la Repubblica SABATO 28 GENNAIO 2012 LA CRISI FINANZIARIA ECONOMIA ■2 Il Tesoro vuole inserire nella legge delega l’obbligo di destinare il “tesoretto” a misure di detassazione C’è però incertezza sui tempi dell’operazione: potrebbe scattare verso la fine dell’anno IL DOSSIER. Le misure del governo Il fisco Il piano-sgravi del governo gettito recuperato all’evasione sarà usato per ridurre l’Irpef Se arrivano 15 miliardi, aliquota dal 23 al 20% VALENTINA CONTE O bbligo di destinare ogni anno quanto recuperato dal contrasto all’evasione fiscale per la riduzione delle tasse. Una norma di principio, nuova e rivoluzionaria, potrebbe spuntare nella delega fiscale che il governo Monti si appresta a presentare. E aprire così, dopo rigore e crescita, puntualmente tradotte nei decreti Salva-Italia e Cresci-Italia, la “fase tre”, tutta dedicata all’equità. Una sorpresa gradita ai contribuenti onesti che pagano le tasse. I frutti potrebbero essere visibili presto, già entro l’anno per le feste natalizie, o più probabilmente nel 2013, quando parte del “tesoretto” recuperato con una sempre più intensa e visibile lotta all’evasione ritornerebbe nelle tasche degli italiani, almeno di quelli più bisognosi e a basso reddito. L’ipotesi, allo studio del governo, si sostanzierebbe in una norma di principio da inserire nella famosa delega fiscale da 20 miliardi, eredità della manovra di agosto di Tremonti. Accanto dunque al riordino mirato di agevolazioni e detrazioni - non sarà una rasoiata orizzontale, assicura il ministero dell’Economia - sostenuto dall’aumento dell’Iva a partire dal primo ottobre prossimo (due punti in più), l’ipotesi sarebbe quella di destinare almeno 10-15 miliardi (qualora l’incasso del gettito recuperato lo consentisse) alla riduzione del primo scaglione di Irpef dal 23 al 20%. Oppure di rimpolpare specifiche detrazioni per famiglie, lavoratori e pensionati. Una buona notizia che rinsalda il patto sociale Statocittadino, eroso da promesse non sempre mantenute, visto che nell’ultimo decennio tutti i governi, senza eccezione, si sono nutriti dell’annuncio più gettonato: “Abbasseremo le tasse grazie alla lotta all’evasione”. Annuncio spesso senza seguito. L’ultima importante redistribuzione in tal senso che si ricordi è targata Finanziaria 2000 sotto il breve governo Amato, con sgravi corposi che arrivarono a circa 30 mila miliardi di lire. A distanza, ci fu il bonus incapienti di ProdiPadoa Schioppa. E poco più. Tuttavia la pressione fiscale non è mai scesa in modo significativo. E la finanza pubblica italiana ha via via anteposto l’obiettivo di risanamento a quello della restituzione. Bastone e carota. Ora ci prova il governo Monti. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incasso La delega Da controlli e accertamenti quasi 50 miliardi in sei anni Iva e tagli alle agevolazioni ma meno tasse sui redditi QUANTO stiamo effettivamente recuperando dalla lotta all’evasione? La risposta è meno lineare di quanto si creda. Nel quinquennio 2006-2010, ad esempio, la cifra sfiora i 63 miliardi di euro, il 58,5 per cento delle entrate nette totali. Ma attenzione, il totale si riferisce alle somme che i diversi governi hanno solo previsto di stanare, non quanto effettivamente hanno poi raccolto. E tuttavia si tratta della posta messa a bilancio, anno per anno, e paradossalmente mai verificata a consuntivo. Le entrate reali, i soldi veri - e questo si sa - sono andate invece a coprire i deficit di bilancio. Per avere una cifra più vicina ai capitali poi ripescati e di sicura certificazione, possiamo fare riferimento al Dipartimento Finanze. Nel quinquennio, si legge nei documenti, gli incassi da attività di accertamento e controllo hanno quasi raggiunto i 49 miliardi. Una cifra non lontanissima dai 63 miliardi stimati “ex ante”. Ma al suo interno, si specifica, non tutto proviene dal recupero di