3. Il comportamento
economico delle
aziende
Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
IL COMPORTAMENTO ECONOMICO DELLE AZIENDE
Il comportamento aziendale può essere suddiviso secondo i processi principali che lo caratterizzano
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DECISIONE
ESECUZIONE
CONTROLLO
FEED-BACK
o meccanismo di correzione
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DECISIONE
Il processo di decisione corrisponde al primo momento di tutte le scelte che
l’azienda è chiamata a prendere nel corso della sua vita e si pone alla base
della condotta aziendale
Decisioni relative a:
Organizzazione
Tipo di prodotto
Nome del prodotto
Confezione
Pubblicità
Canali distributivi
…
Obiettivo da raggiungere in termini di risultati economico
Elementi informativi, contabili/extracontabili, interni/esterni che
supportino il processo decisorio
Scelta più conveniente
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PROGRAMMAZIONE
AZIENDALE
Insieme delle decisioni aziendali
Insieme delle decisioni
aziendali volte all’utilizzo delle
risorse possedute per il raggiungimento
di un obiettivo generale
strategia
PIANIFICAZIONE
STRATEGICA
Formalizzazione degli obiettivi e delle risorse
in appositi documenti (piani)
Riguardanti l’azienda nel suo complesso
Riguardanti singoli rami e settori
PROGRAMMAZIONE
PROGRAMMAZIONE STRATEGICA
Definizione degli
obiettivi
e delle linee di azione
per
conseguirli
Traduce in obiettivi strategici di lungo termine la
missione aziendale dopo l’analisi dell’ambiente esterno
(M/O) e interno (F/D)
Traduce gli obiettivi strategici in obiettivi di
medio periodo (3/5 anni)
PROGRAMMAZIONE TATTICA
PROGRAMMAZIONE OPERATIVA
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Traduce gli obiettivi tattici in obiettivi
gestionali a breve (budget annuali)
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SCHEMA DI PROGRAMMAZIONE ANNUALE
DEFINIZIONE
DI OBIETTIVI
ANNUI
DEFINIZIONE
DI OBIETTIVI
MENSILI
MEZZI DA
UTILIZZARE
Raggiungere un
livello delle
vendite pari a
Euro
600.000 totali
Raggiungere un
livello delle
vendite pari a
Euro
50 mensile
Scelta del nome,
del prodotto, del
marchio, della
confezione, della
pubblicità, del
prezzo, dei
canali
distributivi,….
BUDGET
Personale,
materie
prime,energia,
ammortamenti,
…
Individuare il percorso migliore da intraprendere e i mezzi da utilizzare, traducendoli in
termini economici
Ciascuna fase di programmazione produce piani, tra loro coerenti, che, approvati
dalla direzione, si tradurranno in programmi operativi annuali che definiscono tempi
e risorse necessari per conseguire gli obiettivi
Budget annuali di esercizio
rilevazione quantitativa della presunta gestione futura
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ESECUZIONE
Nel momento di esecuzione viene tradotto in pratica quanto stabilito
nella fase precedente. Con il compimento di questa fase si rileva
gradualmente anche il risultato effettivo prodotto.
(ad esempio, un livello delle vendite pari a € 400.000)
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CONTROLLO
La fase del controllo include il complesso delle attività che gli organi di
governo aziendale sviluppano allo scopo di guidare l’attività gestionale e
verificare che questa si svolga conformemente ai programmi formulati per
l’esercizio.
L’oggetto del controllo è l’attività che l’azienda attua allo scopo di garantire
e verificare il raggiungimento degli obiettivi fissati per un determinato
periodo.
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ancora sul controllo
il processo di controllo si svolge secondo due fasi logiche:
1) confronto tra il risultato preventivato (€ 600.000) ed il risultato effettivo (€ 400.000);
Rilevazione degli scostamenti globali
2) analisi degli scostamenti ed individuazione delle cause degli stessi (es.: prezzo del prodotto,
tipo di prodotto, pubblicità, marchio, nome, problemi organizzativi, errate analisi previsionali,
ecc.)
