PREMESSA
È con grande entusiasmo che appoggiamo l’iniziativa dell’Associazione Iubilantes di proporre queste chiare e utili guide monografiche che illustrano
i monumenti del territorio.
Siamo felici di presentare, nell’anno della canonizzazione del nostro Fondatore, don Luigi Guanella, questa agevole pubblicazione trilingue, con lo
scopo di offrire una possibilità in più di conoscere e apprezzare il santuario
della Beata Vergine dell’Apparizione di Gallivaggio, vero centro spirituale
della Valchiavenna, che dal 2007 è affidato alla cura pastorale dei Servi della
Carità. Don Luigi Guanella era molto legato a questo Santuario, che costituiva una tappa obbligata dei suoi viaggi dalla Valle nativa a Como e viceversa. Queste soste rinforzavano in lui il legame con la sua terra, con la sua
infanzia e anche la sua grande venerazione per la Madonna, che costituiva
uno dei cardini della sua spiritualità. Una tappa importante anche per noi,
moderni pellegrini, che ci vogliamo mettere “sui passi di don Luigi Guanella”, affascinati dal suo carisma di amore verso Dio e verso gli uomini, soprattutto quelli più in difficoltà.
Don Remigio Oprandi
Superiore Provinciale - Provincia “Sacro Cuore”
Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella
Due giorni prima che il grande navigatore italiano Cristoforo Colombo dopo
più di un mese di travagliata navigazione toccasse, all’alba, la terra del
nuovo mondo, al grido di “Terra! Terra!”, la piccola località di Gallivaggio
“toccava”, in modo così singolare, il mondo nuovo del Cielo. A determinare
questo “contatto”, i piedi della Madonna e un sasso, un masso di granito, da
quel momento sempre rimirato, mai più perso di vista, e che, dopo alterne
vicende, dal 1972 si trova sotto la mensa dell’altare, oggetto della devozione
dei fedeli.
Era un mercoledì quando la Vergine apparve - anche qui dopo l’aurora - in
una luce straordinaria, a due umili ragazze in un bosco selvaggio della Val
San Giacomo, pochi chilometri sopra Chiavenna, per portare il suo messaggio di pentimento e di penitenza, per poter sperimentare l’infinita misericordia del Figlio. Qui infatti la Madonna non si limitò come altrove, nella
maggior parte dei Santuari, ad un generico invito a comportarsi bene o a costruire un tempio, ma fece un preciso richiamo a osservare meglio i giorni
festivi.
Da allora - e quindi da oltre mezzo millennio - il Santuario dove si venera
“Nostra Signora della Misericordia” è diventato un faro di devozione, un
polo di attrazione, per comunità pastorali e semplici fedeli, invitati dalla Madonna a levare lo sguardo e ad elevare l’animo. Fra di essi, per ben sette
volte, anche il card. Giovanni Battista Montini, «che la Provvidenza divina
ha voluto luminosamente elevare all’altezza del Pontificato romano, con il
nome apostolico di Paolo VI». Gallivaggio è una meta continuamente amata
ed ambita da parte dei pellegrini, che qui ritornano alla ricerca delle ragioni
e delle radici del vivere, della freschezza di una sorgente - proprio come avviene in montagna -, per abbeverarsi spiritualmente e ritrovare una forse
perduta serenità.
Il Santuario è sovrastato da un’alta parete rocciosa incombente - Mottaletta,
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come viene chiamata dai residenti - e si trova un po’ fuori dai centri abitati;
sorge infatti solitario a dominare il fondovalle, circondato da un antico silenzio, rotto solo dal torrente Liro e dal traffico della sottostante strada statale. Forse è anche questa sua mistica solitudine a conferirgli un indubbio
fascino; un “mix” di grandioso e di sublime, oltre, certo, al fatto che ha un
bel messaggio, una bella storia e una bella arte.
Nei suoi amabili e mirabili disegni Maria Santissima ha voluto scegliere
questo posto, una volta così inospitale, perché divenisse il “Roccolo della
Misericordia”, dove i devoti trovano nel Crocifisso l’annuncio e la testimonianza dell’Amore misericordioso di un Dio che, come ci ha insegnato San
Luigi Guanella, è più padre che giudice. Con la sua frequentazione e il suo
esempio, il nostro Fondatore ci ha fatto vedere con i fatti come «a Gesù si
va e si ritorna sempre per Maria».
Sono perciò molto grato allo storico della Valle, prof. Guido Scaramellini,
per questo suo prezioso lavoro e auguro a chi vorrà impegnarsi nella lettura
il gusto della ricerca e lo stupore per la bellezza.
Voglia davvero il Cielo che, grazie anche a questa nuova pubblicazione, il
Santuario tragga nuova linfa, per diventare sempre più un luogo di promozione e di irradiazione della devozione alla Madonna, di modo che molti più
fedeli - e non solo, quindi, quelli della Valchiavenna, della Bassa Valtellina
o dell’Alto Lago - possano trovare in esso la presenza viva e materna di
Maria, sperimentando così il tocco risanante dell’amore misericordioso del
Salvatore. Questo è l’auspicio del rettore.
Don Pietro Beretta
Rettore del Santurio
RAGIONI E CRITERI
La quasi decennale collana che Iubilantes dedica ai monumenti religiosi
delle nostre terre si arricchisce qui non solo di un nuovo titolo e di una nuova
area geografica - la provincia di Sondrio - ma anche del compito di valorizzare un Santuario carissimo ai fedeli e luogo di forti e profonde memorie
guanelliane.
Sono mantenute le scelte editoriali della collana: la funzione di agile documentazione, capace di offrire un’informazione semplice ma esauriente ed
aggiornata sui monumenti visitati, la bibliografia essenziale, la destinazione
ad un pubblico europeo, l’interesse per le tradizioni locali, l’impegno a rendere vivi chiese e santuari inserendoli nel tessuto delle ragioni storiche, geografiche e devozionali che ne hanno determinato la nascita.
Ringraziamo Guido Scaramellini, autore dei testi, Lapis srl responsabile del
progetto grafico e fotografico, don Adriano Folonaro e Valerio Ciceri per il
contributo fotografico, il rettore del Santuario don Pietro Beretta; ma soprattutto ringraziamo i Padri Guanelliani e il Consiglio di Regione Lombardia, per avere condiviso il nostro impegno nella valorizzazione dello
straordinario patrimonio di arte, fede e tradizioni delle nostre terre.
Ambra Garancini
Presidente IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS
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Mercoledì 10 ottobre 1492, all’alba, due ragazze annunciarono di
aver visto la Madonna mentre stavano raccogliendo castagne in una
selva a Gallivaggio, una località del comune di San Giacomo Filippo
in Val San Giacomo, oggi comunemente detta Valle Spluga, che con
la Bregaglia italiana e il Piano costituiscono la Valchiavenna,
estremo lembo di Lombardia, in provincia di Sondrio.
1. GALLIVAGGIO E LA VALLE
AI TEMPI DELL’APPARIZIONE
La Val San Giacomo ed il santuario di Gallivaggio
L’ubicazione del santuario di Gallivaggio nel punto più inospitale
della Val San Giacomo, tra rocce nude e scoscese, sassi franati e l’incontro di ben tre torrenti (il Liro da Nord, l’Àvero da Est e il Vallesegna da Ovest), rimanda al fatto eccezionale dell’apparizione
mariana, qui annunciata nel 1492. In quella data da un secolo e
mezzo il contado di Chiavenna o Valchiavenna, come l’adiacente
Valtellina, apparteneva al ducato di Milano, dopo essere stato assegnato nei secoli feudali al vescovo-conte di Como e a quel comune.
Nel ducato di Milano costituiva la valle più a nord, incuneata nel territorio della Repubblica delle Tre Leghe o dei Grigioni, sorta in quel
secolo, la quale per avvicinarsi a terre più fertili era particolarmente
interessata alle vie commerciali. Queste, sia attraverso il passo del
Settimo e la Bregaglia, sia attraverso il passo dello Spluga e la Val
San Giacomo, fin da epoca romana mettevano in comunicazione il
centro Europa con la pianura padana. Per questo le Leghe nel 1486
e ’87 avevano fatto incursioni in Valchiavenna e in Valtellina, ricca
di pregiati vigneti.
L’apparizione coincide con gli anni in cui l’itinerario dello Spluga,
dov’è Gallivaggio, ebbe il sopravvento, grazie alle migliorie apportate in territorio grigione nel 1473 al tratto detto Via Mala. La manutenzione della strada era assicurata dai Porti, l’organizzazione di
trasporto di merci in monopolio istituita tra il comune unico di Val
San Giacomo e altri cinque nella valle del Reno. Tra Quattro e Cin3
quecento, con la ripresa dei traffici, aumentò anche la popolazione
stanziale e le terre alte della Valle, prima alpeggi, cominciarono ad
essere abitate tutto l’anno e ad avere una chiesa, luogo di preghiera
e di raduno della comunità.
Dall’unica chiesa in Valle, esistente dal 1119 a San Giacomo, a cui
si aggiunse fra Tre e Quattrocento il santuario di S. Guglielmo di
Orenga, si passò così nei decenni vicini all’apparizione di Gallivaggio al fiorire di chiese anche nei centri minori. Nel 1474 fu la volta
di S. Rocco a Fraciscio, nel 1490 c’era già la chiesa di S. Giovanni
Battista a Campodolcino, consacrata nel 1528 insieme a quelle di
Isola e di Madesimo.
Politicamente il contado di Chiavenna apparteneva dal 1335 ai duchi
di Milano e la Valle continuò a godere di particolari privilegi anche
dopo che nel 1512 fu soggetta al governo grigione (1512-1797). L’attività di trasporto delle merci attraverso il passo dello Spluga, pur
trattandosi di un’occupazione saltuaria, svolta a turno tra gli iscritti
alla organizzazione dei Porti, fu provvidenziale per gli abitanti della
Valle, dove il suolo dava pochissimo. Tra gli scarsi prodotti - ma solo
fino a Gallivaggio e poco a monte - c’erano le castagne, con le quali
si faceva anche la farina. Fin qui arrivava anche la vite, e qualche
pergola sopravvive tuttora. Rimaneva a molti l’emigrazione per lavoro soprattutto a Como, Venezia, Roma, Napoli e Palermo.
