ir STUDI DI POESIA POPOLARE PER PITBÈ OnrSEPPE UNICO VOLUME PALERMO LUIGI PEDONE. LAURIEL, 1872 editore KPt-hH^^S jAr . . HARVARD UNIVERSITY LIBRARY Tipografiadel Giornale di Sicilia AVVERTfiDiZA Gli mi di gualche importanza avvalorare alcune popolari siciliani. Codesti della richiamano cennati in egregi dagli questo ne da quali studi; avesse mai quel ad stessa. alla sono ed punto il potuto non conforto di due e o stati canti per gli tre tanto sol- trattati hanno mi canti edili giovarmi ho di e che luce e sono detto queste ciascuno o preceduto scritto intendendo vista copia apprestar io di materia allontanato, I tremila ho che siciliani nuovi simili argomenti sui e vastissimo. campo Guardando me ad Sicilia, fatti confermare saggio critico in popolare poesia di argomenti riguardano scritti d'illustrar bisogno mio del idee volume presente desiderio dal e nel luce consigliati dal vennero studi la vedono che scritti né i sempre più di io mi fatti paresse alla moltissimi stati affennato preziose la a cosa gerla svolconcio ac- materia inediti base non de' che tradizioni, de' miei non pur VI quando schiarimento maggiore a de' Iratlenulo di mi esse raonferrini canti sardi, dei in- sono de' greci e deir Italia meridionale. Dimostrare mi l'importanza degli studi superfluo in tempo sembra importanza dire che dell' Imbriani glistudi e \ per nove altri per del la Ditfurth Canti (per le raccolte Pltalia dionale meri- jopjlari delle provincie meridionali^ di e pel Belgio % Cox Jones e la Russia per non Cipro «, del Pelay- *, del Ralslon di intervalli mesi *, dell' Hock Germania del questa Pont, del Daguet del Svizzera la per l'Inghilterra\ ^ l'isola di per Catalogna «, la brevi per polare po- numero visto del Gasetti e del Liebrecht Briz a recentissime) abbiamo delle in cui volger di pochi nel poesia bel un facendo si vengono fuori. Onde e da evidentissima pare pubblicazioni che in Italia un di «; per poche e Torino, Loescher, voli. due. 1871-72. » Ueber ' Cansons Cyprische Volkslìeder; Venlaguer, *• la de Canis terra. Origines la Su ^ use du Ron Croyances Ciirmannc, populars LUI. fùr catalans. Gesch. voi. il, i872. HI. Barcelona, 1871. palois de la ande. Tarentaise Paris, ecc. Lausanne, et Remèdes ancienne Kentronie. Preci* hi- » chiinsons slorique^pì'ovei'tteSy de Dell'i4rc^ti; 187i. Traditions — ei Legende» Vincent, 1872. populaires au pays de Liége. Liége, VaillanI- 1872. . • Deutsche Vulks-und Popular ^ The and Russimi of romances Songs of haflslieder des 17 und 18 Jahi-underts, I 1872. Nòrdlingen, Beck, '' Cesells the the Russian social Middle Ages. London, People, as Life. London, Ellis illustrative and 1871. of slavonic Green, 1872. Mythology VII bastare settimane di allo quest'ultimo sapiente del Nord di lavoro; la consiglio Svend di di spaccio e il due Governo Grundtvig, aiutare danese raccolta grande edizioni numerose canti di con popolari neirUniversità professore Copenaghen. Pertanto mia il unico gli studiosi: favori della sua Palermo, e miei del mercedi luglio in 1872. onesto ma se pur non bene mi desideri, premio senza gioventù 16 altro rimane conseguimento de' cerchia senza mi non che sono largo spende e paziente io, nella desta mo- proposto compenso i l'opera al- augurare giorni lavoro. per a chi migliori 2tI00RDI NEI Nuove La K finora^ di canti danno Trapani^ rimasta fornito da 500 mille cui la me pai'ecchie centinaia di provincia trascurar non tradizioni dalle Molto metrica essendo tolto da quanto aggiungere la canti popolari siciliani,* pubblicazione Studio critico $ui cola pic- Oltre fatto Canti son arricchire Delle dalla si trova al in delle province del detto non Vigo e Studio, capitolo della lirica,della del 2° volume io il campo altre di legge una raccolta popolo, specialmente del nostro ma quasi altrettante mi che della versificazione e polari po- in varianti. con e popolari d'ogni genere* sarebbe valorare av- Canti ogni genere, nuove; possa dopo ^ dove che cosa altre è stato ad quasi inesplorata edite più affatto Palermo, parlare, occorre d' blicati pub- apprestate la provincia di Girgentij di ha ne lo per buone critico su' di canzoni mai non osservazioni Studio scritto nello parte inedite, e a di siciliani provincia ha mi SICILIANI popolari argomento ho quanto POPOLARI CANTI raccolte mi REMINISOENZE E della lascio mia stare raccolta questa popolari siciliani, G. II1" Vili» di parte \X, X, i primi XI. . ' volumi G. Luigi Palermo, mia della PiTRÈ — Pedone- Biblioteca Studi di Lauriel delle edit., 1870-71. Tradizioni poesia popolare, Formano popolari due siciliane* i ^ STUDI facile usi e costumi^ delle da attenda particolarmodo reminiscenze a su gli storiche, de- popolari,de' mestieri, canti: rimandando questi specialidel presente chiunque in credenze celebrati ci vengono scritti fermerò mi storici,delle ricordi quella dei POPOLARE apprezzarsi da e discipline, queste che ed vedersi a POESIA DI volume il lettore agli vorrà che seguirmi in qu^estionipiù delicate. Ammettendo la distinzione reminiscenze storiche alcuni €he canti tanti dovette pur calzolaio un fondatore è a V dire e che monarchia storici delle e far menzione date a di molto da impossibile trovare nn sono che Buggeri, non siciliano ^diva gli richiamava il a dando an- cantare del nome $' avvicinò normanna; un conte della città di Mazzara e , non maravigliato di sentirgliripetere rimanesse come fatti impressadel Anni averne. qualcosa della a riuscito era via una per da riportano il quaje ricordasse canto ricordi *, giova anzitutto eì lontane^ Finora noi dei questi versi: risortu Sugnu A * fìci lu zoccu Ce' a Persi Ho voluto 1 V. * A Studio sillaba Conti e di tanti Mazzara sulu Muarta fu fàrivi sintiri Ruggeri, la Firi quattrucentu cavaleri. a era Gei Cristu di Amurusu Unita a 'na arzava guerra, Muarta, e Saracini, li banneri sintistivu cu* vinciu? riportarquesto canto : diri Ruggeri. o frammento di canto bob crilieo,e. IX, X. solita aggiungersi dal popolo per aggiustarei suoi yersi. RICORDI la novità solo per -citare qualche ."ierca che l'ardita se la sua del impresa c^nto dà in Mazzara trovato Ai Ruggeri memoria Altro XV tutti li Vjì sì tutti ccà ha deà che nel 1411 e altri hanno detto, ed città. Mazzara, « Le la armati. baroni città Ninfa),fa baroni atto di ^ di Castelvetrano agli 11 novembre unione in conservazione difensiva e e lega difesa Ti- costituitasi la prepotenza contro e Par tanna, Gregorio, furono Monte, e i cui tivi rispet- di Partanna del 1411 di alleanza - Modica; lega nella il il subito nascer^ di Castelvetrano alleate,scrive che nino al sig« Anto- Bianca di (ù (siccome il can alla famosa conte il sapere e confermato Marsala,Salemi, Trapani in Salemi riuniti in Salemì conte un Regina Cabrerà i due capitani coi solenne in S. difendere per entrarono gunati parli di i versi si riferiscano varie mi pri- la Curuna: a la difesa della corona, si canto di Bernardo quale di .canto de' ; questibaroni e Stefani-Perez De vivissima. li Baruna pronti ed città queste seguito del tatore la ove quellacittà, si è mantenuta li citati mannaru ghicaru 'n Salemi) per nel i il canto stato frammento un ghicaru paìsì é curreri Semu tessersi in anch'essa secQlo: 'jH Salerai £ di Moarta e dersi potrebbe ve- essere nato ri- stabilirsi che può V ec- farne si ebbe intanto crederlo a storico offre cenno del ed per a Allora de' Normanni storici, e che sono anche ma tradizioni nostre raccoglierlointiero. popolare; epopea nomi a stesso, se delle amatore basti in che- ha 3 REMINISCENZE £ ra- stipularono e perpetua offensiva dell'onore dovuto alla 4 STUDI Casa R. di Regina, Aragona, ad e sembrò non e dì POPOLARE nel XV e sopra veder non vicariato sao ginstiziere *. maestro del secolo vero POCSU mantenere a opporsi al canto nn DI Cosi i fatto che un celebrato nella la biamo abme a ciliana poesia si- ^ Passiamo due altri canti. Questo ad versi; gli altri Gchitt Ora Merli deir Oyo e aveano vedere, è ^ de' e sino di a canto, per la liberazione e cannoni nemico della sarto un riunì Crispano, volevano quel ten^po Blasi 178. * Palermo Studio ' * runa nelle Memorie Sono del la fazione vizzo nel Viceré di per di malvizza, dichiarò Stratigoto, alla altri Crispano ed mo, i29. Paler- quest'alleanzafa pubblicato da servire tendone po- Storia letteimia di G. R. Di t. 11, Sicili^i, p, 1756. critico,C. IX, abbastanza popolo, noto, L'atto non e Ùoniiderazioni sulla storia di Sinlia, lib. V, cap. VI, pag. Pensante, 4858. dato cioè il Senato malvizzo di è quanto assali il palazzo dello città il marchese sinesi, mes- stratigoto Luigi patrizi che che *. li visto incarcerare armi con dallo fazioni posterioreal 1673, quando ottenere e due Marcliese di governo agio goduto appena messinese dal 1672 l'altra del Senato loro a sbulazza. una e successore suo le forme conservare merru popolani,favoriti dal poi Diego Seria; trovati: si chiamarono di di è appena segue la marvizza... cantari senti runa la canta nuB malvizzi e li ho non cbe che va uote pag. 104. Ik due detta de' Merli... sotto questo allora fazioni, che dividevano Mahizzi... l'altra de' nome anche Il merlo Messina; è l'uccello nella letteraria favella;e ma/" volgare siciliano appellasiil tordo. Ub. Ili, cap. XXIX, Sicilia, pag. » Dì Blasì, Storia 389, Puh, 1842. cronol de' . RICORDI della fazione,pnnì in lutti i modi autori lui delle secondo travagliata^ È il canto 5 BEMINlSGElNZe E tante si vendieò e onde sventare da'* merli^ Messina ingeneroso del vincitore era il contro vintp. Poco la rivolnzione dopo davasi in Messina opera Cittadella di nome de* Messinesi, nelPanno alia famosa costruita 1679, fortezza,che prendeva alla città di fronte , profondo del battuta da pelago^e scrive come Amico Vito Essa della ricordo militare arte quest'altracanzcme, alle memorie tutto E 'na ch'ha 'Ntra Chi Nun Palermu qui a versi 1 408. * risponde di tiro molto e fa per mari^ la matina manuali; culumbrina. senz'ali di Missina ehi fa uno capitali. de' forti,e dannosi 1864. Palmeri, di Somma sembra ricordato cui cannoni al nemico. pubblicaligià prima vennero e^ Missina: ì luoghi formidabili, modello d^ora I son di primi quattro %mafuron se- voi. IH, lib. XI. cap. IX, pag, 210; Sicilia, della Storia di Sicilia,cap. XLYI, pag. i860. Palermo. Dizionario voi. Il, pag. * portu Di Blast, Stcriadel regno Palermo la so è il titolo di e e l'omini fa bulari vali lu Blasco in tutto d'oru Brascu Quantu Don che " " norme Di tanto '. fattu muratura Don va giusta le e architettonica mmeiìzu a saecu un mastri Spara lungo eitatedda spenni acque, stampate: Senti, Palermu, Fici ogni parte dalle portavano i tempi, riusci moderna nel cagionò ingenti spese . per quel che « , topograficodella Sicilia 81. Palermo, Vioo, Canti Pensante, Ji V. Amico trad. da 6. Di Marzo 1859. popolari siciliani,pag. 300, n. 24. Catania 1857. 6 STUDI DI POPOLABC POESIA che appartengono gaiti da questialtri, altr? ad certo per canzone: Palermu tu E r Gcu acqui frischi I versi e pel di forse meglio senso, Ddà cc'^è Don la Spara Il secolo Forti XYII forse di Messina li santi. bene la so e di San v'è secolo le altercazioni di canzoni che essa ed altri comuni deir isola memorabili; perchè le nella Potrei citare testimonianza trovandovi alcuni una rimangono lebile traccia indedeir cuore mollo tristi; pure ne bisogno secolo son di ricerche XYIII istatemi non qualche mi canzona riportateparecchie L^ottava che Sintistivu me ne che finora. concesse è stata udita due lu bannu anni Reale in Palt rmo, di genere udita o scorsa narrativo e tirico. sa- cojmincia: Ch'ogni pirtusu paga rho po, tem- indeterminati letta;e nello scritto su' canti popolari del secolo ve uomo. canti dello stesso di casi assai cenni vi città , avrebber Del nel popoli come bliche pub- queste due lasciano sventure le , i fatti che sono questo propositodue a lanno che passo, storia de'' Palermo e desolarono e riche, popolari sto- tante. I tumulti abbia ne tra afflissero che : culumbrina. , calamità per la rima primi e Sarvaturi. fu assai fecondo non a' questa variante di Brasca galantit Missina livannu aggiunti si*legano ora e Palermu va jardina, li donni e vali lu Portu Quanta Nun lì to' cu ed fa da a suo d'avanteri tari dui, persona luogo del sestiere ho cercato di Palazzo di vedere per RICORDI che sola e non essa fatto mi sembra il canto di dover notare si conservi sulla popolare.Un storica poesia Le dia che querimonie sue dal viene vero sentimento al nostro per secolo per trovare chiaro e rivotazioni del epidemie più a solo che dirò anche del 1837, bastevoli 1854, del Ma cianci Missina Cianci Catania Ciàncinu 1848; Turri cu la bella foru Palermu si manciau Dicennu ch'avia Quannu a Ciancennu * bastanza ab- be potreb- 67 e : argomenti questi canti e lo dò ebbi alcuni storici fatti della nella parlata della Torre, casale a un in quel Giarre: di Faru, citati, tuttidai filici soru, Ciàncinu, tattidui sua venire origine a lunghe leggende tutti tra siciliana del dunque dal profondo stati finora dalle 1866 del diano perchè provincia di Catania quale lo di'Riposto a poche miglia da Catania siamo come gagliar- storico gagliardo.Né e che riguarda scelgo a pubblicare, rivoluzione Ecco fondo lebrare. ce- 1812, del 1820, del 1848, del 1860, e dalle semplici ottave* ne forte e non da colpiti. Bisogna poesia a una la e dell'animo ci ha che diversamente, scossi esser Pimpeto hanno non comotovimento quel del- espressionedel tempo, essa, come grandi dolori da piangere,né grandi avvenimenti ha 0 tatto è che ed l^ottocento, 7 REXINISCBNZB E a Targentu gbiéssirinu si vitti lu manu ni lassò Messina fino sorella per Ghiessiri per eufonia abbruciati. essere invece l'ora frati *; trisoru 'mmenzu a e Torre li strati. di Faro state arse; di essiri;nu qui ed piangere ecco nostro. eoa Palenno 8 STUDI DI POPOLARE POESIA le due protestando fratellanza eoa sé abbandonare ambedue vuol questo?» Toro l'argentoe e nella desolazione. Ma Messina Catania e che città,prender dire la storia ha allora scritti deirisola ed suo, lotta una nulla ove lotta da Siciliani due città; e sventurate A^onze dal mutuo che chi arte bella facesse ne se si manciau lermu che provalo suol come entra a la Il e se turbar popolo ha a come non avere divise e altri milione anche fatti le vero spacciato sina Mes- dal canto (Pa- tutto rifuse Ma nella già è o particolari , locale,la passione puramente che l'imparzialità ed nemiche rivoluzione. canta gnitoso di- un è niente non appare della poesia poesia celebratrice risola. e sostegno dirsi,d'interesse subito nella a quando , di tener ed un mise e sembra come dere; per- in difesa delle raccolse Parlamento, ricca da i Palermitani Fargentu e Varu), ma dell'erario cassa resto delle chiese, Palermo, e in stini migliori de- a saputo morire dal interesse avea Catania con e non rappresentantidelle dai Palermo se votato di tutto libertà del silenzio e superfluo dell'oro al mani ad combattuto aveano moriente di Catania e e di serbare pur ritiro.Del onorato della fatto carico guadagnare patria,preferironola ed averle consentita province siciliane,i quali la baluardo pitale ca- saccheggiareimpegnandosi e avea peraltronon Palermo, il volgo di Messina essersi lasciata incendiare 1849 quegli,eccìdi commisero ultimo sembra e pianto e L'anno lettere di sangue. a libertà,fu risparmiata; ma giudìcollaa modo nel datesche esposte al furore delle sol- si trovarono borboniche, le quali vi che tatto per tanto di avvenimenti bene si riscontra generalia tutta guarda al di là del proprio campanile, giudicare del mondo esterno, de' fatti e RICORDI delle lontane,egli cose condividono non nella E sentenza, Molte alle cui acque lezza e patico nella % \ La di Mosè una " ne' battezzata da volta é del di Carlo di *; il 1 Mi paritila Ogghia 2 Si' 6glia di 3 Si' figliadi la 'Mfanti * La Principissadi 5 Niputi siti 6 Niputi 7 lu Re di volta è trecce Secanna Margarita. siti. Partanna Orlannu. Magna 'mperatnri. Figlia di Carru Magna 'mperatari. 