B.E.A.TR.I.C Building European pAssport for TRansparent and International Certification I/04/B/F/PP-154111 Prodotto 1 LANDSCAPE FOR VET Il progetto è stato finanziato con il sostegno della Unione Europea. Il contenuto del presente progetto non riflette necessariamente la posizione della Unione Europea o dell’Agenzia Nazionale e non impegna in alcun modo la loro responsabilità. INDICE Capitolo 1: La Strategia di Lisbona, il Processo di Bruges-Copenaghen e i temi significativi per il progetto B.E.A.TR.I.C. ………………………….………….. 1. Strategie europee………………………………………………………… 2. Parte comune e della sussidiarietà in una qualifica………………….. 3. Dalla qualifica, alla certificazione, ai crediti…………………………… Simonetta Bettiol – CSA Venezia Capitolo 2: La certificazione nei sistemi formativi…………………….………………. 1. La certificazione delle competenze e delle qualifiche nei sistemi formativi dei Paesi partner – procedure………………………………. 2. Griglia di comparazione fra i sistemi nazionali ………………………. 3. L’accreditamento delle competenze…………………………………… Gruppo di Lavoro – IPSART A. Moro – Santa Cesarea Terme (Le) Capitolo 3: Il Certificate supplement e il framework Europass………………….……….. 1. Descrizione del quadro di riferimento Europass……………………… 2. Il Supplemento al Certificato…………………………………………….. 3. Il CS e gli apprendimenti non formali e informali: prospettive…………………………………………………………………. 4. Il CS e gli obiettivi del progetto B.E.A.TR.I.C. ………………………… Antonina Di Matteo – IPSSAR P. Borsellino - Palermo p. 3 p. 3 p. 5 p. 7 p. 17 p. 17 p. 18 p. 26 p. 31 p. 31 p. 33 p. 37 p. 38 Allegati Allegato 1: tabella 1 - EQF …………………………………………………………………… p. 41 Allegato 2: tabella 2 - EQF……………………………………………………………………. p. 44 Allegato 3: Tappe del lavoro comunitario…………………………………………………… p. 45 Allegato 4: Curriculum vitae ………………………………………………………………….. p. 46 Allegato 5: Europass Mobility ………………………………………………………………… p. 49 Allegato 6: Supplemento al Certificato………………………………………………………. p. 54 Allegato 7: Il caso italiano Camilla Tamiozzo - CSA Venezia……………………………………………………………. p. 56 Allegato 8: Il caso francese George Asseraf – CIEP……………………………………………………………………….. p. 61 Allegato 9: Il caso sloveno Primož Hvala Kamenš.ek – MSC……………………………………………………………. p. 75 Allegato 10: Il caso olandese Rob Versteeg - LOB HTV …………………………………………………………………….. p. 97 Allegato 11: Il caso tedesco Anthony Fitzpatrick - ICC ……………………………………………………………………… p. 100 Allegato 12: Il caso rumeno Zoica Vladut – TVET…………………………………………………………………………… p. 103 Allegato 13: Il caso svizzero Harald Giacomelli - FormAzione ……………………………………………………………… p. 161 Allegato 14: Il caso irlandese Lisa Lawrence - Tourism College Killybegs …………………………………………………. p. 184 2 CAPITOLO 1 La Strategia di Lisbona, il Processo di Bruges-Copenaghen e i temi significativi per il progetto B.E.A.TR.I.C In questo capitolo si sintetizzano alcuni concetti chiave delle normative comunitarie che delineano lo scenario rispetto al quale si motivano e sviluppano tematiche come la certificazione e l’utilizzo del Certificate Supplement contemplate nel progetto Beatric. 1. Strategie europee 1.1 La strategia di Lisbona nei consigli Europei La strategia di Lisbona costituisce un riferimento importante per il progetto BEATRIC in quanto segna una svolta significativa nelle politiche comunitarie per l’Istruzione e per la formazione professionale superiore. Tale strategia sintetizza i risultati di una pluralità di contributi e trova una formulazione organica nel Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 i cui obiettivi possono sinteticamente essere rappresentati nei seguenti punti: - migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi educativi e di formazione nell’Unione Europea - assicurare la loro accessibilità a tutti - considerare l’educazione e la formazione in una prospettiva più ampia. Questi obiettivi, allo scopo di ottenere una reale ed effettiva formazione lungo tutto l’arco della vita (lifelong learning), rispondente alle esigenze personali ed in grado di supportare l’occupabilità, si sarebbero dovuti raggiungere entro il 2010 attraverso il miglioramento delle seguenti tematiche chiave: - le competenze di base - il linguaggio dell’apprendimento - l’orientamento lungo tutto l’arco della vita - l’educazione del cittadino - la mobilità - la formazione degli insegnanti - l’efficacia degli investimenti - l’integrazione delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione - la flessibilità dei sistemi al fine di rendere l’apprendimento accessibile a tutti. La strategia di Lisbona è stata rivista e rilanciata nei Consigli europei di primavera del 2005 e del 2006. Nel Consiglio del 2005 si ribadisce l’importanza della conoscenza, dell’innovazione e della valorizzazione del capitale umano per potenziare il quale è necessario porre alla base del rilancio tre principi generali: - spazio attraente per investire e lavorare - conoscenza e innovazione come motori di una crescita durevole - crescita e impiego a favore della coesione sociale. Si stabilisce anche una sorta di road map di valenza triennale articolata in dieci campi d’azione: - realizzare lo Spazio europeo della ricerca - promuovere l’innovazione in tutte le sue forme - promuovere la tecnologia e un tessuto industriale solido - estendere la società dell’informazione - tenere pienamente conto della dimensione ambientale - completare il mercato interno - rafforzare la dimensione esterna - affrontare la riforma del mercato del lavoro e della protezione sociale - realizzare lo Spazio europeo dell’educazione e della formazione - mettere l’inclusione sociale al servizio della crescita e dell’impiego. 3 Nel Consiglio del 2006 si chiede alle istituzioni dell'UE di non trattare la strategia di Lisbona come un progetto dall'orizzonte temporale limitato, ma di presentarlo invece come un processo di sviluppo europeo di lungo periodo. In particolare, ciò comporta una valutazione critica permanente degli strumenti di attuazione e del loro adattamento ai cambiamenti della situazione. Ciò deve avvenire in un quadro di dialogo e partenariato con la società civile organizzata, che deve anche essere coinvolta nei programmi nazionali di riforma. Si richiede tuttavia, da qui al 2007, di concentrarsi su quattro ambiti prioritari in materia di competitività: - aumentare gli investimenti per la conoscenza e l'innovazione - ridurre gli ostacoli per le PMI - far fronte a globalizzazione e invecchiamento demografico - rendere efficiente e integrata la politica energetica dell'UE. Il rilancio viene considerato vitale per recuperare il terreno perduto sul piano della competitività internazionale in un mondo globalizzato e si ribadisce la priorità di puntare soprattutto sull’occupazione (jobs) e sulla crescita (growth) attraverso la formazione e l’innovazione. Dalla strategia di Lisbona del 2000 a favore di “cittadinanza attiva, occupabilità, sostenibilità, coesione sociale” prendono l’avvio per il V.E.T. due processi ben definiti, quello di Bologna per la formazione universitaria e quello di Bruges Copenaghen per la formazione superiore non universitaria. 1.2 Il processo di Bologna (1999) Il processo per l’Higher Education è noto come processo di Bologna ed è finalizzato alla promozione dell’occupabilità dei cittadini europei e della competitività del sistema europeo della formazione superiore, in particolare universitaria. Per occupabilità dei cittadini s’intende la capacità di trovare/ritrovare un impiego sul mercato del lavoro nazionale ed europeo. Ciò è la conseguenza positiva non solo del possedere un diploma o una qualifica, ma anche del riconoscimento e della valorizzazione delle esperienze maturate nella vita quotidiana (competenze informali) e nel lavoro (competenze non formali). Gli obiettivi delineati dal processo di Bologna per l’Higher Education sono simili a quelli successivamente elaborati per il V.E.T. e possono esser così sintetizzati: - adozione di un sistema di titoli di semplice leggibilità e comparabilità, implementazione del Diploma Supplement al fine di favorire l’occupabilità - adozione di un sistema fondato su due cicli di primo e secondo livello - consolidamento di un sistema di crediti didattici - promozione della mobilità per gli studenti, per i docenti, per i ricercatori e per il personale tecnico-amministrativo - promozione della cooperazione europea nella valutazione della qualità al fine di definire criteri e metodologie comparabili - promozione della dimensione europea dell’istruzione superiore. Tali obiettivi hanno trovato indicazioni dapprima nelle dichiarazioni di Sorbona (1998) e Bologna (1999) e successivamente nei comunicati di Praga (2001), Berlino (2003) e Bergen (2005). In quest’ultimo, in particolare, si segnalano come azioni principali: - l’organizzazione del curriculum universitario in tre cicli - i sistemi di valutazione della qualità - la mobilità dello studente (Diploma Supplement, framework Europass) ed il riconoscimento dei crediti (E.C.T.S.) - un National Qualification Framework per la definizione di programmi e diplomi congiunti. 1.3 Il processo di Bruges Copenaghen Per la realizzazione “entro il 2010 della Società Europea della Conoscenza …la più competitiva del mondo”, si è avviato nel 2002 un processo di potenziamento dell’istruzione e della formazione professionale definito appunto di Bruges Copenaghen. Tale processo assume come punti di partenza significativi per la realizzazione di un sistema di formazione professionale la trasparenza, la comparabilità, la ricognizione sistemica per l’identificazione di prassi, strumenti e soggetti attuatori che consentano l’operatività del sistema: l’insieme di principi e strumenti condivisi, funzionali alla leggibilità e alla riconoscibilità del 4 contenuto e delle caratteristiche di una qualifica professionale. La trasparenza favorisce, in Europa, la spendibilità dei titoli professionali sul mercato del lavoro e la messa in valore delle competenze acquisite per la loro implementazione nei sistemi formativi. Vi si indicano in particolare: - i livelli di riferimento - i principi comuni per la certificazione - le misure comuni - il sistema di crediti per il V.E.T.. Il cammino avviato dai diversi gruppi tecnici trova sintesi significativa nel Comunicato di Maastricht del 2004 in cui - vengono delineate le priorità future per una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale-V.E.T. - si raccomanda o a livello nazionale, di rafforzare il contributo dei sistemi di istruzione e formazione professionale delle istituzioni, delle imprese e delle parti sociali anche nella prospettiva del lifelong learning o a livello europeo, di sviluppare la trasparenza, la qualità e la fiducia reciproca per favorire un reale mercato transnazionale del lavoro - si prevedono azioni di follow up quali: o responsabilizzazione di tutti gli attori del V.E.T. o razionalizzazione ed europeizzazione dei processi V.E.T. o elaborazione di un quadro europeo delle qualifiche (EQF) o cooperazione per lo sviluppo di prassi buone ed innovative per il passaggio tra i sistemi o valutazione dell’impatto o saldi legami con i partner sociali o utilizzo del programma Leonardo da Vinci come catalizzatore dei processi o attività di valorizzazione o maggior considerazione dei bisogni dei gruppi svantaggiati e con skill professionali di basso livello o approcci open learning e percorsi individuali e flessibili per promuovere la mobilità, riducendo le barriere tra l’istruzione e la formazione professionale. 2. Parte comune e della sussidiarietà in una qualifica La trasparenza delle qualifiche costituisce in Europa uno dei presupposti per garantire la mobilità del lavoratore e dello studente. Supportata da adeguati strumenti di certificazione e riconoscimento dei crediti formativi e professionali, la trasparenza delle qualifiche permette ai cittadini di muoversi all’interno e tra sistemi complessi e di posizionare i propri esiti di apprendimento in un contesto più ampio. Fornisce inoltre alle associazioni e alle organizzazioni settoriali un quadro che permette di identificare connessioni, sinergie e sovrapposizioni tra le diverse offerte di formazione. Anche autorità, istituzioni e agenzie di istruzione e formazione ne risultano avvantaggiate in quanto, nel posizionare le loro offerte formative, seguondo un comune schema di riferimento europeo. In relazione alla mobilità del lavoratore è opportuno segnalare come in Europa il cittadino lavoratore abbia diritto alla parità di trattamento rispetto ai cittadini del Paese di accoglienza, debba essere considerato come lavoratore nazionale nell'accesso all'impiego e godere degli stessi diritti dei residenti. Il diritto comunitario dichiara infatti nulle e inesistenti tutte le clausole di contratti collettivi, accordi individuali o qualsiasi altro strumento di regolazione collettiva dell'accesso al lavoro che prevedano o autorizzino condizioni discriminatorie nei confronti di lavoratori cittadini di altri Stati membri. L’accesso all’impiego dipende quindi dai requisiti professionali che il soggetto non solo possiede, ma che è in grado di far valere e farsi riconoscere. Il diritto comunitario prevede che l'esperienza professionale acquisita in un altro Stato membro debba poter essere valutata alle stesse condizioni di quella accumulata nel territorio nazionale e viceversa. Per far valere il 5 principio di non discriminazione1 nell’assunzione è quindi necessario garantire la massima leggibilità delle qualifiche. In relazione alla mobilità del cittadino studente del VET si segnala come quest’ultimo abbia usufruito di sostegni per la mobilità solo nel caso di tirocinio all’estero, mentre nei passaggi tra istituzioni formative (ammissione all’Università) si siano applicate solo le regole per l’equipollenza dei diplomi secondo la Convenzione di Parigi (1953). Le Università europee, nell’ambito del programma comunitario di mobilità Socrates – Erasmus, hanno affrontato il problema e fornito una proposta risolutiva con l’ECTS (European Credit Transfert System). L’efficacia di questo sistema è dimostrata dalla sua diffusa applicazione che, a partire dal 1997, ha coinvolto un altissimo numero di studenti ed oltre 1.200 organismi accademici europei, diventando una leva importante nell'innovazione della didattica dell’istruzione universitaria europea, tuttora fortemente disomogenea. Si evidenzia quindi la necessità di costruire, anche per la formazione professionale (V.E.T. – Vocational Educational Training), un sistema analogo (ECVET – European Credit for V.E.T.), in grado di supportare la mobilità dello studente e del lavoratore. Al fine di garantire il diritto alla cittadinanza attiva e alla mobilità in Europa, gli Stati membri hanno delegato all’UE gran parte della propria sovranità nazionale, in attuazione del principio di sussidiarietà. Ne consegue che, ferma restando la competenza nazionale nei percorsi formativi e di apprendimento, la ricerca nell’ambito dell’istruzione e della formazione di aspetti comuni di riconoscimento e validazione delle competenze. La qualifica pertanto potrà caratterizzarsi in una comune che deve consentire la riconoscibilità in tutto il territorio europeo ed è rappresentata dalle qualifiche e dalla certificazione. La seconda parte, la sussidiarietà, è rappresentata dalla formazione, dal riconoscimento e dalla validazione delle competenze. Tale suddivisione consente di separare l’esigenza di riconoscibilità ai fini della mobilità dal rispetto delle diversità dei sistemi V.E.T. in termini di organizzazione dell’offerta. In tal modo le differenze diventano elementi di arricchimento reciproco anziché costituire ostacoli insormontabili; l’ambito della sussidiarietà viene così definito, perché attuato in modo autonomo in ciascuna realtà territoriale, nel rispetto delle diverse tradizioni storico-culturali e delle specificità socio-economiche locali. In questa prospettiva modificata, la ricerca di un diploma comune ha come scopo la definizione di parametri di trasparenza, leggibilità delle qualifiche e modalità di certificazione; facilita d’altro canto la confrontabilità dei percorsi formativi e degli apprendimenti. Nell’ambito comune la presenza di parametri e strutture consente la costruzione di metastrutture di raccordo, finalizzate a favorire il confronto e l’offerta di servizi educativi sempre più rispondenti alle esigenze del singolo. Le offerte formative devono essere cumulabili, integrabili e personalizzabili, a favore della mobilità geografica e formativa. La trasparenza delle qualifiche del resto consente di rispondere ad una pluralità di fabbisogni di soggetti diversi - del cittadino, che può contare su dispositivi adeguati a rendere più leggibili e comprensibili le qualifiche e a valorizzare le competenze acquisite, formali, non formali ed informali - delle imprese, che possono considerare e valutare in modo paritario le candidature di persone provenienti da altri Paesi dell'Unione - delle istituzioni, incaricate di favorire la mobilità delle persone, di fornire strumenti per la conoscenza dei diversi sistemi nazionali e delle qualifiche professionali - delle istituzioni formative, che valutano l'eventuale ammissione e l'inserimento di studenti che provengono da altri sistemi nazionali - delle autorità pubbliche, che disponendo di informazioni comparative sui diversi sistemi formativi e di accesso alle qualifiche professionali, avviano a vario titolo politiche formative. Si rende così concreta l’auspicata mobilità del cittadino lavoratore e/o studente, e si realizzano le condizioni necessarie per la costruzione dello spazio comune europeo. 1 L'accesso all'impiego oltre che dal possesso di particolari qualifiche o di un determinato titolo di studio e dall'esperienza professionale è condizionato dalla conoscenza della (che cosa?) che deve essere adeguato al corretto adempimento della mansioni inerenti all'impiego. Si precisa inoltre che il lavoratore, che abbia ricevuto un'offerta da parte di un datore di lavoro residente in uno Stato membro diverso da quello di residenza, può essere sottoposto ad un esame attitudinale solo se il datore di lavoro lo ha espressamente richiesto nella sua offerta. 6 3. Dalla qualifica alla certificazione, ai crediti 3.1. Le qualifiche e l’EQF Allo scopo di garantire un’effettiva trasparenza a livello comunitario si sta cercando di inserire le qualifiche in un quadro di riferimento europeo denominato European Qualification Framework (EQF). Tale quadro è uno strumento per lo sviluppo e la classificazione di qualifiche secondo un set di criteri stabiliti per i livelli di apprendimento raggiunti. I criteri possono essere implicito nei descrittori di qualifiche o resi espliciti nei descrittori di livello. Il quadro può essere comprensivo di tutto l’apprendimento conseguito e dei percorsi seguiti o può essere limitato a un particolare settore, per esempio l’istruzione iniziale, l’educazione/formazione per adulti o un settore occupazionale. Alcuni quadri possono avere più elementi e una struttura più rigida; alcuni possono avere una base legale mentre altri rappresentano una sintesi dei diversi punti di vista delle parti sociali. Tutti comunque stabiliscono una base per migliorare la qualità, l’accessibilità, le connessioni e il riconoscimento pubblico o del mercato del lavoro delle qualifiche all’interno di un paese o a livello internazionale2. Un meta-quadro può essere inteso come un mezzo per rendere comparabili i diversi quadri delle qualifiche e per paragonare le stesse a quadri diversi. Il meta-quadro rende, nei diversi paesi e nei vari settori, più agevole la lettura e la comprensione degli articolati quadri delle qualifiche, definendo così riferimenti certi per garantire la qualità, l’orientamento, l’informazione e i meccanismi per il trasferimento dei crediti, in modo tale che la trasparenza necessaria ai livelli nazionali e settoriali abbia un valore internazionale3. Nel comunicato di Maastricht si dice che tale quadro “basato principalmente sulle competenze e i risultati raggiunti nell’apprendimento, servirà da riferimento comune per facilitare il riconoscimento e la trasferibilità delle qualifiche, per l’istruzione, per la formazione professionale e per l’istruzione generale (secondaria e superiore). Esso inoltre migliorerà la permeabilità tra i sistemi di istruzione e formazione, servirà da riferimento per la convalida delle competenze acquisite in modo informale e faciliterà il funzionamento fluido ed efficace del mercato del lavoro a livello europeo, nazionale e settoriale. Il quadro dovrebbe essere supportato da una serie di livelli di riferimento comuni e da strumenti concordati a livello europeo, in particolare da meccanismi di garanzia di qualità che creino la fiducia reciproca necessaria. Dovrebbe anche facilitare, a livello europeo, lo sviluppo, su base volontaria, di soluzioni basate sulle competenze, che permettano ai diversi settori di affrontare le nuove sfide in materia di istruzione e formazione derivanti dall’internazionalizzazione del commercio e della tecnologia”. L’EQF costituisce dunque un punto di riferimento per il cambiamento a livello europeo, nazionale e settoriale, facilitando e semplificando il riconoscimento delle qualifiche e la comunicazione tra chi fornisce e chi richiede istruzione e formazione. Fornisce livelli e descrittori dell’apprendimento e dei livelli di competenza sufficientemente generici da comprendere la varietà delle qualifiche e le differenze di livello esistenti in ambito nazionale e settoriale. E’ un meccanismo funzionale alla comparazione tra i diversi esiti di apprendimento, alla loro traduzione e conversione in altri sistemi. Funziona come riferimento comune per la garanzia e l’ulteriore sviluppo delle qualifiche a livello settoriale e si applica attraverso la cooperazione e l’adesione volontaria da parte di ciascuno Stato. Non risulta cogente e non sostituisce i quadri di riferimento o i processi nazionali attivati per stabilire nuove qualifiche. A livello di sistema delle qualifiche assume come elemento assiologico la “competenza chiave” e le azioni di orientamento e accompagnamento a supporto del cittadino. L’EQF si articola in otto diversi livelli ai quali devono riferirsi le qualifiche rilasciate nei diversi Paesi dell’Unione. Ciascun livello è caratterizzato da conoscenze (knowledge), abilità (skill) e competenze trasversali e professionali più ampie (competence). Si costruisce come sistema di riferimento neutrale rispetto ai sistemi formativi e di certificazione dei diversi Paesi - basato sugli obiettivi di apprendimento (learning outcomes). Gli obiettivi di apprendimento e i conseguenti risultati sono il frutto di percorsi formali, non 2 3 Doc. E.C.- D.G.Education & Culture, Brussels 1st April 2005. Doc. E.C.- D.G.Education & Culture, Brussels 1st April 2005. 7 formali ed informali; le modalità di accreditamento degli apprendimenti non formali e la qualità dei servizi costituiscono strumenti importanti per la funzionalità del sistema stesso. Nel Bologna working group on qualifications framework del febbraio 2005 i risultati di apprendimento (learning outcomes o acquis d’apprentissages) sono stati definiti come il rilevabile in termini di sapere e/o di capacità di realizzare e di dimostrare in esito di un processo o alla fine di un periodo di apprendimento. I livelli di riferimento sono il punto centrale del quadro. Quelli attualmente in uso sono troppo legati all’istruzione e formazione formale4. Pertanto quelli che si intendono creare devono poter recepire i diversi livelli di conoscenze, abilità e competenze, indipendentemente dal contesto nel quale queste sono state acquisite. Un altro fattore importante è che lo sviluppo della fiducia reciproca richiede che i livelli di riferimento siano supportati da un set di principi e strumenti comuni che guidino la cooperazione a livello europeo: garanzia della qualità, sistema di trasferimento crediti, validazione dell’apprendimento non formale, informale, orientamento). Lo studio condotto nel 2004 dal QCA (Qualification and Curriculum Authority, UK) per conto del CEDEFOP per supportare lo sviluppo del sistema di trasferimento crediti, ha concluso che gli otto livelli si basano sulla ricerca e la pratica e possono ben riferirsi ai sistemi di qualifica. Lo schema degli esiti dell’apprendimento - descritti in termini di conoscenza, abilità e competenze, informazioni supplementari e indicazioni sul livello di qualifica - è stato in parte superato nel 2005. Infatti nel documento finale della Commissione relativo all’EQF “Verso un quadro di riferimento delle qualifiche per la LLL” : - nella tabella 1 vengono riportati gli otto livelli espressi attraverso gli esiti di apprendimento rappresentati in termini di conoscenze, abilità e competenze personali e professionali (responsabilità ed autonomia; saper apprendere; competenze relazionali; competenze professionali e vocazionali) - nella tabella 2 vengono riportati alcuni elementi di supporto all’inserimento di una qualifica nei diversi livelli. Quanto rappresentato nella tabella 1 (allegato 1) costituisce un documento base per l’EQF, mentre la tabella 2 (allegato 2) costituisce solo un documento di supporto. L’EQF inoltre richiede l’accettazione e la condivisione di comuni principi e procedure in molti aspetti, ma particolare attenzione deve essere rivolta ad assicurare la qualità, l’accreditamento delle competenze non formali ed informali, l’accompagnamento ed il counselling, la promozione delle competenze chiave. 3.2. La certificazione La certificazione è un supporto indispensabile alla mobilità. Allo scopo si richiede, in questa procedura, la massima chiarezza e condivisione relativamente a che cosa s’intenda per obiettivo di certificazione – il “che cosa” si certifica - che appartiene all’area comune di una qualifica, mentre il “chi” e il “come” si certifica appartengono all’area della sussidiarietà. Diventa inoltre importante che siano soddisfatti determinati requisiti a garanzia della valenza della certificazione sul piano del significato, della rappresentatività, della leggibilità, del riconoscimento, della mobilità. I sistemi di certificazione fanno riferimento ad un quadro di tipo legale, la valutazione dell’apprendimento è approvata o confermata dalle rispettive autorità legislative o professionali che hanno seguito standard predeterminati o, quando sia stata utilizzata, una procedura standard di valutazione. La certificazione segue una procedura di valutazione dell’esperienza di apprendimento (esame, test, osservazione di lavori svolti), una procedura di validazione, un certificato o diploma - che è il documento ufficiale in cui viene registrata la qualifica - e l’accreditamento/validazione dell’apprendimento. La certificazione può essere riferita a singole componenti o all’intero percorso, oppure risultare dalla somma di più certificazioni. Ciascuna certificazione, parziale o completa, può fornire l’attribuzione di crediti e l’esenzione dalla frequenza di moduli e/o unità di competenza. Una qualifica viene conseguita quando un’agenzia nazionale o internazionale o un organismo ufficiale accerta che la persona abbia acquisito conoscenze e abilità in base a standard specificati. Lo standard dell’apprendimento è confermato da un processo di valutazione o dal 4 Cfr. ISCED 97. 8 positivo completamento di un programma di studio o da un’esperienza lavorativa. Una qualifica ha riconoscimento ufficiale nel mercato del lavoro e nella successiva formazione/istruzione. La certificazione prende avvio dall’individuazione e dall’applicazione di principi comuni e condivisi in ambito nazionale riguardanti: - il “che cosa” certificare, quindi quali siano gli obiettivi della certificazione - il “chi” certifica, quindi quale sia l’identità del soggetto certificatore - il “come” si certifica, quindi quali siano le procedure adottate nella certificazione. Il tema certificazione e l’utilizzo del framework Europass sarà sviluppato nel successivo capitolo. In questo paragrafo si ritiene opportuno riportare la sintesi di riflessioni/approfondimenti di carattere generale, sviluppati da alcuni partner sul tema: - gli obiettivi della certificazione corrispondono ad obiettivi di apprendimento e sono dunque rapportati alla persona che apprende e non al docente: in tal senso si differenziano dagli obiettivi di insegnamento - gli obiettivi di apprendimento sono competenze possedute dalla persona che dimostra di saper padroneggiare conoscenze, abilità, comportamenti - ciascuna competenza non può essere frutto di conoscenza, di tecnica, di procedure o di un comportamento ma, per saper padroneggiare effettivamente una conoscenza, è necessario operare anche con tecniche specifiche e dimostrare talora capacità di problem solving o di diagnostica: competenza è un mix di conoscenze, abilità, comportamenti. C’è piena consapevolezza che questa è un’affermazione di principio condivisibile ma di difficile applicazione concreta - gli obiettivi dell’apprendimento per essere più leggibili dal mondo della formazione (prospettiva learning oriented) possono essere suddivisi in teorici (knowledge), pratici (abilities), comportamentali (competences). Ciò è importante soprattutto per la valutazione dell’apprendimento e l’inserimento in un livello EQF - la valutazione dei risultati di apprendimento afferisce alla sfera della sussidiarietà, deve essere garantita da criteri di qualità nella valutazione ed inoltre, in un trasferimento tra strutture, dal riconoscimento dell’obiettivo di apprendimento raggiunto dal soggetto nell’ambito di discrezionalità del mutual trust. Tale riconoscimento può avvalersi di protocolli che regolano i rapporti tra strutture - la definizione degli obiettivi di apprendimento deve essere supportata da descrittori ed indicatori precisi, l’elaborazione di questi deve essere il frutto di un processo in progress che costituisce elemento cardine per costruire in ciascuno Stato la corrispondenza tra qualifica e livello EQF - gli obiettivi di apprendimento da certificare sono assimilabili ad una UC (Unità di Certificazione o Capitalizzabile o di Competenza). La UC non corrisponde necessariamente ad unità formative formali; è’ indispensabile stabilire la consistenza della UC in volume e gradualità) - gli obiettivi di certificazione, che corrispondono ad obiettivi di apprendimento, per essere leggibili al mondo del lavoro (prospettiva labour oriented) devono, per il cittadino lavoratore, essere suddivisi in competenze di base, tecnico professionali e trasversali (comportamenti in una particolare situazione lavorativa) - non si è ancora codificata una modalità per strutturare gli obiettivi di certificazione nel caso di percorsi formativi informali o non formali - gli obiettivi di apprendimento (learning outcomes) sono spendibili in altri sistemi formativi e diventano delle possibili prestazioni nel mondo del lavoro (learning output). Va comunque chiarito se si certificano i learning outcomes - un circuito virtuoso è il seguente: il fabbisogno professionale (prestazione richiesta dal mondo produttivo) può essere interpretato come fabbisogno formativo che tiene conto della prestazione ma anche dei trend di sviluppo e delle aspettative individuali. Costituisce elemento fondamentale nell’elaborazione dell’offerta formativa professionale; i fabbisogni formativi si trasformano in obiettivi di apprendimento che vengono certificati dalla struttura formativa. Spetta alla persona saper adattare gli obiettivi di apprendimento (learning outcomes) in risultati di apprendimento spendibili nel lavoro (learning output). Un effetto d’impatto importante è dato da quegli strumenti che consentono di verificare il gap, in una prospettiva di breve, medio e 9 lungo termine, tra learning output e i fabbisogni professionali. 3.3. I crediti e l’ECVET L’attribuzione e il riconoscimento dei crediti sono funzionali a garantire la mobilità dello studente e sono frutto di accordi e convenzioni. L’esperienza condotta dall’Università nell’ambito del progetto Socrates Erasmus per la mobilità in Europa degli studenti universitari consente di affermare che non basta stabilire delle modalità per l’attribuzione e quindi per il riconoscimento di crediti nei passaggi, ma che è necessario stabilire: - quali siano le unità che si riconoscono - che valore sia attribuibile nei trasferimenti tra strutture - quali protocolli possano formalizzare accordi tra organizzazioni formative in un clima di mutual trust. Se lo scopo del credito è quello di incrementare e sostenere la mobilità regionale, nazionale ed internazionale della persona, allora esso deve consentire di valorizzare i moduli, le unità di competenza, le qualifiche erogate da un ente, in quanto ben descritte e rispondenti a criteri di trasparenza e qualità. Per questi motivi risulta indispensabile che il credito risulti inserito in un contesto sistemico e non casuale. E’ necessario inoltre che le convenzioni tra soggetti eroganti e riceventi, le procedure per la definizione, l’attribuzione dei crediti e il loro mutuo riconoscimento (che dà luogo al mutual trust) siano formalizzati ed estesi ad una pluralità di organismi formativi. Nell’accordo tra organismi, il credito assume un valore negoziale e convenzionale, non certo assoluto come potrebbe essere per una procedura che risponda a criteri di equipollenza. Il credito è l’unità di misura in termini quantitativi che permette e semplifica il confronto tra i percorsi formativi, traducendo conoscenze e competenze acquisite nei percorsi con un’espressione numerica legata ad una grandezza, per esempio il carico di lavoro. Tale traducibilità, seppure condivisa, è sicuramente una soluzione riduttiva rispetto alla complessità dello scenario formativo, ma è uno strumento di indubbia facilità e comodità di applicazione ed efficacia rispetto all’obiettivo principale dettato dalla necessità di risolvere dei problemi in modo efficace ed efficiente. Nell’ECTS, che considera solo aspetti formativi formali, il credito corrisponde ad un carico di lavoro medio svolto in aula, in laboratorio oppure di studio, pari a circa 25 ore, un’unità di misura basata sul tempo impiegato per il raggiungimento di un obiettivo certificato. Non tutti i Paesi europei sono concordi nell’assumere come credito il carico di lavoro. La Francia propone come unità di valore la competenza, in quanto risultato obiettivo di apprendimento del modulo: tale risultato deve tenere conto anche delle modalità di erogazione della formazione. Il credito è attribuibile ad apprendimenti formali, non formali ed informali. Dichiarazione d’intenti questa che non trova tuttavia ancora applicazione pratica, in quanto non si dispone ancora di grandezze e unità confrontabili nell’informale e di un modo per rendere le job description nel non formale. L’elaborazione di un Sistema europeo di trasferimento dei crediti (European Credit Vocational Educational Training - ECVET) è oggetto di studio da parte di un gruppo tecnico costituito da soggetti provenienti da diverse nazioni e con competenze differenziate. L’impresa è senza dubbio ardua e complessa, le aspettative riguardo i risultati sono condizionate dall’esigenza di: - condividere il significato di alcuni concetti di base, operazione funzionale alla comprensione reciproca - definire i criteri per l’attribuzione e per il trasferimento dei crediti. La Commissione ha elaborato nel giugno 2005 un documento, “Il sistema europeo di accumulo e di trasferimento di unità capitalizzabili per l’insegnamento e la formazione professionale (ECVET)”. Da tale documento sono state riprese le considerazioni di seguito riportate. - Una delle maggiori sfide in relazione all’ECVET è rappresentata dal grande numero di attori e dalla loro diversità: diversi sono infatti gli operatori e le autorità implicate nel sistema professionale, diverse le qualifiche sia in termine di livelli che di specializzazioni. - L’ECVET si colloca nell’ambito della sussidiarietà in quanto consente il riconoscimento di crediti nei percorsi formativi sviluppati in coerenza con standard certificatori comuni, ma anche 10 pienamente rispondenti alle esigenze dei mercati locali e nazionali, costituendo pertanto un sistema decentrato fondato sulla partecipazione volontaria degli Stati. - L’ECVET necessita e promuove la trasparenza o delle qualifiche, dei percorsi e dei risultati dell’apprendimento o delle procedure, assicura la qualità, la valutazione e il riconoscimento o dei processi di apprendimento o delle strutture: l’organizzazione dei sistemi, le responsabilità degli attori e degli operatori. - L’ECVET nonostante la complessità dello scenario può contare o sull’introduzione di un quadro di riferimento delle qualifiche (EQF) e su livelli di apprendimento o sull’adozione di comuni principi a garanzia della qualità o sull’adozione di comuni principi per il riconoscimento degli apprendimenti non formali ed informali o sulla messa in opera di strumenti e dispositivi a supporto della trasparenza delle qualifiche (Europass) e di informazione sulle opportunità di formazione (Ploteus). - L’ECVET dal punto di vista tecnico si basa da un lato sulla descrizione delle qualifiche in termini di conoscenze, abilità e competenze, dall’altro sull’attribuzione di crediti alle qualifiche e alle unità, in relazione al peso relativo per ciascuna di queste ultime. L’Introduzione dell’ECVET è supportato da un documento di tecniche specifiche. - L’ECVET si costruisce come sistema di unità capitalizzabili che compongono e/o decompongono una qualifica o gli obiettivi formativi di un percorso. Ogni unità è definita in termini di KSC (conoscenze, abilità e competenze) e può o meno essere riconosciuta autonomamente. L’unità è la parte più piccola in cui si scompone una qualifica ed è oggetto di valutazione, validazione e certificazione. I punti di credito sono strumenti concepiti per facilitare la messa in opera di ECVET nei sistemi nazionali per favorire formatori e soggetti in apprendimento rispetto alla mobilità. L’unità inoltre assolve a tre compiti fondamentali: o informazione degli attori o valutazione dei risultati di apprendimento o validazione dei risultati di apprendimento. L’organizzazione di una qualifica in unità consente di evidenziare il livello a cui si colloca l’unità per quella qualifica, il titolo o meglio la descrizione in termini di KSC, la natura e la durata di validità, i punti di credito attribuiti. - L’ECVET si basa su: o la validazione progressiva dei risultati di apprendimento o l’accumulazione e la capitalizzazione delle unità e dei punti di credito; dal momento in cui vengono deliberati unità e punti sono acquisiti in modo definitivo o il trasferimento dei risultati di apprendimento o la trasparenza e la fiducia reciproca dei diversi attori del sistema. - Il sistema ECVET, garantendo la possibilità di accumulo e trasferimento, risulta interessante per le persone, per i sistemi formativi, per gli operatori della formazione, per le imprese ed i settori produttivi. - L’ECVET è dunque il sistema di crediti auspicato per il V.E.T. legato al sistema dell’ECTS. E’ auspicabile che ci sia un’evoluzione in un comune framework di riferimento europeo di crediti. L'Università e la formazione professionale costituirebbero i tasselli fondamentali del processo di formazione permanente degli individui a livello europeo, in un sistema generalizzato di accumulazione di crediti di studio. L’ECVET inoltre dovrebbe garantire al cittadino europeo la trasparenza e la trasferibilità di competenze, conoscenze, capacità, abilità acquisite sotto forma di crediti spendibili nel proprio sistema nazionale o all’estero, in un’ottica di mutual reversibilit”. In tal senso ECVET costituisce uno strumento fondamentale per il lifelong learning e si collega ad EQF e Europass. - Nel documento si prevede anche il format per gli accordi di partenariato in cui vengono rappresentati: o la tipologia dell’istituto d’invio e di accoglienza dei soggetti in apprendimento o l’equivalenza degli apprendimenti o i livelli comuni di riferimento 11 le unità capitalizzabili la tipologia dei risultati attesi o la tipologia dei processi o il profilo professionale o l’accordo sul riconoscimento e la validazione o il metodo agito per attribuire i punti di credito o la consistenza delle attività di apprendimento. - E’ dunque fondamentale determinare una dimensione orizzontale degli esiti di apprendimento in termini di conoscenze, abilità e competenze, definendo: o quali siano le unità da riconoscere o che valore dell’unità di misura si possa dare a una unità di competenza o a quale livello di riferimento e di risultato corrisponda un credito. Va da sé che il credito si inserisce all’interno di un segmento formativo associato ad una qualifica da ottenere. - Il sistema da adottare è un protocollo d’intesa all’interno del quale si inserisce il trasferimento dei crediti. Per far ciò è fondamentale definire: o quale approccio attuare per il riconoscimento dei crediti o quali regole applicare per l’accumulazione di crediti, adottando convenzioni che permettano la conversione tra crediti ECVET e quelli dei vari sistemi nazionali o locali o quali vantaggi i diversi enti possano ricavare dall’attribuire e riconoscere crediti o quali in particolare siano le criticità per lo sviluppo del V.E.T. in relazione: - alla definizione di una qualifica e della zona di fiducia reciproca - alla natura del processo di apprendimento, ovvero la relazione tra non-formale e formale e l’accertamento di concetti quali tempo, densità e livello di apprendimento medio del candidato - alle zone qualitative (equivalenza) - alla componibilità e la modularizzazione dei percorsi (parcellizzazione e sequenza) - alla certificazione Nell’ambito di riferimento degli apprendimenti formali si individuano qui di seguito i concetti di base di cui è necessario condividere la terminologia. - Competenza. Si estende al di là del possesso di abilità e conoscenza. Comprende: 1) competenza cognitiva che implica l’uso di teoria e concetti come pure una tacita conoscenza informale acquisita con l’esperienza 2) competenza funzionale (abilità e saper fare), quelle cose che una persona dovrebbe essere in grado di fare in un campo specifico 3) competenza personale che include sapersi comportare in una situazione specifica5. - Autorità. Un’autorità di competenza è definita secondo le regole nazionali in vigore e comunque precisata dall’accordo di partenariato, si riferisce al soggetto giuridico che è legalmente responsabile della qualifica e quindi delle sue relazioni con gli otto livelli EQF e i relativi punti di credito. Con autorità di competenza s’intende anche chi sviluppa le unità e attribuisce i punti di credito alle unità, quindi non solo le autorità e le istituzioni a livello nazionale o regionale ma anche gli operatori e gli organismi che erogano la formazione. - Qualifica. Definisce il percorso formativo per conseguire un titolo, in particolare nei settori formali dell’istruzione. E’ costituito da un insieme coerente di conoscenze, competenze, capacità, abilità, compiti. Una qualifica prevede una procedura finalizzata al riconoscimento ufficiale della stessa o di una sua parte ad opera di un’istituzione accreditata che segue procedure stabilite. - Unità di competenza (come sopra). - Punti di credito. Sono attribuiti alle qualifiche e alle unità che le compongono. Per convenzione i punti di credito esprimono sotto forma numerica il peso relativo di ciascuna delle unità che costituiscono una qualifica, relativamente ai risultati ottenuti in termini di KSC ed o o 5 Le formulazioni di qualifiche variano da un paese all’altro e nei vari settori; nuove qualifiche appaiono e scompaiono o cambiano nel tempo. Le competenze invece cambiano più lentamente e possono fornire una base più solida per un quadro sostenibile. Le qualifiche sono spesso ben comprese solo nel loro paese o settore di origine; le competenze sono apprezzate in misura molto più ampia. Perciò questo quadro di riferimento europeo delle qualifiche dovrebbe essere supportato da una serie di livelli di riferimento che riflettano questi livelli di competenze. 12 indipendentemente dal percorso di apprendimento. - Apprendimento. E’ un processo cumulativo attraverso il quale una persona assimila progressivamente concetti, categorie, tipi o modelli di comportamento e/o acquisisce abilità e competenze. Questo processo si sviluppa informalmente in un quadro di attività diversificate e in situazioni formali, comprese quelle nei luoghi di lavoro. - Esiti di apprendimento (Learning outcomes). Ciò che un soggetto in apprendimento dovrebbe conoscere, capire e/o essere in grado di fare alla fine di un periodo di apprendimento6. Gli esiti di apprendimento possono essere definiti per singoli corsi, unità, moduli e programmi. Sono caratterizzati dall’uso di verbi attivi, che esprimono conoscenze, abilità e competenze. Per approfondire e meglio comprendere i criteri per l’attribuzione ed il trasferimento di crediti nel V.E.T. si è ritenuto opportuno approfondire come alcune problematiche siano state risolte in ambito universitario con European Credit Transfer and Accumulation System (ECTS). Sembra opportuno inoltre approfondire anche se e come alcune soluzioni siano esportabili nel V.E.T., pur nella consapevolezza che in questo sistema viene considerato anche l’apprendimento non formale e informale, aspetto completamente estraneo al sistema universitario dei crediti. Si riportano alcune note sul sistema ECTS usato nella mobilità universitaria. Si tratta di un sistema studente-centrico basato sul carico di lavoro richiesto per raggiungere gli obiettivi di un programma, obiettivi preferibilmente esplicitati in termini di risultati di apprendimento e competenze che devono essere acquisiti e che richiedono un’adeguata sistematizzazione. Il carico di lavoro totale, per ottenere il diploma relativo ad un primo livello di studi della durata di tre o quattro anni, è pari rispettivamente a 180 o 240 crediti. Il carico di lavoro dello studente secondo ECTS comprende il tempo impiegato in letture, seminari, studio personale, preparazione per gli esami. I crediti sono previsti per tutte le componenti di un programma di studio, moduli, corsi, lavoro di esposizione. I documenti chiave dell’ECTS sono: - le informazioni sistematiche raccolte in un catalogo dei pacchetti/corsi dell’istituzione pubblicata in due lingue. - l’accordo sugli apprendimenti che contiene l’elenco dei corsi che lo studente può frequentare e le sedi dove può sostenere l’esame finale, nonché il corpo di docenza accademica coinvolto e responsabile - la trascrizione di curricula che documentano la performance di uno studente attraverso l’esplicitazione dell’elenco dei corsi frequentati e dei corrispondenti crediti ottenuti in ECTS e trasferibili nei corsi locali. Costituiscono punti di forza dell’ECTS: - il rendere i programmi di studio facilmente leggibili e comparabili per tutti gli studenti anche stranieri - il facilitare la mobilità e la riconoscibilità fra gli atenei - l’aiutare le università ad organizzare la revisione dei programmi di studio - lo stimolare la elaborazione di una pluralità di programmi e di molteplici modalità di erogazione - il rendere la formazione superiore europea più allettante per studenti di altri continenti. Nel caso italiano, ad esempio, le linee di indirizzo di ECTS hanno influito in modo significativo sulla recente legislazione in ambito universitario7 per la riorganizzare delle lauree classiche e per sottolineare gli obiettivi e le attività formative qualificanti indispensabili per conseguire il titolo finale. Si distinguono sei tipologie di attività formative esplicitate: 1. in uno o più ambiti disciplinari relativi alla formazione di base 2. in uno o più ambiti disciplinari caratterizzanti la classe 3. in uno o più ambiti disciplinari affini o integrativi di quelli caratterizzanti, con particolare riguardo alle culture di contesto e alla formazione interdisciplinare 4. in maniera autonoma, su scelta dalla studente 5. in relazione alla preparazione della prova finale per il conseguimento del titolo di studio e, con riferimento alla laurea, alla verifica della conoscenza della lingua straniera 6 7 Definizione del gruppo di Bologna sulle qualifiche settoriali, febbraio 2005, p.39. D.M. 509/99 13 6. in forme non previste nelle precedenti tipologie, volte ad acquisire ulteriori conoscenze linguistiche, abilità informatiche e telematiche, relazionali o comunque utili per l'inserimento nel mondo del lavoro. Ulteriori attività formative tendono ad agevolare le scelte professionali, mediante la conoscenza diretta del settore lavorativo cui il titolo di studio può dare accesso, in particolare, i tirocini formativi e di orientamento8. La trasferibilità del sistema ECTS nel costruendo sistema dell’ECVET non è certo immediatamente attuabile: i sistemi infatti sono troppo diversi per poter comparare i contenuti dei moduli e per poter attribuire un valore analogo al credito formativo. Inoltre negli accordi tra organismi di formazione e soprattutto nella loro estensione è diversa la credibilità di cui godono gli organismi che erogano la formazione e la possibilità di mettere in trasparenza i percorsi. Le pur diversificate recenti offerte formative del V.E.T. non possono comunque essere paragonate a quelle accademiche. Risultano invece sicuramente trasferibili le scelte metodologiche di seguito riassunte: - individuazione di una metrica che consenta di mettere a confronto tra loro percorsi, moduli, unità di competenza - individuazione di possibili unità di misura e scelta di quella più funzionale per determinare un sistema di crediti a garanzia della mobilità formativa e occupazionale del cittadino europeo - consapevolezza che l’assunzione del carico di lavoro - impegno globale richiesto allo studente - come credito formativo costituisce non lo strumento di valutazione comune degli apprendimenti (il credito non è un nuovo modo per misurare le ore di insegnamento, né qualifica il livello o l'importanza di una materia di studio né i suoi contenuti), ma uno dei possibili strumenti di confronto e di integrabilità dei percorsi - consapevolezza che il valore del credito formativo è convenzionale - accettazione del valore del credito nell’ambito di accordi e in un clima di mutual trust - consapevolezza che la fiducia reciproca ha come presupposti la trasparenza delle qualifiche e la qualità nei processi formativi - convinzione che l’attribuzione del credito, successiva alla valutazione positiva dei risultati dell’apprendimento (learning outcome), non dipende dunque dalla sola frequenza/partecipazione ad un programma formativo - previsione di un meccanismo per l’acquisizione di certificazioni intermedie e di qualifiche professionali 3.4. Una prima proposta di collegamento fra ECVET e qualifiche Di seguito vengono presentati gli elementi che compongono una possibile proposta di collegamento tra ECVET e qualifiche: - una qualifica V.E.T. costituisce, a differenza dei crediti, l’esito finale di un percorso per il quale bisogna stabilire dei risultati minimi comuni (volume minimale). La qualifica deve avere una spendibilità occupazionale, essere cioè una qualifica piena, così come la laurea lo è nel sistema ECTS. Un’opzione significativa è la qualifica “mestiere” al livello 5 del sistema di riferimento QCA (Qualifications and Curriculum Authority - Londra) - una qualifica, come risultato finale, dovrebbe corrispondere a 2400 ore, cioè a circa due anni a tempo pieno. Le 2400 ore potrebbero anche essere distribuite in un intervallo di tempo più lungo, ma il risultato finale e la qualifica sarebbero comunque gli stessi - le strategie formative impiegate possono essere diverse purché garantiscano il risultato finale dell’apprendimento: possono ad esempio includere istruzione formale, seminari, tutoriali, laboratori, lavoro domiciliare, sessioni laboratoriali, pratica assistita sia a scuola sia nel posto di lavoro - a differenza dell’ECTS, in cui il carico di lavoro corrisponde in media a 25 ore per credito, nell’ECVET si propone che un credito equivalga a 20 ore di impegno da parte di chi apprende - associare alle unità che caratterizzano una qualifica un valore in termini di crediti ed segnalare a quale livello corrisponda ciascuna unità della qualifica: in questo modo può accadere che la stessa unità s’inserisca in livelli diversi in relazione alla qualifica o viceversa che una qualifica venga associata a più livelli. Da ciò deriva che le qualifiche V.E.T. si possono riferire ad uno 8 Decreto del Ministero del Lavoro 25 marzo 1998, n. 142. 14 solo o a più livelli e durare più di un anno - si propone che i crediti siano associati a unità di competenza (UC) ma anche di formazione (UF, moduli): in tal modo si esplicita concretamente anche la relazione tra le UC e le UF - i livelli QCA possono essere usati come strumento per dare una fisionomia ai crediti, ossia per chiarire il significato dei pacchetti di crediti, particolarmente quelli attribuiti a programmi pluriennali. Dato che una qualifica può riferirsi a più livelli, si riporta di seguito un esempio di come potrebbero essere attribuiti i crediti nella qualifica “mestiere”, sulla base della convenzione 1 credito per 20 ore di lavoro e di conseguenza un intero anno (1.200 ore) per 60 crediti. 