2.0 IL SANTUARIO DI GALLIVAGGIO
2.1 STORIA
Del racconto dell’apparizione si dispone oggi di copie manoscritte
del Seicento, depositate l’una nell’archivio storico della diocesi di
Como, l’altra in quello capitolare laurenziano di Chiavenna. Entrambe comunque si fondano su una pergamena con testo in latino ancora in Santuario nel 1752 - che fu consultata e pubblicata fedelmente dal prete Giovan Giacomo Macolino nelle sue monografie su
Gallivaggio del 1686 e del 1707.
Questo, in sintesi, il racconto. All’alba del 10 ottobre 1492 due fanciulle stavano raccogliendo castagne in località Gallivaccio. Mentre
erano sedute sotto un albero videro su un masso davanti a loro una
fanciulla piena di luce che gradualmente si fece adulta e nobilissima,
tutta vestita di bianco, con un velo che dal capo le scendeva sulle
spalle, attorniata da angioletti simili a farfalle. «Sono la Vergine
Maria» rivelò loro con un dolce sorriso. Abbagliate dalla bellezza e
dallo splendore, le due si gettarono ai suoi piedi chiedendole timidamente come mai avesse scelto un posto tanto selvaggio. «Io vado
in ogni luogo per la conversione dei peccatori» fu la risposta della
Signora, che mostrò le ginocchia e le mani sanguinanti e prima di
congedarsi lasciò questo messaggio alle ragazze: «Dite che, se i peccatori non si convertiranno e non osserveranno meglio i giorni festivi, certamente seguirà la punizione di mio figlio, loro Signore.
Dite anche che, secondo la tradizione, essi inizino a osservare il
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giorno festivo dalle 15 del sabato».
Poco dopo l’annunciata apparizione fu costruita una «piccola Chiesiuola», come scrive nel 1686 il Macolino, racchiudendovi il sasso
su cui la Madonna fu vista posare i piedi. A benedirla fu l’arciprete
di Chiavenna Giovan Battista Pestalozzi il 31 maggio 1493 .
Il notevole afflusso di fedeli rese presto necessario passare a una
chiesa più capiente, e di nuovo, nel 1598, a poco più di un secolo
dall’annuncio del fatto, si cominciava una terza costruzione, l’attuale, eretta probabilmente da mastri provenienti dalla Valmaggia in
Ticino, numerosi in quei secoli in zona come muratori, lapicidi e falegnami. La chiesa fu consacrata il 19 gennaio 1615 da Filippo Archinti, il primo vescovo di Como a entrare in Valchiavenna dopo la
proibizione durata oltre un secolo da parte dei dominanti grigioni.
2.2 ESTERNO
Santuario di Gallivaggio: la facciata
In facciata il portone centrale fu ricavato nel 1664 da un masso franato
quattro anni prima presso la casa del priore, allora posta a Est del sagrato. Sui due salienti del timpano stanno inginocchiate le statue delle
due veggenti, in marmo bianco come la Madonna in piedi nell’edicola centrale. Il gruppo fu donato dai «faticanti della riva de Como de
la vale S. Giacomo», come dice una lapide in marmo nero di Varenna,
fino al 1961 murata sopra, oggi in sacrestia. Ancor più in alto era un
rosone, tamponato nel 1759, quando alla controfacciata fu addossato
l’organo; furono aperte, in sostituzione, due nuove finestre rettangolari e fu dipinto l’affresco centrale sotto il culmine del tetto.
Il portale a sinistra è ingentilito da una cimasa in pietra ollare scolpita nel 1784 a spese del prete Guglielmo Cerletti. Raffigura Ester e
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il marito Assuero (normalmente identificato con Serse), affiancato da
un’ancella e due guardie del corpo, con riferimento all’episodio in
cui la moglie supplicò il re persiano di non sterminare il popolo
ebreo, al quale anche lei apparteneva. Il racconto biblico è stato interpretato come anticipatore del ruolo di Maria presso Dio. Sopra il
portale di destra uno scudo del 1761 reca il monogramma di Maria.
Una Madonna con Bambino, oggi molto sbiadita, fu dipinta a cavallo tra Cinque e Seicento in una nicchia ricavata nella parete sinistra della chiesa, che guarda verso il cimitero.
Al 1730 data il campanile, a Sud del piazzale, alto oltre 50 metri,
che sostituì un arco sopra il tetto della chiesa. Come è inciso in un
ovale di pietra locale sopra il suo portale, le due campane furono allora donate dagli emigrati a Roma e a Palermo. Le cinque attuali
sono state rifuse nel 1962.
Nel 1937 fu la volta della inaugurazione della Scala santa che sale
dalla strada statale. Lo scultore Pietro Tavani di Como aggiunse 18
formelle in bronzo con episodi della vita della Madonna e un grande
Crocifisso in alto.
2.3 INTERNO
Santuario di Gallivaggio: l’interno
Il Santuario è diviso in tre navate da tre colonne per parte monolitiche in pietra locale. Già negli Atti della Visita pastorale del 1668 si
lamentava che l’altare a metà chiesa, dov’era custodito il sasso dell’apparizione, impediva la vista di quello maggiore. Fu eliminato solo
nel 1741 e il masso in granito fu posto nel presbiterio sotto la mensa
del nuovo altare in marmo, nella cui nicchia furono collocate le statue lignee della Madonna con Bambino e delle due fanciulle eseguite
un secolo prima. Di nuovo nel 1976 la pietra è stata spostata sotto la
nuova mensa, staccata dall’altare, impiegando parte della balaustra
settecentesca. Dalla parete di fondo del presbiterio si accede sulla de6
stra alla cappella dedicata a San Luigi Guanella in occasione della
sua canonizzazione (2011), che accoglie un quadro di Felice Bossone
raffigurante il Santo e una piccola raccolta museale.
Il presbiterio è decorato da affreschi firmati nel 1605-1606 da Domenico Caresana di Cureglia nell’attuale Canton Ticino e finanziati
da Giovan Pietro Vertemate Franchi di Piuro, come dice una scritta
sullo sguancio superiore della finestra trilobata al centro della parete
dietro l’altare.
Raffigurano nella volta a
botte scene della vita della
Madonna: a sinistra la Natività e la Presentazione al
tempio, a destra l’Annunciazione e lo Sposalizio con Giuseppe, al centro in un ovale
l’Assunzione tra angeli e testine alate. Sulle pareti sottostanti sono a sinistra la
Natività di Gesù e di fronte
l’Adorazione dei Magi. Il sottarco trionfale è affrescato,
partendo da sinistra, con i
busti del profeta Balaam,
delle sibille Tiburtina e Frigia e del profeta Geremia.
Sulla parete di fondo sono
Santuario di Gallivaggio:
simmetricamente rappresenSposalizio di Maria e Giuseppe
tati a figura intera il profeta
Isaia e Tobia; nella lunetta, ai lati della finestra trilobata, sono sedute altre due sibille: Samia e Chimica. Si vuole che le sibille, tratte
dalla cultura greca e romana, come i profeti abbiano preannunciato
la nascita di Cristo, di cui portano su tavole i relativi testi.
Al Caresana si attribuisce anche la decorazione della cappella di sinistra con la Strage degli innocenti sopra l’altare, sormontato da lunetta con putto alato reggente le palme del martirio. Sulle pareti, a
sinistra, L’angelo avverte Giuseppe, addormentato dietro alla Madonna che allatta il Bambino, di fuggire in Egitto e, di fronte, la
Sacra Famiglia in viaggio. La volta a botte mostra la Circoncisione
e la Presentazione al tempio tra un ottagono con il Padre eterno. Nel
sottarco a tutta figura sono rappresentate le sante Apollonia e Caterina da Siena.
Di qualità inferiore appare la decorazione della cappella laterale destra, con l’Assunzione e il Padre eterno sopra l’altare. Nella lunetta
superiore è il triangolo con l’occhio di Dio. Sulle pareti verticali sono
la Visita della Madonna a Elisabetta e la Natività di Gesù; sulla volta
a botte la Presentazione al tempio, la Disputa tra i dottori e, al centro, la Gloria di Maria tra angeli musicanti e putti.
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Il Caresana è documentato in quello stesso 1605 a Domaso, dove decorò una cappella laterale della chiesa parrocchiale. Più a Nord fu
solo a Gallivaggio, probabilmente chiamato da suo fratello Cipriano,
che qui risulta priore alla fine del 1606. Questi dipinti sono considerati dalla studiosa d’arte Simonetta Coppa «la testimonianza più
compiuta della diffusione della tarda maniera milanese nel nostro
territorio».
Pregevole è anche la pala del precedente altare maggiore, oggi appesa alla parete sinistra dell’aula, mentre rimane al suo posto originario la cornice in legno intagliato e dorato. La tela è firmata da
Paolo Camillo Landriani detto il Duchino, che la eseguì a spese del
Vertemate, committente anche della decorazione muraria. Raffigura
l’Incoronazione della Madonna da parte della Trinità tra testine alate
e angioletti, il tutto in una grossa nube, mentre alla base spicca un delicato paesaggio con una chiesa, alcune case, animali da soma, pecore al pascolo e, in primo piano, un mulino alimentato da un lungo
acquedotto sospeso. Il dipinto è considerato da Francesco Frangi
«con ogni probabilità la migliore testimonianza della cultura controriformista milanese nel territorio».
Un’altra tela, appesa alla parete opposta ed eseguita nel 1739 a Venezia dal ventitreenne Cesare Ligari di Sondrio, raffigura il Crocifisso e cinque frati francescani e cappuccini, tra cui alcuni santi. Già
nel convento dei cappuccini di Chiavenna, chiuso nel 1810, fu donata
al Santuario verso il 1872.
Una terza tela, più modesta, è appesa alla stessa parete presso la controfacciata e rappresenta la Natività della Madonna in una stanza affollata di ben diciassette figure, sorvegliate dal Padre eterno tra nubi.
