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2 0 1 1 MAG G IO n . 5
Il beato Giovanni Paolo II
Un papa “fuori serie”, un cuore missionario
l mese di maggio, dedicato
dalla pietà popolare aalla M adonna, quest’anno
c
è caratterizzato
dal figura di
dalla
Giovanni Paolo II, a tutti
noto per la
sua devozione
mar
mariana. A soli sei
d
anni dalla
morte, è
dichia
dichiarato
“beato”:
pe
non perché
Papa, ma
perchéogni cristiano
tr
puòtrovare
in lui un
modell di vita crimodello
stiana e l’ispirazione
per vivere
da vero
vi
discepolo
discep di Gesù.
Il 1°maggio 2011
I
rimarrà nella memoria della
chiesa per l’enorme folla giunta a
Roma da tutto il mondo per partecipare a questa festa, su quella
stessa piazza San Pietro dove era
stata celebrata la nascita al cielo
di quest’uomo “venuto da lontano”, chiamato dalla Provvidenza
a reggere la chiesa e a traghettarla nel terzo millennio.
Ha dato speranza ai popoli
La vita di papa Wojtyla èstata una lunga giornata di lavoro
conclusasi ai primi vespri della
seconda domenica di Pasqua
(2 aprile 2005), da lui dedicata
alla misericordia di Dio Padre.
Iventisette anni del suo servizio pontificale hanno segnato la
storia della chiesa e la storia del
mondo. Come missionario del
p. G ABR IE LE F E R R AR I, sx
vangelo, ha visitato tutti i popoli
della chiesa sostenendo, incoraggiando e indicando a tutti la
via della missione.
Non c’èda meravigliarsi che
non tutti siano d’accordo su tutto
quello che il Papa ha fatto, visto
che nessuno, neppure un “beato”
è perfetto!Tutti però riconosciamo che la sua beatificazione
risponde a quel sensus fidelium
(senso ecclesiale) per il quale
il popolo cristiano ha sentito la
grandezza e la santità di papa
Wojtyla, un papa straordinario,
fuori serie per molti aspetti, che è
stato segno di novità e di speranza per la chiesa e per il mondo.
Come u n u liv o v erdeg g iante
Di lui, in questa sede, vorremmo ricordare due aspetti che
SPOT: FAVOREVOLI O CONTRARI ?
La chiesa nucleare e l’acq ua sant a
p. M AR CE LLO ST OR G AT O, sx
l principio è chiaro: la
scienza e la tecnica devono essere a servizio dell’umanità e del progresso. Bisogna poi
vedere, caso per caso, le applicazioni e le conseguenze concrete dall’inizio alla fine del
processo, inclusi gli effetti collaterali e indesiderati.
Su l nu cleare a u so civ ile i vertici della chiesa vaticana - e anche italiana - semb rano essersi
schierati decisamente in favore, fino a farne propaganda. S u
L ’O sservatore R omano e su A vvenire è apparso di frequente
a piena pagina lo spot lanciato dal F orum nucleare italiano
(w w w .forumnucleare.it) a metà
dicemb re 2 0 1 0 . E ppure in V aticano la sala N ervi è completamente “ solare” , grazie al dono
di un’impresa germanica!
P recedentemente, all’inizio
del 2 0 1 0 , in molti settimanali diocesani era stato diffuso
l’opuscolo “ E nergia per il futuro” : quasi un “ catechismo”
della chiesa sul nucleare, sponsorizzato dall’E nel. Il b litz aveva suscitato sorpresa e reazioni
comprensib ili, anche da parte
delle riviste missionarie.
E il referendu m di 24 anni fa?
N on è una novità che la chiesa non si b asi sul voto popolare e non vada dietro alle “ mode” sociali. R ivendica invece il
I
ruolo di “ istruire e formare le
coscienze” , anche sul nucleare
pacifico. M a qualche sospetto
mi viene: come mai tanto entusiasmo e ottimismo? È proprio
tutto b ello, tutto facile, tutto
risolto? N on siamo di fronte a
una pub b licità ingannevole?
