CESARE BURALI-FORTI 1861-1931 Cesare Burali-Forti nacque ad Arezzo il 13 agosto 1861 da Cosimo e Isoletta Guiducci. Dopo aver compiuto gli studi superiori al Collegio militare di Firenze, nel 1879 si iscrisse all’Università di Pisa, dove fu allievo di U. Dini nei corsi di Analisi infinitesimale e Analisi superiore e di E. Betti in quelli di Meccanica razionale, Meccanica celeste e Fisica matematica. Conseguita la laurea in Matematica il 19 dicembre 1884, discutendo la tesi Caratteristiche dei sistemi di coniche, nel 1885 intraprese la carriera di insegnante di scuola secondaria, prendendo servizio presso l’Istituto tecnico di Augusta, in Sicilia. Nel settembre del 1887 si trasferì a Torino, in seguito alla vincita del concorso presso la locale Accademia di artiglieria e genio, dove sarebbe restato definitivamente, dapprima in qualità di professore straordinario (1887-1900), poi di professore aggiunto di prima classe (1900-1906) e infine di ordinario (1906-1931). Contemporaneamente all’attività presso l’Accademia militare tenne anche per alcuni anni l’insegnamento di matematica all’Istituto tecnico Sommeiller di Torino e, fra il 1894 e il 1896, fu assistente di Peano all’Università, sulla cattedra di Calcolo infinitesimale. Figura di studioso “tendenzialmente solitario”, Burali-Forti non volle diventare membro di nessuna accademia e non intraprese la carriera universitaria anche se, nel 1894, presentò alla Facoltà di Scienze di Torino una domanda di libera docenza in Logica matematica, che ritirò poco dopo.1 Insignito della medaglia dell’ordine della Corona d’Italia e di quella dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 1926, morì all’Ospedale Mauriziano di Torino il 21 Gennaio 1931, per un carcinoma allo stomaco, chiedendo di non ricevere funerali religiosi. La produzione scientifica di Burali-Forti, nettamente influenzata da Peano, spazia dalla logica al calcolo geometrico, dalla didattica della matematica all’astronomia e alla balistica. Il primo settore di ricerche, coltivato a partire dal 1890 grazie ai contatti con i colleghi di Accademia Pieri e Peano, è quello degli studi fondazionali condotti utilizzando l’ideografia simbolica. A Burali-Forti si deve in particolare l’enunciazione di una antinomia di teoria degli insiemi (1897e, 1897f) che conduce ad affermare, e nello stesso tempo ad escludere, l’esistenza di un numero ordinale transfinito maggiore di tutti i numeri ordinali transfiniti. Malgrado l’importanza di questa scoperta, poi ripresa da B. Russell nei suoi The Principles of Mathematics (1903), BuraliForti rifiutò sempre apertamente la dicitura di ‘paradosso’ nei suoi scritti e nelle sue corrispondenze, manifestando una sostanziale incomprensione per le implicazioni matematiche e filosofiche connesse alla problematica delle antinomie e, più in generale, alla cosiddetta ‘crisi dei fondamenti’. Nel campo della logica Burali-Forti compì successivamente studi approfonditi sulla caratterizzazione degli insiemi finiti tramite le nozioni di classe e di corrispondenza biunivoca, sulla definizione di uguaglianza di Leibniz, sulle definizioni per astrazione e su quelle nominali mediante operatori, sulla teoria delle grandezze e dei numeri reali e complessi. Egli fu inoltre tra i primi a divulgare i concetti ed i metodi della logica matematica, presentando più volte i suoi risultati in contesti internazionali2 e svolgendo nell’a.a. 1893-94, probabilmente su invito di Peano, un corso