ir
STUDI
DI
POESIA
POPOLARE
PER
PITBÈ
OnrSEPPE
UNICO
VOLUME
PALERMO
LUIGI
PEDONE.
LAURIEL,
1872
editore
KPt-hH^^S
jAr
.
.
HARVARD
UNIVERSITY
LIBRARY
Tipografiadel
Giornale
di Sicilia
AVVERTfiDiZA
Gli
mi
di
gualche
importanza
avvalorare
alcune
popolari
siciliani.
Codesti
della
richiamano
cennati
in
egregi
dagli
questo
ne
da
quali
studi;
avesse
mai
quel
ad
stessa.
alla
sono
ed
punto
il
potuto
non
conforto
di
due
e
o
stati
canti
per
gli
tre
tanto
sol-
trattati
hanno
mi
canti
edili
giovarmi
ho
di
e
che
luce
e
sono
detto
queste
ciascuno
o
preceduto
scritto
intendendo
vista
copia
apprestar
io
di
materia
allontanato,
I tremila
ho
che
siciliani
nuovi
simili
argomenti
sui
e
vastissimo.
campo
Guardando
me
ad
Sicilia,
fatti
confermare
saggio critico
in
popolare
poesia
di
argomenti
riguardano
scritti
d'illustrar
bisogno
mio
del
idee
volume
presente
desiderio
dal
e
nel
luce
consigliati dal
vennero
studi
la
vedono
che
scritti
né
i
sempre
più
di
io
mi
fatti
paresse
alla
moltissimi
stati
affennato
preziose
la
a
cosa
gerla
svolconcio
ac-
materia
inediti
base
non
de'
che
tradizioni,
de'
miei
non
pur
VI
quando
schiarimento
maggiore
a
de'
Iratlenulo
di
mi
esse
raonferrini
canti sardi, dei
in-
sono
de' greci
e
deir Italia meridionale.
Dimostrare
mi
l'importanza degli
studi
superfluo in
tempo
sembra
importanza
dire
che
dell' Imbriani
glistudi
e
\
per
nove
altri per
del
la
Ditfurth
Canti
(per
le raccolte
Pltalia
dionale
meri-
jopjlari delle provincie meridionali^
di
e
pel Belgio %
Cox
Jones
e
la Russia
per
non
Cipro «, del Pelay-
*, del
Ralslon
di
intervalli
mesi
*, dell' Hock
Germania
del
questa
Pont, del Daguet
del
Svizzera
la
per
l'Inghilterra\
^
l'isola di
per
Catalogna «,
la
brevi
per
polare
po-
numero
visto
del Gasetti
e
del Liebrecht
Briz
a
recentissime) abbiamo
delle
in cui
volger di pochi
nel
poesia
bel
un
facendo
si vengono
fuori. Onde
e
da
evidentissima
pare
pubblicazioni che
in Italia
un
di
«;
per
poche
e
Torino, Loescher,
voli. due.
1871-72.
»
Ueber
'
Cansons
Cyprische Volkslìeder;
Venlaguer,
*•
la
de
Canis
terra.
Origines
la Su
^
use
du
Ron
Croyances
Ciirmannc,
populars
LUI.
fùr
catalans.
Gesch.
voi.
il, i872.
HI.
Barcelona,
1871.
palois de
la
ande.
Tarentaise
Paris,
ecc.
Lausanne,
et Remèdes
ancienne
Kentronie.
Preci*
hi-
»
chiinsons
slorique^pì'ovei'tteSy
de
Dell'i4rc^ti;
187i.
Traditions
—
ei
Legende»
Vincent, 1872.
populaires
au
pays
de
Liége. Liége,
VaillanI-
1872.
.
•
Deutsche
Vulks-und
Popular
^
The
and
Russimi
of
romances
Songs of
haflslieder des
17
und
18
Jahi-underts,
I
1872.
Nòrdlingen, Beck,
''
Cesells
the
the Russian
social
Middle
Ages. London,
People, as
Life. London,
Ellis
illustrative
and
1871.
of
slavonic
Green, 1872.
Mythology
VII
bastare
settimane
di
allo
quest'ultimo
sapiente
del
Nord
di
lavoro;
la
consiglio
Svend
di
di
spaccio
e
il
due
Governo
Grundtvig,
aiutare
danese
raccolta
grande
edizioni
numerose
canti
di
con
popolari
neirUniversità
professore
Copenaghen.
Pertanto
mia
il
unico
gli studiosi:
favori
della
sua
Palermo,
e
miei
del
mercedi
luglio
in
1872.
onesto
ma
se
pur
non
bene
mi
desideri,
premio
senza
gioventù
16
altro
rimane
conseguimento
de'
cerchia
senza
mi
non
che
sono
largo
spende
e
paziente
io, nella
desta
mo-
proposto
compenso
i
l'opera
al-
augurare
giorni
lavoro.
per
a
chi
migliori
2tI00RDI
NEI
Nuove
La
K
finora^
di canti
danno
Trapani^ rimasta
fornito
da
500
mille
cui
la
me
pai'ecchie centinaia
di
provincia
trascurar
non
tradizioni
dalle
Molto
metrica
essendo
tolto
da
quanto
aggiungere
la
canti
popolari siciliani,*
pubblicazione
Studio
critico $ui
cola
pic-
Oltre
fatto
Canti
son
arricchire
Delle
dalla
si trova
al
in
delle
province
del
detto
non
Vigo
e
Studio,
capitolo della lirica,della
del 2° volume
io
il campo
altre
di
legge
una
raccolta
popolo, specialmente
del nostro
ma
quasi altrettante
mi
che
della versificazione
e
polari
po-
in
varianti.
con
e
popolari d'ogni genere*
sarebbe
valorare
av-
Canti
ogni genere,
nuove;
possa
dopo
^
dove
che
cosa
altre è stato
ad
quasi inesplorata
edite
più
affatto
Palermo,
parlare,
occorre
d'
blicati
pub-
apprestate la provincia di Girgentij di
ha
ne
lo
per
buone
critico su'
di
canzoni
mai
non
osservazioni
Studio
scritto nello
parte inedite, e
a
di
siciliani
provincia
ha
mi
SICILIANI
popolari
argomento
ho
quanto
POPOLARI
CANTI
raccolte
mi
REMINISOENZE
E
della
lascio
mia
stare
raccolta
questa
popolari siciliani, G. II1" Vili»
di
parte
\X,
X,
i
primi
XI.
.
'
volumi
G.
Luigi
Palermo,
mia
della
PiTRÈ
—
Pedone-
Biblioteca
Studi
di
Lauriel
delle
edit., 1870-71.
Tradizioni
poesia popolare,
Formano
popolari
due
siciliane*
i
^
STUDI
facile
usi
e
costumi^ delle
da
attenda
particolarmodo
reminiscenze
a
su
gli
storiche, de-
popolari,de' mestieri,
canti: rimandando
questi
specialidel presente
chiunque
in
credenze
celebrati
ci vengono
scritti
fermerò
mi
storici,delle
ricordi
quella dei
POPOLARE
apprezzarsi da
e
discipline,
queste
che
ed
vedersi
a
POESIA
DI
volume
il lettore
agli
vorrà
che
seguirmi in qu^estionipiù delicate.
Ammettendo
la distinzione
reminiscenze
storiche
alcuni
€he
canti
tanti dovette
pur
calzolaio
un
fondatore
è
a
V
dire
e
che
monarchia
storici
delle
e
far menzione
date
a
di
molto
da
impossibile trovare
nn
sono
che
Buggeri,
non
siciliano
^diva
gli richiamava
il
a
dando
an-
cantare
del
nome
$' avvicinò
normanna;
un
conte
della città di Mazzara
e
,
non
maravigliato di sentirgliripetere
rimanesse
come
fatti
impressadel
Anni
averne.
qualcosa
della
a
riuscito
era
via
una
per
da
riportano
il quaje ricordasse
canto
ricordi
*, giova anzitutto
eì
lontane^ Finora
noi
dei
questi versi:
risortu
Sugnu
A
*
fìci lu
zoccu
Ce'
a
Persi
Ho
voluto
1
V.
*
A
Studio
sillaba
Conti
e
di
tanti
Mazzara
sulu
Muarta
fu
fàrivi sintiri
Ruggeri,
la Firi
quattrucentu cavaleri.
a
era
Gei
Cristu
di
Amurusu
Unita
a
'na
arzava
guerra,
Muarta,
e
Saracini,
li banneri
sintistivu
cu* vinciu?
riportarquesto
canto
:
diri
Ruggeri.
o
frammento
di canto
bob
crilieo,e. IX, X.
solita
aggiungersi dal popolo per aggiustarei suoi yersi.
RICORDI
la novità
solo per
-citare
qualche
."ierca
che
l'ardita
se
la
sua
del
impresa
c^nto
dà
in Mazzara
trovato
Ai Ruggeri
memoria
Altro
XV
tutti li
Vjì
sì
tutti ccà
ha
deà
che
nel
1411
e
altri hanno
detto, ed
città.
Mazzara,
«
Le
la
armati.
baroni
città
Ninfa),fa
baroni
atto
di
^
di Castelvetrano
agli 11 novembre
unione
in conservazione
difensiva
e
e
lega
difesa
Ti-
costituitasi
la prepotenza
contro
e
Par tanna,
Gregorio, furono
Monte,
e
i cui
tivi
rispet-
di Partanna
del 1411
di alleanza
-
Modica; lega nella
il
il
subito
nascer^
di Castelvetrano
alleate,scrive
che
nino
al sig« Anto-
Bianca
di
(ù
(siccome il can
alla famosa
conte
il sapere
e
confermato
Marsala,Salemi, Trapani
in Salemi
riuniti in Salemì
conte
un
Regina
Cabrerà
i due
capitani coi
solenne
in S.
difendere
per
entrarono
gunati
parli di
i versi si riferiscano
varie
mi
pri-
la Curuna:
a
la difesa della corona,
si
canto
di Bernardo
quale
di .canto de'
;
questibaroni
e
Stefani-Perez
De
vivissima.
li Baruna
pronti ed
città
queste
seguito del
tatore
la
ove
quellacittà,
si è mantenuta
li citati
mannaru
ghicaru 'n Salemi) per
nel
i
il canto
stato
frammento
un
ghicaru
paìsì é
curreri
Semu
tessersi
in
anch'essa
secQlo:
'jH Salerai
£
di Moarta
e
dersi
potrebbe ve-
essere
nato
ri-
stabilirsi che
può
V
ec-
farne
si ebbe
intanto
crederlo
a
storico offre
cenno
del
ed
per
a
Allora
de' Normanni
storici, e che
sono
anche
ma
tradizioni nostre
raccoglierlointiero.
popolare;
epopea
nomi
a
stesso,
se
delle
amatore
basti
in
che- ha
3
REMINISCENZE
£
ra-
stipularono
e
perpetua offensiva
dell'onore
dovuto
alla
4
STUDI
Casa
R.
di
Regina,
Aragona,
ad
e
sembrò
non
e
dì
POPOLARE
nel
XV
e
sopra
veder
non
vicariato
sao
ginstiziere *.
maestro
del secolo
vero
POCSU
mantenere
a
opporsi al
canto
nn
DI
Cosi
i
fatto che
un
celebrato
nella
la
biamo
abme
a
ciliana
poesia si-
^
Passiamo
due
altri canti. Questo
ad
versi; gli altri
Gchitt
Ora
Merli
deir
Oyo
e
aveano
vedere, è
^
de'
e
sino
di
a
canto, per
la liberazione
e
cannoni
nemico
della
sarto
un
riunì
Crispano,
volevano
quel ten^po
Blasi
178.
*
Palermo
Studio
'
*
runa
nelle Memorie
Sono
del
la fazione
vizzo
nel
Viceré di
per
di
malvizza,
dichiarò
Stratigoto,
alla
altri
Crispano ed
mo,
i29. Paler-
quest'alleanzafa pubblicato da
servire
tendone
po-
Storia letteimia
di
G.
R. Di
t. 11,
Sicili^i,
p,
1756.
critico,C. IX,
abbastanza
popolo,
noto,
L'atto
non
e
Ùoniiderazioni sulla storia di Sinlia, lib. V, cap. VI, pag.
Pensante, 4858.
dato
cioè il Senato
malvizzo
di
è
quanto
assali il palazzo dello
città il marchese
sinesi,
mes-
stratigoto Luigi
patrizi che
che
*. li
visto incarcerare
armi
con
dallo
fazioni
posterioreal 1673, quando
ottenere
e
due
Marcliese
di governo
agio goduto
appena
messinese
dal 1672
l'altra del Senato
loro
a
sbulazza.
una
e
successore
suo
le forme
conservare
merru
popolani,favoriti
dal
poi
Diego Seria;
trovati:
si chiamarono
di
di
è appena
segue
la marvizza...
cantari
senti
runa
la
canta
nuB
malvizzi
e
li ho
non
cbe
che
va
uote
pag.
104.
Ik due
detta de' Merli...
sotto
questo
allora
fazioni, che dividevano
Mahizzi...
l'altra de'
nome
anche
Il merlo
Messina;
è l'uccello
nella letteraria favella;e ma/"
volgare siciliano appellasiil
tordo.
Ub. Ili, cap. XXIX,
Sicilia,
pag.
»
Dì Blasì, Storia
389, Puh,
1842.
cronol
de'
.
RICORDI
della
fazione,pnnì in lutti i modi
autori
lui delle
secondo
travagliata^ È
il canto
5
BEMINlSGElNZe
E
tante
si vendieò
e
onde
sventare
da'* merli^
Messina
ingeneroso del vincitore
era
il
contro
vintp.
Poco
la rivolnzione
dopo
davasi
in Messina
opera
Cittadella
di
nome
de*
Messinesi, nelPanno
alia famosa
costruita
1679,
fortezza,che prendeva
alla città
di fronte
,
profondo
del
battuta da
pelago^e
scrive
come
Amico
Vito
Essa
della
ricordo
militare
arte
quest'altracanzcme,
alle memorie
tutto
E
'na
ch'ha
'Ntra
Chi
Nun
Palermu
qui
a
versi
1
408.
*
risponde
di
tiro
molto
e
fa
per
mari^
la matina
manuali;
culumbrina.
senz'ali
di Missina
ehi fa
uno
capitali.
de' forti,e
dannosi
1864. Palmeri,
di
Somma
sembra
ricordato
cui cannoni
al nemico.
pubblicaligià prima
vennero
e^
Missina:
ì
luoghi formidabili,
modello
d^ora
I
son
di
primi quattro
%mafuron
se-
voi. IH, lib. XI. cap. IX, pag, 210;
Sicilia,
della Storia
di Sicilia,cap.
XLYI,
pag.
i860.
Palermo.
Dizionario
voi. Il, pag.
*
portu
Di Blast, Stcriadel regno
Palermo
la so
è il titolo di
e
e
l'omini
fa bulari
vali lu
Blasco
in tutto
d'oru
Brascu
Quantu
Don
che
"
"
norme
Di tanto
'.
fattu
muratura
Don
va
giusta le
e
architettonica
mmeiìzu
a
saecu
un
mastri
Spara
lungo
eitatedda
spenni
acque,
stampate:
Senti, Palermu,
Fici
ogni parte dalle
portavano i tempi, riusci
moderna
nel
cagionò ingenti spese
.
per quel che
«
,
topograficodella Sicilia
81. Palermo,
Vioo, Canti
Pensante,
Ji V.
Amico
trad. da 6. Di Marzo
1859.
popolari siciliani,pag. 300,
n.
24. Catania
1857.
6
STUDI
DI
POPOLABC
POESIA
che appartengono
gaiti da questialtri,
altr?
ad
certo
per
canzone:
Palermu
tu
E
r
Gcu
acqui frischi
I versi
e
pel
di
forse
meglio
senso,
Ddà
cc'^è Don
la
Spara
Il secolo
Forti
XYII
forse
di Messina
li santi.
bene
la so
e
di San
v'è secolo
le altercazioni
di canzoni
che
essa
ed
altri comuni
deir isola
memorabili; perchè le
nella
Potrei
citare
testimonianza
trovandovi
alcuni
una
rimangono
lebile
traccia indedeir
cuore
mollo
tristi;
pure
ne
bisogno
secolo
son
di ricerche
XYIII
istatemi
non
qualche
mi
canzona
riportateparecchie
L^ottava
che
Sintistivu
me
ne
che
finora.
concesse
è stata
udita
due
lu bannu
anni
Reale in Palt rmo,
di genere
udita
o
scorsa
narrativo
e
tirico.
sa-
cojmincia:
Ch'ogni pirtusu paga
rho
po,
tem-
indeterminati
letta;e nello scritto su' canti popolari del secolo
ve
uomo.
canti dello stesso
di casi assai
cenni
vi
città
,
avrebber
Del
nel
popoli come
bliche
pub-
queste due
lasciano
sventure
le
,
i fatti che
sono
questo propositodue
a
lanno
che
passo,
storia de''
Palermo
e
desolarono
e
riche,
popolari sto-
tante. I tumulti
abbia
ne
tra
afflissero
che
:
culumbrina.
,
calamità
per la rima
primi e
Sarvaturi.
fu assai fecondo
non
a'
questa variante
di
Brasca
galantit
Missina
livannu
aggiunti si*legano
ora
e
Palermu
va
jardina,
li donni
e
vali lu Portu
Quanta
Nun
lì to'
cu
ed
fa da
a
suo
d'avanteri
tari
dui,
persona
luogo
del
sestiere
ho cercato
di Palazzo
di vedere
per
RICORDI
che
sola e non
essa
fatto mi
sembra
il canto
di dover
notare
si conservi
sulla
popolare.Un
storica
poesia
Le
dia che
querimonie
sue
dal
viene
vero
sentimento
al nostro
per
secolo
per trovare
chiaro
e
rivotazioni del
epidemie
più
a
solo
che
dirò anche
del
1837,
bastevoli
1854,
del
Ma
cianci
Missina
Cianci
Catania
Ciàncinu
1848;
Turri
cu
la bella
foru
Palermu
si manciau
Dicennu
ch'avia
Quannu
a
Ciancennu
*
bastanza
ab-
be
potreb-
67
e
:
argomenti
questi canti
e
lo dò
ebbi
alcuni
storici
fatti della
nella parlata della
Torre, casale
a
un
in
quel
Giarre:
di Faru,
citati,
tuttidai filici soru,
Ciàncinu, tattidui
sua
venire
origine a lunghe leggende
tutti
tra
siciliana del
dunque
dal profondo
stati finora dalle
1866
del
diano
perchè
provincia di Catania quale lo
di'Riposto a poche miglia da
Catania
siamo
come
gagliar-
storico
gagliardo.Né
e
che riguarda
scelgo a pubblicare,
rivoluzione
Ecco
fondo
lebrare.
ce-
1812, del 1820, del 1848, del 1860, e dalle
semplici ottave*
ne
forte
e
non
da
colpiti.
Bisogna
poesia a
una
la
e
dell'animo
ci ha
che
diversamente, scossi
esser
Pimpeto
hanno
non
comotovimento
quel
del-
espressionedel tempo,
essa, come
grandi dolori da piangere,né grandi avvenimenti
ha
0
tatto
è che
ed
l^ottocento,
7
REXINISCBNZB
E
a
Targentu
gbiéssirinu
si vitti lu
manu
ni lassò
Messina
fino
sorella per
Ghiessiri per eufonia
abbruciati.
essere
invece
l'ora
frati
*;
trisoru
'mmenzu
a
e
Torre
li strati.
di Faro
state arse;
di essiri;nu
qui
ed
piangere
ecco
nostro.
eoa
Palenno
8
STUDI
DI
POPOLARE
POESIA
le due
protestando fratellanza
eoa
sé
abbandonare
ambedue
vuol
questo?»
Toro
l'argentoe
e
nella desolazione. Ma
Messina
Catania
e
che
città,prender
dire
la storia ha
allora
scritti
deirisola
ed
suo,
lotta
una
nulla
ove
lotta
da
Siciliani
due
città; e
sventurate
A^onze
dal mutuo
che
chi
arte
bella
facesse
ne
se
si manciau
lermu
che
provalo
suol
come
entra
a
la
Il
e
se
turbar
popolo
ha
a
come
non
avere
divise
e
altri
milione
anche
fatti
le
vero
spacciato
sina
Mes-
dal canto
(Pa-
tutto
rifuse
Ma
nella
già
è
o
particolari
,
locale,la passione
puramente
che
l'imparzialità
ed
nemiche
rivoluzione.
canta
gnitoso
di-
un
è niente
non
appare
della
poesia
poesia celebratrice
risola.
e
sostegno
dirsi,d'interesse
subito
nella
a
quando
,
di tener
ed
un
mise
e
sembra
come
dere;
per-
in difesa delle
raccolse
Parlamento,
ricca
da
i Palermitani
Fargentu e Varu), ma
dell'erario
cassa
resto
delle chiese,
Palermo,
e
in
stini
migliori de-
a
saputo morire
dal
interesse
avea
Catania
con
e
non
rappresentantidelle
dai
Palermo
se
votato
di
tutto
libertà del silenzio
e
superfluo dell'oro
al
mani
ad
combattuto
aveano
moriente
di Catania
e
e
di serbare
pur
ritiro.Del
onorato
della
fatto carico
guadagnare
patria,preferironola
ed
averle
consentita
province siciliane,i quali
la
baluardo
pitale
ca-
saccheggiareimpegnandosi
e
avea
peraltronon
Palermo,
il volgo di Messina
essersi lasciata incendiare
1849
quegli,eccìdi
commisero
ultimo
sembra
e
pianto e
L'anno
lettere di sangue.
a
libertà,fu risparmiata;
ma
giudìcollaa modo
nel
datesche
esposte al furore delle sol-
si trovarono
borboniche, le quali vi
che
tatto per
tanto
di avvenimenti
bene
si riscontra
generalia
tutta
guarda al di là del proprio campanile,
giudicare
del
mondo
esterno, de' fatti e
RICORDI
delle
lontane,egli
cose
condividono
non
nella
E
sentenza,
Molte
alle
cui acque
lezza
e
patico nella
%
\
La
di Mosè
una
"
ne'
battezzata
da
volta é
del
di Carlo
di
*; il
1
Mi
paritila Ogghia
2
Si'
6glia di
3
Si'
figliadi la 'Mfanti
*
La
Principissadi
5
Niputi siti
6
Niputi
7
lu Re
di
volta è
trecce
Secanna
Margarita.
siti.
Partanna
Orlannu.
Magna
'mperatnri.
Figlia di Carru
Magna
'mperatari.
8
La
è
9
Quanta
testa
vali
un
H
meggbia
capidda
di
di Museni.
ssa
vali 'na città siracusana.
il fiume
siciliana.
della bel^
scrima
lebrato
ce-
*,il re più sim«Infanta
quella di
Costa.
Re
nello
dell' antichità
della
collo è
suo
Carlu
di lu Conti
'i Carru
sue
nomi
figliadi Costa *, il Creso
rita
Marghe-
Partanna
nipote del
isplendorela
in
storico.
dì
mare
di cui è detta
capellodelle
città siracusana
Non
fondo
quelli cennati
vasto
popolo;o
Magno %
vince
testa
vostra
a
la bella amante
nel
nome
proverbi;o
di Carlo
; un
guardarsi
le reminiscenze
altri canti ?, Un'altra
sua
*
i canti
stri
no-
storiche.
principessada più
e
gaudio.
mezzo
possono
Sicilia,il RoihschiM
memoria
una
da
Orlando
non
fatti,
sono
limili né
della
anche
è
segna
ras-
popolaririguardantii
richiamano
della nobiltà. Una
tradizionale
dolori;egli si
Giordano, per esempio, è sempre
è stata
ha
non
coloro che
nostro
comune
diversi
geografici,
e
critico. Il
Costei
che
moltissime
biblici,storici
Studio
i canti
maniera, per
sua
caso
suoi
alle reminiscenze
ora
anzi
il mal
ricordando
quella serietà
Veniamo
che
che
e
paesi,anche
con
nel
come
partecipanoa^
o
questo vien
da
giudica alla
ne
dire,condannando
sentita
9
RBMINISGBNZB
E
anche
testa
vale
quello
Conte
la
figliuoraggiante
assai
di
cordata
ri-
più
di
un'aquila
10
STUDI
regia \ la sua compostezza
'. È dunque naturale che la fama
Poi si sa;
riente
non
Napoli,Roma,
soli: v^ò anche
son
'
con
Castiglia
la
che ella meriterebbe
Il Gran
Signore
sultana
baciarla
e
al solo
la
vince
di
Milano, Genova
Babilonia
in dominio
per
lei
che
pure
*
na
Susan-
di
^
le mi
esclamò, che
manto
se
vivente; ma
Sardegna *;e
e
non
mondo.
gliorìcittà del
a
prenderlasulla
On
venne
*. Federico
ella
ha
non
qui
a
Imperatore
peccati è
sorelle
nove
nata
Gra-
dal dire
cessano
manda
Costantinopoli
allargarleil
vederla
Ve-
pel mondo.
corra
miracolo
^; Tlmperatore Costantino
ad
una
Francia,la Spagna, Turchìa, TO-
angelo •; e Ninfe, Veneri, Giove, le
rono
quella
di lei
applaudisconoa questo
tutto
e
nave
POPOLARE
*; quand'alia si guarda allo, specchio è
romana
nere
POESU
DI
un
sMnfata-
^% regina-capitana,
angela-fata.Il Re di Spagna,
ha
tanti soldati
'*,la
vuole
città di principi,baroni,conti
e
per
lermo,
regina; Pa-
figlidi mercanti^
12
STUDI
di tali
fonte
in
Un
rappresentazionidei
novelliere
simpatico
de^ contastorie
racconti
teatrini
cilia
Si-
popolaridi
i Siciliani
che
ha lasciato un'evidente
i numerosi
che
imprese degli
Pasquale,
delle storie
non
,
dell'interesse
Maestro
determinarsi.
a
di questi contastorie, de' temi
uno
alle
difficile
siciliano
dimenticare,ci
di
e
è molto
che
tempo
un
dovrebbero
«
nei
soprattutto di Palermo; rappresentazionie racconti
e
nati
POPOLARE
POESIA
reminiseenze
scarse
nelle
e
DI
eroi
scrive
che
uditori
Vincenzo
più piacevoliche
tava,
egli trat-
soglion prendere
de' cavalieri
e
zione
descri-
dì Francia.
Linares, è
si sieno
mai
il
tore
narra-
udite.
lando,
Or-
Rinaldo, Fioravanti, Kizzeri, le donne, i cavalieri^
V arme,
gli amori,
Borni, altro che l'Arcivescovo
Altro che
dì bocca
che
incanta
di
fiume
un
Ora
imprese ei
le cortesie,le audaci
eloquenza
i cuori
commove
e
diletto
un
,
niente
teneri
come
,
Bellini,ora
di
esclamazioni
se
volte, che
ardore
un
gesti
ai dì nostri, i
una
di
giovani
Che
febbrile.
Cosi
smodati!
in
teatro
precisione di
e
,
nostri
venire
alle
mani.
personaggi prendon parte
ciglia
battono
le mani
a'
o
quell'esercito,e
o
per
si azzuffano
gli uni
o
sapore*
tori.
udi-
a
lodia
me-
una
di risa, in
per
feroci alle
non
di rado
gorgheggi
quella,dar
per
anche
di
flato
col sangue
la
ciare
le panche, minac-
Collo
slesso
fervore
al racconto, inarcano
viene
in
,
,
parteggiano
come
e
é
animarsi
trillo,urlare,romper
un
spesso
sguardi
vediamo,
ai fìschi, difendere
od
esce
maraviglia, e agitarsicome
donna, parteggiare per questa
alle trombe
0
e
Gli
degli
scoppiarein grandi scrosci
di sdegno
da
scossi
un
,
immorbili
silenziosi
li vedete
Turpino.
canta.
cristiani
e
gli altri
,
campo
i
le
questo
saraceni, così
applaudiscono
RICORDI
si
colpi
ai bei
sibilo quanto
grida,schiuma,
un' asta
Quel
di
e
dà
legno,
luoghi, le truppe,
meglio
conto
ha
quando
punto
blazione
pran
di
sa
Rizzeri,
di
tempi
Queste
del
"
*
Duo
centesimi
Racconti
done-LaurieU
la
con
alio
a
piccolaospettacolo,
fa pa«
quando
quel po'
Ruggiero, la
che
luzione
rivo-
seguito alle gesta di
Pasquale,
una
pomeridiano
racconto
lieti del
eroiche
imprese
fine, allora
la
invece
lira nelle
di
mani,
(scusate il paragoae)
,
del
tale
od
o
de'
teatro
preferenza la gioventù popolana
Le
di
avesse
bardo
E
sospesi gli uditori,
quando
fan
i
rac-
"uo
scozzese.
udirne
maestro
versi,se
rappresentazioneserotina
o
le fila del
ammessi
fiata
Se
un
spirito:descrive
giorno dopo
a
Srtudia^o il
dei
»
scene
i casi tristi
lo
personaggi.
ha
non
memorie, ricorda
qualche
Fioravanti.
nostri *.
se
tien
storia. L'entrata
rapsoda
un
di
nostre
cose
dire in prosa, contasse
sarebbe
de' simù
e
essere
per
antiche
Alesi
e
'
grano
nostra
di
il
do
quan-
imbrandisce
il romanziere
e
tornare
rammenta
della
farebbe
commuove
delle
lodatore
ragoni,
ei
un
a
V estro
il desiderio
eccitato
impegnarli
per
ameno
facezie, si scalda,
sedia
paladini,dispone
non
basta. Cosi
e
poeta,
un
,
Pasquale,
certo
i
che
dalla
duelli
figura i
e
ha
Scott,ne
di
impas^
e
colpidisperatisulla bigCHicid;
di maestro
demonio
Walter
il racconto
trasporta si alza
lo
r estro
disfatte. Il vecchio
usuraio, ispiratopiù dì
un
facondo, infiora
e
sempre
delle
dolgono
,
13
MOONISCENZE
E
accorre
si
ripetono nella
burattini;ove
del tal altro eroe
anche
a
sempre
eroi-comiche
di
sentire
prediletto.
del
teatrino
di lira itnl.
popolari. Quarta edizione
iS67.
,
pag.
9d
«
sejj.
Paieriiia,6. Pe«
i4
STUDI
popolaresi
traducono
a
scendendo
nemici;e
di
legno
rivivono
essi,che
e
i
le campagne,
piazze,per
parodiano gli eroi,atteggiandosi
improvvisatibastoni
imitano
tenzone
sciabole
e
le voci
stentoree
,
le
piedi,rotano
tornano
morire:
a
braccia,si
giudice
zano,
ammazuno
sempre
imperturbabiledecide,senza
serietà
con
le
per
con
singoiar
a
degli eroi,battono
di
poi
I fanciulli
per le marine.
POPOLARE
POESIA
DI
luogo
appello del torto e della ragione della vita e della
Gli adulti,mestieranti più o meno,
sacrate
morte.
vogliono conad
,
,
le gesto del loro
Angelica ;
loro
e
istoriate le
sponde
loro si
tutti
che
delle loro carrette
genere
;
in
ritraggonotutto
in Sicilia
trovato
la
avuta
un
sua
in venti
che
e
alla Francia
ne
ve
ha
ricordo
che
uno
storico
cavalleresco
canto
son
bene:
a
leggende
discorrendo
creder
venuto
ora
a
Io
su' Rinardu
Chiddu
^
mio, frammenti
in ottava
romanzesco
cosa
non
in tutto
rima.
e
117.
a
re
cennasi
acnon
possa dirsi
de*
uno
stri
no-
de' Paladini
di alcuni
versi,
qualche poemetto
:
su' di Muntarbanu,
chi detti morti
Studio crUico cap. X, pag.
Eccoli
di
che
o
imprese
capo
il
il fatto,avevo
con
delle
ammiratore
,
a
ogni
singolarmente alla Provenza,
appartenga
*. Or
di Francia
sono,
gozzi; i
più canti,nei quali si parlaod
e
popolani,fervido
che
vogliono
ragione. Finora
della parola.Io stesso, notando
significato
detto
ciò che
sanno
de* loro
e
sentano
rappre-
presentia dipingere.
Questa digressioneha
s^era
in attori
visto..I carrettieri ed i barcaiuoli ne
o
pittoridi questo
che
la comica
della
,
spettatorimutati
con
narrano
udito
hanno
di
e
loro Rizzeri
Rinaldo, d^l
Mambrinu,
RICORDI
Idorti cci detti
Morti
cci detti punì
Tinni
sett'anni
Dùnami
V
la calata
Chi
di lu
sintimejitu
Gala
ssu
Gaia
ssu
Su'
ponti
e
di
"3uesti versi ricordo di
un
di
dal
una
il
pruvari li
*.
manu
passari;
(da)
Bardu
re
cci vinni
popolano che
buon
vecchietto
storia molto
li ha
me
di
richiamati
Palermo, mi
tenera
sua
el^,e
i Paladini
sopra
varso
andavano
Sicilia poveri ciechi per
purtari.
a
lunga
all'ultimo
di Giuria
uditi assai volte nella mia
aver
egli appresi nella
primo
stu Paganu,
lassami
la 'mmasciata
e
riu.
ponti, capitan maggiuri,
jmannatu
Ga
xiuHezza;
ciumi
voli
iu;
prumittisti
ch'avi
di Rinardu
Ca
procurarsi (}a
'
Di Ettor
Trojano
Morti
son
fatti due
eci detti
a
Gaspara
Pri
3
Guarda, Trajana, e guarda
'*
Il canto
lo
canqaistariAngelica
la bella.
a
Ch' 'i Rioardo
roli prayari 'i
Var.
cai occidisti.
aggiusterebbecosi:
mano.
dì Francia, cui
per tutta
mi
Trigana^
e
moria,
me-
far essi parte
quanto
Ho
fan-
fatto sapere
Ma
personaggi.Una
S
alla
vivere.
l'ho potuto sapere.
non
ha
cantando
questa storia degl'ignoti rapsodi? Per
affaticato sopra^
*
occidisti
sugnu
ehi mi
ermu
cu'
a
pensa
e
'n guerra
munnu
la bella K
lu frati d'Ancelica
Ga
A
Gustantinu.
a
tuttu "u
Paganu,
Pensa,
Trujanu *,
e
guadagnari Ancellca
Pi
averli
Etturi
a
15
REMINISCENZE
E
qual'è
vi sia
consultati
variante
:
la
al
-
16
di
cuDì
orbi
detta, da
struite t
lente
e
Ma
^
può
come
ha
noi
gente
da
non
possiamo
che
non
tenerne
non
in
trovare
raro
realmente
la
che
antichi
dai
Morgante
ancora,
letteratura
Pisa
mi
di
prof.A-
italiana
favorito
ha
in montagna
recitare
maggiori.
Io
ho
si
stampano tuttavia il Rinaldo
Battagliadi Bradamanle,
visto edizioni
Di
ecc.
popolarizzate hanno
di
Tutte
poemetti
del
600
queste
girato in
loro
tras*
questo
a
e
popolo,
che
li
appassionato,
dimento
Roncisvalle,il Tra-
quest'ultimo ho
messinesi
della Crusca.
del
uso
per
la Rotta
di
come
a
sentito
del
e
dei
lunghi del Ricciardetto,
meno
Derni:
è
non
mente
a
lettida loro stessi,o
e
napoletane moderne,
0
roba
son
rivolto al
di
sappiano
ripetermi pezzi più o
di Gano
ho
,
avversi. Frattanto
son
specialmente
uomini
messi
legge
mi
professore di
Toscana
di romanzi
del
assai
risposta:
brani
modo
lo sa)
chi
antiche
perchè
intorno
quelli
in
L'illustre
seguente
Anche
e
E
—
scrivere.
leggere né
che
meno
straniera.
della
va-*
D'Ancona, cosi dotto negli studi di psicologiapopolare
lessandro
e
più
,
conto,
popolare
al
i-
paladinesche,
antiche
cose
T hanno
molte
chiesto
questa storia?
dolo
bancerto
un
essi persone
:
compagnie
schiarimento
qualche
ottener
di
son
sapeva
il
mostrato
finalmente
venuta
Questa la tradizione
ad
sciocca
ho
risposto; queste
darmi
a
stramberia, commessi
conduttori
esser
hanno
più
gente
dunque,
questi
tra
I
tutti mi
popolari,ma
ripugnanza
codesta
per
e
leatrini
viva
matassa.
quale disprezzo
mi
di
qaesti padroni
di questa
POPOLARI
POBSU
signiQcalo la più
hanno
oh
Di
STDDI
anche
toscani
700
del
edizioni
del 4
in
e
una
500
scellane
mi-
produzioni popolari
addietro
e
,
in parte
gi-
RICORDI
ratto
ancora,
Gliè
farebbe
mi
non
la Penisola
per
e
forse
Fioretto
perchè
scontrare
i
le loro
narrare
lei
da
brano
invece
ad
montOr
»
Nulla
dire intorno
posso
soltanto
che
rilevo
Però
la storia
dialogo,perchè
un
son
inganno, le parole seguenti :
si
'nciamnm
Nicirlosi
Sintennu
a
Ghi
Francia
tutta
Facissi
non
son
più
detto il Meschino,
Nessuno
che
di saper
G. PiXRÈ.
leggere
—
appartenesse
sulPelmo
: non
di Al-
avendo
da altri versi
statimi
poetica non
sere
dev'esio
deiraiitore,se
e
non
paladiuu
parrari,
serra.
serra
a
tre: i Reali di
il Calloandro
li
che
altri libri dello
ignoti.Un
nel
.
gran
stu
corpii
fuor dei contastorie
sono
a
si rnittissi 'n guerra
due
senza
sto
cote-
essere
che i libri cavallereschi conosciuti
quali generalmente
0
a
corpu
altronde
Osservo
Fu
l'arma
noi"
questo sospetto
a
posso
introdotti
parrebbe
disputa
una
citato dal ly Ancona.
riferiti di fresco
m'
ad
non
questa supposizione,
uno
per
appunto
come
parlala,o
lato
popolo,intito-
tradisce, in
trascrittomi,se pur questo
una
il libretto
del
mi
uno
palo
stam-
poemetto
un
uso
non
paladini vengono
imprese,
toscani emigrati
Pisa. Faccio
a
la memoria
perclìè se
poemetto
ad
l'ho qua
non
di
lei trovati,
Paladini," che però
dei
vanto
e
fossero
essere
fe ristampato continuamente
t
inversida
che
maravigUa
costaggiù. Potrebbero
le isole d'Italia;sic-
per
originariamente sicHiani
anziché
17
REMINISCeNZE
E
solo
tra
capire il
cilia
in Si-
Francia^ Guerino
Fedele. E
spiegano
stesso
chi li legge?
al
popolo
genere
no
manca-
essi,il più dotto, si
Folci
studi di poesiapopolare.
:
(sic)
la
qual
a'
,
vanta
fa
cosa
2
18
STUDI
di lui
di
trovo
toscani, che
ho
Anzi
forse
Le
a
che
credo
esse
ricercate
non
che
ristamparsi,e
ne'
secoli
bocca
che
a' nostri
alcuni
di essi
lato
pardovi
aven-
scorsi
ristampano
più ristamparsi
diffuse.
stamparsi
a
andavano
e
libretti
a
memoria
nella
e
vo'
non
lasciarli
avere
glianza
somi-
certa
una
In fatti i
romanzeschi.
senza
primi
sentono
ri-
leggonsi nel Morgante Maggiore^
Vili, 15:
e.
1
II
prof. D' Ancona
di Santo
1599.
2.
Luca.
•
Giovanni
Hisloria
La
Certo,
morte
il
Qui
»
e
osserva
ira
questi poemetti
In Venezia,
qoesto
in
il D' Ancona
che
Cipolletta,non
1552, siccome
può
»
composta
•
ma
per
dcv'
nel
corso
ma
Coi
a
assicurare
compose
di
esce
in
questo
di
che
nima,
ano-
della vita
Cipolla.
questo
essere
l'auno
rapsodo
un
3. Historia
io posso
Cipolla, il
vedersi
Historia
Sigiprundu
da
questa storia
Dianora.
composta
nuovamente
seguenti: 1.
ristampata in Messina,
edizione
in fatti in un'altra
è mutato
i
è l'autore,
non
più propriamente lucchese;
del
e
Hij'ffolUoe Lionora,
di Lionora
siciliano;e Nicola
gennaro
nota
il D'A.,
S. Paolino,
di
e
di
avverte
nome
sina» 1598.
toscano,
mi
Boccadoro.
appropriata;
Tera
e
è
io
potrebbero
dei seguenti che
e
si
non
nella
oggi
versi
altri di autori
con
se
d'uomo
anche
cui ho
popolo.
tornando
notare
memoria
scorsi, sono
del
Ma
a
che
continuano
oggidì
poesie popolari che
che
non
popolarizzate e
non
e
poemetti
secoli
nei
dovettero
non
di
quei poemetti, non
da
popolo or
nel
glio
maravi-
popolari di
i versi
venuti
mi
*. Se
conosce
nessuno
che
ancora
perchè
anzi
passati:
poesie popolari stampate
quali corrano
più.
tori
tra i diret-
e
fatte in Messina
si fossero
esser
di
esempi
secoli
in Sicilia
ora
devono
non
ne'
di credere
ragione
le
meglio
edizioni
come
i contastorie
tra
di burattini.
di opra
Né
POPOLARE
POESIA
di autorità
uomo
un
DI
In Mesun
poema
che
Salerà
volarne.
esso
a* 20
20
STUDI
Notabili
DI
anche
sono
gli usi
da questa parie
popolari;
da
preziosi.E
vero
terno
dei
tema
che
del
Puso
qualche
in
della
mia
arabi
a
di tenere
vincia
di
lunghe
dei
coi
insieme
sere
che "i
certe
ricevuto, che
uà
a
'.Non
Lu
di
canto
che
mangiar
tarantella.
'
Lu
ballu
*
La
*ngri8ella,
proprio dei murinari.
Lu
tidiscuni.
Il
prof.Angelo
v.QS
e
ha
le
uova
e
C, 1869,
mare
chia-
d' ambo
aella
Santo
i
si
reca
e
a
un
usi
prò*
il fìdana
pregare
andar
far la prova
altro
in
ne
ho
augaria
usciti di Chiesa
frumentu.
La
Italia
nel Sabato
Tuso. di gettar frumento
*
in
192
n.
si suole
Camporeale
di là stesso
tacca
fa$ol(i,
ziali
del
perchè vogHa pel domani
La
*
di
populu nni jetta.lu
lurcu
quella
però altri usi ignoti
cosi
turnamur
e
i
fr fatto ricordo
occasioni
che
^
*
in
la eresia
ca
e
occupali di propositodegli
agli sposi appena
Ddoppu
gli usi
in balli siciliani *,napolitani%
spoei. E
ricorda
lii abbondanza
facile comprendere
giovani innamorali,
sono
parentiPamata
andranno
come
ò
(di cui
suono
migliori abiti
lui in campagna
del
a
Trapani apprendo
vestito
zato
con
il
; e
nuziali \ Da
costumi
Teprincipale,
relazione
aver
specialmente
e
sonatore
coloro
canti
dai
apprestano elementi
donna, cosi
devono
% inglesi*,tedeschi
sinanco
e
la
dove
raccolta),
sessi,passano
ricordati
canzoniere.
canzona,
qualche
costumi
T argomento
siccome
pianti è
nostro
Tralascio
e
POPOLARE
anzi i canti ci
la donna
con
costumi
POBSIA
:
puntai.
(l'ho visto in Ficarazz\),la murisca.
De
Gnbornalis
presso
gli altri
nella
Storia
comparala
degli Usi
popoli indo -europei.Milano,
nu"
E. Tre*
RICORDI
Il qual costume
che
uno
canti
la
cantasi
Vinni
di
mai
celebralo
Caslellermini
delle
sera
cantari
a
sti
a
La
saggia di lu 'mperiu tiniti,
alligrizza,chi
affaccia
Cu
nni
suunu
vesti
d'
";;hista
lu
'
verbu
lutti
e
si
vanno
la ben
fare
Poi
d'ogni
e
paese
li ziti,
santitati
e
Jiitu
iu
curca
matina
la ben
ci fa
matrimonio
Ddoppu
ciocca
mou
Se
del
nonno
primo
non
in
e
«
1
'
Verbo
Ci
s.
lu misi
si
figlioe
della luna
più
di
il
ne'
ritengono per
è chiamalo
so(tinten"lc
il sole
risveglia per
ciiiaro:
che
tutta
feste
dell'
pel batlesi-
la vita smettendo
una
il
nome
quand' egli sia
nato
in
ras-
ptna i genitori prendono
frutto,osserva
nessuna
fa,
momento
un
primogenito prende
primo
come
mesi
pochi
'mpasturata.
paesi
del
nome
di miele:
si marita
e
tutta l'isola il
quasi quel desiato
qui
chi
poi
arripudduta
p^temo,
lo
dura
non
ispenta poesia:contentezze,
quasi
invece
va
livatd.
regina, l^angiola, la fata, la dea
sopitase
allora si
che
zHa,
la
cu
la
il
canti
giovani,e
avvertono
g^nex^
poesia del
Viene
»
i fortunati
La
È
^
levata:
si
La
vi livati.
a
visitare
a
porta degli sposi:
arraccamati
Bongiornu, jorna longhi
Il domani
n'è
ve
saturiti,
cantata
è
canzona
polare.
po-
giubbilitati.
faeeiuzzi
oru
poesia
ziti,
eh'
Gei
^
alla
nozze
stasira
nella
Cianciana
e
Oh
Quannu
d'ogni
21
REMINISCENZE
seppi
non
Tra'
C
schio,
ma-
il proprio;
il Vigo, del loro
variante.
può superare
la
nuova
sposa.
22
STUDI
validi
amore
decorarsi
buon
il
di
a
costei
e
cosi
il
e
Su'
Tu
lu
'nnanti
ti chiami
divintau
la mia
lu
figghiu e
quegli abitanti
un
Tolgo questo
viene
da
*
Edi
di
a
curioso
un
e
canto
un
celebrano
la
che
usanza
del Sabbato
in
prima
hanne
Santo
a
musicali; e di
simili
cose
riscontrarsi
popolari:e
articolo
forse
dalla Raccolta
canto
in Catania
nel
qualche
anno
eni, paragoge
colla data
invece
non
mi
per
la Pasqua
187
canto
parrebbe quello
sarebbe
amplissima
di è.
del
inutile
di canti
pei tipidel Calatola*
la edizione.
0
raccolto
di strumenti
può
questo
e
notte
»
mia.
V
reca
caci
uova,
:
Turiddu
essi
quando
di visitarsi nella
stampando
qui
cominciò
la
e
raccolta.
mia
delle credenze
Vigo
venire
Lucia;
Terrasini
V altro
tia
è stato
accompagnamento
con
Argomento
^
di Messina
dì
cristiana ;
della
Turìddu,
nome
*,
a
mugghìerì
la
novelli
canto
ofTerirsi V
dice
e
Turiddu,
Turiddu,
chiamu:
de' sacerdoti
brigate
Lucia;
nasiddu.
lu
l'arrubbau
d'ora
quannu
Un
che
mia.
e
e
provincia
messa.
l'occhi
slampa
Curri
lode
rìtrattu,anima
tò
la tò
T-uriddu
Nella
un
bambino,
si vedrà
Turidduf
figghiu nostru, miatiddu
lu
janca facci,
La
prenderà
essa
di
figlio:
'
Edi
un
bella
sua
grado
acirealese
canto
un
alla
tutto
per
egli chiamerà
Nasciu
E
e
quindMnuanzi
che
In
»
al
la donna
elevi
rallegra d^ esserglinato
si
quando
moglie
ed
virile.
nome
in tutto
somiglia
POPOLARE
POESIA
connubio,
un
marito
DI
e
che
popolari che.
che verri
il
cata
pubbli-
i870, in cui il raccoglitoreoe
RICORDI
qualcuno
si desse
svolgerlo di proposito.Ma
a
qui alcuni
cone
cenni
quasi
questo lato le tradizioni
di fatti. Studiando
di
aver
fecero
che
si fa
dalla
tanto
rumore
più
antichi
buona
cenno
depositainsieme
hai
Trasisti
si crede
Se
'na
quale
La
a
zuppa
legnaggio,
pur
*
Il Meli
per
galanti, che avendo
lo persuase
una
a
bellissima
Ob
Eati
Eli su'
zione
riprodu,
popolari
tórdo, dice il popolo,
?
rendendosi
visibile
in-
*
arritirata,
fari zita.
a
si
e
si
,
si vede
non
porti
male
quella
e
buona
ventura
invece
di malvizzUf
la credenza
visto
da
un
a
prender
forma
la
quale glidice:
pmtiggirò
d'ora
buffa, chi
Barrasti antura
da
!
na' avanti.
ta
grata
e
umana
l'impia yiddana.
a
suo
cere
pia-
siciliana
tordo.
nel
suo
poi
la Fata
poema
che maltrattava
quel maltrattamento; onde
picciottufortunata
dda
villano
per
ributtante,
bella
*. La
popolare cantava
giorno un
d' alto
donna
rispetticome
genii del
rospo
casa, si nutra
a
potente perchè distribuisca
donna,
...
donna
dai
eufonia
cessare
pare
nn'addunai.
mi
della settimana
seguendo
me
e
di negromanzia
o
evo;
nel nido
'un
prenda
vino
e
grazie,favori
Maluvizzu
si
non
abbastanza
^
il
cosi diffusa che
è
condannata
qualche giorno
ma
'na
è
credenza
di pane
a
ne' canti
se
maluvizzu
figghia e V avi
(buffa)il quale
da
che
ancora
Avi
iu
cenni,
medio
?
no
uova
lu
ed
'mpettu
buffa, eh'
La
le
petra di
la
tali
pietra,che
con
anche
ispiratidalla ignoranza
,
della
ec-
considerazioni
di
nel
intanto
che
libri d'alchimia
fede. E coinè
ancora
Chi
aventi
quei
di altri assai
dettati
feconde
di
uno
conferma
a
sono
le canzoni
mano
a
23
REMINISGEDZE
E
si vede
un
rospo
comparire
24
STUDI
siciliana nata
bella
La
nelle
essa
II mito
coidano
Lo
ancora.
de'
le ali
che
chiama
volta
®
malfattori
quando
Farfarello
,
nella
e
i
ficira li fati
cu
fu
e
IPocchì
Trizsa
ca
-4
Diàuli
ch'abbitati
^
Monaci
8
9
Subitu
Satanassu
Cu
lista
'na
Grida
a
cci
li
mann
si li metti
Burcanu
Grida
di
re
la Cifaru
la
Cifaru
e
è
vecchio
frijrì
li diayuli.
cumpari
supra
jetta un
cuU'armi
a
diri.
l'ali.
gran
^
suspiru.
pagani.
gani
pa-
Ciringhella,
fai.
metti
a
anche
Muncibeddu...
e
me
*, co-
dei
V'è
Malagigi. Un
si fannn
*,
tanto
netta.
vogghin ccbiù^
Satanassu
che
ììati.
'afatturata
a
vi
più
mettervi
'nt'aprili
latri la fattura
fusti
'un
teatrale
l'omiai
3
ss' occhi
i cattivi
dannati.
che
è il
le anime
orale
?,
diavoli
dei
re
con
di
preda
tradizione
Cu
7
far
demonii
Lucifero
come
cano
vul-
sé l'amata
ali per
sue
si dibatte
e
"
Di
delle
da
ri-
ne
se
Lucifero
al redde-ratiomìn
rappresentazione
Vi
con
demonii
tristi \
e
nella
come
disceso
il nostro
abitato
Satanasso
come
può
non
Perciò
6
Tra'
fa groppa
che
grida, sospira *
spesso
stibilmente
irresi-
è
vicini
meno
perchè porli
bene.
punto
Vulcano,
luoghi
popolare nomina
invoca
terribile;egli ha
cavaliere
% fatturata anche
trasformato
luogo d'inferno,
per
gli vuol
di
e
amante
quali egli
qualche
pente
ser-
presente generazione; e gli abitatori
alla
6no
proprio
il
canna
è trascinato
amante
ciclopi leggermente
pendici dell'Etna
delie
non
perciò lo
la
fate, te
lei.
de'
tradizionale
la
come
ella fa la fattura
•, e
trecce
da
uno
gli uomini
gli occhi
Con
^
aprile é figliadelle
in
di anunaliare
potenza
POPOLARE
POESIA
DI
vive
deflìonio
cui
Del
quetraria
lana: uel
(^volgendo)
a
ia
qual
resto
sarebbe
non
,
dannati
tieranti
l^no
è
potrebbe
casa
il
calda,
come
vedersi
gr inganni
per
questo
medici
di
fatto
dice
il
quali
sentenziano
discese
Infrequenti
popolo
del
alle
airinferno
s^ avviene
i birri
cbe
inesorabilmente
le
Gioacchino
deilMnferno,
». NelP
di
lavorano
di
morti
dentro
i
Mastri
Lu
solu
*
V.
Vavvucali
di lu
nei
miei
per
i
'nferna
Lu
TulH
Qotte
affamati, e
spogliando
i
e
giorno
i
venderne
è chiuu
vengon
gio;
personagdare
ricor-
giunse
sua
che
potenza
da
mettere
in
non
non
nel
gione,
pri-
è niente
dì
posta,
logorano
senza
posa.
sotto
I sagrestani
lumi
gli abiti. I mestieranti
d' avvocati
e
far
viaggiare, alla
giorni smoccolando
detti
nere
te-
sapendo
i corrieri
si
si ribellaro
becchi
volontari
e
che
dai
ghiodici.
spìzialie medici.
patrucinaiuri si nni
'nfernu è faUu
Canti
di
passano
paesi
DDtara,
e
a
di zolfo
non
de' birri
poetica
vita di stenti
contro
'. Nelle
l'aniina
tanta
cavalli; ecco
i minatori
che
scavando
sono
perdute,
ma
,
vuoisi
e
andarli
la tradizione
tari menano
maniera
ie^ra
male
hanno
LHn-
iiotai \
quel
dannate
per
ferrai, anime
pochi
per
stessa
*
i demonii
ferrano
peggio
che
i
Ecco
anime
essi
propoeitodi mestieri
avara.
di
le
sempre;
e
m"-
poesia, la gente
in
ora
mori
Leto
inferno
iemali anche
À
in questo
ora
fanno.
popolo,
proverbi
dalla
cantate
riappariscono quasi
quando
porte
i
pena
che
primo esempio
speziali,giudici e
e
una
specie di avvocati^ di patrocinatorie di preti
in
i
pieno
a
tempo
i lanaiuoli
incontro
vanno
scafrmin(m(io
tiDia
senza
di
cricchi
di
vannu
a
casa
di In
diarulu\
parrini.
popolari sicitiani la leggenda Gioacchino
Leto.
e
26
STUDI
conladini
li hanno
che
scapoli
sudice
e
i sarti
e
i
vagliatori
i
i
male
di
Qui
alle
si
canta
da
fare
vivono
sono
che
chiaro
birri; che
i
d'inganni
forza
a
vani
gio-
arti.
se
che
di
di
ne
mie
accenni
canti,
poesia
storici
in
versi,
in
conservano
monarchia
dovessi
La
questa.
suir
osservazioni
conclusione
una
numero
frammenti
le
fine
hanno
quali
della
gente
i calzolai
perchè
fornai,
mentre
i
consigliano
si
e
figlie di
tutti
son
muratori,
essere
un
dispregio;
arrabbiate;
sempre
macellai,
e
in
prender
non
a
POPOLARE
POESIA
DI
buon
normanna
essa
intieri
ai
in
ora
I canti
cominciando
finendo
trebbe
po-
sempre
canti,
frasi, in parole.
in
;
non
ha
popolare
in
ora
dato
e
fare
argomento
dai
ciliani
si-
tempi
della
nostri
narchia
mo-
sabauda.
Tra
reminiscenze
le
mitologiche
ora
cavalleresco
poema
importanti
vi
popolare,
di
e
e
si
a
Alcuni
gli
studi
relazione
della
del
soprannaturali
delP
popolo,
canta
se
che
cosi
stesso.
di
e
tutta
della
la
le
un
Usi
quasi
ma
cantando
tastorie
con-
frammenti
Sicilia.
in
nella
dei
esistenza
psicologia
e
nulla
racconti
bizzarre,
consacrate
trovano
bibliche,
sono
antichi
sUntende^
popolari strane,
per
ne'
sospettare
importato,
credenze
costumi,
soltanto
popolari.
darebbero
trovati
ne
ve
ì^a cavalleria, quasi
è vivissima
teatrini
nei
e
passato
cavalleresche.
e
rusticana,
poesia
del
pre
sem-
storia
vita
cose
e
tima
inturali
na-
28
STUDI
le eresie
mentano
Guglielmo,
air
il
opinione
DI
Vespro. Noi però
del
Pitrè
del
e
degli uomini
ha
bene
che
po'
un
lo canterà
non
Skat^verga
dice:
dimenticare
bea
t
cbe
Io
ripieniO.
ottener
di
cosi
non
o
avendo, chiesto
Chants
a
ne
so
affatto
ho
fatto
cuore
subito
ne
se
chiuda
servi
con-
in
un
Giorgio
del Pauriel
S il
leggere,per
una
ncm
canzone,
per
gli detta
commosso
Tavvenimento
ecc.;
alcuno
se
«so
e
tristo
sul Sacco
per
modet*
o
colpitoe
e.
ad
sulla Battaglia
di
Roma,
sulla
propria esperienza che
come
ne,
lo ha
sia riuscito mai
antichi,p.
certi cantatori
la Grece
di sé
tutto
Legnano,
nella raccolta del C.'« Marcellus
gli
Godes^to il popolo fa incon-
»
fatti
sopra
populaires de
quando
chinevol
li^to,perchè al dolore è più in-
davvero
di
Io
,
alla gioia)che
so
,
lo canta
raccolta
eccita,canta
tristo che
canti nuovi
Campaldino
non
il
come
Battagliadi Lepanto
^
io
il ricordo.
la esaltala fantasia lo
lieto,(ma più
ch'egli
è
V attualità.
si nega
memoria
sua
sa
popolo
di sillabe;e nella Storia di
e
questa storia
ina
popolari
del
non
ne'
»
fatto
un
se
nella
è mestieri
Siccome
conservare
sciameate;
di
popolare della
canto
,
verso.
le
parole ":;ìtate
più. Perchè
di versi
certo numero
cantore
nelle
anche
nimenti
degli avve-
poesia anonima
il poeta rustico
ricordo
un
della
letterato scrive
piace;ma
e
pare
la memoria
nel
colesti
essi menzionati:
pratica colle Iradi^oni
di
appunto questo che
Il poeta
in
che
rimasto
essere
ricordali
carattere
un
Salomone-Marino,
vivace
e
il Re
,
sappiamo acquielarci
non
popoJo può
tempi posteriorifresca
Chi
musulmano
risalganoa' tempi
nel
dappoiché
e
POPOLARE
bizantine, il gaito
indubitatamente
canti
POESIA
t.
(Paris,1860)
farsi ad
possa
II, Paris
1825.
,
il e. XXXIV.
Vedi
aver
pure
DI
QUESTIONI
qualche
1820
mi
canzone
sul
0
risposto,ciò
hanno
si fanno
cose
1837
del
non
Rivoluzione
però
e
storie
leggenda),
a
dopo
udito
aver
siQcate
quelle
tra
questa
in
consacrata
da
fatto
e
serbarne
dopa
il
fatto,che
1868
fresco
classe ; il
volto
$oia
tanto
lusso
ride
ne
e
E
ITna. cieca
d'Ito:
sceru
per
in
che
in
vita
ebbe
magnificenza. Il popolo
fuori
mette
canto
allegri^genti
dtamu
n
un
paradisu
si cci
di
che
la
Borgo
in
Palermo,
cui
uni
sapi
nenli
cchiù
ora
tini eurrinu.
alcune
1*^
2*
e
3*
portantine: ogni
da andare
una
trasportato in
esser
maraviglia forte,
ne
piacemi
di
recare:
'a carrojsza^
va
ùeì
li ;
Nel
popolo.
chiazza,
lessilora
ora
di
tanto
dev'
fatti che
in Palermo
le antiche
non
tanto
t
pe'
del
fantasia
trasporti funebri
carreggiata;morto
e
abbiamo
ne
sona
per-
immediatamente
prima volta
Municipio abolisce
Signuriy
li jf ar
la
per
sene
saper-
d'uno
o
gnificasse
si-
cosa
tale dev'esser
venire
a
nasca
la
toccato
carrozze
Ga
^
hanno
diavolo
povero
la canzone
che
clas-
me
potrà saperne
canto
un
per
da
faito
rimaner
per
già in Sicilia
compariscono
magnificile
(e
d'un
a
altresì che
rispose non
si
la
uscirono
canzoni
ordinario),come
che
vero
nulla
tentarsi
con-
intende
So
K
stoiici^chiesto
sa
canto
un
memoria
così
di
più
non
non
è
Ed
delle
quest'altra,mi
o
Ora» chi
nulla.
persona
di Ricordi
essi
sul Colèra
e
varie
cantar
a
recenti)
popolo
le antiche
tra
passano
ora
del
necessario
esser
istoria il
per
Rivoluzione
sulla
che
ed
tempo
(e
siciliana
possibile,perchè queste
esser
,
delle
fatti
(parlo di
al momento
29
POPOLARE
sulla
nuova
Colèra
POBSU
certa
di
sii
li $Jorii
..
Rosa
Brusca,
fallit D'allura
mi
ha
cei ni-
30
'Ntra
'na
Servi
sapiri cu*
vi vede
fuori
dà
a
Sono
Ora
cc'è la
ca
Cu
na
Lu
beddu
canna
St'èbbuca
celu
Lu
L'oru
Di
e
carta
I fatti ultimi
a
*
nni
di
li
è
d'ora
chi
pel
sconforto
lo
la visteru
più
la Sicilia
nulla.
a
Pare
lazza, fiocchi
che
Giumma
'
Gattigghiu solletico;cannarozza,
epoca.
nire.
avve-
eccolo
;
laria"!
curri
!
la Sicilia:
dell'isola
e
hanno
già
siciliana del 4
vi comincino
la loro
sola, tuttavia
aprile.
a
parlare i
lacci.
plup;
dita,
ine-
popolare non
il documento
ma
^
Ebbuca,
ora
sente,
pre-
all'aria,
gammi
tirribilia
clamorosi
vi
f
per
di
l'argentu squagghiaru pill'aria.
qualche ottava,
e
evidente
segno
di maltalento
è la Storia della rivoluzione
perde
che
vigilia.
nni
manna
popolo
Talìa,
ha
jutu
ch'è
il
e
di Borgetto:
fannu
ha
Vi manca
*
un
le tralascio tutte per questa
leggenda, e
!
pubblicarlo;ma
manu
dijunu
li
:
carrozza
e
comune
Talia
Regnu
fa
Palermu
che
nel
raccolto
venne
sta
pieno
dubbio
:
pazza,
pel passato, di
in
stato
arma
danno
canto
*
razza,
la carta-monela;
,
di desiderio
'
la fossa
pigghia
suo
un
lazza
e
cannarozza
a
dd*
è
tri liri 'un
novità
li
a
yennu
s' introduce
una
povertà
gala vi
Vurria
pri
giumma
tutti bona
a
1866
Nel
cucchìeri
e
POPOLARE
tutta
carrozza
Vistuti
Ca
POESIA
gattigghiu fa
lu
Ga
come
DI
STUDI
di eannarozzu»
gola.
giurati.
con-
4
Il
Air
tutti
erta
pri
Sangu
quattru aprili,
l'avemu
dicinu
l'amici
e
li vicini,
Lu
dicinu
li frati
e
li
cuteddi
e
All'ordini
Sicilia
.La
pari
chi
La
carma
Lu
populu
in
ura
Sbirri
a
'n
nni
Filianu
a
Sempri
Nni
lu
Ca
r avi
sapi
si dumani
^
*
Sbumma
*
'Ncantini,
*•
Che
sbummari
fem.
v.
pò cchiù
cani
t
scattar!
^!
eaminari,
corsi.
morti!
semu
àutru
nun
fari,
ponnu
la morti!
dunanu
e
trumma.
campari,
pallini.
in ir.,
quasi scoppiare
plur.,cantine;
possiate scoppiare
carogne.
^
la notti;
di
vita, chi malu
Schioppi e palle,polvere
Questa
l'arma,
tocca
e
comu
^
sost.
^;
chiurma,
li bumma
sonnu
li vii vii nni
da
trema
puzzati
'un
supra
Sti carugnuna
Pri
cci
trumma,
galantomu
Cu'
carma,
arma,
va
la
ca
—
cc'è
crisci
tammùru
Un
mala
flniri,
dipo' sbumma
néscinu
rumpinu
Chi
a
squatruni pr' ogni banna,
batti
tocca
E
lupari *;
ca
marusu
li 'ncantini
Di
mari
sigretu si
ura
e
libirari.
a
un
surdatì,
e
cutiddini,
avemu
l'avemu
Palermu
Di
1'
impia
setta
Sta
—
cumpari:
baddi, prùvuli
Seupetti e
fari!
a
Lu
»—
*
li
nu'
sangu
1860
aprile
pri
31
POPOLARiS
POBSIA
DI
QUESTIONI
bumma
s.
f.
come
bomba.
plur., bombe.
32
STUDI
lu
Veni
focu
cc'è
Ca
veni,
sorti
La
Senti
prestu
lu
Gumenza
2
Risu
E
battagghia,
scogghia;
comu
pagghìa,
comu
cchiù
li
-lu suli
ca
li surdati
"
pari
aìutu
ddi
a
Li
È
^
4
La
sunassi
ca
'
taschittara
valenti
Gancla,
fora.
duna;
fora,
cummattinu
d'assediu
il convento
in
sona,^.
sfurtuna:
cu
statu
nu'
è
ancpra,
All'armi, airarmi, la campana
Ma
ìnbrogghia.
gràpìri purtunat
Grisci lu focu
E, nuddu,
mìtragghia,
la
a
pocu
amara,
putemu
nun
'mbrogghia;
fogghia;
all'armi
dogghìa
Gbi
la
comu
li surdati
la campana
si
cosa
mura
chiama.
sbirragghia,
e
e
!
sona,
populu
ce»:! férmu
cu
Tremanu
E
la
e
l'àutri
ca
Stannu
lu
cannuni
li
tremanu
la lana
surdati
centumilia
Currinu
sona^
ti chiama.
ca
la campana
la Gancìa
a
vi li
nisciti fora.
All'armi,, all'armi
Tuttu
rama:
cc'è cui
li sbirri ardémucci
Tutti
E
*
bona,
veni
la vostra
senti
la libirtà!
A
pi nu'
e
pri
spara,
POPOLaBB
POESIA
la Gancia,
a
ca
Viva
DI
e
curduna?
cui fu ordita
e
scoppiò ì» rivoluzione
de
aprile i860.
*
^
Francesco
Taschitlaraf
borboniche
le
,
a
nome
Riso,
si
uno
de'
dissero
capi di quel
cosi
quali rimaste
manifestarsi
di tasehiUaru
mettendo
si dà
per
moto.
dopo il 4 aprile 1860
occulte
in
fìno
capo
un
a
tutte
quel giorno
laschetla.
disprezzo a* birri
e
alle
Da
quelle spie
venivano
,
indi
spie.
in qua
strette
co-
il
QOEST*iONI
Di 4anti
vinciri stu
fammi
Furtuna,
Su' la caciuni
li cosi
Ga
Gei he
Gu'
Li
hannu
'un
forti chi
Viva
cu' firuti li
a
la Gancia
Gc'è
munti
li Judei
fraggillati,
ca
Li
jorna
leggende
Lunghe
(1860):e
così l'ardito
v'è
Vinrii cu* vinni
Se
fraggillìanu:
su' luntanu
^.
marturiann...
Tenti^ata di Garibaldi
entusiastica
canzone
e
milli famusi
'Nta lu so
^
amara,
che
lermo
in Pa-
celebra
cc'è lu Tri-euluri,
guirreri;
'Aribaldi lu liberaturi,
Vinni
citazioni
dal 1860
l'astutaru;
cantano
una
cummattianu;
de' mille:
duce
Vinniru
nun
dipoi vi
ca
*.
pìgghiaru.
fa chiantu
chi lu
E
jnia
la vidianu.
ma
spera,
*n frunti,
la vostra
e
supri li
Palermu
Le
cchiù
la ribbillioni 'un
Ma
via;
so
la cuccarda
cu
cunta
morti
juntu,
è
nun
jìripri
a
jiriarre
tannu
E
cuntu,
di la tirannia.
lu tempu
Carugnuna,
puntu,
vurria;
sbirri la testa
la tirata di l'ultima
A
33
POPOURB
POESIA
DI
cori paura
^
teni
nun
...
giù giù
scendendo
potrebberomoltiplicarsi
fino a'
un'altra volta
primi di questo
secolo
e
più
in
là an-
potrò portare ael mio berretto il tricolore,la
vostra
genìa finirà.
*
È
s
Canti
raccolta in
stata
Borgetto da Salomone-Marino.
popolari siciliani in aggiunta
annotati da S. Salomone
G. PiTAJE
—
Studi di
-Marino,
canto
n.
poetiet
popolare.
a
quellidel
741» Palenno
Vigo raccolti
1867.
3
e
34
io
ma
Cora,
non
ariette
già di quelle
son
alla
nascono
giornata
stampe,
che
il Redi
Che
ci
se
(delle quali
volgiamo
trovasi
esse
da'
Grimm,
^
il poeta di
contento
Deutsche
Hans
und
populaires de la Grece
del Piemonte,
pag.
51
della
l'autorità delllllustre
narrare
storiche
di tali
della
poraneità
contem-
Riv.
; F.
Visconte
Conlempoi'anea del
édition
CParis, Didier, 1867]scrive:
admise
par
les
de* Chanis
Putmaigre,
de
populaires sont,
ou
et
par
que,
de
à
en
la tradition
toul
ce
trovo
1858.
da
la
popuìaires de
«
popolari
aggiungere anche
ta Villemarqué, il quale
De
juges les plus compétents
qui doit servir de base
timenl,
de
Hersart
dell'Introduzione
articolo
principe découle
ce
en
conséquent, pour
chercher
à
sonnages
qu'ils mentionnent,
opinions
ou
a
pag.
Brelagne, sixième
fait de
vérilé
une
poesie orale
et
,
qui suivra, savoir, que les poétes vrai-
general,contemporains de Tévénement,
ou
Wolf,
Veneiien; Fauriel,
aus
Introduzione; C'
presente
che
quel
lotroduzione
VolkdUder
zoni)
can-
popolari*.
canti
descrivere
e
Kindermàrchen,
XXXII
ment
leggende
raccoglitoridi
moderne»
del
le stampe
Correggendo
terne
al-
di Sicilia
populaires du Pays messiti,Introduzione; Nigra. Canzoni
Chants
a
popolo
conferma
una
Wolf»
359;. A.
Uebeì* die Lais» pag.
Chanis
si odono
staccati alcune
frammenti
credo
alle
poco
per
riconosciuta
Non
sitate
spropo-
quattro rime
a
il
che
e
e
e
nascono
troppo
pur
in brutte
che
antichi.
in
anche
siciliane
proposizione
che
quelle ottave
in
disse
canzuni
chiama
che
esso
co' fatti.Canti
canti
canzoncine
o
la città;ma
per
perchè in
efficace la mia
vendono,
si
e
per le campagne
cantare
più
modo
nel
contemporaneitàdei
alla
intorno
solo decennio
preferiscoquesto
avvalorata
trovo
POPOLARB
POESIA
DI
STUDI
croyance
trouver
religieusedont
la date
de
quelle epoque appartiennent soit les
soit les sentiments
traditions pieuses qfu'ils
consaerent.
ils sont
leurs
évcnements
oeuvres,
et
du
sen-
Torgane,
il faut
les
per-
qu'ilsexpriment, soit les
"
36
STUDI
Vedendomi
per
Gioacchino.
di Palermo,.
ms.
di
era
occorsa
docam^nti
del
Di
POPOLA^RB
P0ESU
consultar
a
la illustrazione
bate
DI
29
volume
giorno del
un
Descrizione
una
tutti
con
6i, nel quale gli
che
apportò r acqua
quel volume
era
Storia
una
diarista. Vincenzo
Auria
ciec^ cantastorie.
Trascritta
benamata
giovane,
non
quando
da. lei slessa
Ora,
senza
•«a!
risalire
può
a
risulta composto
la
V.
'
Il Canlù
leggenda
ha
al
sostenne
n.
290
di
aver
osservato
",
aggiunge:
«
li
di nota
a
può
canto
un
nel
«
non
polo,
po-
sca
tempi posteriori fre-
dovuto
che
per
degli
e
riportare a
mini
uoun
quel documenta
det fatto '.
della mia
questiultimi tempi,
dario»;
leggen-
canto
avvenimenti
avrei
il canto
in
—
ne'
—
della Biblioteca
documento
degli
degna
creduto
preso
sor-
lettura,vidi continuar*
pubblicato.qael
anche
noi
rimaner
menzionati, » perchè
esso
il don^ni
opuscob, dopo
dovetti
principioche
nel versoy»
vicino
lessi alla mia
varianti parte della Storia K
del
la memoria;
ricordati
^
e
rimasta
essere
più
in
tempi
vivace
tempo
col
aodanda
Comunale^
quella poesia la
poche
nulla
saper
il
Borgo (tra parentesi^.una.tessitora
raccolto
io avessi
se
e
solo
con
m^ezzo
dalVo-rba^cioè dalla
cantata
punto della mia
certo
(i666).in
pe-
queir alluvione, che
bella,e cioi^a),e
non
a
diceva
del
canterina
di
circonvicini
qmlli
rimin^o alla Misericordia,d^incerto AuUove
a;
un
C
Qq
della rovina
nel qìmrtiere delli Tedeschi
Comunale
della
passato luglio indicavami
Biblioteca colla segnatura
essa
Ta-
raccolta
della mia
Bibliotecario
Marzo,
manoscritti
stampati e
trovare
raccolta.
questa
che
1
opinione, e
in
1 Siciliani misero
vestigiaantichissime
un
suo
grande
di loro
cente
re-
pegno,
imnacolo
ver-
sig.Pitrè {Alcune queitionidi poesia popolare)
la contemporaneitàdelle canzoni. ai fatti in
esse
celebrati;e la
QUESTIONI
DI
POESIA
37
POPOLARE
IL
Ma
qui
Al
t
più
codesti
il D'Ancona
potrebbe
si
quali
Quel
dettato.
ogni
si vorrebbero
A questo
che
ne
proposito io
ho detto
nel
del
forse
A
Trovandomi
devo
sieno
a
di
Stefano
dimostra
quasi
ragion principaleè
suir
attualità.
La
d' Aci,
zione
cita-
una
critico io avevo
forma
de'
uno
il popolo
il nostro
non
Però, passando per
e
compone
le bocche
scritto:
Canti
del nostro
primi
letto.
dia-
ciliani
cronisti si-
del
la poesia
popolo
popolare
dialetto. Inoltre
mai
se
ne
guarda.
ri-
liani
popolari sici-
vivente
al novecento,
mi
de'
esteriore
Sala, l'Ariosto
inalterato
1870.
dlVOrigi-
permetta
vivi dell' antichità
Vestigia primilive della lingua
tip. Antonelli,
si
quel
a
portato nel
son
questo lato i canti
dugento
che
mi
della
Atanasio
Frate
acquali
richiamarmi
critico intorno
dello Studio
da
come
remoti
forma
presente neir articolo che
documenti
Sicilia, dal
natale
parlare
a
avvertire
Da
143
il
i canti
nella stessa
tempi
potreiche
non
tenuta
pagina
che
sostenere
ne^
cap.IIdello Studio
non
tichi
an-
»
dialetto
mio
più
si voglia
quanto
de' Canti popolari.
Ma poiché
diffusione
^
campo
€
attribuire.
attuale
rimutarono
e
ripetano adesso
avere
dice:
sarebbe
volgar siciliano,
critica il voler
dovettero
che
sostanza
il
forma
di altri
si è che, per
tempi
ricordati si
storici sopra
idiomatica
la
nei
di
senso
nella
che
trasformazioni
è certo
far risalire indietro
contro
concedere
conservano
che
qualche concessione,e
a
ultime
siano
caoti
de'
viene
sopra
altera
molti
fatti antichi,
la forma
dei dialetti italiani ; pag.
•
ma
V.
7^ Venezia,
38
STUDI
modi
di
parole campagnuole
e
lingua d'
alla
intorno
di siciliano s' argomentano
cosa
gran
Quei
primitiva.
0
d'ogni previsione il
fuor
servir di rispostaa coloro
Vocabolario,e
saper
illustrare la oscurità
possono
arricchire
qualche testo, e
nostro
POPOURG
POESIA
DI
Italia
versi che
alla
e
care
e
giovano alla storia del
non
parole
Le
affermare
io
ed
parole:
son
meglio
amo
in ciò dallo
soccorso
nuovi
storia delfa favella.
preziosealla
di
amore
i riscontri
stare
de' documenti
e
il dettato
e
XVIir,perchè proyata
e
quattro
cinque
a
foschi colori
più
Amedeo
fu
re
canti
le
di Sicilia
ed
altri
le
d'incorrere
a'
le
castighide'
Ervi
*
Storia
del
la fami
e
Regno
*
civa
nun
gastimaau
sunna
Sicilia,
v"
noi.
(Storia
dipinge
in cui Vittorio
Papa Clemente
dal Vescovo
XI
di Catania,
sicché,dice
ecclesiastiche
Il canto
»
Regalbutu
carduna
di
di essi
a
i
il Di
cori,le
fuggiva la compagnia,
ognuno
ministri
cànuìzzu
Pri
cioè
in Sicilia;
«
censure
Ghiancinu
Lu
vicini
collegiateabbandonavano
chiuse, ed
eran
XIX
privilegiodella Legazia apostolica
fulminava
ne
Uno
tempi
l'interdetto emanata
Blasi,i capitolie
chiese
secolo.
quando
al
questioniintorno
approvava
sec.
storici del cap. XYII
gì'infortunati
,
per
de* canti
la identità de' secoli anteriori rimane
Aneddoti)io riportaial XVII
co'
che
provare
stampati del
provatissimaquella de' seguenti più
Da
colle
e
»
fra il dettato
scritti e
cuore
questi begli
,
studi. Lasciamo
cultura
origine e
sua
senza
di sentenziare
alla storia dell'arte gioveranno co' vocaboli
frasi
che
o
è
o
questa
Mulimenti,
a
la
lì
genti,
la so
1. Ili, pag.
tramoja;
gioja;
3iH.
di
mendo
te-
cere
soggia:
QUESTIONI
li terri, persi li simenti.
Pari
ca
cci
cresii, campani
Megghiu
allro canto
ebbe
fino
lu
ricorda
coir arrivo
Palermu
'Un
hannu
Prendiamo
Ciaurella
rima
ottava
scrittura
differisca nel
in che
Martino
di
Nicolò
a
:
;
*.
frumentu
letterata
di
da
dettato
questi
due
1603
nel
Àversa
quel tempo,
1695
letta di
poeti ci
qualunque,
anch^
cantò
tava
egli i
suoi
La
Nun
A
via
Mauro
monaco
affanni
V.
V.
il
il
o
vita di S.
Rosalia,una
Marchese
da
cassìnese
d^amore.
facile
con
Ecco
vidi, ohimè!
malu
passu
a
ti
l' amuri
Lu
suli ti mustrau
e.
571
della
e.
572
mia
della mia
chi
è
fausa
l'amurusa
conduci,
e
toi nasciu
raccolta.
raccolta.
la
e
una
torta;
strata
porta?
turbata,
facci smorta;
euno
il
Palermo,
cori, vergi la pidata.
miu
pr'undi camini
L' alba
*
una
:
Torna,
^
D.
di rendersi
quale prima
che
apprestar saggi.Pigliamone
possono
sia pure
in
,
siciliano
in
dettò
canti.
Palermo
da
e
scrisse
,
nel
di
Santu
di Nicosia, che
siciliana
carichi
chtantu,
n
fnimentu
né
di lu Jornu
una
ora
1636, la quale
marzo
misa
è
vinu
e
*
!
di Resni^rezione
tri vascelli
Galàrn
vediamo
pani
boja
legni fiamminghi
Missina
cu
la matina
A
Da
di tre
lu
a
la carestia del
in Messina, il Sabato
grano
sagramenti:
e
duna
nni
Papa
Savoja ;
Gasa
passau
39
POPOLARB
Arsi
Senza
Un
POBSU
DI
sua
vena
ot-
40
La
è del
seguente
celebre
segretariodel
e
Sufriscia
€h' iu
Megghiu
Né
rosa
o
il
è
ve da
XVI
quale
pema
è
re,
chi
è
Ancilu
lu
Viva
livau
€a
secolo
del
E
XVI
Antonio
Veneziano
canzone
in
Ghiddu
Galeani
Decìo
e
difenni
li
'Mperaturi e
di li cani
è il
della mia
Carlo
Y
colta,
rac-
in Palermo:
galeri,
Spagna,
banneri,
si nn' appagna.
{da) lì ceiì:
di
la me
a
Spagna.
—
Guirreri,
la cuccagna.
grande poeta siciliano
(n. 1543,
m.
1593),di
cui
monrealese
riportouna
proverbi:
Cui
^
Diu
mannau
parti.
567
di
li nostri
fuj e
fi^parti.;
nulla
a
la
parti.
disfà,
e
ki portu di frischi
Pruteggimi
—
fa
solu
cu
a
si cunfà.
nun
"!,\x'
chianci, cu' li
Un
amata
sua
la entrata
'n triunfu
Vannu
và^
bella si si
la Sicilia
tlantanu
cheologo
ar-
ogn' arti,
persu
va
riferire il canto
celebra
€hìnu
baju
jiriundi
supporta cumpagnu
Ne
poeta ed
,
di Palermo:
cci
tantu
cumpagnia
L'amanti
Al secolo
Senato
hayiri la
e
trasporta *.
Filippo Perula
lassari
è
eh' amandu
Amuri
jurnata
cui suffriri lu purrà,
mia
pir
ti
mina
qualcfaigran
A
POIK»ARE
niura
di sta tua
notti
La
POESIA
DI
STUDI
cangia
chi
Sanclemente,
Cirillo 1647.
la via
mancu
Muse
vecchia
si pensa
pri la
nova
cci avvenir
Siciliane^ toni. II
,
p. t, pag.
151.
lermo,
Pa-
Oi POESU
C^OESTIONI
vaja
Nun
Chi
poi
Cui
va
Cui
simina
Cui
orale
lega
in
sputa
'N
l' abissu
a
ndi
celu
si trova.
di
ai
e
via dei
questa
su
documento
ctie si riferisce alla
1411
gfaicaruli
*.
gli scritti. E
canzone
nel
:
cci veni
la facci
a
orali
costituitasi
Salemi
ficiru prova
raffronti continuo
a
è questo frammento
siciliana
peni.
e
virtù^ ricogghibeni;
fra i documenti
riscontri
chiova,
duluri
cu
V antichi
scendere
Senza
pungi
r abìssu,
a
ben
E
si
simina
cui
scausu
41
POPOLARE
Salemi
in
:
Badmna
.
tutti li
£
curreri
Un
Manoscritto
deiranno
4' Ilaria La
Grua
segaeoti ;
del
notarili
a
1403
quale
è
ecco
un
ile la Gdrua
la
matrimoniu,
quali
intra lu nagnificu misseri
pir
parti,et
nna
Intenda
:
qnattrocenta
1
Leggesi
edÌKÌ0Ba
'
V.
a
del
di
lyatrimoniale
contratto
voi. A,
Clarini,
saggio con
76
carta
tulte le "ue
male
for-
tra
promettoi et yogUa
ài dota pir
pir aomu
in Domina
dari
un
a
bi-
si di^vi conthrairi
Gìlibeirta Talamanca
la éicta Ilaria mia
Catalana
figliaper
V al6ra
800.
parti onze
(
ub
*.
:
Itarìa fiìiiafigliapìr dota, et
nì^ttu
la Curuna;
pronti ed armati
neir archivio
libertina
Ea
4
mannaru
tutti €cà
Semu
e
paisi e ii citati;
a
In
a
^g.
sec.
primis in gìoy,arnesi,e possessioni onze
mia
31
voluntati,dari
di
ao
voi.
XVII.
pag. 3 di questo volume.
tutti a la
di Proverbi
e
Canz"ni
majuri parti,
siciliane sMe;
42
STUDI
in cosi mobili
lu restanti
:
POPOLABE
POBSU
DI
fini
lu
a
quattrucentu in possessioniin lu tempu
Andiamo
Il
piena di
fu fecondo
di
marziale
ferver
canzoni, ed
fa
che
alla memoranda
Viva
Palermu, fici mirabilia!
Ca
pr\in
Ca
lì Francisi
ducentu
chi
di
Vespro quale
Re
martidi
di la
Gualteri
di
della
in
Santu
gitatiin
Spiritu,d^
popolari fa raccolta
ha l'aria di
esser
dà
adoprasse il dialetto.
una
contemporaneo
segno
•
d*una
ad
un
in un
canzone
o
ai famosi
UMa
opusc.
tutti
vuliri per
bellion
fari la ri-
soli fari
locu lu
si
Franciscu
unu
poesia di
G. Gantu',
per
predittu si
Palermu
undi
Àlai-
misser
e
in Palermu
quillu iornu
la Resur-
Caltagiruniie
di Sicilia tutti accurdati
consigliu vinniru
di
Pasqua
misser
ma
legge
di li milli
d^apriliTannu
Lentini,e
Dalie labbra
si
Carlu^ cronaca
Abbati,
si ammodernò,
vi si
'n Sicilia *.
Palmeri
festa fora di la
che
memoria,
misser
si chiama
t
a
chi
d'undi
^
!
gloria.
del
lu misi
ottantadui,lu
discretu
gran
ristirà
arristaru
fu vinutu
li altri Baruni
loru
:
XIII:
rectioni;eccu
mu
eiternu
:
tirribilìa,
di Sicilia cantra
fine del secolo
Eccu
r armi
a
la narrazione
Ribellamentu
«
campani
temporanea
con-
'n Sicilia.
cchiù
veni
un
porta vittoria
tutti li
la data
martoria
a
Sicilia,ca
riscontro,ecco
nel
sona
Viva
Spinettitutti
Di
»
è così
di esse
una
proprio sentir
ca
la Francia
ca
Sunati
spusarì ecc.
strage francese
la Francia
Senti
Nò,
di la
onze
indietro.
ancora
Vespro
di
cumpUmentu
frammeato
una
quali
prisi
di poema,
vespri^e che via
maniera
cit.,pag.
nuova
10.
e
via
che
44
STUDI
cu'
E
mi
eh' è
si
Come
vede,
dovuto
una
Bcrittura
di
Palermo,
fu
Gugghiermu,
di tutti
di
riscontro
con
suoi
atti,e dei
Federigo II lo Svevo.
delizia
di
tal canto
io
non
nella
feudale
carta
una
il Principato
«d
Puglia
nei
glielmo
Gu-
in che
governo
di
Ducato
esistente
volgare
del
iatrtolavasi
quali
Palermo,
è
tri Stati....
fa ricordo
dai
che
Re
Sicilia,il
Capua,
Pel
POPOLAR£
vattiò
esso
la
Giardini
lamosi
POESIA
'ncurunatu
tenne
di
DI
citare
posso
che
Biblioteca
Comunale
del
il cui dettato
1289,
tè questo:
Item
«
si cunveni
li dicti lochi
in
armentina
errante, ed
poczano
teniri
questo
a
al Re
Eu
«
colao
chi
S. Nicola
il Morso
che
lu
cum
leon
Palermo
fu
Bugg^:
certo
case
li
de
Bisinianos
cun
anlku.
a
cum
nostri
tutta
pag
dicti
loro
in
tempu
di
un
documento
un
atto
Leone
di
lu
scrivìmu
406, Palermo,
i826.
cussi
secolo
steriore
pocon-
permutazione
che
Eftimio
con
1153
o
1154,
a-
atto
*.
mìa
nomu
insembla
bona
fiumi,
anteriore
nell'anno
la Madonna
In
"
Bisinianos
pubblicare
paxendd
a
buon
un
sali,
ca-
la Ioni
Airnu, et
né
appendine.
perchè
la nostra
seu
territori]
voluntatt
omni
novi
predicti
dormirici
misiari
a
Xarguri
primo
manu
di
a
"^um
legittimo figlio,
meo
fìglo Nicolo
^
di
contenta
non
et habitaturi
mandra, furcazzu,
bestiami
di alcune
di
bate
stari
Guglielmo II,ecco
temponameo
faceva
scapuli
bivirari
a
faezano
non
se
et
andari
dummodo
E
torri
et
pasciri liberamenli
poszanu
bestiami
li dbitatini
che
et Ni-
mugleri
di la
SS.
lo
cum
voluntati
Cru-
et
meo
inten*
m
QUESTIONI
tionì
senza
tioni
chi
dolo
fazo
et
positi a
di
Ximbeni
fina
alcuno,
la citati yecha
lu
et
mei
Xurguri
et
jactipertinentiisenza
in.
se
a^ due
qualcuna
la
spesso
adesso
ne'
criterio
aver
medesima
tucti
tempi
a^
li
si
in
autori
siego
sus-
rirono
prefemune,
co-
provincia,
una
; si avrà
argomento
salvo
siciliani,
e
le modificazioni
dai luoghi, si ripetono
idiomatica
attribuiscono.
origini della
anteriori
diretiamente
precedentemente
il
oggi chitatinu,gitatinu,xi-
tero
dovet-
che
So
bene
che
con
dimostrato.
