1812-2012 LA NOSTRA SCUOLA RISCOPRE … • La sede che ci ospita è un antico palazzo gentilizio risalente ai primi anni del ‘900. Fu costruito per volere di Luigi Bianchi, nobile fasanese, in una zona periferica, sembra per tutelare le sette figlie dagli sguardi indiscreti della gioventù fasanese. Particolari architettonici • Diversi elementi architettonici mettono in risalto la struttura originaria del monumento in stile classicheggiante • Il palazzo, rilevato dal Banco di Napoli in seguito ad alcune vicende familiari, divenne proprietà del Comune di Fasano nel 1951 per volontà del sindaco donna Maria Chieco Bianchi; fu proprio lei a destinarlo a sede scolastica. MARIA CHIECO BIANCHI (sindaco di Fasano dal Il palazzo ha subito nel tempo diversi interventi di ampliamento, per ospitare un numero sempre maggiore di alunni. • Negli anni ’60 la signora Antonietta Sole della famiglia Bianco avanzò la richiesta di intitolare la scuola (già sede della Scuola Media Statale) a Giacinto Bianco. • Giacinto Bianco nasceva il 2 febbraio 1812 da Francesco Bianco e Matilde Notangelo . Compì gli studi letterari nel Seminario di Molfetta e si laureò in Giurisprudenza il 14 settembre 1833 a Napoli. LA FAMIGLIA DI GIACINTO BIANCO • Sposò Isabella Ghezzi, donna di grandi virtù, dalla quale ebbe due figli, Beniamino e Tommaso,che si riveleranno validissimi pittori. • Fu un grande drammaturgo e letterato. Nel teatro profuse il suo genio e il suo grande cuore. A soli ventiquattro anni rappresentò la “Pia de Tolomei” al teatro dei Fiorentini di Napoli riscuotendo grande successo. • Nonostante il successo, il richiamo e la nostalgia della sua Fasano lo riportarono per sempre nel suo paese, dove continuò la sua opera di scrittore. • A Fasano presso il teatro sociale, fu rappresentata la sua “Teresa Senneval”. • L’ultimo suo lavoro rappresentato a Fasano fu “Leontina la commediante” in cui egli tratta un grande problema sociale: la riabilitazione della donna. • Il suo grande cuore e la sensibilità d’animo lo portarono vicino ai diseredati e agli infermi. Fu tra i primi infatti a patrocinare il progetto per una migliore funzionalità dell’ ospedale civile, di cui divenne direttore nel 1855. • Morì il 31 Agosto 1885 nella villa Marraffa. I funerali videro la partecipazione commossa di tanti concittadini. Dinanzi al feretro furono tenuti numerosi discorsi che poi vennero raccolti in un volume e poi pubblicati • Il 5 1887 il Comune, in occasione di una cerimonia di commemorazione, faceva scoprire l’ epigrafe posta accanto al portone della sua casa in via del Balì. • Nel 1940 il podestà fasanese Donato Guarneri fece traslare la sua salma al cimitero nuovo, provvedendo alla posizione di una lapide: “Qui si onorano i resti mortali di Giacinto Bianco,che per opere letterarie improntate a nobili sensi di epica e di poesia, onorò il suo paese” • Noi lo vogliamo ricordare soprattutto per l’impegno profuso nell’ educazione della gioventù fasanese alla quale insegnò con KANT che la vita di ciascun uomo è regolata dalla suprema legge del dovere.