Nella Terra di Puccini, nei suoi luoghi e nel suo Festival abbiamo fatto la scelta di tornare ad essere quello che siamo sempre stati: luogo di Arte e Musica; fabbrica di bellezza e di emozioni; teatro vivo, vitale e aperto: perché di bellezza non si fa indigestione e perché il pubblico è la ragione di vita dello spettacolo e non il consumatore finale di un servizio. Abbiamo scelto l’Europa, aderendo alle giornate europee della cultura, unico teatro in Toscana ed uno dei 7 che hanno partecipato in tutta Italia, perché Puccini era ed è un uomo e un artista europeo che parla al Mondo. Abbiamo scelto di produrre Madama Butterfly per110° anniversario della Prima Rappresentazione con l’ABAO di Bilbao, perché non può che essere questa la vocazione di un Festival Lirico dedicato a uno dei più grandi operisti del Mondo e perché la nostra cultura è una risorsa in cui possiamo trovare le soluzioni per superare le difficoltà economiche. Nello stesso spirito stiamo cercando di organizzare a Bruxelles, dove il M° Puccini è morto, una celebrazione per il 90° anniversario di questa ricorrenza, che cade il 29 novembre, durante il semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea. Abbiamo scelto di finalizzare l’Accademia di alto perfezionamento all’allestimento di un’Opera, perché la professione di questi giovani sarà far vivere l’arte di Puccini, e dei nostri grandi compositori, per la gioia e la felicità del pubblico di tutto il mondo e non essere solo competenti tecnici del canto. Abbiamo aperto il Teatro alla città, ai cittadini, alle associazioni e a chiunque avesse bisogno di uno spazio per fare cultura, perché il nostro Teatro come ogni luogo di cultura, è un patrimonio e una risorsa pubblica al servizio della società; è un luogo dove possiamo ritrovare energia e fiducia nelle nostre capacità, grazie alla forza delle opere dei nostri grandi artisti che risvegliano quella ricchezza che, come italiani e esseri umani, abbiamo dentro. Abbiamo scelto il lavoro e i diritti, perché per chi lavora nello spettacolo il prodotto è il lavoro stesso. Il Canto, la Musica, un Allestimento Scenico, i Costumi sono lavoro: per avere un prodotto di alta qualità artistica bisogna quindi avere lavoro di alta qualità, nel rispetto delle norme e della dignità dei lavoratori. Abbiamo quindi scelto di non avvalerci di forme contrattuali che, seppur più economiche nell’immediato per la Fondazione, non garantiscano gli stessi diritti ai lavoratori, proprio perché sta soprattutto in questo la qualità e il valore della Cultura. La qualità del lavoro deriva anche dalla formazione e dall’aggiornamento continuo; per questo abbiamo deciso di riconoscere ai lavoratori dello spettacolo disoccupati uno sconto del 50% su tutti i biglietti delle nostre rappresentazioni, perché per un addetto ai lavori assistere ad una rappresentazione è appunto formazione professionale. Stiamo cercando di mostrare quanto ogni euro investito in cultura porti un doppio profitto: quello economico per tutte le attività commerciali, non solo locali, a cui si rivolgono sia gli spettatori che i lavoratori, e quello spirituale e umano per il pubblico che si concretizza in qualità ambientale e sociale del territorio e di tutto il Paese. La città e il pubblico stanno rispondendo; non si sentono più consumatori, ma protagonisti con noi della nostra storia culturale e artistica, perché il pubblico non consuma un’opera di Puccini, ma la fa vivere dando a chi lavora sul palco energia e uno scopo, che è poi quello di uscire tutti da Teatro ( interprete, tecnico o spettatore) sentendosi più felici e forti di quando ci siamo entrati. Presidente Fondazione Festival Pucciniano Adalgisa Mazza Un anno significativo, il 2014, per la Fondazione Festival Pucciniano che per celebrare gli anniversari pucciniani di quest’anno - 60.a edizione del Festival dedicato al Maestro Puccini, 90 anni dalla sua scomparsa e 110 anni dalla prima di Madama Butterfly - ha inteso fare uno sforzo produttivo importante per offrire una programmazione articolata, estesa all’intero arco dell’anno e caratterizzata da proposte originali e di elevata qualità artistica. Il cartellone del 60° Festival Puccini con quattro nuovi allestimenti, tra cui uno dei più impegnativi dal punto di vista della produzione, Il Trittico, che mancava a Torre del Lago da 40 anni, è solo un punto di partenza del più ampio progetto adottato dai nuovi organi della Fondazione e condiviso con l’Amministrazione Comunale e con le altre Istituzioni che sostengono la nostra attività tra cui la Regione Toscana e la Provincia di Lucca per adempiere al meglio alla nostra mission di istituzione culturale vocata alla valorizzazione, nell’interesse del territorio e dell’umanità tutta, dell’immagine e della figura di Giacomo Puccini che rappresenta per la Toscana, per l’Italia, per l’Europa e per il Mondo Intero un grande patrimonio di arte e cultura. All’interno del nuovo progetto pluriennale trovano uno spazio di rilievo le attività per favorire e promuovere i giovani che si avviano alla difficile ed impegnativa carriera di cantanti o professionisti dello spettacolo, ai quali vogliamo offrire una concreta opportunità di esperienza professionale. Già in questo primo anno di attività i risultati di questa scelta sono stati di grande soddisfazione, essendo riusciti ad allestire un cartellone che vede lavorare a fianco di grandi artisti e professionisti del mondo dell’opera tanti giovani. La nostra Accademia di Alto Perfezionamento per cantanti lirici, vero e proprio modello nella didattica del canto lirico ci ha permesso di offrire a tanti giovani la possibilità di debuttare nel nostro Festival e di partecipare alle numerose attività della Fondazione sul territorio e all’estero. Il Festival Puccini, poi oltre che rappresentare l’ omaggio della sua comunità al Maestro che a Torre del Lago scelse di vivere, è anche un’occasione per promuovere in Italia e all’estero il nostro Paese, il nostro territorio con le sue bellezze artistiche e paesaggistiche e la nostra storia. Questo un altro obiettivo del nostro progetto, una grande