la Repubblica
SABATO 28 GENNAIO 2012
LA
CRISI FINANZIARIA
ECONOMIA
■2
Il Tesoro vuole inserire nella legge
delega l’obbligo di destinare il
“tesoretto” a misure di detassazione
C’è però incertezza sui tempi
dell’operazione: potrebbe
scattare verso la fine dell’anno
IL DOSSIER. Le misure del governo
Il fisco
Il piano-sgravi del governo
gettito recuperato all’evasione
sarà usato per ridurre l’Irpef
Se arrivano 15 miliardi, aliquota dal 23 al 20%
VALENTINA CONTE
O
bbligo di destinare ogni anno quanto
recuperato dal contrasto all’evasione
fiscale per la riduzione delle tasse.
Una norma di principio, nuova e rivoluzionaria, potrebbe spuntare nella delega fiscale
che il governo Monti si appresta a presentare. E aprire così, dopo rigore e crescita, puntualmente tradotte nei decreti Salva-Italia e
Cresci-Italia, la “fase tre”, tutta dedicata all’equità.
Una sorpresa gradita ai contribuenti onesti che pagano le tasse. I frutti potrebbero essere visibili presto, già entro l’anno per le feste natalizie, o più probabilmente nel 2013,
quando parte del “tesoretto” recuperato con
una sempre più intensa e visibile lotta all’evasione ritornerebbe nelle tasche degli italiani, almeno di quelli più bisognosi e a basso
reddito. L’ipotesi, allo studio del governo, si
sostanzierebbe in una norma di principio da
inserire nella famosa delega fiscale da 20 miliardi, eredità della manovra di agosto di Tremonti. Accanto dunque al riordino mirato di
agevolazioni e detrazioni - non sarà una rasoiata orizzontale, assicura il ministero dell’Economia - sostenuto dall’aumento dell’Iva a partire dal primo ottobre prossimo (due
punti in più), l’ipotesi sarebbe quella di destinare almeno 10-15 miliardi (qualora l’incasso del gettito recuperato lo consentisse) alla
riduzione del primo scaglione di Irpef dal 23
al 20%. Oppure di rimpolpare specifiche detrazioni per famiglie, lavoratori e pensionati.
Una buona notizia che
rinsalda il patto sociale Statocittadino, eroso da promesse
non sempre mantenute, visto
che nell’ultimo decennio tutti
i governi, senza eccezione, si
sono nutriti dell’annuncio
più gettonato: “Abbasseremo
le tasse grazie alla lotta
all’evasione”. Annuncio
spesso senza seguito.
L’ultima importante
redistribuzione in tal senso
che si ricordi è targata Finanziaria 2000 sotto
il breve governo Amato, con sgravi corposi
che arrivarono a circa 30 mila miliardi di lire.
A distanza, ci fu il bonus incapienti di ProdiPadoa Schioppa. E poco più. Tuttavia la
pressione fiscale non è mai scesa in modo
significativo. E la finanza pubblica italiana ha
via via anteposto l’obiettivo di risanamento a
quello della restituzione. Bastone e carota.
Ora ci prova il governo Monti.
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L’incasso
La delega
Da controlli e accertamenti
quasi 50 miliardi in sei anni
Iva e tagli alle agevolazioni
ma meno tasse sui redditi
QUANTO stiamo effettivamente recuperando dalla
lotta all’evasione? La risposta è meno lineare di quanto
si creda. Nel quinquennio 2006-2010, ad esempio, la cifra sfiora i 63 miliardi di euro, il 58,5 per cento delle entrate nette totali. Ma attenzione, il totale si riferisce alle
somme che i diversi governi hanno solo previsto di stanare, non quanto effettivamente hanno poi raccolto. E
tuttavia si tratta della posta messa a bilancio, anno per
anno, e paradossalmente mai verificata a
consuntivo. Le entrate reali, i soldi veri - e
questo si sa - sono andate invece a coprire i
deficit di bilancio. Per avere una cifra più vicina ai capitali poi ripescati e di sicura certificazione, possiamo fare riferimento al Dipartimento Finanze. Nel quinquennio, si
legge nei documenti, gli incassi da attività di
accertamento e controllo hanno quasi raggiunto i 49
miliardi. Una cifra non lontanissima dai 63 miliardi stimati “ex ante”. Ma al suo interno, si specifica, non tutto
proviene dal recupero di imposte non pagate al Fisco (vi
possono essere somme riscosse per conto di enti locali
e anche recuperi di aiuti di Stato). La Corte dei Conti sul
punto avverte del rischio che «cifre con origini, cause e
riferimenti temporali diversi siano utilizzate per misurare le performance annuali della lotta all’evasione».