.
che
lingua
nostra
al mille;
risultato di raffronti
legano
leviamo
plauso a questo criterio;il quale
motto
come
tipe
stereo-
nale
ortografia convenzio-
una
q^ali si
farà
non
forme
alla siciliana
paese
forma
si trovassero
viene
vui
la grafia siciliana,
loro
i
italiana
storici
lontanile
il fare, e che
di
anche
citate
che
proprio
tempi
a
ad
contrastu^'
diamo
prc^a
apportate dal tempo
nella
prof. D'Ancona
canti
poesie
i canti
che
fonetiche
porterebbe
nerabili
ve-
di S. Nicola
cum
delle
citatiniL cittadino
per
di conchiudere
se
delie
si è avuta
scriversi
tatinu, scitatinu
avere
di
del
voce
sinora
da
tanto
una
alcuna
saggi
parlata si. fa più
la
infine
casa
cun-
lo
di
frati,dugau
documento
consideriamo
letterato, se
che
menzo
chi
jorno
menzo
siti
»
notarili^se
che
la dieta
spogliamo questo
se
rimini
de lo Honastiero
raxuni
Or,
il
Abbati
monasterio
et
permuta-
fora la porta di Xaltas
lo dicto
a
la
a
li soi venerabili
cum
contradictioni.
e
Palermo
la porta di
de
muru
et
possessioni,li quali sunu
a
parti di
frati Eftimio
de
presenti cambio
li nostri
cum
di la
cum
la
45
POPOLARE
POESIA
è in
ciò che
ma
tale
ognuno
che
parmi.
46
DI
STUDI
POPOLÀBR
POESIA
IIL
questo luogo opportuno alla grave
è
Non
Torigine del rispelloe dello stornello. Se
nati
sieno
in
nelle altre,e
di
di canti
numero
quello de'
di canti
tanto
religiosi,
meno
per
qualche canto,
Lana
nel
queste
tempo
poesie
incominciò
bellissime
1
Casetti
e
corrono
pubblicati.Oc-
pacchianesche,
dai
a
delle
non
canzoni
V. Imbrianj.
agli studiosi
tiene
d'ogni
ha
trovato:
•
Che
Torino, Loescher
e
Jacopo
Commedia
siciliane
(Pao
provenivano;
t
E preso
per
napoe
se
1871.
qui
non
in
il lento in
leggiadramente
cantare
e
fu rinomata
ci, fa sapere
onde
fin dai
cotidizione
alla Divina
sode
a
fatto rilevare
stornelli
o
conto.
la data approssima
aver
la corte
anche
luoghi
K
fanciulleschi
ne
si chiamarono
sonare
Siciliane
canti
basta lo
popolari delle Provinciemeridionali
Canti
inferiore
potrà procedere
me
Commento
suo
Malespini il prof.Imbriani
mano
e
cantatori;» siccome
radiso, e. XX). Un
litane
si
dicitori in rima
li eccellentissimi
della
mollo
stabilendo
storici,
sull'argomento.A
li buoni
lo studio
canzone
li ode
tempi di Guglielmo II,quando
t
finora
canto
senza
fatti conoscere
i ricordi
la Sicilia ebbe
che
non
leggende,di
da chi
conosciuti
Allora,esaminando
congetture
sparsi
di stornelli,
di rispetti,
di voceri,di
villote^
ma
di
di
pur
di
più
quanto
non
anche
ninne-nanne,
vedere
so
popolariilaliani
raccolte
di canzonette^ di
non
popolarisiciliani
canti
grandi
Pallro
e
di li si siano
provincia e
io
Sicilia,
la
o
un
l'uno
questa provincia prima altrice del
se
sia la Toscana
a
*
sola,
una
questione del-
verse
di-
vuoisi nato
raccolti ed illustratida
voi. I, pag. 56.
A-
inoltre
detto
ho
—
dei
Pistoiese.
ritiene
bolette, poco
duri
nuvelli
0
in
più
cioè
tenendo
nei
appariscono
perfetta in
canti
si trovano
sarebbe
toscano
che
li ha
col
in
in
popolo
? Un
che
terreno
:
là forme
e
canto
estraneo
di
del
come
? Non
canti
un
e
la
sua
in
morali?
in
Sicilia minaccia
zita, e
affronta
Pira
arbuscello
tura
conna-
tato
trapian-
come
in
lucido
t^Jlnriche
io trovo
che
tire
sen-
specchio
climatiche,
il povero
si rassegna
di accoltellare
de'
si
non
ad adattarsi al
in Toscana
amore
siciliano
viene
condizioni
Quando
perciò?
che
,
sfortunato
non
sicno
non
popolo
proprio
non
lo riceve
risultato
etnografiche e
che
zione
termina-
una
importati.E
l'indole
dell'uomo, a rappresentarne
r indole
molto
fa osservare,
con
moltissimi
Sicilia
essi forse
ricevuti
un
o
»
originaridi Sicilia,ma
mostreranno
o
punto
un
ora,
per
qua
perfetta
Supponiamo, d'altro lato,che
non
cob-
in certi casi la rima
antiche, e
al
la Sicilia
essere
il D'Ancona
che
quel
dava
di Sicilia.
diffusi da
possa
la
muttetti
popolo
po' prematuro
toscani
siciliane
siciliana.
questo
un
presente
che
€
che
e
sembra
mi
la Toscana,
il
tanti canti si fossero
Italia
tutta
li intende
che
si dissero
r
significatode'
il
meno
poco
tagne
mon-
rappresentar
a
insieme, che pu
quali oggi
che
L'argomento
solo
più
ceder
pro-
di muttu
poesia italiana,la quale
a' mottetti riuniti
0
sua
ho accennato
dìminuitivo
venga
sulle
e
allo stornello
quanto
della
antica
più
motto
sulle rive dell'Arno
in Sicilia, esso
tuttora
forma
E
gentile,col
quanto
comune
col tìtolo di muttettu
anche
che
tanto
tempi, diveniva
del
il rispetto,la
né ignoto altrove
—
fa nondimeno
forma
47
POPOLARE
POESU
Di
QUESTIONI
vane
gio-
agli
chi tien
coli,
osta-
chiusa
fratelli di lei per baciarla
48
e
ride
e
quando
piange,
impreca
e
torna
e
donna
la
che
trovo
POPOLARE
POESIA
DI
STUDI
a
allo
dice
toscana
prigione;
in
ridere
amante
ditore
tra-
:
Dov'
Amarmi
E
e
la
t'
non
importa
allo
siciliana
Ti
lu
pri sorti
si
li
Sputu
E
quando
Mi
susu
Io
nni
Ca
d'
Cicerone
Ateniesi
de'
Tebani..
Atene
m'
quella
di
ti
viu
nni
lu
vaju
;
Diù
me
alluntanaju.
ogni
cielo
un
terra
del
suir
vivace
indole
che
che
suir
popolo
province
ìndole
dire
ragione
della
poesia
italiane
Tebe
amaju,
sotto
e
suir
:
tuccajù,
mi
cittadino
sulla
di
ti
ho
però
;
disiu
'n
lodu
e
tò
altre
t'
missa
la
clima
sulle
e
cu'
del
influenza
quella
cu
questo,
divien
spiccata
veni
amicizia
'a
e
mi
missa
ringraziu
passioni,
sulle
a
senza
e
tutto
lontano
La
sorti
pri
trovo
canto
cosi
si
manu
guai
ti schifiu,
chi
tempu'
miei
traditore
ti rinunziu,
sputu,
mai,
sei,
delli
te
?
miei
lasciarmi
amante
stesso
Mmalidittu
Ga
gli occhi
non
a
hai
m'
innamorato
altra
sei,
tu
promesso
e
sempre
d' un'
Ora
che
giurasti avanti
dì
Un
fede
la
ò
che
3conoscente
Barbaro
gli
un
ride.
sor-
indole
e
siciliano,è
quanto
e
forte
fu
briosa
ed
per
gli
de-
ottusa
QUeSTIOiNI
POESU
DI
49
POPOLARE
IV.
Ch'io
avessi
dimenticata,
specialedel
fonte
questo
è
non
abbia
che
io li ho
è detto:
de'
altra
avere
stimo
Lo
e
poeti
di
dieci volte
XVI
sec.
*
ecclesiastico
»
dei
meraviglie
nel
stupire.Con
*
Slndio
G. PiTftà
miieo,
—
di
é
una
codesti
canto
di
cuno
qual-
nel XVII
canto
un
travedut
in-
cita,avevo
spiegazione della
data
quella
nella
di
S.
qualche
supposizione,
grado
poesia
ho fatto le
i famosi
naturai
da
d' intellige
vantati
più grandi
Duòbi
di
ohe
sottigliezza
poetic'incontriamo
sissimo
spes-
che essi,vergini d'istruzione,
teologici,
i eanli co' numeri
V.
di
raccoglieree stampare
in concetti
»
la
poeti e
Io stesso
li conosce.
ne' quali
questi popolanij,
fa veramente
Anche
questa mia
strana
nati
del
meglio
e
difiQcile lo stabilire il
contadini
tra 'l popolo che
Ecco
risente
tanto
paia
Né
mollo
è
imperciocché
e
versa
di-
il mio
legge
poeta raccolta dalla bocca
dal
Agostino, forse
:
niuno
quest'avvertenza:
il dotto critico
origine dicendo
verginitàdi Maria, che
Chi
tamente
cer-
una
forse
letterata,
mano
siciliani che nel
verginitàdi Maria, che
r
cui
a
origineletterata ';anzi
acquistaronotanta popolaritànell'isola,i
sulla
che
attribuirne
questi canti.
di
Si trovano,
canti
origine, e
una
cioè letteraria,
concedere.
potrebbe
ben
per
canto
questo
D'Ancona,
alcuni
collezione
notati
troverà
modo
verun
pratica del genere
1° volume
108
mia
possono
; ma
io credo
in
so
nella
vero,
il
popolare, la provenienza
canto
non
dice
come
tl9, 261, 3S4, 369. 390, 415, 672, 72ft:
{ XI, pag. 134.
Studi di
poe$iapopolare,.
4.
-
50
lessero
non
sussiego nelle
certo
dottori
t
Il volume
»
dei
e
di
istintivo
bisogno
di confidare
i ricordi
degli
le emozioni
d'una
poesia divenuta
Di
canti
popolari
Giovanni,
e
sul
studi
proposito. Se
pazienza e amore
risultatie
il
ottenerli. Ma
I
pochi
riuscii
è
nel
le mie
riscontri
a
se
guari
quale
ho
avevo
^
Essais, liv. I,
'
H.
DE
ne
LA
e.
si
li ho
furono
e
a
dita
eru-
quando
e
signor
sig. Caleca
mi
tano
Gae-
rono
donami
numero
sia stato
quasi
popolari con
omessi;
il
fatto
faticosissimo
tutte
23
con
di
infruttuose.
poesie letterarie
pagine
posi
si cercano
quando
al modo
»
sull'autore
bene;
so
far sapere
guarda
ricerche
di canti
fare, non
1"* volume
non
non
letteratura
buon
un
vengono,
soprav-
religiosiK
le ricerche
io
un
dizionale
tra-
essa
dogmi
il lavoro
accade
non
ad
di Casteltermini
di Tortorici
fisticata,
so-
mcmumento
della
questo
di tali poesie,io scartandone
agli
i
prova,
popolare
canto:
non
pressata da
e
che
agli studi
alla
che
meno
tra i molti
essa
moltissimo
Importano
non
avvenimenti
che
colta
rac-
*, del popolo, la quale
qualche
a
mia
quest'anima
frattanto
è
morali.
della
volume
dice
Montaigne
giudizio
Canti
lunghi
sia capace
di scienza
cognizione
senza
ne'
ligione
re-
schietta,
e
al
sottoponendosi
e
di
umiltà, pregando
devota
il secondo
quanto
il
come
ed
misteri
e
più semplice
con
sapienti »
«
del Vigo
provano
Sfide,
dal cielo
lume
sempre
de'
Dogmi
libro.
verun
chiariti nella forma
vengon
con
in
mai
POPOLARE
POESIA
DI
STUDI
e
371
che
del
del
Veneziano,
cui
appurato appartenere
anche
il canto
417,
notato
veramente
possono
un
legger
e
due
concetto
peregri-
LIV.
ViLLBiiARQUÉ,
Op. cit.,IntroducUoi), § IV. Paris 1867.
S2
STUDI
l""I canti
popolarisìciKanì
di
costantemente
POPOLARE
POESIA
DI
provenienza letteraria
di
sventurato
amore
:
qualche
volta
sono
sono
sentenziosi;
2*" I loro
versi, la
forma
XVI
Paolo
3"" Più
d'una
in
storia
Napoli, in
Toscana
napoletane
lingua comune
si
e
da
composta
bona
di
l'anima
Pir
Non
cortisia
J
in
Contrastn
mi
turbati
mi
di
per
e
detta
morte
tire,
mar-
isola,
licenza
con
ottava
dei
periori:
su-
gloriosa
è questa:.
intendissì
m'
aspettari.
meritu
ci
nun
placisai
voglia perdonari
lu
diri tanta:
miu
la Morti
e
e
Spirita Santu:
lu Gnuranti
Iacopo Pittureri,stampato, in
Napoli
vergine
due
pregari
cori
chi
quelle
vi incriscissi
nun
Patri» Filiu
In. nomine
cerio
bon
fussi, alcunu
per
Un
bon
nella
della, nostra
si vende
vurria
vi
Ch'ognuna
si
di
cose
Caterina
prima
sua
genti
Divotamenti
come
e
solo
non
si voltarono
contadino
e
in Sicilia poco
Napoletano
anche
ma
vita, martirio
Lia
Caterina*^
nel
secoli
dove
che, lad-
non
se
rimasero
e
Santa
povero
un
è r Historia^
Ci
di Sicilia ne^ connati
spacciarono
Napoli si stampa
0
coli
se-
Veneziano, Bau, Fran-
toscane
e
leggenda,di
province. Una
Santa
poeti de^
di
viceversa:
e
nelToriginale,
stamparono
a.
popolare
siciliane in Toscana
popolari,le
portata
li fa credere
me
Maura;.
le storie
si
intiera
XVII, tra* quali Antonio
e
gimore,
passò
sentimenti^ ri loro fraseggio,la giacitura dei
il Pillante.
Palermo
composto
per
il
da
un
Coppola
QUESTIONI
nel 1667
licenza
con
forse
e
sì stampa
composto
*. Chi
versi
ha
chi
mi
Chi
del
t'ha
Che
traduzione
mi
mal
t'
più
tempo
chiaro
su
altra
originaledi
del
da
1716
EgM^ questo
nella
voluta
resi
contento
Vistiri
vosi
Trimava
stampator
Napoli
per
e
traduzione
scana
to-
non
questo
Foriano
dabben
lu
tuttu
arrere
corse
in
composta
Pico
Napoli una
e
conda
se-
ecc.
di la gran
:
nostra
Historia
data
in
degli
luce
in qìiesfanno
fiorentino^
Pico, traduce
Dimoniu
Monaco.
fatta di
stata
essere
napolitana.
curandosi
Paci.
Nicolò
desio
haggio già finio;
apparisce
cioè
volentiere
tornare
non
e
versi, de^ sicilianismi
In
finiu:
tentatore
non
più facili,
*
aju, cà
tentatore, intitolata
del Demonio
toscana
Dallo
sti
que-
disìu,
arreri,
Pico Foriano
Demonio
lingua
^
Foriano
da
toscana
turnari
haggio dato
spiare
che
leggenda
stu
nun
morir
vuoi
mano,
de'
in
Pico:
Non
cose
si vende
popolari legga
cose
duce
tra-
vulinteri
e
nun
cchiù
Dipoi che
•.
Toscana, si
Pignorante^nuovamente
con
lingua
di
passatu
spiar! e
sieno
Se
Come
cuntenti
tempu
come
inganni
in
pubblica e
della morte
po' d'odorato
si mori
Nun
le
in Firenze, si
in
53
POPOLARE
superiori,passa
tradotto
e
un
Dipoi
veda
POBSIA
siciliani:
E
e
dei
col titolo: Contrasto
Napoli
Pico
DI
gran
I versi:
allura,
paura^
maledettamente
fatto della misura
in
54
STUDI
li rende
io questa
POPOLARE
POESIA
formar
Vestire
Che
DI
Io Demonio
volse
delia gran
tutto
tremava
allora
paura.
Gli altri versir
Ca
A
fidili e
di Diu
sti servi
di tintari
n"ai
che
A
questi altri
mai
cessava
non
di Dio
sii servi
di
fedeli
dimoniu
aHura
Gei fici dari
un
pristizza
cu
di sosizza,
pocu
Il Demonio
allliora
Gii fa dare
un
Questi esempì
sono
prestezza'
con
di saucizza.
poco
piccolissimosaggia di quelli che
un
potrebbe apprestare la leggenda
parte
la
e
stampata in
Comunale
ad altre in
mezzo
far notare
che
detto il poeta^
(corsaro) V
stampossi
queste osservazioni
da
finora
altri
su
appena
toscani
molta
sfiorata.
Voi. unico, segnai. CXXII,
anche
Tanno
qualipotrebbero gettar
G.
29.
1544,
anno
di
in Venezia
di
senza
sulla Distruzione
di molte
documenti
Studio
questipochi,non
a
leggenda
guasta in Messina
i
di varie Scorie K
rimanermi
un'altra
per Barbarossa
A
raccolta
me
della Biblioteca
volume
un
col titolo: Raccolta
consigliadi
Simon
siciliana da
toscaneggiata dal Pico, la quale conservasi
brevità mi
1
care
e
l'operacosi:
coronano
me,
tentane
non
ancora:
Lh
in
car.v
sgrammaticando:
lì traduce
E
cissava
nuir
pari
di Licerto
un
e
bilmente
orri-
1624.
potrebbero aggiungersene
e
napolitaniignoti a
Ipce sulla questione
55
POPOLARE
POESIA
DI
QUESTIONI
V.
Una
di Carnalivari
delle Canzuni
non
stornelli,
in verità
ma
«
K
da
potrebbe
offerir
per
dire
io
e se
non
offerti
stabilire
più speciale,
parrebbe
Nondimeno
bastano, a parere
non
classe di canzoni
una
bene
si tengano
a
del
del
avessi
che
si
si
tano
can-
vale.
carne-
D^Ancona,
carnascialesche.
a menie
trinseca
in-
q.uestiduri
»
usciti
amante:
ui»
€ittri d'
Si tu
ne
gli stornelli in Sicilia
che
desti
co-
scoprirvi nessuna
sa
più particolarmenieneiroccasione
esempi
di bocca
non
indole
con
soltanto
anche
Gli
introdotta. Il D'Ancona
me
dagli altri canti,i
differenza
altri
da
io raccolti da cantori carnescialeschi
aver
nega
la
popolarisiciliani è quel-
ne''canti
distribuzione
nuova
amarena.
m' ami,
iHin^
di pena.
io moru
Ciuri- d^addauru.
C^niii camini
Giuri di
A
lo
cci lassi lu
luppina^.
la matina
mii
quannu
gigghiu
paru
ciaurui
la
tu
e
livamu
rosa
fina.
Oiurì di risu.
£
Io
Si
di
mi
e
moru
leggano
brigata
ssi labfaruzza vasu,
si 'na vota
nni
queste
pure
pulcinelliin
E
una,
Apposta
Pi vènirl
vaju 'a Paradisu.
e
dui,
vinni
a
cu
canzum
una
e
sera
tri pocu
stu
cantate
di Carnevale:
palori:
calaciuni,
'ssaggiari'i
da^ un*
maccarruni.
allegra
56
STUDI
'Nsignatimi
Chidda
rafanella
eh'
a
unni
POPOLARE
'nzalatara,
la
bianca
bona
è
nni
noi
sta
vìnni
chi
La
POESIA
DI
la
scalerà;
pri manciari,
pri Garnalivari.
servi
Be^ be, bei
Vacci
ti
E
differenza
di
che
Carnevale
più.
0
lode
una
gli
i
in
due
o
uni
ad
commestibile
ottenere
apparisce
deUa
dalla
mia
in
o
musica
settenario,
un
anche
buona
perchè
popolare
tre
di amore,
voto;
un
speranza,
una
è in
questa
pensiero
una
là
moneta,
delicatissimi
sono
melodia,
come
sic-
al secondo
annessa
raccolta,differentissima
del
i canti
altri ed
due
qua
mente
costante-
mentre
sguaiati gli altri. La
volta
ammessa.
invocazione;
delicato
ecco
me
hanno
amore
desiderio,
un
qualunque:
primi, qualche
volume
tale
un
da
quinario
seguono
esprimono
servono
d^
endecasillabi;
ne
delPamata,
altri
un
rarissima
hanno
Gli
I canti
questa:
uno
e (Juanto
gliuni dagli altri,
classificazione
nuova
endecasillabo, cui
un
un
tabbarè.
invocazione
una
dopo
è
lu
be',
differiscano
se
sia la
ragionevole
si' cchiù
ca
jnchi
giudichi ora
Si
La
tu,
in
i
entrambi
generi.
Del
stabilire
una
classe di canzoni
altri Itiediti,
che
carnevale
in
d^
Palermo
uso
bastano
per i-
carnescialesche,eccone
degli
resto, poiché gli offerti esempi
di
io ho
potuto raccogliere Tultima
quest^anno, seguendo
una
fermavasi
di
mascherata
davanti
frutta,carni, ecc.
non
le
per
la
sera
piazza del Capo
Pulcinelli,la quale
botteghe
de'
del
venditori
come
di paste,
1
DI
QUESTIONI
Paddicinedda
Ga
davanti
Fatti
r arricchiti
Viri eh' è
Pari
ca
sti me'
Cu
pri
Ma
Sto
Toma
La
cantari
la
pasta
lo
A
parer
nalivari
Le
e
mio
di fame
Del
^
BAUD.
resto
Chanii
T.
Arbaud,
di Canti
due
arricogghi.
'na. Incanna,
pinna,
Vanna.
som
d^amore
e
le Canzutii di car-
differenza
classi distinte
che
ne
è tra
ks
più, niente
inserì
Fie-
m^no.
e
parecchienella
220.
bene
credette
^
perchè appaia più evidente
189
che
popolaridella Provenza,
popuìaires de la Provence
I, pag.
figghi:
provenzali, niente
Damaso
raccolta
sua
'na
dogghi
e
carnascialeschi;le altre,specie di fiori,
canti
son
tuttavia
tò
i duri
tra
les Serenadis
une
co
la medesima
corre
e
roues
la tinia
cci
cc'era
mari
Qoattordici notara
pinna
negghi
tanti
trova
la sosizza
e
la mirudda.
senza
e
fudda
tammoredda,
e
perdo
casa
'Mmenzo
La
t
di sta
'mmenzo
compagno
a
signora
sta
calaciona
me
fazzu,
totti maneri:
cantari
a
vi
fossi vinnitora.
manco
Yegno
siti beddu!
tammureddu.
stu
graziosa
pani di
yinni
Ga
vui
cantu
Vicenzu.
chi
canzuna
abbentu,
san
chi
mio,
'Mpari Vicenzu
Mi
nta
cumpari
a
Gull'artima
hai
nun
calaciuni
tò
ssu
ca
57
POPOLARE
POESU
recueiUit
il genere
el annolés
Aix, Makaire, Ì86S.
d^ cui
par Damasi
Ar-
58
è
STDDI
parola, io
nescialata
POPOLABB
POESU
di
opportuno
palermitana quale
di Carnevale
sera
una
credo
DI
qai
recare
raccolta
fu
1868;
deiranno
intiera
una
da
Salomone
in
la fo colle
e
car-
sue
parole.
stesse
Camesoialata
Varie
di Pulcinella
maschere
(nel caso
girano per
la città nelle
sonando
colascione,il cembalo,
il
cantando.
e
Eccoli
Comincia
pomeridiane
ore
al
davanti
vinni
calaciani
sia
cu
E
una
e
dui, lu dicu
Apposta vinni
£
e
una,
4ui«
Pulcinella
Vogghiu
:yastaiodà
ad
«
cu
manciari
loro
una
Palazzu
un
voce
du'
in
palori;
li to' maocarrani.
e
3.
tri,pochi palori;
di
Principaleddu mio
:
cori.
li.
Pulcinella
Variante
si fermano.
stU' calaci uni,
cu
Vogghiu tastarì
^
suonando
ballando
assaggiari ssi yostrì maccarruni.
Fuleinella
a
Carnevale
i.
di la me
Apposta
Il
tre)
il canto:
Principaledda mie
Su
del
eran
le nacchere,
pastaio,che
Pulcinella
Pr'
nostVo
lu
lu
cori
me
*,
calaciuni,
li to' maccarruni.
po'
di pasta
cantano
frabbicalu
:
i tre Pulcinelli s" inchinano,
:
'mmenzu
mari.
»
60
DI
STUDI
POESU
Pulcinella
POPOLAHB
i., S.
3., bevendo
e
mia, quanta
Principal6d(jla
Gchiù
di stu
'n
E
eh'
vinu
m^ addumasti
pettu
Fuleinella
di
Giuri
la
a
S.
dal macellaio
E
una,
Ghista
Mette
è
mi
e
dui,
e
lu
vaju.
il cembalo:
tri, senti eh'
e
pri
sunata
nni
è
finn
;
galantomu.
ballare.
a
E
Lu
saluti
cu
yostru
a
8. inchinandosi:
Zittu,
Zoc£u
è
sangunazzu
si yoli
ricevuto
E
Lu
cu
re
saiuti
il
a
1.^ 2
lu
ca
la za
3.
cumpari Ninu,
galantomu
i
3.
precede:
Puddicinedda,
V\di
e
sanguinacciOye inchinandosi:
di li chiancheri
che sempre
scintìnu,
si dici all'omu.
nun
Pulcinella
primo
smorfia:
una
omu
Pulcinella
aver
bonu!
yeru
facendo
3.
diri cchiù,
nun
Ninu,
cumpari
me
Pulcinella
al
luci.
i.
battendo
e
Pulcinella
dopo
granni
maju.
Pulcinella
arrivato
piaci,
avviandoii:
y' addumannu
Licenzia
si' duci!
yucca
un
:
tu
Cicca
chi si' sturdutu?
è
a
lu
tò latu
!
m
QUESTIONI
PulcineUa
t)oUo pur
al
primo
la
za
E
S' avi
cicca
avi
ghiri
a
2.
ammiccando
e
la tavemiera:
virra
un
PtUcinella
Chi
chissu
taverniera
La
occasioni
a
(e
spinnu!
per
e
in versi
ballano^ le
:
la
infine
dal
vanno
fanno
e
lasciano,,
le
secondo
improvvisando
sempre
lo
più
panettiere, dal pizzicagnolo,,
ecc.
già vedon
si ferman
non
piena
la
loro, si licenziano
conto
avanti.
va
quelli suonano^
e
e
galanti,
e
ecc..
e
riscuoton
ne
Quando
salame, cacio, frutta,intìngoletti..
pane,
laFora)
per
mesce^
*
1..
fruttivendolo,,dall'oste
canto
assera
lu
nigòziu
le persone,
e
dal
col
lu
metodo,
lo stesso
con
veni
ca
moioe^ la lodano
e
carezze
lu' muscatu
prìncipala sciacquata
Glnialedda,
Pri
gulutu»
'iiHaucciari
a
61
POPOLARE
POESIA
zana
dalP
più
a
che
un
questuare
oltre
giovane porta
loro
ultimo
donatore
co^:
Pulcinella
la sira,
Scura
la taddarita
sbulazzia
E
La
gaddinedda
amara^
giuccu
a
Pulcinella
battendo
!..
misuratamente
Ed
una,
e
Lu
cacciaturi
La
voli
il dorso
dui,
posa
e
si ritira..
2.
.
delle dita
tri, la caccia
la
è
sul
fatta^
scupetta,
apparicchiata'ntra
li
cembalo
piatta.
:.
62
STUDI
POBSU
DI
POPOLARB
Pulcinella
partendo
$alU
a
Ed
e
una,
dui«
e
celebrano;
che
siciliani è
quella
ortografiche
de'
ha
e
che
idiomatica
dal
Trattandosi
dover
non
comune
che
male
senza
dò
studi
suoi
ho
che
di
aver
1870
nellii
rivela
sempre
XVi
siciliani
dole
un'in-
XVII
e
molte
Sicilia
alcune
gende
leg-
5o finalmente
nel Continente;
in
che
differisce
per
che
concetto
e
erotico.
e
di
giudizi
io a' suoi
dubbi
veda
e
la stima
poesia popolare. Forse
chiarire
esagerato,
sue
parole;
i miei
spero,
ho
ma,
siano
in
di
o
possano
questo il molto
in
in qualche
in
creduto
,
essi
miei, qualunque
interpretate le
fatto che
XIII;
e
cogli anni
popolari,e
canti
opinioni
i
XII
canti
secoli
la Sicilia
,
canto
di
de* secoli
oaoltissimi
siciliano
ne'
divennero
tacere
a
L'egregio prof. D'Ancona
parere.
peso
stornelli
voglia risalire indietro
carnescialesco
forma
per
de' canti
attuale
fonetiche; 3o che
differenze
siciliane passarono
il canto
del fatto
coevi
sono
strato:
dimo-
XII, tolte però le modificazioni
sec.
4o
d'aver
scritto,io credo
la forma
popolare
spiccata;
notti!
storici
origine
letterate
poesie
del
si
toscani, il canto
sua
eh' è
rispettie degli
un'
di
che
latti,
popolari
alcune
e
per quanto
ricerca
e
2o
lu
cu
passa
i canti
che
3.
li botti.
sunnu
al presente
fine
lo
tri
e
licenzia
V'addimannu
Mettendo
e
sonaìfido:
crapareddu
Lu
l.« 3.
cui
tengo
punto
i
avrò
ogni ciiso.ionon
pensieri su questo
argomento,
i.prodottipoetici della
Sicilia.
ITUOVE
PCHESIA
DI
All'
ogni
Se
sobre
le
per
de
la
molta
gentili
Barcelona
.E la mia
mi
ha
dì
i
fatti:
saputa
testuali
lo
una
controversia,
de
Con
en
nos
algunas
habia
sias:
dice,
la
popularidad
de
sus
ocurrido
por
al
hemos
y
de
primer
punto,
registrar por
ejemplo,
que
ciertos
perchè
e
quanto
sono
y
ste:
queindicar
para
preparacion)
gentilmente invitados,
antigiiedad
observaciones,
al
dubbi
espacio
la
Ella
risposta.
resena
sido
che
di studi
pronta
mas
Diario
siciliani.
stessi
se
somera
exigiria
nel
dubbi
ragione
questa
està
gratitudine
popolari
a^
in
gravi
meritano
à la cual
respetto
Canti
significano i suoi
che
cual
esponer,
zuni.
in
suspenderemos
(no
viva
accompagnalo
di
perchè
e
anche
guardando
ammirata,
parole
Aqui
ba
cresce
quali
tanto
devo
Le
Lei, sig.
a
Observaciones
profonde
sue
volumi
due
gratitudine
universalmente
acerca
io
deve
popolari
le
per
ond'Ella
ì miei
persona
Le
stima
poesia popular^
lodi
Professore
Illustre
di tradizioni
studioso
Professore,
POPOLARE
el
mismo
confirma
vez
de
la
primera
las
can-
Sr.
Pilrè,
duda
que
ias
rispetti toscanos
poeson
64
DI
STUDI
fruto
la
de
influencia
lectura,lo
literaria
POPOLARE
POESU
induce
qae
directa,en
menos
acaso
,
los
sicilianos.
letrada.
mano
cultivaron
Eu
varìos
Nos
habla
la misma
creerla
obra
vamos
en
Hermanas
la
que
de
mucho
por
tradicion
las lelras del nombre
popular
corno
de
los
Italia que
en
era
que
son
cierta
que
que
sin negar
n
se
en
puede,
à nueslro
tuyen
en
osto
iadizo.
à
digno
menos
De
veces.
Teda
vez
composiciones
està
que
personas
mismo
à
de
presenta
ó
han
mas
de
poco
duda
menos
gran
que
nada
ó
le-
populares,
que
estudio
y
el paso
en
me-
lo cual,
misto, el cual
y
sta,
se-
las canzuni
temeridad
entervenido
ó
la
lògica
fraseo-
todo
De
genuinamente
atencion
con
y
en
y flexibilidad
cantos.
sin
y
apariencia,no
personas
à la otra
mas
dramàticos
regularidad
gènero
un
en-
anliguo
originaria del pueblo,
deducirse
conjunto
su
El
muy
la forma
que
elementos
ver,
descomponen
la cuarta
en
pocos
à
pueblos neo-latinos,
gramatical
no
los
debida
ser
se
etc.
artistica
de
debidas
son
veces
una
acentos
sea
contienen
y
con
alguna
manera
de ellas
en
puede
carolingios,se
cantos
conexion
observa
tradas
racion
de
aproximada
otra
nùmero
por
de
suponga
los Misterios
de
nosotros
para
en
persona,
canzuna
variada
sucesion
que
nos
la
en
se
que
los demàs
en
improvisadores
analfabeta.Obser-
ha sido desde
el metro
ya
comunmente
una
verdad
en
parece
las Nuove
popular; à
una
de
rio Leleo, de
clàsicos,no
de
general
en
no
apego
puramente
decasilabo,que
del
la baella
poetas artisticos que
de
poesia, y
mencion
de
alganos
reconoce
popular, pero
italianos à los recuerdos
una
eslos
ademas
clase
de gente
ella
de
tambien
saspechar
à
de
es
està
doctas, es
costino
es
admi-
resba-
clase
de
posible
NUOVE
hayan
que
debido
forma
introducido
à la lectura.
de
Vurria
Prì
'ntra
cu' mi
E
eh'
è
à
ballar
"
aquel
litulo
este
dictado
se
la
esto
pierde
daba
no
tres
otras
G. PiTRi
los turcos
con
Baredona.
de
—
hace
que
'
Siudi
de
«
Sublimi^ paso
que
recordase
se
etra
un
parte
formai
Io ofrecen
parece
hechas
ser
su
al
suma
ofrece
,
recuerdo
realmente, y
partiendo de
canzuni
basta
sospechosa la
por
,
obrìllas que
nos
titulo formai
pudo pasar al pueblo? Como
eslados, se
tal
de
parte de
à los monarcas?
dificil que
stendo
hay
Ma-
informa
nos
gran
el estilo del
juego de imaginacion que
Hay
t
los jardines de Guitlermo
,
sigloXYII
Diario
^
la estancia
acontecimientos,y
*
el reparo
entonces
an-
documenlos
diversos
tre»
la
titulo de
los tales documenlos
en
el Sr. Pitrè ba demoslrado
guerras
Palermu,
aplicaciondel
en
se
y
en
un
'nvernu
objecion perentoria centra
conservado
,
antigiiedadde
histórico.
lu
Maìstati;
honoriflco,por
el siglo XYI
basta el
en
Gugghiermu,
Re
titulo à las Crónicas?
dominacioa
di
balla
es
i
tambien
que
bien
tee
se
di tutti tri Stati...,
una
Con
sea, habiéndose
mas
canzuna
rey norinando, pero el Sr« Pitrè
un
fuerza; pero
dad
fu
copia en
aquellos reyes.
ó
di so
vattiò
de està
tìguedad
su
hislórico
recuerdo
'ntra la stati.
li Jardina
ncurunatu
Creimos
de que
algun
sapiri unn' abbiti
'Ntra lu Palazzu
"
65
POPOLARE
Itndisima
una
stari frisculidda
Sugnu
—
jeslad
ellas
en
Ea
POESIA
diàlogo:
—
€
Di
QUESTIONI
dias
nuestros
de
compàs
alguna
relativa
à las
K
Jueyes^ 29 de
Jonio de i871, pag. 6923.
di poesia popolare,
S
los
66
STUDI
Se
io
l^
termini:
e
molte
la lor forma
per
studio
esse
storici che
vi si trovano
Anzitutto
io
non
resistenza
nego
da
caratteri
veramente
del
canto
di venir
misto
esso
in
canti
in
dovessi
raccolta,io
non
venir
riguardato
di canzoni.
al
mezzo
ha concetto,
dalla mente,
indotta
di
io stesso
sembrare
altri non
e
alcuni
pochi da
Il carattere
di essi è
essi mi
se
in dubbio
con
segue
zuni
Fulvio
con
che
Testi:
ne
non
per
intelletto di
nella mia
di
conto
fs^-
origine letterata,
vennero
arricchirono
peraltrocosi
il
e
nale.
tradizio-
e
luogo opportuno
canti
esperto nella poesia rusticana
revocarne
a
e
mandati, con
esclusi,da intelligenti
cooperatori,
me
raccoglitorivalenti
se
e
qua
esca
bassa
molto
avessi tenuto
di codesti
strano
anonimo
corre
forma
sua
della
è
del-
parola che
frase,non
non
questi ca^ratteri
e
nire
for-
popolare (e
nella
dal vocabolario
e
accogliendo qui
notare
dee
non
dalla metrica
da
tanto
popolo porta il marchio
non
verso,
il genere
se
siciliani,è la canzuna)
gente, quello infine che
Che
cendo
non
voli
merite-
so
Canto
l'assoluta ignoranza deirautore,quello che
non
poesia
stabilire i
ora
i canti
popolari, intendo
nato
di
genere
popolare,e
una
sua
ì ricordi
di letture.
del
se
ma
debba
e
la parte
pure
che
Lei;
compresi
possa
risultato
sieno
popolare ammesso
quello
di molto
attenzione; 2!" è perciò possibileche
ed
tipo di
teraria,
origine let-
una
misto, degno
genere
un
guenti
se-
ricordi
loro
pei
regolare riconoscono
fa di
che
siciliane
canzuni
a'
ridurre
si possono
i dubbi
mMoganno,
non
POPOLARB
POBSIA
Dt
"
chiaro
che
,
tenebroso
ciò richiamo
amore
agliocchi del
natale
»
dirla
per
T attenzione
questi argomenti
ecc.
no
me-
potrebbe
nessuno
raccQUa portano i numeri
354, 369, 390, 418, 672, 722
loro.
le collezioni
di chi
sulle
can-
219, 261)
68
STUDI
del voi. I delta mia
nuovi
POPOLARE
difetto,potrei anche
ragioni
lor desidero
che
occhiata
di
siccome
raccolta,e
fa
le mie
se
Una
POCSTA
finora stampala, sicché
mai
non
mi
non
M
fronte
a
Ella
che
dia
di
fronti
raf-
minuti
per
propositoabbiano
quelle da
Lei
il
lore
va-
annunziate.
basterà
quel volume,
a
sempre
gualcuna
recarne
apparisca
questo
a
esempi
fermare
con-
a
il fatto.
il
Chiarito
perde
che
nel
nasce
del
essenzialmente
popolo,
dopo
e
gli
più
accenni
Vurria
vedere^
abbiti lu
obiezione perentoria
poesia popolare
quella
ricordo
a
la
un
re
mista
ne'
irregolarità
un
su
Re
concetti
la mente
e
indotta
solo vocabolo,come
ciascuno; de' suoi
dal
si
ver^iha
nel
il
certo
potrebbe
vi
vedere
i
giuoco
hanno
un
quali
ritino
me-
della
significato
vero
idee, e nel
dell'autore
nel
me
canti
una
cazione
nell'applie
primo all'ultimo
nelle
dà
cantoc
trovare
essa
per
vi hanno
Gu-glielma é
rapiditàdi passaggi
tale che
se
di
che
popolo-poeta.
normanno,
di popolari nel
qualificazione
parola, questo
tale
storico. Ma
del
Taotichilà
mista
risaputo
evidenza
canzone
d^immaginazione degli^ultimi versi,che
formale
ben
è
caso
o
avvenimenti-,
^nvemu,.,; e crede
contro
del titolo dì Maestà
di
più
ranea
contempo-
esser
infervorato
esempia
un
non
questo
mai
l'animo
e
sapiriunti'
in
e
giava
pog-
difficoltà. La
e
lungo celebra
hanno
non
la
meno
o
luoghi lomani;
tempo presente
Ella vuol
Sola
esso
fatto storico
un
può
noa
di
su
popolare, quella cioè
ricorda
se
stesso.
tempo
un
persone
che
fatto
che
importanza
sua
determinatamente,
meno
il
di
parte
gran
puramente,
canzone
il secondo
primo dubbio^
primo. Vi h-a
verso,
tutto
una
sì vaga
forma
traspariscefino
da' riscontri
da
che
co' versi di altri canti affatto pò-
NUOVE
relazione
polari.Che
? Come
quinto
al sesto
che
si
sesto?
e
DI
QUESTIONI
primo
legano letterariamente
che
vi è
ci
un
beve
Stati
dorme
la
sono
Capua;
e
Sicilia,il
il ricordo
se
e
indotto, sarebbe
il dotto
far
la persona
canta
per
questi Stati, come
sa
Puflia
letterato
sé, non
che
il
e
i tre
Principato di
mai
da
chè
perche
cosa
tro
l'alconsiglio dell'arte,
per
istruita dice
viiol mostrar
pre
sem-
di sapere.
determinare
a
mangia
"
com^è,
accennano
va
di
piuttostoche
indeterminato
non
perchè
si vanta
eh' è 'ncurunatu.
:
mezzanamente
11 popolo,
quali sieno
dice, perchè lo sa, di qual regno
non
nel recente
parlare,quando
intenda
da
dubbio, Tuno
nascere
che
fosse
tutt'altro che
quello ^he
tutto
di
nissimo.
comu-
Guglielmo li,essa
di persona
dice
»
Ducato
il semidotto
e
ciò che
per
panni
veste
è
parlandosi di
in cui la donna
da
col
dubbio
tempo fu
«che
battesimale
condo
se-
dalla memoria
un
osservare
parlando
vaitiau,mentre
e
possa
al fonte
tenuta
stata
dice: mi
poi da
è
già passato, quello cioè
tempo
essere
e
qual verso
due
meno
attuale,che
il
e
i secondi
del popolo si è del tutto dileguato,quando
Nel
verso
apparisce di
ricordo
un
69
POPOLALE
tra il
c'è,p. e.,
Quello
verso
4»0ESIA
canto
per
la carta
neta
mo-
.
beddu
Lu
Per
fosse
quel
che
de'
dopo
1140
rimpiangere
ha
Regnu
julu
a
che
all' aria
gamm'
riguarda il titolo di Maestà, che Ella dubila
re
di
quei
re
la monarchia
io lo trovo
normanni,
che
documenti
proprio
di
di
applicatoa'
stato
contrario
stato
timore
ha
non
provano
certezza
d'ogni altro
come
in
normanna
dato
con
all'autorità
Ruggiero II,figliodel
conte
in
addurre
io posso
re
essere
ed
Sicilia.
regia
Ruggieri
ratore
impe-
Fin
in
e
un
l'anno
dalploma
di-
di Ade-
70
DI
STUDI
lasia. Istituendo
de
FOFOLABR
il collegiode' canonici
latina di S» Pietro
persona
PORSIA
in
Regno
Palermo
Cappellapa*
egli decreta:
huic
nostro
della
Non
rem
diversamente
nel
decime
concedere
nel
ctnalifica
alla R.
electus solito de
M
spectum
1173
aj
del
e
llTf
di
ricorre
i^iù d'
cosi
li
in
pure
diploma
un
di Palermo
scovo
indigntisEcclesiae
riscontra
deiranno
Ofmill
pitalo, presenti scripto deelaro
postulavimus. Ed
te
tenus
in
Regia
Maestate
che
iscrizione
tenebant
nel
è
Palazzo
araba
che
quod
reale
V ab.
Adami
^
Giuseppe
Isidoro
La
Lao,
*
Piazzi:
LuMfA,
Regiae
Regio panormitano
MDCGCXXXV.
e
dice:
Ego GuatteriuSy
a
Parcive-
Ca-
universo
cum
stà
Mae-
Regia
sacra
hac^
qui
autem
ben^iis
a
que
Rb
una
tradusse
cod
e
»ct7iatM,voL
I
,
diede
della
pag.
3i9
e
ediiwn
ac
Divi
Imperiali» CapptUae Colìiegiatae
palalio
ac^
Ferdinandi
,
notis: iUuMratum.
II
utrimque
Regni
Panormi,
ex
R.
^
giero,
Rug-
Palermo, leggesi
È uscito al comando
di Sforia
*
M
a
e-
lermo,
seg. Pa-
4970.
Tabularium
regi^jtuiu
Sludi
e
polare),
po-
titolo
cui
,
alPab.
liane
sici-
caoto
del
Neìrorologio
di
dignità
in
Cappella cum
*.
diplomi
1187,
Clerico»
ancora:
serviebant
predieta
nel
questo
fninister
panormitane
hi
cct*
con--
Costituzioni
connato
re
ante
ecc.
Nelle
al
si
(iualtiero
ego J.
titolo alla
lo stesso
(siamo
volta
una
parte deUe
Dudum
nostri
consacrato.
Guglielmo
tania
di Ca-
vescovo
praesente Curia
Domini
regia medesimamente
et
sacrilegus^
la terza
di Aidone:
more
statis
e
il
1145
Cappella
Castrogiovanni e
di
thaniensis
del
la
ire
eondigne subjaceat.^
penae
^
vero
privilegiocontra
nostro
temptaverit;prò qualitateeommissi^ tanquam
regiae Majestatis
Si ^ua
e
^Iri
m
Siciliae
Tipographia»
0UB8TI"M«a
NUOVE
reale,aogasta, sablime,
State
le
prosperi
e
che
«
comunemente
l'assunse
mollo
cosi
più anticamente;
delle
glielmo, pag. 21, pag. 2i9
Dalle
qndàì citazioni
altrimenti
quale
che
fino ad
nella
il ticerè.
dello
avrebbe
non
entrò
nella
non
Sicilia; la
an
per
-
altri
o
il sapientissimo Robertson
le istituzioni
sua
lui
con
formale,
di
'.
"
la Mae'
che
come
re
Gu*
ancora
luogotenente
Stato. Se
detto
il titolo di Maestà
che
luoghi
il
il
Proemio
di lui il Re
popolo
più addentro
conosciuto
essere
usarono
nel
titolo
ma
oggi appella Sd MaistaU
avesse
forse
Federico
del
tradizione
rappresenti il capo
che
ad
poter dedurre
onoriOóo,
alla
i\ Europa dopoché
prima
e
serva
os-
corrisponde
comiilciò
in altri
ed
sembra
So Ecdlknza
ioùom^^ìdi
in
mi
dettato
significhinon
sta
3,
petui,
per-
il Piazzi
V, perciocché V
Tlmp.
Costituzioni,pag.
sue
bene
Sovrani
Carlo
llmperatore
Iddio
giorni
Dove
questa
titolo dei
un
i di cui
assai
che
ostante
7i
P"MK)LARE
preghrrere.»
sue
parola Maestà
la
arabica,nulla
voce
se
POESIA
DI
Storia
liane,
sici-
di Carlo
V
titolo formale
come
Europa.
£
al fatto de'
venendo
Ella, 0 Signore,
del
Tantichità
dai
in
Cuba
e
raccolsero
1
deUa
SulV
ai
mezzo
di lor
piacere
ricorda,conviene
di
io mi
faccia
ri-
palazzo della
Guglielmo
essere
piantatiper
Maistati)^ vennero
IL
veramente
italiano
ed europeo,
Palermo,
4798, dalla
orologio
che
al-
dini,
maggiore splendore. Questi giar-
di Sd
dovettero
In
li
quali
sfavorevole
argomento
quali torreggiava il famoso
Palazzu
Specola.
altro
un
che
canto
giorni
(lu
ordine
trova
ne'
giardini di Palermo,
Le
bellezze
straordinarie
di
riflessioni
R.
che
G.
vi si
se
una
Pjakzi, Direttore
Sumperìa, pa|.
73
e
seg.
72
STUDI
appostevi così
iscrizioni arabe
delle
di
clemente
Dio)
e
nome
e
attenzione, fermali
e
gnificoappartenente
«uoi
tempi
essi
:
I
e
di
luoghi
dei
dicendo
M
in
li levarono
a
cielo
sulla
Siciliano
Parigi nel
traduttore
:
Palatio
e
occidentem
qua
origine
diede
del
palazzo
al
p
una
m
'. Altri
a
Faz-
descrizione,
iu
r
extra
m
spectat, adherebat
della Cuba
tig.A.
di
che
casa
Tommaso
vaga
o
vella
no-
presentata al
la Cuba
una
presto
dette
ve-
d'Ischia,caduta
e
paradisiaca;e
ne
di
nella bella
chiamato
cosa
("MicheleAmari)
in
SieUia
soHo
il
di
Regno
nel Giornaìifasiatico, l'anno
(M. Amari).
alla dominazione
lip.Meli,
•
città.
am*
,
Palermo,
diretta
Longperrier, pubblicala
in
4850.
Viaggio
tradutto
giovani siciliani
nel sec.XYI
moenia,
Lettera
torno
come
principio è questo
urbis
'
della
fece il teatro
ne
giardino
un
zello scrivendo
un
sempre
voglia dall'uno
sua
anQteatri
II;fu da questo mandata
egli aveva
da
la bella
girando
gentileRestituta
e
di alcuni
mani
Federico
^
Boccaccio
•
la bella
che
nella
e
degli
e
a
dire di
a
adorna
il re
delizia,passa
giardini
belvederi
e
il cui
di
(I...*; »
situati intomo
che
che
ma-
padiglioniegli vi possiede !... Quanti chioschi,
Quanti
Re
modo
(al
viaggiando a'
ebbe
in Palermo
collana
una
e
la tua
qui
Guglielmo
(Guglielmo II)sono
re
piacere e
re,
:
oggetto
un
di Valenza^
Sicilia,
giunto
giovinetta;di
una
air altro
e
arabo
città,simili ad
di
gola
la
per
palazzi del
questa
a
i
migliore dei
al
Fissa
vedrai
1 Tu
guarda
e
celebrava
le
misericordioso.
e
Mobammed-ebn-Djobair,
e
POPOLARE
POESIA
DI
i85i
// Decamerone,
Y.
la Nuova
degliArabi
GugUelmo
1846,
BaceoUa
in
V, novella
VI.
Buono,
introduzione
di scritture
Sicilia. Versione
in^S.
Giornata
con
il
e
pubblicato
e
note
documenti
dal francese.
del
in»
lermo,
Pa-
QUESTIONI
NUOVE
DI
e
bitus
«
circas
regius appellatam. In
«
omnis
generis
bine
atque inde
e
Ma
ferme
viridaria
è niente
essi
furono
lontana
una
et
né
Habebant
»
eterni,
essere
esistessero
decimosesto
il Fazzello
quoque
redolentia.
myrto
potevano
che al secolo
vero
perché quando
ancora,
lauro
est
amoenissimi
borii
quo
hoc
Parcum,
daoram,
luxuriabant.
arborum
questi giardini non
non
e
milHum
passium
73
POPOURE
POESU
scriveva
rimaneva
di
affreltavasi
di
,
memoria
che
lo storico
,
tramandare
e
ai
È
e
evidente
dunque
ad
esempio
del
origini che
nella
antico
Risposto, come
poche parole
giustamente
ogni
della
e
catalane.
Tocchi
sempre
la si
trovasi
non
lib.
Ve
la
una
sua
distingue
Rebus
vili, De
meno
umile
nelle
potuto, a^ dubbi
sue
tamente
cer-
dir
opportuno
,
o
no
forse in
e
ogni
Ella
potrà riscontrarla
di
un
cosi
nelle canzuni
storico,canti
provenienza perlomeno
per
una
ricercatezza
urbe.
duae
nune
che
di
o
un
ciliane
si-
coplas
affetto
pietà,essa
semiletterata;
pensieri e
raramente
primum
di
in
d^Europa;
ne^ cantares
come
fatto
anche
ma
paese
passione d'ira^di sdegno,
siculis decadet
Panormo
in Sicilia
pure
tal qual sottigliezzadi concelti
^
poesia popolare
espressimi, stimo
rispettitoscani
gentile,riveli
ha
cato
invo-
della
si è
me
per
provinciad^Italia
ne^
Lei
da
la dice.
poesia
altra
occupata ^"
poesia popolare mista, siccome
Ella,sig.Professore
ed
e
meglio
non
col-
omnia
ea
data.
sua
lievi da Lei
non
Codesta
canti, è
At
il canto
misto
genere
e
et horlis
che
me
per
Tanlichità'dei
contro
parole :
hodie,ac privaiisvinetis
lapsa sunt
—
le
posteri;onde
in lucem
una
^spariscono
edUae; Dee.
pr.
74
STODI
il pòpok) la faccia
quando
avvenimento
OB
0
tersi
dae
prevenzione
non
accenna
forse
storia
si
Come
si
e^i
sua
perde
in
altri cenni
nei
qualche voKa,
si
parrà
chiara
ne'
se
ma
versi
seguenti. Un
parola
della
si
non
in
una
periodo qui
quando
costantemente
l'ottava
epiche
a
cui
non
argomenti
non
e
e
bonda
ab-
arguire
non
può
viene
av-
tire
men-
svela, ben
gran
un
minuta, è già
gente
si
aggruppano
si spezza
hanno
per
poco
,
un
Quando
molta
esattezza
siciliana
ottava
si muta
legate per
da'
sentenziare
in
una
poeti d'arte
che
periodi;
a
varietà
nelle
sono
talvolta
frequente
l'assonanza; quando
si è badato
per
qua
le rime
a
aire-
giudizio si ripetesimigliantemente
frase un
un'altra; quando le frasi
il
giungono
iperbato è
giomento perchè quel sospetto acquisti valore.
spresso in
la
? Essa
non
e
sfiorando
è facile
fórma
sistere
re-
avvedersene,
che
che
versi
primi
; una
vocabolario
sa
egli conosce
invece, questo
poi della
a'
nob
predilettoargomento,
quando
dire
di
o
al fatto che
principale.Ma
minutezze
e
libri:
sospetto di letteratura
simpaticaal
allusioni
e
suo
più
o
sussiego
consimili,e
luce al fatto
e
popolo.€he
nel
frase che
fatti
per
stringe troppo al
egli letto
bella
una
uno
con
una
che
quel giovinetto
di tali circostanze
aver
di
composizione,cosi egli senza
ed evidenza
scemare
con
e
stringersi e limitarsi abbasitanza
volerlo,vaga
senza
prepari
ottava,
nn^aria
celetmre
volte. Il poeta del genere
trasparisceassai
racconta.
infiora la
sola
vool
essa
vi si
non
lungo;
è
alle attrattive di
ne
che
raro
il canto
vi
sa
o
Allorché
sua.
trattasi di tina
se
quando
ottave
misto
è ben
POPOLAHE
POESIA
DI
certa
dì
e
do
quan-
zioni;
proposi-
si trascura
lunghe composizioni
epica, e
maniera
; allora si hanno
si tratti di
genere
le ottave
di rima
tanti
misto.
76
DI
STUDI
Si
Si
friscu
cercu
focu
cercu
guardu
trovu
lu
celu
S'jia campu,
Si m' assutterru, s*
si
E
Ma
quanto
yaju
di S. Ninfa
canto
seguente
la
apri
balata,
m'arrifuta.
differiscono
non
dispirata,
praibuta,
è
'nfernu
lu
a
*,
si muta:
vita
la morti
hiata
la strata.
celu
campu
S'jia mora
mi
s' astuta,
focu
non
n
POPOLARE
lu ventu
lu
S'jìa caminu
Si
POESIA
dai
popolari? Nel
veramenle
lo amante
racconta
tutte
le
sue
arti d^amore:
fici surci
Mi
mi
Ed
idda
fici
mi
Je
cacciaturi
Diu
Idda
ddui
Cu'
A
Pir
Hiata
soffiare.
manu
della
forti
vita^
sta
jeu pi
e
a
t
iddai
i contrasti
vi trovo
perchè
popolari misti^Cosi
ddui
mienzu
catini
e
li mia
m'
non
ili cu' fa
aju persu
;
cagnuledda;
ne^ canti
sugnu
tia
calamita
pati pi 'na bedda
altri
carciarasti
Mi
^
mia
;
pati pi 'na bedda!
si
pi
ad
'Ncarpita \
ficimu
anni
si
si accennano
idda
idda
quantu
preferisco
lo
ed
quantu
mori
di
calannlredda
ed
ora
di deci
Vidi
pur
riturnau
Je
Oh
si fici 'attaredda,
fici acidduzzu
Jeu
Gchiti
E
'manti
la roè
E
arrisicai la vita,
e
sta
è questo:
rimili,
arreggl,
liggi
privil«ggi.
pronunzia agrigentinainvece
Quest' hi si pronunzia presso
che
a
poco
dì «tato
come
da
dai
tialarU
fiatare,
tedeschi
VUa
habeUf Haut,
*
Ck)ntrada piena d'alberi in quel di S. Ninfa
(prov. di Tra^paui).
di
NUOVK
car' amanti
0
Mi
vidi
Questo
la tot
t'ha
Gcu
contrada
tobre
deiranno
del
però
vi
Ballo
abbiamo
il
certo
e
il mio
una
il seguente
dice
ragazza
il
le
Mi
Questo
Mi
^
Una
e
di
Gurmi
curmi
mi
£
si cunchiudi
B
ddì
mi
stuja
fa
ddà
di
di
a
quando
asciuga
il
la
su*
sure
le mi-
macinari^
1' amuri^
lu suduri.
'ntrimujarì»
li
lu
misuri,
'fTacciari
a
nostru
come
aggiungere
Gibellina
e
macinare,
pericolo:
a
la vutti
a
le
a
porta affacciari,
l'inchi
porta
più
di lei
peso,
consimili» la
ogni altra,le ricolma
cdtu
la
le canzuni
ora
una
raccoglieva
in altri
la mandi
non
mannati
a
mi
po'
variante
mi
tutti mi
E
piuttosto che
Stefani-Perez
la mette
mia
Prima
permetto
De
di
m' ha
a
Vigo;
ne^ canti. Anche
quasi sempre
pria
nun
searrìca
per
di donna
s'è innamorato
mugnaio
Vidennu
nelPot*
delFilospitalità
Taffettaosa
alleggerisce il
mulinaru
quando
poesia popolare,Lionardo
madre, che
Mamma,
Lu
Etna
monte
sìg.Ani.
dorè, la fa macinare
ecc.;
ardita .yendenuniatrice
una
canto, in cui» come
alla
comparire
sdilleggi!
tu
fanciulla»fu quella dalla cui bocca
perchè il mugnaio, che
vede
t' affliggi
linguaggio
vaga
gentile amico
testé
da
godei
trovasi
quello d^uomo,che
donna,
cori
in
nostro
seggi
non
sul
vi
scoilo
fistiggì.
e
e
di
amatu
confratello
lustre
'manti
77
POPOLABE
pumpusi
io raccolsi
canto
della
stì
a
POESIA
DI
jochi
ca
sta' sidutu
Tu
e
QUESTIONI
:
mi. li Cttjnpenst. li misuri.
amuri
*.
tipo di poesia popolare.
una
satira
popolarissima
78
STUDI
delle
l'ultima
quali
Carini.
da
miglia
nove
9«lta
la
Napuli vecchiu
:
Vienna
Gercu
la
Munta
a
cavallu
di
eh*
Appena
Si
Ca
di
Bonu
Vulivi
Vienna
e
Si dettiru
Napuli
Di
Un
corpu
Stratelli
un
unitu
Napuli, sempri
Chi
sta'
Napuli,
Facennu
^
S'alzò
la
a
gonneUa.
a
carvuni,
potti addumari,
nuda
l' affari
miliuni
spata
'mpurtanti
si' carni
a
sta
tanti»
e
fari
senza
nascisti
sempri
mari,
cafuni,
novamenti,
suggettu
cci
a
minnulata.
cucini
forsi
Eranu
jHsciau.
mancu
e
e
lu
pagghia
jamu
r amici
"
guirriggiari
;
la santa
—
cci
e
pìsciau, 'un
cci
Vienna
E
*
terra
n
Vienna
di
'ndrizzu
pannizzu ("?)
chiacchiari
fari
facisti
Lu
lu
mancia-maccarruni,
veru
cu
la fazzu,
avvicinau
fadedda
si' bonu
nun
mi
amtninazzu
è
Vienna
la
spinciu
Napuli
nascita
a
e
feru
cu
porta per
mustazzu^
e
truvirò
e
e
cinque ottave,
capizzu.
donna,
è
forma
siccomu
E
lu
è in
CarlM"iiara.
musca
cu
cunsari
Vulennusi
Essa
intiera;
(?) non
Cantro
Dissi
POPOLARE
POESIA
provincia di Palermo, raccolta in quel di
soprattutto nella
Cinisi,a
DI
nenti.
custanti
li zefiri venti,
di natura,
brutta
figura.
—
tìtolo:
arristari
Napulì, pò'
E
ti
nun
Dunca
eh'
ha^
fattu
Chiddu
cbr
Napulì,
si
mali
Stu
tó
Lu
i
Lasciando
o
tò
tiva
schitta,il terzo
parola donna^
sesto
che
la
come
esser
in
volendo
^
uso
esser
Ghirlanda
voce
di
diri
mal
nmlura!
i poeti
sì rivela
d^invel-
(più presto
solo nella
prima
sostituisce la siciliana
riceve
la
e
fallo
mu-
dopo la
sospeso
il
tresì
al-
è delitto di lesa
popolaritàil
dal verbo
ficiato
(v.4°.);arti-
verso,
vulivi
impopolare
deirottavo,che
concorrono
non
Osserverò
senso.
a
io
formar
il sesto
strare
potreidimocerte
frasi
i quali
ignoranti di Sicilia,
in
popolari si guardano dall'esprìmere
di vergogna;
tulio
frasi del quarto è superflua; al
quinto
quelle.che
canto
popolare se
ottava
minnulata
presso
;
Carbonari) e
rimaner
del
mannara
queslo
delle due
è il concetto
molto
in
nella seconda
gara!
il poeta semidotto
diviso
Napoli (v. l''.)
vocativo
cosi
lu
e
diventa
dovrebbe
non
tò
*.
arripara
mmca
verso
una
jusu.
figura?
la
di satira a^
la voce*italiana
ottava
di
sepurtura
s'
comu
passi dove
Napoli che
a
tutti 'n
che
la
e
brutta
mmannaggia
parte, osserverò
vasu,
carogna,
testi sutta
purtati
Fòru
parti
li to' fumi
megghiu
Lì
lu
gìurranna di vriogna
faeisti età
Comu
prusuntusu,
di
sapia ch'eri
fu
Napuli,
lu
li
a
casu
e
figura
servi
chista
Ma
la
cunfusu,
numaru
eehiù
fari
non
7$
IH^OLARE
pirsuasu
lassari
Yogghiu
sgarrasti di
la
^Ifa
DÌ POfiSU
QUESTIONI
NUOYB
vergognosissimo.
modi
80
STtDI
comilni
il
tutto
potato
la
triviali
e
a
quelli
il
pertanto
gli
persóne
E
sperando
fìnora
niente
che
preziosa
e
15
la
Ella,
stima.
1871.
lo
e
alla
fine
quali
e
mia
Signore,
o
altro
di
preghiera
amicizia,
agosto
il colore
Alle
devota
dice,
esso
il
fine
in
avrebbe
lasciandone
di
sannu
littra.
popolarissimo,
stile
che
popolo
celebrate:
avrebbe
non
in
de'
e
E
non
le
sue
componimenti
sapute.
dò
esposte.
che
che
è, ripeto,
danno
questo
con
circostanze
com^
che,
POPOLARE
Osserverò
componimento
apparenze
di
che
ma
sapere,
cura
sono
POBSU
concetti.
i loro
vi
canto
DI
di
volermi
gradire
già
lunga
troppo
mi
faccia
non
mi
Ella
l'attestato
buone
rimane
lettera,
ragioni
le
da
gere
aggiunla
continuare
della
mia
sua
cera
sin-
POETI
I
Vorrei,
sotto
di
e
di
viva
per
via
d'improvviso
che
più
li ba
e
avrebbero
nel
da
esso
in
e
a
loro
della
poesia.
nel
Fullone:
ne
del
volgo
del
solo
un
letterato
rimanente
saprà
delle
anche
persone
dei poeti da
G*
PiTRè
—
può
il
nome,
e
ad
sapere
neir
,
indotto,
bui
o
toga che
SiMdi
di
non
che
de'
non
delle
modesti
po^ia popolavi,
nella
quali
fa ?
anni
il
bre
crePietro
invece
incipriata,e
a' fatti
tiene
umili,
manovali,
e
e
Tutti
più
il cavatore
ed
del
conto
fitto. Cerchisi
d'arte- azzinrata
utili
dìfiì-
son
esempio,
più comune,
d'avanzo; perchè la storia
altolocate
quanto
compete
dugent'
siero
pen-
propagala
e
moHo
esse
ne
se
del
altrettanto
ad
posto che
nata
ciò
i fatti tristi
questo
per
tenuto
è tutlo
poeti d^arte,e spesso
poesia
popolare
essendosi
Chi
fabeti,
anal-
Sicilia
la storia
per
le notizie
illetteri3(ti fiorissero
avanti
mettomo
e
della
Ma
esso.
non
religione,
preziosi
letteratura
valere
quanti poeti
de^
ad
in
Onora
giorno. Con
del
quella
per
raccogliere,
grande
storia
e
mezzo
della
studi
agli
cili
popolo
la
amore,
elementi
degli
quegli
di riflessione, uva
via
per
cantato
privati
e
ora
hanno
colpiti:T
lieti, pubblici
di
fantasia,di splendida immaginazione
inventiva,
pronta
SICILIANO
titolo,poter parlare
questo
dotati
che
POPOLO
DEL
se
più
però più
che
haiHio
^
82
STUDI
POPOLARE
POESU
DI
'
saperlo il privilegiodella
senza
fallo
la
riconobbe
ebbe
che
dire
a
il
sebbene
soltanto
tutti
tra
d'ispirazione il più
gli
il
di
Aristotele
gliori
mi-
di Calcedonia
uomini
in
compose
belPinno
toccando, colla maggior
neir
armonia
nella
fermerò
difetto di notizie mi
In tanto
copia
poesia. E
nel
e
delle
rapidità,di
movimento
che
fosse
della
lor
al tempo
alcuni
del
mai
maniera
presente,
quelli che
tra
verso
riuniscono
immagini
prima
i
che
meno
non
della
pregi
tutti
del
basso
popolo:
d'ogni
carrettieri,fornai, cavatori,contadini, tnestieranti
genere.
Non
il dono
della
saputo mai
ho
poesia:e
che
i canti
un
marinaio
e
cale,per
non
lo
per
non
pescatorìi
non
si contano
marinari, per ragione de' loro viaggi, hanno
tutti esotici
in
dispregio,i
canti
dito.
a
canti
più inglesi o americani,
dire
avuto
avesse
marinareschi,
sì pochi che
quellipubblicati,son
come
vera
di poetare.
ingegni privilegiatison
Codesti
in
durre
pro-
fatto.
stato
I
quale
cosi i suoi
fece
Platone, che Ginnico
stesso
il quel
Platone,
facoltà
di Siracusa
più ignorante
momento
un
di
repentina ispirazione; onde
Maraco
versi; e lo
nella
poesìa
vera
nella
canti
V autorìlà
invocare
gioverebbe
poesia.Contro
vera
quasi
e
tengono
e
i cantatori
patrii.
I
poeti
di
meditazione, intendo
quando
riposo del pomeriggio
d'amore
essi
non
gli otto
sappia esseme
vanno
o
della
a
e
sera.
pongono
comilletterati^
fatica: nelle
Se
per
che
con
paia fatto loro, o
essi stessi gliautori; questo avviene
di
canto
metterne
estemporaneamente,
passione senza
cioè
ore
trattasi di un
perder tempo
versi: lo fanno
gagliardia
si
dalla
smettono
sempre
sieme
inpeto,
imche
allo
8ì
STUM
Talora
nomini
codeste
la rima,
cercare
a
di verso;
un
remulo
sfide,e
rimasto
son
paiono imparate
vista
d'
dalla
bocca
del
occhio,
visibilmente
solenne
e
Il volto
rosso
di queste
onde
franchezza
de^
pun^-
si
improvvisate
poeti
gli occhi
si. agita
a
brillano,
e
l'ispirato versoy
esce
di
il corpo
tutto
li
poeta-
proposito della
Galenno
ricordo
un
luogo anche
aver
di
«
Colà
sei^ guidato
da
de'
padrini
\
ecc.
A
e
i miracoli
verso
poi
fiere siciliane. A
i
del
cinque poeti :
A.
ad
scarparo,
uno
poetarono
figliocci de' compari
in
tatori;
spet-
fa
piano,,
di
Bruno
G. Pagano,
d^
Salvatore
e
do
celebran-
gli obblighi
santo, ricordando
verso
le comari
,
vennero
a
lizza fra essi: tutti
proposilo di quesli obblighi vedi
BdtHìla,
mila
in sei
ael
la
mia
lettera
Reinsberg-Diiringsfèld
sugli Usi popolari siciliani
vanni
(24 giugno)
Battista
padre Salvatore, ferraio;
suo
Uno
Misterbianco, agricoltore.
e
nelle
usci il santo
mezzogiorno
agricoltore;A. Pappalardo^
la vita
questi improvvisi^
cinque
erano
posto sulla bara,,e vi salirono
anni
di
festa di S. Giovanni
egli scrive:
al tocco
¥00
piede
un
quaUcuna
l'atteggiamento
come
quali sogliono
^
;
contratta
Vigo ci ha serbato
i
della
paò
o
di un'ottava
a
si
arte
gata,
tutta» la bri-
a
quali piuttostoche
si f*
ad
deve
mezzo
assistito
sorpreso
tutto
e
di
ad
olezzo
lasciare
deve
argomento
memoria.
a
città,in
contendenti
nessuno
risibiirssima. Ho
le ottave; le
succedono
de'
trarrebbe
ne
in
il vino, che
si leverebbe
rumore
genlissima e
grave
luogo
haano
scene
a'^poeti. Nessuno
somministra
e
popolare:
donne, ispiratoresempre
e
fermarsi
POESIA
DI
PaJecoio, lip»d4
Tot*
usarono
alla
nella
Baronessa
festa di
Ida
S. GiO'^
Ciiorn. di Sic; iS71, 2* edizione»,
I
siciliana, meno
lava
sestina
gli ultimi
con
il campo,
tutti
e
al
DEL
POETI
volta
versi
come
dal sole
fu
quando
in
Noto.
nella
Quivi,
(
proposito de^
di
S.
jetij i
queir
tu
anno
,
d' occasione
migliori del
lì,ma
e
occasione
in
I Nessuno
ore
tutti
Skilia, e
io
sa
cono
di-
nostro
sia delle
terre, ed
passa
un^ora
senza
che
santo
nulla
nelle
(e più le donne)
tu
popolari iiciliani,pag.
oda
66.
amante
le
sue
rac-
puin
estemporanee
invidiare
da
hanno
messi, sia della
è tanto
a
dicono
che
nostre
stano
re-
gne
campa-
vendemmia:
viene
del
non
si diffondono^
quella gente
tuUodi
raccolta
intento
Canzuni
di
Martino
essi accadono
ccmzuni
canzoniere.
cantarellare
del
popolo
glia
mi-
la festa
anno
secondo
me
Di
giovani,che
sette
o
patrimonio
nostre
glialtri
tra
ogni
chiesa
bellissime
secondo
nelle
Canti
piglia da
guari M.
è
non
santo, che
poiché quella gente
^
di
frotta di
una
di sei
divenute
tali odi
comuni
nella
esposti con
che
ne
provincia di Siracusa, a poche
trovi
del
che
qual-
ma
lo soddisfa,
certame,
canti,ricorrendo
bocca
miracoli
due
miati
pre-
non
diletto
tanto
questo
scrivea
pomeridiane
ore
cpgliere dalla
alle
miei
Corrado,
nelle
Furono
»
in molti
Avola, paesetto
da
K
poeta, che
oltre
per
ìnstitutto
avviene
stesso
e
il
provvisa
im-
io la concederei
palma,
immaginazione.
estesa
dalla bara
antichissimo...
Lo
la
la
sciò
la-
nessuno
immaginosi
facili ed
darsi
si arresta:
bruciare
e
quale adoperò
baciate:
rime
a
egualmente
fa scendere
lasciarsi
e
due
il
quattro. Il popolo applaudiva o taceva,
e
incespica,0
0
a
Pappalardo,
dovesse
se
85
SICILIANO
del
ferraio,perchè di più
tutti
POPOLO
a
lavorare
canto, che
canzoni,
che
non
sotto
86
i
raggi
lavoro
E
l'OESU
POPOLARE
sole fanno
sentir
STUDI
cocenti
*.
DI
del
»
questo avveniva
pratica duri
anzi
il baccano
tra
sentirli
chiesa
una
meglio valessero
che
fa
pochi anni
a
miracoli
e
i
conoscere
nel
a'
già
si
quale
i temerari
e
di G. Cristo. Era
giovani portati da
rinomo
dava
Carini
i molti
Tra
ricordare
di
conosciuti:
,
brontese
classi del
provincia
Carmelo
Giuseppe
^
daila
Canti
di
non
popolari
Favilla.
non
molta
Antinoro
vero,
se-
i presontuos»
che
di
e
di
e
tralascio
hanno
levatura
mai
ma
Celestre
Sala.
La
tutti
son
facile
tip. di
A.
Macci,
G.
il
delle
e
i palermitani
Costoro
infime
Talfabelo.
veduto
illuslrali da
da
Palermo
d'Arrigo
verseggiatore
Casteltermini,donde
ed
Antìnoro
provincia di
Stefano
giova
Caltanissetta
il borgettano
siciliani raceolU
Siena, slab.
Vincenzo
la
per
Calafiore
brevità
per
che
e
,
tribunale
pare
Girgenti Giuseppe
Catania
Papa,
popolo, e
di
era
Siracusa
Ignazio Salnitro,e
altri che
Poeta
di
provincia
Salvatore
ed
faceva
pi eantarì.puisia.
è
la
la
il cefalutano
ma
poesia
a
vita,
poeti viventi priviaffatto d'istruzione'
per
per
alla
natura
e
preparato
palestra che
una
la sentenza
venne
Cianciana;per quella di
Noto
di vederli
celebrando
inesorabilmente
punivano
i; dì qui
il frastuono,
distinto
luogo
sopra
posta; ed un'intiera giornata consumavano
morte
Sicilia,colora
da tutta
popolo impaziente
un
poetare salivano
dalle campagne
convenivano
anche
la
se
so
maggio, fé--
improvvisare. Tra
nello
di
(non
3
tuttavia)in Carini, nel giorno
paesi vicini,talvolta
dai
e
fino
pure
Crocifisso. In
sta del
ùet
la noia
meno
è
queir egregio
Pitrè
1870« pag.
5.
ecc.
^strallo
POETI
1
ciana
ed
ogni
lato, spesso
intiere
r altre
L'omu
in
quella
invitato
chi
fatti
la
e
"
Fallo
lei canti
chista
non
nuovo
la
Starano
Qadia
Rimira
Io
paisi
pag.
prie
pro-
del
casa
Di
dicendo
paese
,
paura.
di
poche
li
Ariana,
è
più
:
Siete
compagna
tutte
mi
diaae
bella
13. Roma,
tra
guerra
la
che
mia
quale
tutta
cui
riferisce
Italia simili
esempio
un
come
a
trovasi
composti
questo
da
:
eduel...
:
di noi
bella asiai
è
poesie
sue
rimirai
compagae
più grande
avea
finisci mala.
cci
al tarolino
lo
che
pigliava;
la testa
cu
notò
questi improvvisatori,di
doe
chi
acchiana,
Do'
vai ?
due.
—
;
più beA^a di toì...
SiudU) comparativo sui canti popolari di Arlena
RCLLi,
come
facia.
cci
popolarissimi iu
glidisai
Toitra
teni
nun
guerra
guerra
in
lersera
V.
'i
contadina
d'amore
quel
famiglia,e riferi non
vi lu dicu
Ga
nella Teresa,
cu'
e
Prussia, della quale
Pursia
Jia
di
particolarmente sulla
e
Napuliuni
La
di dar
le virtù del valentuomo
lodò
casa
sugli ultimi
Frauda
le bellezze
parla
di tutta la
e
tro
popolo, i quali, d'al-
Cianciana, nella
paisi cu* scinni
stu
del
componimenti
che
cose,
Nni
confonde
e
scrupolo
in
giungere
suo
popolari poetiche,
tradizionali ^
egli cantò
,
E
si fanno
non
ottave
primo
Giovanni
tra
vi mescola
tanto
Anti-
canzone.
tradizioni
soglion fare i poeti
piH"pricome
Al
te nostre
volte in Gian-
più
antica
qualche
largamente
conosce
iioro
dettata
averne
per
87
SICILIANO
Io ha chiamato
di Giovanni
sig. Gaetano
POPOLO
DEI,
tip. Sinimberghi 4871.
per
Fabio
Nanna
-
88
STUDI
ha
Boro
canto, la
addi
22
i870
aprile del
Quannu
'nti in
intra
Ed
La
mamma
Unn'
Questa
mumentu
un
lu
è
storia
è
al solito,rassegnasi
del
santi
Maria.
de'
cielo
pe^
quali
È degna
poeta, ed
è
nostri
divoto,
è
che
dalla
di
uno
quando
il
in iscena
peccati,mette
presenta
e
esser
Aragona, il quale
non
Cristu
Ga
eni
tnttì in
Ma
senza
E
di Ragona
Io Ti dico
tintu
la virila *:
sdignatu
paradisu
li
e
sai
unn
pìrchì;
purtà
n'arristà,
jera di quannu
il vero,
(e però posso
nasci
tutti in
confessali, ne
cunfissati l' assurvì.
E
Ca
cu
bizzarra
andati
stato
era
tutti i
interceditrice
tirata
una
egli dice
come
zione
puni-
una
come
caso
quantunque
vi caminu
L^autore,
più punti commuove,
nascila:
Jia
^
li strati:
di osservazione
i poveri morti
sclude
faciti;
prendere
a
:
lu diciti?
mi
in
parti
decullati.
e
gridannu pi
lunga, e
di zolfaia con
iti!
vi mintiti
figUu me,
Gasteltermini
trimatl
'nfìemu
la morti
va
divenuta
comincia:
e
addumati,
santi
Prjgati all'Armi
poeta, l'Anti-
la intitola: Li
bampi
su'
surfara^
è
Pdà
pirrera vi ni
la
a
Unn'
Egli
nun
eomu
e
frana
una
di S. Giuannieddu,
surfarara,
0
in
avvenuta
lavoratori.
e
poesia,oggi
sua
eadendo
poveri
Surfara
di la
una
catastrofe
orrenda
di molti
morte
di
fatto argomento
Zolfaraio
1870.
del
settembre
nel
Questo
POPOLARE
POESIA
DI
;
dichiararvi).
del
radiso
pae-
tristissimo ISn
Vedi
Gesù
«
Fatti
ne
Yurrìa
.
amici
ad
pregio. Pare-che
egli
fotte davanti
ottave
di andare
T animo
a
tare
poe-
canzuna.
tempo
un
palermitanadel
Vincenzo
e
politici,
tutti i popolani
:
Antonio
maestro
rivoluzione
anni,e
patroni di Missina,
emuli
ed
Cianciana
e
in
jiria 'mpruvisari 'na
Fri
Suoi
essiri
•
36
ha
delle
sente
città di Messina
:
fini !
munnu
in una
perchè
Giovanni, egli si
nella
arranca
lo tengono
rispettanoe
80
SIOUANO
poeta f Àntinoro
accorga,
al Di
spaia
la cruci, lu
tirata d^un
lo
se
Cristu la
E
POPOLO
DSL
POETI
1
Àrcuri, che
1848
Castellermini
in
sono
ha poetato salla
sugliultimi avvenimenti
e
Castelluzzo, soprannominato Giovino,
di Castelterminl
Più
valente
deir Àntinoro
assai
Salinitro,de^ quali ho già
popolarinel
Papa
anni
,
tutto
campagnuolo Pasquale Biggio,suo
poesia,ve
lo ecciti;
nel
siciliana,
non
La
religioneè
ed infiammato
offesa. Anch'
ed
in
anch'
non
la
suoi
sempre
nimenti
compo-
che
gliene
da
egli sa
a
narrassero
concittadino
egli si
caso
e
rivale in
va
all'otta-
rimane
praticacolPottava
nessuna
il
epica.
principalesua ispiratricee consigliera,
coloro che le fonno
contro
essa
scagliasi
poesie d'ogni
glisi
quale
avendo
egli da
estraneo
e
sui sessanta
egli improvvisa, specialmentequando
il destro
del
melo
raccolta,ò Car-
vecchietto
un
Qualche volta
meditati.
son
e
rie
riportandone sto-
spiritodi poesia.I
e
vena
Celestre
della mia
di Cefolù
contadino
,
venga
fotte cenno
volume
secondo
del
e
la parte
sua
di fotti
contemporanei,
poeta del popolo li ha
vero
genere.
consacrati
Gettato nella campagna,
tutto,se quivi stesso
codesti folti,
e
od
non
anche
rebbe
rimarin Cefolù
gli si leggessero
90
perchè
in
d^ti
consacra
di ottave
serie
noa
se
quel
altresì
al
giudicatoalla
del popolocol quale vive, pensa
Prussia
La
cu
lore
va-
argomeOito della
apprezzatie giù
nostro
è
quella
que
sospira.Il Papa adun-
Rignanti su'
Sti dui
Di
punta
li
Ora
cunsiguenzi
li
Tutti
regni
h
nni
liti.
spietati,
accaniti^
veru
si li misiru
a
sunnu
spati;
sintiti.
scuucirtati,
sunnii
diversi Rignanti li vi diti
E
piaciri^ti Si^pranit
Si passanu
guerri pri cosi di nentif
Fannu
li
Fannu
macellu
E
a
mannanu
di
li cristiani
la morti
Ginirs^la,culunelli
e
cavallu, fantaria
Di
Lu
sangu
Nni
suldati.
pruvvisionicu
Fannu
là morti
MaHru
FUippu
gentb
capitani,
li
cu
scurrl, ed ha
paganu
itialoghidi
tanti
sargenti.
fattu funtani,
li 'nnuccentì
e
luGiumaUiia
*.
tM'Amieo
M
popeh
eli Ptticrino.
*
È
mazzanu,
ììfì*
parafrasidel
e
li
re
bel
proverbio:Li tuMati fannu la
$'abbrQZzanu.
-
poeta infatti
stregua,che
e
la Francia
Su' sii dui Regni nnimici
l
del
cosi:
canta
1
saggio
come
sua
sopra
falsi* Alcune
non
come
volgo. Il
seguito
composto
fatti vengono
in mezzo
dice ha
che
solo
riporto non
poetico del Papa, ma
colla quale molti
maniera
dicati scendendo
vi ha
che
reca
(1870-71),
guerra
esattissimi certo
non
io
queste ottave
egliavesse
che
deirultima
attenuamento gliavvenimenti
di Palermo
diario
qualche
della bassa gente '. Sembra
uso
di
POPOLABB
POBSU
dialoghi siciliani che
nei
ad
m
STUJ»t
guitta
e
t'om*
92
STUDI
allo
seria
e
resa
di
il poeta
essa
Re
Si
leva
l'ermu
dice.
ha
sangu
la conchìusione
Sta
Comu
aveva
Tuttu
lu
Ora
E
nel
quale
statu
milli
La
a
la so
a
atta
dota;
so
/
'mperaturi,
rota;
jucatori:
'ntra
Papa
ha
è
il
'na
vota.
partigianode^ Prussiani,
un
volgo
della sua
fatto dubitare
vari amici
tutti mi
*
un
fino
a
un
certo
pregare
air uopo
una
ignoranza;
punto.
ma,
tomi
rivol-
confermalo
formalmente
hanno
contadino
Ultimamente
*
tali
*,
la dinota^
la so
misa
è
la pagaru
egli,il Papa,
esser
terra,
di poetare franca, elevata,regolare di questo
maniera
poeta mi
del
suprajuri,
pri
era
lo fu in Sicilia tutto
come
la
fa raucuri
e
e
manu
munnu
succedi
fatto cenno
chiovì,
quannu
e
cose
questa:
'na
di^ttura, Carmelo
^
comu
si lamenta
sutta
supra
Gcussi
A
Comune,
abbassatu
è
Ca
flnire è
si la scrivi
guerra
in evidenza
di
Francia
La
fa 'na risata;
Prima
è
Alla
la saluta.
e
assuppatu l'arvuli
S' hannu
E
trasi
ba la virtù di porre
della
periodo
de^ Prussiani.
che
cci
e
che
non
Lu
POPOLARE
l'assedio
vede
Gugghiermu
Lu
Fautore
breve
POESIA
squallore durante
pitturavivissima
che
DI
struzione
di-
digiuno assolutamente
gentile e eulta
suggellò
la conferma
ragazza
da
me
portandomi,
Si duole, si lamenta.
Il
giovane
del
Papa
e
maestro
la
di musica
sig. Carlo Graffeo, cui devo
famiglia Pintorno.
l'intiera Storia
POETI
I
i molti
tra
il
che
a
Papa improvvisò
illetterato
credere
nella
tradizioDali
canti
loro
schiettezza
Garminu
Megghiu
lu
E
lu
Culti vu
vigni
Io
A
si'
ca
cci
Io
Viniri
a
li to'
in
ad
"
^
s.
menza
pedi
di
scienza
m.
Sono, alcuni
;
lì santi
a
prisenza.
de^
è
mestieri
al
pari
,
la
sua
ridirgli
; ed
un
vedesse
forse
in
sarto
,
facilità di
risolare,
forno
bricò
egli fab-
di maestro
di lavori. Fu
CardiddUy
falegname
che
non
poco
soprannominato
ed
e-
è
dall'avere,giovane,.
sin^.^biada.
canti
della
che
monda
zappatore, giardiniere e ri-
muratore
da
K
menza
avastanti,
,
che
a
sunnu
privalo parve opera
uso
comunemente
Lavuri,
a
ed
Diu
a
sperto in questo genere
inteso
gnuranti,
di tanta
campagna
nulla
avrebbe
pujetu»
stravacanti
d'Arrigo
calzolaio
Un
metu»
furtunatu.
tia 'un
esercizio
Salvatore
tcH^e
pri
fidi
aju
neir
Versatile
e
la strata
omu
un
travagghiatu.
granni 'mpirtinenza;
'ntra
ca
è
lu
d'un
stt canzuni
sacciu
Lu
peni
poi
e
natii;
scujetu
è
Pitrè, sugnu
mia
Cugghiuti
non
fihci
mannu
:
l'aju 'nzurfaratu,
e
caru
la
Scusa
i
fui accantu
vota
Scusa,
'ntra
cci avissl
un
troppu
e
lavuri
fui l'omu
E
chi
miu
Eccole
campagnuolo.
povero
munnu
campati
Siminu
'Na
casa.
stu
a
in vero,
'nalfabetu,
eni
Papa
ottave
po' contumace,
un
semplicità affettuosa
e
'ntr' affanni
Ca
ingegno
quel
dettatile,due
lui
da
me,
per
9i
SIGIUANO
POPOLO
DEL
che e^li mi mandò^
popolaritradiziosali^
94
STUDI
alla
DI
guisa che
cantato
sempre
cardello
eglisi agita e
dovrà
serena,
a
a'
di
orecchi; di
da sedersi: la
secondo
a
lodare, a riprendere ;
Son
:
del
viene
di essa,
riportare
le
le ebbi
Cu
del
musa
altre
con
tutto
il
Vurrissi
cori
me
chi
murissi
Mi
'nciammavi
Pri
purtari
a
cci
facissi
a
di Diu"
Maria
e
un
tantu
so
attu,
ritrattu,
rispettu.
del
movente
e
di beati.
la
magine
im-
sua
sola basta
Cinque
per
tave
ot-
piacemi
Salomone,
lu Burgettu.
lu
tutto
per
lo scaldano.
d^ Arrigo.
d'Arrigo:
stu
persuadere,
cui
essa
dal
umile
concitata
e
componimento,
due
con
rata
JMaria Addolo-
a
giorno in
di tutto
prime
a
grande
portata in processione:ed
come
del
nel
rosa
nume-
ora
forte
ora
laude
sua
una
della
voce
leggende di santi
devote
Romitello,
con
posto
un
fantasia
sua
affetti che
,
e
il carattere
delineare
agli
religione
in Borgetto
nota
detta
di
più
quindi pie
e
È ben
lo
per
ed
lo
andarlo
tutti. Alla
gesto in
ed
volta
divengano
non
portia pregare,
con
e
a' sentimenti
versi
poeta
lo
dice
una
gara per
per
e
scorrevole,
l'argomento
attemperato
volto
te
men-
i villici che
a
e
cose
compone
i versi
partidella
del
sulle
versi;
domenica
i nuovi
ora
grave,
che
suoi
d'Arrigo è aperta
declama
ora
che
fanno
un
airalba, a
accoglienza cordiale
espressione notabilissima
bassa,
cho
mano
come
vede, ascolta
ripensa
tosa
storia
nuova
casa
ragunata
e
^orno
figlide' figlii
d'una
cardelli;e
notte
qualche
tutti ricevono
trovare;
Di
muove.
d^'Arrigo.La
casa
autore
i
cantano
egli li ripete finché
basta, ed
patrimonio
POPOLARE
poetizzare.Mano
figli ed
a' suoi
sanno
si
udite, mulinando
viste ed
non
ed
occhi
tutto
tace,
POESIA
paesano
com-
POEtl
I
Sempri
stu
cu
bascia
la me
è
chiamata.
gran
calamita;
na
si *ntisi
vuci
partu.
gualchi difettu.
di Maria
Chidda
mi
ora
Burgettu fu dda
lu
vuci
La
cummattu,
suggettu;
menti
si cc'è
Scusatimi
A
senziu
me
95
«GILUNO
POPOLO
s'ascutassi stu
OgnuQU
Cu
DEL
d'ogni strata,
"
*
S'arricampa
'un
Ognunu
Cu*
porta
Certu
matri
la
godi
sta vita
beni
Facemu
beni
Cu
chisti
grana
Lu
regnu
di li celi nni
'Nsémmula
Ed
Amàmula
Pri
cu'
Guida
Cu'
la cruci
lu so
Ognunu
cci
nun
Si
si
raccoglie,
*
La
Madonna
ha
'
A$sennari,
qui
*'
Diamo
s
Loquela,
qualche
si
cci
lu celu,
parramu.
a
ramu
lu
suprema;
chiama,
pripara,
veni, certu
Maria
a
a
:
la Maddalena:
cu
cori
Cu', pr' amari
Chiama
ddà
Maria, Maria
ama
a
cumpramu
ch'è cchiù
Maria^
nn' avi
pena
Maria, 'ncugna
cu
la
sua
la chiesuola
vale cimentare.
favella.
a
solla montagna.