imposte non pagate al Fisco (vi possono essere somme riscosse per conto di enti locali e anche recuperi di aiuti di Stato). La Corte dei Conti sul punto avverte del rischio che «cifre con origini, cause e riferimenti temporali diversi siano utilizzate per misurare le performance annuali della lotta all’evasione». © RIPRODUZIONE RISERVATA INCERTEZZE contabili a parte, il governo Monti punta a ripristinare nel Paese quella equità fiscale che l’evasione monstre da 120 miliardi all’anno ha tolto già da tempo. Il veicolo legislativo potrebbe essere la delega fiscale, consegnata all’attuale esecutivo dall’ultima manovra di Tremonti, in cui inserire il principio che tutto ciò che viene sottratto all’evasione fiscale andrà a ridurre le tasse. Una rivoluzione copernicana. Nell’ultimo decennio solo il governo Amato destinò il tesoretto derivante dalla lotta all’evasione distribuendo 30 mila miliardi di lire. Ma tutti hanno promesso di abbassare le tasse. Prodi, nel 2007 e 2008, ideò il bonus per gli “incampienti”. Poi poco altro. Ma tutte, senza esclusioni, le leggi finanziarie degli ultimi anni hanno messo nero su bianco quell’impegno. E invece quasi sempre i tesoretti hanno rattoppato le disastrate finanze pubbliche. Anni di crisi e di emergenze, di sforamenti e di ammanchi, certo. Ma è alquanto curioso leggere, ad esempio, nel testo delle leggi finanziarie 2009 e 2010 (governo Berlusconi) che le eventuali maggiori disponibilità rispetto a quanto preventivato sarebbero servite a ridurre la pressione fiscale per famiglie con figli e per i redditi medio-bassi, con priorità a lavoratori dipendenti e pensionati. Promesse al vento. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica @ SABATO 28 GENNAIO 2012 PER SAPERNE DI PIÙ www.tesoro.it www.palazzochigi.it ■3 SI APRE LA “FASE 3” Con il provvedimento annunciato da Monti si apre la “fase tre”, tutta dedicata all’equità REPUBBLICA.IT Il video: il premier Monti presenta il decreto semplificazioni Gli sgravi La magistratura Le spese L’alternativa delle detrazioni per dipendenti e pensionati Corte dei Conti: accertatevi che il gettito sia permanente Arriva il comitato anti-sprechi può nascere un secondo tesoretto SE L’INCASSO effettivo fosse in linea con quanto recuperato da Agenzia delle entrate e Guardia di Finanza negli ultimi anni, anche per il 2012 il tesoretto, l’extragettito, non dovrebbe scendere sotto la soglia dei 10-12 miliardi. Ma l’effetto Cortina (il “blitz” di Capodanno dei finanzieri nelle boutique della perla delle Dolomiti a caccia di scontrini) potrebbe far lievitare quella cifra. Si stima, dunque, una forchetta più ampia fino ai 15 miliardi. Che cosa fare con questo tesoretto? Come poi tradurre in pratica la nuova norma di principio (i frutti dell’evasione per avere meno tasse)? Il compito è senz’altro delicato. Tra le ipotesi che potrebbero essere sul tavolo, c’è la riduzione dell’Irpef. L’aliquota del primo scaglione potrebbe scendere di tre punti (dal 23 al 20 per cento). E ogni punto vale all’incirca proprio cinque miliardi. Ne beneficerebbero senz’altro i redditi molto bassi. Un’altra via percorribile è quella delle detrazioni. Alcune di queste potrebbero diventare più corpose, a beneficio di famiglie, lavoratori, pensionati. L’effetto disboscamento della giungla di agevolazioni per complessivi 20 miliardi (5 nel 2012 e il resto nel 2013)- la delega fiscale, da attuare con tagli oculati e non orizzontali - sarebbe così attenuato o, per meglio dire, reso più equo. LA CORTE dei Conti ha più volte messo in guardia dalle incertezze che circondano la quantificazione dell’“evasione”, sia per quanto attiene alla dimensioni del fenomeno, sia per i risultati del contrasto. Una materia delicata, ha ricordato la Corte lo scorso maggio nel suo Rapporto sulla finanza pubblica. Le stime del gettito, innanzitutto. Si tratta, spiegano i giudici