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INCERTEZZE contabili a parte, il governo Monti punta
a ripristinare nel Paese quella equità fiscale che l’evasione monstre da 120 miliardi all’anno ha tolto già da tempo. Il veicolo legislativo potrebbe essere la delega fiscale, consegnata all’attuale esecutivo dall’ultima manovra
di Tremonti, in cui inserire il principio che tutto ciò che
viene sottratto all’evasione fiscale andrà a ridurre le tasse. Una rivoluzione copernicana. Nell’ultimo decennio
solo il governo Amato destinò il tesoretto derivante dalla lotta all’evasione distribuendo
30 mila miliardi di lire. Ma tutti hanno promesso di abbassare le tasse. Prodi, nel 2007 e
2008, ideò il bonus per gli “incampienti”. Poi
poco altro. Ma tutte, senza esclusioni, le leggi finanziarie degli ultimi anni hanno messo
nero su bianco quell’impegno. E invece quasi sempre i tesoretti hanno rattoppato le disastrate finanze pubbliche. Anni di crisi e di emergenze, di sforamenti e di ammanchi, certo. Ma è alquanto curioso leggere, ad esempio, nel testo delle leggi finanziarie 2009 e
2010 (governo Berlusconi) che le eventuali maggiori disponibilità rispetto a quanto preventivato sarebbero
servite a ridurre la pressione fiscale per famiglie con figli
e per i redditi medio-bassi, con priorità a lavoratori dipendenti e pensionati. Promesse al vento.
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PER SAPERNE DI PIÙ
www.tesoro.it
www.palazzochigi.it
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SI APRE LA “FASE 3”
Con il
provvedimento
annunciato da Monti
si apre la “fase tre”,
tutta dedicata
all’equità
REPUBBLICA.IT
Il video: il
premier Monti
presenta il
decreto
semplificazioni
Gli sgravi
La magistratura
Le spese
L’alternativa delle detrazioni
per dipendenti e pensionati
Corte dei Conti: accertatevi
che il gettito sia permanente
Arriva il comitato anti-sprechi
può nascere un secondo tesoretto
SE L’INCASSO effettivo fosse in linea con quanto recuperato da Agenzia delle entrate e Guardia di Finanza
negli ultimi anni, anche per il 2012 il tesoretto, l’extragettito, non dovrebbe scendere sotto la soglia dei 10-12
miliardi. Ma l’effetto Cortina (il “blitz” di Capodanno
dei finanzieri nelle boutique della perla delle Dolomiti
a caccia di scontrini) potrebbe far lievitare quella cifra.
Si stima, dunque, una forchetta più ampia fino ai 15 miliardi. Che cosa fare con questo tesoretto?
Come poi tradurre in pratica la nuova norma di principio (i frutti dell’evasione per
avere meno tasse)? Il compito è senz’altro
delicato. Tra le ipotesi che potrebbero essere sul tavolo, c’è la riduzione dell’Irpef. L’aliquota del primo scaglione potrebbe scendere di tre punti (dal 23 al 20 per cento). E
ogni punto vale all’incirca proprio cinque miliardi. Ne
beneficerebbero senz’altro i redditi molto bassi. Un’altra via percorribile è quella delle detrazioni. Alcune di
queste potrebbero diventare più corpose, a beneficio
di famiglie, lavoratori, pensionati. L’effetto disboscamento della giungla di agevolazioni per complessivi 20
miliardi (5 nel 2012 e il resto nel 2013)- la delega fiscale, da attuare con tagli oculati e non orizzontali - sarebbe così attenuato o, per meglio dire, reso più equo.
