Mensile - Anno 19° N. 156 Gruppo Editoriale Turismo Itinerante srl di Claudio Domenico D’Orazio Direzione e Redazione Gruppo Editoriale Turismo Itinerante srl Sede: Via di Vittorio, 104 60131 Ancona Tel./Fax 071 2901272 E-mail: [email protected] Responsabile della Pubblicità Giampaolo Adriano cell. 338 9801370 [email protected] Ufficio Abbonamenti [email protected] Tel./Fax: 071 2901272 La Redazione: Direttore responsabile Maurizio Socci Sommario Direttore Alberto Bignami [email protected] Collaboratori: Mariella Belloni, Luciana Bernucci, 4 Fatti & Commenti Salvatore Braccialarghe, Domenico Carola, Vittorio Dall’Aglio, Isabella Cicconi, Franco Dattilo, Franca Dell’Arciprete Scotti, Pier Francesco Gasperi, Antonella Fiorito, Giuseppe Lambertucci, Angelo Lo Rizzo, 6 Andare per campi Emanuele Maffei, Guerrino Mattei, Camillo Musso, Paolo Peli, Gianni Picilli, Riccardo Rolfini, Marisa Saccomandi, Gianantonio Schiaffino, 8 Ricetta 10 Itinerari Lamberto Selleri, Beppe Tassone, Tania Turnaturi, Roberto Vitali Turismo Itinerante è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonchè per eventuali 14 Gastronomia involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti delle illustrazioni e dei brani riprodotti. Foto, CD Rom e manoscritti, anche se non utilizzati, non vengono restituiti. 20 Eventi gustosi FC & fatti & commenti Consorzi di tutela uniti a difesa del Made in Italy Asiago, parmigiano reggiano e pecorino romano: i consorzi ottengono il sequestro di prodotti contraffatti all’anuga di colonia U n nuovo tentativo di contraffazione è stato sventato dai Consorzi di Tutela del Formaggio Asiago, Parmigiano Reggiano (con denominazione “parmesan”) e Pecorino Romano (anche con denominazione “romano”) ad Anuga, la fiera internazionale del food in corso di svolgimento a Colonia, in Germania, dove le DOP italiane hanno congiuntamente richiesto alle autorità tedesche il sequestro immediato di falsi Asiago, Parmigiano Reggiano (con denominazione “parmesan”) e Pecorino Romano prodotti da una ditta statunitense. Il pronto intervento è scattato dopo la denuncia dei legali dei Consorzi coinvolti. Infatti, le denominazioni DOP identificano un prodotto realizzato secondo uno specifico disciplinare e in zone geograficamente delimitate. In questo caso, la contraffazione “made in Usa” intendeva sfruttare denominazioni note per proporre prodotti total- mente differenti dagli originali. Il fenomeno è ben noto come i danni che provoca: si stima in oltre 60 miliardi di euro il giro d’affari sottratto ogni anno dall’“Italian sounding” al nostro Paese al quale si aggiunge l’inganno nei confronti dei consumatori, vittime di uno sfruttamento fraudolento dell’immagine e del potere evocativo del prodotto originale. L’intervento, dunque, da parte dei Consorzi contro questo abuso è stato duro e tempestivo, in coerenza con la legislazione nazionale e comunitaria che prevede, tra l’altro, l’obbligo di tutela delle DOP “ex-officio” in tutti gli Stati membri della UE . “In questa nuova occasione, - afferma il Presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago DOP, Roberto Gasparini – ribadiamo l’efficacia dell’azione tempestiva e congiunta e il ruolo del Consorzio che tutela, in tutta Europa, marchi di proprietà pubblica e, quindi, di interesse collettivo. Una tutela che non 4 GiG può fermasi alla sola repressione ma deve andare, sempre più, di pari passo con un forte impegno rivolto a diffondere la cultura del prodotto DOP, fatta di patrimoni unici e identitari.” “Il nuovo sequestro avvenuto nell’ambito di una delle più prestigiose rassegne mondiali dell’agroalimentare e il deciso intervento dei Consorzi di tutela – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai – ci auguriamo serva a scoraggiare i fenomeni di questa natura che continuano a consumarsi fuori e dentro i confini europei: anche per questo è però importante che alla nostra azione si affianchi un sistema di norme più incisivo in termini di riconoscimento delle Dop e di repressione delle frodi a livello mondiale, perché è a questo che si lega una più efficace tutela degli interessi di produttori e consumatori”. “Ancora una volta abbiamo reagito all’ennesimo caso di contraffazione – grazie all’a- fatti e commenti zione coordinata tra i Consorzi di Tutela coinvolti”Dichiara Gianni Maoddi, Presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano DOP- “Abbiamo ottenuto immediata soddisfazione, mandando un segnale forte e chiaro, ovvero che i Consorzi di Tutela sono il presidio più avanzato per la difesa del patrimonio alimentare Italiano. Speriamo che il nostro esempio sia seguito da tanti e che venga accompagnato dal sostegno pieno delle Istituzioni.” Lotta ai falsi e tutela sono oggi per i Consorzi di Tutela un impegno imprescindibile su scala mondiale e senza confini. Là dove il Made in Italy rappresenta un valore è infatti facile trovare chi vuole approfittare della buona fede del consumatore. Per questo, GiG 5 sarà sempre più importante, nei prossimi anni, contare su un’efficiente rete di controllo del territorio nazionale ed estero, su azioni congiunte di tutela e su consumatori sempre più informati, capaci non solo di apprezzare il prodotto ma anche di riconoscerlo e distinguerlo da tentativi di falsificazione. A Testo e foto di Tania Turnaturi andare per campi La parietaria, pianta allergenica e commestibile R oma conserva lunghi tratti delle diverse cinte murarie (serviane, aureliane, leonine, vaticane, gianicolensi) erette fin dalla sua fondazione come sistema difensivo della città o a protezione della basilica vaticana, sulle quali occhieggiano ciuffi di parietaria, spesso in compagnia di folti cespugli di capperi che attirano lo sguardo con la loro meravigliosa fioritura estiva. Infatti i vecchi muri (in latino “paries” da cui il nome parietaria), le pareti scrostate, le rupi, i ruderi e le macerie, i muretti a secco, ma anche i bordi delle strade e i terreni abbandonati ricchi di substrato azotato la vedono attecchire, rigogliosa all’ombra, più esile in pieno sole. Per questa sua ubicazione è comunemente nota come “erba muraiola” mentre la definizione di “erba vetriola” le deriva dall’essere utilizzata, soprattutto nell’Italia meridionale, per pulire l’interno delle bottiglie grazie alla peluria che la ricopre. Le foglie strofinate sulle punture leniscono bruciori e irritazioni, anche quelli causati dal liquido urticante dell’ortica. Tradizionalmente veniva impiegata anche per lucidare il rame e come alimento per le galline ovaiole. È una pianta erbacea perenne appartenente alla Famiglia delle Urticacee, alta fino a 80 cm, con rizoma allungato da cui partono fusti cilindrici eretti, carnosi e fragili, rossastri e ricoperti di peli non urticanti. Le foglie di colore verde scuro sono ovali, lanceolate a margine intero, alterne, picciolate, glabre nella pagina superiore mentre quella inferiore è ricoperta di peli che rendono la pianta appiccicosa sulle mani e sui vestiti. I piccoli fiori verdastri e inodori sono maschili, femminili ed ermafroditi e si raggruppano in infiorescenze all’ascella delle foglie. Il frutto è un achenio ovale di colore nero brillante contenente un solo seme. La specie più comune è la Parietaria officinalis molto diffusa nell’Italia centro-meridionale e in Liguria, presente nell’Europa temperata dalla Francia all’Ucraina, fino all’Asia occidentale, nelle aree collinari e 6 GiG sui rilievi fino a 1000 m; la varietà judaica vive nell’area mediterranea. La pianta è