sfida su cui la Fondazione e le istituzioni del territorio sono già impegnate e che auspichiamo possano trovare anche il sostegno del Ministero del Turismo per stabilire una rete di collegamento tra le numerose istituzioni che operano nel nome di Puccini e fare del Festival Puccini solo un momento della più ampia proposta culturale della Terra di Puccini, della Toscana e dell’Italia. Il Responsabile del Progetto Artistico Daniele De Plano Il 2014 uno speciale anno Pucciniano 3 i significativi anniversari 60.a edizione dell’unico Festival al mondo dedicato al compositore toscano 90 anni dalla scomparsa del Maestro (Bruxelles 29 novembre 1924) 110 anni dalla prima rappresentazione di Madama Butterfly Un anno straordinario che la Fondazione Festival Pucciniano celebra con un cartellone straordinario Madama Butterfly La Bohème - Turandot Il Trittico ( Il Tabarro- Suor Angelica- Gianni Schicchi) quattro nuovi allestimenti per i capolavori pucciniani tra i pubblico di tutto il mondo più amati dal Nel Gran Teatro all’aperto con lo sfondo suggestivo del Lago di Massaciuccoli, si alterneranno grandi stelle della lirica: Daniela Dessì, Giovanna Casolla, Lise Lindstrom, Amarilli Nizza, Micaela Carosi, Serena Farnocchia, Silvana Froli, Alida Berti, Fabio Armiliato e giovani artisti perfezionatisi all’Accademia di canto del Festival Puccini; grandi registi professionisti, Ettore Scola, Renzo Giacchieri e giovani registi Angelo Bertini, Vittoria Lai, Giorgia Guerra, Elena Marcelli, Selene Farinelli ; grandi bacchette : Daniel Oren, Marco Balderi, Valerio Galli, Bruno Nicoli, Francesco Ivan Ciampa Il Festival Puccini di Torre del Lago è uno degli eventi più attesi della ricca vita culturale della Toscana, l’unico Festival al mondo dedicato al compositore Giacomo Puccini che si svolge ogni estate, nei mesi di luglio e agosto, proprio nei luoghi che ispirarono al maestro Puccini le sue immortali melodie. Nato nel 1930 e giunto quest’anno alla sua 60.a edizione, con il passare degli anni è diventato un appuntamento sempre più prestigioso e richiama migliaia di spettatori provenienti da tutto il mondo che al Festival Puccini possono ascoltare le più grandi stelle della lirica, sotto la direzione di importanti direttori d’orchestra, ed ammirare straordinari allestimenti curati dai più famosi registi dei capolavori pucciniani da Madama Butterfly, Turandot, La Bohème, Tosca a Manon Lescaut. Le opere di Puccini vanno in scena in un grande teatro all’aperto di 3400 posti, in riva al lago, circondato dal verde proprio davanti alla Casa Museo del maestro Puccini dove sono custodite le spoglie del musicista e dove si possono ammirare reperti e cimeli della vita e della gloriosa vicenda artistica di Puccini. Buon Compleanno Butterfly 25 luglio/ 1 – 8- 16- 24 agosto Giacomo Puccini si documentò per lunghi tre anni e studiò minuziosamente usi e costumi del Giappone per plasmare Cio Cio San, la sua eroina che a 110 anni dalla prima rappresentazione (Milano Teatro alla scala 17 febbraio 1904) conserva tutto il suo irresistibile fascino. L’anniversario dei 110 anni dalla prima dell’opera sarà celebrato con un nuovo allestimento che porta la firma di un grande protagonista della storia dell’opera italiana: Renzo Giacchieri a cui sono affidate scene, costumi e regia dello spettacolo. Un progetto quello di Giacchieri per “ far emergere gli aspetti più intensamente drammatici dell’Opera, il senso di desolazione di una vicenda d’amore (unilaterale) e di una morte colta nella sua nudità, senza i veli di un oleografico Giappone odoroso di ciliegi in fiore e popolato di bamboleggianti finte geishe o i variopinti fondali di una linda casetta secondo le prescrizioni di un estetismo piccolo borghese rassicurante e consolatorio”. Una messa in scena in cui troveremo “ i segni chiari, evidenti e puntuali del Giappone, così come i segni delle due culture contrapposte ed inconciliabili. Dove però la farfalla tradita non volerà verso un fondale dipinto, confondendo il suo sangue con il decoro laccato, ma libererà il suo dolore ancora vanamente cercando quel “fil di fumo”, volando sulle acque tranquille di Massaciuccoli così caro al Maestro, rendendosi in questo modo immortale” Sul podio alla testa dell’Orchestra e del Coro del Festival Puccini Josè Miguel Perez Sierra . Si alterneranno nel ruolo dell’eroina pucciniana tre straordinarie interpreti di questo personaggio: Micaela Carosi, Amarilli Nizza e Silvana Froli. Il tenore Rame Lahaj interpreta il ruolo di Pinkerton mentre Sharpless sarà Giovanni Meoni e Suzuki , Renata Lamanda. Il nuovo allestimento di Madama Butterfly è realizzato in coproduzione con ABAO OLBE Asociación Bilbao de Amigos de la Ópera per la messa in scena nel febbraio 2015 presso il Teatro dell’opera di Bilbao con 5 rappresentazioni dello spettacolo. La scenografia “… Somiglio la Dea della luna …” note di Renzo Giacchieri E così torno a mettere in scena, dopo un quarto di secolo, Madama Butterfly nell’incanto di Torre del Lago in un nuovo spazio scenico ma sempre con l’emozione di sapere il Maestro dormiente per l’Eternità a cento metri di distanza. Anche in questa occasione ho mantenuto l’ispirazione ai grandi artisti giapponesi Hokusai e Horunohu e, per alcuni aspetti, al Teatro Kabuki (la pedana situata presso il proscenio, la presenza del Kuroko, movimenti tesi ed essenziali dei servi di scena). Desidero ringraziare Danilo Mancini per avere con passione e cura dei particolari collaborato alla realizzazione delle mie idee visive. Si faranno probabilmente ancora sentire quei maestri di teoria che negano alla nostra Madama Butterfly la validità per una rappresentazione all’aperto. Ostinati e perdenti visto il successo del pubblico che si riscontra ogni qualvolta la si allestisca. Affermano alcuni che Butterfly è una tragedia intima, una sventurata storia d’amore tutta interiore e, soprattutto, basata su un solo personaggio, Cio-Cio-San, la farfalla. Dicono non esservi passioni violente come in altre opere del maestro Lucchese: Cio-Cio-San è una quindicenne dolce ed ingenua i cui atti la famiglia disapprova e che