LA CORTE dei Conti ha più volte messo in guardia dalle
incertezze che circondano la quantificazione dell’“evasione”, sia per quanto attiene alla dimensioni del fenomeno, sia per i risultati del contrasto. Una materia delicata, ha ricordato la Corte lo scorso maggio nel suo Rapporto sulla finanza pubblica. Le stime del gettito, innanzitutto. Si tratta, spiegano i giudici contabili, di valutazioni “ex ante”, di poste che i governi auspicano di
rastrellare. Utilizzate sempre più come “terza via” nelle politiche di bilancio, accanto
alla riduzione della spesa pubblica e all’aumento delle tasse. Una terza gamba ballerina. Anche perché sugli esiti della lotta all’evasione è molto difficile quantificare gli “ex
post”. La Corte ricorda che tra l’accertamento e l’incasso vero e proprio c’è di mezzo la riscossione, una fase che apre mille rivoli di incertezza, dovuti a contraddittori e contenziosi. L’assioma
individuato-recuperato deve essere quindi maneggiato con cautela quando si promette di usare i tesoretti vari, gli extragettiti, per ridurre le tasse o per programmare altre azioni di governo. La parzialità informativa è legata anche al fatto che i dati non registrano quanto ricavato per effetto della “tax compliance”, dalla sola dissuasione ad evadere (l’effetto Cortina, ad esempio).
I TESORETTI non finiscono qui. Le vie per ridurre le tasse e così rilanciare la crescita non terminano con la lotta
all’evasione. Un’altra battaglia sembra essere stata ingaggiata dal governo. Ed è quella contro gli sprechi. La
chiamano “spending review”, revisione della spesa pubblica, ed è un altro pilastro della “fase tre”, dedicata all’equità. Il governo ha insediato proprio ieri un comitato
informale guidato dal titolare dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda (che ha la delega della
materia e ieri ha illustrato le linee guida in
Consiglio dei ministri), e a cui partecipano il
ministro della Pubblica amministrazione,
Filippo Patroni Griffi, e il vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. Si riunirà la prossima settimana e inizierà il lavoro di pulizia a
partire dai dicasteri di Interni, Istruzione e Affari regionali. Le linee guida, ispirate ai progetti del 2007
dell’allora ministro del Tesoro Padoa Schioppa, puntano
a restituire al settore privato attività e interventi che non
hanno più ragione di essere pubblici, ma anche a garantire efficienza nel settore pubblico per concentrare l’azione su chi ne ha bisogno. Il lavoro avrà tre obiettivi: individuare programmi di spesa, uffici e attività da sopprimere o razionalizzare, scoprire inefficienze, segnalare
leggi di finanziamento potenzialmente eliminabili.
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CRISI FINANZIARIA
ECONOMIA
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Il consiglio dei Ministri vara il nuovo
provvedimento. Stralciato l’articolo
sul valore legale della laurea
PER SAPERNE DI PIU’
www.funzionepubblica.gov.it
www.repubblica.it/economia
Il premier: “Le misure alleviano la
vita delle persone ed aumentano
la competitività dell’economia”
IL DOSSIER. Le misure del governo
La burocrazia
Digitale
Incentivi alla banda larga
Il Garante: pronti a collaborare
IL FUTURO è nella Rete, ma in Italia quella Rete
ha ancora troppi buchi. Il decreto sulle semplificazioni lancia l’Agenda digitale per l’Italia, con
l’obiettivo di innalzare lo sviluppo del web ai livelli fissati dall’Ue. Per farlo sarà creata ad hoc,
senza nuovi oneri, una cabina di regia che coordini gli interventi di sviluppo messi in atto da governo, regioni, enti e authority. Uno dei primi
punti riguarderà il potenziamento della banda
larga e ultra larga. Quasi 5,6 milioni di italiani si
trovano in condizione di “divario digitale”, più di
3 mila centri abitati soffrono un deficit infrastrutturale che rende difficile l’accesso alla rete.
Corrado Calabrò – presidente dell’Autorità per le
Tlc e firmatario di una segnalazione al governo su
questi temi – plaude all’iniziativa dell’esecutivo.
Certificati
Il cambio di residenza scatta
dal giorno della richiesta
OGNI anno – ci dice l’Istat – un milione 400 mila italiani presenta a Comuni e circoscrizioni
la richiesta di cambio di residenza. I tempi di
risposta sono molto lunghi. Per questo il decreto Monti inventa il “cambio sulla fiducia”.
