Potere ai Lavoratori
Riforma Radicale delle Pensioni in Cile
José Piñera - International Center for Pension Reform
[Traduzione eseguita da Giampietro Lea - Istituto Venezie]
----------------L’elegante edizione stampata di questo lavoro può essere ottenuta scrivendo a [email protected]. Copie singole a 2,50€ ciascuna. Dalle 2 alle 100 copie a 2€ ciascuna, e più di 100 copie a 1,50€ ciascuna. e
TUTTO il denaro proveniente dalla vendita di pubblicazioni dell’Istituto Venezie verrà utilizzato per fornire borse di studio a membri delle Forze di Polizia Veneziane, feriti gravemente in servizio, che desiderino intraprendere corsi di studio universitario. Un ringraziamento speciale a questi individui in uniforme che ogni giorno rischiano la vita per proteggere la nostra società civile dalla criminalità.
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Uno spettro si aggira per il mondo. È lo spettro della bancarotta dei sistemi
Ve
pensionistici amministrati dallo stato.
Il sistema paga-come-vai [pay-as-you-go] che ha regnato supremo per la maggior
ut
o
parte del 20° secolo ha una pecca fondamentale: tale sistema distrugge, a livello
individuale, il collegamento tra contributi e benefici – in altre parole, tra sforzo e
tit
ricompensa. Ogniqualvolta ciò accade su grande scala e per un lungo periodo di
Is
tempo, il risultato finale è il disastro.
Due fattori esterni al sistema aggravano le conseguenze di questa pecca: la tendenza
demografica a livello mondiale verso una diminuzione dei tassi di natalità ed i
progressi nella scienza medica risultanti in un allungamento della vita umana. Come
conseguenza di ciò, un numero minore di lavoratori deve sostenere un numero sempre
più crescente di pensionati. Siccome un aumento delle ritenute sullo stipendio ha
come conseguenza la disoccupazione, presto o tardi i benefici promessi dovranno
essere ridotti, segno rivelatore di un sistema in bancarotta. Che i benefici vengano
ridotti per mezzo dell’inflazione, come succede nella maggior parte dei paesi in via di
sviluppo, oppure per mezzo di legislazione, il risultato è lo stesso: viene a crearsi il
timore della vecchiaia a causa, paradossalmente, dell’insicurezza inerente ad un
sistema di “previdenza sociale” senza fondi.
“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie In Cile, la Riforma delle Pensioni del 4 Novembre 1980 introdusse un’innovazione
rivoluzionaria. La Riforma diede a ciascun lavoratore la possibilità di poter scegliere
di staccarsi completamente dal sistema pensionistico amministrato dallo stato e di
versare invece la precedente ritenuta sullo stipendio (10% della paga) su un conto
pensionistico personale (CPP) amministrato da enti privati. Siccome il 95% dei
lavoratori scelse il sistema CPP, il risultato finale fu una “privatizzazione dal basso”
del sistema pensionistico Cileno.
A
distanza
di
26
anni,
questa
Riforma
omnicomprensiva
ha
cambiato
drammaticamente l’economia e la società Cilene. Sei milioni di lavoratori (95% della
forza lavoro) possiedono un CPP ed essi non dipenderanno assolutamente dallo stato
e
per la loro pensione, a meno che non siano molto poveri.
ne
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In questi 26 anni, l’interesse medio annuale dei CPP è stato circa del 10% al disopra
del tasso d’inflazione. I benefici pensionistici nel sistema CPP sono già dal 50 al 100
per cento più alti – a seconda che riguardino vecchiaia, invalidità o benefici per
Ve
familiari superstiti – di quanto essi fossero stati nel sistema paga-come-vai. Le risorse
accumulate nei CPP dei lavoratori e le riserve (per le rendite vitalizie annue)
ut
o
possedute dalle compagnie di assicurazioni ammontano a 93 miliardi di dollari,
ovvero circa l’ 80% del Prodotto Interno Lordo (PIL) del Cile. Avendo aumentato i
risparmi e migliorato il funzionamento di entrambi i mercati del capitale e del lavoro
cambiamento
Is
importante
tit
questa Riforma ha rappresentato, una volta raggiunta la maturità, il singolo più
strutturale
tra
quelli
che
hanno
contribuito
al
raddoppiamento del tasso di crescita economica (nel periodo 1985-1997, il tasso
storico annuo di crescita economica è passato dal 3% al 7,2%).
Come Funziona
Nel nuovo sistema pensionistico Cileno, i benefici pensionistici di un lavoratore sono
determinati dall’ammontare di denaro che costui accumula nel proprio CPP durante i
suoi anni lavorativi. Né il lavoratore né il datore di lavoro pagano alcuna trattenuta
sullo stipendio. E non succede neppure che il lavoratore riceva benefici sovvenzionati
dallo stato (a meno che egli non abbia i requisiti necessari per ricevere la pensione
minima).
Invece, ciascun mese il 10% del suo salario proveniente dalla precedente trattenuta
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie sullo stipendio viene depositato dal datore di lavoro, esente da tasse, sul suo CPP.1
L’aliquota del 10% venne calcolata presupponendo per un CPP un interesse reale
medio del 4% durante un’intera vita lavorativa, in modo tale che il tipico lavoratore
abbia abbastanza denaro nel proprio conto per poter finanziare un beneficio
pensionistico pari ad approssimativamente il 70% del suo stipendio finale. Un
lavoratore può contribuire ogni mese fino ad un ulteriore 10% del proprio stipendio,
come forma di risparmio volontario, detraibile pure questo dal reddito imponibile.
L’interesse percepito da un CPP è esente da tasse. Una volta in pensione, sui fondi che
vengono prelevati, vengono pagate le tasse in base alle aliquote d’imposta sul reddito
in vigore in quel momento.
Un lavoratore può scegliere una qualsiasi delle compagnie di fondi pensionistici
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e
private (chiamate Administradoras de Fondos de Pensiones, ossia AFP) per
amministrare il proprio CPP. Un provvedimento fondamentale è la completa libertà
d’accesso al settore industriale AFP, sia per le compagnie locali che per quelle
Ve
straniere (le compagnie straniere possono possedere fino al 100% di una AFP) in
modo d’assicurarsi esista competizione e beneficiare quindi i lavoratori. Queste
compagnie non possono impegnarsi in alcuna altra attività e sono soggette a rigorosi
ut
o
controlli da parte di una entità statale, la Sovrintendenza alle AFP, che fu creata allo
scopo di fornire una sorveglianza altamente specializzata atta a prevenire furti o
tit
frodi.2
Is
Ciascuna AFP gestisce cinque fondi d’investimento, aventi un diverso rapporto
obbligazioni-azioni (lo schema originario permetteva un solo fondo per ciascuna
AFP). Mentre i lavoratori più anziani hanno l’obbligo di possedere fondi aventi
un’alta percentuale d’investimento in titoli a rendimento fisso, i lavoratori giovani
possono avere una percentuale molto più alta dei propri fondi investita in azioni. Le
decisioni su come investire vengono prese dalla AFP, tuttavia il lavoratore può
scegliere sia la AFP che, entro certi limiti, il fondo di sua preferenza. La legge
stabilisce soltanto dei limiti percentuali massimi sia sul tipo specifico di strumenti
finanziari che sulla composizione d’insieme del portafoglio d’investimenti; e lo spirito
della riforma è tale che, come le società AFP acquisiscono esperienza ed i mercati del
capitale migliorano il loro funzionamento, questi provvedimenti dovranno essere
progressivamente ridotti. Non esiste alcun obbligo ad investire in titoli di stato od in
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie qualsiasi altra specifica obbligazione privata o di stato. Dal punto di vista legale, le
società AFP ed i fondi d’investimento sono entità separate. Pertanto, dovesse una AFP
fallire, ciò non avrà alcuna ripercussione sui beni dei fondi – in altre parole, sugli
investimenti dei lavoratori – e saranno soltanto gli azionisti della AFP a perdere il
proprio capitale.
