13/11/2008 14.17 Pagina 1 Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana” giornale base 10_11.qxp Siamo quasi a Natale e, come ogni anno, è il momento di fare alcune riflessioni. La sensazione più forte che provo è quella di una richiesta generalizzata di sicurezza in un mondo che si trova di fronte una crisi economica globale, che mette in discussione il benessere, i risparmi, il lavoro, i consumi. Le persone temono per il loro futuro e chiedono garanzie, cercano aiuto, si aspettano attenzione. La sanità risente di questa situazione, ma è chiamata in primo luogo a dare sicurezza, a sostenere i bisogni, a farsi carico dell'eguaglianza del diritto alla salute. La sicurezza richiede solidarietà e, se parliamo di organizzazioni, ha bisogno di condivisione: condivisione sugli obiettivi, e sull'uso delle risorse. Richiede consapevolezza condivisa che non è possibile guardare agli interessi privati in una logica di competizione, ma piuttosto agli interessi comuni in uno spirito di collaborazione. L'assessore alla salute e protezione sociale ricorda, nell'intervista rilasciata a questo notiziario, che la vera sfida consiste nell'integrazione tra sanità ed assistenza perché si tratta un fronte unico. Questo è il nostro lavoro, lo sappiamo fare e ci teniamo a farlo bene. Con tale spirito auguro a Voi e alle Vostre famiglie un felice Natale, ed un sereno 2009. Roberto Ferri Direttore Generale A.S.S. n.5 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.18 Pagina 2 Quali prospettive per la sanità nel Friuli Venezia Giulia Intervista all'assessore regionale alla Sanità e Protezione sociale Vladimiro Kosic Assessore Kosic, quali motivazioni l'hanno spinta ad accettare un incarico tecnico così impegnativo? Le ragioni principali sono due. In primo luogo ho inteso rispondere positivamente alla proposta coraggiosa, coerente e molto forte del presidente della Regione, Renzo Tondo, che mi ha chiesto di assumere questo impegno per rappresentare anche tutti quei bisogni che in genere hanno difficoltà a essere rappresentati, e poi la consapevolezza che questo incarico mi avrebbe permesso di lavorare anche per garantire la necessaria continuità nei processi di responsabilizzazione sia dei cittadini che delle associazioni nel rapporto con i vari attori del sistema sanitario regionale, ad iniziare dalle istituzioni. che possa garantire una adeguata continuità delle cure in percorsi che devono partire dagli ospedali per concludersi, ove necessario, sul territorio, ed anche a casa, con opportuni servizi domiciliari. Al momento questo ancora manca. E la soluzione va individuata integrando sanità e assistenza. Come ormai dico da tempo, la vera sfida è arrivare ad una programmazione regionale sociosanitaria, mentre ora la programmazione sociale e quella sanitaria sono asincrone e vi è l'impossibilità materiale di fare programmazione in maniera integrata. Si tratta dunque di capire che il fronte è unico. Il che comporta la necessità di ripensare anche l'Agenzia regionale della Sanità, che va trasformata in Agenzia Sociosanitaria. E' un traguardo ormai ineludibile. Altrimenti sarà un po' difficile che i due settori (che per me, ripeto, sono nella stessa trincea) si incontrino ... per caso. Non si può lasciare tutto alla buona volontà, al senso di responsabilità dei professionisti. E dunque l'Amministrazione Regionale darà indicazioni in questo senso. Non solo nel prossimo Piano sociosanitario, ma anche rivedendo alcune leggi, quali la L.R. n. 23/2004, che detta "Disposizioni sulla partecipazione degli Enti Locali ai processi programmatori" e la L.R. n. 6 /2006 su welfare, promozione e tutela dei diritti di cittadinanza sociale. Si parla sempre tanto di sanità, e c'è una moderata convinzione che in Friuli essa funzioni. Quali sono a suo parere le esigenze della popolazione a cui va data una risposta più rapida possibile? Come ben sappiamo, i bisogni di salute divengono ogni giorno più complessi e per essere affrontati al meglio sono indispensabili strutture moderne dotate delle attrezzature più sofisticate ed avanzate: luoghi di cura di eccellenza, centri di alta specialità che in Friuli Venezia Giulia non mancano, ma che hanno costi di funzionamento e gestione crescenti, rispetto ai quali occorre sapersi attrezzare per saperne garantire la massima funzionalità ed efficienza. Non ne possiamo avere quattro, uno per provincia. Rispetto ai costi del sistema, occorre saper tenere nella giusta considerazione la sostenibilità economica, anche tenendo ben presente che vi sono alcune variabili impreviste. Mi riferisco ad esempio ai nuovi farmaci per il trattamento delle malattie oncologiche. Nuove molecole i cui costi non erano prevedibili, ma che ci sono e vanno garantiti perché si tratta di prodotti efficaci e non si può non metterli a disposizione dei pazienti. Mi batterò affinché queste urgenze e queste variabili vengano prese nella dovuta considerazione per tempo perché sono questioni di vita. I cittadini si aspettano equità, ovvero livelli omogenei di assistenza nelle diverse aree del territorio regionale e quindi nelle diverse Aziende e nei diversi Distretti. Per tutto questo sono indispensabili un'attenta pianificazione strategica ed una corretta programmazione, che tengano conto di nuove metodologie di valutazione quali l'health technology assessment ed altri indicatori che ci consentono di valutare contemporaneamente non solo l'appropriatezza delle prestazioni e degli effetti prodotti, ma anche i costi necessari a sostenere l'incessante sviluppo ed innovazione, nonché le implicazioni etiche della spesa sanitaria. Di certo, Assessore, l'integrazione sociosanitaria risulta necessaria e prioritaria nei programmi per una medicina del territorio. Anziani, disabili, minori, persone con disturbo mentale rappresentano le fasce della popolazione più coinvolte. A nostro parere molto si sta facendo. Esistono delle nuove prospettive? Come ho appena detto, l'integrazione va garantita per percorsi specifici, più che in senso generale. Percorsi per patologie, seguendo anche le indicazioni epidemiologiche e i bisogni di salute che questa regione esprime con molta chiarezza. E' impensabile invece sostenere percorsi che portano inevitabilmente all'istituzionalizzazione della cronicità: ciò non rappresenta una soluzione né dal punto di vista economico né tanto meno sotto il profilo della qualità di vita. Bisogna promuovere politiche per sostenere le situazioni di cronicità e soprattutto le persone non autosufficienti, prima che esse siano in condizioni difficilmente recuperabili. A quel punto è troppo tardi per intervenire in maniera efficace, e l'unica risorsa è quella dell'istituzionalizzazione. Altro che prevenzione, altro che tentativo di intercettare i bisogni e di coinvolgere più sistemi. Veniamo all'Azienda n. 5 "Bassa Friulana", nel cui ambito operano due ospedali, Palmanova e Latisana, che gravitano su una popolazione di 