“ O ggi, quella del nucleare è
un’energia pulita e conveniente, in termini economici e amb ientali” , recita il presidente
del F orum, C hicco T esta, che
vorreb b e fornire a tutti “ informazioni chiare, complete e certe sotto il profilo scientifico” .
L o spot è una partita a scacchi in cui due postazioni si affrontano: favorevoli e contrari,
b ianchi e neri. In realtà il giocatore è unico, con il dilemma
del sì e del no. E dal 2 4 feb b raio
2 0 1 1 , sullo spot appare anche
una dichiarazione: “ N oi siamo
favorevoli. E tu?” . Immagino
che chiunque adotti lo spot (a
pagamento) adotti anche la dichiarazione finale (gratuita)...
L’onda delle emozioni gioca b rutti scherzi, viene detto
e ripetuto. C hernob y l e F uk ushima non sono “ emozioni” .
P ossiamo chiudere gli occhi di
fronte al rischio certo, ma l’inquinamento durerà per secoli e i morti sono per sempre.
L e scorie intanto vanno a finire nei paesi poveri dell’A sia
e dell’A frica, in campi a cielo
aperto o sepolti nei campi o
sommersi nell’oceano.
L ’onda dello tsunami del
2 0 0 6 , ad esempio, ha fatto riemergere sulle spiagge della S omalia una massa di rifiuti industriali, chimici e nucleari, incluso
uranio radioattivo, provenienti
dall’E uropa. L ’A frica è ormai la
nostra miniera e la nostra discarica. Q uesto e tanti altri aspetti - che non sono dettagli - devono essere presi in considerazione dai vertici della chiesa,
quando vogliono “ formare le
coscienze” : i popoli poveri hanno gli stessi doveri e diritti dei
popoli b enestanti. O no?
E la q u estione dell’acq u a? È
un b ene essenziale alla vita. I
gruppi missionari hanno aderito al movimento “ A cqua b ene
per tutti” . H anno preso posizione contro la commercializzazione e lo sfruttamento economico delle risorse idriche. G li interessi privati difficilmente vanno
d’accordo con le giuste esigenze dei popoli per l’acqua pulita
e a portata di mano per tutti.
A pprezziamo ancora il cantico - ingenuo e sincero - del P overello d’A ssisi per “ nostra sora
acqua e nostro frate sole” : doni del C reatore universale. N on
vorremmo dover pagare anche... l’acqua santa!
Contrib u to annu o ` 1 0,00
U na copia ` 1 ,00 - Contiene I. R .
Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 3 5 3 03 (conv .
L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia.
E nv oi par Ab onnement Postal - T ax e Perç u e
sono oggi - e pensiamo lo siano
anche per il futuro - un messaggio per la chiesa e per la missione. Il primo aspetto èla granitica fede in Dio che lo ha animato
e fatto vivere in un tempo carico
di tensioni, nella persecuzione e
nella prova. Una fede in Dio di
cui il nostro tempo ha bisogno
di vedere i testimoni. Quelli che
l’hanno conosciuto da vicino,
sono unanimi nel dire che la
radice del suo coraggio nel proclamare ovunque il messaggio
cristiano e della sua affabilità,
disinvolta e amichevole, era la
sua fede in Dio.
Papa Wojtyla era forte come
una quercia massiccia, ben radicato nella fiducia in Dio, come
“un ulivo verdeggiante nella casa del nostro Dio”, come dice un
salmo. Bastava vederlo pregare
per capire che egli viveva di Dio
e da lui traeva la forza per affrontare le asperità che la vita gli
ha sempre riservato. Non ècerto
un caso che la sua forza interiore
facesse paura, a suo tempo, anche al governo polacco.