I lavoratori hanno la libertà di trasferirsi da una società AFP ad un’altra, e da un fondo
ad un altro. Le società competono quindi tra di loro al fine di fornire un maggior
rendimento sul capitale investito, oppure un miglior servizio clienti, oppure una tariffa
inferiore. Ciascun lavoratore riceve un libretto CPP (da utilizzarsi se costui vuole
visitare la propria AFP allo scopo di aggiornare il saldo del conto) ed ogni tre mesi
egli riceve per posta un resoconto che lo informa di quanto denaro è stato accumulato
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nel suo conto pensionistico e di come si è comportato il suo fondo d’investimento. Il
conto è intestato personalmente al lavoratore, è di sua proprietà, e verrà utilizzato per
pagare la sua pensione di vecchiaia (con una clausola in merito ai tradizionali benefici
Ve
pensionistici per familiari superstiti).
Com’è da aspettarsi, le preferenze individuali per quanto riguarda la vecchiaia
ut
o
differiscono da persona a persona come per qualsiasi altra preferenza. Alcuni
individui vogliono continuare a lavorare per tutta la vita; altri non vedono l’ora di
smettere di lavorare per dedicarsi alle loro vere aspirazioni o svaghi preferiti. Il
tit
sistema paga-come-vai non permette che tali preferenze vengano esaudite, eccetto nei
Is
casi in cui potenti gruppi di elettori esercitano pressioni collettive per avere, ad
esempio, un’età di pensionamento anticipata. È un sistema del tipo “taglia-unica-pertutti” che può esigere il pagamento di un alto prezzo in termini di felicità umana.
Il sistema CPP, d’altro canto, permette che le preferenze individuali possano essere
trasformate in decisioni individuali che produrranno il risultato desiderato. Nelle filiali
di molte AFP ci sono dei terminali elettronici di semplice utilizzo sui quali un
lavoratore può calcolare il valore previsto dei propri benefici pensionistici futuri, in
base al denaro presente nel suo conto, alla lunghezza di vita prevista per il suo gruppo
d’età, e all’anno in cui egli desidera andare in pensione. In alternativa, il lavoratore
può specificare il beneficio pensionistico che egli desidera ricevere e calcolare la
quantità ulteriore di denaro che egli deve depositare ogni mese se desidera andare in
pensione ad una certa età. Ottenuta la risposta, egli chiede semplicemente al proprio
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie datore di lavoro di prelevare dal suo stipendio la nuova percentuale. Naturalmente, al
trascorrere del tempo, egli può variare tale figura a seconda del rendimento effettivo
del suo fondo pensionistico o di altre variabili pertinenti (ad esempio, aumento di
lunghezza media della vita).
A tutti i lavoratori, che essi fossero impiegati da aziende private o dallo stato, venne
data la possibilità di scegliere di staccarsi dal sistema paga-come-vai.3 I lavoratori in
proprio non hanno l’obbligo di partecipare al sistema CPP dato che costoro non
facevano parte del sistema paga-come-vai, ciò a causa delle difficoltà pratiche di far
rispettare in una nazione come il Cile qualsiasi sistema obbligatorio per individui
lavoranti in proprio. Ma la riforma pensionistica permette loro di entrare nel sistema
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(lavoratori informali) ad entrare nell’economia formale.
e
CPP se lo desiderano, creando quindi un incentivo per coloro che lavorano in nero
Lo stato garantisce una “rete di sicurezza”. Un lavoratore che abbia contribuito per
almeno 20 anni ma i cui benefici pensionistici, al momento in cui egli raggiunge l’età
Ve
pensionabile, siano al di sotto di ciò che la legge definisce come “pensione minima”
ha diritto a ricevere quel livello di beneficio da generiche entrate finanziarie statali
ut
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una volta che il suo CPP si sia esaurito. Esiste un secondo livello della “rete di
sicurezza” per coloro che non hanno 20 anni di contributi; costoro riceveranno
tit
benefici pensionistici, di tipo assistenza sociale, ad un livello inferiore.
Is
Un aspetto chiave della riforma consistette nel cambiare il significato del termine
“andare in pensione”. L’età legale di pensionamento è di 65 anni per gli uomini e di
60 anni per le donne (queste erano le età nel precedente sistema paga-come-vai e non
furono poste in discussione o variate durante il processo di riforma dato che non
costituivano una caratteristica fondamentale del sistema CPP). Tuttavia nel sistema
CPP, i lavoratori aventi nel proprio conto risparmi sufficienti ad acquistare una
“rendita annua ragionevole” (definita come il 50% dello stipendio medio dei
precedenti 10 anni, e a condizione che essa sia superiore alla “pensione minima”)
possono smettere di lavorare, cominciare a prelevare il proprio denaro, e smettere di
versare contributi nel proprio conto. Naturalmente, un lavoratore può continuare a
lavorare anche dopo aver cominciato a prelevare il proprio denaro. Per poter esser
presi in considerazione per il sussidio statale che garantisce una pensione minima, i
lavoratori devono raggiungere l’età legale di pensionamento. Tuttavia, non esiste
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie affatto alcun obbligo di smettere di lavorare, qualunque sia l’età, e non esiste neppure
l’obbligo di continuare a lavorare o di continuare a versare contributi per i benefici
pensionistici una volta che un individuo si sia accertato poter ricevere un beneficio
pensionistico “ragionevole” come descritto sopra.
Al momento del pensionamento, un lavoratore può scegliere tra tre opzioni di
pagamento. Nel primo caso, il pensionato può utilizzare il capitale nel proprio CPP
per acquistare una rendita annua da una qualunque compagnia privata di assicurazioni
sulla vita. Questa rendita deve garantire un reddito mensile costante per tutta la vita
dell’individuo, reddito collegato al tasso di inflazione (sul mercato finanziario Cileno
sono disponibili titoli indicizzati in modo tale che queste compagnie possano investire
in modo appropriato), più benefici “per-superstiti” per i familiari a carico del
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e
lavoratore (moglie ed orfani sotto l’età dei 21 anni). Seconda opzione, il pensionato
può lasciare il proprio denaro nel CPP ed effettuare dei prelievi prestabiliti, prelievi
soggetti a limiti basati sulla lunghezza di vita prevista del pensionato e dei suoi
Ve
familiari a carico; con questa opzione, se egli muore, il denaro rimanente nel suo
conto forma parte della sua eredità e potrà essere consegnato ai suoi eredi esente
praticamente da tasse. In entrambi i casi, egli può prelevare in blocco unico il capitale
ut
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eccedente quello necessario per ottenere una rendita annua o per effettuare i prelievi
prestabiliti pari al 70% del suo ultimo stipendio. E terza opzione, egli può scegliere
tit
qualunque combinazione egli desideri delle precedenti due opzioni.
Is
Il sistema CPP risolve il problema tipico dei sistemi paga-come-vai per quanto
riguarda la questione demografica del mercato del lavoro: in una popolazione che
invecchia il numero di lavoratori per ciascun pensionato è in diminuzione. Col sistema
CPP, la popolazione lavorativa non paga tasse per finanziare la popolazione in
pensione. Pertanto, a differenza del sistema paga-come-vai, viene ad evitarsi una
situazione di potenziale conflitto intergenerazionale ed una eventuale bancarotta. Il
problema che molte nazioni si trovano a fronteggiare – una previdenza sociale statale
con immensi debiti e senza copertura finanziaria – non esiste col sistema CPP.
