolta il 6 e 7 agosto la nostra tradizionale festa che ha visto tantissimi Cimbri e alcuni importanti avvenimenti: sabato 6 agosto : l’inaugurazione dell’Alt Bègale bon Tzimbarn (Antico Troi dei Cimbri) nei villaggi di Vallorch e Le Rotte; con un’escursione a piedi accompagnati dal- V Canaie vecio con il Cason dei Cimbri domenica 7 agosto: la consegna del riconoscimento “Groas Moaster bondar Tzimbar Bòlk” ai promotori dell’ Ecomaratona dei Cimbri, ora Troi dei Cimbri, Gianni de Polo e Stefano Michelet. Recinto orti alle Rotte Sono andati avanti ogliamo ricordare con affetto i fratelli Cimbri Gandin Sirio e "Nino" provenienti da Canaie. Furono loro ad accendere il fuoco nel nuovo casone di Canaie vecio, inaugurato alcuni anni orsono. Indimenticabile è stata l'emozione provata da tutti i Cimbri in tale occasione. La testimonianza del loro attaccamento ai luoghi della loro infanzia sia per noi uno stimolo a non dimenticare le nostre origini e la nostra terra. la Dottoressa Desireè Dal Bon, Franco Bastianon e Francesco Azzalini. Poi alle Rotte inaugurazione e rinfresco con la presenza del Parroco e del Sindaco di Fregona e del Corpo Forestale dello Stato. Museo dell’Uomo in Cansiglio - Centro Etnografico di Cultura Cimbra - Biblioteca delle Minoranze Etniche MUSEO ETNOGRAFICO E BIBLIOTECA sulle Minoranze etnico linguistiche storiche. Abbiamo curato l’apertura da marzo ad ottobre e in tutti gli altri periodo dell’anno su richiesta. Fondamentale e stata la collaborazione di Franco Azzalini di Vallorch, Lidia Slaviero, Marta Azzalini e Valentina Scussel con Michele Azzalini. Rita Azzalini ci ringrazia dal Michigan 15 AGOSTO, FESTA DELLA MADONNA DI VALLORCH: è stata celebrata la Santa Messa e offerto un rinfresco a tutti i partecipanti. Era previsto un concerto del Coro Bianche Cime, rinviato a causa della pioggia, che è cessata poi verso le ore 16,30. Sarà per il prossimo anno. In tale occasione il Parroco di Fregona don Ermanno, ci ha salutato perchè trasferito ad altra parrocchia. A lui il nostro grazie e l’invito a partecipare anche in futuro alle nostre feste. PROCESSIONE ALLA MADONNA DELLA RUNAL DEL 7 SETTEMBRE: è stata finalmente fatta, l’anno scorso diluviava, con un discreto numero di partecipanti. Gustose le trippe presso il ristorante La Huta, al rientro dalla S.Messa. RECUPERO PERTINENZE VILLAGGI CIMBRI: sono state rifatte alcune recinzioni degli orti alle Rotte, Campon, Pian Osteria e Vallorch con lo scopo di rendere i nostri Processione notturna dei Cimbri alla Madonna della Runal Attività e Appuntamenti - pag. 26 Attività e Appuntamenti - pag. 27 scene sono state girate in Pian Osteria e in Vallorch). Un grazie sentito agli attori (Fabio Azzalini e Patrizia Bortoluzzi, Filippo Svalduz, Arianna De Min, il piccolo Fabio Bona) e a tanti collaboratori (Fausto, Francesco, Imerio, Nada, Marta, Toio e l’impresa edile Gandin). VISITA DEL VESCOVO DI BELLUNO FELTRE Mons. Giuseppe Andrich: ai primi di dicembre, il Vescovo di Belluno, accompagnato dal parroco don Ezio Del Favero, ha visitato il nostro Museo esprimendo grande interesse e apprezzamento. MOSTRA SUI GRANDI PREDATORI: abbiamo curato, in collaborazione con il CAI di Treviso, questa mostra presso il Museo Etnografico di Pian Osteria. RINNOVO DEL CONSIGLIO DELL’ASSOCIAZIONE. Il 18 dicembre è stato rinnovato il Consiglio della nostra Associazione. PRESEPE DEI CIMBRI: è stato allestito in Campon e in Pian Osteria dal 8 