stata avvistata anche sulle coste meridionali dell’Inghilterra, forse introdotta nel Medioevo dai monaci a scopo medicinale. La fioritura è molto prolungata, quasi perenne nell’Italia meridionale e insulare, con massima intensità tra maggio e giugno, ed è responsabile di una delle più comuni forme di allergia primaverile per la sua notevole pollinazione, che le garantisce tuttavia un grande successo riproduttivo. I sintomi sono comuni alle altre pollinosi: starnuti, ostruzione nasale, rinorrea, prurito nasale, lacrimazione e fotofobia, asma. L’elevato contenuto di nitrati di potassio e di calcio, mucillagini, sostanze solforate, tannini e flavonoidi le conferisce proprietà diuretiche, depurative, espettoranti, antiflogistiche e blandamente lassative, utili nelle idropisie, nefriti, cistiti, edemi da insufficienza cardiaca e per eliminare calcoli renali e vescicali. Per uso esterno viene impiegata come emolliente, rinfrescante e cicatrizzante andare per campi su dermatiti, foruncoli, ragadi, scottature ferite ed emorroidi. La pianta era conosciuta e apprezzata già dall’antichità: il botanico e filosofo greco Teofrasto (III sec. a.C.) la descrive come commestibile, Plinio il Vecchio come rimedio medicinale, il medico Dioscoride la classifica tra le 600 piante fitoterapiche utilizzate contro la tosse e le infiammazioni tonsillari. Per contrastare il raffreddore fare suffumigi con i vapori dell’acqua bollente in cui sono stati versati parietaria, foglie di arancio e un rametto di edera. Tre bicchieri a digiuno dell’infuso di 20 g di foglie in un litro di acqua bollente con l’aggiunta di qualche foglia di menta e scorza di arancia o limone per mitigare il sapore amaro, depurano l’organismo soprattutto in primavera e fanno passare il mal di pancia; quattro tazzine al giorno del decotto di tre cucchiai di parietaria in un litro di acqua aiutano a combattere la nefrite e i calcoli urinari. Le passeggiate primaverili fanno scoprire molte erbe spontanee, non sempre semplici erbacce infestanti, con cui portare in tavola saporite insalate e gustose zuppe, con l’immancabile componente dei giovani apici e foglioline tenere di parietaria da unire ad altre erbe, crude o cotte, condite in vari modi o utilizzate per torte salate, nei risotti al burro e par- migiano in sostituzione degli spinaci, nelle frittate o zuppe contadine alle quali conferisce un bel colore verde intenso. Per la sua versatilità è utilizzabile in varie ricette, raccogliendo le foglie prima della fioritura. Brodo alle erbe: nel brodo di carne aggiungere cipolla, malva e parietaria tagliuzzate, basilico e versare sui crostini di pane. Minestrone: arricchire le solite verdure con foglie di parietaria. Crema di patate: soffriggere due spicchi di aglio in olio di oliva, unire la parietaria tagliuzzata e le patate a dadini, cuocere e frullare. Servire con noce moscata grattugiata. Maccheroni alla parietaria: cuocere la parietaria al vapore GiG 7 e frullarla, porla in un tegame sul fuoco, unire la besciamella e lasciar restringere. Aggiungere il peperoncino e condire la pasta. Gnocchi: cuocere in poca acqua 200 g di parietaria, strizzarla e frullarla; unire 300 g di farina e 200 g di patate lesse e schiacciate, impastare e salare. Stendere i cordoncini e formare gli gnocchi, lessarli e condirli a piacere. Salsa per condimento: lessare 300 g di parietaria coprendola con il latte; scolarla, passarla in un mortaio e raccogliere la salsa in una ciotola; aggiungere sale, pepe e altri aromi a piacere e usarla per condire gnocchi, pasta, insalata mista rustica o patate lesse. R Testo e foto di Isotta Bartoletti ricetta Se non sapete che pesci pigliare… buttatevi sui Calamari È uno dei pesci più duttili: i croccanti anelli di calamari fritti potrebbero essere l’ultimo desiderio di chiunque, messi direttamente sulla griglia (fuoco di legna) per pochi minuti non sono da meno, anche bolliti, ripieni in forno……sono sempre squisiti. E’ preferibile acquistare quelli di taglia medio-piccola, considerati più teneri perché più giovani. Si trovano quasi tutto l’anno sul mercato, frutto di pesche costiere ma anche negli abissi oceanici, qui si parla di dimensioni mostruose del tipo 14 metri di lunghezza, con occhi di 30 centimetri di diametro. Quelli dei nostri mari possono raggiungere eccezionalmente il metro di lunghezza, ma la media è sui 15-25 centimetri. La freschezza del mollusco è data dalla colorazione intensa e brillante, se è opaca, meglio evitare l’acquisto. Il costo dei calamari non è eccessivo per l’abbondanza del prodotto; se si hanno problemi di budget, si può svicolare sui totani, sapendo che la qualità è inferiore, ma non abissale. Il calamaro è fra i pesci considerati “dietetici” per le poche calorie (se consumato “nudo”) e per la ricchezza di sali minerali e vitamine. Dopo averli lavati, spellati, privati dell’intestino, della conchiglia cornea (calamo), degli occhi e del becco e staccati i tentacoli dalle sacche senza romperle, si può pensare a come cuocerli… dalla padella alla brace. Ho scelto la versione con ripieno perché sono un classico e vengono sempre bene. Calamari ripieni: (la porzione è di due calamari di media grandezza a persona) Il ripieno tradizionale, da inserire nella sacca, prevede aglio e prezzemolo tritato unito al pangrattato e alle “ali” sminuzzate del calamaro, più sale e pepe, l’insieme si compatta con l’olio. Questa ricetta ha 8 GiG innumerevoli varianti e una delle più conosciute è quella siciliana (dove i calamari sono pane quotidiano). Gli ingredienti che gli isolani amano aggiungere a questo ripieno sono: uva passa, pinoli, pecorino, peperoncino, menta, basilico… Preparato il ripieno scelto e inserito all’interno dalla sacca, che io non chiudo con uno stecchino (non è la morte di nessuno se esce un po’ di ripieno), lo metto in forno irrorato d’olio e ricoperto da pangrattato-aglio- prezzemolo. I tentacoli, sempre avvolti dal medesimo pangrattato… li aggiungo subito, poi li tolgo a metà cottura altrimenti si seccano, o al contrario, li aggiungo a metà cottura. Si cuociono a 180° per 25-30 minuti (infilando una forchetta nella sacca si sentirà se sono teneri). Facoltativo il contorno, sempre nel nostro meridione spesso i calamari vengono cotti in un tegame di terracotta, affogati nella salsa di pomodoro. ricetta Ho letto di altre ricette assolutamente meritevoli da provare, come le polpette fatte con i calamari tritati insieme a olive denocciolate, rosmarino, pane secco ammollato in acqua e un rosso d’uovo. Con l’impasto si preparano palline che vanno rotolate nell’albume e nel pangrattato per poi friggerle in olio extravergine d’oliva. Sconsiglio la frittura casereccia, a meno di non avere attrezzature professionali (friggitrice), per gli schizzi d’olio che dalla padel- la si spandono su tutta la cucina. Messi sulla griglia i calamari si cuociono meglio se in una sola parte della sacca si praticano tagli obliqui. Si condiscono con un’emulsione di limone, sale, pepe, olio e prezzemolo tritato. Se si lessano, vanno messi in un tegame pieno d’acqua con un cucchiaio d’olio, un pizzico di sale, pepe in grani, qualche foglia di alloro, il succo di un limone e mezzo bicchiere di vino bianco. In questo liquido GiG 9 di cottura, quando bolle, vanno aggiunti i calamari (o polpi, seppie, moscardini…) e cotti per 15-20 minuti a fuoco lento. Il pesce va raffreddato nel liquido di cottura, scolato e condito con olio, aglio e prezzemolo in abbinamento a patate lessate. Qualunque vino, bianco