A differenza dei sistemi pensionistici aziendali i quali solitamente impongono dei
costi a quei lavoratori che lasciano l’azienda prima di un prestabilito numero di anni e
che a volte hanno come conseguenza la perdita del fondo pensionistico dei lavoratori
– privando così i lavoratori sia del loro lavoro che dei loro diritti pensionistici (come
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie nel caso malfamato dell’azienda Enron negli Stati Uniti) – il sistema CPP è
completamente indipendente dall’azienda che impiega il lavoratore. Siccome il CPP è
legato al lavoratore, e non all’azienda, il conto è completamente trasportabile. Dato
che i fondi pensionistici devono essere investiti in strumenti finanziari commerciabili,
il CPP possiede un valore quantificabile giornalmente ed è pertanto facilmente
trasferibile da una AFP ad un’altra. Il problema di “incatenamento ad un lavoro”
[“job lock”] viene interamente evitato. Siccome aiuta la mobilità del lavoro, il sistema
CPP aumenta la flessibilità del mercato del lavoro. E non fornisce sussidi e neppure
penalizza gli immigrati dato che costoro ricevono quanto hanno contribuito, anche se
ritornano in patria. Come i sistemi CPP si spargono per il mondo, io ho una visione di
una portabilità anche tra le nazioni, cosa che sarà d’aiuto a quegli individui che si
e
muovono maggiormente tra nazione e nazione (ad esempio, professionisti oppure
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immigrati non assimilati).
Un sistema CPP può anche accettare stili di lavoro flessibili. Infatti, alcune persone
Ve
decidono di lavorare solo poche ore al giorno oppure di interrompere la propria vita
lavorativa – specialmente donne e giovani. Nei sistemi paga-come-vai, queste
decisioni creano il problema del dover colmare le interruzioni nei contributi versati
ut
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ed, in alcuni casi, possono comportare la perdita di qualunque diritto ad un beneficio
pensionistico, pur avendo contribuito per anni al sistema. In un sistema CPP ciò non
tit
accade dato che versamenti “a singhiozzo” non intaccano il diritto di ricevere indietro
Is
la totalità dei propri contributi (più l’interesse maturato).
La Transizione
Nei paesi che hanno già un sistema paga-come-vai, una sfida cruciale consiste nel
progettare e nel realizzare la transizione verso il sistema CPP. In Cile noi stabilimmo
tre regole fondamentali in merito alla linea di condotta da seguirsi:
1. Il governo garantì a coloro che stavano già ricevendo un assegno di previdenza
sociale che i loro benefici non sarebbero stati toccati dalla riforma. Il non
mantenere le promesse fatte non sarebbe corretto verso le persone anziane.
Utilizzai le seguenti parole per esprimere questa regola fondamentale: “Nessuno
porterà via l’assegno della pensione a vostra nonna”.
2. A ciascun lavoratore venne offerta la scelta di rimanere nel sistema paga-come-vai
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie oppure di trasferirsi al nuovo sistema CPP. Coloro che scelsero di staccarsi dal
precedente sistema ricevettero un “buono di credito” che fu depositato nei loro
nuovi CPP. Quel buono era collegato al tasso d’inflazione e godeva di un tasso
d’interesse reale del 4%. Esso era in pratica un Buono del Tesoro senza cedole e
raggiungente la maturità nel momento in cui il lavoratore raggiunge l’età legale di
pensionamento. I buoni possono essere rivenduti sui mercati finanziari secondari,
in modo tale da permettere al lavoratore di utilizzarli per ammassare il capitale
necessario ad un pensionamento anticipato. Il buono venne calcolato in maniera
tale da rispecchiare i contributi che il lavoratore aveva già versato nel sistema
paga-come-vai. La formula esatta era contenuta nella legge e venne spiegata alla
gente nei minimi dettagli ed in termini semplici. Pertanto, un lavoratore che
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da zero quando si trasferiva al sistema CPP.
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avesse pagato per anni i contributi di previdenza sociale non doveva cominciare
3. A tutti coloro che entravano nel mercato del lavoro per la prima volta venne
imposta l’iscrizione al sistema CPP. Quest’obbligo garantì che il sistema paga-
Ve
come-vai sarebbe stato completamente terminato non appena l’ultimo lavoratore
appartenente ad esso avesse raggiunto l’età della pensione. Da quel momento, lo
di tempo limitato.
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o
stato dovrà pagare benefici ai pensionati del vecchio sistema solo per un periodo
tit
Per dare pari opportunità di creare una AFP a tutti coloro che ne fossero stati
Is
interessati, la legge stabilì un periodo di sei mesi durante il quale nessuna AFP poteva
iniziare le attività (neppure farsi pubblicità). Pertanto, il settore industriale delle AFP
è unico dato che esso ebbe un ben distinto giorno di concezione (4 Novembre 1980)
ed un ben distinto giorno di nascita (1 Maggio 1981). Da notare che in questo modo
trasformammo il Primo di Maggio in un giornata che celebrasse un’acquisizione di
potere da parte dei lavoratori per mezzo della possibilità di scelta della previdenza
sociale.
In parallelo con la creazione del nuovo sistema, vennero ridefiniti tutti gli stipendi in
modo tale da includere nello stipendio lordo la maggior parte del contributo del datore
di lavoro al vecchio sistema pensionistico. (La rimanenza del contributo del datore di
lavoro venne trasformata in tassa transitoria sull’utilizzo del lavoro, in modo da
aiutare a finanziare la transizione; come stabilito nella legge sulla riforma
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie pensionistica, tale tassa venne gradualmente estinta facendo diminuire così per il
datore di lavoro il costo di assumere un lavoratore). Il contributo del lavoratore venne
poi detratto da questo stipendio lordo aumentato. Siccome il contributo totale era
minore nel nuovo sistema che in quello vecchio, per i lavoratori che si trasferirono al
nuovo sistema lo stipendio netto aumentò di circa il 5 percento.
In questo modo, ponemmo fine alla finzione che sia il datore di lavoro che il
lavoratore stesso contribuiscono alla previdenza sociale, stratagemma che permette la
manipolazione politica di tali aliquote. Dal punto di vista economico, tutti i contributi
sono alla fin fine pagati dal lavoratore, dato che il datore di lavoro prende in
considerazione tutti i costi inerenti al lavoratore – siano essi chiamati salario o
contributi di previdenza sociale – nel prendere una decisione in merito ad assunzione
ne
zi
e
e paga. Pertanto, dando al contributo del datore di lavoro un nome diverso ed
includendolo nello stipendio lordo, la nostra riforma rese evidente – senza ridurre lo
stipendio che il lavoratore portava a casa – che tutti i contributi sono alla fin fine
Ve
pagati dal lavoratore. Naturalmente, il livello dei salari verrà poi determinato
dall’interazione delle forze di mercato.
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o
Il finanziamento della transizione è una questione tecnica complessa che affrontammo
con successo senza aumentare le tasse, e che ciascuna nazione deve risolvere a
seconda delle proprie circostanze. La questione fondamentale da comprendere a
tit
questo riguardo è che, contrariamente ad una credenza molto diffusa, non esiste alcun
Is
costo “economico” di transizione; questo perché non c’è alcuna spesa sul Prodotto
Nazionale Lordo causata da questa riforma (è vero anzi l’opposto). Come affrontare il
costo statale di transizione riguardante il “flusso di cassa”, posto in essere non da
questa riforma bensì dal fatto che esiste un enorme onere – mancante di copertura
finanziaria – causato dal sistema paga-come-vai, è una questione completamente
diversa e pertinente.
