Potere ai Lavoratori
Riforma Radicale delle Pensioni
di José Piñera
(Traduzione a cura dell'Istituto Venezie)
http://www.josepinera.com/josepinera/Jp_ABC_Revolucion_pension_it.htm
Uno spettro si aggira per il mondo. È lo spettro della bancarotta dei sistemi pensionistici
amministrati dallo stato. Il sistema paga-come-vai [pay-as-you-go] che ha regnato supremo
per la maggior parte del 20° secolo ha una pecca fondamentale: tale sistema distrugge, a
livello individuale, il collegamento tra contributi e benefici – in altre parole, tra sforzo e
ricompensa. Ogniqualvolta ciò accade su grande scala e per un lungo periodo di tempo, il
risultato finale è il disastro.
Due fattori esterni al sistema aggravano le
conseguenze di questa pecca: la tendenza
demografica a livello mondiale verso una
diminuzione dei tassi di natalità ed i progressi
nella scienza medica risultanti in un
allungamento della vita umana. Come
conseguenza di ciò, un numero minore di
lavoratori deve sostenere un numero sempre
più crescente di pensionati. Siccome un
aumento delle ritenute sullo stipendio ha
come conseguenza la disoccupazione, presto
o tardi i benefici promessi dovranno essere
ridotti, segno rivelatore di un sistema in
bancarotta. Che i benefici vengano ridotti per
mezzo dell’inflazione, come succede nella
maggior parte dei paesi in via di sviluppo,
oppure per mezzo di legislazione, il risultato è
lo stesso: viene a crearsi il timore della
vecchiaia
a
causa,
paradossalmente,
dell’insicurezza inerente ad un sistema di
“previdenza sociale” senza fondi.
In Cile, la Riforma delle Pensioni del 4
Novembre 1980 introdusse un’innovazione
rivoluzionaria. La Riforma diede a ciascun
lavoratore la possibilità di poter scegliere di
staccarsi
completamente
dal
sistema
pensionistico amministrato dallo stato e di
versare invece la precedente ritenuta sullo
stipendio (10% della paga) su un conto
pensionistico personale (CPP) amministrato
da enti privati. Siccome il 95% dei lavoratori
scelse il sistema CPP, il risultato finale fu una
“privatizzazione dal basso” del sistema
pensionistico Cileno.
Questa Riforma omnicomprensiva ha cambiato drammaticamente l’economia e la società
Cilene. Sei milioni di lavoratori (95% della forza lavoro) possiedono un CPP ed essi non
dipenderanno assolutamente dallo stato per la loro pensione, a meno che non siano molto
poveri.
In questi 28 anni, l’interesse medio annuale dei CPP è stato circa del 9% al disopra del tasso
d’inflazione. I benefici pensionistici nel sistema CPP sono già dal 50 al 100 per cento più alti – a
seconda che riguardino vecchiaia, invalidità o benefici per familiari superstiti – di quanto essi
fossero stati nel sistema paga-come-vai. Le risorse accumulate nei CPP dei lavoratori e le
riserve (per le rendite vitalizie annue) possedute dalle compagnie di assicurazioni ammontano
a 120 miliardi di dollari, ovvero circa l’ 80% del Prodotto Interno Lordo (PIL) del Cile. Avendo
aumentato i risparmi e migliorato il funzionamento di entrambi i mercati del capitale e del
lavoro questa Riforma ha rappresentato, una volta raggiunta la maturità, il singolo più
importante cambiamento strutturale tra quelli che hanno contribuito al raddoppiamento del
tasso di crescita economica (nel periodo 1985-1997, il tasso storico annuo di crescita
economica è passato dal 3% al 7,2%).
Come Funziona
Nel nuovo sistema pensionistico Cileno, i benefici pensionistici di un lavoratore sono
determinati dall’ammontare di denaro che costui accumula nel proprio CPP durante i suoi anni
lavorativi. Né il lavoratore né il datore di lavoro pagano alcuna trattenuta sullo stipendio. E non
succede neppure che il lavoratore riceva benefici sovvenzionati dallo stato (a meno che egli
non abbia i requisiti necessari per ricevere la pensione minima).
Invece, ciascun mese il 10% del suo salario proveniente dalla precedente trattenuta sullo
stipendio viene depositato dal datore di lavoro, esente da tasse, sul suo CPP. 1 L’aliquota del
10% venne calcolata presupponendo per un CPP un interesse reale medio del 4% durante
un’intera vita lavorativa, in modo tale che il tipico lavoratore abbia abbastanza denaro nel
proprio conto per poter finanziare un beneficio pensionistico pari ad approssimativamente il
70% del suo stipendio finale. Un lavoratore può contribuire ogni mese fino ad un ulteriore 10%
del proprio stipendio, come forma di risparmio volontario, detraibile pure questo dal reddito
imponibile. L’interesse percepito da un CPP è esente da tasse. Una volta in pensione, sui fondi
che vengono prelevati, vengono pagate le tasse in base alle aliquote d’imposta sul reddito in
vigore in quel momento.
Un lavoratore può scegliere una qualsiasi delle compagnie di
fondi pensionistici private (chiamate Administradoras de
Fondos de Pensiones, ossia AFP) per amministrare il proprio
CPP. Un provvedimento fondamentale è la completa libertà
d’accesso al settore industriale AFP, sia per le compagnie
locali che per quelle straniere (le compagnie straniere
possono possedere fino al 100% di una AFP) in modo
d’assicurarsi esista competizione e beneficiare quindi i
lavoratori. Queste compagnie non possono impegnarsi in
alcuna altra attività e sono soggette a rigorosi controlli da
parte di una entità statale, la Sovrintendenza alle AFP, che
fu creata allo scopo di fornire una sorveglianza altamente
specializzata atta a prevenire furti o frodi.2
1.
Questa percentuale obbligatoria
viene applicata solo ai primi 24,000
dollari dello stipendio annuo. Pertanto,
con l’aumento dei salari dovuto alla
crescita economica, la quota di
“risparmio obbligatorio” del sistema –
presa come percentuale di stipendio
totale del lavoratore - diminuisce. È da
notare che questo limite massimo, che
nella legge è espresso in pesos
indicizzati all’inflazione, non è stato
toccato in 26 anni da quattro diversi
governi.