15 Livelli di riferimento Qualifica A Qualifica B Qualifica C 5 4 3 Crediti 60 120 180 60 120 240 120 Nel diagramma A i crediti sono associati a un programma triennale che porta a 180 crediti. I crediti vengono attribuiti a unità (60 per livello) che si cumulano fino al conseguimento della qualifica finale a livello 5. Nel diagramma B i crediti sono associati ad un programma quadriennale che porta anch’esso al livello 5. Il pacchetto totale in questo caso è 240 crediti, che vengono attribuiti in misura diversa nei vari livelli (60 al livello 3, 60 a livello 4 e 120 a livello 5). Il diagramma C presenta un programma accelerato di 2 anni, al quale vengono attribuiti 120 crediti, indirizzato a studenti con un livello alto di competenze pregresse (forse da esperienze di lavoro o da altre qualifiche). Come nei precedenti esempi, anch’esso porta allo stesso outcome e allo stesso livello 5. Simonetta Bettiol - CSA Venezia 16 CAPITOLO 2 La certificazione nei sistemi formativi 1. La certificazione delle competenze e delle qualifiche nei sistemi formativi dei Paesi partner – procedure Risulta indispensabile per il gruppo di partenariato comprendere che cosa significhi certificare delle competenze indipendentemente dal fatto che queste debbano rientrare in uno specifico dispositivo di certificazione. Per certificazione di una qualifica s’intende la procedura finalizzata al riconoscimento ufficiale della qualifica stessa o di una sua parte ad opera di un’istituzione accreditata che segue procedure stabilite. I sistemi di certificazione si rifanno ad un quadro di riferimento di tipo legale, la valutazione dell’apprendimento è approvata o confermata dalle rispettive autorità legislative o professionali che hanno seguito standard predeterminati o una procedura codificata di valutazione. La certificazione presume una procedura di valutazione dell’esperienza di apprendimento (esame, test, osservazione di lavori svolti …), e una procedura di validazione, mentre un certificato o diploma è il documento ufficiale che registra la qualifica e l’accreditamento/validazione dell’apprendimento. La certificazione può essere riferita a singole componenti, all’intero percorso oppure risultare dalla somma di più certificazioni. Ciascuna certificazione, parziale o completa, può fornire l’attribuzione di crediti e l’esenzione dalla frequenza di moduli e/o unità di competenza. Una qualifica viene conseguita quando un’agenzia nazionale o internazionale o un organismo ufficiale accerta che un individuo ha acquisito conoscenze e abilità rispondenti a standard specificati. Lo standard di apprendimento è confermato da un processo di valutazione o dal positivo completamento di un programma di studio. L’apprendimento e la valutazione per una qualifica possono aver luogo sia tramite un programma di studi sia tramite un’esperienza lavorativa. Una qualifica conferisce riconoscimento ufficiale del suo valore nel mercato del lavoro e nella successiva formazione/istruzione. Una qualifica può avere un valore legale per svolgere un mestiere (definizione OECD). In relazione agli obiettivi di certificazione e alla dicotomia tra learning outcome e learning output rispetto appunto alla certificazione, si riporta - quale spunto di riflessione e di verifica l’indicazione di un possibile circuito virtuoso rilevabile nel sito del progetto LdV www.helen.polito.it: - il fabbisogno professionale è la prestazione richiesta dal mondo produttivo - per diventare fabbisogno formativo, tuttavia, il fabbisogno professionale deve essere interpretato in modo tale da assumere anche le istanze determinate dalla previsione dei trend di sviluppo dei mercati non solo locali e dall’analisi delle aspettative individuali - i fabbisogni formativi costituiscono gli elementi fondamentali per l’elaborazione dell’offerta formativa professionale - nell’ambito dell’offerta formativa i fabbisogni formativi si trasformano in obiettivi di apprendimento che vengono certificati dalla struttura formativa - gli obiettivi di apprendimento (learning outcome) costituiscono presupposti dei risultati di apprendimento spendibili nel lavoro (learning output) e tale adattamento dipende soprattutto dalla persona - in alcuni sistemi formativi (Italia) si certificano i learning outcome, in altri (Francia) i learning output) - importanti come strumenti di evidenza dell’effetto d’impatto dell’offerta formativa rispetto alla crescita del sistema produttivo, sono quelli che consentono sia di verificare il gap - in una prospettiva di breve, medio e lungo termine - tra learning output e i fabbisogni professionali, sia di offrire proposte per l’aggiornamento ed il miglioramento continuo dell’offerta formativa. E’ importante anche capire chi sia il beneficiario sia della certificazione, sia della chiarezza e significatività rispetto a contesti diversi. Possono essere considerati beneficiari: - i cittadini, che possiedono tale certificazione in quanto possono farla valere in più contesti, per 17 esempio in quello formativo ed in quello lavorativo, nazionali ed internazionali - le imprese, che possono considerare e valutare le competenze possedute da una risorsa professionale non solo nazionale - le istituzioni, incaricate di favorire la mobilità delle persone attraverso strumenti certificatori comprensibili e facilmente usabili - le istituzioni formative, che valutano l'eventuale ammissione e l'inserimento di studenti che provengono da altri sistemi nazionali ed internazionali. 2. Griglia di comparazione fra sistemi nazionali Prima di procedere all’individuazione della figura professionale assunta come caso di studio, il gruppo di lavoro dei partner si è interrogato su come si raccordasse e venisse inserito un tale percorso formativo all’interno dei vari sistemi educativi nazionali. La metodologia di analisi di tali responsabilità istituzionali è stata proposta dall’Ispettore Prof. G. Asseraf attraverso la compilazione del questionario, la cui finalità è quella di individuare quali organismi della Pubblica Amministrazione ricoprono un ruolo determinante nella creazione e/o aggiornamento dei diplomi e quali Parti sociali vengono coinvolte e con quale ruolo. La griglia di comparazione del questionario ha consentito di evidenziare similitudini nelle procedure di creazione, aggiornamento, definizione della figura professionale da formare e livelli di coinvolgimento equamente distribuiti tra Comitati Nazionali, Regionali e di Settore. Per le considerazioni analitiche, si rimanda ai contenuti delle griglie ed alle note di riepilogo di seguito riportate. NOTE RIEPILOGATIVE E COMPARATIVE AL QUESTIONARIO Chi decide di creare il diploma? E’ il ministro dell’Istruzione di ogni Stato che prende la decisione definitiva nella creazione dei diplomi per l’istruzione e la formazione professionale. Le Parti sociali, le Camere di Commercio e dell’Industria e i datori di lavoro hanno un ruolo consultivo in questa procedura. In Slovenia esistono due tipi differenti di diplomi e certificazioni a livello nazionale: - certificazioni per chi termina la scuola - certificazioni nazionali per svolgere un’occupazione. I primi vengono rilasciati dalla scuola quando uno studente termina con successo il percorso. Nelle scuole professionali questa certificazione testimonia il livello di conoscenza generale e delle abilità di base acquisite dallo studente e definisce le occupazioni per le quali lo studente è stato formato. Gli altri vengono rilasciati quando lo studente possiede le abilità per svolgere una certa occupazione. Questa certificazione è acquisita nel sistema di valutazione e accreditamento dell’apprendimento iniziale e viene rilasciata ad adulti, cioè persone di almeno 18 anni. Il Ministero per l’Educazione è responsabile per la creazione e registrazione delle certificazioni per la conclusione del percorso scolastico e il Ministero del Lavoro, Famiglia e Affari Sociali è responsabile per la creazione e registrazione della seconda tipologia di certificazioni. 18 Chi aggiorna il diploma? Chi è coinvolto? Descrivere il processo I Comitati nazionali, i Consigli e gli Istituti del Lavoro e le CPC (Vocational Consultative Commission). In Slovenia il programma viene sottoposto alla Commissione per i Programmi e all’ NCE; previa verifica con il MESS della coerenza con gli standard definiti. Una volta accettato dall’NCE, il programma è approvato e pubblicato dal Ministero dell’Educazione, Scienza e Sport lo approva e pubblica. Il Ministero dell’Istruzione di ogni Stato è coinvolto nell’intera procedura di creazione dei diplomi per l’istruzione e la formazione professionale, così come i Parti sociali, le Camere di Commercio e dell’Industria e i datori di lavoro. In Francia ci sono coinvolte le CPC (Vocational Consultative Commission). Per quanto riguardo Professionnalisation Durable si necessita della consultazione dei partner sociali coinvolti sia a livello nazionale sia europeo. Quindi ciascun partner decide chi può essere coinvolto in un progetto di PD in base alle sue proprie regole. In Slovenia partner nel processo sono: - il Centro della Repubblica Slovena per la Formazione Professionale - le organizzazioni che rappresentano i datori di lavoro: Camera di Commercio, Camera dell’Artigianato e per l’Agricoltura e Camere sociali. Il Rispettivo Ministero tutela gli interessi delle categorie non rappresentate da una specifica Camera. qualora non vi siano Camere che rappresentano una certa categoria il rispettivo Ministero ne tutela gli interessi. - le unioni sindacali che rappresentano gli interessi dei lavoratori - gli esperti di curriculum (insegnanti, formatori,...) che sono coinvolti nel processo per definire la conoscenza necessaria per svolgere un’occupazione - il Ministero della Famiglia, Lavoro e Affari Sociali e il Consiglio di esperti per il V.E.T. (rappresentanti dei partner sociali) per l’adozione e pubblicazione di standard e programmi formativi. In Italia i comitati di settore esaminano tutte le indagini locali e nazionali, descrivono gli obiettivi tecnico–professionali di ogni profilo e specificano il livello raggiunto convertendo i risultati in Unità di competenze capitalizzabili. Per quanto riguarda le Regioni esse definiscono profili regionali professionali che rispondono ai loro bisogni In Germania secondo l’ICC, gli esperti del commercio e dell’industria e la Camera di 19 Come costruire le competenze Commercio e dell’Artigianato vengono convocati per definire il nuovo profilo, che poi viene pubblicato nel bollettino ufficiale. Secondo l’WBS i ministri federali del lavoro, dell’istruzione e della ricerca, così come le organizzazioni degli impiegati, definiscono le regole della formazione professionale. In Irlanda viene effettuata una ricerca per i bisogni nel settore dell’industria e dell’ospitalità. FETAC e i rappresentanti del settore dell’istruzione redigono il curriculum. In Grecia il comitato consultivo tripartitico monitora i bisogni del mercato e fa le proposte adeguate. In Francia prima si effettuata una ricerca per valutare le varie ipotesi, poi, se CPC è d’accordo, un gruppo di lavoro – comprese le Parti sociali - redige il nuovo progetto. In Professionnalisation Durable una volta descritte le attività chiave, si definiscono i compiti chiave in ciascuna attività. Il passo successivo è la costruzione dell’inventario delle skill. In Romania gli esperti individuano la necessità di una qualifica che viene sviluppata e poi approvata dai Comitati di Settore. In seguito all’implementazione la qualifica è approvata dal Ministro per l’Educazione. Nei Paesi Bassi gli esperti degli organismi nazionali per la formazione, dei quali fanno parte le aziende e le scuole, sviluppano gli standard professionali. Questi profili rappresentano le informazioni di base per le singole scuole al fine di sviluppare i programmi formativi che devono essere definiti in base alla legge WEB elaborata dal Ministero per l’Educazione. In Slovenia, una volta preparati gli standard vengono sviluppati il programma formativo, i cataloghi della formazione professionale e le abilità. Una procedura ufficiale verifica e approva il nuovo programma formativo a livello nazionale. Dopo la validazione, la qualifica è approvata dal Ministro per l’Educazione. In Italia le competenze vengono costruite attraverso la capitalizzazione delle conoscenze e delle abilità accompagnate da misure di intervento, dall’addestramento degli insegnanti e da attività di formazione. In Germania, secondo la WBS, l’Istituto federale di economia e del lavoro supervisiona l’accettazione governativa delle professioni e delle qualità e certificazioni correlate. In Irlanda, attraverso la simulazione della pratica e delle procedure industriali e lo stage nell’industria, sono valutate le competenze 20 attraverso le valutazioni pratiche continue e finali e attraverso esami scritti. In Grecia l’analisi dei profili professionali, focalizzati specialmente sulla conoscenza, le abilità e le competenze, guida la costruzione dei curricula. In Francia si identifica il profilo professionale, che viene declinato in attività professionali e definito in funzioni e compiti. Successivamente le competenze vengono definite in termini di abilità o capacità. In Professionnalisation Durable le competenze vengono descritte, in ciascun compito chiave, in termini di risorse dell’azienda e della figura professionale. In Romania ciascuna qualifica è composta da tre tipologie di unità: - unità chiave, che assicurano le abilità di base per l’occupabilità e il lifelong learning come la comunicazione nelle lingue straniere, le TIC, il problem solving. Queste abilità sono comuni a tutte le qualifiche ad un certo livello - unità tecniche generali, che sono comuni per un certo numero di qualifiche derivate dalla stessa formazione di base - unità specializzate, che assicurano la specificità per ciascuna qualifica. Nei Paesi Bassi esperti degli Organismi Nazionali LOB HTV nei quali partecipano le scuole e le aziende, sviluppano gli standard professionali basati sui bisogni del settore di riferimento. In Slovenia l’analisi dei profili professionali, con particolare attenzione a conoscenze, abilità e competenze, guida la sintesi dei curricula. Si distinguono: a) competenze generali - competenze di base, generali o chiave, comuni a tutti i lavoratori e trasferibili tra varie attività lavorative b) competenze occupazionali - competenze generiche, comuni a compiti simili o gruppi di posti di lavoro o a specifiche occupazioni competenze specifiche, per singole occupazioni, posti di lavoro o compiti. Esistono una o più definizioni di competenza? Secondo le risposte esiste più di una definizione di competenza. Le competenze di base, trasversali e quelle tecnico-professionali sono divise in quattro aree, linguistica, scientifica, tecnologica e giuridico-economica. Dai Partner la competenza è definita come una gamma di conoscenze e abilità che permettono ad una persona di affrontare un’attività professionale in un campo specifico, in una situazione abituale o mutevole. 21 Esistono linee competenze? guida per descrivere le Le risposte della maggior parte dei Partner sono positive. In particolare secondo il partner tedesco WBS le linee guida descrivono il nome della professione, la durata del lavoro, le competenze e le abilità, il soggetto della formazione, la guida per la struttura funzionale e temporale delle competenze e delle conoscenze, così come le regole degli esami. In Francia non sono presenti linee-guida. In PD tuttavia è stata elaborata una guida per la costruzione dei diplomi comuni e altri strumenti per gli standard a cura di G. Asseraf e F. Dussoux. In Romania le linee-guida per descrivere le competenze per le qualifiche. Nei Paesi Bassi sono state sviluppate lineeguida specifiche per descrivere le competenze; esse potrebbero essere usate dagli Organismi Nazionali. In Slovenia esistono linee-guida per descrivere le competenze per le qualifiche. Descrivere le diverse tappe della costruzione Secondo i partner italiani l’IFTS capitalizza delle competenze competenze e conoscenze per mezzo di un numero di unità di competenze capitalizzabili (UC). In Grecia ed in Irlanda il passaggio dei tirocinanti dal primo al secondo anno è soggetto al completamento, soddisfacente, del primo anno. Anche in Slovenia il passaggio dal primo al secondo anno e successivi è soggetto al completamento positivo dell’anno precedente, ma nel nuovo processo di rinnovamento dei programmi formativi, si sta cercando di realizzare una modularizzazione. In Italia, le competenze di base, trasversali e Certificazione: tecnico-professionali vengono certificate - cosa certificare effettivamente alla conclusione del programma - come costruire un certificato dell’ IFTS. Le prove di valutazione finale - chi dell’IFTS consistono in un colloquio e in una - quando simulazione. La Commissione d’esami è - dove stabilita dalla Regione con la presenza dei rappresentanti dei quattro attori dell’IFTS alla fine di ogni percorso formativo in ciascun istituto dove il corso è stato effettuato. In Germania, secondo i rappresentanti dell’ICC le Camere di Commercio e dell’Artigianato rilasciano alla presenza del Comitato locale una certificazione ai partecipanti alla fine del corso di formazione che si è tenuto nella scuola o nella struttura di formazione professionale. Secondo la WBS è l’azienda che assume i tirocinanti, insieme all’Istituto Nazionale che è responsabile per quella professione. L’attestato ai partecipanti sarà rilasciato, al massimo dopo tre anni di formazione sul lavoro in un’ impresa e al contemporaneo addestramento in una scuola professionale. Tutti i partecipanti devono 22 sostenere lo stesso esame finale nell’arco di un solo giorno. In Irlanda le competenze vengono certificate con valutazioni continue ed esami scritti alla fine di ogni anno. In Grecia la formazione dura fino a quattro semestri per diplomati della Lykeia e due semestri per diplomati dell’istruzione secondaria inferiore. L’OEEK con l’aiuto del Comitato di Valutazione Centrale, che è costituito dalla Commissione Governativa e dai rappresentanti del Ministero dell’Istruzione Nazionale e degli Affari Religiosi e dai Partner sociali, certifica i tirocinanti due volte l’anno, dopo la fine del semestre di formazione finale a livello nazionale - tredici centri regionali - negli istituti pubblici che hanno la necessaria infrastruttura. In Francia non esiste un metodo specifico in quanto gli insegnanti decidono cosa certificare in base alla loro esperienza assieme all’Ispettore Generale. Questo avviene ogni anno, all’interno di uno specifico gruppo di lavoro In PD esiste un metodo specifico detto “obiettivi di certificazione”. “Cosa” certificare e “chi” viene definito sulla base di norme nazionali e locali di ciascuno Stato membro. Se ne occupa un gruppo di lavoro specifico nel momento in cui si crea o aggiorna un certificato. In Romania il certificato è creato con il coinvolgimento di rappresentanti dei Partner sociali che sono membri della Commissione di Certificazione. Durante la formazione viene valutata ciascuna unità. Alla fine del periodo di formazione viene fatto un esame per una certificazione esterna, al fine di confermare certe unità della specifica qualifica che sono rilevanti per il contenuto della certificazione, specialmente dal punto di vista del lavoratore. Quindi la certificazione del periodo di formazione viene completata con una certificazione esterna fatta alla fine del ciclo formativo. L’esame per la certificazione viene svolto nei centri di certificazione o nelle aziende. Nei Paesi Bassi per alcune materie c’e solo un esame scolastico. L’esame prende la forma di una sorta di portfolio, che comprende vari elementi, come documentato in un modello deciso dalla scuola. I requisiti che l’esame deve soddisfare, come approvato dal Ministero dell’Educazione, Cultura e Scienza, sono definiti in un programma d’esame che raccoglie tutti gli elementi che costituiscono il portfolio per ciascuna materia. Ciascuna scuola può decidere quando le varie 23 parti di un esame possono essere riunite insieme. In Slovenia esistono due tipi differenti di diplomi e certificazioni a livello nazionale: - certificazioni per chi termina la scuola - certificazioni nazionali per svolgere un’occupazione. I primi vengono rilasciati dalla scuola quando uno studente termina con successo il percorso. Nelle scuole professionali questa certificazione testimonia il livello di conoscenza generale e abilità di base acquisite dallo studente e definisce le occupazioni per le quali lo studente è stato formato. Gli studenti acquisiscono il diritto di continuare gli studi ad un livello più alto. Queste certificazioni sono definite negli accordi collettivi. Generalmente i datori di lavoro richiedono un certo tipo di certificazione per una certa professione e il salario è anche regolato in base al livello della certificazione. Le altre certificazioni vengono rilasciate quando lo studente possiede le abilità per svolgere una certa occupazione. Queste certificazioni sono piuttosto nuove nel sistema. Per questo non sono ancora parte di accordi collettivi. Nelle scuole professionali ci sono due tipi di valutazione della conoscenza. Un percorso di 3 anni termina con un esame finale da parte degli insegnanti; in un percorso di 4 anni si ha una maturità professionale, che in parte viene tenuta da una commissione esterna nazionale e in parte da insegnanti della scuola. Nella seconda tipologia di certificazioni i candidati possono acquisire una certificazione attraverso una valutazione sul lavoro, la validazione dell’apprendimento precedente e le abilità pratiche acquisite sul lavoro. Questo viene fatto con dei portfolio personali che sono preparati dai candidati con l’aiuto di tutor. I candidati devono provare le loro conoscenze e abilità raccogliendo una documentazione che può testimoniare esperienza, abilità, conoscenza davanti alla Commissione nazionale. Le prove per le certificazioni del percorso scolastico sono fornite in parte dalla scuola (materie teoriche) e, per la parte pratica, dai datori di lavoro in accordo con le Camere. La valutazione e la validazione delle abilità e conoscenze nel sistema delle certificazioni nazionali per svolgere un’occupazione sono fornite da istituzioni che valutano sulla base di una licenza data loro dal Ministero del Lavoro. Esiste un sistema specifico per valutare la In Italia, un istituto nazionale per la Valutazione qualità della certificazione? del Sistema dell’Istruzione (INVALSI) esaminerà periodicamente l’offerta formativa fornita dalle 24 Istituzioni Scolastiche. Il Comitato Tecnico Scientifico di ogni corso IFTS è responsabile del continuo monitoraggio del percorso formativo. In Germania, secondo l’ICC non c’è una forma standardizzata generale di valutazione per tutta la nazione e neppure in ogni singolo “Land”. Ogni area fissa le proprie norme sui test e sugli esami. Secondo la WBS l’Istituto Federale dell’Istruzione e del Lavoro prescrive competenze ed abilità per ogni professione. Insieme con le principali organizzazioni dei datori di lavoro, esso definisce i profili professionali e le relative abilità e competenze. Il Ministro della cultura in ogni stato fornisce le linee dei curricula generali di ogni formazione. In Irlanda, l’esaminatore esterno visita ogni centro di apprendimento e valuta competenze ed abilità degli studenti; supervisiona e modera il lavoro del progetto e monitora il materiale corretto degli esami scritti. In Grecia non esistono espliciti meccanismi di valutazione, ma si trova il “Registro degli Educatori Certificati”, che viene stabilito mirando ad una alta qualità della formazione In Francia non esiste uno specifico meccanismo, ma la qualità viene garantita dalla cooperazione tra i professionisti e gli insegnanti. In PD non esiste uno specifico meccanismo in quanto è ancora in fase di studio. In Romania viene nominato in ciascuna commissione di certificazione un Supervisore della qualità al fine di assicurare la qualità e valutare l’organizzazione dell’esame. Il Supervisore della qualità è un esterno. Il sistema di certificazione è in costruzione per tutti i livelli delle qualifiche e verrà adattato al fine si assicurare la trasparenza e la mobilità. Nei Paesi Bassi la responsabilità degli esami all’interno dell’istituzione resta di competenza dell’Amministrazione. Una Commissione d’esame separata è nominata per ciascun programma di studio per svolgere gli esami e coordinare gli esami intermedi. L’Atto contiene una serie di condizioni relative alla procedura da seguire. Lo scopo degli esami è valutare se i candidati hanno raggiunto il livello stabilito in termini di conoscenza, comprensione e abilità. In Slovenia l’Atto per la Qualifica Nazionale per le Occupazioni, adottato nel 2000, ha aperto una possibilità per l’acquisizione di una qualifica occupazionale attraverso l’apprendimento informale e non formale. E’ legato all’Atto della Formazione Professionale con lo scopo di permettere la validazione dell’apprendimento informale e non formale anche nella formazione professionale e tecnica. Il candidato acquisisce 25 solo la qualifica occupazionale su uno specifico livello e la certificazione prova che è qualificato per svolgere effettivamente una specifica occupazione. Il programma formativo è più ampio, perchè è la combinazione della formazione per più occupazioni e anche di una conoscenza generale - competenze chiave - per un livello specifico. Soluzioni legislative permettono la validazione dell’apprendimento informale e non formale, ma le soluzioni pratiche non permettono ancora l’acquisizione dei diplomi attraverso l’apprendimento informale e non formale. Gli sviluppi sono rivolti in questa direzione si stanno progettando nuove soluzioni metodologiche. Le qualifiche chiave sono una parte molto importante dei programmi formativi; per l’acquisizione del diploma il candidato ha bisogno di provare la sua conoscenza generale e trasversale. Al momento si stanno sviluppando soluzioni metodologiche e i primi standard per le qualifiche chiave. 3. L’accreditamento delle competenze In relazione al tema accreditamento delle competenze costituisce un riferimento fondamentale il Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente dell’ottobre 2000, in cui, oltre a fornire la definizione di competenze formali, non formali ed informali, si riferiscono i seguenti elementi fondanti: - la dimensione europea in cui viene proiettato il tema del lifelong learning, sia pure col riconoscimento ai singoli Stati di un ampio spazio di autonomia nell'ambito del quale definire le modalità operative più appropriate per dare attuazione a tale sistema - l’esigenza di supportare la flessibilità del sistema nel suo complesso, per garantire a ciascuno la possibilità di personalizzare il più possibile il proprio percorso formativo, in una prospettiva in cui il singolo è responsabile del proprio processo di crescita personale e professionale - l’interessante accezione del principio di sussidiarietà riferita ai processi di apprendimento, che implica il massimo coinvolgimento dei diversi livelli di governo, delle imprese, delle parti sociali e dei cittadini nel dibattito finalizzato all'individuazione ed alla realizzazione del sistema - il bisogno di disporre di strumenti finalizzati all’auto-realizzazione dell'individuo, ancor prima che strumenti di inserimento e sviluppo professionale: è quanto esprime il Memorandum quando afferma che "l'istruzione apre la via ad una vita produttiva foriera di soddisfazioni, indipendentemente dalla situazione professionale e dalle prospettive d'impiego", fermo restando che un corretto processo di istruzione e formazione ha delle ricadute positive sia a livello sociale (in quanto riduce i fenomeni di esclusione e promuove il processo di coesione) sia sul piano economico, garantendo la presenza di professionalità adeguate alle esigenze del mercato del lavoro e stimolando l'aumento dell'occupabilità - il bisogno della persona di spazi e tempi di apprendimento personalizzabili, diversi da quelli tradizionalmente ed istituzionalmente definiti, di opportunità formative diversificabili, flessibili e certificabili: tutto questo per vivere e lavorare in un contesto socio economico globalizzato ed estremamente dinamico, in cui si richiedono competenze nuove e costantemente aggiornabili per far fronte ai continui cambiamenti - l'esigenza di rinnovamento che investe, naturalmente, i contenuti della formazione, ma Riguarda anche le modalità di erogazione della formazione e le relative misure di accreditamento, poiché consentono di regolare l’accesso a tale diritto in un’ottica di successo formativo e di riqualificazione personale e professionale 26 - la necessità di personalizzare le azioni formative e di potenziare gli strumenti volti a garantire l’accreditamento nel processo formativo in particolare nei percorsi di istruzione e formazione post-secondaria di Italia e Francia. In relazione al tema accreditamento delle competenze formali, non formali ed informali molti documenti comunitari e nazionali sottolineano la priorità di definire modalità attuabili per l’accreditamento delle competenze, soprattutto per quelle non formali ed informali. Si è ritenuto fondamentale analizzare il draft “Conclusion of the Council and the representatives of the Gouvernements of the member States meeting within the Council of Commomn Principles for the identification and validation of non formal and informal learning” del maggio 2004. Tale documento è frutto di uno sforzo cooperativo europeo di costruzione di uno spazio comune per la formazione iniziale e continua nella prospettiva degli obiettivi di Lisbona: cittadinanza attiva, possibile realizzazione di ciascun individuo, inclusione sociale e occupabilità. In esso si richiede la promozione/costruzione di nuove opportunità finalizzate alla valorizzazione delle competenze del cittadino comunque acquisite. La necessità di accreditare le competenze maturate nei diversi ambiti del formale, del non formale e dell’informale assume un ruolo cruciale per il reinserimento della persona in percorsi di formazione, nel lavoro e nella società civile. Tale assunto informa da un lato molti documenti comunitari, dall’altro costituisce elemento di indubbia condivisione fra gli attori del mondo della formazione ai diversi livelli, nonché del lavoro e della società civile. Il nodo problematico rimane tuttavia come realizzare l’accreditamento in modo tale che esso sia funzionale allo sviluppo di un sistema socio-economico coeso e competitivo, alla crescita formativa, all’occupabilità e alla mobilità della persona, all’autonomia decisionale degli Stati in ambito formativo. Il compito, che riteniamo emerga dall’analisi del documento e che lo differenzia da altri, consiste nel definire un set di principi comuni tale da consentire l’evolvere di metodologie e procedure in considerazione di alcune tematiche chiave. Il set di principi delinea ipotesi di procedure che evidenziano andamenti circolari in quanto composte da processi che potrebbero essere definiti bottom up e top down. Bottom up, in quanto caratterizzati da spinte propulsive endogene ai sistemi e riferibili soprattutto alle persone. Top down, in quanto muovono da un contesto più ampio di soggetti con funzioni di decisione, quali le istituzioni politiche nazionali e/o regionali, oppure, con funzioni di validazione e riconoscimento delle competenze possedute dalla persona, gli attori del mondo del lavoro e della formazione. Il documento indica come fondamentale per dare efficacia ai processi di validazione l’entrata e il coinvolgimento di un ampio gruppo di stakeholder. I processi bottom up auspicati dal documento in esame sono quelli che, nei sistemi della formazione e del lavoro, favoriscono la crescita di consapevolezza di come l’accreditamento costituisca una questione prioritaria da sviluppare ed implementare a livello nazionale, nel rispetto delle competenze di ciascuno Stato, e promuovano così l’attuazione delle riforme e lo sviluppo della fiducia reciproca fra gli attori chiave. In relazione alle persone vengono segnalati come fondamentali i processi finalizzati a promuovere l’adesione volontaria all’accreditamento delle proprie competenze. Per favorire ciò si devono inventare nuove modalità di incentivazione che stimolino nel soggetto l’interesse per l’apprendimento continuo. In tale prospettiva l’accreditamento costituisce un passaggio fondamentale che deve scaturire da una scelta autonoma della persona, in modo tale da motivare lo sviluppo di pratiche più coerenti e compatibili negli ambiti del formale, del non formale e dell’informale. I processi top down segnalati sono quelli che favoriscono la crescita del bagaglio di competenze dell’individuo facilitando i passaggi tra i diversi sistemi formativi nazionali dell’istruzione formale, non formale ed informale. Allo scopo diventa essenziale rendere chiare ed ufficiali in particolare le procedure per l’accreditamento delle esperienze di apprendimento non formale. La mobilità, tuttavia, non può limitarsi ai contesti nazionali ma deve potersi estendere anche a livello comunitario. In tale prospettiva si indicano come prioritari quei processi che mirano ad assicurare trasparenza e maggior comparabilità alle diverse modalità di accreditamento seguite nei Paesi e al tempo stesso a consentire lo sviluppo di riferimenti e di principi comuni a livello europeo, ai quali le politiche nazionali degli Stati si possano adeguare in forma non obbligatoria ma volontaria. Set di principi comuni per: - assicurare maggior comparabilità alle diverse modalità seguite nei Paesi 27 - dare enfasi nel processo di apprendimento reciproco - definire modi per rendere ufficiale l’accreditamento delle esperienze di apprendimento non formale in quanto quest’ultimo fattore costituisce una tematica chiave al fine di rendere l’apprendimento più interessante e rilevante per l’individuo - sviluppare a livello europeo riferimenti e principi comuni utili anche se non obbligatori alle politiche nazionali, in considerazione comunque della loro importanza per lo sviluppo della fiducia reciproca fra gli attori chiave e per la promozione dell’attuazione delle riforme - considerare prioritario lo sviluppo e l’implementazione dell’accreditamento nel rispetto delle competenze di ciascun Stato. Il documento contestualizza il set di principi nell’ambito delle seguenti tematiche: 1) scopo dell’accreditamento 2) titoli individuali 3) responsabilità delle istituzioni e dei portatori d’interesse 4) confidence e trust 5) imparzialità 6) credibilità e legittimità. 1) Scopo dell’accreditamento. L’accreditamento ha come obiettivo la piena valorizzazione delle conoscenze e competenze comunque e dovunque acquisite dall’individuo. In questo modo supporta la formazione lungo tutto l’arco della vita, l’occupabilità e la cittadinanza attiva. Può essere usato per scopi formativi (implementazione dell’apprendimento continuo) e sommativi (certificazione). • L’accreditamento dei risultati di apprendimento, siano questi acquisiti in contesti formali, non formali ed informali, ha lo scopo di mettere in evidenza (in valore) tutte le conoscenze e competenze possedute da un individuo. • L’accreditamento dei risultati di apprendimento supporta il lifelong learning, l’occupabilità e la cittadinanza attiva. In relazione infatti all’apprendimento continuo ne può facilitare l’evoluzione progressiva sia sul piano dell’istruzione sia su quello della formazione; in relazione all’occupabilità può consentire un reinserimento nel mercato del lavoro; in relazione alla cittadinanza attiva può costituire elemento determinante per la mobilità geografica ed occupazionale con vantaggi sia per lo sviluppo dell’organizzazione di appartenenza sia per la persona. • L’accreditamento dei risultati di apprendimento, indipendentemente da dove siano acquisiti, può essere utile a scopo sommativo. Con sommativo s’intende l’accreditamento che risulta in un riconoscimento formale (per esempio attraverso un certificato o un diploma) • L’accreditamento dei risultati di apprendimento che, indipendentemente da dove siano acquisiti, possono essere utili per scopo formativo. Con formativo s’intende il processo di identificazione dei risultati di apprendimento senza riconoscimento formale (per esempio per lo sviluppo personale e/o di carriera). L’accreditamento formativo può potenzialmente fornire la base per un riconoscimento formale. 2. Titoli individuali L’adesione alle procedure di accreditamento è volontaria e i risultati appartengono all’individuo che ha diritto al rispetto della privacy. • L’accreditamento è, in linea di principio generale, volontario e dipende dall’individuo attuarlo o meno. • Nel caso in cui l’accreditamento sia parte di un sistema obbligatorio di misure, deve avvenire in modo tale da assicurare trasparenza, chiarezza e privacy. • Nel caso in cui l’accreditamento sia attuato obbligatoriamente nell’ambito di un’organizzazione pubblica o privata deve basarsi sul dialogo sociale. • Nel caso di accreditamento sommativo, è diritto dell’individuo far valere il risultato dell’accreditamento. Tale diritto dovrebbe essere stabilito in modo trasparente all’inizio del processo stesso. 28 • • Disposizioni speciali dovrebbero essere riservate agli individui con bisogni particolari al fine di garantire equità nell’accesso all’accreditamento. I risultati dell’accreditamento devono appartenere all’individuo. Qualora tali risultati siano assunti da altri soggetti va assicurata la privacy. 3. La responsabilità delle istituzioni e degli stakeholder Gli organismi dei sistemi formativi formali, non formali ed informali devono dotarsi di dispositivi tali da garantire agli individui la possibilità di avere accreditato quanto appreso in modo comprensibile, a livello europeo ed internazionale. Devono dotarsi inoltre di servizi informativi, di accompagnamento e counselling. • I risultati dell’accreditamento devono essere presentati in modo tale che questi possano essere compresi a livello europeo ed internazionale. Quando possibile si devono usare strumenti e format europei quali il CV e il framework Europass per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze. • La privacy del cittadino deve essere rispettata. • L’accreditamento deve essere supportato da servizi quali informazione, accompagnamento e counselling. • I sistemi educativi dell’istruzione e della formazione devono prevedere una base legale e pratica in grado di garantire agli individui la possibilità di avere accreditato quanto appreso. • Le imprese, le pubbliche organizzazioni e i settori economici devono fornire una base pratica in grado di garantire agli individui la possibilità di avere accreditato quanto appreso. • L’accreditamento deve diventare parte integrante dello sviluppo delle risorse umane nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni e fondarsi sul dialogo sociale. • Le organizzazioni, incluse le ONG, al di fuori dei sistemi educativi formali, devono fornire la base per garantire agli individui la possibilità di vedere accreditato quanto appreso. 4. Confidence e trust La trasparenza delle procedure e dei criteri adottati e la facilità di ottenere informazioni costituiscono un presupposto basilare per ottenere fiducia sui risultati dell’accreditamento. 4.1 Trasparenza delle procedure • Il processo di accreditamento deve dare fiducia a tutti in quanto la persona/candidato in esame ha acquisito le conoscenze e le competenze in questione (la validità del processo deve essere garantita). • Gli schemi di accreditamento devono essere disegnati in modo tale che i potenziali utenti, siano essi individui o istituzioni, siano in grado di osservare e giudicare l’intero processo di accreditamento. • La metodologia per l’accreditamento deve essere sviluppata con chiarezza: esami scritti, test pratici, autovalutazione, coinvolgimento in settori specifici di attività, altro. • Si devono evidenziare informazioni chiare relativamente ai tempi e ai costi. 4.2 Trasparenza dei criteri individuati • I requisiti che gli individui devono possedere devono essere descritti con chiarezza in modo tale da facilitare l’affidabilità. Si prevedono due organi di accreditamento che agiscano indipendentemente ma per perseguire lo stesso obiettivo. • I criteri usati dai valutatori nell’attribuzione di valore ai risultati di apprendimento devono essere più chiari possibile. 4.3 Disponibilità e accesso all’informazione • Lo scopo, i criteri e i requisiti per l’accreditamento - punti di riferimento e standard come pure i risultati, devono essere presentati in modo trasparente al fine di convincere e coinvolgere l’individuo che si deve accreditare. 29 5. Imparzialità Elementi essenziali sono la deontologia e la competenza professionale da parte del valutatore. • I valutatori devono, soprattutto nel caso di valutazione sommativi, operare condividendo un codice di condotta ed evitando la combinazione di ruoli incompatibili e tali da compromettere la confidence e l’imparzialità. • Il valutatore deve essere professionalmente competente e avere accesso ad una formazione sistematica, sia iniziale, sia continua. Dove possibile, le reti di valutatori locali, regionali e nazionali dovrebbero essere costruite al fine di assicurare lo sviluppo professionale e delle pratiche coerenti. 6. Credibilità e legittimità Altro elemento essenziale è costituito dal coinvolgimento di un ampio target di stakeholder. • Lo sviluppo, l’implementazione ed il finanziamento di un meccanismo di accreditamento deve coinvolgere tutti gli stakeholder, per esempio i partner sociali, nei casi in cui le esperienze di lavoro siano state valutate, e le ONG nei casi in cui invece vengano valutate le attività di volontariato e nella società civile. • Gli organi di valutazione hanno bisogno di essere imparziali e dovranno coinvolgere tutti gli stakeholder in modo significativo senza un interesse predominante. I sistemi di accreditamento, a tutti i livelli di operatività, devono organizzarsi in modo tale da salvaguardare l’imparzialità e da permettere la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. Gruppo di Lavoro – IPSART A. Moro – Santa Cesarea Terme (Le) 30 CAPITOLO 3 Il Certificate Supplement e il framework Europass 1. Descrizione del quadro di riferimento Europass 1.1 Riconoscimento e spendibilità Il riconoscimento e la spendibilità dei titoli e delle competenze acquisiti nei diversi Paesi europei costituiscono fattori a garanzia dell’esercizio pieno del diritto di cittadinanza in Europa, in quanto estendono le possibilità di accesso al lavoro ed alla formazione nei diversi Paesi. Ciò favorisce certamente l’occupabilità e la coesione sociale. Consente infatti alle persone di accrescere, attraverso differenziate esperienze formative formali e non formali, la propria professionalità e contemporaneamente facilita una promozione di qualità del tessuto culturale, sociale ed economico. E’ questo un impegno assunto formalmente dagli Stati membri rispetto agli obiettivi della strategia di Lisbona, in relazione alla quale si sono promossi molte iniziative e molti itinerari progettuali di cui si riportano in allegato (n. 3) alcune delle tappe più significative. 1.2 Dossier Europass L’introduzione dell’Europass, passaporto dei lavoratori europei per l’accesso alla formazione e al mondo del lavoro, trova la propria giustificazione negli orientamenti del Consiglio di Lisbona. Con questi ultimi si è voluto rilevare che non può esistere vera Unione europea e sviluppo socio–economico delle singole nazioni se non viene garantita la mobilità delle persone, dei lavoratori e degli studenti: dall’unione di tipo economico della CEE si passa all’unione politica dell’U.E. - L’Europass, in quanto strumento da adottare a livello europeo, rende concreto ed effettivo il diritto di ciascun cittadino alla mobilità geografica. E’ un dossier utilizzabile dai cittadini per comunicare e presentare le proprie qualifiche e competenze a potenziali datori di lavoro, enti di formazione e istituti di istruzione. L’Europass contiene documenti relativi ad esperienze formative e lavorative, ma anche ad ambiti e contesti di vita. Il dispositivo, introdotto il 1 gennaio del 2000 sulla base della decisione 2 del Parlamento e del Consiglio Europeo del 21 dicembre 1988, consente, attraverso la visibilità dei percorsi formativi effettuati, la valorizzazione delle competenze acquisite. L’utilizzo di modelli condivisi e di linguaggi tecnici comuni rende leggibili tali percorsi formativi agli operatori degli Stati membri dell’U.E.. - I documenti del framework Europass sono: Curriculum vitae, Supplemento al diploma, Supplemento al certificato, Portfolio delle lingue ed Europass mobilità. Si riportano in sintesi, al fine della praticità della lettura, alcune notazioni di sintesi sui dispositivi: o il Curriculum vitae contiene tutte le informazioni relative a qualifiche, a competenze certificate ed esperienze lavorative; descrive anche capacità ed ambiti di esperienza e competenza non certificati (allegato n.4) o il Supplemento al diploma è un documento allegato al diploma di istruzione superiore (laurea) che consente (come per il certificate supplement) un’interpretazione del diploma originale (allegato n.6) o il Supplemento al certificato è un documento di valutazione di tipo integrativo rispetto alle certificazioni tradizionali (diploma, attestati di formazione). Contiene la descrizione del profilo professionale e gli ambiti di utilizzo o il Portfolio delle lingue contiene indicazioni sugli apprendimenti linguistici e su esperienze e competenze nella prospettiva dei rapporti interculturali o l’Europass mobilità registra qualsiasi periodo e tipologia di formazione professionale attuati in un Paese diverso dal proprio; contiene inoltre notizie sugli apprendimenti non formali ed informali. La gestione del libretto Europass mobilità è affidata al centro nazionale EUROPASS e la compilazione di esso all’organismo che organizza 31 l’iniziativa di formazione all’estero (allegato n.5). - Tutti i documenti devono essere rilasciati da organismi riconosciuti e devono essere compilati in forma elettronica. Tutti i cittadini hanno diritto di creare, aggiornare ed eliminare i link tra il proprio C.V. e gli altri documenti EUROPASS; di allegare nuova documentazione e/o eliminare alcune informazioni dal C.V. In ogni Stato membro dell’U.E. esiste un Centro Nazionale Europass (CNE), che risponde direttamente alla Commissione, e coordina tutte le iniziative nazionali di introduzione, promozione, pubblicizzazione, diffusione e impiego di Europass. I CNE hanno attivato spazi web. La prima valutazione sugli effetti dell’introduzione di EUROPASS sarà fatta entro il mese di gennaio del 2008 e successivamente ogni quattro anni. - Alcuni fra i dispositivi contenuti nell’Europass sono diffusi a livello comunitario. Una rilevazione on line ha consentito di evidenziare come sia abbastanza diffusa la prassi di utilizzo del formato europeo del C.V.. Peraltro, l’aspetto innovativo è dato dal valore che si dà all’autovalutazione e agli apprendimenti nei contesti non formali ed informali. L’introduzione del portfolio delle lingue ha come principale motivazione l’importanza di comunicare in una lingua veicolare, quale strumento irrinunciabile non solo per il confronto fra culture diverse, ma soprattutto per l’occupabilità e la mobilità dei lavoratori, degli studenti, dei formatori. Tale dispositivo è stato diversamente sperimentato e collaudato in altre esperienze come per esempio nel progetto Lingue 1999/2000. In quel contesto rappresentava un’offerta aggiuntiva extracurriculare i cui esiti vengono valutati da enti certificatori a livello internazionale, che rilasciano certificazioni riconosciute e riferite ai livelli di competenza indicati nel Quadro Comune Europeo. Molte scuole in Italia, secondo un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione ed i sette enti certificatori, aderiscono alle iniziative di certificazione esterna. L’introduzione delle certificazioni esterne è importante perché contribuisce ad accrescere la consapevolezza dell’importanza di ottenere un “certificato trasparente e spendibile a livello internazionale” - Nell’ambito del progetto B.E.A.TR.I.C. il focus d’attenzione è centrato su uno dei dispositivi del Framework Europass: il Certificate supplement. L’analisi tuttavia non esclude le implicazioni e collegamenti con gli altri dispositivi in quanto accomunabili nelle modalità di descrizione, tipologia di conoscenze, competenze ed abilità. I partner del progetto, attraverso la cooperazione ed il confronto, si impegnano nella verifica e nel potenziamento di condizioni di applicabilità e utilizzo degli strumenti oggi adottati. 32 2. Il Supplemento al Certificato Il 2005 è stato identificato dal Consiglio Europeo di Lisbona (2000) e dal Comunicato di Maastricht (2004) come momento della sperimentazione dell’intero framework Europass nei suoi cinque dispositivi. Tra i documenti facenti parte dell’EUROPASS assume particolare rilevanza il C.S. (allegato n. 4). SUPPLEMENTO AL CERTIFICATO (*) 1. Denominazione del certificato ( ) 2. Denominazione tradotta del certificato ( ) La presente traduzione non ha valore legale. 3. Profilo delle abilità e competenze 4. Insieme delle attività professionali cui il titolare del certificato può accedere 33 [Bandiera nazionale e nome del paese che rilascia la qualifica] (*) Nota esplicativa Il presente documento è volto a fornire ulteriori informazioni sul certificato specificato e non ha di per sé alcun valore legale. Il formato della descrizione è basato sulla risoluzione 96/C 224/04 del Consiglio del 3 dicembre 1992 sulla trasparenza delle qualifiche professionali , sulla risoluzione 96/C 224/04 del Consiglio del 15 luglio 1996 sulla trasparenza dei certificati di formazione professionale, nonché sulla raccomandazione 2001/613/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 luglio 2001 relativa alla mobilità nella Comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, di coloro che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori. Per ulteriori informazioni sulla trasparenza: www.cedefop.eu.int/transparency © Comunità europee 2002 34 5. Base ufficiale del certificato Denominazione e status dell’istituzione che rilascia il Denominazione e status dell’autorità certificato nazionale/regionale che accredita/riconosce il certificato Tabella di classificazione / Requisiti per il conseguimento Livello (nazionale o internazionale) del certificato Accesso al successivo insegnamento/formazione di Accordi internazionali livello Fondamento giuridico 6. ITER UFFICIALMENTE RICONOSCIUTI PER IL CONSEGUIMENTO DEL CERTIFICATO Descrizione del tipo di istruzione e formazione professionale ricevuta • • Basata su scuola/centro di formazione Basata sul luogo di lavoro • Riconoscimento dei percorsi Percentuale del programma totale (%) Durata (ore/settimane/mesi/anni) Durata totale dell’istruzione/formazione per il conseguimento del certificato Requisiti di accesso Annotazioni integrative Ulteriori informazioni (compresa la descrizione del sistema nazionale di qualifiche) sono disponibili su: www. Istanza nazionale di riferimento www. 35 Il certificate supplement costituisce un documento di certificazione supplettivo, integrativo e non sostitutivo rispetto a quanto previsto per la certificazione a livello nazionale e/o regionale, rendendo concreto il diritto di tutti i cittadini all’istruzione, alla libertà professionale ed al lavoro come recitano gli artt. II – 74 e II – 75 della Costituzione europea. Il C.S. contiene la descrizione analitica della qualifica, delle competenze acquisite, sottospecificate in skill, l’ambito della formazione certificata, il possibile utilizzo di tali apprendimenti, le indicazioni sulla qualifica conseguita e le istituzioni competenti autorizzate al rilascio della certificazione, il livello di certificazione, l’opportunità di riconoscimento per un proseguimento degli studi e/o di percorsi formativi in alternanza. Il C.S. offre ai datori di lavoro un portfolio di competenze, la descrizione del profilo professionale e gli ambiti di utilizzo, mentre ai formatori permette di “leggere” il livello di competenze pregresse al fine di calibrare gli interventi formativi. Per un’analisi più dettagliata del dispositivo si rinvia alle sezioni del documento Tools for Transparency in V.E.T. - formalizzazione e caratterizzazione degli elementi concettuali. 2.1 Completare il Certificate Supplement9 Nel completare il C.S. grande attenzione deve essere posta al linguaggio che deve risultare comprensibile soprattutto agli utilizzatori. Si devono garantire chiarezza e precisione anche senza ricorrere a termini tecnici; è ovvio che l’utilizzo di criteri condivisi per un linguaggio comune aumenta enormemente la comprensione e incoraggia la leggibilità del Certificate Supplement. Il supplemento del certificato fornisce informazioni sulle qualifiche professionali possedute dalla persona che ha completato un programma di tipo professionale nella scuola secondaria superiore. Viene rilasciato dalle stesse scuole e contiene informazioni relativamente a: - titolo del certificato e sua traduzione in lingua veicolare - competenze e conoscenze della persona titolare del documento - occupazioni accessibili per il possessore del certificato - stato ufficiale del certificato: da chi è stato rilasciato, l’autorità che lo riconosce, la scala di votazione e il livello, l’accesso al livello formativo successivo, accordi internazionali e basi legali - procedure ufficiali di riconoscimento per acquisire il certificato: descrizione della formazione ricevuta, differenti attività educative definite in percentuale, durata del programma. Il Certificate Supplement è un documento compilato da un soggetto giuridico che deve inserirlo in un database nazionale e aggiornarlo, apportando le diverse modifiche relative alle qualifiche ottenute. Secondo il CEDEFOP il database deve essere gestito, a livello nazionale, dalle autorità incaricate che ne controllano l’accesso e assicurano il mantenimento del format dello standard. Nei Paesi membri dell’U.E. i database sono gestiti centralmente; sono invece differenti gli approcci operativi per la compilazione dei C.S. 2.2 Gli organismi che rilasciano il C.S. Gli organismi che rilasciano il supplemento al certificato sono: - le stesse istituzioni che rilasciano le qualifiche, ossia le scuole e gli organismi di formazione, come ad esempio in Svezia - i Ministeri, ossia le istituzioni nazionali per l’educazione e la formazione professionale, come ad esempio in Austria - le istituzioni che hanno il compito specifico di incoraggiare la cooperazione internazionale nel V.E.T., ad es. CIRIUS in Danimarca - le autorità che hanno il compito di gestire il sistema delle qualifiche nazionali, ad esempio INCUAL in Spagna e, in futuro, CNCP in Francia. In Italia, è necessario identificare chiaramente i soggetti incaricati di compilare il C.S. e di decidere le procedure che permettono ai differenti contributi di diventare parte di un singolo database nazionale in linea con le raccomandazioni della Commissione Europea e del CEDEFOP. In tal modo ciascun archivio nazionale sarà in grado di comunicare con i database 9 National Reference Point For Vocational Qualifications (www.senrp.se). 36 di altri paesi e, allo stesso tempo, di capire i trend del mercato del lavoro per quanto riguarda le richieste di professioni10. In particolare i soggetti partner del progetto BEATRIC stanno procedendo a fornire esempi di C.S. e attraverso le proprie agenzie nazionali seguono costantemente l’evoluzione del processo d’inserimento nei diversi siti di riferimento dei Centri Nazionali Europass. 2.3 Il CS nel quadro delle qualifiche nazionali Il dispositivo viene compilato nella lingua della nazione nella quale il cittadino “si muove” e cerca lavoro dalle autorità nazionali incaricate di rilasciare la certificazione ufficiale: le regioni, le province autonome per le diverse qualifiche professionali. Per esempio nel caso italiano il dispositivo, all’interno del Sistema Nazionale di Formazione, va a “coprire” tutti i livelli della filiera della formazione professionale: di primo livello, corsi post qualifica, percorsi IFTS. Poiché il C.S. stesso non costituisce soltanto un documento personale, ma è valido per tutti gli utenti/allievi che conseguono la stessa qualifica, è indispensabile identificare procedure corrette di utilizzo. Per facilitarne l’uso, sono in corso di definizione le linee guida per il trasferimento delle informazioni dai certificati nazionali al C.S. con modalità condivise dalle Istituzioni europee preposte al rilascio. Nel C.S. vengono trasferite le competenze acquisite e certificate nei contesti di Istruzione e formazione dove, peraltro, si sono condivisi nel tempo dei criteri standard di riferimento e si è consolidato un soddisfacente grado di affidabilità e spendibilità nel mercato del lavoro. Maggior difficoltà invece comporta la definizione di una modalità condivisa ed oggettiva per il riconoscimento e la spendibilità delle competenze acquisite nei contesti informali e non formali. 3. Il CS e gli apprendimenti non formali ed informali: prospettive Se nel mercato del lavoro a livello nazionale e transnazionale, sarà possibile a medio termine la spendibilità delle competenze acquisite in contesti tradizionali di istruzione e di formazione, alla luce, soprattutto, dei traguardi raggiunti a livello di confronto comunitario (progetti Leonardo), invece il dibattito sul riconoscimento delle competenze acquisite nei contesti informali e non formali, è lontano da soluzioni condivise. Peraltro, se tutti rilevano l’importanza di essi (come da sezioni curriculum vitae formato europeo), tutti concordano sulla difficoltà di valutare gli apprendimenti conseguiti nei contesti non ufficiali. Infatti, “le metodologie specialistiche per la valutazione dell’apprendimento non ufficiale sono agli albori….”, in quanto mancano dei parametri/criteri di riferimento (standard) e dell’affidabilità propria del campo dell’istruzione e della formazione. Quindi il problema che resta aperto è trovare soluzioni condivise nel ricercare / individuare standard e procedure di valutazione degli apprendimenti non formali. In Europa abbiamo diversi approcci ed esperienze. Se in alcuni Stati l’attenzione e la sperimentazione sono crescenti (Germania ed Austria), in Italia così come in Grecia, Spagna e Portogallo, non si sono evidenziate buone pratiche funzionali a nuove proposte di intervento. I paesi nordici (Finlandia, Norvegia, Svezia e Danimarca) hanno intrapreso un iter legislativo ed istituzionale per il raccordo tra gli apprendimenti in contesti ufficiali e non ufficiali (1994-95). Detta integrazione istituzionale di apprendimento è ritenuta “strategia generale di un apprendimento permanente”. Irlanda, Gran Bretagna e Paesi Bassi ritengono preziosi i contesti non ufficiali nell’acquisizione delle competenze, ma la Nazione che è all’avanguardia nell’identificazione, valutazione e riconoscimento dell’apprendimento non ufficiale è la Francia, con l’introduzione del bilancio delle competenze (1985). Nel 1992 è stato introdotto in Francia anche il cerficat d’aptitud professionelle (certificato d’attitudine professionale) che riporta la valutazione degli apprendimenti non ufficiali. 