Come dice una scritta in basso, l’opera, databile alla seconda metà
del Seicento, fu commissionata come ex voto da Giovanni Chioppo
di Gordona, emigrato a Palermo, il cui volto è riprodotto in basso a
destra.
L’aula della chiesa rimase senza dipinti fino al 1884, quando fu chiamato a decorarla Luigi Tagliaferri di Pagnona in Val Varrone (Lecco).
Nella volta centrale egli eseguì dentro un ovale l’Incoronazione della
Madonna e sui fianchi sopra il cornicione i tondi degli Evangelisti,
intervallati dalla illustrazione di litanie mariane nelle vele e da citazioni della scrittura nelle lunette. Il cielo delle navate laterali presenta una serie di tondi di Santi tra una volta e l’altra, che raffigurano
a sinistra, partendo dal presbiterio, Francesco d’Assisi, Giuseppe con
il Bambino, Antonio Abate e, proseguendo a destra dalla controfacciata, Luigi Gonzaga, Anna con la Madonna, Abbondio vescovo e
patrono della diocesi di Como.
Singolari sono la cassa e la balconata dell’organo, stilisticamente
molto vicine alla ricchezza decorativa multicolore dei carretti siciliani, evidentemente suggerita dagli emigrati a Palermo che finanziarono l’opera, come dice l’epigrafe dipinta al centro del parapetto
della balconata. Lo strumento era stato costruito nel 1673 dal noto or8
ganaro Carlo Prati di Gera Lario e
riadattato da Giovan Battista Reina
di Mezzegra nel 1759, quando dal
primo arco a sinistra entrando, dov’era addossato, fu trasportato sulla
controfacciata, come dicono le ultime due righe aggiunte nell’ovale
sulla balconata, la quale fu allora
allungata. Di nuovo lo strumento fu
rifatto da Eugenio Sgritta di Iseo
nel 1892 per il quarto centenario
dell’apparizione; infine nel 1967 fu
rinnovato dalla ditta Piccinelli di
Ponteranica.
Una segnalazione merita il grande
Santuario di Gallivaggio:
Crocifisso in legno intagliato e dil’organo, particolare
pinto, collocato al centro dell’arco
trionfale e offerto nel 1643 dagli emigrati a Como, come è dipinto
negli ovali alle estremità della longarina inscatolata. Pregevoli sono le
opere di argenteria, i paramenti (soprattutto il parato in terzo, donato
dagli emigrati a Palermo nel 1713) e due stendardi settecenteschi.
3. LA DEVOZIONE
Nonostante il racconto dell’apparizione parli della Madonna senza
Bambino e tutta vestita di bianco, la devozione popolare preferì raffigurarla con Gesù tra le braccia e vestita di abiti multicolori.
Delle due fanciulle il documento non riporta il nome, per cui sono
un’arbitraria invenzione le parentele contenute in un “Compendio”
dell’apparizione «dato in luce da alcuni divoti» nel 1819, tanto più
che i due cognomi si formeranno in Valle solo nel ’500. Sulla provenienza delle veggenti si può pensare a Lirone o a San Giacomo o
comunque a qualche paese vicino, trovandosi le due ragazze nel
bosco già di buon mattino a raccogliere castagne.
L’esortazione mariana da riferire alla popolazione riguarda la conversione e il rispetto del giorno festivo, cominciando - com’era costume - dai vespri della vigilia. Un problema reale, allora, in cui
l’attività di trasporto di merci attraverso lo Spluga richiedeva spesso
di lavorare anche alla festa, soprattutto dopo il 1473 quando quell’itinerario divenne il più frequentato.
L’affluenza al santuario di Gallivaggio è testimoniata anche dai numerosi miracoli attribuiti alla intercessione della Madonna. Alla trentina contenuta in calce al racconto dell’apparizione vanno aggiunti
quelli riferiti nelle loro opere dagli storici, tutti preti: nel Seicento
Guglielmo Chiaverini e Giovan Giacomo Macolino, nel Settecento
Giovan Battista Tognone e, alla fine dell’Ottocento, Antonio Aliprandi, che registrò gli ex voto, oggi scomparsi, appesi in Santuario
fino al 1930.
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Da secoli il santuario di Gallivaggio è il centro religioso di tutta la
Valchiavenna con affluenza straordinaria di devoti soprattutto il 10
ottobre, anniversario dell’apparizione, e il 26 luglio, festa di Sant’Anna, madre di Maria.
4. Il SANTUARIO E SAN LUIGI GUANELLA
Don Luigi Guanella, proclamato santo il 23 ottobre 2011, nativo di
Fraciscio di Campodolcino, era molto legato al santuario di Gallivaggio, importante tappa dei suoi viaggi da e verso Como. La sosta rinforzava in lui il legame con la sua terra, con la sua infanzia, ma anche
la sua grande venerazione per la Madonna, che costituiva uno dei cardini della sua spiritualità. Egli ricorda: «Quando era l’ora di tornare
in Seminario i genitori mi benedicevano, inginocchiato col fratello,
poi […] a Gallivaggio a prendere lo Sterlocchi; suo padre e sua madre
lo benedicevano pure, poi si saliva al Santuario a pregar la Madonna».
Nel piccolo cimitero sottostante riposa Maria Orsola Guanella, sorella
di don Luigi, che aveva sposato Guglielmo Sterlocchi ed era scesa ad
abitare nella vicina frazione di Lirone. Don Luigi nel 1914, nel medesimo cimitero, benediceva una lapide
in ricordo dei tre cugini sacerdoti:
don Gaudenzio Bianchi, don Lorenzo Buzzetti e don Antonio Buzzetti. Il Santo è ricordato in una
Santuario di Gallivaggio,
formella in bronzo sotto il Crocifisso
Scala santa: la formella
della Scala santa.
a ricordo di don Guanella
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
G. Chiaverini, Historia della miracolosa Apparitione della Vergine Santiss. e
Madre di Dio, nella Valle S. Giacomo di Campo Dolcino, Como 1667 e 1676;
G. G. Macolino, Historia della miracolosa Apparitione di Maria Vergine in
Gallivaccio nella Valle di S. Giacomo, Milano 1686;
G. G. Macolino, Istoria della miracolosa apparizione di Maria Vergine in Gallivaccio Valle San Giacomo Contado di Chiavena Dominio delle Eccelse trè
Leghe de SS. Griggioni, con la sovversione deplorabile del nobile Borgo di
Piuro, Milano 1708;
G. B. Tognone, Apparizione miracolosa di Maria Vergine in Gallivaccio nella
Valle di San Giacomo Contado di Chiavenna, Milano 1742;
Compendio istorico della meravigliosa apparizione di Maria Vergine a due zitelle in Gallivaggio nella provincia di Sondrio dato in luce da alcuni divoti,
Como [1819];
G. Crollalanza, Notizie storiche del santuario di Maria Vergine di Gallivaggio
nel contado di Chiavenna, Imola 1872;
A. Aliprandi, Storia Apologetica di Nostra Signora di Gallivaggio presso Chiavenna, Como 1893;
P. Cerfoglia, Nostra Signora della Misericordia. Gallivaggio, Chiavenna 1956;
P. Cerfoglia, Il santuario di Gallivaggio, Chiavenna 1975 (Quaderni del Centro di studi storici valchiavennaschi, 3);
G. Scaramellini, La Madonna di Gallivaggio. Storia e arte, Gallivaggio 1998.
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VORWORT
Mit Begeisterung unterstützen wir die Initiative der Vereinigung Iubilantes zur Herausgabe dieser übersichtlichen
und nützlichen monographischen Leitfäden, welche den Kultstätten unseres Gebiets gewidmet sind. Wir freuen uns,
im Jahre der Kanonisierung unseres Gründers, don Luigi Guanella, diese handliche dreisprachige Broschüre vorstellen zu können. Sie soll dazu beitragen, die Wallfahrtskirche der Erscheinung der Jungfrau Maria von Gallivaggio
besser kennenzulernen und zu würdigen, diesen wahren geistigen Mittelpunkt des Valle Chiavenna, welcher seit
2007 der seelsorgerischen Betreuung der Diener der Nächstenliebe untersteht. Don Luigi Guanella fühlte sich eng
mit dieser Wallfahrtskirche verbunden, die eine wichtige Station auf seinen Fahrten aus seinem heimatlichen Tal nach
und von Como darstellte. Das Verweilen an diesem Ort verstärkte in ihm die Verbundenheit mit seiner Heimat, mit
seiner Kindheit, aber auch seine grosse Verehrung der Gottesmutter, einer der Pfeiler seiner Religiosität. Eine wichtige Etappe auch für uns moderne Wallfahrer, die wir „in die Fußstapfen“ von don Luigi Guanella treten wollen, fasziniert von der Ausstrahlung seiner Liebe zu Gott und zu den Menschen, insbesondere zu den Hilfsbedürftigen.
Don Remigio Oprandi
Provinzial Superior der Provinz „Herz Jesu“
Kongregation der Servi della Carità - Opera Don Guanella
Zwei Tage bevor der grosse italienische Seefahrer Christoph Kolumbus nach mehr als einem Monat gefährlicher
Seefahrt bei Tagesanbruch den Boden der neuen Welt mit dem Ruf „Land! Land!“ betrat, „berührte“ der kleine Ortsteil Gallivaggio in so aussergewöhnlicher Weise die neue Welt des Himmels. Ins Leben gerufen wurde dieser „Kontakt“ durch die Füße der Madonna auf einem Stein, einem Felsbrocken aus Granit, der seit diesem Moment verehrt
und nie mehr aus den Augen verloren wurde und nach wechselnden Begebenheiten seit 1972 als Gegenstand der
Verehrung seitens der Gläubigen unter der Mensa des Altars seinen Platz gefunden hat. Seitdem - und somit seit
mehr als einem halben Jahrtausend - ist die Wallfahrtskirche „Unserer Lieben Frau der Barmherzigkeit“ zu einem Mittelpunkt der Verehrung, zu einem fokalen Element sowohl für pastorale Gemeinschaften, als auch schlichten Wallfahrern und einfachen Vorübergehenden geworden, die von der Madonna eingeladen werden, den Blick und die Seele
emporzuheben. Unter dieser Schar - und dies gut sieben Mal - auch Kardinal Giovanni Battista Montini, dann Papst
PaulVI. Gallivaggio ist ein stets beliebtes und angestrebtes Ziel, wohin die Wallfahrer auf der Suche nach dem Sinn
des Lebens und den Wurzeln des Glaubens zurückkehren, auf der Suche nach der Frische einer Quelle - genau wie
in den Bergen - um sich spirituell zu laben und um erneut eine vielleicht verlorene Seelenruhe zu zurückzuerlangen.