:
la vara.
liqueras.
ricovera.
monetina.
*,
granu
arricugghiemu
di lu nostru
ramu
a
cunducemu;
arrivamu
Maria
cu
ogni
la
chi nu'
la morti
'
facemu,
gualchi
ognunu
Ddoppu
•**;
manu;
Maria
a
la vita
Adduluratvi,
li nostri
chi
quannu
muntata
gloria 'nfinita.
nui
cu
Assuccurremu
^
s'assenna
nostra
a
va
pigghiatudda
cura
a
Si nni
Ma
ha
quann'
Maria,
smarrita.
ogni pecura
^
96
STUDI
Porti
Tu
ha' amari
cci la sani
Diu
a
Perdi
Tra
i
i
stu
chiamata.
la so
partita*,
tempu pri chista jurnata *,
Ca
si onuri
Maria
Ti
porti 'n celu
a
miglioriversi
tema
d*
alcuni
quelli su
e
Ho
Arrigo, che
de' fattidel 1871
di diciassette
in
storia
in
Borgetto e
Colera
canta.
essa
air
a
bruno
ora
è
Nel 1870
la caricarono
se
bèi
in
entrarono
e
chiesa,presero
via
veniva
dendo
di essersi
le donne
leano
toglierloro
ciò vendicale
con
la
dei
tutti coloro
a
Dio
il cominciamento
lungo
un
ere-'
wo-
questo fatto
argomento di trionfo per la religione stessa
a' santi. Ecco
qui
che
non
credono
della
sua
:
"
Associali
*
E
non
ebbe
di
religione! D'Arrigo canta
un'opportunità per ferire
che
ebbero
che
protestanti
e
storia
proibita
vestile tutte
tirarono
vi trova
e
per se
di viva forza la croce,
e
un
ne
pel paesello.L'autorità
gridare, minacciare:
1870
santo
curiosità
una
gratinumero
in
convenuta
tave
ot-
Partinico,ed un'altra
dalle autorità locali quellaprocessione;le donne
dispettoe
del
politicacontemporanea.
del Venerdì
storia
seconda
il fatto che
Ira
storia in sedici
sua
una
sopra la Processione
Borgetto.Questa
stessa,come
in
dire
è quanto
quellisul
fatti di
in Ficarazzi
avuto
ec.
cilia,
ogni altro poeta illetterato di Si-
ad
comune
vita,
torcia addumata
cu
del
chista
'nta
più ispirali,
voglionsiannoverare
1867,
strata;
mutari
firita
la s6
fatti la
e
vita;
sta
a
Maria, 'uà
a
Si ssenti di Maria
Partiti, omu,
si*
mentri
bannera
S'idda
POPOLARE
P0BSI4
DI
con
altri,non
lancia il lavoro, e
è
non
andar
fa
solow
se
tempo perduto^e chi
perJi il tempo per
onora
Maria
ce.
un
sol
giorno,per-^
POETI
^vj
Sintiti
Li
lu
a
tiratu
lu sittanta:
spata pri là punta
la
Ca
la cchiù
La
megghiu zitidduzza
Di niura
'Ntra
tinta vecchia
s'aratnantau
dda
Cui
facia
La
cruci
scarricaru
Ed
ogni
donna
vara
s' hannu
La
strummintaru
alcune
che
e
misu
r
locu
Chi
mancu
Cci stannu
Cci
sai
Lu
Pri
pigghiaia
boni
li
Non
'
V'erano
'
Civette, barbagianni e merli.
non
pietreche
Cerfugiionigrossicome
'
Gallina pratajuola.
—
per
ottava:
terri :
sgarri!
—
serri.
fa rimarri
e
merri
barri
li me'
narle,
semi-
terri
*
3,
^;
?
pitarri*
mai, tolga Dio.
avvenga
*
G. PiTRè
chi
cucchi, varvajanni
^
tante
*
li serri
'nta lu 'nvernu
fàricci li nida
sia mai,
pigghiaisti
mia, 'nfazzi
pirchisu'
improvvisando*
ex-feudo
un
ciafagghiunacomu
sunnu
duri.
cori
egli fece questa
tristi,
di mia
chi
ari
lui pl^ese in
amaru
Stu
situari.
la satira,e sovente
Averti, menti
—
a
marci
a
gliriuscirono
Eu
gridari
Signuri.
li cchiù
anche
da
cchianari,
a
megghiu d'un pitturi"
chiancennu
terre
a
lu
paisi misiru
D'Arrigo tratta
giunta
frivuriy.
si metti
La
Tutti
dda
fu
si metti
cu
chi vulianu
lu
manta
pri quaranta.
Dicennu
Pri
s' affranta
nun
niura
si scanta
nun
si scanta^
nun
propria Chiesa
Ogni fimmina
Per
Burgettu chi si cunta
a
quindicid'aprili
S'ha
97
SIG1UA?«0
POPOLO
DEL
non
potevano
dar
fango neppnr
neU'inverno.
barre.
Studi di poesìCK popolare*
7
98
DI
STUDI
Una
Cusimano
nel
1869, quando
versacci, che
volevano
di li Cianibri
^
11
bellezza
il Cusimano
Giuseppe
certo
alcuni
suoi
di lu truvatv/ra
falla altra storia sullo
aveva
naturalezza; e quindi
e
gli leggesse
volerglidimostrare
per
Storia
una
d'Arrigo
che
un
questi gli lesse
essere
di molta
argomento,
comprendendo
forse
POPOLARE
improvvisava il d'Arrigo ad
canzona
stesso
POESIA
che
la
sua
storia
saputo far più di
avea
lui,esclamò:
Li
vacchi
Tutti
persi
beddi
Li
E
li
Y
persi lu
nta
malu
un
crapi persi
persi
orvu
donna
persi
La
bedda
rima
Di
li versi
Nun
sannu
chi
lu
lu so
La
lu
io
di
so
d'acqua, d'acitu,
fermarmi
vorrei
Potrei
SuUe
di S. Maria
'
Gianibre
delle Ciambre
r
chiamassero
della provincia
poeti che
sanno
compaesani Giuseppe
tra
nuare
conti-
ed Erasmo
Siine
ed Erasmo
alcune
opuscolo di Salomone-Marino
:
Bargello, Palermo,
a
55
laudi alP/mmaverso
Vislianiaru, guardiano di bestiame.
la troppa
questi Giuseppe Battaglia
da lui sofferta
presso
lermo,
Pa-
in
proverbio per
de'
dettato,l'uno
Carcerazione
vedi
vinu.
Capaci, comune
in
messo
annoverare
mi
non
in
né
giovane trentenne,
Baltagliella,
colatayl'altro la
;
grado di apprestar qualche
in
componimenti,
anni; i quali hanno
^
Pìppiuu
Don
de' suoi abitanti ha pure
Giambona.
;
fìci Cusiraanu
le tradizioni de' loro
detto
craparu,
rnatassaru,
persi
di Palermo, il quale
bonomia
carninu;
\iulinu
Se altri poeti,de' quali sono
saggio
*
vistianiaru
1870.
il 1857.
// monatiero
100
STUDI
(li Palermo
tea
flcaee in
POeSU
Di
si deve
POPOLARE
soffrire
quella poesto; ed
tacere) sembra
e
eccola
molto
ef-
t
Quali Dìisira sirpuzza
Di
la
fami
Gcbiù
angustiata^
nun
Si nisceniìu
è
Timumsu
e
trattinutu^
giustissimu Sigauri^
0
Vi dumanna
Calafiore
è
quaichi ajutu,
giovane sui trentacinque anni, pien
un
di
e
poeta, T
esser
scarpisata;
lu Gal alluri
Àccussi
*
l'armaluzza
pensa
Fino
cuore.
occasione
\o fece
egli tra improvvisatori.Non
e
compose
oggi, che
lui
per
cristiana: versi
L'anaore
il sentenzioso.
n^ento:
e
alcuni
canzoni
suoi
fare
un
com'egli-mi
che
mesi
tra
ha
glistrapparono
fa a'
Uà
caso
centinaio
un
impressione
di ottave.
in questo
si
fa
memoria
scrupolo
nessuno
nelle
dei povero
sue
nome
il satirico
detto, di
dalla
di
tunati
sfora
che
po-
genda
leg-
una
fatto
T imitazione
delia
mitologico,effetto
intieri versi
presentarlicome
Giove, Apollo,Venere, Cicerone
cune
al-
bocca
di due
di
e
senti-
delfa
battimazza-poeta.Calafiore
^innestare
canzoni, e
mi
di
hanno
cose
componimento:
poesia del popolo e qualche
molta
Due
ligione,
re-
gione
alla reli-
Ciaculli, contrada
miglia da Palermo, gli apprestò argomento
in
la
più d'ogni altro
della Fonderia.
avvenuto
credono
non
lo scalda
amorose,
compagni
amanti
hanno
ìe stampe,
corrono
sue
che
trovandosi
i Protestanti
contro
che
di
sapeva
venera
politica;
rima
coloro
sono
non
improvvisare
la
ama
terza
una
vent'anni
a
maginazion
d'im-
"
ecc.
nali
tradizio-
suoi;
—
Come
non
e
li
nosce
coeor
noscete?
da
gli ho
altro,che
un
li
ho
io.
ne
più
intese
FuUone
«d
stato
e
del
non
cosi
di
è
?
M.
bonu
un
che
sapea
inteso
non
io con
leggere la
'Che
cose
non
fuori misura
verso
la
canzona,
rente
apparia
Misesì
piscono
ca-
pato,
popolarestam-
canto
verseggia
(il dì
a
anche
Piave, insegnare
leggenda, il dubbio.
e
dei
ret-
tista
al libret-
"5he cavalli
stivali.Vari generi di componimento
con
non
che
potrebbe
e
di
Pietro
glichiesi
tante
Cala Gore
giunse
ag-
questa, che
persona
qualche
Verdi, F.
Paria,la
Ecco
neggia:
ma-
una
:
rabbischi
L'arburata
piaciri di
Cu
lu
stìssu
Lu
suli
Cu
lu riverbiu
tò
Abbannunanu
'na
Cu
ne
mosca,
ha
la
tò
la terra
Trema
Arie
risata
fatte di
quale
va
e
e
fresca
smunti;
li.stissipianti
cunsunti;
1' oceddi
'ncanti
scotinu
li munti.
invidia
la sorte
della
posarsi impunemente
sul viso
della
molte; in una,
a
che
donna; in un'altra si lamenta
limpida
frunti,
a
morinu
e
fa tanti
li santi
veni
la luna
cu
nni
la tò
appujatisupra
Tutti
sua
osservazioni
qualche
esprimermi,
maestro
fa rima
canzone
Gli lessi
consonanze.
torica,per
una
ci sono
dove
si scandalizzò
difetti delle
rispose;ed
eelUy Apollo ìu Diu
NeU'av^r
—
nessuno.
fatti s{Megare
soq
mi
me:
una
lo argomentate
sorpresa; ed egli:
da
di
fa tante
e
essere
di la vita umana^
li
Me
—
di ìu
nessuno;
Come
—
141
SrCIUANO
pianeta (T amuriy Cicerone
cose
da
può
non
lu Diu
lu
tante
mai
dì lettura.
sapeva
è
musici^ Venere
parlaturi. Sa
POPOLO
dimandato
Giove
che
DEL
POETI
1
acqua
a
una
fontana
lui assetato.
La
neghi
della
fontana, si
102
la donna
intende^ è
quattro versi
da
attraversare
Co'
Vi
E
la Matri
scarpisò
la
poiché
cosa
Però
nessuno,
e
santa
afiìrvuratu,
santu
sacerdota
'un
e
fu
piccatu.
chiarissima,il
che
io
non
l' autore
sì
conosco
'mmenzu
donna
il CalaRore
e
l'ha
non
dispone
risposecon
compagno
non
saputo scioglier
proporlo
a
Sala, il solo poeta grande ohe gli resti
a
Stefano
La
da consultare:
ancora
fìgghiau
all' omini
fìgghi nn' avia fattu vintidui,
E
donna
'n' atra
Poi
'ntra vintidù'
E
Appressu
pura
ddoppu
E
Salvatore
nun
e
l'annu
Calafiore
vi riuscirà
bastarda:
li 'nchiui.
musa
non
li
smammau
echini;
sucaru
vìrgini ristau
arreri prena
fui.
ha gran desiderio
ma
il
rustica
che
certamente;
saprà leggere, la
figghi 'nfascìau
cummari
la minna
matri
La
li
povìr'omu
un
Quantu
pei
vedendolo
e
divotu
di Cristu
quest'altrodubbio
'Na
visò
improv-
in Palermo
Campagna
la cruci
era
altri quattro versi
ricorda.
il Calaflore
poeta pel crocicchio
altro
un
con
patruzzu
un
rivirennu
Stu
seguenli
prete:
un
era
di
E
di
che
dubbio
passando
di lui. I
a' desiderii
un
Quattro Cantoni
POPOLARE
POESIA
sorda
formano
volta
una
de'
DI
STUDI
illetterata
re:
d'impararea legge-
giorno
in cui
fa dì lui
un
pel popolo,non
Calaflore
venterà
poeta di-
letterata
dotti,
Rimpetto
teguccia
dal volto
nera
la Chiesa
dei Benedettini
ed
era
angusta
bruno, dagli occhi
Bianchi
vent'anni
neri
e
fa
in umile
un
bot-
chiodaiuolo
circondato
scintillanti,
I
fantolini che
da
a
battere
da^ar
il
musica
PO£TI
DEL
lo aiutavano
ribattere
e
POPOLO
da
nel
mane
da
Vigo
nel
detta
canzoni, storie
campare
1857,
e
Tincudine
«
Assiduo
col sussidio
per
gua-
veva
martella,scri-
di
quella
monotona
in tutti i metri,
poemi
e
lavoro, sudante
penoso
sera
a
la vita.
tanto
103
SIGIUANO
sti,
ca-
fervidi, spontanei, pieni di fiducia in Dio, ne' santi
protettori,nella Vergine
La
Sala, il maggior
ed
affamava
alla
noto
volte
ha
io nel
capitale,più
affama
inscio
è stato
gesi
Dio
a
vaglia,non
di
cenci, e
dall'efficacia della
e
spera
il lavoro!
lavoro
Giuseppe
ritratto Stefano
La
nimenti;
compo-
non
mido,
ti-
chiedere; quante
osa
il
vero
rito
me-
apprezzarlo,
sanno
dell'ascetico
lento
al fuoco: il povero
rivenditore
Di Giovanni
la
sin
e
d'occhi
divina
lisce
giifal-
anco
l'efficace matita
con
bottega
per
i carmi
sonante
ogni dove
*.
»
toglieva il poeta al martello
fabbro, quasi cieco, fu
ambulante
dalla
e l'effìgie
pubblicato in litografia,
poeta si diffonde
malore
preghiera, e
elemosina,
non
Sala, e
l'ha
spontanei; Mioneci
Un
i suoi
stampandosi
è
ora
ributtato,ed egli co' figliuoletti
e la moglie rivol-
misericordia
ha
lo conobbi;
potenti, i quali ignorano
potersi avvolgere
ignoto
prima! Kiserbato, modesto,
quanto
a'
1846
marzo
Io sarà
di quanto
chiesto
Questo tapino è Stefano
poeta fra' rustici siciliani. Era
quando
ma
Maria.
costretto
di tele,di mussolini
e
a
e
farsi
di calze,per
lasciarsi cogliere dalla fame.
non
Nelle
prime
settimane
quest'anno il La
di
della Concezione
nell'Ospedale
dell'arte oculistica;
mano
^
Canti
popolari sicUiani, pag.
5€.
in Palermo
Sala
entrava
cercandovi
di
esperta Oj^èravalo
i soccorsi
cater-
104
STUDI
ratta,
il povero
e
glisi
la vista. Poteva
suoi
settantadue
glipiovve
alla luce che
vita che
POPOLARE
riavea
cieco
la storia de^
ha cantato
POESU
DI
schìtise?
Ed
Dio
che
La
Stefano
da
nosco
saputo dar
avea
un
Sala
entusiasmo
e
di sincera
lo dice
ora
Tho
veduto
a
ardita mi
simpatica ed
cappelloa
poeta. Un
Sala
va
di ciò che
parlò
una
sua
satira
non
in mala
da natura
in
Era
coloro che
iscena,Mercurio
seguire
nn
Yial nel
partitaalla
mirabile
lo
chi
che
Lu
il capo,
e
del
da
contrasto
a
Sala.
movimento
provare
esso
de'
di li pueti^
messi
per-
di lui per
esser
terlo
metera
trascinati
deiroiimpo
ambasciatore:
messi
vano
altri esercita-
mitologiche.A questa
fra Palermo
e
il Generale
ingegnoso
solo che
ripetè con
lito
Apollo imbestia-
versi senza
così
e
zoni
can-
poeta, al quale
di vedere
alle tradizioni
due
e
vista. Salutò
smaccu
1847, fingendo che entrambi
scopa;
-
del
cuore
volta si erano
una
visione
infilano
contrasto
co
Musso, cui il La
siciliani contro
una
facea
basterebbe
Ogni
l'onesto
gli copriva
poesia.Tra gli Dei
vera
ufiBci conformi
fece
leggere
182G, 48, 60,
certuni
versacci
voce.
alla
e
Monreale, e dalla figura
la recuperata
al
paruto di trovarsi in Parnaso
contro
mondo;
il prof. Matteo
vide
contro
che
so
di
tese
prontezza che mi seppe
una
al
Mezzo
strette
me,
quel
per
visitare,e il prof.Y. Di Giovanni; in
a
spesso
e
e
Un giorno dello
ringiovanito.
parve
gli astanti:
jn canzoni
in
canto
sapienza!
tanta
gli difendeano
occhiali
enormi
benefattori
rinato
pezzo,
aprileio
scorso
loro
va
nuo-
un
,
dunque
è
qneirìstante,alla
in
i suoi
gratitudineper
passibil
im-
restare
egli eruppe
quattro ottave, piene di caldo
affettuosa
in
anni,
egli, che
nico
borbo-
giocasserouna
ed
arguto che
poeta sia Stefano
giocatoriè
còlto
e
La
ritratto;o-
gni loro parola riferita
mano
franchezza
potrebbe parlare con
Sala vi trasfuse Panima
di odio per colui che
Seguendo
palermitane
glifece
celebrare
Garibaldi
lo stato
presente
il
Palermo,
con
si' fattu
Dunni
ti voti
di
A
tempi antichi
si
senti
si di
un
in
poesia non
ì dolori
non
rivoluzioni
diede
che
a
attuali
pesano
di
stedda
na
e
cutedda,
a
li to' rìni.
di
tua
costi
pani
nn'
*
;
spini.
vitedda,
gaddini;
e
hai
'na fedda
di li citatini.
La
per
Sala,si troverebbe, cosa
mutar
nulla
d'eventi
i sensi
in altra di sensi
mutano
nelle
significati
per
piangere
rim-
sempre
potessero raccoglieree pubblicare i molti
osservazione,che
una
le grandi
1860, egli sì
siccu
carni
capu
politicidel
di
La
dì viiìcerta*
della Sicilia. Parlando
pisu
gran
'Ntra la tavula
Ti
nel
spati,rasola
2
credulo
Svaporato Tentusiasmo
voti trovi
porti stu
vora
grazia maggiore.
avea
cantato
cchiù
E
E
nonisi
poeta gli dice:
Già
Punti
Se
ha
secolo.
di questo
giocatori vanno
familiarmente
e
furberia
eventi
gli
giuoco,
piena di afietto per Palermo, e
sua,
con
i
che
Parlando
guadagnando.
mano
il linguaggio del
; tecnico
de' punti,
facilissimo il computo
105
SIGiUANO
POPOLO
DEL
POETI
1
su
degna
espressi
differenti: cosi
poesie posteriorial
quelli che
il
ponimenti
com-
poeta cantò
1860
sotto
il passato governo.
La
Sala tratta
^
Stedda
?
Vora
s.
con
altezza
f., scheggia ed anche
per eufonia
invece
di
ora.
di vedute
asta
molto
certi temi
sottile di
morali.
legno.
106
DI
STODI
POPOLARB
POESIA
Nella Ferra svela le magagne
e
si iSet
a
deiredocazione
consigliarei genitorisulla
có^ figliuoli.
Questo
tradotto in italiano dal
la gatta
avea
po^
un
tra
graziosie nuovi.
L'apologo
si apre
con
Infine
il dialogo,
queste
ottave:
tempu chi parravanu
A
Successi
D'
lu
la notti
E
cc'era
A
du'
lu
niscia
e
facia
assai
pedi, eh'
era
jornu
Curriyu
La
schiiiusu
lu
la
gatta,stannu
r aricchi
Lu
surci
gatta
—
Stasira
vedeUe.
avea
sentita
mai.
a
li talaì
russare.
di
\
nuttàta,
aju guai !
'ntisu la ruafuliata
pop. sic.,pag. 204. Letture
!
'nchiusu,
cci ha
sempri
affilati dda
dissi:
ayia
cunfusu:
pab'uni quantu
Firenze, aprile 1867.
L'
cógghirìmai.
surcì, unn' è chi stai
dintra
Cu
Pirchi
*
virtuusu,
veru
patruni divìnni
lu
Oh, malidittu
Alle
mali;
gran
diliziusu.
chistu surciteddu
Gcà
*
un
pedi di ficu spiciali,
Sti ficu 'un cci facia
Canti
pirtusu,
un
facia ficu russi belli assai,
Ga
Un
brutali,
jardineddu graziusu
un
patruni
Un
E
curiusu,
'ntra
si stava
jornu
A
Cu
fatticeddu
un
l'armali,
surciteddu, quant'era
un
Ga
^
contrasto
straziato il topo durante
lo finisce senz'altro.
tre
un
venne
argomenti quando arguti,quando
e sempre
logici,
quando sofistici,
la gatta,che
*. In
popolo,
governarsi
dal Vigo
edito
prof.Cazzino
il topo sono
e
di
maniera
componimento
del
^.
tom.
famiglia^
IIL serie novissima;
iOS
STUDI
cci
Nua
la
con
•
rifardi
fo
quale
la
Ca
*ntra V orvi.
si trova
'Ntra
li difetti
Cu
marchiggiu
oggi
quello
di
di quanto
l'omu
cantano
cammisa;
sull'assunto credo
farli
e
nella
conoscere
senza
di
chi si pasce
diletto
e
e
troppe;
questi
ma
studi
nel
qui
avrà
il
quanto valgano codesti genii che
sé
del
Nati
popolo minuto,
i
di
poeti
di dir cose
maraviglia
belle, tali
a
scriveva
del
popolo
ogni ciarlataneria,
gente pari loro,si scelgono teatro
sapere
si
essi trattano,
lor mente
forse
state
sono
spogli d'ogni presunzione,
a
che
della
poetidel popolo siciliano,
bell'ingegno toscano, sono
un
minuto:
scusa,
spacca-e-pisa '.
detto
de'
solo della natura.
nel 1858
la
a
ho
piacere di giudicare da
vivono
sdignusa,
d' essiri amurusa,
che
guasta:
non
trova
vi leva
citazioni
Le
cuore.
troppo
^
pisa;
poetare, degli argomenti che
giova a
donne,
pigghia 'mprisa.
cci
sempri
un'idea
avere
lor maniera
loro
chi
si vinni
tutto
si mostra
vi mustra
Tannu
le
è contro
\ilinusa,
cantaru
un
cbiddu
è
Quannu
possa
sua
chi r amati
Amara
Con
'na balena
è
parola
Gchiù
é
servi
tanti
munau
punto:
donna
La
il
lu
POPOLARE
Taltra ottava, estemporanea, che
Ecco
e
POESIA
a
suanu
Quantu
e
DI
da
pari loro,
le dicono,
chiunque gli ascolta
e
gono
por-
^
•
*
Rifardu, cialtrono,che frauda.
*
Marchia, moine.
*
AUora
*
Niccheri
d'una
inganna
e
e
tradisce
l'udmo.
Vigo, Canti
gVimprovvisalori.V. Il Piovano
brigata di begliu nori,
an.
pop.
sk., pag. S49.
Arlotto, caprieei mensuali
1, pag. 358. Firenze, 4858.
PIETRO
E
del
settant^anni
Un
e
mostro,
studiato
alcune
essere
sua
nascita
e
dagli
studi
giammai
salutò
i pietra e,
.memoria,
di
ma
e
facile
grande
^
Ms.
Oh A/21
vena
ingegno,
della
ciliani.
si-
di
dice
ebbe
non
o
scienze,
la tenuità
esercizi!
con
della
affatto
in
dand(Tne
che
ma
neanche
"
tani
londi
vece
no
cen-
un
sapere
lettere
anzi
a
provvedersi
per
costretto
solo
noa
ciiì
stibolo
ve-
età,
matura
fecondissima
poetica.»
»
•
•
lo decanta
*; e Giovanni
Biblioteca
ComaDale
di
cave
il marinaio
fare
in tante
strettezze
soprattutto perenne
e
—
a
i mezzi
nelle
sudare
a
conservando
pur
»
un'ottava
sua
umanità,
Mongitore,
povertà
ingegno,
vivacissimo
poeti
,
pervenuto
regie galere,
nelle
di
sicula^ci fò
le scienze;
fu dalia
Tetà
continuamente
umane
primi
siciliane,lo
accompagnare
Antonino
»
valorosi
Muse
tutta
o
fortuna
sua
Bibliotheca
sua
sussistenza
ad
maneggiando
bipenne.
istudiò
non
della
in
e
alcuna,
cosa
più
nei
che
Gale^ni-Sanclemente,
nello
che
forzato
stato
per
nella
de'
fu
XVII,
quello
ift Palermo
vissuto
e
canzoai
giammai
la
SICILIANE
contemporaneo,
come
"
POPOLARI
nato
secolo
suo
pubblicò
penna
SFIDE
FuUone,
Pietro
ne
LE
FX7LL0NE
Poeta
Vincenzo
lettere
senza
Auria
Meli, TAnacreonte
di
Palermo.
portando
risi-
110
STUDI
ciliano,
ne
Prima
fa
siciliano
ora
compiaccia
ne
ho
fatto
è
scritto
popolo
:
tampoco
Experta
*
La
Fata
e
nei
e
»
che
*.
questo
fa
colo
se-
vi
non
Fullone,
ha
non
se
alla
onore
alla
che
Ho
le
all'
tanto
nelle
mie
da
idee
ora
ignorante
nelle
ultimo
sul
autorità
letterata,
studi,
quali
che
2®
Sicilia;
de^
la
poema
bernesco.
Palermo,
ho
dato
guar-
ma
ne
del
1759.
cialmente
spe-
conserva
poesie
di
proclamoUo
tutto.
che
esporre
proposito,
quale
vi
io
contemporanei,
prodimus.
Galante,
ed
genere,
poetici
cercato
tradizione
di
considerazione,
d'ogni
dubbi
di
franchezza
più
di
tradizioni
stampate.
poverissimo
ora
nelle
io
provincia
massima
guardando
nò
;
del
pagine;
seguenti
sfide
d^ogni
lasciò
ci
colla
Parnasso
in
rustici
analfabeta
degno
le
sopra
nelle
egli
ritenuto
parlare
un
veramente
il Fullone
il
è
poeti
a
di
come
si
del
fiera
siciliana.
poesia
Il
de'
udendo
che,
alla
lo
Vigo
principe
t
POPOLARE
d'acqua
Lionardo
il
come
venditor
un
dopo
e
POESIA
DI
non
E
FULLONB
PIETRO
lil
POPOLARI
SFIDE
LE
I.
Pietro
FuUone
Palermo
in
era
anzi
a
in
Una
pieno
cara
e
benigna
Egli lavorava
a
con
durava
poeta che
ricchissima
nelle
cave
di
per
suno.
nes-
ora
per
di fantasie
cuore
magini.
d'im-
e
alle falde
dell'Asprasotto
Scannaserpi,luoghi tutti
di cavatore
più mesi
il battuto
avea
dell'anno
degli stradali,
esposto impassibilmente alla sferza del solleone.
Tutti
bene; rendealo
caro
molti
conoscevano:
simpatico l'ardito
la
copiosa
paese
Tale
a
dai
era
diceano
lo
e
pronto verseggiare,la satira finissima,
Fullone
vena.
paese,
e
gli
la
abbastanza
pago
sfogare il
Il mestiere
breccia
a
amava
pietraquando
quello di rompipietre,onde
preparando
ogni
chicchessìa
andasse
alla contrada
a
su
versi,eccitavalo;
gli lasciasse
Musa
Palermo.
da
a'
e
cui
fu secondo
solo,di meditare,
di Solunto, quando
poche miglia
comune
un
Pellegrino,quando
la montagna
non
a
vali acutamente;
punge
la mente
e
i denti
gli andasse
con
di star
ora
di affetto
del Monte
e
contrasto
a
maggiore, ed
rimbeccare
non
i falsi poeti
mettersi
la
che
cosa
non
molto
occasione
potentissimo,a
Ingegno
nel
e
popolo
precedere
qualunque
poesia fu familiare,mostrò
nel provocare
sdegnava
facea
e
poetare per
argomento.
di
ragione
se
del
quella
il
libero,del pane del lavoro. A
il cavar
improvvisar vèrsi come
pietre;
quest'opera accompagnava
qualunque
dì
recente, che
non
ma
povero,
cosi facile lo
spesso
e
poeta popolare per eccellenza. Nato
tempo
un
visse
conosce,
lui
è il
osceno
dappertutto: viaggiava da
era
e
religiosoad
un
tempo.
giudizi popolari ci apparisce Pietro
Fullone
,
112
STUDI
Ogni donnicciuola
cui
addimanda
Mastra
e
e
Petra.
la pirriaturi\
quali meglio
nelle
che
lo
aneddoti
Cento
"
della
meslierante
ogni
tutti pienidi
bizzarria,
di
ne^
ed
Fudduni
Petra
e
POPOLARE
POESIA
DI
brio
tolgono ad
in
a' di nostri
Narrasi
lu
e
ebbero
altro
un
che
'
di li
il Fullone
stupitigliastanti,in
e
dì Natale
fosse
Binchi
A
la
Chissu
tò
Dimmi:
La
*
la
fama
di sti dui
Pasqua
Pirriaturi, cavatore,
delle
solenne
dano.
traman-
giorno
un
maniere
più
da
lasciarne
feste
3i
alte
squa
Pa-
:
triunfali
e
è
mari
festi
cavajuolo; e
'mmurtali,
e
pura
lu Natali,
e
fino
sedi tu,
tò
'ncegnu
che
regioni più
a
quale
più
seggia d'aremi
ssa
fatto
sollevandosi
letu Fudduni
Spargi
e
improvvisatore di
gliavesse
dimandato
fatto
ripetonole
rispostesi pronte
ultimo
quesitigli avesse
di
si
valente
Chiani,"
ricevendone
e
nascimento,
Salaparuta(prov.di Trapani)
in
Yujareddu
dMii^
di
religiosatradizione
con
quelle parti,veduto
di
ragione
rirne
rife-
un
chetili
qualcuno, presentando quelle ottave
',
aperta
spiccatala figura del grande poeta; però imprendoa
o
gomento
ar-
di festevolezza
e
si manifesta
mie
parole
mente
semplice-
o
"
Sicilia
di
virtù;
principali,
qual'è
cosi
*
cchiù?
pirriari,lavorare
nelle
cave
tagliando.
*
e
un
Dicesi Dubbiu
poeta propone
cui in altra ottava
del mio
Giornale
un
componimento
delle
riceve
diffìcollìio
una
Studio critico su'Canti
di
SiciliariBQS,
popolare ad
dei
ottava
quesiti ad
rispostaquasi nelle
un
slesse
sieiliana,col quaaltro poeta
rime.
da
,
V. pag. 136
del.
popolari ffci/iam. Palermo, tipografia
PIETBO
La
dimanda,
^'OLLONB
Pietro
Pallone
Cu
senza
scomporsi:
menti
Unni
li
grizii'i
viventi
Din
Cristu s' allumina
Di
sullevi tu;
junti a dubbii
semu
sussiego, e
V ali
si metti
mi
autizza
tanta
fatta in
simili,era
ca
113
POPOLARI
SFIDE
altre
tò
obi
Ora
LE
come
ssa
'Ntra
E
lu
tali
su' «,
Natali
,
Gbi
Di
di
è
Spiritu Santu
immurtali
Diu
Grandi
Questo dubbio
del
oscuro
più acuti
di due
le
nella
linguaggio non
un
che
filau la
la
fu
ca
maniau
Gu*
fu
ca
sprimintau
Cu'
Lu
fìci la
lu
cu
'
'ntra
di
pueta, mi
pòi chìamari
e
la
arrappa
la riti
sciogghi sti
gruppa,
altri
precedenti.
*
Arrappari,
di
*;
'incappa;
SprimifUaUt sincope di ipirimintou, sperimentò.
Studi
Tripi.
puppa;
*
—
di
prima suppa;
Maniau,
G. PiTRG
pre
sem-
prima zappa;
*
far le
entrano
pueta di cappa.
fa supporre
da
Pasqua:
voce
il Dotto
Questo dubbio
maneggiò,
manca
gono
regolari ci riman-
e
^
ne
dei
uno
prima stuppa;
tempu
galera senza
pisci chi
Quannu,
Ti
ca
ed
citata altrove:
Cu'
chi cos' è
esatte
me
^
la
del dubbio
ilFuUone
tra
quella da
Rispunni: Cu'
E
si trova
rispostanon
poetiche
è
esse
Prop.
elevalo
meno
racchiude, e può- dirsi
parole del quesito.Più
di
cchiù.
si fa
nella soluzione
che
sa
le sflde
Una
urtali
m
fari 'un
virtù,
profondidel popolo siciliano. La proposta
e
si
ha
concetto
versi,e
mentre
essiri
di
cosa
e
opra
mafitari.
grinze.
poesiapopolare.
S
114
STUDI
Rìsp.
fu
Eva
Adamu
la
r
L'
Io
Un
pueta,
già
giorno
loro bisogne
a
la
chi
nvicchiannu
galera
senza
su' scioti
e
pueta
alcuni
riti
'ncappa,
li to' gruppa,
«
si rappa.
tu
e
palermitani
Tripi.Era quivi
il Dotto
arrappa;
puppa;
'ntra
si
recarono
celebre
un
per
certe
detto
letterato,
discorrendo
e
meno
al loro
vanterò
lui del
con
Fullone, che
essi, chi gli potesse
vano
perché quelle lodi
tra
e
perchè gli §apea strano,
levasse
a
cielo
la penna
prese
m
e
vitti 'na
Ch'era
vitti
E
truvavi
cu
a
manna
forma
lo
perchè
come
Io
son
e
ccu
sono
du'
ripi,
dui
rapi ;
dui
Tripi:
si
dubbio
erano
grand' uomo.
sciolti i tuoi
presenza,
sapi.
quel paese
e
sua
stipi,
di
questo
allora
che
capi;
crapi;
loro
esagOFazionj,
pipi^
diversi
dubbiu
di lettera
si diceva
poeta,
beili
ccu
ccu
al
ricapitassero
rise colui
disdicevole
in
illetle;*2^to
(?h'aveva
de' forestieri,(che in
uno
dice-'
,
diri lu dottu
stu
dire
non
dui
jardinu
mandra
fronte. Ne
a
diversi
cu
aveva,
gli pai*eano
per
magazenu
un
Addivinassi
in
grasta
un
Vitti 'na
Chiuso
:
mari
un
Truvavi
Ti
scrisse
non
più
,
povero
attaccata
E
stare
smaccate
e
^
prima suppa,
,
del
si
prima stuppa;
pisci chi
sugnu
antonomasia
per
e
lu
è
omu
la
è
POPOLARE
prima zappa;
chiddu
è
omn
Su'
la
sprimintau
donna
La
POESIA
filau la
ca
manìau
Nuè
E
DI
si dice
nodi.
consegnoUo
i
Un
a
palermitani)
serio
riere),
(cor-
tuttavia in Sicilia,
116
STUDI
POESU
DI
POPOLARC
in cui parla FuHone:.
questa sfida si riattacca quest'altra,
A
Sfigi"u comu
li
E
metu
Cui
tegnu
fauci
chista
Cu
E
li
pueti
menti
paci»
Qual'
il Dotto
di
Unu
di chissi
nei
li manu;
geniri
lu
a
cu*
flci la
Dimmi
cu*
fu
Iiiionio
lu
versi 2, 4, 7 della
a
li
Sa'
La
Ora
va
popolari
^. Menti,
idiot.
Vigo, Canti
E cci sparau,
di
*.
Fullone:
a
prima^ scupetta.
primu
cei
e
a
vedi
un
e
di
sparau
^.
ms.
del
sec.
scuetu,
con
essa.
rapi,..
Tripi
lo scrilto del
metti, mette;
sparò
su'
dt
sceccu
ssu
capi...
li cosci
popolari siciliani, pag,
e
Carvanu
risposta:
dicci
siciliani in
umanu.
Munti
lu
è l'ortu
questa Selvetta
'nchiuvatu
carricatu,
capiddi quantità
pansa
Pilatu,
com'è
Gesù
?
chianu;
di
e
si Uvau
Dimmi
•—
*
d'Erodi
pigghiaUUu
mannatu
chianu
l'arvulu siccu
•^
*
senziu
stu
vegnu
arriscattari
—
ciatu;
carricatu.
ignoto poeto dimanda
Un
lu
«,
pueta«
siccu
guarda
Si vói
canti
ni
'mmenzu.
Guarda»
E
tu, dotta
Misu
Va'
leva
ti vinni
mi
ora
Fri
ani
scuetu
Tripi:
D' unni
Sì,
menti
i' arvuiu
è
metu,
iparatuj
pr
cui
e
Dichiarainillu
E
versi
la Mòrti
Veni
latu,
lu
a
mansueta.
ogni lavuri
fari
a
agneddu
un
...
presente volume
XVIll.
qui discordia.
295.
sopra
aicuvii
cu'
fici
Dimmi
cu'
fu
Dimmi
cu'
fici la
Dimmi
cu'
fu
Dimmi
cu' fici la
Dimmi
lu
^
E
*
Scrivo
cei iludiau,
Propria
In
e^
dai
avv.,
Cianciana,
San
San
*
Canti
inoditi
Stiddarif
^'alberi
che
ridarre
si fanno
la sparau
arti
ed
studiau
fici la
siggetta,
sunau
in
mettersi
-a
Saneilormu^
e
il primo
la
prova
a
sfidare. In
sapienza
di
lui,
perchè
San
Giuseppe
cosi
e
San
ed
in
una
sola
parola
Girolamo.
lui.
cosi:
GiOB^ppi
T^ofria
Gilormu
lei
li
la
fici la
in
schegge,
pezzi
o
prima
accetta.
ligna cci stiddà;
prima
la
Gabrieli
raccolti
in
d'improvvisatori;ma
cerca
d'essere
cessava
^.
assittau
cci
Figghiu
*
*;
la
spesso
«i ha
a
;
5
fu ^hi
propriamente; proprio
L' angela
*
prima scupetta,
Palermitani
Santa
persino col-
l'adoperò.
SaìKÌuseppi
pronunziano
**
*
vuol
Erico
Monte
e
la fici la trummétta,
di Palermo
uscendo
^
^
andava
Il Fullone
assittau.
ecclesiastica
ed
cci
ca
Saiitu
so
sunau.
fici V accetta,
chi
propria
lu
E
si cci
chi
Patr'Eternu
Lu
la
e
prima siggetta.
fici la
Sancilormù
Iddu
trummétta.
primu
sacra
SaBciwseppi
E
'.
studiau
cci
e
(verso 1^) risponde prontamente:
firraru
lu
Fu
l' accetta,
prima
'ncegnu
cu
omu
117
POPOLARI
SFIDE
munnu
primu
lu
diàulu
Lu
-si
lu
la storia
con
L'
a
primu
dell'Ariosto
Taiuto
lu
Dimmi
egli
Ed
LE
E
FOLLONE
t»IETRO
*
trummétta
sana.
Palermo.
e
s'usa
principalmente parlando
schegge [stiddì)per abbrnciare.
dei
tronchi
o
rami
118
e
DI
STUDI
POPOLARE
POESIA
poela, di cui ignorasi il nome,
un
i seguenti
gli muove
dubbi:
*
'Nzirtati
Cu'
cui
mai
Comu
pari
La
ha
Da
sorti
ama
rificcu:
1' eccu
è
è
?
virdi
un
siccu?
e
beccu?
gran
è
Resultano,
su
distinguere
Ecco
proposta
Eccu
de'
pare
0
so
gli dà
Inediti
Amico.
e
e
brucia^
di
un
forma
ed
è
in
intendere
*;
l'eecu
virdi
è
sceccu;
gran
siccu:
e
gran
^.
beccu
cotale dubita
Caltanissetta,
un
parolaio qualunque,
alle
mez^o
tanti ealambours
doversi
leccu,
chi
rificcu
ritoma
*;
riccu:
è
di
un
'
uno
ed
beccu
lu
chista
e
quel
'Nzirlari, indovinare.
pri
'mprena
galantomu
*
spiccu;
è
maiale
un
si
di
ed
spera
sia'il Fullone
U. A.
sceccu.
gran
pari dottu
vuci
*
Gatanti
^
pocu
pirtusu
un
Cu'
Non
su'
sempri poviru
è
la
Manna
^
ed
chi
è
crapa
Cu'
'
un
si fa
galantomu
puefa
L'avaru
non
è
tempu
un
riccuj
è
dì
labbru
ntra
un
Benchi
In
ed
beccuj
il nostro:
cui
A
dottu
senza
QuaFarvulu
Cui
ed
chistu, addìmannu
Doppu
lu
s'imprena pri
pr'omu
passa
spiccu,
gran
sempri poviru
campa
Cu'
di
siti pueta
chi
Vui
de'^dubbt.
la bocca
che
galline;ed
Qui
bfceo
è
sa
appena
dirgli:
osa
il capro;
nella
degli uccelli.
eco.
possa
essere
questo
Galanti; forse lo sfidatore
?
lone
11 Ful-
del becco.
di S. Giuliano, prov.
di
Trapani,
statimi
comunicati
dal
prof.
METRO
FULLONB
Ganusci
Ma
un
è li
Pallone
Ganusci
un
in
E
fu
cc'era
cc'era
Dintra
'ntra
Gc'è
lu
lu
Si si*
ci
pensò
celu
Lu
suli
Lu
Gristu
Chi
'ntra
^
Passulunif
*
Inediti di Resultano.
*
Marzapanu,
*
L'alfabeto, ed
cine
e
posare
*
con
^,
*
priziusu,
uni
cc'è:
nun
di
fundu
dubbiu
chiddu
domanti
lu
nirgli
ve-
jusu,
tè *:
dici
valurusu
la luna
lu
è
poi
socch'
poi in
poco;
an
è
cu
lu
a
e
stu
eccoti
accoltolo
chiusu
abbizzè
un
paraggiu
pueta
veru
\
Palermo)
marzapanu
domanti
un
fruttu
pani
Plaja;il quale
scritta
cosa
'Nduminami
Pallone
un
mundu
'n' atra
fa
E
dì
i,
tosto:
mannatu
supra
Ga
gaddini,
passuluni
tozzu
un
il poeta Pietro
gentiligli dice
Mi
li
'mmenzu
Bisacquino (prov. di
incontro
maniere
faccia:
Fudduni
tia, gran
a
gaddini.
li
in
di Petru
ti sa' dari
nun
Andando
'mmenzu
porcu
canusci
Puru
Fudduni
rompergli
a
119
POPOLARI
SFIDE
LE
Petru
porcu
sapienza
La
Ga
di
sapienza
La
E
è.
forma
grave
rispose"
chiusu,
marzapanu
Tabbizzè;
è
priziUsu^
mundu
paraggiu
nun
cc'è:
baccelldoe, disulilaccio.
l' immagine
sulla donna
Té, prendi.
scatola.
anche
uno
di Maria
stampino
bambina
l'alfabeto
con
che
certe
,
in
soprapparto
perchè
si
e
alcune
pietose comari
sgravi
subito.
oraziou-
sogliono
120
STUDI
terra
La
Chi
'Nduvinatu
Non
Catania, com'è
abitanti,di
i suoi
per
il baco
della
cunfusu,
che
poeti.Un
ambiva
emulo.
accademia
senza
Stivala
ne
e
pel
Un
si
salutar,
su'
E
natu
^
Di
secondi
ce'
Seìvetia
«jupsta forma
era
*
e
radunati.
sul vivo
dugnu
per sé
marteddu.
a
beddu^?
pubblicò una
variante
di
Borgelto,i
la S.
e
cui
la lana
la C
.
.
.
è la €.
iiciliane ì versi 1-2, 6-8 della proposta
eh' aviti
Tutta
dipintOf e
la
saceio
nan
goarda,
tutto
un
'n
martapana
menza
ohi diri
manca
Spiaccinni, domandane.
Intendi: fai
colà
Salamuni,
a
:
Lo
stivale al
di canzuni,
Ottaviu
ne
S,
di ottave
Saceio
»
blica
pub-
quali ragiuni
cu
meu
scrittu
soli è P
La
Nella
tenea
a
quesii:
son
E
coi
e
Salaparuta. Salomone
versi
tavio;
Ot-
Muncibeddu,
anobi
e
causa
di lu
Davanti
avea
nobile
uno
con
de' cavalieri
supra
datu
aju
quali
Cu
presenta
stivala, inastru
sugnu
Si coi
un
Ottavio
che
e pùnto
intenzioni,
spiaccinni *
Va'
di
che
è
gli dice:
mecenate
Eu
de' suoi
misesi
quel protetJiprato,
nessuno
le
Stivala
certo
giorno
Fullone
indovina
suo
pe^ piedi arsi
il favore
a
,
piede e
Catania; perchè
in
proverbio: Catanisi^ pedi arsi^ cosi
poesia,vi godeva
pedinare il suo
*.
socch'è
in berlina
molti
Fullone
e
stari
da lui incontrate
messa
il
che
dici tè.
lu dubbiu
è
le avventure
poche
lodala
nun
cumpagnu,
josu.
uni
poi
e
di
lu fundu
a
frutta
POPOLABE
POESIA
chidda
è
fa lu
Cam
DI
questo.
e
saccia
c'è
chiosa
lo C-
sa' confasa.
chi eoa' 4.
sono
in
FULLONB
t»IETRO
duvirissi
Ti
Figurarsi
barbazzale
a
121
POPOLARI
cappeddu.
senza
che
e
nessuno
da
palermitano
portarsi in
Fullone
di Galateo!
lezione
questa
sta
fosse
FuUone
se
SFIDE
addinùcchiuni
stari
Stivala
Quannu
LE
£
che
si ricordava
non
lenzio
si-
teneva
le ceffate
ed
del
lermo),
(Pa-
i
,
dati
sorgozzoni
dove
^
nelle
di
nacque
due
lu
Petru
£
sugnu
dì
E
nata
sugnu
Unni
Nnimicu
di
duvirissi
Tu
cbiamatu
Pudduni,
Palermu
E
su' lu
Comu
un
tutti
A
"
dì
sugnu
stari
puccinelle, è
un
?
Una
variante
Unni
•
Un'
altra
lu
lu
tegnu
cannuni,
maHeddu;
a
del
nome
si vuole
ove
'mperiu
e
aver
lìveddu.
sta'
ce' è to'
sema
dal
Capo conduce
nostro, chiamato
:
pari toi,
*.
beddu;
Pietà, nella via che
Taci, Stirala,e
Arrivinlari,
vi
i
Fudduni,
:
ce' è
vastuni,
cappeddu
senza
sparu
vicoletlo,dal
ti teni
^;
un
Palermu
meu
quanti
variante
Unni
a
cbiamatu
Petru
già Vicolo de' Pirriaturù
:
addinùcchiuni,
surdatu
Nel sestiere di Monte
altra
detto
patria rìbbeddu,
Sedi, arriventa, sta'
Eu
quali,sia
vala
Sti-
beddu,
maceddu
e
assuggettu
la
ciullesch
fan-
imprese
cristalluni,
un
giódieu
sbirrazzu
delle
una
deir
meu
Capo
il presuntuoso
variante
sutta
si teni
tu
E
lu
prim«
rimbeccare
a
sembra
su'
sestiere
sue
seguenti ottave,
passaggio, mi
Eu
le
fece
e
eccolo
Ed
là nel
ricevuti
e
patrnni :
cappedda.
prender riposo, quietarsi.
abitato
Pietro
il Fullone.
alle
Cap
-
Fullone,
i22
STUDI
Tu
si' Stivala
La
cori
'Mmanu
sa' stivalani,
eu
città di Messina
frizzare
in
cieco
tale,mezzo
uq
maniera
sonalorey
così
e
nessuno;
a
e
conveniente
poco
è secondo
non
*.
pavireddu
torna
argomentasi epitetarloin
che
vastuni.
lu
V hai tinatu
cateddu;
an
ca
cassa
di ricca
Ora
Nella
ed
ti la
POPOLARE
POESIA
Dt
a
lui,
lo apostrofa
:
Petru, chi
ti
Quannu
m'
allegra di
Supra
lu
munti
T'
Maria
Pallone
stranamente
per
con
lu
a
a
grossissimie lucenti;ma
di venir
6.
C.
dalla
biasimo»
*
; laonde
croce
e
*
Vocasia, tono,
'
Cileecu, corpetto,
*
Figghiu
della
*
a
colori
e
con
s'aspettavaper
Giudei
sapendosi
lode
quel
che
vestito
toni
botniente
calarono
contenere
dallo
che
detto
gli è
viceversa:
Inediti di Borgetlo, prov.
duci
vari
a
quei
non
coglienza,
gentile ac-
capriccio s'era
suo
non
di
uno
proprio ferito,ritorce
amor
in
simigliatoa
di la cruci.
parte quella poco
corpetto
un
,
*,
',
Mattia
veru
certo
un
:
Figghiu duci
Cristu
in
meritato
dacché
luci
vera
lu
chianciu
chi scinniu
s'era
la
tia
cu
pari chi sia,
mi
arrassumigghiu
Chiddu
su'
quannu
Tuttu
Unni
ti luci,
chi tuttu
viju,o
',
vocasia
sta
cu
^
cilecca
stu
Cu
veni
di
Palermo.
sussiego, gravità».
sottoveste.
è chiamato
G.
Cristo
nelle
tradizioni
popolari poetiche
Sicilia.
Veru
Mattia,
leggenda popolare.
idiotismo
di Arimatea,
come
leggesipure
in
qualche
124
in
STUDI
sarcastico
tono
^iere
7a
Genua
santità, cresii
di monaci
Carricata
di
china
è
Taia
(1) Missina
varchi
vilenu
sputacani
E
'N
Lineandola
la
a
del
proverbi
di
ed
avviliscono
tu
Vappu
*
Supra
'Na
del
e
becco
frasi
e
chi li sa
di
essì^che
pretenda
e
'na
Partanna
essere
furtizza
rocca
un
curnutu
un
riferisce
primo,
il
cornu
vinci
cci
col
Vappu,
spacccne,
alla
'
chianci,
del Fullone
sfinci.
e
Allude
*
Editi, di Trapani. Vedi
topogratìae
siciliani.
gfianeddoti
Pavone
si
del
Pavone,
udirli
e
le
altro
descrivere
a
parole. In
uno
maraviglia com'egli
di Palermo:
chiamarlo
^
padre
e
dì
quasi
in-
mula:
una
.
smargiasso.
'
popolari
:
;
l'autra
e
miglior poeta
dii^ettitocoDcbiude
tano
esal-
aranci,
ti ciuci
rocca
di
fu il
un
Cogghi granci
grincontri
ne
teggio
mot-
Palermo, cui
a
poeta popolare di Catania; 6d è curioso
da
del
proverbiali siciliane
chi
ti metti?
teni
la dose
altro,e rincara
faucia
manu
sono
Carini.
coma
Palermu,
ssa
sumeri.
vicenda:
cchiù
L'invitta
Celebri
a
Trapani
Cu
di
Porta
ghiotto
numero
Hai
Gavaleri,
facchini, (?)
vuole
non
dando
fini;
cani, 'n Trapani
Corsica
pueti
E
galeri,
e
cosi
e
amatu
o
steri
e
parrini;
e
Napuli di pinnagghì
*
al passeg-
dell'asino
dando
un'ottava,
:
Roma
bel
TOPOLAt^E
POESIA
DI
alla
posizione di Trapani.
i canti
621
e
622
della
mia
ne
otta
di Canti
FQLLONB
»1«TB0
LB
E
Petru, d'Apollu tu l'unicu
Musa
'n Palermu
'un
mi
pari
Vattinni
ca
*
babbaluciu
Un
Catania
L'oru
FuUone
U
mi
pari
da
buon
L'oru
Ca
si' sulu
ca
minchiuna
cu
matri,
Tò
un
pigghiu,
da
buon
crislìano
sponde
ri-
ti scula,
'un
truvavi
parrà vi 'nta
tò
cci
nni
pigghiu ;
^
sula
un
curtigghiu;
mula,
soru
si'
bastardu, mi
controrisposta
seguente
si cula,
cunigghiu^
gran
chi
ddà
e
cci
e
tu, mulu
del
figghiu *.
Pavone
dimostra
come
chiocciola.
BabbalueiUf
Siujdrisi,
asciugarsi,forbirsi,pulirsi.
Pigghiari
con
'
'un
la mula.
'mprisa
patri di
su'
Unni
"
si cula.
'n Palermu
bava
ssa
Ivi 'n Catania
*
curtigghiu,
è
palermitano e
stùjati2
Va'
^
?
scula;
sbagghiu
patri dì
lu
l'argentu
e
Pavuni,
La
si
ca
sula
tò
le rime:
per
E
bava
l'argentu 'n Catania
e
Vattinni, Petru,
Tu
di
reggia, Palermu
è
la
gran.cunigghiu,
un
chi
figghiu?
chi
ce' è
125^
POPOLARI
SFIDE
o
cógghiri ^mpriia
un
mescolarsi,
unu,
aver
che
fare, questionarsi
alcuno.
Inediti ili Trapani. In
irp versi
cu
po' libera, dice
V
E
di la
ha'
Zocca
Pavani,
Jivi
Tò
puisia
'n
noi
sugna
Catania
gigghiu;
e
e
diventi
an
A
E
tU) mulu
nigghia.
1' atlruvavi
cci parravi 'i.ta
a
an
dicisti ta facci di mala
mia
si cala,
ditta, ti sgargia pri la gala,
si sta' oca
matri,
Borgetlo,in questi ultimi
cosi:
l'argenta 'n Pajermu
e
oru
di
variante
una
cartigghiu.
?
bsstardU) mi si' figghiu!
quai-
126
STUDI
egli rimanesse
si chiama
colpa e
cima
'n cima
un
lassù
sacciu
Nun
Omini
di
un
bastardo
da
ventanni
licenziosa
vrebbe
di
molti
da
ove
tempo, sarebbe
il padre
a
:
con
bruttissimo,avrebbelo
in Capaci,
sarebbe
del
stato
padre,
in
venuto
dietro
che
vita
menata
avea
dormicchiare
del
guidato al ritrovamento
Palermo,
a-
bottega
una
pezzuola sulla testa, e
una
di coloro
padre;
che
lo
aveano
vistolo,com'egli
ma
lasciato di
botto,esclamando
:
di mulat
Anche
il casato
de'
Principi di
leggendariadi
Pietro Fullone.
vedendolo
giorno lacero
un
Tu
Ca
Chi
Ga
*
dalla fama
Catania
tolta in presenza
si* lu Petru
fai li
nni
si' arriduttu
Grana» piar,
nella
vita
tapino,gli disse:
e
li grana
comu
^
un
e
qui danaro.
quatri;
di sti
petri,
?
spinna-quatri
Trapani
precedenti.
di granu,
entra
figliodella Principessa,
petri longhi, tunni
fai di
di Sicilia^a*
Un
Carini
di tutti li Patri,
Inedito di Palermo, che però ia
luoghi
mastru
diversamente
è contato
glieP avrebbe
^
cunsigghiu:
figghiastru*.
(ilmercato)
Facci
disastru.
stu
trovu
della Vucciria
era,
pigghiu,
poetipopolari.Pavone
mancava
trovato
agghìastru.
nni
autru
Fullone; attirato
per molto
d'
patri essiri figghiu.
incontro
paesellodi
peri
nigghlu
chi si fazza
figghiu mi
stesso
la lu
vinni
nuddu
versi;per il che
:
tutti vi
a
di me
Cridennu
Questo
d' unni
vegna
Gru
^n
e
donni,
e
Nun
d'
Aeri
questi
si ricrede
chi
versu
POPOLARE
da
la vita lo
Fazzu
Un
POESIA
mortiQcato
in
In
DI
non
si unisce,
come
in altri
1"lETIiO
E
FuHon«
su'
fazzu
E
la
lu
petri longhi, tunni
Li
dinari
Mi
li manciù
chi
è
di
Intanto
anche
soltanto
sembra
che
Troja, qui
'
Inedili
In
una
di
tu, Peto'o, chi
di
Si li mangiano
mi
una
per
-che
è
li
E
li dinari
rariante
mi
il
tanni
il
Principino
petri?
qaatri:
e
latri.
ed
ia
Fuddani,
Coma
li
qaatri
e
*;
pirriaripetri
di Àlimena
Petra
pirria petri,
mangia
ca
tò
versi
questi due
ca
'ntagghi
matri.
li
'ntagghi: longhi, tanni
dicono
petri.
e
qaatri ?
"
se
non
a
sto
que-
stèsse
pezza
lezione
caduto,
o
il
di
cano
giudi-
loro
parla a tutti co-
lui, andavano
ui
mmesia
li bagaici
li
come
si abbandonava
severa
una
pirriaripetri
chiama,
di
pel
Caltanis-
alludono
buona
Il Fullone
dice
pirria tanni, longhi
E
'Nsémmnla
In
che
risponde:
Petra
*
fai
petri longhi,
li dinari
Ha
^j
pochi canti
di
di CaltanisseUa
Pirriì
è,
rassegnazione
con
dìsprezzano
fama
non
Borgettq.
variante
FuUone
Palermo
baldracca.
E
E
più pungente
il cavatore
apparenze.
che, attirati dalla
*
miseria
il seguente,
dalle
o
^
qualunqojie.
tutti coloro
a
fiera
matri
provincia di
virile. Non
quale
v^ è
e
morale
nella
la sosteneva
e
certamente
stalo, nel
più
di tò
Carini, nella provincia di
casa
nella
deiranimo,
FuUone;
se
petri,
iroja ^
essere
bellimbusto
nn
cristiana
dda
cu
quatri;
e
di sti
tuscu
rispostapoteva
detto, uno
setta
127
POPOLARI
di tutti li Petri,
Petru
provocatore; il quale
ho
SHDE
LE
di rimando:
Eu
Né
€
FOLLONE
:
a
visitarlo,
i28
6
STUDI
rimanevano
POPOLARE
POCSU
DI
lo trovavano:
cai
li cori
Si trovanu
La
'Nta
gerbi
in arnese
male
si appose
della
sua
Petrarca
i
minnìca
gli fu
il Fullone
E
di
che
è
tal
in
capestreria andava
lasente
una
drone
di sé
bottega
e
della
però
vai
filosofia;
di sopra
la
e
color pavo-
sicilianamente
dargli dell'asino:
con
'gnuranza!
non
aveva
sempre
talvolta anche
dietro
per
qualche
egli era
ma
libertà. Fu
di
Sparaggiati,dispaiali,dissimili;qui pare che
•
Gerbi,
'
Sfardali, stracciate, lacere. Vedi
di
una
che
sua
casa,
sempre
a
pa-
al Mercato
appunto
^
^
ingegno;
motteggiarlo
del Mercato;
sua
cosi
osò
dormire
a
poeta andasse
prelato o nobile, dal
il fitto della casa; onde
pagare
ciie il
di molto
povertà
tanta
^
sfardatl?
vistuta
è
russa
fini
all'ultimu
dotato
v^ste, che
e
nati;
li travati:
maraviglia
quel
su*
li rubbini
benché
Povra
Vero
giggbia
rocchi
certamente
male
perchè
li
lerri
viditi sti robbi
Si mi
era
puncenti spini,
maravigghia cc'è
Chi
col
'nta
li rustichi
'Nta
nazzo
*
sparaggiati ^:
petri priziusi e
Li
Non
nasci
rosa
pilligiini
rozzi
8ti vesti
Sutta
pag.
ia
maravigliatidella povertà estrema
come
*
signidcbi:
straordinari.
incolte.
Salomone,
Canti
popolari sieUiani,
285.
La
tradizione
dice
(?^ sui Conventi
vi si fanno
sempre.
:
alla
Vuceiria, che, secondo
di Palermo,
si chiama
Spectatum admisH,
ec?
I' Autore
cosi per
le
di
un
manzo
ro-
grandi voci che
*
tre alti
che
popolo
fosse la
vennero
—
di questo
miglior cosa
risposta,di
Palermo
in
del
durato
avevano
essi dovea
Fullone,(ilquale per
della vista di
quasi ribrezzo
chiestoglidella migliorcosa
e
ordinata
al
somma^ed
riferirono
re
poeta il principe domandò
concittadini
che
con
pieni di
egli se
tradotta
di lor
furono
udire
ad
Tornati
in
del
pratica
non
trasgressione
improvvisare
anche
il
sapeano
w
e
—
ne
di
e
forza,che
stava
travagliando
una
dopo
e
un
di
poesiapopolare,
que'
vano
cerca-
molestavanlo
spesso
usciva
Una
volta
in
rinterna
accusavano
tra
tre
le al-
Sferracavallo,
borgata
brigatadi
raccolta in Palermo,
Studi
a
io
stro
no-
difficoltà noiose
con
arrecava,
il
in tutti
Essi
nome.
il dispettodeiranimo.
pronta di giocare,che
Storiella orale
dimando
se
Palermo, ed eccoti li
G. PiTRÈ
dargli la
alla sentenza
quando
ma
forestieri,
insulse
slancio
inquietudinee
^
in
Fullone, essi basirono, e
e
ne
inutili. Il Fullone
versi
di
città,lo raggiungevano in campagna,
del continuo
di
conoscere
solo ne^
era
non
ed
dal
più oltre;onde
di
H desiderio
in
ricevutone
e
cuore
avessero
cenci;
puniti ^
severamente
suoi
se
inculcata
andare
seppero
di
piccolissima
glienediedero.
una
^imbasciata, uva
la obbedienza
bero
che) eb-
gran
pieno
mondo,
ebbero
rinvenimento
un
uomo
un
tenutane
donarlo, ot-
ignotisignori,che
essere
del
la obbedienza,
non
rispostaesser
di
fatica nel
molta
in
domandargli qual
e
GP
Essi
di recarsi
re
mondo,
cento.
onze
di
trovarlo.
a
dal loro
FuUone,
alle tradizioni
sempre
volta
una
del poeta
cercare
siamo
—
129
POPOLARI
SFIDE
comandamento
ricevuto
Palermo, di
LE
personaggiforestieri
del
avevano
E
FULLOiNE
PIETRO
buono
sfaccendali
spuntino
nel sestiere di Monte
legulei
corre
da
Pietà.
9
i30
lui in
STUDI
cerca
Fullone
si muovono;
non
ed
essi
di
quesU
più
di versi. Pallone
desiderio
e
insistenti che
sfuriata
una
Vuàtri
volta
in
viditi
chi
; Fullone
mai
una
si
rifiuta,ed essi
di volerlo lasciare in pace,
li prega
seccatori, che
incomincia
POPOLARE
POESIA
m
isbarazzarsi
per
si leveranno
non
lì,
di
questi termini:
viditi,
nun
e
Judici, prufissuri* ed avvucati,'
e
A
cu' avi
A
cu'
raggiuni
avi torta
Basta, basta I
vòlte
signori:e
t
le
sbagliatodi
avere
Di
cavatore.
Fullone, che
a
dato
Ma
e
e
fatti
chi
non
tinuava
battere,e
a
di
scirne,e il sangue
in questo
a
alla
giornata: e
Tuscio.
Ed
»
mezzo
«
Via,
a
e'
sba^
!
canta
seccarlo
era
citandolo
ec-
tra
intanto Fullone
Non
Un
sconosciuto
uno
—
pre
sem-
—
con«
di domande,
verso
salire alla testa del
magnetica che scatti,
-eruppe
»
d'
u*-
poeta,
da ultimo
improvviso:
Canta
ju tavirnaru
la vicchiaredda
antonomasticamente
Prufissuri,
'
Inedito
*
'Nlammarari,
*
di dubbi.
sul povero
chiuda
arrivato
nuovo
persuadersi
a
addosso, usciva
cantare!
Che
malconsigliati
sbizzarrirsi
fa innanzi
cominciava
molla
Canta
^
e
i
ebbero
appresso
voglia,io. t
il
^..„
voce
la mattana
"
preghiere
il quale come
una
glirisposeFullone.
sento
ne
me
dati
accadevano
ne
viene
cantare.—
infastidito
coi
cercando
giorno,per esempio, gli si
a
facitì.
spalleal Fullone
sempre
e
coi
gridarono ad
questi
modo,
un
raggiuni
grosso
avea
torta
quannu
quannu
è detto
'ntàounara
aggbiómmara *,
daUa
di Palermo.
condire.
Àgghiummararif
\
aggomitolare,ravvolgere.
gente loiuuta il patrocinatore.
i3ti
elella di
una
signori^e
rallegramenla della
quando
lisce
meao
con
E
lUH
E
tu
replicò
il
il Fullone
avere
11 poeta
di arguzie
giorno va,
un
Principessa lo
complimento
di
a
ma
assa-
non
so
la sira
pri situali;
la diede"
carcere.
lo
è
veru,.
lassa
sigauri.
a
in
queiristanle il
del chiasso
Patr'E^ernu
si
al
lone»
Ful-
egli
è che
sa
palazzo
di lei,
sira
orientali
^
tramunta,.
pri signali.
?
e
nel
le donne
Inediti di Resuttaoo.
parti
la
spunta^
quannu
.^
.........
passata
incontra
siccome
e
li stiddi
gambe,
Ma
H
a
jornu spunta
Sti
pri signali.
baldraccai
nòstru
nni
spunta.
irritabile;quel che
gmm
Spunta,
E
1' autru
e
^"
aguali !
accussì
diventasse
alla signora, danda
Lu
punta,
senza
franti
colore
di che
tramunta,
cunvitu
un
la
'ntra
lei della
e
e
t' affaccia
chi
spunta,
{da) \ì parti orieivtali;
fattu
cornu
Lu
^
di
(juannu
spata di chiummu
tipo del
lumia;
"
gli fa
li stiddi
lassa
Ti resta
sa
di
t' ha'
Un
a
che
jopnu spunta
Nun
si
società.
"
Patr' Eteruu
nostru
spunta
Lu
del
si dilettava
mollo
che
torte:
Nni
Non
sua
caitzone,
Lu
E
POPOLARE
POESIA
lo aspetta, la signora
se
una
fusa
che
ed
m
piacevolezze poetiche^desiderava
di
e
STUDI
per
quella
volt»
rasentò
qualche selliiBana,
Cassare
son
con
m
cipessa
Prin-
monna
mano
donne,, e madonna
V uscio
una
bella
lo
era
FULLONB
PieTHO
chi
tu
0
non
ssa
di
che
donna
spontanea
i
lo
rimando
sfuggire
lumia,
chi
fa
ne
tia '.
a
seguire il Fullone,
Duca
avea
dovuto
favore.
reso
u»
che
mai
delle
là
più
bera,
listi
que-
prezzo
Quella
zone,
can-
maggiore, è delle
più spiritosedel
dare
posso
d'Ossuna, quando
risposto col
aver
insieme
abbastanza
vituperi, ma
disinvolta
ne
non
di
non
gli
e
più scapigliatee
dialetto,
si Jasciò
essa
asinu
un
at viceré
glirimproverò
una
bella
a
non
canzone,
disse il nostro
ad
lingua,
qui riportare.
occorre
Un'altra
cchiù
altri di
quali, due
che
oduri
beni
Vogghiu
A'
la
133
POPOLARI
SFIDE
versi:
due
questi
per
anche
doppiamente
LE
E
di due
nostro
versi,che
sono
primi:
lì manu.
Baciu
vinutu
Sugnu
fatto di
Questo
non
di Pietro
Fullone;
mangiare
a
ufo
di cui
ritrovo
suo
piena
e
buon
giuoco
lo
^
Inedito
•
Su\
'
pruvista
i debiti
in
dei
la
un
era
lo
mai.
non
che
il
ed
di
sempre
un
buon
"
"i.
luogo
un
di vivande
si
c'è
,
pur
boccale
di
ceva,
pia-
buona
una
esempio
la temperanza
di Resuiiano.
di Palerin
era
di
ciola
spic-
moneta
precedono
sbornia:
una
padrone
pur
vezzo
allo spesso
fattore.Non
accompagnavano
facesse
brrutto
canzoni, unica
fuochi
mora
:
*.
quale argomentavasi
« quivi
giornaliero,
signore.
Inedito
la
d'Assuni
Dduca
potesse disporre. L'osteria
bibita:
senso
pi
pagare
il
egli prendesse
che
^
di pagare
e
altresì
ma
ccà
Su'
e
quando
di
il
il
quello
i34
dì
STUDI
Bagherìa
de^
o
osteria, e visto
mente
discorrerne
senza
fino
in
non
fatto
cibo
e
la
detti
a
Sirràtimi
lu
A
^
ca
^
'Nfurra, soppanno.
'
Fate
*
Di
seco
coddu
che
;
guerra.
surra,
comu
'na
serra;
'nfurra
lassati
*,
^.
afferra
l' autru
pigghia e
una
a
di li carni
la
interessante
oa'
nella
me
l'ajoca
questa
mi
a
Raccolta
del
pena
mei
Tarca
Tagliami
E
ne
saùrra.
dava
cu
non
variante
una
Ittata
Più
cavaiuolo
la murra.
mi
pizzudda
Tagliami
Aju
carono
giocatoricer-
rimproverato
appena
'n terra
a
cui
a
anche
y.
ndo
B
moneta
una
che.
modo
Palermo;
(ermini
i
crepapelle
a
T affamato
senza
jucàvu
carni
li me'
Facili
in
che
la puppa
paci
Facitimi
s^accorge-
non
perchè quando
mia
varca
vuàtri
Mentri
mora
tutti orecchi,
:
jittatacu
Era
vedì,
gio-
già apprestate vivande, egli
e
seppero
cantare
a
Avia
Io
ordinate
festa, non^ l'ebbero
si udirono
compari,
e
partitadi
una
P avesse,
di
settimana, capila alla solita
una
fine,si mette a mangiare
È da credere
boccone.
che
se
del
avea
in
giorno
un
il
air ultimo
tasca
che
non
altri camerata
che
dianzi
delle
vano
da
dita
e
Se
Ciacalli.
affamato
come
POPOLARR
POESIA
DI
a
co'
Vigo, pag.
sig.G. Di Giovanni
pena
comu
300.
varia
ìii Caslei-
cosi
:
sarra,
afferra afferra;
senza
savarra,
li Teli 'n terra,
a
piglia e ca'
ecc.
di Ciandana
variante
pesta
del
pesta
m'
coma
afferra
dello
sarra,
afferra,
\
stesso
Di Giovanni:
FOLLONE
PIETRO
Generoso
cano
com'
de" suoi
era
amici
a
tale codesta
spinse a
SFIDE
LE
E
sempre,
invitava
desinare
insieme
malintesa
sua
altri
un
buon
questi accettando,
un
pagamento
sé
per
e
per
rallegra brigata mangiò
dicendo
a
ste
non
lui. Un
eoa
t
è naturale
gli ricantò
onde
ordinare
Fullone
mio, fotti capanna
uno,
giorno
mangiato
avea
non
qual-
alPoste, e
proponendo
i versi; ma
piacesse pur
ne
volta
in canzoni.
come
cominciò
perbene,
alcuna
generosità,da
pranzo
ventre
stesso:
se
135
POPOLAIU
con
mai,
zatosi
Rimpin-
che
il noto
all^overbio
pro-
:
Soni
cui
Fullone,
pagare
creditore
voli
tavirnaru
Ltt
A
su'
canzum
e
aggiunse
,
manciata
Binchi
sulle
continuando
rime
non
teva
po-
del
suo
,
m'
aviti
lo
aju
non
fattu
voltò
E
Questi due
ultimi
A
*
PiceiuU,
*
Inedito
mi
pigghia
moneta
di
di Palermo.
Salomone-Marino
su'
'n
senst
mia
mi
e
rame,
Lo
ha
a
dari
2.
il
terra.
cosi in
t"rda
a
moneta
canto
Sambuca-Zabut
;
'nfarra,
tegna
nan
stesso
forra,
'a
variano
la giamméria
Ca'
aju
via.
ariri leitu dorma
versi
*,
arg^tu
vi nn'
nun
li robirì uua,
p' 'do
ventu,
picciuliné
né
le spalle e
Aj»
lu
a
pututa cuntintari"
si nn' avissi,
E
cumprimentu^
a
pimarì^
parrari
'un y"^aviti
E
vivuta
e
M' aviti fattu
da
voleva, e perchè
non
:
Àju
E
ventu,
li dinari.
perchè
e
lu
comu
co'
m' afferra.
spicciola.
raccolto
proverbioalla
con
gli altri
fine dell' ottava.
di
Borgetto
136
Che
altri
POESIA
STUDI
bocca
a
ogni
pagava
se
Guai
!
gabbare
la collera.
gli
ben
E
se
era
pochi dì
come
a
lo seppe
una
con
la poca
caro
neta
mo-
lo si
compera
tirarsene
gio
davvantag-
caio,
quello sconsigliatobec-
cattivo piede di bue,
un
appresso
in
se
mangiava
o
costar
poi
avendogli venduto
che
scolto
borsa, egli faceva
e
di
cercasse
lo
tanto
snocciolava.
che
POH)LABE
dendogli
chie-
e
gli fosse piaciuto,n'ebbe
come
questa lusinghiera risposta:
ha
Nun
Gócìri
Di
ligna
Alla
il
quale
duru
Proseguendo
Si
sa
poeti più
da
valenti
a
della
Pietra
si recò,
e
come
tenne
ne
*
Inedito
far altro
saper
,
al poeta, che
addosso
fu
a
rispose
pelo
un
per
di
un
molto
aneddoto
antica
per
vano
poesia. Quivi conveni-
T altro
sfidarsi Tun
poesia^l'Elicona
vi fu presso,
di cosa
ridevole
di
a
sulle
legna
'oU
'na
il
ispirazione
poeti
della
egli
mandò
di-
prima d'entrarvi,ne
giovane contadino,
spalle.Il
primo
tarerò*
V
recarvisi ? Ed
cui
a
quell'altro,
offeso,come
ajm rista mai
un
sotto
de' rustici
passarsi dal
Borgotto. In Gianciana
'Un
in
vita
della
campo
ogni più riposto luogo della Sicilia i
quando
fascio
un
della
terra
il FuUone
Poteva
portava
t
(prov. di Catania) è,
Mineo
che
volta
una
vi
non
avvenghiamo
ci
volgare, la
tradizione
isola.
*
corna
spigolare in questo
a
poetica del nostro,
della
jorna.
'na cisterna:
di li vostri
beccaio, per
taverna
colpito.
esserne
curioso.
tri
e
d'acqua
voscu,
coltellaccio
scagliando un
di
un
cchiù
Era
tri notti
pedi
un
'ntra 'na
mai
successu
verso
conladino
Pavone
varia
cosi
che
se
avea
:
PIETRO
chiesto
dove
fosse
gli diede
Mineoti
FULLONe
SFIDE
di
Mineo;
lezione
lu
a
Com'è
della
Mi
calàvanu
di
cibbi
crudi
un
per
Uggì
riétritti.
cotti;
e
milli
a
quel
desideroso
puetu,
Mineo
onde
nella
pro-
come
in
a
conoscere
di
senza
Mineo,
celebre
prova
celebravasi
versi
terra
e
Signore. Un
,
vanto
corre
faceva
che
»
della
dal
dono
di
che
il Fullone, ritenuto
Colà
e
^
dotti
contadino
un
vitti,
è la versione
gran
lettera,fu
letterato
se
t
poeta
fosse
vero
alla volta di
muove
,
quella
E
terra.
già
a
sopraffattoda quello; di
che
indietro
a
FuUone
Questo
Inedito
nuovo
di
poetare, fu
gli convenne
di
un
poesia
senza
più
tornare
Il fanciulletto
maggiore.
scorno
e
in
era
'.
Ebreo
errante
Borge4to. Una
SeoU
StorieUa
di
scanso
discorsa
attaccato
favellando,e postisialternamente
e
s'imbatte
farvisi dentro
a
presso
col quale
vispo fanciulletto,
'
poetica dei
la notti.
e
libirtà mi
a
e
altra
ricevette
quaie
*
facoltà
tro
al-
picciotti;
canimari
desi
e
fatto
risola
saper
Pietro
senz^
però
binidittì
ddi
di Caltanissetta.
viacia
jornu
misi
nascivi
Piantavi
qual
In
di l'autri
vsu
Quannu
vinto
e
"
fidi crlttì,
la gran
e
scuru
stetti 'ntra
£
Del
natu
era
stetti novi
Gei
quel
137
POPOLARI
:
Stetti
il
LE
la terra
e
la seguente
Nun
tutta
E
i^D
datn
a
yarìaflte
Ttti
dì Resut taso, statami
e
a
ha
non
un
ficarazzese
gioino di riposo;
di
quesfotlavo
verso.*
milli dotti.
raccolta
con
altre dal
prof. AUodso
corso.
Ac-
138
STQDI
da^ Messina
mi.
Non
Piana
trovasi
Sicilia,
sempre
si
dei
Monreale,
a
della
sa
Greci
spite
poeta
un
complimenti
abbia
Com
Sveggiat
lo
Si ti sai
lancalo
è
lu
Pìgghia
Sia
Tu
Vidi
t'alluntani
Lu
specchiu
Si
^
Tradizione
fu
ncarna,
di S.
svegliarlo
a
o-
senza
strania?
amuraus,
a
ja
.
Missia;
ver
Maria.
Fullone
cchiù
capi
la proposta^
fìnu
e
iddu
Cristu
nasci,
iddu
'n ventri
e
cci
di
ecc.
cci
sia,
massa;
a
passa
vìa
:
:
si lassa
vir"^inila
Fratello,Paì'vrmo,
chi
guarda
cancia
macula
senza
'na
sia
dintra
tò
ed
specchiu
gran
iddu, ed
ad
Tu
'Ccussì
suo
durmigliaus,
la
viergin
l'umbra
ca
il
essere
rispose :
di cristallu
guardi
cetto,
ri-
priziaus
è,
non
d' occhi
tanto
andato
senz' altro. Dormendo
sapere
arrispaunni
u
è
cam
come
giorno
poetta valuraus
ver
ei dir
Mi
gita in
sua
linguaggio :
e
a
m'
ghiacuncipi
U
mestr
frat
un
a
suo
sti sang
stis sagn
nta
Maria
Com'è
'n pac
l'altro
al-
estremo
deirisola,e cercatovi
glielo desse
in
daccuaci
una
bel
un
migliori, corse
vogh tropp
Ti
É
de'
finire
che
venuto
gli disse
e
a
lombarda
quegli
e
un
in questioni, in dubbi, in enim*»
poeta sanfratellano
il FuUone,
da
ognora
invece
; si sa
Borgetto, da Borgetto
a
fosse andata
come
in S. Fratello, colonia
un
POPOLARB
Catania, da Catania
a
Trapani,
a
POESIA
DI
;
Maria,
lassa
*.
tia.
e
spa-
140
STUDI
lu
Quannu
ebbe
la
era,
come
con
la
rimorso
e
va
femmina
Ano
andasse
e
di notte
colpo e gridasse :
quindi
stèsse
Detto
fatto. Ma
s'intese
Taffettuosa
moglie
Pallone
marito;
e
dunque
te
chiesa
e
venuto
vuoto,
ogni due
donna
Allora
Pabitazione
aiuto!
di
delia
corse
a
abbracciolla
disse:
*
t
Di
più
viepdei
«
t
corso.
soc-
ferri
grida
Signore, perdonatemi;
cristiano!...
al
e
alle
e
!
serrare
stanga
dolorando
corse
a
glie;
mo-
ammazzato
innamorata
della
il Ful-
colei,sparasse
m^hanno
»
dere
ve-
lo invita
Tamore
e
non
giorni;poi
accorrerebbe
che
un
a
: e
chi delle due
rinsavito
da buon
restringaa
settimana.
il fracasso
o
ricorre
di
del
Amerò
d'ora innanzi
qui si vide
tutto
casa
campagna.
Lasciata
volle
i
sola; e voi,
vivrò
^
la
e
Tuscio,
Fu
la riveda
Aiuto!
vedere
a
prudente
e
volta il giorno
una
presso
e
si
che
quella
di
sente
ne
,
intiera
una
Tamore
tra
provare
ad
vita
alla buona
di
più
bel di
savio
un
na,
don-
impossibilespingere
vedendo
uomo
penitente
suo
di
tro
Pie-
certa
nna
a
Un
lungo tempo.
obbediente; poi, che
ogni tre,
un
da
gettarsia' piedi
U buon
la mala
questa resipiscenza
scoglio^attaccato
espediente: gfimpone
curioso
lone
vìveva
a
il
anche
che
si racconta
ostrica allo
quale
tratto
santa.
occasione, la quale fa qaesta. Maestro
sua
confessore.
un
l'abitu
in H^suttano
Ha
stancu
è
corpu
pìgghia
Si
POPOLARE
POESIA
DI
la vita
ire in
a
non
Tradizione
scapestrata
avendo
della
la
verso
li amici
proviDcia
Madonna
sera,
a
a
il Fullone
Dio
,
pellegrinaggio alla
Borgetto
datosi
e
cui
stanco
di
Trapani. Però
ed
a
stomaco
rivolgersi,pensò
di Galtaiiissetta.
di ri-
PIETRO
FULLONR
a^ PP.
correre
Benedetlinì
in
che
Borgelto
,
monastero
non
S. Martino.
di
cena, il mal
capitatopoeta
po^ di
le facce de^ monaci
vide
misericordia
senza
fatta
Appena
e
allontanandosi
Talba, egli abbandonò
guardandolo
usci
immaginare
ultimi
e
in queste
,
ed
la Mi
La
so
di Dìu
vita
a
su*
porci» li gaddini
wìi
sulu
tu
pei
cbissu
;
negli
tenzioso
sen-
S' 'uà è 'atra
Vi dicii
nun
—
un
è
Su'
e
vigghian.
a
ciaraveddi
ciaurari
co' è
ai
l'aguali.
casa
statu
foddi
o
uè
sirpentìe
sciali,
burgisi,
barunalì^
cci
anno,
i,
urfaneddi^
la tò
a
arrivi
ntra
un
misi.
mianali.
'an
su'
palisi;
Le carili di ma|ale« Ji galtiuee di caprettise
l'odore.
!:
peddl,.
e
sìa mastru
o
sta' acchjananau
Fudduni
ossa
prì
aua
ca
Burgitaneddu^
«enMrue
ottave
allo sdegno
manciari
tri mila
maotennu
Lioiusinerì
^
dici.
mon-
puvureddi
prXari ed
Sì V arrusttnu
E
satiriche
piatta di
tennu
Prì
B
e a
all'avvertimento;
CSL mancu
Ca
orfani
tari,
tribu-
quel monastero,
satira cede
BinìdittJni afflittie
Li
piacere,
un
quelPocchio che pjiossi
con
due
quattro versi però h
di
degli arrosti,e
riguardiad
senza
e
a
tremisu
indispettìol-
ne
ctfera
rosse
e
tozzo
un
dilapidasseroi poveriBorgettani,lor
come
seppe
se
senti T odore
tonde
quanto
pezzettin di cavolo,
un
II nostro
più quando
tanto
un
agi che quel
ed
alloggio;ma
salata,e
piattoi
avevano
appagarsi ad
dovette
ricotta
datigliperfin senza
e
gli diedero
I monaci
duro, un
pan
di ricchezze
fornito
meno
i4i
POPOLARI
SFIDE
LB
G
le affostono*
solo per
142
STUDI.
BlìttiUcci
lavorava
a
Torà
venuta
del
in sul
che^ualcosa
la
più
:
rima;
per
le
stampe
po'
di buon
oggi per
poi
che
egli non
di
processo
la città di
umore
se
talora
camminava
V
aveva
*
Storiella da
*
Tradizione
Borgetto
semi
statami
-letteraria
comunicata
di
bene
palma
hai
sta
gua-
cosa
la
poemetto
in
tempo
vi si
poemetto
Palermo,
sempre
spesso
con
con
vestita
da
com'era,
Salomone.
Borgetto
ecc.
e
,
sone
per-
gazze.
gentilira-
giorno di festa
le siepi alle vigne, ("perchèvi ruberanno).
Mettete
della
Quel
anche
un
Palermo, elegantemente
*
more
ti-
•.
conosceva,
di queste
Una
starsi
e
chiaro
quella
vita umana,
rava
du-
per
esclamò; m'
e
corgeva
s'ac-
non
punto, parve
piacevoleggiava cogli antichi amici,
che
che
vedendosi
potè più terminarla.
non
voro
la-
giornata,
battendosi
fatto ?
in
Questo
chiamarlo
a certo
seppe
quanto
dola
andan-
e
dalla fatica
osavano
della
Miseria
che
un
!..." Si
cosa
sopra,
Tuttavia
allora
e
tu
scienza
co-
corto
disac-
e
mBzza
smesso
che,
non
e
riposo vespertino
destarlo; e Fullone
la
era
Né
! che m^hai
bella
più
affaticasse
corre
Oh
di
il disturbassero:
Se
mulinava.
e
bella
terza
più bello
di essi di
la fronte
compagni
cuore
breccia.
cosi astratto
era
dolce.
alla moria
che
uno
Pietro
più
del
e
con
di breccia
d'altra
da
ad accorarlo
smemorato
tra
corba
una
desinare
i suoi
di avere
ricreando
giorno
mucchio
un
Maestro
ancora.
ad
Un
di continuo
macchinalmente
durava
pur
in
*!
vita cominciarono
riempiendo
riversare
sipali 4,
li.cammisi
ainana
cristiano.
di
li
vi meditava
ei
ed
vivamente,
Pi^OLARE
PORSIA
vigna
farti
della
miserie
Le
la
a
Unitivi
£
DI
per
tira-
PIETRO
vasi
in
della
alto,perchè
Follone
vesta.
li
non
ne
se
SFIDE
LE
E
FULLONC
143
POPOLARI
i lembi
sciupasse camminando,
e
accorse,
con
qui prò
un
quo
esclamò:
amenta
Cu
parola
La
pitrusinu
e
(^ ama), significasi
sì
comprende
dal
lone, perchè il
alza
mento
la
senso
capi
proverbiai
e
Una
la Bella
(non
S'
pr'
delle
'un
s' allurdari
ad
rivolta
ascoltare, tutta
incredibile
Parrà
ma
fabbrica
'un
con
a-
in questo
la naturale
s'ausa
pri tia,
puria *.
a
vero
e
facevalo
pensare
:
e
lavorando
tutto
rispondere.
alcun
per
tempo
nella
Santo
liiede risposte
Spirito (teatrodel Vespro siciliano),
tali che
di capo
delPuomo
?
air istesso
Ed
egli,
sale
"
"
!
t
di
Ed
Camposanto,
splendidamente
mostrarono
ravigliosa dMngegno
scesa
dal
è
amento
gli disse:
dagli amici
mente
pur
,
la
del Ful-
E
(le vesti).
siciliane
e
discorso
con
quale vincendo
la
ragazze
parola che gli venisse
orecchi
si alza
la bedda
sausa)
nel
parimenti:
e
"
divisa
se
il calembour
sia
la bella salsa
ritrosia
alzarsi:
può spiegarsi «
la ragazza,
s'ausa
ausa
qui
lui
di
prezzemolo
e
Ora
verso
prezzemolo (si fa)
e
ausàrisi
da
senso.
sausa.
cosi, vale salsa;
scritta
è
se
savsa
'à bedda-
e
di
dimandargli:
egli li per
li :
luogo, il manovale
che
ricordò
il
«
1/
manovale
il
uovo.
gli ridomanda:
quesito
prontezza
sua
Un
QuaPè
e
dell'anno
di
ma-
ha
la
miglior boccone
»
Un
e
dopo,
anno
Con
che
passato:
e
?