108mila abitanti: qual è il futuro degli ospedali di rete? Quello di collegarsi in maniera appropriata con gli ospedali di riferimento di alta specialità. Sono convinto che si possano organizzare adeguatamente i flussi dei pazienti nelle diverse strutture. Ad esempio per quanto riguarda l'ortopedia un “trauma center” non dovrebbe essere oberato da interventi che possono brillantemente essere affrontati negli ospedali di rete. Esistono in ogni caso altre priorità per la Giunta regionale in tema di sanità? Tra le cose certamente da fare, intendiamo dare priorità alla riorganizzazione della rete ospedaliera. Il che, ben inteso, non significa tagliare altri posti letto. Da questo punto di vista infatti il processo è andato avanti bene, si è raggiunta una situazione che giudico ottimale, che non necessita di ulteriori sacrifici perché, come diceva lei stesso poco fa, il sistema sanitario nel Friuli Venezia Giulia funziona piuttosto bene. E' imprescindibile, invece, saper immaginare e concretizzare una 'Clinical Governance' 2 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.18 Pagina 3 L'Azienda n° 5 ha completato l'istituzione dell'infermiere di comunità su tutto il territorio, affermando un modello diverso, rispetto anche ad altre aziende. Quali sono le indicazioni della nuova Giunta Regionale rispetto a tale organizzazione dei servizi? Dare continuità a questa figura, perché è fondamentale che il governo clinico arrivi il più possibile vicino all'utenza. Ed è proprio questa la figura indispensabile nel processo di rafforzamento dei servizi sul territorio, perché ha le competenze professionali necessarie a far fronte anche alla cronicità complessa, alle pluripatologie, garantendo adeguati interventi di prevenzione e di cura. vo. Deve, al contrario, essere un momento "starter" per promuovere servizi. Intendo dire che non è pensabile continuare ad affrontare un'emergenza con un'altra emergenza: affrontiamo l'emergenza della non autosufficienza con l'emergenza delle badanti, che non sono espressione di un modello organizzativo, ma sembrano piuttosto la risoluzione di una domanda di lavoro che ci viene dai Paesi dell'Est. Così si corre il rischio di sommare due problemi, affrontando questo certamente sì - una situazione straordinaria, ma non risolvendo il problema vero nel tempo. Ben sappiamo invece come la questione sia quella di saper garantire cure a lungo termine, nella consapevolezza che il problema della cronicità è purtroppo destinato a crescere e quindi va affrontato non attraverso soluzioni tampone, lasciate alla buona volontà della gente, ma a soluzioni concrete e realistiche, che le istituzioni dovranno saper definire. Anche su questo non mancherà l'impegno dell'intera Giunta regionale, guidata dal presidente Renzo Tondo. Marco Bertoli Dipartimento di Salute Mentale Il Fondo per l'Autonomia Possibile, anche per nostra stessa esperienza, rappresenta una modalità intelligente di intervento rispetto ai bisogni della gente. Tale strumento verrà implementato? Posso assicurare che questo strumento verrà implementato integrandolo con altri percorsi, perché non si può pensare che un sostegno economico per un "fai da te" delle famiglie sia risoluti- I moduli del consenso tutelare gli operatori sanitari da eventuali ripercussioni giuridiche, in quanto l'obbligo di acquisire il consenso è sancito appunto dalla Costituzione, dal Codice Penale, Civile e Deontologico e da varie altre norme e sentenze. E' infine evidente la necessità di valorizzare il momento comunicativo/informativo e gli aspetti relazionali dell'incontro clinico: Il documento in oggetto si inserisce nel contesto del programl'asimmetria di ruolo nella relazione medico-paziente, tipica del ma regionale e del progetto aziendale per la gestione del rischio passato e improntata al clinico. I REQUISITI SOSTANZIALI DEL CONSENSO modello paternalistico, L'obiettivo è quello di ha lasciato oggi giorno uniformare, per quanto spazio ad una relazione possibile, la modulistiin grado di riconoscere e ca attualmente in uso favorire le possibilità presso le diverse strutespressive e decisionali ture dell'Azienda, per del malato. una maggior tutela del Si auspica che le prepaziente (in quanto solo senti raccomandazioni una adeguata informasiano adottate in ogni zione sui trattamenti struttura dell'Azienda in sanitari proposti confunzione delle proprie sente di stabilire quella specificità organizzative alleanza terapeutica e possano essere applicafondamentale per te alla gestione del conaffrontare in modo corsenso informato relativaretto l'attività clinica) e mente ad attività diagnodegli operatori sanitari. stiche e/o terapeutiche Si segnala, infatti, che invasive (es. interventi recenti e non isolate chirurgici) o che comunsentenze della Corte di que comportino il pericoCassazione hanno conlo concreto di una menodannato delle strutture mazione dell'integrità sanitarie ad erogare un psico-fisica individuale risarcimento per la (es. trattamento chemiomancata acquisizione terapico/radioterapico). del consenso ravvisanLe raccomandazioni sono state costruite in modo da rispondere do un inadempimento contrattuale nella condotta dei sanitari, agilmente alle domande pervenute dagli operatori sanitari e pur in assenza di danni al paziente, configurandosi quindi nella affrontano la casistica più frequente nella pratica clinica. mancata acquisizione del consenso una fonte autonoma di Il documento riporta la descrizione delle fasi dell'acquisizione responsabilità per il medico. del consenso informato, i requisiti sostanziali e formali del conLo scopo del lavoro è stato perciò quello di garantire un'inforsenso, analizza alcuni casi particolari (paziente minorenne, intermazione corretta - sotto il profilo deontologico, etico e giuridico detto, sottoposto ad amministrazione di sostegno, incapace natuaffinché alla persona assistita sia assicurata la facoltà di esprimerale) e si sofferma sulla manifestazione del dissenso di soggetti re liberamente e consapevolmente la propria scelta in merito alle maggiorenni e capaci. opzioni diagnostiche/terapeutiche proposte. Inoltre, si è inteso Vi proponiamo le raccomandazioni aziendali per la stesura della modulistica relativa al consenso informato stilato dal gruppo di lavoro aziendale costituito da dr. Michela Codarini, dr. Romina Perossa, dr. Viviana Varone, Avv. Fosca Togni. 