2.
Per informazioni statistiche complete
in merito ai 26 anni del sistema,
visitare
il
sito
internet
della
Sovrintendenza alle AFP, www.safp.cl
Ciascuna AFP gestisce cinque fondi d’investimento, aventi
un diverso rapporto obbligazioni-azioni (lo schema originario
permetteva un solo fondo per ciascuna AFP). Mentre i lavoratori più anziani hanno l’obbligo di
possedere fondi aventi un’alta percentuale d’investimento in titoli a rendimento fisso, i
lavoratori giovani possono avere una percentuale molto più alta dei propri fondi investita in
azioni. Le decisioni su come investire vengono prese dalla AFP, tuttavia il lavoratore può
scegliere sia la AFP che, entro certi limiti, il fondo di sua preferenza. La legge stabilisce
soltanto dei limiti percentuali massimi sia sul tipo specifico di strumenti finanziari che sulla
composizione d’insieme del portafoglio d’investimenti; e lo spirito della riforma è tale che,
come le società AFP acquisiscono esperienza ed i mercati del capitale migliorano il loro
funzionamento, questi provvedimenti dovranno essere progressivamente ridotti. Non esiste
alcun obbligo ad investire in titoli di stato od in qualsiasi altra specifica obbligazione privata o
di stato. Dal punto di vista legale, le società AFP ed i fondi d’investimento sono entità separate.
Pertanto, dovesse una AFP fallire, ciò non avrà alcuna ripercussione sui beni dei fondi – in altre
parole, sugli investimenti dei lavoratori – e saranno soltanto gli azionisti della AFP a perdere il
proprio capitale.
I lavoratori hanno la libertà di trasferirsi da una società AFP ad un’altra, e da un fondo ad un
altro. Le società competono quindi tra di loro al fine di fornire un maggior rendimento sul
capitale investito, oppure un miglior servizio clienti, oppure una tariffa inferiore. Ciascun
lavoratore riceve un libretto CPP (da utilizzarsi se costui vuole visitare la propria AFP allo scopo
di aggiornare il saldo del conto) ed ogni tre mesi egli riceve per posta un resoconto che lo
informa di quanto denaro è stato accumulato nel suo conto pensionistico e di come si è
comportato il suo fondo d’investimento. Il conto è intestato personalmente al lavoratore, è di
sua proprietà, e verrà utilizzato per pagare la sua pensione di vecchiaia (con una clausola in
merito ai tradizionali benefici pensionistici per familiari superstiti).
Com’è da aspettarsi, le preferenze individuali per quanto riguarda la vecchiaia differiscono da
persona a persona come per qualsiasi altra preferenza. Alcuni individui vogliono continuare a
lavorare per tutta la vita; altri non vedono l’ora di smettere di lavorare per dedicarsi alle loro
vere aspirazioni o svaghi preferiti. Il sistema paga-come-vai non permette che tali preferenze
vengano esaudite, eccetto nei casi in cui potenti gruppi di elettori esercitano pressioni collettive
per avere, ad esempio, un’età di pensionamento anticipata. È un sistema del tipo “taglia-unicaper-tutti” che può esigere il pagamento di un alto prezzo in termini di felicità umana.
Il sistema CPP, d’altro canto, permette che le preferenze individuali possano essere trasformate
in decisioni individuali che produrranno il risultato desiderato. Nelle filiali di molte AFP ci sono
dei terminali elettronici di semplice utilizzo sui quali un lavoratore può calcolare il valore
previsto dei propri benefici pensionistici futuri, in base al denaro presente nel suo conto, alla
lunghezza di vita prevista per il suo gruppo d’età, e all’anno in cui egli desidera andare in
pensione. In alternativa, il lavoratore può specificare il beneficio pensionistico che egli desidera
ricevere e calcolare la quantità ulteriore di denaro che egli deve depositare ogni mese se
desidera andare in pensione ad una certa età. Ottenuta la risposta, egli chiede semplicemente
al proprio datore di lavoro di prelevare dal suo stipendio la nuova percentuale. Naturalmente,
al trascorrere del tempo, egli può variare tale figura a seconda del rendimento effettivo del suo
fondo pensionistico o di altre variabili pertinenti (ad esempio, aumento di lunghezza media
della vita).
A tutti i lavoratori, che essi fossero impiegati da aziende
private o dallo stato, venne data la possibilità di scegliere di
staccarsi dal sistema paga-come-vai.3 I lavoratori in proprio
non hanno l’obbligo di partecipare al sistema CPP dato che
costoro non facevano parte del sistema paga-come-vai, ciò
a causa delle difficoltà pratiche di far rispettare in una
nazione come il Cile qualsiasi sistema obbligatorio per
individui lavoranti in proprio. Ma la riforma pensionistica
permette loro di entrare nel sistema CPP se lo desiderano,
creando quindi un incentivo per coloro che lavorano in nero
(lavoratori informali) ad entrare nell’economia formale.
3.
Agli appartenenti alle forze armate
ed alla polizia nazionale non fu offerta
la possibilità di staccarsi dal sistema.
Da allora, il disavanzo del loro
sistema paga-come-vai ha raggiunto
livelli insostenibili. Nella riforma
pensionistica
originaria
erano
compresi anche loro, tuttavia il
relativo articolo fu rigettato dal
Ministero della Difesa con il pretesto
che per legge era loro prerogativa il
poter inserire tali variazioni.
Lo stato garantisce una “rete di sicurezza”. Un lavoratore che abbia contribuito per almeno 20
anni ma i cui benefici pensionistici, al momento in cui egli raggiunge l’età pensionabile, siano al
di sotto di ciò che la legge definisce come “pensione minima” ha diritto a ricevere quel livello di
beneficio da generiche entrate finanziarie statali una volta che il suo CPP si sia esaurito. Esiste
un secondo livello della “rete di sicurezza” per coloro che non hanno 20 anni di contributi;
costoro riceveranno benefici pensionistici, di tipo assistenza sociale, ad un livello inferiore.
