a tutto campo N U M E R O 1 Gennaio - Febbraio 2003 AGRICOLTURA E MONTAGNA IN PROVINCIA DI TORINO Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 n. 1 Gennaio - Febbraio 2003 D.C. di Torino a cura dell’ Assessorato Agricoltura, Montagna, Sviluppo Rurale e Tutela Fauna e Flora PSR: nuovi finanziamenti in arrivo Editoriale PER CRESCERE ’anno appena cominciato vede la situazione agricola dominata dai pesanti problemi della zootecnia da latte gravata da pesanti speculazioni derivanti da un sistema, quello delle quote latte, che sembra penalizzare solo i produttori onesti che si vedono colpiti due volte: dalla riduzione generalizzata ed unilaterale del prezzo del latte alla stalla e da una normativa inefficace. Il nostro disaccordo con il sistema delle quote o meglio ancora con le quantità assegnate all’Italia è profondo e radicale poiché penalizza le potenzialità produttive di un Paese che è fortemente deficitario. Alla Provincia è stato assegnato il compito di effettuare i controlli circa l’osservanza delle produzioni assegnate, ma nonostante il forte impegno non si è riusciti ad arginare il fenomeno del cosiddetto latte in nero e di quello in deroga le cui quantità incontrollate finiscono per alimentare un mercato già fortemente perturbato. Il decreto ministeriale, infatti, conferisce poteri assolutamente inadeguati rispetto alla complessità della situazione e tutto ciò a scapito della efficacia dei controlli. Per questo motivo il Consiglio, su proposta della Commissione Agricoltura, ha voluto fare sue le ragioni dei produttori con l’approvazione all’unanimità di un Ordine del giorno che chiede a Governo e Regione di emanare il decreto per la regolamentazione di tutta la questione quote latte e la istituzione di una Authority che coordini i vari interventi ispettivi (sanitari, produttivi e finanziari) in modo da rendere veramente efficace la lotta alla illegalità. Tutto ciò in attesa che la revisione della PAC possa modificare e rendere meno punitiva la produzione latte del nostro Paese. Il nuovo anno però porta anche all’agricoltura della nostra provincia nuove risorse. Infatti la Giunta provinciale varerà l’apertura del bando sulle misure A-B e P (sostegno agli investimenti aziendali, insediamento giovani ed agriturismo) del PSR. Si tratta di circa 20 milioni di euro (parte dei quali deri- L segue a pag. 2 Marco Bellion Assessore Agricoltura, Montagna Sviluppo Rurale e Tutela Fauna e Flora L ’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Torino, Marco Bellion, ha proposto alla Giunta di aprire, con decorrenza dal mese di febbraio, un bando per le misure A, B e P del Piano di Sviluppo Rurale (PSR). Le risorse complessivamente messe a disposizione derivano dalle presunte economie relative al precedente bando approvato dalla Regione e da fondi del bilancio provinciale. In totale, quindi, la disponibilità fi- nanziaria dovrebbe superare i 20 milioni di euro. Queste risorse, dovrebbero essere ripartite nel seguente modo: • 14,5 milioni di euro per la misura A relativa al Sostegno agli investimenti nelle aziende agricole, • 4 milioni per la misura B inerente i Nuovi insediamenti dei giovani in agricoltura, • 1,5 milioni per la misura P sull’agriturismo. Le procedure per la presentazione delle domande e l’ottenimento dei finanziamenti verranno fornite sul prossimo numero di a tutto campo, dopo l’approvazione da parte della Giunta del provvedimento. Il bando, comunque, rimarrà aperto per tutto il 2003. Gli interessati dovranno presentare le domande complete di tutta la documentazione tecnica necessaria, in modo da consentire agli uffici provinciali di istruire le pratiche man mano che arrivano. Intervento I CAMPI IN CITTÁ vecchi Annuari statistici della Città di Torino, ancora fino alla metà degli anni ’90, riportavano la presenza nel territorio comunale di 23 agricoltori, iscritti come tali nei registri anagrafici. Negli anni in cui l’industria sembrava segnare definitivamente presente e futuro della città, quei 23 rappresentavano solamente il passato – un passato non lontano, per altro: molti anni dopo la fine della guerra dentro e fuori dalla cinta daziaria c’erano le cascine, e nelle Barriere molti cortili ospitavano ancora allevamenti di pollame, qualche vacca, i cavalli. Oggi si direbbe mitologia, cose da età dell’oro. Ma per molti versi l’agricoltura, cacciata – letteralmente – dalle porte della città, è rientrata per ogni dove, diventando il cuore di un discorso pubblico che ha scoperto la "qualità della vita" partendo proprio dalle caratteristiche dei cibi e, meglio ancora, delle catene alimentari. Non saranno agricoltori, ma i torinesi pionieri dello slow food, dei circoli del gusto, ecc. hanno compiuto un’operazione culturale di grande impatto, riuscendo a trasportare a livello di massa (e di comunicazione pubblica) sensibilità che sembravano dimenticate ed erano invece solo latenti perché corrispondevano – in I IN QUESTO