l’uomo in cui crede ciecamente tradisce col massimo cinismo. Già, ma per questa “tragedia intima” Puccini compose una musica stupefacente che supera le problematiche sopra descritte, e poi i riferimenti ad un mondo en plein air sono evidenti e dichiarati in momenti clou “… sotto il gran ponte del cielo …” “… Somiglio la Dea della luna che scende la notte dal ponte del ciel …”. Occorre altro? Questa “tragedia giapponese” (come è indicato sul frontespizio della partitura) che, dopo le revisioni successive al non buon esito della “Prima Scaligera” ora ci arriva, sicuramente sovrasta, come dicevamo, tutte quelle valenze relative all’ambiente e alla descrizione minuziosa di un Oriente da cartolina. Dunque “opera tragica” in cui il supremo Inganno operato da un occidentale nei confronti di una donna-bambina figlia di cultura a lui sconosciuta, fa giustizia del facile rapporto Puccini = musicista di vicende semplici, di vita vissuta al limite del sogno, in sintonia con gli umani sentimenti. No: Cio-Cio-San ha tutte le caratteristiche di un’antica eroina tragica che si ribella alla violenza su di lei – e su tutto ciò che lei rappresenta – perpetrata, con il gesto supremo. E con crudeltà tutta orientale (vero, principessa Turandot?). E dunque tutto questo cercheremo di chiarire nella nostra proposta: far emergere gli aspetti più intensamente drammatici dell’Opera, il senso di desolazione di una vicenda d’amore (unilaterale) e di una morte colta nella sua nudità senza i veli di un oleografico Giappone odoroso di ciliegi in fiore e popolato di bamboleggianti finte geishe o i variopinti fondali di una linda casetta secondo le prescrizioni di un estetismo piccolo borghese rassicurante e consolatorio. Non tema però lo spettatore che per avventura leggesse queste note prima della rappresentazione: i segni chiari, evidenti e puntuali del Giappone ci sono; come pure i segni delle due culture contrapposte ed inconciliabili (quel manipolo di marinai americani che accompagnano Pinkerton e che si comportano in un modo rozzo e banale). Solo che qui la farfalla tradita non volerà verso un fondale dipinto, confondendo il suo sangue con il decoro laccato, ma libererà il suo dolore ancora vanamente cercando quel “fil di fumo” , volando sulle acque tranquille di Massaciuccoli così caro al Maestro, rendendosi in questo modo immortale . I costumi MADAMA BUTTERFLY 25 luglio - 1,8,16,24 agosto Tragedia giapponese in due atti di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Musica di Giacomo Puccini Prima rappresentazione 17 Febbraio 1904, Teatro alla Scala, Milano nuovo allestimento coproduzione con ABAO OLBE Asociación Bilbao de Amigos de la Ópera Maestro concertatore e direttore Josè Miguel Perez Sierra Regia, scene, costumi Renzo Giacchieri Cio Cio San Micaela Carosi, Amarilli Nizza (16/8), Silvana Froli Suzuki Renata Lamanda F.B. Pinkerton Rame Lahaj,Leonardo Caimi (8/8) Sharpless Giovanni Meoni Goro Luca Casalin Il Principe Yamadori Angelo Nardinocchi Lo Zio Bonzo Paolo Battaglia Il Commissario imperiale Pedro Carrillo L’ufficiale del registro Velthur Tognoni Kate Pinkerton Francesca Romana Tiddi Disegno luci Renzo Giacchieri Light designer Valerio Alfieri Assistente alla regia Luca Ramacciotti Assistente alla regia dei movimenti mimici Hal Yamanuchi Orchestra del Festival Puccini Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Stefano Visconti (24/8) Il Cinema all’Opera. La Bohème 26 luglio , 2, 10, 15, 22 agosto Strawinsky : «Oh, cari amici, vi dico la verità che più invecchio, più mi convinco che La Bohème è un capolavoro e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre più bello!». Manifesto della vena artistica di Puccini, uno dei capolavori assoluti del melodramma italiano, titolo d’opera più rappresentato in tutto il mondo, la Bohème del 60° Festival Puccini di Torre del Lago sarà diretta da uno dei più grandi registi del Cinema Italiano: Ettore Scola che celebra, con la 60.a edizione del Festival Puccini i suoi 50 anni di gloriosa carriera. Una firma quella di Ettore Scola per una lettura nuova e diversa del capolavoro pucciniano. Con Ettore Scola, le scene dell’ amico e collaboratore di sempre Luciano Ricceri e i costumi di Cristina Da Rold. Sul podio la “bacchetta Pucciniana” Valerio Galli apprezzato e raffinato interprete dei capolavori pucciniani, nato nella Terra di Puccini e che a Torre del Lago ha visto il suo importante debutto come direttore prima di approdare su palcoscenici internazionali. Per la Bohème un cast d’eccezione e vedrà la voce impareggiabile di Daniela Dessì nei panni di Mimì, mentre Fabio Armiliato sarà Rodolfo, Alessandro Luongo Marcello, Alida Berti dare voce a Musetta. La scenografia I costumi La Bohème 26 luglio/ 2, 10, 15, 22 agosto Scene liriche in quattro quadri sul libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Musica di Giacomo Puccini Prima rappresentazione 1 febbraio 1896, Teatro Regio, Torino nuovo allestimento Maestro concertatore e direttore Valerio Galli Regia Ettore Scola Mimì Daniela Dessì, Silvana Froli (15 e 22/8) Musetta Alida Berti Rodolfo Fabio Armiliato, Leonardo Caimi (15 e 22/8) Marcello Alessandro Luongo Schaunard Federico Longhi, Eugene Villanueva (15 e 22/8) Colline Marco Spotti, Paolo Battaglia (10/8) Benoit - Alcindoro Angelo Nardinocchi Parpignol Ugo Tarquini Sergente dei doganieri Marco Simonelli Scene Luciano Ricceri Costumi Cristina Da Rold Disegno luci Valerio Alfieri Assistente alla regia Carlo Negro Aiuto regista Marco Scola Di Mambro Assistente scenografo Francesco Cotone Orchestra del Festival Puccini Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Stefano Visconti Coro delle voci bianche del Festival Puccini Maestro del Coro voci bianche Sara Matteucci L’incompiuta Turandot 9-14-17-23-29 AGOSTO Il cartellone 2014, interamente pucciniano, prevede in agosto 5 rappresentazioni di Turandot , titolo che si avvia a diventare una proposta costante del Festival di Torre del Lago. L’opera è stata la grande incompiuta del Maestro, morto il 29 novembre del 1924 a Bruxelles. Le ultime due scene di Turandot furono terminate