Die Wallfahrtskirche der Mutter der Barmherzigkeit wird überragt von einer hohen bedrohlichen Felswand - von
den Einheimischen Mottaletta genannt. Sie befindet sich etwas ausserhalb der bewohnten Ortschaften, einsam über
dem Tal, umgeben von einer Stille wie in früheren Zeiten, unterbrochen nur durch die Geräusche des Sturzbaches Liro
und der darunter liegenden Staatsstraße. Vielleicht ist es auch diese mystische Einsamkeit, die der Kultstätte einen
unbestreitbaren Reiz verleiht; ein „Mix“ aus Grandiosität und Erhabenem. Vorhaben wählte die allerheiligste Jungfrau Maria diesen einst so öden Ort, auf dass er zu einer Stätte der Barmherzigkeit werde, wo die Gläubigen am
Kreuz die Ankündigung und das Beispiel der barmherzigen Liebe eines Gottes finden, der, wie uns der Hl. Luigi Guanella lehrte, mehr Vater als Richter ist. Mit seinen regelmässigen Besuchen dort und seinem Beispiel hat uns unser
Gründer gezeigt wie „man über Maria zu Jesus kommt und stets zu ihm zurückkehrt“. Ich spreche daher dem Geschichtssachverständigen des Tals, Herrn Prof. Guido Scaramellini, für seine wertvolle Arbeit besten Dank aus und
wünsche allen denen, die versuchen zu lesen und zu verstehen, Gefallen zu finden an der Erforschung und der Bewunderung der Schönheiten. Der Himmel möge wirklich geben, dass die Wallfahrtskirche auch dank dieser Veröffentlichung neue Inspiration erführe, um mehr und mehr ein Ort der Förderung und Verbreitung der Marienverehrung.
Dies ist der Wunsch des Rektors.
Don Pietro Beretta
Rektor der Wallfahrtskirche
URSACHEN UND KRITERIEN
Die seit fast zehn Jahren von Iubilantes herausgegebene Sammlung, welche den religiösen Bauwerken unserer Heimat gewidmet ist, wird hier nicht nur durch eine neue Thematik und durch ein neues geographisches Gebiet - die
Provinz Sondrio - erweitert, sondern erfüllt auch die Aufgabe, eine den Gläubigen lieb gewordene Wallfahrtskirche
und den Ort eines tief empfundenen dankbaren Gedenkens an don Guanella besonders hervorzuheben.Diese Broschüre führt die editoriale Strategie der Sammlung fort: sie soll eine leicht zugängliche Dokumentation mit Kurzbibliographie sein sowie essentielle, doch zugleich erschöpfende und aktuelle Informationen zu den besichtigten
Bauwerken liefern; weiterhin soll sie ein europäisches Publikum ansprechen und darüber hinaus den örtlichen Traditionen und den Bemühungen, Kirchen und Wallfahrtsstätten durch ihre Einbeziehung in das Netz geschichtlicher,
geographischer und religiöser Hintergründe, durch die sie entstanden, neues Leben verleihen. Unser Dank geht an
Guido Scaramellini, Autor der Texte, an Lapis srl, Autorin des grafischen und fotografischen Projekts, an don Adriano
Folonaro und Valerio Ciceri für den fotografischen Beitrag und an den Rektor der Wallfahrtskirche don Pietro Beretta.
Wir danken vor allem jedoch den Kongregation der Diener der Nächstenliebe und der Region Lombardei, die unsere
Bemühungen zur Wiederbelebung des ausserordentlichen Reichtums an Kunstschätzen, an Glauben und Überlieferungen unserer Heimat geteilt haben.
Ambra Garancini
Präsidentin IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS
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,Am Mittwoch, 10. Oktober 1492, verkündeten zwei Mädchen, bei Tagesanbruch die
Jungfrau Maria gesehen zu haben, als sie in einem Wald in Gallivaggio Kastanien
sammelten. Die Örtlichkeit gehört zur Gemeinde von San Giacomo Filippo im Val
San Giacomo, heute allgemein Valle Spluga (St. Jakobstal) genannt, das mit Bregaglia auf italienischem Gebiet und der Talschaft das Valchiavenna bildet, äusserster
Zipfel der Lombardei in der Provinz Sondrio.
1. GALLIVAGGIO UND DAS TAL ZUR ZEIT DER MARIENERSCHEINUNG
Die Position der Wallfahrtskirche von Gallivaggio am unwirtlichsten Punkt des Valle
San Giacomo, zwischen nackten und steilen Felsen, Geröll und dem Zusammentreffen
von gleich drei Sturzbächen (der Liro von Norden, der Àvero von Osten und der Vallesegna von Westen) hängt mit dem aussergewöhnlichen Ereignis der Erscheinung der
Jungfrau Maria aus dem Jahre 1492 zusammen. Damals gehörte seit anderthalb Jahrhunderten das Umland von Chiavenna oder Valchiavenna wie auch das angrenzende
Veltlin zum Herzogtum Mailand, nachdem es während der Feudalherrschaft dem Bischof-Herzog von Como und dieser Gemeinde zugeteilt war. Im Herzogtum Mailand
stellte dies das nördlichste Tal dar, eingefügt in das Gebiet des im damaligen Jahrhundert entstandenen Freistaats der Drei Bünde oder Graubünden. Um sich den fruchtbareren Landstrichen anzunähern, hatte der Freistaat besonderes Interesse an den
Handelswegen. Diese verbanden seit der römischen Epoche sowohl über den Septimer
Pass und Bregaglia als auch über den Splügen Pass und durch das Val San Giacomo
Mitteleuropa mit der Poebene. Aus denselben Gründen erfolgten auch aus dem Freistaat
der Drei Bünde 1486 und 1487 Überfälle nach Valchiavenna und ins Veltlin, die reich an
vorzüglichen Weinbergen waren.
Die Marienerscheinung geht auf die Jahre zurück, als die Strecke über den Splügen, wo
Gallivaggio liegt, dank der Verbesserung des Wegesystems im Jahre 1473 im Gebiet
Graubünden am Abschnitt der Viamala, immer mehr an Bedeutung gewann. Die Unterhaltung der Straße wurde von den Porten gewährleistet, einer Organisation für Monopolwarentransporte, die von der Einheitsgemeinde des Val San Giacomo mit anderen
fünf Gemeinden im Rheintal ins Leben gerufen worden war. Zwischen dem 15. und 16.
Jh. erhöhte sich mit dem Aufschwung des Handelsverkehrs auch die ortsansässige Bevölkerung, so dass die Anhöhen, die zuvor nur als Almen genutzt wurden, nun nach und
nach das ganze Jahr bewohnt waren und eine eigene Kirche besaßen, die ein Ort des
Gebets und des Zusammentreffens der Gemeinde darstellte.
Von der einzigen seit 1119 vorhandenen und San Giacomo geweihten Kirche im Tal,
und der zwischen dem 14. und 15. Jh. entstandenen Wallfahrtskirche Hl. Wilhelm in
Orenga, kam es in den Jahrzehnten um die Marienerscheinung von Gallivaggio auch in
kleineren Orten zum Bau von Kirchen. 1474 wurde Hl. Rochus in Fraciscio errichtet;
1490 bestand bereits die Kirche Hl. Johannes der Täufer in Campodolcino, welche 1528
zusammen mit den Kirchen von Isola und Madesimo geweiht wurde.
Politisch gesehen war das Umland von Chiavenna ab 1335 Untertanenland der Herzöge
von Mailand. Das Tal genoss auch nachdem es ab 1512 der Hoheit von Graubünden unterlag (1512-1797) weiterhin besondere Privilegien. Die Transportabwicklung der Waren
über den Splügen Pass war, auch wenn es sich nur um eine diskontinuierliche Tätigkeit
handelte, die abwechselnd von den Mitgliedern der Organisation der Porten durchgeführt wurde, den Bewohnern des Tals, welches nur sehr karge Böden aufwies, sehr willkommen. Eines der wenigen örtlichen Produkte waren die Kastanien - jedoch nur bis
Gallivaggio und ein wenig an der Anhöhe -, mit denen auch Mehl hergestellt wurde. Bis
zu dieser Höhe gediehen ebenfalls Weinreben, und einige Pergolen bestehen heute noch.
Vielen blieb nur die Abwanderung zur Arbeitssuche, hauptsächlich nach Como, Venedig, Rom, Neapel und Palermo.
2.0 DIE WALLFAHRTSKIRCHE VON GALLIVAGGIO
2.1 GESCHICHTE
Von der Erzählung der Marienerscheinung existieren noch heute aus dem 17. Jh. stammende Handschriften. Eine davon ist im Geschichtsarchiv der Diözese Como aufbewahrt, die andere im Kapitulararchiv von Hl. Laurentius Pfarrkirche in Chiavenna. Beide
stützen sich auf ein in lateinischer Sprache abgefasstes Pergament - es befand sich noch
1752 in der Wallfahrtskirche -, das von Pfarrer Giovan Giacomo Macolino konsultiert
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und in seinen Monographien von 1686 und 1707 über Gallivaggio wortgetreu veröffentlicht wurde.