3 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.19 Pagina 4 CARATTERISTICHE DELL'INFORMAZIONE E' stato proposto anche un modello di consenso con i requisiti minimi e la traccia per la redazione della nota informativa nonchè ulteriore modulistica che possa esser utile per l'applicazione della normativa in proposito. Il documento integrale è disponibile nel sito intranet nella sezione "Qualità e sicurezza - Consenso" con il titolo "Raccomandazioni ASS5 Consenso - gennaio 2008". Michela Codarini, Viviana Varone Dipartimento di Prevenzione Riabilitazione, il nome dei fisioterapisti La denominazione è stata mantenuta fino al 1996 quando con la pubblicazione degli ordinamenti didattici universitari (D.M. 24 luglio 1996 n. 68), che hanno recepito il profilo professionale (D.M. n. 741/94), sono stati attivati i corsi universitari per fisioterapista. Come abbiamo visto da dieci anni non esiste il termine di terapista della riabilitazione e da più di trenta anni non esistono i fisiokinesiterapisti ed altri termini faceti. La scelta di cambiare il nome da terapista della riabilitazione a fisioterapista è dovuta al fatto che ai T.d.R. inizialmente erano demandate anche la riabilitazione del linguaggio, la terapia occupazionale, l'attività psicomotoria e la riabilitazione in ambito psichiatrico. Sono perciò stati istituiti nuovi profili che hanno ripartito le funzioni prima assegnate al terapista della riabilitazione; sono così nati i nuovi profili del fisioterapista, del terapista della neuropsicomotricità e dell'età evolutiva, del terapista occupazionale e del tecnico della riabilitazione psichiatrica. Alcuni terapisti della riabilitazione hanno scelto di cambiare profilo e gli altri sono diventati fisioterapisti. Da tempo rifletto su un argomento che in un primo momento potrebbe sembrare di lana caprina ma che, ai diretti interessati, è importante venga chiarito. L'oggetto è il corretto uso della denominazione degli operatori della riabilitazione ed in particolare di quella del “fisioterapista”. Sempre più spesso sento i colleghi protestare quando leggono alcune strane diciture sul proprio nominativo professionale. Continuamente nel linguaggio, scritto o parlato, gli appellativi cambiano a seconda dell'interlocutore soprattutto tra gli operatori sanitari. Da incallito ottimista ero convinto che con il passare del tempo le persone avrebbero capito ed usato la definizione corretta. Evidentemente mi ero sbagliato e più passa il tempo e più sembra una torre di Babele. Mi pare opportuno fare chiarezza e precisare le cose perché rilevo che anche in atti ufficiali (Decreti, stati di servizio ecc) le denominazioni sono le più differenziate. Solamente nei percorsi formativi accreditati ECM viene usata sempre la denominazione corretta (la voce è obbligatoria e non può essere modificata!!!). È bene pertanto fare una breve cronistoria sulle varie denominazioni che si sono succedute nel tempo. Fino agli inizi degli anni settanta in carenza di norme specifiche gli Ospedali hanno attivato dei corsi in assoluta discrezionalità con denominazioni differenti e con percorsi formativi che variavano per requisiti di accesso, programmi, durata e titoli rilasciati. Posso ricordare alcune denominazioni di vecchi diplomi o attestati. "Scuola per Tecnici Fisioterapisti della Riabilitazione, Scuola per Tecnici di Fisio-Chinesiterapia, Tecnici di Fisiochinesiterapia, Scuole per Terapisti della Riabilitazione, Scuole per Fisiokinesiterapisti"; erano in genere scuole di specializzazione per Infermieri Professionali. Successivamente, per effetto del combinato disposto dell'art. 5 della Legge n. 118 del 1971 e del D.M. 10/02/1974, le singole Regioni istituirono e attivarono corsi triennali, post diploma, al termine dei quali veniva rilasciato un attestato di "Terapista della Riabilitazione". L'espressione aveva una valenza importante perché voleva formare un operatore che sapesse intervenire in tutti i campi della riabilitazione. Nella nostra azienda sanitaria attualmente lavorano fisioterapisti, i logopedisti, un ortottista, un terapista della neuropsicomotricità e dell'età evolutiva (più comunemente conosciuto come psicomotricista) ed un educatore professionale. Il termine fisioterapista, di cui mi assumo parzialmente l'onere della scelta, avendo partecipato agli incontri presso il Ministero per la definizione del profilo, è stato preferito perché è quello di uso più comune e che più si avvicina alla voce internazionale di Phisycal Therapist. L'invito che rivolgo dalle pagine di questo giornale è di usare sempre il termine "fisioterapista": è il più corretto, il più semplice e può essere abbreviato facilmente in Ft. Forse vi ho annoiato, ma spero di aver chiarito la lunga e travagliata nascita del nome legato al profilo del fisioterapista. Renato Bolzon Area della Riabilitazione 4 13/11/2008 14.20 Il programma formativo esposto non é rappresentativo dell’intera offerta formativa garantita nel bimestre novembre/dicembre. 5 GLI ABSTRACT DI TUTTI I CORSI CHE L’AZIENDA PROPONE SONO DISPONIBILI SUL SITO: http://ecm.sanita.fvg.it/ecm/OFRCatalogo.jsp . Si rammenta che la partecipazione ai corsi di aggiornamento, è subordinata all'invio della griglia di iscrizione, spedita dal C.F.A., presso la Struttura\Servizio di appartenenza. Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al proprio referente di dipartimento o al Centro di Formazione Aziendale(0432/921440-496 3316885997, per le Strutture afferenti a Palmanova, 0431520354 per le Strutture afferenti a Latisana). Possibili variazioni o integrazioni verranno comunicate quanto prima. giornale base 10_11.qxp Pagina 5 Corsi in programma in novembre/dicembre giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.20 Pagina 6 Perché vaccinarsi contro il papilloma La vaccinazione contro il Papilloma virus (HPV, Human Papilloma Virus) è il mezzo più efficace per prevenire le infezioni persistenti dovute al virus e le conseguenti lesioni del collo dell'utero che possono evolvere in tumore. Per saperne di più, leggi questi approfondimenti. del collo dell'utero non è provocato da HPV 16 e 18, è importante eseguire regolarmente il pap test anche se si è vaccinate. Che cosa è il Papilloma virus (HPV)? Si tratta di un gruppo di virus molto diffusi; ne esistono oltre 120 tipi, di cui più di 40 possono provocare infezioni dell'apparato genitale (principalmente collo dell'utero e vagina). Generalmente queste infezioni sono transitorie, asintomatiche (cioè la donna non si accorge di nulla) e in circa il 90% dei casi guariscono spontaneamente. Alcuni tipi di HPV, tra i quali il 16 e il 18, possono provocare, anche se raramente, alterazioni cellulari delle mucose del collo dell'utero che, se persistenti e non curate tempestivamente, possono evolvere in tumore. Quanto dura l'efficacia del vaccino? Gli studi attualmente in corso durano da circa 5 anni, pertanto si può affermare che la protezione data dal vaccino, considerato il ciclo di base di 3 somministrazioni ad intervalli prestabiliti, è assicurata per almeno 5 anni. In futuro, gli studi forniranno informazioni sulla necessità o meno di una dose di richiamo. Per chi è raccomandata la vaccinazione? Il vaccino ha lo scopo di prevenire l'infezione, non di curarla: è opportuno quindi somministrarlo prima del possibile contatto con il virus, cioè prima dell'inizio dei rapporti sessuali. Se la ragazza è già entrata in contatto con il virus l'efficacia della vaccinazione si riduce a circa il 40%. Cosa provocano