da Franco Alfano, sotto la supervisione di Arturo Toscanini, che al Teatro alla Scala (25 aprile 1926) ne diresse la prima esecuzione, interrompendola, alla morte di Liù dove il maestro l'aveva lasciata e fu proprio questa scena emozionante a far scrivere a Cesari, il critico del «di straordinario potere di evocazione che fece sentire Puccini come presente». Da allora, Corriere “Turandot” è, dopo La Bohème e Madama Butterfly, l’ opera di Puccini più eseguita al mondo, grazie anche alla sua celebre romanza Nessun Dorma, l’aria più celebre del melodramma che il pubblico di tutto il mondo ama applaudire, con vere ovazioni, sotto il cielo stellato di Torre ed Lago. Un nuovo allestimento per la 60ma edizione del Festival, regia, scene e costumi sono affidati ad un eclettico artista, cresciuto professionalmente a Torre del Lago, Angelo Bertini, al suo debutto alla regia. Una Turandot dalla quale Angelo Bertini vuole “far emergere la visione avanguardistica e internazionale che Puccini era solito intercettare nel suo percorso creativo; il deciso distacco dal realismo verso una direzione di rigidità metaforica – tipica della favola e del Puppenspiel – che si traduce nell'enfatizzazione del netto e violento dualismo nonché dell'elemento simbolico-rituale che ne regola l'alternanza svelandone il valore archetipico”. La scelta stilistica – continua Bertini- muove attraverso una reinterpretazione delle fonti avanguardistiche del periodo, concentrandosi, in particolare, sull'art dèco (con richiami a influenze dell'art nouveau, al bizantinismo klimtiano e al grafismo di Beardsley) in commistione con il gusto, allora imperante, dell'esotismo. La bacchetta sarà affidata ad un direttore di sicura esperienza, già direttore artistico del Festival Puccini, Marco Balderi. Nel ruolo della principessa di gelo due straordinarie interpreti, la grande Giovanna Casolla e la bravissima Lise Lindstrom, mentre Calaf sarà interpretato da Walter Fraccaro e Lorenzo De Caro. Nel ruolo di Liù il gradito ritorno di un’artista della Terra di Puccini, Serena Farnocchia. La scenografia Note di regia di Angelo Bertini La Turandot che propongo nasce dal desiderio di far emergere la visione avanguardistica e internazionale che Puccini era solito intercettare nel suo percorso creativo; il deciso distacco dal realismo verso una direzione di rigidità metaforica – tipica della favola e del Puppenspiel – per me si traduce nell'enfatizzazione del netto e violento dualismo nonché dell'elemento simbolico - rituale che ne regola l'alternanza svelandone il valore archetipico. La scelta stilistica si muove attraverso una reinterpretazione delle fonti avanguardistiche del periodo, concentrandosi, in particolare, sull'art dèco (con richiami a influenze dell'art nouveau, al bizantinismo klimtiano e al grafismo di Beardsley) in commistione con il gusto, allora imperante, dell'esotismo. La reggia di Turandot, congegno ideale per l'infinita reiterazione del gioco meccanico vita-morte, manifesta tutto il suo austero immobilismo nella preziosa costrizione di una gabbia dorata, da lei indotta e allo stesso tempo subita. Il pavone dorato che sovrasta la reggia assurge a centro focale dei simboli impersonificati da Turandot: lei stessa è il terzo enigma, la donatrice di morte, il pericoloso riflesso della luna, la reincarnazione dell'orrore e della violenza subita (dall'ava Lou-Ling), ma è anche un profumo, un'essenza che si diffonde nell'aria e che viene riconosciuta da Calaf come uno Yin a lui complementare, dando origine a una forza che scorre ciclica attraverso la materia dell'Universo, ma solo per un attimo, nello spettacolo del gran teatro del mondo. I costumi TURANDOT 9, 14, 17, 23, 29 agosto Dramma lirico in tre atti libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni Musica di Giacomo Puccini Prima rappresentazione 25 aprile 1926 Teatro alla Scala, Milano nuovo allestimento Maestro concertatore e direttore Marco Balderi Regia, scene e costumi Angelo Bertini La Principessa Turandot Giovanna Casolla (9 - 14 - 17/8),Lise Lindstrom (23 - 29/8) L’imperatore Altoum Marco Voleri Timur Ing Sung Sim Il Principe Ignoto (Calaf) Walter Fraccaro, Lorenzo De Caro (23 - 29/8) Liù Serena Farnocchia, Alessandra Meozzi (29/8) Ping Park Joung Min Pang Nicola Pamio Pong Francesco Pittari Un mandarino Claudio Ottino I Ancella Myrto Bocolini II Ancella Marina Gubareva Principe di Persia Simone Frediani Disegno luci Valerio Alfieri Assistente alla regia Luca Ramacciotti Orchestra del Festival Puccini Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Francesca Tosi Coro delle voci bianche del Festival Puccini Maestro del Coro voci bianche Sara Matteucci Il Trittico 3-7-21-30 AGOSTO Lo spettacolo andrà in scena nell’ Auditorium del Teatro di Torre del Lago intitolato ad Enrico Caruso “…metti dei bimbi, dei fiori, dei dolori, e degli amori.” (Giacomo Puccini, da una lettera a Gabriele D’Annunzio, Agosto 1912) Il Trittico Pucciniano, tre atti unici Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi torna ad essere rappresentato integralmente a Torre del Lago dopo 40 anni, l’ultima rappresentazione è infatti del 1974, la Stagione che Torre del Lago allestì per l’anniversario dei 50 anni dalla morte del Maestro. Alla messa in scena de Il Trittico Pucciniano la Fondazione Festival Pucciniano, da sempre attenta a favorire le carriere di giovani artisti che hanno la possibilità di prepararsi e farsi conoscere nel contesto di un Festival che richiama pubblico da tutto il mondo, ha inteso dedicare speciali attività di formazione e perfezionamento. Un’attenzione verso i giovani che la Puccini 2.0 Fondazione ha voluto sintetizzare nel Progetto scegliendo di affidare regia, scene e costumi di Il Trittico con una selezione pubblica. Ad aggiudicarsi il Bando per l’ideazione dell’opera è stata la proposta di un gruppo di donne guidato dal Monica Bernardi che ha firmato le scene, con lei Carla Conti Guglia assistente alla scenografia e ai costumi, Selene Farinelli per il progetto di regia di Il Tabarro, Vittoria Lai e Giorgia Guerra per la regia di Suor Angelica, Elena