NUMERO QUOTE LATTE: SERVONO REGOLE NUOVE INIZIATIVE VITE E VINO Progetti strategici Nuovi contributi segue a pag. 2 Marco Bonatti La Voce del Popolo tutto PAGINA 2 a campo Q U O T E L AT T E Servono regole nuove Lo ha chiesto il Consiglio Provinciale con un OdG all’unanimità L’Assessore Bellion: “Sono d’accordo con l’iniziativa” ccorre un decreto che regoli l’intera questione delle quote latte. È questo il nocciolo della posizione che, sulle quote latte, ha assunto il Consiglio Provinciale. La volontà del Consiglio è stata espressa attraverso un Ordine del Giorno. Il documento approvato, chiede espressamente a Governo e Regione che sia emanato il decreto di regolamentazione di tutta la questione legata alle quote attraverso la definizione di strumenti più efficaci per eliminare le pratiche volte a raggirare le regole. Oltre a ciò, l’Ordine del Giorno chiede che siano messi a disposizione della Magistratura i risultati della Commissione di Inchiesta Nazionale che ha indagato sul latte in nero e su quello prodotto fuori quota. L’OdG, poi, ha pure chiesto la costituzione di una vera e propria Authority regionale che coordini e rafforzi il lavoro dei servizi di controllo provinciali. Lo stesso testo, infine, chiede l’immediato rimborso del credito Iva e l’obbligo di scrivere, sulle etichette dei prodotti nazionali, l’origine della materia pri- O ma adoperata. E non basta, perché, il Consiglio Provinciale con il suo Ordine del Giorno ha impegnato la Giunta a sostenere le eventuali iniziative messe in atto per la difesa della zootecnia ed a tenere nella giusta considerazione quei produttori che si sono attenuti al rispetto della legalità e delle leggi dello Stato. “Condivido quanto è stato approvato in Consiglio Provinciale – ha commentato Marco Bellion, Assessore all’Agricoltura – il comparto lattierocaseario vive un periodo di grande crisi le cui cause sono principalmente la riduzione del prezzo alla stalla e il parallelo aumento dei costi di produzione, il persistere del fenomeno del latte in nero e di altre pratiche fraudolente nella fatturazione. Ma anche la presenza di altre TERRITORIO Iniziate le procedure per il rinnovo dei Comitati È www.provincia.torino.it A.Z. " PER CRESCERE vanti da risorse proprie della Provincia) con cui oltre a dare ossigeno alla nostra agricoltura si intende innovare e qualificare la spesa sia dando la possibilità di accedere ai finanziamenti agli ultra quarantenni che premiando le iniziative che tendono ad innovare. Il bando inoltre a differenza di quanto fatto precedentemente dalla Regione non avrà una scadenza per la sua chiusura ma resterà aperto fino ad esaurimento delle risorse. Abbiamo così voluto raccogliere una richiesta che sempre più pressantemente ci viene dalla stragrande maggioranza del mondo agricolo. Marco Bellion " I CAMPI IN CITTÁ una città di immigrati – ai ricordi profondi, e alla nostalgia inguaribile per il paese d’origine di cui il cibo, e la riunione delle famiglie intorno al tavolo, rimangono il simbolo. Agricoltori, invece, sono quelli che hanno riportato sulle piazze della città antica (piazza delle Erbe, e non solo) i mercati domenicali e festivi di prodotti tipici. Pionieri del gusto e agricoltori che hanno scoperto la necessità della qualità hanno "riportato" l’agricoltura in città. Una scelta benemerita, anche sotto il profilo letterario: infatti "adesso sono in forte aumento gli intenditori di formaggi, come il Farrabino". Si tratta di uno dei personaggi del feroce teatrino torinese di Fruttero e Lucentini, nella "Donna della domenica". Marco Bonatti Polizza regionale Elezioni agli ATC e CA stagione di rinnovo cariche per gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini provinciali. Tutti i Comitati di gestione, infatti, sono scaduti alla fine del 2002. Per questo, la Provincia di Torino ha già avviato le procedure per l’elezione di chi dovrà lavorare per gestire al meglio i dieci organismi che hanno il compito di gestire le aree di caccia provinciali. “Devono essere rinnovati – spiegano al Servizio Tutela Fauna e Flora della Provincia – anche i tre organi direttivi degli ATC TO1, ATC TO2 e CA TO5 che erano stati nominati in sostituzione di organi decaduti. La Regione, infatti, con un Decreto del 23 dicembre scorso, ha stabilito che i Comitati nominati in corso del quadriennio decadono alla scadenza naturale del quadriennio stesso. Quindi come tutti gli altri”. Ovviamente, gli attuali Comitati di gestione rimarranno in carica fino alla no- pratiche speculative connesse al cosiddetto latte in deroga e all’allungamento dei tempi di rimborso dell’Iva alle aziende di trasformazione ed ai primi acquirenti. Tutto ciò – è la conclusione di Bellion – penalizza la stragrande maggioranza dei produttori onesti, anche a causa dell’inefficacia dell’attuale normativa del regime delle quote che rischia di rendere inutili anche i controlli”. segue da pag. 1 mina dei loro sostituti. “Abbiamo