i Papilloma virus 16 e 18? Oltre il 70% dei tumori del collo dell'utero è dovuto a infezione persistente da HPV 16 e 18. Dall'infezione allo sviluppo del tumore possono passare molti anni (anche venti). Il tumore del collo dell'utero è il primo tumore che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce come sicuramente causato da un'infezione virale. I fattori che favoriscono l'insorgenza del tumore, oltre alla presenza di infezione da HPV 16 e 18, sono: il fumo di sigaretta, l'uso prolungato di contraccettivi orali, l'infezione da HIV, più partner, più figli. A chi è rivolta la vaccinazione gratuita? Il Servizio sanitario regionale del Friuli Venezia Giulia garantisce la vaccinazione gratuita a tutte le ragazze nel dodicesimo anno di vita (cioè dal compimento degli 11 anni) e nei primi quattro anni del programma vaccinale a tutte le ragazze nel sedicesimo anno di vita (cioè dal compimento dei 15 anni). L'Azienda Sanitaria di residenza invita le ragazze interessate ad effettuare la vaccinazione con una lettera inviata a domicilio. Come si trasmette il Papilloma virus? Il Papilloma virus si trasmette con i rapporti sessuali, anche non completi. Provoca la più comune infezione trasmessa per via sessuale, molto frequente soprattutto fra le donne più giovani, attorno ai 25 anni di età. L'uso del preservativo riduce, ma non impedisce, la trasmissione del virus in quanto questo può essere presente anche in parti di pelle non protette dal preservativo. Dove e come si esegue la vaccinazione? La vaccinazione è eseguita dagli operatori sanitari degli ambulatori vaccinali delle Aziende Sanitarie. Prevede tre iniezioni intramuscolari nel deltoide (parte alta del braccio) da eseguire nell'arco di sei mesi. Le reazioni avverse alla somministrazione del vaccino sono rare. Si possono osservare effetti collaterali, tra cui i più comuni sono: dolore nella zona dell'iniezione, febbre, nausea, vertigini, mal di testa e dolori articolari. Generalmente sono sintomi di lieve entità e di breve durata. Come si cura l'infezione da Papilloma virus? Per l'infezione non esiste una cura specifica. Per prevenire o diagnosticare tempestivamente le alterazioni delle cellule del collo dell'utero, che possono essere provocate dal virus HPV, occorre eseguire regolarmente il pap test. In questo modo ci si potrà accorgere per tempo se si stanno formando alterazioni sospette delle mucose del collo dell'utero. La vaccinazione contro l'HPV 16 e 18 impedisce l'infezione? Il vaccino, proprio perché contiene gli HPV 16 e 18, impedisce l'infezione persistente e quindi anche la formazione delle alterazioni cellulari che possono portare al tumore. Che cosa offre il Servizio sanitario regionale alle ragazze minorenni nate prima del 1993? Per le ragazze minorenni, nate prima del 1993, fino al compimento dei 18 anni, il Servizio sanitario regionale del Friuli Venezia Giulia garantisce la vaccinazione negli ambulatori vaccinali delle Aziende Sanitarie a prezzo ridotto più il costo della prestazione vaccinale. Il vaccino è sicuro ed efficace? Sì, il vaccino è sicuro in quanto è composto da particelle sintetiche simili all'involucro esterno del virus, cioè non contiene il virus vivo attenuato. Per questo non c'è nessuna possibilità di infezione. Da tutti gli studi clinici sulla sicurezza e l'efficacia è emerso che il vaccino, se somministrato quando la donna non ha ancora avuto contatto con il virus, assicura una protezione molto elevata (90-100%) nei confronti delle lesioni precancerose provocate da HPV 16 e 18. Comunque, poiché circa il 30% dei tumori Si può eseguire la vaccinazione in caso di gravidanza? Il vaccino non deve essere somministrato alle donne in gravidanza. Gli studi clinici effettuati fino ad ora non hanno dimostrato particolari problemi per la donna o per il feto; sono comunque in corso ulteriori approfondimenti. 6 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.20 Pagina 7 Per informazioni rivolgersi ai Servizi Vaccinali dell'Azienda Sanitaria di residenza, al pediatra o al medico di famiglia. Se si è vaccinate è necessario comunque eseguire il pap test? Sì, in quanto il pap test permette di evidenziare le alterazioni cellulari del collo dell'utero, anche quelle provocate da altri tipi di HPV non contenuti nel vaccino. Il Servizio sanitario regionale, fin dal 1999, ha in corso un programma di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell'utero che prevede l'invito ad eseguire un pap test ogni tre anni a tutte le donne dai 25 anni ai 64 anni. Massimo Zuliani Dipartimento di Prevenzione SERVIZI DI IGIENE E SANITÀ PUBBLICA DELL'A.S.S. N. 5 Palmanova Latisana Cervignano del Friuli S. Giorgio di Nogaro L'infezione da HPV colpisce solo le donne? No, l'infezione può essere contratta anche dagli uomini, ma rarissimamente provoca alterazioni di tipo tumorale ai genitali. Inoltre, gli studi clinici sull'efficacia del vaccino nei maschi sono ancora in corso. Allo stato attuale la vaccinazione non è consigliata ai maschi. Sicurezza, il testo unico 0432 - 921889 0431 - 529296 0431 - 387728 0431 - 621301 seconda parte del sistema sicurezza aziendale (formazione di assunzione e periodica, fornitura DPI, sorveglianza sanitaria,..) anche altre figure quali tirocinanti, stagisti, volontari, etc.; - rafforzamento delle prerogative dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza che si realizza anche tramite l'aumento delle ore di frequenza di fomazione; - maggiori responsabilità per il medico competente; si prevede la custodia della cartella sanitaria e di rischio del lavoratore e l'invio,unicamente per via telematica, all'Ispesl nei casi previsti dal decreto legislativo, esonerando il datore di lavoro da tale incombenza; - la valutazione dei rischi dovrà considerare "tutti i rischi" per la salute e la sicurezza dei lavoratori, compresi quelli collegati allo stress da lavoro, alle differenze di genere, all'età, alla provenienza da altri paesi; Il Decreto Legislativo n. 81/2008 - Testo Unico Sicurezza sul Lavoro - propone in generale alcune importanti innovazioni tra le quali: - la nuova definizione di salute intesa come "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in assenza di malattia o d'infermità"; - il trasferimento delle disposizioni tecniche e procedurali negli allegati tecnici, rendendole così più facilmente aggiornabili ed adattabili al progresso tecnico senza ricorrere a modifiche dei testi legislativi; - l'istituzione del Comitato di Coordinamento nazionale e di quelli regionali per le attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con la partecipazione delle parti sociali, al fine di realizzare una programmazione coordinata di interventi e una uniformità degli stessi; - l'istituzione del Sistema Informativo Nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro al fine dell'utilizzo integrato delle informazioni disponibili nei sistemi informativi dei vari sociali e