8 La è 9 Quanta testa vali un H meggbia capidda di di Museni. ssa vali 'na città siracusana. il fiume siciliana. della bel^ scrima lebrato ce- *,il re più sim«Infanta quella di Costa. Re nello dell' antichità della collo è suo Carlu di lu Conti 'i Carru sue nomi figliadi Costa *, il Creso rita Marghe- Partanna nipote del isplendorela in storico. dì mare di cui è detta capellodelle città siracusana Non fondo quelli cennati vasto popolo;o Magno % vince testa vostra a la bella amante nel nome proverbi;o di Carlo ; un guardarsi le reminiscenze altri canti ?, Un'altra sua * i canti stri no- storiche. principessada più e gaudio. mezzo possono Sicilia,il RoihschiM memoria una da Orlando non fatti, sono limili né della anche è segna ras- popolaririguardantii richiamano della nobiltà. Una tradizionale dolori;egli si Giordano, per esempio, è sempre è stata ha non coloro che nostro comune diversi geografici, e critico. Il Costei che moltissime biblici,storici Studio i canti maniera, per sua caso suoi alle reminiscenze ora anzi il mal ricordando quella serietà Veniamo che che e paesi,anche con nel come partecipanoa^ o questo vien da giudica alla ne dire,condannando sentita 9 RBMINISGBNZB E anche testa vale quello Conte la figliuoraggiante assai di cordata ri- più di un'aquila 10 STUDI regia \ la sua compostezza '. È dunque naturale che la fama Poi si sa; riente non Napoli,Roma, soli: v^ò anche son ' con Castiglia la che ella meriterebbe Il Gran Signore sultana baciarla e al solo la vince di Milano, Genova Babilonia in dominio per lei che pure * na Susan- di ^ le mi esclamò, che manto se vivente; ma Sardegna *;e e non mondo. gliorìcittà del a prenderlasulla On venne *. Federico ella ha non qui a Imperatore peccati è sorelle nove nata Gra- dal dire cessano manda Costantinopoli allargarleil vederla Ve- pel mondo. corra miracolo ^; Tlmperatore Costantino ad una Francia,la Spagna, Turchìa, TO- angelo •; e Ninfe, Veneri, Giove, le rono quella di lei applaudisconoa questo tutto e nave POPOLARE *; quand'alia si guarda allo, specchio è romana nere POESU DI un sMnfata- ^% regina-capitana, angela-fata.Il Re di Spagna, ha tanti soldati '*,la vuole città di principi,baroni,conti e per lermo, regina; Pa- figlidi mercanti^ 12 STUDI di tali fonte in Un rappresentazionidei novelliere simpatico de^ contastorie racconti teatrini cilia Si- popolaridi i Siciliani che ha lasciato un'evidente i numerosi che imprese degli Pasquale, delle storie non , dell'interesse Maestro determinarsi. a di questi contastorie, de' temi uno alle difficile siciliano dimenticare,ci di e è molto che tempo un dovrebbero « nei soprattutto di Palermo; rappresentazionie racconti e nati POPOLARE POESIA reminiseenze scarse nelle e DI eroi scrive che uditori Vincenzo più piacevoliche tava, egli trat- soglion prendere de' cavalieri e zione descri- dì Francia. Linares, è si sieno mai il tore narra- udite. lando, Or- Rinaldo, Fioravanti, Kizzeri, le donne, i cavalieri^ V arme, gli amori, Borni, altro che l'Arcivescovo Altro che dì bocca che incanta di fiume un Ora imprese ei le cortesie,le audaci eloquenza i cuori commove e diletto un , niente teneri come , Bellini,ora di esclamazioni se volte, che ardore un gesti ai dì nostri, i una di giovani Che febbrile. Cosi smodati! in teatro precisione di e , nostri venire alle mani. personaggi prendon parte ciglia battono le mani a' o quell'esercito,e o per si azzuffano gli uni o sapore* tori. udi- a lodia me- una di risa, in per feroci alle non di rado gorgheggi quella,dar per anche di flato col sangue la ciare le panche, minac- Collo slesso fervore al racconto, inarcano viene in , , parteggiano come e é animarsi trillo,urlare,romper un spesso sguardi vediamo, ai fìschi, difendere od esce maraviglia, e agitarsicome donna, parteggiare per questa alle trombe 0 e Gli degli scoppiarein grandi scrosci di sdegno da scossi un , immorbili silenziosi li vedete Turpino. canta. cristiani e gli altri , campo i le questo saraceni, così applaudiscono RICORDI si colpi ai bei sibilo quanto grida,schiuma, un' asta Quel di e dà legno, luoghi, le truppe, meglio conto ha quando punto blazione pran di sa Rizzeri, di tempi Queste del " * Duo centesimi Racconti done-LaurieU la con alio a piccolaospettacolo, fa pa« quando quel po' Ruggiero, la che luzione rivo- seguito alle gesta di Pasquale, una pomeridiano racconto lieti del eroiche imprese fine, allora la invece lira nelle di mani, (scusate il paragoae) , del tale od o de' teatro preferenza la gioventù popolana Le di avesse bardo E sospesi gli uditori, quando fan i rac- "uo scozzese. udirne maestro versi,se rappresentazioneserotina o le fila del ammessi fiata Se un spirito:descrive giorno dopo a Srtudia^o il dei » scene i casi tristi lo personaggi. ha non memorie, ricorda qualche Fioravanti. nostri *. se tien storia. L'entrata rapsoda un di nostre cose dire in prosa, contasse sarebbe de' simù e essere per antiche Alesi e ' grano nostra di il do quan- imbrandisce il romanziere e tornare rammenta della farebbe commuove delle lodatore ragoni, ei un a V estro il desiderio eccitato impegnarli per ameno facezie, si scalda, sedia paladini,dispone non basta. Cosi e poeta, un , Pasquale, certo i che dalla duelli figura i e ha Scott,ne di impas^ e colpidisperatisulla bigCHicid; di maestro demonio Walter il racconto trasporta si alza lo r estro disfatte. Il vecchio usuraio, ispiratopiù dì un facondo, infiora e sempre delle dolgono , 13 MOONISCENZE E accorre si ripetono nella burattini;ove del tal altro eroe anche a sempre eroi-comiche di sentire prediletto. del teatrino di lira itnl. popolari. Quarta edizione iS67. , pag. 9d « sejj. Paieriiia,6. Pe« i4 STUDI popolaresi traducono a scendendo nemici;e di legno rivivono essi,che e i le campagne, piazze,per parodiano gli eroi,atteggiandosi improvvisatibastoni imitano tenzone sciabole e le voci stentoree , le piedi,rotano tornano morire: a braccia,si giudice zano, ammazuno sempre imperturbabiledecide,senza serietà con le per con singoiar a degli eroi,battono di poi I fanciulli per le marine. POPOLARE POESIA DI luogo appello del torto e della ragione della vita e della Gli adulti,mestieranti più o meno, sacrate morte. vogliono conad , , le gesto del loro Angelica ; loro e istoriate le sponde loro si tutti che delle loro carrette genere ; in ritraggonotutto in Sicilia trovato la avuta un sua in venti che e alla Francia ne ve ha ricordo che uno storico cavalleresco canto son bene: a leggende discorrendo creder venuto ora a Io su' Rinardu Chiddu ^ mio, frammenti in ottava romanzesco cosa non in tutto rima. e 117. a re cennasi acnon possa dirsi de* uno stri no- de' Paladini di alcuni versi, qualche poemetto : su' di Muntarbanu, chi detti morti Studio crUico cap. X, pag. Eccoli di che o imprese capo il il fatto,avevo con delle ammiratore , a ogni singolarmente alla Provenza, appartenga *. Or di Francia sono, gozzi; i più canti,nei quali si parlaod e popolani,fervido che vogliono ragione. Finora della parola.Io stesso, notando significato detto ciò che sanno de* loro e sentano rappre- presentia dipingere. Questa digressioneha s^era in attori visto..I carrettieri ed i barcaiuoli ne o pittoridi questo che la comica della , spettatorimutati con narrano udito hanno di e loro Rizzeri Rinaldo, d^l Mambrinu, RICORDI Idorti cci detti Morti cci detti punì Tinni sett'anni Dùnami V la calata Chi di lu sintimejitu Gala ssu Gaia ssu Su' ponti e di "3uesti versi ricordo di un di dal una il pruvari li *. manu passari; (da) Bardu re cci vinni popolano che buon vecchietto storia molto li ha me di richiamati Palermo, mi tenera sua el^,e i Paladini sopra varso andavano Sicilia poveri ciechi per purtari. a lunga all'ultimo di Giuria uditi assai volte nella mia aver egli appresi nella primo stu Paganu, lassami la 'mmasciata e riu. ponti, capitan maggiuri, jmannatu Ga xiuHezza; ciumi voli iu; prumittisti ch'avi di Rinardu Ca procurarsi (}a ' Di Ettor Trojano Morti son fatti due eci detti a Gaspara Pri 3 Guarda, Trajana, e guarda '* Il canto lo canqaistariAngelica la bella. a Ch' 'i Rioardo roli prayari 'i Var. cai occidisti. aggiusterebbecosi: mano. dì Francia, cui per tutta mi Trigana^ e moria, me- far essi parte quanto Ho fan- fatto sapere Ma personaggi.Una S alla vivere. l'ho potuto sapere. non ha cantando questa storia degl'ignoti rapsodi? Per affaticato sopra^ * occidisti sugnu ehi mi ermu cu' a pensa e 'n guerra munnu la bella K lu frati d'Ancelica Ga A Gustantinu. a tuttu "u Paganu, Pensa, Trujanu *, e guadagnari Ancellca Pi averli Etturi a 15 REMINISCENZE E qual'è vi sia consultati variante : la al - 16 di cuDì orbi detta, da struite t lente e Ma ^ può come ha noi gente da non possiamo che non tenerne non in trovare raro realmente la che antichi dai Morgante ancora, letteratura Pisa mi di prof.A- italiana favorito ha in montagna recitare maggiori. Io ho si stampano tuttavia il Rinaldo Battagliadi Bradamanle, visto edizioni Di ecc. popolarizzate hanno di Tutte poemetti del 600 queste girato in loro tras* questo a e popolo, che li appassionato, dimento Roncisvalle,il Tra- quest'ultimo ho messinesi della Crusca. del uso per la Rotta di come a sentito del e dei lunghi del Ricciardetto, meno Derni: è non mente a lettida loro stessi,o e napoletane moderne, 0 roba son rivolto al di sappiano ripetermi pezzi più o di Gano ho , avversi. Frattanto son specialmente uomini messi legge mi professore di Toscana di romanzi del assai risposta: brani modo lo sa) chi antiche perchè intorno quelli in L'illustre seguente Anche e E — scrivere. leggere né che meno straniera. della va-* D'Ancona, cosi dotto negli studi di psicologiapopolare lessandro e più , conto, popolare al i- paladinesche, antiche cose T hanno molte chiesto questa storia? dolo bancerto un essi persone : compagnie schiarimento qualche ottener di son sapeva il mostrato finalmente venuta Questa la tradizione ad sciocca ho risposto; queste darmi a stramberia, commessi conduttori esser hanno più gente dunque, questi tra I tutti mi popolari,ma ripugnanza codesta per e leatrini viva matassa. quale disprezzo mi di qaesti padroni di questa POPOLARI POBSU signiQcalo la più hanno oh Di STDDI anche toscani 700 del edizioni del 4 in e una 500 scellane mi- produzioni popolari addietro e , in parte gi- RICORDI ratto ancora, Gliè farebbe mi non la Penisola per e forse Fioretto perchè scontrare i le loro narrare lei da brano invece ad montOr » Nulla dire intorno posso soltanto che rilevo Però la storia dialogo,perchè un son inganno, le parole seguenti : si 'nciamnm Nicirlosi Sintennu a Ghi Francia tutta Facissi non son più detto il Meschino, Nessuno che di saper G. PiXRÈ. leggere — appartenesse sulPelmo : non di Al- avendo da altri versi statimi poetica non sere dev'esio deiraiitore,se e non paladiuu parrari, serra. serra a tre: i Reali di il Calloandro li che altri libri dello ignoti.Un nel . gran stu corpii fuor dei contastorie sono a si rnittissi 'n guerra due senza sto cote- essere che i libri cavallereschi conosciuti quali generalmente 0 a corpu altronde Osservo Fu l'arma noi" questo sospetto a posso introdotti parrebbe disputa una citato dal ly Ancona. riferiti di fresco m' ad non questa supposizione, uno per appunto come parlala,o lato popolo,intito- tradisce, in trascrittomi,se pur questo una il libretto del mi uno palo stam- poemetto un uso non paladini vengono imprese, toscani emigrati Pisa. Faccio a la memoria perclìè se poemetto ad l'ho qua non di lei trovati, Paladini," che però dei vanto e fossero essere fe ristampato continuamente t inversida che maravigUa costaggiù. Potrebbero le isole d'Italia;sic- per originariamente sicHiani anziché 17 REMINISCeNZE E solo tra capire il cilia in Si- Francia^ Guerino Fedele. E spiegano stesso chi li legge? al popolo genere no manca- essi,il più dotto, si Folci studi di poesiapopolare. : (sic) la qual a' , vanta fa cosa 2 18 STUDI di lui di trovo toscani, che ho Anzi forse Le a che credo esse ricercate non che ristamparsi,e ne' secoli bocca che a' nostri alcuni di essi lato pardovi aven- scorsi ristampano più ristamparsi diffuse. stamparsi a andavano e libretti a memoria nella e vo' non lasciarli avere glianza somi- certa una In fatti i romanzeschi. senza primi sentono ri- leggonsi nel Morgante Maggiore^ Vili, 15: e. 1 II prof. D' Ancona di Santo 1599. 2. Luca. • Giovanni Hisloria La Certo, morte il Qui » e osserva ira questi poemetti In Venezia, qoesto in il D' Ancona che Cipolletta,non 1552, siccome può » composta • ma per dcv' nel corso ma Coi a assicurare compose di esce in questo di che nima, ano- della vita Cipolla. questo essere l'auno rapsodo un 3. Historia io posso Cipolla, il vedersi Historia Sigiprundu da questa storia Dianora. composta nuovamente seguenti: 1. ristampata in Messina, edizione in fatti in un'altra è mutato i è l'autore, non più propriamente lucchese; del e Hij'ffolUoe Lionora, di Lionora siciliano;e Nicola gennaro nota il D'A., S. Paolino, di e di avverte nome sina» 1598. toscano, mi Boccadoro. appropriata; Tera e è io potrebbero dei seguenti che e si non nella oggi versi altri di autori con se d'uomo anche cui ho popolo. tornando notare memoria scorsi, sono del Ma a che continuano oggidì poesie popolari che che non popolarizzate e non e poemetti secoli nei dovettero non di quei poemetti, non da popolo or nel glio maravi- popolari di i versi venuti mi *. Se conosce nessuno che ancora perchè anzi passati: poesie popolari stampate quali corrano più. tori tra i diret- e fatte in Messina si fossero esser di esempi secoli in Sicilia ora devono non ne' di credere ragione le meglio edizioni come i contastorie tra di burattini. di opra Né POPOLARE POESIA di autorità uomo un DI In Mesun poema che Salerà volarne. esso a* 20 20 STUDI Notabili DI anche sono gli usi da questa parie popolari; da preziosi.E vero terno dei tema che del Puso qualche in della mia arabi a di tenere vincia di lunghe dei coi insieme sere che "i certe ricevuto, che uà a '.Non Lu di canto che mangiar tarantella. ' Lu ballu * La *ngri8ella, proprio dei murinari. Lu tidiscuni. Il prof.Angelo v.QS e ha le uova e C, 1869, mare chia- d' ambo aella Santo i si reca e a un usi prò* il fìdana pregare andar far la prova altro in ne ho augaria usciti di Chiesa frumentu. La Italia nel Sabato Tuso. di gettar frumento * in 192 n. si suole Camporeale di là stesso tacca fa$ol(i, ziali del perchè vogHa pel domani La * di populu nni jetta.lu lurcu quella però altri usi ignoti cosi turnamur e i fr fatto ricordo occasioni che ^ * in la eresia ca e occupali di propositodegli agli sposi appena Ddoppu gli usi in balli siciliani *,napolitani% spoei. E ricorda lii abbondanza facile comprendere giovani innamorali, sono parentiPamata andranno come ò (di cui suono migliori abiti lui in campagna del a Trapani apprendo vestito zato con il ; e nuziali \ Da costumi Teprincipale, relazione aver specialmente e sonatore coloro canti dai apprestano elementi donna, cosi devono % inglesi*,tedeschi sinanco e la dove raccolta), sessi,passano ricordati canzoniere. canzona, qualche costumi T argomento siccome pianti è nostro Tralascio e POPOLARE anzi i canti ci la donna con costumi POBSIA : puntai. (l'ho visto in Ficarazz\),la murisca. De Gnbornalis presso gli altri nella Storia comparala degli Usi popoli indo -europei.Milano, nu" E. Tre* RICORDI Il qual costume che uno canti la cantasi Vinni di mai celebralo Caslellermini delle sera cantari a sti a La saggia di lu 'mperiu tiniti, alligrizza,chi affaccia Cu nni suunu vesti d' ";;hista lu ' verbu lutti e si vanno la ben fare Poi d'ogni e paese li ziti, santitati e Jiitu iu curca matina la ben ci fa matrimonio Ddoppu ciocca mou Se del nonno primo non in e « 1 ' Verbo Ci s. lu misi si figlioe della luna più di il ne' ritengono per è chiamalo so(tinten"lc il sole risveglia per ciiiaro: che tutta feste dell' pel batlesi- la vita smettendo una il nome quand' egli sia nato in ras- ptna i genitori prendono frutto,osserva nessuna fa, momento un primogenito prende primo come mesi pochi 'mpasturata. paesi del nome di miele: si marita e tutta l'isola il quasi quel desiato qui chi poi arripudduta p^temo, lo dura non ispenta poesia:contentezze, quasi invece va livatd. regina, l^angiola, la fata, la dea sopitase allora si che zHa, la cu la il canti giovani,e avvertono g^nex^ poesia del Viene » i fortunati La È ^ levata: si La vi livati. a visitare a porta degli sposi: arraccamati Bongiornu, jorna longhi Il domani n'è ve saturiti, cantata è canzona polare. po- giubbilitati. faeeiuzzi oru poesia ziti, eh' Gei ^ alla nozze stasira nella Cianciana e Oh Quannu d'ogni 21 REMINISCENZE seppi non Tra' C schio, ma- il proprio; il Vigo, del loro variante. può superare la nuova sposa. 22 STUDI validi amore decorarsi buon il di a costei e cosi il e Su' Tu lu 'nnanti ti chiami divintau la mia lu figghiu e quegli abitanti un Tolgo questo viene da * Edi di a curioso un e canto un celebrano la che usanza del Sabbato in prima hanne Santo a musicali; e di simili cose riscontrarsi popolari:e articolo forse dalla Raccolta canto in Catania nel qualche anno eni, paragoge colla data invece non mi per la Pasqua 187 canto parrebbe quello sarebbe amplissima di è. del inutile di canti pei tipidel Calatola* la edizione. 