10 Il testo è stato tradotto e leggermente modificato da “Note al documento ISFOL Progetto Poli Virtuali – Linee guida per la compilazione del CS”, da mvmbm 24/01/2005 37 Da sottolineare anche le proposte/iniziative delle Camere di Commercio e dell’Industria francesi su procedure standard di valutazione diverse rispetto al sistema di istruzione e formazione ufficiali. L’Unione Europea, attraverso i programmi Leonardo e Adapt e in risposta al libro bianco (1995), ha mostrato l’interesse e coinvolgimento crescenti verso il tema, promuovendo una sperimentazione metodologica ed istituzionale. In linea con detti orientamenti, poiché nel mercato del lavoro sarà determinante anche il riconoscimento dell’apprendimento non ufficiale, è necessario promuovere, sostenere e potenziare iniziative di coordinamento e di sostegno a livello europeo e nazionale per fare tesoro delle esperienze reciproche. Si ritiene a questo punto opportuno un approfondimento sulle procedure di accreditamento delle competenze soprattutto di quelle formali, non formali ed informali. 4. Il C.S. e gli obiettivi del progetto B.E.A.TR.I.C. Compito della sperimentazione affidata al progetto pilota B.E.A.TR.I.C. è ideare e diffondere un protocollo di compilazione che contenga le linee guida e la metodologia per la compilazione di uno strumento di certificazione come possibile meccanismo di raccordo tra i sistemi formativi professionali dell’Unione europea. Va precisato che tali linee guida non vogliono assolutamente invadere campi di competenza degli organismi nazionali preposti, ma costituire un supporto soprattutto per gli operatori chiamati a declinare competenze e descrizioni. La documentazione prodotta in progress verrà analizzata dai rappresentanti dei vari Paesi partner e testata presso operatori del settore turistico. La scelta del turismo come ambiente di sperimentazione trova ragione nel fatto che il settore è ritenuto strategico per il progresso economico e culturale dei vari Stati. In diverse occasioni l’Unione Europea ha sottolineato l’importanza e al tempo stesso la necessità di uno sviluppo economico e culturale dei singoli Paesi, in modo da affrontare con prospettive adeguate il fenomeno della disoccupazione, che ha assunto dimensioni preoccupanti anche nei Paesi industrializzati. Una migliore occupabilità deve essere garantita dalla flessibilità e dalla adattabilità del mercato del lavoro e deve essere assicurata da percorsi formativi innovativi che privilegino competenze ad elevati applicabilità e utilizzo. In tutti gli Stati appartenenti all’U.E., un settore in cui sono state impegnate e si sono concentrate notevoli risorse finanziarie e professionali è quello dei servizi turistico-alberghieri. Si è creato, infatti, un circuito virtuoso e di potenziamento tra flussi turistici, rivalutazione del patrimonio artistico-culturale, promozione di percorsi enogastronomici e di prodotti tipici locali. Nel contesto suddetto, si inseriscono le figure professionali I.F.T.S., in particolare il Tecnico Superiore per l’assistenza alla Direzione di strutture ricettive. Se strategico risulta il settore, la figura su cui si è concentrata l’attenzione dei partner del progetto B.E.A.TR.I.C., ovvero quella della Assistant Hospitality Manager (AHM), rappresenta una professionalità chiave che può contribuire alla rinascita e allo sviluppo socio-economico dei territori. Il professionista che emerge dal profilo di questa figura è determinante non solo nel creare l’immagine dell’Azienda, ma anche nel sollecitare quegli interventi istituzionali finalizzati al risanamento, al miglioramento, al potenziamento strutturale, alla crescita della domanda. Il sistema turistico, come settore produttivo e dei servizi, appare oggi profondamente mutato perché sono stati introdotti elementi di trasformazione sul piano dell’organizzazione e delle tecnologie. Tali innovazioni giustificano l’interesse del mercato del lavoro per una figura professionale specializzata che sappia mantenere nel suo profilo elementi di trasversalità con altre figure professionali con cui interagisce e collabora. L’ipotesi progettuale di B.E.A.TR.I.C. è nata quindi con l’intento di contribuire alla sperimentazione del C.S., testandolo attraverso la descrizione della figura professionale dell’AHM che per i diversi percorsi formativi e per la diversa riconoscibilità delle competenze nell’ambito dei paesi partner, più di ogni altra, ha sollecitato l’individuazione di metodologie per la costruzione di un modello descrittivo comunemente condiviso ed utilizzabile dagli operatori economici dell’ U.E.. Mentre però il progetto entrava nella fase di realizzazione, parallelamente 38 in alcuni Stati il dibattito ha generato cambiamenti: Francia, Irlanda ed altri Stati, che precedentemente avevano manifestato perplessità, hanno deciso di accogliere il C.S. quale documento integrativo significativo per il mondo del lavoro. Il progetto B.E.A.TR.I.C., accogliendo le innovazioni ne propone la sperimentazione nei rimanenti Paesi partner, nella prospettiva che una valutazione ex post possa generare l’applicabilità dello strumento. La sperimentazione del C.S. si potrà realizzare attraverso la compilazione del certificato nelle sue parti, riferito ad un ipotetico soggetto/utente portatore di una professionalità specifica. La compilazione del C.S. si baserà su un’analisi dettagliata, presentata nel prodotto Tools for Transparency in VET ed è finalizzata a: - analizzare i certificati ufficiali, quelli cioè che hanno validità sul territorio nazionale - analizzare i certificati supplementari, laddove siano stati compilati dall’Agenzia nazionale deputata a fare questo. - creare elementi di raccordo tra i certificati ufficiali e quelli supplementari, laddove siano presenti. Per approfondimenti si rinvia agli allegati11. Antonina Di Matteo – IPSSAR P. Borsellino - Palermo 11 Allegato 3 - Tappe del lavoro comunitario; allegato 4 - Curriculum vitae; allegato 5 - Europass Mobility; allegato 6 Diploma Supplement 39 ALLEGATI 40 Allegato 1 – Tabella 1- EQF Table 1: The eight reference levels of thè European Qualification Framework defined by learning outcomes Level 1 2 Knowledge Recall basic generai knowledge Recall and comprehend basic knowledge of a field, the range of knowledge involved is limited to facts and main ideas Skills Use basic skills to carry out simple tasks Use skills and key competences11 to carry out tasks where action is governed by rules defining routines and strategies Personal and professional competence (i) Auto no my and responsibility Professional and competence (ii) Learning competence (Hi) Communication and social vocational competence Complete work or study tasks under direct supervision and demonstrate personal effectiveness in simple and stable contexts Accept guidance on learning Take limited responsibility for improvement in performance in work or study in simple and stable contexts and within familiar, homogeneous groups Seek guidance on learning Apply knowledge of a field that includes processes, techniques, materials, instruments, equipment, terminology and some theoretical ideas Use a range of field-specific skills to carry out tasks and show personal interpretation through selection and adjustment of methods, tools and materials Take responsibility for completion of tasks and demonstrate some independence in role in work or study where contexts are generally stable but where some factors change Take responsibility for own learning Manage role under guidance in work or study contexts that are usually predictable and where there are many factors involved that cause change and Demonstrate self-direction in learning Demonstrate social role for self Demonstrate awareness of procedures for solving problems Respond to simple but detailed written and oral communication Solve problems using information provided Respond to simple written and oral communication Adjust role to different social settings Select and apply basic methods, tools and materials 3 (iv) Produce (and respond to) detailed written and oral communication Take responsibility for self understanding and behaviour Solve problems using well known information sources taking account of some social issues Evaluate different approaches to tasks 4 Use a wide range of fieldspecific practical and theoretical knowledge Develop strategies approaches to tasks that arise in work or study by applying specialist knowledge and using expert sources of 41 Produce (and respond to) detailed written and oral communication in unfamiliar situations Solve problems by integrating information from expert sources taking account of relevant social Information where some factors are interrelated Evaluate outcomes in terms of strategies approach used Make suggestions for improvement to outcomes Use self understanding to change behaviour and ethical issues Convey ideas in a well structured and coherent way to peers, supervisors and clients using qualitative and quantitative information Formulate responses to abstract and concrete problems Supervise routine work of others and take some responsibility for training of others 5 Use broad theoretical and practical knowledge that is often specialised within a field and show awareness of limits to knowledge base Develop strategies and creative responses in researching solutions to well defined concrete and abstract problems Manage projects independently that require problem solving where there are many factors some of which interact and lead to unpredictable change Demonstrate transfer of theoretical and practical knowledge in creating solutions to problems Show creativity in developing projects Evaluate own learning and identify learning needs necessary to undertake further learning Express a comprehensive internalised personal world view reflecting engagement with others Manage people and review performance itself and others. Train others and develop team performance 6 Use detailed theoretical and practical knowledge of a field. Some knowledge is at the forefront of the field and will involve a critical understanding of theories and principles Demonstrate mastery of methods and tools in a complex and specialised field and demonstrate Innovation in terms of methods used Devise and sustain arguments to solve problems Demonstrate administrative design, resource and team management responsibilities in work and study contexts that are unpredictable and require that complex problems are solved where there are many interacting factors Communicate, ideas, problems Consistently evaluate own learning and identify learning and solutions to both specialist and non-specialist audiences needs using a range of techniques involving qualitative and quantitative information Express a comprehensive internalised personal world view manifesting solidarity with others Show creativity in developing projects and show initiative in management processes that includes thè training of others to develop team performance 7 Use highly specialised theoretical and practical knowledge some of which is at the forefront of Create a research based diagnosis to problems by integrating knowledge from new or inter Demonstrate leadership and innovation in work and study contexts that are unfamiliar, complex and unpredictable 42 Demonstrate autonomy in the direction of learning and a high level understanding of Communicate project outcomes, methods and underpinning rationale to specialist and non- Demonstrate experience of operational interaction within a field Make judgements based on knowledge of relevant social and ethical issues Gather and interpret relevant data in a field to solve problems Demonstrate experience of operational interaction within a complex environment Make judgements based on social and ethical issues that arise in work or study Solve problems by integrating complex knowledge sources that knowledge in the field. This knowledge forms the basis for originality in developing and/or applying ideas Demonstrate critical awareness of knowledge issues in the field and at the interface between different fìelds disciplinary fields and make judgements with incomplete or limited information Develop new skills in response to emerging knowledge and techniques and that require solving problems involving many interacting factors learning processes Review strategies performance of teams specialist audiences using appropriate techniques Scrutinise and reflect on social norms and relationships and act to change them are sometimes incomplete and in new and unfamiliar contexts Demonstrate experience of operational interaction in managing change within a complex environment Respond to social, scientific and ethical issues that are encountered in work or study 8 Use specialised knowledge to critically analyse, evaluate and synthesise new and complex ideas that are at the most advanced frontier of a field Extend or redefine existing knowledge and/or professional practice within a field or at the interface between fields Research, conceive, design, implement and adapt projects that lead to new knowledge and new procedural solutions Demonstrate substantial leadership, innovation and autonomy in work and study contexts that are novel and require the solving of problems that involve many interacting factors 'i, Demonstrate capacity for sustained commitment to development of new ideas or processes and a high level understanding of learning processes Communicate with authority through engaging in critical dialogue with peers in a specialist community Scrutinise and reflect on social norms and relationships and lead action to change them Critical analysis, evaluation and synthesis of new and complex ideas and strategies decision making based on these processes Demonstrate experience of operational interaction with strategies decisionmaking capacity within a complex environment Promote social, and ethical advancement through actions http://europa.eu.int/comm/education/policies/2010/doc/basic2004.pdf 43 Allegato 2 – Tabella 2 – EQF Table 2 Supporting information about levels in the EQF Level Supporting information that is typical and indicative of qualification at each level 1 Learning contexts are simple and stable and the focus is general learning of basic skills. Learning is normally developed during compulsory education and contributes to general education but is also achieved through adult learning programmes (including popular adult education) and through non-formal and informal learning opportunities. When formally taught to young people basic knowledge and skills are developed in a supervised environment by direct teaching methods. Learning usually based in a school, college, training centre, an out-of-school training programme or an enterprise. The content of learning is often well established and regulated. However the development of basic skills is also closely associated with informal learning contexts in workplaces and communiti es. Education and training regulatory bodies operate quality assurance systems on formal qualifications at level 1. The achievement of qualifications at level 1 leads to further learning opportunities and to access to unskilled employment that may include a further element of training. This level is often the entry point to a lifelong pathway for people with no qualifications. 2 Learning contexts are stable and the focus is the broadening of basic skills (including key competences ) Learning at this level is formally acquired during compulsory education and can include an induction to work. Learning is usually based in a school, an adult education centre, college, training centre or an enterprise. Learning can also develop through non-formal means through work-based or popular adult education in communities. Knowledge and skill is learned formally in a supervised environment through direct teaching and coaching. The content of learning is well established and regulated. However the development of basic skills is often closely associated with informal learning contexts in workplaces and communities. Education and training regulatory bodies determine quality assurance of formal qualifications at level 2. The achievement of qualifications at level 2 provides entry into qualification-based training programmes and to access to unskilled employment that may include a further element of training. This level can be the entry point to a lifelong pathway. 3 Learning contexts for developing and demonstrating competence at this level are generally stable but some factors change from time to time leaving scope for personal expression in improving methods used. People with this level of qualification will usually have some experience of the field of work or study. Level 3 achievement reflects formal learning in upper secondary education or adult education (including popular adult education labour market training) in schools, colleges, training centres or learning in workplaces. It also reflects non-formal learning through work. Normally associated with part of upper secondary education or basic training in an occupational field, these qualifications at level 3 recognise a general education and skills base suitable for many job functions. Direct teaching and coaching are the main characteristic of formal learning programmes. The content of learning is well established and regulated. Non-formal learning opportunities are available through work based and community programmes. Educational and sectoral regulatory bodies determine quality assurance of qualifications at level 3. Qualifications at level 3 typically provide access to semi-skilled employment, further training and higher education. This level can be a key stage in a lifelong pathway. 12 44 Allegato 3 - Tappe del lavoro comunitario • Risoluzione del Consiglio del 3 dicembre 1992 sulla trasparenza delle qualifiche (93/C 49 01) Vi si introduce il concetto di trasparenza come scelta strategica a favore della libera circolazione dei lavoratori in quanto consente al lavoratore di rendere leggibili e spendibili le competenze possedute (sia in materia di istruzione, sia come esperienze di lavoro) fornire ai datori di lavoro descrizioni chiare delle qualifiche e delle esperienze professionali • Risoluzione del Consiglio del 15 luglio 1996 sulla trasparenza delle certificazioni della formazione professionale Si invitano gli Stati membri a promuovere una maggiore trasparenza delle certificazioni rilasciate a livello nazionale anche attraverso l’utilizzo di indicatori di trasparenza • Forum Europeo per la trasparenza delle qualifiche professionali Istituito nel 1998, presenta nel 2000 due proposte di azione l'adozione da parte degli Stati membri del "Supplemento al Certificato" la costituzione, in ogni Stato membro, di un Punto di Riferimento Nazionale incaricato di rilasciare informazioni sul sistema di istruzione e formazione professionale e sui certificati nazionali. • Dichiarazione di Copenaghen 30 novembre 2002 adottata dai Ministri dell'istruzione di 31 paesi europei e dalla Commissione promuove una maggiore cooperazione in materia di istruzione e formazione per la realizzazione degli obiettivi di Lisbona nonchè l'avvio di iniziative concrete in materia di trasparenza, riconoscimento, qualità. • Decisione N. 2241/2004/CE del 15 dicembre 2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione Europea, relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass). Si prevede sia l'integrazione in un unico quadro, denominato Europass, dei dispositivi di trasparenza sviluppati dall'Unione europea, sia l'istituzione a livello nazionale di una struttura responsabile delle attività collegate alla promozione e all'applicazione di Europass. La mobilità • Raccomandazione 2001/613/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 10 luglio 2001 relativa alla mobilità nella Comunità, degli studenti, delle persone in fase di formazione e di coloro che svolgono attività di volontariato vi si raccomandano lo sviluppo e l'utilizzo dei risultati in tema di trasparenza elaborati e condivisi a livello comunitario (dispositivi Europass e utilizzo del sistema ECTS in ambito universitario) • Raccomandazione della Commissione dell'11 marzo 2002 relativa ad un modello comune per i curriculum vitae. Promuove un modello europeo di CV che i cittadini possono utilizzare, su base volontaria, per comunicare informazioni dettagliate concernenti le loro qualifiche e competenze a imprenditori e organismi di educazione e formazione situati nei paesi di residenza e all'estero. • Risoluzione del Consiglio del 19 dicembre 2002 sulla promozione di una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale. Focalizza come prioritaria la cooperazione in materia di istruzione e formazione, al fine di eliminare gli ostacoli alla mobilità geografica e professionale, e favorire l'accesso all'apprendimento permanente attraverso una maggiore visibilità delle qualifiche e delle competenze. 45 Allegato 4 – Curriculum vitae Curriculum Vitae Europass Inserire una fotografia (facoltativo, v. istruzioni) Informazioni personali Cognome(i/)/Nome(i) Indirizzo(i) Telefono(i) Fax Cognome/i Nome/i Numero civico, via, codice postale, città, nazione Facoltativo (v. istruzioni) Mobile E-mail Facoltativo (v. istruzioni) Facoltativo (v. istruzioni) Cittadinanza Facoltativo (v. istruzioni) Data di nascita Facoltativo (v. istruzioni) Sesso Facoltativo (v. istruzioni) Occupazione desiderata/Settore professionale Facoltativo (v. istruzioni) Facoltativo (v. istruzioni) Esperienza professionale Date Iniziare con le informazioni più recenti ed elencare separatamente ciascun impiego pertinente ricoperto. Facoltativo (v. istruzioni) Lavoro o posizione ricoperti Principali attività e responsabilità Nome e indirizzo del datore di lavoro Tipo di attività o settore 46 Istruzione e formazione Date Iniziare con le informazioni più recenti ed elencare separatamente ciascun corso frequentato con successo. Facoltativo (v. istruzioni) Titolo della qualifica rilasciata Principali tematiche/competenza professionali possedute Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione Livello nella classificazione nazionale o internazionale Facoltativo (v. istruzioni) Capacità e competenze personali Madrelingua Altra(e) lingua(e) Autovalutazione Livello europeo (*) Precisare madrelingua/e Comprensione Ascolto Lettura Parlato Scritto Interazione Produzione orale orale Lingua Lingua (*) Quadro comune europeo di riferimento per le lingue Capacità e competenze sociali Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni) Capacità e competenze organizzative Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni) Capacità e competenze tecniche Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni) 47 Capacità e competenze informatiche Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni) Capacità e competenze artistiche Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni) Altre capacità e competenze Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni) Patente Ulteriori informazioni Allegati Indicare la(e) patente(i) di cui siete titolari precisandone la categoria. (facoltativo, v. istruzioni) Inserire qui ogni altra informazione utile, ad esempio persone di riferimento, referenze, ecc. (facoltativo, v. istruzioni) Enumerare gli allegati al CV. (facoltativo, v. istruzioni) 48 Allegato 5 – Europass Mobility EUROPASS MOBILITÀ 1. IL PRESENTE DOCUMENTO EUROPASS MOBILITÀ È RILASCIATO A Cognome(i).................................... Nome(i) .....................................................Fotografia (1) (*) (2) ....................................................... (4) ......... Indirizzo (numero, via, codice postale, città, paese) (3) Data di nascita (5) ...... gg Nazionalità (6) ................................................ (7) Firma del titolare mm anno N.B. : le voci contraddistinte da un asterisco devono essere compilate obbligatoriamente 2. IL PRESENTE DOCUMENTO EUROPASS MOBILITÀ È RILASCIATO DA Nome dell'organizzazione Numero dell'Europass Mobilità Data del rilascio N.B. : le voci contraddistinte da un asterisco devono essere compilate obbligatoriamente Nota Europass Mobilità è un documento europeo standard; registra dettagliatamente contenuto e risultati, espressi in termini di competenze o di titoli accademici, ottenuti da una persona - a prescindere da età, livello di studio o situazione professionale - in un periodo trascorso in un altro paese europeo (UÈ, EFTA/SEE o paesi candidati) a fini di studio. Il formato di Europass Mobilità è conforme alla Decisione n. 2241/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 dicembre 2004, relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass) Per maggiori informazioni su Europass, compreso curriculum vitae Europass e Passaporto delle lingue Europass: http://europass.cedefop.eu.int © Comunità europee 2004 49 3. ORGANIZZAZIONI PARTNER DEL PERCORSO DI MOBILITÀ (N. ) SONO PARTNER NEL PAESE D' ORIGINE (organizzazione che da inizio al percorso di mobilità) Nome, tipologia di organismo (se del caso Facoltà/dipartimento) e indirizzo (11) (*) (12) (*) Timbro e/o firma facoltà/dipartimento) e indirizzo Cognome(i) e nome(i) della persona di riferimento/tutor (se del caso, del coordinatore ECTS del dipartimento) (13) (14) Titolo/funzione Telefono E-Mail PARTNER NEL PAESE OSPITANTE (organizzazione che accoglie il titolare del documento Europass Mobilità) Nome, tipologia di organismo (se del caso indirizzo Facoltà/dipartimento) e indirizzo (17) (*) Timbro e/o firma facoltà/dipartimento) e (18) (*) Cognome(i) e nome(i) della persona di riferimento/tutor (se del caso, del coordinatore ECTS del dipartimento) (19) (20) Titolo/funzione Telefono (21) E-Mail (22) NB : Questa parie non è valida senza i/ timbro delle due organizzazioni partner e/o la firma delle persone di riferimento/tutors. 4. DESCRIZIONE DEL PERCORSO EUROPASS MOBILITÀ (N. ) Obiettivo del percorso Europass Mobilità (23) Iniziative nell'ambito del quale si svolge il percorso Europass Mobilità (se del caso) (24) Qualifica (attestato, diploma o titolo) cui porta il tipo d'istruzione/formazìone (se del caso) (25) Programma comunitario o di mobilità interessato (se del caso) (26) Durata del percorso Europass Mobilità (27) Da ......... gg A mm aaaa gg......mm ....aaaa N.B. : le voci contraddistinte da un asterisco devono essere compilate obbligatoriamente 5.a DESCRIZIONE DELLE CAPACITÀ E COMPETENZE ACQUISITE DURANTE IL PERCORSO EUROPASS MOBILTÁ (N.) 50 Attività/compiti svolti (29a) Capacità e competenze professionali o tecniche acquisite (30) Capacità e competenze linguistiche acquisite (al di fuori di quelle professionali o tecniche) (31a) Capacità e competenze informatiche acquisite (al di fuori di quelle professionali o tecniche) (32a) Capacità e competenze organizzative acquisite (al di fuori di quelle professionali o tecniche) (33a) Capacità e competenze sociali acquisite (al di fuori di quelle professionali o tecniche) (34a) Altre capacità e competenze acquisite (35a) (36a) (*) Data Gg Firma della persona di riferimento/tutor (37a) (*) (38a) (*) Firma del titolare mm aaaa MB; Questa parie non è valida senza la firma della persona di riferimento /tutor e del titolare di Europass Mobilità Le voci contraddistinte da un asterisco devono essere compilate obbligatoriamente 51 5.b CORSI SEGUITI E VOTI/ PUNTI/CREDITI OTTENUTI (base: trascrizione dei voti del sistema europeo di trasferimento dei crediti - ECTS) (29b) (*) Numero dell’iscrizione dello studente (30b) Codice del corso(1) (31b) (*) Titolo del corso (32b) (*) Durata(2) (33b) (*) Voto locale(3) (34b) Voto (35b) Crediti ECTS/ECVET(5) ECTS/ECVET(4 ) Scritto/relazione/testi (36b) Attestato/diploma/titolo conseguito (se del caso) (37b) (38b) (*) (40b)(*) Cognome(i) e nome(i) del tutor/responsabile amministrativo Data di convalida Gg (41b)(*) (39b) (*) Firma Nome,indirizzo e statuto dell’istituzione (42b)(*) Timbro mm aaaa MB; Questa parie non è valida senza la firma del tutor/responsabile amministrativoo senza il timbro ufficiale dell’istituzione. Le voci contraddistinte da un asterisco devono essere compilate obbligatoriamente (1) (2) (3) (4) (5) Cfr. pagina seguente 52 SPIEGAZIONE DELLE VOCI DELLA PAGINA PRECEDENTE (TABELLA 5.B) (Corsi seguiti e voti/punti/crediti ottenuti) (1) CODICE DEL CORSO: Cfr. il dossier informativo ECTS sul sito Internet dell'organizzazione ospitante. (2) DURATA DEL CORSO: Y = 1 anno accademico 1S = 1 semestre 2S = 2 semestri 1T = 1 trimestre 2T = 2 trimestri (3) DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI VOTAZIONE DELL'ISTITUTO: ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………… (4) SCALA DI VOTI ECTS: VotoECTS % di studenti ammessi ; che dovrebbero ottenerlo A 10 ECCELLENTE - risultato notevole, con solo qualche insufficienza B 25 OTTIMO – risultato superiore alla media, malgrado alcune insufficienze C 30 D 25 BUONO - lavoro generalmente buono, malgrado alcune insufficienze rilevanti E 10 FX - F - Definizione SODDISFACENTE -- lavoro onesto, ma con importanti lacune SUFFICIENTE - il risultato soddisfa i criteri minimi INSUFFICIENTE - per ottenere un credito è necessario un lavoro supplementare INSUFFICIENTE - è necessario un notevole lavoro supplementare (5) CREDITI ECTS: 1 anno accademico 1 semestre 1 trimestre = 60 crediti = 30 crediti = 20 crediti 53 Allegato 6 – Supplemento al Certificato SUPPLEMENTO AL CERTIFICATO (*) Bandiera nazionale e nome del paese che rilascia la qualifica] 1. DENOMINAZIONE DEL CERTIFICATO ( ) 2. DENOMINAZIONE TRADOTTA DEL CERTIFICATO () La presente traduzione non ha valore legale 3. PROFILO DELLE ABILITÀ E COMPETENZE 4. INSIEME DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI CUI IL TITOLARE DEL CERTIFICATO PUÒ ACCEDERE (*)Nota esplicativa II presente documento è volto a fornire ulteriori informazioni sul certificato specificato e non ha di perse alcun valore legale. Il formato della descrizione è basato sulla risoluzione 96/C 224/04 del Consiglio del 3 dicembre 1992 sulla trasparenza delle qualifiche professionali , sulla risoluzione 96/C 224/04 del Consiglio del 15 luglio 1996 sulla trasparenza dei certificati di formazione professionale, nonché sulla raccomandazione 2001/613/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 luglio 2001 relativa alla mobilità nella Comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, di coloro che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori. Per ulteriori informazioni sulla trasparenza: www.cedefop.eu.int/transparency © Comunità europee 2002 54 5. BASE UFFICIALE DEL CERTIFICATO Denominazione e status dell'istituzione Denominazione e status che rilascia il certificato dell'autorità nazionale/regionale accredita/riconosce il che certificato Livello (nazionale certificato o internazionale) Accesso al successivo insegnamento/formazione livello del Tabella di classificazione / Requisiti per il conseguimento di Accordi internazionali Fondamento giuridico 6. ITER UFFICIALMENTE RICONOSCIUTI PER CERTIFICATO Descrizione del tipo di istruzione Percentuale e formazione professionale programma totale ricevuta IL del CONSEGUIMENTO DEL Durata (ore/settimane/mesi/anni) ?? Basata su scuola/centro di formazione ?? Basata sul luogo di lavoro ?? Riconoscimento dei percorsi Durata totale dell'istruzione/formazione per il conseguimento del certificato Requisiti di accesso Annotazioni integrative Ulteriori informazioni (compresa la descrizione del sistema nazionale di qualifiche) sono disponibili su: www Istanza nazionale di riferimento WWW. 55 Allegato 7 – Il caso italiano Camilla Tamiozzo – C.S.A. Venezia Il partner coordinatore ritiene opportuno inserire nel presente documento un’analisi più dettagliata sul caso italiano, che possa fungere da supporto all’elaborazione dei prodotti Tools in quanto fornisce dei dettagli necessari a creare i link. Tale parte costituisce un esempio per gli altri casi nazionali. Pertanto, questo paragrafo, in una versione definitiva del prodotto, potrà essere omesso o integrato da ulteriori informazioni degli altri stati partner Il sistema I.F.T.S. (Istruzione Formazione Tecnica Superiore) rappresenta, nel panorama della formazione superiore italiana, un’assoluta novità che, a partire dal 1999, ha istituito, anche in Italia, il primo segmento post-secondario non universitario di durata almeno annuale. Il modello I.F.T.S. evidenzia le seguenti caratteristiche • ha come obiettivo principale la formazione dei “lavoratori della conoscenza” cioè risorse professionali qualificate e flessibili, in grado di adeguarsi in tempi brevi ai cambiamenti imposti dall’innovazione tecnologica e dalla sfide della competitività su scala internazionale • costituisce una risposta alle esigenze del mercato del lavoro locale e nazionale in quanto si costruisce a partire dai fabbisogni professionali • i fabbisogni professionali sono raccordati a fabbisogni formativi e hanno come chiave di lettura le competenze • la figura professionale è a“banda larga”, cioè raccoglie un insieme di competenze da certificare. Da ciascuna figura professionale si declinano una pluralità di profili professionali delineati sulla base di specifiche occupazioni lavorative che seguono i cambiamenti in atto nel settore e si adattano alle specificità delle produzioni della zona • s’inserisce nel processo di Bruges Copenaghen di trasparenza della qualifiche in quanto mira alla riconoscibilità in dimensione europea e internazionale • ha come destinatari sia i giovani in formazione iniziale, sia i lavoratori che vogliono riqualificarsi • vi si accede di norma con diploma di scuola superiore. Nel caso in cui il corsista non abbia tale titolo l’accesso avviene tramite accreditamento di competenze non formali ed informali • integra le realtà del lavoro – il mondo dell’impresa - e della formazione - Università, Scuola e Formazione Professionale, tradizionalmente considerate come entità separate • con l’Accordo della Conferenza Unificata del 25.11.04, per dare “stabilità e flessibilità all’offerta formativa”, si sono istituiti i Poli formativi per l’I.F.T.S.. Il partenariato si estende al Centro di Ricerca, la cui valenza consiste nell’avvicinare la formazione alle problematiche dell’innovazione e del trasferimento tecnologico Chi decide di creare un diploma? Le figure professionali sono definite come standard a livello nazionale e deliberate con atto dalla Conferenza Unificata dello Stato, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane (Conferenza Unificata). Lo standard di competenze delle figure professionali è elaborato dal Comitato Nazionale IFTS, dai Comitati di Settore nazionali, dai Comitati Regionali. Il Comitato nazionale per il Sistema I.F.T.S. è stato istituito con Decreto Ministeriale del 28 gennaio 2000. E’ composto da due rappresentanti del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale; due rappresentanti del MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca); otto rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle Regioni; due rappresentanti dell’UPI (Unione Province Italiane) e due dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani); otto rappresentanti dell’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) e otto delle parti sociali di cui quattro in rappresentanza dei lavoratori e quattro dei datori di lavoro. Viene designato inoltre, per ciascun rappresentante titolare, uno supplente. Tra i compiti del Comitato, oltre a quello di determinare gli standard, c’è quello di formulare proposte per definire le linee guide che stabiliscano i requisiti per l’accesso ai percorsi, il riconoscimento dei crediti, le diverse modalità di certificazione nell’I.F.T.S.. Esso è affiancato 56 dalle Regioni che contribuiscono alla programmazione dell’offerta formativa integrata come stabilito nel Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, art. 138. I Comitati di Settore sono stati istituiti con l’Accordo sancito dalla Conferenza Unificata del 14/9/2000. Il loro compito principale è quello di definire ed aggiornare gli standard minimi di competenze tecnico-professionale. I settori nei quali sono chiamati ad agire i Comitati di Settori possono essere raggruppati in cinque macro gruppi: 1) Agricoltura 2) Industria e Artigianato 3) Commercio e Turismo 4) Servizi Assicurativi e finanziari 5) Servizi Pubblici e servizi privati d’interesse sociale. Ciascun Comitato è composto da un numero relativamente esiguo di esperti al fine di garantire una facile gestione e operatività del gruppo. Questi vengono nominati, in modo paritario, dalle amministrazioni centrali e regionali, nonché dalle parti sociali. Il Comitato regionale è composto da soggetti che rappresentano le seguenti istituzioni a livello territoriale: Regioni o Province Autonome di Trento e di Bolzano, Province, Comuni e Comunità Montane, Sistema Scolastico, Università, Parti Sociale maggiormente rappresentative in ambito regionale. I Comitati Regionali hanno funzioni consultive ed elaborano proposte per il sistema, seguendo le linee di indirizzo regionali che a loro volta si basano su quelle nazionali e locali. I Comitati operano, in modo particolare, nei seguenti ambiti: 1)individuazione dei settori, delle figure professionali e dei profili 2) definizione dei criteri per la selezione dei progetti; e 3) definizione dei criteri per il monitoraggio e la valutazione. Chi lo aggiorna? Il sistema I.F.T.S. è stato avviato in via sperimentale nel triennio 2000-03 e attualmente è in corso la fase di messa a regime durante la quale si prevede la verifica degli standard di competenze e la loro eventuale ridefinizione. Per l’aggiornamento delle competenze di base e trasversali è stato incaricato l’ISFOL che ha avviato un’azione laboratoriale con esperti formatori in presenza e on-line. Presso il MIUR si sta avviando anche un’azione per la verifica degli standard delle competenze tecnico professionali. Le Regioni e gli Enti Locali hanno dei compiti ben precisi nell’ambito dell’aggiornamento del sistema in quanto: partecipano alla definizione degli standard minimi di competenze attraverso i Comitati di Settore rilevano la domanda dei sistemi produttivi locali elaborano le competenze aggiuntive degli standard minimi al fine di definire specifici profili professionali regionali,che sono indispensabili per soddisfare i bisogni legati alla domanda del sistema produttivo locale; propongono l’elaborazione di nuovi standard e/o la modifica di quelli già esistenti al fine di rispondere ai mutamenti del mercato del lavoro. Le Regioni inoltre in Italia hanno competenza nel rilasciare certificazioni nel VET Ciascun corso I.F.T.S. attivato prevede la formazione di un profilo professionale. Per la progettazione e realizzazione del percorso - finalizzato alla formazione del profilo professionale - viene costituito un Gruppo di Progetto composto dai quattro soggetti che costituiscono la partnership di un corso I.F.T.S., ovvero la Scuola, l’Ente di formazione, l’Università, l’Impresa o associazione di categoria a partire dall’ accordo Conferenza Unificata del 25.11.2004, i soggetti del partenariato sono 5 con l’introduzione di un centro di ricerca Il feed back sulle attività formative svolte – documentazione presente nella banca dati INDIRE . www.indire.it/ifts - consente, ai diversi livelli, di rilevare indicazioni per l’aggiornamento dello standard della figura professionale. Si riporta il processo di aggiornamento 1 1 Per la definizione ed aggiornamento degli standard di competenze, i Comitati di Settore hanno elaborato una procedura che distingue tra una fase relativa all’analisi del lavoro e una fase che riguarda la programmazione dei percorsi formativi. Tale procedura si articola in varie macro e micro fasi. A. Screening e definizione della domanda di professionalità Questa fase si articola nelle seguenti micro attività: 57 Chi viene coinvolto? Le Regioni, come già detto precedentemente, sono i soggetti che hanno la competenza diretta della formazione professionale in Italia. Le Regioni, su indicazioni nazionali della Conferenza Unificata, attraverso bandi o altra tipologia di accordo (programmazione negoziata) promuovono l’avvio di corsi IFTS. Gli standard si riferiscono a figure professionali nazionali o a figure/profili (definiti progetti pilota) regionali. Nella prima fase di sperimentazione del sistema I.F.T.S. i quattro soggetti che attuano il corso – elencati nel paragrafo precedente - si associano in un’ATS (associazione temporanea di scopo) Nella fase di messa a regime i poli formativi I.F.T.S. si costituiscono attraverso un’azione promossa con modalità di programmazione negoziata rispetto alle quali le province e/o altri organismi istituzionali giocano un ruolo propulsore. Importante è evidenziare che la rilevazione dei fabbisogni professionali e formativi è un’attività che non viene svolta direttamente dalle strutture formative, ma viene mediata e avvalorata dai partner sociali in rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro. Un ruolo fondamentale ai diversi livelli – nazionale, regionale, locale – hanno avuto gli organismi bilaterali nei diversi settori. Descrivere il processo In base alle informazioni acquisite relative ai fabbisogni professionali vengono formulate proposte circa le figure professionali che vengono definite sulla base dei seguenti criteri: • hanno valenza nazionale • sono ampie e non parcellizzate. Sono quindi figure “a banda larga”, ideali, delineate in una logica di anticipazione dei fabbisogni professionali nel medio periodo. • Successivamente vengono definite le attività professionali seguendo dei criteri specifici: • sono da segnalare quelle fondamentali, senza le quali la figura non è riconoscibile; • sono evidenziate quelle maggiormente qualificanti sotto l’aspetto formativo, in quanto punto di riferimento per il percorso IFTS • sono escluse quelle esercitabili soltanto dopo prolungata esperienza nei contesti di lavoro. Alle attività sono associate delle competenze (il soggetto è in grado di). Tale definizione è il frutto di un’attività di analisi concertata tra i diversi soggetti che partecipano negli organismi citati nel punto 1. In particolare tale azione è supportata da attività di indagine spesso condotte dagli organismi bilaterali. Per ogni figura infatti le parti sociali e i rappresentanti delle istituzioni A.1) Analisi delle diverse indagini Si analizzano tutte le varie ricerche,sperimentazioni elaborate sia a livello nazionale e locale relative ai fabbisogni professionali, a partire da quelle elaborate dagli Organismi Bilaterali (screening). A.2) Proposte di figure professionali e attività Si procede alla formulazione di proposte sulla base delle informazioni raccolte, definendo le figure professionali di riferimento e le relative attività. Nel fare questo bisogna tener conto di due elementi: - le figure professionali hanno una valenza nazionale e sono a “banda larga” - le attività professionali, bisogna evidenziare quelle fondamentali, ovvero che caratterizzano la figura; si considerano quelle che hanno una maggior importanza dal punto di vista formativo, mentre vengono escluse quelle che si esercitano dopo una prolungata esperienza nei contesti lavorativi. B. Definizione degli standard minimi di competenze tecnico professionali Si procede partendo dall’analisi delle attività fondamentali e da qui si individuano: B.1) Obiettivi tecnico professionali Per ciascuna figura si evidenziano e descrivono gli obiettivi tecnico professionali e il loro livello di approfondimento (“la persona deve dimostrare di essere capace di…..”) B.2) Unità Capitalizzabili Si elaborano le unità capitalizzabili sulla base dei risultati ottenuti nella micro fase precedente. Le UC definiscono le competenze in esito al percorso formativo e le relative modalità di valutazione. B.3) Corsi IFTS Si individuano i corsi IFTS per ciascun settore; essi possono essere riferiti alla singola figura professionale, all’aggregazione di più figure o d’ambiti di attività. Bisogna poi procedere indicando il titolo del corso, e l’insieme delle UC tecnico-professionali che vanno ad aggiungersi a quelle già definite a livello nazionale. 58 formative all’interno dei Comitati di settore, individuano e descrivono gli obiettivi tecnico professionali e il loro livello di approfondimento. I risultati vengono tradotti in unità capitalizzabili (u.c.) che definiscono le competenze in esito al percorso formativo e le relative modalità di valutazione e costituiscono in concreto degli obiettivi di certificazione. A partire dagli standard definiti a livello nazionale, le Regioni definiscono i profili professionali regionali in modo da consentirne la contestualizzazione e la rispondenza alle caratteristiche e alle vocazioni dei sistemi produttivi locali. Come vengono costruite le competenze? La definizione degli standard minimi di competenza per le figure professionali è un compito affidato alle commissioni di settore, che vengono istituite dal Comitato Nazionale. Quanto viene prodotto da queste commissioni, viene approvato nelle Conferenza Unificata.1 Le figure professionali sono dette “a banda larga” in quanto descrivono dei mestieri ampi e non specializzati, e vengono delineate tenendo conto dei fabbisogni professionali nel medio periodo. Al fine di favorire la classificazione e la possibilità di effettuare una comparazione dei sistemi d’istruzione a livello internazionale, vengono adottati i parametri stabiliti per la classificazione dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), e si fa riferimento anche al IV livello della classificazione comunitaria delle certificazioni. Per ogni figura viene fornita la descrizione e le attività professionali fondamentali che la caratterizzano. Quindi quando si parla di standard minimi di competenze ci si riferisce alla base minima comune di competenze che il soggetto deve dimostrare di possedere alla fine del percorso formativo. Gli standard minimi racchiudono la specificazione di competenze di base, trasversali e tecnicoprofessionali. Le competenze di base e trasversali, che rappresentano il bagaglio di risorse della persona e sono quindi essenziali ai fini dell’occupabilità, sono comuni a tutti i percorsi IFTS. Possono essere raggruppate in quattro aree (linguistica, scientifica e tecnologica, giuridico-economicoaziendale, trasversale). Le competenze tecnico-professionale, al contrario, sono specifiche per ciascun settore professionale. Gli standard di competenze vengono descritti in termini di obiettivi e unità capitalizzabili (UC). Il percorso per la definizione degli standard di competenze si realizza su due livelli: • a livello nazionale, vengono definite le figure professionali di riferimento ed il sistema di standard minimi di competenze • a livello regionale, si implementano tali standard con l’individuazione di competenze aggiuntive al fine di rispondere ai fabbisogni del contesto locale. In questa fase si elaborano le figure professionali nazionali, dando luogo a specifici profili professionali regionali. Questi profili danno luogo ai percorsi IFTS che sono strutturati in termini di unità capitalizzabili (UC), cioè l’insieme delle competenze che poi si traducono in specifiche professionalità all’interno del mondo del lavoro. Dare una o più definizioni di competenze L’Accordo della Conferenza unificata del 1 agosto 2002 - definisce le linee guida per la programmazione dei percorsi del sistema IFTS e le eventuali misure d’integrazione per l’anno 2002/2003, ma anche stabilisce gli standard minimi di competenze per le figure professionali del tecnico superiore l’Accordo della Conferenza Unificata del 19 novembre 2002 - approva gli standard minimi delle competenze di base e trasversali l’Accordo della Conferenza Unificata del 29 aprile 2004 - approva gli standard minimi per le competenze tecnico professionali dei settori: Agricoltura, Industria e artigianato, ICT, Turismo, Trasporti e Edile. 1 59 Il termine conoscenza caratterizza prodotti e servizi ad "alto valore di sapere", ma non è sufficiente alla persona che interagisce in ambiti lavorativi, dove deve impiegare non solo il proprio bagaglio conoscitivo, ma anche quello operativo: infatti per interagire sono determinanti anche il saper fare e il saper essere. E’ pertanto necessario sviluppare competenze integrando conoscenze, capacità e valori comportamentali che consentono di realizzare l'output di un'attività in specifica situazione. Va tuttavia ribadito che per competenza non s’intende solo saper ripetere un’azione, a cui si può giungere con l’addestramento basato sul fare e rifare, ma essa è il risultato dell’implementazione personale del “saper come” e del “sapere perché”. Nonostante ci sia piena condivisione, sia sul piano istituzionale, sia sociale, sul ruolo chiave assunto dalle competenze, nella loro definizione e nella loro applicabilità, rimangono ancora da sciogliere molti nodi problematici. Esistono delle linee guida per descrivere le competenze? Nella definizione delle competenze l'ISFOL ha proposto la distinzione in tre ambiti: di base, tecnico professionali e trasversali. Questa distinzione largamente usata sia livello legislativo che di condivisione sociale ha assunto interpretazioni ed applicazioni spesso diverse. Nello schema originario dell’ISFOL la caratterizzazione dei tre tipi di competenza è riferita ai tre diversi procedimenti d’analisi • Competenze di base: analisi dei “requisiti per l’occupabilità” che sono considerati essenziali per favorire l’accesso alla formazione negli scenari emergenti. • Competenze tecnico-professionali: analisi delle concrete attività operative connesse a determinate funzioni e processi lavorativi, da cui ricostruire il quadro delle competenze presenti nelle stesse attività operative. • Competenze trasversali: analisi delle caratteristiche non già del lavoro “in sé”, quanto piuttosto del comportamento lavorativo degli individui e delle “variabili” che sono in grado di influire, in modo efficace, sulle sue applicazioni. Il modello ISFOL propone inoltre l'individuazione d’unità di competenza così qualificate: capitalizzabili, certificabili e aggregabili. La capitalizzazione avviene attraverso un’acquisizione modulare di competenze che possono essere riaggregate dinamicamente e flessibilmente dal soggetto, in diversi momenti formativi della vita. La certificazione consiste nella possibilità di rilevare e attestare, ai fini della comunicazione tra sistemi (formativo e d’impresa) e subsistemi (scuola, università, formazione in genere), le competenze acquisite in un segmento indicativo ed omogeneo d’ambito professionale. L’aggregabilità delle competenze consiste nella composizione/ricomposizione del proprio profilo professionale. Descrivere le diverse fasi della costruzione della certificazione delle competenze Cosa certificare? Come costruire una certificazione? Le Regioni rilasciano il “Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore” valido su tutto il territorio nazionale, che corrisponde al 4° livello della classificazione dell’UE definita con Decisione del Consiglio della CEE (85/368/CEE) figura professionale e competenze Come? Al termine di ciascun corso IFTS, la Commissione esaminatrice, istituita allo scopo con decreto dirigenziale dalla Regione di competenza, esamina il candidato e dichiara il superamento delle prove finali di verifica. La Regione rilascia il certificato sopra descritto Chi? Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano rilasciano il Certificato Quando? La certificazione viene rilasciata alla fine del percorso formativo. Lo standard viene aggiornato con verifiche periodiche ratificate a livello regionale o nazionale. Il Direttore del corso può su richiesta dell’interessato rilasciare delle certificazioni intermedie Dove? Il format del certificato è stabilito dall’Accordo della Conferenza Unificata del 2.3.2000. In tale certificato vengono esplicitati oltre ai dati anagrafici del soggetto le competenze acquisite raggruppate in unità capitalizzabili Esiste un sistema specifico per valutare la qualità della certificazione? In Italia non esiste 60 un sistema specifico per valutare la qualità nel processo di certificazione, tranne l’azione di monitoraggio e la stesura del report annuale nazionale affidata dal Comitato Nazionale all’ISFOL. 61 Allegato 8 – Il caso francese Gorge Asseraf -CIEP Registration of Diplomas and Certificates in the National Directory of Professional Certifications Diplomas, Vocational Certificates as well as Qualification Certificates (issued by the social partners within the professional branches) can be registered within the RNCP - National Directory of Professional Certifications (“Répertoire National des Certifications Professionnelles”). Certifications thus registered are recognised nationally. Inclusion in the Directory is automatic for State diplomas and certificates, created with the consent of advisory authorities in which organisations representing employers and employees take part. Requests for registration are examined by the CNCP - National Commission for Professional Certification (“Commission Nationale des Certifications Professionnelles”), which then forwards its opinion to the Minister. The CNCP commission was officially created on the 17th of January 2002 by the social modernisation act (N° 2002-73) and is interdepartmental. For reasons related to management effectiveness, it is attached to the minister in charge of Vocational Training. The commission’s President and its members are appointed by the Prime Minister. The objectives of this commission are: • To establish and update the National Directory of Professional Certifications • To ensure that registered diplomas and certificates are renewed and adapted, in line with developments in the areas of work qualification and organisation. • To issue recommendations to institutions granting diplomas, professional certificates or qualification certificates. It informs individuals and companies of any equivalence between registered certifications, as well as equivalences between registered and other, particularly European, certifications. The National Commission of Professional Certification is made up of sixteen government representatives, ten social partners, three representatives elected by the consular chambers, three Region-elected representatives and twelve qualified individuals. These commissioners are appointed by decree of the Prime Minister for a renewable period of five years. In the process of evaluating requests for registration in the Directory, the National Commission relies on the works of a specialised commission composed of ten ministerial representatives and ten social partners. The National Commission of Professional Certification is equipped with a permanent structure called “Secrétariat National”, composed of Representatives as well as a network of Regional Correspondents. 