comunque già chiesto – precisano in Provincia – alle Associazioni Venatorie, alle Organizzazioni Agricole, agli Enti locali di territorio e alle Associazioni dedite alla protezione dell’ambiente, di indicare i loro rappresentanti”. Occorre tenere presente che, stando ai Criteri per la gestione della caccia programmata, se le indicazioni dei rappresentanti non saranno concordate, la Provincia le esaminerà sulla base della rappresentatività di ogni singola associazione. “Ma – viene precisato dai tecnici dell’Amministrazione Provinciale – quello che più conta, e che abbiamo sottolineato più volte, è che chi viene nominato garantisca davvero gli interessi delle diverse componenti sociali interessate, lavorando insieme agli altri membri dei Comitati per una migliore gestione del nostro territorio”. Per i danni causati alle auto dagli ungulati È cambiata la procedura per la richiesta degli indennizzi per i danni causati in incidenti stradali provocati da cinghiali oppure da altri ungulati selvatici. La Regione Piemonte, infatti, ha stipulato con i Lloyd’s di Londra una polizza che copre questo tipo di perdite. Gli indennizzi possono raggiungere al massimo il 50% del danno. Due le condizioni: • essere residenti in Piemonte • avere il veicolo danneggiato immatricolato in Piemonte. La polizza è entrata in vigore il 2 dicembre scorso, l’agenzia di riferimento è la Schwegler Associated di Milano. Chi ha subito danni per questo tipo di incidenti, deve compilare un apposito modulo per comunicare l’accaduto alla Assicurazione e alla Regione. La denuncia deve contenere l’indicazione dello svolgimento dei fatti, l’entità dei danni, gli eventuali testimoni oltre che, ovviamente, il luogo e la data in cui è avvenuto l’incidente. Al modulo, devono essere allegati: la foto dei danni, il costo delle riparazioni, la fotocopia della patente, la fotocopia del libretto di circolazione. Se il veicolo è andato totalmente perso, occorrono anche la scheda di demolizione e l’estratto cronologico generale rilasciato dal PRA. Il rimborso dei danni sarà liquidato in tempi brevi. Copie dei moduli, disponibili in Provincia e sul sito Internet, sono stati distribuiti ai Comuni e alle Comunità Montane oltre che alle Forze dell’Ordine. A.Z. tutto PAGINA 3 a campo N I T R AT I Un pericolo da cui difendersi Pubblicato il regolamento regionale che stabilisce le aree a rischio e metodi di controllo ’azione di controllo e contenimento degli inquinamenti da nitrati in agricoltura è ormai iniziata La Regione Piemonte, infatti, con il Regolamento regionale 9/R pubblicato sul Bollettino Ufficiale n° 43 del 24/10/2002 ha individuato le zone vulnerabili ed ha definito il relativo programma d’azione. Il Regolamento fornisce precise indicazioni per le pratiche agronomiche effettuate nelle aziende zootecniche e non zootecniche che operano sul territorio regionale. Indicazioni a cui gli agricoltori dovranno attenersi. Le aree individuate come “vulnerabili da nitrati di origine agricola” sono principalmente nell’eporediese e nel chierese-poirinese (vedi cartina a fianco). Il programma d’azione è obbligatorio dal 1° gennaio 2003, ma per le aziende agricole esistenti sarà successivamente fissato dalla Regione un calendario di adeguamento ai requisiti strutturali, diversificato in relazione alla tipologia di intervento da effettuare. Ma quali sono le novità principali? L Eccone un breve elenco: to alle stesse attraverso uno specifico • la quantità massima di effluente da Piano di Utilizzazione Agronomica degli effluenti zootecnici. Il Piano doallevamento, applicabile alle aree adibite ad uso agricolo non deve suvrà essere redatto in forma integrale perare in ogni appezzamento un ap(PUA) o semplificata (PUAS) in funzione delle dimensioni dell’allevaporto di 170 Kg di azoto totale per ettaro e per anno, comprensivo delmento, avrà validità di 5 anni e dovrà essere presentato entro il 31 ottobre l’apporto di eventuali altri fertilizzanti organici; 2003. Gli uffici provinciali e regionali • cambiano i tempi di stoccaggio del liAREE VULNERABILI DA NITRATI quame prodotto; • il Regolamento, I COLORI ROSSO E ARANCIONE RAPPRESENTANO LE ZONE VULNERABILI inoltre, introduce DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA. una precisa disciplina per i tempi INDICA UN LIVELLO ALTO di stoccaggio del DI VULNERAZIONE DA NITRATI letame; INDICA UN LIVELLO MEDIO ALTO DI VULNERAZIONE DA NITRATI • le aziende che opeI COLORI VERDE CHIARO E VERDE rano nei territori a SCURO RAPPRESENTANO ZONE CON rischio dovranno LIVELLI DI NITRATI NELLE FALDE INFERIORI AL LIMITE DI ATTENZIONE dimostrare l’equilibrio esistente tra AREE PRIVE DI PUNTI DI CONTROLLO fabbisogno prevedibile di azoto delle colture ed appor- coinvolti, in collaborazione con le Organizzazioni Professionali Agricole, sono attivamente impegnati per organizzare gli interventi necessari. Sarà cura della Provincia di Torino provvedere ad informare adeguatamente