0 raccolto di strumenti può questo e notte » mia. V reca caci uova, : Turiddu essi quando di visitarsi nella stampando qui cominciò la e raccolta. mia delle credenze Vigo venire Lucia; Terrasini V altro tia è stato accompagnamento con Argomento ^ di Messina dì cristiana ; della Turìddu, nome *, a mugghìerì la novelli canto ofTerirsi V dice e Turiddu, Turiddu, chiamu: de' sacerdoti brigate Lucia; nasiddu. lu l'arrubbau d'ora quannu Un che mia. e e provincia messa. l'occhi slampa Curri lode rìtrattu,anima tò la tò T-uriddu Nella un bambino, si vedrà Turidduf figghiu nostru, miatiddu lu janca facci, La prenderà essa di figlio: ' Edi un bella sua grado acirealese canto un alla tutto per egli chiamerà Nasciu E e quindMnuanzi che In » al la donna elevi rallegra d^ esserglinato si quando moglie ed virile. nome in tutto somiglia POPOLARE POESIA connubio, un marito DI e che popolari che. che verri il cata pubbli- i870, in cui il raccoglitoreoe RICORDI qualcuno si desse svolgerlo di proposito.Ma a qui alcuni cone cenni quasi questo lato le tradizioni di fatti. Studiando di aver fecero che si fa dalla tanto rumore più antichi buona cenno depositainsieme hai Trasisti si crede Se 'na quale La a zuppa legnaggio, pur * Il Meli per galanti, che avendo lo persuase una a bellissima Ob Eati Eli su' zione riprodu, popolari tórdo, dice il popolo, ? rendendosi visibile in- * arritirata, fari zita. a si e si , si vede non porti male quella e buona ventura invece di malvizzUf la credenza visto da un a prender forma la quale glidice: pmtiggirò d'ora buffa, chi Barrasti antura da ! na' avanti. ta grata e umana l'impia yiddana. a suo cere pia- siciliana tordo. nel suo poi la Fata poema che maltrattava quel maltrattamento; onde picciottufortunata dda villano per ributtante, bella *. La popolare cantava giorno un d' alto donna rispetticome genii del rospo casa, si nutra a potente perchè distribuisca donna, ... donna dai eufonia cessare pare nn'addunai. mi della settimana seguendo me e di negromanzia o evo; nel nido 'un prenda vino e grazie,favori Maluvizzu si non abbastanza ^ il cosi diffusa che è condannata qualche giorno ma 'na è credenza di pane a ne' canti se maluvizzu figghia e V avi (buffa)il quale da che ancora Avi iu cenni, medio ? no uova lu ed 'mpettu buffa, eh' La le petra di la tali pietra,che con anche ispiratidalla ignoranza , della ec- considerazioni di nel intanto che libri d'alchimia fede. E coinè ancora Chi aventi quei di altri assai dettati feconde di uno conferma a sono le canzoni mano a 23 REMINISGEDZE E si vede un rospo comparire 24 STUDI siciliana nata bella La nelle essa II mito coidano Lo ancora. de' le ali che chiama volta ® malfattori quando Farfarello , nella e i ficira li fati cu fu e IPocchì Trizsa ca -4 Diàuli ch'abbitati ^ Monaci 8 9 Subitu Satanassu Cu lista 'na Grida a cci li mann si li metti Burcanu Grida di re la Cifaru la Cifaru e è vecchio frijrì li diayuli. cumpari supra jetta un cuU'armi a diri. l'ali. gran ^ suspiru. pagani. gani pa- Ciringhella, fai. metti a anche Muncibeddu... e me *, co- dei V'è Malagigi. Un si fannn *, tanto netta. vogghin ccbiù^ Satanassu che ììati. 'afatturata a vi più mettervi 'nt'aprili latri la fattura fusti 'un teatrale l'omiai 3 ss' occhi i cattivi dannati. che è il le anime orale ?, diavoli dei re con di preda tradizione Cu 7 far demonii Lucifero come cano vul- sé l'amata ali per sue si dibatte e " Di delle da ri- ne se Lucifero al redde-ratiomìn rappresentazione Vi con demonii tristi \ e nella come disceso il nostro abitato Satanasso come può non Perciò 6 Tra' fa groppa che grida, sospira * spesso stibilmente irresi- è vicini meno perchè porli bene. punto Vulcano, luoghi popolare nomina invoca terribile;egli ha cavaliere % fatturata anche trasformato luogo d'inferno, per gli vuol di e amante quali egli qualche pente ser- presente generazione; e gli abitatori alla 6no proprio il canna è trascinato amante ciclopi leggermente pendici dell'Etna delie non perciò lo la fate, te lei. de' tradizionale la come ella fa la fattura •, e trecce da uno gli uomini gli occhi Con ^ aprile é figliadelle in di anunaliare potenza POPOLARE POESIA DI vive deflìonio cui Del quetraria lana: uel (^volgendo) a ia qual resto sarebbe non , dannati tieranti l^no è potrebbe casa il calda, come vedersi gr inganni per questo medici di fatto dice il quali sentenziano discese Infrequenti popolo del alle airinferno s^ avviene i birri cbe inesorabilmente le Gioacchino deilMnferno, ». NelP di lavorano di morti dentro i Mastri Lu solu * V. Vavvucali di lu nei miei per i 'nferna Lu TulH Qotte affamati, e spogliando i e giorno i venderne è chiuu vengon gio; personagdare ricor- giunse sua che potenza da mettere in non non nel gione, pri- è niente dì posta, logorano senza posa. sotto I sagrestani lumi gli abiti. I mestieranti d' avvocati e far viaggiare, alla giorni smoccolando detti nere te- sapendo i corrieri si si ribellaro becchi volontari e che dai ghiodici. spìzialie medici. patrucinaiuri si nni 'nfernu è faUu Canti di passano paesi DDtara, e a di zolfo non de' birri poetica vita di stenti contro '. Nelle l'aniina tanta cavalli; ecco i minatori che scavando sono perdute, ma , vuoisi e andarli la tradizione tari menano maniera ie^ra male hanno LHn- iiotai \ quel dannate per ferrai, anime pochi per stessa * i demonii ferrano peggio che i Ecco anime essi propoeitodi mestieri avara. di le sempre; e m"- poesia, la gente in ora mori Leto inferno iemali anche À in questo ora fanno. popolo, proverbi dalla cantate riappariscono quasi quando porte i pena che primo esempio speziali,giudici e e una specie di avvocati^ di patrocinatorie di preti in i pieno a tempo i lanaiuoli incontro vanno scafrmin(m(io tiDia senza di cricchi di vannu a casa di In diarulu\ parrini. popolari sicitiani la leggenda Gioacchino Leto. e 26 STUDI conladini li hanno che scapoli sudice e i sarti e i vagliatori i i male di Qui alle si canta da fare vivono sono che chiaro birri; che i d'inganni forza a vani gio- arti. se che di di ne mie accenni canti, poesia storici in versi, in conservano monarchia dovessi La questa. suir osservazioni conclusione una numero frammenti le fine hanno quali della gente i calzolai perchè fornai, mentre i consigliano si e figlie di tutti son muratori, essere un dispregio; arrabbiate; sempre macellai, e in prender non a POPOLARE POESIA DI buon normanna essa intieri ai in ora I canti cominciando finendo trebbe po- sempre canti, frasi, in parole. in ; non ha popolare in ora dato e fare argomento dai ciliani si- tempi della nostri narchia mo- sabauda. Tra reminiscenze le mitologiche ora cavalleresco poema importanti vi popolare, di e e si a Alcuni gli studi relazione della del soprannaturali delP popolo, canta se che cosi stesso. di e tutta della la le un Usi quasi ma cantando tastorie con- frammenti Sicilia. in nella dei esistenza psicologia e nulla racconti bizzarre, consacrate trovano bibliche, sono antichi sUntende^ popolari strane, per ne' sospettare importato, credenze costumi, soltanto popolari. darebbero trovati ne ve ì^a cavalleria, quasi è vivissima teatrini nei e passato cavalleresche. e rusticana, poesia del pre sem- storia vita cose e tima inturali na- 28 STUDI le eresie mentano Guglielmo, air il opinione DI Vespro. Noi però del Pitrè del e degli uomini ha bene che po' un lo canterà non Skat^verga dice: dimenticare bea t cbe Io ripieniO. ottener di cosi non o avendo, chiesto Chants a ne so affatto ho fatto cuore subito ne se chiuda servi con- in un Giorgio del Pauriel S il leggere,per una ncm canzone, per gli detta commosso Tavvenimento ecc.; alcuno se «so e tristo sul Sacco per modet* o colpitoe e. ad sulla Battaglia di Roma, sulla propria esperienza che come ne, lo ha sia riuscito mai antichi,p. certi cantatori la Grece di sé tutto Legnano, nella raccolta del C.'« Marcellus gli Godes^to il popolo fa incon- » fatti sopra populaires de quando chinevol li^to,perchè al dolore è più in- davvero di Io , alla gioia)che so , lo canta raccolta eccita,canta tristo che canti nuovi Campaldino non il come Battagliadi Lepanto ^ io il ricordo. la esaltala fantasia lo lieto,(ma più ch'egli è V attualità. si nega memoria sua sa popolo di sillabe;e nella Storia di e questa storia ina popolari del non ne' » fatto un se nella è mestieri Siccome conservare sciameate; di popolare della canto , verso. le parole ":;ìtate più. Perchè di versi certo numero cantore nelle anche nimenti degli avve- poesia anonima il poeta rustico ricordo un della letterato scrive piace;ma e pare la memoria nel colesti essi menzionati: pratica colle Iradi^oni di appunto questo che Il poeta in che rimasto essere ricordali carattere un Salomone-Marino, vivace e il Re , sappiamo acquielarci non popoJo può tempi posteriorifresca Chi musulmano risalganoa' tempi nel dappoiché e POPOLARE bizantine, il gaito indubitatamente canti POESIA t. (Paris,1860) farsi ad possa II, Paris 1825. , il e. XXXIV. Vedi aver pure DI QUESTIONI qualche 1820 mi canzone sul 0 risposto,ciò hanno si fanno cose 1837 del non Rivoluzione però e storie leggenda), a dopo udito aver siQcate quelle tra questa in consacrata da fatto e serbarne dopa il fatto,che 1868 fresco classe ; il volto $oia tanto lusso ride ne e E ITna. cieca d'Ito: sceru per in che in vita ebbe magnificenza. Il popolo fuori mette canto allegri^genti dtamu n un paradisu si cci di che la Borgo in Palermo, cui uni sapi nenli cchiù ora tini eurrinu. alcune 1*^ 2* e 3* portantine: ogni da andare una trasportato in esser maraviglia forte, ne piacemi di recare: 'a carrojsza^ va ùeì li ; Nel popolo. chiazza, lessilora ora di tanto dev' fatti che in Palermo le antiche non tanto t pe' del fantasia trasporti funebri carreggiata;morto e abbiamo ne sona per- immediatamente prima volta Municipio abolisce Signuriy li jf ar la per sene saper- d'uno o gnificasse si- cosa tale dev'esser venire a nasca la toccato carrozze Ga ^ hanno diavolo povero la canzone che clas- me potrà saperne canto un per da faito rimaner per già in Sicilia compariscono magnificile (e d'un a altresì che rispose non si la uscirono canzoni ordinario),come che vero nulla tentarsi con- intende So K stoiici^chiesto sa canto un memoria così di più non non è Ed delle quest'altra,mi o Ora» chi nulla. persona di Ricordi essi sul Colèra e varie cantar a recenti) popolo le antiche tra passano ora del necessario esser istoria il per Rivoluzione sulla che ed tempo (e siciliana possibile,perchè queste esser , delle fatti (parlo di al momento 29 POPOLARE sulla nuova Colèra POBSU certa di sii li $Jorii .. Rosa Brusca, fallit D'allura mi ha cei ni- 30 'Ntra 'na Servi sapiri cu* vi vede fuori dà a Sono Ora cc'è la ca Cu na Lu beddu canna St'èbbuca celu Lu L'oru Di e carta I fatti ultimi a * nni di li è d'ora chi pel sconforto lo la visteru più la Sicilia nulla. a Pare lazza, fiocchi che Giumma ' Gattigghiu solletico;cannarozza, epoca. nire. avve- eccolo ; laria"! curri ! la Sicilia: dell'isola e hanno già siciliana del 4 vi comincino la loro sola, tuttavia aprile. a parlare i lacci. plup; dita, ine- popolare non il documento ma ^ Ebbuca, ora sente, pre- all'aria, gammi tirribilia clamorosi vi f per di l'argentu squagghiaru pill'aria. qualche ottava, e evidente segno di maltalento è la Storia della rivoluzione perde che vigilia. nni manna popolo Talìa, ha jutu ch'è il e di Borgetto: fannu ha Vi manca * un le tralascio tutte per questa leggenda, e ! pubblicarlo;ma manu dijunu li : carrozza e comune Talia Regnu fa Palermu che nel raccolto venne sta pieno dubbio : pazza, pel passato, di in stato arma danno canto * razza, la carta-monela; , di desiderio ' la fossa pigghia suo un lazza e cannarozza a dd* è tri liri 'un novità li a yennu s' introduce una povertà gala vi Vurria pri giumma tutti bona a 1866 Nel cucchìeri e POPOLARE tutta carrozza Vistuti Ca POESIA gattigghiu fa lu Ga come DI STUDI di eannarozzu» gola. giurati. con- 4 Il Air tutti erta pri Sangu quattru aprili, l'avemu dicinu l'amici e li vicini, Lu dicinu li frati e li cuteddi e All'ordini Sicilia .La pari chi La carma Lu populu in ura Sbirri a 'n nni Filianu a Sempri Nni lu Ca r avi sapi si dumani ^ * Sbumma * 'Ncantini, *• Che sbummari fem. v. pò cchiù cani t scattar! ^! eaminari, corsi. morti! semu àutru nun fari, ponnu la morti! dunanu e trumma. campari, pallini. in ir., quasi scoppiare plur.,cantine; possiate scoppiare carogne. ^ la notti; di vita, chi malu Schioppi e palle,polvere Questa l'arma, tocca e comu ^ sost. ^; chiurma, li bumma sonnu li vii vii nni da trema puzzati 'un supra Sti carugnuna Pri cci trumma, galantomu Cu' carma, arma, va la ca — cc'è crisci tammùru Un mala flniri, dipo' sbumma néscinu rumpinu Chi a squatruni pr' ogni banna, batti tocca E lupari *; ca marusu li 'ncantini Di mari sigretu si ura e libirari. a un surdatì, e cutiddini, avemu l'avemu Palermu Di 1' impia setta Sta — cumpari: baddi, prùvuli Seupetti e fari! a Lu »— * li nu' sangu 1860 aprile pri 31 POPOLARiS POBSIA DI QUESTIONI bumma s. f. come bomba. plur., bombe. 32 STUDI lu Veni focu cc'è Ca veni, sorti La Senti prestu lu Gumenza 2 Risu E battagghia, scogghia; comu pagghìa, comu cchiù li -lu suli ca li surdati " pari aìutu ddi a Li È ^ 4 La sunassi ca ' taschittara valenti Gancla, fora. duna; fora, cummattinu d'assediu il convento in sona,^. sfurtuna: cu statu nu' è ancpra, All'armi, airarmi, la campana Ma ìnbrogghia. gràpìri purtunat Grisci lu focu E, nuddu, mìtragghia, la a pocu amara, putemu nun 'mbrogghia; fogghia; all'armi dogghìa Gbi la comu li surdati la campana si cosa mura chiama. sbirragghia, e e ! sona, populu ce»:! férmu cu Tremanu E la e l'àutri ca Stannu lu cannuni li tremanu la lana surdati centumilia Currinu sona^ ti chiama. ca la campana la Gancìa a vi li nisciti fora. All'armi,, all'armi Tuttu rama: cc'è cui li sbirri ardémucci Tutti E * bona, veni la vostra senti la libirtà! A pi nu' e pri spara, POPOLaBB POESIA la Gancia, a ca Viva DI e curduna? cui fu ordita e scoppiò ì» rivoluzione de aprile i860. * ^ Francesco Taschitlaraf borboniche le , a nome Riso, si uno de' dissero capi di quel cosi quali rimaste manifestarsi di tasehiUaru mettendo si dà per moto. dopo il 4 aprile 1860 occulte in fìno capo un a tutte quel giorno laschetla. disprezzo a* birri e alle Da quelle spie venivano , indi spie. in qua strette co- il QOEST*iONI Di 4anti vinciri stu fammi Furtuna, Su' la caciuni li cosi Ga Gei he Gu' Li hannu 'un forti chi Viva cu' firuti li a la Gancia Gc'è munti li Judei fraggillati, ca Li jorna leggende Lunghe (1860):e così l'ardito v'è Vinrii cu* vinni Se fraggillìanu: su' luntanu ^. marturiann... Tenti^ata di Garibaldi entusiastica canzone e milli famusi 'Nta lu so ^ amara, che lermo in Pa- celebra cc'è lu Tri-euluri, guirreri; 'Aribaldi lu liberaturi, Vinni citazioni dal 1860 l'astutaru; cantano una cummattianu; de' mille: duce Vinniru nun dipoi vi ca *. pìgghiaru. fa chiantu chi lu E jnia la vidianu. ma spera, *n frunti, la vostra e supri li Palermu Le cchiù la ribbillioni 'un Ma via; so la cuccarda cu cunta morti juntu, è nun jìripri a jiriarre tannu E cuntu, di la tirannia. lu tempu Carugnuna, puntu, vurria; sbirri la testa la tirata di l'ultima A 33 POPOURB POESIA DI cori paura ^ teni nun ... giù giù scendendo potrebberomoltiplicarsi fino a' un'altra volta primi di questo secolo e più in là an- potrò portare ael mio berretto il tricolore,la vostra genìa finirà. * È s Canti raccolta in stata Borgetto da Salomone-Marino. popolari siciliani in aggiunta annotati da S. Salomone G. PiTAJE — Studi di -Marino, canto n. poetiet popolare. a quellidel 741» Palenno Vigo raccolti 1867. 3 e 34 io ma Cora, non ariette già di quelle son alla nascono giornata stampe, che il Redi Che ci se (delle quali volgiamo trovasi esse da' Grimm, ^ il poeta di contento Deutsche Hans und populaires de la Grece del Piemonte, pag. 51 della l'autorità delllllustre narrare storiche di tali della poraneità contem- Riv. ; F. Visconte Conlempoi'anea del édition CParis, Didier, 1867]scrive: admise par les de* Chanis Putmaigre, de populaires sont, ou et par que, de à en la tradition toul ce trovo 1858. da la popuìaires de « popolari aggiungere anche ta Villemarqué, il quale De juges les plus compétents qui doit servir de base timenl, de Hersart dell'Introduzione articolo principe découle ce en conséquent, pour chercher à sonnages qu'ils mentionnent, opinions ou a pag. Brelagne, sixième fait de vérilé une poesie orale et , qui suivra, savoir, que les poétes vrai- general,contemporains de Tévénement, ou Wolf, Veneiien; Fauriel, aus Introduzione; C' presente che quel lotroduzione VolkdUder zoni) can- popolari*. canti descrivere e Kindermàrchen, XXXII ment leggende raccoglitoridi moderne» del le stampe Correggendo terne al- di Sicilia populaires du Pays messiti,Introduzione; Nigra. Canzoni Chants a popolo conferma una Wolf» 359;. A. Uebeì* die Lais» pag. Chanis si odono staccati alcune frammenti credo alle poco per riconosciuta Non sitate spropo- quattro rime a il che e e e nascono troppo pur in brutte che antichi. in anche siciliane proposizione che quelle ottave in disse canzuni chiama che esso co' fatti.Canti canti canzoncine o la città;ma per perchè in efficace la mia vendono, si e per le campagne cantare più modo nel contemporaneitàdei alla intorno solo decennio preferiscoquesto avvalorata trovo POPOLARB POESIA DI STUDI croyance trouver religieusedont la date de quelle epoque appartiennent soit les soit les sentiments traditions pieuses qfu'ils consaerent. ils sont leurs évcnements oeuvres, et du sen- Torgane, il faut les per- qu'ilsexpriment, soit les " 36 STUDI Vedendomi per Gioacchino. di Palermo,. ms. di era occorsa docam^nti del Di POPOLA^RB P0ESU consultar a la illustrazione bate DI 29 volume giorno del un Descrizione una tutti con 6i, nel quale gli che apportò r acqua quel volume era Storia una diarista. Vincenzo Auria ciec^ cantastorie. Trascritta benamata giovane, non quando da. lei slessa Ora, senza •«a! risalire può a risulta composto la V. ' Il Canlù leggenda ha al sostenne n. 290 di aver osservato ", aggiunge: « li di nota a può canto un nel « non polo, po- sca tempi posteriori fre- dovuto che per degli e riportare a mini uoun quel documenta det fatto '. della mia questiultimi tempi, dario»; leggen- canto avvenimenti avrei il canto in — ne' — della Biblioteca documento degli degna creduto preso sor- lettura,vidi continuar* pubblicato.qael anche noi rimaner menzionati, » perchè