non ufficiale di questa disciplina. Le sue lezioni confluirono nel manuale Logica matematica, edito da Hoepli (1894b), che restò per vari decenni l’unico testo propedeutico di logica Cfr. Verbali delle adunanze della Facoltà di Scienze MFN del 18 giugno 1894 e del 3 luglio 1894, ASU Torino. Burali-Forti tenne comunicazioni di logica al secondo congresso internazionale dei matematici di Zurigo (1897) e al primo convegno internazionale di Filosofia di Parigi (1900). A causa dei suoi impegni didattici non poté invece assistere al V Congresso Internazionale dei Matematici (Cambridge, 1912), nonostante avesse comunicato a B. Russell la sua intenzione di presentare una comunicazione sulle leggi logico-formali di un sistema generale di notazioni. Cfr. C. Burali-Forti a B. Russell, Torino 22.3.1912, McMaster University Library, Ontario, Canada, Bracers 0000498, cc. 1r-2r. 1 2 1 in lingua italiana. Il libro conobbe nel 1919 una seconda edizione, interamente rivista ma, purtroppo, costellata di affermazioni di stampo campanilista e nazionalista contro i nuovi ambiti di studi logico-fondazionali coltivati da D. Hilbert, B. Russell e H. Poincaré. La salda padronanza dei metodi e del linguaggio della logica ideografica fece di Burali-Forti uno dei primi e più attivi collaboratori del Formulario di Matematica. Egli redigette il capitolo relativo alle formule aritmetiche e alla teoria delle grandezze per la prima edizione del trattato (1895); curò i paragrafi sulla curvatura, la torsione, la torsione relativa, i punti ordinari, di flesso, di regresso e sulla cicloide ed epicicloide per l’edizione del 1902-03 e stese infine quelli di algebra e sul “producto” e “summa logica” per l’ultima edizione del 1908. Peano inserì inoltre nel quarto tomo del Formulario (190203) alcune nozioni di geometria proiettiva estratte dalle tre memorie di Burali-Forti su Il metodo di Grassmann nella Geometria proiettiva (1896c, 1897d, 1901b). Il settore scientifico che diede maggiore notorietà a Burali-Forti è però indubbiamente quello del calcolo geometrico e della teoria delle omografie vettoriali, in cui inaugurò un indirizzo di ricerche cui avrebbero aderito numerosi altri studiosi fra cui M. Pieri, T. Boggio, M. Bottasso, R. Marcolongo, P. Burgatti, U. Cisotti, O. Lazzarino, A. Signorini U. Amaldi e T. Levi-Civita. Prendendo le mosse dai risultati sul sistema minimo ottenuti da Peano a partire dal 1888, BuraliForti indagò le applicazioni del calcolo vettoriale nei campi più svariati - dalla geometria proiettiva e differenziale alla meccanica dei continui, dall’ottica alle trasformazioni di Lorentz e all’idrodinamica - e introdusse la fondamentale nozione di derivata di un vettore rispetto a un punto, che gli consentì di unificare e semplificare notevolmente i fondamenti dell’analisi vettoriale. Insieme a R. Marcolongo, con cui intrecciò una lunga e fruttuosa collaborazione, denominata scherzosamente dai colleghi il “binomio vettoriale”, affrontò tra il 1907 e il 1912 il problema dell’unificazione delle notazioni vettoriali, portandolo anche all’attenzione del IV Congresso internazionale dei Matematici di Roma (1908). Su questo tema, esaminato dal punto di vista critico e storico, Burali-Forti intervenne più volte sulle pagine dei Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo e de L’Enseignement mathématique. La sua sistematizzazione della teoria delle omografie vettoriali confluì in alcuni importanti trattati fra cui