Un aspetto chiave della riforma consistette nel cambiare il significato del termine “andare in
pensione”. L’età legale di pensionamento è di 65 anni per gli uomini e di 60 anni per le donne
(queste erano le età nel precedente sistema paga-come-vai e non furono poste in discussione
o variate durante il processo di riforma dato che non costituivano una caratteristica
fondamentale del sistema CPP). Tuttavia nel sistema CPP, i lavoratori aventi nel proprio conto
risparmi sufficienti ad acquistare una “rendita annua ragionevole” (definita come il 50% dello
stipendio medio dei precedenti 10 anni, e a condizione che essa sia superiore alla “pensione
minima”) possono smettere di lavorare, cominciare a prelevare il proprio denaro, e smettere di
versare contributi nel proprio conto. Naturalmente, un lavoratore può continuare a lavorare
anche dopo aver cominciato a prelevare il proprio denaro. Per poter esser presi in
considerazione per il sussidio statale che garantisce una pensione minima, i lavoratori devono
raggiungere l’età legale di pensionamento. Tuttavia, non esiste affatto alcun obbligo di
smettere di lavorare, qualunque sia l’età, e non esiste neppure l’obbligo di continuare a
lavorare o di continuare a versare contributi per i benefici pensionistici una volta che un
individuo si sia accertato poter ricevere un beneficio pensionistico “ragionevole” come descritto
sopra.
Al momento del pensionamento, un lavoratore può scegliere tra tre opzioni di pagamento. Nel
primo caso, il pensionato può utilizzare il capitale nel proprio CPP per acquistare una rendita
annua da una qualunque compagnia privata di assicurazioni sulla vita. Questa rendita deve
garantire un reddito mensile costante per tutta la vita dell’individuo, reddito collegato al tasso
di inflazione (sul mercato finanziario Cileno sono disponibili titoli indicizzati in modo tale che
queste compagnie possano investire in modo appropriato), più benefici “per-superstiti” per i
familiari a carico del lavoratore (moglie ed orfani sotto l’età dei 21 anni). Seconda opzione, il
pensionato può lasciare il proprio denaro nel CPP ed effettuare dei prelievi prestabiliti, prelievi
soggetti a limiti basati sulla lunghezza di vita prevista del pensionato e dei suoi familiari a
carico; con questa opzione, se egli muore, il denaro rimanente nel suo conto forma parte della
sua eredità e potrà essere consegnato ai suoi eredi esente praticamente da tasse. In entrambi i
casi, egli può prelevare in blocco unico il capitale eccedente quello necessario per ottenere una
rendita annua o per effettuare i prelievi prestabiliti pari al 70% del suo ultimo stipendio. E
terza opzione, egli può scegliere qualunque combinazione egli desideri delle precedenti due
opzioni.
Il sistema CPP risolve il problema tipico dei sistemi paga-come-vai per quanto riguarda la
questione demografica del mercato del lavoro: in una popolazione che invecchia il numero di
lavoratori per ciascun pensionato è in diminuzione. Col sistema CPP, la popolazione lavorativa
non paga tasse per finanziare la popolazione in pensione. Pertanto, a differenza del sistema
paga-come-vai, viene ad evitarsi una situazione di potenziale conflitto intergenerazionale ed
una eventuale bancarotta. Il problema che molte nazioni si trovano a fronteggiare – una
previdenza sociale statale con immensi debiti e senza copertura finanziaria – non esiste col
sistema CPP.
A differenza dei sistemi pensionistici aziendali i quali solitamente impongono dei costi a quei
lavoratori che lasciano l’azienda prima di un prestabilito numero di anni e che a volte hanno
come conseguenza la perdita del fondo pensionistico dei lavoratori – privando così i lavoratori
sia del loro lavoro che dei loro diritti pensionistici (come nel caso malfamato dell’azienda Enron
negli Stati Uniti) – il sistema CPP è completamente indipendente dall’azienda che impiega il
lavoratore. Siccome il CPP è legato al lavoratore, e non all’azienda, il conto è completamente
trasportabile. Dato che i fondi pensionistici devono essere investiti in strumenti finanziari
commerciabili, il CPP possiede un valore quantificabile giornalmente ed è pertanto facilmente
trasferibile da una AFP ad un’altra. Il problema di “incatenamento ad un lavoro” [“job lock”]
viene interamente evitato. Siccome aiuta la mobilità del lavoro, il sistema CPP aumenta la
flessibilità del mercato del lavoro. E non fornisce sussidi e neppure penalizza gli immigrati dato
che costoro ricevono quanto hanno contribuito, anche se ritornano in patria. Come i sistemi
CPP si spargono per il mondo, io ho una visione di una portabilità anche tra le nazioni, cosa che
sarà d’aiuto a quegli individui che si muovono maggiormente tra nazione e nazione (ad
esempio, professionisti oppure immigrati non assimilati).
Un sistema CPP può anche accettare stili di lavoro flessibili. Infatti, alcune persone decidono di
lavorare solo poche ore al giorno oppure di interrompere la propria vita lavorativa –
specialmente donne e giovani. Nei sistemi paga-come-vai, queste decisioni creano il problema
del dover colmare le interruzioni nei contributi versati ed, in alcuni casi, possono comportare la
perdita di qualunque diritto ad un beneficio pensionistico, pur avendo contribuito per anni al
sistema. In un sistema CPP ciò non accade dato che versamenti “a singhiozzo” non intaccano il
diritto di ricevere indietro la totalità dei propri contributi (più l’interesse maturato).
La Transizione
Nei paesi che hanno già un sistema paga-come-vai, una sfida cruciale consiste nel progettare e
nel realizzare la transizione verso il sistema CPP. In Cile noi stabilimmo tre regole fondamentali
in merito alla linea di condotta da seguirsi:
1. Il governo garantì a coloro che stavano già ricevendo un assegno di previdenza sociale che i
loro benefici non sarebbero stati toccati dalla riforma. Il non mantenere le promesse fatte non
sarebbe corretto verso le persone anziane. Utilizzai le seguenti parole per esprimere questa
regola fondamentale: “Nessuno porterà via l’assegno della pensione a vostra nonna”.
