ESSERE CITTADINI Andrea Bellucci, CTP Pontedera La descrizione è articolata prevalentemente in tre parti. Una parte interessa il contesto progettuale nel quale si è svolta l’esperienza che, se pur espresso prevalentemente nelle note, dà il quadro del sistema in cui si colloca l’esperienza e ne definisce la motivazione all’interno di una committenza esterna, articolata e precisa. Già nella descrizione di questa parte si introducono elementi di metodo, le modalità con cui l’insegnante negozia durante lo sviluppo di tutto il corso gli elementi di committenza forniti dal progetto con i bisogni dei corsisti rilevati attraverso un questionario. Qui anche la preparazione del materiale didattico assume un elemento significativo per comprendere l’impianto metodologico praticato. I commenti, inseriti dopo la prima descrizione, argomentano i punti di vista dell’insegnante. La seconda parte descrive il susseguirsi delle lezioni. Dentro questa descrizione emergono in maniera individualizzata gli studenti e se ne costruisce un profilo che consente nei commenti di ricondurre l’azione didattica alle operazioni mentali che l’insegnante ritiene emergano dal lavoro svolto. Ulteriori note approfondiscono la trattazione narrativa e in questa parte, in particolare, presentano i contenuti del percorso formativo descritti come argomenti. Si suggerisce una lettura attenta dei commenti come elementi di ricerca per una riflessione sugli esiti formativi dell’esperienza. ELEMENTI DI CONTESTO L’esperienza didattica che mi accingo a descrivere è stata parte di un progetto più ampio. Il perseguimento di obbiettivi condivisi da più docenti, la contestualizzazione delle lezioni, la suddivisione in moduli, il collegamento continuo con le esperienze di altre aule e di altri insegnamenti hanno influenzato le singole azioni didattiche. Si è creato un “circolo di studio” tra tutti partecipanti che ha avuto nella “formazione formatori” il suo prologo e nelle “gite” a Roma e a Venezia il suo epilogo. Il progetto ha portato continue contaminazioni, sperimentazioni, confronti tra i suoi “iscritti” ed è stata la musica di sottofondo che ha influenzato il clima d’aula. - il progetto all’interno del quale si sono svolti i moduli di cui parlerò innanzi è parte di un’azione di sistema nata dal collegamento tra partners diversi di progetti diversi, che consentono alla persona di spostarsi dalla formazione professionale, alla educazione degli adulti, alla ricerca del lavoro. Il docente consapevole dell’esistenza e della possibilità di tali azioni15 finisce per esserne influenzato durante le lezioni continuando ad insegnare, ma anche ad orientare e a informare. All’interno del Progetto “Essere Cittadini”16, con lo scopo di realizzare moduli specifici di orientamento sociale, giuridico e al lavoro per cittadini 15 O semplicemente competente non solo nel ”know how”, ma anche nel “know who” e nel “know where”. Il Progetto “Essere Cittadini” ha infatti messo a punto la sperimentazione di un intervento condiviso fra i vari organismi che sul territorio provinciale, da anni, si impegnano nella formazione degli adulti per l’area linguistica e socio-economica ( in questo caso in particolare per le fasce sociali svantaggiate ) . L’iniziativa ha previsto complessivamente 3.250 ore con il coinvolgimento di 200 utenti cittadini migranti stranieri, compresi fra adulti uomini e donne, occupati e disoccupati che vivono nelle quattro aree della provincia di Pisa: Valdicecina, Valdera, Valdarno, Zona Pisana.Il carattere innovativo, attribuito al progetto dalla tipologia delle attività formative proposte ( per la prima volta infatti, oltre all’ alfabetizzazione linguistica si è offerta anche quella giuridica, politica, informatica, ecc...), dalla possibilità di creare percorsi formativi personalizzati con il supporto di esperti di orientamento e di tutoraggio, dagli strumenti di politica attiva del lavoro resi disponibili, per la Provincia, dalle competenze attribuitele (orientamento, 16 53 stranieri presso il Centro Territoriale Permanente di Pontedera (PI), mi sono posto il problema preliminare di conoscere la provenienza, l’estrazione sociale, la conoscenza della lingua italiana, le problematiche e le eventuali richieste o necessità di coloro ai quali avrei dovuto proporre tematiche quali: l’ingresso in Italia, il soggiorno e la residenza, la cittadinanza, le espulsioni, il diritto al lavoro, alla salute, alla difesa, all’unità familiare ecc. Ho così deciso di realizzare un questionario da distribuire ai “ragazzi” stranieri ( mi permetto di chiamare “ragazzo”17 chiunque, di qualsiasi età, nazionalità o religione abbia voglia di crescere e apprendere cose nuove ). La “griglia” di domande del questionario ha assunto la sua veste definitiva, così come ve la presento in allegato, solo alla fine dell’esperienza progettuale ( e dopo colloqui e interviste nei corridoi dei Centri Territoriali Permanenti ); molte questioni preparate “a tavolino” si sono dimostrate infatti non interessanti nella pratica degli incontri, mentre altre domande sono state inserite in corso d’opera. Questa precisazione serve a chiarire il carattere sperimentale della ricerca che ho fatto, l’elasticità dei questionari e la spontaneità di intervistati e intervistatori. La motivazione principale che mi ha spinto a realizzare questo tipo di lavoro è stata il desiderio di conoscere i cittadini stranieri presenti al Centro (iscritti o probabili iscritti per i moduli del Progetto), renderli partecipi alla nostra iniziativa, farli sentire protagonisti delle “lezioni” future e motivarli (motivazione) al “corso”. .Nel Dicembre del 2001, nell’arco di tre settimane, ho così intervistato una trentina di coloro che si erano già iscritti ai corsi di alfabetizzazione di lingua italiana presso il Centro Territoriale Permanente di Pontedera. Il campione prescelto non è stato il frutto di uno studio metodologico della ricerca sociale, la relazione e il confronto con le presenze di stranieri sull’intero territorio è stato anch’esso argomento estraneo alle mie intenzioni e capacità. Ho semplicemente ottenuto una base di lavoro perfettibile, che potesse essere utilizzata nelle prime ore dei moduli per l’area socioeconomica formazione e servizi innovativi per l’impiego), ha permesso ai cittadini stranieri di acquisire le competenze di base e trasversali che costituiscono la “soglia minima” della cittadinanza.Oltre a mantenere la formula già sperimentata di insegnamento della lingua a piccoli gruppi suddivisi per livello di conoscenza della lingua, ci si è proposti di allargare le attività organizzando delle (E) lezioni informative su temi ritenuti rilevanti, quali: la conoscenza della normativa di riferimento, il funzionamento del mercato del lavoro, la tutela sanitaria, il sistema scolastico e formativo, macro competenze irrinunciabili: come saper accedere ai servizi pubblici, saper accedere all’informazione, saper esercitare i propri diritti nella conoscenza dei propri doveri, sapersi relazionare, avere strumenti per migliorare la propria posizione lavorativa o per inserirsi nel mondo del lavoro, nonché aumentare i momenti di incontro e di scambio con i cittadini stranieri presenti sul territorio. macro competenze irrinunciabili: servizi pubblici (conoscere il sistema sanitario, scolastico e formativo, i servizi comunali, e gli altri servizi del territorio); informazione ( leggere i giornali, navigare in internet, conoscere i servizi culturali, “autoaggiornarsi”); esercitare i propri diritti e conoscere i propri doveri (sindacato, sistema politico, ecc.); mercato del lavoro. 17 Utilizzare e condividere il termine “ragazzo” ha prodotto dei significativi risultati : ci ha aiutati a creare uno spirito di gruppo, una identità scherzosa con il sapore del nuovo, un codice “esoterico” di reciproca comprensione e collaborazione; è servito a mettere in disparte tutta una serie di “epiteti” ormai inadeguati (straniero, extracomunitario, emigrato…). Il tutto con le dovute precisazioni : “ragazzo” è un appellativo sorto spontaneamente all’interno della classe e subito accettato (provocando immediata empatia); si è trattato di un termine “a termine”, senza valore assoluto, nato durante il modulo e abbandonato con la fine dello stesso ( i “ragazzi dell’educazione degli adulti” suonano come un curioso gioco di parole ); in ogni caso ci siamo chiamati “ragazzo” solo nei momenti di “gioco” o di “scherzo” separando chiaramente il momento del lavoro (dove è tornato il “nome e il cognome”) dal momento del divertimento. Traducendo il termine “ragazzo” nelle varie lingue nazionali rappresentate in classe ha rappresentato poi un valido “gioco” di animazione interculturale. 54 Il percorso di “Essere Cittadini” si è articolato in più fasi18, e i docenti incaricati nel progetto sono stati chiamati ad adattare le proprie metodologie di insegnamento alla struttura modulare dei corsi. Si è trattato di prevedere metodologie didattiche sperimentate all’interno di un sistema articolato e complesso di “filiera formativa” con la previsione di una pluralità di azioni integrate e combinate. Partecipare al progetto poteva significare iscriversi anche ad un modulo soltanto (solo quello di lingua italiana o di informatica ad es.), o a più moduli successivi (di diritto ad es.): moduli specifici, divisi per materia, con orari diversi per le diverse esigenze dei partecipanti e per le diverse necessità di apprendimento. Il docente di diritto ha spesso orientato i corsisti a partecipare a moduli linguistici, vista le difficoltà di apprendimento; i docenti di informatica navigando sul sito www.stranierinitalia.it, hanno scoperto le difficoltà legate al rinnovo del permesso di soggiorno per alcuni corsisti e, accompagnandoli presso la segreteria del Centro li hanno iscritti ai corsi giuridici. Potendo realizzare più moduli successivi si sono personalizzati i percorsi anche in relazione ai momenti di ingresso e alle scelte dei contenuti e si sono previsti corsi più avanzati, una volta raggiunte competenze base nel modulo precedente. Ritornando ai moduli di alfabetizzazione giuridica e socio-economica e quindi alle esperienze didattiche concrete, all’interno delle 50 ore previste dal progetto ( ripetute per 10 volte nel periodo di un anno circa ) , si trattava di suddividere le lezioni in modo da prevedere : la presentazione e la conoscenza reciproca, la somministrazione del Questionario e l’impostazione del corso, le lezioni frontali, la realizzazione e l’aggiornamento di un testo condiviso per la documentazione di riferimento, il raggiungimento degli obiettivi prefissati ( degli standard di riferimento ), la verifica finale. 