il Calcolo vettoriale (1909), le Omografie vettoriali (1909) e gli Elementi di calcolo vettoriale (1909, 2a ed. 1921), tradotti in francese l’anno successivo. A questi seguirono i due primi volumi della collana Analyse vectorielle générale (1912g, 1913e), dedicati rispettivamente alle trasformazioni lineari e alle applicazioni alla Meccanica e alla Fisica, e un terzo, a cura di M. Bottasso, intitolato Astatique (1915). L’edizione di quest’opera enciclopedica, fortemente apprezzata e più volte citata da Peano, riprese in italiano nel 1929, allorché furono dati alle stampe il volume Trasformazioni lineari di Burali-Forti e Marcolongo (1929c), un secondo tomo di geometria differenziale di P. Burgatti, T. Boggio e C. Burali-Forti (1930) ed un terzo di Teoria matematica dell’elasticità curato da P. Burgatti. I metodi del calcolo vettoriale e omografico acquistarono con il tempo il favore degli studiosi e il loro utilizzo si diffuse nelle università italiane e all’estero. Non mancarono però i dibattiti e le critiche, soprattutto da parte dei quaternionisti inglesi e americani e dei seguaci di W. Gibbs, alle quali Burali-Forti “sempre intransigente” rispose spesso “in modo secco, quasi violento”3. Basandosi sulla teoria delle omografie vettoriali a più dimensioni, Burali-Forti si scagliò anche, insieme al collega Boggio, contro la teoria della relatività di A. Einstein, pubblicando nel 1924 il libretto Espaces courbes. Critique de la relativité (1924b). Secondo R. Marcolongo fu quella “la sola volta [in cui] parve compromessa la pace e la solidità del binomio vettoriale […]. Non fu possibile metterci d’accordo, prima sulla nuova estensione da dare ai metodi vettoriali; poi e ancora più profondamente, sull’essenza di tutta la teoria. Malgrado l’interesse che Egli provava per tutte le questioni fisiche moderne e per quelle soprattutto di alto ed avvincente interesse filosofico, restò tenacemente ligio ai sistemi classici e nell’attacco e nella difesa non seppe mantenersi sereno ed obiettivo.”4 3 4 MARCOLONGO 1930-31, p. 185. MARCOLONGO 1930-31, p. 185. 2 Sensibile alle problematiche didattiche, Burali-Forti si impegnò pure nel settore dell’editoria scolastica pubblicando alcuni pregevoli manuali di aritmetica per le scuole secondarie. Fra questi spicca l’Aritmetica e norme per l’insegnamento nelle scuole elementari, redatta insieme al collega Angelo Ramorino (1898d): un testo rivolto agli allievi delle scuole normali, fortemente innovativo sia per l’apparato di note pedagogiche e metodologiche poste a suo corredo, sia per l’impostazione didattica, che mirava a integrare i più recenti sviluppi degli studi sui fondamenti dell’aritmetica condotti dalla scuola di Peano. Membro del consiglio direttivo della Mathesis nei bienni 18981900 e 1904-06 e suo vice presidente dal 1902 al 1904, Burali-Forti fu tra i partecipanti delle Conferenze Matematiche Torinesi indette da Peano, Boggio e Bottasso, a partire dal 1914-15, con lo scopo di permettere agli insegnanti di matematica di confrontarsi su questioni riguardanti le matematiche elementari. La sua attività di docente all’Accademia militare lo portò infine a redigere alcuni testi ad uso dei suoi studenti, fra cui meritano di essere citate le eleganti e ricche lezioni di geometria analitico-proiettiva (1908d, 1912c, 1926). Maestro di molte generazioni di ufficiali “che affettuosamente ricordano il burbero ma benefico professore”, Burali-Forti è ricordato dall’amico