Uno studio della Banca Mondiale ha stimato che, nel 1980, il debito contenuto
implicitamente nel sistema paga-come-vai Cileno fosse intorno a 80% del Prodotto
Interno Lordo. Come menzionato da quello studio, “il Cile è la dimostrazione che un
paese con un sistema bancario moderatamente competitivo, un mercato finanziario
dei crediti ben funzionante, ed un livello di stabilità macro-economica moderatamente
buono, può finanziare grossi disavanzi di transizione senza che si verifichino forti
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie ripercussioni sui tassi d’interesse”.4
Utilizzammo cinque “fonti” per finanziare i costi fiscali connessi col cambiamento al
sistema CPP:
1. Utilizzando obbligazioni, il costo di transizione venne sostenuto in parte dalle
generazioni future. In Cile, grosso modo il 40% del costo è stato finanziato
attraverso l’emissione di titoli di stato a tassi d’interesse di mercato. Questi
titoli sono stati acquistati principalmente dalle AFP come parte del loro
portafoglio di investimenti, e questo “debito ponte” verrà completamente
estinto nel momento in cui i beneficiari del vecchio sistema non saranno più
tra noi (tale evento sarà fonte di dispiacere per le loro famiglie ed amici ma,
e
senza dubbio, fonte di sollievo per i futuri ministri del tesoro).
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zi
2. Dato che in un sistema basato sui contributi versati, come il sistema CPP, la
proporzione di risparmio necessaria a finanziare un livello di benefici
pensionistici adeguato era inferiore alle trattenute sullo stipendio esistenti, una
Ve
parte della differenza tra questi due importi venne utilizzata come temporanea
“tassa di transizione” (che fu gradualmente ridotta a zero, facendo diminuire il
ut
o
costo di assunzione di un lavoratore e portando ad una crescita
dell’occupazione).
tit
3. Nel bilancio di uno stato ci sono sia oneri – come la previdenza sociale e gli
obblighi sanitari – che imprese possedute dallo stato, terreni, ed altri tipi di
Is
beni. Siccome a quel tempo stavamo anche privatizzando i beni posseduti
dallo stato, specialmente aziende, questo fu un modo per finanziare la
transizione che produsse svariati ulteriori benefici, come per esempio un
aumento dell’efficienza, la depoliticizzazione dell’economia ed un aumento di
potere dei lavoratori attraverso l’acquisizione di quote di possesso delle
aziende.
4. Il bisogno di finanziare la transizione costituì un potente stimolo alla riduzione
degli sprechi nelle spese statali. Prima della riforma, il governo creò
volutamente un’eccedenza di bilancio, e per molti anni a seguire il ministro del
tesoro poté legittimamente utilizzare il bisogno di “finanziare la transizione”
come potente argomento per contenere le costanti pressioni ad aumentare la
spesa statale, provenienti da ogni lato.
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie 5. L’aumento di crescita economica generato dal sistema CPP incrementò
notevolmente le entrate fiscali, specialmente quelle provenienti dalla tassa sul
valore aggiunto; ed in questi ultimi anni, ciò ha permesso al Cile di avere
persino delle eccedenze di bilancio.
I Risultati
Dal momento in cui il sistema cominciò ad operare, 1 Maggio 1981, il rendimento
reale medio sugli investimenti è stato del 10% annuo (durante questi 26 anni). Com’è
naturale, il rendimento annuale ha avuto delle oscillazioni intrinseche al libero
mercato – oscillazioni andanti dal meno 3% al più 30% in termini reali – tuttavia
quello fondamentale è il rendimento medio calcolato sulla vita lavorativa di un
e
individuo (diciamo 40-45 anni) oppure, se un individuo sceglie l’opzione di prelievo
ne
zi
prestabilito, sull’intera vita lavorativa con in aggiunta quella da pensionato (diciamo
55-60 anni).
I benefici pensionistici nel sistema CPP (con una percentuale obbligatoria di risparmio
Ve
del solo 10%) sono stati significativamente più alti che nel vecchio sistema
amministrato dallo stato, il quale richiedeva una trattenuta sullo stipendio molto più
ut
o
alta. Secondo uno studio, dopo 15 anni di operazione del sistema, il pensionato AFP
medio stava ricevendo un beneficio pensionistico pari al 78% del suo stipendio annuo
tit
medio dei precedenti 10 anni di vita lavorativa. Al momento di andare in pensione, un
lavoratore può prelevare in blocco unico i “risparmi in eccesso” (al di sopra della
Is
soglia del 70% dello stipendio). Se anche questo denaro venisse compreso nel
calcolare il valore del beneficio pensionistico, il valore totale si avvicinerebbe all’
84% dello stipendio lavorativo. Anche coloro che godono di benefici pensionistici
d’invalidità ricevono, in media, 70% del loro stipendio lavorativo.5
I fondi pensionistici hanno già accumulato un fondo d’investimento equivalente a
80% del Prodotto Nazionale Lordo (PNL), ed alcuni esperti prevedono che questa
percentuale crescerà sino a 100% del PNL quando il sistema raggiungerà la completa
maturità. Questo capitale d’investimento a lungo termine non solo ha aiutato a
finanziare la crescita economica ma ha anche spronato uno sviluppo verso l’efficienza
sia delle istituzioni finanziarie che dei mercati. La decisione di creare per primo il
sistema CPP, e solo poi in un secondo tempo di privatizzare le grandi aziende
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie possedute dallo stato, ha avuto come risultato una “sequenza virtuosa”. Tale decisione
ha dato ai lavoratori la possibilità di beneficiare immensamente dall'enorme
incremento di produttività delle aziende privatizzate, permettendo loro di catturare
una grossa fetta della ricchezza creata dal processo di privatizzazione grazie
all’aumento del valore delle azioni che ha così aumentato il rendimento dei loro CPP.
Uno dei risultati chiave del nuovo sistema è stato, pertanto, di aumentare la
produttività del capitale e quindi il tasso di crescita economica dell’economia Cilena.
Le vaste risorse amministrate dalle AFP hanno incoraggiato la creazione di nuovi tipi
di strumenti finanziari ed hanno allo stesso tempo portato al miglioramento di altri
strumenti già in esistenza ma non completamente sviluppati. La creazione di
un’industria
nazionale
di
valutazione-rischi
ed
un
miglioramento
ne
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e
nell’amministrazione a livello direttivo delle aziende sono stati un altro dei contributi
della riforma pensionistica Cilena al sano funzionamento del mercato del capitale ed
alla sua trasparenza. (Le AFP nominano direttori esterni indipendenti, nelle aziende in
Ve
cui possiedono azioni, potendo così frantumare il clima di presunzione ed eccessiva
sicurezza presente alle riunioni dei consigli direttivi).
ut
o
Il nuovo sistema pensionistico ha dato un contributo significativo alla riduzione della
povertà grazie all’aumento sia del valore che della certezza dei benefici pensionistici
di vecchiaia, dei sopravvissuti, e di invalidità; grazie all’effetto indiretto ma molto
tit
potente di promuovere la crescita economica e l’occupazione; ed attraverso
Is
l’eliminazione dell’ingiustizia causata dal vecchio sistema. Secondo un’opinione
comunemente accettata, i sistemi paga-come-vai ridistribuiscono il denaro dagli
individui ricchi a quelli poveri. Tuttavia, se vengono prese in considerazione certe
specifiche caratteristiche salariali dei lavoratori ed il modus operandi del sistema
politico, questi sistemi generalmente ridistribuiscono il denaro verso i gruppi di
lavoratori più potenti, i quali non sono certamente né i più vulnerabili e neppure i più
poveri.