18 Esattamente in 9 fasi: 1) Formazione dei formatori è rivolta agli operatori del settore (insegnanti, tutors, esperti in comunicazione interculturale).Durata complessiva : 60 ore, ovvero 40 all’inizio e 20 ore in itinere.Utenti coinvolti: complessivamente 30.2) Emersione del bisogno formativo, Preparazione ai corsi e Pubblicizzazione. Si è trattato di creare una rete informativa per dare la più ampia informazione del Progetto. 3) Accoglienza, si è articolata in incontri anche aperti fra i formatori i corsisti ed i rappresentanti delle loro culture. Durata 90 ore, ovvero 9 ore per 10 volte. 4) Bilancio di Competenze in entrata necessario per sviluppare un portfolio di competenze, valutare eventuali crediti/debiti formativi, individuare il gap formativo del corsista, ecc. Durata complessiva 600 ore. Utenti coinvolti: 200 5) Alfabetizzazione linguistica che è stata pensata per rispondere all’esigenza di piccoli gruppi (6 – 7 max per gruppo).Durata di un intervento: 60 ore, da ripetere 15 volte. Durata complessiva della fase: 900 ore.Utenti coinvolti: 200. 6) Modulo delle competenze distintive (100 ore ripetuto 10 volte) , che ha offerto gli elementi indispensabili per esercitare attivamente i propri diritti di cittadinanza e quegli elementi di decodificazione della realtà circostante, si è articolata nelle seguenti azioni: alfabetizzazione giuridica e socio-economica (50 ore ripetuto per 10 volte, per una durata complessiva di 500 ore); comunicazione interpersonale e interculturale (20 ore per 10 volte, per una durata complessiva di 200 ore; elementi di informatica (30 ore per 10 volte, per una durata complessiva di 300 ore). 7 ) Orientamento-Orientamento al lavoro (20/40 ore ripetuto 10 volte) con il quale si vuole innescare una crescita formativa “continua” (long life learning) attraverso l’autoaggiornamento e/o tramite nuovi percorsi formativi, nonché fornire gli strumenti per una immediata spendibilità professionale. Durata complessiva: 200 ore. 8) Bilancio delle competenze in uscita (2 ore per 200 corsisti); attraverso un colloquio individuale si è aggiornato il portfolio delle competenze. 9)Verifica, valutazione e Certificazione dei crediti/debiti formativi allo scopo di valutare sia il livello di efficacia, di coerenza e adeguatezza dell’iniziativa, sia la crescita formativa dei corsisti e quindi l’individuazione dei crediti o dei debiti formativi da rilasciare o da colmare. 55 PRESENTAZIONE E CONOSCENZA RECIPROCA La fase progettuale dell’accoglienza che aveva preceduto il primo incontro in aula aveva dato ai corsisti la possibilità di conoscere le finalità del progetto e il contesto nel quale si sarebbero sviluppate le lezioni, non sono servite quindi particolari premesse e la presentazione reciproca è stata immediata. Utilizzando una tecnica molto semplice19, ho memorizzato subito nomi, cognomi e nazionalità di provenienza dei 15 corsisti. Durante il giro di presentazione, di fronte a cittadini albanesi ho usato la mia scarsa conoscenza dell’albanese per chiamarli “shiptar”20 o salutarli con un “mirupacev”21; per i cittadini senegalesi ho improvvisato in “woolof” : “mi presento sono il Tubab22 Andrea Bellucci”; ai cittadini cinesi ho chiesto: “Nin shenti hao ma?”23 rispondendo “Hen hao”24 spero. Sentire strapazzare la loro lingua originale ha suscitato immediata empatia (e qualche fragorosa risata) nella classe e la sensazione che mi sarei impegnato a capirli e ad usare il loro linguaggio cercando dei codici comunicativi condivisi. Il riconoscimento immediato e l’ascolto delle persone che si sono presentate al corso ha favorito da subito la creazione di un buon clima di classe e l’attenzione per le attività che andavo a proporre. MEDIAZIONE CULTURALE E ANIMAZIONE INTERCULTURALE Le prime ore del modulo sono servite per somministrare il Questionario precedentemente preparato, ogni volta integrato con domande orali e aggiornato per le necessità della classe. Senza anticipare il contenuto e le finalità di tale lavoro, mi preme adesso fare riferimento alla opportunità intercorsa di farmi aiutare da due tutors del progetto, due mediatori culturali di madrelingua araba e albanese. Insieme abbiamo cercato di aiutare i corsisti a compilare il questionario superando eventuali difficoltà, soprattutto linguistiche. L’utilizzo del mediatore culturale durante le lezioni, figura ben distinta da quella dell’insegnante25, è stato importante per facilitare l’incontro e la relazione tra i corsisti e l’istituzione scolastica, per dar voce alle domande, ai bisogni, al punto di vista dell’utente e di chiarire, contestualmente, le esigenze e il funzionamento del servizio (ascolto). La capacità di essere figura di traduzione e di facilitare i processi di decifrazione di quelle norme esplicite, ma anche implicite che regolano la vita sociale sia delle istituzioni che dell’utenza sono state puntuale oggetto di verifica. 19 Associando il volto della persona ad una immagine precisa derivata dal nome (ad es. Silvia con una foglia di “Salvia” sulla fronte, Hala Albana con una banana con le ali che le sta in testa). La frequentazione di corsi specifici su tecniche di memorizzazione e soprattutto tanta fantasia producono risultati…e divertimento. 20 Albanese ( qui come in seguito i vocaboli sono riportati in un improbabile albanese o woolof o cinese, che però assomiglia molto al suono del vocabolo; tentare di parlare nella lingua originaria di un cittadino straniero è un efficace “paspartout” per creare un ponte comunicativo e un “gioco” di animazione interculturale . 21 Ciao, arrivederci 22 Bianco 23 Come stai ? 24 Molto bene 25 A quest’ultimo spetta la responsabilità educativa e didattica ( Mohamed mi avrebbe definito “il padrone della classe”), ma l’intervento del mediatore non è un fatto puramente tecnico essendo egli comunque un “operatore pedagogico”. Deve avere competenze pedagogiche, buone capacità comunicative, capacità di instaurare relazioni e mantenerle in vita, capacità di prevenire e di gestire conflitti. 56 In alcune situazioni ho chiesto espressamente al mediatore di non partecipare al corso, o di restare in silenzio e in disparte nella classe, per evidenziare la diversità dei ruoli e per garantire l’efficacia delle lezioni frontali; l’eventualità del suo intervento (intervento “a chiamata”) ha imposto il rispetto di un codice di comportamento nei confronti dell’aula: mai intervenire a lezione avviata, mai andarsene a lezione non ancora conclusa. La relazione con il mediatore culturale, pur nella diversità dei ruoli, ha successivamente favorito uno scambio e una reciproca contaminazione di metodologie (imitazione) sfociando in una sorta di “animazione interculturale”. Si è trattato di introdurre “saperi nuovi in forma nuova” utilizzando spesso il “gioco” come modalità ludica di approccio ad attività diverse. In effetti, l’animazione ha permesso di “mettere in scena le culture” consentendo ai saperi delle culture non occidentali di esprimersi attraverso modalità comunicative proprie e senza costringerle a innaturali trasposizioni per rientrare forzatamente nei binari di un sistema scolastico rigidamente monoculturale. Non potendo realizzare in classe modalità espressive come la danza o il canto, nelle lezioni successive alla compilazione del questionario iniziale, i “giochi” più frequenti sono stati la ritualità, l’uso di termini quali “gorgorlu”26, il lanciare una palla di carta alla persona alla quale volevo fare una domanda invitando a formularne una nuova per un altro corsista destinatario di un nuovo lancio e così via…, applaudire la risposta esatta nei vari modi delle diverse culture (battito di mani particolare, battito di “nocche” delle mani sul tavolo…). COMPILAZIONE DEL QUESTIONARIO Così, dopo la presentazione reciproca, le prime 4 ore del modulo sono state utilizzate per somministrare il questionario, suddiviso in 2 parti : questioni generali e questioni giuridiche generali, la prima diretta principalmente a una conoscenza diretta dei partecipanti ai corsi, la seconda a rilevare la loro cultura giuridica e gli argomenti di diritto ai quali sarebbero stati prevalentemente interessati. Successivamente ho poi aggiunto un’altra sezione relativa a considerazioni preliminari sul diritto in generale. La provenienza dei “ragazzi” è stata in prevalenza il Senegal27, ma si sono presentati anche cittadini albanesi, marocchini, nigeriani, brasiliani, peruviani, dell’Equador, della Serbia. L’età media in alcuni moduli si è aggirata attorno ai 20-30 anni, in altri è stata maggiore, gli uomini sono stati più numerosi, ma vi sono stati alcuni moduli di sole donne ( alcune volte “accompagnate” dai “mariti”), e generalmente il titolo di studio medio non si è rivelato molto differente da quello che ci si poteva attendere da 26 In woolof è un’esortazione: “forza”, “coraggio”…da qui l’improbabile idea sorta a qualcuno, nel corso delle lezioni dedicate al sistema politico, alla forma di stato italiana, di fondare un nuovo partito per l’Africa: “Gorgorlu Senegal” (!?) 