anno duemilaquattordici - num. uno - gennaio
nelle case degli iscritti da 15 anni
Ciclostilato in proprio via M. Coppino, 2/bis
- CGIL Cuneo - Gli articoli giovanni lo nigro ‐ rinnovo CCNL 2013‐
2015 daniele stangoni ‐ storia della cgil daniele stangoni
‐ manovra anti‐esodati Anna Frank
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la redazione ‐ tagli al trasporto pubblico locale 8
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E’ un gran miracolo che io non abbia
rinunciato a tutte le mie speranze
perché esse sembrano assurde e
inattuabili. Le conservo ancora
nonostante tutto, perché continuo a
credere nell’intima bontà dell’uomo.
Mi è impossibile costruire tutto sulla
base della morte, della miseria, della
confusione. Vedo il mondo mutarsi
lentamente in un deserto, odo
sempre più forte l’avvicinarsi del
rombo che ucciderà noi pure,
partecipo al dolore di milioni di
uomini, eppure quando guardo il
cielo, penso che tutto volgerà
nuovamente al bene, che anche
questa spietata durezza cesserà, che
ritorneranno l’ordine, la pace e la
serenità.
la redazione ‐ intervista a susanna camusso www.filctemcuneo.it/ilgiornalino
-giovanni lo nigro- .componente c.e. filctem-cgil michelin.
[email protected] redazione il giornalino
CCNL 2013‐2015 M
ercoledì 8 gennaio 2014 è stata siglata l’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Contatto Collettivo Nazionale del lavoro per il settore Gomma‐Plastica. claudio giuliano
daniele stangoni
valentina origlia
segreteria rsu filctem-cgil michelin
enrico menardi
valentina origlia
adriana riccio
ce filctem-cgil michelin
Vediamo cosa prevede il nuovo CCNL. claudio benino
ezio chiapello
aniello feroce
giovanni lo nigro
ASPETTI NORMATIVI Appalti: viene istituito l’obbligo di effettuare un esame congiunto tra Azienda ed RSU sugli appalti. rls filctem-cgil michelin
adriano revello
adriana riccio
sergio viale
Formazione: ogni lavoratrice e lavoratore ha diritto ad un libretto formativo che certifichi l’attività formativa svolta nella sua carriera lavorativa. Polivalenza e Polifunzionalità: le RSU e le Aziende possono definire nuove figure professionali; ciò a partire dall’analisi degli interventi effettuati dalla lavoratrice o dal lavoratore su più posizioni di lavoro all’interno del medesimo livello (polivalenza) e/o a partire dall’analisi delle mansioni da loro svolte su più aree funzionali, quindi su livelli differenti (polifunzionalità). scrivici
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redazione il giornalino
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C.E. & RSU
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il patronato inca-cgil in michelin
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Orario Flessibile: la contrattazione con la RSU sugli orari flessibili dovrà essere portata a termine entro 25 giorni dall’inizio della contrattazione con l’azienda. Durata media dell’orario di lavoro: è calcolata con riferimento ad un periodo di 12 mesi e non più di 6 mesi.