In Cile, la questione delle pensioni ha smesso di essere al centro dell’attenzione e
degli sforzi del governo, depoliticizzando pertanto un immenso settore dell’economia
e dando agli individui maggior controllo sulla propria vita.6
Non è da stupirsi che il sistema CPP sia sopravvissuto intatto a quattro governi del
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie centro-sinistra negli ultimi 16 anni, dato che esso è diventato veramente il “pilastro
intoccabile” dell’economia Cilena. Non solo la sua struttura è stata lasciata inalterata,
bensì grazie a dei perfezionamenti tecnici esso è stato migliorato – permettendo, per
esempio, una maggior competizione nella amministrazione dei risparmi pensionistici
volontari ed ampliando da uno a cinque la scelta dei fondi.
Quando il sistema CPP venne inaugurato nel Maggio 1981, già entro il suo primo
mese di funzionamento ben un-quarto della forza lavoro avente i requisiti necessari si
iscrisse ad esso, ed oggi il 95% dei lavoratori Cileni (coperti da un sistema
pensionistico) appartengono al sistema CPP. Quando venne data loro la possibilità di
scegliere, la stragrande maggioranza dei lavoratori Cileni votò col proprio denaro a
e
favore di un sistema pensionistico basato sul libero mercato.
ne
zi
Per i Cileni, il proprio CPP rappresenta ora un diritto di proprietà reale e visibile –
anzi, esso è la fonte primaria di certezza per la pensione, ed il bene principale del
tipico lavoratore Cileno non consiste nella propria auto usata e neppure nella propria
Ve
piccola casa (probabilmente ancora ipotecata) ma nel capitale contenuto nel proprio
CPP. Il nuovo sistema pensionistico ha dato a ciascun Cileno una quota personale
ut
o
dell’economia nazionale. Il tipico lavoratore Cileno non prova più indifferenza al
comportamento del mercato azionario o dei tassi d’interesse. Egli sa che una cattiva
politica economica può danneggiare i suoi benefici pensionistici. Quando i lavoratori
tit
si sentono loro stessi proprietari di una parte dei beni della nazione, non per mezzo di
Is
capi di partito od attraverso un Politburo, essi sono molto più attaccati agli ideali di
libero mercato e di libera società.
La stragrande maggioranza dei lavoratori Cileni che scelsero di aderire al nuovo
sistema decise di volontà propria di abbandonare il sistema statale – ciò sebbene
alcuni dei capi dei sindacati nazionali e la maggioranza della classe politica
consigliassero loro di non farlo. Ho sempre creduto che il comune lavoratore abbia un
profondo interesse e presti molta attenzione a quelle questioni che sono strettamente
connesse alla propria vita - come ad esempio previdenza sociale, educazione, e sanità
- e che quando prende una decisione egli lo faccia per il bene della propria famiglia, e
non secondo le proprie simpatie politiche od ideologie collettiviste.
La lezione fondamentale scaturente dall’esperienza Cilena è che le uniche rivoluzioni
13
“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie che hanno successo sono quelle che hanno fiducia nell’individuo e nei prodigi che gli
individui possono compiere quando essi possiedono la libertà.
Epilogo
Perché in Cile per primo? Qual’era il contesto politico? Come siete riuscito a farcela?
Invariabilmente, queste sono le prime domande che mi vengono poste ogniqualvolta,
nei miei viaggi per il mondo, mi viene chiesto di descrivere la riforma della
previdenza sociale in Cile. Permettetemi quindi di rispondere brevemente a queste
domande.
Tutto ebbe inizio nel 1956 quando la facoltà di scienze economiche dell’Università
Cattolica del Cile firmò un accordo di co-operazione di tre anni con il dipartimento di
e
economia dell’Università di Chicago. L’accordo venne rinnovato due volte, per un
ne
zi
totale di nove anni. Lo straordinario trasferimento di idee che seguì, creò la miglior
facoltà di economia nell’America Latina. Negli anni '60, centinaia di studenti
compreso il sottoscritto appresero rigorosi concetti di economia e vennero a
Ve
conoscenza di concetti di politica pubblica basati sulla libertà individuale e
ut
o
sull’impresa privata.
Ben presto si venne creare una “massa critica” di economisti con ideali di libero
mercato, ed aventi diagnosi comune riguardo ai problemi economici della nazione e
tit
vedute simili in merito alle soluzioni necessarie. Siccome ogni idea crea delle
Is
conseguenze, questo gruppo cominciò ad influenzare il dibattito pubblico ed iniziò ad
essere conosciuto come i “ragazzi di Chicago”. Quando ottenni la mia laurea in
economia in Cile nel 1970 decisi che, dopo quattro anni di studio intenso e
gratificante in una facoltà che dal punto di vista intellettuale era una “succursale
completa” dell’Università di Chicago, sarebbe stato per me un arricchimento il
recarmi in un’altra università per compiere i miei studi di dottorato. Così, rompendo
con la tradizione, mi iscrissi all’Università di Harvard per un Master (M.A.) ed un
Dottorato di ricerca (Ph.D.) in economia. Anni dopo, quando ero già ministro, alcuni
giornali cominciarono a chiamarmi non più “ragazzo di Chicago” bensì “uomo di
Harvard”. Sono veramente orgoglioso di essere entrambi.
Nei miei quattro anni a Cambridge (Massachusetts), non solo approfondii la mia
conoscenza dell’economia e di altre scienze sociali, ma mi immersi nel rinvigorente
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie clima di libertà della società Americana. Alla ricerca delle cause fondamentali del
successo dell’America, divenni un appassionato ammiratore dei Padri Fondatori e dei
due loro grandi lasciti al mondo intero: la Dichiarazione d’Indipendenza e la
Costituzione degli Stati Uniti. Trovai anche profonda ispirazione nei lavori di alcuni
pensatori sulla libertà come John Locke, Adam Smith, Frederic Bastiat, Friedrich
Hayek, Karl Popper, Ludwig von Mises, e Milton Friedman (nel cui libro del 1962,
“Capitalismo e Libertà”, lessi per la prima volta riguardo l’idea di privatizzare la
previdenza sociale). Durante quegli anni, mi convinsi che solo delle riforme
economiche e politiche radicali, basate sulla libertà individuale, avrebbero potuto
strappare il mio paese dalla povertà e da tutte le forme di oppressione.
Nel frattempo, la presa di potere comunista a Cuba nel 1959 e gli sforzi di quel
ne
zi
e
governo tendenti a creare, usando le parole di Che Guevara, “molteplici Vietnam”
nell’America Latina, portarono alla fine al crollo della democrazia in Cile. Poco dopo,
il nuovo governo militare decise di invitare alcuni dei “ragazzi di Chicago” ad aiutare
Ve
a ricostruire l’economia distrutta ed ebbe così inizio in Cile la vera rivoluzione: uno
spostamento radicale, totale ed ininterrotto verso il libero mercato. Questa
“Rivoluzione Cilena” raddoppiò il tasso storico di crescita economica del Cile (fino ad
ut
o
un valore medio del 7 percento annuo dal 1984 al 1998), ridusse drasticamente la
percentuale di individui viventi in povertà, e mise in moto quelle forze che condussero
tit
alla democrazia liberale ed alla supremazia della legge.