27 Non è questo il momento di approfondire tematiche legate alla condizione di “straniero” del partecipante al corso, mi preme sottolineare in questa sede la differente predisposizione all’apprendimento e alla vita di relazione all’interno della classe di un cittadino senegalese piuttosto che uno albanese o marocchino. Il gruppo di studio, da questo punto di vista è stato sicuramente composito e molti sarebbero gli aneddoti che si potrebbero raccontare dopo centinaia di ore di lezione all’interno del Centro Territoriale. Ad altra eventuale sede rinvio tali narrazioni ed anche l’approfondimento di temi rilevanti per la didattica e l’educazione interculturale quali: lo Stress, fattori di rischio e blocco del processo migratorio, la Resilienza, l’integrazione sociale e lavorativa, il Processo di invisibilizzazione sociale, la categorizzazione sociale, la condizione di straniero, l’etnicizzazione 57 coetanei di nazionalità italiana. Conoscere il livello medio di conoscenza della nostra lingua era per me fattore di primaria importanza per impostare le “lezioni” del corso28; ho deciso poi di chiedere il motivo della decisioni di emigrare, il perché “proprio in Italia”, i primi problemi affrontati. Ne è emerso un quadro piuttosto omogeneo: i motivi “economici”, la possibilità di ottenere guadagni notevoli in relazione ai corrispettivi in madrepatria, la opportunità per qualcuno di poter studiare, le cure mediche, ricongiungersi con amici o parenti, questi i motivi principali della decisione di arrivare in Italia. Aldilà di ogni riflessione sulle informazioni ricavate, che meriterebbero approfondimento altrove, la somministrazione del Questionario, nelle prime ore di ogni modulo per ogni differente classe, è servita per individuare esattamente le materie oggetto delle lezioni. Sarebbe stato fondamentale far conoscere il sistema dei visti di ingresso in Italia; avrei dovuto puntare l’attenzione, durante le “lezioni”, soprattutto sul diritto del lavoro, l’ingresso in Italia per lavoro, la durata del relativo permesso di soggiorno, come ottenere il libretto di lavoro e l’iscrizione alle liste di collocamento ( e le attuali novità in merito alla riforma del diritto del lavoro e del mercato del lavoro ), la possibilità di poter ottenere il rimborso dei contributi versati in caso di rimpatrio; successivamente sarebbe stato interessante parlare di diritto alla salute, di servizio sanitario nazionale, di visti di ingresso per cure e di permesso di soggiorno conseguente. Importante, in relazione alle risposte ottenute, sarebbe stato il tema del diritto allo studio, il riconoscimento dei titoli ottenuti all’estero, l’eventuale iscrizione all’Università. Affrontare poi la tematica e la procedura per il ricongiungimento familiare o l’eventuale ingresso attraverso lo “sponsor” ( ormai abolito ), sarebbe stato di primaria importanza. Le successive domande che ho posto ai miei interlocutori hanno avuto il senso di rilevare le competenze acquisite nella madrepatria e il lavoro eventualmente poi esercitato in Italia (infra nota n°30 par.7). Chiedere questo e, in seconda istanza, la possibile conoscenza dell’esistenza di corsi di formazione, mi ha dato una minima dimensione della loro voglia di imparare, di migliorare la loro situazione sociale o lavorativa, della distanza tra il percorso effettuato all’estero e quello iniziato nel nostro paese. Indirettamente questo tipo di informazioni mi è stato utile per dare un significato all’impegno che gli avrei chiesto durante le “lezioni”: avere una cultura giuridica è fondamentale per chi vuole intraprendere un percorso di crescita nel tessuto connettivo di una qualsiasi società. Le risposte in questo senso sono state confortanti. Continuando con il questionario ho voluto poi conoscere i canali di informazione ai quali i cittadini stranieri intervistati hanno normalmente accesso: oltre a dati curiosi quali la conoscenza di trasmissioni televisive tipo “Carramba che sorpresa” o l’attenzione viceversa per programmi più “seri” quali i telegiornali o le notizie sportive, l’elemento più importante rilevato è stato la non conoscenza e lettura dei quotidiani. I motivi sono 28 Anche per la possibilità di integrare i modulo giuridici con quelli linguistici, disponibili per tutti gli iscritti al progetto. 58 facilmente individuabili nella scarsa padronanza della lingua italiana, soprattutto quella scritta, le conseguenze sono una quasi totale disinformazione sui “fatti giuridici” rilevanti, sulle novità legislative, sui provvedimenti politici destinati proprio ai cittadini stranieri. Le notizie ricavate dalla televisione sono infatti molto più “volanti” e poco chiare e approfondite. Si potrebbe qui fare riferimento alle numerose “leggende metropolitane” che sono girate in merito alle regolarizzazioni, alle sanatorie e ai flussi di ingresso, dato il periodo storico di realizzazione del progetto , ma quali sono dunque i più importanti canali informativi ? Dalle risposte ottenute sono sembrati senza dubbio il passa-parola e la comunicazione fatta dai più “anziani”, dal fratello maggiore, dal “capo carismatico”. Questa consapevolezza mi ha spinto a prendere una decisione: avrei preferito, in base ad elementi di “presunzione” (l’età, la motivazione, l’anzianità all’interno della scuola, il carisma) impostare le “lezioni” in base alle esigenze, le capacità e gli orari, proprio di chi mi sembrava in grado di poter svolgere in futuro questo tipo di ruolo, il “referente”29 Ho chiesto poi di dare un giudizio sugli italiani, per stimolare un atteggiamento critico e per tastare il grado di simpatia o recettività verso gli insegnanti del “bel paese”. Le risposte sono state mediamente molto positive. La seconda parte del Questionario è stata dedicata ad alcune questioni giuridiche generali: ho chiesto ai “ragazzi” di darci una loro definizione di “diritto”. Le risposte non sono state sempre immediate, spesso il termine diritto non è stato inteso nel significato generale che noi gli attribuiamo; molti mi hanno parlato dei loro diritti ad avere un lavoro, un’assistenza sanitaria; altri del rispetto reciproco, della necessità di non offendere i diritti degli altri, di stare nelle regole, di non commettere reati. Il diritto è spesso associato con la democrazia, con la libertà di espressione, di religione, ma anche con l’organizzazione, con la giustizia e con qualche critica ai giudici italiani. Il “diritto è di tutti”, “è una cosa che appartiene ad ognuno”, “è un bisogno, una necessità che ogni persona o cosa deve avere senza costituire un ostacolo per un altro”, queste altre risposte alle nostre domande. Il mio obiettivo principale era quello di stimolare un piccolo dibattito (motivazione), una discussione aperta, di costituire una premessa in un certo senso “ideologica” a quelle che sarebbero state le “considerazioni preliminari sul diritto in generale”. Le domande finali dell’ultima parte del questionario mi hanno rivelato informazioni piuttosto omogenee: la scarsa conoscenza degli istituti giuridici del proprio paese di origine; la mancanza di uno studio e di una preparazione in merito al diritto del nostro paese prima di giungere in Italia; la difficoltà (anche burocratica) ad ottenere il permesso di soggiorno ed il suo rinnovo; il non difficile rapporto “umano” con le autorità italiane, unito però alla mancanza di punti di riferimento effettivi per ottenere informazioni per la tutela dei propri diritti, alla incapacità di distinguere tra difensore di fiducia, d’ufficio o gratuito. Questi dati ulteriori hanno arricchito il mio bagaglio di informazioni in merito 29 Aldilà delle pressanti esigenze lavorative, molti “referenti” si trovano ancora all’interno del Centro Territoriale di Pontedera, conoscono elementi importanti della legge sull’immigrazione, padroneggiano il materiale a loro assegnato e fungono da punto di riferimento per tutti gli altri. 59 all’impostazione che avrei dovuto dare al “corso” la “lezione” modello sarebbe stata fondamentalmente “pratica” : ad esempio nel parlare di ricongiungimento familiare avrei dovuto disporre della modulistica rilasciata dalle Questure, distribuirla tra i “ragazzi” e provare insieme a compilarla esponendo tutti i necessari requisiti. Sarebbe stato inoltre fondamentale fare continuo riferimento agli effettivi servizi forniti da enti, associazioni o circoli presenti sul territorio. La mappatura dei servizi è un obbiettivo importante, che richiede tempo e fatica, ma che ritengo essere fondamentale da accompagnare ad un qualsiasi “corso” in relazione alla legge sull’immigrazione. Consapevoli dell’interesse (motivazione) verso il corso e verso la legislazione sociale suscitato nei “ragazzi”, ho deciso così di impostare le lezioni nella forma che vi propongo in allegato. PRESENTAZIONE CORSO: TEMI, METODI, FINALITÀ DEL MODULO Avendo a disposizione i risultati del Questionario, analizzati per ogni modulo nei modi e con le prospettive prima indicate, potevo finalmente presentare alla classe i temi oggetto del corso, il programma delle lezioni e gli obbiettivi da raggiungere: la conoscenza della normativa di riferimento, del funzionamento del mercato del lavoro, del sistema sanitario, scolastico e formativo, dei servizi comunali, e degli altri servizi del territorio. Conoscenze fondamentali per promuovere cittadinanza attiva e occupabilità, facendo riferimento alle macrocompetenze da raggiungere per l’area socioeconomica nell’educazione degli adulti attorno al lavoro, all’orientamento e la formazione, all’individuo in rapporto alla collettività, ai diritti del cittadino e le regole di organizzazione della società, all’orientamento sul territorio e sui servizi (consapevolezza). Avremmo sviluppato, in orario serale, 12 incontri da 4 ore ciascuno (11, visto che le prime 4 ore delle 50 previste dal progetto, le avevamo impiegate per le presentazioni e per riempire il Questionario) più ci saremmo trovati altre due ore per conoscere i risultati delle verifiche finali e per la consegna degli eventuali attestati. La prima lezione frontale, favorendo il dialogo e la discussione di gruppo (anche grazie al mediatore culturale) (ascolto) avrebbe affrontato il tema della “legge e del diritto” in generale; la seconda lezione l’ingresso e l’espulsione dall’Italia; la terza il soggiorno e la residenza; la quarta la cittadinanza e il relativo acquisto; la quinta il diritto all’unità familiare e il diritto di famiglia ; la sesta il diritto del lavoro e l’orientamento al lavoro ; la settima il diritto alla salute e i relativi servizi; l’ottava l’istruzione e la formazione; la nona la casa e l’alloggio, diritti e servizi sul