62 National Directory of Professional Certifications Descriptive Summary of the Certification Title Box 1 Certification Authority Certification Signer’s Position Box 2 Box 3 Certification Level and/or Field of Activity Level: Box 4 NSF* Code: *NSF: Nomenclature des Spécialités de Formation (Training Speciality Code) Summary of Job Benchmark Description or Acquired Skills List of activities targeted by the diploma or certificate Attested Skills or Capabilities Box 5 Lines of Business or Types of Employment accessible to the holder of this diploma or certificate Most similar ROME* card codes: Box 6 *ROME: Répertoire Opérationnel des Métiers et des Emplois (Operational Directory of Crafts and Jobs) 63 Conditions for Obtaining the Certification Certification Components or Units: Validity of acquired components/units: … years. Enrolment Conditions Yes No Box 7 Jury Composition After having had courses as a student During an Apprenticeship After a program of Further Training During a Professionalisation Contract By Individual Application By Experience. VAE* procedure planned for … (year) *VAE: Validation des Acquis des Expériences (Certificate obtainment by Validation of Acquired Experience) Links to Other Certifications European or International Agreements Box 8 Box 9 Legal Basis Reference of Creation Decree (or date of 1st registration decree): Other References: Box 10 64 More information Statistics: Other sources of information: Place(s) of Certification: History: Box 11 65 Filling out the Descriptive Summary Form The aim of the Descriptive Summary form is to offer to the general public and information professionals a short but precise description of the contents of existing certifications. The term Certification is used here in a generic way to indicate any type of certificate signed by a clearly identified authority. The Social Modernisation Act and its application decrees specify that it can be a diploma, a title or an industry branch certificate. The summary information provided in the form can contain links to other, more elaborate, sources of information. The form can be subdivided into three areas of information: • Administrative and legal information regarding this certification, indicating the responsible authority (boxes 1, 2, 3 and 8 to 11) • Description of jobs or of skills, identifying the occupational target of the certification (boxes 5 and 6) • Requirements for acceptance or admittance of candidates (box 7). Box 1: Title Title of the certification as it appears in the official founding text or as it appears on the diploma or certificate. Example: Export Manager Box 2: Certification Authority The Institutional Authority responsible for establishing the benchmarks and for delivering the certification. Example: A ministry or any entity having the legal capacity to create a certification benchmark. In the case of a network, all the authorities responsible for the certification are listed here. Box 3: Certification Signer’s Position The signing of certifications is often delegated. The signer’s title or position is indicated here. Examples: - If the Minister of Education is responsible for the certification, the signer is the Chief Education Officer. - If the responsible authority is a private organisation, the signer could be its director. - For certifications defined by a specialised commission of social partners, the signer could be the secretary of the commission, etc. 66 Box 4: Certification Level and/or Field of Activity State the certification level and system of classification used. In general, one of the following classification systems is used: - For a degree: list of 1967 (based on number of years of study) - For a title certificate: list of 1969 (based on level of job responsibility) - Collective Labour Agreement for branch certificates The reference used to describe the certification is the NSF (“Nomenclature des Spécialités de Formation”) which was designed to enumerate the different work activities. Box 5: Summary of Job Benchmark Description or Acquired Skills Activities which the certificate holder can perform or potential job functions. description can vary, but should follow these guidelines: The type of List of activities targeted by the diploma or certificate 1. Specify activities that are as close as possible to the existing job benchmark description. In case the formulation is too general, such as when the job benchmark refers to global occupations, action verbs should be used to better define the role of the professional, for example “he oversees the production of…”, “he designs…” etc. 2. Indicate clearly the person’s position or possible positions with respect to a company’s production process (strategy formulation, operational objective definition, resource mobilisation, production of the goods or services, sales and distribution…); management functions can be listed, if applicable. A structured block diagram can be used to present these functions or to describe the organisational structure. 3. List the three or four most frequent, typical situations that demonstrate the skills and resources, in terms of knowledge or know-how, used by the person, without going into too specific details. 4. If applicable, and if possible, indicate what distinguishes this specific activity from other similar ones for which a wide range of resources must be utilised in a different manner. Any particular constraints (for example in work conditions or physical abilities) in carrying out this type of activity should be indicated. Attested Skills or Capabilities 1. Describe the capabilities or skills attested by the certification. 2. Show the relationship between the attested capabilities or skills and the targeted activities. 3. Avoid formulations with “being able” (example: being able to listen, having an artistic streak…). These elements refer to employer-specific formulations and cannot be evaluated by certifiers whose objective is to ascertain the transferability of acquired skills in work conditions. Example for the title of “crêpier” (cook specialised in making French pancakes): The crêpier carries out the following activities: - In production: preparation and baking of the pancake dough - In the laboratory: preparation of various sweet and salty stuffing - Customer service: receiving guests, advising and serving. 67 Attested capabilities and skills: - Has mastery over techniques for making different types of dough based on whole wheat and white wheat - Has mastery over methods for carrying out sweet or salty recipes - Has mastery over cooking techniques - Has knowledge and mastery of the rules for welcoming and servicing customers - Has knowledge and mastery of health and safety rules - Has mastery of conversion rules and stock management techniques. Some definitions1 Activity: A set of logical and/or chronological tasks (process) performed by a person and contributing to one or more functions in a firm, in conformity with identified conditions of exercise. Capabilities: An individual’s potential in terms of knowledge, know-how, and behaviour. Skills: A set comprised of know-how, a type of situation in which this know-how is most often utilised, and a reference knowledge which conditions the mastery of this know-how. Box 6: Lines of Business or Types of Employment accessible to the holder of this diploma or certificate Lines of Business The purpose is to describe the job context in which the work will be performed. Example for an agricultural certificate (“CAP agricole”) with an option in forestry and woodcutting: The skilled worker in forestry is employed by forestry contractors, developers, owners, paper industries, sawmills and their suppliers, forestry cooperatives, national forestry bureau… Accessible Types of Employment List the jobs that the certificate holders can have access to. Example for a diploma of “technicien commercial” (sales technical support) - Assistant Manager in medium and small companies - Sales Manager - Sales Representative - Department Manager in a department store ROME codes can be entered, if known. The ANPE (French employment agency) is in charge of verifying the coherence between the codes and the work benchmark references. Up to five ROME codes can be entered. 1 Two sources were used to establish those definitions: - Feasibility study – CEREQ/IRIS report “Validation des qualifications professionnelles” (Validation of professional qualifications) – July 2001 (not published) - “Méthodologie d’ensemble sur la professionnalisation durable” (General methodology on long lasting professionalisation) - European research conducted by the French Ministry of Education – Work document August 2002. 68 Activity Regulations Specify the reference to any particular regulation or special condition for exercising this activity and whether the required authorisation is included in the certification. For example, a special authorisation is required to exercise the job of forklift truck operator in warehouses – a certificate of aptitude for operating such vehicles safely. This authorisation is included with the certification for the title of Forklift Truck Operator issued by the French Ministry of labour. Box 7: Conditions for Obtaining the Certfication The conditions and methods of obtaining the certification are described in two ways: Certification Components or Units The presentation of the component parts of the certification clarify the means and types of assessment required to be granted the certification. What appears most often is a system of assessments which uses a combination or juxtaposition of assessment results, or certification “units” (that can either be capitalised or not). In most cases, three different approaches are used: - A system based on a combination of assessments of standardised job activities (for example certificates of professional skills which constitute the “professional title certificates granted by the French Ministry of Labour”) - A system based on the methods of assessment or the range or variety of tests used (for example: theoretical tests, continuous assessment, practical tests, listed with their objectives defined in terms of what knowledge content they evaluate) - A system based on the types of acquired knowledge and skills being assessed (domains or fields of knowledge, general knowledge, professional knowledge…). One or more assessment methods can be used for each type of acquired knowledge. The great diversity in the implementation of assessment systems does not allow for the creation of a specific description grid for each access path. The number of years during which the acquired components or units remain valid should be specified. Enrolment Conditions The composition of the jury in charge of granting the certification should be specified, indicating the percentage of professionals or people from outside the establishment. This should be done for each access method. Box 8/9: Links to Other Certifications / European or International Agreements Please indicate any equivalence agreements: • Whether there exists any equivalence, total or partial, to this certification for the purpose of obtaining another certification • The total or partial acceptance of certifications issued by other parties for the purpose of obtaining this certification. The legal text or agreement governing the equivalence should be indicated. In case of an agreement with a university, its name should be stated. Only agreements related to the certification can be taken into consideration here (example: cogranting or equivalences). Agreements concerning shared training modules or student 69 exchanges for the purpose of training do not apply here. Box 10: Legal Basis References to Official Decrees belong in this section. (In France, these would be references to texts published in the Journal Officiel, Bulletins Officiels ministériels, Bulletin Officiel des conventions collectives, décisions of the CPNE…). Box 11: More Information List any links to databases or internet sites containing more detailed and specific information regarding statistics (CEREQ), places and means of preparing for this certification (ONISEP, Inffo centre, CARIF, Universities etc…) If applicable, indicate any changes in the title of this certification since its creation. 70 Examples of Filled Out Forms National Directory of Professional Certifications (RNCP) Descriptive Summary of the Certification Title BTS : Brevet de Technicien Supérieur à référentiel commun européen "Responsable de l’hébergement”* *Advanced Technician’s Certificate with a common European benchmark description “In charge of Accommodation”. Certification Authority - Ministry of National Education Methods of Reference Development: Professional Advisory Committee Certification Signer’s Position - Chief Education Officer Certification Level and/or Field of Activity III (List of 1967) NSF Code: 334 Accueil, hôtellerie, tourisme* *Reception, Hotel Business, Tourism Summary of Job Benchmark Description or Acquired Skills The holder of this certificate manages the accommodation services of the establishment in an appropriate and efficient manner, while following the standards, policy and procedures in use at this establishment. He takes part in the development strategy of the establishment, participating in the choices of its marketing strategy and promotions, and contributes to the development of quality standards. He coordinates administrative operations related to billing, supervises the quality of services, relies on the reception desk to promote the image of the establishment and follows up on customers’ files to build customer loyalty. In the areas of customer care and reception, from first contact with the customers to the follow up after their departure, this manager makes sure that provisions are made for, in his office as well as in other departments, such that the customer’s stay corresponds as much as possible to their expectations. In his day to day activities he organises resources such as to manage risk, and collaborates with the other departments. Lines of Business or Types of Employment accessible by the holder of this diploma or certificate This line of work can be practiced in different establishments: Hotels of all sizes, Care Centres (for the handicapped, elderly, young, etc.), Cruise ships, Outdoor hotels, etc… Common job titles: Accommodation Manager / Director / Officer Most similar ROME card codes: 13134 71 Conditions for Obtaining the Certification Certification Components or Units: The diploma is made up of the following units: - Analysis and resolution of professional situations (in three languages) Study of the Economic, Legal, Commercial and Management aspects of the Accommodation business. Professional Project (in two languages) Marketing and Commercial culture Management of Accommodation Activities (in three languages) Applied Accommodation assignments (in two languages) Validity of acquired components/units: 5 years Enrolment Conditions After having had courses as a student Yes X During an Apprenticeship X After a program of Further Training X During a Professionalisation Contract X By Individual Application X By Experience X Links to Other Certifications No Jury Composition A teacher-researcher or a specialised regional educational inspector presides over the jury. It is made up of equal numbers of instructors and professionals having an interest in the diploma. A teacher-researcher or a specialised regional educational inspector presides over the jury. It is made up of equal numbers of instructors and professionals having an interest in the diploma. A teacher-researcher or a specialised regional educational inspector presides over the jury. It is made up of equal numbers of instructors and professionals having an interest in the diploma. A teacher-researcher or a specialised regional educational inspector presides over the jury. It is made up of equal numbers of instructors and professionals having an interest in the diploma. A teacher-researcher or a specialised regional educational inspector presides over the jury. It is made up of equal numbers of instructors and professionals having an interest in the diploma. A teacher-researcher or a specialised regional educational inspector presides over the jury. It is made up of equal numbers of instructors and professionals having an interest in the diploma. European or International Agreements Diploma with a common European benchmark description (9 countries: France, United Kingdom, Germany, Spain, Hungary, Czech Republic, The Netherlands, Italy, Belgium) 72 Legal Basis Reference of the General Decree: Decree N° 95-665 of 9 May 1995 (portant règlement général du brevet de technicien supérieur) Reference of Creation Decree (or date of 1st registration decree): Decree of 7 August 2003 More Information Statistics: CEREQ “REFLET” Database: http://www.cereq.fr Other sources of information : Onisep Eduscol CNDP Légifrance for the regulatory texts - http://www.cndp.fr - http://www.eduscol.education.fr - http://www.legifrance.gouv.fr - http://www.onisep.fr National Directory of Professional Certifications (RNCP) Descriptive Summary of the Certification Title Licence Professionnelle : Licence Professionnelle Hôtellerie et tourisme option management européen des produits touristiques* *Degree in Hotel Management and Tourism specialising in European Management of Tourism Products Certification Authority - Ministry of National Education - (Paris V) Certification Signer’s Position - President of the University of Paris V Certification Level and/or Field of Activity II (List de 1967) NSF Code: 334 Accueil, hôtellerie, tourisme* *Reception, Hotel Business, Tourism 73 Summary of Job Benchmark Description or Acquired Skills This professional can carry out various activities. As a manager of tourism products he designs and develops package tours for individuals or groups with destinations in France or abroad. He determines product costs and promotes them to service professionals. He can manage a team as well as sales. He might have to lead, coordinate and control all the employees and departments related to accommodation (floors, reception, lounge, maintenance…) He hires, trains and manages the work team and defines work rules. He organises and develops the accommodation activity. Lines of Business or Types of Employment accessible by the holder of this diploma or certificate Hotel Business, Tourism, Accommodation… This professional can fill in the following positions: - Product or Project Manager - Project Development Manager - Project Communication Manager - Webmaster Manager - Assistant Manager or Profit Centre Manager - Assistant Sales Manager - Site Development Manager - Event Assistant - Team Manager in a profit centre Most similar ROME card codes: 12242 13134 Conditions for Obtaining the Certification Certification Components or Units: The certification is granted after an assessment of the following units: - Tourism: Economy of Tourism; Social and Cultural Environment; Tourism Legislation; Tourism Law; Institutions - Management of Tourism Organisations: Management and strategy of service companies; Strategic competitive analysis; Project management methodology; Accounting and Finance; Human resources management - Design and Development of Tourism Products: Service Marketing; Design of Tourism Products; Quality; Sales and negotiations; Sales networks; Communication tools; Contract Law - Languages and Communication Tools: Business English; Professional communication; NTI; Use of professional Software Validity of Acquired components/units: not specified 74 Enrolment Conditions After having had courses as a student During an Apprenticeship After a program of Further Training During a professionalisation Contract By individual application By Experience Links to other Certifications Yes X No Jury Composition Persons having contributed to teaching (Modified law on higher education n°84-52 of 26 January 1984) X X Ditto X X X Teachers-Researchers Professionals and European or International Agreements Legal Basis Reference of Creation Decree (or date of 1st Registration decree): Decree of 17/11/99 published in JO (government gazette) of 24/11/99 and in BO (ministry bulletin) N° 44 of 09/12/99 More Information Statistics : Other sources of information : - http://www.univ-paris5.fr/ 75 Allegato 9 – Il caso sloveno Primož Hvala Kamenš.ek, MSc Centre of the Republic of Slovenia for Vocational, Education and Training The contribution of “B.E.A.TR.I.C” to the European certification system The questionnaire and the competence grid worked out at Lecce Meeting QUESTIONNAIRE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Who updates,who decides to create the diploma? Who is involved? Describing the process How to build up competences? One or more definitions of competences? Are there guidelines to describe competences Describing the different steps in the building up of competences Certification What to certify? (how to build up a certification?) How? Who? When? Where? 9. Is there a specific system to evaluate and/or assess quality of certification? Primož Hvala KamenšOek, MSc Seniorr adviser, Barbara Kun!i! Seniorr adviser, Centre of the Republic of Slovenia for Vocational, Education and Training 1. Who updates, who decides to create the diploma In Slovenia we have two different types of diplomas and certificates on nacional level: - School leaving certificates and - National occupational certificates One is awarded by the school (school leaving certificate) when a student successfully finnishes 76 all the requirements needed. In vocational schools this certificate gives evidence of a level of general knowledge and bacic skills acquired by the student and evidence of occupations that the student has been trained for. The other is a National Occupational Certificate that gives evidence of having skills to perform in an occupation. This certificate is acquired in the system of assessment and accreditation of prior learning and is aimed for adults; meaning people eaged at least 18. In both systems competence based occupational standards present the reference for defining the training outcomes and ensure transparancy of certificates. Originally, occupational standards were developed as a basis for the development of a system of verification and accreditation of knowledge and skills acquired outside the formal school system, i.e. through work, experiences etc. For this reason it was necessary to develop a basis which would enable an assessment of the skills and knowledge acquired at work and to establish which knowledge and skills an individual still lacks in order to acquire an occupational qualification within the system of National Occupational Qualifications. Later on it was proved that this is also a very good basis for the preparation of educational programmes. • • the Ministry of Education is responsible for cration and registration of school leaving certificates and the Ministry of Labour, Family and Social Affaires is responsible for cration and registration of National occupational certificate SLOVENIAN NATIONAL QUALIFICATION FRAMEWORK Legal basis: • The Vocational Education and Training Act (1996): regulates the acquisition of qualifications through educational programmes, which are adopted by Minister of Education, Science and Sport • National Vocational Qualifications Act (2000): set a national framework of all national qualifications, based on qualification standards, which can be obtained through formal educational programmes and also through validation of non-formal and informal acquired competencies. The NQS provides for two main ways that one can choose in order to reach national qualification: the school way and the (direct) certification way. The starting point for both ways is the elaboration of occupational profiles and relevant national qualification standards. While the school way leads to the education and vocational qualification, the certification way leads directly only to vocational qualification. This distinction is based on the traditional understanding of education and qualification. Qualification is understood instrumentally as individual’s possession of knowledge, skills and competencies needed to enter certain occupation. Both ways are inter-linked. In order to prevent from building two parallel qualification systems there have been attempts to use certified national qualifications as building blocks of education in case of going back to school. 77 Chart 1: Broad Structure of the National Qualification System OCCUPATIONAL PROFILES NATIONAL QUALIFICATION STANDARDS VET PROGRAMMES: DUAL & SCHOOL- DIRECT CERTIFICATION EDUCATION OCCUPATIONAL QUALIFICATION Generation and Approval of National Qualification Standards (NQSt) The initiative for a new qualification standard can be given by anybody. The relevance of the initiative is estimated as appropriate if an occupation, its part or newly appearing jobs are considered to be: relatively stable and long lasting, widespread, appearing in different work situations, enabling employment to a significant number of people, and comparable to the occupations appearing on the foreign labour markets. The preparation of the proposal for a new standard is organised by the National VET Institute in close co-operation with the chambers or relevant ministries, whose judgements are of high importance. Chambers and ministries may make proposals on their own, according to the methodology approved by the National Council of Experts for VET (NCE), and send them to the NCE via the National VET Institute – Centre of the Republic of Slovenia for VET (CPI). The National VET Institute assures that The National VET Institute assures that the proposal is elaborated according to the approved methodology and based on relevant expert analysis and information. National qualification standard is described by the following information: - the name and code of occupation - the level of job proficiency, - occupational/job competencies, and - the description of standard on the basis of a relevant occupational profile including typical tasks, knowledge, skills and eventual other requirements that a person, who enters certain occupation is supposed to meet. 78 On this basis it elaborates proposals for the new qualification standards or judges the proposals coming from the chambers and ministries. The analysis can be made also after the proposals reach the National VET Institute. To determine the level of job proficiency the analytical approach is used. Each occupation is estimated against the criteria of job complexity (length of work cycles, number and variety of tasks and level of pre-determination and predictability of tasks), required knowledge (levels of reasoning, numerical and language skills), responsibilities (for people, things and information), managerial responsibilities and other psychical and physical requirements and working conditions. On this basis qualification standards are prepared for the following levels: 3 – lower vocational qualification/education, 4 – middle vocational qualification/education, 5 – middle technical qualification/education, and 6 – higher short cycle qualification/education. These levels are comparable to the levels defined by ISCED. Level 3 and 4 correspond to the ISCED level 3C, level 5 to the level 3B and level 6 to the level 5B. Before the NCE receives the proposal for a new or revised qualification standard the sectoral committee on occupational standards should agree on them and the Board for the NQSt is expected to check if the standard is really needed, if it is not in the collision with the existing ones, if it is comparable with the standards abroad, if it is prepared in accordance with the legislation etc. At the end it proposes the standard to the NCE, which after final discussion and acceptance sends it to the approval by the Minister of Labour, Family and Social Affairs (MLFSA). The MLFSA also publishes the NQSt and keeps relevant data files. 79 Preparation and Approval of VET Programmes The initiative for the new VET programme or the renewal of the existing one may be given by any of the social partners. Usually it comes from the representatives of chambers and schools. The proposal for a new programme is prepared by CPI. The starting point is/are the national qualification standard(s). For the moment two variants of the programme may be prepared on the basis of the same standard(s): one for the school-based education and the other for the dual one. The difference between the two is basically in the scope of education and practical training. In the school-based programmes there is more of lecturing in the classrooms, while in the dual form there is more of practical training in the employers’ workshops. The prepared programme is submitted to the Commission for Programmes and to the NCE. Before submission it must be checked with the MESS if it fits with the set standards. After the programme is accepted by the NCE the Minister of Education, Science and Sport approves and publishes it. Certification of National Qualifications Certification of national qualifications (CNQ) is a new way to qualifications, which may lead indirectly also to higher educational levels. The starting point for the CNQ is a national qualification standard. On it basis catalogue of skills, knowledge and competences for certification or validation of non formal and informal acquired competences is prepared. The application may be submitted by any person of the age of 18 or more. The exceptions are younger persons, who have broken initial education and have acquired certain work experiences. The application is submitted to the institution, which is authorised by the Minister of Labour, Family and Social Affairs, and which is registered in the file of authorised institutions at the MLFSA. The authorised institutions could be chambers, schools and other legal entities that have adequate facilities to organise examination and personnel for co-ordination and administrative jobs. The application and applicant are assessed by the examination commission, which is appointed by the authorised institution. Members of the commission are selected from the list proposed by the chambers and trade unions and approved by the MLFSA for the period of four years. Members come from various occupational fields, are expected to have adequate expertise and must acquire a licence of the National Examination Centre, which keeps the adequate register. To get the licence one must have at least 5 years of experience from the field and must finish training for the examiners. The examination commission assesses the application and the candidate by means of direct oral or/and written examination, by demonstration of competencies in the working environment, on the basis of products made by the applicant etc. It can make assessment also on the basis of certificates that have been awarded to the applicant upon his/her finishing certain training courses etc. All the relevant prior knowledge should be assessed. The awarded national qualification is issued to the applicant by the authorised institution, where it is also registered. 2. Who is involved? 3. Describing the process The principle of social partnership is (in law) built into the proceedings for the preparation of occupational standards. Institutions representing employers (in Slovenia these are the 80 chambers – or ministries if a chamber does not cover a certain field) and trade unions as representatives of employees actively participate in the process of preparing and adopting (with consensus) occupational standards. In particular, the involvement of employers – who guarantee the currency of occupational standards and know the labour market needs – is extremely important. At the same time, this means that proceedings on the harmonisation of occupational standards’ contents can last for a number of months. This largely depends on the interests and needs of a certain branch. Partners in the process are: 1. Centre of the Republic of Slovenia for Vocational Education and Training as the central institution responsible for vocational education and training in Slovenia. It was established by: Ministry of Education and Sport of the Republic of Slovenia, Ministry of Labour, Family and Social Affairs of the Republic of Slovenia, Chamber of Commerce of the Republic of Slovenia and Chamber of Craft of the Republic of Slovenia. The Slovene VET system reflecting the demands of various stakeholders needs a central, core institution that can, co-ordinate and assist all the activities within vocational education and training (policy makers, administrators, social partners, teachers and students) and to develop, monitor and constantly improve the VET system as a complex mechanism. 2. Organisations that represent employers: Chamber of Commerce of the Republic of Slovenia, Chamber of Craft of the Republic of Slovenia and Chamber of Agriculture and Forestry have obligatory membership and then there are chambers that represent certain professions like Social Chamber or in case there is no chamber organised then the respective ministry represents the interests of employers. 3. Trade unions: they represent the interests of employees. 4. Curriculum experts (teachers, trainers, …): are involved in the process of defining of knowledge needed for performing an occupation in occupational standard and in defining the contents of educational programmes. Procedure for preparing and adopting of occupational standard what Initiative for new occupational standard or renewal of existing ones Evaluation of initiative Decision when new standards should be prepared or existing ones Development of occupational profile (description of tasks, goals, working conditions) and of occupational standard (occupational competencies defined at a certain level, professional knowledge and skills needed to perform these tasks are defined with experts for curriculum) who anyone (chambers,ministries, organisations, individuals) Centre of RS for VET Sectorial boards (represenatives of social partners) nominated by the minister responsible for labour. Social partners (chambers or ministries and trade unions) organised in Sectorial boards prepare lists of experts and from which the chambers or ministries select a working group for each occupational profile and standard. Centre of the RS for vocational education and training defines methodology for the preparation of profiles anmd standards and coordinates the preparation Curriculum experts from schools define the knowledge needed to perform tha 81 Verification of occupational profile Verification of occupational standard Positive opinion Adoption and publishing of occupational standard tasks in occupation. social partners (chambers, or minstries and trade unions) Sectorial boards decides when the standard corresponds actual needs and can be sent to the Council of Experts for VET. Every 5 years the documents should be revised. The sectorial board decides if analysis should be made and should it be done by CPI or chambers. Council of Experts of the Republic of Slovenia for VET (representatives of social partners) Minister of Family, Labour and Social Affairs When the occupational standard is prepared the educational programme and the catalogue of professional knowledge and skills are developed : - Educational programme defines the Catalogue of professional knowledge and skills enables the acquisition of a National Occupational Certificate that enables verification of the candidate’s occupational qualification through the system of assessment and accreditation of non-formal learning. Schools (teachers, trainers) are actively involved in preparation of occupational standards after the occupation is described by the employers they include the knowledge needed for implementation and acquisition of occupational skills. How to build up competences (skills)? In the vocational skills inventory competences are described in each key task linked : Definition of expert groundwork: statistical analysis analysing national expert groundwork legal stipulations or regulations in Slovenia and EU countries conducting pilot studies on the basis of the analysis on selection of the core company upon defining the occupational profile at the national level: analysing the company’s business segments defining technological processes and describing the processes determining the type of services, products defining types of workplaces which correspond to the specific or individual work (technological) process number of employees in terms of: sector workplace total outworkers (in terms of profession, services, professional services) outside partners; secondary liaisons for implementation of the sector defining development trends in terms of sector defining development processes in terms of technological processes defining development trends in terms of workplace development: integration, deintegration, development of new professions defining development trends in terms of employment within next 5 years analysing work and task descriptors regarding occupation or workplaces in professional field 82 structuring technical contents of the occupational profile formulating a proposal on the draft qualification structure to resources given by the company (in order to have the vocational and technical context of the job in terms of means, methods, procedures, etc.) to resources of the professional in terms of general associated knowledge to the company requirements in order to link the implementation of competences and what the company is expected for One or more definitions of competences? Are there guidelines to describe competences Describing the different steps in the building up of competences What are competences, how are they divided, categorized? Explaining the notion of "competence", let us consider the dilemma concerning the use of terms "competence" and "competent individual", because the notion itself explains lifelong process of professional build-up of an individual. The first attempts at a definition of "competence" appeared from the beginning of the sixties to the eighties of the 20th century with American authors (White 1959, McClelland 1973, Boyatzis 1982); we can say that they are understood in accordance with traditional behaviorism. Competences are understood as a type of personal characteristics, capacities for professional and quality acting of an individual and for their high motivation. The following comprehension and understanding are developed as a counterweight to the theory of manifold intelligences that is followed by many psychological intelligence tests. In the eighties of the 20th century, a new comprehension of competences appeared in Great Britain; it is a functional approach. Competences are the core element of an occupation/qualification which is defined by a vocational standard. The "competent individual" means to have competency, capacity to carry out a work activity or task. Competences represent an individual's integral link with training programmes and with the possibilities of employment in labour market. Vocational standards, as answers to the needs of social partners, represent the basis for further development of training programmes that emphasize practical and functional knowledge, skills, behaviours, competences, etc., and disregard the gaining of general and professional-theoretical knowledge. In the nineties of the 20th century, there were attempts in Great Britain to do away with the deficiencies of the system of competence-based training by introducing the so-called criteria for the evaluation of the achievement level of competences, namely: the level of performance complexity of skills and routines and of understanding of knowledge, including aspects of personal efficiency. The following two criteria include quality indicators for the evaluation (examination and assessment) of skills, routines, knowledge and personal efforts, relationships. Later, Cheetham and Chivers (1996, 1998) developed an integral model of occupational competences. In relation to the content of an individual's personal and professional formation, they distinguish five types of competences: knowledge/cognitive competence functional competence personal, behavioural competence values/ethical competence meta-competencies (Cedefop, 21.06.2004, 6) The most recent, more integral and the most up-to-date attempt of competence comprehension appeared in the nineties of the 20th century in France. It is the so-called multi-dimensional or multidirectional approach to the comprehension of competences which has gone through several development stages. The stage of added value concerning understanding human capital, the stage of theorizing, and the stage of critical approach from the quality aspect. 83 Competences are understood as the remainder of the classical, traditional knowledge and skills that are required for the quality performance of a work activity or task. It is the so-called hidden or invisible capital, within the meaning of transversality of knowledge and skills (concerning their transfer, building, and interconnection) that are shown particularly in the case of integral solutions to problems, unpredictable situations, creativity and the invention of novelties, etc. Competences should be evaluated from the aspect of an individual progress of a person, career planning, vocational mobility, and work efficiency from the aspect of progress and reward. On the basis of the typology of three more integral attempts at a definition of competences – the approach of traditional behaviorism, functional approach, and multidirectional approach – two structural dimensions of the division of competences can be summarized: individual aspect linked to cognitive, emotional and psychophysical abilities, capacities, and personal characteristics of an individual; and universal professional aspect linked to the content, working processes of an occupation, and organizational activities of an undertaking. Competences explain the merits of knowledge, content (what), skills, ability to use knowledge (how), and also causes, motives, relations, values, convictions, nature (why). Competence is a process of an individual's professional formation, self-realization. Competence, as a reflection of the competent individual, reflexes a subjective entity. Its objective substantive part is defined only by professional knowledge and by the content of a given vocational qualification. "Competencies represent the abilities to use knowledge and other capacities in order to efficiently carry out some work and to perform a task or assume a role in a work process in accordance with work efficiency standards. They include knowledge, skills, routines, personal and behavioural characteristics, convictions, values, self-image etc., all those things that, taken together, are a better guarantee for work efficiency than only knowledge in itself". (Gruban, 2004, 1) Here, we will use the following definition as our point of departure: Competence is knowledge, ability, capacity and responsibility of an individual to activate, use and link gained knowledge together in complex, various, and unpredictable situations in order to carry out a work activity in a quality manner. In the professional formation of an individual, it is the subjective entity of vocational qualification which tends to objectivize the elements and content by which it is defined, because it is the only way in which it defines an occupation as a feature belonging to labour market. We can distinguish several types of competences, subject to the scope of the content and transversality of knowledge, skills, behaviours, relations etc. 84 OCCUPATIONAL WORK-SPECIFIC COMPETENCE COMPETENCES GENERIC COMPETENCES GENERAL COMPETENCES specific to individual occupations, workplaces or tasks common to similar tasks or groups of workplaces or to related occupations subject to the level of complexity of work activities BASIC, GENERAL common to all employees and OR KEY transferable between various work activities COMPETENCES Criterion: the scope of the content, transversality of knowledge, skills, behaviours, relations, etc. (Cedefop, 21.06.2004) PRINCIPLE TRANSFERABILITY of the "content" from the general to the horizontal transfer professional from abstract conceptualization to concrete operationalization vertical transfer OCCUPATIONAL WORK-SPECIFIC COMPETENCES COMPETENCES GENERIC COMPETENCES GENERAL BASIC, GENERAL COMPETENCES OR KEY COMPETENCES Hereinafter, we present an attempt at a combination of criteria for the planning of competences from the aspect of defining vocational standards/vocational qualifications, as well as from the aspect of an individual's professional growth or vocational career. We can distinguish two criteria: the scope of the content, transversality of knowledge, skills, behaviours, relations, etc. (Cedefop, 21.06.2004) the content of an individual's personal and professional formation, Cheetham and Chivers (1996, 1998) 85 CRITERIA FOR THE PLANNING OF COMPETENCES FROM THE ASPECT OF THE INDIVIDUAL'S PROFESSIONAL CAREER • • professional growth transversality 1. work-specific competences 2. generic competences • the level of complexity of an occupation/qualifica tion ISCED (ISO) 3. basic, general or key competences • • • 2. functional competences (skills, routines) 1. cognitive competences (knowledge, understanding) 3. personal, social, professional and ethical competences, as well as metacompetences (habits, practices, decision making, behaviour patterns) tranzverzalnost 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. linguistic literacy numerical literacy information literacy 1. The contents of cognitive competences should be viewed from the aspect of the comprehensiveness of the contents or from transfersality/transferability of knowledge. It is the capacity of analytical conceptualization of knowledge that increases subject to a higher level of complexity of a task and subject to the type of mind processes needed for quality performance of work tasks or of an occupation at an individual level of complexity. We can follow two principles: from the general to the professional; from the general to the individual. With the generality of the content, the transversality of knowledge increases or decreases subject to the complexity (specificity) of a task. 2. The functionality of competences can be viewed in the light of the following criteria: the level of complexity of a task and automatization of work. The higher the automatization of work, the lower the level of complexity of a task; it is the principle of inverse proportionality between a routine or skill and the complexity of a task. 3. It is a fact that in connection with personal, social, professional and ethical competences, as well as with meta-competences, the level of complexity of the behaviour patterns increases subject to work specificity of the content and to the level of complexity of a task. 4. By their content, basic, general or key competences are universal in such a way that the content is transferable to all situations. The development of typology for distinguishing and classifying competences is important for the mobility of an individual in the labour market, due to the following reasons: • vertical division or structuredness of competences at the level of complexity – in connection with the planning of an individual's career and professional growth; • horizontal division or structuredness of competences at the level of complexity – in connection with the mobility within an activity and between related activities; • international comparability or evaluation of competences – in connection with the mobility on competitive global labour market. 86 In the theory of lifelong education and development of the individual, the ways of acquiring competences are different: formal and informal. The emphasis or focus is based on the identification or evaluation of knowledge, skills, and behaviour patterns that all together form the competence. FORM OF "EDUCATION" In the light of the criterion concerning the mastery and evaluation, we can distinguish the following functions: EVALUATION internal Formal adaptation public recognized qualification Informal tacit knowledge accreditation (Cedefop, 21.06.2004, 6) The basic function of competences is formulated as an objective to reduce and surpass the differences between ways of acquiring knowledge, skills, behaviours, etc. in formal and informal spheres. The evaluation of occupational competences requires real working environment where the practices (competency) of an individual are estimated in the framework of an anticipated social environment. The assessment and evaluation of key generic competences requires abstract understanding of the content, performance of a task, and behaviour. As subjective entity, the competence should be evaluated from the aspect of the competent individual, gradual process of mastery and achievement of set objectives and quality criteria. The assessment and evaluation of individual's achievement of a level of competence is possible on the basis of set standards, indicators, and criteria for the quality of knowledge, skills, behaviours, etc., and for the practices. The achievement of competences or the individual's competency is described as the individual's competency or non-competency to carry out a task in a quality manner and in accordance with standards, and not as capacity or non-capacity. 87 What to evaluate, asses, verify, and what to assess? • WHY behavioural aspect - behaviour guiding aims 1. COMPETENCES global aims HOW • functional aspect - skill, routine operational and formative aims 2. VOCATIONAL STANDARD WHAT cognitive aspect - knowledge operational and informational aims 3. KNOWLEDGE STANDARD • VOCATIONAL AND SOCIALIZING STANDARDS for evaluation, Criteria Criteria for the evaluation of Criteria for evaluation, the quality of applying assessment, and verification assessment, and verification knowledge and skills of (generic) standards for of standards for general and professional knowledge and (key) professional knowledge skills required for the acquisition of national vocational qualification TRENDS, BEHAVIOUR PATTERNS QUALITY QUANTITY EVALUATION In the light of the theory of lifelong learning and integration of the formal and informal paradigms, personal professional experience is, in relation to knowledge standard formally determined and defined at the national level, namely a question of identification, evaluation, and recognition. There is a dilemma concerning the possibility of different integrated forms of evaluation of the achieved results in the light of pedagogic process as the individual's informal experience (selfassessment). The field of learning is a meeting point of two paths: • of education programmes seen from the aspect of the formal in the light of pedagogic paradigm; and • of the certification system seen from the aspect of the informal in the light of experiential paradigm. In any case, both systems should be brought together to the common starting point of the anticipated occupational competence results as the core elements of national vocational qualifications. 8. Certification What to certify? (how to build up a certification?) School leaving certificates in vocational schools are awarded by the school (school leaving certificate) when a student successfully finnishes all the requirements needed. In vocational schools this certificate gives evidence of a level of general knowledge and bacic skills acquired by the student and evidence of occupations that the student has been trained for. Students also get a right to continue their studies on a higher level School leaving certificates are built in the collective agreements. Usually employers demand certain type of school leaving certificate for a certain job and the paying system is also regulated according to the level of certificates. National Occupational Certificate gives evidence of having skills to perform in an occupation at a certain level. This certificate proves that a person is qualified to perform in an occupation. National occupational certificates are rather new in our system. Therefore these certificates are not yet a part of collective agreements but that is still in process of acknowledging. 88 Certificates based at the interprofessional level, at the level of a branch organisation, at the level of a firm are not nationally recognised and do not have any connection to the national certificates. Usually they give evidence that the candidate has acquired some knowledge or skill to operate on some technology or has been trained in a field of social competences. They cover a much narrower field of skills or knowledge then the National occupational certificate. Who, How and When? In vocational schools we know two types of assessment of knowledge that gives a school leaving certificate. In three year schools we have a final exam and is executed by teachers in four year schools we have a so called professional matura which is in one part external and is done by national external commission and in one part is executed by teachers in the school. In the system of National occupational certificates candidates can acquire a certificate through on the job assessment or through validation of prior learning and practical skills gained through work. That is done with personal portfolios that are prepared by candidates with the help of special counsellors. Candidates have to prove their knowledge and skills by gathering different documentation that can prove their experience, skills, knowledge before nationa commission. How are diplomas and certifications classified in terms of levels: a) levels of training which lead to these certifications according to length of time or other criteria ? Levels of programmes of vocational and technical education: - short-term vocational education programmes – 2,5 years programmes - secondary vocational education programmes – 3 years programmes - secondary technical education programmes – 4 years programmes and 3 +2 model - post-secondary vocational education programmes – 2 years programme after technical education b) levels of qualification of the professions which require the diplomas ? Occupational standards are prepared on following proficiency levels: - I. – simple work - II. – less-demanding work - III. – work on the middle level of demanding - IV. – demanding work - V. – more demanding work - VI.- very demanding work c) what are the correspondences between these two types of classification ? As said above occupational standards are the base for preparation of educational programme. Compatible standards on the same level are merged in one educational programme. The correspondence of levels of occupational standards and levels of education programmes is presented in the following table: 89 Proficiency level of occupational Level of education programme standard III. lower vocational education programmes IV. vocational education programmes V. technical education programmes VI. higher technical education programmes We don't prepare occupational standards for occupations on level I. and II, because we don't need any specific knowledge or skills to perform such occupation which are more or less routine, therefore there is no need for the development of education programme. We have different law and different methodological solutions for occupations on level VII. and higher, since we need higher or university education for effective performance in these occupations. Where? Examinations for school leaving certificates are provided partially (theoretical subjects) by school and practical part by employers (in agreement with the Chambers). Assessment and validation of skills and knowledge in the system of National occupational certificates is provided by the assessing institutions that have a licence from the Ministry of Labour. 