Is
Verso la fine del 1974, mi trovavo dinnanzi ad una scelta difficile: rimanere a Boston
assaporando la piacevole vita accademica che amavo così tanto o tornare in patria ad
aiutare a fondare un nuovo paese dalle ceneri di quello vecchio. Quando tornai a casa,
sapevo che il cammino davanti a me sarebbe stato pieno di pericoli e di rischi. Quasi
immediatamente, mi impegnai molto attivamente nel promuovere in dibattiti pubblici
gli ideali di libertà economica, sociale e politica. Due anni più tardi, nel 1977, feci un
discorso in cui descrivevo un possibile futuro scenario per il paese nel caso che
decidessimo di buttarci verso la libertà economica. Il giorno dopo, venni invitato dal
presidente, che io non avevo mai incontrato prima d’allora, a ripetere il discorso
dinnanzi a lui ed all’intero governo, e nel Dicembre 1978, divenni ministro del lavoro
e della previdenza sociale in Cile con due grandi obiettivi: creare un nuovo sistema
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie pensionistico e riformare la legge sul lavoro – rigida e contro l’occupazione – del mio
paese.7
Le mie idee in merito alla riforma delle pensioni erano allora parte di una visione
complessiva sul libero mercato e su una libera società in Cile. Al ministero, misi
insieme un’eccellente squadra che mi aiutasse a progettare non solo il nuovo sistema
ma anche una strategia di transizione. Per decine d’anni in Cile, coloro che avevano
cercato di riformare la previdenza sociale avevano fallito, a causa del fatto che i loro
piani erano di parte e difettosi. Decisi che avremmo dovuto “prendere il toro per le
corna”. Il mio motto era che avevamo bisogno di una “riforma radicale da eseguirsi
cautamente”. Mi ricordo l’aver spesso ripetuto alla mia squadra che non esiste niente
di più soddisfacente nella vita che il fare qualcosa che altri ritengono impossibile.
ne
zi
e
Eravamo uniti dalla nostra fede nel potere delle idee e dal convincimento che
potevamo apportare dei cambiamenti significativi alla vita di milioni di lavoratori
Cileni.
Ve
Durante i miei due anni al ministero, suddivisi la mia settimana lavorativa di sette
giorni in parti eguali tra un incessante lavoro con la mia squadra, perfezionando ogni
ut
o
minimo dettaglio del progetto di riforma, e tra lo spiegare alla gente i pregi e le
ragioni di quelle idee. Ebbi, in tutto il paese, una quantità innumerevole di incontri
con i lavoratori; ed intrapresi delle spiegazioni televisive sulla riforma, per tre minuti
tit
ogni settimana, all’interno di uno dei notiziari televisi trasmesso in orario di massimo
Is
ascolto. Queste apparizioni televisive, tese a promuovere la riforma con parole molto
semplici ed oneste, furono cruciali nel far conoscere ed apprezzare la riforma
pensionistica ai lavoratori del paese.
Permettetemi di portarvi a conoscenza di due aneddoti istruttivi, riguardanti le
tentazioni a cui un riformatore si trova esposto ed alle quali egli non deve cedere. Ad
un certo momento, apparve molto probabile che la riforma sarebbe stata finalmente
approvata, dato che l’idea stava raccogliendo consensi ovunque. Tuttavia, alcuni
gruppi d’individui fortemente interessati per fini propri a promuovere un particolare
punto di vista od a mantenere la situazione attuale ritennero di poter strappare alcune
“concessioni dell’ultima ora”. Un giorno, ricevetti la richiesta di partecipare, da solo
ed a porte chiuse, ad un incontro con i maggiori capi sindacali del paese. Dopo un
cordiale giro di saluti, il loro portavoce spiegò che, sebbene fossero ideologicamente
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie contrari alla riforma, si rendevano conto che probabilmente essa sarebbe stata
approvata. “Siamo venuti a farvi presente che, in un futuro, il nostro sostegno
potrebbe esservi vantaggioso. Dopo tutto, voi siete un giovane di 30 anni, forse con
una promettente carriera politica dinnanzi a voi. ... ... Quindi, siamo pronti a darvi
immediatamente il nostro sostegno pubblico, a condizione che voi vi dimostriate
ragionevole e modifichiate un singolo dettaglio nel vostro progetto: invece di dare al
lavoratore il diritto di scegliere chi amministrerà il suo conto individuale, tale
decisione dovrà venir presa esclusivamente dal direttivo del sindacato al quale il
lavoratore appartiene.” Egli continuò: “I lavoratori, Sig. Ministro, non sono in grado
di poter prendere una decisione di tal genere. Se riusciamo a raggiungere un accordo
in merito a questo punto, noi saremo veramente felici di essere a vostra disposizione
ne
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e
in futuro.”
Confesso di essere rimasto sorpreso, non solo dalla sfacciataggine dell’offerta, ma
anche dal disprezzo – del tipo “Dei dell’Olimpo” – che essi dimostrarono avere per la
Ve
libertà e dignità dei lavoratori. Nel formulare una risposta, decisi di usare un tono
umoristico. “Sfortunatamente, non potrò accettare l’offerta che voi siete venuti a
presentarmi dato che mi preoccupo di salvarvi l’anima.” “Cosa significa ciò, per
ut
o
Dio?” gridarono parecchi di loro all’unisuono. “È proprio come avete appena udito,
Signori. Come tutti ben sappiamo, la dirigenza dei sindacati nel nostro paese è sem-
tit
pre stata altamente politicizzata, ma non è corrotta. Se la scelta dell’amministratore
Is
dei conti pensionistici viene presa da un capo di sindacato – piuttosto che essere una
decisione presa dal singolo lavoratore – voi dirigenti sareste sottoposti a pressioni
tali che vi sarebbe difficile mantenere la vostra integrità. Gli amministratori dei fondi
pensionistici, fortemente interessati ad ottenere l’incarico di amministrare i risparmi
di grossi gruppi, troverebbero molto meno costoso il corrompere i dirigenti sindacali
piuttosto che competere tra di loro sul libero mercato offrendo rendimenti più alti o
commissioni più basse. Non posso accettare ciò, perché tale situazione darebbe adito
a tentazioni che nessuno di voi vorrebbe trovarsi a fronteggiare.” Dopo tali parole,
nessuno alzò più la voce. L’incontro venne quietamente aggiornato, sebbene in
maniera molto meno cordiale di come esso fosse iniziato.
La visita successiva fu da parte dei presidenti delle più potenti banche in Cile. Mi
dissero che essi sostenevano appieno il concetto dei conti privati pensionistici
17
“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie individuali, tuttavia essi desideravano che il sistema venisse amministrato solo dalle
banche. Ed uno dei direttori, persino, argomentò appassionatamente contro il
permettere ad istituzioni finanziarie “straniere” di amministrare i risparmi
pensionistici dei lavoratori. Riflettei attentamente sui loro argomenti, come avevo
fatto in precedenza con quelli dei capi dei sindacati, tuttavia rigettai completamente il
loro punto di vista. Per poter ricevere un buon servizio è fondamentale esista
competizione. Ed era per me inaccettabile il limitare le possibilità di scelta dei
lavoratori, al fine di concedere ai finanzieri Cileni una posizione di monopolio
sull’amministrazione del sistema. Mi rendevo conto che mi stavo creando dei nemici,
tuttavia non esiste niente di più pericoloso che il diluire la coerenza di una riforma per
soddisfare coloro che sono fortemente interessati per fini propri a promuovere un
ne
zi
anche una politica veramente pessima.