dicembre 2011 al 29 febbraio 2012. Portateci i vostri bambini. RIPRESE FILMATE CON “Turisti per caso”: Il conduttore Patrizio Roversi, ha girato molte riprese in Alpago e anche con i Cimbri e con i cani da slitta di Mario Azzalini. Vi faremo sapere quando la puntata andrà in onda. Un grazie soprattutto alle nostra ragazze Lidia, Lucia e Greta e a Mario, Michele Azzalini e ai suoi amici. I Cimbri a far scandole in Borgo Malanotte MARATONA “TROI DEI CIMBRI”, la manifestazione, alla quale i Cimbri danno il loro sostegno e supporto logistico sul percorso, con circa 300 iscritti è iniziata ma è stata sospesa e annullata per le avverse condizioni atmosferiche. CAMPIONATI ITALIANI DI CANI DA SLITTA SU STERRATO: si sono svolti anche con il nostro contributo nei giorni 26 e 27 Novembre intorno al Lago di S.Croce. Patrizio Roversi di Turisti per Caso con Mario Azzalini Il presepe dei Cimbri in Pian Osteria SEGNALETICA DI BENVENUTO E GUIDA PER L’Antico Troi dei Cimbri: sono in preparazione i cartelli bilingui (Cimbro e italiano di benvenuto “Bolkent” per i villaggi di Vallorch e Le Rotte). Si sta preparando una piccola guida per chi vorrà percorrere l’Antico Troi dei Cimbri. SANTA MESSA BILINGUE CIMBRO E ITALIANO: è stato stampato il nuovo libretto a cura di Don Serafino Gandin e di Francesco Azzalini, utilizzato per la prima volta nella Santa Messa della Festa di S.Osvaldo del 7 Agosto. NUOVO FILM “UNA FAVOLA CIMBRA”: sono state girate le scene di un nuovo film, una favola cimbra con il Regista Loris Mora. Uscirà il prossimo anno e sarà una vera, piacevolissima sorpresa (molte Giovani dell’Alpago e Cimbri insieme alle riprese filmate di Turisti per Caso DIRITTI DI SUPERFICIE: In accordo con l’Agenzia del Demanio e il Corpo Forestale dello stato, sono state perimetrate e riportate su mappa le aree dei due villaggi di Vallorch e Le Rotte, che verranno scorporate dal Demanio Statale. Sono proseguiti gli incontri con gli abitanti dei villaggi di Canaie, Campon, Pian Osteria, Cansiglio e Pich; con i Dirigenti della Regione Veneto, Veneto Agricoltura, i Tecnici comunali e l’Associazione, per dare compimento da quanto previsto dalla legge 5/92 della Regione in merito ai diritti di superficie. La trattativa è in fase avanzata e riteniamo che entro alcuni mesi sarà completamente definita. Il presepe del villaggio cimbro di Campon IL NOSTRO SITO INTERNET: www. cimbridelcansiglio.it: dopo essere stato preda di un virus informatico, è stato ripristinato. Abbisogna certamente di aggiornamenti per i quali nel seno del nuovo Consiglio, si troverà qualcuno che provvederà. I giovani Cimbri interessati possono contattarci per collaborare e per costoro faremo un apposito corso per addestrarli. Quote Soci per l’anno 2012 Euro 10 da versare tramite bollettino di conto corrente postale sul conto n. 79771887 intestato a: Associazione Culturale Cimbri del Cansiglio Corso Alpino 9/a 32016 Farra d’Alpago (BL) Causale: quota associativa anno 2012. GLI APPUNTAMENTI PER IL 2012 4 e 5 AGOSTO: 18^ Festa dei Cimbri e di S.Osvaldo. 15 AGOSTO: Festa della Madonna di Vallorch. La guida del Cansiglio ristampata a cura della Associazione in collaborazione con Giorgio Zampieri - Guide Alpago 7 SETTEMBRE: processione notturna alla Madonna della Runal. 16 SETTEMBRE: ecomaratona TROI DEI CIMBRI. NEL MESE DI AGOSTO : musica e teatro presso il villaggio di Canaie Vecio. - pag. 28 Anno 1920 Cimbri al pianon a far “boseghe di faggio”