9. Is there a specific system to evaluate and/or assess quality of certification? Legislative solutions enable the validation of informal and non-formal learning, but the practical solutions does not allow the acquisition of diplomas through informal and non-formal learning yet. The developments are going to this direction and new methodological solutions are being developed at the moment. Key qualifications are a very important part of education programmes and for acquisition of the diploma candidate need also to prove such general and crosscurricula knowledge and at the moment we are in the process of development of methodological solutions and first standards for key qualifications. However, National Occupations Qualification Act, adopted in year 2000, opened a possibility for acquisition of occupational qualification through informal and non-formal learning and is also linking to Vocational Education and Training Act with aim to enable the validation of informal and non-formal learning in vocational and technical education as well. Successful candidate gets only occupational qualification on specific level, and certificate proofs that he / she is qualified for effective performance in this specific occupation. This is not identical to education programme that also leads to the same occupation. Education programme is much broader, because it is a combination of education for more occupations and also of general knowledge or key competencies on specific level. 90 THE INTERNATIONAL STANDARD CLASSIFICATION OF EDUCATION ISSN 1408 . 6948 THE EDUCATION SYSTEM IN SLOVENIA 1999 Published by: Ministry of Education and Sport, Eurydice Unit Edited by: Tatjana Plevnik, Andrej .i.mond Translated by: Vesna Marn Borec Linguistic revision: Alan McConnell-Duff Printed by: Tiskarna Jo.e Mo.kriè d.d. Copies printed 4500 Ljubljana, December 1999 ISCED is a multi-purpose system designed for the comparative analysis of education systems, whatever the respective structure of the national education systems and whatever the stage of economic development of individual countries. The ISCED levels stand for broad steps on the educational ladder from very elementary to more complex experiences; the more complex the programme, the higher the level of education. The notion of the .level of education. is related to the degree of complexity of curriculum contents. Classification by levels, however, cannot be based directly on educational contents because the contents of educational programmes cannot be directly assessed and compared in an internationally consistent way. Curricula are far too diverse, multi-faceted and complex to permit unambiguous determinations that one curriculum belongs to a higher level of education than another. International curricula standards that are needed to support such judgements do not as yet exist. The ISCED empirically assumes that there exist several criteria which can help point to the level of education into which any given education programme should be classified. These may be admission criteria, possibilities for the continuation of education, typical age of participants, teaching staff qualifications, etc. The level of the programme is determined by applying such criteria. 0 PRE-PRIMARY EDUCATION Programmes at level 0 are designed for children aged at least 3 and up to the age limit depending on the typical age for entry into primary education. Pre-primary education is distinguished from child-care by staff qualification requirements (pedagogical and para-medical, respectively). 1 PRIMARY EDUCATION OR FIRST STAGE OF BASIC EDUCATION Programmes at level 1 are designed for children, the legal age of entrance being not younger than 5 years or older than 7 years. This level covers in principle six years of full-time schooling. Programmes are organised in projects rather than by subjects. In countries where primary education is part of .basic education., only the first stage should be included in level 1. If .basic education. is not officially divided into stages, only the first six years should be classified as level 1. 2 LOWER SECONDARY OR SECOND STAGE OF BASIC EDUCATION Programmes at this level are designed to complete the provision of basic education, which began at ISCED level 1. Children having completed approximately six years of primary education enrol in education at this level. The level ends after some nine years of schooling since the beginning of primary education. The end of this level often coincides with the end of compulsory education. Often, at the beginning of this level, several teachers start to conduct classes in their field of specialisation. ISCED level 2 programmes can be sub-classified according to the type of subsequent education or career destination and the programme orientation (A . general, B . pre-vocational, C . vocational). In countries where primary education is part of .basic education., the second stage of .basic education. should be included in level 2. If .basic education. is not officially divided into stages, the years after the sixth should be classified as level 2. 91 3 (UPPER) SECONDARY EDUCATION For those countries which have a system of compulsory education, this level typically begins at the end of full-time compulsory education. The typical entrance age to this level is 15 or 16 years. The entrance qualification for this level is the completion of approximately nine years of full-time education or other minimum entrance requirements. Programmes can be sub-classified by the type of subsequent education or destination, programme orientation, and cumulative theoretical duration of education since the beginning of level 3. • ISCED 3A: programmes providing direct access to higher education at universities (level 5A and level 6) • ISCED 3B: programmes providing direct access to professional higher education programmes (level 5B) • ISCED 3C: programmes not designed to lead directly to post-secondary or higher education programmes but either directly to the labour market or to level 4 or other level 3 programmes. 4 POST-SECONDARY NON TERTIARY EDUCATION ISCED 4 includes programmes that straddle the boundary between upper secondary and postsecondary education from an international point of view, even though they might clearly be considered as upper secondary or post-secondary programmes in a national context. They are often not significantly more advanced than programmes at level 3, but they do serve to broaden the knowledge of participants who have already completed a programme at level 3. Typical examples are programmes designed to prepare students for studies at level 5, who, although having completed level 3, did not follow a curriculum which would allow entry to level 5. The students are typically older than those in upper secondary programmes. Programmes can last from six months to two years. They can be sub-classified by the type of subsequent education or destination, cumulative theoretical duration since the beginning of level 3, and the programme orientation. - ISCED 4A includes programmes that prepare for entry to level 5A and 6 programmes. - ISCED 4B includes programmes primarily designed for direct entry to level 5B. - ISCED 4C includes programmes designed for labour market entry. 5 FIRST STAGE OF TERTIARY EDUCATION The following criteria are relevant for the definition of this level: entrance requirements (successful completion of level 3A or 3B or 4A or 4B); the cumulative theoretical duration of these programmes must be at least two years from the beginning of level 5. Subdivision permits classification by the type of programmes (theoretically or practically based), the cumulative theoretical duration, and the position in the national degree or qualification structure (first, second or further degree). - ISCED 5A programmes are tertiary programmes that are largely theoretically based and provide entry into advanced academic programmes. They have a minimum cumulative theoretical duration of at least three years, although typically they are of four or more years. If three years are required for a degree, it is usually preceded by at least 13 years of previous schooling. For systems in which degrees are awarded by credit accumulation, a comparable amount of time and intensity is required. - ISCED 5B programmes are typically shorter than those in 5A and focus on occupationally specific skills geared for entry into the labour market, although some theoretical foundations may be covered in respective programmes. 6 SECOND STAGE OF TERTIARY EDUCATION This level includes tertiary programmes that lead to the award of an advanced research qualification. Programmes are therefore devoted to advanced study and original research, and are not based on lectures only. This level prepares graduates for faculty posts in institutions offering ISCED 5A programmes and research posts in government, industry, etc. 92 93 94 THE EDUCATION SYSTEM1 IN SLOVENIA 1999 1 Per il documento completo si veda la sezione dedicata del sito web 95 GENERAL PRINCIPLES AND GOALS In Slovenia we have striven to establish a comprehensive and high quality system ofeducation, available to as many people as possible, at all levels, that provides thehigh standards expected of a developed country. The basis for the present system of education and its future development was the White Paper on Education in the Republic of Slovenia, published in 1995 in Slovene and in 1996 in English, written in co-operation with many experts. The concepts proposed therein provided the basis for legislation a year later. The goals and solutions, defined in the White Paper and built into the legislation, were the result of professional contributions, research, and expertise from different disciplines. The White Paper goals were: to increase the possibilities of including pre-school children in pre-school education programmes; to link the present, compulsory one-year school preparation and the eight-year elementary school into the single structure of a nine-year elementary school and provide the mechanisms for successful completion of elementary school for all pupils; to encourage the largest possible proportion of the youth population to enrol in general or technical and vocational secondary education; to improve the possibilities of transferring between the categories of the education system; to improve functional and .cultural. literacy among adults and increase the scope of adult education; to organise additional activities for children from culturally and socially less encouraging environments; to ensure equal opportunities for both sexes, at all levels of the education system; to increase the opportunities for the care and education of children with special needs. The new legal regulation of the present education system, based on the principles of democracy, autonomy and equal opportunities, was adopted in Slovenia in 1996. It includes a set of six acts: the Organisation and Funding of Education Act, Pre-school Institutions Act, Elementary School Act, Gimnazije Act, Vocational and Technical Education Act, and Adult Education Act, all adopted in February 1996. A special characteristic of the new legislation is the gradual introduction of changes with a simultaneous provision of material and personnel conditions, as well as financial resources, for its implementation. The new legal regulation of the higher education system was introduced already at the end of 1993 and came into force at the beginning of 1994. The basic principles of the Higher Education Act are the autonomy of universities and other higher education institutions, deregulation in connection with the principle of autonomy, public accountability, equal opportunity, integrity of research and teaching, and open possibilities for the establishment of public and private higher education institutions. Slovene higher education is first and foremost oriented towards achieving the following goals: • to establish a modern and unified higher education system comparable to other European systems, which would enable the introduction of international standards and a two-way flow of students, higher education teachers, and high-grade knowledge; • to provide the environment for a dynamic system to encourage quality education; • to widen admission to higher education for both full- and part-time study; • to increase the number of students and graduates; • to renew post-graduate studies and increase the number of postgraduate students; • to enable a systematic link between research and teaching; • to establish co-operation between higher educational institutions and the real economy, local communities and the general public. 96 ACHIEVEMENTS Altogether 240 educational facilities have been built anew or reconstructed since 1992. The share of the gross domestic product allocated to education increased from 4.76% in 1992 to 6% in 1998. Increased enrolment in secondary and higher education and improved educational performance most vividly mark the recent period. The percentage of children taking part in pre-school education is growing. It increased from 50% in 1992 to 59% in 1999. Fully 98% of elementary school leavers now decide to continue their studies after the completion of compulsory education, and 84% of secondary school leavers after their graduation from a four-year secondary school. The number of students enrolling especially in four-year secondary school programmes is increasing every year. There are twice as many students in higher education now than there were at the beginning of the nineties. The number of graduates is also growing: it increased by 50% from 1990 to 1998. Lifelong learning is also augmenting: a special project for the education of the unemployed for example, includes more than 6,000 participants (in 1999). The three-year renewal of curricula contents spanning the levels from pre-school to secondary school education is winding up. The new nine-year single structure elementary school programme has been launched at 42 elementary schools. The implementation of the new preschool education curriculum has also begun. The in-service training of pre-school and elementary school teachers started three years before the beginning of the compulsory education renewal. The preparation of teachers for new contents and teaching methods and resources is one of the priority tasks of in-service education and training. Special attention is paid to balancing the demands for teachers. The dual (apprenticeship) schemes of vocational education and the new system of post-secondary vocational education have successfully undergone their pilot period. The cluster of seven adopted acts concerning the levels from pre-school to university and adult education will be joined by three new ones: on the matura examination (external final examination), on placement of children with special needs, and on sic schools. Matura examinations were offered in the mid-nineties. Their legal regulation will bring some new improvements in the system. In addition to offering examinations in two compulsory subjects, mathematics and a foreign language, at two levels of difficulty, gimnazija (general upper secondary school) will also provide a more suitable preparation for examinations in those subjects at two levels. Schools providing the education of children with special needs have been adapting to the latest findings in the profession by increased mainstreaming of such children and by introducing more differentiated and individualised forms of education. The new act will verify the changes that have already been implemented in practice. In a similar way, a legal framework for the dissemination of successful teaching practice and coordination with the renewal of the whole education system will be provided for music schools. The future development of the Slovene education system will be primarily characterised by the improvements to the system. Amendments to the Higher Education Act have already been adopted in Parliament. They will change the composition of the senates of higher education institutions so that not only full professors but also all the academic and academic support staff will be represented by the senate. Lump sum funding, which better suits the autonomous role of the university, will be introduced. The transition from the secondary school level to higher education will also be liberalised. The poklicna matura examination (a type of vocational final examination) will make it possible for graduates of technical secondary schools to enrol in university type and not only professional type of programmes if they pass a matura examination in an additional subject. Changes have been and will continue to be gradual and based on thorough consideration by teams of experts. In implementing the new developments, we pay special attention to social security in the system. All new elements introduced in the school system are carefully and watchfully monitored and the outcomes regularly evaluated. 97 Allegato 10 – Il caso olandese 98 99 100 Allegato 11 – Il caso tedesco Ausbildungsprofil Kaufmann für Tourismus und Freizeit /Kauffrau für Tourismus und Freizeit 1. Berufsbezeichnung Kaufmann für Tourismus und Freizeit/ Kauffrau für Tourismus und Freizeit Anerkannt durch Verordnung vom 18.03.06 2005 (BGBl. I. S. 794 ) 2. Ausbildungsdauer drei Jahre Die Ausbildung findet an den Lernorten Betrieb und Berufsschule statt. 3. Arbeitsgebiet Kaufleute für Tourismus und Freizeit sind in Unternehmen der Tourismus- und Freizeitbranche tätig. Dazu gehören regionale und nationale Tourismus- und Freizeitorganisationen, lokale und regionale Tourismusstellen unterschiedlicher Rechtsform, touristische Branchenverbände, Freizeitbäder, Freizeit- und Ferienparks, Campingplätze, Marinas, Incoming-Unternehmen, touristisch orientierte Verkehrsunternehmen, weitere Einrichtungen und Unternehmen zur Vermarktung touristischer Attraktionen sowie Unternehmen und Organisationen des Gesundheits- und Wellnesstourismus. 4. Berufliche Fähigkeiten Kaufleute für Tourismus und Freizeit - entwickeln, vermitteln und verkaufen touristische und freizeitwirtschaftliche Produkte und Dienstleistungen - koordinieren regionale und lokale touristische Angebote nach Kundenwünschen - informieren zielgruppenspezifisch über touristische Leistungen und Attraktionen, auch in einer Fremdsprache - beraten und betreuen Kunden, bieten Serviceleistungen an - inszenieren Aktionen und führen Veranstaltungen durch - wirken bei der Entwicklung von Marketingmaßnahmen mit und setzen diese um - arbeiten mit lokalen und regionalen Partnern zusammen - wirken bei der kaufmännischen Steuerung und Kontrolle mit - gewährleisten Servicequalität und beachten Umweltstandards - wenden Informations- und Kommunikationssysteme an - wirken bei der Sicherstellung der Funktionsfähigkeit von technischen Anlagen und Einrichtungen 101 Gegenstand der Berufsausbildung sind mindestens die folgenden Fertigkeiten und Kenntnisse: (1) 1. Der Ausbildungsbetrieb: 1.1 Stellung, Rechtsform und Struktur des Ausbildungsbetriebs, 1.2 Berufsbildung, Arbeits- und sozialrechtliche Grundlagen, Personalwirtschaft, 1.3 Sicherheit und Gesundheitsschutz bei der Arbeit, 1.4 Umweltschutz; 2. Arbeitsorganisation, Informations- und Kommunikationssysteme: 2.1 Arbeitsorganisation, 2.2 Methoden des Projektmanagements, 2.3 Informations- und Kommunikationssysteme, 2.4 Datenschutz und Datensicherheit; 3. Kommunikation und Kooperation: 3.1 Kundenorientierte Kommunikation, Kundenbetreuung, 3.2 Teamarbeit und Kooperation, 3.3 Präsentation, 3.4 Anwenden einer Fremdsprache bei Fachaufgaben; 4. Betriebliche Organisation: 4.1 Betriebliche Ablauforganisation, 4.2 Beschaffung und Materialwirtschaft; 5. Leistungsangebot: 5.1 Destination und Region, 5.2 Leistungserstellung, 5.3 Gewährleistung von Servicequalität; 6. Veranstaltungen: 6.1 Veranstaltungskonzeption, 6.2 Veranstaltungsorganisation; 7. Marketing: 7.1 Marktanalyse und -beobachtung, 7.2 Werbung und Verkaufsförderung, 7.3 Öffentlichkeitsarbeit, 7.4 Vertrieb; 8. Kaufmännische Steuerung und Kontrolle: 8.1 Betriebliches Rechnungswesen, 8.2 Kosten- und Leistungsrechnung, 8.3 Controlling; 9. eine im Ausbildungsvertrag festzulegende Wahlqualifikationseinheit aus der Auswahlliste gemäß Absatz 2. 102 (2) Die Auswahlliste gemäß Absatz 1 Nr. 9 umfasst folgende zwei Wahlqualifikationseinheiten: 1. Gewährleistung der Funktionsfähigkeit von Tourismus- und Freizeiteinrichtungen: 1.1 Betriebssicherheit, 1.2 Technischer Betriebsablauf, 1.3 Pflege und Wartung; 2. Gestaltung der Destination: 2.1 Destinationsprofil, 2.2 Kooperation in der Destination, 2.3 Destinationsvermarktung. Letzte Änderung: 10.11.2005 103 Allegato 12 – Il caso rumeno Development and validation of vocational qualifications a guide Overvi ew This manual gives step by step guidance on the development and review of vocational qualifications in Romania. It is written from the point of view of initial VET – that delivered in the school system below university level. However because the school system sits as part of a wider system of usage of vocational qualifications much of the guide applies also to vocational qualifications developed for use outside the school system. A system for the maintenance of relevant vocational qualifications can be conceived as follows: The guide follows this structure, with a section on each.1 The intention is that these sections 1 Identify need for qualifications development or review 2 Determine responsibility for qualifications development 5 Review of qualifications 4 Validation of qualifications 3 Development and amendment of qualifications 6 Administration of information on qualifications can be used in a self-standing way by those concerned with only part of the system. The guide is written in preparation for a fully operating system of Sector Committees. At relevant points interim guidance is given to cater for the existing, partial, establishment of Sector Committees. 1 Section Six (to follow) is of an interim nature as the MoLSS is starting a project to form a National Register of Qualifications, which is likely to involve new procedures for keeping administrative records of qualifications, whether used by adults of young people. 104 Responsibilities The following are the basic responsibilities: 1. Sector Committees are responsible for identifying the need for new qualifications, and the need for amendment or replacement of existing ones. In this they may be advised by the MEdC. 2. The MEdC will determine whether, and in what part, of the public education system, qualifications should be provided; they should take account of representations from Sector Committees in making such decisions. They may devolve such decisions to counties or schools. Other bodies (e.g. the Ministry of Labour, or private providers) may make similar decisions for qualifications delivered through their systems. 3. The MEdC is responsible for the development of new qualifications to be offered in the school system. Other bodies will be responsible for development of qualifications not offered in the public education system. The development of qualifications will be carried out according to a timetable about which the relevant Sector Committee will be consulted. 4. Sector Committees are responsible for the validation of the content of qualifications in terms of required student outcomes. The MEdC is responsible for the approval of curriculum and assessment methods, though it should take account of advice from Sector Committees on assessment methods. 5. The CNFPA is responsible for the maintenance of information about qualifications and their classification in a national framework. 6. Sector Committees are responsible for identifying the need to amend, replace or terminate existing qualifications. The MEdC may propose such action to Sector Committees. Revision or replacement of qualifications should be carried out by the MEdC (or other body in the case of qualifications not offered in the public education system) in accordance with a timetable about which the relevant Sector Committee will be consulted. 105 Section one: identifying the need for qualifications – a qualifications strategy Purpose Before qualifications can be developed we need to identify the need for them. Similarly, 1.1. before qualifications can be amended, we need to establish a rationale and purpose for the revised qualifications. 1.2. In VET, the main purpose of qualifications is to prepare young people for work in the labour market. In Romania that means that they need to satisfy two conditions: • they need to be in demand on the part of employers or give rise to opportunities for selfemployment; • they need to satisfy labour legislation which requires workers to be properly qualified for particular occupations. In general these two factors will not be difficult to reconcile. 1.3. Vocational qualifications may not just lead to the labour market. They may also form an essential basis for taking qualifications at a higher level. For example most students who take qualifications at Level One are expected to progress to the completion year of the Arts and Trades Schools; Level 2 qualifications are designed on the assumption that entrants will have had a relevant preparation at Level 1. So a further purpose of qualifications is often: • to prepare for higher levels of study which themselves are valuable in the labour market. While ideally qualifications will both be valuable in the labour market in their own right, and offer progression to higher levels of study, the balance between these two aims may be different in different cases. 1.4. This Section explains how Sector Committees can develop a Qualifications Strategy, identifying those areas of their sectors which require qualifications, and those existing qualifications which may need to be amended or deleted. It also suggests how such work can be prioritized. 1.5. As well as determining where qualifications are needed, Sector Committees should advise on what kinds of assessment methods are acceptable. Employers may have customs or preferences in respect to the degree of credibility they give to various forms of assessment. Clarity about these will help in the development of qualifications. Linking qualifications to occupations 1.6. Annex 1.1 provides guidance as to how to relate qualifications to occupations in a manner which will allow informed discussion by Sector Committees. It also provides sources for the information which will be needed, and gives suggestions about developing an agenda of discussion in the committees. An example of an “occupational map” in the field covered by the Sector Committee for Turism, hoteluri, restaurante. Agreeing a schedul e for devel opment and revi ew 1.7. As stated in Annex 1.1, the aim of these discussions should be to develop a Qualifications Strategy. This is a schedule of development for qualifications in the scope of the committee, including: 1. Those qualifications which may no longer be needed and should be reviewed; 2. Qualifications which should be merged; 3. Qualifications which may be badly out of date; 4. Areas which are not properly provided with qualifications and which should be investigated with a view to developing qualifications. 106 1.8. Initial discussions are likely to generate a large agenda for change, and it is important for Sector Committees to realize that this cannot be undertaken all at once. But it is equally important that they should influence the priorities for development. Annex 1.2 provides a model of the kind of paper which might be put to a Sector Committee. It summarizes their previous discussions, adding points which might concern officers (such as long intervals between reviews), and presents a timed schedule for action. This is spread over three years. Each year the committee should be presented with such a schedule, looking three years ahead, and be given the opportunity to revise the priorities in the light of any new developments. 1.9. Managers of the MEdC will need to ensure that, taken together, the schedules generated by Sector Committees do not outstrip resources. They will wish to take a view about the overall load of qualifications development and review in the light of the resources available. As a rough guide, with some 350 qualifications available in the pre-university sector (100 of which are in Post-High Schools), an average interval of 7 years between reviews would entail 35 SAM and High School qualifications being reviewed each year, and 15 in Post-High Schools1. The gradual formation of Sector Committees will ensure that the schedule for reviews is spread out in the first few years. Guidance on Assessment 1.10. While it is not necessary for Sector Committees to give views on the means of assessment, they should be given a chance to do so. In some cases they may be content to leave this, rather technical, matter to experts in education and training. However in other cases certain types of assessment will carry credibility within certain sectors, as a result of previous customs, expectations and experience; where this is so it is important that those designing qualifications take account of sector preferences. It will, of course, defeat the point of designing and delivering vocational qualifications if employers do not believe in the accuracy of the certificates when students enter the labour market. 1.11. For this reason Sector Committees should be presented with a broad set of alternative assessment methods, and be advised of the advantages and disadvantages of each. The following table provides an example: 1 Review of Post-High School qualifications should be undertaken by the schools which originally proposed the qualifications, unless the MEdC considers them of national importance, or wishes to adopt them for High School use, either completely or as specialized options within High School qualifications. 107 Method Advantages Disadvantages Standardized Reliable; students from written tests, different schools are judged to externally marked1. the same standards, with limited opportunity for bias by examiners. Helpful if it is important to rank students by ability, rather than just declaring who is competent. Written tests cannot easily reflect practical or personal abilities. There is a danger that these will be ignored in teaching if they are not subject to assessment. Central tests cannot easily be securely produced on a frequent basis; they require dedicated central administration. This means that they are likely only to be applicable at the end of programme; so assessment by module, or having a ‘core and options approach to a qualification becomes difficult. Practical tests, centrally produced, locally assessed. Can reflect some practical and personal skills, while retaining a degree of comparability between schools. Schools and evaluation centres have the ability to arrange test sessions at different times. Test items are expensive to produce and administer, and need to be frequently altered so that later students do not simply learn the test routines. Not really feasible for assessments of each separate module, thus inhibiting flexibility in the delivery of qualifications. Can be artificial and fail to reflect important attributes (for example personal skills, such as customer service). Continuous teacher assessment. Flexible, allowing assessments to be made at various points in the course of a programme. Can therefore cope easily with students taking different modules at different times. All aspects of student performance can be taken into account, including personal, practical and intellectual skills. Assessment can contribute to student learning as it is undertaken throughout the programme, rather than at end points. Difficult to achieve reliability; different teachers will have different ideas about the standards. Can be accusations of bias in the case of teachers’ ‘favourites’, or schools wishing to show high success rates amongst their students. Needs to be supported by extensive system of written guidance and verification. This is costly and can breed resentment about ‘bureaucracy’. 1 Externally marked, means marked by staff other than those belonging to the school or centre where students are trained. 108 Method Advantages Disadvantages Assessment by external interview (panel). Allows a fairly wide range of factors to be taken into account, especially if students are asked to perform during the session. Credibility can be gained through the involvement of ‘real’ people from the world of work. Fairly flexible. Panels can be mounted at short notice. Unreliable unless panels have extensive guidance, which they may resent or ignore. Difficulty of recruiting ‘genuine’ employers and supervisors when needed. Can be unclear to students what types of performance are expected, with accusations of bias. Assessment by project Can integrate a number of different competences in a ‘real’ manner. Can be useful in teaching and learning as well as in assessment. Can engage and enthuse trainees. Can be difficult to assess consistently – trainees will work on different projects (if they all work on the same one, they can simply copy the work of others) Time consuming to mark in a consistent manner. Assessment in workplaces or placements. Credibility through assessment entirely in the ‘real world’. Assists in transition of students to the labour market. Employers undertaking assessment may recruit good candidates, or recommend them to others. Feedback to schools about employer requirements. Problems with reliability – employers will inevitably have different interpretations of standards. and extensive guidance or verification will be impractical. Difficulty in recruiting sufficient employers of the right type. Problems of bias (e.g. when employers know student or employ family members of students). 1.12. There are of course many different variants, and methods can be combined (e.g. internal assessment by teachers for each module, combined with an end test for the programme as a whole). Though this will add reliability and validity, multiple methods will also add to costs and reduce teaching time. 1.13. The aim of discussions on these matters with Sector Committees should not be to determine the exact assessment methods, but rather to obtain any clear general preferences within the sector. If they have no strong views, it will be quite acceptable for committees to decide to leave these matters to assessment experts in the course of curriculum development. 109 annex 1.1 RELATING qualifications TO OCCUPATIONS Introduction This annex describes a method of showing the relationship of qualifications to occupations. The purpose is to allow Sector Committees and officials to consider: • whether there are important gaps in the coverage of qualifications; • whether existing qualifications are inappropriate to the occupations that they are intended to relate to; • whether broader or more specialized qualifications are needed. For such discussions to take place, it is necessary to show how current qualifications relate to occupational groupings. Once presented, this information can be used also to communicate with employers and students who want to match qualifications with labour market opportunities. It is also likely to be helpful in the implementation of labour market laws (e.g. requirements that only qualified workers may undertake certain occupations). Background and sources The ClasificSri a OcupaTiilor din România (COR)1 is the standard means of classifying occupations. It relates closely to classification systems used in other European countries and with those used by Eurostat. Statisitics of employment (in the Census and Amigo surveys), and of unemployed and vacancies (through Labour Offices) are classified according to the COR, though to different levels of aggregation. Relating qualifications to the COR, where possible, means that statistical comparisons can in principle be made. The COR is organized into 5 levels using digits to indicate the detail of the level. Digit structure Grouping Number of groupings x grupe majore 10 xx subgrupe majore 27 xxx grupe minore 125 xxxx grupe de bazm 415 xxxxxx ocupanii componente Many thousands In practice developers of qualifications will find themselves working with the grupe minore and, more often, grupe de bazm, though there will be occasions when it will be necessary to display the ocupanii componente. Census figures on numbers of employees are available for grupe de bazm, though are not published. They can be obtained by special application to the Institutul National de Statistica. Figures for individual ocupanii componente are not available. Amigo survey figures are only published for grupe majore. Vocational qualifications are classified in various ways: • all have a level: 1,2,or 3; • many are available in the school system, but considerable numbers are not. The Monitorul Oficial Nr 452 of 20 mai 2004, Hortarare Nr 721 contains the current list of qualifications which may be offered in the school system. As well as being differentiated by level, there are also divisions between types of school at level 3 with separate lists for ‘filiera tehnologico’, the arts and trades route, and Post-High Schools; • some have Standarde de Pregatire Profesionala (SPP), including all those in the school system with the exception of the post-high schools, while others are based on occupational 1 Available at www.mmssf.ro/COR.htm 110 standards. The CNPFA maintains a “Lista calificarile pentru care nu exista Standarde Ocupationale sau Standarde de Pregatire Profesionala”1. In turn this has links to the full suite of SPP held by the MEdC;2 A full listing of qualifications is held by the CNPFA in their Nomenclatorul Calificarilor3. Here qualifications are classified according to the grupe de bazm of the COR to which they relate. Qualifications have a code where: The first 4 digits represent the grupe de bazm. The next digit represents level (1,2,or 3). The final digits are serial. Thus the qualification for Tehnician Electronist Echipamente de Automatizare is given number 3114.3.11 meaning that it is the eleventh level 3 qualification relating to COR grupe de bazm 3114, Tehnicieni în Electronicã, Transporturi, Portm ri Telecomunicanii. A more recent useful site, allowing a search for qualifications and/or occupations, is provided by the Recunoartere Mutualm ri Calificmri Profesionale (MRPQ - Mutual Recognition of Professional Qualifications) website at the MEdC.4 Here qualifications are coded by the individual occupations to which they relate. It should be noted that COR groups 9 and 0 (unskilled and armed forces) will not feature in analyses. It should also be noted that there are a large number of qualifications registered by CNPFA which have neither SPP nor SO, nor are offered in any of the public school systems. These constitute some 280 of the full 700 qualifications registered. These qualifications are essentially ‘undocumented’ except for their titles. They are qualifications which at one time have been submitted by training providers, and standards or curriculum are not retained by the CNPFA. Some may no longer be offered at all. Only 12 of the 106 qualifications offered by Post-High Schools are supported by SO, and a further three by nationally developed SPP, though this is increasing. However there should be some documentation on Post-High School curriculum and standards, since they are required to submit this in a standard form in order to gain approval (Anexa 2 la Ordinul MEC nr 5204 din 24.12.2002). Displayi ng an occupational map of qualifications. Using this information it is now possible to display to a Sector Committee both the occupations and the qualifications which lie within its territory. The Appendix, shows how this might be done using the example of the Sector Committee covering Turism, hoteluri, restaurante. In larger sectors it may be sensible to divide the analysis into sections, for example presenting separate analyses for mechanics and electromechanics. First, Sector Committees should agree on the occupations (and therefore the qualifications) they will be responsible for. In some cases there will be overlap with two committees having an interest in the same occupations (an example in the appendix might be 341502 reprezentant comercial). This does not matter too much, though such overlaps should be noted, as related qualifications may need to be influenced by more than one committee and compromises made. It should be noted that occupations in COR grupa majorm 1 (which includes senior managers) and 2 (SpecialiVti cu ocupaTii intelectuale Vi VtiinTifice) should not generally be subject to discussion in Sector Committees in relation to pre-university education qualifications. These generally require education to university level, and many of the occupations will be found in a large number of sectors. Sector committees should be particularly asked whether any of the occupations listed are very specialized, very small or localized in number, out-dated (ie. no longer actually used as descriptions for jobs), or have merged with other occupations. If any of these is the case it will point to a need to review any qualifications associated with such occupations. Second, Sector Committees should be presented with the existing qualifications which match 1 At http://so.cnfpa.ro/nc At http://www.edu.ro/pregprof.htm 3 At http://www.cnfpa.ro/index.php?lang=ro&l=ncalif 4 At http://www3.portal.edu.ro/mrpq/ 2 111 the occupational groupings (it is suggested that this should be done using the grupe de bazm), noting whether these qualifications are offered within the school system (and which kind of school) and whether they have associated occupational standards. This analysis (an example is shown in the Appendix) will allow discussion of a number of issues: • whether any of the qualifications shown are clearly inappropriate in the sense that they are unlikely to lead to jobs within the sector; • whether any could be combined, perhaps using a ‘core and options’ approach (see Section Three); • whether there are important occupations which appear not to be catered for in terms of qualifications. These discussions should not be left entirely to members of the committee, but should be guided by officers, who should make suggestions on any of items mentioned, based on research, views which have been expressed and experience. Some sources for such proposals will be: • recommendations and concerns mentioned in REAPs and LEAPs; • information about vacancies (the MPRQ website appears to have the facility to show vacancies, but has yet to be updated). Vacancy information should, though, be used with caution as it may reflect high labour turnover rather than long-standing vacancies for which relevant qualifications do not exist; • suggestions from schools, inspectors and curriculum developers about possibilities to combine qualifications, remove them or develop new ones; • results of reviews of qualifications (see Section Five) These discussions are likely to take some time and may span several meetings of Sector Committees, with officers bringing back proposals for change which will meet the concerns of the committees. The aim should be to agree a Qualifications Strategy, which is a schedule of development for qualifications in the scope of the committee, including: 1. Those qualifications which may no longer be needed and should be reviewed; 2. Qualifications which should be merged; 3. Qualifications which may be badly out of date; 4. Areas which are not properly provided with qualifications and which should be investigated with a view to developing qualifications. 112 appendix Map of occupations and qualifications Turism,hoteluri,restaurante Occupations The following occupations from the COR seem to be those which relate to this Sector Committee: COR: Grupe de bazS componente OcupaTii componente 3414 Agenti de voiaj 341401 agent de voiaj 3415 Reprezentanni tehnici ri comerciali 341501 reprezentant tehnic ri comercial 341502 reprezentant comercial 4221 Funcnionari la agenniile 422101 agent transporturi externe de voiaj 422102 agent transporturi interne 422103 agent turism 422104 funcnionar agennie voiaj 4222 Funcnionari la serviciile de informare ri recepnioneri 422201 impiegat informanii 422202 recepnioner 422203 ref recepnie hotel 422204 responsabil cazare 422205 concierge 422206 funcnionar informanii clienni 422207 recepnionist 5113 Ghizi 511301 511302 511303 511304 511305 511306 511307 511308 511309 511310 511311 511312 conducmtor grup turistic ghid galerii artm ghid montan ghid turism intern ghid-interpret organizator activitate turism (studii medii) animator socio-educativ ghid sportiv ghid supraveghetor animator centre de vacannm ranger custode pentru arii protejate 5121 Administratori (Intendenni) 512101 512102 512103 512104 512105 512106 512107 512108 512109 512110 512111 512112 512113 administrator administrator piene ri târguri cabanier gospodar intendent ref cantinm îngrijitor vilm administrator hotel ref restaurant ref salm restaurant dispecer pentru servire în camerm (hotel) administrator imobile administrator pensiune turisticm 113 COR: Grupe de bazS componente OcupaTii componente 5122 Bucmtari 512201 512202 512203 512204 bucmtar maistru în arta culinarm bucmtar ref tehnolog alimentanie publicm 5123 Ospmtari ri barmani 512301 512302 512303 512304 barman ospmtar (chelner) ajutor ospmtar somelier 5142 Valeni, cameriste ri însonitori 514201 514202 514203 514204 514205 cameristm hotel însonitor liftier valet guvernantm la hotel Does the committee recognize these occupations as lying within their responsibilities? 1. Are there other occupations1 which should be considered? 2. Are there occupations here which do not fall into scope of the committee’s responsibilities? 3. Are there occupations which are now redundant, or in which the numbers these days are very small or confined only to particular areas of Romania? [Officers should make any suggestions of their own in order to steer the committee and gain a reaction to them] 1 With the exception of managers and professional staff (e.g. accountants) who do not fall in scope to the preuniversity system. 114 Qualifications The following are the qualifications which relate to the occupational groupings. The table shows the level for each qualification, whether it is offered in Post-High Schools, High Schools or the SAM route, and whether occupational standards exist (all High School and SAM qualifications have training standards): COR: Grupe de bazS Qualifications Level School Occupational Standards Agenti de voiaj Tehnician în turism 3 Licee Hotelier 3 Postliceale Tehnician activitmni de agroturism montan 3 Postliceale Tehnician coordonator activitmni de alimentanie publicm 3 Postliceale Funcnionari la serviciile de informare ri recepnioneri Tehnician în turism, hotel ri alimentanie 3 Ruta SAM Ghizi Agent de turism-ghid 3 Postliceale Administrator pensiune turisticm 2 SO Administrator imobile 2 SO Lucrmtor hotelier 2 Ruta SAM Bucmtar 2 Ruta SAM Lucrmtor în alimentanie 1 SAM Ospmtari ri barmani Ospmtar (chelner) vânzmtor în unitmni de alimentanie 2 Ruta SAM Valeni, cameriste ri însonitori Lucrmtor in hoteluri 1 SAM Cofetar-patiser 2 Ruta SAM Lucrmtor în agroturism 2 Ruta SAM Lucrmtor in gospodmrie agroturisticm 1 SAM Reprezentanni tehnici ri comerciali Funcnionari la agenniile de voiaj Administratori (Intendenni) Bucmtari Other relevant qualifications The Sector Committee should discuss: 1. Whether any of these qualifications are clearly inappropriate to the sector (ie. unlikely to lead to jobs at the levels indicated). For example does the committee consider qualifications for Cofetar-patiser as contributing importantly to their sector. Should it rather be considered by another Sector Committee? 115 2. Whether any might be combined to make broader training, with greater numbers of students (for example would it be possible to combine the Tehnician activitmni de agroturism montan as an option within the broader Tehnician în turism qualification?); 3. Whether any are known to be considerably out of date; 4. Whether there are areas with no appropriate qualifications which could be an important source of jobs. [In this example, the lack of qualifications for travel agents could be such an issue]. [Officers should make any suggestions of their own in order to steer the committee and gain a reaction to them] If desired an area can be ‘enlarged’ to show individual occupations, thus: Qualification OcupaTii componente 514202 însonitor 514203 liftier 514204 valet Lucrmtor in hoteluri However Sector Committees should be steered away from any tendency to call for qualifications for each individual occupation. That will not be feasible. Nor are students likely to enrol for qualifications which only lead to a narrow range of jobs, particularly at the lower levels. 116 annex 1.2 Example of a schedule for review and development The result of the Committee’s discussions on qualifications in the sector was as follows (illustration): Last Leve Crt Qualification full Comment l review1 1 No qualification. Committee considered strengthening Tehnician în turism qualification to include elements, or introducing a specialized option in this qualification. 1 Agenti de voiaj 2 Tehnician în turism 3 2000 3 Hotelier 3 2002 4 Tehnician activitmni de agroturism montan 3 1998 5 Tehnician coordonator activitmni de alimentanie publicm 3 2002 6 Funcnionari la agenniile de voiaj 7 Tehnician în turism, hotel ri alimentanie 3 2003 8 Agent de turism-ghid 3 1999 See (4) 9 Administrator pensiune turisticm 2 1998 (SO) Standards now outdated. Skills covered by (12) Committee considered level too low; demand was for more qualified people in this function. Could be covered by Post-High Schools. See above Committee agreed this could be combined with (8) No qualification. Committee agreed demand might be sufficient to justify a dedicated qualification, at Level 2 10 Administrator imobile 2 1998 (SO) 11 Lucrmtor în agroturism 2 2001 12 Lucrmtor hotelier 2 1998 13 Bucmtar 2 2004 14 Lucrmtor în alimentanie 1 1998 15 Ospmtar (chelner) vânzmtor în unitmni de alimentanie 2 2001 16 Lucrmtor in hoteluri 1 2003 Dates given are for purposes of illustration only. 117 Standards badly outdated. Occupation much in demand Little demand for workers at this level, but is an important channel Crt Qualification Leve l Last full review1 Comment for (12) 17 Cofetar-patiser 2 2003 The following are the MEdC’s suggestion for priorities for development (illustration): Action Priority Date for development/review Review Lucrmtor hotelier qualification, focussing on modernizing standards High 2006/7 Develop a combined qualification covering Tehnician Activitmni de Agroturism Montan and Agent de Turism-Ghid, including standards review of the latter High 2006/7 Consult Post-High Schools on case for Level 3 Administrator Immobile qualification Medium 2006/7 Develop qualification for Funcnionari la Agenniile de Voiaj (at Level 2) Medium 2007/8 Review of Tehnician în Turism. To include elements or option of Agenti de Voiaj Medium 2007/8 Regular review of Lucrmtor in Alimentanie (7 years since development) Low 2007/8 Bring forward review of Lucrmtor Hotelier to include elements of Administrator Pensiune Turisticm Medium 2007/8 Broaden Level 1 qualification for Lucrmtor in hoteluri as its main function is to lead to Level 2 Low 2008/9 Regular review of Ospmtar (Chelner) Vânzmtor in Unitmni de Alimentanie Low 2008/9 Would the committee like to suggest alterations to this schedule? The committee will have the opportunity to review the schedule next year. 118 Section two: determining which qualifications should be offered within the school system 1. Introduction 2.1. 240 of the 700 qualifications listed by the CNFPA are available in the pre-university school system, and a further 100 are available in Post-High Schools. This means that only half of the total registered Romanian qualifications are available through the system of public education. This should not of itself cause concern, since it is reasonable to limit what is available at public expense. But it does mean that some criteria are required to determine which of the available qualifications should be offered within the education system, and which should not. Sector Committees may ask that further qualifications be made available, and some reasoned response will be expected. 2.2. The situation differs between SAM and High Schools on the one hand and Post-High Schools on the other. The latter charge fees to students (or their employers) and cater for older students who have already completed their public education to High School level. It is reasonable, therefore, that they should not be so tightly controlled as the SAMs and High Schools where the public bears the entire expense, and where a duty to provide continuing education runs in parallel with a wish to prepare students for the labour market. S AMs and High Schools 2.3. The following criteria should be applied in determining whether there is a case for developing a qualification for use in the SAMs and High Schools: A. Is there likely to be substantial and continued labour market demand for students bearing the qualification? Here the evidence from regular labour market statistics,1 labour market studies, and REAPs, together with the views of Sector Committees (see Section One) will help inform a decision. Care should be taken in the case of demand of a very specialized nature from only one or two locations. Qualifications are national in their nature, and it may be better for schools in the locality to use the facility for local curriculum time to meet such demands than to generate a national qualification which few outside the locality are likely to recognize. On the other hand, in these cases, it may be that a qualification would be of value to workers outside the locality, for example in seeking work in the wider EU. B. Is the qualification likely to be able to be delivered in the time available (two years for Level 1, one further year for a Level 2, and two further years for a Level 3, or a total of 4 years in the case of qualifications delivered entirely through Technological High Schools)? C. Is the qualification appropriate to the age of students? Even though there may be substantial labour market demand, there will be occupations which are not suitable for younger people, whether because of legislation or because of common employment practices. Examples might include the occupations of security guards or people with responsibility for the care of children. It would be pointless to offer a training programme for young people towards occupations which they had little chance of practicing until some years after they had gained a qualification. D. Does achievement of the qualification provide the basis for attainment of qualifications at a higher level? Romania is committed to encouraging students to pursue the highest level of attainment of which they are capable, and it is important that qualifications offered in the public education system do not act as ‘dead ends’ leading only to low level 1 Including for example the Census, Amigo surveys and figures on vacancies and unemployed from labour offices. 