"
Col
"
Tradizione
di Palermo,
nel sesiicre Castellamare.
vesle.
*
la
memoria.
la chiesa
presso
Tradizione
di Palermo,
Alimena,
ecc.
Ptin'd, lemlio
della
144
STUDI
ultimi
gli
Tra
dovea
che
versi,
le
coprire
vennero
Tu
m'hai
£u
t'aju
t'
E
con
Fttllone;
che
e
si
aju
Diu
mi
Chi
t'
E
di
questo
dò
quali
pensieri
de^
e
piatati,
popolare,
in
che
racconti
che
tutta
cristiano
^
di
di
pieni
e
religione,
la
tutta
larga
lubricità.
luidità
sua
cs^nzoni,
delia
in
mostrasi
Pietro
teologizzante,
e
misteri
la
!
ossa
tradizionali
canti
si delinea
e
*
st' afflitti
nK)tteggi
ritrarre
potuto
;
fossa;
il poeta
libero
e
siorielle,
cento
di
a^ molti
risulta
picchiando
ri-
putìstati.
cantiddu
fine
e
smossa;
si*^ grossa
si
agli imperscrutabili
de'
flgura
si'
si
portami
un
picdiiando
V
baiati
balata
moru
pietra
questi:
tanta
fari
e
la
per
martiddati»
tanti
data
a
festevole
avess'io
'mpicciuliri
*
il poeta
vena
li
a
Mettimilli
solleva
tutti
dar!
a
quantu
da^
fatti
a
anche
poeta;
lui
pirdunari
rha
aju
furono
del
ossa
supra
POPOLARE
ne
ve
a
Balata
Ga
POBSIA
DI
questa
colorisce
imiera
quanda
furbesche
Cosi
goiar
sinin
,
convenzionali,
quando
^
*
*
Balata,
lastra.
QuanlUf
qui
Di
Salaparuta;
lo
di
stesso
al
n.
quando
e
583
qtMnnu,
de'
miei
apertamente
oscene.^.
quando.
Canti
popolari
ticiliani.
FULLONII
METRO
145
POPOLAlU
SFIDE
LE
B
n.
Chi vorrà
edite ed
pere
inedite,troverà
egregio poeta^ma
Dal
Lamenta
altresì
siciliane,
egli si
Tattingereno»'
Il poeta vi si rivela
mantiene
vigoria del
nelle
si possano
fatto
però
oramai
pubbliche
ed
discaro, ed
di alcune
fosse stato valente
Le
se
nella
tra
non
esse
Ha
altre
non
le venti che
Patermo, Isola, 1669;
*
In Palermo^
—
la forza
e
aver
6.
non
biblioteche
a
pur
di Sicilia,
da chiunque;
mano
utile al
è certamente
Pietro
poesialirica
FuUone
che
ne
1-
didascalica.
^
G. PiTRÈ
studi,
apprestiqualche cenno
nella
meno
liriche
poesie puramente
pure
de^ suoi
troppo rare,
dal quale risulti come
crìtico-bibliografico,
Pepica e
in ottave
sacre
in tutta
vena,
els^orato
nel secolo XYII.
molti
larghezza
conoscere
sarà
non
ohe
mio,
sua
nelle
anche
privatema
e^
della
divenute^
sono
perchè
fa da
un
intelletto.
suo
Tali opere
pubblicato
e
un'altezza,cui
ad
sempre
in^ tutta la
in tutl^' la^ fecondità
che^ fo^
alle facili Canzoni
*
né
tutti,
è da
*
morisse; dal lungo ed
di Santor Rosalia
poema
più
degli anni
epioo della Vita^morte^
NonnatOy
il nostro
che
o-
svariate lettere.
e
terzarima
al poeta
di S^ Raimonda
prima
anno
di molte
uomo
sue
solamente
egli fa* non
che
di la vita umana^
giovanilidel Follone,
mipacoli
dalté molte
giadlcare Pietro Pallone
ne
ce
sono
esistano
ne
diede
assai
in numero
non
mai
fin
qui
so,
scar-
pate.
stam-
il Galeani-Sanclemente
Bisagni,1651.
Studi di pfluiapppQlara,
10
146
nelle
ond'
DI
STUDI
egli, il Pallone,
Esse
*
siciliane
Mme
sue
un
la
concetto
della maniera
canzone
siciliana staccata.
morali
altro
ogni
come
autore; ed
eccone
chi
incomprensìbili,
rendi
ponimento
com-
dMnvoca-
una
Dio:
a
essenzia
1' anta
Di
chi tutta
Menti
Suli chi
Li
rai subii mi« Uè
C:d
È inutile ogni
Patri
0
Parturiu
ogquno
pup
Cui
La
^
Palermo,
^
Dante
quanto
sje e
giudicare da
rata
lettesé
:
io
di
lampi
?
cui lu
culpa mia, lu
G.
presso
li
a
spini e chiova
r aucidiu
ginituri.
ed itutu jtò intellettu
cìntu
di
:
tia so
eh' è in cruci
Cintu
paci.
Eterna, und* è lu tò ditettu
lu fecundu
Eccu
metti
dimostri
Figghiu equali di
Chi
veraci,
e
che
Cristo
di Gesù
della morte
:
stendi
tuttu
presentarne un'altra intornp alla cagione
di
contento
affamata
ottava
^
culpi orrendi
gran
commento
questa
in
e
sanlu
tu U mei
st' alma
a
fai yivaci:
«osa
^
intendi,
tuttu
e
tramunti,
nun
Pirduna
sia
ogni oggettu incapaci,
movi
Spirita,eh' ogni
so
e
splenduri?
-^
stra^j .suggettu
acerbi
e
duri
;
cangiau d' aspettu ?
suverchiu
Bisagni, 1653, volarne
amuri.
*
IV, pag. 316
e
seg.
cantò:
gloriadi Colui
La
'
In
^
Vedi
^
Il concetto
ipso vivimui,
bolo del
danno
religiosee
sono
Anturi
mi
POPOLARE
trattasse
dello stesso
zione
POESIA
movemur
di S.
nell'Evangelo
di
che
tutto
et tumus.
Giovanni:
questiultimi quattro
Vangelo.
mooTe.
S. Paolo.
In
principio erat
versi ricorre sovente
Verbum
ecc.
nelle para-
148
apparsi
Gumeta
sta infelici etati.
a
tirrestri vapuri in aria
Fu:
fòrsi liratu.
la virtuti tua
auguriu influiu
Malu
Chi
Filippu
di vita
estintu.
li luci
fu
e
Favoleggiando quanto più
ricordando
e
moderni, fatti noUswaii
e
precintu
feru
la ftostru Iiwittissiiuu
Chiusi
*
ausatu
spintu
cussi
palcu
Supra lu terzu
Da
POPOLARE
POESIA
DI
STUDI
nella
ravvolti
miti
e
tichi
personaggi anrità,
oscu-
prosegue:
divintassl la mìa
E
d'
lena
cchiù
chi havissi
oh
Aristippu
frali
pinna
Scarpellu.penetrantidi Lisippu,
E
In
C
Fri stendiri lu
gridu universali,
fari simulacru
in
carta
ein
Lu
Chiddu
Campiuni iavittu
E
lodando
viene
ne
la temperanza,
la
A
non
certo
punto
la
lu
di la
pusseati Alcidi,
la
fera,.
Fidi.
Santa
prudenza,
la fortezza, la
pietà,la magnificenza
liberalità,
ta misericordia.
,
sapendosi dar
fosse stato
monarca
e
sflci d'Erebu
chi
funerali.»
di
mo^e
Atlanti
sagru
versu
petra pompa
in^ lui h
lamenta
ogni
pace
che
estintu di lu corporea
"
un
sì grande
mantu,
"
tescament
dan-
esclama:
^
Ausatu
àA
cosi
ausarit alzare. Questo
una
sua
Didà si condensa
da
osservare,
è del
Veneziano, il quale
cominciò
in-
canzone:
Si tirrestri Tapari in aria
pv'ò
verso
che
e
la
lPD0 (U aìkiatu, trovasi al
spinta
falgvridiventa....
voce
verso
spintu del
i. verso,
seguente dello
stesso
sostituito
Fullone.
m
Fui-
PIETRO
FOLLONE
nostra
0
E
presta
Comu
in
SFIDE
humanìtati
vana
Chi
LE
cadirà
misera
i49
POPOLARI
immunda,^
frali
e
.
Né
ciò
glibasta.
sfogo
uno
)b per
dedica
mobili
ramu
Un
per la morte
amoroso
di Carlo
italiano
sonetto
un
frunda
benché
Filippo
Spagna ',0
Vincenzo
Veggio, Signor,spiegstìr
con
L'ale
Ed
cigni d' Greto,
ai
in
La
lo
rone
Farina, ba-
molto
debole
anzi
l'Austriaco
di Morte
Occaso
In
di
E
il viso
Mentre
la
per
che
delle
pietà
s'innalza
e
si
il
novo
e
con
^
poca
*
Concetto
•
Pai., Deirisola, 1666.
afTatto
nobiltà
virgiliano.
giorno:
noi
sono
risentono
xvi:
nostra
s'imgombra
leggeranno
seguenti quattro versi,che
O
di lutti.
l'aria
precedenti terzine
questo componimento;
Paradiso,
sponde
fonte.
note
piangi, io piango,
Tu
asconde,
Mont'aspro d'ogn'intorno,
armonizzar
Conviene
orizzonte
«uo
ricuoprir palpabii ombra.
per
Marchese, al tuo
Insino
dal
Sol
pianto inesiccabil
noi
Or
onde.
monte.
allagar l'amiche
Europa
D'amaro
V
d'allor, languida fronde
vece
Perchè
fronte
mesta
turbar
e
cipresso vestir l'Aonio
Di
1
di
re
stesso
é il seguente:
meschino,
i
dello
II
a
d'Aspromonte. Il sonetto,
Più
*.
dopo questa poesìa egli pubblica
anno
la salila al trono
con
arida
di sangue.
piangan
tutti.
semplici le
non
senza
tanto
ottave
di
riflessione
dello stile di
-
150
STUDI
Antonio
Veneziano,
Petrarca
:
L'ura
il
come
chi
li
ogni
tempi
vennu
Lasciamo
per la salita del
di
crisci
sei ottave
stare
la festa ufficiale
e
inverno
vedasi
annu.
un
che
sonetto
al trono
di Carlo
di
H,
Spagna
in cui
Fullone
onde
lu
Facia
D'archi
saitti
e
Pri li
iratu
L'arvuli
Ooridi
senza
toni
Pri
la
cu
e
orrendu.
di nivi,
e
si sintia
guerri tempestivi.
1' ali si chiudia
grutti cchiù
timpesta
Il tempo
e
rivi
e
murmuru
frundi,
Ogni vulanti
1*ri li
currendu
cunfusi
cinti di iazzu
munti
Li
Emisferu.
Antarticu
e.
severu,
cuprendu
spandenti fonti, ciumi
motu
Cu
feru.
e
si stindia
nuvulL
di l'usata
Cchiù
'nghilatu
e
fulguri armatu:
in tuttu
ed
ÀlI'Artìcu
di
e
di fuschi
L'aria
turbidu
so
cursu
tempu
Lu
nfvusu
lu 'nvernu
fugge
e
e
scuri, cupi
pioggia
non
e
dettò
però
T autore
alla didascalica. Ma
:
Mentri
egli
popolare-di Palermo^per quella
bellissima
maniera
i,
jomu,
un
e*
grande solennità;e passiamo all'epica
prima
del
verso
un
vannu:
e
un
monarca
nuovo
di
ritornu
manca
e
e nelPacclamazione
Sicilia,
descrive
cchiù
jornu perdi
chi
annu
risente
primo
fa
e
Miseru, eh' ognu
Ed
POPOLARE
non
fugaci
è
tuttu
Cu
POESIA
DI
s'arresta
chi
e
vasci
cadia.
un'ora.
descrive
lo
METRO
'ntra
E
Non
variandu
pochi
sia che
^
essa
renda
meriti
il martirio
La
Saverio
S. Francesco
dì S. Mamiliano
che sta in cima
forlana
ed
siciliano
maore
amor
del
siciliano, Vaìermo,
Poema
Cristo
è
pensieri,ed
% sia
^
arcivescovo
a^ suoi
Santa
a
e
e
o
de^
quella
sospiro
successo
peiUlenzialedella bella Partenopea
1657.
S. Rosalia
a
rinasce.
Xaverio
S. Francesco
S. Gennaro,
e
,
la calamiià
per
cessa-
che canti le lodi di
% sia finalmente
lamentatrice
musa
Poema
'
a
tutti,
tra
ma
B. Marini:
Tr«
*
^
Rosalia
G,
f.
peste di Napoli ', e della
sulla
santi Coronati
Santa
rinasci
e
poemi epicidel Fulione,
dolori
celebri
nove
pasci
% sia ciré pianga la passione di Gesù
Rosalia
che
i
sono
e
muta
mori
soi
guerri
i5i
POPOLARI
si strudi
in sé
ogni staciuni
egli
di
zione
li
SFIDC
fi LE
d' iddu
mundu
Lu
Chi
FULLONC
sontaggiosa di Napoli, Pai. 1657.
siciliana
Oliava
a
vergine palermiiana per la città di Na»
S. Rosalia
poli. Pai. 1656.
di N, S. Gesù
Cristo.
Rosello, 1641.
Pai.
"".
d^llst Madonna
Vita
*
in lode della
siemane
Ottave
martirio
e
Pai.,
presso
Pai.
eondo.
Poema
''
gM"
La
cola
La
Rosello, 1633.
di S. Mamiliano
Trionfo di S, Mamiliana
nove
passiom di Christo Signorjfostro e lamenta
arcivescovo
e
di Palermo,
cittadino
primo. Pai., presso Agost. Rossio, 1659.
Poema
*
è Passione
la Inearnazione
siciliane per
Ottave
*'
santi
La
arcivescovo
nativo
di Palermo
ecc.
Poema
se^
1659.
siciliana della vita, martirio
epico in-S*, rima
coronati.
Pai.
Rosalia, poema
e
gloria delU
1667,
epico in-Sf, rima
siciliana.
Pai. presso» G.
Bisa-
1651.
parlenza
Rua,
di S. Rosalia
,
aggiunta prima al poema
epico,PaL
Nf'
1655.
invenzione
del corpo
di S. Rosalia,
aggiunta seconda.
Pai.
1655.
1S2
STUDI
deir anima
Bon
sua;
in
epico-religiosi
ci^lo:
anzi
secoli che
andrei
non
di
segairofio,
che
gli amori
mondani
ne' suoi
neiranima
la
che
ehiaro
svolgere pertanto
s'abbia
è
non
il giorno
lagrime poetiche
sentiti. Laonde
il
che
secolo
celesti ; ed
petrar^
clinando
de-
XYII,
sdegnò
del Fullone
cacia
effi-
è tanta
egli sentito
apparisceaver
religione de^suoi
epica? Quando
nel
Musa
La
tare
consul-
basta
affermassi
se
gli amori
per
versi,ehe
in
affetti raramente
XVIII.
nel
diedero!
ne
ma
del.Mongitore;
si struggesse
dal fatto
lontano
appena
in
non
ieri drun santo, cantasse
d(»)na,e
poemi
di altri beati del
guanti
sicula
fano.
pro-
scrittori di
questi e
toccò in Sicilia al maocimum
chismo
A
e
in canzoni
sbadigliando
di
diede
ne
chi cantava
d^una
appresso
celebracione
BUbliotheca
nota
solo di argomento
un
del Fullone
tempi
il seicento
che
vero
a'
v|»OPOLAfiE
trovi
lo precessero
la ben
men
POESU
ne
vi ebbero
Ben
DI
padri.
quello che
tutto
di due
contezza
o
egli scrisse
poemi,
tre
si
lo slesso
può prescindere dagli altri,ne^ quali è sempre
Fullone.
adun/^ue la
Ecco
*. L' autore
toquattordiciottave
fa
precedere
da
ciconfralernita
dice, aveva
dedicatoria:
una
de'
di
sarti
fatto alla
del valore di iOQO
Olwa^ poemetto epico
Santa
secondo
scudi.
cen-
e
è all'Ar-
la dedicatoria
Palermo, la quale, com'
Lunga
lo
costume,
suo
,
una
protettrice
sua
in
è la
egli
di argento
statua
invocazione, pari
a
\
La
f»it tupàraki in S. Boialia
terza.
Pai. d«ir Isola
Preghiere a S.
^
Rat,
La
S. Oliva
1652.
Rosalia
vergine
in Palermo
1624
e
16S5.
giunta
Ag-
Ì-65"
tn-S* rima
e
nell'anno
martire
éieiliana.
Pai., presso Boa
palermitana.
Poema
•
1656.
epico.Pai.,
Nic.
FULLOffE
4»1BTR0
9
quelle^he
fflca si
£
poeta solea
giudicherà
%E
SFIUR
scriver sempre,
dalla ottava
IV*
Benigna Diu, ehi ^^hai
"Chi dconusciu
Pir
miserìcorda
tua
.eh* arda
pintutu
chi Slitta li
Tu
Spiaci r
anima
"lh' arrivi in
X}uesto
di tutti i moti
é,
ottava
Linguaggio
che
delle
ten
*
Tempv
e
,
pinni,
disinni.
md
cause
e
di motoi'e
«i vede, il concetto
di esattezza
tanto
poi
e
puramente
tanto
accennato
primo
della
svolto
teologica è
poche ps^ole è
in
brevissimamente
e
De
tanti
a
ove
ardori.
Moturi,
li toi
scolastica
e
segue,
S. Atanasio
Fata
"cu
causa
come
aristotelica
dotti.
autu
di
concetto
mia
iempu
a
tempa
di Motii
e
il poema:
errici,
sacrusantu
pedi hai
di Causa
Causa
poiiata
dammi
in
quanto teolo-
e
di tatto
cummissa
lu
153
POFOLARI
dai
nella
il simbolo
il trattato
losofia
fi-
di
logico
teo-
Trinitatej
Patri
improduttu, Figghiu gi^fteratu,
spirativu unicu
^j)iritu
Din
trinu
ed
Onnipotenti
Senza
causa
saatu«
immensu
una
ed
incriatu,
gluriusu tanto.
e
e
^incipiu interminata
Simplicissimu, pura
tutta
ridenti
Autu, magnu^
e
e
quanto,
invisibili
Fattori, cumprensuri, incomprensibili.
Aiosi prosegue
£
1
invocando
s
celebrando
il Padre
il Fi,
rSi rìtiorcUno i Tersi
Bui,
detlo
Stahat
ut jiri«"t
eor
Chrittum
in
amando
Ut
sibi complaceam
Maier:
meam
Deum,
15"
*
DI
STUDI
Maria
gliuolo,lo Spirito Santo,
In
figlia,
sposa
la fede
si fa manifesta
il poema
tutto
POPOLARB
POESIA
del tiranno,ma
più
a
strazi. Se
e
Tolio
che
non
alcuni
Yistu
dì fidi
Chi
poi
tanti
In
lucìdu
Tornanu,
Farò
intra
1- occhi
di li offisi dimanda
perano
ado-
imperterrita,
casa
ottenebrati^
ogn'
unu,
perdunu.
osservazioni
elevato
solo
esso
vasu
occasu
di avvertire
più
lu
cunvirtutu
alcune
acconcio
basta
non
tormenti
vita» con
tuttavia
gran
di turbidu
aprinu
sia
Tira
inusitati;
E
lone: sicché
e
turmenti
vorgi in Ghristu
componimento
lu
triunfa
Si
stimo
e
spinti dì piotati,
e*
Iwrtu
più innanzi
intanto
Oliva
ministri
vaghiggìa e
Dì
della
essi di finirla col calarla nel-
sperando
rimanendo
bollente,e
Messi
toglierladi
posso per
non
ec.
i quali si
satelliti,
de^ suoi
anche
madre
costante
della vittoria
vergine palermitana,nella palma
pur
e
a
e
far
questo proposito^
su
tutto
come
nobile
insieme
di altri del
giudicare ne'
suoi
il
F.ul-
pregi
difetti il poeta.
Il poema
epico
Coronati,composto
in ottava
di due
sicinana
rima
brevi
non
Palermo;
«
Celebrai
come
tore
pure
:
la intitolazione
e
tempo
un
del
di cui
nostro
ha
è
di Fidia
di
e
questi
a
illustre
forma:
Pirgetele le virtù;
abbatlatomi
però
un
Gagini scuN
giorno
nelle
storio
Claudio, Nicostrato,Semforiano,.Ca-
Simplicio,che
pelliseppero
di
Antonello
fòma
santi
scultore
palermitano
y
vite
e
di questa
e
santi
nove
canti, è intitolato
Gaspare Guercio, architetto,
ingegniere
di
pe-
per
guadagnarsi
mezzo
anche
dei
toiro celebri
del mastino
per
scali-
Christo
156
precisionene^ pochi
Cbe
iore
1E
che
il poeta dice delle
e
rapidi cenni
e
quattro ungheresi
fornita dai
nel
POPOLARE
POESU
DI
STUDI
canto
Diocleziano
a
fervore
quanto
appresso,
pratiche religiosee
imperturbabilitàdi Carpoforo, Severo,
Uffìnoi
Dannati
almi
Spiranu V
Quattru
arti
ragione
e
di
arca
mai
poemetti che
gli
6
le
Diu
fermezza
Severino
YiU
e
volanti
1' ali^..
rotanu
ci guida alla
di lui ;
del
norme
ci fa
e
vero
e
(dico in
le
conoscere
del
di
conoscenza
illustrate
poeticamente
buono.
letto
dia-
la
leggi del-
Egli
scrisse
tra' precettivi
e tra' filosofici e morali:
vanno
altri
pieni di diletto,di
de' primi la Piscaria
Sono
della
ciò
mortali,
palumbi placidi e
non
è in
non
triunfanti
e
li nidi
terra
siciliano)prima
gli uni
invitti
didascalica il FuUone
Nella
alcune
in
r
Versu
impera-
morie:
a
Lassandu
toria
dell'operascul-
varietà
e
PArte
ovvero
di alti pensieri.
del pescare
*,
•,che io credo
poemetto 'Che.al pari della Granci-scravaglina
del genere
eroicomico
vedere;^e VArte
tuto
di la vita
mentii
della
nautica
Batracomiomatihia,non
*.
che
umana
ho po«
Appartiene a' secondi
sta
mezzo
il La-
alla lirica
e
alla
^
didascalica.
VArte
e
dei
nautica
tratta
progressi che
Cristoforo
essa
Colombo
facendo.
fin dai
Qua
Pai., P. Isola. 1669.
•
Pai., presso
»
Pai., 1665.
Colicchia
origini dell'arte navigatoria
tempi più
antichi
ed
oscuri
ad altri illustri dell'età moderna
e
»
delle
e
e
là appresta
Terranova, 1647.
consigli,
regole e
a
ne
ven-
pre-
PIETRO
FULLOIVB
celti di attrezzatura
il marinaio
e
e
pronosticaredal sole, dalla luna,
come
Codesti
precettison
di cui è solamente
dati
con
lo è solo lo studio
ria
e
della
luna,
indefesso
ed
chiamo
giudicii
pronto apparire
e
dalle
varietà,
della erudizione
della sto-
accurato
è fatta al sole
lettori di
più
chi
regni triunfanti
si'in tronu
E
chi
Tu
la Ura
eri illustri
chi
Tu
L'aria
di
Re
d'amari
Ch'in
Cu
Supra
la
Tu
passi
gran
di l'unda
atri
cussi
a
profundi
alpestrimunti
e
fraudi....
la
mundu.agghiorna
pillignna
tua
carni
e
Lucina
chi
la. notti
sparsa
in dui
corna
di aigentu iilici
pumpusissimft ed adoirna.
Pianeta,
D'ogni corpu
£
chisti
curuna
Si' fausta,
fecundi,
di sblenduri,
amatissima
d'un
porti l'huri,
e
la terra
e
cangiu dlddu
lucida
celu,
susu
trunchi^ aryuU
Diva
tu
i)elu
misuri
Tempu
chi ascinda
Cintu
Fai
lu.
pianeti^fonti
Mentri
e
pueta famusu.
e
arricchisci
in
in
di
tricordi
lu cantu
reggi
Reggimi
E
luminusu
e
Accordi, mentri
Are
Cintu
di luci maistusu
Pinda
in
Ganoru
in
tu
Don
eh' all'humidù.
mutabili
inatrici
è
mutrici,
soggetta
ed
alla
difficile contentatura
:
Tu
marini,
stelle,ec.
con
e
letteratura;come
geografia.L^invocazione
ed io ne
il
maestria
vera
Palta
capace
atmosferiche
celesti
de' fenòmeni
il rapido succedersi
debba
come
secondo
governarsi
come
del
e
vicissitadini
presagio dalle
trarre
meteorologiche,e
e
navali
manovre
e
157
POPOLARI
SFIDE
LB
B
158
STUDI
DI
Spira placida
L'aura
A
stili
tu
e
proposilo della
chi
dice
POPOURE
lu
a
miu
pettu
'
mei^tr'iu
varij aspetto.
calamita
di Amalfi
Fabbiu
canusciu,
che
Pr' idda
lu
E
scrissiru
a
Yulendu
chi
nò
Chi
chi
Pruvaru
io volessi
le
per
prime
alle ultime
timido
lunghe,
del
in
bona
cosa
di
a
di farli tra
della storia letteraria
nome
non
ha
raffronto dovesse
che
di buono
risultati che
del
Ta
non
mio
qualche
paradosso;
codesti
tra
e
celesti ardori?
Gtrut.
tori
scrit-
conoscitore
Pietro
lo Stretto.
Fautore
e
molto
mino
scrittori si chia-
è mediocre
conosca,
passato mai
spira al petlo
vanno
a
Pallone,
Tuttavia
della
•
*
è dalle
scrittori in dialetto
non
venirsi
e
libro,andrei
Certi paragoni non
esso.
Baldi, cui
questo
bello
lingua nazionale,e quando
Bernardino
il cui
di
sona
di Tundi
saprebbero
vero
sarà permesso
meno
caudizza;
gran
condurre
possono
amico
zona
in citazioni
tanto
pagine
stizza
sua
culma
dissi
nun
sfiorare
molto
perchè
la
jilati,
illustri di cui
lu
a
e
nella
homini
fama
viva
La
nivusi
pri la troppu
chiddi
Ma
timpirati
cirtizza
cu
vulia
erruri
zom
inhabitabili
fussi
Torrida
fatti
dui
a
li friddi
a
sgannati
li calti multi
Tolomeo
E
Se
foru
giudiziu so
putissiabitari
Ma
chi l'anticissuri
si prova
A
Si
un
dunca
variahiii
tu
Variju
POESIA
lib.,C.^.
se
Nautica
a
e
FULLONB
PIETRO
ha
nulla
binate:
si che
non
da temere
de'
uno
sommario, spero
^bbia
letto
prima, ":ome
Il Fullone
all'arte
s'era
io
sappia, non
in terza
lu Francisi
*
i'^Arte nautica
airabate
diS.
questo
invisi ad
nostro
e
nuovo
un
non
i pregevoli
terzo
un
capitolo
scogghi;
poema
quattr'anni
didascalico di
la connata
voglio dine
^
Piscaria
ebbe
a
.
dire
.
Massimamenti
Pai., Isola, 4655.
capitolodedicato
il Fullone
come
credere, a ragione
tempo),
delPantica
i Francesi
cu
cu
Turchi
cu
e
Mori
genti francisa;
si canta,
chi
o
Monsù
vinci
o
mori.
di Guisa
(e
delle
erano
capitale;onde
che:
megghiu
salmu
a
siciliano
Pattiggiriachi
Chistu
fiero
tutti
del
testimonianze
un
che
stesso
Monreale, Epifanio Bellacera;
sopra
inchinevole
buon
Tanno
Sicilia,
in
alla luce
Martino
ogni
.
1
che
permesso,
feoe altro: sebbene
vinuUi
diede
molto
sarei
dubbie
non
vago
intendeva
isuli
Siciliani la pensavano
i
se
necessità
bile
no-
rima.
Cantra
e
la forma
e
poeta.
mari
di
marinaresco,
argomento
stato
quello
su
balistrigghia
e
ne
occupato
faccia alPur-
nessuno
proposto di scrivere
qoiant'hannu sti
si fosse
dopo
siciliano
d'astrulabiu
Dirìti
£
è
navigare, nel quale
del
che
pubblicazione
ine
a
palermitano
di questo
si scandalizzerà
non
capitolidel
due
ina,
delia
meriti
il
in
lingua. Del quale giudizio,per
della
^
maggiori
Tanteceden^a
sarebbe
che
desiderare
da
o
159
POPOLARI
SFIDE
vedrebbe
nautica^si
AeìVArte
l'autore
LE
E
il
160
STUDI
Vìnni
I
Cu
Del
loro
essi
e
DI
Tarmata
supra
POPOLARE
POESIA
ginirali
vogghia' e tinòraria
ceca
avvicinarsi
i Reali
di
degli scontri
e
strillanti li cavaddi
Ed
e^
quant' avi
Chi
vulìa
lu
Nu
E
armati,
stupurì....
mi
qciantu
misi f^
un
maravigghiu:
nni
Gaddì
toccanu
lu Prancìsi
durari
a
fari?
paisi.
stu
è un
verso
rinfocolavano
soldati che
il poeta:
canta
indolenti.
e
ogni terzina, in ogni
in
quei
appi
nun
ed
contra
Firocì,.timrraria'
Ma
tra^^
offeria Hberamenti
ognuna
Vita
di
seguirono
ne
fururi
ca
li carri, armi
Unniggiaiut banneri
che
co^
Sicilia,
io^
Spagna
Gursiggianu
fn^iga;
furore
sacro
contro^
odii e^terribili
antichi
dette
ven-
popolari.
L^ unico
terzarima
fuori
venuta
t^anni,e
per
conosciutissimo
volta
prima
ch«
toccare
che
motto
avesse
perduto, 1
valore
e
che
e
che
di
formano
e
tutto
nobiltà.
il
ch^
Sor
ia terra
dugento
e
divedere
ora
per
scono
capiuno
slolla potenza,
bellezza,Te-
caduca
abbia
non
i
il bel tempo
ricchezze,la
degli avi, la
vaato
a
poi frequentemente
libretto,ohe
un
rimpianga
folli aiftOFi,,le malintese
lo sciocco
lìmero
peccato
e^
sempre
poeta si dà
intieramente.il
mai
i tren-^
appena
1640
feggeve comprano
sanno
in Palermo
r-
ristampatoe^ divulgacissimoin
popolani
in
di la^ vita tmana,^
vetta Tanno
la seconda
per
la
l'autore dovea
1629,.quando
Tanno
Fullone
citato Lamenta
risola è il dianzi
tutta
del
compoDimento
titolo di grandezza
settantacinque terzine,
suggello di quanto
ho
detto
a
dimostra-
PIETRO
i^one
FULLONfi
profana,Santi
e
prosatorie poeti*gli
sussidio
citare
piì^d'un
buon
italiano
forma
elevata),costituirebbe
ma
brano
(e
lo si
la
per
d^amore
della
opportuno
*
i
delle
di
popolarità^
pochi
cui
terzetti ohe
Potrei
la
per
migliorinel
godè
un^altra
innanzi; e
quale ridotta
potrebbe agevolmente
una
e
italiani,
erudizione.
tanta
derna,
mo-
e
Chiesa
classici
e
di' questa^poesia,la
preferiscodi scegliereda^
Pazzie
Padri
largo e sempre
propriostupitodi
legge rimane
morale;
Storia antica
degliargòmenfi ch^eglimette
conforto
a
di
sono
161
POPOURI
d'ogni ragione,classici latini
dotlrinarii
e
SFIDE
del valore letterario dèi Pallone.
storia sacra
chi
LE
E
sua
genere
io la tralascio
,
tepzarlma
col
ia lode
seguono
titolo
dello
sdegno d'amore:
Quant'importunu fu, selvaggiu e
di
diri centra
vosi
eui
ccì
eh* unni
d*
calma
dipoi ch'entramba
Amari
è
Lu
Gavalepi
La
scrissi
cui
ancora
Si d'amari
ha
regna
Gravina
:
Sdegna irata.
Mor^china
l'alma
a
•
onorata
casa
so
cuncettu
:
l'infausta catina.
intisu,
ritrova
cui
e
chi
autru
Vintati, pazzia, guerra
1
tò
invitti
di la
Spizzai d'Amari
la
cunfirmau
di Talmi
trumma
Farri
e
t
appi pravata:
saggia ed
dissi,scrissi
Specchiu
Lu
paci
sdegmi,
ogni ingegna
Scrissi
senza
mattu-
ci è sbaratta
capi sdegna
Vinizianu
Lu
lu
e
storii ha
lettu
chianti.
suspettu.
Pai., 1029, 1645, 1670, 18^8.
Gn, PiTiuk
^
Studi di
poesiapopolare.
in
11
162
STUDI
Giovi
eh' è
chi
Febu
Veneri
Nudi
Euridice, Claudia
Nella
litiganti\
Ne
in franca
coloro
vi figura
ci racconta
di bei
ne'
fra le altre
lasciò andare
le
a
Di
male
sacciati
certa
Chi
a
il nostro
deplora
a
causa
una
i casi
ec.
che
che
bel
un
sibilaVita
delti
Pallone, il
cui
i danni
vanno
fede
pongono
del
foro. E-
arti di questa
gente,
leguleo glimangiò
un
difese e che
non
sulla corda
tenendo
ec.
Pietro
litigaree
delle male
cose
Orfeo
Medea,
il povero
anzi
te.
litigan-
parole:
sue
Ora
vi
Tisbe,
e
ho trovato
giudici e in altre persone
quattrini per
Ecco
è autore
vittima
come
e,
in. dieci canti
poema
si mettono
che
!...
ricordando*
di Palermo
terzarima
negli avvocati,
gli
afifrunti
Mercurio, Piramo
cenni
Comunale
un
incontro
junti
Aretusa, Atteone,
grandi
a
ov^è
ms.,
amari
quale
viene
Biblioteca
volume
foru
ed
con
ed
*
auteru!
carru
riti ìotìì,
una
prosegue
frunti,
Arcade, Pane, Clizia, Giasone
ed
quali
so
intrambu
in
abbrazzati
l'alma
a
lu
Martiri
e
cosi Tautore
de^
porta
?
l'emisferu
a
virgogni
tant'abbaji,
Cu
ed
essiri amanti
celu
in
lassau
Nun
feru
cussi
tauru
luci
Daffini, chi
Fri
e
duna
trianfanti
e
suprema
vuliri d' Europa
Pri
Calisto
in
si cuDYersi
Nun
E
Diu
ttn
POPOLARE
POESU
DI
lu
cn'iu
miserabili
presenti
^
Auteru,
tgg., altiero.
*
BaeeoUa
di
poesie Oaliane
e
restandu
heredi
sustanzia
nautru
la
pussèdi,
ticiliane di vari
autori.
Ms.
S
Qq
G.
06
164^
sTum
dicendogli
che
di
Yolta
farici
questa.
poema
benché
e
Fullone
lo
forense
non
e
chasi
valore
fors?
letteraria
dii
anco
vuole,
carne
il
esso
del
chiamarsene
nulla
EuUone.,
catalogo
che
alla
il
classe
d'incontrarne
addosso
toglie
rerei:
giu-
resto,
ostico
certo
vi
non
confermi
troppo
pubblicarlo,
voluto
avesse
lo
e
Io
difiBGéle,,del
e
una
dMmpoverire.
Fullone?
dica
lo
scritto,
avesse
Topposizione
al
finir.
Comunale^Niente
de'mss.della
dà
titolo
il
gua^losi
accordarsi
non
del
esso
tende
s'in-
Aon
pintura:
per.
è
che
convenne
di
cosi
gran
eiBcaeissimoi
espediente
quel
gli
egli
perchè
t
aggiunge
quesl^avvocato
E
Sia
dipingere,
a
forensi..Altrove
cose
con.
Ha
vada
«
sPopoum
poesia
m
^.qualcosa
ie
ire.
anzi
FULLOiNE
PIETRO
SFIDE
LE
E
'165
POPOLAid
III,
che
Dopo quello
da far nulla
ha
secoli
de'
Tuno
è
XVII
cui ci hanno
XVIII.
e
Taltro
e
nome,
di studi, il
quale
non
vero,
sa
letterato
scrive
le notizie
trae
in
avendo
che
stampate, nò
poco
tam-
vede
leggere
neppur
non
gli scrittori
ognun
che
il proprio
saputo in ogni ragione
medesima
colla
dubbio
popolo
Tatto credere
Ed
uà
rìtalìano,e
e
opere
seirza
del
tradizioni
delle
analfabeta, che
un
pannisi possa
delie
col .Futlene
quello a
con
ne
il Fullone
die
affermare
detto
ho
franchezza
celebrar
a
dai libri latini ed
il siciliano
Oliva
Santa
italiani
*
.
.
d'Isidoru, chiappi palma
Gaitani, Pirri, Spucces
Il Fullone
del
manifesta
in
in
flessione,che
e
della
se
moralista
sentenzia
nelle
e
un
sfide
di aneddoti;
vl3Cchio
attempato
da
orrore
e
e
improvvisatore, che
giudizio ed
suo
; Taltro
della
cantore
al vizio
,
il cavatore
là teologizza, qui
del
solamente
parlar
un
buon
Rosalia
alta
amore
ad
un
è
un
tempo:
rivali; è poco
nelle
costume
braveggia; là
è
giovinastroche
libero.
ad Antonio
Santa
palermitano
co' suoi
rispettosoal
giudizioso, qui
poeta di ri-
un
grande
licenzioso
si bisticcia
sce
esauri-
ogni altro letterato
come
poeta molto
si tiene
paragonai'
adopera
sventurata;
poesie
e
ogni
dignitosa.Il
gentile,indelicato,poco
il bellumore
facilissimo
un
solo
e
ha
Passione
virtù, massime
grave
e
Riera.
intieri concetti
conosce
nobile
è
verso
un
ottava
una
la forma
popolo
e
antera,
Strano
Veneziano,
un
fa
glio
miscu-
poeta
166
STUDI
DI
POESU
POPOLARE
sincerame^nte religiosoe involontariamente
la
religiositàdel
religiositàdel
dell'autore
e
povero,
il
in
il
osceni,che
È poi
diconsi
del
ed in
siego
sus-
che
sì
e
quella
e
dell'uno
nella
Fullone
del
dei
paragone
si trova
neppure
di entrambi
lodar
per
tra
a
messo
e
manifestazione
l'uno
mentre
cuore
aperta diflierenza
non
dell'altro^
riscontro
i concetti. Tanto
tanta
concetto
sìncero, col
prezzo,
tradizionale
consimile
lontano
d'un
tutto
un
preso
concetto
più
di
stornelli
del Fullone
libri,che
d'un
di cento
delllrrequieto
tapino cavajuolo;letteratìssimo
e
dalla
la licenza
Oliva^ come
licenza
il Pulione.
la forma
lontana
noaèla
Veneziano;
mano
è ben
Comaria
autore
gramo
Santa
della
cantore
della
indocile
AeWAgonia
cantore
lubrico; però
lo splendore
Filippo lY poetizza che
lu
.
.
visu
so
cnmparendu
.
.
caccia, chiudi
Ogni tenebra
del
l'altro alla maniera
la tò
Quannu
L' ariu
Entrambi
quali
terra
nel
e
volgo
il
nota
rosa^
cui
rispettodel
Cristo
a
nasce
una
i
espone
può
«
Da
una
spina
secolo, dalle
migliori,l'altro per
la comparsa
Fullone
pe' nove
del
l'influsso
quella di qualche
el poema
sentenza
annuvulatu.
appartenne,
chi
:
camina
è
smorbarsi
eppure
canterebbe
le credenze
per
pericolo cui
firmamento;
n
s' iddu
s'annetta
seppero
breve
Gesù
prisenzia
temono, l'uno
non
del
popolo
serra,
e
accostare
popolare
ottava
Coronati
spina
t, annunziata
nasce
degli astri sulla
di
una
anche
pianeta
un
la forma
sulla
di
dallo
di
lone
dotto Ful-
riconosce
rosa
che
qual-
Passione
epica del
? Chi
le ubbie
e
più
da
la
una
illetterato,
la si vuol
quando
Coronati?
Chi
pei
apparsi
Gumeta
e
questi
altri di
E
non
ne'
pur
popolare;
chi
fa strata^
nei
pensieri e
lettere
differenza;e per tutti valga il seguente
il Fullone
analfabeta
palermitano
vece
Oliva
dice
E
un
buono
tristo che
Martiri
di
e
E
lu
Ch'è
e
e
re
lu
primu
miu
nelle canzoni
Re
in
sua
28 della
di far«
popolo
in lode
canto
un
il Fullone
officioso dei
d'allora,quando
Coronati
che
di
di
non
un
feriscono
difsi
re,
scrittore
letterati di
proposito e
raccomanda
a''
Irinacrinu, »
regnu
munarca
pagina
il
questo: che
officiale ed
il
a
de' moltissimi
notare
è
del popolo
persona
susteni.
passaggio. Nei quattro
tuttu
laddove
vergine
egli fosse, mentre
celebra
ogni tempo,
quando
mai
il costume
seguendo
da
autori,ed
argomentato
0
fatto,che
veni
cci
cunforta
fatto è anche
idue
sarebbe
ancilu
un
la cunorta,
altro
codesta
confurtati^perchè
alla divota
che
nelle
anche
si nota
cunurtariy il letterato
...
E
il verbo
conosce
il verbo
ha
Santa
non
altra
ogni
come
?
ecc.
concetti, ma
nelle
sillabe,perfino
parole, nelle
passati,
infelici etati;
sta
a
nn' avanti
la cuda
guenti
se-
"^na stidda all'orienti
Accumpariu
Cu
tra i
contatto
malignu fatu,
canto
un
e
II dei
Filippo IV:
di
in morte
di
missaggera
punto di
su'scursi
luni
VI* del canto
ottava
un
funerali
multi
Già
Chi
trovare
167
POPOLARI
SFIDE
LE
nella
leggere
può
versi
B
FULLONB
METRO
secundu
Garlu
pacificua
per Sant'Anna
non
la
mundu;
che
il re,
l'imperatore.
168
01
STUDI
il papa
tutti ì
e
POESIA
personaggi
POPOLARE
che
mai
maneaoo
bob
nelle
preghiere ecclesiastiche:
vi raocamanda
E
secundu
Carlu
Re
Liberatili vui
se
unitamenti
di dannu
del dotto Fullone, si vedrà
dotto«
Noi
coi suoi
di
e
in
siamo
pieno
parole che
tutti
secolo
dire
che
che
la
fama
Fullone
che
il nome?
ed
ogn'altropoeta
come
il petto di sacro
a
del
il grande
cilia.
Si-
tale,altro
Carlo
al trono
poco
della
esser
per
senso
II, e
tempo,
ceso
ac-
avvenimento,
gode che
e
Scàscianu
Vulcanu
Sudanu
1
L'Achillini
in
ciammi
o
sonetto
fuochi,
di cahiri...
a
e
1'alabastri
a
Luigi XIII:
preparar
0
mitre,
";
irCard.
imbaluiMrgU
•
il
seme.
6. B. Marini:
per contrario
Antro
di
pieUte
i
S' intenerir le dure
freddi fonti,
qneree
e
i
pini.
li Marini:
Che
E
inole
anco
i talli ii
dei mmì
ipeiiàro
al
il
ino
*
metalli.
principedegli Eccitati,lodando
Sudete,
*
stupuri,
li mitalli illustri
li marmi
nel famoso
Sodate,
G. Albani,
li mitalli di
suprabbunda
Si svinanu
E
li
è
di
il Marini
accademico
fuoco, canta
semi-
o
fosse
gloria non
Ascende
stinguo
lo di-
contraddizioni,
lambiccature
gli manca
cosa
la maniera
Fullone
e
sue
egli è
,
E davvero
XYII,
la
Se
sanno.
io vorrei
vicino
scrittore indotto
e
le
gliartifizi,
con
giochetti,
invidiabile
da
metafore, colle
strane
sue
ecc.
egli ha qualitàche
che
qualunque poeta
rìtrarlo colle
maJi,
e
rognasi guardar più
poi
da
Clìmenti
Imperiali;
LeopoldiiGasa
Cu
Che
in noria
pianto «seire,
inerire.
Alessandro
de
Longhi:
I»IETR0
CVLL(^e
LE
i^
SFIDE
1{)9
POPOLARI
che
e
Giovi
Lochisi
V oi^
resta
Comu
Fineu
©ella
leggia
£
Se
del
In
Di
cuore.
si
Consilia
abbia
ne
V'ha
la
^
mal
cela
sospiri non
e
inedito
una
per
16
in
qui
la
dezza
tepi-
è scarso,
a
trenta
Comunale
anzi
fare altrettanto.
ottave, che
d i Palermo
tale che
\ egli
il
Gange
parte:
sua
fidi
un
ciumi
pioggia
unni
caduta
aprile del 1651,
anche
vede
dì
più. Per
Canzoni
la
lu Ganrci.
a
Monte
ricorrendo
decapitazione di
gli astanti, altri dal
mari, ed altri mandar
in
amara
Pellegrino
la festa di
Rosalia!
Santa
egli
lagrime
di chiantu
(Palermo) il di
secen-
e
vapurit
tu, letturì, pri ftórai
perchè?
mari
struggersi in pianto
a
pure
Manda
E
caudi
Biblioteca
i lettori
esso
E
chiantu
manda, ed eccita gli altri
ne
nella
conserva
di
componimento
un
darai pace,
5a
non
T artificio della mente
quanti più può
^
vinci
tattu
Suti rutanti.
di
Muncibeddi
che
non
:
dicendo:
forma
imn
strinci
trimanti
è
Filippo IV
arditamente
€ui
Livanti;
contempla,
di virtù
di
laorte
si cinci.
Y occhi
la T-aci
stissa
se
Carlu
Lu
lu
a
Eurofra, d' Asia
(Tiulsci
a
cursu
spinci.
triunfanti;
incognitu
e
in
Delia
fulmini
d^ anni,
stami
N-ettunu
Chi
THeu
eontra
siciliane di
vento
diversi autori.
tanto
Qq.
Oliva
piangere sciogliersi
dal tanto
Ms.
Santa
A. 1,
sospirare:
170
Ognuna
Esiste,è
del Fullone.
manda
cu
pietusn affettu
in
cosi come
il popolo d^onde
sia detto
Pultone
la
se
un
grave
poesia che
se
ne
fa bella
strana
lodatori deUa
disgradato.
piacesi talvolta
di un
questo
a
in
difetto;pregio la
è
simili
e
al seicenlo; il
rimane
XYII
di contrasti
e
parte
è tanto
de^
faccia al novecento
LMperbole del secolo
popolare;e
invece
pace
,
poesia presente,ia
in ogai
qualità ordinaria,essenziale
buona
con
questa
a
uniforme
il titolo di delirante
quanto quella che diede
esagerala,
V accosti
che
riguardarsi come
Tiperboledel
di essa;
quale però
fonoa
una
esagerazione popolare è
deve
e
sospiri*.
nulla
ha
non
ogni luogo
cui ha vita:
di antitesi
di
poesia popolare
essa
La
in
e
POESIA
vero,
iperbolica,ma
tempo
DI
di chianti, venti
Mari
POPOLARE
STUDI
canto
dito
ine-
mondo
ad
di Castettermini:
Quannu
li vostri
Cu
giunge
non
esclamare
mai
per
Confusa
^
Treceot'aDni
le
già stanche
'
È
immensi
nolo
che
*nfiammati ;
le miserie
delle
in una
o
sarte
della
quando
applausi,e in
nave
di
'
saoi
giochetti,s'era
tdegni rallentavano
sua.
il Marini
una
morali*
"
ebbe-i
Pioggia di lacrimar, nebbia
del
canzoni
sue
lagrimusu risa,
innanzi, il Petrarca, che pure
felice fenice, decoro
tornò
bandiera
di
Franci\inNapoli, gli si
leggevasi
«
facondissimo
»
Ji§use HeUiane, voi. IV, pag.
316.
fecero
mo,
fecondissi-
dell'alloro; giochettia* quali s'informa
del Fullone.
*
la siti
paci, aliigrizzascuntenti.
di dire che:
contentato
mi
lamentar
meli,
amaru
a^n
fmcuri
il Fullone
come
0
di cci
passu
questo
172
viene
col
DI
STUDI
col nostro
tenzone
a
vero
suo
il
nome,
popolo; lasciamo
secolo
Però
si
non
ed
scuro
ignoto
sta
vocasia
i;
quale
Comunale
il
Pavone:
lettore,esso
sta, fici un'opra pia, » è data
della
barone
Veneziano
Biscaglia.ln un
versi del Pavone
stato
recalo
nella
e
sino ai nostri
celanese,
a
attirato
Monreale
della
gli
dì tramandato
dalla
per
il Pavone
Tama
conoscerlo,
ove
additato
nel
del Fullone;
non
è di
che
del
Pavone,
di
Segnatura 2, Qq.
»
Pai., tip.Giliberti. 1861. T)ag. 117.
C. 5. pag.
472.
di Antonio
come
Pavone
»
il celebre
siasi
essi; non
ta
poeil portico
poeta, che
berrettone,
un
Forse,
del
È
prima giunse
al nostro
ed
t
poeta
Veneziano,
più prima
coetaneo
^
d'Avita
passeggiava sotto
proposta.
e
di Pietro
ci dice:
come
tabarro
nessuno
% al
ambìdue
potea trovare
1567, trent'anni
non
e
in avvicinarsi
nella
Opere
Pietro
che
un
S'io fici chi-
e
Teditore
di Antonio
spagnuolo, col
proruppe
foT$^, la sfida
morì
fu
di
e
altri. In
Girolamo
compariscono
Veneziano,
cattedrale,ed
vestito all'uso
che
del
Piazza, domandando
Veneziano,
era
*
poeta siciliano
volume
cu
canto
come
di
come
veni
Palermo
rispostadel Fullone
la
siccome
dato
è
ad
di
o-
meglio dappertutto
o
Petru, chi
e
attribuito
è
perchè questo
rimando
canto:
si
messinese,
è sempre
non
sua,
della Biblioteca
manoscritto
di
Fullone.
dopo
il cantastorie
che
parte
di li Chiani
anti
più
e
padre legittimo del
il
il
lui, visse,per quel che
anche
tacere
la
mai
conoscer
quel Vujareddu
passato, cento
può
farsi
senza
qaale probabilmente rappresenta
Salaparuta che, anonimo
dice, nel
poeta
anche
stare
POrOLARE
POESU
anzi
senza
del
d'Avila,
della
nascila
d'Avila, l'anno
FULLONE
PIETRO
1570;
se
del
non
sarebbe
sludi
propri
riscontrasi
di /orma
che
si
se
1678;
ritenersi
argomento
canto
la
e
le relazioni
se
andremo
Capaci
troveremo
e
di
passò
ma
un
capo
1
Nel
lode
A
Notisi
t
punto
che
erano
di
tempi
non
solo
del
andò
il mezzo
lui,
ne'
fatto
gran
la tradizione
lo Stretto,.eche
nella
Ld
e
il d'Avila:
le due
ribbelli
fraggilUru
e
nò
di
ottave
11
vi è chiamato
Missinisi
dieonsi
storia di Sicilia tanto
della BibliotdeacOomuiiale
si trovano
il Pavone
che
altri camti
ad
reciproca tra Pavone
certo
in
del
fosse
non
viaggi
r
Messina
non
buon
con
indirizzo
Se
il
dopo
a-
rante,
Er-
comune
in Messina
cieco
era
di calabrese.
suddetto
ms.
dire
città
vis^giare più dell'Ebreo
FUllone
che
anche
ameno
noi troviamo
si fa
consultare
a
ci fermiamo
Se
a
città
le due
tra
pùnto.
provare
da Palermo
già il FuUone
gevoli.Ma
da
dato
quella
1"70, potrà
stato
sempre
,
da
è quanto
il
sinesi
mes-
venne
qui sbagliato lo
rispostadel poeta
specialmeate quello
quali
ribelli i
soprannome
fino
anehe
rimarrebbero
questo
e
visse
FuUone
che
servare
os-
{SHo ficichi-
chiamare
che
spagnuokv
al governo
e
questo
vivacità
conviene
suddetto
con
»
dairal*
la cui
resto
dopo la partenza de' Francesi
a' Messinesi
ribelle
che
pensi
*. Del
del canto
variante
una
letterati
e
struzion
poeti priviaffatto d'i-
ne'
più
lo
per
1S93:
nel
scendere
da
quei battibecchi,
a
stu, fid un'opra pia) si chiude
*; e
de^ tre
nessuno
ignoranti di Galateo
e
di vivere
cessò
di così gretto pensare
stato
de^
iezza
dirsi che
173
POPOLARI
SFIDE
LE
che
Veneziano,
volesse
non
pure
E
coma
v%é
si
del FuUone,
da farne
leggono vane
mai
sfida» che
una
sono
la misirn
'a cruci.
ottave
di
parola di gara.
una
signor Fi$lro Bafxtne.
tia
negare
stonatura.
174
STUDI
paternilà.Si
la
d'Ossuna.
al Duca
1616
luglio del
essere
di lui il canto
di Sicilia
1°
dal
aprile
FuUone
che
al Viceré
? Ma
suna?
ne
Io
terminese
d'Artuni
onde
dubito
é «erti che
col
nato
non
avuto
avesse
e
in faccia
sia diretto al d'Oscastel-
lezione
una
(TAssurti sì muta
di Sambuca
duca
in
scomparisce affatto;
Scavu
Su'
eh'
pi quarchi pravista
era
Duca
Eccellentissimu
Su
tia ti trova
A
—
diretto
Il canto
lo si
se
due
ultimi
cui
naqque,
Di
il frizzo
almeno
Lumu,
storia
Shidi
del
ultimi
Regno
di Storia
Pai., tip. Lao
Viooi
La
donna
a
donna
Trapani,
molto
si della
e
trapanese, che
Di Blasi,
a
dìvenia
fatti,i due
tradizione
o
trista
Casteltermini
in
cerca
versi
o
ccà
Signurii
al trapanese Incandela
si deirincandela
d'Osiuna.
d'Ossuni
vinutu
cosi:
variano
*
a' 15
i versi:
Cridennu
La
il duca
canto
in un'altra
Sugnu
^
il canto
forte; perché in
esso
\ ed
1611
in faccia alla donna
disivoltura
poi si
di
sto
que-
rante
sarebb^egli stato troppo fanciullo,du-
non
coraggio e
che
fo6se
quella viceregia potestà, perchè
tanto
indirizzato
ci fa sapere
la storia
Ammesso
K
secolo, oh!
POPOLARE
Ebbene,
fu viceré
signore
suo
detto
è
POESIA
DI
;
perchè, taciuto
Duca
fatta 'aa
d' Ariani;
praviita.
lo fece
confermano
di Sicilia, voi. Ili, cap.
ccà
la esistenza
meriggiasse
iSrO.
toxì
che
nei
ragione per
contrastabile
tieiliqna;voi. II, Oilavio
cantari
la
cessa
neppure
il Fullone
tale indirizzo
da
cessa
occasione
versi
?
XXI;
scere.
na-
la
Porta
a
Pul., 1864,
d'Aragona
e
il Du$a
FULLONE
l'IETRO
Carini
in
del canto
di Sicilia
si dice, per
come
un
sto
sentito
dirmi
a
Sugnu
£; Li
accenna
colla
evidente
di aratri
è Faneddoto
la riferisce
tato
non
B
ehè
del Fullone, che
(?) bona
Mollo
d^agricoltura.
d'anni
La
tò
Coma
si troya
passi
yicerrè
Hantri
l'armuisa
Cb'
sett* anni
Voglia
nomi
cbi
Pi l' amari
sta
ta
a
fona
di
Carini
Massa
la
terr'^bissa;
Sicilia passa
parola 'n
la
aTi
eoi
conversando
e
sia la Conti
Chi
mai
seppe
che
dice:
che
se
di
neggiò
maghe,
van-
bizzarro
'a
me
ca
prisensa
s' abbrucia
'un
si ridi
giustiziasi
cbi porta
stissa.
a
ed
missa
sana
la Duchissa.
ard)
volgo
lette
-
de' personaggi
Francia, in Sardigna sameri
Benvinata
Massa,
no-
que
verseggiare. È dun-
a
siciliano,
bisogna cangiarglii
CavaUt'a
conte
campagnuolo,
navali,non
Fullone
suo
il
popolo,che
lasciandoci popolo siciliano che
ma
sull'uovo,
al
anzi
meta,
essere
di altri arnesi
e
pel FuUone
latu,
sfidaiore
uno
attrezzi
e
ma
priparatu;
può
non
'
mansuetu,
ogni biada, pronto
che
bipenni
lu
a
a
in Cianciana
saputo vivo« La sfida che
fari versi
miete
del
ogni lavuri
dubbio
dirsi
può
condannato;
di questo
agneddu
tegnu
fauci
a
senza
falce
li
pueii
metu
E
'n
come
chista
Cu
mai
seppe
altri abbiam
io né
né
fu mai
persone
vago,
più improvvisato,
è
del Fullone,
più
accenno
Io stesso
non
sappia,non
da
cavapietre non
pure
esso
compare
stesso, il quale, chUo
ho
un
Raccolto
al Cont«Massa«
indirizzato
altri comuni
in
piuttostodanno
ma
175
POPOLARI
raccapezzarsiK Quasi
cai è difficile
in
e
Palermo,
SFIDF
LE
E
^
176
dei
e
luoghi.Ha chi
Dante
—
samenle
passa
mela; voi che
il
QuaFè
Un
«
una
sera,
a
fare
una
a
si
risposta,e
si dotto
siete
Un
»
ora
Dante
come
religio-'
e
non
era
Messere, io
ch^
egli
lui,e gli domandai
di mezzo,
già
allorché
scorso^
sulla
seduto
era
alla
e
?
,
veduto
dappoi, ripassaa
Dante,
senza-
»
sale.
con
la tradizione
al poeta che
L'altro aneddoto
Povera
per
formato
filosofia
v^i
si
poco
a
la tradizione
letteratura-
Cristofaro
un' opera
Zabata
venuta
la
alla luoe
originalità^
sua
libro-di motti
curiosa
meno
non
del Petrar^ca:
qualche
a
Tanno
ctie
1S89
Fullone
Padova
in
incontrando
bario,mostrando
che
era
non
filosofia.
vai
un
ancora,
legge: «Unr^
medica^
Il filosofo
,
1
L'ho
sentito dire tante
Grammatìehetta
Napoli
1871.
ad
uso
volte, e lo
delle scuole
trovo
tur^»
argutamente^
ricchissima,laddove-
fossero
poveramente
"
si
dt^
quando
filosofo votee
i medici
che
i filosofi vivono
nuda
nato
rara
,.
,
cioè
attribuii'
SiciUa
verso^
perde
»
tempo
por
capriccio.-
suo
nel
volga rattenzione^
di facezie. In
e
—
popolaredella
,
se
Cosi
*
»
cl"e si traduce
nuda
e
s^
essa
me^
pietra
stessa
attribuisce al più*grande poeta della
italiana ciò che
«
aveva
v^
gli rispcMide tosto:
Dante
•
Coniche
e
risponde:
letterata
sce
noa
m
cavar*
come
so
,
quest^ uomo,
nosciuto,
sco-
poteste bea" suggerirmela:
esa
anno
di sitie,
secate
uomo^che^li
un
T
personaggio
ancora
conserva
lui,egli dice:
miglior boccone?
uovo.
desima
Or
innanzi
impegnato
seleva, nelle
pietra che
una
Firenze;
a
POPOLARE
Dante
—
sopra
POESIA
sarà in tutta Italia questo
Alighieri.
sedersi
sono
I"t
STIRPI
e
disse
:
«
Povera
e
,
subito
rispose col
riportatotra gli aneddoti
italiane dì Y'mcenzo
verso
della'
Leitenitz; 1** corso..
PIETÌIO
hnmediatamente
turba
al vii
Andando
lone
seguènte
di questo
senza
regalare. Farmi
minuto
dunque
che
esame,
termlà
altro
dare
a
e
Lamento
letterato
il
che
deirultimo
itì cui
davvero
sia
la
fosse
fesse staio
di
nudo
da questo
applicate pa-
gli speti*.Si
che
di
voluti
son
cessare
il
vuole
compiut
popolo pretende in-
lo componeva
potrebbe
stratto
di-
venne
vedersi
il Ful-
se
popolare
è intiero fino ab
da
salito
vedere
tanta
a
abbassato
perchè
verà
si rile-
—
dispari
verso
altezza
in
Fullone
tutto
dovette
Sollazzo' éki
molti
più vedute,
di
da
povero
iuolo
cava-
tanta
altezza
classi,ed
avesse
die
lo amò
rimanesse
nuovo
diamo;
ve-
una
neppur
di lui.
ciò è brevissima.
cominciare
di H
il
lo cita
e
con
quel
essere
che
Viandanti, nel quale ti leggono facezie,molti
che
corso
proverbialequale oggi
rispettonon
poesie stampate
rispostaa
come
^
alla gente
mezzo
marrebb
risolutare ri-
questo
come
fino alla infime
infinito
con
iMieramente
questione none
tutta la Sicilia rimanendovi
scelti da
al Ful-
che
gli si
che
il Fullone
componimento
sempre
^
la
terzetto^
Tuttavia
La
Dice
"
il titolo
non
che
Fullone
mentre
punto
delle
se
quel
ognuno
della vita umana^
perchè
sempre
evidente
distruggere mai
a
:
dato
questa parte? Se ci volgiamo al più volte ricor-
per
toae
Peti^arca
è
opportuno
tende
ad
egli
de^ canti
uno
t77
POPOLARI
»
resta
non
neppur
,
^
passo
altro
SFIDB
delFistesso
intesa
guadagno
popolare
poeta
1S LB
FULLONe
piacevole materia
raccolte
e
date
hanno
in luce da
C
scritto, con
Zabjita.
Ih
si dice:
e
burle,
altre
non
Pavia, G.
Bartolì,i539.
G. PiTftà
—
Studi di
poesiapopolare,
^12
178
di
cavatore
un
DI
«TVDI
di
poi
il Burchiello
come
ingegno
tempi,
di
e
gli
ne-
prodigiosa
ventar
istruzione,da diritenendo
sempre,
barbiere, il titolo di
di
quello
nella
avanti
letterato de' suoi
un
procedendo
ma
grande
(arsi lanto
dovette
memoria,
manovale:
pietre,un
anni, dotato com'era
FOPOLABC
POESIA
stro
mae-
egli
cavatore, dì intagliatore,di scarpellino;arti cbe
segui
indubitatamente
anche
quella
pittone).La
dì
è
cosa
spera
vi ebbd
non
pur
tanto
ai suoi
accennando
che
aironore
ed
(«e
qual
Nautica
II dellMr^
al cap.
esercita
ed
che
vera
lavori
tellettua
in-
ricavarne, dice
e
cerca
a
il suduri^
che
essendu
Natu
Quaadu
sentimento
la
quale
ha
non
idioma
e
testimonianza
contro
volle
pagargli un
di
redo
intitola
e
coi
e
a
loro
laudi
Sala
Basterebbe
per
dal
vedere
primo.
in
trovare
Carlo
una
di sapere
egli
tutto
raffrontare
quanto
andare,
Peiretti
una
e
le
scrive
citazione
del
dello
che
non
questo largo
tempo:
riceve
ne
ad
premette
larga, rieoa, precisa,nobile
con
un'
sia la
e
eoi
come
torie
dedica-
ogni
epigramma
Fullòne
cof'
in relazione
entra
un
una
lapide del
sua
Canabbaia,
cosi
de'
quella
latino,di cui
Con
allogatogli.
componimenti,
pubblicazione. Carlo
^
del
personaggi più illustri del
suoi
a
dubbio
in
tologica
mi-
*;lo studio
conoscenza
abbate
lavoro
cognizioni e
letterati
mia
erudizione
sua
risconUro
nessun
anche
certo
un
la vasta
quello non
vuoisi
1634
a
li vraiza^
l' onuri.
pri
«piega
poeti illetterati giunti
italiano
e
travaggbiaou
si
nun
tràvagghia Ja manti
Si
Questo
li affanni
a
in
altra
sua
sem-
del
La
tata
mitologia trat-
180
STDDI
buona
fede
si è creduto
abbiamo
ad
peraltrodi
fattisi avanti
e
POESIA
negli
riputazione di
studi
che
ove
popolo
da
lui,e però
fu del
martellina
del
di
nelle
^
1* Scherz
y.
1860.
Dalia
a-i
zuHiar
puètiein
Stampar!
Real.
prém
tlnmpà
tu
ueUi
in
187i.
Quest'ultimo
(ti
serie:
come
pure
a
vet'naeolo
al LXVIll
itota
trasformazioni
sue
sonetto
ti esercita
egli slesso
i lavori
credere
per
ci
AUer
—
in
:
il mestieie
fu sapere
danteschi
icherz
VVann
del
yondoUere,
•
in
del
•
19 de*suoi
terato,
let-
di maestro
Pietro
potè più
non
nel
che
dubito
se
forte.
Bulògna,
d* J. Barigazz
1861.
si
compagnarlo
ac-
poetare:
suo
Firenze, Stab.
avvertire
Antonio
non
della
sdegnoso
Bulògna,
di Renato
Giova
pHg.
veneto
uscito
era
qualcosa
puèlic
Tanfucio.
di muratore.
a
e
1860.
ò anagramma
scrive
origine. Il
"u/^néì""d'JusPEiN Barigazz.
di Neri
pitano
nomo
dialètt
chiaro
men
indossare
notizia,dL
mai
al popolo giunse
pure
volle
Pietro, allora il popolo
in don
tramutò
?
la penna
mano
insoouna
popolaresco;quando
men
un
stima, e forse
quando
carniera
mai
riguarda il tempo
che
in
prese
la
smettendo
e
*
Fullone
affetto di
popolo;,ma
cavatole
spacciati
troppo umile
Pietro
quel
per
abbiamo
sognato
qualunque
con
nome
si'sono
aver
sua
esempi
non
popolo parrebbe
nel
presente la
ragioni
il Fullone
cui
bassa
lo rammenta
buone
senza
senza
dibile
cre-
conservare
bizzarria
poteva ignorare che
non
meno
mestieri,i quali
Quanti esempi
ecc.
fosse ri n"asto
si tenesse
non
voluto
mera
mestiere,, un* occupazione
dai
venuti
hanno
per
tanto
significata. Quanti
uomini
manovali, braccianti
Com'egli
ignoranza
una
mestieranti?
altresì di persone
per
POPOLAilE
rettoricamenle
quanto
non
DI
da
2* Cento
az-
di G.
to'
Pellas,
Fucini, il quale
in
che
di que-
Neri
autore
una
(t) 11 Barigazzi è barbiere*
primi
Maschio
Sckerz
puélic. Vedi
(Beccaria,che
si dà
PIETRO
Musa
della
fare
posta,
a
che
ma
io,
Cosi
il
popolino
si
un
preteso
un
t
buon
vivere;
di
D'Alesi.
quanto
per
Altri dirà
se
il
si trova
tórre
a
cosi
forma
fulloniana
Petru
cu
'Ntagghiannu
a
La
stissa
petra
Oh
quantu
beddu
sipultura
la
vita
di
lu
tempu
e
più
a
basterà
tico
auten-
popolare,
indicarla.
nelle
quali
ed
mettono
per-
autorità
facili
in
ipotesi
dichiarare
il popolo dice
di
di
pietra sepolcrale:
nasciu;
strudiu.
la iiniu:
diman-
dirsi
tono
sustintau,
coi
sua!
questa
saprei
'mpiau
lu
con
cirèospettoperchè
sua
quannu
Petru
a
audaci
poeti popolari si
[ottava, che
già
Petru
petra
me
a
per
la
non
abbandoni
mi
prova,
petri
La
la
dar
troppo
non
petra
è
le sfide
i
pure
oramai
composta
classe
debba
Fullone
la seguente
il Fullone
Pici
del
senza
io
parere,
lui, che
spinoso
le infime
Fullone, potrà
che
di
di che
qualcosa è rimasta
prestitoper
a
me,
affermazioni
avere
! Forse
opera
di
ad
0
nulla
facile possa
si eno
versi;
campo
sa
nome
di
ai loro
lo
del
popolo,
non
si rivoltano
o
di
ha
popolo
ingiusta vendetta
rimasto
il
opprime
il
menticat
di-
e
ai lodatori
mezzo
mentre
«Capitale,
popolare
egli
chi
E
—
che
quale però
Non
corre
è
darmisi, non
un
nel
»
in
»
Fullone.
del
lui lo dimentica,
da
sommesse,
di ciò che
?
Governo,
ottava,
nessuna
stampato
confonde
e
mormorano
Giuseppe
ma
mesce
nessun
corre
chi uscito
paga
della felicità della
essa
Ma
-ciò che
volerlo
a
componimento,
componimento"?
tempo,
e
perchè,
nessun
Buon
t
Ecco
popolare
di tutto
verso
FuUòne.
rimase
non
dico
nessun
del
letterata
481
.POPOLARI
SFIDE
LE
E
FULLONE
'mpiau:
182
petra chi
Un
jomu
pri cuminogghia
fulloniana
quel
di
uomo
tale che
ditcurru
Diu
Dimmi:
la
questa
egli
fare
possa
uomo
col
Per
cavava.
rispostache
mezzo
e
un
mezzo
Ed
chi
di
V homu
petra
e
ricanusci
mi
miseru
homu,
un
petra
menzu
?
Chi
mi
dìscurri
Diu
lu
pò
aspetta
lu
mia, spetta
dui
race,
giocolino
L'aura,
del
cbe
da
in
o
'1 verde
petra
o
tuttu
l'aureo
grand'horau.
1
homu,
petra.
pag.
?
lauro
un
petra,
Salomone-Marin»,
Petrarca
a
homu
un
cosi, petra ed
falrràtutt' homu
«te,
di
e
petra
una
trasfiirmarlu
farrà
nun
d'
tagghia-petra,
d' homu
tu
fari
puramenti
a
simpHci homu,
un
mastru
un
pop.
petra.
risposta del /ullone:
un
Ma
di
e
pri criari
homu
Ghissu
0
homu
tempiu di petra.
so
menz'
grand' huomu
tagghi petra.
d' homu
fari Diu
Pò
Tu
il
e
Dìo
se
d'un
e
tia
cu
lu
fàrilu
0
vi sente
di lui la
haju^ com'
'n terra
scisi
furmau
E
Canli
bisticciava
rompeva
uomo
discurri
misuri
difficultà
La
^
chi
tuttu
Una
O
soprattutto,il quale
domandogli
un-
colo
se-
proposta è questa:
Cu
-
gioeheifipropri del
pietre che
forse è anche
Petru, tu chi
£
*
sirviiK
Fullone
del
pietra, oppure
pietra. La
i
ha
pepchò
colle
e
argomento
a
cci
poesia scherzava, equivocava,
sua
di Pietro
diede
ntagghiau.
Petru
egli fiorì,e
cui
ogni
questo
POPOLARE
stissa
in
nome
POESU
La
E la dico
in
DI
STUDI
crine.
286.
Eppure
chi
non
PieftiO
FULLONfi
E
SI'lDB
LE
Ma dopo
aver
trascritto questo
6io,non
sfida
come
esso
se
so
popolare cosi
corra
Tanoninio
bocca
popolana^ forse
me
per
incarna
e
rappresenta la
del genus
questo lo si trova
occasione
La
della
lui
a
ad
nella
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Ntd
con
più curioso^
modi
popolariquello
Taltro
raffigurasempre
son
abbia
che
bizzarri
Giufà
che
due
pe^
sopraffarmai
che
prende
alla lettera tutto
L'uno
Piacevolezze
d'essere
»
in
fatto
si ride
quanto
Segnai. CXXll, G. 29.
e
primo
è ri^
abbia
fatto
un
e
nelle
Fudduni^
colla
paragone
fuori
è
per
pei
canti
le fiabe:
popolo
e
si
fa,l'altro dice; questi
quegli,uno
sciocco,
gli si dice,e
pur
fa
di tutti;dell'altro tutti si ridono.
in
Giufà, capestrerìe
studiati
Fullone
a
la fantasia del
da nessuno;
buite
attri-
il secondo
Petra
racconti
tipiche
si lascia
il
die
persona
agenti.L'uno
come
qualunque
gli aneddoti
curiosir Fullone
e
non
pensare.
Grufa
onde
per
Fullone.
stesso
a
peritati(parabola)di
la
in
poetica attribuisce
a
i vizi
tutte le canzoni
fa qimntu Ghifà^ed
quale si motteggia uno
e
quasi
o
frase solila dirsi
frase; Purtari
Tuno
da
siciliano:
stispiciosum
ogni pie sospinto ed
la tradizione
stranezze:
e
ae
ed il cuore,
mente
prosaica attribuisce
ogni sfida,ogni
luogo
lo prese
poche parole, è
in
tutto
e da secoli,allo
preesistono,
più spìrito»;
mille
acutum
vìta^ Tutte
tradizione
masto
forma.
lui
personaggioleggendario,il genio popolare, co-
le virtù
e
non
altro manoscritto.
(Topièda
lo
un
che
e
apparisce nella
come
popolo, per dir
del
un
che
tolto da
raccoglitoredf quelle storie
Forse
Il Fullone
io Tbo
che
palermitana,^
di Storie della Ck)munale
volume
si atlribui-
comunemente
far sapere
Fullone) devo
al
scono
rfwé-
(Dolisibene:
dubbio
quelle che
183
f^OLAftl
messi
a
Fullone:
raffronto
con
due
altri
gni
tipidenon
dis-
184
STUDI
simili
DI
la fantasia
che
POPOLARE
POESIA
fazzonati
d^ogni popolo ha creati,plasmati,raf-
ila altri.
le
Queste
sieno
0
idee
possano
mai
non
mie
parere
fatto in
le
trovato
un
e
nella
delle ftrade di
seguenti parole che
sia stato
del
si scorgle, eh'
sul
altrimenti
le
Mi
un
ha
Fullone
che
questo
che
sentito,
con-
servato
inos-
passare
Taccio
che
rincresce
reso
come
cosi
oramai
argoinento.
se
non
il
il
È
non
per
lodandosi
Vigo
avrei
;
ma
avere
da
sici,
clas-
dalla
giudicare
di farmi
saggio
lettere
credenza
parte
delle
e
critico
e
negli studi
rimproverarmi
di
ciò
del
testabile.
è incon-
in cose
tanto
stampate
opere
gione
ra-
private, ad
palermitano,
mia
»
derazioni
consi-
del Galeani-Sanclemente
lo studio
la mia
oramai
del mio
letterato il cavatore
dover
opere
di
le mie
parere
s'è rifiutato, per
sue
egli
composizioni.
letto
saper
che
lettura
sue
hanno
non
dalle
perchè
nelle
Vigo
poeta vernacolo,
tradizione
avvaleva
nomi
ho
si attirò l'ammirazione
una
di
vi
e
-/pag.241) «Pietro
estesissima
Tautorità
lui
inconcussa
nulla
ne
i loro
niente
di
di
mi
,
errore,
un
dichiarato
lo avvalorano
Per
scrino
di C. Piola,
celebre
un
XYII.
questi studi
amano
dichiara
uo:ifio
Fullone
era
è
fornito
e
spirito,
conclusioni.
che
Mongitore,
o-
quale potreb-
assunto:
poesie
secolo
del
Solo
rispettabili.
degli argomenti
accettarne
su
lo
Fullone.
noihi
con
dotti
proposilo,.hanno
del
evidenti
de^
e
affatto di lettere;ma
tra' siciliani
Quanti
il
Palermo,
il mio
confermano
svariatisslme
sue
popolo
comprendeva
ne
e
delle
digiuno
chiaramente
sia stato
non
Antoiogia (selt.1871) questo
"Nuiyca
Dizionario
nel
i' affetto
illetterato
un
si lasciasse
se
il potente
4871.
bellezza
la
per
tradizione
errore,
Fullone, palermitano, intagliatoredi pietre,fu
e
qualche studio
di
me
a
Qualunque
poesia popolare.•
della
campo
avvenuto
sono
che
di altri errori
pubblicalo
Dopo
univoca
togliere
a
cagione
Maggio,
^
per
meglio
,
concorrere
nel
frutto
poeta palermitano fu
peraio. Altri vorrà
b'esser
FuUone.
son
esse
Sicilia,ove
facilissimo
e
Pietro
sopra
del
letterari del
che
ho
scritto
ALCUNI
DI
AD
ANTONIO
MS.
DEL
ATTRIBUITI
IN
Una
in
poetare
zione
e
di
però
dialetto
stimo
è
fa
dice «osi
:
ed
che
si trova:
t
papxe
Doiubaeulalua
raeuamlae.
Queste
15
dielulma
popolari siciliani;
dandoti
carissimo,
pagine
275
mi
dal
ìn-16o
nostro
Veneziano.
V
ultimi
degli
è stato
Di
porta
rimo
celeber-
Bella
gina
padel
della
bisticcio
Goisumsnepdaià
Cmiutatutuà
e
ultima
dal seguente
1800.
in Palermo.
possessori
Giuseppe
oriauioxo
a
Tatten-
libraÀo-editore
raccapezzo
faeub
il" primo
questi giorni
a
edite
Moanru-
»
Ogni pagina
ne
di canti
febbraio1800.
io lo
A
uno
poesie
attirare
non
composte
Antonio
di
il i5
Monreale,
di
siciliane
cenno
città di
vi
studi
volumetto
un
monrealese
(retro)
e
paè
gradita, amico
cosa
Canzone
titolo:
poeta
ms.,
degli
di
Monreale,
sig. 6. Pedone-Lauriel,
Esso
per
da
manoscritto, che
un
dal
mostrato
XVII.
qui esaminata
fm
siciliano,i^on
farti
di
SEC.
Veneziano
cultore
un
ragguaglio
mai
non
Antonio
di
VENEZIANO
SAXK"It^0I7B-IilA:mM'0
raccolta
inedite
ed
UN
SALVATORE
J!^
POPOLABI
CANTI
del
contengono
canzoni,
tra
manoscritto
549:
sacre
le
e
ha
due
pagine
li
profane,
canzoni,
e
26"
formano
e
sono
398
tutte
sieme
in-
bianche.
compo-
i86
nimenti.
Dalla
le ultime
tutta dì uno
non
due
di
Del
che
tra^ suoi
altro
è
da
stampate
consultarle
di
più
poesie che
delle
e
latine
FilippoParnta
di
airultima
tici del
che
*
186i
in lode
Palermo,
Opere
Arceiii.
Ms.
2.
Qq.
e
quali
Saverio
corna
in
non
il.
nessuna
1626,
dalle versioni
*, e finendo
de^
nes"aoo
vuoisi
Terzo, dov^è
numero*
quelle del
Baronie
mss.
la
poe
Cornaria,
già
ter-
posse-
Isola.
poeta ticiliano riunite
e
in-8.
tradotte
mass.
-
quello,
tacere
';.la copia di esso^
Paleimo, tip. GilibertI, 1861,
B.
in*
fatta,
di maggior
bel
uà
sodamente
di Francesca
n'è
pare
accompagnate
Tra^
D*U'
Veneziano
vanno
non
coprona
se
uh
da
io
vaghezza può
che
ha
ms.
non
anche
deile
Alfonsa
di A.
il
*, ma
fu già dell' Ab.
VATORE
*
del
Veneziano.
zarima
"
1645,.che
ha
ne
alla
questo ed
del Veneziano
chi
non
mezzo
volgo. Ma
nostoro,cominciando
del i629
del
altresì in
Quello che
si trovano
del
lo ebbe
vi lasciò
che
edizione
è (|uesto: ebe
non
edizioni
ultima
Palermo.
in
importanza
secoli,e
toc-^
nel poetare, dello
nome
le opere
due
neir
anche
mi
conviene,
risaputo tiranoi perchè
altronde
pochi anni,
di
deT
fin nel basso
abbastanza
sopra;
XVH^
sec.
Sicilia,che
la
ma
letterati,
istruita,e
ancora
vi ritomi
a'
mezzo
manco
si
tutta
su
di
del VeoeziattOr
nobilissima
sua
verso
sembra
del
ultimi
degli
parlare come
più grandi poeti, e
in
differente),nri
la morte
esercitò
egli
puramente
gente
sia
deirarte
dire
influsso
ms.
d"^
quale volendo
cherebbe
son
II
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un
mofto
(R un^
ò tolta
tempo, (perehè
stesso
è
pagine
poter rilevare che
cioè
che
ortografia,
ed
calligrafia
benché
mano
POPOLARE
P0B8U
DI
STOm
pel
toc»
Sal-
188
di simile
qualcosa
raccolta
ri, curuzzu,
'N
testa
stu
vita
vinisti tu
mi
lu
Comu
Accussì
nella
trovo
stu
avia;
munnu
vampa^
jeu
tìa;
a
pisci senz'acqua
del
passo
santa,
vera
di la testa
leva
moru
firnicia;
gran
amurusa
nun
campa,
*
di tia
senza
.
portarsi intorno
deve
giudizio che
trascrivo
corrispondenza,e
un' altra
poesia
a
sta
que-
che
è
,
169:
sempri t'haju
lu
l' occhi
chi
Fina
Tu
si' la vita
Lu
tò
amanti
Milli
peni pri
Milli
peni pri
Ma
poi
Sti
mei
ca
Sempri
Fidih,
milli
Li
Palermo:
ed
fidili
senza
io
sarannu;
leggesi
mutai,
nun
Tocchi
miei
pag.
J60,
senza
n.
tia
tia
9.
non
tra' canti dal
mutiróggiu.
vivi sarannu;
a
e
pri
muriróggiu
t'amirannu.
ossa
fidili amanti
martini
saróggiu
ingannu.
nenti
mia
peni pri
t'amiróggiu
ju patiróggiu,
tìa
mansuetu
e
vivi sarannu.
la fini quannu
a
mutu,
Mentri
E
mei
poesia che
Nun
amatu
mia,
proprj
è
questa
Dì
e
•cori avvampa,
me
d'una
pinseri di
Nuddu
'
popolari,cerco
m'ha'misu'na
la
Ora
E
POPOLARE
tra' canti
Co
Nuddu
pagina
POESIA
del Vigo:
Facia
Mi
DI
STUDI
tìa
saróggiu,
ingannu,
patiróggiu.
n'entì sarannu;
Vigo
:
a
POPOLARI
GANW
veni
Siddu
L'ossa
se
trovr
che
gli
ultimi
A
pagina
232
D'
Chi
il poeta
a
dassi
mi
grazia
lezione
Oh
lu
Vurria
D'
ogni
Gr^^
B
di la
iJél ms.
B
di
174,
'na
n.
;
muntagna
io. tisoru,
lu
comannu;
badda
lu
di pannu;
oamanna;
Selvella di oltavc
li Sigoiirtli readiU
iieilian
ck' haanui
*
Molu;
37*.
e:
tu:
d' oru,
1' annu;
Gibellina:
'Hperatrici la
maniera
pubblicata
tuttu
cu
mircanti
Catania; pag,
variante
Signuri
Palermu
cumannu
dumannu.
rennita
vurria
lu Granturcu
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E
moru
'ha
di
Quattrucent' unzi
Di
mia
e
hai
ne
eh' avissi
Diu
soru
della stessa
che
oru
di pannu,
ci la
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a
d'
l'annu,
so
à
sirviziu.
miu
popolare canta
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palla
nparadisu quannu
sula
Sta
un'ultra
sto
que-
avissi lu nolu,
'na
mircanti
stassi
issi
E
E
esprime
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muntagna
na
di rendita
m'
ogni, yaxellu
Ogni fratuzzu
'Una
raccolta:
mia
poesie del
delle
cent' unzi
D'ogni
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bene
t' amirannu.
ctv' i' avissi
Quattru
^
parole, ricorda
poche
murìróggiu,
m^i
ossa
Tautore
Diu
0
secondo
*.
desiderio:
modesto
Ed
di
fini quannu
propria
faróggiu?
t' amiraanu
terra
189
XVII
leggonsi cosi nella
versi
L'ultima
chi
ìu
la differenza
Dove
Li
la morti:
di sutta
SEC.
NEL
in
Palermo
190
"
DI
STUDI
E
d' autru
mugghieri
li
in Calaoia, secondo
Ed
Oh
Di
la
la lezione
di Missina
mi
grazia
bene
Vedi
maraviglia
che
altro de' tanti
ad amoroso
che
di
risparmio
a
chicchessia, pongo
il canto
poesia si
la
V addumannu.
laonde
*
e recheranno
esattissimi,
sono
vo'
non
trasandarne
potrei presentarti. E poiché
di studi
di osservazioni
ripetizionie
pubblicato. Rileverai
che
discosti dal
tu
tradizionale
canto
ed
che
le varianti:
Vestiti
Ms.
E
vui
mei
senzi
Afflitti occhi,
furmati
vui
Arma
piglia
licenza
esséndu
Quali
C.
»
Voi, i. C.
nivuru
liggicumanna
m.
n.
privu
63.
la
la
scura
ancora
lagrimati ogn'
Manu
Chi
n.
di
vesti
perdi pri sempri
Yucca
»
di
miu
corpu
ura
palora.
sepultura
e
di
parti
la tua
chi
nu
ora
pirsuna
mora?
mi
volgo
ri-
vengono
stesso
a
che
qual-
popolari,
prima la poesia del Veneziano
trovasi
come
soru:
"^ultore
intelligente
ed
a
nolu.
so
a
•cci
i riscontri
chiunque;
a
dassi
JDiu
a
1' annu;
di pannu.
pezza
mi
fratuzzu
Chista
me:
cumannu;
alassi lu
Ogni panneri 'na
Ogni
miu
da
di 1' oru.
di rennita
unzi
mircanti
Ogni
datane
Muuti
a
*
camannu.
avissi lu tr^soru,
Granturcu
Quattrucent'
me
a
eh' avissi iu
Din
Zicca
La
POPOURB
classi la soru,
mi
fratuzzu
Ogni
POESIA
(pag. 215).
e
poi
dove
ducano
si ri-
POPOLARI
CANTI
mio, di vesti
Vestiti, corpu
5t.
£:bianciti occbi
Vuccuzza
di niura
mei
irui senzii
E
Idastru, falla pi dui
Pigghia licenza
su'
Sdegau
Ma.
Faciti
Idda
sta
à
statu
£d
all'ultima
mi
la
fazzu
donna
Idda
cchiù
lu
lu
L^ ultimi
Ca
Bedda
Ms.
Nuddu
»
•
Di
Stiomone,
dannu.
tirannu
la dumannu
(253).
chi cumannu;
duceniu
causa
mi
^
finti,
lu dannu.
e
viniti,
fazzu
tirannu:
spiju e
nni
mancu
fusti fatta
^
dumannu
d'acqua d'angili
pitturiti potti dipincìri
e
Una
e.
miu
palureddi chi sintiti,
pri pena
Palermo.
la
cori
chi
Si bedda
E
firiti
viniti
uè
priari mi
nni
nun
mi
lu cori
chiddu
ìkSL statu
a
lu
a
chiù
dati
.Ammàtula
*
gilusia^«iati uniti,
cu
Facijti tuttu
Sia
ora?
moru
fini sintiriti
cercu
Sdegnu
ora,
cumannu
c«iitu
culpa
cunvertiri
ciùù
5t.
dui
la
Di
iChi nù
'un
chi
donaa
a
or
pirsuna
^'
chiddu
a
ura
gilusiasiati uniti,
e«i
Mmatula
ad
.se|"uHura,
di la tò
cujna«naa
luttu
Dati
la
vattinni
e
privu
Quali Uggì
scura
ancora
Jagrimati
e
191
XYII
pirdistìla palora.