esso il don^ni opuscob, dopo dovetti principioche nel versoy» vicino lessi alla mia varianti parte della Storia K del la memoria; ricordati ^ e rimasta essere più in tempi vivace tempo col aodanda Comunale^ quella poesia la poche nulla saper il Borgo (tra parentesi^.una.tessitora raccolto io avessi se e solo con m^ezzo dalVo-rba^cioè dalla cantata punto della mia certo (i666).in pe- queir alluvione, che bella,e cioi^a),e non a diceva del canterina di circonvicini qmlli rimin^o alla Misericordia,d^incerto AuUove a; un C Qq della rovina nel qìmrtiere delli Tedeschi Comunale della passato luglio indicavami Biblioteca colla segnatura essa Ta- raccolta della mia Bibliotecario Marzo, manoscritti stampati e trovare raccolta. questa che 1 opinione, e in 1 Siciliani misero vestigiaantichissime un suo grande di loro cente re- pegno, imnacolo ver- sig.Pitrè {Alcune queitionidi poesia popolare) la contemporaneitàdelle canzoni. ai fatti in esse celebrati;e la QUESTIONI DI POESIA 37 POPOLARE IL Ma qui Al t più codesti il D'Ancona potrebbe si quali Quel dettato. ogni si vorrebbero A questo che ne proposito io ho detto nel del forse A Trovandomi devo sieno a di Stefano dimostra quasi ragion principaleè suir attualità. La d' Aci, zione cita- una critico io avevo forma de' uno il popolo il nostro non Però, passando per e compone le bocche scritto: Canti del nostro primi letto. dia- ciliani cronisti si- del la poesia popolo popolare dialetto. Inoltre mai se ne guarda. ri- liani popolari sici- vivente al novecento, mi de' esteriore Sala, l'Ariosto inalterato 1870. dlVOrigi- permetta vivi dell' antichità Vestigia primilive della lingua tip. Antonelli, si quel a portato nel son questo lato i canti dugento che mi della Atanasio Frate acquali richiamarmi critico intorno dello Studio da come remoti forma presente neir articolo che documenti Sicilia, dal natale parlare a avvertire Da 143 il i canti nella stessa tempi potreiche non tenuta pagina che sostenere ne^ cap.IIdello Studio non tichi an- » dialetto mio più si voglia quanto de' Canti popolari. Ma poiché diffusione ^ campo € attribuire. attuale rimutarono e ripetano adesso avere dice: sarebbe volgar siciliano, critica il voler dovettero che sostanza il forma di altri si è che, per tempi ricordati si storici sopra idiomatica la nei di senso nella che trasformazioni è certo far risalire indietro contro concedere conservano che qualche concessione,e a ultime siano caoti de' viene sopra altera molti fatti antichi, la forma dei dialetti italiani ; pag. • ma V. 7^ Venezia, 38 STUDI modi di parole campagnuole e lingua d' alla intorno di siciliano s' argomentano cosa gran Quei primitiva. 0 d'ogni previsione il fuor servir di rispostaa coloro Vocabolario,e saper illustrare la oscurità possono arricchire qualche testo, e nostro POPOURG POESIA DI Italia versi che alla e care e giovano alla storia del non parole Le affermare io ed parole: son meglio amo in ciò dallo soccorso nuovi storia delfa favella. preziosealla di amore i riscontri stare de' documenti e il dettato e XVIir,perchè proyata e quattro cinque a foschi colori più Amedeo fu re canti le di Sicilia ed altri le d'incorrere a' le castighide' Ervi * Storia del la fami e Regno * civa nun gastimaau sunna Sicilia, v" noi. (Storia dipinge in cui Vittorio Papa Clemente dal Vescovo XI di Catania, sicché,dice ecclesiastiche Il canto » Regalbutu carduna di di essi a i il Di cori,le fuggiva la compagnia, ognuno ministri cànuìzzu Pri cioè in Sicilia; « censure Ghiancinu Lu vicini collegiateabbandonavano chiuse, ed eran XIX privilegiodella Legazia apostolica fulminava ne Uno tempi l'interdetto emanata Blasi,i capitolie chiese secolo. quando al questioniintorno approvava sec. storici del cap. XYII gì'infortunati , per de* canti la identità de' secoli anteriori rimane Aneddoti)io riportaial XVII co' che provare stampati del provatissimaquella de' seguenti più Da colle e » fra il dettato scritti e cuore questi begli , studi. Lasciamo cultura origine e sua senza di sentenziare alla storia dell'arte gioveranno co' vocaboli frasi che o è o questa Mulimenti, a la lì genti, la so 1. Ili, pag. tramoja; gioja; 3iH. di mendo te- cere soggia: QUESTIONI li terri, persi li simenti. Pari ca cci cresii, campani Megghiu allro canto ebbe fino lu ricorda coir arrivo Palermu 'Un hannu Prendiamo Ciaurella rima ottava scrittura differisca nel in che Martino di Nicolò a : ; *. frumentu letterata di da dettato questi due 1603 nel Àversa quel tempo, 1695 letta di poeti ci qualunque, anch^ cantò tava egli i suoi La Nun A via Mauro monaco affanni V. V. il il o vita di S. Rosalia,una Marchese da cassìnese d^amore. facile con Ecco vidi, ohimè! malu passu a ti l' amuri Lu suli ti mustrau e. 571 della e. 572 mia della mia chi è fausa l'amurusa conduci, e toi nasciu raccolta. raccolta. la e una torta; strata porta? turbata, facci smorta; euno il Palermo, cori, vergi la pidata. miu pr'undi camini L' alba * una : Torna, ^ D. di rendersi quale prima che apprestar saggi.Pigliamone possono sia pure in , siciliano in dettò canti. Palermo da e scrisse , nel di Santu di Nicosia, che siciliana carichi chtantu, n fnimentu né di lu Jornu una ora 1636, la quale marzo misa è vinu e * ! di Resni^rezione tri vascelli Galàrn vediamo pani boja legni fiamminghi Missina cu la matina A Da di tre lu a la carestia del in Messina, il Sabato grano sagramenti: e duna nni Papa Savoja ; Gasa passau 39 POPOLARB Arsi Senza Un POBSU DI sua vena ot- 40 La è del seguente celebre segretariodel e Sufriscia €h' iu Megghiu Né rosa o il è ve da XVI quale pema è re, chi è Ancilu lu Viva livau €a secolo del E XVI Antonio Veneziano canzone in Ghiddu Galeani Decìo e difenni li 'Mperaturi e di li cani è il della mia Carlo Y colta, rac- in Palermo: galeri, Spagna, banneri, si nn' appagna. {da) lì ceiì: di la me a Spagna. — Guirreri, la cuccagna. grande poeta siciliano (n. 1543, m. 1593),di cui monrealese riportouna proverbi: Cui ^ Diu mannau parti. 567 di li nostri fuj e fi^parti.; nulla a la parti. disfà, e ki portu di frischi Pruteggimi — fa solu cu a si cunfà. nun "!,\x' chianci, cu' li Un amata sua la entrata 'n triunfu Vannu và^ bella si si la Sicilia tlantanu cheologo ar- ogn' arti, persu va riferire il canto celebra €hìnu baju jiriundi supporta cumpagnu Ne poeta ed , di Palermo: cci tantu cumpagnia L'amanti Al secolo Senato hayiri la e trasporta *. Filippo Perula lassari è eh' amandu Amuri jurnata cui suffriri lu purrà, mia pir ti mina qualcfaigran A POIK»ARE niura di sta tua notti La POESIA DI STUDI cangia chi Sanclemente, Cirillo 1647. la via mancu Muse vecchia si pensa pri la nova cci avvenir Siciliane^ toni. II , p. t, pag. 151. lermo, Pa- Oi POESU C^OESTIONI vaja Nun Chi poi Cui va Cui simina Cui orale lega in sputa 'N l' abissu a ndi celu si trova. di ai e via dei questa su documento ctie si riferisce alla 1411 gfaicaruli *. gli scritti. E canzone nel : cci veni la facci a orali costituitasi Salemi ficiru prova raffronti continuo a è questo frammento siciliana peni. e virtù^ ricogghibeni; fra i documenti riscontri chiova, duluri cu V antichi scendere Senza pungi r abìssu, a ben E si simina cui scausu 41 POPOLARE Salemi in : Badmna . tutti li £ curreri Un Manoscritto deiranno 4' Ilaria La Grua segaeoti ; del notarili a 1403 quale è ecco un ile la Gdrua la matrimoniu, quali intra lu nagnificu misseri pir parti,et nna Intenda : qnattrocenta 1 Leggesi edÌKÌ0Ba ' V. a del di lyatrimoniale contratto voi. A, Clarini, saggio con 76 carta tulte le "ue male for- tra promettoi et yogUa ài dota pir pir aomu in Domina dari un a bi- si di^vi conthrairi Gìlibeirta Talamanca la éicta Ilaria mia Catalana figliaper V al6ra 800. parti onze ( ub *. : Itarìa fiìiiafigliapìr dota, et nì^ttu la Curuna; pronti ed armati neir archivio libertina Ea 4 mannaru tutti €cà Semu e paisi e ii citati; a In a ^g. sec. primis in gìoy,arnesi,e possessioni onze mia 31 voluntati,dari di ao voi. XVII. pag. 3 di questo volume. tutti a la di Proverbi e Canz"ni majuri parti, siciliane sMe; 42 STUDI in cosi mobili lu restanti : POPOLABE POBSU DI fini lu a quattrucentu in possessioniin lu tempu Andiamo Il piena di fu fecondo di marziale ferver canzoni, ed fa che alla memoranda Viva Palermu, fici mirabilia! Ca pr\in Ca lì Francisi ducentu chi di Vespro quale Re martidi di la Gualteri di della in Santu gitatiin Spiritu,d^ popolari fa raccolta ha l'aria di esser dà adoprasse il dialetto. una contemporaneo segno • d*una ad un in un canzone o ai famosi UMa opusc. tutti vuliri per bellion fari la ri- soli fari locu lu si Franciscu unu poesia di G. Gantu', per predittu si Palermu undi Àlai- misser e in Palermu quillu iornu la Resur- Caltagiruniie di Sicilia tutti accurdati consigliu vinniru di Pasqua misser ma legge di li milli d^apriliTannu Lentini,e Dalie labbra si Carlu^ cronaca Abbati, si ammodernò, vi si 'n Sicilia *. Palmeri festa fora di la che memoria, misser si chiama t a chi d'undi ^ ! gloria. del lu misi ottantadui,lu discretu gran ristirà arristaru fu vinutu li altri Baruni loru : XIII: rectioni;eccu mu eiternu : tirribilìa, di Sicilia cantra fine del secolo Eccu r armi a la narrazione Ribellamentu « campani temporanea con- 'n Sicilia. cchiù veni un porta vittoria tutti li la data martoria a Sicilia,ca riscontro,ecco nel sona Viva Spinettitutti Di » è così di esse una proprio sentir ca la Francia ca Sunati spusarì ecc. strage francese la Francia Senti Nò, di la onze indietro. ancora Vespro di cumpUmentu frammeato una quali prisi di poema, vespri^e che via maniera cit.,pag. nuova 10. e via che 44 STUDI cu' E mi eh' è si Come vede, dovuto una Bcrittura di Palermo, fu Gugghiermu, di tutti di riscontro con suoi atti,e dei Federigo II lo Svevo. delizia di tal canto io non nella feudale carta una il Principato «d Puglia nei glielmo Gu- in che governo di Ducato esistente volgare del iatrtolavasi quali Palermo, è tri Stati.... fa ricordo dai che Re Sicilia,il Capua, Pel POPOLAR£ vattiò esso la Giardini lamosi POESIA 'ncurunatu tenne di DI citare posso che Biblioteca Comunale del il cui dettato 1289, tè questo: Item « si cunveni li dicti lochi in armentina errante, ed poczano teniri questo a al Re Eu « colao chi S. Nicola il Morso che lu cum leon Palermo fu Bugg^: certo case li de Bisinianos cun anlku. a cum nostri tutta pag dicti loro in tempu di un documento un atto Leone di lu scrivìmu 406, Palermo, i826. cussi secolo steriore pocon- permutazione che Eftimio con 1153 o 1154, a- atto *. mìa nomu insembla bona fiumi, anteriore nell'anno la Madonna In " Bisinianos pubblicare paxendd a buon un sali, ca- la Ioni Airnu, et né appendine. perchè la nostra seu territori] voluntatt omni novi predicti dormirici misiari a Xarguri primo manu di a "^um legittimo figlio, meo fìglo Nicolo ^ di contenta non et habitaturi mandra, furcazzu, bestiami di alcune di bate stari Guglielmo II,ecco temponameo faceva scapuli bivirari a faezano non se et andari dummodo E torri et pasciri liberamenli poszanu bestiami li dbitatini che et Ni- mugleri di la SS. lo cum voluntati Cru- et meo inten* m QUESTIONI tionì senza tioni chi dolo fazo et positi a di Ximbeni fina alcuno, la citati yecha lu et mei Xurguri et jactipertinentiisenza in. se a^ due qualcuna la spesso adesso ne' criterio aver medesima tucti tempi a^ li si in autori siego sus- rirono prefemune, co- provincia, una ; si avrà argomento salvo siciliani, e le modificazioni dai luoghi, si ripetono idiomatica attribuiscono. origini della anteriori diretiamente precedentemente il oggi chitatinu,gitatinu,xi- tero dovet- che So bene che con dimostrato. . che lingua nostra al mille; risultato di raffronti legano leviamo plauso a questo criterio;il quale motto come tipe stereo- nale ortografia convenzio- una q^ali si farà non forme alla siciliana paese forma si trovassero viene vui la grafia siciliana, loro i italiana storici lontanile il fare, e che di anche citate che proprio tempi a ad contrastu^' diamo prc^a apportate dal tempo nella prof. D'Ancona canti poesie i canti che fonetiche porterebbe nerabili ve- di S. Nicola cum delle citatiniL cittadino per di conchiudere se delie si è avuta scriversi tatinu, scitatinu avere di del voce sinora da tanto una alcuna saggi parlata si. fa più la infine casa cun- lo di frati,dugau documento consideriamo letterato, se che menzo chi jorno menzo siti » notarili^se che la dieta spogliamo questo se rimini de lo Honastiero raxuni Or, il Abbati monasterio et permuta- fora la porta di Xaltas lo dicto a la a li soi venerabili cum contradictioni. e Palermo la porta di de muru et possessioni,li quali sunu a parti di frati Eftimio de presenti cambio li nostri cum di la cum la 45 POPOLARE POESIA è in ciò che ma tale ognuno che parmi. 46 DI STUDI POPOLÀBR POESIA IIL questo luogo opportuno alla grave è Non Torigine del rispelloe dello stornello. Se nati sieno in nelle altre,e di di canti numero quello de' di canti tanto religiosi, meno per qualche canto, Lana nel queste tempo poesie incominciò bellissime 1 Casetti e corrono pubblicati.Oc- pacchianesche, dai a delle non canzoni V. Imbrianj. agli studiosi tiene d'ogni ha trovato: • Che Torino, Loescher e Jacopo Commedia siciliane (Pao provenivano; t E preso per napoe se 1871. qui non in il lento in leggiadramente cantare e fu rinomata ci, fa sapere onde fin dai cotidizione alla Divina sode a fatto rilevare stornelli o conto. la data approssima aver la corte anche luoghi K fanciulleschi ne si chiamarono sonare Siciliane canti basta lo popolari delle Provinciemeridionali Canti inferiore potrà procedere me Commento suo Malespini il prof.Imbriani mano e cantatori;» siccome radiso, e. XX). Un litane si dicitori in rima li eccellentissimi della mollo stabilendo storici, sull'argomento.A li buoni lo studio canzone li ode tempi di Guglielmo II,quando t finora canto senza fatti conoscere i ricordi la Sicilia ebbe che non leggende,di da chi conosciuti Allora,esaminando congetture sparsi di stornelli, di rispetti, di voceri,di villote^ ma di di pur di più quanto non anche ninne-nanne, vedere so popolariilaliani raccolte di canzonette^ di non popolarisiciliani canti grandi Pallro e di li si siano provincia e io Sicilia, la o un l'uno questa provincia prima altrice del se sia la Toscana a * sola, una questione del- verse di- vuoisi nato raccolti ed illustratida voi. I, pag. 56. A- inoltre detto ho — dei Pistoiese. ritiene bolette, poco duri nuvelli 0 in più cioè tenendo nei appariscono perfetta in canti si trovano sarebbe toscano che li ha col in in popolo ? Un che terreno : là forme e canto estraneo di del come ? Non canti un e la sua in morali? in Sicilia minaccia zita, e affronta Pira arbuscello tura conna- tato trapian- come in lucido t^Jlnriche io trovo che tire sen- specchio climatiche, il povero si rassegna di accoltellare de' si non ad adattarsi al in Toscana amore siciliano viene condizioni Quando perciò? che , sfortunato non sicno non popolo proprio non lo riceve risultato etnografiche e che zione termina- una importati.E l'indole dell'uomo, a rappresentarne r indole molto fa osservare, con moltissimi Sicilia essi forse ricevuti un o » originaridi Sicilia,ma mostreranno o punto un ora, per qua perfetta Supponiamo, d'altro lato,che non cob- in certi casi la rima antiche, e al la Sicilia essere il D'Ancona che quel dava di Sicilia. diffusi da possa la muttetti popolo po' prematuro toscani siciliane siciliana. questo un presente che € che e sembra mi la Toscana, il tanti canti si fossero Italia tutta li intende che si dissero r significatode' il meno poco tagne mon- rappresentar a insieme, che pu quali oggi che L'argomento solo più ceder pro- di muttu poesia italiana,la quale a' mottetti riuniti 0 sua ho accennato dìminuitivo venga sulle e allo stornello quanto della antica più motto sulle rive dell'Arno in Sicilia, esso tuttora forma E gentile,col quanto comune col tìtolo di muttettu anche che tanto tempi, diveniva del il rispetto,la né ignoto altrove — fa nondimeno forma 47 POPOLARE POESU Di QUESTIONI vane gio- agli chi tien coli, osta- chiusa fratelli di lei per baciarla 48 e ride e quando piange, impreca e torna e donna la che trovo POPOLARE POESIA DI STUDI a allo dice toscana prigione; in ridere amante ditore tra- : Dov' Amarmi E e la t' non importa allo siciliana Ti lu pri sorti si li Sputu E quando Mi susu Io nni Ca d' Cicerone Ateniesi de' Tebani.. Atene m' quella di ti viu nni lu vaju ; Diù me alluntanaju. ogni cielo un terra del suir vivace indole che che suir popolo province ìndole dire ragione della poesia italiane Tebe amaju, sotto e suir : tuccajù, mi cittadino sulla di ti ho però ; disiu 'n lodu e tò altre t' missa la clima sulle e cu' del influenza quella cu questo, divien spiccata veni amicizia 'a e mi missa ringraziu passioni, sulle a senza e tutto lontano La sorti pri trovo canto cosi si manu guai ti schifiu, chi tempu' miei traditore ti rinunziu, sputu, mai, sei, delli te ? miei lasciarmi amante stesso Mmalidittu Ga gli occhi non a hai m' innamorato altra sei, tu promesso e sempre d' un' Ora che giurasti avanti dì Un fede la ò che 3conoscente Barbaro gli un ride. sor- indole e siciliano,è quanto e forte fu briosa ed per gli de- ottusa QUeSTIOiNI POESU DI 49 POPOLARE IV. Ch'io avessi dimenticata, specialedel fonte questo è non abbia che io li ho è detto: de' altra avere stimo Lo e poeti di dieci volte XVI sec. * ecclesiastico » dei meraviglie nel stupire.Con * Slndio G. PiTftà miieo, — di é una codesti canto di cuno qual- nel XVII canto un travedut in- cita,avevo spiegazione della data quella nella di S. qualche supposizione, grado poesia ho fatto le i famosi naturai da d' intellige vantati più grandi Duòbi di ohe sottigliezza poetic'incontriamo sissimo spes- che essi,vergini d'istruzione, teologici, i eanli co' numeri V. di raccoglieree stampare in concetti » la poeti e Io stesso li conosce. ne' quali questi popolanij, fa veramente Anche questa mia strana nati del meglio e difiQcile lo stabilire il contadini tra 'l popolo che Ecco risente tanto paia Né mollo è imperciocché e versa di- il mio legge poeta raccolta dalla bocca dal Agostino, forse : niuno quest'avvertenza: il dotto critico origine dicendo verginitàdi Maria, che Chi tamente cer- una forse letterata, mano siciliani che nel verginitàdi Maria, che r cui a origineletterata ';anzi acquistaronotanta popolaritànell'isola,i sulla che attribuirne questi canti. di Si trovano, canti origine, e una cioè letteraria, concedere. potrebbe ben per canto questo D'Ancona, alcuni collezione notati troverà modo verun pratica del genere 1° volume 108 mia possono ; ma io credo in so nella vero, il popolare, la provenienza canto non dice come tl9, 261, 3S4, 369. 