contabili, di valutazioni “ex ante”, di poste che i governi auspicano di rastrellare. Utilizzate sempre più come “terza via” nelle politiche di bilancio, accanto alla riduzione della spesa pubblica e all’aumento delle tasse. Una terza gamba ballerina. Anche perché sugli esiti della lotta all’evasione è molto difficile quantificare gli “ex post”. La Corte ricorda che tra l’accertamento e l’incasso vero e proprio c’è di mezzo la riscossione, una fase che apre mille rivoli di incertezza, dovuti a contraddittori e contenziosi. L’assioma individuato-recuperato deve essere quindi maneggiato con cautela quando si promette di usare i tesoretti vari, gli extragettiti, per ridurre le tasse o per programmare altre azioni di governo. La parzialità informativa è legata anche al fatto che i dati non registrano quanto ricavato per effetto della “tax compliance”, dalla sola dissuasione ad evadere (l’effetto Cortina, ad esempio). I TESORETTI non finiscono qui. Le vie per ridurre le tasse e così rilanciare la crescita non terminano con la lotta all’evasione. Un’altra battaglia sembra essere stata ingaggiata dal governo. Ed è quella contro gli sprechi. La chiamano “spending review”, revisione della spesa pubblica, ed è un altro pilastro della “fase tre”, dedicata all’equità. Il governo ha insediato proprio ieri un comitato informale guidato dal titolare dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda (che ha la delega della materia e ieri ha illustrato le linee guida in Consiglio dei ministri), e a cui partecipano il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e il vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. Si riunirà la prossima settimana e inizierà il lavoro di pulizia a partire dai dicasteri di Interni, Istruzione e Affari regionali. Le linee guida, ispirate ai progetti del 2007 dell’allora ministro del Tesoro Padoa Schioppa, puntano a restituire al settore privato attività e interventi che non hanno più ragione di essere pubblici, ma anche a garantire efficienza nel settore pubblico per concentrare l’azione su chi ne ha bisogno. Il lavoro avrà tre obiettivi: individuare programmi di spesa, uffici e attività da sopprimere o razionalizzare, scoprire inefficienze, segnalare leggi di finanziamento potenzialmente eliminabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica SABATO 28 GENNAIO 2012 @ LA CRISI FINANZIARIA ECONOMIA ■4 Il consiglio dei Ministri vara il nuovo provvedimento. Stralciato l’articolo sul valore legale della laurea PER SAPERNE DI PIU’ www.funzionepubblica.gov.it www.repubblica.it/economia Il premier: “Le misure alleviano la vita delle persone ed aumentano la competitività dell’economia” IL DOSSIER. Le misure del governo La burocrazia Digitale Incentivi alla banda larga Il Garante: pronti a collaborare IL FUTURO è nella Rete, ma in Italia quella Rete ha ancora troppi buchi. Il decreto sulle semplificazioni lancia l’Agenda digitale per l’Italia, con l’obiettivo di innalzare lo sviluppo del web ai livelli fissati dall’Ue. Per farlo sarà creata ad hoc, senza nuovi oneri, una cabina di regia che coordini gli interventi di sviluppo messi in atto da governo, regioni, enti e authority. Uno dei primi punti riguarderà il potenziamento della banda larga e ultra larga. Quasi 5,6 milioni di italiani si trovano in condizione di “divario digitale”, più di 3 mila centri abitati soffrono un deficit infrastrutturale che rende difficile l’accesso alla rete. Corrado Calabrò – presidente dell’Autorità per le Tlc e firmatario di una segnalazione al governo su questi temi – plaude all’iniziativa dell’esecutivo. Certificati Il cambio di residenza scatta dal giorno della richiesta OGNI anno – ci dice l’Istat – un milione 400 mila italiani presenta a Comuni e circoscrizioni la richiesta di cambio di residenza. I tempi di risposta sono molto lunghi. Per questo il decreto Monti inventa il “cambio sulla fiducia”. La persona avrà modificato la residenza nel momento in cui presenta la domanda. Il Comune, beninteso, conserva il diritto di inviare i Vigili urbani in casa per verificare se la stiamo abitando. E restano inalterate le sanzioni nel caso si sia dichiarato il falso. La carta d’identità scadrà nel giorno del compleanno della persona (la vita del documento è prolungata rispetto alla scadenza naturale). Gli atti di nascita, matrimonio e morte saranno trascritti per vita telematica. Risparmi per 10 milioni Certificati, web, lavoro ecco il Semplifica Italia Monti: la gente è con me LUISA GRION Più web, meno burocrazia. Un Paese più «veloce e competitivo» e una vita «più semplice». Ecco l’obiettivo che il governo si è dato varando ieri il decreto sulle semplificazioni. Un pacchetto di norme che dà un taglio alle carte e ai documenti richiesti a cittadini e aziende e che punta - per farlo - allo sviluppo della rete telematica. Si tratta di novità sulle quali il premier Monti è convinto di avere la gente dalla sua parte. «Credo avremo solo plausi» ha detto, anche perché le misure adottate oltre «a migliorare la vita dei cittadini avranno certamente una ricaduta economica». Ma anche riferendosi alle più contestate nome sulle liberalizzazioni Monti ha precisato: proteste e contestazioni non arrivano dagli italiani, ma dalle categorie. «Cercheremo di convincerle - ha commentato - ma procederemo comunque». I partiti? «E’ gradito che ci incalzino». © RIPRODUZIONE RISERVATA Turismo Beni sequestrati alla mafia alle cooperative under 35 SONO eliminate inutili duplicazioni nelle certificazioni sanitarie a favore delle persone colpite da una disabilità. Nel nuovo regime, il verbale di accertamento dell’invalidità può sostituire le attestazioni medico-legali. In altre parole, basterà il verbale di accertamento per ottenere alcuni vantaggi che facilitano la vita di queste persone. Come ad esempio: il rilascio del contrassegno per il parcheggio; il rilascio del permesso per accedere al centro storico; l’Iva agevolata per l’acquisto dell’automobile. E ancora: l’esenzione dal bollo auto e dall’imposta di trascrizione al Pubblico Registro automobilistico. L’ABOLIZIONE del valore legale della laurea è stato stralciato: prima di decidere il governo varerà una consultazione pubblica via Internet. Il peso del titolo sarà comunque depotenziato nella determinazione delle carriere pubbliche e nei punteggi dei concorsi. Iscrizione alle università e registrazione dei voti sul libretto si faranno solo on line. Un piano d’edilizia scolastica dovrà fissare gli interventi per migliorare le strutture; sarà potenziata l’autonomia in modo da permettere agli istituti la gestione diretta delle risorse. Per quanto riguarda il personale sarà definito per ciascuna istituzione un organico (stabile per almeno un triennio) funzionale all'attività ordinaria. Previsto anche un “organico di rete” a disposizione di più istituti per combattere la dispersione scolastica. Lavoro Gravidanza, congedo veloce Sentinella sulle agevolazioni PIÙ semplice per le lavatrici in gravidanza accedere alla astensione obbligatoria anticipata. Basta con le duplicazioni: per averne diritto sarà sufficiente recasi alla Asl, se i motivi dell’astensione anticipata sono legati alla salute, o agli uffici del Ministero del Lavoro se l’esigenza nasce per via delle mansioni che le donne sono chiamate a svolgere. Ci sarà una banca dati per le prestazioni sociali, in modo da razionalizzare i flussi di informazioni (e permettere maggiori controlli): gli enti che le forniscono dovranno comunicarle via web all’Inps. Prorogato di un anno, fino alla fine del 2013, il bonus previsto per chi assume al Sud. Più facile il rinnovo del permesso di soggiorno per i lavoratori extra Ue. Scioperi Commissione rafforzata precettazione più facile GRAZIE ad accordi siglati