«a
Mentri
SEC.
NEL
389.
a
l'autri beddi
di nivUru
variante
li fai chianciri
li fai tinciri.
è nel voi. 1* della mia
raccolta, 4J0.
192
STUDI
Vattìniì i in
Pirchi
tanti
Chi
li morti
Bedda
*
'Nta
lu
Ca
Ce' è lu
bedda
'Na
Mentri
Ms.
G'
una
StrdnciU
tia
comu
cianciri
^
ancilì,
fai
lu
a
spinciri;:
cianciri,
potti pinciri."^
nun"
la vitti abballar!
passava,
bianca
scarpuzza
ben
pulita
sioiliaoi;vale
vocabolari
strancili, amHca"a^
o
*
tinciri;.
dui
teni
si metti
pitturi ca
fattu
fattu
'a terra
di
mortu
strancidi.
spinciri.-^
ha
cci' r hai
tò
pinciri,^
1' addipinci;
beddi
pittuzzu
ssu
e
biddizzi;'
di tutti
V autri
ca
angili
stampari
li fai
di 1' aria
V
cu
modi
e
di terra
li vistini
E
chiui
di biddizzi
r aceddi
POPOLARE
va' canta
e
si' funtana
Tu
Ca
^
celu
ti ponnu
nu
Ha'
St.
POESIA
DI
graziosi
gentili,amabili.
*
Spineiri, wrbo
*
Um
variante
tr., alzare, sollevare;
di Palermo
di biddiisi
FooUina
È
^
la
e e
tario
in Messina
che
nolo
ed
Catania
e
della
mia
di
VisUni, dim.
*
Di Acireale; nella
Ipro Provincie si togla 1' ^-dòpo
e
per chianciri, chiavi, ehiova,
di Canti
raccolta
d' anciiii
acqaa
quindi cianeirifdavi, eùwu
'
varia
:
popolari sicUianif voi.
V. il Glos»
II, lett. Ih
veste.
raccoitadel
Vigo, pag.
iì!t,
n.
24.
Io
Palazzolo
cosi:
di biddìssi
Funtana
Cui
di
patsa
ed
strada
ssa
li fai
A
cai
non
ridi fai mettiri
A
cai
nun
parti, di
C'è
la
'Na
bedda
pittori
Tattinni
Li
morti
'n
celu
satta
a
ni ara
tia
e
ta
terra
nnn
a
d'
anciU-,
'mpinciri,
chianciri,
fai
si metti
ca
coma
acqaa
tinciri;
cianciri,
pottipincirf;
canta
li fai
cu
l'ancilì,
spliciri.
.
Canti
chiù
d'una
Idda
Cui
dissi:
vasa
donni
ci dissi^ chi
Passai
STr
'na
Cu
di
me
Cu'
Pri
Ms.
'na
vasata
Penzu
'na
Cu
Forsi
a
lettu
Anchi
Nun
^
Di
dugnu
prì
li
la notti
com'
he
saceiu
Palermo^
fai
ti
peni
fari
chi
ca
*
'un
dormu
amari;
mi
veni
in
sonnu
intornu,
putissi asciari;^
jornu,
turmintari,
la notti
rimeidiu
fari,
rishigliari.
di lu
voi
a
la notti
tu
fari,
vita,
vita.
d' intornu
meu
mi
la
tantu
e
lu
di
haju
ca
lu
cantìddu
un
N' abbastinu
e
cci
pristizza mi
lu
Firriu
St.
morti
arrushigghiu *
m'
vasari
ce' è pena
aju
(p. $66)
abballari,
dissi: 'un
'na
veni
ca
vita
sapurita"
vucca
eh'
saceiu
in
fari?
sita,
vulia
mi
rispusi:
Nun
lu
dda
donni
a
vasa
lucenti
la
voti
vogghiu
la vitti
di
cumpagnu
cci
lu
dui
la vita,
galera
paasannu
'ntra
Vasalla
'n
pai
scarpetta
Cchiù
Lu
e
nni
fari
a
di
pena
193
xvu
sapurita.
e
iu stari
nu
è
vasatedda
sec.
vasari
duci
vuccuzza
mi
eu
'Na
nel
la vulìa
vota
'Ntra dda
Ed
popouri
'un
(p. 161)
dormu
t
circari;
Vigo, pagina 13d^ dove
ce
n'^ è
una
bella
variante
di
Catania.
*
E
efae
cbiaro
qui debba
dirsi io m'addurmisciu
e
non
io
m'an'usbig-
ghiu.
'
Cantiddu,
G. PiTRÈ
—
dim.
di canto*
cantuccio. Asciari,
Siudt di poesiapopolare.
tr., trovare.
t.
*
i^
194
STUDI
Pigghiu
si mi
cercu
Mi
*
^
di lu
di
Focu
chi
m'
Focu
chi
sempri abampi
ti fici r ucchiuzzi
Cui
Mi
li fìci Diu
r ha
mi
E
fattu
am
mia
a
tra
la menti
mentri
Specchiu
Santi,
ss' ucchiuzzi
Diu
ti r ha
fattu
pri nciammari
Yogghiu
^
Paparina,
*
Scanlalu
ti cci
pò
a
ad
tanti.
autri
genti:
bastanti:
semu
trasisti 'nta la
mi
'un
dui
piacenti?
eh' amati
cchìù
Bedda, nuàutri
Livarì
(p. 103)
mei, focu-addumanti;
di 1' occhi
fattu
sula
genti
amanti,
miser
ti l'ha
Tu
li
magari
Cu'
Nun
campi.
sapurita,focu-ardenti,
Yuccuzza
St.
pri
domanti
e
risplendenti?
1' autri
x;u
ammagastì
\)ra
*
trasulu
^
ardenti,
perni '
mia
:
arripusari!
Focu
hai
sonnu
jornu,
mìa, si focu
r alma
n
addurmintari
fammi
la notti
Picciriduza
Ms.
peni
veni
mi
ta
iu sonnu,
rrisbigghiari;
fa'
pozzu
li
bastanu
'Mmenu
mi
dormu
chi
Mentri
POPOLAR»
paparina * pri
scantatu
Tuttu
E
la
POESU
DI
menti,
^
amanti.
nissunu
papavero.
part. di scantàrisi, prendersi di paura,
ed
anche
spaven*
tarsi.
*
di
Di
BorgeUo; presso
quesl' ultimo
Fina
*
Pkciriduza
*
Perni
*
Trósiri,
^
Di
manca
Salomone,
pag.
variante
salaparutar.a
verso:
a
la notti
o
na.
pieciridduzza,dira, di pieciriddao piceilidda,
piccoli
di
tu
ra' ha'
a
turmintari
singolare;porle.
entrare.
T«rmini;
Una
80.
prelso
Salomone,
pag.
81.
!
196
STCDl
chi
L'arauri
chi
E
Cha
mi
t'ama,
stiddi
Chi
coi
E
mai
E
chi
mi
Ti
Ca
e* è
la
Chiddu
Nun
Prì
ni
servu
di
essiri
fa
e
lu
Si tu
St.
Tu
Cc;^
Nun
cc'è lu
ca
canta
Pri 'un
Più
sapissicu'
pubblicato
da
ine
tantu
beni
Presso
ms.
ca
anchi
non
(p. i9i)
mia
cu
ajutu ;
v' ha
i due
(C.
mia«
vossignuria^
la vuci
del
Bedda,
*
aiutu
vulutu»
iddu» fa cantari
in Palermo
Cd
a.
canusciutu
darissi
di
a
sirvutu.
cantari
ccii
servu
essiri
vicini a*^ versi
ha
vits^ mia^
è
cci
e
mia
cu
muriri, dacci
scinnirissi
Chiddu
»
fari
n.
a
mia,
canusciutu
versi
91)
5
dello- stosso
:
tapiti li ne'
peni
qnaui' h graoni lo niè amuri,
Vigo; pag. 23d.
u.
*»
ajutu;
la vuci
a
:
vossignuria
Cuutental4], cuntentalu
Nun
cà
tempi v'
chi tanti
nun
*
pozz*essiri patruni
ci darissi
ìddu
finistruni
lu
vuliriti beni,
e
canta
sireni,
dinucchiuni;
a
'ntra
a
'un
e
susirissi
raanteni
qualchi svariuni.
sapissicu* e' è
Si tu
Ms.
patruni. (p. 208J
la biilizza ti susteni,
servi
t'amu
Ca
mi
davanti
affacci
cci
hai) peni
adduni
essiri
pozzu
ss'ucchiuzzi
sunnu
'ntra
tu
Ma
ni
fazzu
starria
ne
ti nn*
nnu
biddizza
*un
(non
na
vuliriti beni
a
la tò
Dui
nnu
portu
nu
e
pr'idda
E
ti
servi
Bedda,
St.
duluri
di li mei
Tu
POPOLARE
POESU
DI
ìi.
canto
racco
Ilo
«
GANTI
A/Taccia
la
a
Affaccia
NEL
POPOLARI
197
XVH
finestra,gioia mia,
]u salutu
dugau
ti
ca
SEC.
*.
»
GU
esempi potrebbero moltiplrcarsisolo
sarò
riscontro
a
Ti
lu min
mannu
vo*,
Tu
Chi
i caati
Ti
ca
Luci
la
Per
*ia
e
ponti
qui
di
contatto
del
«ono
di ^he
a
la
dato
,
1' annu
prima
d'immagini.
e con
difetto,
rara
Di
Dì Palermo;
(172,
dubbio:
4)
26).
n.
i
trovano
inediti.
Queste poesie
dubbio
occorre
delP
illustre
ottocento
del
amorosa
per
grandezza
vedere
quale
monrealese.
e
più
ottave
Veneziano
si
di stile
tezza
acu,
espressione di affetti, nobiltà
profondi pensieri filosofici
felicità d'arte li associa alle vaghe
presio
più
?
grazie della immaginativa. Poche
^
11)
n.
n.
20)
n.
popolari anche
grave
poesia
notare
(179,
pur
6)
n.
(171,
(222,
la morti
canti
poesia
di concetto, dolce
novità
a
(p, 156,
stenti
raccogliereda
la
stampale
bella
questo
a
maniera
ci è
un
Veneziano
rispondere
siciliane
sinu
con
si fa innanzi
Secondo
lascia
truvirai
mi
di
quintu
(267);
vulemu
poche poesie tralascio, che
aon
d'amore
Beni
suspiri e
cu
lu
luna
Prontu
Ma
donna
na
(p. 207);
annu
un
:
voi, iu vogghifl,e tutti dui
Amai
stretti
Vigo
(p. 2i5);
(p. 192);
la mortL
cori, duci
miu
lu
mannu
a
del
vulemu.
vini'
:
(pag. i63);
ti lamentL
fattu
fimi
raccolta
veni.
ca
metles-^
si
cominciano
ms.
'nsemuJa
ca
l'hai
mai
nel
va
.meu
nun
della
Vu
Altre
cori
cunizzu
ti lassirò
Niin
che
voghiu, e
eu
hai
Bedda,
con
le ottave
che
Vigo, pag. 197,
n.
volte il Poeta
5i.
ha
non
e
e
tili
gen-
canta
le
198
^TUOI
bellezze
della
esclosivamente
ma
qaasi sempre
sguardo,
vicino
dirle
e
le canta
se
Io vedi
tu
saluto
un
e
di lei Pardente
dentro.
Qualunque
stato deiranimo
timore, le
il dolore
la
il mutar
passioni o
e
idee, rimanendo
padroneggiando
de'
la
varia
mitologia come
che. lo
alla forma
della
voluta
di
plebeo,o
di
bisogno
niche.
Ma
il
negli accessori, e
visse?
in cui
tempo
non
cosi minute
sono
a'
fino a' bisticci,
sa
che
avendo
non
del
di altre
che
dir tutto
poi di
appuntarsi di
giusta misura
questo chi
ogni altro
di
lui,,dicendo
possano
di paragogi o
aferesi,
con
familiari,e
per la
che
di
forme, stile
meglio
dal concetto,
che
quanto siciliane,
per
0
elevatezza
estrinseca
delle
il variar
poeta letterato siciliano del tempo. Farmi
intorno
consuma
egli canta:
muta
e
fin
e
starle
vista,nella
nella
secondo
classico
sempre
parole
comunale
abbiano
verso
fo^
modificazioni
egli accusa
Le
antitesi
da
trascendere
sono
a
sembra
da
una
inutile
raccolta
un
mente
apertalui molto
fino a'
trasti,
con-
giochettidi parole.
breve
Di
cui
Occhi
saggio,tolto cosi
senza
stampata:
Suli di lu miu
lu lustru
amurusi
e
Quant'dssiri mai
è
essa
Questa la poesia erotica del Veneziano; della quale
mi
di
sia,
disinganni,la gelo-
i
,
generi
il conforto
innamorato
e
che
vorrebbe
fiamma
illusioni
disperazione;
,
la sventura
gli dà
spegnere
compagnia
proposito
bocca, pe' capelli;
solo;e sempre
de^ suoi dolori
il
la
non
desiata
la speranza,
lo fa di
rimpianger
a
lei,la quale
da
di
e
POPOLARE
gli occhi, per
per
lo tiene lontano
uno
POESIA
donna,
sua
ed
DI
celu, occhi
sereni.
ogni pianeta
avanza;
beddi
di unni
po' gaudiu
e
veni
spiranza;
non
studio
SEC.
NEL
POPOLARI
GANTI
Occhi,- specchiu di gloria,e vivu
Occhi, scola
E.'ncontra
D'un
in
di
Gudissi
lu
Si
ha
comu
dura
quantu
Stu
Ddu
Agghiuttir
cura
Ma
ti sta
Chi
ha
nun
L'acqua
Si ben
li
E
eh'
Nun
Ho
^
voluto
Libru
cUiani.
di
suspiri mei
abbrucianu
di
tia
e
:
spiri,
un' umbra
abbrucia
focu,
l'acqua:
d' astutarlu
chiangiu,
appressu*
certu
è
tutta
quanta
^
focu.
fora, chi sia acqua:
su
di tal focu
la terra, 1' airu
'na
sula
stizza
riportarequest'aUima
primu
cuncessu
e
l'acqua,
pri cui sempri staju in focu,
carria
mi
t'aggiri
displaciri.
com'
m'
f
vestigiu impressu.
forza
eh' iu
pari
chiddu
E
chi
Amuri
appressu
chi
soavi
aura
sempri
focù
Lu
ce' è
chi
Diu;
è
aviri
di li middi
Ne
com'
e
ti sta
lassi lu
unni
Vasa
onuri.
veni, unni
procurannu
minimu,
spartiu,
difendi
nun
miu,
splenduri.
tantu
un
innamuratu
con
Avidamenti
•
mi
regnu
vai, unni
Unni
idulu
almu
e
d'aviri
Privandumi
Adunca
risi
lanza.
suduri.
vizzusu
vostru
si ni
Fortuna
bedda
di li mei
yui
a
teni
m' arricchì'u
dunu
premiu
amandu
ringu
so
la cchiù
rumpi
e
preziusu
Gupidu
Chi
lu
Amuri
beni.
di crianza.
ammastrata
Occhi, unni
199
XVII
secunnu
di la Celia,
9
d' acqua.
ottava
*
proprio per
sia di li Canzuni
amurusi
con
si
200
STUDI
fermare
ciò che
antitesi
del nostro
anche
che
si
nel
e
se
possano
dirsi di lui le
del
ms.
di essi
che
sarebbe
poeta
come
di
4
il solito
monrealese?
E
pianto che
manda
crederemo
noi
cui il poeta desidera
d'ogni nave,
cose
del
di
medesimo
uno
siculo
"
poigliartifizi,
Veneziano
di
da
delle
del
il canlo
in
quattrocent^onze^
ogni mercante,
giunta? Una
al preteso autore
contraria
il Veneziano,
il canzoniere
tutto
rendita
per
A
consonanza
Petrarca
sono
balla di panno
una
oneste
meno
confronto
Tannuale
poesie-
,
delitto di lesa Poetica. Dove
un
ed altre
la
un
ti pare
razione,
questa conside-
piuttostoche
per
gervi
scor-
uriel?
Sig. Pedone-La
il soprannome
meritò
Veneziano^
altro per
per
alle
seicento.
del
non
in molti
poi malagevole
d^amore
Tassonanza,la quale
trovasi
sarà
giochettie
segni precursoridel
,
che
il nolo
àé"
a'
intorno
poeta. Non
la canzone
no
POfOLARC
accennato
leggono
di
pare
dove
POESIA
carissimo, che
egli,amico
me
ha
qualcuno
Tale essendo
canti
DI
prova,
del
sto,
re-
canzoni,risulta dal
medésima
dì una
concetto
,
in
immagine
che
si
legge
Prendiamo, p.
Il Veneziano
Si
Tutta
Chi
Pri
E
La
poesia del
una
si dà come
e
dice
alla
quantu
è
mia
in
terra«
danna
impijura
cui
po'
(nan
costellazioni
chi
1
La
la viletta
Celia, i, 2.
n.
150.
e
quanta in
e
una
canzone
manoscritto.
nello
mi
nò
e
eelu
cancurri.
chi
sastegna
mi
saccurri»
nun
sia
Qualsivoglia accidenti
Mutirà
di costanza
s' opera
fari! è forza
fina, chi
in
amore^
donna:
sua
in
e
di lui in questo
e., la dichiarazione
pozza
s'
Veneziano
mai
ch'avvegna)
curri»
chi mi
vegna,
la turri *•
regna.
l»Om)LARI
GANTI
£
il Yeneziafio
•guanto
volalo
il
dire
a
Vurria
'^tra
slu
Sì
prima
Il titolo del
€osi
fa anche
'
a
molti.
siciliane
clie
significa
in
poesie
di questo
con
a
la fama
cui
non
ed
furono
non
sarebbe
altii
si
copiate
il
sotto
più dal popolo.La
poesie
non
grandissima
ebbe
inutile
che
io
ma
dizione
tra-
oscurò
con-
riportassiqu
vogliono avvenute
poeti dellMsola;
si
sue,
appartenute. A
essere
suo
letterati ; cosi
Veneziano
che
possono
di tali sfide che
monrealese
a
e
stro
no-
Veneziano; il che
dai
quel tempo
nunziando
an-
composte dal
sono
Antonio
le
al volume
raccolte
piuttostoriferite,
colui che
ferma
alcune
sospetto della falsità del
a' dì nostri dai letterati
altro poeta
i
sipillutn.
e
acquistare importanza
facevasi
ogni
jutu^
amatu,
mortu
letteraria attribuisce
«ome
lagrimatu.
curuzzu
rafforza il mio
lui, ma
di
vidutu,
lassata
poeta monreakse
in altri termini
hai
chiaciutu.
nn' avissi
le Canzone
celeberrimo
nome.
per
vuole
«he
mss.
t' avia
su'
nun
ms.
l'autore;esso
dai
chi
mi
questo solo vale
g
s' hannu
ti lassirò mal,
Nun
è
pinzatu
m*
nun
tei hannu
li mei
ti cridivi
chi
tempu
gran
hai
chi
sapiri,heìì^,a
puramenti
O
cois.,che
popolo:
Considera
Tu
201
XVH
poesìe del
delle
autore
sa' si l'occhi
Cu'
SBC.
NEL
tra
per
i
il poeta
tutti
questi
soli bastano.
InSalaparuta era
la intendeva
se
il Veneziano
^
Ms.
pag.
coi
celebre
Vujareddu
principalidel
gli mandò
225.
lu
a
suo
di li
tempo.
risolvere dubbio
che
chiani,che
Un
giorno
incomincia
202
DI
STUDI
dugnu
Ti
'Un
coi
la cosa
Né
vaju
stata
Vujareddu
Re, (a quei tempi
larsi
di Nuè.
d^ armi
Condotto
in
la
volta
prima
a
dizione
tra-
dubbi
del
la dimanda
cci la
i re
rapiu
ecc.
la malinconia
aveano
il
prendere
a
salaparutano.Egli
alla presenza
Palermo
al
di fronte
non
avvenire.
dovea
di S. M.
si trovò
rivale
antico
suo
di trastua
giorno spedi una
un
quasi prevedendo quel che
scompose
ecc.
:
questa gente del popolo)
con
compagnia
si
l'^rcu
è:'
verso
fa testimonianza
sapiricu'
Vurria
primo
il Vtyareddu altre volte venne
Veneziano
a
tri.
o
questi tenaini, perchè dalla
questa fotta; di che
di
jorna
il cai
tra
in
si rimase
si rileva che
Il
di du*
tempu
sfidato rispose col canto
Lo
POPOLARE
P0B8U
in
per
poesia,il
quale gli domandò:
chi
Lu
farriti,chi farroggiu,chi
vujareddu, che
Corda
E
fu
rimandato
Il Dott.
vita
e
sulle
oggi
che
in pace
opere
mate
a
Modica
del
roggiu, suli
in
stanno
scrivendo
attribuire
Palermo,
con
ha
«
del
non
lui,poiché
che
Collegiode^
del
dUncerti
suiti,
Getori,
au-
Veneziano,
si possono
talune
di
ms.
un
di S. Martino
in
sulla
ricerche
canzoni
altre
Biblioteca
libro
a
raju.
alcune
poeta, dice
insieme
nel terzo
fa
casa.
nostro
quello più copioso della
contenute
fa
nella Biblioteca
Veneziano
Nazionale
sici*
tempo glirispose:
riti, ferra
Giuseppe
poesie del
in
fa
cakmbour
cai» il giochetto,vero
attender
liano,senza
farrajur
e
fé poesìe
tutte
ottave
stintament
indisMn-
20i
STDM
il Veneziano
quasi
i
di dare
da
co'
sfide
a
e
popolo
che
sapienza personificatae
nella
il
ciò che
spiegazione di
Occhiu
di Purci
dal
il tal ^anto,
è del
in Catania
e
in
Partinico
di Francesco
il
àa questo,
è del Veneziano,
Borgetto
il «anto
bano,,
è di Al-
di
pato
Messina, stam-
raccolta,
sua
ciaraveddì,
4al
dai
volgo quanlo
Modica, ne^ cui
si' la cunucchiedda
ti vurria
Parrari
ms.
renti,
pa-
si trova.
lu
La
facci
lu
in
vivente
%
aviti
sapitica
Capaci
visu
di la
iu lu
lu
fusu,
pisu,
susu,
visu,
cu
paradisu ;
affruntusu,
sugnu
nello scritto
98
come
fatta dal
egli non
mentre
pag.
ed
iu
parrari vogghiu essiri 'ntisu.
Senza
si canta
ed
parrari l'aviti giuiusu
Ca
leu
a
e
piacirì d'acchianari
Aiu
V.
carni
si' la valanzedda
Tu
*
della
nendo
fi-
seguente:
Tu
V.
mancia
cosa
canzone
^
303
pag.
che
e
discorrendo; e tu, Sa-
via
«
riferisce,tanto
si
come
La
a
ricca
Lu
in
Pavone
\
a-
quanlo
in Palermo
Cambino
carissimo, sai bene
Vigo
lettere
apparisce evidente
in Monreale
è del
parmi
Passalacqua. Ma
«
dal
contrassi
a
Fullone, che
svariate
e
a
e
vero,
che
in Carini
dal
di molte
uomo
si discosti
lomcme
capace
nello.
indovi-
un
lo fa venire
popolo
isola cominciando
dimostrato
ad
lami
POPOLARE
poranei
o ^o' presunti migliori poeti estemfhigliori
deir
ver
POCSU
sia la
maggiori
Segue
DI
:
Pietro
di questo
era
Fullone
volume.
capacioto E. Siino poeta
ancor
e
le
nato
quando
la can-
sfidepopolari siciliane il § III.
POPOLARI
CANTI
zone
dall'uno
correva
raccoglieva.Sai
la
da
composto
me
il canto
si
che
all'altro capo
più
Ce' è malata
Malata
ranni
Parli,
Dicci
Siddu
pi
lu
li
cu
sorti
poesia del
per
fu mandato
della
e
Intanto
laute
cioè
canzsni
lìunno
in
un
ho
completo
biddizza
mi
morti
^
il caiUo
dianzi citalo
:
composizione
come
il connubio
della tradizione
popolare ha partoritoun
nella seconda
metà
buon
del
noscritto
ma-
fatto parola.
nel
che
manteni,
stampata da lui
fatto di altissima
sec.
popolari del
un
importanza
XIX.
si
sec.
XVIL
qualche variante;,
ma
inalterate
Ducent'
sola concetto
in contrario.
risulta da que^
conservano
noi,,
qualunque
da
portarne
in
parti
che
stesso
ti*adiziahe
tempi lontani
è vero,
e
potuto mutare
possa
parti,
dugnu
poesie contenute^
di cui
ms.,
mi
arti,.
morti,
amanti
Billeci. In breve
delle
numero
te
la tò
al Vigo
di Antonio
lelterala
da
:
Veneziano:
Bedda
sto
miei
V. Cilestri,
;
'n'autra
a
la mia
manu
la Morti
'un. si merita
bella
potrai vedere
E
l'arcu
vota
ca
co*
parti,
ed
ingegna
cu
pieri di
li
sti
nta
mandò,
sapi forti;
nni
miu,
curuzzu
la mia
Ca
mi
e
jéttatia
Va
bella
mi
Cilestrì
assai del
antico
una
e il Vigo
Sicilia,
in Noto
vivente
campagnuolo
sa
della
M. Di Martino
che
pure
205
XTII
SEC.
NEL
anni
di ciò che
non
nacque
sia il giudizio che
Ogni
tanto
ci
la tradizione
tri
al-
avveniamo,
ha
il
suo
trionfo.
Accertato
questo
sarebbe
,
ora
da
vedere. q^nalQ fosse
206
STUDI
sa
il
che
Inoghi,
via
ì
che
far
dire
gli
a'
ancora
e
che
stessi
del
sospira.
Settembre
187i.
esso?
nel
siciliano;
le
e
e
che
che
i
tutti
scuola
XYII
la
celebrerà
e
poesia
che
piange
i
la
trovar
sempre
odia,
non
lutti
di
ragione
passioni
stesse
ama
e
sanno
ogni
chi
ma
tempi
non
Laonde
secolo
afietti
popolo
di
di
ad
nostri,
giorni
figlio
un
è
popolo
fino
PQPOLARB
popolare
canto
mutamenti
scendere
da
celebrava
prega
del
canto
e
a
sarà
il
seicento
nel
Stato
POESU
DI
corre
con-
popolare
celebra
finché
e
ci
ride^
CANTI
ALCUNI
DI
IN
altro
Un
manoscritto
di
professore
È
termo.
SEC.
egregio
di
italiani da
e
de'
Codesti
e
tre
548
quali
Vi
tre
anche
artìstica
Qualche
concilia
più
secoli
ed
dalla
de'
rate,
nume-
prima
altre
pagina
ridicole,per
indovinelli
e
sua
secoli
letterarie
nelle
titolo: Ad
e
poesie
per
un
la
più
nienza
prove-
riscontrarsi
e
quello
anche
letterarie
in
XVIII.
popolarità,che
più recente—,
lo
di
parte
misto,
lo tramanda
ed è la
e
XVII
XVI,
origine popolare
in
il genere
nascita
di chiesa
in parie di
e
due
ciascuno.
ottave
;
liani
sici-
componimenti,
quali possono
fa sentire
origini
del 1779—
col
di Pa^
non
epigrammi
di nostri
einidita
poiché
persone
alcun'
sei
sono
ai
scrittori
le
E
colla data
ed
poesia
ehe
nella
avente
altri da sei
due
componimenti
poeti
tecnico
182
pagine
altrettanti
quasi
per
e
comunissimo
molti
Mondino
quattro versi ciascuno^ sei indovinelli
e
ferto
of-
slato
siciliane,profane, d'amore,
ottave
si contengono
ottave
da
è
Salvatore
R. Istituto
frontespizionèfine^
titolo: Selvetta
mi
,
in-16** di
volumetto
Vozio.
siciliane
sac.
nel
sdegno, lontananza, spartenza
passar
XVIII.
poesie
lingua inglese
un
senza
questo
DEL
di
dall'
esaminare
ad
MS.
UN
POPOLARI
a
ve
ed alcune
di monasteri
fratelloubriaco, ad
dopo
tarde
ne
nerazion
ge-
hanno
dano
riguar-
(v. i
un
cioè
ponimenti
com-
P. Gè-
208
STCDI
due
suita per
pera
cosi
Patti
ec.)
degli
ultimi
dovett'esser
passato,
nella
e
screpolo
sia che
no, Tanoniau)
o
solenne
diS. Chiara
nel monastero
a
giudichi dalla ottografia che
si
è opera
in
locale
D.
sac.
ritrae
Tot-
vedi
4 ottobre
,
di
cerca
raccoglitore
(di che
dal novel
cantata
dt
siastico,
qaalctieeccle-
di andare
letterali d'occasione
messa
Lorenzo
di
forse
e
il ms.
che
cerlezza
Palerou), sia che si guardi al colore
di
compommenti
tava
,
eoa
faeevasi
DOB
Monsignor
ricevute
non
e
erotrdie^ Ecclesiastico
canzoni
de'
dirsi
secolo
POPOLARE
POESIA
promesse
poò
del
che
DI
la
seppe
Giu-
1779
»),^
parlata
palermitana.
Le
quelle che
di
poesie popolarisono
si
leggono
nella
raccolta di canti: di amore^di gelosia di corruccio,di
di morale.
chi
Diu
O
lu mari
Yimssi
un
E
'ntra
NuA
la
mi
chi
Basta,
Va
mi
si
lu
cori
0
latru,
a
campu
iiù
frijssi:
maneiassi^
ci trasissi
chi riibbatu
liti 'nti'a di
r arrubhasti,
'un
e
rubbari
e
cori
m'
hai
nui.
lu sai,
tu
li duni
mi
cunféssati, latru,
poi
accattassi
im
cori
vindissi^
*
ti lu teni
Si
lu
lu
fari cchiù
Si tu
Ca
curiria
mi
m'
padedda
sua
ntra
pammi
Senza
piscassi
la chiazza
siguiruzza
nai
putissi,
mi
e
marmaru
la mia
Poi
mi
stari
'mmenzu
poi
addivintassi,
pisci grossa
Dintra
E
alcune:
Eccone
cchiui.
vidirai
e
ci vai
chi
cuscenzia
senza
cori
e
ehi
tu
cu
chini,
hai?
dui
r
.
tira^
sa-
CANtl
Vurria
NEL
POPOLARI
Itt sta spariefiza'un
Ga
sempri
£d
ora
li
peni
'un
aju
Sdegnu
Facili
Dati
sta
Idda
fu
gilusiasiati
chiddu
lu miu
all' ultimu
€a
la
nu
A
r assittata
E
q nandù
€omu
pri
È
tantu
mi
Ga
E
del
si
può
G.
PiTRB—
ti
ti
del
anche
Yigo
di
e
chi
tia
abbaju,
riju
t'aju
ti
viju^
leggiere varianti
nella
136, 524, 389,
i numeri
sotto
il
,
riscontrare
vija abbruxiata
Studi
taliju.
pir
T amuri
t' aju
e
vaju,
mortu
eh' all' occhi
Bedda
Ghi
ti
tandu
con
^
spiju,
sempri jocu
grandi
volume
dimannu.
nni
mancu
canazzu
sotto
tirannu,
Tocchij t' appi
dispiacidi quandu
Salomone
quale
viniti,
la
circandu
queste si trovano
è nel
nel
toi
la pena
E
dannu.
miu
si fa
'atra
dórmu,
un
Iu
a
mancu
e
Sempri t'appi
di li cosi
firiti^
fini sintiriti
cercu
£
vuiy
mai.
centu
cchiù
cori
a
uniti
prigari mi
à
guai,
cb' iu cumandu*^
ingrata dui
vui
vui^
a
cessanu
la causanti
Mmatula
assai.
pinzandu
mei
mai,
vai
cu
diri li mei
nun
e
cu
tuttu
a
cantu
cuatava
cui
funtani
Fannu
£d
m«i
a
la cridia
mi
lu
fui,
arr^ssu
1' occhi
Ghiancinu
Ca
a
videmu
uni
Tutti
Ora
stava
chi
focu
sapiri stu
209
XVIH
SEC
mei
a
n.
del
la seguente
facisti
Muncibellu
poesia popolare,
4
417:
raccolta
la
cap.
ma
priVII ;
canzone
:
fallu,
^
14
210
Gaddìna
Fìcu
pizzulìata d'ogni ocellu;
duvi
Ncùina
Già
ci
la tò
delle
si sfascirà
letta
credo
che
e
Bedda,
Ardiri
gran
nella
vascelhi.
prima pagina
raccolte
da
la
tò
si nni
Si' fìcu
Si' stadda
Si' 'ncunia
Bedda, la
?
'N
Vigo
Francia
si
Si
Si
biddizza
è
anche
quesr
vogghiu luéi,
lu
la terra
si
*n celu, l' aria
Si
campu,
la mia
la mia
Si m' assutterru,
si
quale
^
Incudine.
*
Vigo
pag.
vaju
a
canzone
262,
e.
morti
fuj
altra
nun
me
:
xiata.
si muta.
è
travagghiata,
è
proibuta,
la balata,
l'inferhu,m'arrifuta
a
8.
vita
vasceddu.
dilata.
guardu
E
tò
s' astuta.
focu
Si
Si moru,
junta 'nfaddu
lu
Si caminu,
juta?) nfallu
ogni niarteddu;
batti
friscu, lu venta
cerca
le varianti:
Muncibellu;
si sfasciò
legge
(o
lermo
di Pa-
ogni cavaddu.
sta
cci
ca
tò
1,
pizzuliaogni oceddu.
cci
ca
Comonale
junta
l.
pigghia ogni gaddu.
ti
ca
è
un
pozza
ti
ca
biddizza
del
Galeani-Sancle-
P.
riferire per
opportuno
gaddina
Si'
La
Portugallu
ssu
ms.
siciliane
Muse
in
junta
è
ogni martellu;
Palermo, 1662, nella Biblioteca
mente,
In
ci batti
navi
ho
che
alloggiaogni cavalla,
*, unni
'N Francia
p. ¥
iK)POLARR
d'ogni gallu,
cavarcata
Stadda
Canzone
POESIA
DI
STUDI
pare
*.
letterata
quanto ogni al-
212
STUDI
è anche
in questo volume,
così
i due
ma
primi
versi
variano
:
gratu xiuri, ch'in
Ssu
Scrissi all'idulu
Comunissimo
una
donna
pag.
22
trova
del voi T
nel
ms
D'una
ci
Iddu
Né
Alcuni
d'amare
E: come
a
quale si
vulia beni^.
e
dissi
d'autru
È
:
piccatu,
cunveni.
nun
putiriidda
dissi
T'
:
lu teni..
aju pirdunatu;
soltanto
genera
canti stati raccolti
beni..
può
come
ms.
,
dalle
vedersi
canto, che
stesso
è
Fimmina
fu dda
Fimmina
'Ntra
e
sugnu
due
dubbio
un
fìmmina
matri
'na beli' aria
chi
fu' nata^.
mi
fici,
fui nutricata^
Livanti, Punenti
Mmenzu
e
Libbici.
reca:
Fimmina
Fimmina
'n
sugnu
fu
tempu
'$i menzu
matri
me
d'
e
un
di iiinmiha
chi mi
nata,
fici,
istanti fu' criata
Livanti, Punenti
e
da
irregolarisi
o
mezzo
a
i riscontri
sono
(voi.l"";pag. 14i)
me
E
a-
cunfissatu
sugnu
penitenza: vogghila chiù
lezioni d^uno
ms.
e
mi
cori 'n
di questo
da
il cuore.
lo
rispusi:Patri su' furzatu,
mi
completi nel
edito
quale
cosi eccolo
raccolta
ch'amava
donna
miu
Pri
nel
per confessaci
rubato
gli avea
di Ronia
donna
Amari
Lu
canto
un
Roma
a
della mia
cunfissuri
lu
amati»
:
Vegnu
Lu'
Italia è
andato
d'altri che
pettu timti
biddizzi
miu
in tutta
dice d'essere
mante
11
POPOLARE
POESIA
DI
Libici»
farsi.
trovano
seguenti
sulla
nere
CANTI
Ora
ridutta
sugnu
Pri
dari
Ma
si di
Parturisciu
Ecco
Salomone
E
po'
E
va
ms.
E
E
Anche
il
Nella
mia
duru.
lu
mariolu
la
spagnola
a
cu
assimigghia
vagare
delle fanciulle
spagnolu
lu
mulu,
il
e....
passaggio,la pulce
di
letto,ed
pulce
nel
citralu,
lu
lu
ha
ecco
la
va
seno
eh' è vivu
A
cui lu
Chistu
Meglio però
culuritu
inortu
Doppu
è
'nzerta
un
è nel
ha
cci
armali
ms.
:
niura
si
e
testa
:
si sollazza.
testa,
fa;
dugnu
pa
la
ia
testa,
nun
ha
grazia
Gambero:
Mentri
come
questo indovinello
e' è
(e. 849)
raccolta,
lu
detto
per
la
tamburu.
a
vasa
gr^ci,sia
sulu.
lu
e
vidi mi
:
Irnzolu
lu
sutta
tutti i volanti
Che
•
scuru;
e
sulu
apparenta
nun
privilegiodi
Di
moddu
camina
cucuzza
ne' canti
da
linzolu
addivintatu
è
mi
la- mula
cui
raccolta
,pulcey
:
piggbia
La
sulla
lu
a
lu
la trumbetta
sona
Si
lu
si metti
Dipoi
fici.
mi
mariolu
è
la notti
purci
notti
La
E
purci quant'
tuccannu
Lu
chi
matri
si 'nfìla sutta
è nel
tuccata
(e. 723):
caminannu
Va
Intiera
lu
su'
di quattro versi
in Partinico
^idi
filici,
campa
manu
mia
a
lezione
una
cui
stissa
me
213
XVIII
carzamta,
a
spa«su
SEC.
NEL
POPOLARI
ha.
sul
214
Quann' iddu
quann'
E
finire
per
speri, iu spera
Tu
2.
Timu,
3.
Quannu
4.
Ghianciu,
5.
Tutti
6.
Sacciu
il.
0
t' amava
del
altri
la
gutta.
di
cuntu
un
Vigo
minzogni.
'na muntagna
del Salomone
e.
d'oru.
117, 528, 191, 483, 484,
le
per
249, n.9,
pag.
confronti
prime
sei ottave^
per la settima; e per
293, 317, 63.
si convincerà
che
Chi
tra
vorrà
il
dere
scen-
ms.
i
e
impercettibilidifferenze.
delle
qui
di terra.
ramurazza.
ti vegna
quattro alla mia,
minuti
chiusu.
il lettore a' canti
raccolta
mura.
ddocu.
sunno
marzapanu
un
Diu, ch'avissi
della
edite
cose
componimenti
dèi
ms.;
popolarie
veniamo
ora
di persone
a
non
indotte
ci appresta.
esso
nota
pinzeri
cuntari
io rimando
li
miu^ cbianciu
ch'aviti
Yog^iu
la metà
Verso
di alcuni
divertire
un
li mei
mia!
ccà, siati onesta.
curuzzu
chi si' laida
0
libri esistono
«
di
passu
10.
pochi
altri co-
spiramu^
suspiru,.àmaru
e
tempi chi
alla raccolta
che
tremu
8. A
Fin
parecchi
ecco
tutti dui
e
chi si' laida, facciazza
a
la testa
nn'^à.
nu
7. 0
le ultime
1' à.
raOroiUi
questi
eoa
1.
9.
704
ca
vesta,
sua
di ottave:
minciamenti
Ed
dugna
ci
la
niura
è
cularìta
vistiola
chista
Di
vivu
morta
ò
r indovina
Cui
Ma
è
POPOLARE
POESIA
DI
STUDI
tempo
del
il raccoglitoreha
volume
indovinetti,
la malinconia.
"
importanti cose.
motti
e
Qui
sono
Viene
messo
una
ridicoli,morali
delle
tra le
bizzarre
prime
per
e
ad
il suddetto
CANTI
dubbio
stato
sulla
duru
la
ntra
lu
Vìnni
£
Si mi
Ti
Questo dubbio
Palermo
pir
duru
di
mastra
è
ci
la
scisi
paria,
ntra
misi
uq
pirgiaria.
io Tho
ed
popolarissimo,
in altri
e
yia^
so
dubbiu
sciogghistu
fazzu
ci avia,
poi ntr'ò moddu
né
misi
li soi ntramìsi
duru
moddu
né
moddu
cu
duru
lu
pri
lu
trasportato;"
*ntra modda
miu
lu
fiasco dì vino
un
sopra
«
2i5
XVIIl
dalP acqua
e
moddu
portasi lu
E
altro
dum
lu
SEC.
NEL
un
fiume
un
Plgghiu
in
poi
neve;
posto in
E
POPOLARI
potuto raccogliere
la lezione
luoghi. Eccone
più
co;
mune:
Misi lu duru
Vinni
Si
lu
'ntra
lu
moddu
duru
lu
ntra
E
mio
ventu
porta moddu
Ora
aju
non
Io
lu
cu
Cu'
mi
nzerta
pi
m'
dubbiu
di la
ayia,
via.
so
di
cchiù
stu
misi,
rimisi,
addubbari
lu mastru
Sarà
duru
e
dinari
duru
cci
li so'
cu
moddu
un
fari
spisi.
avia,
*nta
un
misi
puisia.
Segue quest'altro:
Ivi in
Palermu
'S avia
Ed
purtava
d'
era
Poi
lu
mi
Resti
A
una
né
in
schini, né
di
lu
pie di pagina
un
si
cavaleri
cappillettu
tettu
marturiatu;
sciogghi stu dubbiu
d'
latu,
fragillatu;
donna
modu
garzunettu
un
bellu
un
ijsava pirfinaa
Si tratta
si
gammi,
né
'N testa
vitti
e
giuvinettu
curunatu.
ma
legge:fiisa:
questa spiegazione do-
216
rebbe
in
essere
proposta che
cu' è eh' è
Crìsciutu
poi
di
'Mmanu
pir
Ma
Prima
dì
che
alla
cui
a
ligatu
T inferno
tra
nostru
apertu
lu Patri
latu
un
Éternu.
è alcun
non
la conclusione
G. ; venuta
raccoglitorefa
di
l' invernu.
dischernu.
1' avia
figghiu dì
è
natu
'ntra
so
a
dubbio
in
mezzo
a
spine, passato poi
a
due
in mani
che
si
col che
si rimane
sollecito di notare
questo Piccolinonato
pie
di pagina
animali
vili
in
ecc.
è
frumento.
Senza
spiegazione
nessuna
patri
Me
pirchì
E
un
puntu
Appi
'na
donna
fici
Poi
Ira'
Borgetto
fece
canti
essa
un
persi la
cu
cui
e
mia
mi
punto
del
noscritto
ma-
inediti
al
a
mia.
libirlati.
di matri.
la via
•
patri.
che
è attribuita
a
juncia,
figghipigghiaru
dubbio
43erto
miai
amara
omu,
figghì di patri
li mei
a
dignitati,
ficiru la tasLÌri di mò
E
Però
fici
mi
fici
di gran
e
'Ntra
E
matri
senza
fici ricca
Mi
trovo
enimmatica:
ottava
questa
ne
genti vili
jornu scinni
inverno, conorato
il
precedenti, e
spini 'ncurunatu
quest'ultimo verso
traiti di G.
il
di
è
pr* amuri
nun
picciriddu
armaluzzi
salvari
terzu
Porta
Ma
dui
di
Lu
dubl)i
maB*
come
segue:
'Mmenzu
Poi
due
rispostaa'
Dimmi
é?
ottava^ la quale manca,
una
le altre dì
cano
POPOLARE
POESIA
01
STUDI
Salomone
un
poeta
ha
raccolti
in
palermitano, che
partinicoto Antonio
Oliveri detto
SEC.
NEL
POPOLARI
GANTI
217
X^VIH
iGiumnedday poeta analfabeta. Giuranedda, dicesi,avrebbe
rispostocosi:
^
tuttu In
Siddu
Eguali
chisti
a
lu
vinni
uni
quatri:
e
fici via,
di
mastri;
Missia
Pir
cui
Pri
la saluti eterna
di nuàtri.
che
essendo
l'Oliveri nel
morto
circa,e trovandosi
anni
tunni
figghidi patri e
Ficiru
Mrì;
putia,
ed Eva
Adamu
Siccomu
non
fari
fari milli munni
Pò
Se
ni trovi
nun
cui li fici,cchiù
E
giria
si
munnu
passato è evidente
la
che
veru
all'età dì 65
1864
nel
proposta tradizionale
né
venne
essa
fatta
secolo
alPOliveri,né
dubbi si vuole
In questibenedetti
deirOliveri é la risposta.
co^ pie di piombo.
andare
benché
Popolarissimo,
mai
non
stampato, è quest'altro
indovinello:
chi Slannu
Dui
Dui
chi
Dui
chi 'un sentinu
Ed
Due
e
pe'nomi
che
e
vennu.
che
vera
uno
umile, fa
potrà sentenziare
nessuno
che
abbia accenni
non
ignotialle
come
ho
e
di
di nomi
persone
importanza per gli studi
di essi contiene. La
nascere
conosciuto
avesse
ragiuni
comuni.
paiono di
di forma
s ona
vannu
è
una
sfide mi
genere
in pernu.
di
sia di per-
sospettoperché
origine letteraria un
essendo
mitologici,
volgari,ed
già scritto altrove.Io
essendo
canto
questinomi
sempre
stabilire il
perspicuitàe perspicaciadi
questa prima sfida:
bene
prima, seb-
il sospettonon
le lettere. Dico
del
grado
esse.
Ma
cile,
diffi-
telligenz
d'inecco
218
STUDI
chi
Tu
PROP.
a
Dichiarami
Chi
è
dda
Dimmi
cu' ardiva
E
dimmi
E
cu
Cìgnu
È
Lu
senùu
La
cuscenzia
E
in
grida
e
l' affritti morti
scioglierdubbi
egli sia proprio
valente
nelle
lo stesso
sfide di
egli
è
rappresentino un
Giuseppe. Non
nel
de^
è
più
sarebbe
che
un
un
e
proporre
conosciuti
in
da vedere
se
cosi
altro. Il poeta della
delle
è difficile che
che
solo individuo
a
ricomparisce
ci
quello
mentre
Crapa
nuovo
; ma
Salaparuta o
,
inedite
è
Crapa
sfida è Antonino
edite ed
Antonino
non
componimenti
vivi,
cuntenti.
certo
; anzi
arrivi
senti;
si
nun
un
nenti.
sia
^
purgatoriu scuntenti
di
bìvi
e
fa luntani
e
Argento. Questo Crapa
questo genere
nostra
mangia
'mpressu
Tinfernu
si divi
pari chi
e
sfida è fatta da
altra
nello
a
è
cuntenti?
diligenti.
si
aU'omu;
r
vivi?
tia sulu
sti versi
cori
si senti
nun
e
arrivi?
lontani
fa
li morti
a
canoru,
Lu
Su'
forti
bivi
e
sia nenti r
scuntenti
piccata chi
lu
mangia
si
quali su'
scrivi
e
diligenti:
'm^pressue
su' chiddi
sedi
pari chi
e
cu' è
Dichiararl
certo
chi
cosa
POPOLARE
Parnasu
sti versi
Dknmi
RisPr
V
Munti
cori all'onm
Lu
POBSIA
DI
è
una
altre sfide
i due
nomi
delle
tant»
,
personalitàpopolari.
Intanto
saccennato
veggasi
Argento,
Argentu,
questo Antonino
come
e
traendone
unn'
Farfanti, testa
è
mirra
dal
nu"Uvo
l'argentuchi
chiù
Crapa
tu
di rapa.
nome
hai
?
stuzzica
stesso
il
:
220
STUDI
principalid'annona
successivi
nobili
la
malgrado
dignitàdi
Capitale;e
del
che
le donne
Cattive
è stato
ci fornisce
Bando
V.
de
Ccà
Castillana
Nun
chiui, Gran
»
tutto
Diario
Vanno
palermitanOy
1772
Palermo.
*
Zolle di terr".
dover
non
t.
i Kalsitani
a
rumore
la
sopra
le
con
alte
il cocchio
dalla
de' 24
si sta
fino
di
e
e
no
in
a
polariss
po-
silenzio,e
noi,
dett'Eccetlenìissimo
e
perchè
Signore
D. iìio-
1770.
che
cominciano
:
donni....
semu....
bonanna.
F, che comincia
inclusive. Ms.
dubbio
un
fatto,il quale ripe-
un
novembre
cu
da
passare
tramandato
Daca, chi stuffati
siti malannu
e
*
timpe
far voltare
le canzoni
non
altri
con
raccoltesi
precedere
d*oràine
nel seguente Diario
Giacchi
colle
testimonianza
Aragona
misero
e
di versi
sua
autore
sua
dentro la città. » Riportando nella
in parte
eomandamento
Fogliani
vanni
*
e
insieme
la
e
% che gliabitanti
della Kalsa^
io «timo
bella
la parte
detti i Conzarioti
salutarono
Felice
che
di Villabianca
d^ animo
*
stanza.
circo-
stranze
potè più rimo-
marchese
ci racconta
la satira la fo
interezza
perchè
nei
e
fuori di
dolorosa
chi
mitezza
obbligandoloa
di Porta
a
Pretore Castellana
compagnia
grida il Pretore
Marina
penuria
vennero
quella
della città scrisse
e
delle
mura
^
abituale
sestieri di Palermo
lega
in
ed il buon
malaugurata imposta,
fecero
che
tante
plebei fecero
e
sua
senatore
contro
de' due
SBB
delle
una
d^ogni genere;
della
fatale della
volgo ed a' letterati
Allora
anonimi
POPOLARE
nell'anno
satira fu
al
•che
POESIA
*.i
Codesta
mezzo
DI
Qq.
D.
47
deìV
anno
1768
della Biblioteca
fino e
Comunale
per
di
GANTI
anni
ventiquattr'
tato
annali
della
Prof.
fa
venne
'ntisu sta
tutti
Lu
sannu
Un
dubbiu
chiara
Faciti
sta
pena
autri
siti
ca
Scecchi
mai
e
e
Pirchì: lu vurria
»
Iddu
Pri
Nun
simili
bannu
sdettinu
a
chiui.
dirsi tale
tari;
sannu.
Sì*
lu dannu
accussì.
lu malannu;
pirchi?
diri, ma
mi
scantu
sapiriCastillana,
eh' è Pirituri
la nostra
nun
veni
e
puga"
può
a
puvireddipaganu
'un
pure
dui
chi fa? nni
lu vegna
e
poi dicinu:
culpanu
la culonna
vui;
a
chi
Palermitani^
li latri
Pigghia
dui;
cornu
un
'ntìsu
Si lamentanu
Nu
?
sumeri,
ogni apertura paga
Ga
echini
paga
Gavaleri
la satira,se
aju
Nun
Li
o
pagàrilu,sta
cunlu
ecco
Iddi
cavaleri;
darreri
di li tari
attuppati cu
eh'
noi.
bandu, chi jittamu nui.
valiti
ora,
li
avemu
reslu, si vai
Nun
Ed
ajeri:
lu sintistivu avant' eri
chiddu
Di
di Sicilia.
sciugghitiiuyui.
la lascia
Paga
L'
a
nuovo
pirtusu eh' aviti pir darreri
Lu
Cu
detto
'n darreri,
va
ntra
pirtusu eh'
È suggettu
e
d'
la. sapemu
e
resta
Signori Duca,
Ben
e
221
dui,
taii
la culonna
scarsa
^isp.
credalo
banda
Ogni apertura paga
Si lu
XVIII
pubblica amministrazione
Avemu
È
SEC:
NEL
P0P0LA1U
Cita
ha
fattu
tantu
palermitana.
pari l'abbundanza
in tuttu
e
quantu
gli
ne-
222
DI
STUDI
Cacio, carvuni
dipoi pri
E
Fri
li
di stu
curuna
pirtusa dàticci
lu cridl
cui
li grana!
1' apertnri
S* ànn'
a
mangiari
li nostri
lu
mio
chistu
Ora
L' aria
è
vera
fari
Lu
pirtusu fàricci
Chi
d'
ca
strinciri
a
C
Ho
detto
attuppari
di
è
riferita dal
bisognu
lu
a
di Lanza.
nasu
noì« Infatti la
culonna
Lu
sannu
*
I Pretori
'
Nel
ms.
del Yillahianca
sapemn
la culonna
ci viene
d' avanteri
lu
e
dui;
tari
avanti
e
nn'
va
arreri,*
nui.
sapemu
i versi
lu Banna
è
pure
'nterra
i
e
,
3 variano
d'aranteri...
e
ya
anarreri.
in
pcdermitano^corre
oggi Sindaci.
Già
Chi
tutti
tramandato
modo:
lu bannu
è
Diario
suo
eh' ogni pirtusu paga
La
è stato
prima oliava, che
nel
popolare nel seguente
Sintistivu
ph'tusu
gran
precedente
Yillabianca
panza.
crianza:
cu
vostru
il dubbio
che
questa satira
lu
la
abusu,
prisintusu
sugna
Signur Preturi, parru
Pr'
ogni stanza,
suverchiu
stu
si t' hai
diciti
Nun
timurusu,
aperturi
suggittatu a
Pacenzia,
pagarL
a
murari.
Palermu
r
paghi
T' hai
duluri,
purtenjtu lu Signuri:
un
Palermu
0
dinari?
eh' è di Dio, s' avi
Vurria
so
fari ?
a
^
piritori
li
ca
sana;
santa
povira famigghia eh' avi
'Na
£
pani chi yì
e
pntiripagari
Fri
POPOUEE
FOESU
cosi:
POPOLARI
GAiNTI
Mettu
dubbiu
stu
È
Ma
pirtusu
suggettu
perchè
A
popolari?
concetto
sebbene
cerchi
lame
slorica il
delle
popolo
,
rilevarsi
cui possa
una
la
memoria;
ragione vera
e
il
pezza
perchè
condizioni
Avendo
bretoni, cioè che
favorevoli
ricordato
storico del secolo
^
Bisogna
anzi
delia
*
neppure
della
uolare
fa
a
che
il Villabianca
distinguereh proposta
seconda.
Barzaz-Breiz,
pag.
XXX
Vili.
esiste da
canto
un
della
terrà
ri-
solo
pnma
de'
a
posito
pro-
lunga
trovossi nelle
esistenza
opportuno
fa
che
facile trovar
'.
il Villabianca
più innanzi
fatto
toio
dimentica-
Villemarqué
nascita
sua
lunga
passato, cade
un
sola
sì voglia ammetter
non
«
sogno
bi-
una
primo
nel
sempi'e
dal
notata
essa
leggenda
un'altra
con
è
non
plausibilequando
nel momento
più
parto
un
e
preferenza
il
mette
di
aver
o
a
questo
popolo
di che
quella, si giudiziosamente
de' canti
è
*;
il componimento
di tutto
conservato
non
ad
nata
canzone
nella
che
non
la sola prima
pernio
Altronde
risulta
popolare
in un' intiera
tramanda
satira ha
cosi di questa
quali
sembra
che
che
accade
il
de^
ponimentocom-
il concetto
risposta,tuttavia
quella
e
del
stessa
intieramente
cojne
l'ottava surriferita.
da
tutti i sedici
rimaste
son
racchiude
esso
una
ritiene
le ottave
la natura
provocare
^ome
cchiui.
paga
versi
otto
:
tutte
per
formano
che
ottave
o
dell' indole
è
d'altro. Ora
Ieri:
ea va
non
mio
primi
meno,
a
bannu
jsvoltoin
questo
può
lu
creder
viene
poi
avemu
e
223
XVIII
darreri
eh'
sola
Nei
che
a
una
li
ntra
scingghitiluvui
Signuri Duca,
Si lu
SEC«
N£L
ed
farne
due
ottava
»
un
canto
conoscere
componimenti,
della
risposla
221
allro del
un
del
dà
dime
le cause,
e
egli consacrò
t734
Nel
«
delle armi
e
Spagna
risola
oltre
luoghi
del
Regno,
mano
pagare
la
singolie
la
bisogna
a
testa
era
più
questa Corle
d'ora
fu il gran
e
la
restò
però
restando
sempre
pendente
cosa
non
sulla
la
sera
ostaute
bocca
sotto
il Re
la
in carta
della*
i balconi
venuto
canzone
in Pai
si
che
Drago.
d'uopo
la mente
di
nel
si cantava
palazzo
1735
del
del
Papa,
nuta
ve-
stesso
173i.
che
va
anda-
allo spesso
dove
Carlo
il
per
ma,
negò alla fir-
Casimiro
dell'anno
e
lora
al-
perchè
popolare siciliana
finestre
ciò
volendo
non
cagione'della presta
a
plebea gente
e
la salva
affare ci fu
degli Spagnuoli sul decadere
Ciò
per
religione,perciòa
di Giustizia
irresoluta
tutti i
a
le forti consulte
de' ministri
deve
e
Pài.
dispensa di Roma,
timoi^e di
di
pensarono
suole
gabelle di
di questo
di
allora
capitatecittà
di guerra
personale.Ma
Pres.
patriotlo
la spedizione
tempo,
un
dalla
Scasciato, che
si rivolsero
VI
Carlo
Imp.
tutti i ceti di persone
spese
rispettoe
Romana
dal fu
da
nuove
la
senza
parole
la invasione
Regno
degli Ecclesiastici
sacra
nelle quali fu
permesso,
Per
delle
testa
per
tai consulenti
vi
delle
dello
senat.
guardia deirimmunilà
fare
danari
alli danari
Dep^
nel
specialmente
e
carono
provo-
le
Sicilia,li ministri
della
regno
che
ragioni
testualmente
rivendicare
lo spremer
Paleimo, per
di dar
e
sicura
per
potrei
non
fotte.
questo
a
attendendosi
di
austriaco
Cesare
le
popolo, trascrivo
le ire del
Il Villabianca
sopra;. ed io che
vi discorre
mitano,
paler-
lo scosciato^di
godevano.
più di lui,né comprendere
di
che
1648
Diario
suddetto
detto
privilegio
fln dal
gli ecclesiastici
ne
POPOLARE
4758, che leggesi nel
per la lesione
cui
POESIA
DI
STDDI
stava
faccial
af-
III Borbone
CANTI
facea per
m
POPOLARI
SEC.
NEL
fatta ed introitala la multaci
eseguila nei tempo
canzone
del
questo scosciata
Dicea
cesareo.
governo
228
XYIII
ella questa
:
PaFermu; quanta fusti furtunatu
chi
Ora
jutu dda
cani
Chi
la Sicilia
ha
tutta
li
£
mancu
di lu
lodamu
^
de'
di
e**ha
vinciatuf
poesie raccolte
ziano
Vene
Veneziano
cignu
Lu
la furmica
Guir
Ed
9.IÌvola
iu
Cignu,
può
non
3 della
G.
china
ali' uitinii
canta
quandu
pietosa
di
va
vero
ne
se
Biblioteca
—
Sludi
per
là dalla bocca
queste
del
che
qual-
ms^
dalle opere
e
poche
non
del
d'
ottave
a-
martiri,
guai,.
murirl
a
assai.
lagrimi
talpa,furmica
Palefmlano
PiTRè.
da
ui^:
pir pa|iripeni
Ma
D
il Re, di questo
«
mancare;
tolte
e
suspirì
addivintai;
Cantai, vitti,vulai, cridia
Diario
che
e
qua
talpa vidi in chidd' estremi
La
"
»
molto
e
io credo
son
cito soltanto
E
ajutatu;
ci fa sapere
come
Eetterati,
del
Ne
nu' ha
chi
alla Selvetfa.
poetiche del
more.
assoluta^
ir
Trattandosi
cosa
arrustutu.
gradimento
mostrava
torniamo
volgo e
Dia
a
PrincipiGarru
ne
dilettava
t
scilirata
fu
Papa
eiò^ il Villabianca
carato
vinata
parrini livaa luf scc^scicUu
A
Viva
Ma
t' ha
vecchia
Si nn' ha
Ora
Dopo
la Re
'un
gli anni
mora
mariri,
mai.
1795-96, pag.
o08
e
seg.;
ms.
Comunale.
di poma
popolare,
fS'
Qq,
226
STDDl
m
POPOLARE
POESIA
col lesto, che
lu
Canta
tarpa vidi
La
la furmica
E
pri r
Vola
Allora
conosciuti
di
questa
canzone,
Cosi
eh' in certi
Avremmo,
meno
p. e.,
1608
al
l'Orazio
quel-
tore
1691, au-
visse dal
che
leggesi nelle prime pagine
Veni
lu
ddu
A
Ora
come
uno
de'
dei
diziom
lu
riordinala
e
Baruiii Obaziu
loia, i871
iu-18.
ci
e
chiù.
penza
vulia
zhccu
d' unni
iu vulendu
fu;
tia
a
ci ristasti tu.
e
Capuana
Cappuccini
Capuana,
Pigyhiata
nun
veniva
poesiesiciliane
*, malgrado, dico
V. La
fantasia
tuccari
scritta dal
ci sii
nun
dda
fa
e
cori
stu
deirex-convento
da
e
fu
accussi
antico ms.di
un
cu
partu
locu
Tuccai
Infatti
altura
addisia
chi
tempi
si lu scorda
Poi
di
esame.
che
gravida donna,
Si tocca
^
in
ras.
valenti,più o
meno
di lettere.
del
ms.:
Una
da
più o
di Mineo
vorrei venire
ragguaglioio
poesie letterarie
la genie
Capuana
guai,
muriri
di questo
autori
tra
respiri
pietusa assaù^.
aria
avremmo
ne
uttimi
di
prima
le fonti delle
ricercando
V
a
li so' estremi
a
fosse dell'indole
Se
del
cignu
1861:
del
«dizione
riporto ddU'ultima
io
leggiere diSere"ze
versi
quesl'uaa ha pe' primi quattro
E
il
quale
tratta,anni fa,
essa
esistente nella biblioteca
in
Mineo
la diceva
e
sté
pubblicatate-
in bocca
io, l'artificiatoconcetto
li canzurii
currettat
Capuana;
cu
pag.
di Paulu
Maura
di
e
Minèu,
aggiunti inediti;'tuetni
XI.
a
del popolo
la forma
Nova
e-
li canzuni
Catania, Stamparla di C. Gala-
L'editore è Lai|;iCapuai"a.
228
£
STUDI
anzi
Altra
maniera
de^ versi
esempio
e
basta:.
questo è
riscontro
a
esse
non
vero
e
un
un
scolare
"
vurria:
obligatio..
delle
là il
tutte latine
ottava
cornee
raccoglitore,o,
piò di pagina qualche^
a
di concetti
la
per
ma
cati
signifi-
non
hanno
qualcuno
un
ma
avvenne
vorrebbe
e*
se
Petruso
1755.
"
per
poesie*
?
pixiato da
È di argomento
pìxiatii
lu Patri Pitrusu
un.
dirle^questa qui,
::
fu
pure
solamente
curiosa, la parte
pirchì mi
D'Angles l'Abbati
di tantO/
lette. Trascelgo fra le
scuola Panno
anch'essa
dimmi
nulla
poesie
d^amore^ sono
dèi tempo:
P..6esuita" chiamato-
in cui il fatto
ia
preferenza,della stampa^
di esser
neiristessa
Dimmi
t^ imbatti
spesso
già stampate..Altre, non
come
po^ comico,
tempo
chi
pensieri e
inutile documento
aneddottiche,
fatta
di
cuore;
meriti
sieno
non
oratio.
messo
cosi. Allo
è
sempre
questo meriterebbero
stata
e
tia?
a
siciliano..
testo
speciale^he
canzone.
mia"
a
avirì
hanno
alino,ha
proprio dal
dettate
Vi
siciliane. Qua
latino
non
viri est
tutto.
più probabile^un
Ma
chiddu
boni
stessa
una
donatio.
satis est brevis^
Promissio
le rime
poesie Talternarsi
curtisia.
e
duni
tu
pozzu^
lu sai bedda
Tu
,
et consolatio,
vera
dimmillu:
Scienti
nel
chi
est
non
Dunca
passo
biddizza
spes
lu cori
Realiter
con
de- versi latini in
fuii mihi
Pirchl
Né
e
la tua
Bedda,
Non
scempiaggini
sopportava codesle
di artificio è in qneste
siciliani
solo
POPOLARE
PORSU
grandissimo diletto)
traeva
ne
Un
il secolo
che
vedere
DI
sua
per il
GANTI
Amicu,
fu
la testa
E
Chi
«
di
ficcata 'ntra
Io
ebbe
mnrvusu.
ligniatu
un
pirtusu.
*
l'tiai
castìjaun
nervu
questo
come
impunito; e
V avissi
ligna,chi pirtusut
Sucu
in forma
mi
prima
chi
codesti
a
»
inosservato
sa
per
di cavarsela.
ellittica e clire4 enimmatica
accenna
teiegrafiei
!
poteva passare
non
passare
sgarratu :
vavusu
sconsigliatogiovane
a
229
XVIII
malcreatu,
impertinenti lu
S' è chissu
«
SEC.
NEL
suverchiu
Suverchiu
Fatto
POPOLARI
malanni
quanti
Un'altra
come
ed
alcuni
lanni
ma-
ottava
dispacci
:
Angles, picciottu,Culleggiu purtatu,
'Gavaddu, amicu,
Scusa
a
lu
'n
palerà vinutu,
'n catrida
mastru
assittatu
Vuci, Pitrusu, birritta,scinnutu.
ferra, sculari, misebinu
Manu
a
Tonica
li causi
prestu rìsulutu;
lu
tuttu
affruntatu,
Patri
pixiatu,
Presidenti, Arciviscuvu, assolutu.
Dò
fine
che
quel
che
il
un
uomo
andar
non
dì chiesa.
tutte
e
ingiurie de'
disinvolta
questo
Gesuiti,e degli Zoccolanti
E
marioli
e
di
sarebbe
vari ordini
ci tramanda
stato
essere
preso
cura
monastici
di
se
la seguente
scalzi, dei Paolini
l'ordine
(del-
Paola) degli Agostiniani,de'
:
gargiuti li Dominicani,
li
ma
confer-
satirica de' Domenicani,
canzone
S. Francesco
Grossi
ottava, che
queste poesìe può
Benedettini, de^ Carmelitani
di
una
si
Chi, di fatti,
ecclesiastico ? E
facilissima
de'
le
cercare
con
principiodi questo ragguaglio,cioè
dissi in
raccoglitoredi
a
un
queste citazioni
a
Binidittini,
230
DI
sTUM
Li
su'
Scausi
li
d'agghi
E
durmigghiitti
E
coddi
e
Li
Zucculantì,
taui,
sema
li
sanau
Polìni^
rAgusUniam,
su'
torti
vói
grauci
d'ogghtv
E
Si
POPOL^ne
POBsu
li
sapiri
li
Guliiggini^
cchiù
fini
lani:
li
guardali
e
..^
Tanf
è
ed
che
è
che
se
siffatte
che
nella
io
chi
scoperte,
fino
a
mente
26
mano,
ieri
si
di
chi
1872.
e
sa
credei
che
tero
cosa
poca
studi
non
vagheggia
di
argomento
di
4a
popolari
correvaiio
ben
è
so,
ricerche
di
fa
formaHo
oggi
secolo,
via
per
secolo
tirarsi
paò^^
conseguenza
un
anche
Un
studi.
buofia
una
impossibili
(fuesli
stwdi
i
e
l
di
«
tempo
;
in
ma
co*
documenti
esistenti
ed
stici,
ru-
accolte
avanti
fatti
avrenuno
sto,
que-
i canti
nel
sbandasse
ti^to
solo
LE
POPOLARI
L^^JGENDE
l.
La
Leggenda
Leggenda
Bibbia,
del
più
e
sacra
deirOriente,
nella
in
Egitto^
mezzo
a^
del
gli
passo
solennità
parte dei fatti di
Evangeli
popolare,
a^
la
quale
graziosi racconti
di
che
bonarietà,
né
respìnge
testimonianza
di
che
^
y.
i canti
954,
e
critica
pura
come
storia
seg.
deUa
mia
e
di
sono
vanno
sotto
come
fatto andò
raccolta.
con
impeto
con
*
come
ma
che
diede
Emn-
candore
storia
riguarda
argomento
subendo
di
La
fede
della
il titolo di
accetta
invenzione,
cui
di
cristiana
poetiche, piene
non
per
leggende,
opera
rabola
pa-
passo
crocifissione.
genere
delFèra
morale,
stesso
e
secoli
tradizioni
la
uno
passione
che
colla
Nazzareno^
drammatico
questo
primi
nei
geli apocrifi^
semplici
e
del
menzionano,
non
Giuseppe
alla disputa
seguendo
ora
Re
i tre
e
assistere
ed
movimenta
la
Vecchio
ammaestrandoci
ora
vita
sottocchio
pone
i quattro
luogo
atti della
epica, con
lirico ci
maggior
dottori,
Maria
Gesù,
dalla
mosse
sue
descrivendo
ora
die
profana.
e
i fatti del
facendoci
ora
Figliuol prodigo,
ultimi
le
maniera
sua
accompagnando
ora
gliargomenti
religiosa
sacra^
Testamento,
in
fuga
di Gesù
alla
Nuovo
secondo
religiosa prende
e
ra(Taz;^na
e
siciliana
distinguersi in
potrebbe
tratta
La
popolare
delle
nelle
sitiva
po-
come
sformazion
tra-
classi
232
STUDI
POESIA
DI
POPOLARE
non
son
vere
le
verisimili,
o
talché
della vita lo sono;
fonte
potrebbero dirsi
evangelico,io
la ho ricercala nei
Testamento;
i riscontri da
e
la Bibbia
Tra
il cielo
che
Donna
sebbene
rare
composte
per
e
ed orazioni
Laonde
tra l'uomo
intenerisce
è
apocrifidel
lei %
leggersiin
libertà
all'innocente
morte,
a
^Yol.
335
II, pag.
le
e
solleva
di
leggende: L'alluvione
leggende;
laudi
numero
che
^
inni
,
leggende
sacre
giace in
e
sempre
divote.
vezza
sal-
carcere,
vita al bambino
di Palermo
che
nega
an-
preda dal
La
Madonna
di
^
Y.
nella mia
raccolta il cap.
Trapani,
La
*
//
fanciulloannegato,
//
giocatore,e.
pregh'era miracolosa,
938.
e.
di Al*
luvione
c2eH837, l'Al-
945,
e.
Invocazioni
sacri,
«^^
Tempetla
del diavolo.
'
i Canti
del 1666, la
di Sicilia del 1693, il Colera
del 1851, l'Innamorata
?^
sola,
con-
e
seg.
del 163...,t7 Tremuoto
Vigo
punitore *.
figura grandeggia
sua
nelle
comune
Dio
% stella polare,tavola di naufragio a' naviganti;
demonio
camo
gende
leg-
ed espressamente
speciali
in gran
ha
la
e
% tutela alla moglie del giocatore futura
y«
le
Maria, anello
numero
gran
storie
\ nondimeno
non
peccatore
un
come
al condannato
'
Nuovo
contiene
affeziona,che
ed
volte abbia
brilla di luce
e
di questa
orali del ciclo
il leggendario de' santi sta
e
ricomparisce in
essa
pratiche
piccolaparte
trovati possono
me
tato
con-
*.
la terra
e
libri
raccolta di canti che
della mia
le storie
e
le
e
una
alle leggende poetiche ed
comune
quella parte
abitudini
popolaridel Vangelo. Persuaso
de' tanti commentari
tra
del fatto
della società. Se le varie circostanze
infime
e.
929.
933.
e
preghiere,e
in
quella del
KEGGENDB
LE
foodesta
accanto
monaea
se
bino
giuoco le
a
prese
S.
a
Antonino,
cose
cose
Genovefa
in
salia
S. tììovanni
Vito
S*
Nicola
Gandolfo
prodigi;
divoti
schietta
traduce
le
quali
,
divide
pur
che
ne
*
è
darsi
Gesuita
di fetà
// Marinaro
di
e
/
// Testamento
La
Capo
Feto
Compari
del Duca
di Palma,
racoli
mi-
dei
cura
loro
di celebrarli.
leggende
si
nelle leggende
il bene
per
pie e
nerose
ge-
sé
per
di Palma
Duca
e
che
si
la vedova
madre,
'.
di S. Antonino,
profana
il Matrimonio
bi-
di
941.
citato da
del Comiso
fanno
di anime
abbandona
Baronesta
939, 940,
gero
Calo-
Dio, e quel tal giovinetto
a
,
canti
•
(Castelve-
(Noto), S.
sincerità
e
Ro
(Trapani),S.
codeste
singolare quel
per
S/
(Siracusa),
Lucia
Giovanni
commemorazione
inconsolabile
orfana,
30,
anima
ad
Santa
e
vari comuni
volgerci alla leggenda puramente
Vergine
pag.
che
menti
ci-
spesso
Caterina
medesimi
se
in vita operarono
di rendersi
di
povera
*
in
quali
rimane
Prima
una
le
in
tanto
prendon
meno-
o
duri
a
pochi.Tutti
non
schiettezza
dalla moglie
che
La
altri
più
sincera
divote
puramente
^
ed
tutti
eguale
con
altri. Tra
e
che
Corrado
(Polizzi),S.
figliuoli.
messe
o
Alberto
(Salemi),S.
", i quali si esaltano
fede
La
e nei
Sicilia,
vede
se
sostegno, al pari di
lui Santa
a
(Palermo), S.
(Naro, Sciacca)
e
povertà
i suoi
Agata (Catania),S.*
Battista
(Mazzara),S.
irano), S.
la
quasi tutta
e
di sorte
consiglia ';e
(Palermo),
molestati
m-te
dalla
o
punitrice
severa
o
santimonia
del perduto l)am-
desolata
dietro, aiuto
di ragazze
da'* seduttori
inoneste
sue
di
moglie, piena
anche
ed
le tien
"7Ìuseppe
di
madre
una
soprannaturale
,
S.
abito
prende
se
233
POPOURI
nella
Salomone
della
La
raccolta
Madre
e
il
del
Baronessa
Vigo,
figlio,
e.
rini,
di Ca-
pag. 309.
94S
e
944.
234
PI
STUDI
di qaella cha
loccare
sogna
P0P0UR6
poesìa
voluzion
tremootii pestilenza,ri-
della^patria: aUuvic^ni,
tempeste,
làittidoloro"i
comenrati
sempre
quasi
leggende
s' informano
per
ogni
nel quale sì vede
caso:
del mondo
scagliareì
orni lieti"
ma
seoipre;
quali poterono
ste
grandi avveoimeoii
i
consacra
e
ad
stesso
uno
cessi
perchè
dai
Oagetliaugii uomini,
suoi
il
in cui la
udito
p.
li^genda
e.
di avervi
sul
a
nata.
il canto
pel
trovare
la
medesimo
si riconosce
e
rivive
«Uri
la
più antichi
la lonte del canto
ed
essa
si ricalca così
simili da
abbia sventure
in
compiangerei,o ietti simili da perpetuare, avvenuti
da
La
leggenda profana, cosa
vazione, sembra
scena
e
destinata tutta
luttuose
una
che
bazzica
scopre
in casa
Inedile
rolamo
paurose
sono
Bruno,
le
Paplo
e
moglie, questa
leggende
sui
Cucuz^a,
celebri
ecc.
di sa^ue
e
suo
gentile colla
mentre
mette
os^r-
diti
ladri,ban-
rammemorare
al padre
è molto
ed
la illecita tresca
la infedele
^
e
a
di
degna
veramente
fancìulletta racconta
Qui
padre
tempi
lontani»
noi
*
1851
del
altre consimili di
leggenda siciliana
quanto aUorchò
comume
neiralluvione
quella del 1666
socia
as-
pui"e"ser certi
canti
pari che
del 1730; come
si
a
è cosi fedele che
del i693si
del
Maria
a
patrono dei
stampo
ripetizionedi
pochi anni innanzi.Hai
fedelmente
lo
E
tremuoto
argomento,
pel tremuoto
nato
ò
rirli;
ammise-
e
ad intercedere
Quando
flagelli.
qualche al Irò santo, questi è
stan^po
sdegnato de^ peccati
Dio
Maria» impietositadi loro,andare
Dio
Qne*
dovettero nascere.
sempre
snoi
por
di
di
Ttiialangn, Lupa
tale
un
il
mamma;
si prepara
nel forno
rapina.
a
nirne
pu-
riscaldato
di mare,
Gi'
236
STUDI
igetìàBsi rimane;
r allro
mondo
sentire
il
crudeli
è stata
la
more
acceca
fogge,
il
delle
Regina
una
chi la libertà
fecondano
svolgono
e
potente
che
fate
Per
Molte
^
gli avvenimenti
delP
i moti
scopre
la bella
gli
la vita
di
lei
e
tenti
po-
leggende
così
facoltà
una
animo
dono
conten-
sospirando
queste
con
a-
esso
ricchi
esso
ehi
e
Per
ottenutala, con
rivali che
prezioso acquisto e Tandare.
perdono
*. L'
di ottenere
; ed
cantato
e
trionfa di dieci
fuggendo
baroni
per
pianto
Grua
La
pur
dolora
e
arrischiate.
imprese
morte
freme
*; e
amante
Talamanea
ad
perìcolie
sfida
e
bella
*; ci fa
da^ Turchi
cui
a
nei-
toccata
sbirreria
della
giovane
povero
trascina
la quale ha
per
un
Caterina
sciagurata
conte
un
di
rapita la
e
trista sorte
grandi capoccia
pianto
sopra
POPOLARE
gioisce della
ma
a^
POESIA
DI
dell' intelletto.
e
Quelle feroci vendette, quei delitti impuniti, quelle passioni
gagliarde
e
men
poco
che
brutali,quegli
e
bassi *, infondono
feroci, tra magnanimi
e
dolore, di compassione, di
dì
nelle
come
col
vero
leggende
falso,l'invenzione
per
^
»
Gioacchino
i Pirati,
e.
La
*
V. il Contino
^
V.
Salomone
e.
movimento
Non
amore.
il
storia
di
capriccio,
rac-
vi hai
soprannaturale; il
si
stringono
figura,ritrarti
qualunque
un
in
atto
monia
ar-
tile,
gen-
della vita.
917.
di
Carini,
918.
e.
galante, la Regina
nella
Baronetsa
Vendetta, Beppuceio
looTone nella
bella
sensi
pietosi
926.
Principeaa
la
un
Leto,
*
citati da
colla
presentartiuna
descriverti
divote
e
sacre
atti tra
Baronessa
delle
di Carini,
il valente,
di Carini,
fate, Roiina,
pag.
pag.
27
la
e
Fuga
amorosa
seg.
Bartolo, It^ggendecitate
30
e
seg.
da
Sa-
LEGGENDE
LE
237
POPOLARI
^
II.
quar
Ma
volte
Nove
rollava
dieci
su
nelle
e
al settenario
ne
due
a
nel
ed
nelP
se
della
a
V.
a
pag.
Banditi,
non
la
forma
drammatici
mollo
e
106,
rima
delP ultimo
e
nel
nella
del
di
la ottava
la Storia
tempala
trovasi
ripetuta
non
quattro
sole
ottave;
danno
novella
lingua posseduta,da
è
di
dèi i
del 1837, / Pirati, S.*
rime
le
desti
co-
alterne
aprile 1860,
raccolta
d' AleamOt
Crtf"o.(III)..
tre
nella
delP ottava
in due
superate, che
ora
verso
primo
le rime
voi. II della mia
di G.
prima,
che spesso
nasce
sono
poi
Bonello, La
Pastione
loro.. La
parolaini iera
ricchezza
del 1693, Il colera diSUilia
(l\)^La
due, quattro
poeta: popolare
parola
pag. 31 del presente volarne
Mon$ù
ma
alla for-
del
ora
felicemente
grande
95, 97,
rime
a
gli artifici
tra. di
più,
poeti.Quando
^
sono
^ Cosine
non
grandi, difficoltà
prova
allenga
rispellitoscani:
argomenti
ultima
la rima
otto,, se
ma
si
coppia,e
a
accodano
nei
si riscontra
seguente, dove
meno
a
celebrare
quelle che
effetto
come
le ottave
ottava
seconda,,ora
per lo
due
a
senari
siciliana
ingegnosi
legar
d'una
sirofella
a
non
e
la S.* Caterina.
pateticiquale
Svariati
che
raro
a
di mirabile
si rivestono
quale
lieto,è
o
cfeirottava
versi rimali
arie, destinale
quinari e
a
riescono
e
preferisce la
essa
ad
alterne
quallro rime
a
alU oltonario».
anche
naturale
verso
volta
tristo
o
sono
baciate;
della
rollava
storie
siciliana ?
leggemla popolare
,
fattarelli d'amore
Ve
della
epica. Qualche
brevi:
versi
la forma
è
come
e
pare
leggende: Ldue
II terremoto
di Sicilia
Genoveffa,Il figlio
prodigo
238
di
STUDI
rime
due
^ Nella
V
da
pure
delle edile, la S.*
da
di tutte
Genovefa^ si svolge
queste
la 4oro
e
ottave,
La
ecc.
rara,
la prima
che
dieci, dodici
duecento
cento,
e
più lunga
108, legate
in
deste
co-
bibliche
leggende
seconda
rona
co-
*
afTatto
gli argomenti
leggende
a
l'avaro
e
lunghezza
secondo
a
le
che
epica. La
hanno
hanno
ne
le ottave
accortezza
una
con
varia sempre
estensione.
la medesima
per
haono
ne
se
inosservalo
V ottava
forma, cioè
ve
lasciare
e
legano
preferiscono meglio I9
santi
leggende
si
intitolata rAwersieri
si alternano
^ìoo bisogna
di
seguente,
leggenda
forme
e
POPOLALE
POESIA
baciale,queste
air oliava
rima
DI
tamente
esat-
fra di loro '.
Chi
gli autori
sono
di queste
que' fornai,que'
quei carrettieri,
fatto
e
d' amore,
i canti
fanno
di dolore, li loro estro
di
storia. L'occasione, si sa, è
il loro
e
cuore
averne
la loro
religiose basia la devozione
leggendari specialmente
sacrati
nel
mi
di
leggende
nomi
^
mezzo
La
far dire
degli
Madonna
storiche
autori
biblici. I loro nomi
di
a* dottori. La
'
C. 9i8
della mia
*
C. Q4d
della
mia
Trapani,
raccolta.
le
per
ora
che
0
S.* Luciat
I tre Be
Cristo
vena
disastri
pisca
colcose
con-
sono
quando
quasi mai,
mancano
no
han-
di canti
Osservazioni
no.
calamità
passione di Gesù
raccolta.
oi^
certezza
con
sopra
non
fatto che
un
immaginazione:
ed
tadini,
con-
uscir fuori
per
naturale,fonte perenne
componimento
possono
che
l'occasione
in
nuova
carcerali
pronto, la loro
è sempre
e
di
quei
gelosia,di disperazione,
inesauribile:
una
basta
Sono
leggende?
rate
accu-
si tratta
pubblici
siccome
non
dell* Oriente» Geiù
{ì,il) della
mia
i
raccolta.
in
vi
la data
manca
volesse
seitare
Tra
le
sul
Pi
Infantino
ottava
tra
Vincenzo
il qudl
sul Chotera
storia
sta
fu
il Celestri
Chista
^
V
*
G.
^
Canti
*•
C.
a
pag.
mia
35
nun
di
925
SIC,
della
mia
pag.
di
*.
1743
è
di
pubblicar
se
ne
1837
gorio
Gre-
tima
dall'ul-
apparirebbe
V intiero
e
delPal-
rivelano
autori
Salinitro
da
Bronte
aju
^.
cuntainu
solennità
e
statu
souncerti,
a
li sturi
li duttrini
apierti.
volume.
17j
della
mia
321.
raccolta.
meno
sti canzuni
tanti
sunnu
questo
922, voi. 11, pag.
pop.
più
cci
fa sapere
Resuttanu
a
aju accapatu
'un
Ancora
fatta
l'annata
"è
ci
Gan-
dicendo:
con
eh'
Ora
di
del
Ignazio
e
Salinitru
D' Ign aziu
Giuseppe
di Sicilia del
Noto
conchiude
*;quella
quale
potuto
{empesta di Messina
ultimo
Pìr
Messina
di
avesse
da
Tremuoto
sul
barcaiuolo
sti canzuni
Vigo
Celeslri
Mentre
fattu
il
snlVUltima
patria.
Cadieli
Mascàlucia, siccome
quella
il
telli
fra-
Pirsuni,
Gannorfu
Pe"te
un
de' suoi
enl^
pueta
di
se
\ Di
iu
1' ha
suJla
leggenda
canto
di
chi
Giuseppi
polizzano,
'1 tri Divini
figghiu
è di
il poeta
della
quella
che
Virgillito
povero
Pulizzi
di
grazia
Lu
La
troviamo
^rotitadino
Ca
i dolori
alla sventura
nome
di Sicilia delìQSZ
Cadieli
che
fatto; parrebbe
montnnento
propiio
di Gaetano
(?)è
Tremnoto
dolfo
il
quali leggende
del 1663
del
durevole
a
legare
e
precisa
^
raccolta.
esattezza:
240
STUDI
Pi
memoria
Fu
ò
Si
le
divota
che
treiitasetti^
bar fatta
spjia ea'
Diu,
sioriGtie
leggendo
la
ricevere
suol
sti canoini:
è
qualche leggenda
ultime
delle
una
*
Gilestri.
'Nzulu
po'
e
^ignuri,.
miei
o
milliuottucienta
primu
Fu
Dopo
vi lassa,
uncunu
popolaab
poesu
DI
o
sacra
il
ottavo
me
no-
deirautore; e p.,.e^/"figlio
prodigo è opera di Domenico
S"^
Maisano, '
il
figliodi
di Gesù
Filisi
^
il
sia
g enda
abbia
fatto
Nino
come
ledette
morto
Martino,
S. Pietro
nò
politicodi
G. 922
in cielo
t^
tti
B
Ed
a
né
Tuatri
Sintiti
chitta
V ha
fatta
Filiti l'ha
*
A
Si TO'
e
'an
La
Vò'
a
U
mi
FaU
Retattana
tapiri Tanna
diciti
la
poeta Deca
nenti
'gnaranti.
»ti cantani:
li nitcia.
foni:
qaanna
trentatria.
tapiri tti parti ca
o
un
birre
li fici ?
Niculaci.
volle
alPinferno.
sapienti
e
'nratata
miilit«tticenta
K
E
dotti
CatteddaTÌtrana
La
a
famigerato
un
leg-
popolo
il diavolo
iiggitili »tor4t di li tanti
Chi
Ga
li fibi
della
non
campati Minica- Maisana*.
Vostra
3
parti
il
il poeta
Leto, cui
187 della mia
bit, Tol. II, pag.
cui
faccia
non
dito
banma*-
,
allora, sia circospezione,o,
Umore
che
iavolge
Salta-le-Vitì
o
Gioacchino
quel
come
una
pur
fitto buio
ovvero
rallegrarsi,
a
alle leggende
venendo
trova
e
della Passione
q.uando Targomento
massime
avvenimento
un
gran
più
Il
\ La maire
narrazione
ne
se
autore.
sua
le compose,
che
non
Fata
(^
Nicolaci MHa
profane,
conoscere
Antonino
la bellissima
e
Cristo di Deca
puramente
1
Genovefa di
che
raocolu.
è
dopo*
Sia
più probabile,,
LEGGENDE
LE
della
legge geDerale
far pompa
a
di
poesìa del popolo, la qaale
nomi
di aulorì, il poeta
e
dar risalto a^ personaggi che
egli si
se
è,
sano,
chiama
Rizza, Minzioni
', ei ci pare
Dio confessando
Una
con
vera
cosa
mi
e
Morte
che
li aveano
tizzo la
e
a
senza
1837, pur
la
di Dio. Qualche
matw)
alia notizia
asioni
dell'uomo
di
che
V. neUa
diedero
mia
—
raccoUa
Studi
di
Malsano
quando
nel
pericolo
de' canti
fatto voto
vivo ad attestare
il ctiolera
dalla terribile epidemia
itella vendetta
strumento
induce
che
disastri toccati
a
poe-
ravveduto
da poco
a
canti
a
paesi
vicini
tra tutte le
leggendari
è
e
oc-
quella
religiosi
e moraìù
poesiapopolare^
tare
poe-
nimo
dell'a-
profonda commozione
origine
i Canti
sulla Mala
egli durante
divozione
ovvei*o
gravi
ragione
gravi malattie,
da
quello del poeta. Singolare però
da
G. PiTRÉu
salvamento
genda,
leg-
ci fa sapere
Cilestri è sempre
faceva
volta epura
in questo genere,
lontani
a
buona
una
tantq^liuni
che
e
Vincenzo
di uscire
mente,
umil-
una
comporre
poetarono, Tuno
Buscemi
o-
dono
impetrare pèr-
tradizionale
voce
consimile
voto
in cui vedeva
1
mettono
sul Peccatore,uscivano
composero.
sono
tori,
proposito di questiau-
a
Tallro nella resipiscenzaaveano
poi
non
colpa.
ridotti agli estremi; che
che
c
essi
parabola del Figlioprodigo s'era
quanto
del
in
tutti
de' peccati in vita commessi;
che
con
notare
quando essi si
Faltro
e
Che
e chiamandosi
propri falli,
compunzione
Minzioni
quando
questi nomi
che
un'opportunità.La
senza
che
i
vi si mettono
non
sparisce per
morali.Vitello,Buscemi,
voluto
piace di
ed è che
ama
in evidenza.
egli mette
canti
lunghi
zio^: i devoti poeti hanno
a
non
La Fata, Filisi,MaiNicolaci,Virgillilo,
ne^
come
ìil
POPOLARI
iG
242
di
STUDI
cai
fallo
della
bo
Passione
ed
laci
a
un
per
per
della
canto
spacciò
per
della
grazia
si
non
'V.