enti(IInail, Ispesl, Regioni, etc.), con la partecipazione delleparti dei comitati paritetici; - il ruolo riconosciuto alla bilateralità e alle funzioni che possono svolgere gli organismi paritetici nell'attività di prevenzione dei rischi e nella diffusione della cultura della sicurezza, ruoli e funzioni che consistono soprattutto in formazione, informazione, orientamento ed accompagnamento delle imprese e dei lavoratori; - la tenuta della documentazione su supporti informatici e l'invio della stessa per via telematica. I principali documenti sono quelli relativi alla valutazione dei rischi, alle nomine del RSPP, del medico competente, degli addetti alle emergenze, i registri di controllo attrezzature, il registro per esposti a sostanze cancerogene e mutagene, il registro esposti ad agenti biologici, ecc. Si consente l'impiego di sistemi di elaborazione automatica dei dati per la memorizzazione di qualunque tipo di documentazione prevista. -addestramento specifico dei lavoratori effettuato sul luogo di lavoro e istituzione di un libretto formativo dove verranno registrate tutte le competenze acquisite da ciascun lavoratore e che potrà essere utilizzato dal datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione; - rivisitazione e appesantimento del vigente apparato sanzionatorio che effettua una rimodulazione degli obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e degli altri soggetti del sistema di prevenzione aziendale, sulla base dell'effettività dei propri compiti; - rivisitazione degli obblighi in caso di affidamento di lavori (contratti d'appalto, d'opera ed ora anche di somministrazione) ad impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all'interno della Azienda nonché nell'ambito dell'intero ciclo produttivo dell'Azienda stessa. In particolare l'obbligo di allegare il documento unico di valutazione dei rischi che indichi le misure adottate per eliminare oppure, ove ciò non sia possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze, viene esteso ai contratti stipulati anteriormente al 25 agosto 2007 ed ancora in corso alla data del 31 dicembre 2008. Lo stesso vale per l'obbligo di indicare specificamente nei singoli contratti, a pena di nullità ai sensi dell'articolo 1418 del codice civile, i costi relativi alla sicurezza del lavoro. Si riportano di seguito alcune annotazioni riferite al Titolo I, contenente le disposizioni generali da applicare a tutte le imprese, evidenziando le principali novità che vengono ad interessare anche l'Azienda Sanitaria: - ampliamento del campo di applicazione della normativa di salute e sicurezza sul lavoro a tutti coloro che a qualsiasi titolo operano in Azienda, con l'obbligo quindi di inserire nell'ambito La prima parte dell’articolo é stata pubblicata nel numero precedente. Roberto Brisotto Prevenzione e Sicurezza Aziendale 7 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.21 Pagina 8 Future mamme si incontrano in gruppo Dipartimento di Prevenzione e si articola in dieci incontri durante il terzo trimestre, più due incontri durante il puerperio. Quasi tutti gli incontri prevedono la presenza del partner. Il fatto che questo tipo di corso sia articolato con un buon numero di incontri, permette anche di esercitare un'attività di informazione e prevenzione su: - promozione e sostegno allattamento al seno; - informazioni sulla corretta alimentazione in gravidanza, nel dopo parto e nello svezzamento del neonato. Da anni il Dipartimento Percorso Nascita e Pediatria organizza corsi di accompagnamento alla gravidanza coordinando le professionalità coinvolte durante la gravidanza e il puerperio del reparto di Ostetricia e Ginecologia e di Pediatria dell'ospedale di Latisana, del Consultorio Familiare del Distretto ovest e del Dipartimento di Prevenzione per creare una maggiore consapevolezza dei genitori nei confronti del nascituro. I corsi sono stati istituiti per soddisfare la richiesta esplicita delle nostre utenti e degli operatori stessi, di creare un rapporto non solo professionale con la coppia, ma anche di conoscenza e fiducia personale che accompagni questa esperienza. Obiettivo del corso del primo trimestre è quello di sottolineare che la gravidanza è un momento molto importante e fisiologico, che va affrontato con serenità e vissuto con consapevolezza dalla donna. Per fare ciò si è pensato di istituire dei gruppi di donne alla stessa epoca di gravidanza condotti dalla figura professionale dell'ostetrica. Alla luce delle raccomandazioni OMS sulla salute della donna, dal 1985 a oggi il corso accompagna la gravida in quello che sarà la sua esperienza corporea stimolando in lei l'emergere delle proprie risorse istintive, abbandonandosi a quest'esperienza e trovando forza nelle capacità innate e nelle conoscenze acquisite in tema di fisiologia e naturalità dell'evento nascita. Il corso è strutturato su due livelli: il lavoro corporeo (con stretching, yoga, visualizzazioni, respirazione profonda, esercizi perineali) che porta ad un'attivazione completa e vantaggiosa per la donna mirato a proteggere e mantenere i processi fisiologici della gravidanza e del parto, e la parte "informativa" entrambi volti a incentivare il parto fisiologico (cercando di ridurre i parti operativi e le episiotomie) e a gestire le paure connesse al parto. Viene inoltre focalizzata l'attenzione sull'utilizzo dell'acqua come fonte di rilassamento per il travaglio di parto, sul "bonding", un modo di entrare in contatto con il bimbo prima della nascita e sull'educazione prenatale. Sono previsti degli incontri aperti ai partners per familiarizzare con l'ambiente e con gli operatori e per fornire loro strumenti e consigli necessari ad accompagnare la donna ed esserle di supporto in travaglio e nel post parto. È infatti previsto anche un incontro dopo il parto, garantendo in questo modo la condivisione di tutte le esperienze, di tutte le emozioni e paure provate e lo scambio costruttivo di informazioni e di "vissuto". Al corso non viene insegnato "cosa fare" o "cosa non fare", ma vengono forniti strumenti per poter essere protagonisti dell'evento. Il gruppo diventa un'incredibile fonte di sostegno, di condivisione e di apertura, di stimoli e di solidarietà. Soddisfa il bisogno di appartenenza, di confronto, di scambio e diventa una rete di sostegno per molto tempo dopo il parto. Essendo ogni gruppo unico e diverso, lo schema del corso ha bisogno di un continuo riadattamento alle esigenze del gruppo stesso. Il corso del terzo trimestre di gravidanza è organizzato in collaborazione con il Consultorio Familiare di Latisana e il - corretto trasporto in auto; - sostegno alle madri che intendono smettere di fumare; - promozione campagna vaccinazioni; - informazione per la futura pianificazione familiare e sulla promozione della salute pre-concezionale; - prevenzione incontinenza vescicale. Spetta alle organizzazioni sociali sanitarie l'impegno di porre al centro della loro azione