390, 415, 672, 72ft: { XI, pag. 134. Studi di poe$iapopolare,. 4. - 50 lessero non sussiego nelle certo dottori t Il volume » dei e di istintivo bisogno di confidare i ricordi degli le emozioni d'una poesia divenuta Di canti popolari Giovanni, e sul studi proposito. Se pazienza e amore risultatie il ottenerli. Ma I pochi riuscii è nel le mie riscontri a se guari quale ho avevo ^ Essais, liv. I, ' H. DE ne LA e. si li ho furono e a dita eru- quando e signor sig. Caleca mi tano Gae- rono donami numero sia stato quasi popolari con omessi; il fatto faticosissimo tutte 23 con di infruttuose. poesie letterarie pagine posi si cercano quando al modo » sull'autore bene; so far sapere guarda ricerche di canti fare, non 1"* volume non non letteratura buon un vengono, soprav- religiosiK le ricerche io un dizionale tra- essa dogmi il lavoro accade non ad di Casteltermini di Tortorici fisticata, so- mcmumento della questo di tali poesie,io scartandone agli i prova, popolare canto: non pressata da e che agli studi alla che meno tra i molti essa moltissimo Importano non avvenimenti che colta rac- *, del popolo, la quale qualche a mia quest'anima frattanto è morali. della volume dice Montaigne giudizio Canti lunghi sia capace di scienza cognizione senza ne' ligione re- schietta, e al sottoponendosi e di umiltà, pregando devota il secondo quanto il come ed misteri e più semplice con sapienti » « del Vigo provano Sfide, dal cielo lume sempre de' Dogmi libro. verun chiariti nella forma vengon con in mai POPOLARE POESIA DI STUDI e 371 che del del Veneziano, cui appurato appartenere anche il canto 417, notato veramente possono un legger e due concetto peregri- LIV. ViLLBiiARQUÉ, Op. cit.,IntroducUoi), § IV. Paris 1867. S2 STUDI l""I canti popolarisìciKanì di costantemente POPOLARE POESIA DI provenienza letteraria di sventurato amore : qualche volta sono sono sentenziosi; 2*" I loro versi, la forma XVI Paolo 3"" Più d'una in storia Napoli, in Toscana napoletane lingua comune si e da composta bona di l'anima Pir Non cortisia J in Contrastn mi turbati mi di per e detta morte tire, mar- isola, licenza con ottava dei periori: su- gloriosa è questa:. intendissì m' aspettari. meritu ci nun placisai voglia perdonari lu diri tanta: miu la Morti e e Spirita Santu: lu Gnuranti Iacopo Pittureri,stampato, in Napoli vergine due pregari cori chi quelle vi incriscissi nun Patri» Filiu In. nomine cerio bon fussi, alcunu per Un bon nella della, nostra si vende vurria vi Ch'ognuna si di cose Caterina prima sua genti Divotamenti come e solo non si voltarono contadino e in Sicilia poco Napoletano anche ma vita, martirio Lia Caterina*^ nel secoli dove che, lad- non se rimasero e Santa povero un è r Historia^ Ci di Sicilia ne^ connati spacciarono Napoli si stampa 0 coli se- Veneziano, Bau, Fran- toscane e leggenda,di province. Una Santa poeti de^ di viceversa: e nelToriginale, stamparono a. popolare siciliane in Toscana popolari,le portata li fa credere me Maura;. le storie si intiera XVII, tra* quali Antonio e gimore, passò sentimenti^ ri loro fraseggio,la giacitura dei il Pillante. Palermo composto per il da un Coppola QUESTIONI nel 1667 licenza con forse e sì stampa composto *. Chi versi ha chi mi Chi del t'ha Che traduzione mi mal t' più tempo chiaro su altra originaledi del da 1716 EgM^ questo nella voluta resi contento Vistiri vosi Trimava stampator Napoli per e traduzione scana to- non questo Foriano dabben lu tuttu arrere corse in composta Pico Napoli una e conda se- ecc. di la gran : nostra Historia data in degli luce in qìiesfanno fiorentino^ Pico, traduce Dimoniu Monaco. fatta di stata essere napolitana. curandosi Paci. Nicolò desio haggio già finio; apparisce cioè volentiere tornare non e versi, de^ sicilianismi In finiu: tentatore non più facili, * aju, cà tentatore, intitolata del Demonio toscana Dallo sti que- disìu, arreri, Pico Foriano Demonio lingua ^ Foriano da toscana turnari haggio dato spiare che leggenda stu nun morir vuoi mano, de' in Pico: Non cose si vende popolari legga cose duce tra- vulinteri e nun cchiù Dipoi che •. Toscana, si Pignorante^nuovamente con lingua di passatu spiar! e sieno Se Come cuntenti tempu come inganni in pubblica e della morte po' d'odorato si mori Nun le in Firenze, si in 53 POPOLARE superiori,passa tradotto e un Dipoi veda POBSIA siciliani: E e dei col titolo: Contrasto Napoli Pico DI gran I versi: allura, paura^ maledettamente fatto della misura in 54 STUDI li rende io questa POPOLARE POESIA formar Vestire Che DI Io Demonio volse delia gran tutto tremava allora paura. Gli altri versir Ca A fidili e di Diu sti servi di tintari n"ai che A questi altri mai cessava non di Dio sii servi di fedeli dimoniu aHura Gei fici dari un pristizza cu di sosizza, pocu Il Demonio allliora Gii fa dare un Questi esempì sono prestezza' con di saucizza. poco piccolissimosaggia di quelli che un potrebbe apprestare la leggenda parte la e stampata in Comunale ad altre in mezzo far notare che detto il poeta^ (corsaro) V stampossi queste osservazioni da finora altri su appena toscani molta sfiorata. Voi. unico, segnai. CXXII, anche Tanno qualipotrebbero gettar G. 29. 1544, anno di in Venezia di senza sulla Distruzione di molte documenti Studio questipochi,non a leggenda guasta in Messina i di varie Scorie K rimanermi un'altra per Barbarossa A raccolta me della Biblioteca volume un col titolo: Raccolta consigliadi Simon siciliana da toscaneggiata dal Pico, la quale conservasi brevità mi 1 care e l'operacosi: coronano me, tentane non ancora: Lh in car.v sgrammaticando: lì traduce E cissava nuir pari di Licerto un e bilmente orri- 1624. potrebbero aggiungersene e napolitaniignoti a Ipce sulla questione 55 POPOLARE POESIA DI QUESTIONI V. Una di Carnalivari delle Canzuni non stornelli, in verità ma « K da potrebbe offerir per dire io e se non offerti stabilire più speciale, parrebbe Nondimeno bastano, a parere non classe di canzoni una bene si tengano a del del avessi che si si tano can- vale. carne- D^Ancona, carnascialesche. a menie trinseca in- q.uestiduri » usciti amante: ui» €ittri d' Si tu ne gli stornelli in Sicilia che desti co- scoprirvi nessuna sa più particolarmenieneiroccasione esempi di bocca non indole con soltanto anche Gli introdotta. Il D'Ancona me dagli altri canti,i differenza altri da io raccolti da cantori carnescialeschi aver nega la popolarisiciliani è quel- ne''canti distribuzione nuova amarena. m' ami, iHin^ di pena. io moru Ciuri- d^addauru. C^niii camini Giuri di A lo cci lassi lu luppina^. la matina mii quannu gigghiu paru ciaurui la tu e livamu rosa fina. Oiurì di risu. £ Io Si di mi e moru leggano brigata ssi labfaruzza vasu, si 'na vota nni queste pure pulcinelliin E una, Apposta Pi vènirl vaju 'a Paradisu. e dui, vinni a cu canzum una e sera tri pocu stu cantate di Carnevale: palori: calaciuni, 'ssaggiari'i da^ un* maccarruni. allegra 56 STUDI 'Nsignatimi Chidda rafanella eh' a unni POPOLARE 'nzalatara, la bianca bona è nni noi sta vìnni chi La POESIA DI la scalerà; pri manciari, pri Garnalivari. servi Be^ be, bei Vacci ti E differenza di che Carnevale più. 0 lode una gli i in due o uni ad commestibile ottenere apparisce deUa dalla mia in o musica settenario, un anche buona perchè popolare tre di amore, voto; un speranza, una è in questa pensiero una là moneta, delicatissimi sono melodia, come sic- al secondo annessa raccolta,differentissima del i canti altri ed due qua mente costante- mentre sguaiati gli altri. La volta ammessa. invocazione; delicato ecco me hanno amore desiderio, un qualunque: primi, qualche volume tale un da quinario seguono esprimono servono d^ endecasillabi; ne delPamata, altri un rarissima hanno Gli I canti questa: uno e (Juanto gliuni dagli altri, classificazione nuova endecasillabo, cui un un tabbarè. invocazione una dopo è lu be', differiscano se sia la ragionevole si' cchiù ca jnchi giudichi ora Si La tu, in i entrambi generi. Del stabilire una classe di canzoni altri Itiediti, che carnevale in d^ Palermo uso bastano per i- carnescialesche,eccone degli resto, poiché gli offerti esempi di io ho potuto raccogliere Tultima quest^anno, seguendo una fermavasi di mascherata davanti frutta,carni, ecc. non le per la sera piazza del Capo Pulcinelli,la quale botteghe de' del venditori come di paste, 1 DI QUESTIONI Paddicinedda Ga davanti Fatti r arricchiti Viri eh' è Pari ca sti me' Cu pri Ma Sto Toma La cantari la pasta lo A parer nalivari Le e mio di fame Del ^ BAUD. resto Chanii T. Arbaud, di Canti due arricogghi. 'na. Incanna, pinna, Vanna. som d^amore e le Canzutii di car- differenza classi distinte che ne è tra ks più, niente inserì Fie- m^no. e parecchienella 220. bene credette ^ perchè appaia più evidente 189 che popolaridella Provenza, popuìaires de la Provence I, pag. figghi: provenzali, niente Damaso raccolta sua 'na dogghi e carnascialeschi;le altre,specie di fiori, canti son tuttavia tò i duri tra les Serenadis une co la medesima corre e roues la tinia cci cc'era mari Qoattordici notara pinna negghi tanti trova la sosizza e la mirudda. senza e fudda tammoredda, e perdo casa 'Mmenzo La t di sta 'mmenzo compagno a signora sta calaciona me fazzu, totti maneri: cantari a vi fossi vinnitora. manco Yegno siti beddu! tammureddu. stu graziosa pani di yinni Ga vui cantu Vicenzu. chi canzuna abbentu, san chi mio, 'Mpari Vicenzu Mi nta cumpari a Gull'artima hai nun calaciuni tò ssu ca 57 POPOLARE POESU recueiUit il genere el annolés Aix, Makaire, Ì86S. d^ cui par Damasi Ar- 58 è STDDI parola, io nescialata POPOLABB POESU di opportuno palermitana quale di Carnevale sera una credo DI qai recare raccolta fu 1868; deiranno intiera una da Salomone in la fo colle e car- sue parole. stesse Camesoialata Varie di Pulcinella maschere (nel caso girano per la città nelle sonando colascione,il cembalo, il cantando. e Eccoli Comincia pomeridiane ore al davanti vinni calaciani sia cu E una e dui, lu dicu Apposta vinni £ e una, 4ui« Pulcinella Vogghiu :yastaiodà ad « cu manciari loro una Palazzu un voce du' in palori; li to' maocarrani. e 3. tri,pochi palori; di Principaleddu mio : cori. li. Pulcinella Variante si fermano. stU' calaci uni, cu Vogghiu tastarì ^ suonando ballando assaggiari ssi yostrì maccarruni. Fuleinella a Carnevale i. di la me Apposta Il tre) il canto: Principaledda mie Su del eran le nacchere, pastaio,che Pulcinella Pr' nostVo lu lu cori me *, calaciuni, li to' maccarruni. po' di pasta cantano frabbicalu : i tre Pulcinelli s" inchinano, : 'mmenzu mari. » 60 DI STUDI POESU Pulcinella POPOLAHB i., S. 3., bevendo e mia, quanta Principal6d(jla Gchiù di stu 'n E eh' vinu m^ addumasti pettu Fuleinella di Giuri la a S. dal macellaio E una, Ghista Mette è mi e dui, e lu vaju. il cembalo: tri, senti eh' e pri sunata nni è finn ; galantomu. ballare. a E Lu saluti cu yostru a 8. inchinandosi: Zittu, Zoc£u è sangunazzu si yoli ricevuto E Lu cu re saiuti il a 1.^ 2 lu ca la za 3. cumpari Ninu, galantomu i 3. precede: Puddicinedda, V\di e sanguinacciOye inchinandosi: di li chiancheri che sempre scintìnu, si dici all'omu. nun Pulcinella primo smorfia: una omu Pulcinella aver bonu! yeru facendo 3. diri cchiù, nun Ninu, cumpari me Pulcinella al luci. i. battendo e Pulcinella dopo granni maju. Pulcinella arrivato piaci, avviandoii: y' addumannu Licenzia si' duci! yucca un : tu Cicca chi si' sturdutu? è a lu tò latu ! m QUESTIONI PulcineUa t)oUo pur al primo la za E S' avi cicca avi ghiri a 2. ammiccando e la tavemiera: virra un PtUcinella Chi chissu taverniera La occasioni a (e spinnu! per e in versi ballano^ le : la infine dal vanno fanno e lasciano,, le secondo improvvisando sempre lo più panettiere, dal pizzicagnolo,, ecc. già vedon si ferman non piena la loro, si licenziano conto avanti. va quelli suonano^ e e galanti, e ecc.. e riscuoton ne Quando salame, cacio, frutta,intìngoletti.. pane, laFora) per mesce^ * 1.. fruttivendolo,,dall'oste canto assera lu nigòziu le persone, e dal col lu metodo, lo stesso con veni ca moioe^ la lodano e carezze lu' muscatu prìncipala sciacquata Glnialedda, Pri gulutu» 'iiHaucciari a 61 POPOLARE POESIA zana dalP più a che un questuare oltre giovane porta loro ultimo donatore co^: Pulcinella la sira, Scura la taddarita sbulazzia E La gaddinedda amara^ giuccu a Pulcinella battendo !.. misuratamente Ed una, e Lu cacciaturi La voli il dorso dui, posa e si ritira.. 2. . delle dita tri, la caccia la è sul fatta^ scupetta, apparicchiata'ntra li cembalo piatta. :. 62 STUDI POBSU DI POPOLARB Pulcinella partendo $alU a Ed e una, dui« e celebrano; che siciliani è quella ortografiche de' ha e che idiomatica dal Trattandosi dover non comune che male senza dò studi suoi ho che di aver 1870 nellii rivela sempre XVi siciliani dole un'in- XVII e molte Sicilia alcune gende leg- 5o finalmente nel Continente; in che differisce per che concetto e erotico. e di giudizi io a' suoi dubbi veda e la stima poesia popolare. Forse chiarire esagerato, sue parole; i miei spero, ho ma, siano in di o possano questo il molto in in qualche in creduto , essi miei, qualunque interpretate le fatto che XIII; e cogli anni popolari,e canti opinioni i XII canti secoli la Sicilia , canto di de* secoli oaoltissimi siciliano ne' divennero tacere a L'egregio prof. D'Ancona parere. peso stornelli voglia risalire indietro carnescialesco forma per de' canti attuale fonetiche; 3o che differenze siciliane passarono il canto del fatto coevi sono strato: dimo- XII, tolte però le modificazioni sec. 4o d'aver scritto,io credo la forma popolare spiccata; notti! storici origine letterate poesie del si toscani, il canto sua eh' è rispettie degli un' di che latti, popolari alcune e per quanto ricerca e 2o lu cu passa i canti che 3. li botti. sunnu al presente fine lo tri e licenzia V'addimannu Mettendo e sonaìfido: crapareddu Lu l.