119 positions in the labour market. Qualifications available in the public education system must therefore perform a dual function – giving access to positions in the labour market, but also providing a sound basis for higher levels of study. This criterion will be relatively more important at Level 1 where qualifications should be primarily designed to act as a basis for Level 2, and access to the labour market may be a minor consideration. But qualifications at Levels 2 and 3 should also be capable of offering clear routes to further study. E. Is the qualification compatible with encouraging parallel general studies, and particularly at Level 3, studies towards the Baccalaureate? Some vocational areas may particularly lend themselves to this, for example those which demand and encourage high levels of communication, mathematics, foreign languages and sciences. 2.4. These criteria may conflict in some cases, and an overall judgement will need to be formed. For example it might be that a fairly general vocational qualification is held to be desirable under criteria D or E, even though there is not overwhelming evidence of a precise fit with labour market needs (criterion A). 2.5. The responsibility for determing whether or not to offer a qualification in the SAM or High School system should rest with the MEdC, but Sector Committees should be invited to express a view, and the MEdC should be prepared to justify their decisions, using the criteria set out above, in discussions with the relevant Sector Committee. Post-Hi gh School s 2.6. Different considerations apply in the case of Post-High Schools, as students are older and fees are paid. There are therefore market disciplines which operate in this sector, which do not apply in the SAMs and High Schools. This means that the criteria can be less stringent in the case of Post-High Schools. Nevertheless there are costs to the provision of qualifications in this sector, not least the administrative costs of ensuring that qualifications are credible. It is also important that students have some assurance that the programmes they undertake in Post-High Schools have recognition and are soundly based. Indeed a basic level of such assurance is important if the market is to work properly. 2.7. Only two criteria should be applied: A. Labour market need, as in 2.3A above, and; B. That a Post-High School is prepared to take the lead in the curriculum development for such a qualification, including bearing the costs of development work (in collaboration with other Post-High Schools if desired). If this is not the case then it must be questioned whether there is actually likely to be demand for such a qualification. 2.8. If a Sector Committee considers that there is a need for a qualification to be delivered through the Post-High School system, the MEdC should consult Post-High Schools to determine whether any are likely to offer it (ie. do they see sufficient demand from students to justify costs), and should invite a group of those Post-High Schools who are attracted to the prospect to come together to develop the qualification concerned. In this way the MEdC will facilitate the development of a qualification through advertising the views of the Sector Committee and seeking to make the process of curriculum development easier, so that the burden does not fall on only one school. 2.9. Exceptionally the MEdC may decide to sponsor and to bear the costs of the development of a Post-High School qualification, for example when it considers that the qualification is of national importance, and that there is some market failure which prevents Post-High Schools from responding. Such decisions will need to be made in the light of available budgets, but should also satisfy criteria D and E of paragraph 2.3 above, since sponsorship by the MEdC should have some evident educational as well as occupational purpose. 120 Review of qualifications 2.10. After qualifications are reviewed (see Section 5) the same criteria should be used, since matters may have changed since the original development of the qualification. In particular it should be established that one Post-High School currently offering the qualification (working in collaboration with others if desired) should take responsibility for the review. If none are prepared to do this, then the actual importance of the qualification in question should be questioned. Section three: development and amendment of qualifications Introduction 3.1. The process of curriculum development for the IVET system is well established and described in “How to write Units”(2005) and “Guide to Assessment”(2005). It is not repeated here. This section describes the major steps in the process. 3.2. The bulk of this Section refers to qualifications developed for use in SAMs and High Schools. A final part covers the rather different case of Post-High School qualifications which are less thoroughly controlled, relating as they do to older students and being partly privately financed. However Post-High Schools may find this guidance useful. This section does not apply to qualifications developed by private training providers, for which the CNPFA has its own requirements. 3.3. Different procedures are set out for major and minor amendments to qualifications. Major amendments are those which: • combine different qualifications, or split one qualification into two or more; • replace one assessment system with another (see Section One); • replace one unit of SPP with another or change the competences within an SPP unit. Minor amendments are those which: • make adjustments to an existing assessment system without altering its character (ie. not changing from one type of assessment arrangement to another, as described in Section One); • make adjustments to part of an SPP unit without changing the competences; • make adjustments, of whatever type, to the programmes of study (programa). The distinction is made because major amendments require re-validation (see Section Four) while minor amendments do not. 3.4. Proposals for amendments will naturally be generated as part of a scheduled review of a qualification agreed by a Sector Committee (See Sections One and Five), but they may arise as a result of suggestions by schools or employers, particularly in the case of minor amendments. Assuring relatedness to work 3.5. It is of course central to the purpose of a vocational qualification that it reasonably relates to the occupation or occupational group for which it seeks to qualify people. The first task, therefore, in developing or reviewing a qualification is to ensure that there is a good understanding of what the requirements are. There are a number of ways of doing this: • involving relevant workpeople (workers in the trades, their supervisors or company training personnel) actively in the development of a qualification. Sector Committees may wish to nominate individuals to take part in the development process, and should be encouraged to do so, though any such nominees should not also play a role in validation (see Section Four) ; 121 • using occupational standards which have been scientifically researched; standards exist for a number of Romanian occupations1 though a number of them are ageing, having been developed in the late 1990s. Alternatively, standards developed in other countries can be used;2 these are likely to be very helpful for Romanian sectors which are subject to international competition, though should be used with some caution for sectors which cater mainly for the domestic Romanian market, especially personal services; • exposure of qualification developers to workplaces so that they can observe the roles of workers in the occupations for which they are designing qualifications, and question them about what is critical for them to know and be able to do. This need not necessarily result in the generation of formal occupational standards, but some of the techniques described by the CNPFA may well be useful.3 Such observation sessions should involve two people involved in developing a qualification (so that they can compare notes with each other), and should involve at least two workplaces which are recognized as commercially successful and which have relatively modern practices4. Members of Sector Committees and representatives of employers or trade unions on regional consortia will be able to advise on possible workplaces. 3.6. Ideally a mixture of these techniques should be used, though one properly done is sufficient. Consultation on drafts of the SPP with a range of employers, (such as small and medium enterprises and firms which have made recent investments in Romania) is to be encouraged. However, note that endorsements and letters of support by employers who have not been actively involved in the process of development should not be taken, on their own, as sufficient evidence that the qualification relates to the labour market. 3.7. These procedures should be used in the case of the development of new qualifications, planned reviews of existing ones and major amendments to SPP units (see paragraph 3.3 above). Where adjustments to competences within an SPP unit involve only re-wording for clarification it will not be necessary to go through these procedures. Structure of qualifi cations 3.8. Qualifications offered in the pre-university school system should be expressed in terms of units of SPP with each unit being expressed in terms of a ‘credit value’. One credit represents a notional learning time of 60 hours.5 Units should be divided into three categories: • • • Competenne cheie – general and personal competences needed in the work and everyday life; Competenne tehnice generale – understanding of theory, principles, context and common practices underpinning the occupation(s); Competenne tehnice specializate – particular skills and knowledge relevant to the functions of the occupation(s). 3.9. In cases where qualifications only aim to serve one occupational area (whether broad or specialized), these units should be organized as follows to give a school programme: Credits Level One SAM 1 Level Two SAM (Completion) Level 3 High School A list can be found on the CNPFA website at http://so.cnfpa.ro/so/ with access to the standards themselves. This also contains guidance on how to develop occupational standards, and a list of consultants who have experience in this field. 2 The UK has now a useful central site at http://www.ukstandards.co.uk/ though at the time of writing it was not entirely complete. 3 Another well established procedure is “Dacum” described at http://www.dacum.org/ 4 Caution should be taken in selecting exceptionally advanced workplaces. These may have equipment and procedures which are not generally found 5 Notional learning hours represent the hours of study that a typical student at a given level would take to achieve the SPP. Students without the level of prior knowledge assumed, or who are slower learners, will need more, and students with good prior knowledge or experience, will need less. 122 Competenne cheie 10 5 9 Competenne tehnice generale si specializate 18 Min 8/Max 9 Min 16/Max 19 Work experience 2 Min1/Max 2 Min 2/Max 5 Total 30 15 30 3.10. In cases where it has been decided to offer a core and options programme, a separation between competenne tehnice generale and competenne tehnice specializate should be made, as follows: Credits Level One SAM Level Two SAM (Completion) Level 3 High School 10 5 9 Competenne tehnice generale Min 8/Max 10 Min 4/Max 5 Min 6/Max 12 Competenne tehnice specializate Min 8/Max 10 Min 4/Max 5 Min 8/Max 10 Work experience 2 Min 1/Max 2 Min 2/Max 4 Total 30 15 30 Competenne cheie Under a core and options programme, the competenne tehnice specializate will vary according to the specialization offered, though the competenne cheie and competenne tehnice generale will remain the same. 3.11. In assigning a qualification to a level: the descriptors at Annex 3.1 must be satisfied1, taking the programme as a whole, and particularly its intended outcomes (it is not necessary, and indeed will be unlikely, that each unit will fully satisfy a descriptor); • programmes at Level Two must relate to a qualification at Level One; • programmes at Level Three, must either relate to one or more qualifications at Level Two or require a good level of general education in grades 9 and 10. 3.12. Qualifications must carry clear information on: • a) which lower level qualifications are required (carry credit) for access. In general Level Two qualifications will require that students entering them to have taken particular Level One qualifications. Similarly Level Three qualifications offered in the Arts & Trades route (Ruta Progressiva) will need to stipulate which Level Two qualifications are needed for access to them; b) which higher level qualifications they are intended to give access to (contribute credit). In general qualifications will have an exemption from these access requirements for candidates who can demonstrate extended practice in the occupational area concerned. Designing Assessm ents 3.13. The SPPs contain guidance on what aspects should be subject to assessment (probe de evaluare) in each unit. Teachers should use these statements in continuous, formative, assessment, and this may be supported by curriculum materials. Unless such practices contribute formally to the overall assessment as to whether a student has passed or failed a 1 Annex 3.1 assumes that changes are made, as recommended, to the Romanian descriptors. Until they are, reference should be made to the current descriptors. 123 qualification, they will not be subject to the validation process, though they will of course be subject to school inspection along with all other pedagogical matters. 3.14. Those designing assessments should take account of: • • • • the probe de evaluare of all the SPP units in a qualification; any guidance from the relevant Sector Committee (see Section One); the need to contain costs; the need to reduce the likelihood of students and teachers simply learning for predictable test items1 (this means that there should be scope to change items from test to test, or to make their appearance unpredictable); • the relationship with assessments for the baccalaureate; • the need to reduce, so far as possible, the time that assessment take so as to maximize time for teaching and learning. 3.15. Items in an end-test, even taken together in a testing session,2 will not be able to cover all probe de evaluare. Designers should be clear which competences3 are not going to be subject to testing, and be prepared to give reasons for their decisions. 3.16. It will be acceptable, and indeed is good practice, for qualifications to require more than one of the types of assessment outlined in Section One (paragraph 1.11). Where this is the case, designers should stipulate whether each different type is a ‘hurdle’ (in the sense that students are required to pass that component in order to gain a qualification) or whether it is ‘contributory’ (ie. scores on the component are added to those from others in order to reach an overall pass mark). ‘Hurdle’ systems should be used with care, and only when they attest to competences which are absolutely vital to the occupation (e.g. health and safety requirements for dangerous trades). If too many hurdles are set then students who fail on such components will be de-motivated towards continuing with the qualification, since they have no chance of attaining it. Generally any ‘hurdle’ components should be able to be re-taken if failed. 3.17. Where continuous assessment is used to contribute formally to the assessment process (ie. where such assessments can determine whether students pass or fail qualifications), whether by teachers or employers, arrangements should be specified for systems of independent verification by those not involved in teaching or in providing work experience. Projects set and assessed by teachers should also be externally moderated, at least on a sample basis. 3.18. Where a core and options approach has been determined (paragraph 3.10 above), assessments will need to be made on the separate parts of the programme. When methods other than continuous assessment are used, a test should be administered in respect of the units for competenne cheie and competenne tehnice generale combined. If necessary a separate test should be created for the competenne tehnice specializate, though serious consideration should be given to using continuous assessment or projects for these units. Devel opment of cur riculum 3.19. Models for curriculum development have been established under VET projects in Romania. This guide does not attempt to replicate them, but is confined to what is necessary to establish and recognize a vocational qualification. 3.20. The prime aims of curriculum development are: • to give a framework for teaching plans, and teaching and learning materials, allowing the efficient and quality assured delivery of the qualification; 1 A ‘test item’ is any practical or written piece of work demanded in a test environment. A ‘testing session’ is a collection of test items which a group of students is exposed to at a given time. 3 Competences are sub-components of an SPP unit. 2 124 • to ensure that the qualification (in terms of its SPP) actually is deliverable in the time available and with the resources likely to be available in typical schools. 3.21. These purposes are most likely to be achieved by using professional educators in the curriculum development processes. Where trainers from industry can also participate this will be of great benefit. Employers and trade unions are unlikely to be able to contribute a great deal to curriculum development, unless they have a close interest in, and some experience of, education and training in a professional role. 3.22. During the process of curriculum development, it may become apparent that some new SPP units indicated by the examination of work practices (paragraph 3.5 above) cannot be met in a school environment. In such cases it will be necessary to change the standards so as to limit training to what can reasonably be taught. However such limitations should be made clear at the validation stage (see Section Four) to avoid a situation where employers expect holders of qualifications to be able to perform to standards which are not achievable given the constraints of the school system. Such statements will also assist employers in identifying the further training in the workplace that they are likely to need to undertake. Examples of cases of this type will be: • • • (commonly) achievement of full working proficiency, and particularly speeds, which take practice; use of expensive or fixed equipment which cannot be replicated in the classroom; driving vehicles where this is commonly expected for members of an occupation (e.g. salesmen and women). 3.23. Modules of training should generally align with SPP units, except where: • it is considered beneficial, from the point of view of pedagogy, to integrate content from one SPP unit with another (this will frequently be the case with competenne cheie); • different specialist teachers or foremen are needed to deliver a single SPP unit. In qualifications with a ‘core and options’ structure the competenne cheie should be integrated with the competenne tehnice generale rather than relying on the competenne tehnice specializate for their delivery. This is because for assessment and teaching purposes the first two sections of a core and options programme must be capable of standing alone (paragraph 3.18 above). 3.24. In the case of qualifications at Level Three intended for delivery in High Schools developers should indicate which baccalaureate subjects it would be essential or desirable for a student to choose to complement their vocational studies. For example mathematics or science will be likely to assist students taking engineering or electronic vocational qualifications. More in-depth study of a foreign language, or a further foreign language, will be advantageous for students undertaking vocational qualifications in tourism or business areas. Psychology might be helpful to students who are taking vocational qualifications in marketing and sales. Some subjects such as foreign languages will be included in the SPP as competenne cheie. Developers will need to ensure that there is not simple duplication or repetition between baccalaureate and vocational subjects, but that curriculum time is fully used to add skills and to stretch students. Piloting 3.25. It is important that piloting of any new qualifications, or major amendments to them should take place. Time should be allowed for this. The aim of piloting is to explore whether: • the curriculum can be delivered by teachers as envisaged, and in particular that they understand the intentions of those who have drawn up the curriculum; 125 • assessment instruments are appropriate, representing a reasonable demand from students (it is easy to design test instruments that are too hard, which will mean that they have to be associated with a very low pass mark, resulting in lack of credibility in the labour market); • assessment instrument give reliable results (e.g. that students viewed as good by teachers tend to pass) and do not give rise to very different results for students of similar ability. Piloting will not generally be able to evaluate whether or not the qualification is of value in the labour market. It would take a number of years to establish this. 3.26. Piloting may take place after the validation of a qualification (see Section Four), but before it is made generally available. Amendments to the curriculum and minor amendments to SPP and assessment methods can be made as a result. If major amendments are needed, the Sector Committee should be informed. 3.27. It is recommended that a year be allowed between the development of a SPP and a curriculum to allow for piloting. The process of validation can take place in parallel. Piloting need not involve all the elements of the qualification, but should be focussed on those units and modules which are the most novel. 3.28. Piloting of assessment instruments can take place over a shorter period. A minimum of three months is recommended to allow for at least two versions of the instrument to be piloted (ie. to allow revisions after the first pilot, and to give the chance to test the revisions). Continuous assessment procedures should be piloted alongside the curriculum. Post-Hi gh School qualifications 3.29. Procedures for qualifications developed by Post-High Schools need not be so detailed as those for delivery in the SAM and High School sectors. This is because they apply to older students and are subject to some market disciplines through the requirements for fees, which do not apply to SAM and High School qualifications. However, some minimal quality assurance is necessary as these qualifications will be registered as nationally approved, and therefore claim the same credibility as other qualifications in the National Register of Qualifications. 3.30. Post-High Schools should use the same procedures for assuring relatedness to work as are used for SAM and High School qualifications (paragraphs 3.5 - 3.7). 3.31. Post-High School qualifications need not accord with the programme structure in paragraph 3.8, though they may find it helpful to distinguish between the three types of unit. They should, however, assign a credit value to their programmes in the same way as SAM and High School qualifications. This is to ensure that credits can be recognized between the sectors of VET within Romania, and to enable future compatibility with emerging European systems of transferable credit (ECVTS). 3.32. Post-High School qualifications should be designed with reference to a Level using Annex 2.1, but need not relate to qualifications at lower Levels (paragraph 3.11). Most current Post-High School qualifications will satisfy the descriptor for Level 3 (Annex 3.1), though some will be to the top end of this range (NB degree of specialization is not, on its own, an argument for a high rating).1 Though Post-High Schools have not traditionally offered qualifications at Level Two or One, there is no objection – in principle – to their doing so. 3.33. Post-High School qualifications should carry information about any qualifications in the SAM and High School qualifications which carry credit towards them (NB such credit could well be contributed by High School qualifications at the same level, but with a lesser degree of specialization). MEdC staff should particularly press Post-High Schools to recognize training in related High School qualifications at Level 3; in many cases it is likely that Post-High School and High School programmes will share the same scientific and theoretical base of knowledge 1 Romania may, at some stage, introduce VET qualifications at levels higher than 3, but this is unlikely without the inclusion of the University sector where many such qualifications are to be found. 126 and it should be possible for Post-High Schools to give exemption from parts of their qualifications to High School graduates who have already covered parts of the standards. 3.34. Post-High Schools qualifications should follow the guidance for assessment (paragraphs 3.13 to 3.18). 3.35. Post-High Schools should draw up a curriculum. While they may find the requirements in paragraphs 3.19 to 3.23 useful, they are not mandatory. 3.36. No requirements for piloting need apply to Post-High Schools, save those for assessment (paragraph 3.28). Some assurance that assessment instruments are reliable is needed to prevent the possibility that students will come from the programmes with unsound assessments, thus bringing national qualifications into disrepute. However, Post-High Schools should not be expected to pilot test instruments in one qualification if similar instruments are already in use in another. 127 annex 3.1 level descriptors1 Level 1 associated with vocational competences enabling a holder to perform basic tasks and to repeat routines under supervision or within clearly defined rules. Includes basic knowledge and skill relevant to a range of occupations and which act as a foundation for further skilled training and technical education. 2 associated with vocational competences required for occupations needing defined skills, permitting workers to take responsibility for a wide range of regular tasks to meet typical customer requirements without direction unless unusual circumstances arise. Includes an appreciation of relevant scientific and/or business principles, which can be built on in further training. 3 associated with vocational competences which give the ability to work independently on tasks applying relevant theory and/or specialist skills and knowledge. This level of training will give the ability deal competently with unusual circumstances arising within the field of specialization. Understanding of relevant principles developed at this level may give the basis for further education and training to enable solving of complex and novel problems. 1 The descriptors assume that changes are made, as recommended, to the Romanian descriptors. Until they are, reference should be made to the current descriptors 128 Section four: validation of qualifications Introduction 4.1. Qualifications, once developed, need to be validated, that is to say confirmed by external parties that they are both officially recognized, and – more importantly – likely to be recognized in practice by employers and existing workers. If this guide is followed, validation should not be a difficult process. It should already be established – through the activities of Sector Committees set out in Section One – that a qualification is needed for the occupations concerned. The criteria in Section Two should have established that a qualification is appropriate for the school system. And the procedures for qualification development should ensure both that the qualification relates so far as reasonably possible to the requirements of work, and that its curriculum and assessment practices have been developed by professionals, allowing for piloting. 4.2. The main role for validation, therefore, should be confirmation that these processes have been followed, making allowance for any reasonable exceptions, rather than acting as a re-consideration of the case for the qualification in the first place. 4.3. There are two separate parts of validation: • validating that the standards expected of students are relevant to the labour market, or to further vocational studies, and that the labour market is likely to recognized the forms of assessment; • validating that the curriculum is educationally sound and likely to deliver the standards expected. The first aspect should be the responsibility of employers, trade unions, representatives of professional bodies and higher education, as represented on Sector Committees. The second matter is for educational professionals. It is important that each side does not try to do the job of the other. 4.4. Validation should be for a defined period. This is dealt with at the end of this Section. Validation by Sector Committees 4.5. Sector Committees should determine who should validate qualifications on their behalf. This could be: • the whole committee at a regular meeting; • a panel nominated by the committee; • the president, or another member delegated by the committee. Whatever the process determined by the committee, the president should sign the official forms, on behalf of the Sector Committee, and a list of qualifications which have been validated since the last regular meeting should be presented to the committee to note. 4.6. Sector Committees should be encouraged to determine who will validate qualifications at an early stage of the proceedings. While it will be more efficient, in the medium term, for a panel or a nominated member to examine validations, in the early stages of the development of a Sector Committee it will be understandable if the committee wishes to conduct validation in a plenary session. Though time-consuming this will give all committee members a sense of what is involved in validation, and to establish and reconcile their various viewpoints. Officials, however, should press for delegation to be set up at a later stage. 4.7. In examining the Schedule for Review (Section One, Annex 1.2) Sector Committees may wish to make different arrangements for different qualifications. For example if a particular qualification is considered to be of especial importance, or if there will plainly be controversy within the committee about it, the president may suggest that it should be considered by the 129 committee as a whole. In exceptional cases a panel or a member nominated by the committee to conduct validation may feel that very difficult issues have unexpectedly arisen. In such cases the group or member should consult the president who will determine whether the matter should be discussed by the whole of the Committee. 4.8. If any members of Sector Committees have been closely involved with the development of a qualification (Section Three), they should not serve on a panel validating that qualification. If the validation is done in a plenary session of the Sector Committee, they should declare their involvement in the qualification’s development. 4.9. Submissions for validation by Sector Committes, or groups or individuals nominated by them should be made on the form at Annex 4.1. Guidance on completing the form is given at Annex 4.2. 4.10. The criteria for validation should be as follows: a) that there is a need for the qualification. If the qualification has been considered by the Committee in drawing up its Qualifications Strategy (Section One), then the case for it should not be re-examined at the validation stage; b) that the procedures used for ensuring that the SPP relate to the requirements of work (Section Three) have been reasonable; c) that the proposed Title and assigned Level accurately convey the likely performance and occupational status of graduates; d) that achievement of the qualification is likely to give access to any higher levels of qualification which is claimed; e) that there are no unreasonable barriers to access to the qualification; f) that assessment arrangements are likely to viewed as credible in the sector. These criteria are elaborated in Annex 4.3 which is intended as a self-standing guide for Sector Committees or validating panel members. 4.11. Units should only be submitted for validation if they are new, and replacing other units which previously formed part of a qualification, or if there are major changes defined as cases where one or more competences within a unit have been substantially altered. Changes in wording to aid clarification should not be submitted. Changes to criterii de performannm, condinii de aplicabilitate or probe de evaluare should not lead to a re-validation by a Sector Committee. [Interim guidance: 1. Where Sector Committees have yet to be established a special panel should be convened by the MEdC, in consultation with the CNPFA. The panel should include at least one employer, or representative of employers, and one trade unionist. Both should be from the sector relevant to the qualification. 2. Annexes 4.2 and 4.3 give guidance for cases where a Sector Committee has not yet been formed, or has not yet discussed its Qualifications Strategy (Section One)] Validating the curri culum 4.12. The MEdC has established procedures for validating the curriculum (programa) through panels of educational experts. These apply whether the curriculum in question is of a general or vocational nature. 4.13. In the case of vocational qualifications the main focus of this stage of validation will be to: • ensure that the proposed schemes of teaching are likely to result in adequate attainment by students of the SPP, in the time available; 130 • • • ensure that the identification of necessary teaching resources, in terms of textbooks, guides and equipment is reasonable and that those resources are likely to be obtainable within the Romanian school system; advise on the interrelationship between the proposed vocational curriculum and the studies necessary to gain a Baccalaureate. This applies particularly at Level Three, but may also influence the curriculum at Level Two. It may be possible in some cases to merge the teaching of competenne cheie or competenne tehnice generale with baccalaureate subjects (for example in the case of modern foreign languages or science subjects). This opportunity should be taken, to avoid a situation where students are required to study very similar subjects for both their vocational and their baccalaureate studies; that the proposals for assessment are technically sound and deliverable within the school system. 4.14. Curriculum validating panels should not: • • give opinions on the need for the qualification; question the competences contained in the SPP, other than to suggest clarifications of wording; • express preferences for certain types of assessment. These are all the province of the Sector Committees. 4.15. Where curriculum validating panels have reservations about the practicability of the proposed curriculum or assessment arrangements it will often be best for them to suggest that these reservations be examined during the course of piloting (Section Three), rather than to attempt to impose changes at the validation stage. In this way practicabilities of delivery can be tested. Validating panels may wish to encourage piloting of slightly different formats of the curriculum in different schools. 4.16. It will generally be best if the validation of the curriculum takes place after validation by Sector Committees. However this is not completely necessary and there will be cases where timetables for development will mean that there will be advantages to confirm curriculum validation before the qualification is submitted to the relevant Sector Committee. Periods of validation 4.17. Validation of a qualification should be for five years in the first instance. This may be considered by some to be too long a period in the light of changing workplace requirements, but it should be noted that: • it will normally take at least two years to develop a new qualification, including piloting. This means that, with a five year cycle, in principle a revised qualification could enter development only three years after its predecessor had been validated; • substantial investments in teaching resources, teacher training and equipment are involved when a qualification is validated. If schools are not given some certainty about the minimum time that a qualification will be approved, then they may hesitate about making such investments; • it will be possible to adjust modules within a qualification without going through the full validation process. 4.18. After the initial five year period a qualification may be accorded an extended period of validation for a further three years. This may be done without reference to Sector Committees, unless the relevant Committee has identified the qualification for review in its Qualification Strategy (Section One). In cases where they have reason to believe that a qualification is unsatisfactory, MEdC officials should suggest to a Sector Committee that a qualification should be reviewed after the intitial five year validation period. 131 4.19. Subsequent extensions of up to three years may be given from the eight year stage, though in these cases Sector Committees should be asked positively to endorse these further extensions. It will be unusual for a qualification not to be entered for review (see Section Five) after an eight year period of validation, though it may well be that such a review endorses the qualification in its current state, or only suggests minor amendments to it. 4.20. Following the expiry of validation, schools should be permitted to continue to admit students to the expired qualification for one further intake following the date of expiry. That is to say, if a qualification’s validation period expires before the beginning of the school year, then schools may admit one further class of students. However, where there is a replacement to the expired qualification, schools may choose to deliver the new one immediately. This should be encouraged, but not required. 4.21. Students who are admitted to study a qualification for which the validation period expires before their admission, or during their studies, should be permitted to finish their programmes and to gain the qualification in question. 132 annex 4.1 Form of submission of qualifications to sector committees Full qualifications 1. Details of Qualification Title Level Unit Titles Competenne cheie Alternative options (unit titles) Competenne tehnice generale Competenne tehnice specializate Competenne tehnice specializate Competenne tehnice specializate 2. Need for qualification 3 Methods used for relating qualification to work requirements Aspects where SPP cannot meet full work requirements 133 4. Credit arrangements Access to this qualification is given to students who have gained the following previous qualifications: This qualification gives access to the following qualifications at higher levels: 5. Other entry requirements Describe any other particular conditions that students entering the course will need to satisfy. 6. Assessment Arrangements Describe how assessments will conducted. 7. Declaration Declaration I certify that this qualification has been developed for use in: Technological High Schools Ruta progressiva (SAM, an de completare, Level 3) Post-High Schools and will be promoted by the MEdC. Signed…………………….. 8. Main Results from Review (where applicable) 134 Major amendments to units w ithin qualifications 1. Details of Unit Title(s) of qualification(s) in which unit is located Title of existing unit Title of new unit (if different) 2. Reasons for amendment (or replacement) 3. Methods used for relating unit to work requirements 4. Assessment arrangements for unit. 7. Declaration Declaration I certify that this unit, if validated, will be available within the qualification(s) indicated. Signed…………………….. 135 annex 4.2 GUIDANCE TO Medc staff on completion of form of submission 1. Details of qualificat ion Enter proposed title of qualification. This should convey a sense of the occupations for which the qualification is intended to qualify students to enter. Avoid titles which closely resemble the titles of other qualifications, unless there is a deliberate reason for this. The title must not be the same as any other validated qualification, or one currently in use in the school system, unless it is intended to replace that qualification. For qualifications which deliberately aim to relate to a broad vocational area, either as a general preparation on which employers can build through further training, or as a basis for taking more specialized programmes at higher levels, including University, try to use a title which is general, such as ‘business services,’ ‘engineering technician’ etc. Brackets can be used to denote a qualification which has a broad base, similar to or shared with, other qualifications, but which has a specialized aspect – for example, ‘engineering technician (aerospace)’. For qualifications which have a core and options structure (Section Three, paragraph 3.10), use the formulation [Core (option 1/option 2/etc)], such as ‘Tehnician electronist (telecommunicatii/echipamente de automatizare/radio TV)’. Enter unit titles under the categories indicated. In the case of core and options qualifications use the additional boxes for groups of units of Competenne Tehnice Specializate which can be taken as alternatives. Where Competenne Tehnice Specializate or Competenne Tehnice Generale are the same as in other qualifications use the same titles for these units. Where they are different, a different title for the unit must be used. (If the same title is used where there is a difference in content, then considerable confusion can arise in the development of future qualifications). 2. Need for qualificati on Refer to the Committee’s discussion of a qualifications strategy (see Section One). Explain if, during the course of development of the qualification, there was any significant change to the nature of the qualification, as it was originally envisaged. Examples of change might include: • a realization that a core and options arrangement, rather than a single dedicated qualification was possible and desirable; • significant addition or reduction of content to a qualification due to changes in industrial conditions. Ideally such changes should be reported to the Committee at earlier stages during updates on progress, rather than left until validation. [Interim Guidance in the situation where the Committee has not yet agreed a qualifications strategy: For existing qualifications requiring re-validation: indicate whether there is any reason to believe that the qualification is of limited benefit. NB Officers should take advantage of re-validation to dispense with qualifications which they no longer consider to be needed. For new qualifications: evidence of demand for the qualification should be presented. This might include: • evidence of labour market demand (e.g. no pre-existing qualification and a significant number of people in the occupation(s) concerned); • evidence from REAPs and LEAPs; • arguments that this qualification is needed as a route towards a higher level qualification which is in demand.] 136 3. Methods used for r elating qualification to w ork requirements See Section Three of this Guide. Methods used should include at least one of: • active involvement of relevant workers, supervisors or trainers from industry in the process of development of the qualification (say who was involved, from which firms); • use of occupational standards already developed, in Romania or abroad (say where, and why these standards are of relevance to Romania, including any reservations, or adjustments made to them); • direct observation by curriculum developers (say which firms or public enterprises have been used for such observation) Detail any other consultations with employers or trade unions that have taken place in drawing up the SPP. Draw attention to any ways in which the SPP cannot fully replicate the standards expected in the workplace (e.g. use of equipment not available in schools, practices which might be too dangerous or unlawful for young people to undertake). See Section Three, paragraph 3.22. 5. Credit arrangment s Enter: • qualifications which are necessary for a student to hold before entering this qualification (e.g. Level 2 qualifications in the an de complementare, are generally designed with the expectation that students will have completed a SAM Level 1 qualification in the same domain). NB. It is recommended that a provision should normally be entered here that candidates with 2 years work experience in the occupation concerned, or a related area, should be eligible for admission; this is to allow for those who do not have formal prior qualifications to be considered for entry – this will make the qualification accessible to adults with practical experience. • qualifications towards which this qualification gives credit. For example qualifications at Level One or Level Two will provide a basis for entry to certain higher level qualifications. Level Three qualifications in High School may in the future give some credit towards those offered in Post-High Schools. Post-High School qualifications are unlikely, currently, to offer credits towards University courses, though some Post-High Schools may negotiate credits for certain courses. Do not enter items in this part of the form unless you are certain that the qualification gives access to those mentioned. 5. Other entr y requirements Briefly mention any other matters that the qualification requires for entry by students (e.g. previous attainments in mathematics or science, attendance at the first two years (ciclul inferior) of Technological High School in the case of Level Three qualifications gained through filiera tehnoligica). Any physical requirements (strength, ability to swim) should also be mentioned. Do not try to summarize the typical policies of schools or counties in accepting admissions (e.g. performance scores in the Teste Nationale), as these policies are local rather than national decisions, and can be changed. 6. Assessment Arrangements Describe briefly how assessments will be conducted. Refer to the preferences expressed by the Sector Committee (Section One), and explain if these cannot be followed in this case, and 137 why. [Interim Guidance: Describe briefly how assessments will be conducted, and why these methods were chosen. Refer to Section One (paragraph 1.11 for a list of the different assessment styles).] 8 Main results from Review Do not complete this section if this is a new qualification. If it is a revision to an existing qualification resulting from a review agreed by the Sector Committee (see Section Five), summarize the main conclusions from that review. The Sector Committee will be advised of the results of a review after it has happened, but before revision/replacement of the qualification takes place, but it will be helpful if they are reminded of the main points here. Major amendments to units w ithin qualifications Amendments to units should only be submitted to Sector Committees if: • one unit in the existing qualification has been replaced by another one; • one or more competences within a unit has been substantially altered. Changes in wording to aid clarification should not be submitted. Changes to criterii de performannm, condinii de aplicabilitate or probe de evaluare should not lead to a re-validation by a Sector Committee. If a change to a unit of competenne cheie are made because of a general revision of the unit, which impacts on a number of qualifications, Sector Committees should be notified, but not asked to agree. It would not be realistic to expect many Sector Committees to agree the precise definition of a competenne cheie. If, following notification, a Sector Committee considers that the new competenne cheie is no longer suitable for its qualifications, then an alternative competenne cheie may be selected. 2. Reasons for amendment or replacement Briefly describe why it is thought necessary to replace the unit or to make major amendments to it. Reasons might include up-dating, or unsatisfactory nature of previous version of the unit for teaching. 3. Methods used for r elating unit to w orking requirem ents Use the same guidance as that given for whole qualifications, as above. 4. Assessment arrangements for unit Briefly note the assessment arrangements. These will generally be continuous assessment, but note if a change to end-tests will also be needed. 138 annex 4.3 guidance to members of sector committees or validating panels Purpose of validation Validation of vocational qualifications is a process to ensure that qualifications are likely to be of value to, and in time become recognized by, Romanian employers, workers, professional bodies and (in some cases) Universities. When a qualification is validated it will become offered by the pre-university school system (or in some cases Post-High Schools). Students will spend time learning towards it, teachers will invest time in teaching it, textbooks and materials will be purchased to assist in learning. In short, much time, money and energy will be devoted to an approved qualification. It is important, therefore, that qualifications are well founded, as otherwise those resources will be wasted. Context of validation Certain procedures have been established to ensure that the development of qualifications is well performed. These include: a) a process for Sector Committees to identify those areas of their sectors for which qualifications are needed; [Interim guidance: Sector Committees are being established on a gradual basis. Not all qualifications will initially fall within the scope of a Sector Committee. In these cases validating panels will need to satisfy themselves that the qualification is needed.] b) a process for the methodical review of existing qualifications; c) a process for ensuring that each qualification relates, so far as is reasonable, to the requirements of the areas of work which it is intended to prepare trainees for; d) a method for assessing students during and/or at the end of their courses, to ensure that they have accomplished what the course intended; e) guidance and materials for teachers and students to support the necessary studies. The task for Sector Committees (or validating panels) is to ensure that processes (a)-(d) have been undertaken in a reasonable manner, and that the qualification is likely to be recognized in the Romanian labour market. Task (e) is primarily a pedagogical matter, and need not concern Sector Committees; programa are separately approved by the MEdC, using experts in pedagogy. Though the aim of each vocational qualification is to assist students to perform functions at work, it should be appreciated that: • few qualifications gained in school or training centres can completely prepare students to be immediately proficient at work. Although some work experience is included in all school qualifications, this is limited in scope and students will need further training and practice in a real working environment to achieve full proficiency. Additionally schools will not always have the latest equipment, or be able fully to reproduce practices at work; • the majority of qualifications in the Romanian school system serve a dual function: to prepare students for work, and to prepare them for higher levels of qualification, whether within the school system or at University. This means that it will be necessary to include some material in each qualification which may not strictly be needed in the workplace at the level of occupation for which the qualification is designed. Designers therefore need to 139 balance the needs of the workplace and the need to prepare for higher levels when they decide what to include, and what to exclude, from vocational qualifications. Issues in validation (see form at Annex 4.1) 1. Consider carefully the Title given for the qualification: • is it likely to be understood by employers and workers? Sometimes titles can be too vague, or contain words which will be misinterpreted in the the world of work. • could it be confused with the titles of other qualifications which are in use? It will be helpful if the title is similar to (but not identical with) other qualifications which are closely allied to it, but this will be misleading if similarly named qualifications are in fact entirely different. Consider the Level assigned to the qualification. Does it broadly match the general descriptions given for the Romanian National Qualifications Framework (ref Annex 3.1)? Consider the unit titles. Taken together do they represent the field of expertise that you would expect in this qualification? If you are in doubt ask to see the detailed breakdown of a particular unit. This will describe the competences contained and the kinds of conditions in which they are expected to apply. NB. Some qualifications may have a ‘core and options’ structure, with more than one group of competenne tehnice specializate. In these cases students will be able to opt for a particular group. Does each group prepare students for known occupations? 2. Consider the need for the qualification. As Sector Committees are formed they will consider the full range of qualifications relevant to the sector, and advise on need. Where this has occurred, there should be a reference in this section to previous advice from Sector Committees. It will not be helpful for validating panels to re-open the question of need at the validating stage. [Interim Guidance: Where Sector Committees have not been established, or have not discussed their Qualifications Strategy (see Section One): For existing qualifications requiring re-validation: the need for these should not normally be questioned at the validation stage. It will be best if any reservations about a particular qualification are deferred until the Sector Committee can develop a Qualifications Strategy, when it will be able to look at the full range of qualifications which lie within its responsibility. For new qualifications: evidence of demand for the qualification should be presented. This might include: • evidence of labour market demand (e.g. no pre-existing qualification and a significant number of people in the occupation(s) concerned) • evidence from REAPs and LEAPs • arguments that this qualification is needed as a route towards a higher level qualification which is in demand.] 