l'essere umano fin dall'origine con proposte mirate attente ai suoi bisogni umani personali più profondi attraverso programmi, interventi integrati volti a sostenere il delicato processo di trasformazione personale, in sinergia con le dinamiche relazionali della coppia, della famiglia, affinché i genitori possano vivere con semplicità e con gioia la loro esistenza, in questo particolare ed irripetibile momento della loro vita. L'obiettivo fondamentale che ci proponiamo è il raggiungimento di un buon grado di soddisfacimento, che per noi significa creare un ambiente che garantisca alla donna di "portare con sè" il ricordo di un "buon vissuto". Claudia Iogna Prat Dipartimento Materno Infantile 8 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.21 Pagina 9 Tutti in gara per l’ospedale stazione è stato infatti utilizzato per l'acquisto di otto letti elettrici ad alta tecnologia per l'assistenza a pazienti colpiti da ictus cerebrale in fase acuta, seguiti da un team multidisciplinare nel reparto di medicina di Palmanova. La presenza della nostra azienda in queste due giornate è stata "partecipata" sotto tutti i punti di vista: il dr. Maurizio Andreatti ha sfidato il freddo e la pioggia battente compiendo ben 16 giri del percorso con un tempo da far invidia a molti sportivi. Al termine ha dato anche la sua disponibilità come medico reperibile (per fortuna non ce n'è stato bisogno!). La domenica ha visto invece la presenza di Francesca Fregonese che, in rappresentanza dell'Azienda, ha partecipato alle premiazioni delle squadre. Il prossimo appuntamento è per il 12 e il 13 settembre 2009. Podisti, bocciofili e cestisti sono avvisati. Il 13 e 14 settembre si è svolta a Buttrio la terza edizione della "24 x 1 ora", organizzata dagli Alpini di Buttrio e dal gruppo Podismo di Buttrio. La gara quest'anno ha visto, oltre alla staffetta podistica vera e propria e alla già rodata gara di bocce sulle 24 ore, anche la partecipazione dei ragazzi che hanno organizzato la 12 ore non stop di basket. La staffetta si svolge su un anello circolare nel centro abitato di Buttrio, si snoda su un circuito di 874 metri, leggermente mosso, con poche curve e molto scorrevole. Questa manifestazione, nata nel 2006, è intitolata alla memoria di Luciano Visintin, indimenticabile e intrepido marciatore di Buttrio, scomparso a 58 anni, di cui si ricordano le profonde doti umane ma anche l'entusiasmo per la vita e lo spirito Un momento della premiazione combattivo che lo ha contraddistinto nelle competizioni più estreme, non solo a livello locale ma anche internazionale (maratona di New York, Marathon des Sables nel deserto marocchino e Crocod-rail Trophy in Australia). Gli organizzatori ogni anno si propongono come obiettivo l'acquisto di strumenti per gli ospedali della regione e quest'anno è stata la volta dell'ASS 5 Bassa Friulana. Il ricavato della manife- Meri Marin Dipartimento di Salute Mentale IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT Che antipatico doverti scrivere queste poche righe, mi sento quasi a disagio perché inevitabilmente si cade nell'atto dovuto e nell'enfasi. Con te va via un altro pezzo della mia vita e forse sarò un po' più solo. A chi dirò la mattina, alle 7:20, nel parcheggio: Vittorione cosa ne pensi del paziente tal dei tali? E la domenica a chi chiederò: pigliamoci un caffè assieme? Ci mancherai e non potremo mai dimenticarti. Luigi Di Caccamo Caro Vittorio Allescia. Dopo tanti anni di lavoro e tanta strada percorsa (in parte) assieme, mi sembra strano che tu vada in pensione. Gli anni sono volati da quel lontano 1978 quando tu eri al reparto femminile ed io in quello maschile nel vecchio ospedale. Quante giornate abbiamo trascorso assieme e, se non sempre si è andati d'accordo (due galletti nel pollaio erano e saranno sempre troppi), pur tuttavia sento la necessità di esprimerti la mia stima per la tua alta professionalità. Non è il direttore della Divisione Chirugica che ti scrive, spero tu l'abbia capito, ma colui con cui hai condiviso la giovinezza e la maturità. Le nostre strade sono state parallele ed allo stesso tempo divergenti e la tua è stata costellata di prove severe che non so quanti altri uomini avrebbero saputo e potuto affrontare. Penso che tutta la cittadinanza della "Bassa" ti debba almeno un grazie. Giuseppina, Beppa, Pina, Pinuccia tanti nomi un'unica persona: Giuseppina Pagura. Ebbene anche per lei è arrivato il momento della pensione e dal mese di luglio è dedicata a tempo pieno al sostegno della famiglia. Due righe per ringraziarla, come compagni di lavoro, di quanto ci ha insegnato e trasmesso, ma soprattutto grazie da parte di tutti i pazienti a cui ha teso la mano in segno di speranza e sollievo. Il suo materno sorriso è stato di conforto per molti e il suo agire fonte di esempio per i colleghi. Sarà impossibile trovare un altro medico che sappia esprimere, oltre alla tua professionalità, anche l'impegno e la perseveranza con cui hai assistito i tuoi pazienti. Gli ex colleghi dell’ORL 9 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.21 Pagina 10 Un saluto di benvenuto a: Un arrivederci e un grazie a: - Silvia Battistuta, Mita Comar, Massimo Stefanoni (P.O. di Palmanova) - Martina Tiziana Bianchini, Margherita Maritan; Daniele Marazza, Gordana Muzdeka, Luca Papinutti (P.O. di Latisana) - Francesco Gongolo (Dipartimento di Prevenzione) - Elena Sasso (Distretto Est) - Maristella Cannalire (Distretto Ovest) - Stefania Andrian, Alfredo Araboni, Annalisa Armenio, Gianfranco Battigelli, Carmen Borgia, Ada Crapiz, Pietro Gattesco, Alessandra Sgubin, Daniele Usatti (P.O. di Palmanova) - Andrea Sare Mladen (Dipartimento di Prevenzione) - Mariarosa Pitaccolo (Politiche del Personale) - Elda Bertoz (Distretto Est) - Graziella Gobbato (Distretto Ovest) - Paola Amato, Tosca Covassin, Benedetta Don, Pierina Faggiani, Roberta Giornelli, Serena Santin (P.O. di Latisana) Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori Posta dei lettori L’OSPEDALE VISTO DA DENTRO Dedicata a tutte le mamme partite per "l'altrove", che ci hanno trovati impreparati, impotenti e sgomenti di fronte alla malattia, alla sofferenza e alla morte. A queste madri che ci hanno lasciati orfani di amore, di sguardi, di parole non dette, di tutto quello che di loro ci manca, donne-memoria di tempi difficili, guerra, fame e miseria, campi e stalla, emigrazione e filande, qualcuno ricorda? mezzo secolo fa eravamo povera gente, che godeva di "Pôc e di nuie". La fonte degli affetti non è mai in secca, un sorso per amarle ancora, per ricordarle anche con pochi versi, quando più ci mancano, per invitarle a camminare nella polvere tiepida dei nostri cortili, scalze, perché gli umili non fanno rumore, la polvere è lieve e accarezza i piedi stanchi dal lungo viaggio. Riposa sui gradini della mia anima, al riparo dal dolore e dal tempo. Vieni a godere di gocce di stelle che si sciolgono sui sassi del selciato