gli agricoltori interessati circa gli obblighi imposti dal Regolamento 9/R. RISORSE IDRICHE In arrivo fondi per i pozzi Aiuti pari al 25% della spesa ammissibile per razionalizzare l’uso delle risorse idriche Salvaguardare le acque sotterranee, ma anche utilizzarle meglio. È questo l’obiettivo di un bando che la Provincia di Torino ha approvato recentemente per quello che tecnicamente viene definito “ricondizionamento dei pozzi”. L’iniziativa è inserita nell'ambito dei progetti previsti dal programma Provinciale di Interventi Ambientali 2002, ma ovviamente interessa da vicino anche gli agricoltori. Il bando prevede contributi per 250.000 euro totali destinati ai pozzi per i quali è stata chiesta la concessione preferenziale di derivazione d'acqua, e che intercettano sia la falda superficiale che la falda sottostante in pressione. L’obiettivo è impedire la comunicazione fra i due tipi di falde.“Occcorre ricordare – spiegano però i tecnici della Provincia – che per i pozzi che consentono la comunicazione tra la falda superficiale e la falda sottostante in pressione, la legge impone di effettuare opere di adeguamento per eliminare tale comunicazione. Se queste opere non sono fatte, se cioè il ricondizionamento non avviene, non potrá essere rilasciata la concessione preferenziale per l'utilizzo dell'acqua”. Insomma, l’aiuto che la Provincia fornisce appare come determinante per poter utilizzare correttamente – e rispettando le leggi – molte risorse idriche.E non solo, perché chi ha chiesto la concessione e il contributo per il ricondizionamento, potrá adempiere in anticipo agli obblighi di legge, limitando gli oneri da sostenere e riducendo i tempi del procedimento amministrativo di rilascio della concessione stessa. Ma quali sono i limiti tecnici del bando provinciale? In linea di massima, occorre tenere conto che: • il contributo pubblico è stato fissato al 25% delle spese sostenute per le opere di adeguamento del pozzo, con un massimo ottenibile di 20.000 euro per ogni pozzo ricondizionato; • le domande di contributo de- vono essere presentate entro il 24 luglio 2003; • possono presentare domanda tutti i soggetti che hanno già fatto la richiesta di concessione preferenziale (i termini sono peraltro stati riaperti dalla legge finanziaria per il 2003 fino al 30.6.2003). Il testo del bando è disponibile nei Circondari provinciali, sportelli unici, associazioni di categoria, sito internet della Provincia di Torino (www.provincia.torino.it) e contiene la modulistica e l'elenco dei progetti da allegare. Informazioni possono essere richieste allo sportello ambiente della Provincia di Torino 011.861.3800.3801.3802. www.provincia.torino.it tutto PAGINA 4 a campo V I T I V I N I C O LT U R A Cinque vitigni per VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL BUON VINO Un’indagine in campo svela i problemi del disciplinare e cont ’area di produzione del vino “Pinerolese DOC”, come tutte le zone pedemontane del Piemonte Occidentale, è interessata da una viticoltura caratterizzata da un’elevata disomogeneità varietale. Proprio per questo motivo il discipli- L Da questo numero a tutto campo inizia, con l’aiuto dei tecnici della Provincia di Torino, un vero e proprio viaggio nella vitivinicoltura torinese. Saranno quattro le tappe: il Pinerolese DOC (in questa pagina), la DOC Canavese, la DOC Valsusa e la DOC Collina Torinese. Ogni volta, oltre all’inquadramento della situazione varietale e di applicazione del disciplinare, i produttori troveranno anche alcune puntualizzazioni tecniche utili per migliorare le loro produzioni ed elevarne la qualità. nare di produzione del vino risulta essere molto ampio e vago, prevedendo su base aziendale una frazione minima del 50% a Barbera, Bonarda, Nebbiolo, Neretto di Bairo e, per la restante parte, altri vitigni a bacca rossa non aromatici. Le superfici per vitigno (Ha) ■ Grappolo di Avarengo ■ Grappolo di Plassa Ma quali vitigni sono coltivati in realtà nei vigneti che forniscono l’uva per il “Pinerolese rosso”? Per rispondere a questa domanda si è pensato di sfruttare i dati e le osservazioni fatte nel corso dei sopralluoghi effettuati per l’iscrizione all’albo, ottenendo in questo modo l’esatta composizione varietale di circa 50 ettari di vigneto. È emerso così che il Barbera è il vitigno più diffuso con il 46,7%, seguito dalla Neretta Cuneese che rappresenta il 16,2% della base ampelografica. La Bonarda con il 4,28% è il quarto vitigno per diffusione, mentre il Nebbiolo, pur essendo inserito nel disciplinare con un peso elevato, è presente solo con lo 0,86%, anche a causa delle cattive performance che offre nella zona. Il Freisa, pur non essendo compreso tra i vitigni che compongono il 50%, è ben rappresentato con il 4,91%: sarebbe auspicabile una modifica del disciplinare di produzione con l’inserimento del Freisa in sostituzione del Nebbiolo tra i vitigni che compongono la frazione caratte- 250mila euro