La persona avrà modificato la residenza nel
momento in cui presenta la domanda. Il Comune, beninteso, conserva il diritto di inviare
i Vigili urbani in casa per verificare se la stiamo
abitando. E restano inalterate le sanzioni nel
caso si sia dichiarato il falso. La carta d’identità scadrà nel giorno del compleanno della
persona (la vita del documento è prolungata
rispetto alla scadenza naturale). Gli atti di nascita, matrimonio e morte saranno trascritti
per vita telematica. Risparmi per 10 milioni
Certificati, web, lavoro
ecco il Semplifica Italia
Monti: la gente è con me
LUISA GRION
Più web, meno burocrazia. Un Paese più «veloce e competitivo» e una vita «più
semplice». Ecco l’obiettivo che il governo si è dato varando ieri il decreto sulle
semplificazioni. Un pacchetto di norme che dà un taglio alle carte e ai documenti richiesti
a cittadini e aziende e che punta - per farlo - allo sviluppo della rete telematica.
Si tratta di novità sulle quali il premier Monti è convinto di avere la gente dalla sua
parte. «Credo avremo solo plausi» ha detto, anche perché le misure adottate oltre «a
migliorare la vita dei cittadini avranno certamente una ricaduta economica». Ma
anche riferendosi alle più contestate nome sulle liberalizzazioni Monti ha precisato:
proteste e contestazioni non arrivano dagli italiani, ma dalle categorie.
«Cercheremo di convincerle - ha commentato - ma procederemo comunque».
I partiti? «E’ gradito che ci incalzino».
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Turismo
Beni sequestrati alla mafia
alle cooperative under 35
SONO eliminate inutili duplicazioni nelle certificazioni sanitarie a favore delle
persone colpite da una disabilità. Nel
nuovo regime, il verbale di accertamento
dell’invalidità può sostituire le attestazioni medico-legali. In altre parole, basterà il verbale di accertamento per ottenere alcuni vantaggi che facilitano la vita
di queste persone. Come ad esempio: il rilascio del contrassegno per il parcheggio;
il rilascio del permesso per accedere al
centro storico; l’Iva agevolata per l’acquisto dell’automobile. E ancora: l’esenzione dal bollo auto e dall’imposta di trascrizione al Pubblico Registro automobilistico.
L’ABOLIZIONE del valore legale della laurea è stato stralciato: prima di decidere il governo varerà
una consultazione pubblica via Internet. Il peso
del titolo sarà comunque depotenziato nella determinazione delle carriere pubbliche e nei punteggi dei concorsi. Iscrizione alle università e registrazione dei voti sul libretto si faranno solo on line. Un piano d’edilizia scolastica dovrà fissare gli
interventi per migliorare le strutture; sarà potenziata l’autonomia in modo da permettere agli istituti la gestione diretta delle risorse. Per quanto riguarda il personale sarà definito per ciascuna istituzione un organico (stabile per almeno un triennio) funzionale all'attività ordinaria. Previsto anche un “organico di rete” a disposizione di più istituti per combattere la dispersione scolastica.
Lavoro
Gravidanza, congedo veloce
Sentinella sulle agevolazioni
PIÙ semplice per le lavatrici in gravidanza accedere alla astensione obbligatoria anticipata. Basta con le duplicazioni: per averne diritto sarà sufficiente recasi alla Asl, se i motivi
dell’astensione anticipata sono legati alla salute, o agli uffici del Ministero del Lavoro se
l’esigenza nasce per via delle mansioni che le
donne sono chiamate a svolgere.
Ci sarà una banca dati per le prestazioni sociali, in modo da razionalizzare i flussi di
informazioni (e permettere maggiori controlli): gli enti che le forniscono dovranno comunicarle via web all’Inps. Prorogato di un anno,
fino alla fine del 2013, il bonus previsto per chi
assume al Sud. Più facile il rinnovo del permesso di soggiorno per i lavoratori extra Ue.
Scioperi
Commissione rafforzata
precettazione più facile
GRAZIE ad accordi siglati con i principali tour
operator, saranno lanciati pacchetti turistici
agevolati a vantaggio di giovani, anziani e disabili. Saranno istituti anche gli “Sportelli del
turista”: sono agenzie decentrate che potranno utilizzare una banca data (con informazioni sul Paese). Questi sportelli turistici
dovranno essere autofinanziati e gestiti da
cooperative dove i soci lavoreranno con contratti d’inserimento previsti dalla legge Biagi.