Dies ist zusammengefasst die Erzählung: sammelten zwei Mädchen in der Ortschaft
Gallivaccio Kastanien. Während sie unter einem Baum sassen, erblickten sie auf einem
Felsblock vor ihnen ein von Licht umhülltes junges Mädchen, das sich verwandelte und
nach und nach erwachsene Züge annahm und sehr edel aussah. Es war ganz in weiss
gekleidet mit einem Schleier vom Kopf bis zu den Schultern, umgeben von Engelchen,
die Schmetterlingen glichen. „Ich bin die Jungfrau Maria“ sprach sie mit einem freundlichen Lächeln. Geblendet von der Schönheit und dem Glanz der Erscheinung warfen
sich die Mädchen zu ihren Füssen und fragten scheu, warum sie einen so unwirtlichen
Ort gewählt habe. „Ich gehe an jeglichen Ort zur Bekehrung der Sünder“ war die Antwort der Jungfrau, die ihre blutigen Knie und Hände zeigte und den Mädchen, bevor sie
verschwand, folgende Botschaft hinterliess: „Tut allen kund: wenn sich die Sünder nicht
bekehren und die Feiertage nicht besser befolgen, wird gewiss die Strafe meines Sohnes,
ihres Herrn, folgen. Sagt auch, dass sie, wie die Tradition vorschreibt, den Feiertag ab
Samstag, 15 Uhr, beginnen“.
Wie Giovan Giacomo Macolino 1686 berichtet, wurde kurz nach der Verkündung am
Ort ein „kleines Kirchlein“, gebaut, in welches der Felsblock, auf den nach Augenberichten die Jungfrau Maria den Fuss setzte, aufgenommen wurde. Die Kirchenweihe erfolgte am 31. Mai 1493 durch Giovan Battista Pestalozzi, Erzpriester von Chiavenna.
Der grosse Zustrom von Gläubigen erforderte bald eine geräumigere Kirche. So begann
1598, etwa ein Jahrhundert nach dem Bericht des Ereignisses, der Bau einer dritten Kirche, der heutigen Wallfahrtskirche, die wahrscheinlich von Meistern aus Valmaggia im
Tessin errichtet wurde, welche damals in dieser Gegend zahlreich als Maurer, Steinmetze und Tischler tätig waren. Die Kirche wurde am 19. Januar 1615 von Filippo Archinti, dem ersten Bischof aus Como geweiht, der nach dem über ein Jahrhundert
dauernden Verbot seitens der Graubündner Herrscher in das Valchiavenna kam.
2.2 AUSSEN
An der Fassade entstand das Hauptportal 1664 aus
einem vier Jahre zuvor beim Haus des Priors, das
sich damals östlich des Kirchplatzes befand, abgerutschten Felsblock. Auf den unterteilten Tympana sind die beiden knienden Mädchen in
weissem Marmor wie auch die stehende Madonna
in der zentralen Ädikula dargestellt. Die Gruppe
wurde, wie eine Gedenktafel in schwarzem Varenna Marmor berichtet, von den „Arbeitern des
Comer Ufers des Val San Giacomo“ gestiftet.
Diese Tafel war bis 1961 darüber eingemauert und
befindet sich heute in der Sakristei. Weiter oben
Gallivaggio, Wallfahrtkirche,
befand sich eine Rosette, die 1759 ausgefacht
Hauptportal: die Mädchen und
wurde, als man die Orgel an die Innenfassade verdie Madonna
setzte. Als Ersatz dafür wurden zwei neue rechteckige Fenster ausgespart, und unter dem Dachfirst entstand die zentrale Freske. Das
linke Portal wird von einem 1784 gemeisselten Kyma in Speckstein veredelt. Es handelt
sich um eine Gabe des Geistlichen Guglielmo Cerletti. Dargestellt sind Ester und der Gemahl Ahasveros (normalerweise mit Xerxes bezeichnet), an der Seite eine Magd und
zwei Leibwächter als Hinweis auf die Begebenheit, nach der die Ehefrau den persischen
König anflehte, das jüdische Volk, dem auch sie selbst angehörte, zu verschonen. Die
biblische Erzählung wurde ausgelegt als antizipatorisch zur Rolle der Jungfrau Maria gegenüber Gott. Über dem rechten Portal auf einem Waffenschild aus dem Jahre 1761 das
Monogramm Marias. Eine heute stark verblasste Madonna mit Kind entstand zwischen
dem 16. und 17 Jh. in einer Aussparung an der linken Wand der Kirche in Richtung
Friedhof.
Aus dem Jahre 1730 stammt südlich des Kirchplatzes der mehr als 50 Meter hohe Glockenturm, der einen Bogen über dem Kirchendach ersetzte. Wie von einem Steinoval aus
örtlichem Naturstein über ihrem Portal zu entnehmen ist, wurden die beiden Glocken damals von den Abwanderern nach Rom und nach Palermo gestiftet. Die heutigen fünf
Glocken sind aus dem Jahre 1962.
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1937 erfolgte die Einweihung der von der Staatsstraße hinaufführenden heiligen Treppe.
Der Bildhauer Pietro Tavani aus Como fügte 18 Bronzetafeln mit Ereignissen aus dem
Leben der Gottesmutter sowie oben ein grosses Kreuz hinzu.
2.3 INNEN
Die dreischiffige Wallfahrtskirche wird auf jeder Seite von drei monolithischen Kolonnen aus lokalem Naturstein unterteilt. Bereits in den Berichten des Pastoralbesuchs aus
dem Jahre 1668 wurde bemängelt, dass der Altar in der Mitte der Kirche, wo der Felsblock der Marienerscheinung aufbewahrt war, den Blick auf den Hauptaltar verhinderte.
Er wurde erst 1741 entfernt, und man verlegte den Granitstein ins Presbyterium unter die
Mensa des neuen Marmoraltars und in dessen Nische die im Jahrhundert zuvor entstandenen Holzstatuen Madonna mit Kind und der zwei Seherinnen. 1976 wurde der Stein erneut unter die neue vom Altar getrennte Mensa unter Verwendung eines Teils der aus
dem 18. Jh. stammenden Brüstung verlegt. Von der hinteren Wand des Presbyteriums erreicht man rechterhand die dem Hl. Luigi Guanella anlässlich seiner 2011 erfolgten Kanonisation geweihten Kapelle mit einem den Heiligen darstellenden Bild, ein Werk des
Künstlers Felice Bossone. Das Presbyterium ist ausgeschmückt mit Fresken aus den Jahren 1605-1606 von Domenico Caresana aus Cureglia im heutigen Kanton Tessin. Wie
eine Eintragung auf der oberen Schräge des Dreipassfensters in der Mitte der Wand hinter dem Altar besagt, handelt es sich um eine Gabe von Giovan Pietro Vertemate Franchi
aus Piuro. Auf dem Tonnengewölbe Szenen aus dem Leben der Madonna: links Christi
Geburt und die Vorstellung im Tempel,
rechts Mariä Verkündigung und die Vermählung mit Josef, in der Mitte in einem
Oval Mariä Himmelfahrt zwischen Engeln
und kleinen geflügelten Köpfen. An den
Wänden darunter links Christi Geburt und
gegenüber die Anbetung der Heiligen Drei
Könige. Der Triumphpfeilerbogen zeigt von
links ausgehend Fresken mit den Brustbildern des Propheten Balaam, der Tiburtinischen und Phrygischen Sibyllen, und des
Propheten Jeremia. An der hinteren Wand
erscheinen in harmonischer Anordnung die
Figuren der Prophet Jesaja und Tobias in
ganzer Grösse. In der Lünette seitlich des
Dreipassfensters sitzen weitere zwei Sybillen: Sämische und Cimmerische. Man sagt,
dass die aus der griechischen und römischen Kultur stammenden Sybillen, wie die
Propheten, die Geburt Jesu angekündigt
hätten. Sie halten Tafeln mit den entsprechenden Texten in den Händen.
Gallivaggio, Wallfahrtkirche:
Dem Meister Caresana wird auch die AusMariä Himmelfahrt
schmückung der linken Kapelle mit dem
über dem Altar befindlichen Werk der Kindermord von Bethlehem zugeschrieben. Darüber eine Lünette mit einer geflügelten Putte, welche die symbolische Märtyrerkrone hält.
An den Wänden der Engel befiehlt Josef im Traum die Flucht nach Ägypten, davor die
Maria lactans, gegenüber die Heilige Familie auf der Flucht. Auf dem Tonnengewölbe
die Beschneidung und die Vorstellung im Tempel zwischen einem Oktagon mit Gottvater. Im Pfeilerbogen die ganzen Figuren der Heiligen Apollonia und Katharina von Siena.
Geringerer Qualität erscheint die Ausschmückung der rechten Seitenkapelle mit Mariä
Himmelfahrt und Gottvater über dem Altar. In der oberen Lünette das Dreieck mit dem
Auge Gottes. Vertikal auf den Wänden Besuch Marias bei Elisabeth und Christi Geburt.
Auf dem Tonnengewölbe die Vorstellung im Tempel, der Disput mit den Schriftgelehrten
sowie in der Mitte die Gloria Marias zwischen musizierenden Engeln und Putten.
Der Aufenthalt des Meisters Caresana in Domaso wird im gleichen Jahr 1605 urkundlich erwähnt, wo er eine Seitenkapelle der Pfarrkirche ausschmückte. Weiter im Norden
war er nur in Gallivaggio tätig, wahrscheinlich von seinem Bruder Cipriano gerufen,
der hier Ende 1606 Prior war. Diese Werke werden von der Kunstsachverständigen Si-
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monetta Coppa als „das vollendetste Zeugnis der Verbreitung der späten Mailänder Stilrichtung in unserem Gebiet“ bezeichnet.
Wertvoll ist ebenso die Tafel des ehemaligen Hauptaltars, die heute an der linken Wand
des Raums hängt, während der holzgeschnitzte und vergoldete Rahmen an seinem Platz
verblieb. Das Gemälde trägt den Namenszug von Paolo Camillo Landriani, auch Duchino genannt. Er führte es im Auftrag von Vertemate aus, der ebenfalls Auftraggeber der
Wanddekoration war. Dargestellt ist die Krönung Mariens durch die Trinität zwischen
geflügelten kleinen Köpfen und Engelchen; das Ganze in eine grosse Wolke gehüllt,
während am unteren Teil eine liebliche Landschaft mit einer Kirche, einigen Häusern,
Lasttieren, weidenden Schafen und im Vordergrund eine Mühle, die von einem langen
schwebendem Aquädukt gespeist wird, sichtbar sind.