con i principali tour operator, saranno lanciati pacchetti turistici agevolati a vantaggio di giovani, anziani e disabili. Saranno istituti anche gli “Sportelli del turista”: sono agenzie decentrate che potranno utilizzare una banca data (con informazioni sul Paese). Questi sportelli turistici dovranno essere autofinanziati e gestiti da cooperative dove i soci lavoreranno con contratti d’inserimento previsti dalla legge Biagi. Gli immobili sequestrati e confiscati alla mafia, una volta individuati dall’Agenzia nazionale costituita ad hoc e ritenuti adatti allo scopo, potranno essere utilizzati a fini turistici e dati in concessione a cooperative composte da under 35. Disabili Meno scartoffie e pratiche per permessi e certificazioni Scuola I voti presi all’università peseranno meno nei concorsi IL MINISTRO Patroni Griffi assicura che il decreto sulle semplificazioni non contiene «nulla sugli scioperi». In realtà, l’articolo 20 – discusso in Consiglio dei ministri ieri - rafforza il ruolo della “Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali”. In sostanza, la Commissione ha maggiore margine di manovra nel caso le agitazioni arrechino un danno ai diritti delle persone costituzionalmente tutelati. In particolare, la “precettazione” – decisa dall’autorità - avviene su segnalazione vincolante della Commissione di garanzia, che deve essere sentita obbligatoriamente. Imprese Sono ridotte le autorizzazioni per avviare l’attività industriale Appalti Risparmi per le piccole aziende nella corsa alle gare pubbliche Immobili Vendita separata di box e casa ridotti i vincoli della Tognoli SARÀ più semplice avviare una impresa: dopo un periodo di sperimentazione il governo taglierà i procedimenti amministrativi a carico delle aziende individuando le autorizzazioni che dovranno essere mantenute, le attività che potranno essere semplicemente segnalate e quelle da considerare del tutto libere. Le norme diventate così inutili saranno abrogate. Semplificazioni anche in materia di sicurezza: per alcune attività economiche non servirà la licenza di polizia, basterà la comunicazione al questore. Le autorizzazioni di polizia, eccetto il porto d’armi, dureranno non più 2 ma 3 anni. Razionalizzato anche il sistema dei controlli sulle imprese per evitare duplicazioni e sovrapposizioni. MENO burocrazia per le imprese che partecipano ad appalti pubblici. Dal 2013 le amministrazioni che indiranno le gare accederanno direttamene alla “Banca dati nazionale dei contratti pubblici” per verificare i requisiti tecnici, organizzativi, finanziari delle aziende partecipanti. Le piccole imprese, grazie ai mancati adempimenti, risparmieranno 140 milioni l’anno. L’esclusione dalle gare prevista per le imprese che dichiareranno il falso non sarà più di un anno, ma «fino ad un anno». Rapporti fra appaltatore e sub-appaltatore: la responsabilità solidale del primo nei confronti del secondo avrà un limite di due anni. Le sanzioni civili riguarderanno solo il responsabile dell’inadempimento. IL DECRETO sulle semplificazioni modifica il regime giuridico dei posti auto che i proprietari di una casa abbiano realizzato nel sottosuolo o al piano terreno dei fabbricati facendo leva sulle agevolazioni della legge Tognoli del 1989. Sono attenuati i vincoli previsti da questa legge e, dunque, i proprietari potranno cedere i box o i posti auto separatamente. La condizione, però, è che i parcheggi vengano “agganciati” ad un’altra unità immobiliare che si trovi nelle stesso Comune (pertinenza) allo scopo di non alterare il carico urbanistico. Resta il vincolo di incedibilità separata - a pena di nullità dell’atto di trasferimento - per i parcheggi realizzati in diritto di superficie dei Comuni (ai sensi sempre della legge Tognoli). la Repubblica SABATO 28 GENNAIO 2012 @ LA CRISI FINANZIARIA R2CULTURA Timido ottimismo tra gli operatori. Sono