Gli immobili sequestrati e confiscati alla
mafia, una volta individuati dall’Agenzia nazionale costituita ad hoc e ritenuti adatti allo
scopo, potranno essere utilizzati a fini turistici e dati in concessione a cooperative composte da under 35.
Disabili
Meno scartoffie e pratiche
per permessi e certificazioni
Scuola
I voti presi all’università
peseranno meno nei concorsi
IL MINISTRO Patroni Griffi assicura che
il decreto sulle semplificazioni non contiene «nulla sugli scioperi». In realtà,
l’articolo 20 – discusso in Consiglio dei
ministri ieri - rafforza il ruolo della
“Commissione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali”. In sostanza, la Commissione ha maggiore
margine di manovra nel caso le agitazioni arrechino un danno ai diritti delle persone costituzionalmente tutelati. In
particolare, la “precettazione” – decisa
dall’autorità - avviene su segnalazione
vincolante della Commissione di garanzia, che deve essere sentita obbligatoriamente.
Imprese
Sono ridotte le autorizzazioni
per avviare l’attività industriale
Appalti
Risparmi per le piccole aziende
nella corsa alle gare pubbliche
Immobili
Vendita separata di box e casa
ridotti i vincoli della Tognoli
SARÀ più semplice avviare una impresa: dopo
un periodo di sperimentazione il governo taglierà i procedimenti amministrativi a carico
delle aziende individuando le autorizzazioni
che dovranno essere mantenute, le attività che
potranno essere semplicemente segnalate e
quelle da considerare del tutto libere. Le norme diventate così inutili saranno abrogate.
Semplificazioni anche in materia di sicurezza: per alcune attività economiche non servirà la licenza di polizia, basterà la comunicazione al questore. Le autorizzazioni di polizia,
eccetto il porto d’armi, dureranno non più 2
ma 3 anni. Razionalizzato anche il sistema dei
controlli sulle imprese per evitare duplicazioni e sovrapposizioni.
MENO burocrazia per le imprese che partecipano ad appalti pubblici. Dal 2013 le amministrazioni che indiranno le gare accederanno direttamene alla “Banca dati nazionale dei contratti pubblici” per verificare i requisiti tecnici,
organizzativi, finanziari delle aziende partecipanti. Le piccole imprese, grazie ai mancati
adempimenti, risparmieranno 140 milioni l’anno.
L’esclusione dalle gare prevista per le imprese che dichiareranno il falso non sarà più di un
anno, ma «fino ad un anno». Rapporti fra appaltatore e sub-appaltatore: la responsabilità solidale del primo nei confronti del secondo avrà un
limite di due anni. Le sanzioni civili riguarderanno solo il responsabile dell’inadempimento.
IL DECRETO sulle semplificazioni modifica il
regime giuridico dei posti auto che i proprietari di una casa abbiano realizzato nel sottosuolo o al piano terreno dei fabbricati facendo
leva sulle agevolazioni della legge Tognoli del
1989. Sono attenuati i vincoli previsti da questa legge e, dunque, i proprietari potranno cedere i box o i posti auto separatamente. La
condizione, però, è che i parcheggi vengano
“agganciati” ad un’altra unità immobiliare
che si trovi nelle stesso Comune (pertinenza)
allo scopo di non alterare il carico urbanistico.
Resta il vincolo di incedibilità separata - a
pena di nullità dell’atto di trasferimento - per
i parcheggi realizzati in diritto di superficie dei
Comuni (ai sensi sempre della legge Tognoli).
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SABATO 28 GENNAIO 2012
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LA
CRISI FINANZIARIA
R2CULTURA
Timido ottimismo tra gli operatori.