territorio; la decima il diritto alla difesa e le tutele giurisdizionali. Ho spiegato alla classe che le lezioni di orientamento alla legislazione sociale italiana (ma anche alla società e al lavoro) per gli immigrati sarebbero state divise per argomento e organizzate in Unità Didattiche. Ogni Unità Didattica si sarebbe composta da vari sotto-argomenti che forniscono delle informazioni, in termini sintetici, che potevano aiutarli a “decodificare” il loro nuovo ambiente. Difatti ognuno degli argomenti trattati termina con alcune parole chiave che servono ad un approfondimento, inteso sia come 60 analisi del proprio paese di origine che della “nuova” società nella quale il partecipante si trova al momento e che ha necessità di comprendere. Come docente, ma anche come orientatore (all’interno soprattutto di un’azione di sistema, credo che i due ruoli vadano spesso a coincidere) ho dovuto stimolare attraverso la discussione il gruppo dei partecipanti ad una analisi sia della loro situazione esperenziale presente che di quella passata nel paese di origine (facendomi aiutare dal mediatore culturale ). In questo contesto le PAROLE CHIAVE assumono un’importanza fondamentale, non solo come verifica dei contenuti appresi ma anche come punto di partenza per una discussione sugli argomenti dell’Unità Didattica. Come illustrerò in seguito entrando nello specifico delle lezioni frontali (infra par.7) ogni lezione o scheda, poi raccolta e continuamente aggiornata in uno specifico raccoglitore , termina con una appendice nella quale si sono inserite integrazioni, casi concreti affrontati in classe, modulistica di riferimento, approfondimenti richiesti dai corsisti. Questo per dare maggiore elasticità ai contenuti delle lezioni, in riferimento alle risultanze del questionario e alle singole richieste emerse in classe, senza mai perdere di vista le finalità del modulo e gli obiettivi da raggiungere. Sarebbe emerso fin dall’inizio infatti il rischio di trasformare il corso in una serie indefinita di consulenze private legate al rinnovo del permesso di soggiorno, al ricongiungimento familiare alle difficoltà sul lavoro o nella ricerca della casa ... Per evitare di ritrovarmi a gestire uno sportello di informazioni invece di una classe, ho assecondato le richieste dei singoli, esaudendole però solo se attinenti all’argomento del programma e in determinati momenti della lezione. Sapevo del resto che molte delle persone che frequentano questi incontri sono già in Italia da tempo e sono quindi interessate solo ad una parte degli argomenti. Ma è importante illustrare le norme generali relative all’ingresso, alle protezioni sociali e all’asilo, alla maternità, all’educazione dei minori e degli adulti, alla sanità e all’”intercultura”, perché rappresentano, insieme al reddito, al lavoro e l’alloggio, gli elementi principali del benessere che ognuno ha diritto di raggiungere e mantenere. In ogni caso fin dall’inizio mi sono impegnato a suscitare nei corsisti un sano interesse verso le tematiche proposte facendo continuamente riferimento ai risvolti pratici e alle notizie di attualità cercando di motivare il gruppo (motivazione) e di stimolarlo alla ricerca (osservazione) . A questo punto, prima di iniziare con la prima lezione, non mi restava che concordare orari, limite massimo di assenze, numeri telefonici da utilizzare per avvertire in tal caso. Abbiamo stipulato una specie di patto sull’onore : io mi sarei impegnato a prendere in considerazione e rispettare le esigenze della classe, a reperire i materiali per approfondire certe tematiche, a rispondere a particolari questioni o necessità, a garantire il regolare svolgimento delle lezioni, a rispettare la segretezza e la non diffusione di informazioni personali eventualmente acquisite; da parte dei corsisti mi sarei aspettato puntualità, costanza nelle frequenze, raggiungimento dell’ 80 % di ore del corso, rispetto e ascolto degli altri componenti la classe. 61 Dopo aver chiarito procedure e norme di condotta, dopo esserci accordati sul funzionamento e sulle finalità del corso, eravamo pronti per iniziare con le “considerazioni preliminari sulla legge in generale” PREPARAZIONE MATERIALE DIDATTICO E RACCOGLITORE Occorre un’altra premessa, prima di entrare nello specifico delle lezioni. Nel desiderio di organizzare gli incontri con i cittadini stranieri sul tema della legislazione sociale, mi sono imbattuto nella difficoltà di non avere a disposizione una guida, un manuale pratico che mi potesse indirizzare nell’organizzare un corso riguardante la “legge sull’immigrazione”. Oltretutto, le circostanze storiche dell’introduzione della preannunciata legge Bossi – Fini (che dopo varie tribolate vicissitudini sarebbe diventata la 189 del 30 Luglio 2002) aumentavano il clima di incertezza attorno ad una branca del diritto molto complessa e articolata30 . Prima ancora di aver scoperto l’esistenza della “Consulta degli stranieri immigrati e delle loro famiglie” distribuita dal Dipartimento per gli affari sociali31 e prima ancora di avere iniziato la collaborazione con l’O.I.M.32 per la messa a punto di un manuale di orientamento., ho così iniziato a ricercare e ad organizzare materiale legislativo in relazione a tematiche fondamentali quali : l’ingresso in Italia, il soggiorno e la residenza, le espulsioni, la cittadinanza e i diritti fondamentali riconosciuti ai cittadini stranieri (dopo aver esaminato la loro condizione giuridica). A mano a mano che raccoglievo il materiale per renderlo disponibile durante le “lezioni”, mi sono reso conto che potevo realizzare un lavoro con un senso compiuto: una guida agevole e aggiornabile, un documento cartaceo e facilmente consultabile per quanti fossero interessati agli elementi fondamentali di legislazione sociale dedicata soprattutto ai cittadini stranieri. Il tutto con le dovute precisazioni. Innanzitutto non è mia la presunzione di aver realizzato un “manuale giuridico”, sono evidenti i limiti dovuti alla mancanza di un puntuale riferimento agli articoli di legge, dai quali le disposizioni inserite nel testo sono tratte: in modo estemporaneo questo avviene, ma qui colgo l’occasione per esporre in modo sintetico le fonti principali alle quali ho fatto riferimento: Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero: legge n.40 del 6 marzo 1998 Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero: decreto legislativo n.286 del 25 luglio 1998 Documento programmatico relativo alla politica dell’immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato: decreto del Presidente della Repubblica del 5 agosto 1998 30 Basti pensare alla attuale mancanza, ad un anno esatto dalla approvazione della Bossi-Fini, di un testo unico di riferimento e di un regolamento di attuazione. 31 Rispetto alla quale il raccoglitore in realtà conserva maggiori informazioni 32 Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, in relazione al progetto “Azioni di sistema a supporto delle politiche di integrazione sociale e occupazionale di lavoratori immigrati in Italia” 62 Decreti correttivi del Testo unico: decreto legislativo n.380 del 19 ottobre 1998; decreto legislativo n. 113 del 13 aprile 1999. Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero: decreto del Presidente della Repubblica n.394 del 31 agosto 1999 Legge 189 del 30 Luglio 2002 (Bossi-Fini) Andando avanti nell’elenco delle distanze che separano questo lavoro dalla “trattazione propriamente giuridica”, occorre poi evidenziare il mancato riferimento alla giurisprudenza (se non in modo sporadico) e la pressoché totale assenza di citazione di dottrina, più o meno autorevole. I riferimenti alla Costituzione e ai principi in essa enunciati poi, sono il frutto non certo di una “millantata” competenza in ambito giuspubblicistico, ma, anche qui, di un’esigenza pratica. Partendo dalla consapevolezza che l’impianto legislativo dedicato ai cittadini stranieri nasce da un compromesso politico, stimolato dagli interventi polemici durante le “lezioni”, da parte di chi nota le incongruenze della pratica rispetto agli enunciati della teoria, mi sono spesso rifugiato negli articoli della Costituzione per affermare ciò che “dovrebbe ispirare la legge”. La via del ricorso costituzionale è stata spesso intrapresa, infatti, da giudici “coraggiosi” nel tentativo di smascherare contraddizioni interne al sistema legislativo. Per questo motivo ho voluto inserire, come esempio, una sentenza della Corte Costituzionale nell’appendice all’introduzione per questo motivo, inoltre le schede relative al lavoro o alla salute hanno come premessa una succinta esposizione dei relativi principi costituzionali.33 L’importanza delle problematiche relative all’interpretazione sono del resto enunciate proprio da un articolo della Costituzione: l’art.10, il quale afferma che la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali (e dei diritti fondamentali dell’essere umano). Dispute dottrinarie, puntuali riferimenti legislativi, eloquenti sentenze giurisprudenziali, non sono comunque il motivo che mi ha indotto ad eseguire la compilazione a cui sto facendo riferimento. Fornire a cittadini stranieri i primi elementi giuridici in vista di un loro futuro “essere cittadini”, avere a portata di mano un “prontuario” facilmente accessibile per rispondere alle loro domande, realizzare un impianto “aggiornabile” per organizzare un corso di legislazione sociale in relazione all’immigrazione, questi gli obbiettivi che, nati prima da un’esigenza di carattere pratico, mi sono successivamente prefisso. Il lavoro realizzato è soprattutto un “testo vivente”: avendo riprodotto tutto su file salvato in appositi dischetti custoditi nel raccoglitore, tramite l’uso dei “floppies” e l’operazione multimediale del “taglia e incolla” è possibile, sostituendo o aggiungendo materiale, modificare continuamente il contenuto dei fascicoli o semplicemente inserire aggiornamenti nei fascicoli delle appendici. 33 Vista la natura di “opera aperta” di questo lavoro, i “volenterosi” che vorranno aggiungere o modificare materiale troveranno spazio anche in questo campo. 