Scomposizione degli scostamenti globali negli scostamenti elementari: di prezzo, volume ed
efficienza.
In quale misura, i diversi fattori, hanno influito sul conseguimento dei risultati?
QUALI CAUSE DEGLI SCOSTAMENTI?
interventi correttivi mirati
Revisione e modifica dei programmi operativi (controllo operativo-gestionale)
Revisione e modifica dei programmi strategici (controllo strategico) in linea con l’evoluzione delle
variabili ambientali.
COME MIGLIORARE IL CONTROLLO?
processo di personalizzazione delle responsabilità esecutive
individuazione di centri e
responsabilità affidati ad un soggetto chiamato a rispondere dei risultati delle attività realizzate
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FEED-BACK
o meccanismo di correzione
Il meccanismo che consente, sulla base dell’analisi svolta e delle conclusioni
tratte nella precedente fase del controllo, di assumere nuove decisioni atte ad
eliminare lo scostamento riscontrato tra risultati preventivati e risultati ottenuti.
flusso informativo di ritorno che "rimette in moto" il processo di decisione e, con
esso, tutto il sistema di azione aziendale.
sistema di autoregolazione che permette all’azienda un certo grado di elasticità
nel comportamento
Il mancato conseguimento degli obiettivi del piano potrebbe essere imputato a due
distinti tipi di errore
1) di programmazione
2) di esecuzione
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ancora sul feed-back
La corretta individuazione della natura dello scostamento influisce sulla fase di
feed-back infatti:
1) nel caso di errore di attuazione dovranno essere effettuati interventi correttivi
per rimuovere le eventuali inefficienze presenti nel processo operativo e
consentire il miglioramento delle prestazioni negli esercizi successivi.
2) nel caso di errore di programmazione non saranno necessari interventi
correttivi sui processi produttivi, ma occorrerà procedere ad una revisione degli
obiettivi e programmi per il periodo futuro.
Importanza del processo di responsabilizzazione per controllare
l’efficienza con cui i fattori produttivi sono impiegati, all’interno dei
singoli centri di costo, in cui si svolgono le diverse fasi del processo
produttivo.
Il controllo e il feed-back, effettuati attraverso il confronto tra preventivi e consuntivi ed il successivo
intervento nelle cause degli scostamenti, consentono di operare costantemente sull’efficacia e
l’efficienza dell’attività aziendale, alla luce degli obiettivi prefissati all’inizio del periodo. Vanno effettuati
IN PRESENZA DI QUALSIASI RISULTATO OTTENUTO
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2a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il comportamento
dell’azienda e quindi studia i processi di
decisione, esecuzione, controllo e feed-back.
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Affinchè il comportamento aziendale e i processi di decisione,
esecuzione, controllo e feed-back possano fluire senza subire
interruzioni e provocare inefficienze nei processi gestionali è
necessario poter fare affidamento su un flusso di informazioni precise,
chiare e tempestive.
Tali informazioni devono essere raccolte, elaborate e diffuse
attraverso idonei strumenti e da personale qualificato, costituiscono il
sistema informativo (SI).
Il sistema informativo aziendale include informazioni di diversa
natura, atte alla rilevazione e al supporto, non solo dell’azione
esecutiva, ma di tutti i processi che caratterizzano il comportamento
aziendale.
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3a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il comportamento
dell’azienda e quindi studia i processi di
decisione, esecuzione, controllo e feed-back
ed il sistema informativo come strumento che li
collega.
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LE FASI DEL COMPORTAMENTO AZIENDALE
Le fasi del comportamento aziendale
DECISIONE
(S.I.)
Programmazione strategica
ESECUZIONE
(S.I.)
Azione
CONTROLLO
(S.I.)
Confronto tra risultato
Programmazione tattica
che trasforma la
preventivato ed effettivo
Programmazione operativa
Programmazione
e analisi degli scostamenti
(S.I.)
in risultato
Sistema informativo (S.I.)