baciato dal respiro della notte, vieni a godere di poco e di nulla, di un ballo di rondine, di un canto di cicala, di un'altalena che spinta dai ricordi cigola una ninnananna di culla. Ed improvvisamente successe. Era già noto, ma il giorno del ricovero mi colse impreparato. Mentalmente impreparato. Eppure erano mesi che il chirurgo mi aveva edotto su tutto. Eccomi in pigiama, in attesa. Preparazione e ultimi attimi di coscienza. Poi … sul mio letto, mezzo inconsapevole, mezzo intontito. Qual era l'ultimo ricordo? Nulla! Alcuni volti non proprio nitidi. Alcune voci, o suoni ovattati. Piano, piano mi svegliavo. E mi rendevo conto che le calze mi infastidivano, che non avevo dolori, che alcune propaggini, non mie, mi obbligavano nella postura. Fastidiosamente infastidito lasciavo scorrere il tempo. L'amnesia anestesiologica finalmente scemò. E mi ricordo il chirurgo che mi raccomandò di bere acqua a piccoli sorsi ed io ubbidii, finché finii più bottiglie, ma lui intendeva a piccoli sorsi nell'arco della giornata e comunque non oltre il bicchiere. E mi ricordo quei volti sereni e sicuri che vedevo chini sul mio a scrutare come reagivo al tempo. Finalmente al sesto giorno il digiuno solido assoluto finì e piano piano, ancorché impedito dagli orpelli e dalle proboscidi artificiali che uscivano dal mio corpo, ripresi un andamento di vita pressocchè normale. Ed ebbi coscienza che quel normale era molto condizionato; condizionato non verso il mio stato di paziente, ma dalla gestione del reparto e dell'ospedale. Ancora oggi mi chiedo del perché il progettista non abbia previsto le luci di cortesia, affinché l'operatore svolgendo il suo compito non debba violentare con vivida luce, in momenti topici, la sofferenza del paziente. Oppure del perché degli orari assurdi di pranzo e cena. In buona sostanza si snaturano le ancestrali buone abitudini degli orari di veglia e di sonno, di alimentazione ed allora il paziente diventa vittima oltre che della propria sofferenza anche degli abusi gestionali. Eppure oggi mi sento in debito con tutti gli operatori che mi hanno costantemente coccolato in misura uguale e mi accorgo che pure loro sono vittime. Vittime del rincorrersi di doveri in carenza di personale. Vittime di una fatica immane di essere sempre disponibili nella dolcezza del rapporto personale con la mente aperta ed obbligata al prossimo dovere. Grazie a tutti di essere quello che siete perché, uniti nel lavoro, donate tutto quello che avete. Graziano Girardi DI PÔC E DI NUIE Ven mari a cjaminâ discolce tal patus clip dal gno curtîl. Ven, polse sul midâl da l'anime in recès dala striciare dal timp e dal dolôr. Ven a gjoldi ancjemò di sclipignis di stelis ch'a si sfantin sula pedrade bussade dal flât dala gnot. Di Pôc e di nuie, di un bal di sisile, di un cjant di ciane, di un niçul ch'al vuiche une naine di scune sbruntât dai ricuarts. Ciani Graziana 10 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.22 Pagina 11 Fruts di vuè Essere adolescenti non è facile, è una strada in salita, laddove momenti di malessere sono normali, quasi che passare questi momenti di disagio sia il prezzo da pagare per diventare uomini e donne. Gli sforzi che i ragazzi dovrebbero fare per impostare il loro futuro sono quelli di farsi nuove amicizie, sviluppare abilità artistiche, manuali, impegnarsi nel sociale, nello sport o in politica, in tutti questi rischi che fanno crescere e in tutte queste attività si nasconde il rischio di sbagliare. Ma i giovani non sempre accettano questo prezzo e qualche volta cercano di aggirare l'ostacolo cercando la strada più corta e più pericolosa nell'illusione di poter fare a meno di fare la fatica di crescere. Già nel 2001 abbiamo fatto una ricerca sui comportamenti degli adolescenti che ci ha fatto capire che più di un intervento dovrebbe essere portato nel breve termine sulla popolazione e non solo nella fascia degli adolescenti. Per il momento questi sono ancora gli unici dati specifici che abbiamo per il nostro territorio per questa fascia di età. Per quanto riguarda la sicurezza stradale la nostra gioventù ha comportamenti abbastanza corretti anche se un abbondante 30% ci dice di non utilizzare regolarmente né il casco né le cinture di sicurezza. Comunque bisogna segnalare che i nostri giovani sono più attenti rispetto ai coetanei del resto d'Italia. Ciò che invece non va bene, soprattutto nelle nostre zone, è la guida dopo aver consumato alcolici. Un' alta percentuale di coloro che hanno risposto al questionario ci racconta di essersi fatto trasportare in macchina da una persona che aveva appena bevuto e il più delle volte bevuto troppo (23,6%). Questo comportamento lo si trova più spesso nei maschi che nelle femmine. Un buon 10% ci racconta di aver attuato questo comportamento 4-5 e più volte in un mese: ciò avviene dunque prevalentemente nei fine settimana. Bisognerebbe fare una seria prevenzione o almeno spingere i giovani a scegliere, quando escono in macchina un guidatore che conduca in sicurezza. Affrontare la guida quando si è bevuto troppo è un fenomeno più frequente nelle nostre zone rispetto al resto di Italia, forse anche perché il consumo di alcol da noi è più alto. Alla domanda "Quante volte negli ultimi 30 giorni hai bevuto 5 o più bevande alcoliche nell'arco di due ore?" circa il 74% dei giovani ci dice "Mai", c'è un 26% che ci ha detto di averlo fatto una o più volte e oltre 10% ha ammesso di averlo fatto 3-5 e più volte in un mese; anche in questo caso il riferimento al fine settimana è molto forte. Questo comportamento è ripetuto con una frequenza più alta nei maschi che nelle femmine (15,1% contro 5,2%). Alla domanda "Quanti anni avevi quando hai bevuto e non solo assaggiato una bevanda alcolica?" dalle risposte si può vedere che i ragazzi della Bassa Friulana cominciano a bere presto, in famiglia, il 12% verso 11-12 anni. Verso i 13-15 anni (il 33%) bevono anche in compagnia, fuori di casa, con il gruppo degli amici e i ragazzi cominciano prima delle ragazze. Si può dire che sulla nostra tradizione locale del bere in famiglia a pasto, si innesta una tradizione straniera laddove il bere è concentrato solo nei fine settimana, alla ricerca dello sballo. Silla Stel Dipartimento di Prevenzione Deventâ fantats nol è facil, e je propit une strade di rive in sù, li che moments di malstâ a son normâi, cuasi che passâ chescj moments di aviliment al sedi il presit di paiâ par deventâ oms e feminis ma i sfuarçs che i frutats a scugnaressin fâ par inmaneâsi il doman, a son chei par fâsi gnovis amiciziis, disvilupâ abilitâts artistichis o manuâls, l'impegn tal sociâl, tal sport o te politiche, ducj chescj son risclis che a fasin cressi e in dutis chestis robis si plate il riscli di falâ. Ma i zovins no simpri a acetin chest presit e cualchi volte a cirin di sbrissâ vie, cirint la strade plui curte e plui pericolôse te ilusion di podê fâ di mancul di fâ fature par cressi. Za tal 2001 