o rosso, purché meritevole, si abbina a queste preparazioni. I itinerari Palermo capitale europea del cibo di strada 10 GiG itinerari L’ Dove vivere un’esperienza sensoriale totale Testo di Tania Turnaturi GiG 11 Italia è ricca di cibo di strada regionale, immagine di tradizione, cultura e socialità riferita al territorio e alla stagionalità, derivante dalla contaminazione nei secoli con le varie dominazioni subite. La classifica di Forbes pone Palermo al quinto posto tra le città dello Street Food dopo Bangkok, Singapore, Penang e Marrakech. Le “abbanniate” cantilenanti dei venditori del mercato del Capo (regno storico del cibo di strada) si intrecciano con gli aromi piccanti e dolciastri, con l’odore penetrante dell’olio fritto, con le scie di fumo che si alzano dai carrettini degli ambulanti, espressioni di una liturgia sociale, culturale, religiosa e antropologica le cui radici affondano in riti millenari: nelle agorà delle città della Magna Grecia dove si vendevano verdure bollite, interiora arrostite e pesce fritto; nella civiltà araba che ha introdotto materie prime nuove quali agrumi, spezie, canna da zucchero, riso, ceci essiccati e l’uso dell’agrodolce e, infine, nelle tradizioni ebraiche delle frattaglie. Un carnet ricco di ingredienti e modalità di preparazione, talvolta lenti e solenni, che hanno dato origine a una ricca letteratura gastronomica spaziando in un universo di sapori. Questa modalità di preparazione degli alimenti in luoghi pubblici, cerimoniale che non esclude nessuno e anzi tutti coinvolge, era diffuso anche nell’antica Roma dove nelle cauponae e nelle tabernae si potevano consumare itinerari bevande fresche o vino caldo mangiando pane, frittelle, salsicce e altre cibarie acquistate dai venditori ambulanti. Le classi popolari urbane hanno tenuto in vita queste consuetudini fino all’età moderna, e ciò ha favorito la nascita di mercati e fiere. Il giornalista e studioso delle tradizioni popolari ed enogastronomiche Gaetano Basile racconta che a Palermo convivono tre cucine: quella dei monsù cioè dei cuochi dei nobili che utilizzano carni e pesci; la popolare che emula i piatti dei ricchi utilizzando alimenti poveri e quella dei buffettieri cioè dei buffet di strada. Con la conquista dell’isola da parte dei Saraceni che sbarcano a Marsala nell’827 d.C., si diffonde l’uso dell’agnello arrostito (i Saraceni lo cuocevano infilzato nelle scimitarre), delle panelle, del timballo di riso (da cui derivarono le arancine perfezionate dalle monache nei conventi) e altri piatti che con ingredienti semplici si ispiravano alle pietanze dei nobili, come le verdure con l’agrodolce di zucchero e aceto che imitavano il sofisticato fegato in agrodolce di miele e succo di limone. La cucina di strada è un atto collettivo che viola le regole domestiche delle buone maniere e abbatte le differenze sociali e culturali, esaltandone le origini storiche. L’offerta palermitana è variegata: panelle, milza, cazzilli, stigghiole, sfincione. frittola, caldume. In tutti i periodi dell’anno professionisti, impiegati, ragazzi, anziani si riversano intorno al “lapino” da cui si innalza una scia di fumo dolciastro e profumato, essendo la frittura eseguita in presenza dell’acquirente. La giornata inizia con la frittola, ricavata dai residui callosi e fibrosi rimasti attaccati alle ossa dell’animale dopo l’estrazione dello strutto; bolliti in un recipiente di ferro e pressati vengono soffritti e insaporiti con zafferano, alloro e scorza di limone e serviti su un foglio di carta oleata stesa sul palmo della mano dell’acquirente che li aspira diretta12 GiG mente con la bocca. Nel pomeriggio, l’happy hour dei palermitani si consuma presso i banchetti degli stigghiolari, tra dense volute di fumo azzurrino, dove lentamente scoppiettano sulla graticola budella di vitello, capretto o agnello avvolte a spirale intorno a fettine di lardo aromatizzate con prezzemolo e scalogno; ultimata la cottura le stigghiole vengono delicatamente sfilate e tagliate a pezzi e servite cosparse di sale e limone. Il cibo più noto è la panella, con cui si farciscono i panini cosparsi di sesamo: la farina di ceci sciolta in acqua e cotta a fuoco basso in un paiolo di rame forma una polenta che si stende in sfoglie sottili su una formina di faggio incisa con varie decorazioni; appena raffreddata si stacca delicatamente e si frigge in olio bollente. Con i residui dell’impasto, mescolati a scalogno e prezzemolo, si ottiene la rascatura cui si dà forma di polpette rese croccanti con la frittura. Nel panino farcito si possono aggiungere le crocché o cazzilli ottenute con patate passate, condite con prezzemolo, sale e pepe e fritte insieme alle panelle. Nelle centinaia di friggitorie disseminate in città, molte sorte in stile liberty nell’‘800, si prepara anche lo sfincione, che si ritiene inventato dalle suore del monastero di S. Vito; si tratta di pane morbido di farina di grano e frumento condito con pomodoro, cipolla, mollica di pane sbriciolata mista a pecorino grattugiato, tenuto caldo su una piastra, con itinerari l’aggiunta di un filo d’olio al momento dell’acquisto. La comunità ebraica è stata presente nel ghetto di Palermo fino al 1492, quando re Ferdinando la bandisce dai territori sottoposti al dominio spagnolo. I macellai kosher venivano ricompensati con le interiora degli animali uccisi, tranne il pregiato fegato, poiché la morte non poteva essere pagata in moneta. Con queste frattaglie farcivano i panini per i cristiani (pani ca’ meusa): milza, cartilagini, polmoni, cuore venivano bolliti e soffritti nello strutto e venduti dagli ambulanti che giravano con un paniere di latta corredato di fornellino a carbone e padella. L’utilizzazione dello strutto era dovuta alla scarsità di olio, reintrodotto poi dai saraceni e dagli ebrei sefarditi provenienti dalla Spagna poiché a musulmani ed ebrei era vietato l’uso di grassi animali. Il caciottaro vendeva le pagnottelle farcite con ricotta e formaggio inzuppate nello strutto caldo per dargli sapore di carne. Scomparsi gli ebrei, amplia la sua attività aggiungendo accanto alla focaccia schietta (semplice) quella “maritata” con l’aggiunta delle frattaglie. L’arancina coniuga mondo arabo (riso, zafferano), francese (ragù) e tradizione locale (formaggio pecorino) ed è il cibo esclusivo del giorno di Santa Lucia (13 dicembre) quando per tradizione i palermitani si astengono dal mangiare la pasta. Gli arabi mangiavano riso e zafferano condito con erbe e carne; la forma a palla e la panatura vengono introdotte alla corte di Federico II per il trasporto durante i viaggi e le battute di caccia. La farcitura spazia su un ampio repertorio dal classico ragù a funghi, salsiccia, pollo, salmone, pesce spada, melanzane o, nelle varianti dolci, cacao e crema gianduia. Camilleri le ha dedicato uno dei racconti del commissario Montalbano. Altre tipicità sono il musso che consiste nel misto di muso, piede, calcagno, mascella, mammella, organi genitali e tutte le parti connettive non muscolose, bolliti e serviti freddi conditi con sale e limone; e il quarume costituito dalle interiora (duodeno, retto, stomaco, trippa) cotte nel brodo di pomodori, carote, sedano, patate, cipolla, sale, pepe, alloro e servite nel piatto insieme al brodo di cottura. Quale è il futuro di questo cibo di strada tra norme igieniche e sicurezza alimentare che vorrebbero i frittulari con cappello, guanti e pinze, pronti a rispettare adempimenti fiscali e legali e regole ferree di smaltimento