segue a pag. 3…
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Gennaio 2014 – www.filctemcuneo.it/ilgiornalino
…segue da pag. 2
Anticipo di una giornata lavorativa nel biennio 2014‐2015: la giornata aggiuntiva di lavoro sarà recuperata entro e non oltre il 31 dicembre 2015. Assenteismo: nel caso in cui l’assenteismo superi la media del triennio precedente, azienda ed RSU, e in loro assenza azienda ed organizzazioni sindacali di categoria territoriali, si incontreranno per individuare le cause di questo aumento ed intraprendere azioni correttive. Detto confronto si esaurirà entro 30 giorni dalla comunicazione effettuata dall’azienda. Gravidanza: il periodo di interruzione del lavoro per gravidanza passa da 9 a 10 mesi. Sicurezza: la formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza deve tener conto e superare anche eventuali barriere linguistiche. TFR: nelle aziende con oltre 50 dipendenti il lavoratore può richiedere 2 volte il TFR. Comitato esecutivo: se ne devono avvalere tutte le aziende con più di 300 dipendenti. Part‐time: la percentuale minima di part‐time all’interno delle fabbriche viene fissata al 3%. Permessi sindacali: è previsto un numero massimo di nomine nel Direttivo o Consiglio di Fabbrica. Il Direttivo sarà composto al massimo dal 12% degli iscritti nelle fabbriche fino a 200 dipendenti, dal 10% degli iscritti in quelle da 201 a 500 dipendenti, dall’8% degli iscritti nelle fabbriche da 501 a 1000 dipendenti, dal 6% degli iscritti in quelle oltre 1001 dipendenti. È previsto un numero minimo di nomine per ogni organizzazione sindacale presente in azienda: nelle fabbriche fino a 500 dipendenti fino a 2 nomine con complessivamente 56 ore di permessi sindacali retribuiti, nelle fabbriche con oltre 500 dipendenti fino a 3 nomine con complessivamente 112 ore di permessi sindacali retribuiti. PREVIDENZA ED ASSISTENZA SANITARIA Fondo Gomma Plastica: a partire dal 1° dicembre 2015 i contributi paritetici, a carico quindi sia del lavoratore che dell’azienda, aumentano dello 0,20%. Passano quindi dall’1,26% all’1,46%. segue a pag. 4…
Gennaio 2014 – [email protected] …segue da pag. 3
Fondo di assistenza sanitaria complementare: viene istituito il FASG&P, il Fondo di Assistenza Sanitaria per i lavoratori dell’industria della Gomma, cavi elettrici ed affini e delle materie Plastiche. ASPETTI SALARIALI Al livello F l’aumento salariale è di euro 124 ripartito in tre tranches: euro 60 al 1° gennaio 2014, euro 15 al 1° ottobre 2014, euro 49 al 1° gennaio 2015. In caso di azienda in crisi l’ultima tranche può slittare fino ad un massimo di tre mesi ma solo tramite accordo aziendale con le RSU, e in loro assenza con le organizzazioni sindacali di categoria territoriali. Per il periodo di vacanza contrattuale verrà corrisposta una una‐tantum di euro 558 lordi: euro 279 lordi nel mese di febbraio 2014; euro 279 lordi nel mese di febbraio 2015. Tabella delle scadenze degli aumenti contrattuali per livello LIVELLI 1° gennaio 2014 1° ottobre 2014 1° gennaio 2015 TOTALE I 40,54 10,14 33,11 83,79 H 49,05 12,26 40,06 101,37 G 53,51 13,38 43,70 110,59 F 60 15 49 124 E 60,81 15,20 49,66 125,67 D 62,43 15,61 50,99 129,03 C 63,65 15,91 51,98 131,54 B 65,27 16,32 53,30 134,89 A 67,30 16,82 54,96 139,08 Q 70,95 17,74 57,94 146,63 Gennaio 2014 – www.filctemcuneo.it/ilgiornalino
daniele stangoni -. rsu filctem michelin .
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StoriadellaCGIL
LafederazioneCGIL‐CISL‐UILtracrisieconomicaelottaalterrorismo
L
e tre riunioni tra i Consigli Generali e le segreterie, promosse dall’ottobre 1970 al novembre 1971, portò a stabilire, tra molte difficoltà, le date dello scioglimento delle Confederazioni. Tuttavia, le elezioni politiche anticipate del maggio 1972, che portarono alla vittoria del centrodestra, modificarono il quadro politico italiano e quindi il patto federativo Cgil‐Cisl‐Uil, sembrò essere l’unico compromesso possibile. La federazione unitaria dovette subito affrontare una situazione difficile. Dall’autunno 1973 infatti, scoppiò una grave crisi economica che mutò sensibilmente il capitalismo italiano e internazionale. Tra stagnazione produttiva ed inflazione, in Italia il fenomeno fu molto più accentuato a causa dei ritardi strutturali del paese. Nel 1975, forse l’anno più duro per l’economia, il sindacato, tuttavia, riuscì ugualmente a strappare un accordo importante sulla scala mobile, per la tutele reale di salari e stipendi. Nel frattempo, sul piano politico, la crescita elettorale del PCI, prima alle amministrative, e successivamente alle politiche del ’76, permise l’attuazione del “compromesso storico”, vale a dire l’alleanza tra il principale partito di governo, la DC e il principale partito dell’opposizione, il PCI, teorizzata dal segretario comunista Enrico Berlinguer, all’indomani del golpe cileno di Pinochet. I governi di “solidarietà nazionale”, succedutisi tra il ’76 e il ’79, dovettero affrontare, prima la nuova contestazione giovanile del ’77, che culminò con l’attacco al comizio di Lama nell’università La Sapienza di Roma, ma successivamente, soprattutto, la grave crisi economica e la pesante offensiva del terrorismo. E purtroppo, sia le iniziative volute dal sindacato per dar forza al governo, sia il compromesso storico, furono spazzati via dell’attacco feroce e frontale delle Brigate Rosse, che nella primavera del ’78, rapirono e uccisero il Presidente della DC Aldo Moro, e qualche mese dopo, nel gennaio del ’79, fu la volta di Guido Rossa, sindacalista della CGIL ucciso a Genova. Dopo questi due omicidi, che sollevarono profonda commozione e sdegno, fortunatamente iniziò la parabola discendente del “terrorismo rosso”. ‐ daniele stangoni -. rsu filctem michelin .