per le cantine In arrivo fondi per il miglioramento delle produzioni vitivinicole Le aziende vitivinicole torinesi avranno presto a disposizione fondi esclusivamente dedicati alla ristrutturazione delle cantine. Si tratta di contributi in conto capitale, derivanti dalla pianificazione strategica che la Provincia ha deciso di destinare alle imprese che producono vini DOC, per l’adeguamento delle strutture per la trasformazione e la commercializzazione delle loro produzioni. L’azione rientra nell’ambito delle operazioni che hanno l’obiettivo di rafforzare la produzione vitivinicola torinese, accrescendone la qualità, ammodernando le strutture e potenziandone l’apparato commerciale. www.provincia.torino.it La somma a disposizione è pari a 250mila euro. “Ma nel caso le risorse non fossero sufficienti per soddisfare tutte le richieste – spiegano al Servizio Agricoltura della Provincia – le domande saranno accolte partendo dalle aziende di montagna, per poi passare a quelle di Collina e, infine, a quelle di pianura”. La spesa massima finanziabile è stata fissata in 129mila euro, quella minima in 5mila. Le domande – i moduli su cui compilarle sono a disposizione presso il Servizio Agricoltura – dovranno arrivare in Provincia (C.so Stati Uniti, 1 a Torino), entro il 31 marzo 2003. tutto PAGINA 5 a campo il Pinerolese DOC Promosso il Becuét ta le varietà presenti. I consigli per migliorare la produzione rizzante il vino. Nei vigneti analizzati è stata inoltre rilevata un’importante presenza di vitigni autoctoni quali il Doux d’Henry, l’Avarengo e la Plassa, che insieme occupano il 2,92% della superficie vitata. Inoltre nei vigneti familiari destinati all’autoconsumo, sono diffuse varietà locali non ancora iscritte nel registro nazionale delle cultivar da vino, ma presenti da secoli sul territorio; è il caso del Neyret Pinerolese (sinonimo del Francese “Chatus”), o della Lambrusca Vittona e del Neretto Duro; questi e molti altri vitigni autoctoni, oltre a testimoniare i complessi avvicendamenti varietali susseguitesi nei secoli, rappresentano un importantissimo bagaglio genetico da conservare e valorizzare per il futuro. L’estrema variabilità riscontrata, non solo all’interno dell’azienda ma anche nell’ambito del singolo vigneto, certo non aiuta ad ottenere un prodotto omogeneo di facile lavorazione; inoltre tutte le operazioni colturali devono essere adattate ai diversi comportamenti fenologici delle cultivar presenti. La composizione varietale della DOC Pinerolese evidenziata da quest’analisi, insieme ad una conduzione agronomica del vigneto non sempre corretta (potatura troppo ricca e distanze tra i ceppi ri- dotte), è causa di problemi al momento della vendemmia. Le due cultivar maggiormente rappresentate (Barbera e Neretta Cuneese), infatti, sovente non riescono a raggiungere la perfetta maturazione, specialmente se la produzione per ceppo è elevata. Il rinnovo varietale, (magari utilizzando quelle cultivar locali che si adattano meglio alle condizioni pedoclimatiche della zona), associato ad una più razionale gestione agronomica del vigneto, (potatura meno ricca e distanze d’impianto sulla fila più ampie), sono la chiave per la sopravvivenza della viticoltura in questa area del Piemonte da sempre ricca di tradizione viticola. ■ Sopra: Doux D’Henry, a lato grappolo Luca Cavallo e foglia di Becuét Raffaella Pressenda I vitigni presenti (%) Al via la ristrutturazione dei vigneti Approvato il Piano 2002-2003. Previsti i pagamenti anticipati Via libera della Regione al Piano di Ristrutturazione e Riconversione Vigneti per il 2002-2003. Si tratta di una iniziativa che punta al rinnovo e all’adeguamento varietale dei vigneti. Oltre a questo, si vuole incentivare l’ammodernamento e la razionalizzazione delle operazioni colturali. Le aree viticole che possono usufruire di questi fondi sono esclusivamente quelle inserite nei disciplinari di produzione dei vini DOC. È previsto il pagamento anticipato Il paniere varietale della provincia si arricchisce di un “nuovo” vitigno. Si tratta del Becuét, da sempre coltivato in Valle di Susa e nel Pinerolese ma fino ad ora non iscritto al catalogo Nazionale; con il suo inserimento nell’elenco delle varietà di vite ammesse alla coltivazione, sarà possibile coltivarlo senza alcun vincolo su tutto il territorio provinciale. del contributo con la presentazione di una garanzia fideiussoria. Ma, la vera novità di quest’anno è costituita dalla maggior entità del contributo per le aree marginali e di montagna, oltre che dalla superficie vitata minima ammessa. Quest’ultima, per le zone dove coltivare la vite è più difficile (come i territori DOC Canavese, Carema, Erbaluce, Pinerolese e Val Susa), scende dai precedenti tremila metri quadri a mille, mentre per le altre zone (come quelle delle DOC Collina Torinese e Freisa di Chieri) è di tremila. La suddivisione in due zone si è resa necessaria per poter differenziare gli