2. A ciascun lavoratore venne offerta la scelta di rimanere nel sistema paga-come-vai oppure
di trasferirsi al nuovo sistema CPP. Coloro che scelsero di staccarsi dal precedente sistema
ricevettero un “buono di credito” che fu depositato nei loro nuovi CPP. Quel buono era collegato
al tasso d’inflazione e godeva di un tasso d’interesse reale del 4%. Esso era in pratica un
Buono del Tesoro senza cedole e raggiungente la maturità nel momento in cui il lavoratore
raggiunge l’età legale di pensionamento. I buoni possono essere rivenduti sui mercati finanziari
secondari, in modo tale da permettere al lavoratore di utilizzarli per ammassare il capitale
necessario ad un pensionamento anticipato. Il buono venne calcolato in maniera tale da
rispecchiare i contributi che il lavoratore aveva già versato nel sistema paga-come-vai. La
formula esatta era contenuta nella legge e venne spiegata alla gente nei minimi dettagli ed in
termini semplici. Pertanto, un lavoratore che avesse pagato per anni i contributi di previdenza
sociale non doveva cominciare da zero quando si trasferiva al sistema CPP.
3. A tutti coloro che entravano nel mercato del lavoro per la prima volta venne imposta
l’iscrizione al sistema CPP. Quest’obbligo garantì che il sistema paga-come-vai sarebbe stato
completamente terminato non appena l’ultimo lavoratore appartenente ad esso avesse
raggiunto l’età della pensione. Da quel momento, lo stato dovrà pagare benefici ai pensionati
del
vecchio
sistema
solo
per
un
periodo
di
tempo
limitato.
Per dare pari opportunità di creare una AFP a tutti coloro che ne fossero stati interessati, la
legge stabilì un periodo di sei mesi durante il quale nessuna AFP poteva iniziare le attività
(neppure farsi pubblicità). Pertanto, il settore industriale delle AFP è unico dato che esso ebbe
un ben distinto giorno di concezione (4 Novembre 1980) ed un ben distinto giorno di nascita (1
Maggio 1981). Da notare che in questo modo trasformammo il Primo di Maggio in un giornata
che celebrasse un’acquisizione di potere da parte dei lavoratori per mezzo della possibilità di
scelta della previdenza sociale.
In parallelo con la creazione del nuovo sistema, vennero ridefiniti tutti gli stipendi in modo tale
da includere nello stipendio lordo la maggior parte del contributo del datore di lavoro al vecchio
sistema pensionistico. (La rimanenza del contributo del datore di lavoro venne trasformata in
tassa transitoria sull’utilizzo del lavoro, in modo da aiutare a finanziare la transizione; come
stabilito nella legge sulla riforma pensionistica, tale tassa venne gradualmente estinta facendo
diminuire così per il datore di lavoro il costo di assumere un lavoratore). Il contributo del
lavoratore venne poi detratto da questo stipendio lordo aumentato. Siccome il contributo totale
era minore nel nuovo sistema che in quello vecchio, per i lavoratori che si trasferirono al nuovo
sistema lo stipendio netto aumentò di circa il 5 percento.
In questo modo, ponemmo fine alla finzione che sia il datore di lavoro che il lavoratore stesso
contribuiscono alla previdenza sociale, stratagemma che permette la manipolazione politica di
tali aliquote. Dal punto di vista economico, tutti i contributi sono alla fin fine pagati dal
lavoratore, dato che il datore di lavoro prende in considerazione tutti i costi inerenti al
lavoratore – siano essi chiamati salario o contributi di previdenza sociale – nel prendere una
decisione in merito ad assunzione e paga. Pertanto, dando al contributo del datore di lavoro un
nome diverso ed includendolo nello stipendio lordo, la nostra riforma rese evidente – senza
ridurre lo stipendio che il lavoratore portava a casa – che tutti i contributi sono alla fin fine
pagati dal lavoratore. Naturalmente, il livello dei salari verrà poi determinato dall’interazione
delle forze di mercato.
Il finanziamento della transizione è una questione tecnica complessa che affrontammo con
successo senza aumentare le tasse, e che ciascuna nazione deve risolvere a seconda delle
proprie circostanze. La questione fondamentale da comprendere a questo riguardo è che,
contrariamente ad una credenza molto diffusa, non esiste alcun costo “economico” di
transizione; questo perché non c’è alcuna spesa sul Prodotto Nazionale Lordo causata da
questa riforma (è vero anzi l’opposto). Come affrontare il costo statale di transizione
riguardante il “flusso di cassa”, posto in essere non da questa riforma bensì dal fatto che esiste
un enorme onere – mancante di copertura finanziaria – causato dal sistema paga-come-vai, è
una questione completamente diversa e pertinente.
Uno studio della Banca Mondiale ha stimato che, nel 1980, il debito contenuto implicitamente
nel sistema paga-come-vai Cileno fosse intorno a 80% del Prodotto Interno Lordo. Come
menzionato da quello studio, “il Cile è la dimostrazione che un
paese con un sistema bancario moderatamente competitivo, 4. Banca Mondiale, Averting the Old
un mercato finanziario dei crediti ben funzionante, ed un livello Age Crisis (New York: Oxford
di stabilità macro-economica moderatamente buono, può University Press, 1994), pag. 268.
finanziare grossi disavanzi di transizione senza che si
verifichino forti ripercussioni sui tassi d’interesse”.4
Utilizzammo cinque “fonti” per finanziare i costi fiscali connessi col cambiamento al sistema
CPP:
1. Utilizzando obbligazioni, il costo di transizione venne sostenuto in parte dalle generazioni
future. In Cile, grosso modo il 40% del costo è stato finanziato attraverso l’emissione di titoli di
stato a tassi d’interesse di mercato. Questi titoli sono stati acquistati principalmente dalle AFP
come parte del loro portafoglio di investimenti, e questo “debito ponte” verrà completamente
estinto nel momento in cui i beneficiari del vecchio sistema non saranno più tra noi (tale
evento sarà fonte di dispiacere per le loro famiglie ed amici ma, senza dubbio, fonte di sollievo
per
i
futuri
ministri
del
tesoro).