degli oli esausti? GiG 13 Senz’altro si tratta di un patrimonio di biodiversità da salvaguardare, proteggendo la sua complessa preparazione che costituisce un know-how di non semplice esportazione, nella linea di Slow Food che mira a salvare i prodotti in rapporto alla loro valenza storica e culturale. A Palermo il simbolo di questa risorsa è l’Antica Focacceria San Francesco, nata nel 1834 vendendo semplici focacce, dove nel 1851 viene inventata la focaccia con la milza, e ormai giunta alla quinta generazione, presente con diversi punti di ristorazione anche a Roma e Milano. Le notizie sono tratte dal volume “Inchiesta sul cibo di strada a Palermo” scritto da Silvio Buscemi in collaborazione con Anna Maria Barile e Vincenza Maniaci, al quale rimandiamo per ricette delle varie specialità, interviste a cultori di enogastronomia siciliana e approfondimenti dietetici e analisi statistiche. G gastronomia Giacomo Fogli conquista l'argento all'International Master Bartender di Pilsner Urquell 14 GiG gastronomia G Per la prima volta dalla nascita della competizione un italiano è sul podio. Fogli è ufficialmente entrato a far parte della leggenda GiG 15 iacomo Fogli, il giovane campione che ha rappresentato l'Italia alla grande finale dell'International Master Bartender, ha conquistato il secondo posto dell'importante concorso sbaragliando gli sfidanti provenienti da venti diversi Paesi. Minimo lo scarto con il primo classificato, l'americano di origine ceca Frantisek Stastka, che da anni opera a New York ed è uno dei promotori della cultura di Pilsner Urquell in U.S.A.. Al terzo posto il ceco TomበHhnãír. Fogli, titolare del Chimney Pub di Pontedera, in provincia di Pisa, era risultato il migliore in occasione della finale italiana tenutasi all'Ora d'Aria di Firenze nel mese di settembre. Selezione che gli ha permesso, nella duegiorni organizzata proprio nel birrificio di Pilsen, nel cuore della Boemia, di accedere all'ottava edizione della finale mondiale. L'International Master Bartender da anni trova l'entusiasmo ed il consenso di moltissimi gestori e proprietari di locali con la grande passione per l'unicità di Pilsner Urquell, la loro birra, quella che permette loro di cogliere un’opportunità unica, non solo funzionale ad un premio, ma che ha in sé altri plus: un’esperienza culturale intorno al prodotto, scoprendone tradizioni e luogo di produzione; il contatto con i mastri birrai, var cata la soglia dello stabilimen- gastronomia to di Pilsen, entrando davvero nel mondo Pilsner Urquell e, infine, il confronto con bartender di tutto il mondo ed una visibilità internazionale. Il campione italiano, personaggio dallo stile e dal look deciso e grande conoscitore di birra, ha dimostrato, oltre che di saper spillare una birra con grande tecnica, di conoscere a fondo il mondo di Pilsner Urquell e di esserne un ottimo ambassador in Italia e nel mondo. Fogli, che da sempre sostiene l'importanza di "sentirsi a casa e mettersi in pantofole" quando si entra nel suo locale, ha vissuto dei momenti davvero unici durante l'IMB: «Non dimenticherò mai quest’esperienza e la sensazione che ho provato, sia durante la finale italiana che durante la finale mondiale» racconta «la soddisfazione di spillare una perfetta Pilsner Urquell davanti a tutta quella gente importante, proprio come faccio ogni giorno nel mio locale, è stata la vera vittoria: avevo fatto al meglio il mio lavoro. Sono già pronto a rimettermi in gioco per il prossimo anno!». Il posizionamento di Fogli conferma una tendenza che sta portando l'Italia verso nuove e consolidate abitudini e una cultura birraria decisamente più 16 GiG profonda «Nel nostro Paese ha spiegato Luca Beretta, Business Unit Director di Pilsner Urquell Italia - negli ultimi anni sono stati conseguiti risultati molto buoni grazie ad un lavoro scrupoloso che sta portando i consumatori a riconoscere in questa birra, con sempre maggior convinzione, uno status superiore e una grande storia alle spalle fatta di dedizione, cura, autenticità e prestigio. La distribuzione in Italia è molto selettiva e gli operatori che trattano Pilsner Urquell sono veramente innamorati del marchio tanto da diventare essi stessi i nostri più forti supporter». gastronomia Il Franciacorta Testo Giuseppe Lambertucci L a storia ci dice che l’enologia della rifermentazione non è nata per le intuizioni di una singola persona ma da una evoluzione nel tempo dovuta alle osservazioni, soprattutto di medici in varie parti d’Italia: Marche, Lombardia, Veneto, ecc. Generalizzare queste produzioni con la parola “spumante”, come ricorda Maurizio Zanella, è assolutamente riduttivo e inadeguato perché comprende prodotti qualitativamente dissimili dal comune all’eccellenza. A questo proposito, dopo aver visitato “La Franciacorta” come meta turistica vogliamo conoscere il suo figlio prediletto, “Il Franciacorta”, brillante e complice compagno dei nostri momenti da ricordare. Da una piacevole conversazione con il dottor Riccardo Ricci Curbastro, viticultore e profondo conoscitore del suo territorio, sulle origini e l’essenza del FRANCIACORTA è nata una lunga ed elaborata disquisizione, anche tecnica, sul vino che ha raggiunto l’apice e può competere con le “bollicine” francesi. Una lunga storia cominciata circa alla metà del ‘500 quando nel 1570, anticipando le intuizioni del frate Dom Pierre Perignon, un medico bresciano Girolamo Conforti dà alle stampe un libretto “libellus de vino mordaci” sulla tecnica di preparazione e sui benefici arrecati alla salute dai vini con le bollicine constatando che in inverno gli effetti erano migliori perché i vini sobbollendo producevano schiuma. Le ulteriori vicende succedutesi con protagoniste alcune nobili famiglie latifondiste e assolutamente influenti nelle cui ville sorgeva nuova vita sociale arrivano fino al nostro tempo, alla approvazione del discipli- 18 GiG nare di produzione molto restrittivo voluto inizialmente da poche aziende (9) da quando comparve una rinnovata identità vinicola a cui contribuirono personaggi ancora oggi riconosciuti quasi padri della rinascita: Ziliani, Berlucchi, gli stessi Ricci Curbastro, Lantieri, ecc.. D’altra parte in una terra che è riuscita ad amalgamare un paesaggio fisicamente tradizionale, complesso, con un patrimonio unico ad un modello produttivo particolare c’è la volontà dei protagonisti di scommettere su gastronomia una identità territoriale con investimenti e variazioni di strategie. Quindi non solo bollicine ma una calda accoglienza sia nel grande albergo che nell’agriturismo o nel ristorante stellato come nelle osterie per conquistare i sensi del visitatore. Alcuni produttori hanno allestito nell’azienda particolari corsi di degustazione per i piccoli avvicinandoli attraverso percorsi ludici e degustazioni a loro adatti (succhi di frutta, latte, ecc..)a riconoscere la genuinità e la freschezza dei prodotti o mostrando la storia del lavoro contadino nel ricco museo della civiltà rurale. Negli anni ’90, valutando scientificamente l’insieme delle caratteristiche geologiche, morfologiche e climatiche dei terreni si sono rilevati sei diverse zonazioni con altrettante potenzialità produttive potendo così mettere a disposizione degli operatori informazioni tecniche per ottimizzare i fatto- ri di produzione a seconda delle reazioni dei substrati su cui lavorare in modo tale da poter individuare quali portainnesti utilizzare perché poi influenzeranno le caratteristiche dell’uva. Può sembrare pura