GiugDO"
la
mia
comnnieò
o
passione
vita
e
T
per
effetto
piacque,
della
si
voi.
II,
a'
pag.
-i"4-
che
Bei
libertà.
davano
poi
composto.
1873.
raccoHa.
che
377.
poeti
gli
venne
tempi
^
1
1
gendaria
leg-
Nicn-
condannato
egli
fratello,
recentemente
tanto
e
al
la
Deca
ara)
Avendo
storia
dice
Fu,
e
che
delitto.
qual
la
popolare,
(contadino
sa
conforto
suo;
Nicolaci.
tradizione
costei
ricompense
4
del
chiude
chie
noia
Cristo
Uwuraturi
poetessa,
0
Gesù
POPOLARE
una
antichissima
povero
morte
in
cenoo
di
POBSIÀ
01
in
nna
rella
so-
colo,
peri-
quel
seguì,
11
il
fratello
fatta
quando
bel
lo
piena
si
ziose
pre-
244
DI
STUDI
scorreltissime
de'Rainone
fiorentini
Che
poche
di
popolarità;talché
il che
che
fu
si prese
la
il IM"
e-
tra
è dato
la
cercasse
ragione di
negli argomenti
Oli
delle
autori
di Florindo
eardo
Napoli,
'
per il Paci,
Historia
Nuova
eompotla
'
*
stellanot
»
e
luee da
spese
qualche
paziente
con
ond'essi
Cario
Bainone
di
Russo
In
U
hanno
(sec.XVU
cornea
Piramo,
e
heltissima
essemplare.hi Palermo,,
Historia/ di
La
Historia
per
Foriano^
IHsbe, Historia
La
e
Bie^
Giugtianete. In
e
"SÌX).
di banditi,
capo
sopra.
da
composta
Luc-a Vallerò,
TisbOy
e
o
Napoli, come
ecc.,
varsi
tro-
trattati.
sono
MancinOt
di Pietro
Benzi.
amore.
Abbale^Cèiaré'
detto
Luigi
Antonio
cia
trac-
fasore»potrebbe
poco
di
,
pure
GtusBPPS
grt'sao jlivak
XIX"..
luce da
in
data
Historia
si
morte
e
tra le altre la Historia
e
Palermo,
volga
torno
MeschinOi. là' Begina di Cipro, il Cavalieè' dVlanda,
Guerrin
e
a
pure
Historia
(sec.XVIF
quel
in
o
Taatarone.,
d'Otte^ano» In Napoli, per
ro
posta
come
della vita
in
data
Crudelissima
Sabba
Ione
e
il 1664
fiamotistimoefùribondobandUo
Francbsco
quel
cuna
briga di riprodurne qual-
LionbrunOy di Piramo
di
vi tro*
non
e Dìanora
Chiavastella^
A'Hippolito
e^
eompottadsi
ecc.
fatti
di vivere
cessato
nella maniera
e
storie
Hiiloriàdèl
Nuova
^
chi vi si
scoprirne a
ei
qui S
del tutto, e solo
leggende disparvero
si
un
po' quella de'
giunsero Gn
esse
,
Se
\
tramandi
riproduca e
imprese cavalleresche,un
di
Coppola
queste
S de' Mancini
de' Riccardi
in Toscana
come
nessuna
Pietro
POPOLARE:
*.
se
varono
gli assassinii
*; e
po' quella
POESIA
per
Pietro
Coppola,
QuARATiNo. In Palermo,
conir-
amorosa^
y
anlichiuima
ed
il.Coppola* i646«
Ili Palermo,
di S. Alessio
di Florindo
degliArmièri
fiorentino.
compauionevole
Lionbruno.
vUa
Pico-
di Genevra
J3^ Càr
per
composta
il
per
Coppola,. i6o0..
G io vanni
Comensino.
In
1662.
eChiaraitéllla
di
nuovo
]ie« il Coppola, i 664.
ristampata
per Tommaso
POESIE
linguaggio
un
abusano
di
ad
niente
artifizi
dì tutte
di
variamente
quella dì
legata,tn
composta
che
particolarità:
la rima
una
settimo.
Poi
deirottava
le
che
finora
seconda
cedente
prerime
a
dì
seguito
se
,
sona
con-
parola
i"
del
verso
due
e
osservata
me
potrà
ne
pur
la Storia
che
verso
mezzo,
da
mai
non
a
della
è questa
col
x^onsonano
monotonìa
leggere. Altro
nel
trasti
con-
nel
CìpuIIetta,vi
nella
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verso:
toglie la
,
volte
de^
e
siciliana
al sesto
gano
pie-
cuore.
cenno
si tocca
baciale
seguente: due
volte alla fine del
da Cola
onde
rime
due
fatto
e
o
sola, nella Historia
una
t\ìe si trova
rhna
di santi
Tottava
e
il
toccano
non
usano
o
comprende,
non
cui ho
epica
vita di S, Paolino
con
popolo
popolo?
leggende
queste
scritto: r ottava
alterne
il
245
STAMPA
A
al nostro
adatto
stucchevoli,che
la stessa
è
SICILIANE
mitologia,che
forma
La
POPOLARI
scere,
na-
delV awersieri
e
deWavarof
La
data
essendo
di
la data della
irrefragabiledella
portano la data del
sarei alieno
non
ed
arcaismi
e
in
che
di
una
francesi,che
Sìa che
la data
si
stampa
nascita
sec.
XVII,
non
a
me
loro
una
voglia di questo,
a
è
nella
vocaboli
per
me
la poca
cura
die
si che
latinismi
del
popolo:
evidentemente
del
di
lettore.
questi
della prima loro
ponevano
che
incontrastabile
tipograficied ortograficiche
ed
tra il quartodecimo
hanno
bocca
quasi ciascuno
è segno
Alcune
nascita
Vi
non
fedele
anteriori
attirar V atlenzìone
dovrebbero
volte
paiono
secolo.
consacrati
son
nota,
componimento.
comuni
sono
posta in fronte
errori
del
ci è sempre
testimonianza
una
quintodecimo
esse
rare
non
dalPassegnar
il
ed
gli
poesie
queste
essi
che
ponimenti,
com-
edizione:
hanno,
glistampatori nel
fermano
con-
cou.*
Ìk6
STUDI
porlida stampe
e
valore
alla mia
tra le
lasciando
Ma
bisogno
un
dire
de'
che
de'
seeolir
del
data
fuori di
cui
in
Tamore
qualunque
Caterina
Eppure
stampa
^^è
Canti
di minuti
e
ci
sacre
da
mano
discorso
poter
n* è
ve
ve
in cui
lo ha
n'è
sentimenti
può
poetizzato.
nascere
Pi
quandii; Giesù
Gcistu
Li
miili
ne"
fu
altra data
vivi,per
sempre
un
seguenti
ed
canto
vergine
pubblicata sopra
me
mette
fatta,,
perchè la
venne
di S*. Caterina
da
Ta.
dtvote
potrebbe aversi
la data
e
una
martire,
un'ialtra S*.
voi
si
:
tnearnatu
quattrucentu vintlsetti.
lairebbe cosi
napoletana def
pop,
in
e
refigiose
consacrata
è la data
^
tempo
quella
cbi h
bero
avreb-
pure
leggende
tanto
leggenda
due
sono
leggenda
da
differente
di tipografo
nome
senza
le
che
quella
la
qciellain* cui
poesia.Netta
fuori,spe-
di tali stampe
di vite di santi,^
non
religionee
venir
del cinquecento,come
e
storie
fatto,ovvero
Trattandosi
paragone
posteriori.
È risaputoche- Delle
la
a
popolari in
poesie-storie
del quattrocento
primi
pure
le
tra
maggior
un
che
sospetti,
ciò
a
data
odierne, le quali
spesso
abbiamo
slesse, noi
esse
e
largo corredo
venendo
riscontri,e
dicono
data,
questi miei
stare
di
le stampe
e
secoli continuano
ire
Napoli,senza
a
si faccia
quando
hanno
non
danno
del settecento
e
quel tempo
che
dopo meglio
cialmente
seicento
affermazione
di
stampe
POPOLARE
Quelli poi ct"e
preesistenti.
tipi del
di
sono
POESIA
DJ
del
sic. voh
sec.
antica
ìtYHf
1S52, la q^ualea
n"
e.
n.
949S
e
d47.
a
giudicarne
da
una
lino
Nettar storia dì S. Paome
parrebbe piuttosto
POESIE
doversi
in
inalare
valiti
Si
li
A
li
A
si
Che
quenti
te
*
puL
del
La
LETTA.
1532
poetica
vernata
ò
storpiature
storie,
in
ftt*
niente
paesi
storia
que^
per
dalle
prodotte
sarebbe
non
sp^ialmente
come
*
dui
cinquanta
altre
sostituzione,
fai:
cumpofita
e
di
S»
probabile
im-
in
grafie
tipo-
Paolina
Napoli.
citazioni
scendere
popolari
chi
queste
siciliane
non
sarebbe
di
sciar
la-
non
jurnata
eh'
ad
ristampe
che
storpiatura
seguente
cineueentu
e
guardando
la
la
gennara
milli
1532,
:
historia,
vinti
del
o
247
STAMPA
A
1522,
nella
sapiri
chista
Di
E
del
1665
del
stampa
una
quella
inalterata
correre
di
SIGILUNE
POrOLARI
alla
a
Historia
della
Palorino,
concordi
cominciale,
rapida
messe
In
già
son
con
morti
e
por
quella
il
di
Coppola.
della
Sarebbe
stampa
delle
colle
Paulinu
S.
opportuno
parte
una
Incomincio
slampa.
vita
di
rassegna
sembra
mi
e
storie.
composta
da
messinese
poesie
veJore
del
per
se
iS98.
Cola
qoesta
Ci-
data
2i8
STUDI
POPOLARE
POItSlA
DI
IL
Storia
La
di S". Caterina
vita,il martirio
fa venir
e
di
figlia
la morte
che
alla
eroina
sua
conchiude
Santa
chistu
Donna,
bel
nelPo-
raccomandandosi
mi
concedi
sia
passato;
'Vanti chi
di
Cnnsulatu
sia Antoni
Chi
diri 'ndi fu beni
di stu
mundu
stu
d' Alberta
sparla.
aggiunge:
festa
sua
cbista
Di
donna
Li vinticincu
0
bona
Di
sapiri vuHti,
vai
sempri
li-dialettoond^è
degna
il che
di
bona
ammeritata»
mischilìa
e
Gatherina.
questo componimento
è, cosa
in
osservazione, il dialetto de' giorni nostri:
del dialetto
detto
siciliano in
fa '. Si
pop.
e
}
a
morie
licenza
II.
in
altri scritti
a
questo secolo,e quattro
mettano
il Pittante, con
Questioni di Poesia
ho
quanto
Hittoria, vita, martirio
Napoli. Per
'nvemata.
Taviti
Santa
a
composto
conferma
secoli
eh' è
ntisu
genti chi
Ogn'anima tribulata
tutto
gaudiriti,
la
quista donna
Ricurri
ìncurunata.
santa
di novembru,
misi
Lu
*
sul
invoca
:
Si la
^
il poeta
Santi, perchè lo assistano
i
sulla
notizie
questa Santa, che
Egli, il poeta,
K
egli intraprende: e
0
Ed
di
Costa
Re
principioDio, Maria,
pera
raccoglie molte
raffronto
della
de' tup.
sito
propoo
i citati versi
glorioiaSanla
Gatherina.
que
cincol
In
POPOLARI
POESIE
frammento
Salemi
e
Ma
Io
chi
non
della
la difesa
vedrà
ne
se
ne
249
STAMPA
de^ Baroni
siciliani in
(anno 1411) ^
Bianca
Regina
Tesperienza.
d'Alberto
egli queirAntonio
è
A
sul convegno
popolare
per
SICILIANE
più
so
che
più voci
ha
palerfnitano,
perchè
palermitano,quali p.
che
midemmi
e.
essere
del contado
sono
non
leggenda ?
dovett'
egli non
che
tanto:
della
gato,
(ancóra),spidicatu(sbri-
sciri,sciutu (uscire,uscito).
finito),
fatti raccontati
I
a
saputi qui
o
alla
Egli, sgomento
domanda
avrà
Cipolletta,
Ta., Cola
quelliche
perdono
e
di S. Paolino
SU)ria
nella
di lodare
grand-opera
del
ardire
suo
sono
formi
con-
uditi
contare,
rac-
raccogliere.
questo
alla IV
e
:
o
maniere
in varie
qua
*
ottava
santo,
così
dice:
Humilimenti
Ch'a
chistu
Attenti
boni
fine della
iu mi
La
Ricordi
*
La
e
tantu
dà
spera
bellu
parlari
—
vi nni
non
i
riditi.
seguenti ragguagli:
e
comu,
cui:
vera
historia
sta
summa
a
Sutera.
ci detti vittoria
diri mi
arrisetta,
reminiscenze.
Historia
CiPULLETTA.
errassi
fu fatta,
fu
min
*
la menti
sapiritipri parola
Cumposta
prudenti,
pirdaniriti
poesia ci
andi
e
basciu
e
genti mi
Dirròvi
Chi
rozza
tutti,e datimi
Qaandu
Vai
nobili
magnanimi,
Comu
^
voghiati ascntari
curtisia^ mi
Per
Alla
horoini eccellenti.
sti nobili
Tatti
0
vogghiu supplìcari
della
In Palenno,
vita
e
morti
per il
di San
Coppola,
Paulinn
1$^.
composta per Cola
2S0
STUDI
Vui
truviriti
Paulinu
San
Cola
Per
raccolgonodate
qui devono
voglia rimettere
a
in
Tanno
1598,
S. Paolino
alla luce:
tra la
altre stampe
state
leggenda
del
di S, Paolino
è la
leggenda
Fata ': e
*
TUNiNU
gloriosoS.
Ascione
venute
le parole nmvamente
che
Ascione
zione
distin-
132
di S^.
anni
dalla
Genovefadel
Paolino
s' intende
Vescovo
napolitano,in
sua
zione,
prima (?) edi-
Antonino
catanese
U$ viàap virlù,
di Nola.
Composta
napolitano. In Napoli, per
rieonuseiula
in
S.*
simile
con-
K
di Nola
spirituale^dove
L* Jnnuceenz't
La
fosse stata
dalla
perchè ta]^ poteiio raccoglierla
nuova
Francesco
essa
precedentemente
Francesco
di
Codesta
Cipolla.
e l'altra leggenda
Cipolletta
vescovo
Popolarissima,dopo
da
si
morte
e
aggiunte per significareuna
posterioredi
ma
Cola
sospetto,cioè che
un
potendosi dire
non
composta fossero
del
volte
quante
antica.
cosa
comporta da
nuovamente
ripetizionedi
morie
incorrere
il cui titolo è Historia della vita
stampa ci fa venire
opera
de^ mutamenti
un
errore
manifesto,
eoa
Cipolletta
leggesi,
delquello di Cipollain una stampa messinese
mutato
1
per*
del
Il nome
La
Ecco
nomi.
tave,
ot-
ristamparequesta leggenda.
a
una
nuovo
e
avvenuti
essere
sbagli vediamo
In simili
onore
specialmentenelle ultime
sono
che
che
fui
cinquanta dui.
cincucentu
parte di chi si pose
per
una
aspetta
Cipollettacumposta
li milli
detto
CipuUetta.
ed
iu disia
quelle cioè
ho
che
chìsta historia
Gola
I versi fuor di misura
in
POPOLARE
ci detti memoria.
Paradisa
In
POESIA
«omu
fu da
Cumposta
A
DI
Nicolò
in
viva voce,
miracoli
ottava
Fata, pueta catanisi, Catania, 1739.
rima
Monaco,
GinuefA girmanisa. Storia di
e
An-
282
a
rruDi
simili del buon
leggende
è la Storia
V'erano
s'è fatto strada
Ma
viene
mercedi
al
suo
Questa storia
per
lo
del
meno
cezione
è
ordine
vi
venne
dir
a
patire
diede
o
per
male
arti
catenar
in-
a
già prima,
de' suoi
ganni
in-
a' fraticelli;
di che
ho
dovuto
larghi favori
e
certa
il
che
non
un
che
giunse
e
Pico Fonano
Tacsuna:
nes-
passò
apparisce
a
è
essa
conosco
ne
componimento
siccome
popolarizzato,
ritradotto da
io che
illetterata in tutta
siciliana
Stampa
popolo, ed
persuadermi
di persona
e
nel
napolitanismidella leggenda,
tradotto
delle
loro
al Serafico, e
frammenti
a
400
Il convento
ed accattando
s'era camuffato
e
da
tanto
religioso.
corre
cosa
Serafico
fare di meglio Io manda
splendore
del vocabolo.
ma
è: il demonio
non
si infastidisce
fatto
avea
qualcuno
trovo
vivemno
di sussistenza
ramingando
dai divoti
tornare
nuovo
che
e
che
mezzo
divotì del
di frate onde
di quanto
e
ne
de'
sapendo
non
e
costringea
me
cuore
è
ì frati vanno
nelPabito
lie
Che
S. Francesco
del demonio,
lo
meno.
denza:
cre-
tentiitote ^'
frati francescani
certi
della
lìBgua e
preghiere de' poveri mendicanti.
e
scioglie,
Dio.
per
nel
sordi alle
si
della
secolo
pubblica;quando questo
subitamente
renderli
popolare
Demonio
dd
volta
una
della carità
venne
poesia
di
a
dai
poli,
Naquenti
fre-
Firenze
fiorentino,che
Io
suo.
liani
Questo Pico ci ricomparisce in vari componimenti sicivoltati in italiano,come
e
contrasto
l'Inverno, del quale dirò nel § HI;
*
in
nel
HittùìHa
lingua
degli inganni del demonio
toscana
da
FoniAT«o
Napoli, per Nicolò Monaco.
tentatore
e
fra la Estate
in molti
eompofta
e
origina-
data
in luce
t^ico fiorentino,
in quest'anno 1716.
ul
italiani
riamente
neJia
Sesto
quale
la storia
come
Biancicore,
e
diligenza
somma
t
Florio
di
storia
SICILIANE
POPOLARI
POESIR
fece
solenne
un
morte
per
e
la Storia
'
;
1
lita viva
occorso
altra
storia
Firenze
consimile^
*. 11
sia. Se
vita, di nulla
venni
a
:
0urenjtino
a
vissuto
stato
nome
uscissero
^
del
Historia
Re
Dio
di
di
del
Ili
'
Pico
Historia
FoRiANO
da
^
Ginevra,
padre
lo dice
me
egli
stato
o
un
d^islruzione,o
allatto
quanti componimenti
a
esempio delle
Pico*. Sen"u
sua
Imperalote
divole
persone
data,
mi
ma
voluto
e
e
moq^lie
Umorale
un'edizione
pare
XVII
sec.
Bianeifioreeom^slO'daFRAìicE"co
e Ci^n
il PitiariKs
somma
diligenza corretta
Romuna
,
aoìnpoUa
In Napoli,,per Nicolò
fiorentino..
bellissima
di Genevra
fiorentino.In
degli Ainieri
ì^eurìso
romano
Foria;^o Pico.
da
1701.
esemplare di, Lucretia
Pico
della
figlia di Giuliana^
ed
ForiaiXO
ristampala
Historia
Oliva
istanza
luce da
Napoli, per
FoRiANO
^
Regina
IstoriadiFUìrio.e
nuovamente
fatto
alle q^ualisi
fosse
tipografinapolitani,,
della
in
daia
far da
a
egli
chi
esser
penso
Napoli digiuno
scella
Casligliu.Ad
lioreiiliim
*
dai
io mi
ed
stampa in
si
D^Ancona
finora. U
capo
;
in una
dii sapere
io avessi
che
morta
per
celebrato
e
»
dimento
tra-
sepeU
fu
che
«
a^ di nostri
anche
cercare
per
ignoto- in Toscana
un
che
^
da
disho-
qaesta
stimata
perchè prende' vagh^aza
che
aon
venutoli, e
città di Fiorenza
nella
caso
violata
Padre, Marito,
ia
Armieri
degU
accidente
un
per
di Ginevra
con
e
pubj^licò questo
viver
non
la
Romana,
stata
al
convito
lor presenza
,
noi
ristampata
«
Ila essendo
com'è
Fratello, ed altri,edalla
dandosi
lui
^
Oliva
Regina
'^ " la storia di Lucrezia
corretta
si contiene
Tarquinio,
della
da
"H"i
STAMPA
A
degl'Armieri
Napoli, pi^r
viva
sepolta,
in
e
data
in
luce da
Monaco.
,
composta,
e
data- in luce
il Paci.
Firenze.
Stamperia Spiani.
254
STUDI
fama
crescer
illetterate
Giano
dirà
da
L'autore
vecchiu
fu
E
più
da
ultimo
va
da
quel
rovina.
a
ecco
ingannata^
anni
vetraio
al
apponga
lu
a
e
vero
un
ultimo
chi
sar!
pri las-
purgatoriu
»
^
di Palermo
quali
fu
ingannata
de' beni
figli,eredi
di questo
ricco,
Tusciia
affrettargli
fatto ad
gran
fosse salito in
sé:
e
il devoto
de' suoi
La
uomo
povero
li duluri
e
suffragidi orazioni,preghiere, messe
con
le ricchezze
e
i
pensato
edificazione
tutti
delVanima
riccu
come
avessero
Purgatorio
a
un
purgatoria condannatu;
lu
a
ci fa sapere
morale
mi
qual punto
chianti, li lamenti
D'un
come
nome:
suo
ci racconta:
Li
e
ad
autore
misterioso.
Guarneri,
un
sti
que-
continentali,ed
col
vanno
stetti diversi
fighi ricchi
composta
non
Storia
una
sopra
li
a
le
come
questo di Pico Foriano; intanto
nel pensar
cenno
fino
e
se
comparisce
semiletterarie
Proteo
avanti
mettere
a
Fonano
Pico
siciliane,che
le
come
bifronte, un
Altri
e
che
di storie
tempo
POPOLARE
riputazione.M'induce
e
sospettiil fatto
un
POESIA
DI
vetraio
uditori
e
sentenza
del
non
la
dumandu
perdunu
dà
per
viene
menano
sempre
Guarneri
conseguenza
morte
terra
pare
ecc.,
lascia di tirarla,
non
lettori: La
della
i beni
e
paradiso.La
dal
vera,
per
per
lo
eppure
dendo
tale, conchiu-
:
tutti
A
Di
^
La
la
Ristoria
vitraru
quanti
passatu erruri
nova
di l'anima
palermitanu.
e
parla
ingannata
In Palermo,
per
chiara
composta
Domenico
di Francisgu
d'Anselmo
neri,
Guarld70.
Di
eloquenza
Chi
eh'
Passiamo
fìnisciu
Franciscu
Prega
a
a
ndi
ora
a^
eon
e
faccia
ricoghia
traiti.
brunu
chiaru.
vitrara
eu
in
STAMPA
ognuna
la
Blaria
A
e
lumi
Guarneri
Cfarisiu
tutti
offuscatu
havi
nun
mentri
Cussi
^
min
l'iniellettu
Chi
SICILUNE
POROLARI
POBSnS
allegre
Paradiso.
viso
2S5
256
STUDI
POPOLARE
POfiSlA
DI
III.
Più
larga
di
messe
contrasti,nel quale il popolo si trova
sei contrasti
Di
secoli
XYH
della
bassa
composti
chi
eXVill, quattro
dalla
gente,
suonano
lunghe sfide,ove
sono
Una
dialogo vivace, continuato.
a
pubblicaila
che
nella
Amanti^
Gatta
e
il
si
Topo
del
ingiurie,che poi finiscano
d^
sentenza,
una
con
prima
è Tettava; la
pronto
a
ferire»
e
deW
di confessarsi
pronti
^
V. la mia
*
V.
*
Controitu
auA£ai.
i Canti
a
:
nicchia
la Morte
pop.
In Pdlermo,
con
x)er il
eJucato
Il loro
suol
metro
la
essere
tra
e
un
cavallo
dimanda
che
'.
religiosoe
Iacopo Pittureri,
giorno
e
rale:
mo-
con
un
sco
bo-
Parco
teso
in
perdono
bisogna
e
tempo
star
pre
sem-
egli per prender tempo
le
U*, Contratti.
$ie. voi. U, pag.
detta morti
a
risponde
riceverla. Allora
raccolta, vuL
canto
Ignorante
dalla Morte
Egli
Due
nel gatto della
morale.
qualche
sinuante
in-
riconciliazione,
buona
una
di argomento
Morte
sorpreso
ed
dei
uomo
palleggio poco
autore, è Tignorante, il quale stando
viene
entrano
cose
'.
solo è il contrasto
quello della
di
ottava
proposizionedell'autore
Un
e
componimenti
nelP
avvertimento
un
nei
Comare^
e
un
in
e
sottigliezzaacuta
Compare
In altri è
ecc.
bocca
raccolti
testò
persone
chiara
veder
può
comare
sulla
ancora
quello che più vi traspare: e
è
stampati'ne**
e
,
venivaDO
quale
soo.
K
dati in parte alia luce
l contrasti
in terreno
come
quando
ba
(tei
ci offre il campo
componimenti
lo
378.
ignorati eomotta
Coppola i667.
(aie)per
Uco?o
Pix»
i»oe:si£
diversi
muove
fossero i
chi
e
Sansone
dubbi, p.
nel
di farli morire
i morti
battesimo, dove
si
Coma
'un
hai
chistu
morir
pasciu
di
moriri
parrari,
non
ne
se
E
—
e
sta
dispiacirL
campari.
a
faccia ella
come
ancora
ogni angolo della
senza
andare
ecc.
dall'ose
La
gnuranti
tu
ad
ogni palora m'amminazzi,
Studi
di
a
non
,
il
che
gli dà qualmalcapitato,
amare;
su'
cercu
trovarsi
terra
Morte
sempre
lu
e
a
aiuto, e quale sia il
un
minacciando
spiegazione, ma
.
manciari.
e
baju
ancora
può
non
dice:
vogliu vestiri,
di chiantu
lavorar sempre
a
stai.
aspramente,
tò
vi viri
istante in
stesso
PiTRÈ.
viju
vogghiu diri,
non
corpu
domanda
luogo ov' ella
G,
ti
habiti, e undi
lu
cu
vogliu
mi
mai,
questi
fai.
certu
ti lu
puru
miu
Pignorante
uno
und'
casa
di li chianti
E
in
chi
di supra
pannu
sustatu
mancu
Chi
E
taliju,
voglia diri ti pozzi lamintari
Né
senza
bivissi mai,
né
e
la vita
cercandu
m'hai
Chistu
i bambini
prò ti spìju
e
risponde sempre
vai
Non
peccatori prima
passassi stu dìsiu,
mi
tu
un
nun
Chi
vadano
ti
magra
mangiassi
mancu
Tu
i
ad
battaglia;e poi aggiunge:
Morti,
e
dicissi
Morte, che
E
scura
chi
mi
Chi
medievali
tempi
sapiri cosi assai,
Comu
Vurria
La
in
su* dunnunl,
Disidiru
Né
peccato, dove
mondo,
Tristano, Orlando
uccidesse
ammonisca
non
,
ella al
venisse
come
2S7
stampa
a
facilità da
con
aùtichìssimi) perchè
lu
e.
primi morti, chi
(l'A.passa
Chi
siciliane
popolari
di
poesia popolare.
sapiri,
i7
258
STUDI
Sarrai
trema
cioè
che
Di
star
una
la Morte
Di
gualchi modu
Di
tanti
roba
volsi
Non
conuscendu
Di
la
chi
cosi
Non
ci
né
Di
lapicu
Dunca
dicu
non
ancora
dovette
non
nel
con
duole
che
dirrò
basso
un
la Morte
li soi Santi
erruri,
quanti
l'auturi:
poviru ignoranti
Iacopo Pittureri
larità
e
fattu
haju
vi
scappari.
può
ignoranti su'
tutto
sapia
non
Christu
a
è
mei
davvero
lo stampo
su' dutturi,
non
chiù,
perdunati,cari
ha
contrastari,
a
'ntisu tutti
storia
cecu
Benchì
dinari;
mancu
s'
eh' aviti
chista
Mi
promettia
nuddu
manu
perduna
vui
accurdari.
l'ìgnorantia mia
Prigari vogliu
E
conchiude:
cridia
Morti
la Morti
cu
li sol
Chi mi
riceverla
preparatia
salvo. Perciò
mi
ignoranti ch'era
Com'
cersi,
convin-
sparisce e lo lascia,contro
e
puvirettu, certu
misi
però può
cosa
sempre
ogni previsione di lui,sano
Mi
alle terribili
quindi bisogna confessarsi;convinzione
acquista allorché
lu,
dell'ignoranle,
paura
potersi involare
senza
Morte.
bisogna
di Dio:
ingrazia
m' ammazzi.
tu
manifesta
con
verga
della
unghie
che
a
verga
d'aiicidiri:
non
se
quandu
cuntenti
Il dialogo continua
che
POPOLARE
POESIA
d'autru
parri
NuQ
DI
non
avanti,
passu
Signuri.
ignorante,
delle
cose
e
il
popolari.La
mancargli, perchè qualche
popolo
e
alcune
delle
altro contrasto, nel
suo
gliabbia rapitoil padre
P
popO"
ottava
ultime
quale
nimento
compo-
corre
hanno
scontro
ri-
ignorante si
Stefano
Carini:
260
Nel
fra VEstate
contrasto
mettono
in
e
Parla
Voi
lo
lo freddo
Io
Voi
lo
Chi
ha
legna
Quando
Letterale
Vui
lu
lu
vostru
caudu
lu
frlddu
cu
cu
lu
havi
ligna
proseguiamo
Contrastando
*
tne
da
Cuntrastu
Petru
i
e
uno
per
Foriamo
Pico
ridieuluiu
Ricvpru
fare
fuoco.
spugghiari,
cupriri;
sudari,
trasiri;
in
può
questo
ogni
fari
s'intende
e
misterioso
che
ci offre
povero
un
locu
focu.
questo campo
Sfarzosoed
isearso» dove
ogni loco
scummiggbiari
carvuni
si
trasire.
vistiri;
li fazzu
su
invece
faciti
faciti
fa friddu
ritorniamo
saa
dalPoriginale siciliano:
li fazzu
friddu
Quannu
tomposto
può
li fa
caudu
lu
della
coprire;
in
li fazzu
lu
cu
Cu'
Piacevole
si
caudu
frlddu
Vui
non
carboni
e
lu
cu
Lu
lu
cu
saggio
un
lo
Pico
scomigliare.
pessima versione
e
»
vestire;
li faccio
freddo
fa
mondo.
faeite sudare,
freddo
Io
con
za
abbondan-
spogliare
li faccio
lo caldo
con
faeite
li fa
freddo
lo
con
ecco
li faccio
caldo
vostro
del
stagioni
verno:
caldo
lo
ed
le due
maggior
nel dar
e
sostanza
suo;
per
^
lo Inverno
e
per
Ti n
con
con
Lo
'
mare
lo diede
e
traduzione.
Ma
POPOLARE
in rilievo il lor inerito
in terra
tradusse
POESIA
DI
STUDI
Avaro
*,Tuno
VEstate
contrastare
fiorentino.In Napoli, per
ehi
in ottava
fa
un
rima
sfrazzusu
cu
e
Pico;
da
vuol
golare.
spi-
per-
VInverno
ecc.
il Monaca.
n' avaru,
siciliana. In Palermo,
compostu
per
Mich.
da
Co-
Paltro
chi
non
se
che
ci
fin
e
contendenti;
tania, vi
fine
E
tu
al
sfrazzusu
'ntràmbu
Questo
cioè
in
di alcuni
donarmi
raccoitina
barone
sig'.
cùìsae
e
molte
di
quale
per
un
senlile
due
; al
m* hanno
buon
grazie.
che
prof. B.
ha
Im
e
XVIII
fatto altrettanto
E. Maineri"
io
dato
,
XVII
sec.
casi
di canzonette
e
in
che
dubbi,
e
A.
agio
da
Io devo
Amico,
fiorentine. A
posseduta;
sua
una
m'ha
aU'
che,
di consultare
lai
con
formato
le storie innanzi
enumerazione..
fig.prof.U.
mi
Amanti
tuui
son
più
uno
i Due
e
i contrasti
senz:i
al
sti
contra-
popolo, T
che seguono
colonne
illuminato
numero
del
il Sorcio
napolitano
Starrabba,
nentì:
enumerate;
non
stampe
scorso
da Ca
pernu
pubblicati due
questicontrasti
di
Ricupero
due
Tinfernu
a
e
poesie popolari de'
Raffaele
secolo
a
un
gii altri
e
16^, di pag. 8
gr.
questi
discernii
voce
Gatta
contrasU)
fra
Pietro
son
dalla vìva
La
spalle.Le ingiurie,
anche
servi
raccolta
mia
in 8'
sono
conoscenza
Siciliano
le
povertà nessuno
giustamenti*
campari
raccolti
,
del
in
cuvernu
siti dannati
si voli
della
lu
tò
Ga
1696.
le
lu
cu
*rapùzzatipirehà nun
me
«tampe
alPavve-
e
nigligenti;
Va
citate
una
bisogna pensare
supra
troppu l' addimustrì
voi. IP
oltre a
godere;
differenti;
£
spiritoso deiraltro.
la
discurru
ti lambichi
avaru
quelle
dire:
sarriti
tutti dui
Chi
piccolo
vita,come
per
e
certo
un
nulla
a
valere
e
ci voltano
con
pfi quantu
Tu
stauzo
che
oppone
il poeta,
mette
Chi
da
ci fanno
e
gli amici
ma
lu
Nel
in
goda
ragione fra' contrasti, sono
di
come
varraano
non
ne
261
STAMPA
A
isciupare il danaro, perchè
non
e
non
onori
contrario
per
guarda,
ci
giovi e
ne
acquistano
Taltro
nire
le ricchezze
che
suadere
SICILIANE
POPOLARI
POESIE
ayy.
dato
coitina
rac-
alcune
Giovanni
tutti siend
rese
262
del
introduzione
Nella
cantari
Voli
fa 'na
Chi
Corona
Francesco
'
contrasto
della
più
A
vostru
'gnusu.
e
Franciscu,
riddiculusu.
gattiscu
surci
un
'ntra
XYII
e
belle
lezione
che
ne
compimento
ora,
posso
varianti, e
ho
data
del
contrasto
mi
addanzanu
inutile
parve
grazie ad
dire
che
una
egli
due
con
ottave
io in ventinove
stimo
è
ha il nostro
Quella stampa
Palermo.
da
pirtusu.
mi
popolo;
altro il
sec.
un
Francesco
,
molte
con
lu
maestro
del
napolitana
stampa
di
quel
a
dicesse
ne
non
susu
amuri
un
fiscu,
a
cchiù
e
gatta
chi fosse
dacché
è
stravaanti
Cchiù
Cercare
umuri
n' autru
famusu;
'n
facenni
Cu' strascina
Di
cu' turìscu,
e
di cbiamarì
diletta
Cu'si
detto:
cu' fa lu
all'antica
va
è
primo
papanisca
Cu' canta
Cu'
POPOLARE
POESIA
DI
STUDI
tave.
ot-
di riprodurl
opportuno
:
Senza
Sor.
sonu
li toi
Pir
Guarda^
mi
Ca
Gatta
Ssi
tradimenti
quantu
cerchi
si fa
Di
quandu
Li
surci
cu
trami
si' fausa
inciarrari
cui
gabbari
paruleddi
cà
li
e
li denti
quantu
si xiu
\
mini
e
:
veramenti
'ntra
ssi
spini;
ti senti
scamini.
tu
chi
su'
parenti»
gatti malandrini?
•
'
CuHtrasiu
CuRUNA
ciscu
ridiculusu, ehi fà'na gatta
palermitanu.
In
Napoli,
e
per
un
surci, cumpostu
Antonio
pir Pran-
Gramignaoi
(senza
data),
*
Xiu
invece
di sciu, nisciut usci.
Da
quando
in
qua
è
accadalo.
M' haniiu
Oat.
Ivi!
di H
Cui
marteddu
Hora
Queste
a
sti cunti
ottave
mancano
di questo
perchè
Amanti
della Sicilia
Parti
prende
di li'Nnamurati
già
forte
simi
ne' vari comuni
delle
Tuppi-tuppi^ora
di
è
esso
a' desideri
cede
logo
dia-
un
donna
ardentis-
dell'uomo.
vi
notata
avevo
di Giulio
canzone
avere
XVII
*. S' ha
paternità?Mi
sia lecito di sospettarne.
ridieulusu
ehi
Sotto questo titolo è nei
stampa
Canti
'
Ottave
donna,
fa
pop.
siciliane poste in
quale
fra loro
1665.
due*
non
volendo
e.
c'è
9d8,
gatto
un
nota
dialogo da
consentire
cu
un
con
scrignata.Nella
topo in bocca.
J."
un
giovane
intenderete
da
Filippo Russo.
il contrasto
In Messina
d'
innamorato
,
Composta
un
surei.
un
bratta^maschera
una
frontespizio
8ie.voi. II,
a
'na tinta galia
napolitana del Gramignani
•
credere
è
questa imprevista
Filippo Russo
Cuntroiiu
messinese
stampa
una
parvero
l'A. di questo canto
che
eglia
mi
amendue
d'Alcamo, che
m'istruisce
rassomiglianzacoUa
tanta
grande analogia *. Ora
una
del secolo
^
tano
presen-
l'amata,nel quale la
e
ultimo
abbastanza,da
che
Argomento
lo amante
tra
Studiatolo, io
nota
ecc.
di
ora
oscurità
citata.
contrasto
il titolo
tuttavia
altri,rimangono
napolitana dianzi
è il celebre
vivissimo
S nella quale le parole
secolo
da
palermitana
stampa
una
Eguale
significato.
senza
nella edizione
/ due
ristari?
in
né
me
fini.
vói
pure
sapute capire da
oscure,
dici?
mini!
e
pòi dari;
mittemucci
vaju, chi
metà
trami
brigghia-mi
li
a
nni
prima
stari.
ch'haju trami
manti
a
Mi
tia
mia
a
la
Tu
non
fini
Voi' essiri dutturi
cu
li vini
e
viju scaminari!
ti
voli
263
STAMPA
A
li nervi
sìccatu
comu
Dici
delia
SICILIANE
POPOLARI
POESIE
per
che
una
fanno
tai
Gij^comoMat-
Ì26Ì
Nel
cinquecento
lari attribuite
a
avesse
attribuito
tale ? Tutto
che
fede
solo
Pure
è che
è
tale la
a
dì
parole se
fuori la
e
un
nostro
in
da
di
Messinesi
non
a
e
è
buona
vece
in-
stampato
da
Palermo
si bistrattavano
che
doveva
esso
da far tacere
Non
antipatie
è
dunque
questi passaggi ed emigrazioni,
guadagnato
padre
un
che
oggi
nessuno
riconosce.
Pubblicando
lezione
una
arricchendola
di
palermitana
preziose
varianti
di questo
delle
cantò
province
Palermo, Cataliia,
Messina, Girgenti e Caltanissetta,io
son
io
non
quale
essere
pettegolezzi di municipio.
si fosse
la
Palermitani
apprezzato
in
da
quando
messinese,
venuto
fatti,egli è chiaro
ed
anche
di molta
per
popolare
cui
zioni
pubblica-
che
e
adoperata,
palermitana. Ora
me
uno
fa
sfuggire agli studiosi
contrasto
esso
ta
poe-
nei letterati.
dovrebbe
probabilità che
il canto
ed
del
altri lo
come
genere
un
trebbe
po-
FilippoRusso
tempo
un
anche
ma
non
conosciuto
persone
più
a
in
tanto
essere
in
in
componimento
un
tempo
un
volgo
parlata siciliana
in Messina
che
ovvero
pure
quando
popolare, e
nel
parrebbe
in
giorni,se
non
antico, il
molto
canto
un
fatto suo,
far venire
a
la stampa
se
appropriate
personaggio. Quindi
attenderci
fatto che
un
statesi
sorvegliava,dì componimenti
poeta
non
nome
di
avesse
de' suoi
nessuno
altro
un
o
tal altro
o
dobbiamo
si continua
oggi
quel
poesit
questo Filippo Russo, forse
a
valente
popolare
ho veduto
a
e
pubblicarlo lo
primo
seicento
trattandosi
che
essere
nel
questo
a
salva dal tale
man
a
e
POPOLARE
POKISU
DI
STUDI
dubito
altra antica
già due
forte
anni:
che
leggenda
le
"
Essa
ultime
dello
stesso
risulta
tre
non
genere;
di 34
al
vevo,
scri-
ottave;
appartengano
qual
di
ma
ad
dubbio
m'induce:
XXX*,
1*^la ottava
versi delle stesse
Ora
della
la
la lezione
finiimentre
biennale
nella
sono
sperare,
e
Suocera
fra
vi
spusati
pacioto corse
per
•. Nella
'
pop.
nella
violento
è
quello che
Trapani, e che,
mi
giova
gazze
ra-
e
vi
maritar].
a
li ziti
vi sciarriari.
mariti,
sunnu
soggira affacciari.
e
li
puliti
iic. voi.
dlgnazio
e
la nora,
un
W,
pag.
V Amuri
di Ganci
Vincenzo
in Sicilia fino al secolo
parla cosi
1" oliava
nova
di
le stampe
Tuppi tupfÀ, osili
Hiitoria
in
nun
consimile
contrasto
sono
come
li strati sintiti abbanniari.
Na
zioni
e
su' lì macaruri
Cu'
Lu
accodale
frequenti
sono
mollo
pigghiatia
paci
Vi viriti la
'
Nuora
s'hannu
chi
matri
senza
Po'
Canti
quasi
e
sitiddruzzi, sta storia sintiti;
pi stari 'n
^
tradizionale
loro:
È pi chiddri
un
»
Fazzu
presto alla luce. Il poeta si rivolge alle
dice
0
Ora
e
raccoglievatesté
verrà
E
e
siciliana ;
poesia popolare
ino
^
lezione
ottava
le altre tre ottave
ha
canzoni
a
cita
re-
alla XXXr.
mia
r contrasti
il Busca
'
di Palermo
della stampa
la
la
infatti,
vero:
timi
ul-
hanno
non
mirabile
finisce alla XXXI*
messinese
stampa
fra loro
lunghe leggende
apposto al
di essermi
vedo
la
morale; 2"^ i primi ed
agevola in modo
delle
la cantilena
e
265
STAMPA
il poeta dice: Fazzu
ottave, che
tre
che
di rime
quel legame
A
ove
colla sentenza
concbiude
finiie
SIGILUNE
POPOLARI
POESIE
l'autore
ca-
sato
pas-
:
398.
pHeticu di
amanti.
dui
Le
Hltime
edi-
lu euntrastu
di
Mauro.
i-id^eulusa
la
soggira eu
di
Capaci,In Palermu, pri
eumposta
Gio.
bella d' intendivi
in
ottava
ritha
Batt. Aiccardo
supra
per
1713«
Vincenzu
m
Ganci
266
STUDI
la
Ogni pirsuna
l'auricchi
Apra
Di
intricata
sta
Chi
si
Pirchì
è
La
comincia
trista,mentre
maria
alle
più
ce
le rimane
non
a*
contumelie
di
nuore
quelPodio
le
contro
marito
che
fece
suocere
e
la madre
la
altra casa, che
La
la lasci una
che
eglisi
madre
tentenna,
Nel
volta
senza
in pace
di darle
il
ma
un
e si
tanto
con
questa divisione,e il poeta conchiude:
Di
la
Chi
soggira e
quantu v' haju dittu
Versu
intrichi
di l'antri
Supplicu
a
Si
Tur nari
nun
suli,
*
vuliti
a
qui andare
spaventi
su' nenti
nun
sparaggiati.
tutti,chi stati ayvirtenti
nomini, quandu
Turnati
I battibecchi
ammuntuvati,
nora
ad
vui
e
poi
la
vi maritati
cui
caruzza
abitare.
sione
espres-
parrà
parrà
sciarra.
delle
scomporsi
ella
e
fìno
procuri
la settimana.
figliotiene duro,
perda più tempo.
più
eccoti lì il
che
non
ctii
proverbi
meglio
moglie,
contenterà
Haviti intisu li sciarri
I
tanti
viceversa.
,
prega
imprecazioni:
nascere
visto maltrattata
che
alle
,
chia"-
crescendo
ingiurie vanno
vituperi
,
dole
dan-
nel
addietro
tignosa, puzzolente, e
Le
metta.
ne
la nuora,
della
linguacciuta,
della
fannuUona,
questa
'
nora.
sfuriata contro
vecch iarda, scema,
ha
ne
ora
la
soggira e
una
della brutta,della
di spassu,
e
vi dicu
quantu
di la
e' afferra,
chi
malr
di ridìri
a
sciarra
suocera
fracassa,
terribili guerra.
e
sia
cosa
Ascutiriti
La
lu
stupiscii'aggilatusassu,
criju chi
lu
si serra.
yucca
senta
e
POPOLARC
POESIA
DI
e
sogna
bi-
scono
.fini-
"iSè
STUDI
m'hai
Tu
Si
ti
di
Naso
Che
Là
dove
Tu
m'hai
Se
versione
due
è
ed
stampe
dire
con
dialogo
opera
al
di
un
qualche
che
tradotta:
dallo
e
io
poi
che
ò
del
che
alle
narmi^
ingan-
non
italiana
può
non
insieme,
di
credo
versione
questo
parola
Guardando
napolitano.
la
come
cosi
siciliano
gonnella^
orale,
contrasto
che
pelata,
vede
si
mal
cosa.
Giovannella
la
e
strada.
qualche
testa
cascare
fraintesa
è
la
esempi
*;
linosa,
ogni
pagare
chiamare
fo
gli
siciliano
far
spacco
ti
di
oglio
appesti
tu
possa
non
entrambi
la
da
zeilosa,
reppezzata
che
più
ti
mi
Non
faccia
*,
faudedda
la
vecchia
passi
non
Giuvannedda
cacari
corno,
accusa.
vastunata
una
minacci
puzzi
Se
Da
fazzu
mi
Che
[TAL.
gualchi
chiamari
sentu
noQ
POPOLARE
POESIA
pagari
e'
spaccu
mi
Non
fari
a
ti
Viva
DI
figlia
derivare
del
dal
,
orale
contrasto
gliato
degli
dianzi
Faudedda,
gonnella.
*
Reppezzata
tanto
ma
che
va
più
libero,
più
non
signiiica
spi-
altri.
"
rappata,
citato,
rappezzala,
in
napolitano
a
toppe.
quanto
in
siciliano
ar-
PORSIE
SlGlLIANli:
POPOLARI
269
STAMPA
A
IV.
Assai
altre
Sicilia
popolari in
Di
^
di vita
Fullone, che
*; di forma
pri
furaMeri %
visto
aver
di quantu
la bedda
i629.
^
Palermu,
pressu
«
Lu
lamenlu
ehi
Cumposta
Costanzo
*
Puema
Palermu,
*
Ant.
^
un
secoli
due
in
ad
in
legge
popolare
\
a
na
stra-
indiotu
unu
Glorii
Li
Più
^
zingari,composto
si
stampe
ri-
d^oru
conca
Palermu
da
pido
insistro
mae-
delle
una
e
tiva
'; istrut-
rognoso
mmizzata
li
tore
au-
suo
frusteria parti
di
vita
frequentissime
cuccagna
Vucciria
Cunsigghiudi
L'autore
tante
dice
fuori
spasso
di
Pa-
ìgnaziuMaura.
fa
un
conversalioni, eumposlu
per
della
del
nome
volta tanti ferrai andare
una
cenno.
insipidala poesia su
mantengono
Palermo.
*
nuvedda
popolare ma
»
Palermu,
pati un
Vu^ciria
lo
che
stampe
al
di
Catarinicchia,come
Vito
lamenta)
è il Lamento
la bedda
è lu
ancora
II
da
La
di
imparagiabili
rapido
deve
ricercata
come
un
sempre
ravvivata
nova
è
tultavia
vanno
e
pregia dopo quasi
si
morale
*. Molto
la Storia
elevata
di cui
la celebrità
descritta
qui
eccone
forma
e
di Pietro
mezzo
ed
,
pensieri
umana
andarono
siciliane
poesie
e
V-estrema
rugnusu
ridutlu
a
da
luci da
Dominico
a
in
pri li mali
miseria
d*Aloi
di Galteri.
In
l'Isola,1689.
,
Girolamu
da
Jaci
eittalmu
di
Licata.
In Palermo
»
per
1695.
sicUianu
in
pri Gramignanu,
Cumposta
di
una
terza
rima
di
lu
su
D. Giannino
Micavuni.
In
Carini.
Palermu,
pri
1712.
pirsuna idiota di
la
Porla
In
Gramignani, 1722.
Palermu,
pressu
ìgnaziu Mauru,
1866
e
prima
e
poi.
270
STUDI
lermo,
sussiego
e
tenere
conchiude,
debba
che
che
pe' tempi
e
preferirsiall'oin* di
questa
Chi
sentenza
tunnu
e
carduni
conchiade
del
amici
che
si
vino
nel secolo
al basso
XVIi
volgo
modellato
dico
esattamente,
secolo
e
perciò
che
si
gariy
vuole, io
in
Catarinicchia,il quale
cui
la
parla
vitti
'na
V autore
Sfrazzusamenti
^
LAXiu?)!
Lu
parsiru pri
Da
chiddi
dedicatu
tisla Nolo
1723.
quelle soltanto
loru
da Bciceu
a
che
ne
ho
sono
anzi
mezzo
\
Baccu
forse
non
orali che
vissuto
secolo, potrebbe
al Calacione
plagiario.Sia
di
CéOnsigghiu
li zin-
:
zingari
veru
ziti
alliunatr;
in eanzuni
siciliani compoilu
e
da Vicenzu
In Palermo,
sigitteri.
altre edizioni
sotl' occhio.
uniti
causati;
e
tanti
facci
bastasi matlareddi
Ve
del
ottava
vìstuti
Mi
Convilu
li
anteriore
stato
imitatore
stato
prima
vota
in
si dice
altri in questo
secondo
e
consimile,
favore
le notizie
fosse
dò
molto
perchè, malgrado
egli fosse
ne
altro
consiglio^e
al
Però
ecc.
volersi far troppo
il
che
non
convito
questo
passato,
essere
a
un
sopra
trovò
vuole
spinusi,e
intitolato: è lu Convitudi
venne
su
intorno
corrono
XVIII
e
cui
a
Dico
nel
modellato
reri
pa-
imbecillire.
pericolo di
corre
Cunsighiuè
Questo
i vari
padroni
tutti,che
avvertendo
e
glioli,
facchini,rivendu-
a
agazzini, contadini, camerieri,
l'autore
cosa
una
circostanze,niente
le
fatta nota
venga
meglio
convenga
propone
per
e
gravità
tutta
ultimo, il console, raccogliendo
un'altra:
chi
ciò che
vino.
del
in
seduti
e
consiglio su
dopo
e
taverna
una
un
prima
gustare
e
in
entrare
POPOLARE
POESIA
DI
anteriori, ma
io
per Gio.
non
cito
GaBat
eh*
popolari
poesie:
ci
Di
jiti
Jamn
:
a
finiri
'na liti
vutti, xiaschi^ quartucci
Veda
ognuno
vita
di Bacca
tanti
bastasi
e
Comu
fussiru
stati
tanti
facci
tutti
ali innati.
a
und'
sigitteri,
li soi
Ci
spiai
C
è
un
forsi
cosa
Mi
dissi: C
Cà
si tratta
facchini
il
è
puliti causati
scummissa:
di
loro
chi
è
jiti?
*.
?
e' è liti
nun
xiaschiati^
fari
passando
vanno
sono
ziti
siti xiarriati
le poste di
tutte
per
di mestiere:
compagni
i
la
Panneria, la Bocceria
Ballarò,Hicciari, la Fieravecchia,
la Madonna
de'
altri. Tanto
il console
quale
tesoriere, col
taverna
ove
vino. Cosi
di
ha
mangiano
il
ha fine
-lu
E
una
crepapelle
in
appuntu
lu
con
Siete bronci, siete in collera, corrucciati
*
Xiasehiali,
a
dire fiascale.
e
esso
cari,
calaxiuni
^
come
somma,
?
Capo,
della
tutti
glia,
fo-
il
mentati
ram-
sostituiti
quanto
vanno
si divertono
da
il
alla
col
componimento'
dell'autore:
bocca
miu
gente
questa
riscosso
a
nomi
quali oggi
fini, signuri mei
fazzu
scordu
tutta
convito, e
quest'ultima ottava
de'
il
Bastiano, Bottai,
Miracoli, S. Ciac. La Marina:
slampa, alcuni
nella
S.
Pa*
toni,
Quattro Can-
Salvatore, il Cassarello,TArcivescovado,
Montaiozzo, S*. Croce,
ov'è
del Con-
ottava
oniti
jornu
un
vistuti
ove
prima
:
Beddi
E
cannati.
e
differisca dalla
in che
Vitti
il
unni
271
stampa
a
pugnali, cuteddi, spiti e spati?
Dissiru
lermo,
Ed
spiai,curiusu:
Cu
Questi
siciliane
272
Chi
DI
è
tarda,
Tura
bon
£
STUDI
L'unicu
è
versi
grande poeta;
che
ma
TA.
avrà
tari 18
Federico
a^ tempi del
viceré
tari 18
al secolo
come
si
legale: dunque
D.
può
scritto
essere
Tralascio
alcune
nelle
quali
compreso
a'
corrente
presente
è fatto
Il genovino
pure
nel
da
appare
1315
»;
Emanuel
Pietro
passato in cui cessò
stabilire che
canzoni
il
secolo
del
satiriche di
cose
altrui
qaaada
Nescina
*
De
4
Canzuni
dal
;
come
di
ora
corso
suo
componimento
vette
do-
certo
un
6. B. Farina,
le noje che
gono
ven-
*.
prò.
di la barza
è
ara
pugna
uà
^inuomu.
pri baggianaria
pugna
Vio, Privilegiaurow
siciliani supra
d'autru, daiiin
di
XVIIL
nelle
dallTmpacciarsi
E
ora
Diploma
Colonna
rassegna
Niscendu
un
di tari 17
ora
è
del
cenno
il valore
ebbe
a
2
dei
in cui si suppone
tempi
messe
'pYìkài,buon
la testura
invidiato
volume.
prima
sono
na-
nel
come
II d'Aragona
è
lettere,
che
il convito.
gr. 15
e
di Bacco
del convito
di
in
tenuto
era
piuttosto di quel Fullone
di moneta
come
avvenuto
Bun
Pallone
che
egli non
analfabeta
genovino '
^
Fudduni.
luoghi di questo componimento
In due
di
fari
sacciu
siccome
fuori dallo studio
venuto
'un
né tampoco
illetterata,
non
lurale il supporre
un
patrunì,
verso
e
stari
pozzu
buccuni.
ssu
stili di Petru
a
da questo
persona
nun
pri iodari.
cari
Li
chiaro
versi di
mei
dispiaci però eh'
di
una
fazza
Mi
Si vede
conto
vi
POPOLARE
chiù
e
fini è statu
li cotanti
A
*
prudi
POESU
qinwtini
Panormi
f, 39.
quillili qtialisi
luci per Gio. Battista
Farina.
vannu
pigliando
In Pai.
lu
per Costanzo
pinseri
1697.
poesie;
Molte
altre
sicilunk
popolari
satiriche
tralascio
ne
perché
,
spiritose;ma
Zacco
delle
di
vedove) K Quivi
zitelle si vede
noH
assediato
da
iato
(loscapoloanno-
Agghiu
D.
un
sempre
di Antonio
gaarantadiieottave
schetlu siddiatu di li ccMvi
Lu
sopra
di
tacerò
non
^73
"tasipa
a
andando
Fa
vedove.
in
cerca
ii cristallaio
,
fa il ferraio, fa anche
briga col pretesto
sempre
fatta una
D.
chiave,
le
Agghiu
una
sotlVchio,
la
il
e
—
Vigo cosi
luogo
*.
A
•
incisore,oltre
in varie
ed
ridicala.
terzarima
Eppure
dal confronto
e
che
i due
Lu
medicu
poeti sieno
*
Canzoni
da
Antonio
di Versi
e
quel che
trovo
*
Palermo,
*
Canti
G. PiTRi
pop,
*
devo
Zacco
solo:
un
non
medicu
Zaccu
nel
XVH,
rima
supra
che
nome
a
suo
da Catania,
1836.
veduta,
catanese.
in cui
in cui il Zacco
che s'incontrano
io trascrivo sempre
venne
fiori poeta
lu tehettu siddiatu
nella
di li cattivi
rer.
stamperia Fernelle citazioni
letteralmente
in dette stampe.
pel Golicchia.
tic, pag. i03.
Sludi
di
poeiiapopolare.
»
chiarissimo
Zacco
1834,
catanisi. In Palermo
avvertire
Zacco
riversu^
da me
appare
Antonio
nacque
':
composizioni in fogli
tipografoFerrer
propositodeglierreri d'ogni genere
di libri
Antonio
componimenti
siciliani in ottava
cumposta
A
del
nel secolo
pubblicato,ma
tante
a
noteremo
Catania, 1834, ed in Palermo
de' due
riversu
e
scurUenti
dello stesso
raccolte,produsse Lu
dalla stampa
e
un
quella che
Antonio
e
che
poeta siciliano,
che
e
litiganti
a
scheUu
autore:
suo
contratto.
le trova
altro catanese
d'un
luogo dice
suo
rinomato
volanti
del
accenna
anch'esso
cognome,
il titolo Lu
dargli
dì voler
un
stampa del l:6Si,anteriore
poesia ha
a
ora
conchiudere
di voler
ora
palermitano, diverso
e
di comperare,
ora
fugge, soprattutto perchè
In
perverse.
ho
il notaio,ed eccoti li vedove
18
274
ed
incisore
una
delle
cantarsi, pel
di altre
di
medicastro
fronte
di
intelligibile
tarsi,
reci-
maschera
che
non
si
le
più
cose
quella
a
suole
e
una
della
di
piacciono
strampalerie
strane
contra-
e
pel popolo
della letteraria,
ma
sa
ancora
da
invece
amano
consiglile
che
forma
dittorie. La
brigate
ed
maschere
molto
\
Sicilia
carnevale,
liete
alle
davanti
dottore
è
ridicola
terzarìma
sua
più popolari della
cose
non
un
La
valente.
POPOLARE
POESU
DI
f TODI
Miseria
è tutta
del
umana
Fullone.
Non
ricordate
essere
il
jcurioso
poco
i* alla XVII
nella
che
forza
per
si
eccessi
bellezza
abbandoni
chiddu
A
fiere
gallo, lasciando
la cedeva
non
vecchia
questa
basta
Gianculu,
nelle
corona,
pulcini,le pollastree
i
e
e
il
che
dire
mala
essa
mali,
latru, che
che ha
vecchia
scagliale più
vecchia
desolazione
a
le
perduto
quali
imprecazioni
nel
pianto e
galline: gallo
nessuno.
a
A
imprecando,
desidera
dalla
quali
esprimib
in-
è
a' ladri:
schirincia
e
lu
a
vogliono
popolari che
della
ottava
le rubarono
che
coloro
a
ventun'
una
poesie
il Lamento
è
*. Sono
gallo
le
tra
gaddu dedL
Muffali, sagulettie tirannia.
Tratti
votu
Un
Si
E
^
*
in
viju
iddu,
rincarando
Si
sta
fari
e
luce per
che
fa
Giuseppe
fari
di
una
a
gratta mi
tutti
a
tutti
la dose
ristampa assai
lamento
tirati di
e
vogghiu
lu celu
Chi
Ad
di corda
pedi;
longa via.
cuncedi,
morti
ria
quanti li sci heredi.
delle
imprecazioni
frequenteda Ignazio Mauro
vecchia
Russo
per
un
in
Palermo.
gallo perduto. Nuovamente
siciliano. In Palermo,
per
Costanzo,
po$to
ÌW^.
276
che
Camera^
di
STUDI
DI
corse
anche
fiorinodi Firenze, o
del
più
di
Alfonso,
re
de'
comuni
assai
del
Relazione
nna
1476
valse nel
Martino
fino
scese
caro
a
che
senso
stato
»;
egli
poesia può
del
coi
che
alle
del
noi
tra
ciangulu (segno
delle opere
è
di
(uscito)
siciliane
Fata, autore
fino al
di
*
-
dice
tazione
ci-
pagata
sarebbe
lo
Scavo,
antonomasia
che
rino
fio-
il fiorino
di Firenze.
Il
quale
saputo
passato, è ri-
sec.
molto
correva
Palermo
un
strette
avea
catanese:
e
mune
co-
zioni
rela-
stampa
1752,
di
sego.
Vigo, Canti pop.
come
è detto
Qq.
F. 28.
sic. pag.
i06.
del
sec.
da
se
bibliografia
egli Antonino
il La
altre
XVlII
le
gare),
(cercare,fru-
esser
*; ma
appare
Sicilia. MS.
lo dicono
ce
(stare).Nella
staciari
della S". Genovefa
monHe
Palermo,
a
e
peste), arriscediri
,
Zecche
stata
il compratore
cinquecento
la
negozianti* fiorentini.
sciutu
^
sotto
che
sarebbe
nel
se
di vantamento,
ragione
quello
stato
legale
corso
viceré
come
si consideri
per
del
fiorentino
10,64
L.
volte,come
chiamato
essere
E l'autore ? L'autore
La
a
gallo
specialmente quando
e
voci
se
è per
"
era
già prima
che
dei
ragionevole il concluderne
è
fini d^aver
pari
si consideri
se
di Firenze
il fiorino
se
alla vedchia
fiorentino;e che
an
della
tari 25
tari 6. Or
a
primi
già passata. Il fiorino
a
Paltro
2,58 d'oggi; in
istruzione
per
se
siciliano fa prima
lire
a
e
di Sicilia scritta nei
ogni penna
prezzo;
^
tari sei, pari
cosa
fino
in bocca
nel
Il fiorino
precedènti.
Regnò
di
parla come
ne
fiorinodi Sicilia^Tuno
lingua spagnuola
in
seicento
Alfonso;
tempi del Re
a'
del
valse
e
POPOKAflÉ
POESIA
della
sue
Fata
poneva
com-
stampe
B blioteca
di
nale
Comu-
queiPanno ^
stampato
0
egli non
liei
Fata
XVIII
sec.
i
prima: o
della vecchia
di poeta
opera
orali per
Delle
d'un
più
fortuna
la
della
paternitàdi questo
Giuseppe
scroccano
che
e
l'uno
Taltro
e
ottave
'. Ha
Antonino
e
sieno
non
vittima
il Lamento
tipografo,in Napoli
italianizzato
Russo
chi
vede
non
il puro
riferite attraverso
innanzi
fino al
varia
in Sicilia
se
La
Fata, supposto
del
capricciod'un
anonimo
va
XVI
stampati
intanto
Mentre
canto.
Pana:
sec.
secolo
primo cinquantennio del secolo passato. Vedi
paò
dae
nome
suo
già
era
come
del
me
per
col
componimenti
corsero
provetto,
sia l'autore?
ne
ì\ Lamento^
compose
di
non
se
il La
che
277
STAMPA
A
il Latnento
ristampato,lavoro
e
mai
esser
1695
al
e
SIGILUNE
POPOLARI
POESIE
e
per
giunta
siciliano delle due
il cattivo
italiano
delle
seguenti?
il male
Ciangolo,
A
questo ladro, che
di
Tratti
voto
Se
it cielo
Ad
Li
La
Ne
La
*
Lamenio
Luigi
morti
Russo,
la
e
lu
che
pane,
gnuranli.
fa
né
avere
possa
la
via
concede.
ria
H suoi
erede.
il foco
gallo meschìnello,
in
il
con
mi
ed
casa
sempre
zafifarana
meno
lunga
quanti
il
pighato
maledico
Non
a
piede.
tutti morte
a
tutti
a
e
ha
Dove
fare
fare
maledico
Li
di
questa grazia
li vide
es60«
tirannia.
e
tirata
e
voglio
Uno
Che
*
corda
gallo diede;
il mio
funcellate
Manette,
scaranzia
e
loco
ogni
petroslno;
legna
anco
come
ne
foco
il vino
Catania, 17o2.
vecchia
che
ha
'perduto
il
gallo. Napoli,
presso
278
STUDI
perdere
A
Ch'era
Da
DI
il
come
falcone
un
semitaliana,o
pellegrino.
modificata
qua
avviene, fosse
raramente
su
ristampe siciliane,
stata
delle
una
nella traduzione.
portata
quali è
di
ch'eran
Ed
è chiaro
cosa
tutta
Nel
volume
darò
ne
fu
primo
a
in
questi ultimi
•Sant'Antonio
Nominato
per
Chi
per
Da
RivUla
gli stessi
son
zecchini.
del
Canti
zecchino
al fiorino é
stampa siciliana che
popolari trovasi
vota
di-
una
di Padova, avente
l'avrà
sant' Antonio
in
Universale
un
che
notare
per
quella leggenda
italiano in
rozzo
si vendono
che
C. Cantu'
non
sospetto
passava
essendovi
S. Antonio
sopra
sui
bosinade;ed aggiungeva
^
venti
miei
dei
stampata
milanesi
il mio
tolo
ti-
delle
palermitane.
Il Cantù
corre
fatta questa
che io raccolsi dalla bocca
risuscitato^
/{ morto
cantastorie
stata
frequenti
questo luogo il fiorino.
leggenda
:
nelle
fiorentini.
la sostituzione
che
a
IP
te
napolitana,non
abbia
non
peraltro
l'addimannava.
questi me
Dicendo
che
mattina
una
Certi mercanti,
Uno
o
a
citati:
viddero
Lo
indotto
sarei
Avvalorano
seguenti quattro versi,che al postutto
degli altri già
e
e
poco
qualche piccoladifferenza,come
sospettare che
i
fu
gallo non
qualche parola qui
non
POPOLARE
PORSIA
murìccìnoli,e
nella lezione
che
delle
una
che
correva
canzoni
son
di Palermo
dette
cavano
man-
quattro versi:
giglio giocondo.
il
tutto
Mondo,
avvocato
suo
sarà
articolo sulla
mia
di Firenze, Geùn.
aiutato
raccolta
i87i.
*.
di canti pop.,
inserito nella
POESIE
Sospettaiallora
SICILIANE
POPOLARI
fosse il Morto
non
italiana sicilianizzata: molto
da
me
due
erano
dalla
raccolte
dopo
letta la Storia di Sanf
in sei
come
a
liberò
Lisbona, dove
morte
a
ritornò
suo
eh'
un.
morto
Padova
varianti
siciliane,
pure
dà
questi studi
che
Mille
In
E
un
suo
il canto
momento
a
La
Lisbona
iddu
sintiti chi
stampa
Li
più
lezione
^
dopo
e
giorno
la
In fatti
lezioni
e
denti
inten-
meno
leggenda
essa
^
»
delle
a'
anche
ciò
tutto
del
Morto
ha:
dice.
Lisbona
arrivò.
stento:
nessuno
e
dici
arrivau,
upiraù.
napolitana:
rispose S.
Furono
E
,
migghia fici,
parrà
Ddà
e
senza
scrittura
a
dannato
con-
padre liberò.
Cincucentu
E
andò
mentre
.cinquecento miglia fece
e
siciliano
La
è
,
leggenda parla
La
s'intende
innocente
più lunga
vedere,
essa
e
,
stampa napolitanadi
risuscitato. La
E
a
dove
"
era
lo stesso
questa storia sia molto
risuscitato
Padova
padre
sebbene
di
Morto
di Padova
risuscitò
e
predicare a
a
del
partìin spiritoda
si
ore
Antonio
sformate
tra-
il sospetto si è dileguato
Però
altre lezioni
cata
pubbli-
lezione
indubbiamente
parole
nobile.
leggenda
una
nella
che
279
STAMPA
rismcilato
più
o.tre
lingua
A
Antonio
falsi li
disinvolta
e
te^timonj.
regolare una
variante
ficarazzese
della
di Palermo:
Si vendi
Napoli,senza
pretso
Luigi
data).
Russo
strada
,
S,
Biagio
de
Lihraj ,
n«.
5
(In
280
su*^ li tìstimoni.
Fausi
ìa saddetta
Medesimameaie
il morto
Tornò
Padre
D'
Tale
tutta
A
sta
cunfissato.
'n coddu
dda
Regnul
cci eridia.
con
Gesù
a
dire di
questo;
il brutto
mi
ma
italiano
un
basta
una
della
del siciliano. Cito
dalla
prima pagina:
E
^
Si Tende
ti salvi
ti dia buona
presso
0
ehe
•
Giuseppe
ed
componimento
indo*
tissima
la Bea-
andavano
ne
se
alloggiò.»
^
Io
non
siciliano simile
semplice lettura perchè ritenga
stampa di Napoliuna
zione
Dio
S.
e
incontrò
conoscere
Zingarella^
contemplare quando
sì può
fuggitiviin Egitto; loro
posso
è La
napoUtana
piamente
Vergine
tegnu«
genti ria
'un
cofta
stampa
come
sicutatu:
su* di Tetemu
E
ria
"
sugna
scamanica
Priva
:
ha
la morta
Patri, 'un
Un'altra
Regno.
credia.
no»
eantaslorie
£
vìna
del Santo
Inori
cosa
le nostre
La
eh' io tengo
maggior parte della gente
la
—
replicare;
a
seomunica,
Ch'era
stafiipa:
Toglio confessare
mi
una
E
POPOLAIIK
POESIA
rìspusi Sant'Antoni:
Gei
E
DI
STUDI
cattiva tradu*
pochi versi solamente
bella
signora
ventura.
Luigi Russo, 1871
"
togliendoli
POESIE
•
Ti
Benché
Diu
la
casa
mia.
è
cosa
per
ti salvi,
'un
*
Signura.
è
piccati
mia
casa
cosa
pir
tia.
la
origine
che
ogni osservazione
avanti, perchè davvero
provare
forma;
buntati.
T' offirisciu 'a
Andiamo
io questa
gran
0
i toi
nfìnita so
Binchì
tia.
vintura.
bona
perduna
La
a
•
•
sarebbero
ti dia
Ti
tenda
284
STAMPA
bontate.
non
siciliano
E
•
sua
offerisco
Ti
in
t
A
perdoni i tuoi peccati
L'infinita
Ed
SICIUAT^B
POPOLARI
siciliana della
Zingarella come
'
del
Celebri
furono
Yillabianca,che
gli
quanto
di
avere
bassi
era
fatto di
buona
raccolta
che
contentarci
dicolose
e
questo
»
Parlando
gnura,
Bedda
leggere
volume
volume
Mairi,
si
«
il
popolo
udire,ci
la dice
tutto
fa sapere
dei
erudizioni
».
sue
mo
trovi;e perciò dobbia-
sicola bernesca...
riescon
,
il
; e
composizioni
fra le recite
pubbliche stampe
di Maria
di
piccolo di
non
prodotte in poesia
o
dei parti e
e
di sapere che
alla luce delle
poesie
diligentissìmodì
conservatore
un
poeti di volgo...al
Peccato
altre
popolarizzate dopo composte
o
venisse
una
passato molte
fino al secolo
origine popolare
di
inutile.
sembra
mi
precedente,
componimento
di canzoni
che
son
ridate
pregevoli: Lu
antonomastioamentt»^
:
Gran
Si-
282
8TUD1
calaciuni
cordi, che
tri
a
tenti,la Storia
lu Cumutu
di
è lo stesso
tentatore^ la Storia di Orlando, Aromatario
ed
altri
del
di cai
componimento
14
riportatia pagina
del Cumutu
rima
superiori,•
delle
me,
dalla
gli vengono
al
di
Baretti
è anche
conferma
ViLLABiANGA,
della
*
una
di
lieiliana, di Osciu
cAitt. In
rivestirlo
e
che
lui
e
là
incontrato.
Ledi
dimostra
si
e
,
delle gra-^
quel beiringegno
dello -stesso
che
il
qual
dote
% dove
un
Della
Borni.
Francesco
di
Apollu,
Bsloa
per i beni
palermitani, t. XIV, $ Mitcellanee
Comunale
Calaxiuni
di
nella Lesina
OputcoU
Biblioteca
Lu
in
ciato,
sfac-
uno
ributta; qualunque
saputo
abbia
possessore
tanto
per
esperto conoscitore
assaf
lettere,ma
lodava
abbia
Belga Li
è Decio
autore
che
cosa
componimento
delia lingua, e
zie
1
il
finora
figliee dalle nipotida
dalle
1^ autore
onde
che
Questo
persona
moglie,
dei
nuovo
felice
me
licenza
Vedere
oneste.
chiama
padre, si
miglior offerente,è
sia la forma
simpatia
esempio,
un
con
"
da
letto la terza
Ho
% già stampata
trovato
e
sulla traccia
metter
volume.
di qaesto
le
conosco
fanno parte i frammenti
poesie popolari poco
che, marito
cedute
potrebbe
cuntentì
vi ho
e
Non
già latto cenao.
ho
tentatore
storie;qaella di Orlando
altre
taverniere
e
K
•
Demonio
Del
cun^
nio
il Demofallito,
il Mercadante
Meschino^
del
?OPOLABB
POESIA.
DI
Ms.
erudite.
Palermo.
pri
sonoru
Ledi.
li
Palermo, pri Giambaltista
tri eiancianeddif in
Dedicata
Aiccardu,
a
cui
1706.
lu
Ca
rima
terza
guarda
licentia
di bon
di
li
oC'
su-
prtiuri.
*
La
Lenna,
pri
Non
6.
conosco
B.
ciancianedda
secunna
Aiccardu, 1708.
la terza
ciancianedda.
di lu
Calaxiuni
di
Apollu.
mo,
Paler-
284
delle
verso
canzoni
le
mezzo
da
compagnie
la richiesta,V
deir
che
argomento
secoli
stanza
conoscerle
e
tra
Il
in
e
stampe
solo
dare
mi
più importante
é che
sarono
pas-
che
mando
fernella
ora
è italiana
non
via di buoni
raffronti
i loro
smarrirono
Foriano
fino
possiamo
fuori di
autori, ma
è il
fiorentino
né
spesso
più
mune
co-
questi falsi padri.
e
primo
nel
loro
XYIIl.
delle
Se
risulterebbe,io
ad altre,ne
le ricerche
ecc.
non
egualmente* importante, cioè
o
poesìe popolari siciliane
stamparsi,e però
napolitano,siciliane
oralmente
mero
nu-
ristamparono tramandandosi
per
passaggio in Napoli
XVn
nel
esposto.
Napoli.Quivi
a
forma
una
altri. Pico
fìn dal
nel
rie
sto-
più opportuna
originariesiciliane. Divulgandosi
non
assunsero
ne
a
o
per Vltalia meridionale
corsero
specialmente
soltanto
come
esse
finora
forse la
e
napolitana,si stamparono
Sicilia
ad arie
poche poesie popolari siciliane
non
parlata,ora
ora
ma
del
conseguenza
passati
loro
noi, che
cantare
notizie occorrebbe
accennato;
appena
n61 continente
a
nella
il bisogno,
fatto del
canzoni
queste brevi
non
qualche
natia loro
hanno
secondo
aprono
più
nascere
io, perchè stampati, metto
di (ali conseguenze
Una
ne'
che
lo
per
poesie.
altre
sembra
che
opportunità. Questo
componimenti
Ben
cantano
é sempre-
al primo lor
volta
nella classe delle
entrare
delle
Si
cantastorie,i quali ne
repertorio
un
Pendecasiliabo
tradizionali.
di ciechi
lor memoria
i
POPOLàBE
strade, e qualche
in
farebbe
POESIA
il decasillabo:
ed anche
settenario
il
DI
STUDI
per via di scrìtto
che
nel secolo
da
me
il
prima
dubito,
un
XVI,
fatte sulle
potessero estendersi
ne
venne
av-
altro
pure
fatto
passaggio ebbe
luogo
della invenzione
della
P0K5IB
j;tampa. E
POPCU'ARl
come
troviamo
poche
non
già
se
no,
novella
Che
Il
ci
siciliane,
furò
uni
sua
Lisabetta:
grasta *.
Villani
nelle
consacrarono
loro
di Messina
Io assedio
nella
Vespro:
com'
Deh!
donne
Delle
Gli archivi
con
cristiano
durante
nata
canzone
del
guerra
la
Giovanni
Malespinl e
storie la
lo mal
centrale?
e
è forse il meglio
richiama
della
canzone
fu
esso
mi
contemporanei
cose
alla dolorosa
Qual
storie siciliane portate da
e
nell'Italia meridionale
tra' suoi
di molte
informato
285
STAMPA
A
prima del quattrocento
assai
canzoni
viaggiatorie mercadanti
Boccaccio, che
SIGILUKE
egliè
pìetate
gran
di Messina
ci
di Firenze
'
ecc.
le canzoni
ancora
conservano
che
cominciano:
Bella, eh' hai
dalla
Levati
Il
popolo
lo viso
porta
ecc.
*.
tradizionale
conserva
genovese
'.
chiaro
la
canzona
nutagli
ve-
dalla Sicilia:
Dund'
/{ Decameron,
^
nelle Canzone
mesier
a
i s6i s* teta, ROsa,
Giornata
e
magnifico Lorenzo
altri autori
da
?
Leggesi intiera
V^
nov.
ballo composte dal
Poliziano
Agnolo
iy%
quest' invernu
«ce.
adalterata
ma
de'
Medici
Novamente
Pai.
Fanfani
Tol.
(Firenze, Le Mounier),
II, disp. 1, per
e
Madrigali nei secoli XUl
tip.Nistri, i871;
«
»
*
Cronache
"Nvove
Vigo,
di Firenze; e, per tacere
Laurenziana
Strambotti
del
cura
n.
Effemridi
la tolse da
che
un
del resto, nelle Cantilene
e
XIV
a
cura
VH
e
loc. cit.
G. Gardvcci, op, cit. D. 28.
LXVIH;
rato
cu-
tic. di
cod.
e
Malespini.e.
CCXXXII.
della
Ballale,
di G. Carducci.
27.
fiorentine,I.
Eff. sic,
nelle Nuove
da
ricorrette;
^vennero fuori in Fir«nz6 nel 1568) pag. 90. Meglio nel Decamerone
dal
e
sa,
Pi-
286
In
DI
STUDI
vari
della
luoghi
POESIA
Penisola
P0P4»LARB
si
altri
riscontrano
esempi
consimili.
dal
E
Continente
Questa
è
dimanda
una
(avendo
dierò
di
16
^
V.
qui
e
pag.
qua
è
cosa
a
nello
rispondere
cui
toccato
scritto
1872.
Giugno»
a
che
18
e
244
di
questo
volume.
venuto
la
per
delle
che
parte
de^
poesie
segue.
?
Sicilia
alla
canti
^)
mi
polari
postu-
CANTI
DEI
POPOLASI
NON
IN
Tra
ripetono
Sicilia
origine
una
niente
per
la forma
dairordinaria, o
per
qualche
bella
prima
la provenienza
sotici,se pur
questa parola è
trapiantati fra noi, parte
parte si
il tipo
primitivo
senza
perdere del
corrono
lo
per
sono
più
vere
più
là di
in
li
son
forestieri,
come
sanno
quelli
che
locale, e
è
vero
ad
"
V.
Canti
semplice
una
avranno
in
me
canti
cuni
al-
storie,ma
alterne; e
a
potesse
se
colle
dire
proposito
di
persone
che
essi
parecchi
questo scrìtto ^ Le canzoni, qualunque
di
la sorte
subito
siciliana
contare
sic, voi. II, pag.
99.
tra
è
una
ste
ve-
le antiche:
si presta ad
ogni capriccio del popolo, ed
pcp,
quasi
siciliano
tutto
dimanda
a
e-
colorì,
da perder
a
provenienza, prendono
la ottava
che
de^ fiori
i naturali
si sentirebbe
a
vocabolo
rigoglio.Questi
quattro rime
accadde
loro
che
a
si discosta
nostro, i quali
caso
olezzo
e
che
Son
guisa
per
il naturai
ripetono,
citerò
sia la
tanto
li
e
e
il titolo di Arie
sotto
canzone
che
tra
resto
frase
che
si riconoscono
generale
serbato
hanno
acquistar colore
e
siciliana,e
nel
esatta
alcuni
sono
estraisolana.
trasformando
andati
sono
ne
affatto
nasconde
andarsi
ve
o
a
mal
SICILIA
pot)oIarìdi
i canti
SICILIANI
ogni
destinata
a
siderio,
devi-
288
vere
con
e
esso
il baltesimo
de^ versi
di
POESIA
da
molto
ricevuto
la breve
per
misura
parole siciliane,ma
di
arie
poche
a
Italia,
e
cui
vennero
a
dal
della
finora
si danno
che
gano
ven-
intesi
poco
indocili
più
i canti
dell'alta
ballale
per
le
sono
arie
aflSni al siciliano
dialetti poco
siciliana
veste
abbia
quando
sicilianizzarsì,
specie quando
a
popolo. Per questo
nostro
Le
Faro.
guadagnano anche
mai
POPOLARE
anche
esso
per
là dal
riusciranno
non
DI
STUDI
dere
dive-
forse dalla
Provenza.
tra le canzoni
a
abbiamo
versi
otto
questa, che
è delle
più popolari di Sicilia :
vitti
Tutta
Ed
Ma
si tu
Ti
dugnu
variante
E
—
*
Notisi
bella.
si nni
la
a
l'acqua
vivirria.
Un
la
di
dissi
la
pirsuna mia
di
Partinico
nun
di
e
Ribera
;
una
questa:
parola bella:
ss' acqua
era
Borgetlo, nella raccolta
del
verso.
vivirria.
bella
veru
si nni
di questo
è
*.
l'acqua vinia;
di
rispu$i eh'
pri la via;
calavrisella
'na
muccuni
iperbato
e
:
cammarella,
di S". Ninfa
cci
Acqua
duna
me
varianti
vagnata
ghe
Idda
—
di ss' acqua
ghe la vitti
Tutta
Di
veni
inedita
E
^
non
abbiamo
essa
palerà bella:
rispusitutta ammagnatella
Acqua
-"
l'acqua vinia;
dissi 'una
muccuni
Un
Idda
Di
coi
calavrisella
di
vagnata
eu
—
'na
passari
duqa
'nta
Salomone,
Il
verso
*.
la
via.
pag. 223.
risptitidovrebbe
seguire
a
POPOLARI
CANTI
Mi
si si
scantu
Me
vinissi
^
Ti darrà
In ambedue
le lezioni
in edda
'. Ma
si manifesta
lo stesso
Tutta
iu
Mi
dù
Ella
li dissi: 0
rispuse ccu
Ca
si vù
ri (iarrà; in v«ce
*
A
fermato
son
dinu^
di
uomo
beddu
*
0
di
donna
mia
mia
;
cella,.
^.
le varianti
di dira che
a
lodare
dice
figghiu;ehiila é
'na
in elh
U
ed
PiTRà.
—
Sludi
le connate
se
«^da'voglro notare
popolo dico bMlu,
oggeiio lonltoe
nii
casa
e
via diseor^ndo;
beddu, bedda;
bedda
unto,
di
an.
e
bellue
e
beddUf
fatto
ma
non
ma
se
1, fase. 8^ pag.
ha
Domenico
i29. Cosenza,
su
in-
-
beUujar*
però un
figghia,'na fimmina bedda
poesia popolare,
un
parlare
a
qtiindile frasi: ehiHu
Saggio di canti popolari ealabìrui pubblicatidà
del buon
siciliane
di ii darria, ti darei.
beliu libru, *na bella
un
xìéiVAmieo
G.
sarei' tentato
abbastanza.
Se ha
distintamente.
la
simiglianzatra
propositodi queste voci
cai mi
a
la vita
l'acqua ccu
*
la via
ppe
vieni
l'acqua,.
questa caiabrase
'n curtisia?
grazia bella,
si duna
alla stretta
vìnia:
acqua
una
l'acqua nu'^
Guardando
infatti
Ecco
calavrisella.
tu
'na gutta de
ti dù
pochi luoghi,
comunissima.
1' acqua
de
Ca
E
solo
la calavrisella.
stancata
Ga
la
napolitano per
o
in
siciliana il canto
in Acrr:
la viddi
Sira
calabrese
Napolitanoè
sebbene
siciliano,
tengano hiogo di quella
loro cittadinanza
raccolto
canto
parole calavrisella
stampo
in Sicilia esiste
nel
e
mia.
le
hanno
non
evidentemente
in Calabria
pirsuna
in ella spesso
che
parola lancella,
ed
la
s'incontrano
dando
pure
vastunia;
cammarella
l'acqua e
le terminazioni
e
la me
a
cammarella, le quali
e
ce' è, mi
non
289
SICILIA
IN
lancella,
la
rumpi
maramuzza
Si tu
SÌCItlANI
NON
è
un
ecc.
Bianchi
1871.
Id.
290
parole
non
sostituite
STUDI
DI
servissero
di
potrebbero arguirsi
varie
province!
trova;
e
nel
Ma
minuti
bella
a
raffronti
raccolto
canto,
in
nome
diminuitivo
o
vezzeggiativo di iVtna, avendo
fari
D'
Di
Ninedda
Ognuna
dici
nella
che
delle
incontrario
di
non
si
Partinico,
come
usa
Ninetta, Ni-
po'
lu suli K
de'
uno
far
vo'
Fabbricata
con
D*
oro
E
di
E
quando
Dirà
e
ognuno
parolaNennella
Borgetto, nella
ad
trarrà
:
Ecco
qui
essi
raccolta
trimenti
al-
conosco
ha
ne
carlo
re-
vata
consersuo
bro:
li-
mare.
pavoni;
vo' formare,
i suoi
lo
balconi;
mio
'1 so) che
manca,
ce
al
mezzo
di
argento le scale
pietre preziose
lo
non
posso
morts?
n
penne
non
migliori capitolidel
casa
una
io
italiana che
V Italie est-elle la terre des
Mi
'/Tacciari,
parlataperchè
si la lezione
in
a
napolitano,ma
nativa
Monnier
fari,
va
spunta
Ccà
^
mari,
balcuni:
mia
dubbio
sua
Reco
Di
e
pavuni;
li scalini
petri priziusi li
è^ senza
di
pioni
Quannu
11 canto
^
popolo
'mmenzu
casa
d'argentu
e
ora
'na
di
Frabbicata
La
non
:
Vurria
M.
il
prima,
quel
il
Ninedda^ che
parire
scom-
di canti
si riscontra
nicchia
forse
quanti esempi
qualche esempio
pure
seguente
di che
si vedono
per
le avrebbe
popolo
siciliane,e cosi fatto
del canto:
provenienza
esistere,i quali non
devono
il
rima,
parole puramente
con
la
POPOLAEE
PORSIA
ma
di Salomone,
amore.
spunta fuore
ho
e.
ragione
i09.
!
di affermare
292
Era
Masaniello,
uomo
un
Fadigava ppe
magna,
puviriello
Piscaturi
Fadigava ppe
Isso
puoie cci diciette
Non
vi /uò
fa
vulimmo
La
Nui
udito
purpietta.
viciarrò:
nobile
tale canzonetta
Faticava
pi mancia,
Piscaturi
puviriellu.