2. Dato che in un sistema basato sui contributi versati, come il sistema CPP, la proporzione di
risparmio necessaria a finanziare un livello di benefici pensionistici adeguato era inferiore alle
trattenute sullo stipendio esistenti, una parte della differenza tra questi due importi venne
utilizzata come temporanea “tassa di transizione” (che fu gradualmente ridotta a zero, facendo
diminuire il costo di assunzione di un lavoratore e portando ad una crescita dell’occupazione).
3. Nel bilancio di uno stato ci sono sia oneri – come la previdenza sociale e gli obblighi sanitari
– che imprese possedute dallo stato, terreni, ed altri tipi di beni. Siccome a quel tempo
stavamo anche privatizzando i beni posseduti dallo stato, specialmente aziende, questo fu un
modo per finanziare la transizione che produsse svariati ulteriori benefici, come per esempio un
aumento dell’efficienza, la depoliticizzazione dell’economia ed un aumento di potere dei
lavoratori
attraverso
l’acquisizione
di
quote
di
possesso
delle
aziende.
4. Il bisogno di finanziare la transizione costituì un potente stimolo alla riduzione degli sprechi
nelle spese statali. Prima della riforma, il governo creò volutamente un’eccedenza di bilancio, e
per molti anni a seguire il ministro del tesoro poté legittimamente utilizzare il bisogno di
“finanziare la transizione” come potente argomento per contenere le costanti pressioni ad
aumentare
la
spesa
statale,
provenienti
da
ogni
lato.
5. L’aumento di crescita economica generato dal sistema CPP incrementò notevolmente le
entrate fiscali, specialmente quelle provenienti dalla tassa sul valore aggiunto; ed in questi
ultimi anni, ciò ha permesso al Cile di avere persino delle eccedenze di bilancio.
I Risultati
Dal momento in cui il sistema cominciò ad operare, 1 Maggio 1981, il rendimento reale medio
sugli investimenti è stato del 10% annuo (durante questi 26 anni). Com’è naturale, il
rendimento annuale ha avuto delle oscillazioni intrinseche al libero mercato – oscillazioni
andanti dal meno 3% al più 30% in termini reali – tuttavia quello fondamentale è il rendimento
medio calcolato sulla vita lavorativa di un individuo (diciamo 40-45 anni) oppure, se un
individuo sceglie l’opzione di prelievo prestabilito, sull’intera vita lavorativa con in aggiunta
quella da pensionato (diciamo 55-60 anni).
I benefici pensionistici nel sistema CPP (con una percentuale obbligatoria di risparmio del solo
10%) sono stati significativamente più alti che nel vecchio sistema amministrato dallo stato, il
quale richiedeva una trattenuta sullo stipendio molto più alta. Secondo uno studio, dopo 15
anni di operazione del sistema, il pensionato AFP medio stava ricevendo un beneficio
pensionistico pari al 78% del suo stipendio annuo medio dei
precedenti 10 anni di vita lavorativa. Al momento di andare in 5. Sergio Baeza, Quince
pensione, un lavoratore può prelevare in blocco unico i “risparmi in Anos Después: Una Mirada
eccesso” (al di sopra della soglia del 70% dello stipendio). Se anche al Sistema Privado de
questo denaro venisse compreso nel calcolare il valore del beneficio Pensiones (Santiago: Centro
de Estudios Publicos, 1995).
pensionistico, il valore totale si avvicinerebbe all’ 84% dello
stipendio lavorativo. Anche coloro che godono di benefici
pensionistici d’invalidità ricevono, in media, 70% del loro stipendio lavorativo.5
I fondi pensionistici hanno già accumulato un fondo d’investimento equivalente a 80% del
Prodotto Nazionale Lordo (PNL), ed alcuni esperti prevedono che questa percentuale crescerà
sino a 100% del PNL quando il sistema raggiungerà la completa maturità. Questo capitale
d’investimento a lungo termine non solo ha aiutato a finanziare la crescita economica ma ha
anche spronato uno sviluppo verso l’efficienza sia delle istituzioni finanziarie che dei mercati.
La decisione di creare per primo il sistema CPP, e solo poi in un secondo tempo di privatizzare
le grandi aziende possedute dallo stato, ha avuto come risultato una “sequenza virtuosa”. Tale
decisione ha dato ai lavoratori la possibilità di beneficiare immensamente dall'enorme
incremento di produttività delle aziende privatizzate, permettendo loro di catturare una grossa
fetta della ricchezza creata dal processo di privatizzazione grazie all’aumento del valore delle
azioni che ha così aumentato il rendimento dei loro CPP.
Uno dei risultati chiave del nuovo sistema è stato, pertanto, di aumentare la produttività del
capitale e quindi il tasso di crescita economica dell’economia Cilena. Le vaste risorse
amministrate dalle AFP hanno incoraggiato la creazione di nuovi tipi di strumenti finanziari ed
hanno allo stesso tempo portato al miglioramento di altri strumenti già in esistenza ma non
completamente sviluppati. La creazione di un’industria nazionale di valutazione-rischi ed un
miglioramento nell’amministrazione a livello direttivo delle aziende sono stati un altro dei
contributi della riforma pensionistica Cilena al sano funzionamento del mercato del capitale ed
alla sua trasparenza. (Le AFP nominano direttori esterni indipendenti, nelle aziende in cui
possiedono azioni, potendo così frantumare il clima di presunzione ed eccessiva sicurezza
presente alle riunioni dei consigli direttivi).
Il nuovo sistema pensionistico ha dato un contributo significativo alla riduzione della povertà
grazie all’aumento sia del valore che della certezza dei benefici pensionistici di vecchiaia, dei
sopravvissuti, e di invalidità; grazie all’effetto indiretto ma molto potente di promuovere la
crescita economica e l’occupazione; ed attraverso l’eliminazione dell’ingiustizia causata dal
vecchio sistema. Secondo un’opinione comunemente accettata, i sistemi paga-come-vai
ridistribuiscono il denaro dagli individui ricchi a quelli poveri. Tuttavia, se vengono prese in
considerazione certe specifiche caratteristiche salariali dei lavoratori ed il modus operandi del
sistema politico, questi sistemi generalmente ridistribuiscono il denaro verso i gruppi di
lavoratori più potenti, i quali non sono certamente né i più vulnerabili e neppure i più poveri.