pedanteria ma sono conoscenze che portano a degustare consapevolmente un vino, o i vini, nelle molteplici diversità organolettiche e spiegano il perché si percepiscono differenze anche tra produzioni attigue. Infatti nei depositi fini (suoli profondi, argillosi, drenaggio mediocre), si nota una produttività più elevata, una minore precocità di maturazione, valori zuccherini bassi e le uve con evidenti sentori floreali, persistenza olfattiva ma bassa complessità; nei depositi fluvio-glaciali (ghiaioso-sabbioso) produttività più elevata, variabile precocità di maturazione, bassi livelli zuccherini, intense note di frutta secca, media persistenza. GiG 19 Nei morenici profondi (franco e franco-argilloso) c’è una produttività media e media precocità di maturazione, alti livelli zuccherini, note speziate e vegetali, persistenza e media complessità; nel morenico sottile (sabbioso, limoso, ghiaioso) potenziale vegetativo basso con produttività contenuta, buona precocità di maturazione, alti livelli zuccherini, notevoli note speziate e vegetali, media persistenza e buona complessità. Come si vede una disparità di sensazioni e la verità che il vino nasce dapprima in vigna. Da simili micro-terroir ( o meglio micro zonazioni visto che parliamo italiano) al momento della vendemmia si otterranno uve perfette che si sottoporranno alle operazioni di cantina da cui usciranno mosti pronti a trasformarsi nelle “bollicine” con connotazioni complessive che ci aiuteranno a ricordare momenti felici e importanti. EG eventi gustosi CONGRESSO NAZIONALE AIS, PER LA PRIMA VOLTA APERTO AL PUBBLICO A ssociazione Italiana Sommelier verso il 47° Congresso Nazionale, in programma a Firenze sabato 16 e domenica 17 novembre. L'evento, che per la prima volta sarà accessibile al pubblico per una degustazione non stop aperta alla città, si terrà alla Stazione Leopolda e punta a mettere in evidenza quegli elementi che stanno alla base della filosofia AIS come crescita, unione e aggregazione, capacità di comunicare il valore delle idee e l’autorevolezza delle tradizioni non solo tra sommelier ma anche con produttori, giornalisti e opinion leader. Quattro le aree in cui sarà articolato il Congresso: l’area degustazione con gli espositori di vino, l’area relax & food, con degustazioni di eccellenze gastronomiche, le sale degustazioni e un’area interamente dedicata all'esposizione e degustazione di olio extravergine italiano. In calendario, un interessante convegno su “Clima e Vino” e l'imperdibile talk show “Wine Trends” con grandi nomi e celebrities del mondo della cultura, imprenditoria, musica e sport che si sono innamorati del vino e hanno iniziato a produrlo. In entrambe le giornate, degustazioni libere, degustazioni guidate di grandi 20 GiG vini italiani e internazionali, incontri con noti sommelier, l’AIS Wine School, degustazioni guidate di olio extravergine di oliva, due Wine Contest - uno riservato ai sommelier e uno a semplici appassionati e winelovers -, la consegna del Premio Bonaventura Maschio e, per la prima volta, il Premio Surgiva alla Delegazione AIS che si sia distinta per attività innovative o particolarmente efficaci nella diffusione della cultura dell'acqua e del vino. Per informazioni www.congressonazionaleais.it, Marte Comunicazione cell. 335613080, 3206434045. eventi gustosi TUTTI IN UMBRIA CON ‘FRANTOI APERTI 2013’ A nche quest'anno torna Frantoi Aperti, l'iniziativa dedicata alla valorizzazione dell'Olio extravergine di oliva DOP Umbria, ideata e realizzata dall'Associazione Strada dell'Olio con la collaborazione del Consorzio di Tutela Dop Umbria, Città dell'Olio ed al sostegno della Comunità Montana Monti Martani Serano e Subaso. Il via per la XVI edizione, che coinvolgerà veri intenditori del buon vivere e del buon mangiare per 6 fine settimana consecutivi, sarà il 1° Novembre. Tanti i Borghi Medievali dell'Umbria, le loro piazze, i loro palazzi, i teatri, gli uliveti, i frantoi, le aziende agricole, gli agriturismi, le trattorie ancora una volta le attrattive di questo evento che ha come indiscusso protagonista l'Olio extravergine di Oliva Dop Umbria delle 5 prestigiose zone dell'Umbria (Colli del Trasimeno, Colli Orvietani, Colli Amerini, Colli di Assisi e di Spoleto e dei DOP Colli Martani) ed i prodotti agroalimentari di qualità. Tante le iniziative che valorizzeranno l'Olio Extravergine di Oliva e che accenderanno l'attenzione sui borghi medievali ad alta vocazione olivicola con un calendario di attività dedicate a degustazioni e non solo. Sono infatti in programma visite guidate gratuite alle città aderenti, concerti e spettacoli teatrali per adulti e bambini, scuole di cucina, partecipazione alla raccolta delle olive e poi ancora fattorie didattiche, trekking tra gli ulivi, concerti di musica popolare, servizio di navette gratuite per i frantoi e la tradizionale rievocazione della Frasca e bonfinita. Ma Frantoi Aperti è anche sinonimo di apertura di luoghi speciali: durante l'intera manifestazione si propongono percorsi tematici legati alla gastronomia, agli ulivi secolari, ai Teatri, ai castelli medievali, alle chiesette romaniche, ai palazzi. Questa sarà la meta ricercata per vivere un weekend d'autunno assolutamente unico e incentrato sulle antiche tradizioni contadine, sulla identità dell'Umbria: non mancheranno i fuochi dei focolari di campagna a riscaldare l'ambiente ed il suono dello scricchiolio del pane caldo e fragrante, pronto ad accogliere la prima spremitura di olio appena franto. E per soggiornare proponiamo un vero e proprio circuito selezionato di strutture ricettive rurali della Strada dell'Olio "Le Dimore dell'Umbria Dop" che durante il periodo di Frantoi Aperti, offrono ai visitatori un omaggio di Olio Dop appena franto. (http://www.stradaoliodopumbria.it/default.asp?a ctive_page_id=512 ) Come di consueto Frantoi Aperti farà vivere l'atmosfera dell' Umbria in autunno, anche su Facebook, Twitter, Flikr; un utile strumento per trovare i Frantoi ed i vari luoghi della manifestazione è la App Frantoi Aperti (gratuita) per Iphone e Android. eventi gustosi MERANO WINEFESTIVAL 2013 UN'EDIZIONE TUTTA SCOPRIRE D a sabato 9 a lunedì 11 novembre, il Festival enogastronomico europeo più elegante ed atteso dell’anno aprirà le porte dello storico Kurhaus, location in cui si svolge tradizionalmente l’evento, al pubblico di operatori e appassionati che nel corso degli anni si dimostra sempre più numeroso. L’evento si presenta con un fitto calendario di attività davvero interessanti per gli estimatori, vantando la partecipazione di aziende che propongono solo prodotti di elevatissimo valore, sia nel “wine” che nel “food”. Ed è questo che ne decreta l’indiscusso successo. Anche quest’anno l’intenso lavoro di selezione compiuto 22 GiG dalle nove commissioni d’assaggio del Merano WineFestival ha portato, su campionature ricevute da oltre 750 produttori, l’ammissione solamente per 300 aziende provenienti da tutte le regioni d’Italia. A queste, si aggiungono 30 “New Entry“, selezionati produttori che saranno presenti nella sola giornata di lunedì eventi gustosi 11. Gli appassionati avranno a disposizione un ventaglio di scelta tra circa 700 vini di altissimo livello e potranno degustare il top della produzione nazionale. Per la prima volta inoltre, all’interno della tensostruttura è previsto uno spazio dedicato a ben 10 Consorzi Italiani di vino. L’intento è di voler evidenziare e far conoscere le peculiarità di ogni territorio e le sue eccellenze enologiche