Ha compreso
il mondo d’og g i
Il secondo aspetto èl’attenzione e la grande simpatia per
il mondo del suo tempo. Un
aspetto legato al primo, perchè
la capacità di Giovanni Paolo II
di comprendere il mondo, di vederne i tratti positivi e anche i limiti, e di immaginarne i rimedi,
non poteva venirgli che da una
saggezza e da un’intelligenza
coraggiosa, attinte nell’unione
con Dio.
A Giovanni Paolo IIviene
ascritto anche il merito della caduta dell’impero sovietico, che
egli probabilmente non si era
proposto, ma che molti osservatori attribuiscono alla sua presenza sulla sede di Pietro. Ciòche è
certo èche papa Wojtyla ha saputo cogliere e interpretare attese
e speranze di quelle popolazioni
oppresse, che i politici non hanno
saputo neppure riconoscere.
Ha stimato laici e missionari
Da questa attenzione al mondo viene anche la sua simpatia per i laici che egli, secondo
le indicazioni del concilio, ha
chiamato a partecipare in prima
persona alla vita della chiesa e
la sua concezione della missione, vasta e aggiornata, che egli
ci ha consegnato nell’enciclica
Redemptoris missio.
Nell’ultimo capitolo di
quest’enciclica, dove parla della spiritualità missionaria, papa
Wojtyla afferma che il missionario deve essere un santo e ne
traccia un ritratto che si direbbe
il suo auto ritratto:“Il missionario èspinto dallo zelo per le anime che si ispira alla stessa carità
di Cristo, fatta di attenzione e
tenerezza, compassione e accoglienza, disponibilità e interesse
per i problemi della gente”.
Nel cuore del “beato” Giovanni Paolo IIbatteva un cuore missionario, aperto a tutti. Ci auguriamo che questo stesso cuore
batta in coloro che sono mandati
a portare al mondo il messaggio
della speranza cristiana.
!
P apa W ojty la, “ venuto da lontano” al centro della cristianità,
ha saputo portare il vangelo di
C risto fino ai confini della terra.
N ella foto, in A frica nel 1 9 8 8 .
2011 maggio n.
ANNO 64°
5
2
Il mio cu ore sta ad Acoy otla
3
W ojty la, missionario del mondo
4/5
V ite in emerg enza
6
Pau sa missionaria a Parma
Conforti, il buon pastore di Ravenna
Laici collaboratori e corresponsabili
“Non posso rimanere prigioniero in Vaticano”
Sud/nord notizie: Ottawa 12 anni dopo
2011 MAGGIO
M IS S I O N E E S P I RI T O
MIS S IO N E E CO N FO RTI
diacono Manini è richiamato in
Italia ma, sconvolto dagli eventi,
lascia l’istituto missionario…
San Guido riflette e comprende che il rilancio del suo istituto
non deve nutrirsi solo dello spirito romantico - “salpare i mari,
salvare un’anima e poi morire”-,
ma deve pensare anche all’eventualitàdel martirio. Le vocazioni
missionarie, infatti, esigono miracoli di fede.
Pausa nel suo istituto a Parma
Un altro appuntamento con il Crocifisso
lla fine del 1904, conclusa l’esperienza di Ravenna, mons. Conforti torna a Parma. Depone la porpora e riveste
l’abito del prete. In tutto agisce
come fanno i santi. Le allarmanti condizioni di salute erano valse a fermare per sempre la sua
ascesa nella gerarchia. Ma san
Guido sente le cose in altro modo: la malattia è una pausa provvidenziale per pensare a far crescere il suo istituto missionario.
A
Le vocazioni sono importanti
Il clima familiare di Parma è
per lui come la carezza di Dio
che lo incoraggia a districare
problemi che, durante la sua assenza, si erano ingigantiti. Primo
fra tutti, la crisi delle vocazioni
che - guarda caso - si era aperta quando in Italia si è venuto a
sapere che p. Caio Rastelli era
morto giovanissimo in Cina.
Per due anni san Guido era
stato costretto a seguire da lontano le vicende del ritorno in famiglia di molti dei suoi giovani
aspiranti alla vita missionaria.