In Cile, la questione delle pensioni ha smesso di essere al centro
dell’attenzione e degli sforzi del governo, depoliticizzando
pertanto un immenso settore dell’economia e dando agli
individui maggior controllo sulla propria vita.6
6. Per ulteriori informazioni
consultare L. Jacobo Rodriguez,
“Chile’s Private Pension System
at 18: Its Current State and
Future
Challenges”,
Cato
Institute
–
Social
Security
Choice, Paper no. 17, 30 Luglio
1999.
Non è da stupirsi che il sistema CPP sia sopravvissuto intatto a
quattro governi del centro-sinistra negli ultimi 16 anni, dato che
esso è diventato veramente il “pilastro intoccabile” dell’economia
Cilena. Non solo la sua struttura è stata lasciata inalterata, bensì
grazie a dei perfezionamenti tecnici esso è stato migliorato –
permettendo, per esempio, una maggior competizione nella amministrazione dei risparmi
pensionistici volontari ed ampliando da uno a cinque la scelta dei fondi.
Quando il sistema CPP venne inaugurato nel Maggio 1981, già entro il suo primo mese di
funzionamento ben un-quarto della forza lavoro avente i requisiti necessari si iscrisse ad esso,
ed oggi il 95% dei lavoratori Cileni (coperti da un sistema pensionistico) appartengono al
sistema CPP. Quando venne data loro la possibilità di scegliere, la stragrande maggioranza dei
lavoratori Cileni votò col proprio denaro a favore di un sistema pensionistico basato sul libero
mercato.
Per i Cileni, il proprio CPP rappresenta ora un diritto di proprietà reale e visibile – anzi, esso è
la fonte primaria di certezza per la pensione, ed il bene principale del tipico lavoratore Cileno
non consiste nella propria auto usata e neppure nella propria piccola casa (probabilmente
ancora ipotecata) ma nel capitale contenuto nel proprio CPP. Il nuovo sistema pensionistico ha
dato a ciascun Cileno una quota personale dell’economia nazionale. Il tipico lavoratore Cileno
non prova più indifferenza al comportamento del mercato azionario o dei tassi d’interesse. Egli
sa che una cattiva politica economica può danneggiare i suoi benefici pensionistici. Quando i
lavoratori si sentono loro stessi proprietari di una parte dei beni della nazione, non per mezzo
di capi di partito od attraverso un Politburo, essi sono molto più attaccati agli ideali di libero
mercato e di libera società.
La stragrande maggioranza dei lavoratori Cileni che scelsero di aderire al nuovo sistema decise
di volontà propria di abbandonare il sistema statale – ciò sebbene alcuni dei capi dei sindacati
nazionali e la maggioranza della classe politica consigliassero loro di non farlo. Ho sempre
creduto che il comune lavoratore abbia un profondo interesse e presti molta attenzione a
quelle questioni che sono strettamente connesse alla propria vita - come ad esempio
previdenza sociale, educazione, e sanità - e che quando prende una decisione egli lo faccia per
il bene della propria famiglia, e non secondo le proprie simpatie politiche od ideologie
collettiviste.
La lezione fondamentale scaturente dall’esperienza Cilena è che le uniche rivoluzioni che hanno
successo sono quelle che hanno fiducia nell’individuo e nei prodigi che gli individui possono
compiere quando essi possiedono la libertà.
Epilogo
Perché in Cile per primo? Qual’era il contesto politico? Come siete riuscito a farcela?
Invariabilmente, queste sono le prime domande che mi vengono poste ogniqualvolta, nei miei
viaggi per il mondo, mi viene chiesto di descrivere la riforma della previdenza sociale in Cile.
Permettetemi quindi di rispondere brevemente a queste domande.
Tutto ebbe inizio nel 1956 quando la facoltà di scienze economiche dell’Università Cattolica del
Cile firmò un accordo di cooperazione di tre anni con il dipartimento di economia dell’Università
di Chicago. L’accordo venne rinnovato due volte, per un totale di nove anni. Lo straordinario
trasferimento di idee che seguì, creò la miglior facoltà di economia nell’America Latina. Negli
anni '60, centinaia di studenti compreso il sottoscritto appresero rigorosi concetti di economia e
vennero a conoscenza di concetti di politica pubblica basati sulla libertà individuale e
sull’impresa privata.
Ben presto si venne creare una “massa critica” di economisti con ideali di libero mercato, ed
aventi diagnosi comune riguardo ai problemi economici della nazione e vedute simili in merito
alle soluzioni necessarie. Siccome ogni idea crea delle conseguenze, questo gruppo cominciò
ad influenzare il dibattito pubblico ed iniziò ad essere conosciuto come i “ragazzi di Chicago”.
Quando ottenni la mia laurea in economia in Cile nel 1970 decisi che, dopo quattro anni di
studio intenso e gratificante in una facoltà che dal punto di vista intellettuale era una
“succursale completa” dell’Università di Chicago, sarebbe stato per me un arricchimento il
recarmi in un’altra università per compiere i miei studi di dottorato. Così, rompendo con la
tradizione, mi iscrissi all’Università di Harvard per un Master (M.A.) ed un Dottorato di ricerca
(Ph.D.) in economia. Anni dopo, quando ero già ministro, alcuni giornali cominciarono a
chiamarmi non più “ragazzo di Chicago” bensì “uomo di Harvard”. Sono veramente orgoglioso
di essere entrambi.