attraverso le sue DOC, DOCG, IGT e DOP. Il Merano WineFestival, accoglie anche il meglio della produzione internazionale come quella in arrivo con i 30 Vignerons dell’ Union des Grands Crus de Bordeaux, organismo che proprio quest’anno celebra il 40.mo anniversario della sua creazione. Paese ospite di questa edizione 2013 sarà la Georgia, antesignana delle più antiche tradizioni vinicole al mondo che, pare, risalgano addirittura al 7000 A.C. Helmuth Köcher, nei suoi viaggi in quella che è definita la “culla della viticultura” ha subito il fascino irresistibile di questo territorio così ricco di cultura e dalla storia millenaria. L’ultima volta che si è recato in Georgia ha partecipato ad una degustazione organizzata dalla Kvevriwines Association e selezionato 5 aziende georgiane che saranno presenti al Festival con i loro vini straordinari. Frenetica attesa anche per le “grandi degustazioni”, sempre di grande prestigio, coordinate di volta in volta da personaggi autorevoli e di grande spessore professionale che attirano immancabilmente un forte numero di enoappassionati spinti dal desiderio di degustare solo il meglio dell’enologia. Il Merano WineFestival conferma la sua grande attenzione per il cibo d’autore con CULINARIA che da quest’anno vedrà la partecipazione di una selezione più ristretta di artigiani del gusto, circa una sessantina, ma un ampio spazio, denominato “Rue de Chef”, sarà dedicato alle materie prime di pregio utilizzate esclusivamente nell’Horeca. La GourmetArena, sarà il teatro d’eccezione di Chef di indiscusso talento che con le loro ineguagliabili performance, non solo daranno prova della loro abilità tecnica ma sapranno incantare il palato dei presenti con le loro sublimi prepa- GiG 23 razioni: novità di quest’anno la MERANO CHEF CHALLENGE, gara di abilità, competenza e creatività fra i grandi protagonisti della cucina italiana. Anche questa edizione del Festival vanterà la partecipazione di “Fermo Promuove”, a conferma di un rapporto di amicizia e reciproca collaborazione instauratesi da anni tra la Camera di Commercio e l’Azienda Speciale marchigiana con il Merano WineFestival e tra le città di Merano e Fermo. La prevendita biglietti del Merano WineFestival 2013 è attiva on line sul sito http://www.meranowinefestival.com/ La prevendita biglietti per le degustazioni è attiva on line, sempre sul sito www.meranowinefestival.com Mariella Belloni eventi gustosi TORNA A TREVI IL FESTIVOL A ccende sette candeline Festivol - Trevi tra olio, arte, musica e papille l’ormai consolidato appuntamento organizzato dal Comune di Trevi (Pg) per celebrare l’olio nuovo e la prima spremitura. Anche quest’anno l’evento si terrà ad inizio novembre e coinciderà con l’inaugurazione di Frantoi Aperti, la manifestazione regionale dedicata all’olio extravergine di oliva che si terrà in Umbria dal 1 novembre all’8 dicembre (www.frantoiaperti.net ). Dall’1 al 3 novembre il centro storico di Trevi sarà dunque palcoscenico di eventi e appuntamenti gastronomici che per un intero weekend avranno come unico e indiscusso protagonista l’Olio Extravergine si Oliva Dop Umbria. Degustazioni, visite ai frantoi, menu a base dei Presidi Slow Food nei ristoranti del borgo, mercato del contadino, mercato dei Presidi Slow Food, bruschette in piazza, ma anche tanti eventi collaterali (dai concerti in villa e nelle aziende agricole del territorio con degustazioni, degustazioni guidate di olio, mercatino dell’ antiquariato, trekking naturalistico a piedi e merende nei frantoi ed a cavallo, raccolta delle olive per adulti e bambini, visite guidate della città, scuola di cucina a cura di eclettiche chef/food blogger). Festivol è una iniziativa che vuole contribuire a creare “il senso del luogo” svelando le peculiarità agroalimentari, paesaggistiche e culturali della città e del territorio circostante ed è una manifestazione che si conferma come il punto di arrivo di un’intensa attività di pro24 GiG mozione che nell’ultimo decennio ha portato questo territorio, ad alta vocazione olivicola, a far parte di importanti associazioni e consessi di livello nazionale, tra cui I Borghi più belli d’Italia, Città Slow, Slow Food, Bandiere Arancioni. A Trevi, capitale dell’oro verde e comune dove ha sede l’ Associazione Strada dell’Olio Dop Umbria, si potrà gustare la fragranza dell'Olio Extravergine d'Oliva Dop Umbria - in particolare di quello delle colline trevane soprattutto grazie alla consueta Mostra-Mercato che si svolgerà nella pregevole cornice di Villa Fabri - insieme al sapore inconfondibile del Sedano Nero, altra grande eccellenza locale e Presidio Slow Food umbri. Per maggiori informazioni: www.festivol.it - Tel. 0742 332269 eventi gustosi GIROLIO D’ITALIA FINO AL 21 DICEMBRE Il viaggio alla scoperta dell'olio nuovo organizzato dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio in collaborazione con i coordinamenti regionali, quest'anno anticipa la partenza al 20 settembre da Ragusa, in Sicilia. Sedici le regioni olivetate coinvolte in questo tour del gusto che si concluderà il 21 dicembre a Bitonto, in Puglia con l'olio nuovo appena franto e i prodotti tipici dei vari territori protagonisti assoluti. L'edizione 2013 sarà dedicata alla Dieta Mediterranea e al patrimonio culturale, storico, paesaggistico e sociale rappresentato dai vari territori delle Città dell’Olio. Il passaggio di testimone tra le varie tappe, sarà un vero gemellaggio elaio-gastronomico, consistente nella realizzazione di una cena a base di olio extravergine di oliva a cura di uno chef proveniente dalla tappa precedente il quale, in collaborazione con un ristoratore del posto preparerà un menù da abbinare con oli dei due territori. Prima tappa in Sicilia con tante opportunità di degustazione, panel per bambini, happy hour e un convegno sulle opportunità di promozione e sviluppo. Da Ragusa poi il viaggio prosegue per tre mesi attraversando l'Italia in lungo e in largo: il 22 settembre a Duino (TS) in Friuli, il 5 ottobre ad Arco (TN) in Trentino, il 12 ottobre a San Paolo di Jesi (AN) nelle Marche, il 19 a Lerici (SP) in Liguria, il 27 a Saracena (CS) in Calabria. A novembre, il 3 Girolio d'Italia sarà a Dolianova (CA) in Sardegna, il 9 a Melfi in Basilicata, il 16 a Caiazzo (CE) in Campania, il 23 a Parma in Emilia Romagna, il 24 a Pove del Grappa (VI) in Veneto e il 30 a Castagneto Carducci (LI) in Toscana. Quattro tappe anche a dicembre, con Giano GiG 25 dell'Umbria (PG) il 1, Canino (VT) nel Lazio l'8 dicembre – in tale data si terrà anche l'Assemblea Annuale dei Soci di Città dell'Olio - l'Abruzzo con Pescara il 14 prima della chiusura in Puglia a Bitonto (BA) il 21 dicembre. Per informazioni www.cittadellolio.it, Marte Comunicazione cell. 3 3 5 6 1 3 0 8 0 0 , 3206434045. eventi gustosi 28ª MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO BIANCO DELLE CRETE SENESI RADUNO NAZIONALE DI CAMPER “AMICI DEL TARTUFO” A SAN GIOVANNI D’ASSO S an Giovanni d’Asso il 910 e il 16-17 novembre ospita la 28ª Mostra Mercato del Tartufo bianco delle Crete senesi, nell’ambito del programma “Crete d’autunno” che dal 1 novembre all’8 dicembre coinvolge anche i comuni di Montisi, Ponte a Tressa e Asciano. Si svolgeranno convegni, eventi, degustazioni, premi, sotto l’egida di Sua Maestà il Tartufo che le piogge autunnali fanno sperare sia di notevole quantità e qualità. Nella conferenza stampa il sindaco Michele Boscagli ha presentato il progetto “Il trekking dell’Orcia, del Vino e del Tartufo” della Pro-Loco