interventi in relazione alle diverse condizioni strutturali, sociali, anbientali che caratterizzano le aree inserite nelle zone a vitivinicoltura “difficile”. Le domande per usufruire degli aiuti, devono essere presentate, utilizzando i modelli predisposti, al Servizio Agricoltura della Provincia di Torino entro il 28 febbraio prossimo. Parte il Credito d’Imposta Cominciano ad arrivare con una certa regolarità in Provincia le domande sulla legge 178/2002 – “Credito d’imposta”, che sotto forma di bonus fiscale aiuta le aziende agricole che effettuano investimenti. “In base alla procedura messa a punto con la Regione – dicono i tecnici del Servizio Agricoltura – siamo in grado di rilasciare il parere in tempi veramente brevi, dopo la verifica di corrispondenza alle Misure A e P del Piano di sviluppo rurale”. Con il parere favorevole della Provincia gli interessati possono poi presentare domanda per via telematica al Centro operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate. Si ricorda che per queste domande non è prevista alcuna scadenza. Maggiori informazioni e la relativa modulistica sono reperibili sul sito internet della provincia di Torino, nelle pagine dell’agricoltura. www.provincia.torino.it tutto PAGINA 6 a campo I N I Z I AT I V E Progetti strategici Si tratta di programmi importanti per la politica agroalimentare della Provincia. Coinvolti i settori chiave dell’agricoltura, con un’attenzione particolare all’ambiente Progetti strategici rappresentano un passaggio importante della politica per l’agricoltura che la Provincia di Torino ormai da tempo sta seguendo. L’idea di fondo è semplice: si tratta non solo di “gestire” l’esistente e i problemi contingenti, ma anche di guardare più avanti, al I futuro dell’agricoltura in un territorio, quello provinciale, che può dare ancora molto all’agroalimentare italiano. Da qui, quindi, i Progetti strategici – veri e propri strumenti di lavoro – che la Provincia ha avviato sia sul fronte più specifico della produzione agricola che su quelli dell’ambiente e del territorio. L’obiettivo comune è accrescere la produttività del settore e la sua compatibilità con il territorio e l’ambiente. Su questo numero a tutto campo presenta tre di queste iniziative (su latte, carne bovina e frutta), sul prossimo, invece, sarà la volta A.Z dei programmi più vicini all’ambiente. F R U T T I C O LT U R A La frutta torinese sarà conosciuta da tutti Una serie di azioni mirate e specifiche per la valorizzazione commerciale delle coltivazioni del Pinerolese e Cavourese. Impegnati circa 170mila euro ree vocate e altamente specializ- Da qui, il progetto che impegna risorzate e prodotti di gran pregio che se per circa 170mila euro. soffrono però di alcuni punti Gli obiettivi da raggiungere sono deboli. È per questo che la molti. Prima di tutto, occorre dare Provincia di Torino ha deciso di strumenti efficaci per individuare dedicare alla frutticoltura locale un quale strategia di vendita adottare, vero e proprio programma strategico sia dal punto di vista commerciale sul fronte della valorizzazione com- che di vero e proprio marketing. Tra merciale. “Sappiamo – spiegano i diri- gli strumenti vi sono tra l’altro gli genti dell’Assessorato che stanno “accordi volontari di filiera”, previsti curando il progetto – che la nostra dalla Legge di orientamento nazionafrutticoltura si concentra nel Pinerole- le, che i produttori potranno sottose e Cavourese e che rappresenta una scrivere con i distributori e che possofetta importante della frutticoltura no contribuire alla valorizzazione piemontese, in particolare per la meli- commerciale dei prodotti. Il secondo coltura. Ma, le azienpasso sarà, invece, de sono medio-piccouna vera e propria le, non specializzate e campagna di comunil’offerta appare non cazione rivolta al organizzata, tant’è vegrande pubblico con ro che il 65% della mezzi comuni a tutti i produzione è in mano produttori. Il traguarai commercianti e do sarà un incremento viene commercializdelle vendite sugli zata senza marchio”. ■ Mele della cultivar Runsè attuali mercati, ma A informazioni informazioni www.provincia.torino.it Per saperne di più sui Progetti strategici è possibile contattare: Elena Di Bella Assessorato all’Agricoltura e Sviluppo Rurale " +39 011 86.13.594 Tab 1 – Le colture frutticole nella Provincia di Torino ed in Piemonte (superfici e produzioni) Torino Sup. (ha) Uva da tavola Mele Pere Pesche Pesche nettarine Albicocche Ciliege Susine Noci Nocciole Actinidia Totale fruttiferi CASTAGNE (quantità raccolta - 1) 922 222 482 108 74 101 60 45 290 2.304 3.200 RIEPILOGO REGIONALE Produz. Sup. Produz. (Q) (ha) (Q) 165 94,12 213.904 5.023 1.475.604 48.840 1.313 204.169 103.630 4.086 995.203 22.680 2.778 820.310 12.062 759 97.502 6.060 323 24.840 7.200 668 93.670 87 31,61 900 7.808 110.371 52.200 3.268 676.030 467.476 4.515.979 Fonte: Regione Piemonte anche l’immissione degli stessi prodotti in nuove