« 3. cui tengo punto i avrò ogni ciiso.ionon pensieri su questo argomento, i.prodottipoetici della Sicilia. ITUOVE PCHESIA DI All' ogni Se sobre le per de la molta gentili Barcelona .E la mia mi ha dì i fatti: saputa testuali lo una controversia, de Con en nos algunas habia sias: dice, la popularidad de sus ocurrido por al hemos y de primer punto, registrar por ejemplo, que ciertos perchè e quanto sono y ste: queindicar para preparacion) gentilmente invitados, antigiiedad observaciones, al dubbi espacio la Ella risposta. resena sido che di studi pronta mas Diario siciliani. stessi se somera exigiria nel dubbi ragione questa està gratitudine popolari a^ in gravi meritano à la cual respetto Canti significano i suoi che cual esponer, zuni. in suspenderemos (no viva accompagnalo di perchè e anche guardando ammirata, parole Aqui ba cresce quali tanto devo Le Lei, sig. a Observaciones profonde sue volumi due gratitudine universalmente acerca io deve popolari le per ond'Ella ì miei persona Le stima poesia popular^ lodi Professore Illustre di tradizioni studioso Professore, POPOLARE el mismo confirma vez de la primera las can- Sr. Pilrè, duda que ias rispetti toscanos poeson 64 DI STUDI fruto la de influencia lectura,lo literaria POPOLARE POESU induce qae directa,en menos acaso , los sicilianos. letrada. mano cultivaron Eu varìos Nos habla la misma creerla obra vamos en Hermanas la que de mucho por tradicion las lelras del nombre popular corno de los Italia que en era que son cierta que que sin negar n se en puede, à nueslro tuyen en osto iadizo. à digno menos De veces. Teda vez composiciones està que personas mismo à de presenta ó han mas de poco duda menos gran que nada ó le- populares, que estudio y el paso en me- lo cual, misto, el cual y sta, se- las canzuni temeridad entervenido ó la lògica fraseo- todo De genuinamente atencion con y en y flexibilidad cantos. sin y apariencia,no personas à la otra mas dramàticos regularidad gènero un en- anliguo originaria del pueblo, deducirse conjunto su El muy la forma que elementos ver, descomponen la cuarta en pocos à pueblos neo-latinos, gramatical no los debida ser se etc. artistica de debidas son veces una acentos sea contienen y con alguna manera de ellas en puede carolingios,se cantos conexion observa tradas racion de aproximada otra nùmero por de suponga los Misterios de nosotros para en persona, canzuna variada sucesion que nos la en se que los demàs en improvisadores analfabeta.Obser- ha sido desde el metro ya comunmente una verdad en parece las Nuove popular; à una de rio Leleo, de clàsicos,no de general en no apego puramente decasilabo,que del la baella poetas artisticos que de poesia, y mencion de alganos reconoce popular, pero italianos à los recuerdos una eslos ademas clase de gente ella de tambien saspechar à de es està doctas, es costino es admi- resba- clase de posible NUOVE hayan que debido forma introducido à la lectura. de Vurria Prì 'ntra cu' mi E eh' è à ballar " aquel litulo este dictado se la esto pierde daba no tres otras G. PiTRi los turcos con Baredona. de — hace que ' Siudi de « Sublimi^ paso que recordase se etra un parte formai Io ofrecen parece hechas ser su al suma ofrece , recuerdo realmente, y partiendo de canzuni basta sospechosa la por , obrìllas que nos titulo formai pudo pasar al pueblo? Como eslados, se tal de parte de à los monarcas? dificil que stendo hay Ma- informa nos gran el estilo del juego de imaginacion que Hay t los jardines de Guitlermo , sigloXYII Diario ^ la estancia acontecimientos,y * el reparo entonces an- documenlos diversos tre» la titulo de los tales documenlos en el Sr. Pitrè ba demoslrado guerras Palermu, aplicaciondel en se y en un 'nvernu objecion perentoria centra conservado , antigiiedadde histórico. lu Maìstati; honoriflco,por el siglo XYI basta el en Gugghiermu, Re titulo à las Crónicas? dominacioa di balla es i tambien que bien tee se di tutti tri Stati..., una Con sea, habiéndose mas canzuna rey norinando, pero el Sr« Pitrè un fuerza; pero dad fu copia en aquellos reyes. ó di so vattiò de està tìguedad su hislórico recuerdo 'ntra la stati. li Jardina ncurunatu Creimos de que algun sapiri unn' abbiti 'Ntra lu Palazzu " 65 POPOLARE Itndisima una stari frisculidda Sugnu — jeslad ellas en Ea POESIA diàlogo: — € Di QUESTIONI dias nuestros de compàs alguna relativa à las K Jueyes^ 29 de Jonio de i871, pag. 6923. di poesia popolare, S los 66 STUDI Se io l^ termini: e molte la lor forma per studio esse storici che vi si trovano Anzitutto io non resistenza nego da caratteri veramente del canto di venir misto esso in canti in dovessi raccolta,io non venir riguardato di canzoni. al mezzo ha concetto, dalla mente, indotta di io stesso sembrare altri non e alcuni pochi da Il carattere di essi è essi mi se in dubbio con segue zuni Fulvio con che Testi: ne non per intelletto di nella mia di conto fs^- origine letterata, vennero arricchirono peraltrocosi il e nale. tradizio- e luogo opportuno canti esperto nella poesia rusticana revocarne a e mandati, con esclusi,da intelligenti cooperatori, me raccoglitorivalenti se e qua esca bassa molto avessi tenuto di codesti strano anonimo corre forma sua della è del- parola che frase,non non questi ca^ratteri e nire for- popolare (e nella dal vocabolario e accogliendo qui notare dee non dalla metrica da tanto popolo porta il marchio non verso, il genere se siciliani,è la canzuna) gente, quello infine che Che cendo non voli merite- so Canto l'assoluta ignoranza deirautore,quello che non poesia stabilire i ora i canti popolari, intendo nato di genere popolare,e una sua ì ricordi di letture. del se ma debba e la parte pure che Lei; compresi possa risultato sieno popolare ammesso quello di molto attenzione; 2!" è perciò possibileche ed tipo di teraria, origine let- una misto, degno genere un guenti se- ricordi loro pei regolare riconoscono fa di che siciliane canzuni a' ridurre si possono i dubbi mMoganno, non POPOLARB POBSIA Dt " chiaro che , tenebroso ciò richiamo amore agliocchi del natale » dirla per T attenzione questi argomenti ecc. no me- potrebbe nessuno raccQUa portano i numeri 354, 369, 390, 418, 672, 722 loro. le collezioni di chi sulle can- 219, 261) 68 STUDI del voi. I delta mia nuovi POPOLARE difetto,potrei anche ragioni lor desidero che occhiata di siccome raccolta,e fa le mie se Una POCSTA finora stampala, sicché mai non mi non M fronte a Ella che dia di fronti raf- minuti per propositoabbiano quelle da Lei il lore va- annunziate. basterà quel volume, a sempre gualcuna recarne apparisca questo a esempi fermare con- a il fatto. il Chiarito perde che nel nasce del essenzialmente popolo, dopo e gli più accenni Vurria vedere^ abbiti lu obiezione perentoria poesia popolare quella ricordo a la un re mista ne' irregolarità un su Re concetti la mente e indotta solo vocabolo,come ciascuno; de' suoi dal si ver^iha nel il certo potrebbe vi vedere i giuoco hanno un quali ritino me- della significato vero idee, e nel dell'autore nel me canti una cazione nell'applie primo all'ultimo nelle dà cantoc trovare essa per vi hanno Gu-glielma é rapiditàdi passaggi tale che se di che popolo-poeta. normanno, di popolari nel qualificazione parola, questo tale storico. Ma del Taotichilà mista risaputo evidenza canzone d^immaginazione degli^ultimi versi,che formale ben è caso o avvenimenti-, ^nvemu,.,; e crede contro del titolo dì Maestà di più ranea contempo- esser infervorato esempia un non questo mai l'animo e sapiriunti' in e giava pog- difficoltà. La e lungo celebra hanno non la meno o luoghi lomani; tempo presente Ella vuol Sola esso fatto storico un può noa di su popolare, quella cioè ricorda se stesso. tempo un persone che fatto che importanza sua determinatamente, meno il di parte gran puramente, canzone il secondo primo dubbio^ primo. Vi h-a verso, tutto una sì vaga forma traspariscefino da' riscontri da che co' versi di altri canti affatto pò- NUOVE relazione polari.Che ? Come quinto al sesto che si sesto? e DI QUESTIONI primo legano letterariamente che vi è ci un beve Stati dorme la sono Capua; e Sicilia,il il ricordo se e indotto, sarebbe il dotto far la persona canta per questi Stati, come sa Puflia letterato sé, non che il e i tre Principato di mai da chè perche cosa tro l'alconsiglio dell'arte, per istruita dice viiol mostrar pre sem- di sapere. determinare a mangia " com^è, accennano va di piuttostoche indeterminato non perchè si vanta eh' è 'ncurunatu. : mezzanamente 11 popolo, quali sieno dice, perchè lo sa, di qual regno non nel recente parlare,quando intenda da dubbio, Tuno nascere che fosse tutt'altro che quello ^he tutto di nissimo. comu- Guglielmo li,essa di persona dice » Ducato il semidotto e ciò che per panni veste è parlandosi di in cui la donna da col dubbio tempo fu «che battesimale condo se- dalla memoria un osservare parlando vaitiau,mentre e possa al fonte tenuta stata dice: mi poi da è già passato, quello cioè tempo essere e qual verso due meno attuale,che il e i secondi del popolo si è del tutto dileguato,quando Nel verso apparisce di ricordo un 69 POPOLALE tra il c'è,p. e., Quello verso 4»0ESIA canto per la carta neta mo- . beddu Lu Per fosse quel che de' dopo 1140 rimpiangere ha Regnu julu a che all' aria gamm' riguarda il titolo di Maestà, che Ella dubila re di quei re la monarchia io lo trovo normanni, che documenti proprio di di applicatoa' stato contrario stato timore ha non provano certezza d'ogni altro come in normanna dato con all'autorità Ruggiero II,figliodel conte in addurre io posso re essere ed Sicilia. regia Ruggieri ratore impe- Fin in e un l'anno dalploma di- di Ade- 70 DI STUDI lasia. Istituendo de FOFOLABR il collegiode' canonici latina di S» Pietro persona PORSIA in Regno Palermo Cappellapa* egli decreta: huic nostro della Non rem diversamente nel decime concedere nel ctnalifica alla R. electus solito de M spectum 1173 aj del e llTf di ricorre i^iù d' cosi li in pure diploma un di Palermo scovo indigntisEcclesiae riscontra deiranno Ofmill pitalo, presenti scripto deelaro postulavimus. Ed te tenus in Regia Maestate che iscrizione tenebant nel è Palazzo araba che quod reale V ab. Adami ^ Giuseppe Isidoro La Lao, * Piazzi: LuMfA, Regiae Regio panormitano MDCGCXXXV. e dice: Ego GuatteriuSy a Parcive- Ca- universo cum stà Mae- Regia sacra hac^ qui autem ben^iis a que Rb una tradusse cod e »ct7iatM,voL I , diede della pag. 3i9 e ediiwn ac Divi Imperiali» CapptUae Colìiegiatae palalio ac^ Ferdinandi , notis: iUuMratum. II utrimque Regni Panormi, ex R. ^ giero, Rug- Palermo, leggesi È uscito al comando di Sforia * M a e- lermo, seg. Pa- 4970. Tabularium regi^jtuiu Sludi e polare), po- titolo cui , alPab. liane sici- caoto del Neìrorologio di dignità in Cappella cum *. diplomi 1187, Clerico» ancora: serviebant predieta nel questo fninister panormitane hi cct* con-- Costituzioni connato re ante ecc. Nelle al si (iualtiero ego J. titolo alla lo stesso (siamo volta una parte deUe Dudum nostri consacrato. Guglielmo tania di Ca- vescovo praesente Curia Domini regia medesimamente et sacrilegus^ la terza di Aidone: more statis e il 1145 Cappella Castrogiovanni e di thaniensis del la ire eondigne subjaceat.^ penae ^ vero privilegiocontra nostro temptaverit;prò qualitateeommissi^ tanquam regiae Majestatis Si ^ua e ^Iri m Siciliae Tipographia» 0UB8TI"M«a NUOVE reale,aogasta, sablime, State le prosperi e che « comunemente l'assunse mollo cosi più anticamente; delle glielmo, pag. 21, pag. 2i9 Dalle qndàì citazioni altrimenti quale che fino ad nella il ticerè. dello avrebbe non entrò nella non Sicilia; la an per - altri o il sapientissimo Robertson le istituzioni sua lui con formale, di '. " la Mae' che come re Gu* ancora luogotenente Stato. Se detto il titolo di Maestà che luoghi il il Proemio di lui il Re popolo più addentro conosciuto essere usarono nel titolo ma oggi appella Sd MaistaU avesse forse Federico del tradizione rappresenti il capo che ad poter dedurre onoriOóo, alla i\ Europa dopoché prima e serva os- corrisponde comiilciò in altri ed sembra So Ecdlknza ioùom^^ìdi in mi dettato significhinon sta 3, petui, per- il Piazzi V, perciocché V Tlmp. Costituzioni,pag. sue bene Sovrani Carlo llmperatore Iddio giorni Dove questa titolo dei un i di cui assai che ostante 7i P"MK)LARE preghrrere.» sue parola Maestà la arabica,nulla voce se POESIA DI Storia liane, sici- di Carlo V titolo formale come Europa. £ al fatto de' venendo Ella, 0 Signore, del Tantichità dai in Cuba e raccolsero 1 deUa SulV ai mezzo di lor piacere ricorda,conviene di io mi faccia ri- palazzo della Guglielmo essere piantatiper Maistati)^ vennero IL veramente italiano ed europeo, Palermo, 4798, dalla orologio che al- dini, maggiore splendore. Questi giar- di Sd dovettero In li quali sfavorevole argomento quali torreggiava il famoso Palazzu Specola. altro un che canto giorni (lu ordine trova ne' giardini di Palermo, Le bellezze straordinarie di riflessioni R. che G. vi si se una Pjakzi, Direttore Sumperìa, pa|. 73 e seg. 72 STUDI appostevi così iscrizioni arabe delle di clemente Dio) e nome e attenzione, fermali e gnificoappartenente «uoi tempi essi : I e di luoghi dei dicendo M in li levarono a cielo sulla Siciliano Parigi nel traduttore : Palatio e occidentem qua origine diede del palazzo al p una m '. Altri a Faz- descrizione, iu r extra m spectat, adherebat della Cuba tig.A. di che casa Tommaso vaga o vella no- presentata al la Cuba una presto dette ve- d'Ischia,caduta e paradisiaca;e ne di nella bella chiamato cosa ("MicheleAmari) in SieUia soHo il di Regno nel Giornaìifasiatico, l'anno (M. Amari). alla dominazione lip.Meli, • città. am* , Palermo, diretta Longperrier, pubblicala in 4850. Viaggio tradutto giovani siciliani nel sec.XYI moenia, Lettera torno come principio è questo urbis ' della fece il teatro ne giardino un zello scrivendo un sempre voglia dall'uno sua anQteatri II;fu da questo mandata egli aveva da la bella girando gentileRestituta e di alcuni mani Federico ^ Boccaccio • la bella che nella e degli e a dire di a adorna il re delizia,passa giardini belvederi e il cui di (I...*; » situati intomo che che ma- padiglioniegli vi possiede !... Quanti chioschi, Quanti Re modo (al viaggiando a' ebbe in Palermo collana una e la tua qui Guglielmo (Guglielmo II)sono re piacere e re, : oggetto un di Valenza^ Sicilia, giunto giovinetta;di una air altro e arabo città,simili ad di gola la per palazzi del questa a i migliore dei al Fissa vedrai 1 Tu guarda e celebrava le misericordioso. e Mobammed-ebn-Djobair, e POPOLARE POESIA DI i85i // Decamerone, Y. la Nuova degliArabi GugUelmo 1846, BaceoUa in V, novella VI. Buono, introduzione di scritture Sicilia. Versione in^S. Giornata con il e pubblicato e note documenti dal francese. del in» lermo, Pa- QUESTIONI NUOVE DI e bitus « circas regius appellatam. In « omnis generis bine atque inde e Ma ferme viridaria è niente essi furono lontana una et né Habebant » eterni, essere esistessero decimosesto il Fazzello quoque redolentia. myrto potevano che al secolo vero perché quando ancora, lauro est amoenissimi borii quo hoc Parcum, daoram, luxuriabant. arborum questi giardini non non e milHum passium 73 POPOURE POESU scriveva rimaneva di affreltavasi di , memoria che lo storico , tramandare e ai È e evidente dunque ad esempio del origini che nella antico Risposto, come poche parole giustamente ogni della e catalane. Tocchi sempre la si trovasi non lib. Ve la una sua distingue Rebus vili, De meno umile nelle potuto, a^ dubbi sue tamente cer- dir opportuno , o no forse in e ogni Ella potrà riscontrarla di un cosi nelle canzuni storico,canti provenienza perlomeno per una ricercatezza urbe. duae nune che di o un ciliane si- coplas affetto pietà,essa semiletterata; pensieri e raramente primum di in d^Europa; ne^ cantares come fatto anche ma paese passione d'ira^di sdegno, siculis decadet Panormo in Sicilia pure tal qual sottigliezzadi concelti ^ poesia popolare espressimi, stimo rispettitoscani gentile,riveli ha cato invo- della si è me per provinciad^Italia ne^ Lei da la dice. poesia altra occupata ^" poesia popolare mista, siccome Ella,sig.Professore ed e meglio non col- omnia ea data. sua lievi da Lei non Codesta canti, è At il canto misto genere e et horlis che me per Tanlichità'dei contro parole : hodie,ac privaiisvinetis lapsa sunt — le posteri;onde in lucem una ^spariscono edUae; Dee. pr. 74 STODI il pòpok) la faccia quando avvenimento OB 0 tersi dae prevenzione non accenna forse storia si Come si e^i sua perde in altri cenni nei qualche voKa, si parrà chiara ne' se ma versi seguenti. Un parola della si non in una periodo qui quando costantemente l'ottava epiche a cui non argomenti non e e bonda ab- arguire non può viene av- tire men- svela, ben gran un minuta, è già gente si aggruppano si spezza hanno per poco , un Quando molta esattezza siciliana ottava si muta legate per da' sentenziare in una poeti d'arte che periodi; a varietà nelle sono talvolta frequente l'assonanza; quando si è badato per qua le rime a aire- giudizio si ripetesimigliantemente frase un un'altra; quando le frasi il giungono iperbato è giomento perchè quel sospetto acquisti valore. spresso in la ? Essa non e sfiorando è facile fórma sistere re- avvedersene, che che versi primi ; una vocabolario sa egli conosce invece, questo poi della a' nob predilettoargomento, quando dire di o al fatto che principale.Ma minutezze e libri: sospetto di letteratura simpaticaal allusioni e suo più o sussiego consimili,e luce al fatto e popolo.€he nel frase che fatti per stringe troppo al egli letto bella una uno con una che quel giovinetto di tali circostanze aver di composizione,cosi egli senza ed evidenza scemare con e stringersi e limitarsi abbasitanza volerlo,vaga senza prepari ottava, nn^aria celetmre volte. Il poeta del genere trasparisceassai racconta. infiora la sola vool essa vi si non lungo; è alle attrattive di ne che raro il canto vi sa o Allorché sua. trattasi di tina se quando ottave misto è ben POPOLAHE POESIA DI certa dì e do quan- zioni; proposi- si trascura lunghe composizioni epica, e maniera ; allora si hanno si tratti di genere le ottave di rima tanti misto. 76 DI STUDI Si Si friscu cercu focu cercu guardu trovu lu celu S'jia campu, Si m' assutterru, s* si E Ma quanto yaju di S. Ninfa canto seguente la apri balata, m'arrifuta. differiscono non dispirata, praibuta, è 'nfernu lu a *, si muta: vita la morti hiata la strata. celu campu S'jia mora mi s' astuta, focu non n POPOLARE lu ventu lu S'jìa caminu Si POESIA dai popolari? Nel veramenle lo amante racconta tutte le sue arti d^amore: fici surci Mi mi Ed idda fici mi Je cacciaturi Diu Idda ddui Cu' A Pir Hiata soffiare. manu della forti vita^ sta jeu pi e a t iddai i contrasti vi trovo perchè popolari misti^Cosi ddui mienzu catini e li mia m' non ili cu' fa aju persu ; cagnuledda; ne^ canti sugnu tia calamita pati pi 'na bedda altri carciarasti Mi ^ mia ; pati pi 'na bedda! si pi ad 'Ncarpita \ ficimu anni si si accennano idda idda quantu preferisco lo ed quantu mori di calannlredda ed ora di deci Vidi pur riturnau Je Oh si fici 'attaredda, fici acidduzzu Jeu Gchiti E 'manti la roè E arrisicai la vita, e sta è questo: rimili, arreggl, liggi privil«ggi. pronunzia agrigentinainvece Quest' hi si pronunzia presso che a poco dì «tato come da dai tialarU fiatare, tedeschi VUa habeUf Haut, * Ck)ntrada piena d'alberi in quel di S. Ninfa (prov. di Tra^paui). di NUOVK car' amanti 0 Mi vidi Questo la tot t'ha Gcu contrada tobre deiranno del però vi Ballo abbiamo il certo e il mio una il seguente dice ragazza il le Mi Questo Mi ^ Una e di Gurmi curmi mi £ si cunchiudi B ddì mi stuja fa ddà di di a quando asciuga il la su* sure le mi- macinari^ 1' amuri^ lu suduri. 