col Consorzio del vino Orcia Doc, percorso naturalistico tra tartufaie e vigneti per cercare tartufi, visitare cantine, assaggiare cibo di qualità e fotografare il paesaggio nelle piazzole panoramiche, vivendo il territorio con la modalità di turismo lento. Con finanziamenti europei sarà realizzato un Museo all’aperto del tartufo che prevede tre ecosistemi, un percorso didattico del tartufo e delle erbe e aree di sosta con pannelli esplicativi. Donatella Cinelli Colombini, Presidente Consorzio Doc Orcia, ha ricordato che “il vino più bello del mondo” si produce in un territorio per buona parte patrimonio Unesco, ricco di centri termali, con città d’arte e paesaggio agricolo che creano turismo e occupazione. L’idea di base è quindi trasformare i turisti in consumatori dei prodotti di eccellenza promuovendo il progetto “Cantine con vistaMuseo del paesaggio”: la cantina come presidio dove degustare vino, tartufo, pecorino, olio avendo a disposizione anche la tecnologia web. Allestita nelle vie del paese, la mostra coinvolge le botteghe d’arte, d’artigianato e delle tipicità, mentre negli stand gastronomici della Pro Loco oltre che nei ristoranti e osterie aderenti all’iniziativa “Novembre a Tavola” si potranno degustare piatti al tartufo bianco (Tuber magnatum pico) garantito per originalità e trac26 GiG ciabilità. Nelle due giornate di sabato sarà effettuata la ricerca guidata del “Diamante delle Crete” nell’area tartufigena del Mabbione con l’assistenza dell’Associazione Tartufai senesi e un AperiCena nelle vie del borgo seguito da spettacoli al Castello. I buongustai possono effettuare degustazioni guidate e il tour degustativo “Bussino del Gusto” alla scoperta dei prodotti tipici, con visita alle aziende per conoscere i metodi di lavorazione. Nella sala del Camino al Castello si svolgeranno le tavole rotonde sulle prospettive della legge che dovrà regolamentare il mondo del tartufo, da anni in discussione alla Camera dei Deputati, e sulle Buone pratiche a confronto eventi gustosi con scambio di esperienze sulle opportunità di sviluppo dell’agricoltura e del territorio nelle Crete Senesi. Gli altri eventi comprendono: visita guidata animata al Museo del Tartufo, degustazione guidata di distillati e gelato artigianale al tartufo e proclamazione dei migliori pecorini senesi, premiazione del concorso fotografico per professionisti e turisti delle Crete e Valdorcia, sfilata degli sbandieratori di Castiglion Fiorenti- no, motoraduno degli amanti delle Harley Davidson mentre lungo le vie del borgo risuoneranno le cornamuse e i cori dell’Ensemble Flos Vocalis con musiche medievali, realizzazione del sogno di guidare una Ferrari di “Driving the dream” prenotandosi ai nn. 057745991 – 3355356203. A conclusione, il premio internazionale “Un tartufo per la pace” con conferimento della medaglia del Presidente della GiG 27 Repubblica. In occasione della Mostra la città sarà raggiungibile la prima domenica da Siena e la seconda da Grosseto con un treno storico a vapore. informazioni e prenotazioni tel. 0577718811 – 3497504247 (Biancane Servizi al Turismo) www.comune.sangiovannidasso.si.it Tania Turnaturi eventi gustosi CALESTANO: A TAVOLA CON LA PERLA NERA U n borgo in festa per un mese intero. Saranno infatti cinque le domeniche dedicate a una delle eccellenze gastronomiche protagoniste dell'autunno parmense. La “Fiera nazionale del tartufo nero di Fragno” torna a Calestano (PR) con la sua 23esima edizione dal 20 ottobre al 17 novembre 2013 e un programma ricco di eventi legati al prezioso tubero. Per un assaggio della manifestazione si potrà approfittare dell'anteprima di Cozzano di Langhirano il 13 ottobre. E quest'anno il comune della val Baganza può vantare anche l'ammissione tra i comuni dell'Associazione Nazionale Città del Tartufo. Per tutto il periodo sarà una grande festa di profumi, sapori e colori tra le bancarelle del mercatino e nei ristoranti, trattorie e agriturismi del capoluogo e delle frazioni che offriranno menù appetitosi a tema per deliziare tutti i palati. L’iniziativa è organizzata dalla Pro Loco e dall'Amministrazione Comunale di Calestano con il patrocinio di Provincia e Camera di Commercio di Parma in collaborazione con la Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli, il Consorzio Qualità Tipica Val Baganza, le Associazioni dei Raccoglitori di Tartufo e le Associazioni di Volontariato presenti sul territorio. Che siano o meno fondate le doti afrodisiache attribuite a questo tesoro nero a cominciare da Plinio fino a Pietro Aretino, passando per Casanova, il tartufo nero di Fragno (Tuber Uncinatum Chatin) è il tesoro 28 GiG del territorio calestanese, una specie particolare il cui nome deriva dall'omonima località a est del capoluogo che è tutelata da una legge nazionale del 1991. Raccolto dalla fine di settembre e per tutto l'inverno con l'aiuto di cani addestrati, il tartufo nero di Fragno si consuma prevalentemente fresco e si utilizza in molti piatti tipici della tradizione gastronomica locale come tortelli, tagliatelle, risotto, carni, uova e polenta. Inoltre il suo aroma intenso e delicato si combina perfettamente con il gusto di un altro prodotto tipico della Food Valley: il Parmigiano-Reggiano. Tutte le domeniche sarà possibile passeggiare lungo le strade del suggestivo borgo medievale tra le bancarelle del mercatino del tartufo che ospiterà altri prodotti tipici, artigia- eventi gustosi nato e hobbistica, ma anche degustazioni e vendita di specialità enogastronomiche: dalle focaccine al tartufo alle caldarroste, dai pattonini alle frittelle, accompagnati da vin brulè. In occasione del mercato verrà allestito il “Borsino del Tartufo” che fisserà settimanalmente i prezzi minimi e massimi di vendita del tartufo, regolamentando il mercato, in modo da assicurare agli acquirenti che il prezzo corrisponda alle caratteristiche del prodotto. In programma però anche appuntamenti sportivi come la sesta edizione della “Tartufo Trail Running”, valida quest’anno come finale del campionato italiano ultra sky marathon, che si terrà la prima domenica di apertura della fiera il 20 ottobre: una corsa a piedi su un terreno vario di piste e sentieri, una gara sostenibile che pone particolare attenzione all'ambiente. Il 27 ottobre sarà la volta della Gran Tartufo Bike, escursione non competitiva in Mtb. Nelle domeniche successive altre iniziative: tutte le domeniche verrà allestito il Palatartufo Sapori con prodotti tipici di Parma e dell'Appennino a Km Zero. Il 10 novembre “Taca Banda Maestro” con Trifola Folk Music e infine il 17 novembre sarà il gran mercato d'autunno a salutare l'edizione 2013 della manifestazione. Non mancheranno iniziative per gli amanti della ricerca del tartufo: si potrà infatti assistere all'annuale “Trofeo Cinofilo Giuseppe Coruzzi”, per il miglior cane in una gara di ricerca, e al “Trofeo Gran Tartufo Gino Tanzi” che premierà il tartufo più grosso raccolto in zona durante le settimane della fiera. Inoltre in collaborazione con alcuni tartufai locali la Pro Loco organizzerà visite guidate in tartufaia su prenotazione (tel.0525.520114 e cell. 320.0548464, prenotazioni entro il sabato mattina al costo di 7 euro per persona). Ogni domenica inoltre arti, eventi a cura della Proloco e street food a cura delle Associazioni di Volontariato. Per gli amanti della natura e GiG 29 delle escursioni il territorio di Calestano offre una fitta rete sentieristica (come La via degli Scalpellini e i Salti del Diavolo) e del Grande Giro