e
particolare punto di vista. Non sarebbe soltanto disonestà morale ed intellettuale, ma
Questi due incontri mi fecero venire a mente le parole di Thomas Jefferson, parole che
Ve
erano rimaste scolpite nella mia mente e nel mio cuore sin dal primo momento in cui
le lessi: “Ogniqualvolta un individuo getta un occhio desideroso su una carica
pubblica, il marciume ha inizio nel suo comportamento.” In questa frase, le parole
ut
o
chiave sono “un occhio desideroso”, per mezzo delle quali Jefferson fece una
distinzione tra il ruolo necessario degli individui aventi una carica pubblica ed il
tit
desiderio illegittimo di occupare una carica pubblica per fini personali. Infatti, una
Is
Repubblica ha bisogno di patrioti pronti a sacrificarsi in un incarico pubblico
lavorando duramente, onestamente e sinceramente alla ricerca del bene comune. Una
Repubblica è marcia, tuttavia, quando gli individui usano una carica pubblica per
soddisfare la propria sete di potere, denaro o gloria, oppure per favorire parenti, amici
o colleghi di partito. Questo Padre Fondatore dell’America si rese conto che è
necessario ci siano dei veri condottieri - dei condottieri che siano pronti cioè a porre il
bene comune innanzi a qualsiasi altra cosa - affinché una repubblica possa
sopravvivere e prosperare. E con questa frase, egli indicò chiaramente la differenza
esistente tra questo tipo di condottieri ed individui intenti alla semplice ricerca del
potere, cosa quest’ultima che è la maledizione di gran parte della politica dei giorni
nostri.
Il 4 Novembre 1980, la riforma fu finalmente approvata. La legge concedeva alle
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie compagnie amministratrici dei fondi pensionistici sei mesi di tempo per dare inizio
alle operazioni, cosa che avrebbe posto il 4 Maggio come data d’avvio. Un’idea mi
colpì all’improvviso: spostare la data di inaugurazione all’ 1 Maggio, giorno
internazionale della Festa del Lavoro. È una data che storicamente ha avuto un
significato speciale per i lavoratori ma che è stata trasformata, purtroppo, in
un’occasione per protestare; proteste alimentate dalla retorica della lotta di classe. Nel
futuro del Cile, io vedevo quel giorno come giornata di celebrazione di una riforma
che aveva dato libertà e dignità ai lavoratori della nostra nazione.
Ricevuta l’approvazione di questa rettifica minore, mi affrettai verso il mio ufficio per
condividere le buone notizie con il resto della squadra. Nel mezzo delle celebrazioni,
si udì una voce al di sopra del chiasso: “Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo preso il toro per
ne
zi
e
le corna. Viva il Cile!”
Quella sera arrivai a casa molto tardi. Ero estremamente felice ma completamente
esausto. Per rilassarmi, accesi il televisore sul canale delle notizie. Stavano dando la
Ve
notizia fresca di stampa che Ronald Reagan era appena stato eletto presidente degli
Stati Uniti. Nel sonno quella notte, i miei sogni erano pieni di speranza per il Cile e
ut
o
per il mondo.
APPENDICE
tit
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Is
(Discorso d’introduzione tenuto al pranzo annuale della Camera di Commercio
Nord-Americana, New York, Febbraio 2004, dall’economista José Luis Daza nel
presentare ai partecipanti José Piñera - oratore principale all’evento).
José Piñera, un combattente per la libertà
Non è la prima volta che io presento José; nelle occasioni precedenti ciò ha
generalmente comportato un enorme sforzo seguito poi da una grande soddisfazione.
Per poter convincere questo individuo a partecipare ai convegni da me organizzati, ho
dovuto inseguirlo per tutto il mondo. Fortunatamente, questa volta la Camera di
Commercio si è assunta l’onere di convincerlo a tenere il discorso questa sera, ed a
me rimane la soddisfazione.
Come al solito, la prospettiva di ascoltare il discorso di José provoca in me un enorme
entusiasmo dato che, ogni singola volta che mi son trovato con lui, o che ho ascoltato
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie uno dei suoi discorsi oppure letto uno dei suoi scritti, ho sempre appreso qualcosa di
nuovo. Come dissi un anno fa, quando la Camera di Commercio gentilmente mi invitò
ad essere l’oratore principale, José ha profondamente influenzato il mio modo di
pensare.
Credo che la maggioranza di noi, quando si è giovani, sogni di poter avere
l’opportunità di lasciare una propria impronta positiva sulla società, tutti noi sognamo
di aver la possibilità di rendere il mondo un luogo migliore. Alcuni individui
raggiungono questo obiettivo per mezzo di idee, altri per mezzo delle loro azioni
nell’ambito dell’arena politica, ed altri ancora per mezzo dell’influenza da loro
esercitata nelle loro interazioni quotidiane con altri individui.
e
Ebbene, José ha avuto un impatto sul mondo per mezzo di ognuna di queste vie. Ma
ne
zi
oggi, io vorrei porre in risalto quello che è stato forse il suo più grande contributo;
qualcosa che non è stato menzionato sufficientemente: il suo contributo alla
Ve
democrazia, il suo contributo alla libertà.
Certamente, voi tutti siete a conoscenza del ruolo da lui avuto come “padre” del
sistema di fondi pensionistici Cileno, sistema che ha avuto un successo spettacolare;
ut
o
del suo ruolo come autore del codice minerario, codice che sin dai primi anni ‘80
portò ad un aumento quadruplo della produzione Cilena di rame (a proposito, gran
tit
parte di questo aumento è stato ottenuto dal settore privato). Ed infine, del suo ruolo
Is
nel riformare il mercato del lavoro.
E certamente siete a conoscenza del suo ruolo come consigliere di vari governi in
tutto il mondo, dagli USA alla Russia, dalla Cina al Messico, etc, etc.
Sfortunatamente, non sempre i suoi consigli sono stati seguiti. Rammento un episodio
avvenuto nel Settembre 2001, appena tre mesi prima del massiccio crollo finanziario
dell’Argentina. Il ministro delle finanze Domingo Cavallo stava tenendo un discorso,
a Bariloche, dinnanzi ad un gruppo di circa 200 investitori. Egli si accorse
d’improvviso che José era presente tra il pubblico. Il ministro smise di leggere, alzò
gli occhi e disse: “Vedo José Piñera tra il pubblico: José, se solo avessimo seguito i
tuoi consigli ora non ci troveremmo in questo pasticcio”. Abbassò gli occhi e
continuò a leggere; tutti noi sappiamo come andò a finire quella storia.
20
“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie Tuttavia, questa sera vorrei dare un riconoscimento agli sforzi compiuti da José su un
fronte che non viene menzionato sufficientemente. Parlo del ruolo da lui avuto
nell’aiutare a gettar le basi di una democrazia, solida e stabile, in Cile.
Lo scorso anno dissi che è mia convinzione che, fin dalla sua fondazione, l’evoluzione
dell’America Latina abbia avuto come risultato un universo perverso, un equilibrio
politico ed economico perverso, nel quale delle istituzioni progettate male ed una
cattiva politica economica hanno avuto delle conseguenze economiche pessime, le
quali hanno creato a loro volta le condizioni giuste per una demagogia populista, la
quale ha portato a sua volta a risultati economici pessimi, e così via in un continuo
circolo vizioso.
e
Menzionai anche che il Cile fu l’unica nazione, in questa regione, capace di fuggire da
ne
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questo equilibrio perverso e di portarsi verso un nuovo equilibrio politico ed
economico, virtuoso. Le scosse negative che hanno colpito l’economia ed il sistema
politico Cileni, in questi ultimi anni, hanno provocato una reazione positiva e
Ve
benevola da parte delle personalità chiave, e la democrazia in Cile ne è uscita
rafforzata. Non vi è alcun dubbio che il merito di tale reazione debba essere attribuito
ut
o
a degli individui, tuttavia non vi è neanche il dubbio che gli incentivi indicanti il
percorso corretto da seguirsi fossero già in posizione.
tit
Io credo onestamente che il seme responsabile per questa reazione positiva e benevola
Is
venne gettato negli ultimi anni ‘70 e negli anni ‘80 da parte di un gruppo di idealisti;
costoro misero in atto delle riforme rivoluzionarie che portarono alla creazione di
quelle istituzioni che sono essenziali per la democrazia.