Marcelli per la regia di Gianni Schicchi e Lorena Marin per i costumi. Sempre alla produzione di Il Trittico è stata finalizzata nel 2014 l’Accademia di Alto Perfezionamento che ha selezionato 27 giovani per seguire i corsi e le master class della Scuola Pucciniana. Giovani poi selezionati per essere protagonisti dei tre atti unici oltre che di altri ruoli del cartellone 2014. Nelle 4 rappresentazioni di il Trittico si alterneranno sul palcoscenico, i giovani cantanti dell’Accademia a fianco di grandi artisti Amarilli Nizza nei tre ruoli femminili, Alberto Mastromarino nel ruolo di Michele e di Gianni Schicchi. Sul podio a dirigere i tre titoli il maestro Bruno Nicoli. La scenografia Il Progetto artistico vincitore del Bando aveva come motto (richiesto dal bando) la frase “metti dei bimbi, dei fiori, dei dolori e degli amori” tratta da una lettera di Giacomo Puccini a Gabriele D’Annunzio dell’agosto 1912 , periodo in cui tra i due artisti ci fu un nuovo tentativo di collaborazione e Puccini aveva chiesto a D’Annunzio di trovargli “2 o 3 atti teatrali animati da tutte le corde sensibili” e gli scriveva appunto metti dei bimbi, dei fiori, dei dolori e degli amori” Il PROGETTO Il primo approccio interpretativo è stato di natura esclusivamente scenografica data l'unicità dello spazio scenico: si è deciso di valorizzare la struttura evidenziando le sue particolarità. Ecco quindi la scelta di inserire il boccascena in armonia con le ingombranti travi portanti, quasi a voler amplificare il senso di spazio chiuso e claustrofobico. A sostegno di questa linea, il fondo viene chiuso da un muro continuo. Gli elementi scenici sono essenziali e riutilizzati in maniera differente in ognuna delle opere: il Tabarro vede la scena sul molo di un letto di un fiume, in uno spazio d'inizio Novecento non meglio precisato. L'azione si svolge intorno ad un semplice lampione, unico richiamo alla luce. In Suor Angelica lo spazio è definito da due grandi finestre con grate che delimitano gli interni e gli esterni e che all’ingresso della zia Principessa verranno fatte ruotare a vista accentuando il carattere di “prigione”. In Gianni Schicchi, infine, un grande letto occupa gran parte della scena cui fa da sfondo una grande tendaggio a strisce bianche e rosse, che richiama colori della famiglia Donati ma anche una sorta di tendone da circo che allude al carattere burlesco della farsa. Al finale è riservato il tradizionale sfondamento sul paesaggio urbanistico fiorentino. In tutte le opere verranno utilizzati dei grandi bauli e dei praticabili che delimiteranno e articoleranno gli spazi sfruttabili. L’ideazione, preso atto delle caratteristiche della scena, è stata sviluppata in tre progetti registici distinti, tenuti insieme da un’unica cornice drammaturgica. Riflettendo sulla forte presenza del concetto di infanzia all’interno delle tre opere, si è deciso di rendere quest’ultimo il protagonista della scena: la sua concretizzazione viene effettuata attraverso la presenza di un bimbo che, prima che la musica inizi, si ritrova sul proscenio a frugare tra i bauli del teatro. All’interno di questi trova oggetti legati alle storie che stanno per essere raccontate. I protagonisti de Il Tabarro prenderanno vita solo quando il bambino deciderà di voler ascoltare la loro storia. Sotto gli occhi del bambino si animano Il Tabarro e Suor Angelica: le prime due opere scorrono come racconti in cui viene evocata la presenza di un bambino attraverso il ricordo delle madri. Questa presenza immaginifica/fisica si carica così di una forte inquietudine e diviene la protagonista principale in due degli snodi cruciali nello svolgersi dell'azione. In Gianni Schicchi il bambino diventa attore e regista: da un baule estrae abiti colorati in stile medievale e li indossa a scena aperta. E con l’inizio della musica, corre dietro le quinte e trascina sul palcoscenico tutti i personaggi, che si posizionano per l’inizio dell’opera. Anche il bambino prende posto insieme a loro: egli ora veste i panni di Gherardino. Anche a livello visivo ed estetico si è effettuata una scelta forte; considerata la natura totalmente differente delle tre opere, si è deciso di procedere ad una diversificazione cromatica molto marcata dei costumi e delle atmosfere. Le tre opere saranno caratterizzate da un climax ascendente di luci e colori che, da un ipotetico e scuro monotòno de Il Tabarro, arriveranno ad assumere i toni dei colori freddi in Suor Angelica, per giungere infine ad un’esplosione di tinte e sfumature in Gianni Schicchi. Il Trittico si dipana così all’interno di una cornice di intenti ben delineata anche esteticamente. IL TABARRO L'ambientazione racconta di uno spazio buio, umido e decadente. Il legno e l'acqua sono i due elementi che richiamano ad un molo, come se idealmente fossimo appena fuori dal barcone ancorato. La scena, nel corso dell'opera, lentamente si riempie di oggetti quotidiani: abiti e panni appesi ad asciugare, una sedia rovinata, qualche bicchiere sporco, raccontando allo spettatore la mediocrità che circonda le vite dei personaggi e la loro routine. Colei che è maggiormente logorata da questa mediocrità è Giorgetta, che nei gesti e nell'andatura dovrà raccontare una donna stanca, sciatta e malinconica. Anche l'amore per Luigi è qualcosa di svogliato, l'ultimo tentativo disperato di provare le emozioni forti di un tempo. L'unico istante in cui gli occhi di Giorgetta brilleranno di nuovo sarà quando la Frugola le mostrerà gli “oggetti strani” racchiusi nel suo sacco: il “ciuffo di piume”, le “trine e i velluti”, tutti oggetti che la faranno piombare nei ricordi della bella vita vissuta a Parigi, per rigettarla in un istante nella dura realtà di “una logora vita vagabonda”. L'omicidio avverrà sull'estremità della pedana di legno, vicinissimo all'acqua, elemento tradizionalmente purificatore, ma che qui trasmette la sensazione di marcio attraverso la quale lentamente si consumano le esistenze di questi personaggi. La morte di un figlio ha costruito muri così grandi di ripicche, di sensi di colpa e di rabbia che ogni possibilità