Sono tornati gli acquisti di titoli da
parte degli investitori anglosassoni
PER SAPERNE DI PIÙ
www.bancaditalia.it
www.tesoro.it
■9
Accorciata la distanza con Madrid. Ma
l’esame di maturità arriverà a febbraio
con 40 miliardi di bond da collocare
IL DOSSIER. Le misure del governo
I mercati
Il rischio-Italia si sta riducendo
spread sotto 400, giù i tassi dei Bot
Per il Tesoro risparmio potenziale di 14 miliardi dall’inizio dell’anno
ETTORE LIVINI
NESSUNO per scaramanzia, suona ancora le fanfare. Ma il barometro del rischioItalia, da una ventina di giorni, ha iniziato
un passo alla volta a risalire verso il bel
tempo. La strada è ancora lunga. I rischi –
dal default della Grecia a una crisi politica della Ue o dell’Italia – restano alti. I numeri però hanno ripreso a sorridere al
Belpaese: l’asta dei Bot semestrali di ieri è
andata in porto a un tasso di 1,96%, il rendimento più basso da giugno e ben al di
sotto del 3,25% del 28 dicembre. Non è
stata l’unica buona notizia di giornata: il
Btp decennale – che il 9 gennaio rendeva
il 7,11% – è sceso al 5,82% con lo spread sui
bund sceso sotto 400 rispetto ai 525 di tre
settimane fa. In una ventina di giorni il calo dei rendimenti ha regalato al Tesoro un
risparmio potenziale di 14 miliardi sugli
interessi da pagare nel 2012 per finanziare il debito. La bocciatura di S&P non ha
lasciato strascichi nemmeno in Borsa.
Anzi. Piazza Affari – malgrado il meno 1%
di ieri – ha guadagnato in 15 giorni il 10%
circa.
UN GRAZIE ALLA BCE
Una rondine, specie a gennaio, non fa
primavera. Ma anche tra gli operatori si è
diffuso un timido ottimismo. I 489 miliardi girati dalla Bce alle banche a un tasso
dell’1% (116 sono finiti agli istituti italiani) sono stati in parte usati per comperare titoli di stato, allentando la tensione sui
rendimenti a breve. Non solo: «Da qualche giorno sono tornati gli acquisti da
parte di investitori anglosassoni», assicura Gregorio De Felice, responsabile ufficio studi IntesaSanpaolo. Le prime mosse del governo Monti hanno consentito
all’Italia di accorciare le distanze dalla
Spagna nel derby mediterraneo dello
spread. All’inizio dell’anno Roma doveva
pagare al mercato l’1,91% di interessi più
di Madrid pur di riuscire a collocare i suoi
titoli decennali. Oggi siamo scesi a un più
realistico 0,95%.
L’EVEREST DI FEBBRAIO
L’esame di maturità arriverà a febbraio
quando il Tesoro dovrà collocare un’altra
La bocciatura di Standard & Poor’s
non ha lasciato strascichi neppure
in Borsa: salita del 10 per cento
in appena quindici giorni
quarantina di miliardi di titoli tra cui alcune emissioni a lungo termine. «La vera
sfida è riuscire a far scendere anche i tassi sui Btp a 10 anni», spiega De Felice.
Obiettivo: riportare lo spread a quei 180
punti cui viaggiava nel novembre 2010.
Un livello che renderebbe più semplice (e
meno doloroso per gli italiani) riportare
in equilibrio i conti tricolori. Doppiato lo
scoglio di febbraio la navigazione dovrebbe essere più agevole per due motivi:
la mole del debito da rifinanziare nel resto del 2012 è molto più contenuta (nei
primi due mesi dell’anno l’Italia raccoglierà più del 20% del suo fabbisogno annuale). Non solo: a fine febbraio è previsto
un altro prestito illimitato al sistema bancario della Bce all’1% che potrebbe segna-
re la svolta definitiva verso la soluzione
della crisi dell’euro.
REBUS ATENE E BRUXELLES
La prudenza però è d’obbligo. L’ottimismo rischia infatti di naufragare nel triangolo delle Bermude compreso tra Atene,
Bruxelles e Roma. La Grecia sta trattando un
accordo con i creditori privati sul debito per
attivare 130 miliardi di aiuti. L’intesa è a un
passo ma in caso di intoppi dell’ultima ora,
un default ellenico non controllato potrebbe far saltare il banco. Gli operatori attendono segnali concreti anche dall’Eurogruppo di lunedì. Ma il braccio di ferro tra falchi
– tedeschi in primis – e colombe rischia di
partorire un nuovo rinvio sui fondi salvaStati indigesto per spread e Borse. L’ultima
incognita è la situazione politica in Italia.
Quanto durerà la luna di miele tra Mario
Monti e la sua eterogenea maggioranza?