3. Ask about the methods used for relating the qualification to work requirements. Sector Committees will generally not have the time or the expertise to judge from papers whether or not the qualification is well related to the world of work, so should not try to form their own view on its contents. However they are well placed to satisfy themselves that those who developed the qualification have a good understanding of work-place practices. Possible methods include: • active involvement of relevant workers, supervisors or trainers from industry in the process of development of the qualification. Ask who was involved, from which firms. Do these represent reasonable industrial practice? • use of occupational standards already developed, in Romania or abroad. Occupational standards are derived from particular research methods, and where they exist it is sensible to make use of them. However they are expensive and time-consuming to research, and in 140 some cases they can get out of date within a few years. In sectors which need to compete internationally it may well make sense to ‘borrow’ standards developed in other countries; • direct observation of practices in current workplaces by curriculum developers. This is to be encouraged as it has the effect of exposing teachers directly to the world of work, and should ensure that standards are realistic and up to date. But it may be misleading if untypical businesses are selected for observation. Ask which businesses have been used? Are they reasonably typical of the sector? (Clearly the firms used should not be too oldfashioned, but neither should they be at the most advanced stage of development, as most trainees would not actually be likely to encounter the conditions at the most modern of firms). Ideally more than one of these methods should be used, though it is unlikely that all three will be necessary. Other methods may have been used by those who have developed a qualification, and Committees/panels should consider these on their merits. It will be helpful if it can be shown that there have been consultations with a wide range of employers about a qualification, but this will not always have been possible, and it is important to note that endorsements from employers or trade union representatives, although helpful, should not on their own be taken as sufficient evidence that a qualification is relevant. There is no guarantee that they have carefully considered the contents of a qualification, and they may have just been invited to send in ‘letters of support’. A submission for validation should make it clear where the standards of training cannot fully meet work requirements. In many cases this will be understandable, but Sector Committees/validating panels should ask for the reasons. In particular they should satisfy themselves that full advantage is taken of the scope for work experience. Each vocational qualification in the Romanian school system should include a period of work experience, and this is where students can develop practical skills and learn about current working practices which it is not easy to reproduce in a classroom or school workshop. 4. Committees/panels should ensure that there is clarity about credit arrangements – which previous levels of qualifications are needed in order to form the necessary base for studying this one? And similarly which higher qualifications does this one provide a foundation for? In general for school qualifications, except for those at Level One, previous qualifications, or relevant previous experience are necessary. However if members consider that a person with no relevant experience could obtain the qualification in the time available, then they should say so. Post-High School qualifications will often not lead to higher levels, but if members consider that a Post-High School qualification would form a good basis for a particular University programme, then they should say so, and encourage links to be made. Similarly there may be scope for qualifications gained at Level 3 in High Schools to earn credits (or exemptions) from parts of Post-High School qualifications. Any ‘common sense’ methods for accelerating students’ passage through the system (without sacrificing quality) will save time, money and result in a more highly qualified workforce. 5. Members should note any other entry requirements which are mentioned and consider whether these are reasonable. So far as possible, each qualification should be open to all types of students, though there may be some obvious requirements in some cases (e.g. physical strength for occupations which require heavy physical work, ability to swim for those which require working in or near deep water). Members should particularly challenge any requirements which refer directly to the gender or ethnic origin of students, which will not normally be acceptable. They should also question any requirements, which – though not directly related to gender or ethnic origin – would have the effect of barring or restricting young men or young women, people from minority ethnic groups, or people who are disabled. Examples might include: fluency in the Romanian language, physical strength or having good eyesight. Sometimes such attributes will truly be essential, but often they will not. 6. Members should be clear about how students’ attainment will be assessed. If necessary, members should press questions so that they feel they could explain the arrangements to other employers or workers who might be interested. Where Sector Committees have given advice on the types of assessment arrangements that they prefer (see 141 Section One) these should be reflected in the arrangements proposed for the qualification, unless good reasons are given why this is difficult or unreasonable. Where Sector Committees have not declared any preferences, members should feel satisfied that the methods of assessment proposed will be likely to give confidence in their sectors that students have actually achieved the standards expected in the qualification. If members are not satisfied they should make suggestions about what alternative methods might increase confidence. Members should remember, again, that assessment can be expensive and that time taken in making assessments inevitably reduces the time available for teaching and learning. 7. In the case of existing qualifications which are returning to be validated following a review, members should note the main conclusions of the review and satisfy themselves that the conclusions have been carried forward into changes in the qualification. Major amendments to units w ithin qualifications. From time to time it will be necessary to make changes in individual units of a qualification. In many cases these will be minor, for example to clarify standards for the benefit of teachers and students. But in some cases there will be changes in order to up-date standards which may result in the replacement of one unit by another, or a definite change in the standards of performance expected of students. In such cases, Sector Committees will be informed and asked to re-validate the new or amended unit. Members should follow the guidance given above for relating the unit to work requirements, and for assessment arrangements. 142 Section five: review of qualifications The pur poses of review 5.1. A Sector Committee may call for the review of a qualification, or on occasion a small group of related qualifications as part of its Qualifications Strategy (see Section One). On average one might expect a qualification to be reviewed once every 5-8 years (see periods of validation in Section Four). 5.2. The purposes of a review are to make one of the following recommendations: a) the qualification should be retained in its current form; b) the qualification should be amended; c) the qualification should be merged with another qualification; d) the qualification should be withdrawn from the school system. 5.3. Reviewing and evaluating can, of course, be an extended affair involving academic research, international comparisons, extensive consultations etc. Extended exercises may occasionally be warranted in the Romanian context – for example for qualifications which are considered essential for the economy, or where a large range of qualifications is reviewed in one exercise. 5.4. Such exercises, though, are expensive and time-consuming. If all reviews were entirely thorough, then few would actually be carried out. This Section puts forward a format for a basic review, which in most cases will be entirely adequate for the purpose. It may, of course, be adapted in different circumstances, but it is unlikely that doing less than what is indicated will be adequate. Conduct of the revi ew 5.5. Having called for a review, a Sector Committee should nominate two of its members to supervise the review. They should be familiar, as employers, unions, or professional bodies, with the particular occupational area to which the qualification relates. If necessary a Sector Committee might wish to nominate people in whom they have confidence, but who are not themselves members of the Committee, to serve on the review panel (e.g. an employer in a sizeable relevant firm) in the place of one of the Committee members. 5.6. The panel should meet twice in the course of the review: • once, at an early stage, to brief the review officers (see below) on concerns and to discuss approaches to the review; • once, towards the end, to hear from review officers what their findings have been and to discuss these. This second meeting should take place before officers draw up their report, so that the perspective of panel members can influence the way they write it. 5.7. The MEdC should nominate two review officers. One should be a school inspector who is familiar with the occupational area concerned. The second might be a practising teacher, a member of the MEdC or another school inspector. If Sector Committees wish to nominate a relevant person known to them (e.g. a supervisor or manager from a firm in the relevant occupational area or a trade union official with relevant occupational experience) then this should be welcomed as filling the second place. 5.8. Annex 5.1 presents a format for a basic review. It consists of two aspects: • a brief quantitative exercise, which also gives a basis for; • a more extended qualitative examination. 5.9. Such a basic review might be expected to be conducted within 3-6 months. The period will depend on the availability of the review officers. They might wish to undertake it on a 143 virtually full-time basis, or to spread the work over a longer period. However, they should be expected to complete the work within 6 months of the first meeting with panel members. It is estimated that the work would involve 40-60 person days in all. 5.10. Certain points should be noted: • Annex 4.1 suggests that the better schools should be selected for in-depth examination. The reason for this is that many reasons why students are not benefiting from a qualification may be unrelated to the qualification itself. For example, standards of teaching or equipment may be poor, there may be few relevant work experience opportunities in particular areas, etc. Such matters are serious, but they cannot be ascribed to the nature of the qualification. Changes to a qualification will not improve teaching standards or modernize equipment. Neither will they lead to more work experience becoming available. However if there are problems in the best schools, then it may well be that these problems are due to the nature of the qualification. • It is not the purpose of the review to inspect, or pass comment on, the standard of teaching or school management. Such matters are the province of the regular work of school inspectors. Comments on the nature of the curriculum (programa), however, may be made, though this is not the prime focus of a review, nor is it the province of Sector Committees.1 • in the Romanian context quantitative information about students studying for individual qualifications may be difficult to obtain on a national or even county level. This may change, but Annex 4.1 gives a very rough methodology which should be workable in the current context. A crude method is sufficient for the purposes of a qualification review, since the single question that the quantitative part of the exercise needs to answer is whether there is a case for maintaining the qualification. If numbers of schools offering it or students taking it are very low, then there will be a case for withdrawing it and leaving any remaining needs to be met by other qualifications or by local curriculum discretion. If numbers are not very low, it does not really matter – for these purposes – how large they are. Reporting 5.11. Following the second meeting with panel members, the review officers should draw up a report using the following template: 1 Changes to programa may be made without reference to Sector Committees (see Section Four). 144 Introduction Name of qualification, relevant Sector Committee, Domain. Dates over which the review was carried out. Names of review officers. Names of panel members Methodology Include method of estimating numbers of students (using method in Annex 4.1, or – if relevant – a different one). Names of schools and employers involved in the study. Numbers of interviews conducted of school staff, students and representatives of employers. Quantitative Estimates Do not give precise figures derived from Annex 4.1, but state one of: Defunct (no traceable instances of delivery of the qualification in schools) Rare (fewer than 100 students nationally entering for the qualification each year) Low (100-1000 students entering) Common (more than 1000 students entering) Findings Describe in separate sections: The views of teachers The views of employers The views of students Other observations View of the review officers A concise evaluation of the strengths and weaknesses of the qualification in the opinion of the review officers, indicating what parts of it might be improved in future development Recommendation One of the following should be recommended: • the qualification should be retained in its current form (give justification); • the qualification should be amended (say what parts should be amended, e.g. SPP, assessment arrangements or curriculum, and in what direction); • the qualification should be merged with another qualification (say which other qualifications are most likely to be candidates for merger); • the qualification should be withdrawn from the school system (give justification, generally as a result of rare or defunct participation). 5.12. Reports should be no more than 10 pages long. They should not contain Annexes, though review officers should be prepared to give advice, if requested, after they have finalized their report. Action follow ing report 5.13. Copies of the report should be given to panel members, and to the MEdC. The MEdC should send copies to School Inspectors in all counties, asking for any comments they may have, within one month. School Inspectors may wish to consult individual schools who offer the qualification in question, and relay their comments. 5.14. Review officers should be shown relevant comments, and given the opportunity to revise the report, if they so wish. They are not obliged to make changes, though if there are factual errors or misinterpretations, they may want to take the opportunity to correct or clarify what they have said. 145 5.15. The MEdC should submit the report to the Sector Committee, together with any comments the MEdC wishes to make on it. The MEdC should make a recommendation to the Sector Committee about reform action and timescales. This will then enter the schedule for priorities for development (Section One, Annex 1.2). Post-Hi gh School s 5.16. This guidance should be followed in the case of qualifications offered by Post-High Schools, with the following exceptions, which take account of the voluntary and privately financed nature of Post-High School provision: • a Post-High School offering the qualification should be invited to conduct the review. If no Post-High School is prepared to do this, the qualification should be regarded as defunct, and withdrawn from the list of qualifications available in the school system; • The Post-High School undertaking the review may select review officers as it chooses, in co-operation with other Post-High Schools if it wishes; • The methodology of the review is a matter for the Post-High School, though the report format (5.11 above) should be followed; • The qualification should not necessarily be withdrawn if participation is rare (according to the definition given above), though the case for merger should be considered; • The lead Post-High School should arrange for circulation of the report to other interested Post-High Schools. It is not necessary to circulate the report to School Inspectors, though this can be done, if desired. 146 annex 5.1 BASIC MODEL FOR A REVIEW OF A qualification [NB. This model can be adapted as thought necessary, and in particular the suggested sample sizes can be increased, but the main headings should be covered] Briefing Sta ge Review officers should study the qualification concerned, meet panel members nominated by the Sector Committee and hold a discussion with relevant officials from the MEdC. The latter will refer to any relevant concerns they have about the qualification and should also point to comments made in recent REAPs which might concern the qualification or more general occupational area. Quantitative Sta ge The purpose of this stage is to: • form a rough estimate of how frequently the qualification is taken in the school system, and particularly to identify if participation is very low; • identify the schools where the qualitative stage will take place. It presumes that there are no centrally held records of the numbers of students entering for a given qualification. If there are (MEdC will advise) then these should be used instead of the methodology given below. 1 Select three counties which have relatively large numbers of students enrolling in the domain and level in which the qualification is classified. Figures should be available from the MEdC. In the selection of counties, try to take those where it is likely that the qualification under review is most likely to be offered (e.g. if the qualification is connected with maritime activities select a coastal county) 2. Write to the chief School Inspectors in each county, and ask them to select five schools in which they consider the qualification under review is most likely to be offered. The schools should be asked to state: (a) the numbers enrolling for the qualification in the last school year; (b) the numbers enrolling in the same domain and at the same level. In reporting the results to the review team, the chief School Inspector should be asked to recommend which of the five schools are considered to be most likely to represent good practice in the delivery of the qualification, and particularly to be able to arrange work experience with local employers. 3. Taking the reported figures from all fifteen schools, express the numbers enrolling for the qualification as a proportion of the figures given by the schools given for those enrolling in the same domain at the same level. 4. Apply this proportion to the national figures held by the MEdC for students enrolling in the same domain and at the same level. This will give an estimate of national take-up. It is appreciated that this number is likely to be an overestimate (as we have deliberately selected a sample which is likely to have high numbers in this qualification). For that reason the numbers derived from this exercise should never be quoted. Instead, the review team should classify the qualification’s estimated take-up as: Rare: (figures indicate fewer than 100 students nationally entering for the 147 qualification) Low: (figures indicate 100-1000 students entering) Common: (figures indicate more than 1000 students entering). 5 If any of the three counties cannot identify any students taking the qualification, the approach should be repeated in a further county. If, after approaching six counties in total, none have been able to identify any students enrolling for the qualification, the review team should advise the MEdC that they suspect that the qualification is defunct, and halt the review. Unless the MEdC can identify two schools which are currently offering the qualification, the review officers should report to the Sector Committee panel that the qualification is defunct. No further action should be taken. Qualitative Stage 6 From the Chief Inspectors’ recommendations about the schools which are likely to represent good practice in delivery of the qualification, select two (most convenient to the review officers) and approach them to take part in the qualitative stage. They should be pleased that they are considered to represent good practice. 7 Review officers should take one school each. During the course of their qualitative study they are advised to communicate regularly by telephone or e-mail to share their perceptions. 8 • • • 9 - At each school interviews should take place with: Teachers Employers Students Teachers involved with the qualification should be asked: whether the students find the qualification difficult or easy (this will indicate whether there may be scope to expand the content of the qualification, or whether there are dangers of too much content – remember these are the better schools, so if they find content too stretching, others are likely to find even more difficulty); - whether students succeeding in the qualification have a good basis for taking qualifications at a higher level, or whether they struggle when moving up (this will indicate whether amendments should be made to form better links with higher qualifications); - whether the content of the qualification, particularly in the field of competenne cheie and competenne tehnice generale, overlaps considerably with other qualifications in the same domain (this will indicate whether there may be scope for merger of the qualification with another using a ‘core and options’ approach); - whether they have comments on the assessment arrangements (this will indicate whether these could be streamlined); - whether they have comments on the programa (this should not be investigated in detail or commented on extensively in the review report, but teachers’ comments should be relayed to the MEdC). 10. At least five students who are taking the qualification should be interviewed at each school. They should be asked: - whether they find the qualification difficult or easy; 148 - what kind of jobs they hope to gain (on occasion students have no aspiration to enter the occupation concerned, or believe it is not attainable with the qualification they are studying); - whether they hope to enter for a higher level qualification, whether in the school system or in higher education, and in this case their views on how the qualification they are studying will prepare them (this may give clues about the links between qualifications). Students should not be asked to comment on the standards of teaching. If they volunteer comments, these should not be formally noted or feature in the final report. 11. At least two employers relevant to the qualification should be approached in each location. Ideally these should be employers who offer work experience to the students taking the qualification, or those who have been known to employ graduates of the qualification after they have completed their studies. If no such employers can be identified by the school, review officers should automatically question the relevance of the qualification (remember, these are the better schools – if they cannot find employers to offer work experience or to employ graduates, then other schools will experience even greater difficulties). 12. Interviews should be sought with supervisors at each enterprise who are personally engaged with the occupation in question, and – if possible – have personal experience of supervising young people on work experience or recent graduates. They should be asked: - how prepared they find students that they encounter, are their studies relevant to the workplace? - what, if anything, to they consider ‘missing’ in students (press to discover whether these aspects are general personal competences and attitudes, speed of work, or specific occupational competences)? - if there are missing competences, do they find that these can be readily trained for in the workplace (for example increasing the speed of work through practice, adapting to the specific team working practices of the enterprise, experience with particular machinery used)? - do they consider that the schools can and should teach any of these missing competences? - show them the SPP of the qualification concerned, and ask for their comments. Are all these necessary? Are some outdated? Are there important missing elements? - invite their comments on the assessment arrangements used for the qualification. Are these credible? Do they have suggestions about what would carry more credibility with enterprises? From the interviews with supervisors, review officers should attempt to identify aspects of the qualification which might be improved, or which appear to be unnecessary. They should try to distinguish between general comments about the attitude and lack of experience of young people (which are unlikely to be able to be improved by changes to a qualification), and specific missing elements, or elements which are not considered useful by supervisors (which can be amended in a qualification). Comments on the credibility of assessment and ideas for better methods should also be noted carefully. Review officers should attempt to form judgements about whether expectations of supervisors are realistic (e.g. expectations of full working speed for recent graduates, or 149 experience on specialized machinery). 13. Following the interviews with teachers, students and employers, review officers should hold a final discussion involving senior teachers, and school directors and relevant school inspectors if they wish to join the discussion. At this meeting review officers should: • highlight and discuss possible changes to the qualification which they consider may be helpful; • explore further the case for any merger with similar qualifications; • explore the case for any changes to assessment arrangements. Review officers may also informally feed back any comments about teaching standards and relations with schools made by employers and students, whether positive or negative. They should only do so if they think that such feedback will be helpful to the school, and they should make it clear that any such comments will not feature in any written report that they will make. Final stage 14. Before drawing up a report (see Section Five paragraph 5.11) review officers should meet to discuss and agree their outline findings, and discuss these with the panel members nominated by the Sector Committee. 150 Developing and Updating Units These guidelines have been written to support those involved in developing and updating units for Romanian National Vocational Qualifications (RONVQs), whether as managers, curriculum developers or teachers/instructors. More specifically they have been produced to support curriculum developers working on the revision of the training standards originally prepared in 2003/04. However they also provide a guide for anybody involved in preparing or revising units in the future. The principles and methodologies referred to are based on currently accepted good practice in many national TVET systems. However, since curriculum development is a dynamic process, it is inevitable that revision and change to the procedures and organizations mentioned are bound to occur. These changes should be taken into consideration in future revisions. Contents • RONVQ Units of Assessment • What is a Unit? • How is a qualification developed as Units? • Writing the Units • How will the teacher assess learners against these criteria? • Terminology • Appendix 1: Draft Level Descriptors 151 RONVQ Units of Assessment All RONVQ qualifications will eventually be recognised in a unitised format so that the credits may link in with the proposed Romanian National Credit and Qualification Framework (RONCQF). As a result of unitisation it is made clear to everybody involved where credits are awarded and what achievement they represent. Learners can see what they are aiming to achieve, which is in itself motivating; teachers and instructors can see what needs to be assessed (which is particularly important for those new to such qualifications) and all those involved in Quality Assurance find it easier to check achievement. Before you start…. Think carefully about what you want learners to achieve. The people who are being trained today will still be at work in forty years’ time. We cannot expect to know what competences they will require then, but we must prepare them for the world of work in the next five to ten years. This means that although previous vocational education and training can inform our planning we must be aware of changes that have occurred and are continuing to occur in industrial requirements and practices. The accession of Romania to the EU means that vocational education and training must prepare learners to work in the global economy. Before you start writing units, refer to the national database of approved units to check whether there are any existing units you can use. This will save you time and could speed up the development process. If you cannot find anything you need in this database, check with MoER as there may be units in the curriculum areas you offer that are already under development and due for completion soon. Remember that units that match the needs of your learners may have been developed in other domains. The ability to import units from other domains is one of the benefits of a unitised system. 152 What is a Unit? 1 A unit within the RONCQF is defined as a “coherent and explicit set of learning outcomes”. “Learning outcomes” describe those things that a learner is expected to know, understand or be able to do on completion of a process of learning. 2 Each unit within a qualification must include the following eight key features: • title; • learning outcomes: a coherent set of measurable achievements; • performance criteria: descriptions of the critical components of successful performance, they describe what the learners must be able to do in a way that enables an objective judgement to be made about whether or not the learners have achieved the learning outcome; • range statements: specifications of the various circumstances or contexts in which the performance criteria are to be applied; • evidence requirements: a statement of the form of evidence required to confirm achievement of a learning outcome; • level: a unit can be at one of five levels: One, Two, Three, Four or Five. Draft descriptors for Levels 1, 2 and 3 are included as Appendix 1. • credit value: the number of credits ascribed to a unit. One credit is awarded for the learning outcomes that a learner, on average, might reasonably be expected to achieve in a notional 60 hours of learning. Units will normally have a credit value of 1. 3 A unit focuses on the learning being assessed as opposed to the broader teaching syllabus and the process of learning or delivery. In other words, the unit should not contain everything that is taught - that is the syllabus or scheme of work. The unit should contain what has to be learned in order to achieve the performance criteria. “The challenge must be to measure what is valuable, rather than to value what is easily measured.” Further Education Funding Council (UK) Advisory group report on Citizenship for 16-19 year olds in Education and Training. Note: The national standards and levels that have been agreed must remain the same for all learners. The approach to teaching and the time taken to reach the performance criteria may be varied for different learners, especially those with special needs. 153 How is a qualification developed as Units? 1 The best way to approach this task is to think about the key elements of the learning that should be assessed and for which credit should be given. 2 Having decided which key areas of learning should be awarded credit, these need to be divided up and grouped into coherent learning sets, i.e. there must be a clear relationship between the learning outcomes in each set. It is these sets that will generally form the units. 3 When considering how to break the qualification into units try to avoid starting from blocks of time or from assignments. Think holistically about what the learners will have gained from the whole learning experience. For the majority of qualifications deciding what the constituent units are going to be should be a relatively easy task as the various topic areas will readily break down into “coherent and explicit sets of outcomes”. 4 A unit can have only one level. If there is a need to build two or more levels into the overall qualification in order to reflect the range of achievement of learners, separate units must be devised for each level required, even though the title and the learning outcomes may be similar. The learning for these parallel units may be delivered simultaneously, but the level achieved by any one learner will be determined through assessment. 5 When deciding the size (i.e. credit value) of each unit, remember that credit will only be awarded for completed units. The credit value of a unit should normally be kept to the smallest possible value (i.e. one), in order to be able to give credit for smaller components of achievement. 6 The relationship between delivery and units of assessment can be explained as follows: • Delivery is concerned with the structure and content of the learning process. • Units focus on the learning being assessed as a result of the learning process (i.e. achievement). 154 Writing the Units It helps to have in mind the learner who will be using the unit and the teacher or instructor who will be facilitating learning and preparing learners for assessment. Thinking of their needs will help you to write clearly, simply and explicitly. Ensure that units and performance criteria are written in easily understood language. This will benefit all learners, but will be of particular value to those with special needs. Title 1 The title should be a concise summary of the achievement in the unit. It should give someone external to the qualification, such as an employer, a clear sense of what the unit is about. Generally you should be able to provide this information in less than eight words. 2 Titles should be freestanding; in other words, they should not contain the title of the overall qualification, or reference to another unit. 3 Titles should not contain numbers, references to levels (e.g. Basic, Foundation, Intermediate, Advanced etc), method of assessment or other extraneous detail e.g. mode of delivery, training provider or target group. 4 If you cannot think of a title that clearly summarises the achievement in the unit, it may suggest the learning outcomes lack coherence. 5 The title should not include brackets, hyphens or colons unless these are necessary for clarification Remember, the unit titles will be listed on the learner’s RONVQ award certification and therefore will need to make sense to a range of readers. 155 Learning Outcomes Throughout the planning make sure that the learning outcomes and the subsequent description of the unit matches the proposed level as described in the level descriptors. 1 These are statements of what a learner is expected to be able to do in order to demonstrate their ability to do something, or their knowledge, or their understanding as a result of a learning process. They are phrases that can be prefixed by the standard stem sentence “The learner should be able to:”. 2 The statements should describe the results of the learning rather than the learning process itself, i.e. what is learnt rather than what is taught. 3 The outcomes must be assessable. 4 The key features of a clear learning outcome are: • an action verb e.g. demonstrate; • defined context e.g. knife skills on a range of food items. 5 Action verbs used will depend largely on whether the set of learning outcomes relates to a body of knowledge/understanding or a set of skills. Examples of commonly used action verbs are given in Appendix 2. Check the statements make sense after the standard stem sentence “The learner should be able to:”. 6 Express learning outcomes in short and succinct statements. Detail, such as qualitative and evaluative terms, is more likely to be useful in determining level of achievement within the Performance Criteria. 7 No specific number of learning outcomes are required for one unit. But if the learning outcomes are numerous, consider if each and every one is going to be assessed. If anything is included in the learning outcomes it must be assessed and you may find yourself assessing everything the learner does. If there is still a very large number of outcomes, consider making two separate units. At the other extreme, having only one learning outcome is insufficient to express the achievement covered in 60 hours of learning. This one learning outcome should be broken down into its composite parts, which are then summarised by the unit title. As a guideline, 3 - 5 learning outcomes is the average. Remember: All learning outcomes must be met for the unit to be awarded. 8 Coherence of the group of outcomes is essential. They must all: • relate to each other and to the title of the unit; • avoid repetition and overlap. E.g. if the unit title is “Romanian Industrial Development” you cannot include learning outcomes relating to essay writing, oral presentations, or grammar, spelling and punctuation. 9 Avoid using more than one verb in each Learning Outcome. 156 Performance Criteria 1 These are statements for each learning outcome that specify learner achievements more precisely by indicating the standards by which the level of achievement can be judged. Refer again to the level descriptors. 2 The criteria must be observable and operable, but they should not describe the assessment method/activity. This is described elsewhere in your document under Evidence Requirements. Writing the criteria so that they are applicable in a range of assessment methods will make the unit more versatile, and compatible with a wider range of teaching and assessment strategies. This will enable you to modify the way you assess learners from year to year. 3 The Performance Criteria attached to learning outcomes at different levels must reflect progression through the degree of complexity, learner autonomy and range of achievement appropriate to a given level, in other words, the standard. Learner autonomy refers to being able to interpret, apply, or extrapolate knowledge and skills in other situations. 4 The language used in Performance Criteria must be explicit, unambiguous and objective. Avoid using verbs like “comment on” and “articulate”, and qualifiers like “fully”, “effectively”, “professionally”, “competently”, “efficiently”, etc., because they are open to interpretation. Give examples if necessary to qualify the standard you expect. Remember that “more is not better” when it comes to Performance Criteria. Being able to write five essays instead of three may not mean that the learner’s essay writing skills are of a higher level. Bear in mind the need to demonstrate Performance Criteria in different situations e.g. a busy large working environment and a small quit one. 5 If you are uncertain about the amount of detail to include ask yourself the following question: “If the unit’s Performance Criteria were used to assess a learner’s work, would they provide me (or another assessor) with enough information to make an effective judgement about achievement?” Remember, the Performance Criteria must contain sufficient detail to make transparent to any reader exactly what the learner is expected to achieve at a particular level. This statement is used by the assessor and all concerned with Quality Assurance to determine that evidence presented by a learner has fulfilled a specific learning outcome. 6 One approach to writing criteria is to envisage the assessment activities/tasks you will use to decide whether the learners have achieved the learning outcomes. This will build up a picture of the evidence for assessment generated by the activity which, in turn, will inform the Performance Criteria. 157 Range Statements 1 These are statements that specify the various circumstances or contexts in which the performance criteria are to be applied. They could include key differences in physical location, employment contexts and equipment used. These might be specified as follows: • physical location: factory; office; • employment contexts: full-time; part-time; self-employed subcontractor; • equipment used: telephone; fax; photocopier. 2 Range statements must clearly relate to the performance criteria for the learning outcome in question. Evidence Requirements These define the evidence required from a person to demonstrate their competence in an outcome. They are usually examples of work the person has to complete and must cover not only performance criteria and range, but also any knowledge requirements. Level All RONVQs will be placed at one of 5 levels. The higher the level, the more complex or demanding the achievement is going to be. Credit Value 1 One credit is awarded for an outcome that a learner, on average, might reasonably be expected to achieve in a notional 60 hours of learning. This includes contact, private learning and self-managed learning, as well as assessment and possible reassessment. 2 The Credit Value of a unit is the number of credits a learner can achieve through successful completion of the unit. This will normally be 1 because practice has shown that units of 2 or more credits invariably present problems to tutors during assessment. Learners may achieve only some of the learning outcomes and although this could represent a significant amount of work, it is not possible to award credits for partial achievement of a unit. 3 The Credit Value of a unit is not based on the actual amount of time a learner spends working on the unit. Some learners may need longer than others to achieve the same results. 158 How will the teacher assess learners against these criteria? 1 The teacher is responsible for the organisation of learning for each unit. Learners may experience the outcomes as a block where the unit exactly coincides with a period of study. Or there may be clearly defined topic areas that can be delivered and assessed at set points. However, this does not have to be the case; the teacher is free to choose how and when they assess the outcomes of a unit. Some skills, such as study skills and life skills, will be learned through repeated practice throughout a course. Therefore they will normally be assessed at the end of the course, even if they have been formally taught quite early on. 2 It is essential that the method(s) of assessment used enable teachers to establish whether each learning outcome has been met, and that the link between the two is indicated clearly in the documentation. 3 The relationship between assessment methods and units must be flexible and inclusive to all learners reflecting equal opportunities, for example; • One unit could be assessed using just one task, (e.g. production of an artefact) or a range of methods (e.g. class/work-based tasks, question and answer sessions and a piece of written work). • Alternatively one assessment method could contribute to the achievement of learning outcomes in more than one unit (e.g. a case-study could contribute to the achievement of learning outcomes in a range of areas). The following are some examples of the types of assessment methods that you might consider: • written work; • role play; • question and answer; • presentations; • practical work; • observation; • formal examination; • discussion; • case study; • project. 4 Ensure that assessment practice takes account of the individual learner. Assessment should give the opportunity for a learner to succeed – assessment should not present additional difficulties. Particular attention should be given to meeting the needs of learners with special needs. For example: • if the learner has poor writing skills, consider how oral assessment can be used; • if the learner has had bad experiences of formal examinations, consider alternative methods of assessment in order to encourage self-esteem and motivation. 159 Terminology Credit Awarded to learners for the achievement of units, once appropriate assessment procedures have been followed, and based on the credit value of those units. Credit Framework A set of specifications for describing and comparing achievement. Credit Value The number of credits a learner may achieve through the successful completion of a unit. It is arrived at by taking the notional learning time required to achieve the specified outcomes and dividing it by 60. It is normally 1. Evidence Requirements Statements that define the form of evidence required for someone to achieve the outcome. Evidence The nature of proof that is required to show a learner can demonstrate that they can meet the performance criteria. Learning Outcomes Statements describing those things that a learner is expected to be able to do, know or understand on completion of a learning process. Level Degree of complexity, learner autonomy and required range of achievement of unit derived from agreed level descriptors (see below). Performance Criteria Statements that enable a judgement to be made about whether or not the learner has achieved the specified learning outcomes. Range Statements Statements that specify the circumstances and contexts in which the performance criteria are to be applied. Unit A coherent set of learning outcomes. 160 and Skills Critical thinking Communication, numeracy skills ICT and 161 Broad knowledge of a subject 3 Ability to apply knowledge and understanding to everyday applications. A deep understanding of the practical aspects of a discipline Complete some routine tasks in Obtain, organise and use factual Use a wide range of skills to: difficult circumstances and theoretical information in • Produce and respond to detailed Plan and adapt skills to solve problem solving. and relatively complex written problems Make generalisations and and oral communication predictions. • Process, obtain and combine Draw conclusions and suggest information solutions. • Perform complex numerical and graphical data tasks Use a problem solving approach Use a range of routine skills: to deal with a straightforward • Produce and respond to detailed situation written and oral communication Draw conclusions from • Process, obtain and combine terminology Plan and organise tasks, actions/inactions information appropriate tools, Ability to apply knowledge to selecting • Perform numerical and graphical adjusting them and using safely, practical contexts data tasks, which have some effectively (with no waste) complex features or Mostly factual knowledge with Complete some routine and nonsome theory routine tasks using knowledge with a Understanding of basic associated processes, materials and subject/discipline • Perform simple numerical and graphical data tasks Basic factual knowledge and Use a limited range of skills to Follow a given step by step Use straightforward skills- in ideas undertake straightforward tasks. approach to simple problem familiar circumstances to: Recognise basic processes, Select and use, with guidance, solving • Produce and respond to simple materials and terminology appropriate tools and materials Identify and/or take account of but detailed written and oral safely and effectively. some of the consequences of communication action/inaction. • Process and obtain information nowledge understanding 2 1 Romanian Level responsibility for Take a significant role improvement of processes. in the Manage a limited range of resources. Lead established teams in routine work and supervise others Take responsibility for the carrying out of a range of routine activities. Show an awareness for others when carrying out work and contribute to the improvement of processes. Take leadership some tasks. Agree goals and responsibilities for self with supervisor. Work alone or with others on tasks with minimum supervision. Identify own strengths and weaknesses relative to the work. Contribute to the review of completed work and offer suggestions for improving practices and processes. Under supervision work alone or with others on straightforward tasks to achieve simple goals Autonomy, accountability and working with others Appendix 1: Draft Level Descriptors Allegato 13 – Il caso svizzero1 Contesto e sistema educativo e formazione professionale Profilo del sistema formativo La Svizzera è caratterizzata da un sistema formativo molto vicino, nella sua filosofia e nella sua organizzazione, a quello tedesco, all’interno del quale è molto evidente l’importanza data ai legami tra educazione, istruzione e formazione professionale. L’intero sistema risulta fortemente orientato, nella definizione degli obiettivi formativi e dei curricula, alla presa in carico precisa e puntuale delle esigenze dell’economia e del mercato del lavoro. Pilastro fondamentale del sistema –come in Germania- è in questo senso l’offerta di formazione professionale ispirata ai principi dell’alternanza tra scuola e lavoro (prevista nell’apprendistato duale, nella formazione professionale superiore “en emploi”, dalle stesse modalità di apprendimento presenti in diverse università). Caratteristica peculiare del sistema è la sua complessa articolazione decisionale e organizzativa, fondata su 1 Per la documentazione completa si faccia riferimento alla sezione specifica del sitoweb 162 delicati equilibri tra prerogative attribuite ai centri decisionali federali (regolamenti professionali, sistemi di certificazione) e ampia autonomia dei Cantoni nell’attuazione delle norme quadro in materia di educazione (basti pensare che non esiste in Svizzera un “ministero” nazionale dell’educazione). L’impostazione federalista permette un’interessante compresenza nel sistema di stimoli e orientamenti derivanti dall’eterogeneità delle lingue e delle culture della popolazione residente (la cui maggioranza di lingua tedesca – ca. 70% del totale – rappresenta a sua volta un universo disomogeneo, condizionato dalle diverse tradizioni e strutture sociali dei Cantoni di residenza). Le competenze nel settore dell’istruzione e della formazione professionale sono ripartite tra i diversi livelli di governo. La responsabilità principale dell’istruzione è dei Cantoni. Caratterizzano il sistema dell’istruzione (ed il sistema politico in generale) - il federalismo (sovranità cantonale), - il decentramento del potere (importanza dei comuni), - la sussidiarietà dei provvedimenti statali (vale a dire il principio in base al quale i livelli sovraordinati quali Confederazione e cantoni emanano prescrizioni ed assumono compiti solo nel caso in cui i livelli subordinati non siano in grado di farlo), - e la democrazia (semi)diretta (votazioni popolari, iniziative popolari, referendum). I Cantoni partecipano in misura determinante al finanziamento ed all’attuazione anche in settori che per legge sono disciplinati dalla Confederazione (p.e. nella formazione professionale). All’interno dei cantoni i compiti relativi all’insegnamento sono svolti per lo più dal dipartimento dell’educazione (o dipartimento dell’istruzione), che stabilisce i programmi didattici, gli strumenti didattici ufficiali e la grandezza delle classi. La cooperazione intercantonale ed il coordinamento scolastico sono un compito della Conferenza svizzera dei direttori della pubblica educazione (CDPE). La CDPE tra l’altro crea piani quadro degli studi e stipula accordi sul riconoscimento di diplomi e scuole. Gli strumenti essenziali della CDPE sono costituiti dagli accordi intercantonali e dalle raccomandazioni; essa puo’ tuttavia obbligare i Cantoni a collaborare e ad armonizzarsi tra di loro (p.e. in caso di riforme, collaborazione nei settori della pianificazione, della ricerca e delle statistiche scolastiche). 