Il loro obiettivo ultimo consisteva nel promuovere, in ogni campo, la libertà
individuale. José fu, in ogni momento, uno strenuo difensore della libertà di stampa e
dei diritti umani. José fu uno di quegli individui che ricoprì un ruolo cruciale nel
creare le istituzioni che sono alla base della miglior democrazia, funzionante, nella
storia del Cile.
Quindi José, mentre tutti ti ammirano per il ruolo da te avuto nell’economia, io
desidero ringraziarti per il ruolo da te avuto nell’aiutare a rendere il Cile una delle
poche, se non l’unica, democrazia stabile e funzionante dell’America Latina.
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“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie Note al Testo Principale:
1. Questa percentuale obbligatoria viene applicata solo ai primi 15,000 dollari dello
stipendio annuo. Pertanto, con l’aumento dei salari dovuto alla crescita economica, la
quota di “risparmio obbligatorio” del sistema – presa come percentuale di stipendio totale
del lavoratore - diminuisce. È da notare che questo limite massimo, che nella legge è
espresso in pesos indicizzati all’inflazione, non è stato toccato in 26 anni da quattro diversi
governi.
2. Per informazioni statistiche complete in merito ai 26 anni del sistema, visitare il sito
internet della Sovrintendenza alle AFP, www.safp.cl
3. Agli appartenenti alle forze armate ed alla polizia nazionale non fu offerta la possibilità
di staccarsi dal sistema. Da allora, il disavanzo del loro sistema paga-come-vai ha
raggiunto livelli insostenibili. Nella riforma pensionistica originaria erano compresi anche
loro, tuttavia il relativo articolo fu rigettato dal Ministero della Difesa con il pretesto che per
e
legge era loro prerogativa il poter inserire tali variazioni.
ne
zi
4. Banca Mondiale, Averting the Old Age Crisis (New York: Oxford University Press, 1994),
pag. 268.
5. Sergio Baeza, Quince Anos Después: Una Mirada al Sistema Privado de Pensiones
Ve
(Santiago: Centro de Estudios Publicos, 1995).
6. Per ulteriori informazioni consultare L. Jacobo Rodriguez, “Chile’s Private Pension
System at 18: Its Current State and Future Challenges”, Cato Institute – Social Security
ut
o
Choice, Paper no. 17, 30 Luglio 1999.
7. La riforma del lavoro venne approvata nel 1979, e la storia completa è contenuta nel
mio libro, La Revolucion Laboral en Chile (Santiago: Zig Zag, 1990). Ho descritto gli
tit
avvenimenti riguardanti la riforma della previdenza sociale nel libro El Cascabel al Gato
Is
(Santiago: Zig Zag, 1991). Gli aneddoti relativi gli incontri avuti con i capi dei sindacati e
con i presidenti delle banche furono pubblicati in questo secondo libro.
----------------------------------
José Piñera è presidente del Centro Internazionale per la Riforma delle Pensioni
(International Center for Pension Reform - www.pensionreform.org). In qualità di
ministro del lavoro e della previdenza sociale del Cile dal 1978 al 1980, e delle
22
“Potere ai Lavoratori: Riforma Radicale delle Pensioni in Cile” di José Piñera Traduzione eseguita da Giampietro Lea ‐ Istituto Venezie miniere nel 1981, egli ebbe la responsabilità di tre riforme strutturali chiave: la
privatizzazione del sistema pensionistico, la legge sul lavoro, ed il ripristino del
diritto di proprietà privata in campo minerario. Possiede una laurea ed un
dottorato di ricerca in economia dell’Università di Harvard (U.S.A.).
L’Istituto Venezie
Programma Sostenitori
L’Istituto Venezie venne fondato nel 2006.
La sua missione consiste nel valutare i problemi
che affliggono le Venezie e nel formulare e
pro-muovere possibili soluzioni basate sugli
stessi ideali e principi - libera impresa, integrità
istitu-zionale, governo limitato e libertà
individuale - che motivarono con estremo
successo i nostri Progenitori Veneziani.
Al fine di allargare la propria base di sostegno finanziario e poter incrementare la divulgazione delle proprie pubblicazioni, l’Istituto
Venezie ha creato un Programma Sostenitori.
Oltre a ricevere relazioni semestrali sulle attività dell’Istituto e varie sue pubblicazioni (a seconda della classe di sostegno) i Sostenitori
vengono incoraggiati ad un continuo scambio
di idee con l’Istituto in merito a possibili studi e
progetti da intraprendere.
e
“I nobili obiettivi dellʹIstituto Venezie possono sembrare un sogno. Tuttavia, come disse un poe‐
ta, niente accade se non prima in sogno. Tramite un duro, onesto e sincero lavoro, queste persone potrebbero contribuire a creare un paese miglio‐
re. Se avete veramente a cuore ʺlibera impresa, integrità istituzionale, governo limitato e libertà individualeʺ, sostenete l’Istituto Venezie.” José Piñera Ve
L’Istituto Venezie non partecipa a campagne
elettorali ed è completamente indipendente da
qualsiasi partito politico o gruppo d’interesse
religioso od economico. Questa indipendenza
viene assicurata, da un lato, da una esplicita
diversificazione della propria base di sostegno
finanziario e, dall’altro, dall’integrità dei membri dei propri Consiglio Direttivo e Gruppo
Consultivo.
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Nell’ambito delle proprie attività, l’Istituto
Venezie pubblica inoltre libri, ricerche e brevi
studi, redatti sia da esperti propri che in collaborazione con eminenti esperti stranieri. Con
l’obiettivo di creare un duraturo desiderio di
riforme, l’Istituto promuove attivamente queste
pubblicazioni per mezzo di dibattiti pubblici,
conferenze, interventi sui mezzi di comunicazione, e facendole pervenire direttamente ad
accademici, politici, imprenditori, giornalisti ed
il pubblico generico, nelle Venezie.
ut
o
•
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tit
L’Istituto Venezie accetta contributi finanziari da individui, aziende, e fondazioni, sia
nelle Venezie che a livello internazionale.
L’Istituto è un’organizzazione non-profit (nona-scopo-di-lucro).
Is
•
•
•
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Classe Diamante (€5.000 - €25.000) questi Sostenitori ricevono tutte le pubblicazioni dell’Istituto, inviti a tutti i più importanti eventi (con illustri ospiti stranieri), ed
inviti ai pranzi di lavoro del Direttivo.
Classe Oro (€1.000 - €4.999) - riceve tutte le pubblicazioni edite dall’Istituto ed inviti
ad una selezione dei più importanti eventi.
Classe Argento (€500 - €999) - riceve
tutte le pubblicazioni dell’Istituto, ed inviti
ad eventi di particolare interesse.
Sostegno di Base (€100 - €499) - questa
classe riceve i Libretti Veneziani, tre titoli a
scelta tra i libri pubblicati, e le relazioni
semestrali sulle attività dell’Istituto.
Sostegno Introduttivo (€50) - sconto del
50% sul Sostegno di Base, disponibile solo
per coloro che ci sostengono per la prima
volta.
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