di comunicazione è interrotta in modo irreversibile. E la condanna dei due protagonisti è infatti quella di rimanere in vita per affondare ineluttabilmente in quella stessa mediocrità tanto disprezzata. L'omicidio compiuto da Michele avviene con freddezza e distacco. Coperto il cadavere di Luigi con un gesto stanco, Michele lo scopre e lo mostra alla moglie, rifiutando il suo abbraccio. La vera disperazione è racchiusa lì, nell'ultimo sguardo dei due coniugi, ancora una volta l'uno di fronte all'altra, che culminerà nell’estremo cedimento fisico di entrambi, prossimi l'uno al suicidio, l'altra alla pazzia. SUOR ANGELICA Il quadro si apre con un fermo immagine che vede tutti i personaggi schierati sul palcoscenico. Solo il bimbo anima lo spazio e si avvicina al personaggio che più attira la sua attenzione: è la zia principessa, di spalle in fondo alla scena, alla quale dà la mano ed esce. Inizia l'opera: da subito è chiaro che Angelica è inserita armoniosamente nella vita del convento, in un clima di sospensione emotiva. Ha rinunciato alla sua dimensione femminile e compresso la memoria materna che si ridesta con violenta prepotenza nell'incontro con la zia. Il momento culminante sarà quello in cui sveste gli abiti monastici, sotto gli occhi di quel bambino che qui rappresenta il bimbo morto “senza sapere” quanto grande fosse l'amore della madre. Angelica scopre quindi un capo senza chioma, senza femminilità, e scopre nuovamente il seno fasciato e costretto per morire donna e madre. Gli abiti monastici, come tutti i costumi, sono ispirati agli anni Venti, nelle tonalità di grigio. Solo la zia Principessa si distingue per un sontuoso costume rosso cangiante. La questione dell'apparizione è stata risolta con la scelta di proiettare un fascio di luce bianca e accecante sul pubblico in cui si possono intravedere le silhouette di Suon Angelica e del bambino quasi a rappresentare la loro unione in un universo altro. GIANNI SCHICCHI Sotto la cupola di una Firenze medievale in via di sviluppo, il ricco Buoso Donati muore lasciando tutto ciò che ha ad un convento. Nel claustrofobico micromondo che è la sua stanza, vediamo esplodere i colori di stoffe sparse per la sala dai familiari del morto alla ricerca forsennata del testamento. L’unico che se ne disinteressa è il piccolo Gherardino: ultimo tra i familiari del defunto, è costretto alla veglia funebre di un parente che nemmeno conosce; sempre in cerca di giocattoli, egli fruga per la stanza e fa saltar fuori il prezioso documento immediatamente preso in consegna da Rinuccio. Questi personaggi sono dei tipi, delle macchiette, e in quanto tali devono essere mossi e rappresentati: li vediamo danzare come fate e aggredirsi come animali; i loro costumi, pur ricalcando la moda del tempo, sono il riflesso più o meno esplicito dei loro caratteri. Così il Medioevo di Gianni Schicchi si rivela più comico e caricato rispetto a quello che filologicamente si conosce. Si è scelto di rappresentare la vicenda al tempo dei fatti narrati, perché la musica, in cui sono completamente assenti le eco di melodie medievali, possa dialogare in contrasto con la scena così come era nelle intenzioni dell’autore. Si è preferito perciò, dilatare le azioni sceniche, conferendo loro un maggiore effetto comico in linea con musica e libretto: i giovani innamorati, in contrasto con la famiglia, diventano estremamente comici nella simulazione di falsi suicidi, mentre i parenti sono impegnati in inutili macchinazioni e tentativi di corruzione al limite del ridicolo. Gianni Schicchi,uomo del contado chiamato a ridistribuire i beni del morto, si assegna una casa ormai spoglia di tende e stoffe, perché saccheggiata dai parenti, ma posta al centro di quella che è la culla della civiltà del tempo di cui ora lui è parte. I COSTUMI IL TRITTICO 3-7-21-30 agosto Musica di Giacomo Puccini prima rappresentazione 14 dicembre 1918 Teatro Metropolitan, New York nuovo allestimento Maestro concertatore e direttore Bruno Nicoli Scene Monica Bernardi Costumi Lorena Marin Assistente alla scenografia e ai costumi Carla Conti Guglia Assistente alla regia Luca Ramacciotti Disegno luci Valerio Alfieri Orchestra del Festival Puccini Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Francesca Tosi Coro delle voci bianche del Festival Puccini Maestro del Coro voci bianche Sara Matteucci IL TABARRO Dramma in un atto - libretto di Giuseppe Adami Regia Selene Farinelli Michele Alberto Mastromarino, Alessio Potestio (21/8) Pedro Carrillo (30/8) Giorgetta Amarilli Nizza, Valentina Boi, (21/8), Hanying Tso (30/8) Luigi Mirko Matarazzo, Simone Frediani (30/8) Il Tinca Manuel Pierattelli Il Talpa Marco Simonelli La Frugola Laura Brioli, Sandra Mellace (21/8) Un Venditore di canzonette Ugo Tarquini Due amanti Ugo Tarquini, Francesca Martini Les Midenettes Federica Grumiro, Vittoria Lai,Francesca Romana Tiddi, Maria Carla Seraponte, Paola Roncolato, Marina Gubareva SUOR ANGELICA Dramma in un atto - libretto di Gioachino Forzano Regia Vittoria Lai e Giorgia Guerra Suor Angelica Amarilli Nizza, Anna Maria Stella Pansini (21/8) Myrto Bocolini (30/8) La Zia Principessa Laura Brioli, Sandra Mellace (30/8) La Badessa Paola Roncolato La Suora Zelatrice Marina Gubareva La Maestra Delle Novizie Sandra Mellace, Paola Roncolato (30/8) Suor Genovieffa Federica Marotta Suor Osmina Hanying Tso (3 - 21/8) Valentina Boi (7 - 30/8) Suor Dolcina Federica Grumiro La Suora Infermiera Francesca Cappelletti Prima cercatrice Maria Carla Seraponte Seconda cercatrice Francesca Romana Tiddi Una novizia Francesca Romana Tiddi Prima conversa Federica Martini Seconda conversa Myrto Bocolini (3 - 21/8)Anna Maria Stella Pansini (7 - 30/8) GIANNI SCHICCHI Opera in un unico atto - libretto di Gioachino Forzano Regia Elena Marcelli Gianni Schicchi Alberto Mastromarino,Jacopo Bianchini (21/8),Alessio Potestio (30/8) Lauretta Maria Carla Seraponte (3 - 30/8), Francesca Cappelletti (17 - 21/8) La Zita Sandra Mellace Rinuccio Ugo Tarquini (3 - 30/8),Manuel Pierattelli (17- 21/8) Gherardo Manuel Pierattelli (3 - 30/8),Ugo Tarquini (17- 21/8) Nella