1: Le leggi cantonali sulle scuole comprendono tutti i livelli dell’istruzione e valgono quindi dal livello prescolare fino al livello terziario (universitario e non universitario). I comuni gestiscono a loro volta le scuole materne, le scuole elementari e le scuole del livello secondario I. Essi vengono appoggiati da commissioni scolastiche (le quali sono responsabili dei locali, dell’acquisto degli strumenti didattici, in parte dell’assunzione degli insegnanti, oppure svolgono funzioni di controllo). Nelle commissioni scolastiche sono rappresentati anche i genitori. Al forte decentramento in materia di istruzione e sistema scolastico fa riscontro il ruolo portante della Confederazione nel campo della formazione professionale, collegato alla centralizzazione dei sistemi di qualifica, che conferisce rilevanza al ruolo della Confederazione anche nel campo della formazione universitaria, intesa come formazione “certificante” di primaria rilevanza (la Confederazione gestisce direttamente i due politecnici federali, e ha compiti di vigilanza sull’intero sistema dell’istruzione terziaria). La Confederazione e la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) disciplinano in comune anche il riconoscimento delle maturità, titolo indispensabile per l’accesso alla formazione terziaria (a parte singole 1 Il principale fondamento legale dei cantoni nel settore dell’istruzione è il cosiddetto „concordato scolastico”, un contratto nel quale sono fissate le condizioni quadro per il livello primario ed il livello secondario I 163 sperimentazioni –come quella ginevrina- fondate sull’ammissione a dossier). La Svizzera conta una popolazione studentesca di circa 1,4 milioni di allievi (1,6 comprendendo i giovanissimi nell’età dell’istruzione prescolare). All’interno di questa popolazione si è manifestata negli ultimi 10/15 anni una significativa crescita della presenza di allievi nella formazione secondaria superiore a indirizzo “generale” e, soprattutto dopo l’introduzione negli anni ’90 della formazione universitaria professionale (Fachhochschule), degli allievi inseriti nel circuito della formazione terziaria. La formazione professionale mantiene comunque, come in Germania, un’importanza fondamentale nel ciclo secondario, riassumendo, grazie all’apporto dei cantoni svizzero tedeschi, 2/3 degli allievi aspiranti ad un diploma (11mila dei 25mila diplomi annualmente rilasciati sono degli Attestati di Capacità federali, ovvero dei certificati di qualifica professionale). Ulteriore elemento peculiare dell’evoluzione del pubblico presente nel sistema formativo svizzero è il progressivo, costante aumento della presenza di allievi stranieri, che conferisce una nota di particolare complessità interculturale all’insegnamento: si tratta di una tendenza destinata a crescere in tuttio gli ordini di scuole (gli allievi stranieri sono oggi piu’ del 35% nelle istituzioni prescolari, poco meno del 30% nella scuola dell’obbligo, e circa il 20% nelle superiori), nonostante il sistema tenda a selezionare precocemente gli allievi sulla base di criteri attitudinali che riproducono duramente la penalizzazione in termini di capitale culturale ereditato e di socializzazione dei giovani nel contesto linguistico e culturale locale. La Svizzera ha cercato nel corso degli ultimi decenni di promuovere in modo deciso l’accesso alla formazione universitaria, al fine di adeguare alle nuove esigenze dell’economia la composizione della forza lavoro locale, caratterizzata attualmente da una quota di soggetti in possesso di titoli accademici che stenta a salire oltre il 23% tra gli uomini e il 13% tra le donne, valori ritenuti non in linea con un modello produttivo che si affida a settori ad alta tecnologia e valore aggiunto, dove non si rivela piu’ sufficiente la tradizionale solidità delle risorse umane in possesso di titoli professionali di base e specialistici (formazione professionale superiore). Si tratta di un processo tuttora in corso, che sta dando primi risultati, ma che si dimostra anche estremamente difficile da implementare, a fronte di approcci che privilegiano la selezione attitudinale precoce, inibendo l’accesso all’istruzione liceale e al conseguimento dei diplomi di maturità. Si dimostra insomma critico l’assetto del sistema, ripartito abbastanza rigidamente in filiera dell’educazione generale e filiera della formazione professionale, che non favorisce passaggi da un ambito all’altro ma offre piuttosto sbocchi verticali lineari. Ancora nel 2003 su 41.621 titoli di formazione terziaria rilasciati in Svizzera, ben 25.591 appartenevano alla formazione professionale superiore (diplomi professionali, attestati professionali federali post-diploma, titoli di maestria…), contro 9.782 licenze universitarie, e 6.050 diplomi di Scuola Universitaria Professionale. La Svizzera non dispone ancora di un sistema statistico dell’educazione omologo a quello Eurostat. Tenendo conto delle informazioni rese disponibili dall’Ufficio Federale di Statistica possiamo comunque dire che essa occupa una posizione mediana in Europa dal punto di vista dei tradizionali indicatori di istruzione. I livelli di abbandono scolastico precoce, modesti tra la popolazione autoctona, risultano nella media vicini a quelli medi europei –attorno al 15%- a causa delle difficoltà di integrazione dei giovani di origine straniera nella scuola media superiore e nell’apprendistato. La composizione della popolazione attiva per livello di istruzione risente anch’essa della presenza di una componente rilevante di stranieri privi di titoli riconosciuti, con una percentuale di persone prive di formazione post-obbligo del 14% tra gli uomini e del 24% tra le donne, 164 nonostante la piena integrazione dei certificati di formazione professionale nel novero dei titoli di scuola secondaria superiore. Dal 1990 al 1999 le spese reali per l’istruzione sono passate in Svizzera da 19,2 a 21,3 miliardi di franchi. Complessivamente nel 1999 in Svizzera si è speso il 5,9% del prodotto interno lordo (PIL) per l’istruzione e la ricerca (con una distribuzione delle spese per l’istruzione che vede la Confederazione contribuire per il 7%, i Cantoni per il 25% e i comuni per il 23%, rimanendo il rimanente a carico di imprese e allievi, grazie al meccanismo dell’apprendistato duale). Il profilo del paese, per come emerge dalla fisionomia normativa e statistica, è caratterizzato da: - un elevato consenso degli attori sociali ed economici attorno ai principi base del sistema, come l’orientamento curricolare alle esigenze dell’economia e la definizione di chiari standard professionali e di certificazione a livello nazionale garanti della validità dei titoli di studio e delle qualifiche come “testimonianza” della reale competenza di chi ne è portatore; - un’estrema complessità e articolazione territoriale, del sistema educativo e formativo di base, che fa perno sul tradizionale primato assegnato all’orientamento professionalizzante dell’istruzione, sull’attenzione attribuita alle materie scientifiche e agli indirizzi tecnico-specialistici e su una visione dell’apprendimento come percorso che presuppone a tutti i livelli l’integrazione attraverso la pratica professionale di conoscenze e capacità cognitive acquisite in contesto scolastico; - una chiara tendenza alla crescita di interesse dei giovani nei confronti dei percorsi di educazione generale, soprattutto delle ragazze e dei residenti nei cantoni romandi e nella Svizzera italiana, pensati per dare sbocco all’università dopo il conseguimento del diploma (coerente, del resto, all’investimento che la Confederazione si propone di fare a favore del sistema della formazione terziaria) - una crescente preoccupazione nei confronti dei limiti strutturali che il sistema stesso sembra mostrare sul fronte dell’adeguamento dei livelli di istruzione della popolazione attiva alle esigenze del mondo del lavoro (insufficienza delle competenze di base e della cultura generale dei giovani in apprendistato, evidenziata ad esempio dai negativi risultati raccolti dagli allievi svizzeri nello studio PISA, rigidità delle qualificazioni fornite dalla scuola, estrema frammentazione dei percorsi professionali, aumento molto lento delle leve universitarie…). Da quest’ultimo punto di vista, al di là dell’apparente continuità che lo caratterizza, il mondo dell’educazione è in Svizzera un vero cantiere aperto di riforme che si sviluppano ai diversi livelli, ispirate al tentativo di garantire la concorrenzialità del paese e facilitare la mobilità nel settore dell’istruzione, sinora caratterizzato da una forte rigidità dei percorsi 1. 1 Tra i diversi obiettivi emergono per la loro rilevanza: l’incentivazione delle competenze linguistiche, la lotta alla dispersione scolastica precoce (possibilità di conseguire un diploma di settore secondario II per tutti), l’incentivazione dell’impiego delle tecnologie informatiche e della comunicazione a tutti i livelli dell’istruzione, l’attivazione di passerelle e modalità innovative di qualificazione (ad esempio attraverso la modularizzazione delle formazioni e il riconoscimento di crediti formativi) che diminuiscano la rigidità delle filiere formative, e permettano alla popolazione di sviluppare lungo l’arco della vita percorsi di perfezionamento e riqualificazione (dando cosi’ una risposta alla diffusa esigenza di upgrading delle competenze disponibili nella popolazione attiva); la razionalizzazione del settore universitario attraverso maggiore concorrenzialità 165 La formazione continua La Svizzera vanta una tradizione di formazione continua che la colloca in Europa, dal punto di vista dell’accesso, in una posizione intermedia tra le principali nazioni del Centro-Sud e le punte di sviluppo del long life learning rappresentate dai paesi scandinavi. Questo risultato viene sorprendentemente raggiunto in una condizione caratterizzata dall’assenza di un sistema strutturato e normato di supporto alla formazione continua, e dalla limitata diffusione del dialogo sociale e di accordi bilaterali tendenti a istituire in questo campo forme di finanziamento e regolazione concertata. In Svizzera il settore è tradizionalmente caratterizzato dalla ripartizione –oggi sempre meno rigida- in attività di educazione degli adulti o di formazione continua rivolte a soddisfare esigenze culturali generiche della popolazione (tradizionalmente prive di ogni forma di supporto pubblico) e offerte di perfezionamento professionale (Berufliche Weiterbildung) inteso come forma di apprendimento organizzato che avviene dopo la conclusione di una prima fase di formazione scolastica, universitaria o professionale. L’obiettivo del perfezionamento consiste nell’acquisire nuove conoscenze, capacità e abilità oppure nell’aggiornare, approfondire o ampliare quanto già appreso. Il perfezionamento è in questo senso posto sotto la responsabilità individuale, ma è anche oggetto di interventi di sostegno e co-finanziamento pubblico, pur in assenza di una legislazione quadro specifica in materia che tuteli il diritto alla formazione continua. Delimitato sul piano degli obiettivi, il perfezionamento viene invece concepito in modo ampio sul piano dei mezzi, tanto che si parla di apprendimento mirato che può avvenire sotto forma di studio autodidattico, con l’ausilio della relativa letteratura specializzata, o frequentando appositi corsi. Il settore del perfezionamento è organizzato principalmente da istituti di formazione privati. L’organizzazione mantello in questo settore è la Federazione svizzera per la formazione continua (SVEB), un ente fondato nel 1951 e che oggi conta circa 420 membri. Le istituzioni che offrono perfezionamento sono: - istituti di diritto pubblico quali le università, le scuole universitarie professionali e le scuole professionali, - istituzioni di diritto privato orientate alla pubblica utilità quali le associazioni professionali e di categoria, i sindacati, le associazioni di formazione dei genitori, le università popolari, le scuole club Migros e centinaia di piccole organizzazioni, - istituzioni di diritto privato a scopo di lucro come l’AKAD, il Zentrum für Unternehmensführung (ZfU), le scuole di maturità private e le aziende, - associazioni confessionali, di opinione o di partenariato sociale come i sindacati, il Soccorso operaio svizzero (SOS), la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (ECAP) o i centri di formazione gestiti dalle chiese. Inoltre il perfezionamento avviene anche in gruppi organizzati autonomamente, specie nei settori della sanità e della cultura. La qualità delle diverse offerte di perfezionamento è certificata dal marchio EduQua. La formazione continua è il settore meno regolamentato dal punto di vista giuridico. Fondamentalmente i Cantoni sono responsabili dell’educazione degli adulti e della formazione continua “generalista”, mentre la Confederazione lo è nel campo del (creazione di centri di competenze, ripartizione delle specialità, sinergie) e attraverso l’adozione (paradossalmente piu’ rapida di quanto sta avvenendo in altri contesti europei) dei principi della Dichiarazione di Bologna (introduzione di cicli di studio a due livelli con diplomi di Bachelor e di Master nonché standard qualitativi). 166 perfezionamento professionale. Tuttavia manca una legge federale di settore e solamente singoli Cantoni (Ginevra, Berna, Ticino…) dispongono di leggi proprie sul perfezionamento. Presso la Confederazione, le competenze nel settore del perfezionamento sono inoltre ripartite tra diversi uffici federali: operano in questo settore il Segretariato di stato all’economia (Seco), l’Ufficio federale della cultura (UFC), l’Ufficio federale dell’educazione e della scienza (UFES) e soprattutto l’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT). Esiste, infine, un organo di raccordo e indirizzo globale del settore, che non ha peraltro compiti regolamentari: il „Forum svizzero della formazione continua“, in cui sono rappresentati diversi uffici federali (Seco, UFC, UFES, UFFT), la Pro Helvetia, la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), la Conferenza intercantonale dei responsabili della formazione degli adulti (IKEB), i partner sociali (la Federazione svizzera dei sindacati cristiani FSSC, Travail.Suisse, la Federazione svizzera dei sindacati, la Società svizzera degli impiegati del commercio (SIC), l’Unione svizzera delle arti e dei mestieri e l’Unione padronale svizzera) e la Federazione svizzera per la formazione continua (SVEB) in rappresentanza delle organizzazioni che offrono perfezionamento. A dispetto della scarsa regolamentazione la formazione continua rappresenta un settore assai dinamico in Svizzera. Circa 2 milioni di adulti –quota stabile da un decennio circafrequentano annualmente almeno un percorso formativo (in totale 120/130 milioni di ore di perfezionamento). Nel 90% dei casi si tratta di persone che svolgono attività lavorative, e corrispondono al 38% della popolazione femminile e al 40% di quella maschile. La partecipazione, come nel resto d’Europa, è selettiva: chi ha effettuato studi presso un’università, una scuola universitaria professionale o dispone di una formazione professionale superiore frequenta corsi di perfezionamento in una misura tre volte maggiore (54%) rispetto a quanti non hanno seguito altre formazioni dopo il livello secondario I (18%). Cresce in questo contesto la percentuale di persone che ricorrono a forme di perfezionamento e apprendimento individuali (dal 40% al 52% dei frequentanti), evidenziando come formale, informale e non formale tendano sempre piu’ a intrecciarsi. Anche l’indirizzo professionalizzante tipico dell’approccio svizzero all’educazione esce fortemente confermato dalle statistiche sulla formazione continua: il 69% di tutti i corsi di perfezionamento è infatti frequentato per motivi di lavoro, e cio’ anche grazie al sostegno delle aziende (970'000 persone all’anno ricevono sostegno dall’azienda per la quale lavorano al fine di frequentare corsi). Oggi il confine tra il perfezionamento professionale ed il perfezionamento generale tende peraltro a farsi sempre più labile. Da qualche tempo, per esempio, l’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT) sostiene anche il perfezionamento generale, a condizione che ne sia evidente la relazione con il perfezionamento professionale. I costi della formazione continua, nei suoi vari ambiti, vengono sostenuti in primo luogo dalle aziende e dai singoli. La spesa delle famiglie (quote di iscrizione ai corsi), delle organizzazioni private, delle fondazioni, e delle aziende è dell’ordine di miliardi di franchi all’anno. La metà circa delle imprese sostiene il perfezionamento professionale. I datori di lavoro pagano i due terzi dei corsi di perfezionamento, interamente o in parte. Parzialmente interviene comunque anche la mano pubblica. La Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) e l’Ufficio federale della cultura (UFC) sostengono il Forum svizzero della formazione continua (SVEB). Le direzioni cantonali della pubblica educazione promuovono le organizzazioni che offrono un tipo di perfezionamento generale, mentre l’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT) e gli uffici cantonali per la formazione professionale sostengono 167 il perfezionamento professionale (in un quadro di disposizioni estremamente variegato e frammentato). Il Segretariato di stato all’economia (Seco) sostiene dal canto suo il perfezionamento dei disoccupati in collaborazione con gli uffici cantonali del lavoro (misure attive per il reinserimento professionale). La Confederazione spende annualmente per il perfezionamento 200 milioni di franchi ed i cantoni circa 150 milioni di franchi; il Segretariato di stato all’economia (Seco) ha stanziato in bilancio 350 milioni di franchi per i corsi destinati ai disoccupati. Sistemi di certificazione degli apprendimenti e di qualificazione Un ultimo elemento importante di contesto da tener presente riguarda la complessa caratterizzazione dei sistemi di certificazione vigenti in Svizzera. In generale il sistema si fonda su un forte consenso degli attori sociali ed economici (che dà valore ai titoli stessi e garantisce la loro spendibilità) e sulla coesistenza di autonomie locali e prerogative del livello centrale di governo. All’impostazione federalista dei processi decisionali e organizzativi, fa riscontro la competenza dell’Ufficio federale della formazione professionale (art. 19 della LFP) nell’attribuzione di valore “professionale” ai diplomi e certificati rilasciati dai vari livelli di istruzione e formazione, sulla base di una determinazione centrale –assunta coinvolgendo le parti sociali- dei profili di riferimento e dei sistemi di verifica degli apprendimenti (esami). Esistono tuttavia anche diplomi e titoli emanati e riconosciuti solamente a livello cantonale. La certificazione – per quanto attiene ai titoli riconosciuti dalla Confederazione- si articola su tre diversi livelli: Titoli riferiti alla scuola secondaria superiore (secondario II): Il livello secondario II si suddivide in cicli di formazione generale e cicli di formazione professionale. Le scuole di formazione generale sono i licei e le scuole di diploma. La formazione professionale comprende i tirocini (apprendistato duale) nonché le scuole di formazione professionale a tempo pieno. La formazione del livello secondario II dura di regola 3–4 anni. L’83% dei giovani svizzeri conclude questo tipo di formazione, ottenendo: un certificato di Diploma (Maturità, nei licei e nelle scuole di diploma); un Attestato federale di capacità (Qualifica professionale), Il sistema prevede da alcuni anni una chance di conseguimento della Maturità anche per i portatori dell’AFC: attraverso la frequenza ad un anno formativo a tempo pieno (o a 5 semestri serali in alternanza al lavoro) essi possono sostenere l’esame di maturità professionale nell’area di istruzione conseguente alla loro formazione di base. Un Diploma nel settore secondario II (Maturità) dà il diritto a proseguire la formazione al livello terziario nella filiera di appartenenza – presso le università, i politecnici federali (PF), le scuole specializzate superiori, le scuole universitarie professionali (SUP)- e in generale qualsiasi formazione di livello secondario dà accesso a esami di professione federali o esami professionali superiori. Titoli di formazione professionale superiore: Si tratta di titoli di formazione “terziaria”, generalmente acquisiti dopo anni di esperienza lavorativa (spesso è necessario dimostrarla per conseguire il titolo), che non rientrano nel novero della formazione universitaria. Fanno parte della formazione professionale superiore le scuole specializzate superiori, gli esami di professione e gli esami professionali superiori. Attualmente sono riconosciute a livello confederale circa 70 scuole tecniche e circa 30 altre scuole specializzate superiori. Le associazioni professionali sono specificatamente responsabili degli esami di professione e degli esami professionali superiori e provvedono al loro svolgimento. Esse sono sottoposte 168 alla vigilanza della Confederazione. La Confederazione approva anche i regolamenti concernenti gli esami. Fino ad oggi sono più di 150 gli esami di professione e più di 150 gli esami professionali superiori riconosciuti. Gli esami professionali superiori (esami di maestria) accertano se i candidati possiedano le attitudini e le conoscenze necessarie per dirigere autonomamente un’azienda o per soddisfare esigenze professionali più elevate. Titoli accademici: In Svizzera le istituzioni universitarie si dividono in due gruppi: da un lato le università ed i politecnici federali e dall’altro le scuole universitarie professionali comprese le alte scuole pedagogiche. La Confederazione è responsabile dei due politecnici federali (e degli istituti annessi) di Zurigo e Losanna e delle scuole universitarie professionali nei settori della tecnica, dell’economia e dell’arte. I cantoni sono responsabili delle università e di una parte delle scuole universitarie professionali. La università cantonali sono sovvenzionate con finanziamenti della Confederazione. Le università, i politecnici e le scuole universitarie professionali stanno elaborando una strategia di riforma ispirata alla dichiarazione di Bologna; diverse di esse e i due Politecnici Federali hanno già introdotto, almeno in alcune discipline, un sistema di studi a due livelli con diplomi di Bachelor e di Master. La formazione continua entra in relazione su diversi piani con il sistema di certificazione appena tratteggiato. In primo luogo i percorsi della formazione professionale superiore, e in parte quello della formazione universitaria, sono frequentati da persone adulte, che alternano lavoro e frequenza ai corsi. Il conseguimento di questi titoli, e in particolare degli Attestati e diplomi professionali federali, o delle maestrie, avviene dunque in un contesto tipico del perfezionamento. In secondo luogo la Legge federale della Formazione professionale (art. 33, che ha sostituito e reso piu’ flessibile nell’applicazione il precedente art. 41) prevede uno specifico sistema di recupero della qualificazione di base da parte di adulti privi di qualifica, o interessati a raggiungere una diversa qualifica. In questo modo anche gli Attestati federali di capacità (qualifica professionale) possono rientrare tra i titoli rilasciati al termine di percorsi di formazione continua (questo aspetto viene approfondito nella presentazione del caso studio ginevrino, che riguarda proprio un meccanismo di riconoscimento delle competenze finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale). Nei casi appena citati è d’obbligo, anche nel caso di formazione continua, che i partecipanti sostengano con successo al termine del percorso un esame tendente ad accertare l’acquisizione delle competenze corrispondenti al titolo. La maggior parte dei perfezionamenti professionali e generali avvengono tuttavia senza test finali o rilascio di diplomi, se non nell’ambito dei corsi di perfezionamento che conferiscono certificati riconosciuti a livello internazionale (p.e. i certificati linguistici dell’Alliance Française, delle università di Cambridge, Perugia, Salamanca, London Chamber of Commerce). Si stanno tuttavia nel frattempo diffondendo nella formazione continua diverse pratiche di certificazione finalizzate a favorire l’ingresso in percorsi individuali di qualificazione formale: è il caso degli Attestati rilasciati nell’ambito di sistemi modulari di formazione (che si -stanno affermando, anche se molto lentamente e con difficoltà, nella formazione professionale superiore è il caso delle certificazioni attraverso iscrizione delle formazioni su Libretto formativo (FSEA) o dei sistemi di “portfolio”, largamente impiegati ad esempio nel settore delle lingue (Portfolio europeo delle lingue) o in quello professionale (CHQ / Libro svizzero delle qualificazioni). 169 Numerose scuole dei settori del commercio, delle lingue, della formazione dirigenziale, della sanità e del settore sociale rilasciano per finire propri attestati e „diplomi“ (la denominazione non è protetta in Svizzera) che però non sono riconosciuti dalla Confederazione (pur trovando talvolta nei singoli Cantoni un riconoscimento locale, sulla base di specifici atti normativi). Fonti e link utili Swiss Federation for Adult Learning (SVEB) Swiss Association for Corporate Training State Secretariat for Economic Affairs (Seco) Federal Office for Culture (BAK) Federal Office for Education and Science (OFES) Pro Helvetia Federal Office for Professional Education and Technology (OPET) Swiss Conference of Cantonal Ministers of Education (EDK) Cantonal departments of education Inter-cantonal Conference of Deputies for Adult Education (IKEB) Association of Swiss Adult Education Centers Continuing Education Forum EduQua 170 The relevance of the social partners and public authorities in managing VET systems Switzerland: short description of the national framework (Interim report - Phases 1&2) Stiftung ECAP – Schweiz (Furio Bednarz – resp. R&D) 1. General data on the country Switzerland is a small country, whose surface reaches only 41.285 Km2, and the population less than 7.400.000 inhabitants (20,1% foreigners). Nevertheless Swiss political and administrative structure looks extraordinary complex: Switzerland represents from this point of view a “Sonderfall” (Special case) but also a sort of “laboratory”, usefull to analyse integration processes nowadays occurring all over Europe. Divided into 26 regions (Cantons), and more than 2800 small municipalities, very different one to each other, regarding dimensions, social, economic and geographic characteristics, is ruled by a traditional Federalistic system, based on a delicate balance of interests 1. Due to its open economy, Switzerland has one of the highest standards of living in the world. Lacking raw materials, the country has based its prosperity on labour skills and technological expertise in manufacturing, as well as earnings from services such as tourism and banking (exports of goods and services amounted to around 46% of GDP in 2000). Although generally diversified, the economy has notable strengths in chemicals and pharmaceuticals, machinery, watches and precision instruments, and financial services, and Swiss firms have been able to exploit niche markets across a wide range of sectors. Swiss economy coped with severe problems of competitiveness during the last decade; difficulties posed by high labour costs and product market rigidities in the sheltered economy have been met by a shift to higher value-added products and services, and the strength of the Swiss franc between 1994 and 1996 accelerated enterprise restructuring, so that the export-oriented manufacturing sector is now very healthy. However, the heavily protected agricultural sector and the cartelised construction industry are only gradually being exposed to market forces. Despite a prolonged depression during the 1990s, construction remains a relatively important sector in Switzerland, accounting for some 10% of GDP in 2000. In common with other industrialised countries, Switzerland has a large services sector, which accounts for about two-thirds of GDP and employment. Agriculture represents only some 2% of GDP but, as elsewhere in Europe, farmers remain a potent political force, and the linked issues of farming and the 1 More information are available in the recent Report on the current state of “Swissness”, in The Economist, th th February 14 -20 , 2004; see also www.economist.com 171 environment are the subject of lively public debate. Swiss industry is highly decentralised. Nevertheless, it is possible to identify what has been called the "golden triangle" connecting Zurich, Basle and Olten, where many of Switzerland's largest companies and banks have their headquarters. The "azure triangle", with Geneva, Lausanne and Yverdon at its points, has a strong services and high-tech base. Fig. 1 – Swiss economy: some comparative economic indicators, 2000 GDP (US$ bn) GDP per head (US$) Consumer price inflation (av; %) Current-account balance (US$ bn) % of GDP Exports of goods fob (US$ bn) Imports of goods fob (US$ bn) GDP (US$ bn) GDP per head (US$) Consumer price inflation (av; %) Current-account balance (US$ bn) % of GDP Exports of goods fob (US$ bn) Imports of goods fob (US$ bn) Switzerland Austria France 239.5 33,252 1.6 32.5 189.2 23,221 2.4 -5.2 1,300.5 21,889 1.7 20.4 13.6 93.3 -92.9 -2.8 64.7 -67.4 1.6 295.5 -294.4 Germany Italy 1,864.8 22,696 1.9 -18.7 1,076.8 18,727 2.5 -5.7 -1.0 549.2 -491.9 -0.5 238.7 -228.0 Source: Economist Intelligence Unit, CountryData. Even if Switzerland is still one of the richest countries in the world, the gap between Switzerland and most other OECD countries has narrowed in the past 20 years. Part of the reason for Switzerland's relatively slow growth rate, says the OECD in a recent report, is its low productivity growth and its product-market weaknesses. According to the opinions of the OECD reform of the health, agriculture and energy sectors would bring great gains. The rescue of the country's national airline in 2002 was “difficult to avoid”, but also revealed weaknesses in corporate governance. For all that, Switzerland's macroeconomic policies look sound: the OECD praises a new budgetpolicy system, intended to limit the level of federal spending to cyclically adjusted revenues. In all the Nation exists then a sense of disease and uncertainty looking to the future, that creates the premises of wider social, political and institutional changes, even in the field of education and training, a traditional “strong point” and a pride of Swiss policies. 172 The actual crisis has had important consequences because Swiss society is really articulated and complex. Swizterland copes with problems of integration. Foreigners account for almost 20% of the population (however, counting only those in Switzerland for a limited period of time would reduce this figure to less than 7%: more than half of the residents with no Swiss passport have been living in Switzerland for more than 15 years or were born here. Measured against the 2.1% naturalization rate (2000: 28,700 people), there is still a big integration deficit) The foreign population is young, with a ratio of only 8 persons of retirement age to every 100 persons of working age (among Swiss, the figure is 30). This also has to do with the fact that 27% of children born in Switzerland in 2000 were foreign nationals. After several years of decline total net migration has been rising again since 1998. Nationals from non-European countries account for the majority of net migration. Due to the return migration of Italian, Spanish and Portuguese citizens emigration outweighed immigration among EU nationals in the last few years. However, there is positive net migration today (2000) thanks to an increase of immigration from other EU member states. On the other hand Switzerland suffers of the same ageing processes of the main European countries. The number of over 64-year-olds has more than doubled since 1950, while that of over eighty-year-olds has even quadrupled. In contrast, the number of under twenties has increased much less and has actually declined since the early Seventies. This aging process is the result of longer life expectancy and fewer births. According to birth scenarios, this trend will continue over the next few decades and is likely to cause serious problems, e.g. as regards social security. It will also makes immigration a structural necessity. The interaction between social and economic changes has resulted, during the 1990s, in a deep transformation of the job market, in a strong increase of registered unemployment and in a global “flexibilisation” of working conditions. 173 Fig. 2 – Workforce by sector, 2002 Other communal and personal services 4% Mining and quarrying 0% Health and social work 12% Manufacturing 17% Electricity, gas, water supply 1% Education 7% Construction 8% Public administration and defence; social security 4% Real estate; renting and business activities 12% Financial intermediation; insurance 6% Transports and communications 7% Hotels and restaurants 6% Trade; repair of motor vehicles,pers. and household goods 16% Source: Swiss Federal statistic Office The 1990s brought further changes in the branches of Switzerland's economy. Staff were slashed in traditionally strong branches of the production sector such as mechanical engineering and construction, while services such as health, social work and education have shown strong growth. However, in many branches of services, employment is also declining (e.g. retail trade and loan busines). The intensifying trend towards a service society goes hand in hand with the development of smaller firms, as a result of growing division of labour. Small and medium-sized companies are in any case a prominent feature of Swiss economic structures. In 1998, 99.7% of companies had fewer than 250 full-time employees, and some 69% of employees worked in such firms. 174 Fig. 3 – Local units and workforce by firms’ dimensions, 1985 - 1995 Industry and commerce 1985 1991 1995 Local units (civil and public law) 73,323 81,441 82,891 Enterprises (according to civil law), Total 65,866 73,658 74,458 Enterprises by size1 (in %) 76.0 78.3 0 - 9 employees 74.3 10 - 49 employees 20.1 18.8 17.3 50 - 249 employees 4.9 4.5 3.8 250+ employees 0.8 0.8 0.6 Employees in enterprises of civil law by size of enterprise1 (part-time and full-time work, in %) 0 - 9 employees 15.1 16.1 18.7 10 - 49 employees 24.1 24.7 26.2 50 - 249 employees 28.4 28.1 27.6 250+ employees 32.4 31.1 27.6 Employees, Total 1,239,385 1,284,981 1,112,804 Employees per local unit 16.9 15.8 13.4 1 The size of enterprises is based on the number of fully employed persons only. 175 Fig. 4 – Persons employed by sector 80 70 60 50 Agriculture and forestry Industry and business Services 40 30 20 10 0 1970 1980 1991 2003 Source: Swiss Federal statistic Office - Employment Statistics (ES) In 30 years the employment in agriculture has reduced its rate from 8,5% to 4,1%, but above all the transformation has modified the role of industrial and services sector: the first has collapsed from the half to less than a quarter of the workforce, and the last one raised from 45,3% to more than 72% (see fig.4). 176 Fig. 5 – Unemployment Unemployment 1 1970 1980 104 6 255 ... ... 6,6 20,1 15,7 0,0 0,2 0,5 1,8 Men ... 0,2 0,4 Women ... 0,3 0,6 Unemployed %age of unemployed2 long-term Unemployment rate in % 1990 2000 18 133 71 987 2001 2002 2003 67 197 100 504 145 687 12,5 15,9 1,7 2,5 3,7 1,7 1,6 2,5 3,7 2,0 1,8 2,6 3,7 1 Unemployment as per Swiss Secretariat for Economic Affairs (seco). In contrast, unemployment is shown in terms of international norms 2 Unemployed longer than 12 months Unemployment raised particularly during the crisis of the 1990s, due to different reasons: first of all industrial restructuring, but also reduction of the traditional “opportunity” to export unemployment and connected social charges provided by the old immigration policies. The consolidation of stable immigrants’ communities during the 1980s, and the generalisation of Unemployment Insurance benefits, provoked the increasing of registered unemployed people (50% of the cases law qualified foreigners workers), even if the rate remains today one of the smallest in Europe. 177 2. Legal Basis of Continuing Education and Training In this chapter we would first of all provide a general idea of the Swiss Education and Training system, using the official sources and descriptions available nowadays in the Internet (we also suggest to obtain deeper information using the different hyperlinks provided in the Annex) Characteristics of Swiss Education System In Switzerland responsibilities in the educational domain is divided among the Confederation, Cantons, and Communes (see fig. 6). The main responsibility for education rests with the cantons. Distinctive about the educational system (and the political system on the whole) are: - federalism (cantonal sovereignty), - decentralization of power (significance of the communes), - subsidiary of state measures (i.e., the principle that higher levels, such as the Confederation or cantons, issue regulations and take on duties only if lower levels are not in a position to do so), - and (semi-)direct democracy (plebiscites, ballot initiatives, referendums). In Switzerland the educational system and educational administration are based on federalist structures. There is no Ministry for Education at a national level, and the education system in general is characterized by a marked federalism, with the 26 cantons having basic responsibility for schools. Fig. 6 – Swiss Education System: legislation, financing, implementation The variety of different education systems lies obvious mainly in compulsory education: depending on the canton, there are two, three or four different types of lower secondary 178 schools to match performance requirements, and teaching hours for the nine compulsory years of schooling vary between 7100 and 8900 per child. Fig. 7 – Simplified Diagram of the Swiss Education System Nevertheless important differencies survive also at Secondary or Tertiary level, and - as we’ll see - could be found considering long life learning. In addition we must consider 179 also that Swiss education system is changing: in recent years, cantons have reformed their systems and national structures are being modified (introduction of a vocational university qualification and technical universities), demand for education has increased and schools providing an all-round education have cut into demand for vocational apprenticeships. All these issues result in the very complex and articulated system well represented by the map. “Dual” apprenticeship (alternance between learning on the job and in the school) remains one of the fundamental pillars of the system, making evident that the importance of “informal learning” (what the people learn to do direclty on the job, or as a life experience) is implicitly admitted by Swiss pedagogy, if teachers and trainers – in the firms and in the schools – provide the proper coaching. Nevertheless this “pillar” is today under pressure: the debate at the national level highlights many critical points of Swiss professional training model. It seems above all inadequate to cope with increased needs of the “Knowledge Society”, in terms of litteracy competencies (see the results of international PISA studies on this issue), access to long life learning and requalification opportunities, “clever” use of information and communication technologies. Continuing education and Continuing Vocational Training in Switzerland The scheme (fig.7) shows us also the role played in Swiss system by Continuing education as a sort of “Quaternary level”. Traditionally linked to professional and social “careers”, in a continuum, this level has become today more complex to detect. Let’s start from the definition. Swiss official documents translate using the words “Continuing Education” three different linguistic approaches, related, from some point of views, to different cohabitant philosopies: Weiterbildung is widely used in German speking Switzerland, to identify the general framework of Continuing Education (not only related to professional careers); Formation Continue and Education Permanente, are often used as alternatives in French speaking Cantons to define in a more precise way the 2 fields of Continuing Vocational Training and Long Life Learning; Formazione Continua tends today to replace Perfezionamento Professionale (Fortbildung) in italian Switzerland to define in a more comprehensive way Continuing Education avoiding a rigid division between the above mentioned fields. In the official definition Continuing Education means in Switzerland organized learning, which occurs after the completion of an initial educational phase in a school, higher education institution, or profession. The goal of continuing education is to learn new knowledge, abilities, and skills – or to renew, deepen, and expand what has already been learned. This “vision” foster the idea of a strong and more or less “exclusive” relationship between Continuing Education and Continuing Vocational Training. In facts this integration exists, and the necessity to conceive a more open approach to long life learning has been supported by different actors during the recent debate on the Reform of Federal Law concerning Professional training, but without obtaining concrete results. In spite of the relatively restricted definition of Continuing Education as targeted learning, some specifications introduce a wider perspective concerning the “proper means” of “organised learning” taken in charge by the law and by the statistics, that space from private study with the aid of specialty literature to the continuing education course. Not formal (and maybe also informal learning) seems then to have a dignity, even if we’ll see that they remains very hard to spend and to certify in professional paths. The wide range of means admitted by the statistics on continuing education results, however, in the large proportion of Swiss people yearly engaged in this field: more or less 2/3 of the population seems to participate every years in some extent to Continuing 180 Education (formal and not formal learning). Considering only formal education in a proper sense the rates are relatively smaller, but above the European average: 39,5% for the men, and not far from this value for the women (37,8%). The largest part of Continuing Education is vocationally oriented both for the men (32,9%) and for the women (24,9%), but the women frequented two times more than the men other kind of courses, not strictly related to the “career” (16,1% vs. 8,4%) (More information in the Annex). Long Life Learning or Continuing Vocational Training: an artificial separation? In facts, vocational and general continuing education overlap nowadays in Switzerland as regards content: for example, languages and information technology are represented in both areas. In professional continuing education the management courses are of great significance, in general continuing education art, culture, health, and parental education. Continuing vocational training essentially includes - a general area (learning and work techniques, communication and languages, familiarity with information technology, among others), - retention of qualifications (new required technical skills and knowledge as well as supplementary education with a change in assigned duties), - remedial education (parts of initial training needed for completions) - “access’’ course offerings (preparation for entry into an intermediate or upper second education), - higher qualifications (supplementary qualifications needed for higher positions, particularly communications and management knowledge, business knowledge, also professional examinations and advanced specialized examination), - retraining (skills and knowledge that are needed for a change to another professional field), - professional second education (professional basic training for adults with regard to a change of profession). General continuing education includes the areas of - design (painting, photography, textiles, and woodworking, etc.), - art (music, theater, dance, etc.), - sports and relaxation (various kinds of sports, gymnastics, tai-chi, among others), - health (nutritional teachings, everyday medicine, health care, etc.), - household (cooking, gardening, home health care, etc.), - orientation aid (contemporary, political, scientific, technical, and cultural developments, explanation of ethical and existential fundamental questions, questions about other cultures and ideologies), - social and political education (communication and language skills, knowledge about social roles, educational events for members of associations and groups, determination of religious positions, ecological knowledge, education for peace). Adult Trainer: a new professional profile Continuing education has grown during the last years also as an employment sector, with codified professional profiles. About 60,000 persons are active in continuing education, 90% of whom practice their activity part-time. Since the introduction of the SVEB (Swiss Federation for Erwachsenebildung, or Adult Education) certificate as Adult Trainer (1996), 6.500 SVEB 1 certificates (course animation) and 1.300 federal specialized certificate (SVEB II certificates previously) have been issued. Already 70 institutions have been recognized by the SVEB that can offer the five modules up to the federal specialized certificate in the area of “Training the Trainers’’. A third level is the 181 cantonal diploma for adult educators. The corresponding regulation was passed in 1998 by the Swiss Conference of Cantonal Ministers of Education (EDK), and actually SVEB is studying the possibilities to offer a national certificate of the 3rd level in the field of Continuing Edication Engineering. In addition, specialization in adult education is possible at the University of Geneva (licentiate degree). Trends Trends in continuing education in Switzerland may be summarized as follows: 1. There is a call for continuing education for everyone. For that reason the legal requirements for continuing education are being upgraded. The population is being sensitized on a regular basis through Learning Festivals and continuing education offensives. Continuing education offerings are being increasingly modularized. More and more individual recognition systems are being introduced. Quality development is being promoted. 2. The internationalization of continuing education is increasing: the European Union (EU) has developed extensive continuing education programs. The OECD is being orientated to “lifelong learning’’ and is evaluating the financing of continuing education. UNESCO supports the worldwide promotion of Learning Festivals. 3. More and more trainers have an adult education background. The Swiss Federation for Adult Learning certifies trainers (SVEB certificate I and SVEB certificate II). The Swiss Conference of Cantonal Ministers of Education (EDK) has recently also begun to coordinate the cantonal adult education diplomas from private institutions that offer part-time training courses. 4. Some cantons are about to test new models of cooperation between canton and private sponsors (for example, state support of private providers depends on accreditation). 5. Research and development will be more thoroughly grounded in continuing education. 3. Decision making processes and responsabilities in Continuing Education In Switzerland doesn’t exist a legal base in a proper sense, supporting Continuing Education. Continuing education is the area of education that is the least regulated. Basically the cantons are responsible for general continuing education and the Confederation for professionally oriented continuing education; however, the necessary funds are often lacking. At the Confederation the responsibilities for continuing education are divided among several federal Offices: the Federal Office for Professional Education and Technology (OPET) is particularly active, besides the State Secretariat for Economic Affairs (Seco – providing resources for unemployment training), the Federal Office for Culture (BAK), and the Federal Office for Education and Science (OFES). The Pro Helvetia foundation also supports continuing education. There is no actual national continuing education policy in Switzerland. The participation of the people to Continuing Education is considered by the Swiss law a typical issue belonging to “individual responsability”. The firms by one side, the persons themselves from the other have to take in charge “the duty” of fostering competencies, but their efforts are not supported by constitutional “rights” provided by legislators. Nevertheless the reform of the Federal Law devoted to Professional Training (1.1.2004) dedicates some articles to Continuing Education, and particularly point out some key aspects placed under the control of local and national authorities 182 - qualification paths; - general rules concerning post-graduate studies. The field of Continuing Education is for the new Federal law strictly referred to professional training paths (CVT), most of all related to career development (postgraduate certification, and so on). Federal Laws are applied by the Cantons, that preserves a really wide margin of decision, concerning the range of activities that should be included in the framework of CVT, target groups, way of access, supporting tools (Supply vs. Demand oriented, for instance thru the introduction, yet rare, of Bildungsgutscheine). Only a few number of Cantons (Geneve, Bern, Ticino...) have approved during the last 5/10 years a specific law concerning Continuing Education. Coordination between Federation and Cantons is relatively weak, and is ensured – particularly in formal training - by the EDK/CDIP, a national Conference of Directors of the different Cantonal Offices of Instruction and Professional Training. In this gremium they also speaks, but in a very marginal way, of CVT. 183 Allegato 14 – Il caso irlandese1 National Certificate in Hospitality Skills Syllabus NB FETAC will now replace the certification function of the NTCB Therefore please ignore any reference to the NTCB in this document CERT Ltd. 2000 The State Tourism Training Agency Amiens Street Dublin 1, Ireland Telephone: 00 353 1 884 7700 Fax: 00 353 1 855 6821 E-mail: [email protected] ______________________________________________________________________ The Government has recently brought together CERT and Bord Fáilte and established the new organisation, Fáilte Ireland. Fáilte Ireland is the National Tourism Development Authority. The new organisation will continue to execute the remits of both CERT and Bord Fáilte. 1 Per la documentazione completa si veda la sezione specifica del sitoweb 184 1. Supplemento al certificato – parti significative (campo 3) CERTIFICATE SUPPLEMENT omissis 3. PROFILO DELLE ABILITA’ E COMPETENZE Competenze generali: Il Tecnico superiore per l’assistenza alla direzione di strutture ricettive svolge attività di coordinamento e/o organizzazione e/o programmazione e/o gestione e/o controllo di diversi reparti aziendali Unità di competenza: 1. Contribuire alla gestione operativa dell’impresa secondo parametri di efficienza, efficacia e qualità; 2. Monitorare i processi produttivi rilevanti 3. Facilitare buone relazioni, funzionali tra diversi reparti dell’impresa 4. Analizzare e progettare Soluzioni organizzative 5. Implementare le più importanti funzioni relative all’area risorse umane 6. Trattare con i fornitori e i clienti interni ed esterni 7. Assicurare la corretta applicazione dei contratti principali con gli organizzatori i venditori e i consumatori dei servizi turistici collegati all’impresa 8. Cooperare allo sviluppo e all’attuazione di attività promozionali e commerciali usando strumenti di controllo (cioè statistiche, dati chiave , ecc) 9. Fidelizzare il cliente attraverso una buona customer care 185 TABLE OF CONTENTS • Background to the Programme • Aim of the Programme • Programme Objectives • Admission Criteria • Teaching Methodology • Assessment and Certification • Duration and Structure of the Programme • Summary of Syllabus Content SYLLABUS OBJECTIVES YEAR 1 • • • • • • • Profile of the Tourism Industry Hospitality Operations I Part A Restaurant Services Part B Food Production PartC Accommodation Applied Science (Health, Hygiene and Safety) Quality Service and Sales Communication Studies Information Technology European Language SYLLABUS LEARNING OBJECTIVES (continued) 186 YEAR 2 • • • • • • Hospitality Operations 2 Part A Bar Service Part B Restaurant Event Planning Part C Front Office Operations • Bookkeeping and Calculations for the Hospitality Industry Marketing Law Information Technology European Language Essential and Recommended Text Books 187 NATIONAL CERTIFICATE IN HOSPITALITY SKILLS Background to the Programme The origins of this programme can be traced back to the 1960s when the idea of multiskilling for young professionals working in the Irish hotel industry was conceived in a joint collaboration between CERT and the Irish Hotels Federation. The establishment of the NTCB in 1982 saw the development of this concept into the NTCB Hospitality Skills Certificate Programme in the mid 80’s. In it’s original form, the programme was of one-year duration and held as its central tenet the ‘art of hospitality and quality service’. The programme aimed to provide students with craft certification in food and beverage and accommodation operations while giving them competitive advantage in the market place through highly developed relational skills. From the outset this programme aimed to provide a solid foundation for the ongoing learning and development necessary to enable the student/employee to perform his/her job in a professional, productive and thorough manner. Thus in ongoing reviews of the programme through the 90s, decisions were made expanding and deepening the programme to its current two-year format. Graduates of this programme are multi-skilled hospitality professionals having trained to National Craft Level in four operational areas: Restaurant, Bar, Accommodation and Front Office. They have also acquired a foundation in Food Production Skills through completion of a core module in this area. Programme Aim The primary aim of the programme is to provide students with the professional craft skills of hospitality operations and to develop their understanding and practice of the art of quality service. Programme Objectives On completion of the programme, students will: 1. Demonstrate an understanding of the concepts of hospitality and quality service and apply them to their work in industry. 2. Operate at professional craft level in the Restaurant, Bar, Accommodation and Front Office departments and at foundation level in the Kitchen department. 3. Demonstrate the adaptability and flexibility required to work within the various 188 sectors of the tourism industry. 4. Appreciate the importance and necessity for safe and hygienic work practices in all areas of the industry. 5. Understand and demonstrate effective communication, interpersonal and customer care skills at a professional level. 6. Communicate orally in a specified European language. Admission Criteria • Applicants should apply directly to CERT and should have reached Leaving Certificate or NCVA Level 2 standard of education. • A system of progression from the NCVA to NTCB programmes in Hotel, Catering and Tourism Skills is in operation. • Places are reserved for those working in the industry who are nominated by their employer. Teaching Methodology An active pedogogy, learning by doing, will be promoted in the delivery of this certificate programme. In an effort to simulate the Irish Hospitality Industry, an integrated approach to teaching will be adopted. Specialist teachers will draw upon and reference the full spectrum of curriculum areas while implementing their own particular syllabus. Providers will be encouraged to be as innovative as possible in their delivery of the programme. While most of the tuition will be provided in a traditional manner (lectures, practicals, tutorials) it is expected that other methods such as role play, case studies, video, familiarisation trips and visiting speakers will be employed. 189 Assessment and Certification The Hospitality Skills Programme has three assessment components, each of which must be passed in order to achieve National Craft Certification. These components are: • Continuous Assessment • Written Assessment • Written examinations • Assignments (individuals and group) • Language assessment • Industry Assessment Practical Element Continuous Assessment Theory Element Industry Assessment Written/ Language Written Examinations Assignment(s) Language Assessment Hospitality/ Complementary Studies Craft Assessment takes place at the end of year 1 and year 2 with a final overall grade reflecting achievement in both years being made to the student. Progression from year 1 to year 2 is dependent upon satisfactory completion of year 1. 190 The grading system which applies is as follows: - Distinction Merit Pass Fail/Repeat Fail 80% 65% 50% 45-49% less than 45% Specification for written papers will be contained in NTCB Guidelines to Assessment Appendix Details of the assessment procedures are provided separately in the National Tourism Certification Board Guidelines to Assessment, Appendix 2, Year 2000. Duration and Structure of the Programme • The duration of the programme is two years, consisting of formal college training and work experience. • The structure of the programme is as follows: College Year 1 Year 2 960 hours 840 hours Industry Experience • A minimum of 16 weeks between Year 1 and 2 of the programme • A minimum of 12 weeks on completion of college training in year 2 Professional Internship Hospitality students are required to complete work experience during two separate periods of industry placement. The students follow an agreed induction and training programme while in industry and are monitored according to the National Tourism Certification Board guidelines. Students gain experience in the four main operational areas covered by this programme: - Accommodation, Bar, Restaurant and Front Office over the two year period. A summary of programme structure, duration and content follows. 191 NTCB CERTIFICATE IN HOSPITALITY SKILLS SUMMARY OF SYLLABUS CONTENT Year Two Year One Hrs Profile of the Tourism Industry 64 Hospitality Operations I zPart A - 256 Restaurant Service zPart B - Food 128 Production zPart C - Accommodation 192 Operations Applied Science (Health, Hygiene & 32 Safety) Quality Service and Sales 64 Information & Communications 64 Technology zInformation Technology 64 zCommunications European Language Total College Hours Professional Internship 96 960 16 wks Hrs Hospitality Operations II zPart A Bar Service zPart B - Restaurant Event Planning zPart C - Front Office Operations Bookkeeping and Calculations for the Hospitality Industry Marketing Law Information Technology European Language Professional Internship 192 224 112 168 112 56 56 56 56 840 12 wks