FEED BACK
Meccanismo di correzione
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Il PROCESSO DECISIONALE QUALE BASE DEL COMPORTAMENTO AZIENDALE
Centralità della fase
che riguarda in processo decisionale
Base del comportamento
aziendale
Attenta analisi dell’ambiente
Individuazione del problema
Natura e cause che lo hanno generato
Attenta analisi delle soluzioni
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Schema di percorso del processo decisorio
PROBLEMA
SOLUZIONI
ALTERNATIVE
CONSEGUENZE
SOLUZIONE
Investimento
nuove
tecnologie
CONSEGUENZA
incremento 40%
costi immobilizzazioni
CONSEGUENZA
decremento 20%
costi personali
Punto di
partenza
SCELTA
SOLUZIONE
MIGLIORE
Punto di
arrivo
PROBLEMA
calo delle vendite
SOLUZIONE
Investimento
ricerca e
sviluppo
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CONSEGUENZA
Incremento 50% costi
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Approcci in base al quale viene studiato il processo decisorio
IL MODELLO DELLA RAZIONALITA’ OBIETTIVA
IL MODELLO DELLA RAZIONALITA’ LIMITATA
Pareto (teoria economica classica, Savage (teoria
matematico-statistica), Von Neuman (toeria dei giochi e delle
strategie)

L’UOMO ECONOMICO
 E’ ONNISCIENTE
 E’ OBIETTIVA-MENTE
RAZIONALE
 SCEGLIE SEMPRE
L’ALTERNATIVA MIGLIORE
Herbert Simon (teoria del comportamento amministrativo)

Come opera?
Individua il problema
Raccoglie tutte le informazioni
necessarie
Individua tutte le alternative di
soluzione
Individua tutte le conseguenze
correlate a ciascuna alternativa
Sceglie l’alternativa migliore
L’UOMO AMMINISTRATIVO
 HA CONOSCENZE LIMITATE
 E’ LIMITATAMENTE RAZIONALE
 SCEGLIE FRA ALTERNATIVE
SODDISFACENTI
Come opera?
-
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Non conosce tutti i problemi
Non li definisce perfettamente
Sviluppa poche alternative
Non conosce tutte le conseguenze
associate ad ogni alternativa
Sceglie l’alternativa più soddisfacente
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IL PROCESSO DECISORIO
SULLA BASE DEL secondo MODELLO, CONSIDERATO DALL’ECONOMIA AZIENDALE
1)
2)
3)
4)
5)
Individuazione del problema
Definizione del problema (caratteristiche, vincoli, obiettivi)
Sviluppo di soluzioni
Individuazione delle conseguenze associate ad ogni soluzione
Scelta dell’alternativa più conveniente In base ad un sistema di criteri di scelta
FUNZIONI DI UTILITA’ DEL MANAGER
=
UOMO AMMINISTRATIVO
1)
2)
Scelta dell’alternativa ritenuta soddisfacente secondo la sua personale
funzione di utilità basata sui seguenti elementi:
I risultati passati
Le proprie aspirazioni (economicità/status/prestigio)
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4a conclusione:
L’Economia Aziendale studia il comportamento
dell’azienda e quindi studia i processi di
decisione, esecuzione, controllo e feed-back
ed il sistema informativo come strumento che li
collega, in base al modello della razionalità
limitata.
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Testi/Parti del Programma di riferimento
1) M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delle
Aziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. I.
Testi Programma di approfondimento
1) Airoldi G., Brunetti G., Coda V., Lezioni di Economia Aziendale, Il
Mulino, Bo, Cap. I p. 15-29.
2) Marchi L. (a cura di), Introduzione all’Economia Aziendale,
Giappichelli, Torino, 2006, Cap. 1, p. 1-9.
3) Paolone G., D’Amico L. (a cura di), La Ragioneria nei suoi principi
applicativi e modelli contabili, Giappichelli, Torino, 2002, Cap. 1, p.
1-22.
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