63 Di “opera aperta” dunque si tratta: la suddivisione delle materie e il relativo indice può essere continuamente rivisto; le appendici alla fine di ogni capitolo (scheda) rappresentano un contenitore, un fascicolo nel quale inserire aggiornamenti o approfondimenti o casi pratici o modulistica da riempire a scopo didattico (in vista della presentazione poi di vere proprie pratiche); i servizi, gli indirizzi utili, gli uffici dove presentare le richieste, gli enti o le associazioni a cui rivolgersi, fanno parte di una sezione che può essere comodamente inserita e aggiornata al termine di ogni capitolo (scheda); la modulistica, già presente in materia di ricongiungimento familiare, iscrizione all’università o richiesta di libretto di lavoro, una volta reperita all’interno di Questure o altri enti o uffici, può continuamente trovare nei fascicoli delle appendici un alloggio appropriato. Tutto il materiale è presente nei “dischetti” con l’aggiunta, nell’ultimo di questi, delle leggi fondamentali tradotte in alcuni casi in inglese, francese, 34 spagnolo e arabo . Sono state aggiunte poi anche sei Schede Linguistiche, in relazione a sei argomenti fondamentali del corso, ausilio linguistico alla comprensione degli argomenti giuridici. Grazie soprattutto alla collaborazione di alcuni referenti e dei mediatori culturali, il “testo vivente” , custodito all’interno del Centro Territoriale Permanente di Pontedera, è diventato di dominio dei corsisti che lo hanno potuto consultare direttamente, alla ricerca di informazioni o per risolvere casi concreti. Si è realizzato intorno al raccoglitore una specie di circolo di studio, che ha stimolato “l’autoapprendimento” e la capacità individuale di “problem solving”.Condividere con il docente l’aggiornamento e il perfezionamento del testo ha dato ai corsisti la possibilità di crescere insieme e di acquisire consapevolezza in merito alle proprie abilità sociali 35 di reperimento delle fonti e di verifica delle informazioni (soprattutto in periodi di “sanatoria” e di conseguenti “leggende metropolitane”.). Inoltre, la predisposizione di un raccoglitore di materiale didattico, con siffatte caratteristiche, ha corrisposto ad una delle finalità del progetto “Essere Cittadini” e cioè: l’elaborazione di modelli metodologici sperimentali (da verificare e implementare in itinere) con strumenti applicativi a 36 significativo contenuto di trasferibilità. 34 Qui entra di nuovo in scena il mediatore culturale Abbiamo spesso “navigato” insieme, di concerto con i docenti dei moduli di informatica del progetto, nei siti di interesse giuridico sino al punto di trovarmi in classe, sulla cattedra, le novità o gli approfondimenti trovati dai “ragazzi” stessi. 36 Infatti, considerate le caratteristiche progettuali e i bisogni a cui si vuole rispondere, tale iniziativa può essere standardizzata ed utilizzata quale modello trasferibile per la realizzazione e gestione di successivi interventi formativi simili. 35 64 DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA La prima lezione (durata 4 ore) dopo aver stipulato il “patto d’onore”, ha affrontato il tema delle Considerazioni preliminari sul diritto in generale. Non si è trattato di una “lezione classica” in senso proprio, ci siamo seduti in cerchio per aiutare il sorgere spontaneo di una discussione, per promuovere gli interventi spontanei e per abbandonare momentaneamente i ruoli di docenti e di corsisti favorendo il dialogo (anche grazie all’intervento del mediatore culturale). Prima di dare una definizione di diritto ho chiesto ai “ragazzi” di darmene una loro, le risposte sono state interessanti: Gustavo: “Quello che posso fare fino a che mina quello dell’altro”; Ousman, Makhtar e Megane: “Il diritto è una cosa che appartiene ad ognuno”; Lefter: “Non rubare, non fare niente di male”; Mariame: “Qualcosa che quando è decisa deve essere rispettata”; Simon: “Rispetto delle persone, della società”; Rosemary: “Qualcosa che dobbiamo fare e rispettare, cosa posso fare o no”; Rachy: “Il diritto è il rispetto della legge”; Diabe: “Una legge da rispettare da parte di tutte le Società”; Diadie, Omar, Babacar e Moustapha: “Il diritto è libertà, è democrazia, è tutto quello che le persone devono fare, è indispensabile per tutto il mondo”; Pene: “ Il diritto è un bisogno, una necessità che ogni persona o cosa deve avere, è una cosa che non deve costituire un ostacolo per un altro: ho il diritto di fare qualcosa, ma questo diritto non vuol dire dare noia a un’altra persona”; Lamine: “Il diritto è la democrazia”; Arta: “La legge non funziona qui, i giudici non sono buoni”. A questo punto il dibattito si era acceso e la classe stava mostrando interesse e coinvolgimento, avrei potuto così spiegare che per diritto si intende :” il complesso di norme giuridiche, cioè’ di regole di condotta, generali ed astratte dirette a disciplinare coattivamente la condotta degli individui nella vita sociale.”37 Le caratteristiche della generalità, dell’astrattezza, e della coattività della legge sono state assimilate così più facilmente, partendo da considerazioni condivise che in molti già avevano anticipato. Ho chiesto successivamente alla classe , che cosa secondo voi i diritti fondamentali o diritti di libertà e quali sono, mi è stato risposto: Darwin: “I diritti fondamentali sono i diritti di libertà, libertà di espressione, di pensiero, libertà di educazione, di religione, tutti gli altri diritti derivano dal diritto di libertà”, Laura: “Sono la libertà politica, di religione, il divieto di persecuzione, la libertà di espressione, la parità tra uomo e donna”; Hassan: “Sono diritti fondamentali il diritto al lavoro, il diritto di pensiero, il diritto di abitazione, il diritto di famiglia, la libertà di circolazione senza frontiere, l’uguaglianza e l’integrazione”; Pen: “Il diritto alla vita, il sostentamento, l’alimentazione e la sopravvivenza”; Moustapha: “Il divieto di sopraffazione del più forte sul più debole, il divieto di oppressione, di prepotenza, il rispetto dell’uguaglianza”; Ibrahim: “Bisogno di una 37 Quello di fare domande alla classe per anticipare le risposte su argomenti da trattare è un sistema che ho usato anche in seguito. 65 maggiore tutela, comprensione tra le persone e quindi divieto di abuso delle Forze dell’Ordine”; Ousman: “Diritto di essere, alla vita, di pensare e lavorare” Avrei così potuto parlare di diritti inviolabili (leggendo ad alta voce la Costituzione), di libertà negative e positive senza dire niente di “nuovo”, dando la forte impressione di ascoltare e prendere in considerazione le risposte dei corsisti. Dopo aver chiesto alla classe di parlare delle forme di stato e di governo dei relativi paesi di provenienza all’interno di una specie di “animazione interculturale geo-politica”, condotta di concerto con il mediatore culturale ho infine introdotto e discusso le caratteristiche dello stato italiano, la nozione di repubblica parlamentare, l’ elenco delle fonti del diritto, l’Unione Europea. Impostare il primo incontro d’aula in questo modo mi ha dato l’opportunità di non appesantire fin dall’inizio la classe con nozioni “astratte”, di creare una premessa ideologica per gli argomenti che avrei trattato, di stimolare il dibattito e la discussione (attenzione). Ho presentato inoltre alla classe il “raccoglitore” il suo significato, il suo utilizzo e la necessità di aggiornarlo insieme. Vista l’omogeneità dei successivi incontri affronterò nei successivo paragrafi : le metodologie di insegnamento in classe, la discussione in aula, l’individuazione di parole chiave, gli aspetti linguistici, le modalità comunicative, l’uso del “raccoglitore”, la predisposizione di fascicoli personali per il materiale didattico, lo studio di casi, le modalità di ripasso e di verifica. Mi preme invece adesso elencare gli argomenti affrontati nelle lezioni, puntualizzando il fatto che ognuna di esse è contenuta nel “raccoglitore” e a disposizione di chi vuole averne visione all’interno del Centro Territoriale Permanente di Pontedera, ricordando che la documentazione si completa con i riferimenti legislativi inerenti agli argomenti trattati e le relative parole chiave. Ogni lezione ha avuto una parte di trattazione degli argomenti oggetto specifico del corso, una parte di discussione di gruppo ( a volte generalizzando le tematiche precedentemente affrontate ), una parte di verifica finale (sotto forma di questionario, studio di caso o compilazione di modulistica inerente ai temi dell’incontro) La seconda lezione38 (durata 4 ore) ha affrontato il tema dell’ingresso in Italia, le norme di controllo e repressione di ingressi e soggiorni illegali, i controlli alle frontiere, le tipologie dei visti di ingresso, le espulsioni. In Appendice si possono trovare i “Principali quesiti ricorrenti sui visti d’ingresso”, la “Definizione dei mezzi di sussistenza per ingresso e soggiorno degli stranieri nel territorio dello stato”, il “Manuale comune per il 38 Contenuti trattati : Accordi di Schengen - Frontiere interne – Frontiere esterne - Ingresso- Visto Schengen Uniforme- Visto nazionale- Paese terzo - Transito - Passaporto - Mezzi di sostentamento - S.I.S. (Sistema di Informazione Schengen) - Unione Europea - Cittadino comunitario - Ingresso - Passaporto - Visto di ingresso - Periodo di validità - Durata del soggiorno - Numero di ingressi – Espulsione - Segnalazione ai fini della non ammissione - Minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato Condanna -Diniego di visto - Respingimento alla frontiera 66 trattamento della persona trattenuta nei centri di permanenza temporanea per stranieri in via di espulsione” La discussione in aula è stata stimolata per cercare di riflettere sul contesto sociale in cui agisce l’individuo, sulla interdipendenza delle parti in un sistema regolato da norme comuni ( contesto europeo, area Shengen, riferimenti di carattere geografico sui confini dell’Italia e i flussi migratori). La verifica finale si è basata sui principali quesiti attorno ai visti d’ingresso39.La terza lezione (durata 4 ore) si è incentrata sul tema spinoso del Soggiorno e della