o vin fat une ricerce li che o vin capit, tant par scomençâ, che plui di un intervent al varès di jessi puartât a la svelte te popolazion, e no dome te fasse dai zovins. Pal moment chescj a son ancjemò i unics dâts che o vin specifics dal nestri teritori par cheste fasse di etât. Ma viodin par ordin, cjalant i dâts tal minût. Te sigurece stradâl la nestre zoventût e va avonde ben ancje se un bondant 30% di lôr a disin di no doprâ par regule ni il casc ni lis cinturiis di sigurece. A ogni mût al è di segnalâ che la nestre zoventût e je plui atente rispiet ai zovins dal rest de Italie. Chel che invezit nol va ben, soredut tes nestris zonis, e je la guide a front dal consum alcolic. Une alte percentuâl di chei che a àn rispuindût al cuestionari nus conte di jessisi fat menâ in machine di un che al veve a pene bevût e dispès che al veve bevût masse (23,6%). Chest compuartament lu cjatìn plui dispès tai frutats che tes frutatis. Un bondant 10% nus conte di vê fat cussì 4-5 e plui voltis tal ultin mês, chest al podarès dî che al sucêt tai fin setemane.Bisugnarès alore fâ une serie prevenzion o almancul sburtâ i zovins a sielzi, cuant che a van fûr in machine, un che ta chê sere nol bevi nuie par guidâ in sigurece. Frontâ la guide cuant che si à bevût masse al è un fenomen plui frecuent tes nestris zonis che tal rest de Italie, forsi ancje parcè che il consum di alcul al è plui alt tes nestris zonis che tal rest de Italie. A une altre domande "Tropis voltis tai ultins 30 dîs âstu bevût 5 o plui di 5 bevandis alcolichis tal zîr di dôs oris?" dongje dal 74% dai zovins che nus dîs "Mai" al è un 26% che nus dîs di vêlu fat une o plui voltis e un bondant 10% al amet di vêlu fat 3-5 e plui voltis intun mês, ancje chi il riferiment cui fin setemane al è une vore fuart. Chest compuartament al è ripetût cuntune frecuence plui alte tai frutats che tes frutatis (15,1 cuintri 5,2). A la domande "Trops agns vevistu cuant che tu âs bevût par intîr (e no dome cerçât) une bevande alcoliche?". Des rispuestis o podìn viodi che i frutats de Basse Furlane a scomencin a bevi adore in famee, il 12% sui 11-12 agns. Sui 13-15 agns (il 33%) a bevin ancje in compagnie, fûr di cjase, tal trop dai amîs e i frutats a scomencin prime des frutatis. Si pues dî alore che su la nestre tradizion locâl, dal bevi in famee a past, si in calme une tradizion foreste li che il bevi al è concentrât dome tai fin setemane, par cirî il sbal. LÌ DAL DÔTOR Semeiotica popolâr e mûts di dî par Furlan Di chi indevant, publicarìn ogni mês un tocut di "Semeiotica e mûts di dî par Furlan"...si invide ducj chei che a cognossin peraulis e mûts di dî di une volte e di cumò rivuart ai mâi e a la salût a mandânus il lôr contribût, parcè che dongje dal significât di une peraule e je simpri une storie, une emozion, un respîr che al è pecjât di pierdi. [email protected] o par pueste normâl al Dipartiment di Prevenzion di Palme. Sgargat ancje Gargat = esofago Cjâf e cuel Barbuç, barbìs = mento Mal di cjâf = dolore alla testa Sbelèt (di ca e di là de muse) = eritema alle guance Inzirli, ingirli, rar. Girli = sindrome vertiginosa Al sgargate = affetto da tosse produttiva con molto espettorato Mi tuche il cjâf = dolore pulsativo spesso alle tempie Svuarbit = orzaiolo Mi grate tal cuel = dolore alla deglutizione, difficoltosa deglutizione, senSvuarbât = di chi ha perso la vista sazione di ostacolo Bocjarie = Cheilite angolare Sgrâsie ancje Grasie = disfonia Incuardît = contrattura muscolare del collo, torcicollo Sgraseâr ancje Graseâr = trachea Il proverbi. La lenghe no à vues, ma an fruce un grum. 11 giornale base 10_11.qxp 13/11/2008 14.22 Pagina 12 Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi INCONTRI LITURGICI NATALIZI - Incontro di preghiera mensile ogni primo venerdì del mese alle ore 13.30 presso la Chiesa dell'Ospedale di Palmanova - Celebrazione della Liturgia eucaristica ogni sera alle ore 19 presso la Chiesa dell'Ospedale di Palmanova - Incontro di preghiera in preparazione al Natale venerdì 19 dicembre alle ore 13.30 presso la Chiesa dell'Ospedale di Palmanova - Santa Messa di Natale alle ore 10 presso il soggiorno del reparto di Medicina di Palmanova - Santa Messa della notte di Natale alle ore 24 presso la cappella dell’ Ospedale di Latisana - Santa Messa di Natale alle ore 16.30 presso la cappella dell’ Ospedale di Latisana AL VIA UN CONCORSO PER I NOMI DELLE SALE RIUNIONI Come vi piacerebbe chiamare le sale riunioni dell´ospedale di Latisana e Palmanova? Oggi a Latisana portano il nome di sala rossa e sala azzurra mentre a Palmanova di sala riunioni piccola, grande e della direzione generale. Scatenate la vostra fantasia e inviate le vostre proposte a: E-mail: [email protected] Posta interna : Redazione giornale c/o Ufficio Relazioni con il Pubblico, entro il 31.01.09 LA DONAZIONE DEL GRUPPO ALPINI Sabato 25 novembre si è svolta la cerimonia ufficiale durante la quale il gruppo alpini di Buttrio ha formalizzato la consegna al reparto di Medicina dell'Ospedale di Palmanova di otto letti a movimentazione elettrica. Questa importante iniziativa è il risultato dello straordinario lavoro svolto, in concomitanza con la manifestazione di corsa 24 x 1 ora di Buttrio, dal gruppo degli alpini che ha saputo coalizzare intorno al progetto i gruppi sportivi, le azienda private e la banca locale, che con i loro contributi hanno consentito un'acquisto importante sia in termini economici che in termini di potenziamento delle attività del reparto di medicina (vedi articolo a pag. 9). Siamo molto riconoscenti di questa iniziativa, che ci impegna ancora di più sul fronte dell'attenzione ai malati più fragili che accogliamo in ospedale. Al gruppo alpini di Buttrio e a tutte le persone che hanno lavorato sul progetto va il nostro più profondo e sentito grazie. Il dr. Andreatti e il capogruppo ANA Ennio Dal Bò Maurizio Andreatti La redazione augura a tutti un lieto Natale e un sereno 2009 Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione A.S.S.ieme per 5 minuti Periodico Bimestrale dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 ”Bassa Friulana” Anno III - Numero 16 novembre/dicembre 2008 Reg. presso il trib. di Udine n. 29/06 del 28.06.2006 Direttore responsabile Daniela Gross Redazione Tiziana Bonardi Patrizia Brunetti Marco Luigiano Meri Marin Chiara Obit Simona Schepis Paola Virgolin Posta interna : Redazione giornale c/o Ufficio Relazioni con il Pubblico Contatti Tel. 0432-921444 Fax. 0432-921500 Stampa Tipografia OGV - Palmanova Tel 0432 928392 http://www.tipogv.it Impaginazione e Grafica Marco Luigiano Loghi Denis Battaglia E-mail: [email protected] Questo giornale é stampato su carta riciclata 12 A questo numero hanno collaborato : Maurizio Andreatti Marco Bertoli Roberto Brisotto Renato Bolzon Michela Codarini Roberto Ferri Graziano Girardi Ciani Graziana Meri Marin Mara Pellizzari Claudia Iogna Prat Silla Stel Viviana Varone Massimo Zuliani