Marcolongo come un uomo: “arguto e terribilmente caustico! Polemista temibilissimo, vero cavaliere senza paura e senza macchia, non si preoccupava dove e a chi fossero diretti i suoi colpi; tanto che, chi non lo avesse mai avvicinato, si faceva uno strano ed errato concetto dell’intrattabilità del suo carattere. E invece io non ho mai conosciuto un animo più buono e dal tratto così squisitamente signorile, di poche parole, ma dalla conversazione fine, arguta e dotta. Bastava avvicinarlo per apprezzarne la cultura, per vedere qual tempra di uomo del vecchio stampo Egli fosse […].”5. FONTI ARCHIVISTICHE Acc. Lincei Roma, Fondo Levi-Civita: carteggio Burali-Forti - T. Levi-Civita, edito in P. Nastasi, R. Tazzioli (a cura di), Aspetti di Meccanica e di Meccanica applicata nella corrispondenza di Tullio Levi-Civita, Quaderni Pristem N. 14, Palermo, Bocconi, 2003, a cura di U. Lucia, pp. 553-568; AS Pisa: fascicolo personale dello studente Cesare Burali-Forti; ASU Torino: Verbale dell’adunanza dei Prof. Ordinari e Straordinari della Fac. di Scienze MFN, 18.6.1894, VII-81, N. 100; Verbale dell’adunanza dei Prof. Ordinari e Straordinari della Fac. di Scienze MFN, 3.7. 1894, VII-81, N. 101; BC Cuneo, Lascito Peano: carteggio Burali-Forti - L. Couturat, edito in E. Luciano, C.S. Roero (a cura di), Giuseppe Peano - Louis Couturat. Carteggio (1896-1914), Firenze, Olschki, 2005, pp. 225-227; BDF Milano, Fondo Vailati: carteggio C. Burali-Forti - G. Vailati. Le lettere di C. Burali-Forti a G. Vailati del 22.9.1894, [post novembre 1905], 2 maggio 1906, 6.1.1908 sono edite in E. LUCIANO, C.S. ROERO, Giuseppe Peano Matematico e Maestro, Torino, DM, 2008, pp. 92-93, 179, 181-182, 183; BSM Torino, Fondo Peano-Vacca: carteggio C. BuraliForti - G. Vacca, edito in P. NASTASI, A. SCIMONE (a cura di), Lettere a Giovanni Vacca, Quaderni PRISTEM, 5, Palermo 1995, pp. 14-26; BU Pisa: Fascicolo tesi 5421, Tesi di laurea: Caratteristiche dei sistemi di coniche, 50 p. FONTI BIBLIOGRAFICHE Annuari dell’Università di Torino :1894-95, p. 94; 1895-96, p. 80; R. MARCOLONGO, Necrologio, Bollettino UMI, 910, 1930-31, pp. 182-185; G. GIORGI, Metodi di calcolo vettoriale e spaziale, notizie storiche e comparative, in L. BERZOLARI, D. GIGLI, G. VIVANTI, Enciclopedia delle Matematiche Elementari, III, Milano, Hoepli, 1947, pp. 99124; F. TRICOMI, Matematici italiani del primo secolo dello stato unitario, Memorie Acc. Scienze Torino, Classe di Scienze MFN, s. 4, 1, 1962, p. 26; H.C. KENNEDY, Burali-Forti Cesare, Dictionary of Scientific Biography, vol. 2, 1970, pp. 593-594; E. AGAZZI, Burali-Forti Cesare, Dizionario Biografico degli italiani, vol. 15, 1972, pp. 376381; M. BORGA, P. FREGUGLIA, D. PALLADINO, I contributi fondazionali della scuola di Peano, Milano, Angeli, 1985, pp. 182-189; P. FREGUGLIA, Cesare Burali-Forti e gli studi sul calcolo geometrico in La matematica italiana tra le due guerre mondiali, Bologna, Pitagora, 1986, pp. 173-180; L. GIACARDI, C.S. ROERO, Bibliotheca Mathematica, Torino, Allemandi, 1987, pp. 180-181; P. FREGUGLIA, Dalle equipollenze ai sistemi lineari. Il contributo italiano al calcolo geometrico, Urbino, Quattroventi, 1992; G. ARRIGHI (a cura di) Lettere a Mario Pieri, Milano, Quaderni Pristem n. 6, 1997, pp. 19-35; P. FREGUGLIA, Geometria e numeri. Storia, teoria elementare e applicazioni del calcolo geometrico, Torino, Bollati Boringhieri, 2006. E. Luciano, C.S. Roero 5 MARCOLONGO 1930-31, p. 182, 185. 3