Ein anderes Gemälde, an der gegenüberliegenden Wand, ausgeführt im Jahre 1739 in Venedig vom dreiundzwanzigjährigen Cesare Ligari aus Sondrio, zeigt die Kreuzigung und fünf
Franziskaner und Kapuzinerbrüder, darunter
einige Heilige. Es war bereits in dem im Jahre
1810 geschlossenen Kapuzinerkloster in Chiavenna vorhanden und wurde gegen 1872 der
Wallfahrtskirche geschenkt. Ein einfacheres
Gemälde hängt an der gleichen Wand bei der
Innenfassade und stellt die Geburt Marias in
einem mit gut siebzehn Figuren gefüllten
Raum dar, überwacht durch den in Wolken gehüllten Gottvater. Wie eine Schrift am unteren
Teil besagt wurde das Werk, welches in die
zweite Hälfte des 17. Jh. datiert werden kann,
als Votivbild von dem nach Palermo abgewanderten Giovanni Chioppo aus Gordona in Auftrag gegeben; sein Gesicht erscheint unten
rechts auf dem Bild.
Der Kirchenraum blieb bis 1884 unbemalt, als
schliesslich Luigi Tagliaferri aus Pagnona in
Gallivaggio, Wallfahrtkirche:
Val Varrone (Lecco) den Auftrag zur Ausdie Kreuzigung und fünf
schmückung erhielt. Im Mittelgewölbe malte
er in einem Oval die Krönung Mariens und an Franziskaner und Kapuzinerbrüder
den Seiten über dem Kranzgesims die Rundbilder mit den Evangelisten, unterbrochen von der Illustration marianischer Litaneien in
den Kappen und von Zitierungen der Schrift in den Lünetten. Der Himmel der Seitenschiffe zeigt eine Serie Rundbilder von Heiligen zwischen einem Gewölbe und dem anderen, welche links, vom Presbyterium ausgehend, Franz von Assisi, Josef mit dem
heiligen Kind, Hl. Antonius Abt und, weitergehend von der Innenfassade rechts, Luigi
Gonzaga, die Heilige Anna mit der Madonna, Hl. Abundius, Bischof und Patron der Diözese Como, darstellen.
Aussergewöhnlich sind der Resonanzkasten und die Galerie der Orgel, welche sich stilistisch stark an die vielfarbige Pracht sizilianischer Karren anlehnen, die offensichtlich
von den nach Palermo Abgewanderten in dieser Forma in Auftrag gegeben wurde, wie
die gemalte Inschrift in der Mitte der Brüstung der Galerie bestätigt. Das Musikinstrument war 1673 vom bekannten Orgelbauer Carlo Prati aus Gera Lario gebaut und 1759
von Giovan Battista Reina aus Mezzegra angepasst worden, als sie von ihrem Standplatz am ersten linken Bogen vom Eingang an die Innenfassade versetzt wurde, wie die
beiden letzten Zeilen, die im Oval an der Galerie hinzugefügt wurde, berichten. Die Galerie wurde daraufhin verlängert. Wieder wurde das Instrument 1892 von Eugenio Sgritta
aus Iseo zum vierhundertsten Jahrestag der Erscheinung aufgearbeitet, in neuerer Zeit im
Jahre 1967 von der Firma Piccinelli aus Ponteranica.
Besonderen Augenmerk verdient das grosse holzgeschnitzte und bemalte Kreuz, welches
sich in der Mittel des Triumphbogens befindet und, wie aus den Malereien in den Ovalen an den Enden des eingefügten Längsträgers hervorgeht, 1643 von den Abwanderern
nach Como gespendet wurde. Wertvoll sind die Gegenstände in Silber, die lithurgischen
Paramente (vor allem das dritte Obergewand, welches 1713 von den Abwanderern nach
Palermo gestiftet wurde) und zwei aus dem 18. Jh. stammende Standarten.
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3. DIE VERHERUNG
Obwohl die Erzählung der Marienerscheinung von einer Madonna ganz in Weiss und
ohne das heilige Kind berichtet, stellte die volkstümliche Überlieferung sie lieber mit
Jesus auf dem Arm und in farbigen Kleidern dar.
Der Bericht der Erscheinung enthält nicht den Namen der beiden Mädchen. Bei den versuchten Verwandschaftableitungen, die in einem „Kompendium“ über die Erscheinung
erschienen, handelt es sich um willkürliche Erfindungen, die 1819 „von einigen Gläubigen in die Welt gesetzt“ worden waren, zumal da die beiden erwähnten Familiennamen
erst im 16. Jh. im Tal entstanden sind. Die beiden Seherinnen kamen vermutlich aus Lirone, aus San Giacomo oder jedenfalls aus einem anderen in der Nähe gelegenen Ort.
Die marianische Botschaft an die Bevölkerung bezieht sich auf die Bekehrung und die
Beachtung des Feiertags, der - wie es Brauch war - mit den Vespern des Vortags begann.
Diese Einhaltung war damals ein effektives Problem, da der Warentransport über den
Splügen häufig auch die Arbeit an Feiertagen
erforderlich machte, vor allem nach 1473, als
die Strecke stärker benutzt wurde.
Der Zustrom zur Wallfahrtskirche von Gallivaggio wird auch durch zahlreiche Wunder
bezeugt, die der Fürbitte der Madonna zugeschrieben wurden. Zu den am unteren Ende
des Berichts der Erscheinung hinzugefügten
ungefähr dreissig Beweisaussagen kommen
diejenigen hinzu, welche von Geschichtsschreibern, ausschliesslich Priester, in ihren
Werken angegeben werden: im 17. Jh. von
Guglielmo Chiaverini und Giovan Giacomo
Macolino, im 18. Jh. von Giovan Battista Tognone und Ende des 19. Jh. von Antonio Aliprandi, der die heute nicht mehr vorhandenen
Votivbilder, die bis 1930 in der Wallfahrtskirche hingen, verzeichnete. Seit Jahrhunderten ist die Wallfahrtskirche von Gallivaggio
das religiöse Zentrum des ganzen Valchiavenna mit einem aussergewöhnlichem Zustrom von Gläubigen hauptsächlich am 10
Oktober, Jahrestag der Erscheinung, sowie
Gallivaggio, Wallfahrtkirche:
dem 26. Juli, Fest der Hl. Anna, Mutter von
Madonna mit Kind
Maria.
und der zwei Seherinnen
4. DIE WALLFAHRTSKIRCHE UND DER HEILIGE LUIGI GUANELLA
Der am 23. Oktober 2011 heiliggesprochene don Luigi Guanella, gebürtig aus Fraciscio
im gleichen Tal, fühlte sich sehr mit der Wallfahrtskirche in Gallivaggio verbunden, war
sie doch eine wichtige Station auf seinen Reisen von und nach Como. Das Verweilen dort
verstärkte in ihm die Verbundenheit mit seiner Heimat, mit seiner Kindheit, aber auch
seine grosse Verehrung der Gottesmutter, welche eine der Pfeiler seiner Religiosität darstelle. Er erzählt: „Wenn es Zeit zur Rückkehr ins Seminar war, knieten mein Bruder und
ich nieder, um den Segen der Eltern zu empfangen, dann […] nach Gallivaggio, um Gugliemo Sterlocchi abzuholen; sein Vater und seine Mutter segneten ihn ebenfalls, dann
ging es zur Wallfahrtskirche hinauf, um zur Gottesmutter zu beten“.
Auf dem kleinen darunter liegenden Friedhof ruht die Schwester von don Luigi, Maria
Orsola Guanella, die nach der Heirat mit Guglielmo Sterlocchi in die nahegelegenen
Ortschaft Lirone gezogen war. Don Luigi segnete 1914 auf diesem Friedhof eine Gedenktafel mit den Namen der drei Geistlichen, die Vettern waren: don Gaudenzio Bianchi, don Lorenzo Buzzetti und don Antonio Buzzetti. An den Heiligen selbst erinnert
eine Bronzetafel unter dem Kreuz der heiligen Treppe.
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FOREWORD
It is with great enthusiasm that we support Iubilantes Association’s undertaking of making available
these clear and useful monographic guides which illustrate the monuments of our territory. We are particularly glad to present, in the year of the canonization of our Founder, don Luigi Guanella, this readable trilingual brochure, with the aim of offering a further possibility to be acquainted with and appreciate
the Sanctuary of the Apparition of the Blessed Virgin Mary in Gallivaggio, truly a spiritual centre of the
Valchiavenna, the pastoral care whereof has been entrusted to the congregation of the Servi della Carità
(Servants of Charity) in 2007. Don Luigi Guanella was very fond of this sanctuary, where he would always stop on his way between his native Valley and Como and back. These stops helped to strengthen
the bonds with his home base, his childhood, but also his great devotion to Our Lady, which was one of
the cardinal points of his spirituality. An important stop for us, too, modern pilgrims, who wish to “follow the paths of Luigi Guanella”, fascinated by his charisma of love for God and men, especially those
who struggle the most.
Don Remigio Oprandi
Provincial Superior of the “Sacred Heart” Province
Congregation of the Servi della Carità - Opera Don Guanella
Two days before the great Italian navigator, Christopher Columbus, after more than a month of difficult
navigation, touched, at dawn, the shores of the new world, while the cry “Land! Land!” resonated from
the ships, the small hamlet of Gallivaggio so peculiarly “touched” the new world of the Heavens. This
“contact” was made by Our Lady’s feet and a stone, a granite boulder, venerated since then, and never
lost to view, which, after many vicissitudes, in 1972 was placed under the altar table, the object of devotion of the faithful. Since then - therefore for more than half a millennium - the Sanctuary of “Our Lady
of Mercy” has become a light for devotion, a pole of attraction, whether for congregations, simple visitors or humble pilgrims, invited by Our Lady to look up and elevate their souls. Among them, and for as
many as seven times, card. Giovanni Battista Montini, pope Paul VI. Gallivaggio is a destination ever
loved and cherished by pilgrims, who return here in search of an explanation for the difficulties of living, and in search for a fresh spring where to drink spiritually and regain a somewhat lost peace of mind
(exactly as happens in the mountains).