Residenza. I temi del permesso di soggiorno, del suo ottenimento e del suo rinnovo, del suo rifiuto e della sua revoca, la carta di soggiorno, l’iscrizione anagrafica, la carta d’identità hanno attirato l’attenzione e un fiume di domande (dilagato nel periodo della sanatoria, con tanto di parenti e amici invitati a chiamarmi per avere lumi e consulenze)40. Insieme alla documentazione legata agli argomenti indicati nel raccoglitore, in Appendice si possono trovare i seguenti documenti : “ Divengono operative le norme sul rilascio della carta di soggiorno” (inserito nel raccoglitore su richiesta di un volenteroso “ragazzo” che aveva precedentemente reperito il materiale sul sito www.stranieriinitalia.it), “Facsimile della domanda del permesso di soggiorno per stranieri”. La discussione di gruppo ha fatto riferimento al permesso di soggiorno come condizione per esercitare diritti e doveri in rapporto con gli altri e per riconoscerli in relazione al diritto positivo di entrare e rimanere in Italia legittimamente ( si è fatto anche riferimento ai diritti naturali comunque esercitabili da chi è “irregolare” o “clandestino” ). Potevo introdurre adesso concetti più tecnici quali le tipologie dei visti di ingresso. Per capire se avevano capito, ho scritto alla lavagna le parole chiave utilizzate sino ad allora, ho indicato una serie di motivi di ingresso, lo studio, il lavoro, il ricongiungimento familiare, le cure mediche, ecc. e ho aperto la discussione in classe chiedendo agli alunni se determinate situazioni, in relazione alla legge sull’immigrazione, avrebbero dato valido titolo per entrare in Italia o per esserne espulsi. Quali sono i requisiti richiesti per il rilascio di un visto per "cure mediche"?L’autorizzazione al rilascio del visto di "reingresso" è sempre necessaria?Ai fini dell’ottenimento del "ricongiungimento familiare", i figli dovranno essere minorenni?A quali soggetti può essere concesso il visto per "culto"? A chi compete il rilascio del visto nel caso di soggiorno, nel corso dello stesso viaggio, in vari Paesi Schengen? Quando va rilasciato il visto per "motivi familiari"? Quale documentazione richiedere per il rilascio di un visto per "affari"?Ascoltate le risposte, consapevole del buon livello di 40 Vi riporto qui un estratto di un articolo da me scritto e pubblicato sulla rivista “Essere Cittadini” nel Novembre 2002 : “…il centro, il chiodo fisso dei nostri incontri è diventato l’emersione di lavoratori immigrati senza diritto di cittadinanza. Chiamatela come vi pare, regolarizzazione o sanatoria, fatto sta che con 696.759 domande presentate alle Poste, l’operazione in corso è la più grande del genere mai realizzata in Italia…si tratta di persone perfettamente inserite nel tessuto socio-economico del nostro paese, lavoratori dei quali aziende e famiglie non possono più fare a meno. Durante il progetto, all’interno delle lezioni, ma anche la mattina, la notte e la Domenica i docenti, i tutors, i coordinatori e anche i bidelli si sono impegnati in una straordinaria opera di mediazione per aiutare i cittadini stranieri ad esercitare il diritto di cittadinanza attraverso il permesso di soggiorno; abbiamo affrontato una emergenza, ma anche grazie a “Essere Cittadini”, molti presto “Saranno Cittadini”. 67 comprensione degli argomenti trattati, ho cercato di sviluppare alcune competenze pratiche, spiegando alla classe come ottenere un visto di ingresso. Ho notato a questo punto una immediata richiesta di poter disporre di carta e penna per prendere appunti; la richiesta è stata esaudita distribuendo appositi moduli, successivamente compilati.L’obiettivo finale di ogni lezione è stato infatti quello di utilizzare conoscenze pregresse, associandole ad altre nuove introdotte successivamente per poi raggiungere insieme ad una competenza pratica e verificabile sull’argomento trattato (consapevolezza. La verifica finale non poteva non avere per oggetto la compilazione di gruppo di moduli sul rinnovo del permesso di soggiorno41. La dimensione che mancava, nelle conoscenze dei corsisti, è una dimensione culturale legata al substrato politico-economico del nostro paese. E’ stato necessario, in parole povere, spiegare la distanza tra la richiesta di lavoro e la difficoltà a ottenere un titolo per lavorare regolarmente. Solo allora ho potuto utilizzare le conoscenze pregresse dei “ragazzi” ampliandole con elementi nuovi. Liberata la mente dalle contraddizioni politiche di un paese che richiede lavoratori, ma spesso non li “riconosce”, ho prepara to il terreno per parlare di condizione giuridica del cittadino “regolare” e di quello “irregolare”. Anche in questo caso ho scritto alla lavagna le parole chiave sui concetti disciplinari sopra elencati e, dopo una trattazione “breve” e “chiara”, abbiamo iniziato la discussione guidata. Ho notato dalle espressioni dei corsisti una certa animosità, un desiderio “represso” di denunciare piccoli soprusi, “angherie” sofferte da chi ha un diritto in base al possesso o meno di un documento. Ho ascoltato gli “sfoghi”, ho utilizzato le narrazioni e le conoscenze sul campo dei “ragazzi” per inserire ogni volta piccole annotazioni, spiegando i termini esatti per il rinnovo, la durata, le clausole di ammissione del permesso di soggiorno, il tipo di contratto di lavoro che ne autorizza il rilascio, subordinato, autonomo, stagionale. L’obiettivo finale di raggiungere “insieme” ( visto lo scambio proficuo di informazioni ) una competenza pratica e verificabile sull’argomento trattato è stato perseguito compilando insieme un modulo sul rinnovo del permesso di soggiorno. L’atteggiamento dei “ragazzi” è stato molto positivo; si sono innescati tutta una serie di meccanismi propositivi di ricerca attiva delle fonti, grazie al “raccoglitore” e al desiderio di non sfigurare in classe. L’odiosa e incomprensibile modulistica si è rivelata soltanto un mezzo per esercitare un proprio consapevole diritto. La quarta lezione (durata 4 ore) ha avuto come oggetto le norme e i diritti di cittadinanza, la cittadinanza italiana e come ottenerla. Oltre ai riferimenti concreti alla L.5/2/92 n°91 si è descritta la condizione giuridica dello straniero. La discussione di gruppo, con la presenza preziosa del mediatore culturale è stata incentrata sulla “universalità” della cittadinanza e sui diritti civili e politici del cittadino. Al termine della lezione abbiamo cercato di 41 Contenuti trattati : Permesso di soggiorno - Rilascio del permesso di soggiorno - Rinnovo del permesso di soggiorno –Validità - Liste di collocamento – Lavoro stagionale - Lavoro autonomo – Lavoro dipendente - Studio - Turismo Rilevazione delle impronte digitali - Carta di soggiorno -Rilascio della carta di soggiorno - Revoca della carta di soggiorno 68 risolvere un caso specifico legato all’ ottenimento della cittadinanza di una corsista russa con un permesso di soggiorno per motivi familiari sposata con un cittadino italiano da appena un mese42. La quinta lezione (durata 4 ore) ha affrontato il tema del “Diritto all’unità familiare”, la protezione sociale e la protezione temporanea, i diritti dei minori. La discussione di gruppo è stata una sorta di “animazione interculturale” all’interno della quale si è parlato della concezione culturale e giuridica di famiglia nei paesi di provenienza dei corsisti43. Alla fine di tutto la conoscenza dei gradi di parentela riconosciuti dalla legge italiana è stata fondamentale per compilare insieme, al termine della lezione, la modulistica per il ricongiungimento familiare44. La sesta lezione (durata 4 ore) è stata dedicata al Diritto del lavoro, al rapporto di lavoro, alle quote di ingresso per motivo di lavoro (la relativa modulistica da presentare alla Direzione Provinciale del Lavoro è presente nell’Appendice, dove si trovava anche la modulistica per il rilascio del libretto di lavoro a stranieri, prima di essere tolta per le novità intercorse, sostituita da un estratto della riforma Biagi). Occorre precisare che di lavoro in realtà si è sempre parlato, soprattutto in relazione al rispetto dei contratti di lavoro stipulati dai corsisti con i relativi datori di lavoro, in relazione alla richiesta di lettura delle buste paga, e in relazione alla conoscenza dei contratti collettivi e delle tutele per i lavoratori, tanto da far nascere la necessità di organizzare moduli specifici45. Praticamente le 42 Contenuti trattati:Straniero – non cittadino – cittadini comunitari - cittadini extracomunitari – cittadinanza italiana – italiani non appartenenti alla Repubblica – apolidi – rifugiati - l’acquisto e la perdita della cittadinanza legge n. 91 del 1992 - parità uomo-donna - la “doppia cittadinanza” - ius sanguinis - ius soli – diritti fondamentali “inviolabili” – e principio di eguaglianza – ragionevolezza 43 Abbiamo fatto riferimento alla famiglia senegalese ad esempio e alla sua struttura orizzontale (con la possibilità per un uomo di sposare fino a quattro donne) con i vari fratelli (“rac” fratello maggiore, “mat” minore). Si è trattato poi di animazione o di gioco perché di lì in poi, a seconda dell’età, abbiamo cercato di capire se saremmo stati “rac” o “mat” l’uno dell’altro. 