Federica Grumiro (3 - 17/8), Francesca Romana Tiddi (21/8)Vittoria Lai (30/8) Betto Pedro Carrillo Simone Marco Simonelli Marco Jacopo Bianchini, Alessio Potestio (21/8) La Ciesca Anna Maria Stella Pansini (3 - 7/8), Marina Gubareva (21 - 30/8) Maestro Spinelloccio/Ser Amantio di Nicolao Velthur Tognoni Pinellino Gabor Kovacs Guccio Simone Frediani Incontro con l’Oriente Il Festival di Torre del Lago ospita nel 2014 due interessanti produzioni provenienti dall’estremo Oriente Dal Giappone l’opera Junior Butterfly(13 agosto) di Shigeaki Saegusa, compositore e artista di punta del mondo culturale giapponese. Un’opera con cui Saegusa propone di osservare il secondo conflitto mondiale con lo spirito e gli strumenti del 21° secolo. L’opera, già rappresentata in prima assoluta per tutto il mondo a Torre del Lago nel 2006, torna quest’anno con il libretto tradotto in italiano. Il libretto è di Masahiko Shimada, scrittore giapponese tra i più stimati della nuova generazione che firma anche la regia. L’opera è il sequel di Madama Butterfly e racconta la storia di suo figlio, Dolore, americano a tutti gli effetti, che viene mandato dal suo governo in Giappone con un incarico di informazione bellica. A Kobe si innamora di una giovane donna giapponese di nome Naomi. Il Progetto ambizioso e riuscitissimo, vede in scena artisti italiani e artisti giapponesi e ha visto la luce grazie alla forte volontà del Governo giapponese, dell’Istituto di Cultura Giapponese in Italia e del Festival Puccini. Unica rappresentazione 13 agosto. Sul podio a dirigere l’Orchestra del Festival Puccini l’apprezzata bacchetta di Naoto Otomo, mentre troviamo nel ruolo del titolo il giovane tenore Angelo Fiore e in quello di Naomi Rossana cardia. Completano il cast Suzuki Mayuko Sakurai , la Suora Valentina Boi, Vincenzo Serra , Federico Longhi, Vejo Torcigliani , Pedro Carrillo. Il coro Giapponese di Roppongi è formato da liberi professionisti ed esponenti del mondo politico giapponese appassionati d’opera. JUNIOR BUTTERFLY Opera in tre atti Libretto di Masahiko Shimada Musica di Shigeaki Saegusa Prima rappresentazione con libretto in italiano Maestro concertatore e direttore Naoto Otomo Regia Masahiko Shimada Jr. Butterfly Angelo Fiore Naomi Rossana Cardia Suzuki Mayuko Sakurai Suora Valentina Boi McCallum/ Levaine Vincenzo Serra Noda Eugene Villanueva Reporter/ Poeta Vejo Torcigliani Barton/Poliziotto Pedro Carrillo Scene Rumi Matsui Costumi Junko Koshino Light designer Valerio Alfieri Orchestra del Festival Puccini Coro del Festival Puccini e Coro Roppongi Gran Gala dell’opera Coreana e del Balletto Tradizionale Coreano Gran Teatro Giacomo Puccini 28 agosto Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Fondazione Festival Pucciniano e Beseto Opera, organizzazione coreana che ha prodotto nel 2013 Turandot andata in scena con straordinario successo a Seoul nell’ambito di una felice collaborazione tra le due istituzioni. Una serata per celebrare l’anniversario dei 130 anni dell’avvio dei rapporti diplomatici tra Italia e Corea del Sud e vede protagonisti i migliori solisti dei teatri d’opera della Corea del Sud, l’Orchestra del Festival Puccini, il Coro del Festival Puccini e il Coro dell’Opera Nazionale coreana . Direttore Marco Balderi. Music&More ROBERTO BOLLE & FRIENDS 29 luglio Il palcoscenico di Puccini ospita il 29 luglio il balletto con la star della danza Roberto Bolle e alcune delle grandi stelle dell'American Ballet, tra cui i Principal Julie Kent, ballerina simbolo della Compagnia e Daniil Simkin, famoso per i suoi eccezionali salti e considerato uno dei più virtuosi danzatori dell’attuale panorama mondiale insieme ad altri straordinari artisti provenienti dalle più importanti Compagnie europee. "Torre del Lago è un luogo suggestivo, ricco di fascino e intriso di storia, di arte e cultura - dichiara l'Étoile - sono felice di tornarvi dopo la calorosa accoglienza che mi ha riservato il pubblico tre anni fa." Étoile della Scala di Milano e Principal Dancer dell'ABT di Ny, Bolle si presenta al pubblico di Torre del Lago con un gala rinnovato nel programma che comprende assoli e passi a due tratti dal repertorio dei grandi coreografi moderni e contemporanei. Massimo Ranieri Sogno e Son Desto lunedì 18 agosto Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago La Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago Puccini ha dato vita nel 2014, all’Accademia di Alto Perfezionamento per cantanti lirici con la finalità di promuovere la formazione di interpreti del repertorio Pucciniano ai quali trasmettere una solida preparazione vocale, musicale, drammaturgica, unicamente finalizzata alla ricerca di interpreti da inserire principalmente nella produzione di Il Trittico di Giacomo Puccini in programmazione nel 60° Festival Puccini e in altri titoli della stessa stagione oltre che nell’attività concertistica del Festival Puccini che si svolge durante tutto l’anno solare sia in Italia che all’estero 27 i giovani cantanti selezionati provenienti oltre che dall’Italia, da Grecia, Brasile, Venezuela, Uruguay, Cina, Russia, Moldavia che hanno seguito i corsi di canto con Lucetta Bizzi, i laboratori di arte scenica con la regista Vivien A. Hewitt, i corsi di studio e concertazione dei ruoli con Massimo Morelli e Marco Rimicci. Ai corsi si sono aggiunti diversi stage di studio e masterclass con Daniela Dessì, Micaela Carosi, Rolando Panerai, Amarilli Nizza, Luigi Roni Giovanna Casolla e Bruno Nicoli. E lezioni speciali come quelle con Franco Fussi, foniatra di fama internazionale, con la logopedista, Giuliana Cecchi e con Elena Martinelli sul riequilibrio posturale e la scelta dell'attività fisica adattata alle esigenze dell'artista. Con il sostegno di L’interessante viaggio culturale alla scoperta della Terra di Puccini si arricchisce, anche quest’anno, di percorsi che vedono protagonisti artisti contemporanei dell’arte visiva. Quadri, fotografie, sculture installate nei bellissimi spazi del Gran Teatro e del Parco della Musica Giacomo Puccini di Torre del Lago che accrescono le emozioni di questo luogo di singolare fascino. Mostre e allestimenti pensati per realizzare la migliore armonia tra arte visiva, natura e musica. 