The Sanctuary of Our Lady of Mercy lies under a high incumbent rock - mottaletta, as the locals call it
- and is just outside the residential areas; in fact it stands alone dominating the valley, surrounded by an
ancient silence, interrupted only by the Liro stream and the main road below. Maybe its undoubted appeal is due to this mystical solitude; a “mixture” of the grandiose and the sublime.
In her gracious and wonderful schemes the Blessed Virgin Mary chose this spot, once so inhospitable, turning it into the “Roccolo della Misericordia” (Rock of Mercy), where the faithful find in Christ Crucified the
annunciation and testimony of the Merciful Love of a God who, as Saint Luigi Guanella taught us, is more
a Father than a Judge. By his frequent visits and through his example, our Founder has shown us clearly
how “it is always through Mary that one goes and returns to Jesus”. I am therefore very grateful to the Valley historian, prof. Guido Scaramellini, for his precious work, and wish all those who are going to read it,
a taste for research and the amazement for beauty. I hope to Heaven that, also with the aid of this new publication, the Sanctuary finds new nourishment, becoming even more a place of promotion and irradiation
of the devotion to Our Lady. This is what the Rector would very much like to happen.
Don Pietro Beretta
Rector of the Sanctuary
REASONS AND CRITERIA
The series that, for almost ten years now, Iubilantes has been dedicating to holy places located in our territory, finds in this new guide not just another chapter and a new geographical area - the province of Sondrio - but the task of circulating information on a Sanctuary extremely dear to the faithful, and a place
full of strong and deep memories of don Guanella’s teachings. The editorial choices of the collection
have been maintained unchanged: its function as means of agile documentation, able to provide basic but
comprehensive and updated information on the monuments visited, its essential bibliography, its being
aimed to a European public, its taking interest in local traditions, its commitment to bring churches and
sanctuaries to life, including them into the fabric of historical, geographical and devotional reasons which
determined their birth. We would like to thank Guido Scaramellini, the author of the texts, Lapis srl, the
author of the graphics and photographic project, don Adriano Folonaro and Valerio Ciceri for their photographic contributions, the Rector of the Sanctuary, don Pietro Beretta. But, most of all, we would like
to thank the congregation of the Servants of Charity and the Lombardy Regional Council, who shared
our commitment in revitalizing the extraordinary heritage of the art, faith and traditions of our territory.
Ambra Garancini
President of IUBILANTES
Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS
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At dawn, on Wednesday 10th October 1492, two young girls announced that
they had seen Our Lady as they were gathering chestnuts in a wood in Gallivaggio, a locality belonging to the municipality of San Giacomo Filippo in
the Val San Giacomo, nowadays commonly called Spluga Valley, which together with the Italian Bregaglia and its Plain make up the Valchiavenna, the
furthermost part of Lombardy, in the province of Sondrio.
1. GALLIVAGGIO AND ITS VALLEY
AT THE TIME OF THE APPARITION
The fact that Gallivaggio Sanctuary is located in the most inhospitable spot
of the Val San Giacomo, in the midst of steep barren rocks, rock falls and
the meeting of as many as three torrents (the Liro from the North, the
Àvero from the East and the
Vallesegna from the West), is a
place of pilgrimage is uniquely
due to the declaration of the
apparition of the Virgin Mary
there in 1492. At that time the
county of Chiavenna or Valchiavenna, as well as the
nearby Valtellina, had been in
the hands of the Duke of Milan
for a hundred and fifty years,
after been assigned in feudal
The Val San Giacomo
times to the count-bishop and
and the Sanctuary of Gallivaggio
municipality of Como. It was
the northernmost valley of the duchy of Milan, forming a wedge into the
territory of the Republic of the Three Leagues or Grisons, which had been
formed in that century, and was particularly interested in the commercial
routes towards more fertile lands. These had formed links between central
Europe and the Po Plain since Roman times by way of the Settimo pass and
the Bregaglia, and by way of the Spluga pass and the Val San Giacomo. It
was because of this that the Leagues had made incursions into the Valchiavenna and Valtellina, famous for their fine vineyards, in 1486 and ’87.
The date of the apparition coincides with the years in which the Spluga
route, where Gallivaggio is situated, had become the most popular, thanks
to the improvements made in the Grisons territory in 1473, to the segment
called Via Mala. The road maintenance was provided by the “Porti”, a monopoly organization of goods transport set up by the single municipality of
Val San Giacomo and other five communes of the Rhine Valley. With the
rise in business in the period between the 15th and 16th century the stationary population increased, and the higher territory of the Valley, which previously served as summer grazing, began to be inhabited all the year round
and had its own church, a place of prayer and for the community to meet.
From the one church in the Valley, which had been at San Giacomo since
1119, with the addition of the sanctuary of S. Guglielmo di Orenga (St.
William of Orenga) between the 14th and 15th centuries, a blossoming of
churches even in the smallest churches took place in the decades surrounding the time of the apparition at Gallivaggio. In 1474 the church of
San Rocco (St. Roch) was built in Fraciscio, and in 1490 the church of S.
Giovanni Battista (St. John the Baptist) church in Campodolcino, conse-
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crated in 1528 at the same time as the churches of Isola and Madesimo.
Politically the county of Chiavenna had been under the rule of the dukes
of Milan since 1335 and the Valley continued having special privileges
even after it was governed by the Grisons government (1512-1797). Although the activity of transporting goods through the Spluga pass was not
a continuous occupation, as those involved in the organization of the
“Porti” took it in turns to provide transport and maintenance, it was still a
godsend to the inhabitants of the Valley, where land was of very poor quality. Among the few products gleaned from it - but that only as far as Gallivaggio and its nearby hills - were chestnuts, from which flour was also
produced. As far up as here, as some remaining pergolas testify, for many
the only solution was emigration, mostly to Como, Venice, Rome, Naples
and Palermo.
2.0 THE SANCTUARY OF GALLIVAGGIO
2.1 HISTORY
There are extant two manuscript copies, made in the 17th century. One is
deposited in the historical archive of the diocese of Como, the other in the
Laurentian chapter archive in Chiavenna. Both are based on a Latin manuscript - which was still at the Sanctuary in 1752 - which had been consulted and reproduced faithfully by the priest Giovan Giacomo Macolino
in his treatises on Gallivaggio in 1686 and 1707.
This, briefly, is the story. Two young girls were gathering chestnuts at dawn
on 10th October 1492, in a place called Gallivaggio. While they were sitting under a tree they saw on a rock opposite them a young girl full of light
that gradually grew to be an adult and looked very distinguished, cloche
completely in white, with the veil covering her head reaching to her shoulders, surrounded by little angels which looked like butterflies. “I am the
Virgin Mary” she told them with a sweet smile. Blinded by her beauty and
splendour, the two girls threw themselves at her feet asking her shyly why
she had chosen to come to such a wild spot. “I go anywhere in order to
convert sinners” the Lady replied, and showed them her hands and knees
all covered in blood. Before she left, she gave them this message: “Tell
people that if they do not repent and do not keep holy days better, there
will surely come some punishment from my son, their Lord. Tell them, too,
to follow the tradition of beginning the holy day from three o’clock on Saturday afternoon”.
Soon after the news of the apparition, a “small Chapel” was built, as Macolino wrote in 1686, covering the rock on which Our Lady was seen to
have placed her feet. It was blessed on 31st May 1493 by the archpriest of
Chiavenna, Giovan Battista Pestalozzi.
The great crowds of believers who flocked there made it necessary to build
a bigger Church, and again, in 1598, a little more than a hundred years
from the news of the event, a third sanctuary was started, that which remains to this day, probably built by builders from Valmaggia in Tessin,
who in that period were present in the area in great numbers as bricklayers, stoneworkers and carpenters. The church was consecrated on January
19th 1615 by Filippo Archinti, the first bishop of Como to enter in Valchiavenna after the prohibition lasting almost a century by the dominant
Grisons.
19
2.2 EXTERIOR
The main portal in the façade was worked from a rock in 1664. The rock
had fallen in a landslide four years previously and landed up near the house
of the prior, which at that time was East of forecourt. Our Lady is worked
in white marble in the central niche of the split tympanum as are the two
kneeling girls. The group was gifted by “the workers of the river banks of
Como, section Vale S. Giacomo”, as a black Varenna marble memorial
stone has it. The stone was immured above the group until 1961, but is
now in the sacristy. Yet higher above the group was a rose-window, which
was walled-in in 1759, when the organ was put against it on the inside,
two new rectangular windows were thrown in substitution, and the central
fresco was painted under the highest point of the roof.
The left portal is decorated
with a soapstone moulding
sculpted in 1784 at the expense of the priest Guglielmo
Cerletti. It depicts Esther and
her husband Ahasuerus (usually identified as Xerxes), accompanied by a handmaid and
two bodyguards, referring to
the episode in which the queen
begs her husband, the Persian
king, not to ex terminate the
Gallivaggio, Sanctuary: the left portal
Jewish people to which she
belonged. The Bible story was interpreted as a prefiguration of the role
Mary had before God. Above the right portal there is a shield with Mary’s
monogram dating back to 1761. A picture of the Madonna and child, now
rather faded, was painted in a niche in the left wall of the church, facing the
cemetery, in a period bridging between the 16th and 17th centuries.
The belfry on the South side of the forecourt dates from 1730. It substitutes
an arch above the church roof and is over 50 metres high. As is inscribed
in an oval of local stone above its portal, the two bells were donated at the
time by emigrants to Rome and Palermo. The present five bells were recast
in 1962.
The “holy stair” coming up from the main road was inaugurated in 1937.
Pietro Tavani, a Como sculptor, added 18 bronze tiles depicting episodes
from the life of the Virgin and a large Crucifix above.
2.3 INTERIOR
The Sanctuary is divided in one nave and two aisles by three columns, partially of blocks of local stone. Already in the Acts of the Pastoral Visit of
1668 the fact that the altar halfway down the Church where the apparition
rock was preserved blocked the vision of the high altar was remarked. It
was removed only in 1741 and the granite block was moved to the presbytery under the table of the new marble altar, and the wooden statues of
the Madonna and child and the two young girls, carved the century before,
were placed in the niches of that altar. In 1976 the stone was removed
once again and placed under the new altar table, separate from the great
altar, using part of the 18th century balustrade. The chapel dedicated to St.