'ntrimujarì» li lu misuri, 'fTacciari a nostru come aggiungere Gibellina e macinare, pericolo: a la vutti a le a porta affacciari, l'inchi porta più di lei peso, consimili» la ogni altra,le ricolma cdtu la le canzuni ora una raccoglieva in altri la mandi non mannati a mi po' variante mi tutti mi E piuttosto che Stefani-Perez la mette mia Prima permetto De di m' ha a Vigo; ne^ canti. Anche quasi sempre pria nun searrìca per di donna s'è innamorato mugnaio Vidennu nelPot* delFilospitalità Taffettaosa alleggerisce il mulinaru quando poesia popolare,Lionardo madre, che Mamma, Lu Etna monte sìg.Ani. dorè, la fa macinare ecc.; ardita .yendenuniatrice una canto, in cui» come alla comparire sdilleggi! tu fanciulla»fu quella dalla cui bocca perchè il mugnaio, che vede t' affliggi linguaggio vaga gentile amico testé da godei trovasi quello d^uomo,che donna, cori in nostro seggi non sul vi scoilo fistiggì. e e di amatu confratello lustre 'manti 77 POPOLABE pumpusi io raccolsi canto della stì a POESIA DI jochi ca sta' sidutu Tu e QUESTIONI : mi. li Cttjnpenst. li misuri. amuri *. tipo di poesia popolare. una satira popolarissima 78 STUDI delle l'ultima quali Carini. da miglia nove 9«lta la Napuli vecchiu : Vienna Gercu la Munta a cavallu di eh* Appena Si Ca di Bonu Vulivi Vienna e Si dettiru Napuli Di Un corpu Stratelli un unitu Napuli, sempri Chi sta' Napuli, Facennu ^ S'alzò la a gonneUa. a carvuni, potti addumari, nuda l' affari miliuni spata 'mpurtanti si' carni a sta tanti» e fari senza nascisti sempri mari, cafuni, novamenti, suggettu cci a minnulata. cucini forsi Eranu jHsciau. mancu e e lu pagghia jamu r amici " guirriggiari ; la santa — cci e pìsciau, 'un cci Vienna E * terra n Vienna di 'ndrizzu pannizzu ("?) chiacchiari fari facisti Lu lu mancia-maccarruni, veru cu la fazzu, avvicinau fadedda si' bonu nun mi amtninazzu è Vienna la spinciu Napuli nascita a e feru cu porta per mustazzu^ e truvirò e e cinque ottave, capizzu. donna, è forma siccomu E lu è in CarlM"iiara. musca cu cunsari Vulennusi Essa intiera; (?) non Cantro Dissi POPOLARE POESIA provincia di Palermo, raccolta in quel di soprattutto nella Cinisi,a DI nenti. custanti li zefiri venti, di natura, brutta figura. — tìtolo: arristari Napulì, pò' E ti nun Dunca eh' ha^ fattu Chiddu cbr Napulì, si mali Stu tó Lu i Lasciando o tò tiva schitta,il terzo parola donna^ sesto che la come esser in volendo ^ uso esser Ghirlanda voce di diri mal nmlura! i poeti sì rivela d^invel- (più presto solo nella prima sostituisce la siciliana riceve la e fallo mu- dopo la sospeso il tresì al- è delitto di lesa popolaritàil dal verbo ficiato (v.4°.);arti- verso, vulivi impopolare deirottavo,che concorrono non Osserverò senso. a io formar il sesto strare potreidimocerte frasi i quali ignoranti di Sicilia, in popolari si guardano dall'esprìmere di vergogna; tulio frasi del quarto è superflua; al quinto quelle.che canto popolare se ottava minnulata presso ; Carbonari) e rimaner del mannara queslo delle due è il concetto molto in nella seconda gara! il poeta semidotto diviso Napoli (v. l''.) vocativo cosi lu e diventa dovrebbe non tò *. arripara mmca verso una jusu. figura? la di satira a^ la voce*italiana ottava di sepurtura s' comu passi dove Napoli che a tutti 'n che la e brutta mmannaggia parte, osserverò vasu, carogna, testi sutta purtati Fòru parti li to' fumi megghiu Lì lu gìurranna di vriogna faeisti età Comu prusuntusu, di sapia ch'eri fu Napuli, lu li a casu e figura servi chista Ma la cunfusu, numaru eehiù fari non 7$ IH^OLARE pirsuasu lassari Yogghiu sgarrasti di la ^Ifa DÌ POfiSU QUESTIONI NUOYB vergognosissimo. modi 80 STtDI comilni il tutto potato la triviali e a quelli il pertanto gli persóne E sperando fìnora niente che preziosa e 15 la Ella, stima. 1871. lo e alla fine quali e mia Signore, o altro di preghiera amicizia, agosto il colore Alle devota dice, esso il fine in avrebbe lasciandone di sannu littra. popolarissimo, stile che popolo celebrate: avrebbe non in de' e E non le sue componimenti sapute. dò esposte. che che è, ripeto, danno questo con circostanze com^ che, POPOLARE Osserverò componimento apparenze di che ma sapere, cura sono POBSU concetti. i loro vi canto DI di volermi gradire già lunga troppo mi faccia non mi Ella l'attestato buone rimane lettera, ragioni le da gere aggiunla continuare della mia sua cera sin- POETI I Vorrei, sotto di e di viva per via d'improvviso che più li ba e avrebbero nel da esso in e a loro della poesia. nel Fullone: ne del volgo del solo un letterato rimanente saprà delle anche persone dei poeti da G* PiTRè — può il nome, e ad sapere neir , indotto, bui o toga che SiMdi di non che de' non delle modesti po^ia popolavi, nella quali fa ? anni il bre crePietro invece incipriata,e a' fatti tiene umili, manovali, e e Tutti più il cavatore ed del conto fitto. Cerchisi d'arte- azzinrata utili dìfiì- son esempio, più comune, d'avanzo; perchè la storia altolocate quanto compete dugent' siero pen- propagala e moHo esse ne se del altrettanto ad posto che nata ciò i fatti tristi questo per tenuto è tutlo poeti d^arte,e spesso poesia popolare essendosi Chi fabeti, anal- Sicilia la storia per le notizie illetteri3(ti fiorissero avanti mettomo e della Ma esso. non religione, preziosi letteratura valere quanti poeti de^ ad in Onora giorno. Con del quella per raccogliere, grande storia e mezzo della studi agli cili popolo la amore, elementi degli quegli di riflessione, uva via per cantato privati e ora hanno colpiti:T lieti, pubblici di fantasia,di splendida immaginazione inventiva, pronta SICILIANO titolo,poter parlare questo dotati che POPOLO DEL se più però più che haiHio ^ 82 STUDI POPOLARE POESU DI ' saperlo il privilegiodella senza fallo la riconobbe ebbe che dire a il sebbene soltanto tutti tra d'ispirazione il più gli il di Aristotele gliori mi- di Calcedonia uomini in compose belPinno toccando, colla maggior neir armonia nella fermerò difetto di notizie mi In tanto copia poesia. E nel e delle rapidità,di movimento che fosse della lor al tempo alcuni del mai maniera presente, quelli che tra verso riuniscono immagini prima i che meno non della pregi tutti del basso popolo: d'ogni carrettieri,fornai, cavatori,contadini, tnestieranti genere. Non il dono della saputo mai ho poesia:e che i canti un marinaio e cale,per non lo per non pescatorìi non si contano marinari, per ragione de' loro viaggi, hanno tutti esotici in dispregio,i canti dito. a canti più inglesi o americani, dire avuto avesse marinareschi, sì pochi che quellipubblicati,son come vera di poetare. ingegni privilegiatison Codesti in durre pro- fatto. stato I quale cosi i suoi fece Platone, che Ginnico stesso il quel Platone, facoltà di Siracusa più ignorante momento un di repentina ispirazione; onde Maraco versi; e lo nella poesìa vera nella canti V autorìlà invocare gioverebbe poesia.Contro vera quasi e tengono e i cantatori patrii. I poeti di meditazione, intendo quando riposo del pomeriggio d'amore essi non gli otto sappia esseme vanno o della a e sera. pongono comilletterati^ fatica: nelle Se per che con paia fatto loro, o essi stessi gliautori; questo avviene di canto metterne estemporaneamente, passione senza cioè ore trattasi di un perder tempo versi: lo fanno gagliardia si dalla smettono sempre sieme inpeto, imche allo 8ì STUM Talora nomini codeste la rima, cercare a di verso; un remulo sfide,e rimasto son paiono imparate vista d' dalla bocca del occhio, visibilmente solenne e Il volto rosso di queste onde franchezza de^ pun^- si improvvisate poeti gli occhi si. agita a brillano, e l'ispirato versoy esce di il corpo tutto li poeta- proposito della Galenno ricordo un luogo anche aver di « Colà sei^ guidato da de' padrini \ ecc. A e i miracoli verso poi fiere siciliane. A i del cinque poeti : A. ad scarparo, uno poetarono figliocci de' compari in tatori; spet- fa piano,, di Bruno G. Pagano, d^ Salvatore e do celebran- gli obblighi santo, ricordando verso le comari , vennero a lizza fra essi: tutti proposilo di quesli obblighi vedi BdtHìla, mila in sei ael la mia lettera Reinsberg-Diiringsfèld sugli Usi popolari siciliani vanni (24 giugno) Battista padre Salvatore, ferraio; suo Uno Misterbianco, agricoltore. e nelle usci il santo mezzogiorno agricoltore;A. Pappalardo^ la vita questi improvvisi^ cinque erano posto sulla bara,,e vi salirono anni di festa di S. Giovanni egli scrive: al tocco ¥00 piede un quaUcuna l'atteggiamento come quali sogliono ^ ; contratta Vigo ci ha serbato i della paò o di un'ottava a si arte gata, tutta» la bri- a quali piuttostoche si f* ad deve mezzo assistito sorpreso tutto e di ad olezzo lasciare deve argomento memoria. a città,in contendenti nessuno risibiirssima. Ho le ottave; le succedono de' trarrebbe ne in il vino, che si leverebbe rumore genlissima e grave luogo haano scene a'^poeti. Nessuno somministra e popolare: donne, ispiratoresempre e fermarsi POESIA DI PaJecoio, lip»d4 Tot* usarono alla nella Baronessa festa di Ida S. GiO'^ Ciiorn. di Sic; iS71, 2* edizione», I siciliana, meno lava sestina gli ultimi con il campo, tutti e al DEL POETI volta versi come dal sole fu quando in Noto. nella Quivi, ( proposito de^ di S. jetij i queir tu anno , d' occasione migliori del lì,ma e occasione in I Nessuno ore tutti Skilia, e io sa cono di- nostro sia delle terre, ed passa un^ora senza che santo nulla nelle (e più le donne) tu popolari iiciliani,pag. oda 66. amante le sue rac- puin estemporanee invidiare da hanno messi, sia della è tanto a dicono che nostre stano re- gne campa- vendemmia: viene del non si diffondono^ quella gente tuUodi raccolta intento Canzuni di Martino essi accadono ccmzuni canzoniere. cantarellare del popolo glia mi- la festa anno secondo me Di giovani,che sette o patrimonio nostre glialtri tra ogni chiesa bellissime secondo nelle Canti piglia da guari M. è non santo, che poiché quella gente ^ di frotta di una di sei divenute tali odi comuni nella esposti con che ne provincia di Siracusa, a poche trovi del che qual- ma lo soddisfa, certame, canti,ricorrendo bocca miracoli due miati pre- non diletto tanto questo scrivea pomeridiane ore cpgliere dalla alle miei Corrado, nelle Furono » in molti Avola, paesetto da K poeta, che oltre per ìnstitutto avviene stesso e il provvisa im- io la concederei palma, immaginazione. estesa dalla bara antichissimo... Lo la la sciò la- nessuno immaginosi facili ed darsi si arresta: bruciare e quale adoperò baciate: rime a egualmente fa scendere lasciarsi e due il quattro. Il popolo applaudiva o taceva, e incespica,0 0 a Pappalardo, dovesse se 85 SICILIANO del ferraio,perchè di più tutti POPOLO a lavorare canto, che canzoni, che non sotto 86 i raggi lavoro E l'OESU POPOLARE sole fanno sentir STUDI cocenti *. DI del » questo avveniva pratica duri anzi il baccano tra sentirli chiesa una meglio valessero che fa pochi anni a miracoli e i conoscere nel a' già si quale i temerari e di G. Cristo. Era giovani portati da rinomo dava Carini i molti Tra ricordare di conosciuti: , brontese classi del provincia Carmelo Giuseppe ^ daila Canti di non popolari Favilla. non molta Antinoro vero, se- i presontuos» che di e di e tralascio hanno levatura mai ma Celestre Sala. La tutti son facile tip. di A. Macci, G. il delle e i palermitani Costoro infime Talfabelo. veduto illuslrali da da Palermo d'Arrigo verseggiatore Casteltermini,donde ed Antìnoro provincia di Stefano giova Caltanissetta il borgettano siciliani raceolU Siena, slab. Vincenzo la per Calafiore brevità per che e , tribunale pare Girgenti Giuseppe Catania Papa, popolo, e di era Siracusa Ignazio Salnitro,e altri che Poeta di provincia Salvatore ed faceva pi eantarì.puisia. è la la il cefalutano ma poesia a vita, poeti viventi priviaffatto d'istruzione' per per alla natura e preparato palestra che una la sentenza venne Cianciana;per quella di Noto di vederli celebrando inesorabilmente punivano i; dì qui il frastuono, distinto luogo sopra posta; ed un'intiera giornata consumavano morte Sicilia,colora da tutta popolo impaziente un poetare salivano dalle campagne convenivano anche la se so maggio, fé-- improvvisare. Tra nello di (non 3 tuttavia)in Carini, nel giorno paesi vicini,talvolta dai e fino pure Crocifisso. In sta del ùet la noia meno è queir egregio Pitrè 1870« pag. 5. ecc. ^strallo POETI 1 ciana ed ogni lato, spesso intiere r altre L'omu in quella invitato chi fatti la e " Fallo lei canti chista non nuovo la Starano Qadia Rimira Io paisi pag. prie pro- del casa Di dicendo paese , paura. di poche li Ariana, è più : Siete compagna tutte mi diaae bella 13. Roma, tra guerra la che mia quale tutta cui riferisce Italia simili esempio un come a trovasi composti questo da : eduel... : di noi bella asiai è poesie sue rimirai compagae più grande avea finisci mala. cci al tarolino lo che pigliava; la testa cu notò questi improvvisatori,di doe chi acchiana, Do' vai ? due. — ; più beA^a di toì... SiudU) comparativo sui canti popolari di Arlena RCLLi, come facia. cci popolarissimi iu glidisai Toitra teni nun guerra guerra in lersera V. 'i contadina d'amore quel famiglia,e riferi non vi lu dicu Ga nella Teresa, cu' e Prussia, della quale Pursia Jia di particolarmente sulla e Napuliuni La di dar le virtù del valentuomo lodò casa sugli ultimi Frauda le bellezze parla di tutta la e tro popolo, i quali, d'al- Cianciana, nella paisi cu* scinni stu del componimenti che cose, Nni confonde e scrupolo in giungere suo popolari poetiche, tradizionali ^ egli cantò , E si fanno non ottave primo Giovanni tra vi mescola tanto Anti- canzone. tradizioni soglion fare i poeti piH"pricome Al te nostre volte in Gian- più antica qualche largamente conosce iioro dettata averne per 87 SICILIANO Io ha chiamato di Giovanni sig. Gaetano POPOLO DEI, tip. Sinimberghi 4871. per Fabio Nanna - 88 STUDI ha Boro canto, la addi 22 i870 aprile del Quannu 'nti in intra Ed La mamma Unn' Questa mumentu un lu è storia è al solito,rassegnasi del santi Maria. de' cielo pe^ quali È degna poeta, ed è nostri divoto, è che dalla di uno quando il in iscena peccati,mette presenta e esser Aragona, il quale non Cristu Ga eni tnttì in Ma senza E di Ragona Io Ti dico tintu la virila *: sdignatu paradisu li e sai unn pìrchì; purtà n'arristà, jera di quannu il vero, (e però posso nasci tutti in confessali, ne cunfissati l' assurvì. E Ca cu bizzarra andati stato era tutti i interceditrice tirata una egli dice come zione puni- una come caso quantunque vi caminu L^autore, più punti commuove, nascila: Jia ^ li strati: di osservazione i poveri morti sclude faciti; prendere a : lu diciti? mi in parti decullati. e gridannu pi lunga, e di zolfaia con iti! vi mintiti figUu me, Gasteltermini trimatl 'nfìemu la morti va divenuta comincia: e addumati, santi Prjgati all'Armi poeta, l'Anti- la intitola: Li bampi su' surfara^ è Pdà pirrera vi ni la a Unn' Egli nun eomu e frana una di S. Giuannieddu, surfarara, 0 in avvenuta lavoratori. e poesia,oggi sua eadendo poveri Surfara di la una catastrofe orrenda di molti morte di fatto argomento Zolfaraio 1870. del settembre nel Questo POPOLARE POESIA DI ; dichiararvi). del radiso pae- tristissimo ISn Vedi Gesù « Fatti ne Yurrìa . amici ad pregio. Pare-che egli fotte davanti ottave di andare T animo a tare poe- canzuna. tempo un palermitanadel Vincenzo e politici, tutti i popolani : Antonio maestro rivoluzione anni,e patroni di Missina, emuli ed Cianciana e in jiria 'mpruvisari 'na Fri Suoi essiri • 36 ha delle sente città di Messina : fini ! munnu in una perchè Giovanni, egli si nella arranca lo tengono rispettanoe 80 SIOUANO poeta f Àntinoro accorga, al Di spaia la cruci, lu tirata d^un lo se Cristu la E POPOLO DSL POETI 1 Àrcuri, che 1848 Castellermini in sono ha poetato salla sugliultimi avvenimenti e Castelluzzo, soprannominato Giovino, di Castelterminl Più valente deir Àntinoro assai Salinitro,de^ quali ho già popolarinel Papa anni , tutto campagnuolo Pasquale Biggio,suo poesia,ve lo ecciti; nel siciliana, non La religioneè ed infiammato offesa. Anch' ed in anch' non la suoi sempre nimenti compo- che gliene da egli sa a narrassero concittadino egli si caso e rivale in va all'otta- rimane praticacolPottava nessuna il epica. principalesua ispiratricee consigliera, coloro che le fonno contro essa scagliasi poesie d'ogni glisi quale avendo egli da estraneo e sui sessanta egli improvvisa, specialmentequando il destro del melo raccolta,ò Car- vecchietto un Qualche volta meditati. son e rie riportandone sto- spiritodi poesia.I e vena Celestre della mia di Cefolù contadino , venga fotte