tornati gli acquisti di titoli da parte degli investitori anglosassoni PER SAPERNE DI PIÙ www.bancaditalia.it www.tesoro.it ■9 Accorciata la distanza con Madrid. Ma l’esame di maturità arriverà a febbraio con 40 miliardi di bond da collocare IL DOSSIER. Le misure del governo I mercati Il rischio-Italia si sta riducendo spread sotto 400, giù i tassi dei Bot Per il Tesoro risparmio potenziale di 14 miliardi dall’inizio dell’anno ETTORE LIVINI NESSUNO per scaramanzia, suona ancora le fanfare. Ma il barometro del rischioItalia, da una ventina di giorni, ha iniziato un passo alla volta a risalire verso il bel tempo. La strada è ancora lunga. I rischi – dal default della Grecia a una crisi politica della Ue o dell’Italia – restano alti. I numeri però hanno ripreso a sorridere al Belpaese: l’asta dei Bot semestrali di ieri è andata in porto a un tasso di 1,96%, il rendimento più basso da giugno e ben al di sotto del 3,25% del 28 dicembre. Non è stata l’unica buona notizia di giornata: il Btp decennale – che il 9 gennaio rendeva il 7,11% – è sceso al 5,82% con lo spread sui bund sceso sotto 400 rispetto ai 525 di tre settimane fa. In una ventina di giorni il calo dei rendimenti ha regalato al Tesoro un risparmio potenziale di 14 miliardi sugli interessi da pagare nel 2012 per finanziare il debito. La bocciatura di S&P non ha lasciato strascichi nemmeno in Borsa. Anzi. Piazza Affari – malgrado il meno 1% di ieri – ha guadagnato in 15 giorni il 10% circa. UN GRAZIE ALLA BCE Una rondine, specie a gennaio, non fa primavera. Ma anche tra gli operatori si è diffuso un timido ottimismo. I 489 miliardi girati dalla Bce alle banche a un tasso dell’1% (116 sono finiti agli istituti italiani) sono stati in parte usati per comperare titoli di stato, allentando la tensione sui rendimenti a breve. Non solo: «Da qualche giorno sono tornati gli acquisti da parte di investitori anglosassoni», assicura Gregorio De Felice, responsabile ufficio studi IntesaSanpaolo. Le prime mosse del governo Monti hanno consentito all’Italia di accorciare le distanze dalla Spagna nel derby mediterraneo dello spread. All’inizio dell’anno Roma doveva pagare al mercato l’1,91% di interessi più di Madrid pur di riuscire a collocare i suoi titoli decennali. Oggi siamo scesi a un più realistico 0,95%. L’EVEREST DI FEBBRAIO L’esame di maturità arriverà a febbraio quando il Tesoro dovrà collocare un’altra La bocciatura di Standard & Poor’s non ha lasciato strascichi neppure in Borsa: salita del 10 per cento in appena quindici giorni quarantina di miliardi di titoli tra cui alcune emissioni a lungo termine. «La vera sfida è riuscire a far scendere anche i tassi sui Btp a 10 anni», spiega De Felice. Obiettivo: riportare lo spread a quei 180 punti cui viaggiava nel novembre 2010. Un livello che renderebbe più semplice (e meno doloroso per gli italiani) riportare in equilibrio i conti tricolori. Doppiato lo scoglio di febbraio la navigazione dovrebbe essere più agevole per due motivi: la mole del debito da rifinanziare nel resto del 2012 è molto più contenuta (nei primi due mesi dell’anno l’Italia raccoglierà più del 20% del suo fabbisogno annuale). Non solo: a fine febbraio è previsto un altro prestito illimitato al sistema bancario della Bce all’1% che potrebbe segna- re la svolta definitiva verso la soluzione della crisi dell’euro. REBUS ATENE E BRUXELLES La prudenza però è d’obbligo. L’ottimismo rischia infatti di naufragare nel triangolo delle Bermude compreso tra Atene, Bruxelles e Roma. La Grecia sta trattando un accordo con i creditori privati sul debito per attivare 130 miliardi di aiuti. L’intesa è a un passo ma in caso di intoppi dell’ultima ora, un default ellenico non controllato potrebbe far saltare il banco. Gli operatori attendono segnali concreti anche dall’Eurogruppo di lunedì. Ma il braccio di ferro tra falchi – tedeschi in primis – e colombe rischia di partorire un nuovo rinvio sui fondi salvaStati indigesto per spread e Borse. L’ultima incognita è la situazione politica in Italia. Quanto durerà la luna di miele tra Mario Monti e la sua eterogenea maggioranza? Cosa potrebbe succedere se cadesse il governo? I mercati sperano di dover rispondere a questa domanda il più tardi possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica @ SABATO 28 GENNAIO 2012 Molti procedimenti sono saltati o corrono questo rischio, come quello che vede imputato il Cavaliere PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.giustizia.it ■ 11 La legge Cirielli ha dimezzato i tempi per perseguire l’azione penale, ora la magistratura propone di riallungarli IL DOSSIER. La questione giustizia La prescrizione Dal G8 a Scajola, da Calciopoli a Parmalat quando sui processi incombe il colpo di spugna LIANA MILELLA L’ex ministro Al via il 26 giugno “morte” dietro l’angolo Per quella casa al Colosseo, Claudio Scajola ha perso il posto di ministro dello Sviluppo economico. Ma il suo processo, che comincerà a Roma il 26 giugno dopo il rinvio a giudizio fresco di ieri, potrebbe non arrivare mai alla conclusione. Tutto si gioca sulla prescrizione di sette anni e mezzo per il reato di finanziamento illecito a un parlamentare. Per i pm la prescrizione decorre dal 2004, quando la casa è stata pagata, per la difesa dal 2007 quando l’imprenditore Anemone ha presentato i bilanci. Se così fosse tutto si azzera nel 2014. Senza speranza di arrivare in Cassazione. Sulla prescrizione “parlano” i processi — tanti e importanti, dal G8 alla casa di Scajola, alla clinica Santa Rita, ai dossier Telecom, a Calciopoli, a Parmalat, alle stragi per l’amianto di Palermo e Torino, ai rifiuti di Napoli, ai casi Fitto e Tarantini, a Penati — che vivono una vita accidentata, sono saltati o rischiano di saltare, comunque arrancano verso la sentenza. Spesso con il senso di frustrazione di arrivare soltanto fino al primo grado. Quello di Mills non è certo un caso isolato. Un viaggio nelle inchieste e nei dibattimenti sparsi in Italia rivela subito che in pericolo sono soprattutto i processi per corruzione. Che avrebbero vissuto o vivrebbero una situazione diversa se il calcolo dei tempi concessi all’azione penale fosse diverso da quello attuale, stretto nel massimo della pena più un quarto. Alle spalle la legge Cirielli del dicembre 2005 che ha tagliato a metà lo spazio in cui lo Stato può perseguire l’azione penale. Una prescrizione allungata o congelata nel momento stesso in cui il giudice dà il via al rinvio a giudizio, come hanno proposto il vice presidente del Csm Michele Vietti e il primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo, cambierebbe la storia delle inchieste. Naturalmente di quelle future. Perché se oggi si facesse una nuova norma, esse non potrebbe valere per i processi in corso, per la stessa ragione per cui le leggi ad personam di Berlusconi non sarebbero dovute valere per le indagini già aperte. A partire dalle sue. © RIPRODUZIONE RISERVATA I no global La sanità In fumo le violenze in caserma e alla Diaz Santa Rita e Tarantini liberi di truffare A Milano come a Bari. Per la famosa clinica Santa Rita, come per l’imprenditore della sanità Giampaolo Tarantini, quello che portava anche le escort a Berlusconi. Con una prescrizione più ampia non se la caverebbe l’ex primario Pier Paolo Brega Massone, condannato a oltre 15 anni, ma tra pochi mesi sarà libero grazie allo scadere della prescrizione. Stessa storia a Bari per Tarantini e suo fratello Claudio, accusati di associazione per delinquere, corruzione e falso, ma per fatti risalenti a un periodo che va dal 2002 al 2004. Quelle immagini datate luglio 2001 del raid nella scuola Diaz di Genova e dei ragazzi arrestati e poi picchiati nella caserma di Bolzaneto hanno fatto il giro del mondo. Ma adesso