44 Contenuti trattati:Diritto all’unità familiare - Ricongiungimento familiare -Visto al seguito - Ricongiungimento familiare del genitore naturale - Ricongiungimento familiare del genitore straniero di minore italiano Ricongiungimento familiare del genitore straniero di minore straniero - Permesso di soggiorno per famiglia - Matrimonio misto – Conversione del permesso di soggiorno - Tutela giurisdizionale – Nulla osta - Procedura di ricongiungimento familiare - Coniugio - Figli minorenni - Figli maggiorenni -Genitori 45 All’interno del Progetto “Essere cittadini” si sono realizzati 10 moduli dedicati all’area giuridica e socio-economica. L’opportunità di impostare un modulo dedicato all’orientamento al lavoro e alla disciplina del diritto del lavoro si è manifestata a partire dal primo corso del quale sto esponendo le caratteristiche (molti corsisti hanno partecipato a più moduli). In sintesi, l’impostazione del corso è stata molto simile : invece del questionario iniziale, ai corsiti è stato chiesto di riempire un dossier per la messa in trasparenza valicata delle competenze, appositamente studiato per i cittadini stranieri, implementato e poi sperimentato in un altro progetto: “Ritrovarsi”. Il progetto è stato studiato per rispondere ad una forte esigenza derivata dalla popolazione immigrata che non vede in nessun modo riconosciuta la propria formazione pregressa e spesso anche quella in itinere Si è trattato di disegnare un percorso personalizzato che ha come finalità la validazione delle specifiche competenze di ogni utente attraverso il lavoro di rete delle varie agenzie formative, verificando le capacità di ciascuno all’interno di uno stage nelle varie aziende locali. In questo modo si è favorito l’incontro tra il mondo occupazionale della Valdera e le reali attitudini che caratterizzano ciascun utente. Ritornando ai moduli di orientamento al lavoro all’interno di “Essere Cittadini”, le lezioni, oltre che far emergere la consapevolezza sulle competenze di base e trasversali dei cittadini stranieri attraverso il dossier, hanno avuto come tema il mondo del lavoro in Italia, il diritto del lavoro, che cosa ci si aspetta dal lavoratore e che cosa deve pretendere dagli altri nel rapporto di lavoro, una guida per progettare e pianificare l’ingresso e la crescita nel mondo del lavoro ( o per cambiare occupazione). La conoscenza diretta dei fabbisogni del mercato del lavoro e il collegamento con altri progetti, ha prodotto poi significative ricadute occupazionali. Per evitare di trasformare questa nota a piè di pagina in una “ulteriore ricerca”, concludo affermando l’importanza delle azioni di sistema e degli influssi sulle metodologie didattiche utilizzate in classe tese all’informazione e all’orientamento. 69 discussioni di gruppo sorte spontanee, hanno spesso riguardato le modalità di funzionamento del mercato del lavoro (e le attese novità), la ricerca attiva del lavoro, le differenze tra i vari contratti di lavoro e la necessità di aumentare le proprie conoscenze del diritto del lavoro per migliorare la propria posizione contrattuale. Al termine dell’incontro ho rivolto alla classe un questionario a risposte multiple sul diritto del lavoro46. La settima lezione (durata 4 ore) è servita per parlare di diritto alla salute, legislazione in materia, informazioni di base sul (si tratta di un argomento da approfondire durante i corsi di formazione professionale, ma che qui è stato affrontato nei suoi aspetti più importanti). In Appendice è stata inserita la Circolare n 40/98/1010 del 22 aprile 1998, una scheda dal titolo : “ risarcimento del danno biologico conseguente a un sinistro costituisce un diritto inviolabile dell’uomo ( a prescindere dal possesso di un regolare permesso di soggiorno) “. La discussione di gruppo ha affrontato il tema della salute e del diritto all’ambiente salubre come fattore di benessere individuale e collettivo. Al termine ho sottoposto alla classe un questionario a risposta multipla sulla sicurezza e igiene del lavoro47. L’ottava lezione (durata 4 ore) ha avuto come tema l’istruzione e la formazione, l’educazione e l’accesso all’istruzione, il motivo del finanziamento di un progetto come “Essere Cittadini” e dei fondi strutturali della comunità europea (il Fondo Sociale Europeo soprattutto). In Appendice ho depositato la modulistica di prescrizione/iscrizione universitari di cittadini stranieri (gentilmente prestato da un corsista desideroso di iscriversi alla Facoltà di ingegneria di Pisa). Insieme abbiamo cercato poi di compilarla. La discussione di gruppo è servita per orientarci nelle diverse offerte formative ( ho portato in classe l’elenco completo dei corsi offerti dalla Provincia di Pisa) e per aumentare la consapevolezza dell’importanza della formazione individualizzata e delle finalità politiche del corso che stavano frequentando ( e dei motivi della sua gratuità )48. La nona lezione (durata 4 ore) ha cercato di puntare i riflettori sui diritti alla casa e all’alloggio, sui servizi forniti dal Comune di Pontedera, sulle possibilità di finanziamento e di accedere agli alloggi popolari. Si è trattato di una lezione atipica condotta soprattutto attraverso i racconti e le peripezie dei corsiti per reperire una sistemazione idonea alle proprie esigenze; si è parlato di servizi e della relativa efficienza o inefficienza sul 46 Contenuti trattati: Rapporto di lavoro e contratto di lavoro - diritti e doveri del lavoratore – tutela del lavoroLavoro autonomo - Lavoro dipendente - Decreto flussi -Programmazione - – Quote riservate - Cooperazione in materia di controllo dei flussi -Riammissione - Chiamata numerica - Lavoratori di origine italiana - Titoli di prelazione Sportello unico per l’immigrazione - Centro provinciale per l’impiego - Assunzione - Nulla osta - Richiesta nominativa – Richiesta numerica - Garanzie - Contratto di soggiorno 47 Contenuti trattati : Accesso al lavoro – Servizio Sanitario nazionale –Azienda ASL - Accesso ai servizi sanitari Accesso ai servizi sociali - Decreto Legislativo 626/94 sicurezza e salute dei lavoratori sul posto di lavoro – ambiente salubre – benessere individuale e collettivo – diritto all’integrità fisica 48 Contenuti trattati : diritto allo studio – educazione degli adulti – progetto e finanziamenti- Istruzione - formazione professionale – Scuola dell’obbligo e Scuola Secondaria Superiore – Università – Formazione per tutto l’arco della vita. 70 territorio, facendo confronti con le aree geografiche di provenienza dei cittadini stranieri49. La decima e ultima lezione (durata 4 ore) ha infine messo in evidenza il diritto alla difesa, il sistema giurisdizionale italiano e le norme a tutela dei diritti del cittadino. Nell’appendice del raccoglitore è tuttora contenuto un documento dal titolo: “ La difesa del cittadino extracomunitario tra difesa d’ufficio, di fiducia e gratuito” la cui lettura in classe ha permesso di evidenziare le relative differenze e la necessità di informare in merito alla possibilità di essere difesi in un eventuale giudizio. La discussione di gruppo ha suscitato un dibattito in merito alle condizioni carcerarie di molti cittadini stranieri facendo un raffronto con epoche passate e con metodi accusatori o inquisitori di procedere nel processo. E’ rimasto del tempo per affrontare il caso di Mohammed che aveva fatto ricorso al T.A.R. per opporsi al rigetto da parte della questura della sua richiesta di far entrare in Italia il cognato, attraverso il meccanismo dello “sponsor”.50 Stanchi, ma non annoiati per la rilevanza degli argomenti trattati, ci siamo così dati appuntamento per il penultimo incontro dove avrei sottoposto i ”ragazzi” ad un questionario finale e alla compilazione di una scheda di valutazione dell’esperienza ( durata 4 ore, di cui almeno 2 di successiva discussione ). Per quanto riguarda il test finale, si è trattato di un modo semplice per concludere il corso gratificando i “ragazzi” che avevano portato a termine positivamente il modulo con un risultato da verificare e apprezzare. Il premio sarebbe stato la consegna di un attestato e il riconoscimento del buon lavoro fatto. Potremmo a questo punto fare riferimento agli “standard” per rilevare le competenze base degli adulti. All’interno del progetto “Essere Cittadini” è stata prevista a tale scopo un’azione specifica di Bilancio delle competenze in uscita (2 ore per 200 corsisti); attraverso un colloquio individuale è stato aggiornato il portfolio delle competenze e visto il rapporto esclusivo tra bilanciatore e bilanciato, solo in casi particolari, è stata presente la figura di un mediatore. In relazione al percorso formativo svolto si è valutata anche la motivazione a intraprendere altri percorsi formativi (anche di autoaggiornamento) sia formali che informali. Questo modello ha garantito la possibilità di ingresso e di uscita differenziate, consentendo l’adattamento alle diverse possibili condizioni di partenza dei soggetti e graduando altresì gli obiettivi individuali. Aldilà del raggiungimento o meno di standard condivisi in materia di educazione degli adulti i “ragazzi” hanno comunque sempre raggiunto risultati e credo sia compito del docente valorizzarli in vista di una loro 49 Concetti disciplinari : Alloggio - Reddito – Accoglienza e Centri di Accoglienza – Alloggi sociali – Beni mobili e immobili – Acquisto – Servizi sul territorio Meccanismo non più utilizzabile con l’entrata in vigore della “Bossi-Fini” Contenuti trattati nell’ultima lezione : Diritto di difesa – difensore – processo - Arresto - Centro di permanenza temporanea e assistenza - Corte di Cassazione - Ordine di lasciare il Territorio Nazionale - Ricorso - Termini- Trattenimento - Tribunale Amministrativo Regionale - Illecito - Reato - Immigrazione clandestina - Favoreggiamento - Ingresso illegale - 50 71 successiva spendita, o di orientarli verso un miglioramento o diverso utilizzo. 