Cosa potrebbe succedere se cadesse il governo? I mercati sperano di dover rispondere a questa domanda il più tardi possibile.
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la Repubblica
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SABATO 28 GENNAIO 2012
Molti procedimenti sono saltati o
corrono questo rischio, come quello
che vede imputato il Cavaliere
PER SAPERNE DI PIÙ
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■ 11
La legge Cirielli ha dimezzato i tempi
per perseguire l’azione penale, ora la
magistratura propone di riallungarli
IL DOSSIER. La questione giustizia
La prescrizione
Dal G8 a Scajola, da Calciopoli a Parmalat
quando sui processi incombe il colpo di spugna
LIANA MILELLA
L’ex ministro
Al via il 26 giugno
“morte” dietro l’angolo
Per quella casa al Colosseo, Claudio Scajola ha
perso il posto di ministro dello Sviluppo
economico. Ma il suo processo, che comincerà
a Roma il 26 giugno dopo il rinvio a giudizio
fresco di ieri, potrebbe non arrivare mai alla
conclusione. Tutto si gioca sulla prescrizione di
sette anni e mezzo per il reato di finanziamento
illecito a un parlamentare. Per i pm la
prescrizione decorre dal 2004, quando la casa è
stata pagata, per la difesa dal 2007 quando
l’imprenditore Anemone ha presentato i
bilanci. Se così fosse tutto si azzera nel 2014.
Senza speranza di arrivare in Cassazione.
Sulla prescrizione “parlano” i processi — tanti e importanti, dal G8 alla casa di Scajola, alla clinica Santa Rita, ai
dossier Telecom, a Calciopoli, a Parmalat, alle stragi per l’amianto di Palermo e Torino, ai rifiuti di Napoli, ai casi
Fitto e Tarantini, a Penati — che vivono una vita accidentata, sono saltati o rischiano di saltare, comunque
arrancano verso la sentenza. Spesso con il senso di frustrazione di arrivare soltanto fino al primo grado. Quello di
Mills non è certo un caso isolato. Un viaggio nelle inchieste e nei dibattimenti sparsi in Italia rivela subito che in
pericolo sono soprattutto i processi per corruzione. Che avrebbero vissuto o vivrebbero una situazione diversa se il
calcolo dei tempi concessi all’azione penale fosse diverso da quello attuale, stretto nel massimo della pena più un
quarto. Alle spalle la legge Cirielli del dicembre 2005 che ha tagliato a metà lo spazio in cui lo Stato può
perseguire l’azione penale. Una prescrizione allungata o congelata nel momento stesso in cui il giudice dà il
via al rinvio a giudizio, come hanno proposto il vice presidente del Csm Michele Vietti e il primo presidente della
Cassazione Ernesto Lupo, cambierebbe la storia delle inchieste. Naturalmente di quelle future. Perché se oggi si
facesse una nuova norma, esse non potrebbe valere per i processi in corso, per la stessa ragione per cui le leggi ad
personam di Berlusconi non sarebbero dovute valere per le indagini già aperte. A partire dalle sue.
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I no global
La sanità
In fumo le violenze
in caserma e alla Diaz
Santa Rita e Tarantini
liberi di truffare
A Milano come a Bari. Per la famosa clinica
Santa Rita, come per l’imprenditore della
sanità Giampaolo Tarantini, quello che
portava anche le escort a Berlusconi. Con una
prescrizione più ampia non se la caverebbe
l’ex primario Pier Paolo Brega Massone,
condannato a oltre 15 anni, ma tra pochi mesi
sarà libero grazie allo scadere della
prescrizione. Stessa storia a Bari per Tarantini
e suo fratello Claudio, accusati di associazione
per delinquere, corruzione e falso, ma per fatti
risalenti a un periodo che va dal 2002 al 2004.
Quelle immagini datate luglio 2001 del raid
nella scuola Diaz di Genova e dei ragazzi
arrestati e poi picchiati nella caserma di
Bolzaneto hanno fatto il giro del mondo.
Ma adesso tutto rischia di finire prescritto.
Soprattutto per alcuni reati, il falso e le
lesioni gravi contestate agli agenti per la
Diaz che “scadono” nel gennaio del 2013,
mentre il processo in Cassazione deve
essere ancora istruito. Idem per Bolzaneto,
dove i reati di abuso nei confronti dei
manifestanti sono già state cancellate.