20
Luigi Guanella on the occasion of his canonization (2011) can be reached
from the right of the presbytery. There you can admire a picture of the
Saint painted by Felice Bossone.
The presbytery is decorated by frescoes made in 1605-1606 by Domenico
Caresana of Cureglia (a locality now in Tessin), as his signature testifies.
The upper splayed jamb of the trefoil window in the centre of the wall behind the altar bears an inscription saying that it was financed by Giovan
Pietro Vertemate Franchi from Piuro.
The paintings on the barrel vaulted ceiling depict scenes from the life of the
Virgin Mary: on the left, the Nativity of the Virgin and her Presentation in
the Temple, on the right, the Annunciation and her Espousal with Joseph,
and in an oval in the centre, the Assumption with angels and winged heads.
Lower down on the walls on the left the Nativity of Jesus and facing it the
Adoration of the Magi. The frescoes on the intrados of the triumphal arches
depict, starting from the left, head and shoulders of the prophet Balaam, the
Tiburtine and Phrygian sibyls, and prophet Jeremiah. On the far wall there
are symmetrical full-length figures of the prophet Isaiah and of Tobias; in
the lunette on the sides of the trefoil window there are the seated figures
of other two sibyls: Samian and Cimmerian. Tradition has it that the sibyls
of the Greek and Roman culture, like the Jewish prophets, foretold the
birth of Christ, and for this reason they bear tables with the relevant texts
inscribed on them.
The decoration of the small chapel on the left is also attributed to Caresana.
Above the altar there is the Slaughter of the innocents, and a winged putto
holding the palm of martyrdom is painted above it. On the walls, the Angel
warns Joseph to flee to Egypt, asleep while the Madonna breast-feeds the
baby, and facing that, the Holy family in flight. The barrel vault shows the
Circumcision and the Presentation to the temple in-between an octagon
showing God the Eternal Father. Full-length figures of saints Apollonia
and Catherine of Siena are represented in the intrados.
The wall decoration of the right-hand chapel seems to be of inferior quality. It has the Assumption and God the Eternal Father above the altar, and
in the upper lunette the triangle with the eye of God. On the vertical walls
the Visit of Our Lady to Elizabeth and the Nativity of Jesus; on the barrel
vault, the Presentation in the temple, the Disputation with the Doctors and,
in the centre, Mary in Glory among angel musicians and putti.
In the very year of 1605 Caresana is documented as being at Domaso,
where he painted a side chapel of the parish church. Gallivaggio is the only
place north of that where he went to work, possibly called there by his
brother Cipriano, who was certainly prior there at the end of 1606. These
paintings, as the art historian Simonetta Coppa declares, are “the most complete testimony of the later manner of Milan school in our territory”.
The altarpiece of the previous high altar, which is now hanging on the left
wall, is worthy of note. It is signed by Paolo Camillo Landriani, known as
the Duchino, who was commissioned by the foresaid Vertemate, who also
provided for the wall paintings. Its gold-printed carved wooden frame is still
in its original position. The painting denotes the Coronation of Our Lady by
the Holy Trinity surrounded by winged heads and little angels, all shrouded
in a huge cloud, while underneath a delicate country scene catches the eye:
there is a Church, some houses, beasts of burden, sheep grazing, and, in the
foreground, a water mill supplied by a long suspended aqueduct.
21
Another canvas painting, which hangs on the opposite wall, was painted in
1739 in Venice by the twenty-three year old Cesare Ligari from Sondrio,
depicts the Crucifix with five Franciscan and Capuchin fathers, some of
whom saints. It was originally in the Capuchin Friary of Chiavenna, closed
down in 1810, and donated to the Sanctuary in 1872.
Another more modest painting hangs on the same wall towards the counterfaçade and depicts the Nativity of the Virgin in a room crowded with seventeen people, looked over by God the Father amidst clouds. As an
inscription at the bottom says, the work, datable to the second half of the
17th century, was commissioned by Giovanni Chioppo from Gordona, who
had emigrated to Palermo as an ex-voto. His face was portrayed at the bottom right of the painting.
The main body of the Church was left plain until 1884, when Luigi Tagliaferri from Pagnona in Val Varrone (Lecco) was invited to decorate it. He
painted an oval in the centre vault depicting the Coronation of Our Lady,
and, on the sides above the cornice, circular images of the Evangelists,
spaced out by illustrations from Marian litanies in the cells, and citations
from Scripture in the lunettes. The ceilings of the aisles host a series of
tondos of Saints from one vault to the other, depicting on the left, starting
from the presbytery, St. Francis of Assisi, St. Joseph with the child, and St.
Anthony Abbot, and, following round starting from the counter-façade, St.
Aloysius Gonzaga, St. Anne with Our Lady, and St. Abundius, bishop and
patron of the Como diocese.
The casement and organ loft are most unusual, being similar in style to the
multicoloured wealth of decoration of Sicilian carts, obviously due to the
emigrants to Palermo, who, according to the epigram painted on the centre of the balcony parapet, financed the work.
The instrument was built by the well-known organ maker Carlo Prati from
Gera Lario in 1673, and was overhauled by Giovan Battista Reina from
Mezzegra in 1759, when the first arch on the left of the entrance against
which it had been placed was moved to the counter-façade - the last two
lines added to the oval epigraph on the
balcony testify to this - and the balcony
was therefore made longer. The organ
was overhauled again in 1892, on the
occasion of the fourth centenary celebrations of the apparition, by Eugenio
Sgritta from Iseo, then, once more, by
the firm Piccinelli of Ponteranica in
1967.
The large carved and painted wooden
Crucifix, which hangs in the centre of
the triumphal arch is worthy of note.
The painted ovals at the extremities of
the boxed girder explain that it was
given by emigrants to Como in 1643.
Other objects to admire are silverwork,
Gallivaggio, Sanctuary:
the epigram painted on the centre vestments (especially the high mass set),
given by the emigrants to Palermo in
of the balcony parapet
1713, and two 18th century standards.
of the organ loft
22
3. THE DEVOTION
In spite of the fact that the description of the apparition was of the Virgin
on her own dressed all in white, popular devotion prefers to depict her with
child Jesus in her arms and wearing colourful clothes.
The document does not mention the names of the two girls, so their relations mentioned in a “Compendium” of the apparition “brought to light by
some pious souls” in 1819, can be attributed to pure fantasy, the more so
because the surnames given to them appeared in the Valley in the 16th century. One can presume that the visionaries came from Lirone or San Giacomo or some other village in the vicinity, as the two were already out
gathering chestnuts very early in the morning.
Mary’s exhortation to tell people to change heart and respect Sunday starting from vespers of the vigil, which was already the custom, touched a real
problem. The transport of goods across the Spluga required people to work
even on Sunday, especially after 1473 when that route became the most
popular.
The popularity of the Sanctuary of Gallivaggio as a place of pilgrimage is
attested, too, by the number of miracles accredited to Mary’s intercession.
To the thirty or more referred to at the end of the account of the apparition
must be added those mentioned by the historians, all of them priests, in
their works: in the 17th century Guglielmo Chiaverini and Giovan Giacomo
Macolino, in the 18th century Giovan Battista Tognone, and, at the end of
the 19th century, Antonio Aliprandi, who also made a register of the ex voto,
now gone, which were on show in the Sanctuary until 1930.
For centuries the Sanctuary of Gallivaggio has been a religious centre for
the whole of the Valchiavenna, and the faithful still arrive in great numbers,
especially on the 10th of October, anniversary of the apparition, and the
26th of July, feast of St. Anne, Mary’s mother.
4. THE SANCTUARY AND SAINT LUIGI GUANELLA
Don Luigi Guanella, proclaimed saint on October 23 rd 2011, born at Fraciscio in the same Valley, was very fond of Gallivaggio’s Sanctuary, an important stop during his journeys to and from Como. The pause there helped
to strengthen the bonds with his home base, his childhood, but also his
great devotion to Our Lady, which was one of the cardinal points of his
spirituality. Once he reminisced: “When it was time to go back to the Seminary my parents would bless me, as I knelt with my brother, then […] off
to Gallivaggio to collect Sterlocchi; his parents would bless him, too, then
we would go up to the Sanctuary to pray Our Lady”.
His sister, Maria Orsola Guanella, who had married Guglielmo Sterlocchi
and had gone down the valley to stay in the nearby hamlet of Lirone, now
lies in the cemetery near the sanctuary. In 1914 in this cemetery Don Luigi
blessed a memorial stone, dedicated to three cousins who were priests: don
Gaudenzio Bianchi, don Lorenzo Buzzetti and don Antonio Buzzetti. The
saint is remembered in a bronze panel under the Crucifix of the holy stairs.
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SOMMARIO
PREMESSA
RAGIONI E CRITERI
1. GALLIVAGGIO E LA VALLE AI TEMPI
DELL’APPARAZIONE
2.0 IL SANTUARIO DI GALLIVAGGIO
2.1 STORIA
2.2 ESTERNO
2.3 INTERNO
3. LA DEVOZIONE
4. IL SANTUARIO E SAN LUIGI GUANELLA
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
INHALT
VORWORT
URSACHEN UND KRITERIEN
1. GALLIVAGGIO UND DAS TAL
ZUR ZEIT DER MARIENERSCHEINUNG
2.0 DIE WALLFAHRTSKIRCHE
VON GALLIVAGGIO
2.1 GESCHICHTE
2.2 AUSSEN
2.3 INNEN
3. DIE VERHERUNG
4. DIE WALLFAHRTSKIRCHE UND DER
HEILIGE LUIGI GUANELLA
CONTENTS
FOREWORD
REASONS AND CRITERIA
1. ALLIVAGGIO AND ITS VALLEY
AT THE TIME OF THE APPARITION
2.0 THE SANCTUART OF GALLIVAGGIO
2.1 HISTORY
2.2 EXTERIOR
2.3 INTERIOR
3. THE DEVOTION
4. THE SANCTUARY
AND SAINT LUIGI GUANELLA
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pag.
pag.
1
2
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
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4
4
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