15 giugno - 14 luglio 2014- Foyer del Gran Teatro “Come in un paesaggio” dipinti di GUIDO MORELLI “Come in un paesaggio” è una personale del pittore Guido Morelli. In questa personale viene presentato un ciclo di recenti tele di grande formato: dipinti ad olio, dall’impronta materica, nei quali sono raffigurati sintetici paesaggi naturali. Quella di Morelli è una pittura ‘mentale’, in cui è accentuata la dimensione della memoria: l’artista si concentra su un linguaggio psicologico del dipinto, allontanandosi dagli aspetti descrittivi e mirando a una pura fusione di cromatismi e luminosità. L’artista - nato a La Spezia nel 1967, ma da anni residente in provincia di Piacenza ha all’attivo un nutrito curriculum espositivo, con numerose personali e collettive in tutta Italia e all’estero. Tra i più significativi riconoscimenti alla sua pittura si segnala l’acquisizione di opere di grandi dimensioni da parte della Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1998 e del MIM Museum in Motion di Castello di San Pietro in Cerro (Pc) nel 2008. La mostra, organizzata dalla Fondazione Festival Pucciniano in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio, è corredata di brochure con testo critico di Elisa Bozzi. Resterà aperta fino al 14 luglio 2014, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, 10 - 13.30 / 15 - 18; domenica, 18 - 19.30. Infoline: 0584 350567. Web: www.mercurioviareggio.com/comeinunpaesaggio.htm. 15 luglio - 14 agosto 2014- Foyer del Gran Teatro “Storie di Mare ” di FRANCO SUMBERAZ Guardare le opere di Franco Sumberaz è come volersi confrontare, all’improvviso, con termini innaturali come bellezza, composizioni, verità. Quello che affiora è la consapevolezza delle possibilità dell’arte nel nostro tempo, il valore estetico unito a quello fortemente etico. Il mare come protagonista, come elemento primordiale della vita, il cui fascino costituisce ancora oggi una percezione ereditaria di libertà profonde. Quali libertà se non i silenzi delle profondità marine, dei delfini guizzanti, delle figure immerse danzanti nelle trasparenti acque dalle blu cromie cristalline…Storie di mare…. Per Sumberaz il concetto di bellezza è inevitabile, lo considera il vero fine dell’arte, sinonimo della coerenza sottesa della vita, bellezza che aiuta ad affrontare la grande atavica paura che tutto sia caos e che la sofferenza non abbia senso. Nasce a Fiume, già città italiana di antica storia romana e cultura mitteleuropea. L’attività pittorica di Franco Sumberaz esprime una solida preparazione tecnico-formale, attraverso il recupero storico dell’immagine figurativa nonché di esperienze informali. L’artista è presente nella «Storia dell’Arte Italiana Contemporanea del ‘900» (Volume Ed. Bora, Giorgio Di Genova – Generazione anni trenta). E’ tra i promotori della «Teoria dei Crinali», una rassegna d’arte che nel 1993 sarà esposta al Palazzo Comunale di Modena e successivamente al Comune di Livorno, al Palazzo dei Bottini dell’olio. E’ invitato dalla Signora Cristina Muti, Presidente del Ravenna Festival ad una mostra personale, «Alchimia del suono», alla Sala Italia in Ravenna. Espone al Centre international de l’art fantastique (Château de Gruyères – Losanna) alla mostra intitolata «En cent métamorphoses: la femme». Inizia il ciclo delle grandi opere da collocare su navi da crociera (Soc.Grimaldi). Crea ed esegue una grande opera, «Respiro Divino», un trittico sacro, (tre pale) dedicate a S.S. il Papa, Giovanni Paolo II , esposta nelle Cattedrali di Livorno e Verona. Espone una mostra antologica intitolata «D’Acqua, d’Aria e Terra» al Palazzo Farnese - Museo Civico d’Arte Contemporanea di Ortona Mare. Espone presso l’Ambasciata Italiana di Berlino………ecc.ecc. 15 agosto - 14 settembre 2014- Foyer del Gran Teatro “In the shadows” dipinti di DANIELA CACIAGLI Nei dipinti ad olio e acrilico di Daniela Caciagli si uniscono, con originalità, richiami di matrice Pop e surrealista. L’artista cerca di plasmare la realtà e di farla immaginare in continua mutazione, creando libere associazioni fantastiche di frammenti di vita quotidiana, in cui i riferimenti spaziotemporali appaiono sfumati. Vibrante è l’uso dei cromatismi: il colore è il vero elemento generatore della forma, la modella e la controlla per comunicare una non banale riflessione sul destino, imperscrutabile, che caratterizza ogni essere umano. L’artista - nata a Bibbona (Li) nel 1962 - vanta un ampio curriculum espositivo, con numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2005 ottiene il primo premio alla IX edizione del Concorso 'Artedonna' di Cecina (Li). Nel 2007 e nel 2010 è finalista al Premio 'Arte Mondadori' di Milano. Nel 2012 viene selezionata dalla Public Enterprise 'Artkomas' di Vilnius per rappresentare l'arte italiana in Lituania, con una serie di mostre nei Musei delle principali città lituane. La mostra, organizzata dalla Fondazione Festival Pucciniano in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio, è corredata di brochure con introduzione di Gianni Costa. Rimarrà aperta fino al 14 settembre 2014, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, 10 - 13.30 / 15 - 18; sabato e domenica (in agosto), 17 - 19.30. Nelle sere delle rappresentazioni delle opere liriche, la mostra sarà visitabile dagli spettatori. Infoline: 0584 350567. Web: www.mercurioviareggio.com/intheshadows.htm Mostra scultorea “All’Opera. Sculture scenografiche” di Ivano Mazzucchi dal 15 settembre al 15 ottobre Il prezzo dei biglietti varia da € 159 del settore GOLD a € 17,50 del 5° settore BIGLIETTERIA FONDAZIONE FESTIVAL PUCCINIANO In collaborazione con ZUCCHETTI- REGULUS T + 39 0584 359322/ + 39 0584 427201 CIRCUITI VENDITA BIGLIETTI Fondazione Festival Pucciniano Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini via delle Torbiere 55049 Torre del Lago Puccini - Viareggio (Lucca) T+39 0584 350567 www.puccinifestival.it Ufficio Stampa Alessandra Delle Fave [email protected] T+39 0584 353304 - mob. 348 3859089