aree di vendita. Non sarà nemmeno trascurata, però, la possibilità di rinnovare l’offerta attraverso prodotti biologici oppure trasformati. Lo strumento principale che verrà adottato – al di là di una serie di incontri di informazione agli stessi partecipanti – sarà una massiccia campagna di comunicazione. Si tratta ovviamente di un impegno importante per la Provincia: l’intero progetto, infatti, metterà in moto risorse per almeno 150mila euro in tre anni. Ma sicuramente la qualità della frutticoltura torinese se lo merita. Raccolta tartufi Dal primo gennaio scorso, la Provincia ha acquisito la gestione dei permessi per la raccolta e la coltivazione di tartufi. Per il rilascio e rinnovo dei permessi, quindi, occorre rivolgersi agli uffici provinciali. Nel prossimo numero di a tutto campo verranno forniti ulteriori particolari, ma tutta la documentazione necessaria e i moduli di richiesta sono già presenti sul sito Internet della Provincia. tutto PAGINA 7 a campo BOVINI Carne: tre mosse per vincere L’obiettivo è ristrutturare il comparto con azioni commerciali e tecniche i fronte alla diminuzione della domanda di carne e al calo degli allevamenti in provincia di Torino, serve un vero e proprio salto di qualità nella politica per il comparto. È per questo che il settore della carne non poteva essere escluso dai progetti strategici provinciali. “L’idea di fondo – spiega a que- D sto proposito Elena Di Bella che per conto dell’Assessorato all’Agricoltura segue questo progetto strategico – è quella di arrivare ad una vera e propria ristrutturazione dell’allevamento bovino da carne di qualità”. Una strada impegnativa che si sta percorrendo partendo dagli aspetti commerciali e di comunicazione per arrivare a Tab 2 – I bovini in provincia di Torino ed in Piemonte (capi) Torino Bovini di età inferiore a 1 anno vitelli e vitelle Bovini da 1 a 2 anni maschi femmine Bovini riproduttori vacche da latte altre vacche tori Altri bovini TOTALE BOVINI Piemonte 49.450 232.100 40.600 41.000 135.450 142.100 72.600 42.300 3.450 7.200 256.600 197.450 146.530 6.925 15.340 875.895 quelli più strettamente tecnici. Sul fronte commerciale, il progetto punta a migliorare le forme di distribuzione attraverso azioni di comunicazione, collettive o individuali, per raggiungere i canali distributivi moderni o le macellerie tradizionali. Saranno svolte anche azioni sistematiche e approfondite di educazione ed informazione dei consumatori, che vadano al di là dei soliti sporadici messaggi che spesso si sentono. Gli aspetti tecnico-commerciali, invece, punteranno di più sulla possibilità di creare un vero sistema di rintracciabilità della carne. È ovvio che le regole regionali ed europee hanno già introdotto obblighi di certificazione del prodotto, ma a queste si possono collegare iniziative di etichettatura volontaria per evidenziare l’origine aziendale della carne. Importante è inoltre puntare sulla realizzazione di accordi volontari di filiera che colleghino i produttori, i macelli e gli eventuali distributori (nel caso di una filiera lunga) per la produzione di carne garantita e “rintracciabile”. Saranno disponibili fondi per investimenti aziendali subordinati alla realizzazione di tali accordi. Importanti però, sono anche gli aspetti tecnici del progetto. “Per ridurre i costi aziendali ed aumentarne i ricavi – spiega Elena Di Bella - si deve intervenire sia attraverso la selezione genetica dei capi e un’accurata scelta dei riproduttori, sia attraverso il miglioramento del sistema di alimentazione e di allevamento riproponendo un modello di allevamento a ciclo chiuso”. Il progetto lavorerà per ora su allevamenti di razza Piemontese (o incroci di essa) e prevede di impegnare risorse per circa 600mila euro. Fonte: Regione Piemonte Il latte sarà trasparente Con la tracciabilità della produzione le aziende potranno essere più forti sul mercato ssere “trasparenti” per vincere sul mercato. È questa l’idea di fondo che ispira il progetto strategico della Provincia di Torino per la creazione di un vero e proprio modello per la tracciabilità del latte. In parole semplici, sapere da dove arriva il latte venduto nei migliaia di punti di vendita al minuto presenti in provincia fornisce qualcosa in più ai consumatori, ma anche agli allevatori. E non basta, “perché – spiega Marco Bellion, Assessore all’Agricoltura della provincia di Torino - la trasparenza nel percorso produttivo diventa un’opportunità a cui il mondo dell’industria alimentare e della distribuzione guarda con sempre maggior interesse, e che richiama il diretto coinvolgimento e E interesse della aziende agricole responsabili della produzione della materia prima, per integrarne il sistema”. È per questo che nel comparto lattiero caseario, alcune iniziative si stanno già avviando da parte delle industrie trasformatrici. E gli allevatori da latte, nel prossimo futuro, dovranno essere in grado di saper fare la loro parte, anche