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Pensioni,Giovanninistudialamanovraanti‐esodaticoncontributoaziende
L o ha detto il ministro del Lavoro, “stiamo lavorando con il Mef per una proposta robusta dal punto di vista finanziario e giuridico alle parti sociali”. Enrico Giovannini, riaprendo il nodo degli esodati post riforma Fornero. L’ipotesi, stanno alle parole dell’ex numero uno dell’Istat è quella di un anticipo dell’età pensionabile, grazie al contributo anche delle aziende, per evitare che si possano appunto creare nuovi esodati con il giungere al termine di accordi tra lavoratori e imprese stipulati prima della riforma. “L’idea è che contribuiscano tutti e tre i soggetti: i lavoratori, le imprese e lo Stato”, aggiunge il ministro, parlando di un “un processo complesso” che può prevedere, appunto, “il contributo delle segue a pag. 6…
Gennaio 2014 – [email protected] …segue da pag. 5
imprese“. Il lavoro in atto con il ministero del Tesoro è “per fare una proposta che abbia robustezza dal punto di vista finanziario e giuridico da presentare alle parti sociali”, ha aggiunto precisando che “stiamo pensando ad uno strumento flessibile in funzione della condizione soggettiva del lavoratore”. Lo “strumento” allo studio dovrebbe “favorire la transizione, su base volontaria, dal lavoro alla pensione, fermi restando i requisiti dell’attuale normativa”, quindi senza modificare le regole della legge Fornero. E, quindi, “andrebbe incontro a persone e a imprese (come quelle di minori dimensioni) che attualmente non possono utilizzare gli strumenti previsti”, come ha precisato il ministero. “I due anni passati hanno dimostrato come l’irrigidimento dei criteri di accesso in materia di pensionamento effettuato con la riforma previdenziale si sia rivelato disastroso, non solo per l’impatto sociale delle misure adottate, ma anche da un punto di vista economico, considerata l’attuale situazione di crisi occupazionale, con l’esigenza per il governo di interventi successivi in un quadro poco organico e lineare che provoca disagio ed incertezza a carico dei lavoratori e delle imprese”. “si è chiesto ormai da tempo al governo di affrontare la questione – ha aggiunto – avviando un confronto con le Parti sociali al fine di individuare soluzioni che possano consentire una gestione più flessibile e contrattata delle eccedenze occupazionali delle imprese, facendosi contemporaneamente carico dei problemi derivanti dal lavoro maggiormente faticoso e pesante, sia su un piano oggettivo, che soggettivo. Tali soluzioni potrebbero, peraltro, contribuire anche a risolvere definitivamente la questione degli esodati. Gli annunci però non bastano e bisogna passare ai fatti”. -a cura della redazione
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OggettoTaglioperatialTrasportoPubblicoLocale
C
on delibera datata 27/12/20013 il comune ha dato esecuzione formale ai drastici tagli che a cascata sono derivati dalla micidiale riduzione dei trasferimenti nazionali e regionali, alle risorse per il trasporto pubblico locale della conurbazione che comprende il capoluogo e altri 12 centri: solo per i mesi di gennaio e febbraio 2014 servizio inalterato come nel 2013; da marzo 2014 al 7 giugno 2014 e dal 10 settembre 2014 al 31 dicembre 2014 riduzione delle corse del 47%; sospensione totale del servizio dal 08 giugno al 09 settembre 2014; sola garanzia per le linee non soppresse di corse nelle fasce orarie dalle ore 7:00 alle 9:00, dalle 12:00 alle 14:30 e dalle 17:30 alle 19:30; per i comuni di Peveragno (San Lorenzo), Borgo S. Dalmazzo (Beguda); Tarantasca, Margarita, Morozzo, Castelletto Stura, Centallo (Roata Chiusani), Bernezzo, Cervasca (paese e San Defendente), sospensione di tutti i servizi a partire dal 1 marzo 2014. Pare utile qui spiegare che le molte responsabilità dell'oggettiva demolizione del Trasporto Pubblico Locale si sovrappongono e si intrecciano. Situazione nazionale dal 2011 a oggi, governo di centrodestra e Monti: rispettivamente tagli per 4 miliardi di euro, 4,5 miliardi di euro, governo Letta tagli ai trasporti in molti dei provvedimenti licenziati, spesso sotto ricatto degli innaturali alleati. segue a pag. 7…