Nei miei quattro anni a Cambridge (Massachusetts), non solo approfondii la mia conoscenza
dell’economia e di altre scienze sociali, ma mi immersi nel rinvigorente clima di libertà della
società Americana. Alla ricerca delle cause fondamentali del successo dell’America, divenni un
appassionato ammiratore dei Padri Fondatori e dei due loro grandi lasciti al mondo intero: la
Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Trovai anche profonda
ispirazione nei lavori di alcuni pensatori sulla libertà come John Locke, Adam Smith, Frederic
Bastiat, Friedrich Hayek, Karl Popper, Ludwig von Mises, e Milton Friedman (nel cui libro del
1962, “Capitalismo e Libertà”, lessi per la prima volta riguardo l’idea di privatizzare la
previdenza sociale). Durante quegli anni, mi convinsi che solo delle riforme economiche e
politiche radicali, basate sulla libertà individuale, avrebbero potuto strappare il mio paese dalla
povertà e da tutte le forme di oppressione.
Nel frattempo, la presa di potere comunista a Cuba nel 1959 e gli sforzi di quel governo
tendenti a creare, usando le parole di Che Guevara, “molteplici Vietnam” nell’America Latina,
portarono alla fine al crollo della democrazia in Cile. Poco
dopo, il nuovo governo militare decise di invitare alcuni dei 7. La riforma del lavoro venne
“ragazzi di Chicago” ad aiutare a ricostruire l’economia approvata nel 1979, e la storia
distrutta ed ebbe così inizio in Cile la vera rivoluzione: uno completa è contenuta nel mio libro,
Revolucion Laboral en Chile
spostamento radicale, totale ed ininterrotto verso il libero La
(Santiago: Zig Zag, 1990). Ho
mercato. Questa “Rivoluzione Cilena” raddoppiò il tasso descritto gli avvenimenti riguardanti
storico di crescita economica del Cile (fino ad un valore medio la riforma della previdenza sociale
del 7 percento annuo dal 1984 al 1998), ridusse nel libro El Cascabel al Gato
drasticamente la percentuale di individui viventi in povertà, e (Santiago: Zig Zag, 1991). Gli
aneddoti relativi gli incontri avuti
mise in moto quelle forze che condussero alla democrazia con i capi dei sindacati e con i
liberale ed alla supremazia della legge.
presidenti delle banche furono
pubblicati in questo secondo libro
Verso la fine del 1974, mi trovavo dinnanzi ad una scelta
difficile: rimanere a Boston assaporando la piacevole vita
accademica che amavo così tanto o tornare in patria ad aiutare a fondare un nuovo paese dalle
ceneri di quello vecchio. Quando tornai a casa, sapevo che il cammino davanti a me sarebbe
stato pieno di pericoli e di rischi. Quasi immediatamente, mi impegnai molto attivamente nel
promuovere in dibattiti pubblici gli ideali di libertà economica, sociale e politica. Due anni più
tardi, nel 1977, feci un discorso in cui descrivevo un possibile futuro scenario per il paese nel
caso che decidessimo di buttarci verso la libertà economica. Il giorno dopo, venni invitato dal
presidente, che io non avevo mai incontrato prima d’allora, a ripetere il discorso dinnanzi a lui
ed all’intero governo, e nel Dicembre 1978, divenni ministro del lavoro e della previdenza
sociale in Cile con due grandi obiettivi: creare un nuovo sistema pensionistico e riformare la
legge sul lavoro – rigida e contro l’occupazione – del mio paese.7
Le mie idee in merito alla riforma delle pensioni erano allora parte di una visione complessiva
sul libero mercato e su una libera società in Cile. Al ministero, misi insieme un’eccellente
squadra che mi aiutasse a progettare non solo il nuovo sistema ma anche una strategia di
transizione. Per decine d’anni in Cile, coloro che avevano cercato di riformare la previdenza
sociale avevano fallito, a causa del fatto che i loro piani erano di parte e difettosi. Decisi che
avremmo dovuto “prendere il toro per le corna”. Il mio motto era che avevamo bisogno di una
“riforma radicale da eseguirsi cautamente”. Mi ricordo l’aver spesso ripetuto alla mia squadra
che non esiste niente di più soddisfacente nella vita che il fare qualcosa che altri ritengono
impossibile. Eravamo uniti dalla nostra fede nel potere delle idee e dal convincimento che
potevamo apportare dei cambiamenti significativi alla vita di milioni di lavoratori Cileni.
Durante i miei due anni al ministero, suddivisi la mia settimana lavorativa di sette giorni in
parti eguali tra un incessante lavoro con la mia squadra, perfezionando ogni minimo dettaglio
del progetto di riforma, e tra lo spiegare alla gente i pregi e le ragioni di quelle idee. Ebbi, in
tutto il paese, una quantità innumerevole di incontri con i lavoratori; ed intrapresi delle
spiegazioni televisive sulla riforma, per tre minuti ogni settimana, all’interno di uno dei notiziari
televisivi trasmesso in orario di massimo ascolto. Queste apparizioni televisive, tese a
promuovere la riforma con parole molto semplici ed oneste, furono cruciali nel far conoscere ed
apprezzare la riforma pensionistica ai lavoratori del paese.
Permettetemi di portarvi a conoscenza di due aneddoti istruttivi, riguardanti le tentazioni a cui
un riformatore si trova esposto ed alle quali egli non deve cedere. Ad un certo momento,
apparve molto probabile che la riforma sarebbe stata finalmente approvata, dato che l’idea
stava raccogliendo consensi ovunque. Tuttavia, alcuni gruppi d’individui fortemente interessati
per fini propri a promuovere un particolare punto di vista od a mantenere la situazione attuale
ritennero di poter strappare alcune “concessioni dell’ultima ora”. Un giorno, ricevetti la richiesta
di partecipare, da solo ed a porte chiuse, ad un incontro con i maggiori capi sindacali del
paese. Dopo un cordiale giro di saluti, il loro portavoce spiegò che, sebbene fossero
ideologicamente contrari alla riforma, si rendevano conto che probabilmente essa sarebbe
stata approvata. “Siamo venuti a farvi presente che, in un futuro, il nostro sostegno potrebbe
esservi vantaggioso. Dopo tutto, voi siete un giovane di 30 anni, forse con una promettente
carriera politica dinnanzi a voi. [...] Quindi, siamo pronti a darvi immediatamente il nostro
sostegno pubblico, a condizione che voi vi dimostriate ragionevole e modifichiate un singolo
dettaglio nel vostro progetto: invece di dare al lavoratore il diritto di scegliere chi amministrerà
il suo conto individuale, tale decisione dovrà venir presa esclusivamente dal direttivo del
sindacato al quale il lavoratore appartiene.” Egli continuò: “I lavoratori, Sig. Ministro, non sono
in grado di poter prendere una decisione di tal genere. Se riusciamo a raggiungere un accordo
in merito a questo punto, noi saremo veramente felici di essere a vostra disposizione in futuro.”