Faticava
pi mancia.
alla
aSaito
ripugnano
distìnguere alle prime
dall'alta
vengono
è
questa:.
poviru Masanlellu
lu
Si lasciano
napolìtana nella
p ;ramente
men
o
cantar
a
le altre strofe
che
'na
nfame
men
K
vere.
faciemo
Chillo
forma
r' è;
bella tarantella
sta
E
Ma
che
pistole e nciò
Le
ho
malipatì.
pigliamo le scupiette
Noi
quale
verette
puopolo pati"
Tanto
La
magna.
juorno che
Uno
POPOLAUE
PORSIA
DI
STUDI
Italia
o
parlata siciliana*.
tutti
parole
n'è
dal Pesterò.. Ce
i canti
uno
che
comincia:
0
—
La
~
—
—
Nella
mi
mamma
Io
t' aiu
a
dari
la notti
vita
raccolta
cu
dumanna,
un
e
vói
cosa
di
me
?
giuvini scarparu.
io
nu
li furmi
a
dispirata chi
lombarda
ti dumamia..
mamma
giuvini scarparu,
Un
Tutta
Chi
Tirisina, la
sarria
del'Bolza
lu
vogghiu
no;
li manu,
pir
me.
si trova
con
poche
va-
r.ANTl
riantì
la stessa
SICILIANI
NON
POPOLARI
«li cui
canzone
la
ecco
alla nostra
La
ti vuol
On
gióvin calzolaro
Che
vita
Sicilia
stùziata
vedo
la lombarda
raccolta
che
dai sentimenti.
e
ai giovani lombardi
Són
nei
Canzoni
B.
•
in altre
la
stata
la madre
nella forma
di
mancanza
vicina. Nella
è anche
stessa
questa
fu udita
zonella,
can-
in bocca
alla milizia:
tósa,
pòvera
tósa.
piànger,
per
esprime
morósa.
né
più
simili
la mia
nò
sospira:
K
Sicilia:
Vienna, daH'I.
op.
una
che
chiamati
popolari comasche
Bolza.
Bolza,
in
il pescatore,
al cavaliere
pensieri quanto
requisito,bisógna andà
parimenti
in
mende
ie2Ìoni di questa ballata,
dev'essere
dirà
gh'è
Nò
nio
matrimo-
un
ricordato
differisce. Tuttavia
ne
Bolza
Pòvera
si trova
non
del
Cossa
*
mi*
col carrozziere:
potrei notarne
non
le scarpe:
per
le due
confrontare
più ponti
altre lezioni
G.
mal
e
della siciliana,perchè tanto
^
drlà
si contenta.
a
che
mi.
mh
per
perfino il cavaliere;ma
e
Fermandomi
E
da
vói
gli svantaggi di
quest^ultimo
manca
schifiltosa
in
nói
ferraio,col muratore,
il marinaio
donna
mi
saria
rilevando
continua
col
g' avréf
da
vuol
cossa
gi6vin calzolaro,
d' òn
dar
tUtt' el dì
Il canto
dimanda;
me
Che
té dimanda.
marna
marna
—
—
la
La
—
in
le2Ìone:
Teresìn,
0
—
strofa
prima
,
riscontro
293
SICILIA
IN
cii. e.
41.
raccolte
e
pubblicatecolle melodie
R. Tipografia ecc.
1867,
canto
39.
d il Volt.
29i
POBSU
DI
STUDI
POPOLARE
dirà
la mia
amorosa?
Povim
tosa,
povira
tosa!
Sempri
sta
Cosa
in
ed
in
Lombardia
[spagna
ò
Venezia
cosi
poi
e
:
Sisilia
Piura
ra
noce
e
U' ha
so
mari
an
il
voro
fòe
di,
u
parzuri
muri..
Sisilia. bela
—
Cecilia^che
,
Sisilia, bela
E
annà.
Povera
della
nella
Piemonte,
in Francia
suspirari,
e
fari, bisogna
la ballata
è
Commovente
«litTusa in
chi
cc'ò
Nun
chianciri
a
'
Sisilia,
^
ben,
Si t' m'aureise
£
T
'andreise
da
A
dmandèe
grasia pir
questa
me
*^
battala
ér anche
molto
presso
te doime
avanzate
delle giovani
versi
capitan-nhe
ir
conoscono
popolare^in Sicilia,specialmente
e
in
età, le quali a preferenza
ripetotioira gli
altri i
:
Cicilia,Cicilia,
Ca
chianci
Ca
so
Lu
—
Ferraro,
fa
dì,.
e
'n carciri,^
è
muri.
Cicilia, Cicilia,
v6'
nni
Sarva
^
maritu
vonnu
Si tu
Va
notti
beni
lu
a
mia-
Capìtaniaì
K
la vita mia
Canti
pop,
monferrini
n.
Locscher, 1870.
'
Pi
fari gràiit
a
mia.
Var.
21: Cecilia. Torino-Firenze
E.
,
GANTI
Cecilia
dal
va
ella
notte
capitano
prende
non
Ca
sentu
muri
diversamente
è
Ca
Poco
dogHa
na
mi
lombarda
lezione
tra' òn
la-
impiccato, e
r
nella
stessa
:
cri;
doglia
balcone, ella
doloroso
sdegno
m'ha
pUr anch
El
m'ha
leva
ai
vita
m'àti
L'onuri
sembrano
tradòtte
traditu,
vita
livastivUr
mia
a
maritur
me
a
variante:
Cicilia, Cioilit,
Chi hai,
E
*
BoLZA,
esclama
marito
:
*^:-
mari
:
—
il povero
l'onore
me
parole
Yui
Una
vede
tradir
Signuri capitaniu,
*
una
morì.
El
La
ballata secondo
lU^scior Capitanio,
queste
popolo
dimanda:
i..
gran
sent
96
con
0
La
capitano le
al cori
gran
faltasi al
mattina
Da
ona
prova
Che
il
e
il marito; nella
l'è la mezzanotte.-
Cecilia
La
salvo
aver
durmì
di' Como
Quand
La
sonno,
pòi
'un
ancora
--Aja
di
pur
293
SICILIA
IN
hai, bella Cicilia;
chi
—
SICILIANI
NON
POPOLARI
un
daluri
saccia
io
Aja
'an
op.
fi' accossi
et
cit. n.
?
al cori
pirchl. Var.
50.
quelle del
nostro
^96
STUDI
Non
noi: altre
tra
vivono
lontani
di
parte
in altre
il
passaggio
in
detto
Confesso
io
non
li
certa
in Sicilia
in Venezia
e
d'Italia
e
ora
per
avanti
decennio
qualcuno;
canti
che
tradizione
di cui
genie?
dir
a
ie
ora
a'
oggi
per
tempi
perduto
starà
uno
avrà
non
passato
a
chi
meno
dati
sol-
quella impresa
moderni
del
secolo
s'è
spedizioni di
che
conservano
reca
Sicilia
in
Tanto
il sospetto
questo
ci
gliSpagnuoli; e
varie
questa .ed
ma
getture,
con-
,
di Terrasanta
avanti
sopra,
semplici
più che
antichissimi
altro
un
di fuori. Guardando.
secondo
di
straniera
metterà
il tempo
cioè di sapere
vaghe. La
crociati reduci
mettersi
quei
nulla
a
assai
gente
siderio
de-
Sicilia,un
(|uanto mi ci sia fermato
finora
Lombardi, quanto
siciliani
di
germi
accor-
luogo.
quaPéogli questa
ma
ragione di chi
nel
in
napolitanisono
non
ripeterà da'
anche
di t^odesti canti
per
congetture
portati da
il nome;
che
riuscito
son
i
come
ebbe
passaggio
i canti
dire
Liguria
in
potuto
tanto
comune
t^hiunque, quello
però
e
che
io ho
gran
province.
nasce
cui
loro
a
Lombardia, cosi
Provato
in
è
città. Una
grandi
lingaa nobile,ed
forma
na
sicilia-
orìgine non
perfino a coloro che
note
delle
popolo
nella
questa
in
quanto
é
esse
che
dal
ben
sono
ne
ve
di
le canzoni
queste soltanto
son
POPOLARE
POESIA
VI
potrebbe
i Piemontesi
venuti
vulgato
di-
avessero
ne
non
potrebbe
più
fresca
dirsi
la forma
non
se
estra-
isolana.
Il certo
:
con
è che
esse
Coli si mantiene
conservano
queste
venne
canzoni
anche
inalterata
tanto
non
la musica, la
da
neiralta
sole
vennero
quella
che
in Sicilia
quale dopo
le stesse
Italia quanto
se-
zoni
can-
oltremonti,
GANTI
salvo
é
che
fatta
un
Per
le
le
che
in
canzoni
dianzi
runa
mezzi
Ma
di
nascita.
favoreyoli
altra.
o
Nessun
no
Sicilia
governi
dubbio
tra
e
o
può
il
si
sue
poggiature.
ap-
osservare
appena
Napoli
*i
le
prolungato
popolarizzarsi
abitanti
noi
sono
quasi
state
del-
governo
quindi
cadere
sui
diffusione.
da
passaggio
questo
italiano
che
loro
la
degli
basterà
dovettero
297
SICILIA
natura
ha
napolitane
dopo
deir
e
ed
mesta
citata
vicine,
sempre
alla
piegando
poco
IN
SElGILlANt
NON
Sicilia
colai
tempo
poco
POPOLARI
seguono
alla
Sicilia
per
la
Napoli
si
poesia
e.
pare
da
altri
assai
popolare
luoghi
meglio
del
tinente
con-
(tagli
contemporanea.
punti
ap-
298
STUDI
DI
POPOLARE
POBSIA
II.
In
alle
mezzo
allegriadi
corta
una
tra
e
,
il
il popolo di Sicilia.
il
attentamente
di fresco
da
Partendo
stesso
brio
udire
di S.
di
di
pieno
un
nuova
e
a
zone
can-
la bocca
io
canzonetta
simile
non
di
io
di tutto
poteiseguire
quel
lo
mese
faele.
Raf-
mosto
sciuto;
già cono-
Io trovavo
ve
ripetere coiri-
lo sentivo
T udivo
in
cantare
a
lo mi
Taormina
di vivacità
Oh
a
non
diventar
suo
a
campo
e
ad
non
che
an-
ardite
potei
della simpatia
popolare!
si propaga
a
prenderne
potendo
io
potenza
popolaritàfino
venga
muore,
il
mirabile
miei'
sui
si faceva
in bocca
napolitana che
della
riprendere
a
ritornando
ragazzi; si che
spensierati
canzonetta
il campo
ma
me
e
grazia e
nato
canto,
tiene
tace
nuova
soltanto,il So
Giovanni, e,
dall' esclamare:
restarmi
essa
Messina,
in Catania
chiesa
vendemmiatrici
Una
da poco
Gìarre. Sull'Etna
passi,in
la
brigata d'allegregiovinettein vicinanza
una
famosa
e
primi giorni
pochi giorni dipoi
onde
da
particolare
di queste-eanzonette venuta
una
ne'
in
appena
passando
Siracusa
della
Palermo
popolare,ma
Giunto
e
di
corso
per
Napoli.
da
vi lasciavo
cuore
Nell'ottobre del 1870
—
altre
prendono
piacere, tutti Rap-
con
pochi giorni
napolitana ha guadagnato
ogni
trova
ne
per la natura
e
la sentono
facilità
con
nir
sogliono ve-
dalie
distinguere
cantilena
Tutti
dettato.
suo
si lascia
che
qualcuna
tanto
che
canzonette
nuove
quasi periodicamentein Sicilia,se
fuori
del
tante
per
una
tornare
tanto
lia
in Siciche
altra
il posto. Allora
occasione
a
correr
lunque
quasenza
300
voglio dire
Strofe;ma
i
primi
colti li
La
cantarle
in qua,
ha
S'io
cui
a
quasi
è
quali essa
la rivoluzione
trovare
di
abbiamo
secoli
È
essi
prima
ispirano
e
per
,
dell' animo.
E
son
liani,
pe'Sici-
questa Irte
avuto
che
vero
nuovo
cile
é fa-
anche
del
lestra
pa1848
ricordi al tutto
hanno
cali;
lo-
molto
le
comuni
canzoni, intendo
quelliche
come
sono
nei
so',
Ca
Rimando
u
a
sacc^
pani
prestu partirò.
il lettore
Firenze
sopra
a
molle
gli anni
tra
deUe
18?"9
e
(Pistoia)editi
montaleie
0
ho:
non
Pigghiami
ttud
bella
:
Pensieri
uno
s'
dopo
poco
significatodella parola,neppur
vero
sono
Giovine
vernacolo
e alle
siciliana,
a
cui
hanno
non
siciliane,esprimenti affetti
ritornelli
fiorentine,
sono
conoscono
commozione
ma
bellicosi,
invece
di vario genere.
e
che, sbollito l'entusiasmo,non
una
milizia,nel
Oggi
in
esse
di
numero
gran
le introdotte
patrioa
è la vita militare.
canti
di
di
si
ai^no
amor
senza
quali da
che
^
un
queste canzoni, perchè di genere
i
non
delle loro strimpellate.
la forma
^ Però
identica
bellicoso
fervore
curiose
uno.
fra noi
più di
le
rac
la Sicilia é entrata
quale
meglio piega
queir
di
i sentimenti
a
importalo
verso,
farlo,i soldarelli
a
perduto e
tempo
m'inganno,
non
quelle
quel
alPultimo
fino
d'amore, patriottiche,
guerresche
canzonette
per
messisi
nella
vita, polìtica,
nuova
come
del
forse
cantastorie,i qualison
i
che
quando,
compensino
1860
POP(M.ARE
FOESIA
conoscerle, le ritengono
a
pronti a
dal
DI
STUDI
i
lanti
pubblicale in foglivo-
canzonelle
1860
dal
parlarivernacoli
e
a'
saggi di
Nerucci
d
nel
Ila Toscana,
Poesie
sao
popolari del
volume:
Milano.
Saggio
Fajini 4865,.
CANTI
POPOLARI
Giovine
Pensieri
so',
ho
non
vói
mi
:
beni
Si
tu
lo
sempri t'amirò.
Lassalo
annà,
Ca
volontario
Ca
va
va:
Garibaldi
co
L' Italia
30i
SICILIA
IN
SICILIANI
NON
a
libirà.
.
nello
E
stornello:.
E
quannu.
Garibaldi
trimari
l'arvuli
Fici
E
li cannuQÌ
ju
a
la
fogghia
e
carrichLa
battagghia.
rattragghia.
.
nella
E
canzonetta::
Ti
scriverò
La
vita
le fonti
Per
altro
Bionnina
del.soldà.
più probabilidi questi
far capo
meglio
che
editi dal Nerucci
Trattandosi
riduzioni
di versi
son.
assaggi
inalterate.
entrata
lo
per
Qualcosa
nel
di
se
la forma
un
genere
»
V. opera
particolare,ed
217
ha
fatto la
armi,
ad
scana
to-
melodie
di
e
passim,,
e
to,,
det-
qui
polana
pocade
ac-
(l'ottava
a quattro
essef
tale, perchè
di fuori: onde
venute
esclusivo;
le
litari
mi-
gioventù
anche
ma
è siciliana
cessa
tronche
le canzonelle
riguardarsicome
possono
cit.,pag.
e
rime
a
delle arie è stato
come
delle
alterne), la cantilena
calzoni
brevi
pjà
suo
mestiere
modellata^sopraintercalari
queste
poesia popolare
pressoché impossibili:e
ripetere che
rime
di
saprei
^
guerresche rimangono,
e
io^ion^
canti
facienti parte di
non
escono
dalla,
302
STUDI
cerchia
di
DI
che
quei giovani
canzoni
popolari
roroLARE
roEsiA
stati
sono
dialetto
in
e
militari.
sono
di
vivono
vita
ste
Que-
affatto
ciliana
si-
^
Ha
No.
Le
inalterate
e
dialetto
siciliano.
recente,
siciliano
parte,
che
in
forse
e
essa
tali arie
la
alla
È
fuori.
vengon
e
di
da
non
mezzo
o
uno
al
è
babilmente
propolitano.
na-
soltanto^
ora
canzonette
delParie
e
diflOicile
le canzoni
come
chi,
Po-
patriottico
neppur
estremamente
siciliana
forma
acquistino
delle
guerra?
pieghevoli
non
musica;
Sicilia, e
migliore,
di
patria,
dell'Italia
p^ ria
Italia
giunsero.
bellicoso
forma,
lia?
Ita-
quasi
conservano
questi
canto
la
fornisce
Napoli
di
anche
Qualche
per
si
sue,
dell'alta
quelle
a
primamente
onde
però
e
deiralta
una
non
tradizionali
canti
suoi;
non.
ha,
forma
nella
la Sicilia
Ha
che
poche
simili
ballate
la Sicilia
dunque
che
ad
otto
son
nute
ve-
versi.
Dall'Italia
centrale
di recente
tra
ma
que^
esse
non
giovani
amante
:
Aprile,
V.
1
che
canti
n'è
vogliano
ufficio
tanto
la
una
tenere
viene
altri
da
anche
ogni
vengono
ve
questo
il debito
dove
^
e
forse
e
quale
un
si
e
seguenti
della
compiuto
manchi,
raccolta
canti
notturno
187i.
740
d^amore;
canzonette
sempre
accompagnamento
luoghi
di
Salomone.
dalla
a
solo
alla
da
loro
dall'aria, e,
canzona.
CANTI
I"E'
LOMBARDI
POPOLARI
DI
SICILIA
All' illustre
I»ROF.
iréLIX.
I"r.
Ella,Egregio Professore,
colonie
lombarde
Sicilia,ha
colle
a
parte del poco
che
colonie
delle
Dico
dal
storico
se
più,
assoluto
1857
il
il difetto
Vigo
e
comparativo
che, dopo
non
i
giusti
Cinque
voti
di
si occupasse
andarono
offro
assoluto
di
di
dato
avea
popolari sanfralellani
canti
per
affettuosa
Le
di
Lei.
d^amore
mi
Questo
attestarle
blicamen
pub-
gratitudine,
gli scrittori
documenti
è
e
che
per
mentano
la-
stampati
stesse.
quasi
fln
quasi
e
cosi
meglio
comunicati.
noscere
co-
delle
intelletto
con
pagine,
ed
orali
nessuno
studia
dì
premura
tradizioni
e
averli
sincera
il difetto
vìva
mostrato
Sicilia;e
seguenti
la mia
mettere
di
ragione
di tare
caro
di
gentile, che
che, dotto quanto
la
ha
saggio di canti
qualche
dette
ÌL.IISBB.E3CKT
facendoli
questi documenti,
precedere
parlate
delle
lombarde
quella pubblicazione
fatti dal
raccogliere
solo
alla luce
un
no
cen-
Sicilia:
di
vi
Vigo perchè qualche
canti
quìndici
da
nessuno
chè
per-
pensò
letterato
di
quei paesi,
Gubernalis,
professore
popolari
perduti.
anni
fa il Dr.
Angelo
De
30i
STUDI
(li Sanscrito
suirassunto
non
nella
difendendo
prefazionedella
quanto
perfezio-
Amari,
scritto
A
duole
me
artìcolo
queir
un
^; al quale
avea
raccolta.
sua
potuto leggere finora
aver
dalP
di Sicilia
lombardeschi
dopo replicava il Vigo
poco
di
canti
sui
dì
superiori e
fuori, invitato
Firenze, dava
articolo
suo
POPOLARE
POESU
alP Islituto dì stadi
in
namenlo
DI
avendo
già letta la risposta'.
Ella
i
bene
conosce
villaggi che
mi
le circostanze
doversi
di
Ruggiero,
dal bel
«
Giordana
a
e
in
reno
più
l'altra
Sicilia
a
della
a
Gubernatis
altre
la
del
moglie
facea
frotte di
avverte
le schiere
atti
non.
o
poco
guadagni
Marchese
sue
di Mont
Tana
nuore,
figlimaritando.
suoi
alle
di
sol*
riscossa^ il 6. Conte
nipote
e
di
allettati
trapiantarvisi
Goffredo
contessa
Hm-
numero
per afforzare
intanta
Adelaide
alla
insieme
il De
dopo
e
lusingati dalle speranze
sorelle
; tuttavia
gran
armi
altri,.aUe
Compiuta
Piuggiero sposava
ferrato, e due
a
Steflia,ua"
militar qm
senza
cielo
noi
richiamarne
a
XI, durante
come
molti
mentre
di mercedi.
e
della
a
inclinati,vennero
tanto
secolo
Longobardi^
dire, vennero
basti
tra
"princi|"ali.
liberazione
0
lombardi
che
tanto
del
quano
della
Lombardi
i nomi
e
NelPultimo
presa
dirne^ora
orìgine
avuto
si addimandano
ancora
di
permetta
abbiano
come
due
lora
Al-
principesse passa*
Lombardi,
ì quali in
Piazza^
Nicosia, Aidone, S. Fratello,Randazzoy Sperlinga,Xapìzzi,.
Manìaco
ed altri
di
le
esse,
prime
^
Il Poltlecnico
*
La
luoghi entro
nominate
di Milano,
ari.
terra
città
ne
furono
furono
partiti;ma
talmente
tra"
gre*-
1867, fase. VI.
Sic'diafrivista periodica di Pai-,
an.
Ili, n.
15, 3 aprile 1868.
CANTI
mite, che
POPOLARI
acquistarono nome
lotHbardi
villaggi
Enrico
a
figlio
lombardo.
Ad
essi fu
navale
del regno
^
tra
ricorda
recqui si
Cosi
quelli della
la
misli,e
essa,
di
moglie
Lombardi
tra
suoi
della
scrivea
che
*
'
"
è
non
Vigo, Canti
Storia
G. PiTRÈ
pop,
il Dr.
a
Solidi di
sopra
i Lombardi
quei
di
dialetti
più
scrittori intorno
PAmari
credere
Sicilia
i
si discosta
"
Hartwig:
in, lib
parole)più
(son sue
conte
t
e
riputazione
*.
t
Laonde
-Finora
si è
fossero
venule
1, cap.
dei
nuto
ritein
IV.
48.
in Sicilia,voi. III. pag. Ufi. Firenze^ 1870.
poesiapopolare,
e
tima
(1089) l'Adelaide,ul-
parentadi del
Lombardi
da
Arrigo
aver
consigliatidalla
storia di SUi
sic. pag.
dei Mussulmani
»
stati
schiera
sulla
bocchevole
stra-
le terre
nell'esercito di Ruggiero
guari
quelle
Contidrazioni
di altri
Ruggiero; parendomi
Aleramica
casa
Manfredi
»
e
inclinato
figlifossero
Ar-
con
si mantiene
ancor
noi; ma
verosimile,al contrario, che
due
alPar-
numero
nacquero
che
'.
compatriottiseguita in
i suoi
egli
Gregorio
marchese
in Sicilia
quelli;ne
Piazza
e
niente
è
non
e
il
E siccome
principale.
francese
pronunzia
passaggiode'
anch'
e
Italia,che
figliedel
Questa Topinione del Vigo
al
gnato,
Co-
frammisti,e le guarnigionierano
da
questi e
in S. Fratello
pura
fu la
conte
suo
di fornire
Lombardi, i quali occuparono
a' Normanni
da
afforzate
bassa
dei
manni:
fermati,e militarono co' Nor-
colle
indicate, di cui Piazza
e
danari, come
e
E
primo
Adelaide,
il debito
Enrico, adunossi
di
furono
nominò
dei Lombardi
moglie
uomini
quellivenati
il conte
con
marchese
imposto
308
SICILIA
villaggilombardi.
Ruggiero
in Benevento
erano
e
e
Manfredi
DI
di
il 6. Conte
fratello alla
perchè
mata
LOMBARDI
20
306
STUDI
Sicilia
Jopo
di
fi*atello Enrico
suo
le
Adelaide
di
nozze
POPOLABE
POESIA
01
col
figliadi costai.
colla
i
(hòchskcahrscheinlich)clie
al servizio
trovassero
forse
loro
per
Sia
si
che
ed A4done
si è
invece
ancora
bilingui,e
sono
se
datiti,che è quanto
dire in
chiamati
per
in
latini. Ma
Sanfratello
Imtuomini^
11 loro
tutta
i
siciliano
vedere
zesi che
Mit
BACH.
li
ne
von
Vigo ed
conferma
Otto
aliri
ora
duiresercito
de* canti che
e
i maestri
e
merita
menzione.
particolsu*
affinità abbia
lo hanno
rilevarsi
seguire uno
Volksmund
notato;
uomo
pubblico mi ha dimostrato
dell'alto Monferrato.
lo ha
provato
Arìetti
a
loro
come
detti
ga-
di
che
barde:
parlate lomcauti
piaz-
uno
si
dagli stes-
una
scrupolosa
voti
einer
Theil, Seit. XXVII.
sig. Antonio
di molle
sono
's, uud
e
Quel
da'
per
gesammttl
KOhlbr
Ent.
col fatto il
loro,
comune.
colle
esso
che
il siciliano
meno
poco
lo
più
i così
non
più
Rbinhold
quale
parlano
è poco
Hartwig.
ed
lo
far
da
abitanti
il siciliano
invece
aìu
ha
fra di
il lombardo
i quali ne
parlatasiciliana,
Anmerkangi^Q
ausgegeben
più
facendoli
»
siciliano,co' siciliani da
senz'altro,può
Sicilia "ti8che Màrehen
che
molto
tengono,
ne
lo
usano
quale
è
pubblico
canti nella
me
non
questo,
e
*
quali
risola,e
importa
^
i villani
*.
'. Gli
parlare a dmnbard
sanno
che
e
tadi
paren-
dell'Isola,
e nel
il monferrino
tradizionalmente, e
sanno
linguaggio
un
altri comuni
riconosciuto
si
Piazza, S. Fratello, Nicosìa
di questo,
quello degli
con
poco
lombardi
famiglia Aleramica
la
e
conservano
signori
e
bilissimo
proba-
è
stati stretti i vari
fossero
influenza
voglia
Ma
Ruggiero prioia del 1078,
di
gli Hauteville
tra
Ruggiero
conte
il De
Laura
Gonzen-
EinUUung
her-
Leipzig. 1870.
Gubernatis:
piemontese, prode
e
pitano
ca-
lettere,il quale leggendo le stampe
U
perfettaloro analogia
con
quelli
306
STUDI
vorrei
come
volta
tnita
di favorirmi
e
ia
i saggi
le
avrei
non
Prima
di
venire
alle
presenti de^
verbi
escono
veder
liser^saver^
vedere,
coniugazione sì
ile
in
parole
suttiu. La
t7m, civiu
sau^
davuré^ datiti^dumbard;
si ha
è
voci
quasi
dolor
cor,
f
L* h
ecc;
delle
Chiazza
Alle
parole
di
del
Catania
Piazza,
in
che
e
ciau
quali osservazioni
s
sig.Yelardita
in
si vede
pur
e
ed
ai4
e
ad
a
"Aale.
quindi
giar-
delle
in
zuolo,
len-
denzù,
come
la vocale
conferma
tima
ulnelle
devi.
coruzzo,
in
perciò si
come
fn
tau,
parole
d,
che
si
e
come
m
cominciano
di Messina;
chiavi
spa-
tale^ tnale^mU^
mutasi
ciliano
chicchessia,aggiungerò le due
fatte dal
To in g,
si perde
pia^pi italiano,
per
e-
sapere,
capitang^meng^
l iniziale
come
e
dev,dolore, cuore,
curuzz,
trasformazione
province
muta,
sempre
la
perdere
mutano
conte
donde
son
zioni
coniuga-
due
palesate,
di
lavorare, latino, lombardo
mi
cantare, faticare. Quelli
ano
ole,
sig.
quali potranno
amare,
BoMle, (iniscono
viie^civile^
come
tìMUy
Le
iUustre
trapasserramev^
come
capitano^menOygiariinOybwmo
ding^ bong.
pagine.
parlate:
contentano
eno^inOj
prima
intelligenti
pre»
delle prime
trapassare,
sillabe finali ano,
Le
da
^
altre
in e^
ora
la
per
sommettOy
le
terra
sua
ortografiche che
aonè^ycanti, fatte,sonare,
e
3*
delia
ìm er,
ora
ed
parlata piazzese,
parte anche
in
GPinfiniti
osservazioni
ora
queste
tati saggi,Le
a
fatte sulla
stendersi
piazzesi che
aSettnose
sue
Vekrdila^ U
raccogliere nella
potuto scrìvere
Processore, le poche
venute
di
cura
presento. Senza
mure
POPOL.IRC
POESIA
Tegregìo giovane sig. Vincenzo
qaale si è dato
natale
DI
eAta, ehi
nelle
ha Cicuiz
per
chiave, ciù per cchiii più.
altre che
sallano
gli occhi
seguenti avvertenze
schiarimento
de^
di
statemi
segni ortogra-
€ANTI
fìcìche
or
ed
dolce
come
se
da
accento
in
mezzo
in
alla parte fontca
giovano
in
o
er
Ja
pronunziano
vocale
con
desinenze
un
V4
$.
SHono
in fine dì
parola è
di vocale
segno
Le
(d\ pronUs'r^curch'ria, diypromisero^curchiria).
delle
£nalj
un
un
"cioè che
il
il
sotto
tutto
di";anti
bel mazzetto
^anno
'n dolore
Curuzz,
Figghia
e
non
d'
r
hoì
Sempr'
ogni
ad
canto
gue
se-
E
t' hoi
amer'
mea,
V
e
quann
A
Deu
t^hoi amar',
aroer'.
secut
fina oh' s' mor*;
l' ora
è
dogn
spaliser':
Figghia di
trapasserà
ti lu
a
e
'ntra
ceà
lu pozza
nu
e
di lu
1' arma
duluri
un
Guruzzu,
l' arma
mia
Sempri aju chianciutu
E
cor^
me
teng pri sigiU n' lu cor\
E
~E
du
e
com'
si dev'
non
cor'.
me
po'zz dulurer',
cianclut
amer*,
Aju
cor',
lu
cori^
me
addulurari
di lu
e
'
a
amari
e
t'
a
amari
fina chi si mori;
aju
Si teni
nun
si divi
siciliano di Piatta
*na j'trsuna,
eiauciutu.
cori,
a
a
amari.
amari
appalisarì
pri siggillu'ntra
putiri addulurari
^
t' aju
coma
ti secutu
me
t'aju
L' amuri
Nel
di quelli
popolaripitizzesi,
n' la
zza
arma
t' hoi
Si
*
hanno
fessore,
qnesto, eccole, sig.Pro-
di vanzoni:
nome
lu
E
L' amor*
Nuìi
sillabe
corrispondente siciliano:
Boi
^
gnate
se-
mula
lontang^ meng\ giarding
voci
suddette
nasale* —Premesso
suono
Ve
e
gnato
pronunziano Jarghe. L'apostrofose-
si
o
309
SICILIA
parole:Le
delte
seguita dalla
fosse
r
er* si
ed
or'
Bl
LOHBARDI
POPOVAUI
lu cori,
^na
cosa,
non
potertasoffrire.
310
l' ura
£
quannu
è
A
Diu
dugnu
cci
eh'
fu
n' hoi
Ti
Sempr'
veje
Sai
eh'
Lu
di
t' dì,
di
chi
Ti
nn'
Ti
viju
Lu
sài
Lu
nnomu
e
ti
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pr'
'Mpignai amisgi
Ggh' hai
E
t*
fatt
a
lu
ccà,
n' hai
Mi
rin"eschi
No
m'
n'
n' H
Bedda»
muri?
a
ti scurdarì.
'un
'mpignai
ti
diong
pietà
a
li santi
verament'.
di
li me'
cianti
eom'amant',
to' brazz
amari
mor'
e
a
tia
cuntent'.
'mpignai
'Mpignai amici» '^mpignaiparenti,
'
In
una
variante
è deUo
tanti,
a
l'ègua sagent'.
cor', mor'
pr'
duluri
un
'mpignai parent',
e
'n
cu
pinseri ^.
me
salutari;
t' ama
a
mori.
arma
portu amuri
provu
voggh' pri sposa
s' tu
Mor'
ti njii
e
amer'
scurder'.
pratticari!
tò
tia è
cu'
te
tia chist'
a
dicu, duci
di
Bedda,
eh'
'un
ti pozzu
nun
amor'?
meu
lu
di
passu
saiuer'.
t' ama
di
Sempri supra
Quannu
'n dolor'
duzz
aju purtatu
pinser';
me
prov
duci
fu
mor',
amor',
portu
lu
t' pozz
eui
cori.
praticher' !
ti ni
e
tia lu
a
ti cost' arma
ti è
o
trapassar!
e
to
pr' amari
Bedda,
lu
a
zza
non
e
nom
Oh!
di
POPOLARE
arma
lu
purtait
sovra
Ti
1'
dozz
je pass
Si
di
pr' amer'
Bedda,
Oh!
POESIA
DI
STUDI
pinsaH.
a
tanti,
CAiNTI
Fici
ti
Ca
dijunu
un
hai
'un
'Rrifriscami
mi
Nun
Sósit',amor'
Pri
ti
Pri
mi
si
curu
st' ddett
uni
Quant
sent
l'odor'
di
mariola
raiu^ sùsiti^ susi,
unni
mia
f dda
lu
fazz'
'N Palerai
£d
A
£
Di
£
sotta
si
chi
gghi
Deu!
bedda
'na
n'
è
gghi
'a Pale^mu
a
ggh'
Missina
su'
li rosL
lumia,
arhr/ 'azità
è 'n
la
cocca
di fam'
H(^i
Eé
nun
pampini cumogghin'
ì
Oh
ìu,
g^gh'n'
Giazza
:
arrispufii
prumisir' "n grana
xn
Missina
a
chiusi
su'
di li rosL
T oduri
m'
riposi
mei
sti finestri chi
la mari ola
arriposi;
amurusi,
fatti chisti
seniu
L* oduri
li rosi
su
Pri
Ouantu
rosi;
risposi:
tia 8u* falti li sonni
Orapimi
ciosi
li
Pri
su'
riposi*
su
m'
d* amuri
lettu
stu
amurosi,
je, non
fazz
Sùsiti, amuri
Di
riposi,
moi
eh'
lu
cuntenti.
mi', sósit*^ sosi
d'amor'
la
su'
e
sti finestri
L' odor'
d'amanti,
vrazza
fàitti eosti
su
chianti
li me'
fàitti li sonni
su
edda
di
moru
Orb'm'
Ma
veramenti.
l'acqua risurgenti:
li to'
nni
Moru
D'
zita
piet^
cu
nni
SICILIA
DI
tutti li santi
a
vogghiu pH
si tu
E
LOMBARDI
POPOLARI
mi
ddett
via;
bon
e
anzi
mia.
car"28a
foss' 'na
mi
la
sera
aviài
gghi cufch'ria.
prumisìru
un
'aa beiJda lumia.
granatu
:)11
3i2
STUDI
A
Chiazza
è
arvulu
un
pampini enmmoggbìana
Di
satta
curca
ddà
di
lu sen^
Tutti
festa
Com'
—
lu senti
Mamma,
^
Tutti
iu
E
testa:
lu faciti stu
nun
cu
l'annu
voi
rid'
e
Ca
quann
canzone
eh* è
no
e
cent'
quann
par' chi pri
li novi
amanti
dari *^
a
d'amòr\
'ngannaòr',..
mila
nesc'
quann
festa,.
tradiòr
quant' è
sciala
lu crèd'r'
Tann
Tom
face'
No
m'aju
'nsciamada
no
savèr'
'na
si fa sta
manu
fommtna
crèd'r'
parrarK
yogghiu fari;
nun
e
li mei
cu
!
ficìru festa,
l'aulri
Mostra
U
s'arraspala
festa
Povra
Se
maritari
mei
Morti
figghiam'arresta;
la pozza
r amici
Si passa
Non
e-
festa»
voggh* de.
m'
farir la
a
nun
aguannu
Idda
E
aju
:
parrè»
s' fa sta
mai
li mei
cu
!
voggh' fò*,
non
e
resta»
la testa
fasgè co»
Tautri
cu
t
fes'ru lesta^
mei
Tann
Si passa
^ort'
In
non
m'
marie
pozz'
9*^raspa
e
Tamisgi
je
Pr'
hi
non
Mamma,
—
mia,
fégghta
fer"! la
a
aguann'
ledda
ramanti
cci curehiria.
mi
fami
hoi
Com'
Pr'
cunzatu^
cei fussi 'na sira 'nvitatu
Diu!
Mortu
E
un
'nzitafis*
la via.
lettu ben
ce'èni
si cci
Oh
Cosi
im'
cei
rOTOLARC
Li
E
^
POESIA
DI
s'
cor',
fora.
ti zura,
tò n' mor\
pricora..
sieiliaDt;il piazz^se dice
m'
voggh\
mi
Togrift^
POPOLARI
GANTI
donna
Povira
(cci) cridiri all'omu
Nun
ti
ca
sapiri quant' è tradituri
Mostra
'na
ridi
lu
Ca
quannu
di
viging
Era
la mia
'n
Aveva
D'
Aucis
truvai
borsa
ggh'
'Ntra
di
Avia
io
cu'
Leiteralinente
*
Lelteralmente
mi
e
:
mi
paria
cci
trovu
^
!
^
Nel
piazzese: mi
*
Dia, tronco
carring,
a
Ucciso
trovai.
^
prima
*
matina.
luntanu^
aveva
lu fici
ving *!
mang!
senza
carrinu
un
un
granu.
parrinu,
Bastianu;
V acqua
i movi
di diavolo.
ègua n'u
'ntra lu vinu
taggbiàmucci
nel rinot
testo, buono.
1'
di
metti
Alloia
tale:
Nel
'n
avea
mett'
vurza
un
dia
Granni
*
sa
si chiamava
nnomu
Tintu
f
Bastiang;
figghiu e
un
pricura
'n grang.
Chiazza
la mò
ora
mori.
duntang.
tagghiomggh
vicinu
Era
tia nni
bong matting,
senza
n'n
nia't
Partii
Di
mi
jura;
figgh' e lu fegi parring,
cui
Sant
fora,
si
di
s' ciamava
nom
Ed
amanti
trov'
mi
ora
nesci
ti
pri
Ciazza
e
cori.
quannu
chi
pari
'nautru
Partii
Ne
no
-
'nganna;
mila
centu
e
quannu
cridiri
Nun
R
facci
sciala
e
Tannu
*
d'amari
Si vói
Ca
qua
'nciaminata
313
SICILIA
DI
LOMBARDI
amanti
chi
Smorte
li
manu
!
si procura.
a
chi)
non
sa
meitere
V
ac-
314
STCDI
Questo qui è-
un
del
il pane
e
da
che
uno
sopra
ha
perciò vi
del
sete
Tanno.
da
sonno
e
bere
il vino
tutto
Siccome
N*
'nvirnada
la
di la
Sicutà
Ddascia
E
letterale in prosa
Beata
eh'
Ed
s' n'
pititnon
u
pò
vedi
'na
cannada
'n
m'
m'
Tann
va
Nell'inverno
Lascia
figlie
lavorare
Eesta
Col
i
dalla
va
u
'na
con
la infelice
in
figlioletto
fa
majau
mau.
muscateu;
tau
e
tagghia
lu
dulor'
a
gangau
budeu.
calci
in
e...
senza
suo
poi sino
collo
cuteu;
villano
moglie
il
quau,
lu
o
il povero
la
mang.
:
mi
d'
fama
crù
e
budeu,
vengh
e
passa
Inseguito
nu
u
canett
ni
mù.
so
spens
lu
cu
quant
Furmag
Quann
d'
pang,
'ndomang
o
ventr'
quattr' costi
quant
Pang
A
lu
la d'bulezza
Yuless'
senza
disg 'nsificù
mamma
80
'n ed,
lu
cu
'ncodd
'
Sarà
va
figghiettdi
Mamma,
E
mugghier'
e
poi sin'
p'
a
cauzzi
scintina
a
'n
Cu
fegghi
fredd
u
nudo
pane
mulo;
al
domani
e
tutto
di Castelvetrano
povèr* v'ddang
u
grisgia a
ddavure'
a
n'
T*ddaBg
napolitano
mangiare
sig. Velardita:
Il
e
seconda
in siciliano non
la traduzione
metto
nella
siciliano
altro canto
fame,
tutto
»OP0UR£
scherzevole, che
con
fornaio, da
dormire
POBSU
canto
riscontro
ha
ottava
01
crudo,
lo
nosco,
co-
liana
ita-
316
m'
Ora
E
Tu
si la
Tu
si
Com^Ella
io
una
la
ecco
tu
e
je
e
squagghià..
z'rniggh',
u
lu
ziggh*.
di questo
sonetto
dal credere
buona,
e
i
che
popolari:
primi
otto
gli altri un^aggiunta
del
originale. Con
italiana
traduzione
tutti
son
componimento
un
di
tutti
i
sieno
nuovo
questo
quattordici
:
Dimmi,
0
diamanti
Di
La
Intesi
E
intesi
quando
penso
la
Io
il fino
mi
brio
e
la
tu
sei la
terra,
Tu
sei
cipolletta (il bulbo)
anche
la
amorosi
questo:
che
io
sono
il
assottiglio,
si sciolse.
Tu
ed
puoi,
non
assottigliato
più
ferro
?
ragioni.
e
il mio
tuoi
guaì,
né
te
a
assai
guardai
i
debole
nebbia
sono
i sonetti
è
consigli
sento
Come
ed
soli?
son
occhi
sentii, creder
mi
Ora
o
gli
li
che
tutti 1 triboli
non
E
che
vampa
stelle
volta
prima
La
cos'hai?
più lucenti
e
di
e
stelle
sono
belli
più
sono
ciglia che
le
sotto
diamanti,
Sono
Tra
briu
je sign l'ara.
alieno
farne
per
m'suttiggh'
me
ferr
e
i versi
belKe
canzone
dubbio
terra
andrei
non
fin
lu
s'ttigghià,
e
lu
z'vuddetta
vede
autore
versi
negghìa
sign
Je
POPOLARE
ti ciù
a
pena
la
POESIA
d'ba
sent
quann
Com
ed
DI
STUDI
V
cerniera,
^
aratro
ed
Velardita
io
il
ha
giglio.
potuti
gliere
racco-
CANTI
'na
A
E
bedda
a
arma
ciù
u
eh'
A
C088
Je
i eannaroi
non
autr
mor
poi ggh' eurpi
E
A4
una
io
eh'
Io
il
Notte
E
non
K
se
altro
muore
io
che
qua
levare;
dare.
a
fu
quanti
non
a
padre
tuo
ce
quello che
andare
notte
a
Croce
portò
detto
di
sa
non
devo
per
fo
ne
avea
più cornuto
le fauci
ti
gli andrei
m'
questo che
chiama
si
mia, venisti
sapessi ehi qui
infame
è
fu:
(mi) venisti
pace
coltellate
Un
tu.
accuscì.
ohe
rag«zs«
la bella
Due
A
amom'ni
ti
a
di.
eh' fu
dell' alma
Croce
Se
pinzer'
t' pozz
non
ciù,
cosi:
si traduce
E
non
eh'
sp'zzè.
a
dorm'
fazz
ggh' soma
Ora
eh' fa,
anner'
ggh' oi
je
to pà,
quant' ggh' n'è,
eodd
lo rest eodd
di
Ma
di
sa
eh' soffr
Codd
dett fu
curnù
pizze
a
nott'
s' n'
E
zza
ggh' purtà
avea
non
Cro»(
ddivè.
a
pr'
Nott'
E
oìama
?'
ggh' annass'
'N 'aucis m'
eh' è
t*
cu
cutiddai
Ddoi
vinesti
CICILIA
DI
vinesti
mea
pasg
savess'
je
Se
ohe
earos*
d' r
Crosg
LOMBARDI
POPOLARI
n' è;
fa
spezzare.
dormo
pensare
a
più,
te
poi ci hai colpa tu.
317
318
STUDI
che
Quello
del
Ma
allro
un
della vendita
di queslo
quello
che
eh'
fa
du
e
la
sgaragghioi,
fegh
d' li
eh'
Dì
hai
Cosi
*
Per
Meli
ni
*
firmò
d'
pà.
sso
a
nòstra
Peppi
boni
non
mi
guardè,
ridità;
ggh'
n' é.
italiana:
Un
^
e
stipula
e
uggiazzi, viju, non
svirgugnait
Cicchi
Traduzione
Ed
r
marpioi.
p'
stava
grai
senza
lest scritt
Cicc
Baroi.
1' animai
d'
li
deu
era
Gala
Cattanissetta.
soagghioi,
doi
Sdignada vitt' l'ombra
~
da
il barone
tre seri vai
a
gran
Trabunedda
i
cu
re
d'
vita
mentr'
faceva
occasione
piscia caramai,
un
e
o
Cicc
dd'
L' att
in
il
come
grandissima impressione;
d' coddi
veggh
V'nneva
E
Trabonella
di
'n cuntratt
Fosgean
Lu
scritto
Capodarso, che
nuter'
mastr
cuntabu
si considera
le cantonate:
per
'n avvucà
'N
fu:
in Piazza
fece in Piazza
si lesse
E
fu
così.
che
favore
a
dire.
posso
poesia piazzese. Fu
nome,
Un
lo
amiamoci
delPex-feudo
Questa vendita
A
non
sonetto
delia
capolavoro
domani
soffro
ci siamo,
Ora
Eccole
resto
IK"POLARe
PORSIA
DI
un
chiamasi
avvocato
Letteralmente:
egli stesso
che
di
*,
ha
e
piscia-calamai
-
^,
il notaio.
piscia-calamai
del
un
quelli famosi
ìd Piazza
ancora
dispregiosi dicono
si diede
notaio
maestro
gliscribacchini; aiìche Giov
piscia-calamaio.
gli scagHoni.
"
il
GANTI
contabile
Un
Faceano
Vendeva
A
L'atto
dio
Che
Di
Ma
hai
certo
un
in dialetto
poesie. Metto
invero
oh
la donna
Tuttu
Francesco
Tori
'un
t'
vo
ve
sono
ne
?.
popolo eccogliene due,
popolarimolle
corrono
tra
uomo
un
una
e
na,
don-
Puomo:
facciazza
di feu
p'cca murtau,
ciù, m^
diss'
lu
eu
risponde:
ohi
'
si d' lu
non
ti fet lu barababau.
Pirch'
^
si ddaida^
mari
To
E
eh'
guardare;
casato
buoni
dialogo
un
mi
vissimo
Dunisi, improvvisatorebra-
sac.
libero. Dice
ddaida
Giù
padre.
del
po'
!
suo
piazzese, di cui
prima
un
firmare,
nostro
Giuseppi
e
alle tradizioni
di
per
gli occhiacci, vile, non
Franceschi
si dicono
che
di
svergognato il
tornando
stipulato,
e
3tava
1' ombra
Abbassa
—
de' furbi *.
Francesco
Sdegnata vide
.
danaro
senza
finito, scritto
era
mentre
E
feudo
gran
Trabonella,
degli animali
re
i
sgaragghioi^
dei
quel
319
SICILIA
due baroni:
a
Francesco
la vita
DI
scrivani
tre
o
contratto
un
fa
due
e
Il vecchio
€he
LOUBARI^I
POPOLARI
eh' si brutt
di
sbrizzatu
Barone
giovani e
di
n'
giamirriazza
ssa
merda
di inizza,
Gapodarso.
belli che
fra molle
si tengono
vacche
per
migliorarela
razza.
*
proverbio siciliano
Un
variante
senza
*
dice:
«
cavalli per
Sapenn
non
dice:
tanl
Cùehi
li lassava
poter andare
Marpioi, marpiwii, sic,
vale
coi
'Ntoni, picca coi nn'é boni.
e
a
pè
»
cioè ti lasciavo, senza
piedi altrui.
furbo
e
ladro aJ
un
tempo.
Uiut
beni,
320
STUDI
M'
pari
CU'
seguenti quallro
a
due
versi
coMeghi
della
Ciuazz,
cu
canazz
Il
cing
d' ira
d'
Diss:
multi
A
'n'
Annai
Truvai
Mi
B
pars
beu,
ggh'
rancai
cutteu.
u
Il
in
Andai
Trovai
Mi
E
E
Mi
cappellaccio.
bello,
tagliai col
'n
Annai
Truvai
Fuago
pianacelo.
un
compar
parve
lo
Ponga
capidazz.
cumpà
a
anche
cianazz,
un
na
un
n' annai
coltello.
era;
femmina
ghi fesgi
a
cu
carte
prena,
'ncarcaura;
dostr
con
un
che
e-
altro
:
espr'ssè
circumdederunt
manda
tale
un
nici
cano-
disunestà;
peni vulenn
sig. Velai dita mi
tutti i
giuje,
non
e
Dunisi
sagrestia.Ea
uno
sera
una
giocare a
Crisi li soi
Canes
per
nella
cappuccini esclamò
de*
dal
improvvisati
giocavano
Ciuazz
cane
è
sausizza.
e
trovando
il
eh'
'
soprannome
cattedrale,e
chiamava
ciazza
vennero
un
gli soprannominava
cui
popolare
la
mentre
affibbiato
aveva
d'
bu'razz
n
[
gli
poesìa
griann saagh
va
suoi
DI
a
duna.
i
me.
seguenti indovinelli:
CANTI
II
retone
in
Andai
Trovai
Le
feci
donna
Me
ne
su
incinta,
chiaror
col
U^oeuzs
n'
Annai
T^uvai
di
Andai
beddi!
sonu
in
campanelli
belli
sono
A
Hòi
A
donna
na
tegn taccada
Air
un
cor
Anno
L'uomo
PiTRÈ.
con
ad
tengo attaccata
La
€L
dònna
una
—
per
anno
buono
Studi
bidazi
anner'
La
Ho
bidezzi
tanti
fa
bong.lu
om
vigna
cu
a
i
ggh'"taggh' li
p'r ann
Ann
roMo
pellegrino,
di
che
gdso
giardino.
un
compar
Attorniato
Ahimè
rott
piligringh,
Il
Trovai
luna.
campaneddi,
chi
Ahimè
della
giardingh,
n
cumpà
Firrià
paglia
calcata
una
andai
di
pieno
321
SICILIA
aj^
un-
una
DI
LOMBARDI
POPOLARr
di
le
lo
trezzi
pazz.
vite:
bellezze;
tante
una
canna
lunga, (nuova
e
bella),
taglio le trecce.
fa
andare
pQisia popolare,
pazzo.
21
.
322
STUDI
POESIA
DI
I
Cu
n
4dupiiii
fazz
grang
un
^
grano
fo
casa
a
II
Con
POPOLABK
steddi steddi,
a
lupino
piena di stelle.
(comparire)la camera
A
candela
»
Dammlni
fila masinnò
na
candela
La
Dammene
Questi qui
un
iproverbi^
Miati
coddi
Beati
giix)cchi che
Unn
va
Dove
va
Pov'r
nù,
OTìK,
n
diarrea
e
non
il freddo
mori
lavora,
un
non
e
e
paglia
e
annè
Nonno
non
non
può,
t' vedi
n
morirai
feng.
u
vedi
beng.
mai
nel
bene;
fieno.
anche
mancano
in
Piazza,
nudo, altrimenti
annan
andate
gli verrebbe
seguente
in
J
Grano,
iscrizione
chiesa
una
qui
mot.
età.
si
la
cosi:
nii,eh'
andando
v'
vengh
a
nanna
fu trovata
piazzese:
e
nudo, che vi viene
e
La
e
il vecchio
giovane piazzeseavvertire
camminar
nun
lo
pagghia
a
morrebbe, gli dice
Nu'y
j»ò.
u
mai
nella
volendo
di
nonno
fredd
u
di parole
gioclietli
dice che
iì vedranno.
travagghia, e
uomo,
Nascesti
[
eh' ti vidirann!
il nudo
Nascesti
Pover
oggi
u
muoia
altrimenti
poco,
Are
son
mor.
ai
piedid'un
mure.
la diarrea
morite.
cifìsso
antico Cro-
324
Il
figgh Paulin
Ma
zitta
L'
cbòrni
der
Puoi
cosi in
Scapolo
La
zita deve
Le
carni
Per
pigghia
più, maritare
a!
gli porta
carratello
Per
dare
a
Poi
quando
\
quello;
a
è
se
piglia
la
esso,
è "[uesto:
d'
n' cuQsuòI
la t'sta
eh'
ha
la buoca
1
e
sole;
Sanfratello
bagascia com'
ha
U
questo
gira tutto
eh'
La
si vuole.
Mongi bello,
venirgli da
dote
M'
parpaglione.
vero
un
stare
un
*.
ra*i
:
cotte
L! altro canto
*
s' la
è
a
sau;
cau;
glieleporta
Maestra
Tutte
au
a
e
è
italiano
bere
vau;
s
Sanfrareu,
tut
può
non
patria.
Muug'beu
cuost
a
figlioPaolino
Mio
in
carrateu
com'
baièscia
E, si traduce
d'
un
frria
quann
Mestra
^
bav'r'
a
della
pampaleu,
vòr
pùrta cuoti
li
ghi
ghi parta
P' data
P'
'n
ò
ghi 'è vinir'
La
saggi
restituirsi
potrà
pù stèr chiù, mardér'
n'
Schòtt
altri
promette
è questo:
canti
primo de" due
mi
si tosto
parlata non
natia
POPOLARE
POBSU
Frizzi
in
temporaneamente
sua
DI
STUDI
p'rsuneg
giuo'
ie vocaìi
appàna
e
na
tigna,
t'rregna.
scichigna,
d' Spegna,
tro( d'.scigna
di questo
CoiìXaleddUt bolticello.
la
na^ula
sgriz a
mule
a
cump'gna
la
cu
d' buofu
d'iichieta
nausc
la mala
e
del
canto
seguente
sono
e,
OANTI
m'nuzza
Agnu
E
Nei
quant
caunt
cau
lombardeschi
canti
originnriamenle siciliani
stesse.
I
dialetto
d'ora
raccolti
che
quale
pubblicati,i
secondi
non
in
possono
parole siciliane,e
lombardo;
in
e
modo
verun
perciò
che
gli
nondimeno
più popolari,cantandosi
esser
gli
basso
altri
popolo, più
Ora
di
vivono
in questa
Questa dimanda
i
conoscere
doversi
trovare
fcfrrine
ma
a
in
lesti statimi
RARO.
e
alle
che
privilegiodi
tre
parlale,men-
si limila
al
che
si direbbero
li accostano
':
f»
e
intieri versi
a
a
luce
solo
popolare quei villaggi, e
questi
se
sospettai
mon-
intieri canti.
furono
allora
che
tradizioni
fors'anco
e
di
la raccolta
e
piiivolte
non
prima
stesso
me
monferrini
che
mezzo
abbiano
corro
Canti
parole
coloro
che
,
siciKana
•
il
le
alla
metto
ora
nei canti lombai*di
anche
lingua
Mi
da
e
altrimenti
canti, che
volte
più
sig. Ferrare
dicevo
andarono
*
prima
tradizioni.
sue
egli elementi
che
,
vi
già
alle frasi
iranno
classe di
feci
io
saggi
dei
piemontese
non
alle
col
Monferrato?
quelli del
una
frasi
più ristretta,che
attaccato
quasi in^Jigeni, v'hanno
Perchè
da
in entrambe
vita
seconda
hanno
stati
sono
si odono
uni
nelle colonie
che
piegare
non
distinguere
nati
riscontri
nel
comune
e
da' canti
da'
si riconoscono
siciliano
di dover
pare
me
i canti
primi
vigna ^
d'
a
325
SICILIA
muntegna
na
cuvène
a
DI
L0BIBAR1"I
POPOLARI
fino a' di nostri
alla
quale
portato
l'obbligo di
i loro
che
io
portarono
distinguere dalla
parlata,come
é
anche
avvertire
sì lancia
vi
può
essere
che
canti?
riprorJuroscro
pelosanien
ir
trasmessi.
popolari monfenini
Torino-Firenze,
Ermanno
raccoUi
ed
annolaHAA
Loesclier, 1870.
D/
Gidsepph
Fer-
i
326
STUDI
Eppure
comunicate
statemi
nicosioti
Non
da porre
trovo
danno
se
siciliani,
questa
glianza
di
la
vedere
a
ripetersidalP
climi
e
ferrini è
forma
due
due
a
trar
assoluto.
che
lombarde,
dalle
ed
del
si conosce
e
che
altre: i
delle canzoni
che
canti
la
o
a veder
difficile,
alla
peso
d'amore,
di canti.
delPano
dell'amore:
in
Pazienti
mancano.
tutte
trovare
qualcuna
È probabile
adottato
avessero
le
forme
sue
più probabile
per
prestavano alla loro parlata;ma
non
avessero
non
stati forniti
gli enimmi
in Sicilia
Quel
delle colonie
conosce
quindi
giudizio
un
ne'' canti
potranno f^r
venuti
mio, che essi
mon-
troppo corrivi
esser
pubblicate
e
celebravano
si
e
importate ne' paesi monferrinì.
passione
i
rispetto toscano.
un
genere
si
non
le ballate
soltanto
i Lombardi
siciliani che
e
di
immagini,
pronunziare
altro
di paragone
popolari che
vicende
canti
punti
nate
in
gli aneddoti
con
ricerche
amorose
bisogna
Monferrato
viceversa:
fare
di
quindi
luogo
aver
le
,
tolta di
riscontri^ manchino
Sebbenei
potranno
hanno
e
conseguenze
ha, questa
di soli quattro versi rimati
metà
non
simi-
se
le differenze
modellata, anzi
questo
lombardi
lombardeschi
canti
la seconda
come
lutto
con
essi
Tuna
diversa:
de'
stessa
di atfetti vi
gli affetti
siciliana;Faltra composta
ottava
nel
comuni
coi
soltanto,e
popoli, salvo
,
pensieri. La
Ma
i
avere
tradizioni
di
Monferrato; i quali
di dialetto
e
de^
pubblico io)
ora
parentela
stretta
pensieri,d^mmagini
deve
a
più
è che
non
quelliche
coi canti del
riscontro
a
di
e
trario.
con-
(parloalmeno
di Sicilia
tizie
no-
piazzesi,
del
fatto persuaso
hanno
quindicipubblicatidal Vigo,
e
raccolti,
ed in iscritto da
lombardo
canto
un
documenlt
voce
a
mi
sanfratellani,
e
POPOLARB
dei
accurato
esame
un
PORSIA
DI
e*
quei
è bea
ritenuto,e i loro
GANTI
discendenti
al
nate
conservino
non
XI.
sec.
LOMBARDI
POPOLARI
Ed
parte di quelle ballate
ancora,
invero
come
di
di cui riboccala
venuti
delle
del
di
uomo
fatto,voglia
più
? molto
come
niente
sulla
dunque
siciliana
nei
volta
buona
uaa
passare
sussidio
in
Remigio
pag.
della
trovar
la
di
della
alla ricerca
i monti
ed
lingua
di
un
Roccella
in
mancanza
difficoltà che
di
ho
ai
tip. di
lettori cosi
i
un'ortografiarispondevole
con
grave
stento
,
».
notare
vernacola
si
ia^
piazzese
Orlando
in
cenno
scrive:
mie
sono
^guardai
1872
,
per
la
come
fiumi, ov'è
Rosario
nessuno
benevoli, perchè
dovrebbe
scritto devo
lingua
:"1 pubblico alcune
presso
superato
in
di cui è fatto
parola, perchè
scritto, presento
compatimento
di questo
Poesie
pò^
K.
popolo
,
eglinell'avvertenza
vernacola
i
e
di
un
orali
quanto
,
Piazza-Armerina
stesso.
gettare
si dicono
tutto
e
qualche
importanza
poeticbe soltanto
caverne
primo saggio di
un
quello
è
315,
r ha
non
al difetto
è che
ed
quelle che
a
alla storia
Hoccella;
in 8.® L'a^
a
la Te-
e
paesi
mezzo
mettersi
Correggendo oggi (4 luglio)tb stampe
pubblicazione
di
alle
anche
castelli, le grotte, le
^
che
pensi
Cecilia
persuaso
racconti, le Habe, le panzane,
largo
si
la Povera
fare
a
quei comuni,
questione. Né
ma
limitarsi,
i
come
spesso
se
quelle tradizioni poeticbe" le quali potranno
di luce
pe'^nuovi
essere
paté di tali documenti,
si
tuttavia
egregio
rimane
mi
voto
che
doveva
tro*
non
deirisola.
lombardi
Un
in. forma
corrono
avventurosi
Il
ripetesseroallo
le
canzoni,
a
viaggi
monferrina?
non
patrie memorie
altre simili storie
resina,
Sicilia
ragione perchè
una
ricordo
a
in
di
e
poesia popolare
di simili
varsene
sfortunati
amori
dimenticarsi
possono
,
quelle storie
327
SICILIA
DI
•
questo
articolo
A dare
un'idea
io
quanto
nora
sappia si-
Mi lusingo di
poesie...
povertà
state
del vernacolo,
per
me
due
e
gravi
328
mio
Gradisca,
della
stato
la
di
sig.
del
farsi
Colgo
detto
Roc*:eila
mosirsi
raccoglitore
mancherebbe
certamente.
nell'articolo
Sicilia.
occasione
che
per
segue»
io
ed
natale,
YÌTace
meno
non
Piazza
questa
di
si
dialetto
suo
in
gli
non
Tatt^
Amico,
stima,
riverente
e
ed
mi
e
conserva
1872.
Maggio.
tore
affettuosa
mia
Professore
benevolenza.
sua
11
illastre
ed
caro
popolaec
poesu
DI
STUDI
non
fai
si
saprei
patrie
delle
sapere
occupa
poeta
esperto
il
prof.
presentemente
.Il
j"laaso
G.
delle
conosci*
abbastanza
raccomandargli
tradizioni.
che
che
Morosi,
de'
bnoni
di
parlate
cui
barde
lom-
é
1"E^
CANTI
MERIDIONALE
J)ELLMTAUA
la
porzione
lunga
mari
colle
Sternatia, Martignano
ancora
dialetto
nn
di Bari
levante
^erso
occidente
tra
dai
e
tentrione
set-
Basilicata,riceve il nome
e
Tallone
d'Italia. Fanno
parte di
Calimera, Castrignano, Corigliano,^oleto^
Martano,
essa
confinante
e
di
o
bagnata
terra
provìnce
d'Otranto
di Terra
di
Adriatico,
ed
Jonio
GBEOI
FOFOLABI
Zollina:
s
che
greco
greci'siloatinei dintorni
di
paesi 'nei «qudli si parla
si
pur
in altri
paesi
Calabria^quali Bova,
di
Reggio
parla
principaletra tutti,Amendolea, Galliciano,Roccaforte, Rogudi
Accanto
ecc.
il dialetto
calabrese
essendo
paesi
A
essi
raccogliere i
dottissimo
quanto
quelli che
sono
sia. naturale
lano
par-
loro, sia acquisito:
per
stati, ne' passati tempi., greci
si
ne
Saggi
i
come
dicUelti
CoMPARETTi,
Jralelli Nistri im.
alcuni
già
di
lui
di Calabria
insieme
bel
volume
greci dell'Italia
prof.
nella
a' suoi
R.
^
(ejion
Univertild
li. Tutto
erano
male
che
pati)
stam-
ché
saggi inediti;tal-
che,
ììieridionale
e
anni, quel
Compare!
benxompre$i,re perciò
messo
un
Greci
è il prof.Domenico
sempre
fuori
de'
Bova, intese, son
stampato prima
era
diede
dei
di
da lui
venne
popolari
canti
filologoche
pochi canti, non
DoMEmco
vi
limitrofi.
particolarmente
^
questi paesi
a
senza
gli ultimi
raceolli ed illuslrati (ia
d/.Pùa.
Pisa, presso J
330
STUDI
compoQìmenti
molta
ohe
DI
offre
letterari,
sono
di studio
materia
di lui
SuH^esempio
valoroso
un
greci d'ogni
è necessario
dare
a
illetterata delle
lasciando
ad
trattata
che
il
greco;
italiana
che
io mi
servirò
essi vi
hanno^
latino
cristiano
e
in
che
il ritmo
greca,
volta
Studi
iui
dialetti
Morosi, preceduto
nei
da
ed
grecidella
una
un
il concetto
special genere
una
^
e
in
validamente
è
sentenza
Codesto
latino
ha.
mae^
traduzione
d'Otranto
e
ad
di
dialetti medesimi». Lecce,
in
civiltà
nostra
,.
e
la
tempo
un
d'Otranto
a
sieme
in-
tre
componimento,,
cristiano; per
ristretto
Tetra
raccolta
sol
canti,assai
ora
le
di Calabria
tutti
trova
dal.
parola
me
fatta
sif-
dalle nenie.
appoggiata
di
adoperato
accompagnata.
chi
v^ abbia
qualcuno
ha
sola
della
Terra
; havvi
fusi questi elementi
vedere
meridionale:
sto
pubblicatoil te-
originari«della
elementi
i tre
prevalgono
alla poesia
il Morosi
più :
ha. fatto di
popolarigreci di
Ne' canti
greco,
ma
di
nell'opera sua.
Comparetti
greche;
lettere
suo
la parte fonologica
concerne
gliegregi raccoglitorihanno
Entrambi
un
greci
intorno
concetto
greche deiritalia
colonie
altri lo studio
strevolmente
prosa
adeguato
un
morfologica di questi testi,la quale
e
di
capo
queste preziose raccolte traggo quanto
*. Da
d'Otranto
Terra
canti popolari
i dialetti
Qlologico sopra
lavoro
importantissimo
altri duecento
a
del
tendimenti
hi
li mettea
e
genere,
grecista,il prof.
giovane
Leccese
canto
popolari.
medesimi
dai
Comparelti raccoglievanel
in quarantan
le tradizioni
per
animato
Giuseppe Morosi,
POPO^ARB
POESIA
raro
in
soli
pochi luoghi
del
Italia,comunissimo
prof, doti,
Canti, Leggende,
Proverbi
tip.edit. Salentioai.1870,
Giuseppee
vinelli
Indo-
in 4.?
332
STUDI
Ti
DI
alle
aspetterò
E
che
vedrò
se
Allora
otto:
tu
incomincerò
aspetterò, mamma
Io
ti
aspetterò, alle
vedrò
che
annerirò
Io
E
tu
dieci
hai
Alle
dieci sarò
nove:
vieni.
fuligine:
che
Alle
mia.
non
come
vedrò
se
piangere.
a
ti
se
vieni.
non
Io
E
POPOLABG
POESU
tu
vieni
non
vedere:
da
divenuta
terra.
terra, da seminarvi.
Terra,
Questa è angoscia t^he
forse
maggiore
non
n' ebbe
ve
tra^ mortali.
\ln Sternalia
di
se
vi è
marito, nella quale ciò che
un
anch^essa,come
che
in
in
dov^ entrano
sua»
a
e,
E
tu,
E
non
Che
bue
parole^dianzi
meglio bisogno
di
mai
dre
ma-
la
onde
canta:
notte
e
giorno:
selvaggio sempre
hai
mugghia.
perduto ogni
delie
stessa
idea
nenie
colle
codesta
lo interno
delle
,
madri
alle
mente
porre
sempre
arte
sfogare quanto più
orfanelli
fuoco.
è da
quasi
pronunciate.È
meschini
la
e
il morente;
e
nenia,
una
il morente
conversare
dalle
il preambolo
tanto
non
è
piangi piangi,
esteriore
una
vedere
cantata
mai, quanto
manca
la morie
arso,
mondo
al
^ripetizionidì
persuade
la morte
per
premerebbe
alla superstite madre
cessare
forma
dei
non
affettuoso
cuore
t€ome
;raUggio
mi
colluttazione
preficarivolta
Nella
fatto
nenie
esse
di nenia
le altre nenie, venga
tutte
prefiche.A questo
6ime
esempio
raro
un
mede
? Parrebbe
cordoglio,
orbate
del
GANTI
frutto
delle
prive
di
Le
dei
lor
nenie, scrive il Morosi, s'improvvisano dalle donne
al feretro
le nenie
come
quindi
una
dal
suo
deireslinto,in
deir
astanti: concetti
la
singhiozzare
dalla
in
anch'essa
madre
secolo
e
s«mpre
sono
è neppur
nel colmo
sempre,
osservato.
a
della
lagrime
il cantastorie
dà
un
di prefica
multo
e
secolo
patria.
qui
e
E
—
punto
ap-
vere;
commuo-
Caliraera,Jn
canti
un
metro
che
il vedemmo
non
,
fedelmente
«iella commozione,
ritrarrà
non
di
preficadi Calimera, la quale dalle spremute
se
Martano, che
delle
grano
la canierina
o
Palme..
uà
Da
non
domanda
noi
in
baiocco, chiesto
s'accontentadi^
qualche soldarello,
ricolta
passione di CristOyO una
canto.
le
»
Più curiosa
pel
uno
,
quelli degli: altri
da
diverso
fuorché
con
poetico che
altri canti ;
prefica:dir mollo
l'arte della
sta
air età.
generazione^,di
più lunghe degli
sempre
gli
nite,
indefi-
e
però
alla madre
iusino
risalgono certo
riescono
tutti
prefìca,oche
in
prefica,di generazione
ghiozza,
sin-
ora
generali
dell'estinto,richiamandole
quasi
e
strillare
e
Sono
similitudini,
alta,or bassa, che
or
subitaneo, pt-r cosi dire, dal fondo
fu trasmesso
della
di
,
prefica appropria li per li al sesso,
alla condizione
sforzo
dolore.
prefica commossa
imagini, similitudini
,
che
fa
e
del
d'imagini
la
voce
con
strilla
esprimono davvero,
Eliade, ir delirio
petto fa erompere
ora
ed
,
,
di sé
alla moltitudine
mezzo
di lui
folla di concetti
rapita fuori
in
333
MCRID.
di conforto.
e
parenti e degli amici
che
DBLL'iTALIA
6RBGI
rimaste
viscere, delle sciaguratefigliuole,
consiglio
intorno
e
POPOLARI
un
un
un
Sicilia,quando
in tono
Joi^iodt pane
giuni che le piangono in.csisa^.
pel canto
uovo
ovvero
è
caciuolo
non
si
lamentevole,
pe' figlidi?
334
rruDi
canti
Ne^
torica
in
religiosi,pochi
il
tatto
di Giuda
le
che
il soverchio
poeta di un'arte
che
che
altre).Nel
persona
vi si
non
si che
baia
est et contremuit
Et
S. Matteo:
tes
velum
ecce
ì concetti
ridionale
dei
e
templi
qualche
manifesti
dal
e
sul
dimento
tra-
digiuna
di lettere;
miracolo
biblico
S.
canto
un
più disperato
né
(XYIII) cof^tur-
salmo
scissum
è
di
del Nazareno
morte
del
versetti
d'
ragion
est
Vangelo
di
in dìnas par-
mio
entro
La
colla
mia
lascia
mia
Maria
Cristo
una
preghiera, che
ne
altresì per
le terre
com'è
Cincu
stu
a
le madri
santi
lettu mi
cci
'Mmenzu
cc'era
di qua.
va
capello
a
Gesù
il cominciamento
palermitane
essi
curcai,
truvai:
la testa, dui
dormire,
io per
compagnia.
loro, appena
figlioletti
'Ntra
a
detto
come
trovare
a
Maria;
se
per
quale risponde quasi
Tri
entro
mamma
Alla
a'
facile
d'entrambe
bambini
letticciuolo
mamma
mi
assai
è
vale
dell'Italia me-
greco
esempio questa:
Nel
Ed
di
canto
siciliano
canto
preghiera
E
dal
di confronti;ciò che
più luoghi
per
terra,
Mi-
(cap. XXVI).
ec.
Tra
davidico
in parte del
e
l'ignoto
può significare più intenso,
ritrae
trae
canto
un
della
i
sono
accusa
celebrano
di Cristo; il dolore
tomba
letterate
Mater^ Dies
Nicola, protettore di Corigliano. Molto
sulla
la ret-
eccettuati,entra
sentenziare
è da
non
cosi le altre stanze
non
solo
artificio. Versioni
suo
(quest'ultimameno
serere
popolark
portano il titolcf Stabat
che
canti
poesia
di
capizzu,
Cristu...;
divotamente
si levino
di
di
prendono
ap-
letto:
GANTI
continuazione
della
Io mi
Io
idda
ed
i canti nei
giaculatoriadella
pettu;
arruspigghia.'
quali il cuore
del
popolo si
trasfonde
ricercatezze
orpelli,senza
lutto, senza
sera:
vigghia:
m'
cosa
335
MERIO.
stu letto,
ntra
'ntr' ò me
dormu,
Si ce' è
Ma
bambinesca
cnrcu
Madonna
La
DBLL^ITALIA
GRECI
POPOLARI
ramente
ve-
leno-
né
i canti di amore
della varia fortuna di
cini, sono
e
É ben
naturale
c1ie il popolo apprenda e faccia suo
religioso di persona
canto
scrupolosamenie;
sempre
se
è di
non
popolo
simpatia popolari,non
e
la ragione per
questa
dagli amorosi
tu
e
di
credi
frequenza
colle
e
non
Maddalena
della
saper
son
uscendo
dice:
celebra
non
farlo
a
fetti
afsuo:
sto
pre-
canzoni.
sacre
d'Otr^inlo
«e
labria
di Ca-
di Sicilia,tanta
canto
hai, è vero,
in gran
di qu^slo mondo
cose
ve
li trovi, ne
santi,
terra
pel poeta
d'Otranto
vincerla.
le sole
ne^
resti
lodi delia donna
e
che
e
copia
del mondo
gliato
abbarba-
come
piene
son
di
mento:
esalta-
la gloria
paradiso narrano
rustico siciliano è forte adontato
della zita noi
ha vergogna
S.
Filomena,
possano
simpatica leccese; la quale
allorché
amante
dalle
le maravigliose fattezze
in Terra
per
moMo
vi trovi; non
quando
di lei. 11 sole,che
o
inclina
leggere qualche
più sublimi
angeli
perchè
se
erotici di Terra
conquiso. Le
e
manco,
d^ amore
paragoni superlativamente iperbolicidella
i
invisibile,ma
il canto
ma
un
di generazion
popolo va giudicalo più
rispettiche
simiglianzache
donna
cui il
i canti
Svolgendo
è la
lo
per
o,
lo tramandi
e
letterata,
esso.
frizzi suoi
di sé per
Sant'Anna
sostenere
è poco
fanno
naturali
al
facciare
af-
avere
(?),la
il confronto
che
men
non
più
siciliana
superbo
suo
336
DI
STUDI
Che
hai
Che
sei
Che
tu
Che
altro
Quando
da
a
me,
tarto
botte
civettuola, l'avverte
il
nico, solo. Uno
d'occhio
a^quelle
le paragona
volta
da canto
che
esso
si
piace dì
Uno
•
suo
dai
è
di
alla
il
ma--
«
uno
però
tenga
e
nel-
ch'egli
bizzarramente
cappuccini,
privazionie
egli
se
confronti
«molto
va
stenti
:
astretti
povero,
prov^biale imprecazione
Che
puozz'essere
de'
nnam-
/,
in
Ecco
il
codesU)
qual.modo
costante
suo
disgraziato d'^in
alia
amore
sua.
Quafido-^vedrai il
Seccare
che
vi
Dentro
vi
Si
lo
'
«ci
non;
-e
messe
io ti detti
oiuirì,
Ca
disprixiastila pirsana mia;
Ta
chi
si'
colto,
un
una
venga
mio,
xuor
più acqua.
avere
facciano
mannal,
mare,
rigogliosa;
figghiadi qaalcfaibaroni,
Obipjgcamentinaia.
'a
aignoria?
—
CarUo
pap.^ftc.
amante
fidanzata
luei'a:
1
e
sioni
pas-
ripulsa^,
nell'una
innamoralo
vogliano delmale^
cui
che
tiene; »
Martano
di
ripeto, aggiiisiandofede
morato
Fuomo
tempe
sostenute
vita
a menar
Napolitania
le fece
dico, per le infinite pene
di
canto
da
pietà chi
a
questo povero
un
*
risposte;perchè,
e
Chi
"
provincia^povero,
soffre, sicché
una
pentolino
Tinnamorato.
te..!
gelosia,tempestata
anche
J)'altronde,
la vede
Tàltra
di
senza
palleggiando di
po'
fuoco?
barone,
un
della
innanzi
un
del
meglio
raffaccia
tizzone,
nero
d'essere
v'ha
non
danno.
dev'essere
POPOLARB
il carbone
ti tieni
tumultuose,
ingiuriao
dire
come
dal
ròsa
PORSIA
:
di
ferma
afCali--
GANTI
DfiLL^lTALIA
GRECI
vedrai
E
quando
E
tutti i carcerati
E
quando
i morti
tutte
in
gran
vita
vedute,
pena.
forza
maggior
con
alla
avrai
cose
a
e
diversamente, anzi
venire
337
MERIO.
libertà:
queste
ti abbandonerò
Io
Né
POPOLARI
e
leggiadria,in
Sicilia:
Cui
ti lu
li
Quannu
Papi
Cardinali
Li
Quannu
li vecchi
piccirìddi;
sunnu
dianzi
alla
Acciocché
non
li so*
stiddi.
amante
non
di
mostra
Fa
di
meno
si attenta
di
prire
sco-
nun
Tu
cali
Ghistu
Disingannato
amare
diri li
e
che
cc"
genti
ca
l'occhi, io calu
è
lu
della
signu
ca
vita in
in
alla
gelosia:
gente,
di
arso
va
neirisola
amore.
alla
nostra, dove
ripete:
amante
passu- di
Quannu
Pri
non
odiare,
di
mostra
entrare
possano
quello
lo stesso
sua
gente, fa
iscoprirsiinnanzi
non^
per
più nò
d'amari^
fuoco^:
suo
E
travagghiari,
a
giusioritegno^lo
E
donna
vanou
lassa
celu
lu
Quannu
a
nuciddi,
ti lassirò, bedda,
Tannu
diddi:
a
dumannarì,
a
vinniri
a
li nK"rti
il
lu senziu
vannu
Ouannu
Educato
t'aju a lassari?
ca
ti lu dissi avia
Cui
Né
dissi
nni
siati onesta,
nn'amamu,
la testa:
salutamu.
Caslrìgnano,canta
con
inlinito
sconforto:
Ed
Ad
"
PiTRÈ.
ho
un
—
da
partire io domani
romitaggio
Sludi
di
a
per
andare
dimorarvi
poesiapopjolar^
^
338
in
e
DI
STUDI
E
a
mangiare
E
a
bere
Sicilia
tutta
manciari
petri
di
fari mi
è
petra
e"
in
suo
istà un'ora
non
né
settimana
una
canti
per
ella lavora
e
senza
delle
la malizia
il refe
ricamare
per
mestiere; laonde,
nella
ladreria
e
di
preparare
per
in
Fclermo,
dell'ago,
cruna
fiore.—
un
pietà la
provincia:
della Kalsa
siciliana
eterne
solo
perditempo
è
non
nostra
già
non
inOlare
per
biasimano
ricama
se
quella
neghittosa come
è
rispetto della
corredo
pettu
funtani.
fannu
ma
guisa della ricamatrice
a
lu
battu
mi
d'Otranto
un
diserto,
un
lettu,
lu
mei
questa, che
il
mano
La
leggenda
pri capizzali:
via
del Pistoiese;
ragione
lunga
la
canto
un
apparisce
come
la
di
canto
un
della
armali.
l'autri
coniu
l'occhi
chi
donna
La
di
'na
Pigghiu
Finn
acqua..,
per
voggh'iri a ddabbanna
Spini puncenti
Li
pane,
Vernagallo
il povero
nni
Erva
lagrime
per
Carini:
Principessa di
Mi
d'erbe
radici
mie
le
POPOLABE
POESU
di
Inoltre
iilcuni
panettiera,
una
di
l'astuzia de' cantinieri
suocere,
Calimera.
gli accenni
Tra
Turchia,
lo
terra
vari di
lontana,
diviene
turchi
fede
in Turchia
Turchi
antonomastica
in
in
canto
un
tre
un
a
1
paesi
n'ò
dice:
e
ti
Che
de'
proposito degli Ebrei,
detti
»
della
rustico
pel poeta
truffatore
Turchi
ve
la crudeltà
rispettiamorosi
pare
di
quali
cani
religiosodi Martano; vili,cattivi,senza
l'imprecazioBe dovette
quale
a
e
difficile è
ove
andare; un'imprecazione
portino i
al
regioni
doversi
nascere
di
Palermo
verso
riportare il
e
Messina.
la fine
canto
che
del
Qael-
sec.
l'ha. Un'
XY,
al-
3ì0
di
rruDi
Barletla,le più
devono
tamura
A
di
poesia
belle
andarsi
di
Andria,
fanciulla
di Zollino
Bruito
paludi
Tutto
Che
Ti
quando
vai.
in
bocca
casca
Foss'lo
andata
Poiché
qui
altro canto, anzi
Un
dagio: Ognunu
air amala:.
che
la intendano
di Palazzo
sono
di. loro
tra
la conferma
delPa-
strinci;,perchè dice
e
una
«anzone
grecj,
gnificar
io, si-
credo
i
greci d'Otranlo, presso
non
Contessa
mai
da'
intendono
e
quei.di
de^
Piana
i siciliani
e
ec,
uomini
e
a
E.
canzoni
divari
comuni
tèmmene
fanno
Greci,
indigeni,
e
non
pre
semsono
vi
ha
pure,
siciliane,che richiama
di
quelle province:
Corigliano
a-
_
Tòmmene,
quali
,
altro canto
UU;
di.alcune
cose
gli altri
anche
albanesi.
non
fatto sullo stampo
ad
bei giovanetti.
danno
in Sicilia. tra
Adriano
straniero.
paese
s'intendono
gli uni,-icosiddetti GjA^-"ygf^^%.
che
intesi
un
nemmanco
,.
cioè
ad
maritarmi
i? latini,.»volendo,
che
lo stesso
avviene
^
Vx)gllocantarli
«
latini i
per
*
ranocchia
altri due
ramante
non
brocca,
li soi ^abbrazza
cu
si lamenta
in Cutrofiano:
alia
una
vi
non
di Àl-
freddo!
bere
a
a
e
Cutrofiano,
è
molto
e
maniera
qual
in
maritata
che
paese
Poràbita
di
riporre.
a
ecco
proposito di paesi,,
una
popolare
E
li fiore
K
A
*
Cuminari
dei. Greci,
della
i Zollinesi
Piiost
i:
pazzia
per
a
suddu
in
ogni canto;
1' tfbbuttati...—^
dicesi in Palermo
mettere
Martano:
li Hìlteiotf..*
su'
cci
Caccamu
è
conversazione:
sciocchi
sono
abbuttatr
gyhé^ghé
come
in
manganando
vanno
in
canzone
(Tanti pop.
alle donne
la
loro
sic.
albanesi
pronuncia.
della Piana
CANTI
A.
Martignano
A
Castrignano
E
a
E
non
E
a
SternatJa
E
a
Soleto
Il bravo
ma
gettano il
de^
levrieri,
cani
sono
ghiande *:
che
mangiare
negromanti,
prof. Morosi
(rubano):
roncone
porcelluzzi
sono
sanno
Io
se
vuoi
intitola scherzo
dieci
di cui
versi
sapere.
risulta
esso
dei
sul
sapiente
amoroso
e
tempi
collocar
giusto
quel
titolo
che
non
di
tra
i
canto
pigliaresul
daremo
non
il
tuttavia che
reciproci affetti onde,
i
loro, ma
paesi
accordano; nella qual supposizione
di lasciar
delPelefante
mai
in
un
forse
di
canto
tiro
a
segno
nuziale, per
uso
ricordi
lo amante
riceve
Taddiettivo
esse
cui
Li
Martano),
tutti si uniscono
nulla
ho
non
notare
che
di negro
pure
son
Alcamu,
strati lu'
unni
nella
dato
le
fitosi,tinti
ho
trovato
l'uso;
nel-
greche; quello
de'
qualche dono;
capitoli
e
da
timo
ul-
alla Morte.
gli scherzi
ninne-nanne,
dei
quali
porceddi*
e
accenno
comunissimo
soscrizione
di ciascuno
nascina
un
non
colonie
delle
dall'amata
gli indovinelli:
Ad
devo
benché
rispettoitaliano,
nessun
Poesia
questi
(in un
quello del
^
conveniva
Comprendo
consigliasseroal Morosi
sità
neces-
ardito
uno
coglitore
rac-
ridire.
Prima
di
ai fatti?
parole e
quei comuni
ed
da
alle
peso
tamente
atten-
fu
Sicilia,
noi al presente
serio, perchè raccogliendo
a
pure. Se al Vigo,
scherzi
gli
non
,
accenna
bisogna
che
de^ canti di
gli
tra
che
siciliano
vespro
storia essi
perchè
canto; sarà,
questo
fatti,a detti,ad abitudini,a condizioni
ricercare
341
MERID.
asinelli:
sono
Calimera
ognuno
DELL^ITALIA
GRECI
POPOLARI
lordi...—
Canto
pop.
sic
un
ciullesch
fan-
pic-
342
colo
DrPOESU
STUDI
saggio è aDche
delle
differisce mollo
di buono
rare
nel
al
in
e
Qgliuolsuo,
terno,
manon
desiquilli,
tran-
E questo apla madre
ella viene
greci d'Otranto
canti
Nei
ninne-nanne.
mai
sonni
non
se
bambino
dal cielo al dormiente
punto prega
come
paese,
può
avvenire?
fortunato
salute prosperosa,
qualunque
Che
esplicarsi.
di
modo
madre
una
Morosi;
quella del Comparetti.L^amor
in
sotl'ogniclima
intenso
del
raccolta
dalla
dato
ninne-nanoe
POPOLARE
delle
rellando
cante-
sommessa:
Nanna
mi
Nanna
Vi
Vi
Tra
scelgo
trovi
candidi
ne
ha
alcuno.
addimandare
vurrei
concetti
infantili
,
fraganti; un
ha
una
solo
ne
invocazione
vaghi
,
riporto,
comune
d^Italia:
Che
lo
non
me
i
nemmanco
farò
sul
aspettare le
Per
vanno
limitare.
innanzi
stando
ftiamme
che
tornano
alle
torni
si faccia
mamma
mia
tardi.
dalle
porte delle
suir imbrunire
canticchiando:
sant'Antonio
Acciocché
pecorai;
chicchetta:
una
la lascerò
dagli oliveti
i bruchi
mangino
I fanciulli di Martano
ad
ve
che
perchè
il grano:
Te
affatto:
luna, lunetta.
(E)
case
e
Custodiscimi
Ti
non
sempre
,
il seguente
0
n'ha
ve
,
ma
altri canti
ad
bimbo
bambineschi
gli scherzi
indeterminati
non
strada,
qui avanti.
il mio
come
alla
mezzo
bimbo
fanciulli
piuttosto canti
e
fare:
il mio
come
sono
Ma
da
hai
bambino,
o
fanciulli in
sono
(Ma)
fa,
nanna
olive,
mi
Acciocché
Che
Morosi
c'è
Piscia
Aju
Quannu
La
ritrae
qualche
detti anche
il
primo
pecuri
tutti
dalla
poesia
femosa
assai
rari, sono
esempio
di versi
eroici
già quasi
decimo
neir
'
Morosi
*
y.
^
la
antifona
cil., pag.
op.
mia
emistichio
belli
di data
poesia
che
cil. pag.
mollo
al
solevano
80.
85.
nazionali,
con
un
penultima;
cento
ac-
oltre
pure
come
'.Questi
della
compiuti
racc(»lta,voi. II, cap.
Morosi, op.
che
sdruccido,
d'Alcamo
e
italiano,
emistichi,
sillabe,quello
sulla
questo
centi
gli altri acpari.Sono, infondo, i versi màr-
verso
nella
o
del
storici.
e
è
di due
si compongono
pel Morosi
addentellato
loro
Grecia,
il metro
di Giulio
canzone
canti
Anche
posino sopra sìllabe
primo
poesia popolare
della
richiede
d'Otranto
Terra
ha com'essa
di otto, l'altro di sette
telliani col
\
d'amore.
che
politici,
del
:
greci di
non
alla
raro
poi l'armonia
tetto:
russi
obbligato sulla sesta, questo
che
del
*;
quasi sempre
volta richiama
v'ha
del
de' comuni
specialmente nei canti
ma
tulle
'i
d'Italia ; pure
mezzogiorno
Qualche
leggono nella raccolta
piscianu, piscianu
poesia popolare
di Calabria
si
siciliano:
mannara
na
ieri.
di pecore:
pisciano
del
3Ì 3
'
MCRID.
pane,
gli embrici
mandra
una,
lo slesso
è
che
per
una
da
ITALIA
di
po'
un
assaggio
questo
Ho
e
dia
i sette indovinelli
Tra
ed
lo
non
DELL'
GRECI
POPOLARI
GANTI
*Nnmini.
quelli della
versi
sebbene
antica, avendo
Grecia
classica,e
principiaredel
intonare
nel
il
parendo
ap-
secolo
circo
le
344
fazioni
due
de'
STUDI
DI.
Prasini
e
rimperatore.—
variamente
dalla
e
Veneti
avrebbero
volta
ogni
di
Morosi,
lui
e
probabilità
la
durante
Italia,
in
a'
tempi
di
^
MoBosi,
è
alla
op.
cit.
metà
seconda
pag.
190
e
seguenti.
del
secolo
X.
che
I
^
cidente,
oc-
tina
bizan-
signoria
Basilio
corgimento.
ac-
ad
,
dire
stata
cenno
oriente
,
quanto
sentasse
pre-
mollo
con
da
trasmigrato
si
breve
qualche
anche
vi
che
colonie
queste
dopo
riceircata
Grecia
tutta
con
il
:
Tha
Esse
de'
L'origine
stabilita
Comparetti,
del
POPOLARE
POESIA
è
DE'
GANTI
popolari
canti
1
MONFERBINI
del
sono
Monferraio
in
Ferrare
prof. Giuseppe
per
la
piemontese.