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Situazione Regionale ‐ Il Piemonte è probabilmente l'unica Regione in Italia ad essere in regime di "piano di rientro" in due materie che impegnano la maggior parte delle risorse di bilancio: la sanità e il trasporto pubblico. Per il secondo, a fronte dei 600 milioni necessari per una servizio regionale minimo, i trasferimenti statali sono per gli anni 2013‐14‐15 dell'ordine dei 480 milioni annuali. Tutto ciò si ripercuote ovviamente sul livello locale, come sulla conurbazione di Cuneo, la cui amministrazione gestisce la gara d'appalto per il trasporto su gomma di 14 comuni dell'hinterland: la Giunta Regionale a ottobre 2013 ha previsto la prossima cancellazione della gestione conurbata e il passaggio esclusivo a gestioni provinciali o sovraprovinciali e, parallelamente, applica un taglio pesantissimo ai trasferimenti per il trasporto su gomma, ignorando l'efficienza dei singoli territori e la possibilità della definizione di "costi standard", parametro che ha invece utilizzato molto in ambito sanitario. In particolare l'operazione compiuta dall'Amministrazione comunale denota scarsa capacità di pianificazione e di gestione amministrativa ed è decisamente grave se, a quanto pare, non vi sia stato alcun coinvolgimento delle amministrazioni dei comuni conurbati, delle categorie sindacali, delle associazioni ambientali, dei cittadini. E’ inconcepibile il fatto che il comune non abbia cercato il dialogo e la solidarietà di tutte queste componenti, nel prendere una decisione così drastica con il rischio di lasciare senza lavoro almeno 30 persone del Consorzio Grandabus. Inspiegabile poi, andare controcorrente rispetto a quanto proclamato fino ad oggi per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Non si è pensato a nessun progetto e a nessuna richiesta di finanziamento in questa direzione, quando, già da tempo era nota la situazione del dissesto in cui giaceva la Regione con la peggiore gestione politica della sua esistenza. Dopo aver cominciato a perdere: il trasporto ferroviario per colpa della mancata definizione delle priorità da parte dei Governi nazionali e della Regione; il sabato a scuola per colpa della Provincia, ora ci apprestiamo a perdere anche il trasporto urbano su gomma con il concorso anche del Comune di Cuneo. E’ perlomeno incomprensibile il fatto che gli Enti Locali abbiano abdicato ad ogni tentativo di concordare insieme le politiche sugli argomenti di competenza condivisa a prescindere dai colori di appartenenza politica nell’ottica del bene comune. Investire sull’istruzione, sull’ambiente e sul sociale è prerogativa di questi enti solo nelle campagne elettorali e non quando si stratta di mettere in pratica i buoni propositi. -a cura della redazione
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Camusso,tutelepertuttiilavoricompresiiprecari
I n una intervista al quotidiano ‘La Stampa’ del 07/01/2014 il segretario Generale della CGIL: “Cassa integrazione per tutte le dimensioni di impresa, con la stessa contribuzione. Poi un sostegno al reddito durante la disoccupazione” «In Italia non abbiamo mai avuto degli ammortizzatori sociali universali. Il mondo dei giovani e del lavoro precario non ha mai avuto uno strumento di sostegno e di continuità del reddito, e alla fine si è dovuto inventare una cosa come la Cig in deroga, senza contribuzione da parte dei lavoratori e delle imprese. Il tema è quello dell’universalità dei diritti» segue a pag. 8… Gennaio 2014 – [email protected] …segue da pag. 7