8. Riflessioni finali sulle metodologie di insegnamento in classe, la discussione in aula, l’individuazione di parole chiave, la predisposizione di fascicoli personali per il materiale didattico, lo studio di casi, le modalità di ripasso e di verifica, gli aspetti linguistici, le modalità comunicative In relazione ad ogni Unità Didattica presentata nel corso delle lezioni (e organizzata progressivamente nel “Raccoglitore”) ho utilizzato testi di saggistica giuridica per illustrare l’argomento in discussione. Ho rilevato subito che i materiali didattici da distribuire in classe51 come punto di riferimento per le esposizioni dovevano essere brevi ed efficaci, la loro lettura è avvenuta ad alta voce e spesso da parte dei corsisti stessi. Si doveva esporre subito il concetto da rappresentare, solo successivamente se ne potevano apprendere le sfaccettature. Ho cercato di utilizzare le mie conoscenze sul “come parlare in pubblico” volgendo la sguardo preferibilmente verso gli alunni in fondo alla classe, dispensando di “intense occhiate” uno ad uno i corsisti periodicamente e richiamando l’attenzione con l’utilizzo di alcuni semplici trucchi, frasi come: “Che cosa stavo dicendo ?”, domande continue aspettandomi le risposte per dispensare grandi riconoscimenti a chi si sarebbe avvicinato in qualche modo alla soluzione. Il ripasso di ogni lezione precedente è stato chiesto ai corsisti, con relativa corsa rovinosa per recuperare gli appunti presi; ogni volta che qualcuno ha mostrato di aver appreso un concetto gli è stata data la possibilità di spiegarlo alla classe intera, con un gioco di continua alternanza di ruoli tra docente e allievo. Da questo punto di vista è stato utile preparare delle parole chiave per ogni unità didattica e scriverle sulla lavagna al termine della trattazione dell’argomento (durata mai più di un’ora, un’ora e mezzo di tempo) per rendere “visibile” il concetto di cui avevamo dibattuto. Parole che poi restavano in “bella vista” e influenzavano il successivo dibattito che veniva svolto in modo problematico per stimolare la discussione (della durata di un’ora circa ogni volta) da parte del gruppo52. Non si è mai trattato di una presentazione chiusa ma fatta in modo da porre domande ai partecipanti e da stimolare le loro curiosità e perplessità. Visto che l’obiettivo non voleva essere quello di “addomesticare” i nuovi migranti, per questo motivo la valutazione dell’apprendimento si è svolta attraverso l’osservazione da parte mia del livello di partecipazione e di interessamento durante le discussioni di gruppo 51 Successivamente, viste le richieste personali di poter disporre di materiale individuale, ho fatto acquistare dall’Amministrazione del progetto dei raccoglitori con fogli trasparenti per ognuno dei corsisti, all’interno dei quali inserire i documenti, le prove fatte in classe, la modulistica utilizzata da ognuno. Gli studenti del modulo di legislazione sociale, si distinguevano all’interno del Centro Territoriale, proprio per il colore azzurro di tali maneggevoli contenitori. 52 Giova ancora ricordare il valido sostegno, in questi momenti, del mediatore culturale di lingua araba o albanese 72 Il test o questionario finale (della durata di quaranta minuti circa)53 spesso è stato condotto stile “Gerry Scotti”, per cercare di non scatenare paure o ansie da prestazione. In altre occasioni, come già ho anticipato, ho preferito al quiz la risoluzione (o meglio lo studio) di casi concreti o la compilazione di modulistica attinente agli argomenti trattati. Dovendo rivolgermi a “ragazzi” stranieri, pur potendomi avvalere della collaborazione di un mediatore culturale capace di tradurre istantaneamente dall’italiano ad alcune delle lingue meglio conosciute in classe, pur non essendo essendo esperto di insegnamento dell’italiano, ho dovuto tener conto di tutta una serie di aspetti linguistici. Dal punto di vista della comunicazione ho preferito concentrarmi sul messaggio indipendentemente dalla forma in cui questo veniva espresso; verificare la effettiva comprensione di ogni messaggio rivolto ai destinatari; usare un lessico di base, evitando i termini colti nelle interazioni con i destinatari (p.es. “trovare” invece di “reperire”, “fine” invece di “cessazione”, “se” invece di “nel caso in cui”); spiegare ogni nuovo termine tecnico; semplificare il modo di parlare in modo da essere compreso almeno all’80% da ogni destinatario. Usando strategie di semplificazione del discorso orale ho cercato di: rallentare la velocità di dizione; aumentare le pause; usare spesso le ripetizioni e le riformulazioni di frasi e concetti; usare codici non verbali (gesti, simboli grafici, disegni alla lavagna54) per illustrare il discorso orale; formulare le domande preferibilmente in forma chiusa (in modo da favorire, negli stadi iniziali, risposte polari del tipo sì/no); accompagnare il discorso orale con parole-chiave scritte (su lucido o lavagna) che riassumano i concetti illustrati a voce; preferire frasi brevi a discorsi lunghi e complessi; favorire l’interazione con il destinatario evitando il monologo; evitare il ricorso a metafore, espressioni idiomatiche, proverbi (preferendo un discorso riferito a luoghi, persone e fatti concreti di tipo esperienziale); esplicitare tutti i riferimenti alla cultura italiana per evitare che le incomprensioni sorgano non da problemi linguistici ma piuttosto interculturali; evitare, di conseguenza, gli impliciti culturali (ascolto/attenzione/comprensione). Tutta questa serie di premure e di pratiche comunicative sono il frutto di continua, ossessiva verifica della capacità di trasmettere messaggi e comunicare informazioni. L’esperienza di centinaia di ore di lezione e di incontri personali con “cittadini stranieri” sino al punto di diventare “esperto in comunicazione interculturale” 55, ha talmente inciso sulle mie modalità comunicative da farmi abbandonare definitivamente le poche forme “forbite” di espressione in lingua italiana 53 Un attento osservatore potrebbe osservare che, sommando la durata della trattazione dell’argomento con la discussione di gruppo e con il test finale si raggiungono massimo 3 ore e 10 minuti. Per ottenere le 4 ore previste da ogni lezione bisogna però tener conto di due abbondanti pause, necessarie per ritemprare le energie fisiche e per eventuali colloqui personali. 54 E’ rimasta famosa una mia mostruosa rappresentazione dell’Italia e dell’Europa disegnate alla lavagna per spiegare i confini dell’area Shengen. 55 Anche a seguito dell’ottenimento di titolo di “mediatore interculturale” a seguito di in corso IFTS di 1200 ore frequentato tra il Settembre 2000 e il Febbraio 2002. 73 conosciute in luogo di “messaggi diretti”, “frasi a effetto immediato”…in parole povere ho imparato a “parlare in stampatello”. Un ultima considerazione vorrei farla attorno alla decisione di usare il “tu” con i destinatari. Spesso molti cittadini stranieri avvertono questo modo di comunicare come una mancanza di rispetto o una sorta di discriminazione rispetto all’uso del “lei” che ci riserviamo tra italiani. E’ stato di conseguenza necessario chiedere anticipatamente il permesso, magari accordandosi alla francese: “on se tutoie?” . Il motivo principale per l’utilizzo di tale forma di comunicazione è soprattutto il fatto che le forme verbali sono più comprensibili, non si ricorre al congiuntivo di cortesia, in più si instaura un rapporto più informale e confidenziale. Per questo è valso la pena darsi del “tu”. La valutazione di tutta la serie di elementi56 indicati avrebbe potuto prendere anche la forma di un “diario di bordo” : brevi osservazioni appuntate in un quaderno alla fine di ogni incontro con i corsisti. Questa forma di osservazione avrebbe avuto il vantaggio di raccogliere nella loro immediatezza sia le reazioni dei corsisti sugli argomenti dibattuti che la valutazione/riflessione del docente sul metodo e sugli strumenti utilizzati durante l’incontro. Avrebbe sollecitato anche una certa sperimentazione da un incontro all’altro per migliorare la metodologia di orientamento. Ma il condizionale usato in questo ultimo periodo sta ad indicare una buona volontà iniziale, un utilizzo iniziale di un maneggevole libretto di appunti (ormai smarrito), e un successivo abbandono con l’impossibilità di riprodurlo come documento.57 “FOLLOW UP” FINALE DI 2 ORE, CONSEGNA ATTESTATI, UTILIZZO DEL “RACCOGLITORE” Per concludere questo primo lavoro, non mi resta che fare riferimento all’ultimo incontro, fatto a distanza di qualche settimana dalla compilazione del Questionario finale e della scheda di valutazione dell’esperienza. Il tempo trascorso è servito per rivedere il film dell’intero corso, per correggere il test, per preparare l’attestato, per permettere il bilancio di competenze in uscita. Quella sarebbe stata anche l’occasione per metter a disposizione degli alunni il “raccoglitore”, per disciplinarne l’utilizzo e la reperibilità, magari responsabilizzando qualche “referente”. “Essere Cittadini” è stato un percorso condiviso per raggiungere e imparare a utilizzare strumenti di cittadinanza attiva. Utilizzare autonomamente il “raccoglitore” è servito per sviluppare capacità di problem-solving, per distaccarsi, alla fine delle lezioni, dal rigido modello docente-alunno e creare il pretesto per formare una sorta di “circolo di studio” promuovendo “l’autoformazione”. 56 Ad esempio gli argomenti scelti, la suddivisione degli argomenti, le parole chiave, la presentazione delle schedecontenuti, il linguaggio utilizzato, la conoscenza/mancanza di conoscenza del paese di origine dei corsisti, il reperimento ed utilizzo del materiale, le difficoltà incontrate, l’osservazione del gruppo, il grado di coinvolgimento dei corsisti nelle discussioni di gruppo, eventuali giudizi da parte dei corsisti, esame del clima d’aula. 57 Questo non significa che in modo non formale tale verifica non sia avvenuta e che i moduli svolti successivamente, nell’arco di un anno circa, non siano stati il frutto di continui tentativi di miglioramento rispetto alle esperienze precedenti. 74 Attualmente il “testo vivente” si trova all’interno dell’Istituto Pacinotti di Pontedera (PI) in via Dante 42 è testo di studio, ma anche di confronto…presto il continuo passaggio e il continuo alternarsi dei cittadini migranti nelle nostre terre porterà il “raccoglitore “ in un polveroso e dimenticato scaffale del Centro Territoriale… mi auguro soltanto, a quel punto, che il “curioso” che salverà il lavoro da sicuro incenerimento rimanga colpito dall’idea di fondo e dalle parole che ne precedono le lettura: …a disposizione di quanti possano trarne una sia pur ridotta utilità e magari l’occasione di qualche critica, chiedendo anticipatamente scusa per gli eventuali errori commessi, vi lasciamo alla lettura del materiale raccolto con una precisazione: questo lavoro è solo l’inizio di una attività che richiama, sia per la prima che per la seconda parte, alla futura collaborazione di quanti vorranno portarvi modifiche, aggiornamenti e approfondimenti. …58 58 L’eccessiva enfasi è dovuta all’orario in cui ho scritto quest’ultimo passaggio: le 3 di notte, momento in cui la stanchezza e il sonno mi hanno reso momentaneo “eroe e preda” di un nuvolo di zanzare che mi ha divorato. 75