La
quale,
quella
come
si
Ha
d'Europa.
bastano
di
degli
quei
di
sé soli
per
fornire
a
anzi
della
Spagna,
poesia
di Francia
strambotti
un
la
per
del
zogiorno
mez-
ballate, leggenduole
di
tutta
dal
nella
Acqui
,
diilerenza
a
su
raccolti
-stati
monferrina
poesia popolare
d^Italia,è quasi
romanze
Carpeneto
1^e
di Alessandria
provincia
criterio
POPOLARI
di altri
e
(stramotitt)
e
paesi
essi
ma
se
y
molta
hanno
si discostano
veneziani,
siciliana
canzuna
rimate
rime
seguenti
alterne.
un
nei
espressi negli
dal
poco
primi quattro
e
cogli
e
rispettotoscano
piemontesi
i
versi
e
amorosi
e
dalla
e
sono
tine
quar-
di
rime
quattro
egualmente
sono
vivacità
con
baciate
rime
con
negli altri, salvo, sMntende,
splendidezza d'immagine
stormi
rispetti ottave
un'ottava
canzona
i sentimenti
uni
veronesi
alternamente,
altri,e la
Tuttavia
vilote
gli strambotti
; che
assonate
o
alternate
nei
colle
analogia
la maggiore
d'espressione
dei
siciliani.
1
Canti
FARETTI
annotati
del
strambotti
Negli
e
ed
dal
Racconti
A.
del
D'Ancona.
Dott.
Giuseppe
Monferrato
lo amante
pubblicati per
popolo Ualiano
Voi.
!•:
Ferraro.
Canti
cura
popolari Monferrini
Torino-Firenie,
placido,
canta
E.
di
D.
Con-
raccolti
Loescher,
ed
4870.
346
STUDI
rassegnalo,
occhi
DI
misurate
con
POPOURE
POESIA
cadenze.
gli rallegranoil caore
che
cbe
egli per
egli
vuole
di
amor
lei
brava
alla
Per
le pene
di lui
gelosia gli nasce
(45); però
fedele
vi mancano;
e
cessa
d'amarla
non^
la
di
legarselicon
risulin-nha, rissa
lasijandèe
Nun
parlar con
cuno
qual-
alla guerra
dei
capelli
amante
fettuccia
una
la
le si manterrà
chiamato
lodi
cielo,e
non
siglia
con-
(bindelin)
facoltà:
sua
0
Le
a
(53),e
lo abbia
lasciarla.
a
lei
lo
propositodi capellisciolti,
a
amata
sua
secondo
dal veder
sia costretto
(18),e
la
appunto
che il sovrano
malgrado
le stelle del
pendola
sa-
,
sisce,
ingelo-
ne
se
donna
(39)
grande
messa
quanto
sono
questa
(40). Quando
canterina
due
(strambotto n. i9), caore
,
una
ba
donna
sua
perde (38).
in cbìesa
andare
La
i tei
capelli
disbambanati,
cusi
stretti
Pija in bindelin, poi lijtij
Cunformi
Ma
in Sicilia
incastonati
porta
egli
in
toi
ra
pusibiltati.
si contenta
non
di
pietra diamante
questo; egli li vuole
in calamita:
o
Bedda, ssi capidduzzi 'noanaulati
Sempri davanti
duvissivu
Li
'Mmenzu
Più
^
d'uno
Però
in
allro
tatli li
canto
a
lopghi
tiniti,
ngastati
è dì
e
o
'un
la
e
k"9gbi
ti li 'ntrisiari
laisati
consiglia:
affacciari
pioctottifa' 'mpasilri,
noa
calamiti
*.
disprezzo;qualcuno
lo amante
la finestra
Ssi to' capiddi
Ga
li
petri diamanti
Affacoia
Ca
tèniri
strambotto
un
l'occhi
pinairi.
di
sarlira,
348
Nel
STUDI
Canavese,
bela
0
T'
in
fia, nun
ei fia d' Un
An'
stat
pensiero
è
non
canto
che
tu
Che
altra
d'
ti tieni
ogni* altro
in
popolare
canto
toscano
canto
,
:
regno.
d' Otranto
Terra
:
barone,
un
essere
*.
Magno
qualunque
y' ha
non
fó 1' amurì
meglio
di
te \
Sicilia:
In
figghia di qualchi baruni"
eri
nata
0
Ed
si'
chi
Tu
'nta
'ha
signuria?
anche:
patri
Tò
matri
Tò
Perciò
Canto,
a
Tò
patri
Tò
matri
Canti
'
Oreste
Morosi, op.
y.
di
tant'anni:
ti vinni
tia d' unni
a
pinni,
senza
trasformato
e
ridotto
?
nel
seguente:
Pidda
è
è
scippa-pinni,
lavannara:
ti vinni
?
*.
popolari inediti umbrif liguri,piceni,piemontesi, latini,raccol
illustrati da
*
lavannara
d' unni
Ddó
ociddazzu
un
Ddò
stu
Pidda
Stu
^
è
è
quanto pare,
0
e
di
di Martano
greco
t' lavuri,
Alessandro
un
mancu:
Italia. Un
tutta
sei d'
:
né
pU,
a.
in
in
tantu
bsogna
tantu
padrona
Nemmen
né
masse',
nuovo
Figlia non
Un
te stimar
stimar
a
POPOLARE
si canta:
masse'
un
lo si riscontra
anzi
POESIA
Piemonte,
T' ei fia d*
li
DI
nella
mia
Margoaldk
cit.
raccolta
il e. 305.
Genova,
1855
pag.
128.
ti
GANTI
La
del
POPOLARI
parte più importante della poesia popolare piemontese
Monferrato
Ferrare
le
sono
canzoni, che,
cosi
l'Italia,
per
bei
il
compilatore apposti,sono
raffronti. I richiami
in
perchè
i confronti
domina
di
nella
loro
derivazione
da
canto
avrebbero
al
potuto
ad
accanti
essere
da
analogie bisogna
stessi
noi
È
le abbiamo
notevole
del
vennero
insulare^,pensasse
trascurate
Tra
in
e
le
che
famosa
,
Nigra,
nella,
rapporti
di
ciascun
egli stesso^
che,
stessi
noi
il
a
come
la
del
comasca
del
a
dal
Fer^
quali
Bolza;.la
neziana
ve-
Caselli,state fatte fuori
Parigi,donde
per
la
prima
che
tempo
e
ct"me
T Italia
faceva
la parte
contribuir
volta
sua
testé
di
gende
leg-
(inora.
leggende
lombarda
mon-
diciannove, delle
già fece V alta Italia
centrule, come
indicare
consaltate
quelle province. Sarebbe
a
ritalia
tre:
Titaliana
e
in. Vienna
cioè
d'Italia,
1^
meglio
citate
Wolf
ai
vedute.
italiane,e di esse,,
sette
che
neolatini
canti
il lettore:
dimostrarle
nella lista delle raccolte
il vederne
raro
fare
da
popolare
far
sig. Ferrare, i raffronti a' quali rimanda
volte, certe
latini,
neo-
q.uesllrichiami
col
aridi
ha
popoli
passaggia
altro ^Forse
mi^no
di
dei
punto
luogo
canzone
si ravvicinano
cestii
un
ogni
dar
altri si trovano
quelliche
struttura
popolo
diligentesig.
quella forma
per
da^ segnare
e
un
che
ad
lui, e anche
di
soltanto
in capo
limitati
questi più
raccolta
rammentato
ferrini
che
più importanti
nella
al
come
ad altri per fuori possono
a
ha
349
MOiNFERRINI
monferrine
v* ha
dopo gli studi
quale
F1KRJUB0, Og. Cit. pa^, 8i
.
s'è veduta
.
.
quella
fattivi sopra
la
sulla
da
Domm
tino
Costan-
tragica fine di Roa?
350
STUDI
mitpda nK"glie di
veleno
cirella
Elmigbi,
la
in
pocbe
con
varianti
in Francia
ancbe
nel
corre
con
ricordo
cbe
scudiere
suo
lui ^Y^ba
esso
forse
locale
men
che
liberatrice^
sia La
nel
pure
Cecilia
in
Lombardia,
in
Sicilia,dove
in
al
del
nior(a
,
nel Veneto,
Veronese,
Portogallo, nella Lorena, in Brettagna
tutta.
bensì
ma
dividerlo
a
quello
di
Longobardi
appareccbialo
incontaminata^
Europa
Ispagna,
in
dei
re
avea
la coslrinse
Monferrina
POPOLAR»
POCSU
Alboino
stessa
cbe
popolare
DI
è
non
già
corre
esser
mune
co-
Catalogna,
Venezia, Piemonte,
in
lo è
dialetto siciliano
d^ italiano
parlata mista
una
oltre ad
cbe
canto
un
e
forse
e
di
bardo
lom-
*.
.
,
.
La
Fiorenza
Ferrare
nota
(e. 33) oltre
colla
ad
va
il
è
£
confronta
una
di
suole adoperare, mi
sembra
una
sarebbe
da
nel
corra
^
YediDe
Arietta
*
per
Vedi
*
CBSCH
Ma
buona.
e
a
Cansons
Pblat
riscontro
F.
Navnarelli,
pag.
de
i9ì
.
parolecbe
Studio
pag.
di questo
la terra.
Briz
neUo
CarUs
ancbe
del
figlio
Una
delle
camuffato
la
ba
La
con
con
VE-
%
nella
dTn-
re
più
gra-
da frate
cbe
quale
è la
importazione
vedere
se, ed
sua
titolo: Lo
per
il popolo siciliano
dMtalia, parendomi
restante
un
II
con
Sicilia,ove
per due
bella
e
sig. Pelay Briz
moribonda,
povera
questa è pure
ba
(pag. 77).
monferrina
e
confessore;
mante
del
falsoPellegrino,amante
assistere
amata.
Catalogna, n^
raccolta
tambors
tres
ghilterra,ballata
ziose
della
della
catalana
quale Los
Provenza
,
hija del Mallorquin
^mvana
della
FhiranQO
,
il
riscontro, come
trovar
a
a-
non
continentale
in
qual modo,
indubitato
doversi
eompdralivo su' canti popolari
66. Borna,
di
tip. S|nìmberghi, 1871.
volume.
populars catalans
colleecionatos
per
Fran-
Barcelona; libreteria de A. Verdaguer, i87i, pag.
65.
POPOLARI
GANTI
in
cantare
la
tutta
anche
dell'Isola:
nel
penisola. Io
la musica
e
è
non
l'opera conslmile
si
inoltre
Enlèvement
blauc
di
Provenza
è
questo
':
amante
o
nella
più
è
che
di ^anti
Le
La
Retour
vueita
del
dM
secondo
e,
di
ces
qualche
*, Costantino
^
ChanU
Metz,
Chants
1862-64,
B
*
^
Bella
1863,
populaires
t.
ff. 904
e
Marcoaldi,
'.
la
mento
Argo-
—
di
quello
pur
o
e
un
volontario,
amata
moglie.
o
raccoglitore^questa
Peregrino
bella
della
colta
rac-
Infante portoghese,
dai Croisé
Moglie fedeleveneta;
cantatrice
drnis le
39
nell'A-
Ceinture
na
moder-
della Grecia
colonie
de No-
greche di Sicilia
Pays Messin,
par
le C*
Th.
de
353.
de la Provence,
recueillis par
Dam
a8E
Arbaud.
Aix,
397.
Paris,
I, pag. 166.
delia
mia
ViLLEMARQUÉ,
Fauribl,
pag.
il Ferrare
mio, La
piccolo delle
poì"ulairetrecueillis
PuYMAiGRE.
*
il
del
comasco,
nel-
nel Pére
lorenese, VEpouse
mari
alcuni
e
sua
il
altro richiamo
*, La
Bretagna
è
proL Milà;"4
bretone, il Riconoscimento
^
siciliano
dalla
vi appone
fessore
con-
cosi
lungo, forcato
da
,
catalani
amante
raccolta
del
stesso
riconosciuto
Blancflor
è
romanza
cita
poesia popolare
i richiami
Secondo
lo
questa
per
Gìtenage
della
Jigure
anche
confessore sono
de
riscontro
.che reduce
sposo,
via^gio^ non
Ermite
un
perfettamente
celebre
Frate
zarre
biz-
e
iacesse
poesia rusticana,
Metz, n^W
di
curiose
l'idea d'un
come
questo
con
confessore^ canto
mante
che
cata
pubbli-
e
luce
molta
aversene
nella
nuova
punti di riscontro
V
più
una
Monferrato, potrebbe
parte. Aggiungo
raccolta
ho
ne
cietle
come
se
35i
MONFERttlNI
ChanU
1825; Marcellus,
raccolta.
Barzaz-Breìz,
populairesde
Chants
pop.
de
pag.
234.
la Grece
la Grece
moderne
moderne^
t.
II, pag.
pag.
lo5, Paris, 1860*
352
e
STUDI
\
Calabria
il Ritomo
*. V^ hanno
ha
siciliana che
Madona
ir
San
—
sa
caro
sformata;
tra-
leggenda
una
Cosi
p.
sacra
e.
nel
mez
me
Rar
testa
dui
a
de
camino,
ì' ho
a
Battista,
Zuan
?
figliolo
car
ladrun
li
lo sci
figliolo.
Battista, san
ZUan
An
pir
Battista:
—
vidilo.
titt
fiagillato,
spini-incoronato.
—
alla Veronica
siciliano voltandosi
il
dialogoqui
solto
ri-
S. Giovanni:
Ha
'ncuntratu
-^
donna
'na
si vota
affntta
e
Tu,, donna,, ha' vistu
Vistutu
Beddu
—
cu?
ca
Io
unu
cci'
F. LiEBRECHT
nel
la strata,.
scunsulatar
a
mè^
Flgghiu passari,.
pò assimigghiari?
lin'ajuvistu pi
'nchiajatunni
ITnu
pi
lavurala,
'na^ vesta
nuddu
jia...
chiamata.
la Vironica
era
caminava
circannu
Figghixiso
duci
Maria
Màtri
la Santa
Lu
Idd'
vosi
la strata,
'ncuntrari....
giornale GòUinger
27i.
909
della mia
raccoltai
Canto 963
della mia
raccolta.
Canto
certamente
Sei-
si riscuntra
Zuan
san
Quannu
**
u"
Si si. Maria,
—
'
v"a
vidìto ir
Avei
pag.
cui ò stata
orìgine comune.
na
prim che
Riscuntra
^
de nouestre
eguali ad
si
sirchèe
va
Ant
a
quali (numero
si ha:.
Ra
nel
de^
cilia
Si-
brevi
tre
Passion
colla
air
monferrini
Cristo, l^ultimo
interi versi
accenna
Ra
E
di Gesù
di tutta
carcerato
fra i canti
provenzale da
ed
monfeFrìno
POPOLARE
deWamante
riscontro
trova
ouresoun
gneur
POESIA
ancora
canti sulla Passione
liO)
DI
*
geUhrte Anzeigen del 1867^
GANTI
L^orazione
di
lexi
di
s.
zione
me
Giovanni;
Di
nella
^
cui
i Catalani nella
ton^
pubblicatida Briaz,
com'è
passato,.
Battagliadi
p.
e.
contro
quello che
nel
per
nostro
in
i
deve
Sp^dizioaein Egitto
j.mdt
non
vi
Chamont
MuNTJOiE,
L.
*
*
Arbaud,
ove
ecc.
pass^a
pojmlairesdi
pag. S2.
quasi
si
esso
1706
e
Ebbene:
significato
espresso
voglia.Del
chilo
se-
la guerra
originariamente
si-dà
a
vedere.
V'è
raccoglitoreforse perchè
senz'altro
inosservato:
t» Frane*
fu
(1812"e Dopo
dati sicuri lo colloca
trova
immaginari,
"
il
1799.
anno
del 1814, -che io credo
una
del
colo
se-
di vari canti che
dire
che
italiano e poi piemontizzato come
cala-
del
antico
arditamente
venne
del soldato
i Provenzali
colla
un^po'di pjrati«a
ricordarsi
romanza
pure
signor Fer-
di Torino
TUmbria, per la Toscana
una
Vielle
populars
più
non
ma
nella
Saltò.
repubblicani deìV
c'è la Madre
Atipia, canto
di
e
V Assedio
rispetto',^pelPiemonte
un'aria,o
in
Candi
anche
scontri
lontani ri-
il
che
del 1796. Chi ha
Ram
poesia popolare italiana
nacquero
e
non
con
e
de la terra, ^ants
storico e' è,
canto
',
Vella^romanza
cita dalle Cansons
la
trovasi
(canto 95)
vielho
raro
Qualche
simile
le^
tano
signor Gae-
hanno
qualche particolarità
con
bella
una
l'erudito
molto
monferrina
-
della Storia di San-
ove
Casteltermini,
il titolo La
sotto
fondo
in fondo
e
de Sant'A
SilVouresQua
raccoglieretesté
Sposa
Vecchia
francese
in
comune
facea
ne
io stesso
ha
353
MONFERRINI
Alessio, consimile
Provenza,
l'Alessiatanlo
POPOLARI
fra i canti
essendo
et modem$i
aneUnnei
che
il
elattées par
Paris, Garnier.
op. cit. t. II, pag. 148.
Canti popolariumbri
lia G.
pubblicati
Mon
n
nella FatiUa
di Paiermo
II* serie,fase. VII.
G.V PiTRÈ-—
Studi di pouia
popolari.
23-
,
354
DI
STUDI
Ferraro,
accurato
anzi
note,
de' dubbi
potuto
se
Del
e
è stato
poche
fatti che
di
quello che
rimanente
che
la
nell'ardire
monferrina
poesia romanzesca
città dei
Molti
nella
bellicoso,
di
della
tempi
fatti della
viaggi,vuoi
delPamore
e
hanno
Piemonte
«e
che
invano
cercarono
hanno
ora
una
di
una
delle
più
Mentre
note
io vengo
Europea
alcuni
Associazione
V
la
curiosità
dell'anno
Ad
di loro
donate
abban-
asilo
paciflco
loro, mariti
del sangue
sui Canti
e
la
di
esaltazione,
formano
una
mondo.
scritto dettato
passato, il sig.Ferraro
an.
ecc.
compariscono
nuora
popolaridel
del De Gabernatis,
187i.
canzone
ciulle
^danzati,fan-
battibecchi,che
stampuniJo questo
begliStudi
nei
forza d'amore
dai loro
compianto^ ora
suocera,
scandalosi
e
nel novembre
Rivittn
di
ora
Solo
eterni
galante.
punite
spose
poi trovarc^o
ma
paesi
simulati,
fughe,rapimenti,ritorni
canzone
amore.
coi loro
^
prove
monasteri,genitoridimentichi
non
gelosi,iraditpri
di
disubbidienti,ragazze
alle più dure
messe
0
nei
di natura
debolezza
per
si
Vi
rnutilmente
infedeltà,
vergini uccise innocenti,figlie
per
0
reschi,
guer-
trasformazioni di fatti
di
fu""ri d'Italia.Amanti
Thanno
e
cavalleria.
«cepcheFebbonsi
della penisolatutta,in
rispetti
come
nobile
gaia scienza
vita xhe
spicca
ricordi militari
sono
spedizioni,vuoi
^
urto si mostrano
creder
a
indubbiamente
che
cose
antichi,vuoi
e
là ha lasciato
e
qua
di
generoso
lievi fatica avrebbero
con
tra tutte le altre dell'alta Italia nei
trovano
molto
comparire largamente illustrati,
presentarsi
non
oscuri
meno
scritte si
nomi
su
POPOLARE
non
sempre,
ha
ne
POESIA
neU'
dà
blicato
aprile e puballa luce nella
III. fase, di maggio, giugno
e
glio,
lu-
popolati monferrini; Firenze, tip. deUa
essi rimando
il
origine*la provenienza, gli elementi,
lettore
V indole
che
desideri
delle canzoni
conoscere
del
ferrato.
Mon-
356
STUDI
'N
ninti.da
hauau
suli
Nesci
POESIA
DI
POPOLARE
mangiari
caddiari.
a
,
Da
nejr
Pescostanzp,
Imbripni
ebbe
jesce^
E
rescalla;
tutte
E
rescalla
chella
Che
E
q
basti
ai
i
chiama
se.
D'Ancona
del
signor
novelle
e
note
novello
letterari
Canto
Ferrare
vari
alla
acconce
ed
ed
768
la
molto
loro
aiuto
d'
Italia,
di
studi
agli
1871.
m^
raceolta,
e
la^nota^
.
di
Canti
esse;
canti
conti
Rac-
e
editore
canzoni,
con
visati
av-
dro
Alessan-
e
fatto
conterrà
etnografici.
della
di
s'è
quale
sono
volnme
pregevole
intelligenza
efficacissimo
si
Comparetti
biblioteca
dialetti
bene
biblioteca
della,
Codesta
i
".
Peppa
Intanto
italiano^
secondo
Aprile
'
Nota
col
Loescber.
ben
vecchia
incominciando
popolo
:
chiante,
Domenico
del
canzoncina
segaente
professori
signori
Vittorio
signor
sante,
raffronti.
coi
monferrini
la
sole
il
aqailano,
pabblicò
e
Jesce,
Ahruz^
il
fiabe,
illustrazioni
di
3torici,
che
verrà
filologici,
CANZOm
DELLE
POPOLA"I
S4RIXE
LÓGUDORO
DEL
All'illustre
poesia popolare italiana,dopo
La
è
studi
stata
Lei,
per
Ella
pubblicazioni che
le
graditi:e
e
oggi
nostre, venga
poesia popolare
della
queirisola
così
feconda
È ben
ricca
che
vero
un
e
si è
non
io m^
se
sentono
Il
non
canto
'
Le
BouLLiBR.
di
aver
una
popolare,
Dialecle
né
Paris, 1864.
di
non
ha
mi
muove
cialmente
spemai
occupata
ad
di
genere
favella
illustrare
e
questa
di storia
risposto a' bisogni
dei
fatto la debita
veri
popiUaires
canti
de
tra
di questo
la
\
ma,
che
si
popolarisardi.
distinzione
stabilito i limiti
el le» ChanU
della
gusto
connazionale, il sig. Au-
suo
lo addietro
illustrazione
egli
poco
prestanti ingegni.
egregio
inganno, egli
per
popolari d^ogni
Boullier,s^è posto ultimamente
parte negletta per
amore
suo
alcun
questo
tradizioni
a
nobili
di
A
la S. Y.
di fare tra breve;
di tanto
ad intrattenerla
Sardegna.
òhe
il sapere
promette
e
ch'io^lieto
quindi permettere
cose
come
ha fatte
le dotte
argomento
sono
ne
rena,
Lo-
degli
uno
,
più geniali
vorrà
della
illustre amico
ed
cara
la francese
Sardaigne
e
poesia
di
par
e
quella,
AuausTS
358
6
DI
STUDI
Tane
dove
finisca
e
possa
questo
profittodi
Né
ciò
Son
dove
e
chi vuole
andare
rimane
tuttavia
i Canti
^?
1833
persuada
non
gente
se
privo
Il
in
del
a
si conoscerà
sono
fatti
di-
Cagliari nel
poesietempiesi^stampata
altre; ma
quando
contrario,
sarà
in
componimenti più
questi ultimi
saputa, dimeno
non
ignote ed
fonti
editi in
altro che
nelle
fino
a
dirizzo
in-
della lima
il lavoro
tant^è
altri
con
da ritenerle
o
Tarte
che
buone
come
vi
ragioni
opera
di
letterata;il
mediocremente
del poeta
la vergine natura
affatto d^istruzìone.
.
Giovanni
can.
avendo
atteso
ed
a
vari
di
poesia popolare esclude
in
che
e
sempre:
canzoni
sì muti
non
queirisolanon
di
*?NieDt'
che
apparisce meno
si vede
finché
imperfettamente.Che
che, la Raccolta
letterari. Forse
meno
questistudi.
pubblicano
si ricorra
non
e
sempre
1859
in
gna
poesia popolare di Sarde-
popolari della Sardegna
nel
Sassari
notabile
con
Boullier.
rusticane:
popolare
si conoscerà
0
e
non
Si raccolgano pure quante
inesplorata.
ricerche
il canto
anonime,
fidanza
i Sardi
che
libro
il sao
adiientro
del
la 'vera
vogliono poesie
nelle
mai,
molto
può dirsi solamente
già quarant^anni
si
fa si che
a
sieno
Taltra,e quali
cominci
lato consultarsi
popolariin dialetto,e
più
POPOLARE
le fonti d^amendue.
i caratteri
per
POESU
benemerito
per
eccellenza,
alla pubblicazione dei proverbi e del
bolario
voca-
rente
indiffepoteva rimanere
fuori
dal 1863 al 1867 ha messo
ortografia sarda, non
questo
volumi
Spiano, il
tesoro;
di Canzoni
i
Tipografia Timon,
*
Presso
e
popolariin
yol. 1 in 10.
Giuseppe Dessi.
dialetto
sardo
centrale
CANZONI
POPOLARI
SARDE
logadorese \ Ma, per quanto
ossia
in queste
anche
dei
tore,
in
ogni parte
pressoché infinito
parte del
versi
da
centro
nelPalta
come
come
otto
pensiero
;
d'amore
lieto
o
é
verso
compendia
in sé
è invece
torse, ma
strofa. Non
un
l'arte
cerarne
rima
metro
ottava. Jl
non
solo, ma
é
provin-^
racchiuso
e
bagliore di
proposizione
che
sa
popolare
sempre
sardo-
lungo
svolgesiin
trovarne^
una
ado*
e:
alla^ ottava
poetica,dalla qjiartina*
(qìAartìnas)^
tica,
serrada)^ dalla safficaall'anacreon-
dai quinari
pindarica alla: petrarchesca ; versi,,
agli endecasillabi^a?
e
dodecasillabi
tempestose
passionidell'amore
Sardegna,.a vedere,
tarde
ecc.
tutto
si
gomento
ò l'ar-
dove
iardo
centrale
ostia
sono^
no?
poetico isola-
perde nel
lamento
popolaridel Logudoro, Cagliari,1863. Canzoni
lari inedite in dialeHo
Cagliari,ÌS65;
baciati. L'amore
di questa poesia;ma
prediletto
sempre
Canzoni
non
quanti
sei come[
di letterati noa"
canto
della brevità
compo**
lampi d^ispi-
una
mano
componimento
{octavarima
dalla
le audaci,
una
un
certamente^
quali
o
numero^
nelle
di affetto
in
che
tanto
un
da
Italia,
proposizione;ma
una
talvolta io» tutta
d.^àmore
"
ponimenti,
com-
della gente
brevi
sfortunato,con
Orasi.
Ogni
da
eccj
nei
componimefiti
d'immagini, forza
In
né
delPau-
nome
sempre
razione,,vivacità
cape
lunghi
poesia
formata
,
più.meridionali
che
il
di stornelli
rispetti,
di
da quattro
nimenti
un.
d'Italia
la
formano
peninsulare che sia,è generalmente
ce
che
Tutt'altro. La poesia popolare italiana,insulare
minuta?
in
pesi, dirò
talvolta si sconosce
quali
essi i soli che
sono
ma
mi
poesie vedesi, generalmente parlando,il
popolare.Esistono
canto
3S9
LOGUDORO
DEL
logudorete,Appendice aUa
di
popO"
1* p.
360
dolore
un
01
STUDI
allenito mai
non
dalla
Qui,
metafora
della
d'una
la
descrive
le
bella,la
esorta
monisce
a
poca cautela
sua
lo manda
la
QuaPé
d' Italia anzi
manda
ed
Europa, di*cui
sempre
si conosce
dal
dire. "ron
anonima.
sarde
canzoni
hanno
di Pattada,
Macomer,
e
in altri
riflessione
di questo
e
del
di essi furono
limitarsi ad
non
gente
perché
ba^no
minuta., ^^
una
daè genere
Ella non
é della poesia
il loro
in
autore, quando
Melchiorre
ancora
Dode
in
in
da
Luigi
dazieri, in Melchiorre
improvvisatorie poeti di
passato ^secolo., So bene
che
analfabeti;^ina
o perché le lor poesie
sola
famiglia^che le.conserva
ricevuto universalmente
però
nw
0 perché
deirisola,
volute
tore?
dell'au-
Eppure settantacinque.^o-
quando
Murenudi
col
rosa;
il.cuore,
il nome
nessuna;
me:
di. Silìgo,
in Fr. Pielro:Mdfia
alcuni
gala
re-
^ popolare)amorosa
Bitti,
«quando in^Di"pgolAele,'e quando
Pinna
le
una
anche
ora
sua
Tam-
stima, o
raro,
togliequalche*^
componimento.
Cubeddu
Luca
Ora loda la
occulta
amante
.la donna),
popolare l' essere
conta
pene,
circospezione:or
e
Sicilia lo
poesia .(intendo
d'
ne
aliena
pra
dall'amata,
le sue
morte.
nella
una
trove
costante; al-
corrispostobenché
perseverare
di
suono
prende congedo
lontananza, enumera
sua
perdita
parli p^iroled'amore.
le
Se
sia
non
garofano (in
garofano
sarà
il poeta la
canta
nave,
malattie, invi»ca la
sue
della
un
né
delPamata.
bacio
ardente
un
il cuore,
perchè
piange
perché
sguardo pietoso
ano
fidanzala;là, deluso,si figura nel
sua
lamentasi
il
d^
speranza
cetra; o, raffreddato
u
da
,
confortato
sotto
POPOLARE
POESIA
di cui
son
non
corse
il suggellodella
dall' una
nacquero
parliamo, fatto
scritte
mano-
neUe
è che
l'altra
punta alcondizioni
tali
poesie
CANZONI
paiono
POPOLARI
differenti
po'
un
Lo
Spano
una
stessa
in
accenna
vomente, le canzoni
un
ben
noto
canti.
che
Ecco
se
comune;
labor
frase)che
di bocca
a
un
tal fatto
in bocca
per
al concetto
è mancato
quel
nel
entrare
ben
sono
lontano
regalatecidair
stanza,
del
tesoro
canzoniere
d' arte
maniere
son
e
virtù
certe
e
là
potrebbero
non
che
la
più parte
intesa
in
altre cosi
Un
tra il canto
volume
del
di Canzoni
di
di
escono
esse
ferie
1870.
:
popolo e
dalla cerchia
la
senza
e
messo
entrare
tra Tuna
poesianon
popolariinedite
.Canzoni storiche
gentili
più.Ma vogliodir
popolare:e
centrale ossia logudorese ^ testé
Seconda
mento
senti-
aver
che
,
quella della letteratura,stanno
meglio
ba*
gustarle.Certe
non
esserlo
di canto
a
rivista le
a
non
,
qua
pregio
lingua. T'hanno
di
bisogna
di affetto per
cosi attraenti
le
passarne
poesia,di concetto,
che
le canzóni
conto
anzi
prof.Spano;
delicatezze
e
in poco
tant'agio da
aver
di
tali grazie
dal tenere
illustre
vorrei
e
bellezze tutte
^
passando
meno
popolo.
Io
0
limae
dagli altri questa
venir
può
non
provvisa
im-
costanze.
le tali cir-
con
e
diversamente
canto
nuovo
ad
s'informa
poesìa non
po'
un
di versi si recano
lo invitano
e
le
popolare,
il tornio
(adopero
,
la
perchè
non
paese
poesia sul
una
bre*
eglitocca
di persona: essendo
vaghezza
del
di
circostanza,
parlicolar
per una
nascere
più esempi ari
a
conferma, cosa
quanti hanno
che
loro
di
incontrastati
parecchi luoghi
poeta più conosciuto
del
361
bisogno specialedi famigliao
per
dal
ed
dai veri
ciò
canzone:
lOGUDORO
DKL
SABDE
e
lamente,
somunemente
co-
fatto
af-
l'altra,
illetterata.
in dialetto sardo
fuori dallo
Spano,
mercio,
Tip. del Comprofane. Cagliari,
362
pare
DI
STUDI
vogliain
autori,e
si sente
di scuola
rettorica,ed ò puro
di
Delogu,
casa
fascio di
un
la
trova
e
moglie
spirata;
getta le legna
Cudda
fiza
Cum
piange
che
ed
terra
per
improvvisa un
penada
si r hat
Fiza
de
Chi mi
rasse
ottave
collida
amore,
contristant
fatto
un
d'Oristano,di
:
cutn
sudore;
cui
affatto
fu
mira
sos
!
affannos
floridòs
sos
di
Segnore
su
annos!
Esploratu canta
tragicoaccaduto
in quaranta
1777
nel
spettatore.I pensierisono
nel
per consimili
analoghi a quelliche
il resto, vi si trova
e
il
giorno
neirultima
consacrata
del caso,
come
componimenti leggendari.Eccole
Cristianos,bos prego
De
tantu
ispassiusu
suol
golfo^
gende
legtutto
strofa Panno, il
essere
nei
lunghi,
quest'ultimaottava:
istare attentos
chi ode
-
di gente
i poetiignoranti.
Tacendo
sogliono significare
mese
-
dolore!
cum
trabagliaet
Giampietro Padda
ed
è questo
ora
tempus chi mi l'hat tassada
pagu
Como
minuta,
figliaor
una
ti siat et donada
cam
cura,
Pro
sette
di
slancio
e
costaiat,et l'hapo pesada
Mi
Un
sa
legna sulle spalle;entra
il cui cominciamento
guato epicedio,
Beneditta
non
dice analfabeta, ritoma
il raccoglitore
che
camporelle con
dal
sie
poe-
mondo
Raidi Bitti,
improvvisatore
mediocre
Un
popolari
in molte
affetto
ne
ranti
igno-
non
verginalefreschezza,che
spirare una
nò
esso
veramente
son
d'Italia.Anche
altre contrade
passionesentita.
in
che
rispetti,
nove
quellidi
come
centoventi canzoni
qui. Tra
quarantaseid'incerti quantunque
che
meglio
di ricerche
guisa allonlanarsi dal genere
certa
slate fatte sin
ha
POPOLARE
POKSIA
resulta;
364
distendere
no
pregevole
Una
in
ai
libertà,e
piange la
triste sorte
Fiore
De
canes
sos
istare
a
torret
qual rispettovuoisi
nei
canti greci di Terra
in
facendo
più
a
presta
vedersi
^
6.
voce
d'Otranto
essi
suo
s' amore
so
come
applicata,
cane^
nei
e
canti
appellano cani
lo sposo;
lor sorte
,
e ripetendo:chi
fiore^
in
e
proverbi
ì cristiani.
infatti le
gazze,
ra-
prendono
un
est si
amore?
che lo Spano
quest'altro rispetto,
dalle ragazze,
e
volume:
mia, ohi s' amore
Ch'haja posta, et prlvada
Como
campagnìa.
la
notare
fanciullo
del
ohi!
in
sardi è chiamato
dicendo:
cantare
antico
penserì,
prognosticidella
fiore in mano
mia!
Maria
ai Turchi; mentre
siciliani,
nei canti
gherreri.
anima
corno
e
Nel
udiva
perduta
timiat;
non
istamus
Gesus
In
mi
cara
sa
duos
prego
può
condotto
e
lui la
a
che
valentia
fit sempre
Turcos
sos
has
Ambos
siccome
amante,
suo
in Barbarla,
mustràt
cosa
a
Coment'
Fiore
del
bella, galanu et lezerì.
Contra
Chi
sta
que-
lei :
a
ch'est
meu,
d'ogni
Eo
tando
ripor-
^
uomo
fatto schiavo
venne
faccialo ritornare
In
sarda
rispetti
popolaridi
prega il cielo che ridia
onde
Fiore
di tant'
sa
veri
ma
coi Turchi
attacco
in Barberia:
pochi
si
storia
raccolta.
fidanzata
un
pagina della
che
quel
eccomi
ora
POPOLARE
POESIA
bella
una
disteso
per
Ed
DI
STUDI
in tristura
a
Spano, hella prefazione,pag.
mi
mala
6.
nd'hana!
gana
che
è forse
il
Gha
m'hana
mi
Nel
seguente
alla
sua
torrare
donna
una
E
mantenet
Chi
Ahi!
Si
suave
odore.
Dormi
E
e
se
esse
cum
mando,
bella
chi
sonnu
si ritira:
mia.
serenada.
a
ses
suave
cras
a
ischidada:
e
galanu,
.
manzanu.
dì persona
ottave
popplarìnel canto,
corrono
e
ponet agonia
due.rrecenti
pure
noite
tranquillae
bider
a.nos
V" hanno,
la buona
ischere
comò
coma
nella forma, significano
qualchacosa. Ne
Salvatore
Cossu
affabile ed
ed
una
di
integro poeta,
sui benefici
Italia, nos
'Pro
su
Da
chi
costas
ses
ti
ci fa sapere
ses
ecclesiastici:
bene
capricciu de
cara
ti
liberale,ses
ogni.filude.
Fatta
secondo
di grande
bona
fagher
una.'
avara
fortuna;
insipidaet
amara,
lafodosa, molesta, et importuna
^
modo
è autore
ingegno,,
lo
Spano;
la legge
impjovvisata allorché applicossi
fu
esse
della^sovratassa
In
Cbiaramonti,uomo
letterata,
in certo
sembrano
di
rosa
isposa
i su.lentore
mi
cantu
una
giardinu.
e
ti
la passes
manda
amante
in sinu.
le dà
notte
Bona
Dea
rosa
e
ti la ponner
tro
questuai
in
in
coment'
Jss' est frisca,
Li
a
:
Ch'hapo segadu
deghet
meu.
Fiore.
su
lo
(rispetto)
mu^
Bella, ti mando
Pro
Fiore
su
365
LOGUDORO
DEL
depo nessi
mi
podet
adorata
Ti
'e
privu
Incumandare
Se
SARDE
POPOLARI
CANZONI
366
DI
STUDI
levas
Cam
L'altra
i
è sopra
POPOLARE
et
impostas
milkares
bochis, già
ispulpas,DOS
Nos
POESIA
che
tempi
costast
nos
è questa:
ed
tempos!
Tempos
totu
Tempos
ch^istana
mundu
su
chi que
dipenderet dai
Sa
'Vida
anche
nados!
mia
manu
in
istat benzende,
semus
giambaia.
morte.
sa
prò
dìceloSpano
ne
peorende,
sempre
in
Si
Tradizionale
giambados,
et
et disordinados.
nois
Iscuros
tempos bidende:
ite
confusos
'a chie
Ischur
che
oh
oh
Tumultuosos
Sardegna
è la
propositodi
a
dria, improvvisatoreanalfabeta,emulo
Pietro
.Bezzu
:
Io mi
e
del 1866.
.In
.
notte
una
.
sfida;ed
del
venne
cosi per
un
paio
d'ore
in vari metri
una
gran
con
visitarmi
il detto
tiravano
avanti
di tutti. Vidi
imitazione
con
temi
in
e
verso
di
ancora
con
compaesano
suo
strofe
tanto
cantando
ed
sando
improvvi-
lo stesso
idee sublimi
dei cori
con
di
filo;e cosi
da meritar
plauso
l'ap-
giovanetti,che
proporzionateall'età.La
Orosei.... Due
uno
prontezza
questi grandi disputavano in poesia tra
ed idee
ambi
maraviglia era quando
Tallro seguitava
ragazziGiuseppe
stessa
Canu
da
d'animo
ed armonia, mostrando
La mia
gio
mag-
questo
prontezza
quasi i pensieri,tenendo
indovinando
vicenda
senso
forza di mente.
principiavail primo
a
restaroBo
di Pa-
villaggionel
a
quegli rispose con
vena,
Più
concittadino
suo
Bezzu, ed avendogli questi dirette alcune
scuoterglila
quel
ecco
fitammarid
in questo
trovava
poeta, il quale vi trovò
fecondo
e
il Cossu,
vivente
correvano
scena
di 10
ad
loro
mirai
am-
anni
Salvatore
e
poetica
brare
in
due
'"e
Gianuario
Capra
diresse
Su
campana
chi
daUletto
e
Jsio
chi
mi
Non
nd'has
si non,
intanto
*
Cile
la seguente
a
bae
tenzone
sordo
guarda
ammalato,
suo
andò^
sano
compaevisitarlo
*
chi chinnii
*.
punto sul ;vivo, alzò la
sta
te-
sìccaii
vita
mea
perdo
ere,
creerà,
e
impiccati!
il nome
di
Sicilia
da
te.
prò
un
un
Capra
della campana
è anche
noto
Giuseppe Capra
incognito curioso
ripa, risponde
con
il
de-
ti merita
la
che
senza
che
nel
Tolu
ti iiarrer,
sa.
popolare.In
Suono
parola è
dolu?
movtu
cheres.
Si mi
^
si lasciasse
sdegnato .gli
.rispose:
prò
iscas
mare
che
senno
tinnii
Zuseppe
P-FOìte ehi
sfidato
sem-
strofa:
l'altro, il Capra, i^ntendosi
è il
Tuno
da
dormidu,
668
credei
Non
trovavasi
paga
pesare
Iscas
è
ed il
che
sapendo
fagbet cannidu,
sonu
de
0
Tolu
la seguente
Ischiati,sì
Noti
stessi
improvvisatoriignorantidi Orosei, vissuti
Sa
E
della
significato
il
tutto
Giuseppe
,gì\
da loro
senza
lizza
attaccarono
la serietà
era
cantando
secolo.
corso
presenza
dall'altro (pag. 332-23). i
Sfida
.
mia
a
367
LUGODORO
DEL
popolaricreali
temi
mostrarono
ore
vincer
tra
12,
poeti veterani,tanta
più
per
di
Zori
sopra
SARDE
POPOLAHl
CANZONI
fessa.
occhi semichiosi.
che
:
di
nella
sia
poe-
Salaparula
di sapere
qual
368
Dia
Riporto an
fa le pia belle lodi
del
volta
che
provò
la
tutta
la felicità che
cieco
non^ode
sole, a lui
sente
il
questa
mai
verso
leo
di Fonni
forza
Malocca
Chi
tras
che
superbia
tua
falat in
et
macca
sa
rocca.
vana
basciu
la
colloca,
S' ispada durllndana
in
forte fatta
Piùs
Chi
in
logu
cant' è
pitisla
Vedi in qciesto yolame
a
corpo
pag. 218.
bogat
s' atta.
^
dei
i^
coiristrur^
vandosi
tro-
volle
fioftigati,
mattana
qiJii
porto s' ispada dorlindana
palmos
in
e
del
tenebre
latte ? Or
:
Pro
sa
nelle
di nome,
fiuperure
povero
lo relazioni
per
più^per provocarloa
fadiga ne
-
stellata,
notte
avrebbe
saputoloesclama
mi
e
Un
dei sensi
Pro
Sa
^
ma
tando.
can-
tramonto
d'una
conosceva
,
pgetica.Jtfurenu
Non
che
stico;
cau-
improvvisare.Era
cose
non
poeta Malocca
recarsi dal Murenu,
qualche
egli
tempo
colori nel
delle
in
che canta, tru-
intelligen"icollocata
cose
predica
.questo mondo.
le bellezze
rumore
rara
il famoso
lui
ed
potuto svdupparsiper. mezzo
zione, quante
da
uccello
paesaggio dei
chiudono
si
solamente
fatti. Se
avesse
il
scrive:
cose
molto
tutto il suo
nel cantare
in
-
Bosani, e perciò qual*
accecalo
provava
TO
Raccoglitore
Provocato,era
Passava
consolazione
vava
di cai il
un'intiera
in odio i
il carcere.
di Macomer,
fra le altre
recitava
la sentiva.
Egli, a guisa d'un
sua
Marena
Harghioe,
specialmente aveva
\
hannu.
nan
memoria,
gran
fanna,
pag. 331, ove
a
sola volta che
una
avi
di Helchiorre
mutu
ana
POPOLARE
nan
graziisci ripa
coQtemporaneo
Aveva
POESIA
chi
la mari
è
li
E
mèro
DI
STUDI
sentire
tenzona
CANZONI
Ed anche
re
quale
rispostavinlo^ si parta poi
Di
graziose sQde
precedemi
storiche
e
libri di
a
brevi
molto
e
di
lasciò molle
nel
canzoni
trascrivere
a
sia
cotali
differenti.
velate
erotiche
gran
forza,
metafore
sotto
in Porlo
giorno
la vittoria l^osilese
Torres
a
reggiare
ga-
gli parve che
Pietro
uscì
Dorè
seguente mutu:
Chi
Pedru
Cando
eh'
Ateros
che
Similmente
inoghe
a
su
ode
bogat
gara
due
agliudi tori che dicevano
m
di
altri
la
Canzoni
Appendice
sua
bogadu
festa.^
sa
sentendo
Tissi,
poeti,si
corona,
ardore,^cosi
principiòuna
raccontava
leadur
eh' hat
Satta
Tomas
testa
sa
hat
paonu
Pietro Chercbi
improvvisare a
il suo
boghet dai
si Fa
Dognunu
^
fo
Ploaghe improvvisatoredi
un
delle
una
largamente provveduta
poeti suoi pari.Quando
tutti meritasse
tra
èr si
metri
canzom
altri
mordace
e
volume
questo
se
popolari,mi
libere,trovossi
con
pronta
gli
dar-
scornato.
e
sapendo
pure
composizioni in
Satta
cui
Spano: l'appendicealle
Non-
Lei, che
tradizioni
Tommaso
ehe
dello
profane *.
a
confuso
altro,volendo
qualctie esempio appresta
raccolte
giunto fino
d'un
provocarlo;dalla
a
sce
na-
poeta che rada per la maggiore,
un
attratto dalla fama
berta,vada
lo fece
che
Sicilia;
perchè frequenteè nella poesia
siciliana il fatto di
il
la
in
la occasi(me
e
369
LOGUDORO
DEL
SARDE
questo argomento
comuni
son
rustica
POPOLARI
e
non
in
slanciò
una
i"
festa
mezzo
potendo reprimere
lutigacantata, nella quale
vita:
popolari inedite
in dialetto tardo
alla p. 1* delle canzoni
ttoriehe
e
eenlrale
ot$ia
logudorese
i,tip.della
profane. Cigliar
Gazzetta popolare, 186".
G. Pitrì.
—
Sl%^
di poesiapopolare%
^
.
370
STODl
A
SU
zegu
cantemos
E
logu
totos
tres,
dai
Fiammaridas
Il Cherchì
era
Lo
argomento.
foga.
Cubeddu
logudoresi,ove
villaggiodi Sorgono,
tre
belle rose, accadde
ragazza
a
Rosa
dimandas
Ma
si tue
Rosa
Barbargia Beivi
nel tornare
e
matrona,
hapo
^
tentu
a
Beatu
Orrù
otto
Chi
rèsuscitet
persona
le^ fettat. in vida
caminent
sos
sa
porta.
dogni chida
sos
toppos
morta.
miraculos
senza
bacuios
ttMd.'ecc.pag. 41, 183, 190, 215.
^
temporane
esstui,
co-
di Atzara,
il suo
Orta:
fettat finzas
pop,
Anna
in vida
Salvadore
sa
paesidella
fronte. Si dice che
a
s' attrivida
toccare
Nde
Canzoni
casa
Austis,analfabeta
cominciato
iscoset
a
Chi
di
:
Che
Et
nei
é famoso
stare
avesse
fetta t miraculos
Ancu
quelle a
con
vocabolo, al quale nel poetare
del
Missegnora, m'
Chi
rosaio
cosa.
giorno la signora
un
quest^ottava
con
un
giorno
ses,
lai Quirico Loddo
un
beneflca
un
mandass
semplicitàglieledi-
tutta
con
pochi potevano
ricca
colte da
avendo
di Heurrtddu
Taccezione
visitando
leggono pure
tres.
atera
soprannome
in tutta
ne
se
Rosa,
rosas
Dimandami
Col
bio^raOci nella
egli,maravigliatoforte,le rispose:
tia ti narant
Et
ed
che
nome
di che
A
qualunque
su
di Pattada; il quale trovandosi
nel
una
canlava
i cenni
diede
ne
serie 1* delle canzoni
di Luca
cieco, e
povero
Spano
POPOLARE
pes
de
un
POESIA
dade
bessin
mi
Ga
Di
discorso
372
luna*.
mia
Lttna
Donami
fortuna.
Donami
dinai
spassai*'
mi
Poi
Donamiddu
Stando
'
imoi
comparai
Po
l»ON"LAftK
rOBftU
DI
STUDI
in casa
'.
boboi
cantano
si seotoiM^
o
a
catare;;
dinghilicampanella,
Dinghili,.
Ce' è
sant'Anna,,
Cun
in
E
balla
unu
la
regina
regina,di tutti li
La
ITna
Macì
ed
santi
stella di maciò,
maciòr.
conciliare il
nanne
Maria"
cun
e' est
8U8U
nei balla
Chi
A
verginella,
povera
una
dè^ambini
sonno
le nadrici
ecco
non
le mammine
e
le
mancano
cantar
ninne
calare:
r inter-
Anninnia,. anninnia^
T'è
E
fait anninnift;
giuoco in cui si benda
un
la
Ita
Unu.
—
^
Per
*
Dammelo
testa
in
su
santu
battiau,.
adesso.
0
fanciullo,lo
6oift^, Uolct.
de'
si
fa inginocchi
compagni
gli
gira ripetendo qiieste parole:
scarteddu
ispassftrmi.
Boboi,
e
canisteddu.
luna
Luna
e' è
un
di volta in volta ognuno
sulla
mano
—
*-
dormita-
pipiu
e
posa
si
Si
r
^Batliau
Quando
dichì
Simile
la
due
toccando
girato.II
aver
ra-
di santa
penitenza.
è V
parlatonella
ho
Imbighirisard«.
di volta in volta
e
il
capogiuoco,il
del
ginocchia
bri-
Una
Tindice
par terra,posano
sulle
mani
in
numero
indovinarlo,altrimenti rimane
fanciulli si siedono
va
questi
che
dopo
stesa
{voi.II,e 776)
delle
quale
gli domanda
e
ha
e^i
*.
di cai
atpùztt-ptzzulunì
siciliano,
gatelladi
medio
si ferma
deve
raccolta
mia
novena:
-continuar
a
373
LOGUDORO
DEL
grazia piena
che
mano
bendato
ragione
sa
Maria
ha Anito
la
i^zio
in
^ve
—
SARDE
POPOLARI
CANZONI
quelle di ta
ripetendo
e
versi:
Imbighiri,imbighiri.
frasca
In
ita
barascu
Ita
ba«ù
Bai
Il
in frascu,
ddoi^.
bessi minci
giuoco continua,
il canto
ma
le
incominciare
Quando si iifogUono
ponendolisu qualche
co^ bambini
ed
eccitandoli
fare
a
un
ci ha
non
prime
sedia
salto
più
e
vato,
ele-
luogo
però
senza
di forza
prove
altro
fare.
che
lasciarne
manine, si dice:
le
Sartamilla
Ijicarta,
Benga
-Benga |u
Sarta
1
«.Luna
—
*
«
cun
luna
re,
me
^.
caneslrino
Battezzato
nella
—Cosa
nov**na.
c'è nel
—
Ave
paniere?
Maria
Imbighiri,imbighiri^Bi fiasco in fiasco—
escimi di costà.
*
arta,
Saliarai alto
—
Un
santo
zato,
battez-
grazia piena.
"
Cosa òaroieo—
Cosa
baroi
"
—
Venga la
carta—
Venga il
re
—
Salta
con
me.
•
374
rruDi
Tenendo
grembo
in
poesRì
di
popolare
bambino
un
si
lui canterellando
gioca con
:
Mamma
—
aunda
Ellu
—
In
—
ita fait?
E
—
Simbula
E
fritta.
chini
pò
è?
s' angionedda,
Po
—
èr
scalitta.
sa
—
—
ce' è.
non
Beni« Maruccia,
E
Spesso gli si prende
di
va
vieni
e
vada
a
morta,
Deus
ti dd'
Chi
Deus
ti
morta
quasi
0
ha
dd*. ha
jada,
cancarada
^.
diritto
Per
Si
^
•
fa ?
E
—
*
—
sa
mamma
Semola
—
friiia.
mangiatela.
Mano
Mano
morta,
morta
—
e' è.—
E
Dunque
dov'è
chi è? —Per
per
basta
mi
proposito del seguente
non
dirsi
possono
di ciò
prova
comuni
tanto
sono
le madri, i padri, colóro
che
(La)
a
rate
misu-
a
posta^
ogni popolo che
esempio,
abbandono
pel suo
morta,
ogni provincia,^d
solo
movimento
un
:
tutti questi canti
universali.
facendo
l'agita,"i canticchiano
manu
Chi
Manu
Tutti
versi
e
la manina
che
di chi
questi
Manu
braccio
un
modo
in
discrezione
cadenze
*.
tincedda
pappa
buon
recare
un
lesco.
giochelio fanciul-
che
insomma
?—
a
ad
Nella
ragnellino
—
pren-
scaletta.
Vieni
—
^E
cosa
Mariuccia
•
mano
battuta.
morta,
—
Che
Dio
ti ha
posta
—
Che
Dio
li ha
dala
t»OPi)LARI
CANZONI
dono
nelle
guise
possono
poesia.Una
di
bambino,
la
a
giudicarle
piene
sono
con
una
in sardo
gli occhi,
ceffatina che
logudorese:
fronteddu,
Fronti
naseddu,
Nasu
Bucca
bucca
cun
Compolutà.
La
in siciliano:
stessa
Varvarutteddu,
d' aneddu.
Yucca
Nasu
affilatu,
di
Occhi
Fruii ti
E
stiddi,
quatrata,
te' ccà
In calabrese
timpulata!
na
*
(Monteleone):
Ghìsta
è
barba
Chìsta
è
bucca
Chistu
è
nasu
varvazzali.
chi
mangia pani,
candiioru»
Chisti su' lì finestraii,
Ohista
è
tavula
Chista
è
testa
acconzata,
pettinata.
napolitano:
In
Barbarella
bello
Musso
Naso
"
V.
neUa
mia
a
;
;
quacquariello
raccoUa
il voi.
II,* capit.de' Jócu^Q-
col
di affetto e
ripetere toccando
bocca, il naso,
eccola
maggiore;
e
vezzeggiano in mille
che
cose
si suole
conchiudendo
e
lo
parere
esse
il mento,
del
certe
375
LOGUOORO
DEL
bambino,
un
gli canticchiano
e
soltanto
cuore
di
braccia
SARP.B
sivamente
succes-
la fronte
è la
rezza
ca-
376
DI
STUDI
Uocchie
feneslelle;
a
*mpoBta
Fatta
fronla—
E
fK)POLARK
POESIA
K
In tosonno:
bello»
Occhio
fratello.
Suo
bella.
Orecchia
sorella.
Sua
Piazza, porta, campanellor
Dindirindello»
anche:
Ed
Questo
Questo
è
è
fa
Che
la chiesina.
i fratini.
sono
dindon
dindon.
è
la testa
questa
E
campanellino»
é il
Questo
bello.
fratello»
suo
Questa
Questi
rocchio
è
del
re:
bare.
Zucca
veneziano:
In
belo»
Oehlo
So
fradelo.
Rechia
bela»
So
sorela.
La
porta
El bataòr:
"
Canti
V. iMBRum»
Una
popolan
delle
provineie meridionali
Yol. 1I.« pag.
variante
inedita
Tacca
a
a
da
Torino, E. Loescher, *87t.
degli ultimi versi*
St' nocchie
Sta
40B.
raeeoUi
linnarieUo
cerasiello
ec«.
A.
Gasktti
e
DEL
SARDE
POPOLARI
CANZONI
3^77
LOGUDORO
Bati, bati,
in
*.
doter
Sior
francese:
front.
Beau
Petits yeux,
Nez
cacao,
Bouche
d!ar|[ent,
Menton
fleuri:
ChìchirichL
Favoritomi
ed
Lei, egregio sìg. Conte
da
ricordo
ora
Bouche
de
Nasi
naset,
Oeil
de
di Metz:
Minon,
piquet«
Oeil de
Toccando
paese
menton,
Menton
Martin
sant
toc
Toc
del
canto
questo
io riferii ailrove
,
le robin
sur
del canto
*•
siciliano
il
prof.F. Liebrecht
nelle
gelehrteAnzeigen ' riferiva quest^altrotedesco:
Góttingische
Kinne
Roth
Lippchen
Stump
Ma
io
conosce
Ninne-Nanne
"
MEDICO
e
N'isichen
*
ecc.
vad(ì ad istituire raffronti di canti popolariad
che
uomo
Wippchen
e
fondo
a
le
rassomiglianze delle
veneziani
infantili
Giuochi
ai toneani
raffrontati
e
ai
raeeolti da
franeeii.Vtnezia
tradi-
Dal-
Angelo
i87l
Aotonelli
,
un
,
,
pag. ao.
*
*
«
y.
la mia
Fase.
MSDLm,
raccolta, voi. IL pag.
i7, pag. 656,
Vollureime
an.
i^ in nota.
187i.
und
Volktlieder
in Anhalt-Detmu,
pag,
S« 14.
378
STUDI
de'
zioni
airerudito
popoli,
semblance
de
quelques
POPOLABE
PpBSU
DI
scrittore
fictions
Me
f
delle
NiOes
voglia
ne
sur
la
res-
perdonare
,
illustre
amico,
di
e
questi
entrambi
contentiamoci
i
bambineschi,
canti
di
yersi
francese:
Des
qui
Heureux
1)
Luglio
jeux
simples
1871.
se
de
son
souvient
enfance
longtemps!
ripQLere,
del
canto
a
posilo
propolare
po-
380
Arìstolile
ma
da
forse
in Sicilia le
vivente
i Siculi
morto,
nella
maestri
La
la rendono
de' fatti
uno
degna
eome
valga
del
di
a
generalmente
bensì
nel
Si
La
suo
si
paò
sottrarsi
è
non
leggende
accade
divote
Sano,
"
^
•
*
Poh.,
Lib.
un
e.
si vedrà
certo
e.
genere
riottosa
precetto
sca*
e
glio
consi-
o
che
la contraffazione
non
spesso
che
santo
canti
i miracoli
immaginario^
della mìa
e
raccolta.
altri
il
essi
istà
soria
acces-
intitolati
il Fanciullo
in
esse
generi^
negli
storia
a
satirico ne'
5.
y, i canti 829. 930, 933
negli
forma
H.
XXXV,
che
d^amore
io trovo
principale,nella
lepidissimo riscontro
un
popolo;
Nessun
questa
Preghiera miracolosa^VElemosina,
hanno
nel
pertanto si estende
canzone.
a
si
F^rse
stornello,dalParia
i
leggano, per esenìpio,
e
cauli.
de' veri caratteri
Essa
nome.
ma
contraffaniio;
parole,come
'
di
stima
frequenti delle
e
inconsciamente
poetare, eui
dalle
concetto
ecc.
dopo
correggere.
E ^cominciando
nelle
Epicarma
altissima
de'
particolarità
con
parodia mancherà
fatto
pigliata maniera
mica
appiccarsi:
vivente, poco
curiosi
divota^dalla satira alla
ne^^sun
che
ad
Ano
siracusano
non
più
dalla lunga leggenda al breve
alla laude
i derisori
parodia.
per ciò la
non
se
e,
tal fatto avvenga
un
ridurli
da
parodie del
Ornerò^
trailizioni popolari e
ma
e
cordato
ri-
piade,
Olim-
da far vergognare
godevano dappertutto
parodia è
dirà ehe
tanfoltre
deformità,
celebri
Ipponatte di Efeso,
nella sessanlesioia
vissuto
come
«pinla
sua
POPOLABE
POESIA
parodia;pria che
Plinio*
della
erano
la
^
Tavesse
Anzi
DI
STUDI
gato
anne-
celebrati
Miracoli
quale
rende
di
le
LA
più
PARODIA
li lì per uscire
di
S.
Sano;
di
di
la
guarirgli^
roano
per
ecc.:
di lui
nome
avealo
proprio-da
cose
stava
intercessione
tale che
un
che
Uno
precipito col
a
tuito il braccio
labbra; perde
sulle
giù
altro cade
un
io invocano.
alle forche
va
carcere
381
SICILIANI
POPOLARI
divoli che
grazie ai
Strane
GANTI
Nfit
gato
pre-
coniare
a
veglia.
Assai
d^amore.
e
a
Quivi il serio mutasi
parola a parola;e
verso,
ne'
comunissimo
Vegnu'
occhi
L'
li
e
Li dintuzzi
pettu
Lu
E
secondo
bianca
ognuna
canto
more
d'a-
loda" così
serenate
toi:
capiddi;
dii' niuri
scriviri cci
e
russi
puma
la luna
una
verso
gioir
perni minutiddi;
Bella, pòi stari
ComvL
nelle
II billizzi
gigghia su'
su'
ò
dui
Porti
pubblicate.Un
e
li biunni
prima, cosa
in
trovare
ligiose
re-
i
cantari
a
canzoni
in ischerzevole
può
ne
notturni
della donna
La
se
siciliane finora
delle tre raccolte
le bellezze
parodia delle
ed è la
sembra
più chiara
li
cu
a
masciddi,
toi
pari
'mmenzu
variante
li
pòi,
di li stiddi ^
della
provincia di Trapani (Sa-
laparuta):
Vinni
prima
La
L'occhi
Du'
^
V. làmia
145,
del
«ono
e.
K4.
luogo
a
e
raccolta
li vrunni
li
gigghia l'hai
;Jl
su'
volt !" e.
che
yal|^
sono
toi,
capiddi,
eomu
tu
vói,
ssi to' masciddi,
470; Saiomone-fiiarinoi r.
canti citati in questo
in cui essi canti
inediti
ìi biddizd
cosa
russi
puma
Ne'
lodati
suti
detto anche
scritto è conservato
raccolti. I canti
per
72.
Vigo, pag.'
il sotto*dialetto
che
non
gli altri scritti.
hanno
noia
382
STUDI
Li
denti
t\
vuol poco
Dui
denti
niuru
su'
dui
pòi
Comu
la
è di
l'ha
Affaccia
chi
*
V. la mia
'
Salomone,
brutto
nella
raccolta
Canti
voi
nni
1,
e.
di dono
canto
:
ciuri
spinna
mori;
e
ciuri,
paroli:
'ntra
le
in quanto
poesia
di
un
amuri,
fa l'amata
scherzo, che
quale
Aia
duisuli'
appena
è
i,
primu amuri,
me
pri
esti cunzatu
quale, cangiate
purciddi
violi;
ripusari,duci
Si tu vdi
per
e
finestra,beddu
ti dicu
lettu
li
li toi,
mazzettu
lu
la
a
Quantu
dì
zagara
mannatu
chìddu
Gh'è
pòi,
che
quest'altro,
un
di
Firriateddu
lu
zappi grussuliddi:
mannatu
Appi
toi:
masciddi;
sputar!
e
troja 'mmenzu
diversamente
la
in Ba-
me
qualchi voi,
a
'mmenzu
stari
Ora
da tenersi
per
capiddi;
li
amari
è
pettu
Li
brutto
di amaro
canto
un
raccolto
sti bruttìzzi
l'arrubbasti
varcucazza
Lu
Il
in
Pha
come
li brutti
cosa
L'uccbiuzzi
Lu
il stìddi.
convertito
lodari
a
prima
La
Mi
di
gentile persona:
una
Vinni
Né
di li toi
'mmezzu
disprezzo leggendolo cosi
ghetia
pòi,
perii minutiddi,
vederlo
a
scrÌYiri cei
e
'mmezzu
stari
la luna
Coinu
POPOLALE
POESIA
biancu
su' du'
pò'
ccA
E
E
è
p^ìn
Ssu
DI
pop. iie., e. 362.
cori
^.
rime, diviene
allo amante
è
rustica
306.
stu
messo
un
canto
; e tanto
in bocca
tradizionale
ci
di
più è
alla donna^
compari-
sce
sempre
nelle
ire
r^l
PARODIA
LA
quasi sempre
o
Appi manAatù
Firriateddu
chìddu
Affaccia
Si tu
vò'
lettu
Lu
chi
dì m!a
esti cunzatu
spinna
càntaru.
e
'ntóntaru,
'n càntaru
'ntóntaru,
'ntra
lu
càntaru
i.
di desiderio:
0
Diu
A
lu
dal
di Canti
chi
d
oceddu
mi
Liebrecht
prof. F.
nni
in
contraffatto
in
un
jissi,
altro canto
Lipsia in
stato
blicato
pub-
raccoltina
una
indovinelli popolari siciliani '.
e
la
parodia delie
alla donna
hanno
per
arie. Nelle
faito: Un
prevale sèmpre questo
spesso
addivintassi
oru
d' 'u mari
funnu
Bizzarrissima
dice
nni
parola
na
'ntòntari
'nlóntàru,
caHi
me
ripusari,caru
è assai liberamente
nata
Ji
càntari;
e
finestra, caru
la
a
lu
ti dicu
Quantu
Il canto
'ntóhbri
di
anche
sostenuta
parodia:
mazzettu
un
l'hai mamiatù
Gh'ò
la
383
MCILUNI
circospeltae
negli sdegni. Ecco
e
Mi
POrt)LARI
CANTI
la
amante
quale spasima
dell'ispirato,
spesso
va
e
,
anclie
arie
a
tener
parole
con
del
siciliane
sÌbche
rellorico, le
:
Affaccia,
E
sentimi
cantari:
figghia,pi tia, monacu
Ca,
Io
amabili,
Rosa
m'
aju
a
ghiri a
fari.
Ovvero:
'Ntra tanti peni
Bedda^
1
V.
*
Sieilianùehe
la mia
scht' und
io
'ngustii
e
t'ajua amari,
raccolta voi. II, e.
Volkilieder
und
893
e
894.
Velksràlhseltnel Jahéfmch
englische Liteì'atur,XII,
3. 345
far
rimani'
384
STUDI
DI
notti passu
La
POESU
chianciri,
a
i.
jornua suspirari
Lu
Ebben^:questo concelto
il medesimo
di Palermo
i cessi
ripulire
,
nella quale
ttn^aria^
iauno di quei tali
raffigurato
destinava aUMgnobileservizio
si trova in
viene
amante
cui il comune
di
POPOLARE
vestito i" divisa
sciabola. Costui in tulto
rossa
canta
sussiego
,
e
di
munito
:
Rosar amabili:
AfTaccia,
Pi tia nni
moru
stu riformu
Cu
Vidi chi sugna
e
sciabula
linnu.
Stu fumaloru
Mi servi
spinnu;
e
appressu^
pi stafferi,
pi l'amuri t6
Vaju a cogghiulu furoeri ecc.
€a
quila satirapiùche d'altro-può dirsidel ge^
del componimento.
nere
Qual canto pelpopolosuona piùdolce,
piùcommovente
Se
che
noft
del
delle canzonette
h
che
novena
vanno
Natale,i Noek
precedela
cantando
delia Sicilia? Durante
nascita del Bambino
i ciechi le
di notte dietro le porte di coloro che
se
vi ha cosar per le popolane
e non
accaparrati;
più cara di quellache udir a cantare, mentre la tempesta
delle rigide^
notti di dicembre fa mal governo dei poveri
n
saranno
cantastorie:
A
Ca
E
la nlbttidi natali'
nasciu lu
nasciu
'Mmenzu
^
Bammlneddu,
'mmenzu
'u voi
e
l'armali,
l'asineddu.
Salomone,722.
I
LA
Eppure,
PAROOU
chi
NBI
dalle persone
odi
a
la notti
Antonino
lu
sincera
nn'ò
coi
si canta:
picuraru,
un
paru,
tutti dui
del
cornamusa
ni-nu
arte
ni-nu^ suono
pecoraio,trasformato
in
un
pecoraio:
Ninu
Ninu
Tri
lu
Gei
picurarii
pirocchi l'àssicutaru,
spiar»
gli udiiori
a
la via.
'mmeazu
L'assicutaru
E
:
bisticcio fatto ad
un
della
imitativo
tu
e
s'allegracchiui; i
Maria
eccoti li per
burla,se
jdai monelli;
certamente
veramente
sunàmuli
Ga
in
lattuchedda.
e
Giarameddi
E
voltale
scalerà.
nì-Du
Ni-ou
amabilissime,
nipìtedda
divozione
con
se
queste
di Natali
la
Ramurazzi
385
SICILIANI
son
le strade
'mmeazu
Nasciu
E
canzonette
per
nasciu
Ca
anche
provette,
canterellare
A
POPOLARI
il crederebbe?
queste inuoceutissime
non
GANTI
avia.
zoccu
della barzelletta
ridere
e
del
cuore
di tartaruga
di Nino.
I versi
natalizii
Quannu
J
G'
bannu
San
Giuseppi s'attruvau
la mia
PiTAÈ.
—
rigurusu.
la chiazza
di
raccolu, voL
SMi
di
dicono:
jittau
gran
si contentano
y.
Cesari
Ddu
'Ntra
non
che
religiosi
un
rispittusu,
molto
II,
e.
vivace
travestimento; scen-
901, 088, 987?
pociiapopolare,
25
386
àTUDI
fino alla indecenza.
doDo
licenza
soverchia
Ddu
Cesari
gran
Tutta
Ddu
dove
p.
.
.
vorrei
Mezzo
tra
la molta
vivacità
la
e
versi:
jittau
fitusu,
.
schifiusu
porca
T
notala
POPOLARE
nfittau
Napuli
gran
FOKSIA
questi quattro
stanno
Quannu
a
DI
;
aperta allusione
Cesare
politicaa
e
Napoli.
Si
vuole
di
si riscontrano
Muta
fiore^che
mi
lina
Ddu
1
valla
qual canto, per
V.
in bronzo
di
Palermo,
la mia
ad
di brunzu
Re
ultiuio
chiaro
luogo
mi
Quanta
Un
l'arma
mia!
come
una
altri
ed
ambidue
parodianel seguente
sìmili
con-
altto:
sfìllazzu!
Muta
in
:
di la Marina!
surdateddu
fiori diano
statua
»
béniri
\ulia
allora si potrà veder
La
innamorato
lina!
mi
Quanta
nosca
co-
quest'altro:
conosca
0
quando si
ir-ulia béniri
picciutteddu di
si
e
e
che
pubbli-
passione rimpiange
tanta
con
donne
fa via:
e
Quanta
Nel
trasformazioni;
é la perdita dello
la lontananza
Lu
canti delle
ne^
codeste
il seguente
quando
Anche
più?
béniri
d* 'u Chiana
raccolta voi. I,
nel
cenno
di
una
lazzo
Pa-
piano
del
possa
riguardarsi
R.
1661.
Panno
di
Paiazzun
noi sappia, è fatto
chi
FilippoIV, alzala
genere
u
parodia panni
e.
593.
388
STUDI
Fammi
si convertono
nfernu
angilu, ti prega
Fammi
nn
Fammi
parrari
mi
la discesa
yaja
Attornu
Chistt su'
li celi
a
mia;
a
addunoata,
s'ardia
chi
tia
patu pi
!...: *
una
salita al
Idda
paradisoi»
a
Chista
è
la
di
0
—
mia;
a
Vìrgini Maria,
peccaturi 'ngratu^
seggia chi sedi
ottava
seguente
capia!
porti assittatu,
vitti
la Gran
dissi :
li
da
Carini,
^
84
90«
La
'
Sedi, da
*?
Inedita, nella parlata di Castel termini.
vale
pag.
pi tia...^.
nliìtùo la stessa
^
sedere, qoi
stata,
l'angtlibiati,.
attornu
mi
col avissi
cci
manca
fìstinu quannu
fi 'mmenzu
Baronessa
vitti
diviene
Petra
San
era
Attornu
Nella
seggia assittatu
semprì
e
china,
Tant'era
Fici
capia!
versi:
Ivi
Ce'
chi
peni
!
sciliratu,
airinfemo
questa discesa
cci
foca
dissi: Cani
qui appresso:
ottava
eòi avissi stata
amanti
la me
mi
questi altri
lu
attorno
'mmenzu
Idda
mai
fici quanna
festa
Gran
cantaanu.
ndla
'na
a
Ilaria,
cela
manca
Giada
a
l'adduoìaiuiu;
cantata
china
era
trovu
la
a
cantanou...
preghiera alPangelo:
e
'nfernu, oh
lu
a
ti
Gesù
ca
airìnferno
Quant'
E
resta
'n eurtisia
piacirìca
nni
Ivi
E
mi
mia,
in questi altri di
0
E
lu
a
POPOLARB
I' amanti
parrarì cu
Ddoppu
Ca
POESIA
DI
e
e
è vuola.
la mia
discesa
aUMn-
raccolta voi. Il, e. 918.
LA
terno
"i fa un'andata
la
irova
Ivi
Ce'
la Missa
a
si
sapìa
Jea
C
più
^azzulettu
t'
aju
nato
non
canta
chi
lassari,armuzza
a
risòontro
e
anche
che
a
me,
gettare
a
vengano
inceutivo^
più
a
sarebbe
poesia popolare
Tal
del
si
tolgano
profano,non
ad
pel sottile,e
da
ciò
4
è
a
il
pure
alia
fantasia,
E
si
in
questo
imitato. Ma
molti
che
intrigala
questo
s'incontrano
canzone
campo
dubbi
ed
sua
mi
che
per celebrare
non
col
immaginazione.
nun
rispetto
suo
guarda
fetti
aftanto
linguaggio
trae
ri-
appresenta a' suoi sguardi,alla
si
ogni giovane
:«apiatanta
d'amore
espandersi
meglio
un
maraviglia
destar
dell'uomo
cuore
di
sacra
nella poesia illetterata
nuovo
imprestito parole
che
Casleltermini
religioso
sulla
luce
che
volgo. Ài più potrebbe
nostro
nascere
ogni pie sospinto.
religiosi;ma
sua
potato vedere
fatto,del resto, di tirare
intieramente
prima
po' di
un
difficilissimo
ad
stato
avventurare
si è
incertezze
farà
d'uno
il frammento
questione. Oramai
della
parecchie
a
leggendario profano;onde
canto
bisognerà
non
mia
sarà
quello da questo
non
chiancia;
";hianciri tanta,
gli studiosi:
del
manta
canuscia;
all' occhi
dissi: Nun
tra
la sentenza
fatti
lo amante
jia;*
lu
cu
un
antico
!da quello e
beddi
'un
imprevisto
sospetto
ccl
manca
la vitti asslttata ad
controversie
sia
sdito
pei
Santa
ia
Cuntenti
in
iantu
bedda
jeu ed
Questo
Jóvidi
nni
un
E
chiesa, ove
lu
tanti
eranu
la me
E
in
389
ISlCfLlANI
POPOLARI
amata:
sua
£
GANTI
NEI
PABONA
preso
la Tidia.
Così è che
d'amore
Var.
esce
in
nel
quel
di
canto
390
seguente, che
r ha
Mi
C
la so
Né
Cori
Si' latra
In
Gibellina,secondo
prof. Vincenzo
Di
chi
pattu
Cu
li nni
Cori
lu
Chi
•—
leu
bedda
i
quali
rubari
Maria
falutana
^
Avonta
*
Vonsi
'un
nel
si
amore,
dal
avuta
cori;
un
fari.
hai:
chi
ha'
dui^
fai
jiricchiui.
insieme
dai
e
frequentemente
io ho
che
canto
ho
ne
dari
tu.nn' hai
molto
*
cori
sappi
e
hai.
nn'
a
chi
cci
cori
me
ctie
lu so
ni
•
cosi:
lu dannu
cori
ricorrono
popolare. Questo
du'
farinu
traspariscedallo
vi
L^amore
tu
corre
cori
vidi
e
a
la
cuscienzia
senza
Cunfessati
ha
cci avia
pri
la me
campu
Siddu
n)è
mastru
comu
pò' trovari;
prumlsi
lu
dari,
variante
una
mi
^
ni
e
Giovanni,
bedda
La
a
cori
cori
lu cori:
pettu
senza
campu
darì;
di
'un
'nti lu
e
di
vonsi
mastni
lu miu
comu
Jia
mi
caro
cori
stu
potìri In
in
sempre
:
m' ava
so
lu miu
né
'nti lu
jamu
E
lu
ca
ch'appi
'
Avonta
la bella
ruhatu
pattu
un
Giovanni
Di
gentilesig. Gaetano
e
dal
grinedili favoritimi
tra
e
POPOLARE
POESIA
m
STUDI
casto
nel
singolipensieri,
canzoniere
altro^si rivolge
per
pubblicato iiella parlata ce-
:
Maria
la latra
C'
pattu
un
'Na
vota
Né
lu so, né
lo stesso
lo stesso
m' arrubbò
lu so
ca
m'
lu
avia
appi 'mputiri lu
che
che
lu
*na
miu
mi
vonia^
voti, volle.
cori
di dari:
me
cori,
vosi
dari;
'na
vota,
una
volta, appena
che.
ji nni
Poi
Ddà
mi
Mi
eh' è
fatto del
cori
pari curioso
e
caf]e né sui versi
non
lettone
larimari
e
:
di li eori«
jeu campai.
e
pochi appunti sema
far notare
sul cofìeetlo del canto; taldìè,
né
che possa far crederei ad
parodia; e nofidimeijo la parodiaci è,
una
cantilena
di
anche
un
Santi
Armuzzi
si trova
e
ridicolo
canto
un
esempi
nella
nel canto:
di lu Priatoriu,
1' afilittu di Mariu,
raccumannu
data
cci hannu
menzannotti
A
ada^ttataa
Di questo abbiamo
osceno.
Vi
serio
capto
un
strado, cioè ch^ la parodia talvolta
elemento
havvi
non
uno,
cori,
senza
patruni
detti lu so
391
SICILIANI
POPOLARI
chianciri
a
vo' chiuderle queati
Né
0
Gesiuzzu
misi
Gesuzzu,
GANTI
iNEI
PARODIA
LA
Gei lu 'ntunaru
l' oriu,
lu rusariu
bonu
! «
neiraltro:
E
vulari
Aju vistu
Tarantulicchi
la cantilena
contraffa
dai ciechi
che
spesso
che
si
passu
e
dai
e
accade
di udire
piacciono di
Mamma
E
de'
rapsodi;e
vuci.
sentu
parpagghiuniammazzau
Un
che
spinciribaiati;
purteddu
lu
Di
babbalucì,
mercoledì
nella
poco
durante
far ridere
mia, lu tata vinni,
Curri
'
V.
la mia
*
y.
la mia
'ntra la cascia.
figghiudi
bardasela.
raccolta,voi. !•, e. 470, 598.
raccolta voi. I,
e.
u95.
crapi
\
ecc.
sonati
decente
il Natale
i loro
purtò li mustazzoli;
Si li misi
se'
a
e
cantati
quartina
dai fanciulli
compagni:
392
Ma
STUDI
voglio
io
cantastorie
ciechi
dagli
le
sante
canzoni
Nunquam
mode
1
»
SH.
Verr.
XIV,
^
IV.
31.
e
che
Dio,
non
come
fatto
già
male
est
che
questo
43
fare
il
popolo
sìa,
stato
Siculis^
popolo
ne
è
una
aliquid
promptae
sguaiate
satira
addimanda
risulta
da
violino,
vera
stesso
avvertito
guin
loro
dalle
e
corpo
per
Comunque
il
tam
dicant
Cic.
di
o
devote.
x;ontrastabile
del
qne-*
isbertare
per
del
tocchi
che
vero,
piuttosto
fatta
sgarbati
bocca,
al
appormi
sia
parodia
atteggiamenti
della
cose
popolare
di
credo
dagli
scomposti
contrationi
alle
e
di
maniera
sl'altima
i
dire,
poesu
DI
in-
sempre
che
Cicerone,
facete
gens
et
com-
linguae
^
AGGIUNTE
Giunto
questo
a
ricevo
inedite
da
nella
sardo
volumetto
Questo
menti, due
già
contiene
terzi de^
comincia
con
a
occuparsi
raccolta
si trovano
detti
sardo
loro
tajas
sono
il genio
del
bocca
in
di
Una
luglio dal prof. Giovanni
compiere
i voti
de'
sce
raccoglitori,forni-
della
0
resistere
ed
di
che
ora
a
del
ed
popolo
che
li ha
sardo.
Nella
a
cantare
di
suono
analfabete,
conservati
sua
rispetti,in
o
sogliono
ora
persone
quindi
vorranno
stornelli
amanti
gli
di
e
che
popolo
voce
antichi
tarra.
chi-
e
lano
sve-
doli
tramandan-
bocca.
di
questi
canti
In quattro, sei, otto
in
al desiderio
compimento
coloro
quegli
di
mutos,
ciascuno
triste
poesia
molli
o
cinquanta componi-
a
popolari.Lo Spano,
qualità propria
sillabe
olire
preziosa a
la brevità.
1
logudorese, pubblicata
veri canti
innamorate
Tutti
lieto
di
ossia
popolari
quali son
materia
esso
innanzi
alle
centrale
prima quindicina
di Canzoni
serie
terza
me,
presente volu-
del
slampa
K
Spano
che
Cagliari una
dialetto
in
della
punto
ciò
Cagliari, tip. Alagna,
è racchiuso
forma
piana
di farne
che
Ì87S
ho
in
è, com'
versi da sette
ogni pensiero
e
facilissima.
16*.
di
Io
qualcuno
conoscere
scritto
da
era
sulla
o
tendersi,
atdici
un-
amore
non
come
so
a
poesia popolare
394
sarda
STUDI
nel
DI
Logudoro.
quali si leggono
P0B81A
Ecco
nella
POPOLARE
alcune
dunque
raccolta:
Aecèrati, bella, aecera
Si ti
podes
accerare
eh' est bènnida
S'amante
tou
ti cantare
a
carrera.
a
istimas, vìda
Si m'
mia,
Morrer
non
t'
hap'
Cherzo
qui
m'
alzes
mi
ojos prò
Sos
Ite cheres
Su
A
ebbi
a
allegrare.
qui
ti dia
qui
non
Tap'eor
l'hat
non
lu
coro
quie
la$8are,
a
Perdona,
leo.
mare.
serenu
Suspende, bella, suspende
Su
sonnu
Beni,
s'amante
consola
e
eh' est prò
Heris
istante.
un
prò
te
nocte
agonizende.
a
Giustissia! Deus
Sa
eh'
Sa
morte
amao
Mirende
Si
Pro
Colnmbà
Qui
Sì
non
hamus
Tèneti
Qui
fervore
mi
haìat
a
!
tie, rosa,
isfattu ìsu mOndU';
mia^' ìu
mr
i
creo
:
jutas ìngannu,
sìnz^erà^fqoe deo
ses
Nun
amore
pilu brundu.
su
est
me
de
tie« donosa.
a
hapo
non
pariat
cum
dadù
M'incanir
mi
a
nos
pena,
aòidannu.
contu, donosa
bìder
tardamus
'
di queste tega»,
396
De
familia
sa
Pro
de
Ind'
canto
nato
zenia
sa
s'aliegria
sogliono fare auguri a' neonati
si
alla madre
che
quei tempi,
il seguente
di essa,
come
di
uso
a
fasce:
ti fascio
Eo
bella
In
nomen
Sa
fama
Currat
Peri
è
nelle
stretto
reca
quando
popolana quando egli,
ripetè una
alla presenza
veniva
appena,
A
sua
Spano
Lo
visitar le puerpere.
a
Gra2ìo$a
parentes.
sos
tota
Sardegna
prudente
cosa
domo
de
Et
vanno
parentadu,
ogni
de
Et
sias nadu
su
lughe de
Sa
si
laghe,
bona
su
Lughe
In
los mudes
totu
Tue
POPOLARE
POESIA
DI
STUDI
tundu
a
e
de
Deu,
tua
a
rea
mundu.
su
questa can
tilena delle madri
che
pettinanole
figiiuoline:
Ispiza,ispiza,pilu de
ti benzat
S'inamoradu
A
ti benzat
domo
a
oro,
domo,
s' inamorada,
Ispiza,ispiza, pilu doradu.
babbu
Su
A
battire
A
su
battire
est andadu
randadu
sa
bandela,
Ispiza,ispiza,pilu
Anche
vive
sono
in
*e seda.
Sardegna
le
nenie, le quali sogliono
397
AGGIUNTA
cantarsi
dalle
davanti
preflclie
portano le sacche
sopra
il feretro
classi
meno
di
sunt
adoperano
residuo
an
munera
infenmtur. Ecco
res
le
cantando
confetti. Parrebbe
inferie
delle
tvmulis
quae
e
Queste donne
seppelliscono col cadavere;
le
povere
trovare
mandarle
piene di
e
il cadavere.
dei
mortuorum,
di queste
una
gettano
per
le
proprio
Romani.
Inferiae
lac,mei, nuces^ Ha-
nenie
fatta per
donna
maritata.
ohi
Non
grande pobidda
sa
bidda
In
in hiddai
nd'haiat
qua
no
nd'hada
qua
Ind'ogni cosa
famada,
Fisti da
reina
.
totu
in sàs
Fantomada
ind'ogni cosa
Hias
De
Bella
pìantada
et ita
Pro
Ohi
su
bona
Fisti de
in
^
cona
bona!
marna
fa'mada,
et ite bona
Marna
grassia
fizas fisti mastra.
sas
Ohi
fainas,
marna:
totu
jughe,
de bonos
costumes
Queste citazioni mi
^,
sufficienti
sembrano
a
comprovare
quanto ho scritto sulla poesia popolaresarda tanto in questo
(pag. 357
volume
sui canti
pag.
e
popolari siciliani (V.
Studio
nelle
seg.) quanto
voi. I della mia
critico
raccolta,
170.)
^
Immagine, miniatura.
*
E
cosi
seguitanofacendo
famiglia.Stanno
lodi secondo
versi. Così lo
delle
ore
gU elogidi
improvvisandoa
l' ispiraiùone,
e
Spana»
una
perciò non
buona
disteso ed
si
curano
massaja e
a
rima
della
maiTre
chiusa
sonaoza
di
ste
quedei
398
STUDI
Vita delU
La
amari
al Futlone
Palermo,
Questo
da
un
DI
un
Gomes, poeta
dalla Bibliofheca
e
Sicilia venuto
religiosedì
il titolo Vita di P amari
Geronimo
dal
questo
poema
della
è
(V.
»
che
fa
Io
vecchia per
posto in lu"ce per Giuseppe
Costanzo
per
1695)
che
perciò
confermato
antico
di quanto
si
e
Ma
ché
giurerei,ben-
siciliano
Russo
nuovamente
Decio
per
questo componimento
pensi (v. a
dicevo:
mss.
galloperduto.Nm-
un
1628
tìtolo nel
lo stesso
con
dunque
ero
catalogo de'
il
stato
era
vi
siciliana di
voL, pag. 164),
in questo
una
esso
non
lo confermi
e
Non
propositodi
a
del FuUone?
esso
Comunale.
Il Lamento
luce
quando
vero
il titolo lo dica
vamente
Biblioteca,aveate
in 3* rima
liti^cmti^
opera
e
corporazioni
soppresse
detta
a
di
pittoresiracusano.
e
Gomes^ poeta pittoresiracusano.
lontano
e
ora
comunale
sicula del Hongitore,
XVIII), delle
(del sec.
in dieci canti attribuito
della Biblioteca
ms.
è di Girolamo
ms.
POPOLARE
liUgonti,
poema
in
si rileva
POESIA
pag.
274
e
(In
posto in
Cirillo. È
sia assai
seg.
lermo,
Pa-
del
più
sente
pre-
volume).
napolitanodel
Il testo
'
voglio
Mrne
Fravecata
D'oro
E
15
casa
mmiezo
na
penne
d'argento
Quanno
nennella
Ognuno
dice:
J. Caselli.
citato
de
a
pag. 290
è questo
mare
pavuone;
li scalini
fare
prete preziose li barcone.
de
Chants
Vedi
e
de
fa
canto
mia
mo
se
va
a
facciare
sponta lo sole.
populairesde ì' Italie. Texte
Paris,Librarie
internationale
Luglio 1872.
FINE
et
tradu,ction par
1865, pag. 149.
:
INDICE
DEL
PRESENTE
VOLUME
Avvertenza
Ricordi
e
Alcune
reminiscenze
nei
di
questioni
canti
popolari
popolare
poesia
di
questioni
poesia
siciliani
1
»
27
...»
.
Nuove
V
pag.
popolare
63
t
....
1
del
Poeti
FuUone
Pietro
siciliano
popolo
le
e
Sfide
81
»
popolari
siciliane
»
109
.
alcuni
Di
Canti
in
attribuiti
popolari
un
del
ms.
ad
Antonio
XVII
sec.
neziano
Ve185
...»
.
Di
Canti
alcuni
in
popolari
un
del
ms.
secolo
XVIil
Leggende
Le
popolari
•
Delle
Poesie
popolari
siciliane
a
De'
Canti
popolari
siciliani
non
De'
Canti
popolari
lombardi
De'
Canti
popolari
greci
Canti
Delle
La
popolari
Canzoni
Parodia
in
Sicilia
231
243
»
Sicilia
deiritalìa
canti
303
...»
meridionale
sarde
popolari
287
.
monferrini
popolari
ne^
di
siciliani
.
Aggiunte
»
»
.
De'
207
amiche
stampa
moderne
e
»
.
»
329
»
345
»
257
»
377
»
393
,
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