Gli atri del nuovo istituto risuonavano, vuoti;il numero di vocazioni che Parma avrebbe potuto offrire al seminario missionario si era esaurito. Bisognava arredare l’animazione vocaziona-
2
le di strategie nuove;muoversi
in orizzonti piùvasti.
Le vocazioni sono un fattore
importante per un istituto missionario e san Guido aveva messo le
vocazioni al centro di incessanti preghiere fin dal giorno in cui
aveva posto la prima pietra del nascente istituto. Aveva cercato bravi educatori per preparare i giovani alla vita missionaria, e aveva scelto p. Caio Rastelli, il primo
saveriano a essere ordinato prete,
e il diacono Odoardo Manini.
I primi d u e saveriani in Cina
Ma poi egli prende un’altra
strada, quando giunge a Parma
il vescovo Francesco Fogolla, un
missionario dalla barba folta, che
infiamma la gente con i racconti della sua missione in Cina. San
Guido e il vescovo Fogolla si incontrano e trovano un punto di accordo: la partenza per la missione
proprio dei due saveriani che aveva scelto per la formazione.
Cosìil Fogolla era ripartito
per l’Oriente portando con séi
due giovani saveriani. Due mesi
di viaggio;due anni per imparare la lingua cinese. Terminata la
preparazione, p. Rastelli è destinato a una missione tra i monti,
mentre il diacono Manini segue
un corso in medicina.
p. LIN O MAG G IO N I, sx
Tutto sembra procedere bene.
Sembra realizzarsi il sogno di san
Guido di garantire ai suoi missionari uno stile di vita simile a quello degli apostoli, lasciando ogni
cosa per seguire Gesù. Tra loro,
tutto doveva essere regolato dalla legge dell’amore, dalla qualità
dei rapporti vicendevoli;mettendo in conto anche la sofferenza.
I terrib ili eventi cinesi
Ma, come spesso avviene nella vita, i pensieri di Dio non sono i nostri pensieri. Quel Crocifisso che gli aveva giàparlato
aspettava san Guido a un nuovo
appuntamento: sperimentare come l’amore cresce quando viene insidiato e oltraggiato;credere che Dio salva gli uomini non
con la sua onnipotenza, ma nella
debolezza della croce.
All’improvviso, su tutto il territorio cinese divampa la violenza contro gli europei a causa
della cosiddetta guerra dell’oppio che gli inglesi conducevano
da sessant’anni. Le missioni sono rase al suolo e ci sono massacri dappertutto. La missione dove vivono i due saveriani è un
epicentro della rivolta. Padre
Caio Rastelli riesce a salvarsi
oltre la grande muraglia cinese,
ma muore di tifo in Mongolia. Il
“Tu nu tri g li u ccelli d el cielo...”
Nei giorni di estrema fragilità,
san Guido compone le preghiere
che i suoi missionari recitano ancora oggi. Una di queste riprende le parole di Gesù, “Signore,
che nutri gli uccelli del cielo e
vesti i gigli del campo, noi ti raccomandiamo i bisogni dell’umile nostra congregazione”.
Questa preghiera può aiutare
tutti noi a non arrenderci mai;a
saper ricominciare da capo, in un
mondo che ha perso i grandi valori;a supplicare Dio perchénon
si stanchi di suscitare ovunque
uomini e donne in grado di superare ogni sorta di prove, per trasmettere anche ai nostri giovani
ragioni di vita e di speranza.
IN TEN Z IO N E MIS S IO N ARIA
E P REG H IERA DEL MES E
sIl Signore doni alla chiesa in Cina di perseverare nella fedeltà
al vangelo e di crescere nell’unità.
sGli op eratori nei mez z i di comu nicaz ione risp ettino semp re la
v erità , la solidarietà e la dignità di ogni p ersona.
Conforti: “Signore, ti raccomandiamo i bisogni dei nostri
missionari”.
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Il beato Giovanni Paolo II - Missionari Saveriani Tavernerio