tutto rischia di finire prescritto. Soprattutto per alcuni reati, il falso e le lesioni gravi contestate agli agenti per la Diaz che “scadono” nel gennaio del 2013, mentre il processo in Cassazione deve essere ancora istruito. Idem per Bolzaneto, dove i reati di abuso nei confronti dei manifestanti sono già state cancellate. Le protesi La rinunciabilità Scandalo plastiche al seno i fatti hanno date lontane I destini opposti di Mori e Penati A Torino il procuratore Raffaele Guariniello si è mosso subito non appena lo scandalo delle protesi al seno è scoppiato in Francia. È, al momento, l’indagine di maggiore attualità della procura. Di casi ce ne sarebbero molti, ma purtroppo gli accertamenti partono già con la certezza che non arriveranno mai a un risultato. Perché i fatti, per le prime indiscrezioni che trapelano, risalgono molto in là nel tempo e quindi la possibilità di far giungere il processo in porto è ridotta al lumicino. L’amianto Da Palermo a Torino tutte stragi silenziose Indagini difficili e sfortunate quelle sull’amianto. Rischiano i processi di Palermo e di Torino. Tutti casi allarmanti. Ai Cantieri navali, dove si muore tuttora, ci sono stati oltre 40 morti. Quattro processi in corso. A Torino è in pericolo il processo Eternit per gli italiani morti d’amianto in Svizzera. Ci sono voluti quattro anni per le rogatorie, ma il reato di lesioni (sei anni), e non quello di omicidio (12 anni), ha ovviamente una prescrizione troppo stretta per i tempi lunghi di un dibattimento con molti testimoni. GIUDICI Toghe all’Inaugurazione dell’anno giudiziario I magistrati chiedono l’allungamento dei tempi di prescrizione Le partite La tagliola del 2013 sulle frodi di Moggi Le Calciopoli italiane non hanno fortuna in tribunale. Rischiano quelle di Napoli e di Roma. Protagonista Luciano Moggi. Ma la tagliola per l’ultimo verdetto della Cassazione cade inesorabilmente nel 2013. A Napoli il giudizio di primo grado si è chiuso, ma la sentenza non è stata ancora depositata per consentire l’appello. Le frodi contestate riguardano fatti del 2004-2005 e quindi “scadono” dopo sette anni e mezzo. Idem a Roma, dove sono già stati condannati, ma solo in primo grado Moggi e il figlio Alessandro. Il dossieraggio Alla prescrizione si può anche rinunciare, facendo andare avanti un processo. Succede così che l’ex capo del Ros Mario Mori, sotto accusa a Palermo per favoreggiamento aggravato alla mafia, decida di non avvalersi della scadenza dei termini. Promette di comportarsi nello stesso modo il senatore del Pd Alberto Tedesco, sotto inchiesta a Bari per la sanità. Va per la sua strada l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati nell’inchiesta sul giro di tangenti per la riqualificazione dell’area ex Falck di Sesto San Giovanni. I vip Ossigeno per Telecom se si azzera la Cirielli Geronzi, Cragnotti, Fitto anni d’inchieste inutili Con la legge Cirielli si prescrive alla fine di quest’anno l’accusa di corruzione per il dossieraggio illegale alla Telecom. Ma se quella legge venisse cancellata e si tornasse al passato, il processo potrebbe andare avanti fino al 2019. Stesso discorso, sempre a Milano, per le tangenti pagate da cinque manager della Saipem ad esponenti del governo nigeriano. Con le vecchie regole non sarebbe stato falcidiato il processo Enelpower, né quello Parmalat. Meno difficoltà e incubi anche per il caso Antonveneta. Hanno tenuto banco per anni nelle pagine della cronaca giudiziaria. Ma la prescrizione incombe. A Roma, il processo sul crack Cirio, si è concluso con condanne pesanti, nove anni per Sergio Cragnotti e quattro per Cesare Geronzi. Ma i fatti risalgono a prima del 2003 e se la sentenza definitiva non dovesse essere pronunciata entro il 2016 la “morte” del processo sarebbe certa. Lo stesso succede a Bari per i due dibattimenti in cui è imputato l’ex ministri Raffaele Fitto.