Confesso di essere rimasto sorpreso, non solo dalla sfacciataggine dell’offerta, ma anche dal
disprezzo – del tipo “Dei dell’Olimpo” – che essi dimostrarono avere per la libertà e dignità dei
lavoratori. Nel formulare una risposta, decisi di usare un tono umoristico. “Sfortunatamente,
non potrò accettare l’offerta che voi siete venuti a presentarmi dato che mi preoccupo di
salvarvi l’anima.” “Cosa significa ciò, per Dio?” gridarono parecchi di loro all’unisono. “È proprio
come avete appena udito, Signori. Come tutti ben sappiamo, la dirigenza dei sindacati nel
nostro paese è sempre stata altamente politicizzata, ma non è corrotta. Se la scelta
dell’amministratore dei conti pensionistici viene presa da un capo di sindacato – piuttosto che
essere una decisione presa dal singolo lavoratore – voi dirigenti sareste sottoposti a pressioni
tali che vi sarebbe difficile mantenere la vostra integrità. Gli amministratori dei fondi
pensionistici, fortemente interessati ad ottenere l’incarico di amministrare i risparmi di grossi
gruppi, troverebbero molto meno costoso il corrompere i dirigenti sindacali piuttosto che
competere tra di loro sul libero mercato offrendo rendimenti più alti o commissioni più basse.
Non posso accettare ciò, perché tale situazione darebbe adito a tentazioni che nessuno di voi
vorrebbe trovarsi a fronteggiare.” Dopo tali parole, nessuno alzò più la voce. L’incontro venne
quietamente aggiornato, sebbene in maniera molto meno cordiale di come esso fosse iniziato.
La visita successiva fu da parte dei presidenti delle più potenti banche in Cile. Mi dissero che
essi sostenevano appieno il concetto dei conti privati pensionistici individuali, tuttavia essi
desideravano che il sistema venisse amministrato solo dalle banche. Ed uno dei direttori,
persino, argomentò appassionatamente contro il permettere ad istituzioni finanziarie
“straniere” di amministrare i risparmi pensionistici dei lavoratori. Riflettei attentamente sui loro
argomenti, come avevo fatto in precedenza con quelli dei capi dei sindacati, tuttavia rigettai
completamente il loro punto di vista. Per poter ricevere un buon servizio è fondamentale esista
competizione. Ed era per me inaccettabile il limitare le possibilità di scelta dei lavoratori, al fine
di concedere ai finanzieri Cileni una posizione di monopolio sull’amministrazione del sistema. Mi
rendevo conto che mi stavo creando dei nemici, tuttavia non esiste niente di più pericoloso che
il diluire la coerenza di una riforma per soddisfare coloro che sono fortemente interessati per
fini propri a promuovere un particolare punto di vista. Non sarebbe soltanto disonestà morale
ed intellettuale, ma anche una politica veramente pessima.
Questi due incontri mi fecero venire a mente le parole di Thomas Jefferson, parole che erano
rimaste scolpite nella mia mente e nel mio cuore sin dal primo momento in cui le lessi:
“Ogniqualvolta un individuo getta un occhio desideroso su una carica pubblica, il marciume ha
inizio nel suo comportamento.” In questa frase, le parole chiave sono “un occhio desideroso”,
per mezzo delle quali Jefferson fece una distinzione tra il ruolo necessario degli individui aventi
una carica pubblica ed il desiderio illegittimo di occupare una carica pubblica per fini personali.
Infatti, una Repubblica ha bisogno di patrioti pronti a sacrificarsi in un incarico pubblico
lavorando duramente, onestamente e sinceramente alla ricerca del bene comune. Una
Repubblica è marcia, tuttavia, quando gli individui usano una carica pubblica per soddisfare la
propria sete di potere, denaro o gloria, oppure per favorire parenti, amici o colleghi di partito.
Questo Padre Fondatore dell’America si rese conto che è necessario ci siano dei veri condottieri
- dei condottieri che siano pronti cioè a porre il bene comune innanzi a qualsiasi altra cosa affinché una repubblica possa sopravvivere e prosperare. E con questa frase, egli indicò
chiaramente la differenza esistente tra questo tipo di condottieri ed individui intenti alla
semplice ricerca del potere, cosa quest’ultima che è la maledizione di gran parte della politica
dei giorni nostri.
Il 4 Novembre 1980, la riforma fu finalmente approvata. La legge concedeva alle compagnie
amministratrici dei fondi pensionistici sei mesi di tempo per dare inizio alle operazioni, cosa che
avrebbe posto il 4 Maggio come data d’avvio. Un’idea mi colpì all’improvviso: spostare la data
di inaugurazione all’ 1 Maggio, giorno internazionale della Festa del Lavoro. È una data che
storicamente ha avuto un significato speciale per i lavoratori ma che è stata trasformata,
purtroppo, in un’occasione per protestare; proteste alimentate dalla retorica della lotta di
classe. Nel futuro del Cile, io vedevo quel giorno come giornata di celebrazione di una riforma
che aveva dato libertà e dignità ai lavoratori della nostra nazione.
Ricevuta l’approvazione di questa rettifica minore, mi affrettai verso il mio ufficio per
condividere le buone notizie con il resto della squadra. Nel mezzo delle celebrazioni, si udì una
voce al di sopra del chiasso: “Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo preso il toro per le corna. Viva il
Cile!”
Quella sera arrivai a casa molto tardi. Ero estremamente felice ma completamente esausto. Per
rilassarmi, accesi il televisore sul canale delle notizie. Stavano dando la notizia fresca di
stampa che Ronald Reagan era appena stato eletto presidente degli Stati Uniti. Nel sonno
quella notte, i miei sogni erano pieni di speranza per il Cile e per il mondo.
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Riforma delle pensioni