Segretario Camusso, in concreto, che significa un sistema di ammortizzatori «universale» per la Cgil? «Chiamatelo come vi pare. La radice del problema è dare diritti ai lavoratori qualunque sia il settore e la modalità con cui lavorano. Il primo livello è un sistema di Cassa integrazione per tutte le dimensioni di impresa, con la stessa contribuzione, che risponda alle ristrutturazioni aziendali, alle crisi e alle fermate temporanee. Poi, serve un sostegno al reddito durante la disoccupazione». Ma non ci sono l’«Aspi» e la «Miniaspi» introdotte dalla riforma Fornero? «Non hanno affatto risolto il problema, hanno generato nuove differenze di trattamento, e con le attuali regole nessun precario potrebbe mai accedervi. Occorre uno strumento che interviene a favore di chiunque perda il lavoro, anche se questo lavoro è precario, o finto autonomo, come tante partite Iva o gli “associati in partecipazione”. Un sostegno tangibile, che duri quanto serve: certo non per soli 4, 6 o 8 mesi». Come si finanzierebbe questa «disoccupazione universale»? «Intanto, in tutto il mondo imprese e lavoratori contribuiscono al finanziamento del sistema di disoccupazione. Poi si può pensare che una volta creato un sistema universale di Cig, le risorse che oggi alimentano la cassa in deroga possano essere dirottate sul sostegno alla disoccupazione dei lavoratori precari. E in ogni caso bisogna evitare dispersioni: il ministro Giovannini vuole sviluppare i fondi bilaterali previsti dalla riforma Fornero, ma è un errore. Perché ancora una volta si accrescono le diseguaglianze tra i lavoratori, e finirà che bisognerà aggiungere altre risorse». Questo sostegno alla disoccupazione dev’essere uguale per tutti? «Noi diciamo che serve uno strumento universale, certamente correlato con il reddito precedente. Ma deve riguardare tutti i lavoratori che hanno lavorato e perso un impiego, e dev’essere accessibile a tutti, qualunque sia la forma contrattuale, l’età, o il reddito precedente. Uno strumento che permetta di accompagnare verso una nuova occupazione: dunque, sostenuto da formazione e centri per l’impiego. Tra l’altro, uno strumento universale così concepito potrebbe consentire di far emergere anche molto lavoro nero dal mondo del sommerso. E in generale, bisognerebbe superare il sistema Inps della “gestione separata” per i lavori considerati di serie B: certi diritti, come la maternità, la previdenza o appunto il sostegno in caso di disoccupazione devono riguardare tutti i lavoratori». Camusso, servono molte risorse aggiuntive per alimentare il sistema da voi proposto. Quanto? Dove reperirle? «Intanto, si può usare una parte consistente dei fondi per la formazione professionale. Mi chiede quanto occorre per fare una cosa decente e che non sia una presa in giro? Considerando che abbiamo speso quasi 3 miliardi ogni anno per la Cig in deroga, sono necessari 7‐8 miliardi l’anno. Dopodiché puoi anche partire gradualmente, in progressione». Il Pd e Matteo Renzi sembrano intenzionati a costruire il loro «Jobs Ad» partendo dall’estensione degli ammortizzatori sociali, anziché dall’articolo 18. È un segnale che vi piace? «Intanto, mi sembra positivo che la segreteria del Pd dica che bisogna partire da una proposta sul lavoro come priorità del Paese. Bene, anche, che si sia colto che i due temi prioritari siano il rapporto giovani precarietà nella chiave dell’universalità dei diritti da una parte, e il legame tra ammortizzatori sociali e processi di formazione dall’altro. Poi, come sempre, indicare i titoli è semplice, mentre le tecnicalità sono complicate e possono nascondere molte insidie. Dobbiamo discutere nel merito, quando la proposta sarà varata. Ma l’approccio di Renzi è quello giusto». Gennaio 2014 – www.filctemcuneo.it/ilgiornalino
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