per reggere un corretto rapporto contrattuale con il mondo industriale, sempre più attento al mercato a scapito di un equa condivisione dei problemi del processo produttivo. Da qui la nascita del progetto provinciale che impegna risorse complessive per circa 151mila euro di cui circa 21mila a carico delle imprese che prenderanno parte al progetto stesso. Adesso, quindi, si sta lavorando per capire quale sia il percorso migliore per arrivare a descrivere con esattezza tutto il percorso del latte. “Il progetto – aggiunge ancora Marco Bellion - si rivolge alle aziende agricole produttrici di latte e quindi alle aziende di trasformazione operanti nella provincia di Torino. L’obiettivo è creare un modello, anche su base informatica, che consenta di alle aziende agricole di “tracciare” tutte le fasi della produzione di latte Tab.3 - Il latte nella provincia di Torino e in Piemonte (quintali) Torino LATTE BOVINO Destinato alla alimentazione umana Destinato alla alimentazione dei redi Totale latte munto Latte preso direttamente dai redi Totale latte di vacca LATTE DI PECORA E CAPRA Destinato alla alimentazione umana Destinato alla alimentazione dei redi Totale latte munto Latte preso direttamente dai redi Totale latte di pecora e capre Piemonte 2.940.000 2.940.000 567.000 3.507.000 8.600.000 205.000 8.805.000 1.380.000 10.185.000 13.700 400 14.100 9.500 23.600 85.150 1.485 86.635 117.700 250.535 Fonte: Regione Piemonte fino al caseificio e quindi di raccogliere tutta una serie di informazioni relative alle fasi di produzione del latte, con l'intenzione di ricostruirne e seguirne il percorso dalla produzione fino alla azienda di trasformazione”. Il traguardo del progetto, è dare alle aziende agricole strumenti efficaci per consentire di fornire all'industria di trasformazione tutta una serie di dati che, integrati con quelli in loro possesso, possano garantire la sanità di un alimento fornendo ampie garanzie al con- sumatore finale. “Queste stesse conoscenze – continua ancora la responsabile dell’Assessorato - permetteranno all'allevatore di individuare i punti ove maggiore è il rischio che si verifichino fenomeni di alterazione del normale standard qualitativo, dando quindi garanzie alle fasi successive della filiera che i processi di produzione vengono tenuti attentamente sotto controllo”. Con un risultato finale: una migliore presenza sul mercato e in fase di contrattazione con l’industria. www.provincia.torino.it tutto PAGINA 8 a campo INTERNET Viaggio nella terra dei sapori Sul portale della Provincia tutto quello che occorre sapere sull’enogastronomia torinese Ecco come è anche possibile valorizzare il lavoro dei nostri produttori agricoli Sostenere lo sviluppo economico del territorio, ricco di tradizioni agroalimentari ed enogastronomiche quasi per nulla conosciute e identificate, è questo l’obiettivo di una serie di progetti che l’Assessorato Agricoltura, Montagna e Sviluppo Rurale della Provincia di Torino ha avviato da tempo. Con queste premesse e con lo scopo di aiutare i numerosi operatori economici, le aziende agricole e i Comuni nella valorizzazione delle loro produzioni, la Provincia di Torino ha realizzato “Viaggio nel territorio dei Sapori”: una guida on-line per far conoscere il territorio torinese attraverso le produzioni tipiche e di qualità anche in vista dei prossimi XX Giochi Olimpici del 2006. Visitando la guida sul sito della Provincia, si possono conoscere le specialità enologiche e i prodotti tipici del Paniere dei prodotti tipici provinciali, riscoprire le origini e gli usi dei tanti prodotti che costituiscono le tipicità agroalimentari tradizionali. L’indirizzo Web e: www.provincia.torino.it/agromontano/sapori/pages/mappa.htm Angela Maria Minerva Tutta l’agricoltura sul web Per migliorare il servizio a favore delle Associazioni e degli operatori agricoli la Provincia di Torino ha realizzato, sul proprio sito Internet, le nuove sezioni web dedicate all’agricoltura e alla montagna torinesi. Visitando le nuove pagine è possibile avere informazioni su dove presentare una richiesta, sull’apertura di nuovi bandi e sulle scadenze, scaricare la modulistica, reperire gli indirizzi internet del mondo agricolo locale e nazionale ed inoltre conoscere gli eventi, le iniziative e i progetti della Provincia per l’agricoltura e la montagna. Potete scriverci atuttocampo@prov incia.torino.it A. M. M. a tutto campo AGRICOLTURA E MONTAGNA IN PROVINCIA DI TORINO N U M E R O 1 Gennaio - Febbraio 2003 a cura dell’ Assessorato Agricoltura, Montagna, Sviluppo Rurale e Tutela Fauna e Flora a tutto campo – Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 5615 del 11/06/2002. Direttore responsabile: Giovanni Bressano. Capo redattore: Andrea Zaghi. Direzione, Redazione e Amministrazione: via Lagrange 2, 10123 Torino – Tel. +39 011 86 12 11. Progetto grafico, impaginazione e produzione: Visual Grafika – Via Baudi di Vesme 24/B, 10142 Torino.