in Mountain Bike che collegano capoluogo e frazioni della terra del tartufo che permettono di immergersi in boschi di pino silvestre, querce, carpini e faggi sormontati da un cielo punteggiato di tanto in tanto da poiane, gheppi o sparvieri. I camperisti sono i benvenuti: disponibile parking durante la fiera, per info. Comune di Calestano allo 0525.52121. Info: Pro Loco Calestano Tel.339.6212528 (Sig. Giuseppe della Pina) eventi gustosi NUOVA LINFA IN CUCINA CON IL FESTIVAL TRIVENETO DEL BACCALÀ VERSO EXPO 2015 - FINO AL 4 DICEMBRE N el Nordest, voglia di rinnovamento anche in cucina, con una trentina fra i migliori ristoranti di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia in gara fra loro per trovare nuove armonie di sapori in uno dei piatti simbolo delle Tre Venezie, il baccalà A decidere sulla maestria innovativa degli Chef un primo giudizio popolare, poi nella selezione subentrano "i Tecnici". Allo Chef vincitore, l'ambito Trofeo Tagliapietra. Fin dai tempi di Marco Polo, la voglia di scoprire nuovi percorsi è ben presente nel Nordest, anche in campo culinario. E' il caso, ad esempio, del Festival Triveneto del Baccalà verso Expo 2015, kermesse gastronomica giunta alla quarta edizione e che dal 16 settembre al 4 dicembre 2013 scandaglierà quanto di meglio e nuovo propone la ristorazione delle Tre Venezie in fatto di merluzzo. Si guarda al passato per trarre nuova linfa, anche in cucina. Il salutare alimento ittico è infatti protagonista delle tavole del Triveneto da circa seicento anni, da quando cioè Pietro Querini fece conoscere ai cittadini della Serenissima Repubblica lo stoccafisso importato dalle Lofoten, le isole norvegesi dove il nobi- luomo veneziano naufragò nel 1432 ripartendosene con la stiva colma di stocco. In circa tre mesi, dunque, una trentina fra i migliori ristoranti di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia si sfideranno nell'ideare il piatto a base del miglior merluzzo dei mari del Nord, preparato in versione fresca, salata o essiccata. La manifestazione è organizzata dalle Confraternite del baccalà del Nordest - la veneziana Dogale Confraternita del Baccalà Mantecato, la Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina, la padovana Patavina Confraternita del Baccalà e la trentina Vulnerabile Confraternita dello Stofiss dei Frati -, in collaborazione con l'Accademia Italiana della Cucina Delegazione Eugania Basso Padovano e l'azienda Tagliapietra di Mestre (VE), il più importante importatore di stoccafisso del Nord Italia, che supporta il Festival per portare alla ribalta, soprattutto delle nuove generazioni, il merluzzo, alimento ricco di valori nutrizionali, gustoso e versatile in cucina. "Sono già 156 le ricette innovative a base di merluzzo frutto delle invenzioni degli Chef del Triveneto entrate nel palmarès del Festival - spiega Ettore Bonalberti, ideatore e Presi30 GiG dente Onorario della manifestazione - e molte altre arricchiranno il ricettario da qui al 2015, anno in cui si terrà l'Expo di Milano, evento universale a cui la manifestazione guarda idealmente perché darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione. Il primo voto spetta alla Giuria popolare, poi subentrano i "Tecnici". Al vincitore, l'ambito Trofeo Tagliapietra. A giudicare bontà e innovazione dei piatti, tre per ogni serata in calendario, (antipasto, primo e secondo) saranno dapprima i clienti del ristoranti, che decideranno in base al loro gusto quali pietanze resteranno in gara. Sarà poi compito del Comitato organizzatore del Festival, presieduto da Luca Padovani, selezionare le sei migliori ricette interregionali e portare gli Chef che le hanno proposte a disputarsi l'ambito Trofeo Tagliapietra, simbolo di innovazione e creatività, nel Galà finale che si terrà il 4 dicembre all'Antica Trattoria Ballotta di Torreglia (PD). In questa serata, l'ultimo verdetto, che decreterà ricetta e Chef vincitori, spetterà alla Giuria Tecnica, coordinata da Franco Favaretto, Chef patron del BaccalàDivino di Mestre (Ve) e formata eventi gustosi da alcuni Jeunes Restaurateurs d’Europe Italia, associazione che riunisce i migliori e i più giovani rappresentanti dell’alta gastronomia europea. Tra questi, anche Alessandro Breda, Chef patron stellato Michelin del ristorante Gellius di Oderzo (TV), vincitore della passata edizione del Festival (con un applauditissimo antipasto di baccalà cotto e crudo con crema di patate affumicate e cenere di verdure), quindi giurato di diritto alla finale della manifestazio- GiG 31 ne. Per partecipare alle singole serate-evento e diventare protagonisti della selezione dei piatti, basta consultare l'elenco dei ristoranti partecipanti pubblicato nel sito www.festivaldelbaccala.it. Giuseppe Lambertucci eventi gustosi TORNA A MODENA ‘CURIOSA IN FIERA’: SPAZIO ALLE IDEE REGALO E ALL’ENOGASTRONOMIA N on solo addobbi per le festività natalizie e di fine anno, ma tante proposte per trovare, in un unico luogo, tutte le novità e le idee più curiose da regalare e da regalarsi per il prossimo Natale: si va dall’abbigliamento agli accessori, dagli articoli per la casa e il tempo libero ai mobili, i complementi d’arredo e tovagliato, fino al benessere e alla cura della persona. La quarta edizione di “Curiosa in fiera” (www.curiosainfiera.it), in programma a ModenaFiere, per soddisfare le richieste del pubblico sempre più esigente, raddoppia i weekend di apertura: venerdì 29, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre e venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 dicembre. La mostra-mercato dedicata al magico mondo del Natale e non solo, torna ancora più ricca, con le sue aree dedicate alle Idee Regalo - tradizionali e creative - e all’Enogastronomia. “Curiosa” non è solo una semplice vetrina per gli acquisti natalizi, ma un’occasione unica per trovare un oggetto particolare, per riscoprire la gioia della ricerca del regalo giusto da fare agli altri o, perché no, anche da fare a se stessi. Qui sono proposte soluzioni nuove e originali, che spaziano dagli articoli per la casa a quelli per la persona, passando per il tempo libero e ancora fino agli addobbi e le decorazioni per l’albero di Natale e il presepe, e poi carte, nastri, confezioni e decorazioni per tutti i regali di Natale, e molto altro ancora. I visitatori poi, potranno anche creare con le loro stesse mani un oggetto unico e originale, sbizzarrendosi nel realizzare manufatti unici e irripetibili. Tante le proposte anche tra le tipologie di prodotti creativi, scelti tra i migliori e con un occhio alle novità, tra cui bigiotteria, aerografia, belle arti, bricolage, dècoupage, fai da te, hobby e decorazione, maglia, miniature, stencil, twist art, vetro, editoria specializzata. L’area dedicata all’“Enogastronomia” si presenta invece come un vero e proprio para32 GiG diso dei golosi e dei buongustai, con una vasta scelta di prodotti tipici e tradizionali da tutta Italia per assaporare cibi e bevande di ogni regione. Un percorso fatto di assaggi e degustazioni nel quale troveranno ampio spazio le aziende agricole del territorio e le aziende alimentari con produzione a chilometro zero, alla ricerca della qualità garantita dal produttore al consumatore. “Curiosa” (www.curiosainfiera.it) è attiva anche su Facebook dove conta già quasi 4500 fan: si può accedere alla pagina dedicata cliccando sull’apposito pulsante dal sito www.curiosainfiera.it, oppure digitando direttamente l ’ i n d i r i z z o (www.facebook.com/curiosainfiera).