Le protesi
La rinunciabilità
Scandalo plastiche al seno
i fatti hanno date lontane
I destini opposti
di Mori e Penati
A Torino il procuratore Raffaele Guariniello
si è mosso subito non appena lo scandalo
delle protesi al seno è scoppiato in Francia.
È, al momento, l’indagine di maggiore
attualità della procura. Di casi ce ne
sarebbero molti, ma purtroppo gli
accertamenti partono già con la certezza
che non arriveranno mai a un risultato.
Perché i fatti, per le prime indiscrezioni che
trapelano, risalgono molto in là nel tempo
e quindi la possibilità di far giungere il
processo in porto è ridotta al lumicino.
L’amianto
Da Palermo a Torino
tutte stragi silenziose
Indagini difficili e sfortunate quelle
sull’amianto. Rischiano i processi di Palermo
e di Torino. Tutti casi allarmanti. Ai Cantieri
navali, dove si muore tuttora, ci sono stati
oltre 40 morti. Quattro processi in corso. A
Torino è in pericolo il processo Eternit per gli
italiani morti d’amianto in Svizzera. Ci sono
voluti quattro anni per le rogatorie, ma il
reato di lesioni (sei anni), e non quello di
omicidio (12 anni), ha ovviamente una
prescrizione troppo stretta per i tempi lunghi
di un dibattimento con molti testimoni.
GIUDICI
Toghe all’Inaugurazione
dell’anno giudiziario
I magistrati chiedono
l’allungamento dei tempi
di prescrizione
Le partite
La tagliola del 2013
sulle frodi di Moggi
Le Calciopoli italiane non hanno fortuna in
tribunale. Rischiano quelle di Napoli e di
Roma. Protagonista Luciano Moggi. Ma la
tagliola per l’ultimo verdetto della Cassazione
cade inesorabilmente nel 2013. A Napoli il
giudizio di primo grado si è chiuso, ma la
sentenza non è stata ancora depositata per
consentire l’appello. Le frodi contestate
riguardano fatti del 2004-2005 e quindi
“scadono” dopo sette anni e mezzo. Idem a
Roma, dove sono già stati condannati, ma solo
in primo grado Moggi e il figlio Alessandro.
Il dossieraggio
Alla prescrizione si può anche rinunciare,
facendo andare avanti un processo. Succede
così che l’ex capo del Ros Mario Mori, sotto
accusa a Palermo per favoreggiamento
aggravato alla mafia, decida di non avvalersi
della scadenza dei termini. Promette di
comportarsi nello stesso modo il senatore del Pd
Alberto Tedesco, sotto inchiesta a Bari per la
sanità. Va per la sua strada l’ex presidente della
Provincia di Milano Filippo Penati nell’inchiesta
sul giro di tangenti per la riqualificazione
dell’area ex Falck di Sesto San Giovanni.
I vip
Ossigeno per Telecom
se si azzera la Cirielli
Geronzi, Cragnotti, Fitto
anni d’inchieste inutili
Con la legge Cirielli si prescrive alla fine di
quest’anno l’accusa di corruzione per il
dossieraggio illegale alla Telecom. Ma se
quella legge venisse cancellata e si tornasse al
passato, il processo potrebbe andare avanti
fino al 2019. Stesso discorso, sempre a Milano,
per le tangenti pagate da cinque manager
della Saipem ad esponenti del governo
nigeriano. Con le vecchie regole non sarebbe
stato falcidiato il processo Enelpower, né
quello Parmalat. Meno difficoltà e incubi
anche per il caso Antonveneta.
Hanno tenuto banco per anni nelle
pagine della cronaca giudiziaria. Ma la
prescrizione incombe. A Roma, il
processo sul crack Cirio, si è concluso con
condanne pesanti, nove anni per Sergio
Cragnotti e quattro per Cesare Geronzi.
Ma i fatti risalgono a prima del 2003 e se la
sentenza definitiva non dovesse essere
pronunciata entro il 2016 la “morte” del
processo sarebbe certa. Lo stesso
succede a Bari per i due dibattimenti in
cui è imputato l’ex ministri Raffaele Fitto.
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Il piano-sgravi del governo gettito recuperato all