cenno volume secondo del e la parte sua di fotti contemporanei, poeta del popolo li ha vero genere. consacrati Gettato nella campagna, tutto,se quivi stesso codesti folti, e od non anche rebbe rimarin Cefolù gli si leggessero 90 perchè in d^ti consacra di ottave serie noa se quel altresì al giudicatoalla del popolocol quale vive, pensa Prussia La cu lore va- argomeOito della apprezzatie giù nostro è quella que sospira.Il Papa adun- Rignanti su' Sti dui Di punta li Ora cunsiguenzi li Tutti regni h nni liti. spietati, accaniti^ veru si li misiru a sunnu spati; sintiti. scuucirtati, sunnii diversi Rignanti li vi diti E piaciri^ti Si^pranit Si passanu guerri pri cosi di nentif Fannu li Fannu macellu E a mannanu di li cristiani la morti Ginirs^la,culunelli e cavallu, fantaria Di Lu sangu Nni suldati. pruvvisionicu Fannu là morti MaHru FUippu gentb capitani, li cu scurrl, ed ha paganu itialoghidi tanti sargenti. fattu funtani, li 'nnuccentì e luGiumaUiia *. tM'Amieo M popeh eli Ptticrino. * È mazzanu, ììfì* parafrasidel e li re bel proverbio:Li tuMati fannu la $'abbrQZzanu. - poeta infatti stregua,che e la Francia Su' sii dui Regni nnimici l del cosi: canta 1 saggio come sua sopra falsi* Alcune non come volgo. Il seguito composto fatti vengono in mezzo dice ha che solo riporto non poetico del Papa, ma colla quale molti maniera dicati scendendo vi ha che reca (1870-71), guerra esattissimi certo non io queste ottave egliavesse che deirultima attenuamento gliavvenimenti di Palermo diario qualche della bassa gente '. Sembra uso di POPOLABB POBSU dialoghi siciliani che nei ad m STUJ»t guitta e t'om* 92 STUDI allo seria e resa di il poeta essa Re Si leva l'ermu dice. ha sangu la conchìusione Sta Comu aveva Tuttu lu Ora E nel quale statu milli La a la so a atta dota; so / 'mperaturi, rota; jucatori: 'ntra Papa ha è il 'na vota. partigianode^ Prussiani, un volgo della sua fatto dubitare vari amici tutti mi * un fino a un certo pregare air uopo una ignoranza; punto. ma, tomi rivol- confermalo formalmente hanno contadino Ultimamente * tali *, la dinota^ la so misa è la pagaru egli,il Papa, esser terra, di poetare franca, elevata,regolare di questo maniera poeta mi del suprajuri, pri era lo fu in Sicilia tutto come la fa raucuri e e manu munnu succedi fatto cenno chiovì, quannu e cose questa: 'na di^ttura, Carmelo ^ comu si lamenta sutta supra Gcussi A Comune, abbassatu è Ca flnire è si la scrivi guerra in evidenza di Francia La fa 'na risata; Prima è Alla la saluta. e assuppatu l'arvuli S' hannu E trasi ba la virtù di porre della periodo de^ Prussiani. che cci e che non Lu POPOLARE l'assedio vede Gugghiermu Lu Fautore breve POESIA squallore durante pitturavivissima che DI struzione di- digiuno assolutamente gentile e eulta suggellò la conferma ragazza da me portandomi, Si duole, si lamenta. Il giovane del Papa e maestro la di musica sig. Carlo Graffeo, cui devo famiglia Pintorno. l'intiera Storia POETI I i molti tra il che a Papa improvvisò illetterato credere nella tradizioDali canti loro schiettezza Garminu Megghiu lu E lu Culti vu vigni Io A si' ca cci Io Viniri a li to' in ad " ^ s. menza pedi di scienza m. Sono, alcuni ; lì santi a prisenza. de^ è mestieri al pari , la sua ridirgli ; ed un vedesse forse in sarto , facilità di risolare, forno bricò egli fab- di maestro di lavori. Fu CardiddUy falegname che non poco soprannominato ed e- è dall'avere,giovane,. sin^.^biada. canti della che monda zappatore, giardiniere e ri- muratore da K menza avastanti, , che a sunnu privalo parve opera uso comunemente Lavuri, a ed Diu a sperto in questo genere inteso gnuranti, di tanta campagna nulla avrebbe pujetu» stravacanti d'Arrigo calzolaio Un metu» furtunatu. tia 'un esercizio Salvatore tcH^e pri fidi aju neir Versatile e la strata omu un travagghiatu. granni 'mpirtinenza; 'ntra ca è lu d'un stt canzuni sacciu Lu peni poi e natii; scujetu è Pitrè, sugnu mia Cugghiuti non fihci mannu : l'aju 'nzurfaratu, e caru la Scusa i fui accantu vota Scusa, 'ntra cci avissl un troppu e lavuri fui l'omu E chi miu Eccole campagnuolo. povero munnu campati Siminu 'Na casa. stu a in vero, 'nalfabetu, eni Papa ottave po' contumace, un semplicità affettuosa e 'ntr' affanni Ca ingegno quel dettatile,due lui da me, per 9i SIGIUANO POPOLO DEL che e^li mi mandò^ popolaritradiziosali^ 94 STUDI alla DI guisa che cantato sempre cardello eglisi agita e dovrà serena, a a' di orecchi; di da sedersi: la secondo a lodare, a riprendere ; Son : del viene di essa, riportare le le ebbi Cu del musa altre con tutto il Vurrissi cori me chi murissi Mi 'nciammavi Pri purtari a cci facissi a di Diu" Maria e un tantu so attu, ritrattu, rispettu. del movente e di beati. la magine im- sua sola basta Cinque per tave ot- piacemi Salomone, lu Burgettu. lu tutto per lo scaldano. d^ Arrigo. d'Arrigo: stu persuadere, cui essa dal umile concitata e componimento, due con rata JMaria Addolo- a giorno in di tutto prime a grande portata in processione:ed come del nel rosa nume- ora forte ora laude sua una della voce leggende di santi devote Romitello, con posto un fantasia sua affetti che , e il carattere delineare agli religione in Borgetto nota detta di più quindi pie e È ben lo per ed lo andarlo tutti. Alla gesto in ed volta divengano non portia pregare, con e a' sentimenti versi poeta lo dice una gara per per e scorrevole, l'argomento attemperato volto te men- i villici che a e cose compone i versi partidella del sulle versi; domenica i nuovi ora grave, che suoi d'Arrigo è aperta declama ora che fanno un airalba, a accoglienza cordiale espressione notabilissima bassa, cho mano come vede, ascolta ripensa tosa storia nuova casa ragunata e ^orno figlide' figlii d'una cardelli;e notte qualche tutti ricevono trovare; Di muove. d^'Arrigo.La casa autore i cantano egli li ripete finché basta, ed patrimonio POPOLARE poetizzare.Mano figli ed a' suoi sanno si udite, mulinando viste ed non ed occhi tutto tace, POESIA paesano com- POEtl I Sempri stu cu bascia la me è chiamata. gran calamita; na si *ntisi vuci partu. gualchi difettu. di Maria Chidda mi ora Burgettu fu dda lu vuci La cummattu, suggettu; menti si cc'è Scusatimi A senziu me 95 «GILUNO POPOLO s'ascutassi stu OgnuQU Cu DEL d'ogni strata, " * S'arricampa 'un Ognunu Cu* porta Certu matri la godi sta vita beni Facemu beni Cu chisti grana Lu regnu di li celi nni 'Nsémmula Ed Amàmula Pri cu' Guida Cu' la cruci lu so Ognunu cci nun Si si raccoglie, * La Madonna ha ' A$sennari, qui *' Diamo s Loquela, qualche si cci lu celu, parramu. a ramu lu suprema; chiama, pripara, veni, certu Maria a a : la Maddalena: cu cori Cu', pr' amari Chiama ddà Maria, Maria ama a cumpramu ch'è cchiù Maria^ nn' avi pena Maria, 'ncugna cu la sua la chiesuola vale cimentare. favella. a solla montagna. : la vara. liqueras. ricovera. monetina. *, granu arricugghiemu di lu nostru ramu a cunducemu; arrivamu Maria cu ogni la chi nu' la morti ' facemu, gualchi ognunu Ddoppu •**; manu; Maria a la vita Adduluratvi, li nostri chi quannu muntata gloria 'nfinita. nui cu Assuccurremu ^ s'assenna nostra a va pigghiatudda cura a Si nni Ma ha quann' Maria, smarrita. ogni pecura ^ 96 STUDI Porti Tu ha' amari cci la sani Diu a Perdi Tra i i stu chiamata. la so partita*, tempu pri chista jurnata *, Ca si onuri Maria Ti porti 'n celu a miglioriversi tema d* alcuni quelli su e Ho Arrigo, che de' fattidel 1871 di diciassette in storia in Borgetto e Colera canta. essa air a bruno ora è Nel 1870 la caricarono se bèi in entrarono e chiesa,presero via veniva dendo di essersi le donne leano toglierloro ciò vendicale con la dei tutti coloro a Dio il cominciamento lungo un ere-' wo- questo fatto argomento di trionfo per la religione stessa a' santi. Ecco qui che non credono della sua : " Associali * E non ebbe di religione! D'Arrigo canta un'opportunità per ferire che ebbero che protestanti e storia proibita vestile tutte tirarono vi trova e per se di viva forza la croce, e un ne pel paesello.L'autorità gridare, minacciare: 1870 santo curiosità una gratinumero in convenuta tave ot- Partinico,ed un'altra dalle autorità locali quellaprocessione;le donne dispettoe del politicacontemporanea. del Venerdì storia seconda il fatto che Ira storia in sedici sua una sopra la Processione Borgetto.Questa stessa,come in dire è quanto quellisul fatti di in Ficarazzi avuto ec. cilia, ogni altro poeta illetterato di Si- ad comune vita, torcia addumata cu del chista 'nta più ispirali, voglionsiannoverare 1867, strata; mutari firita la s6 fatti la e vita; sta a Maria, 'uà a Si ssenti di Maria Partiti, omu, si* mentri bannera S'idda POPOLARE P0BSI4 DI con altri,non lancia il lavoro, e è non andar fa solow se tempo perduto^e chi perJi il tempo per onora Maria ce. un sol giorno,per-^ POETI ^vj Sintiti Li lu a tiratu lu sittanta: spata pri là punta la Ca la cchiù La megghiu zitidduzza Di niura 'Ntra tinta vecchia s'aratnantau dda Cui facia La cruci scarricaru Ed ogni donna vara s' hannu La strummintaru alcune che e misu r locu Chi mancu Cci stannu Cci sai Lu Pri pigghiaia boni li Non ' V'erano ' Civette, barbagianni e merli. non pietreche Cerfugiionigrossicome ' Gallina pratajuola. — per ottava: terri : sgarri! — serri. fa rimarri e merri barri li me' narle, semi- terri * 3, ^; ? pitarri* mai, tolga Dio. avvenga * G. PiTRè chi cucchi, varvajanni ^ tante * li serri 'nta lu 'nvernu fàricci li nida sia mai, pigghiaisti mia, 'nfazzi pirchisu' improvvisando* ex-feudo un ciafagghiunacomu sunnu duri. cori egli fece questa tristi, di mia chi ari lui pl^ese in amaru Stu situari. la satira,e sovente Averti, menti — a marci a gliriuscirono Eu gridari Signuri. li cchiù anche da cchianari, a megghiu d'un pitturi" chiancennu terre a lu paisi misiru D'Arrigo tratta giunta frivuriy. si metti La Tutti dda fu si metti cu chi vulianu lu manta pri quaranta. Dicennu Pri s' affranta nun niura si scanta nun si scanta^ nun propria Chiesa Ogni fimmina Per Burgettu chi si cunta a quindicid'aprili S'ha 97 SIG1UA?«0 POPOLO DEL non potevano dar fango neppnr neU'inverno. barre. Studi di poesìCK popolare* 7 98 DI STUDI Una Cusimano nel 1869, quando versacci, che volevano di li Cianibri ^ 11 bellezza il Cusimano Giuseppe certo alcuni suoi di lu truvatv/ra falla altra storia sullo aveva naturalezza; e quindi e gli leggesse volerglidimostrare per Storia una d'Arrigo che un questi gli lesse essere di molta argomento, comprendendo forse POPOLARE improvvisava il d'Arrigo ad canzona stesso POESIA che la sua storia saputo far più di avea lui,esclamò: Li vacchi Tutti persi beddi Li E li Y persi lu nta malu un crapi persi persi orvu donna persi La bedda rima Di li versi Nun sannu chi lu lu so La lu io di so d'acqua, d'acitu, fermarmi vorrei Potrei SuUe di S. Maria ' Gianibre delle Ciambre r chiamassero della provincia poeti che sanno compaesani Giuseppe tra nuare conti- ed Erasmo Siine ed Erasmo alcune opuscolo di Salomone-Marino : Bargello, Palermo, a 55 laudi alP/mmaverso Vislianiaru, guardiano di bestiame. la troppa questi Giuseppe Battaglia da lui sofferta presso lermo, Pa- in proverbio per de' dettato,l'uno Carcerazione vedi vinu. Capaci, comune in messo annoverare mi non in né giovane trentenne, Baltagliella, colatayl'altro la ; grado di apprestar qualche in componimenti, anni; i quali hanno ^ Pìppiuu Don de' suoi abitanti ha pure Giambona. ; fìci Cusiraanu le tradizioni de' loro detto craparu, rnatassaru, persi di Palermo, il quale bonomia carninu; \iulinu Se altri poeti,de' quali sono saggio * vistianiaru 1870. il 1857. // monatiero 100 STUDI (li Palermo tea flcaee in POeSU Di si deve POPOLARE soffrire quella poesto; ed tacere) sembra e eccola molto ef- t Quali Dìisira sirpuzza Di la fami Gcbiù angustiata^ nun Si nisceniìu è Timumsu e trattinutu^ giustissimu Sigauri^ 0 Vi dumanna Calafiore è quaichi ajutu, giovane sui trentacinque anni, pien un di e poeta, T esser scarpisata; lu Gal alluri Àccussi * l'armaluzza pensa Fino cuore. occasione \o fece egli tra improvvisatori.Non e compose oggi, che lui per cristiana: versi L'anaore il sentenzioso. n^ento: e alcuni canzoni suoi fare un com'egli-mi che mesi tra ha glistrapparono fa a' Uà caso centinaio un impressione di ottave. in questo si fa memoria scrupolo nessuno nelle dei povero sue nome il satirico detto, di dalla di tunati sfora che po- genda leg- una fatto T imitazione delia mitologico,effetto intieri versi presentarlicome Giove, Apollo,Venere, Cicerone cune al- bocca di due di e senti- delfa battimazza-poeta.Calafiore ^innestare canzoni, e mi di hanno cose componimento: poesia del popolo e qualche molta Due ligione, re- gione alla reli- Ciaculli, contrada miglia da Palermo, gli apprestò argomento in la più d'ogni altro della Fonderia. avvenuto credono non lo scalda amorose, compagni amanti hanno ìe stampe, corrono sue che trovandosi i Protestanti contro che di sapeva venera politica; rima coloro sono non improvvisare la ama terza una vent'anni a maginazion d'im- " ecc. nali tradizio- suoi; — Come non e li nosce coeor noscete? da gli ho altro,che un li ho io. ne più intese FuUone «d stato e del non cosi di è ? M. bonu un che sapea inteso non io con leggere la 'Che cose non fuori misura verso la canzona, rente apparia Misesì piscono ca- pato, popolarestam- canto verseggia (il dì a anche Piave, insegnare leggenda, il dubbio. e dei ret- tista al libret- "5he cavalli stivali.Vari generi di componimento con non che potrebbe e di Pietro glichiesi tante Cala Gore giunse ag- questa, che persona qualche Verdi, F. Paria,la Ecco neggia: ma- una : rabbischi L'arburata piaciri di Cu lu stìssu Lu suli Cu lu riverbiu tò Abbannunanu 'na Cu ne mosca, ha la tò la terra Trema Arie risata fatte di quale va e e fresca smunti; li.stissipianti cunsunti; 1' oceddi 'ncanti scotinu li munti. invidia la sorte della posarsi impunemente sul viso della molte; in una, a che donna; in un'altra si lamenta limpida frunti, a morinu e fa tanti li santi veni la luna cu nni la tò appujatisupra Tutti sua osservazioni qualche esprimermi, maestro fa rima canzone Gli lessi consonanze. torica,per una ci sono dove si scandalizzò difetti delle rispose;ed eelUy Apollo ìu Diu NeU'av^r — nessuno. fatti s{Megare soq mi me: una lo argomentate sorpresa; ed egli: da di fa tante e essere di la vita umana^ li Me — di ìu nessuno; Come — 141 SrCIUANO pianeta (T amuriy Cicerone cose da può non lu Diu lu tante mai dì lettura. sapeva è musici^ Venere parlaturi. Sa POPOLO dimandato Giove che DEL POETI 1 acqua a una fontana lui assetato. La neghi della fontana, si 102 la donna intende^ è quattro versi da attraversare Co' Vi E la Matri scarpisò la poiché cosa Però nessuno, e santa afiìrvuratu, santu sacerdota 'un e fu piccatu. chiarissima,il che io non l' autore sì conosco 'mmenzu donna il CalaRore e l'ha non dispone risposecon compagno non saputo scioglier proporlo a Sala, il solo poeta grande ohe gli resti a Stefano La da consultare: ancora fìgghiau all' omini fìgghi nn' avia fattu vintidui, E donna 'n' atra Poi 'ntra vintidù' E Appressu pura ddoppu E Salvatore nun e l'annu Calafiore vi riuscirà bastarda: li 'nchiui. musa non li smammau echini; sucaru vìrgini ristau arreri prena fui. ha gran desiderio ma il rustica che certamente; saprà leggere, la figghi 'nfascìau cummari la minna matri La li povìr'omu un Quantu pei vedendolo e divotu di Cristu quest'altrodubbio 'Na visò improv- in Palermo Campagna la cruci era altri quattro versi ricorda. il Calaflore poeta pel crocicchio altro un con patruzzu un rivirennu Stu seguenli prete: un era di E di che dubbio passando di lui. I a' desiderii un Quattro Cantoni POPOLARE POESIA sorda formano volta una de' DI STUDI illetterata re: d'impararea legge- giorno in cui fa dì lui un pel popolo,non Calaflore venterà poeta di- letterata dotti, Rimpetto teguccia dal volto nera la Chiesa dei Benedettini ed era angusta bruno, dagli occhi Bianchi vent'anni neri e fa in umile un bot- chiodaiuolo circondato scintillanti, I fantolini che da a battere da^ar il musica PO£TI DEL lo aiutavano ribattere e POPOLO da nel mane da Vigo nel detta canzoni, storie campare 1857, e Tincudine « Assiduo col sussidio per gua- veva martella,scri- di quella monotona in tutti i metri, poemi e lavoro, sudante penoso sera a la vita. tanto 103 SIGIUANO sti, ca- fervidi, spontanei, pieni di fiducia in Dio, ne' santi protettori,nella Vergine La Sala, il maggior ed affamava alla noto volte ha io nel capitale,più affama inscio è stato gesi Dio a vaglia,non di cenci, e dall'efficacia della e spera il lavoro! lavoro Giuseppe ritratto Stefano La nimenti; compo- non mido, ti- chiedere; quante osa il vero rito me- apprezzarlo, sanno dell'ascetico lento al fuoco: il povero rivenditore Di Giovanni la sin e d'occhi divina lisce giifal- anco l'efficace matita con bottega per i carmi sonante ogni dove *. » toglieva il poeta al martello fabbro, quasi cieco, fu ambulante dalla e l'effìgie pubblicato in litografia, poeta si diffonde malore preghiera, e elemosina, non Sala, e l'ha spontanei; Mioneci Un i suoi stampandosi è ora ributtato,ed egli co' figliuoletti e la moglie rivol- misericordia ha lo conobbi; potenti, i quali ignorano potersi avvolgere ignoto prima! Kiserbato, modesto, quanto a' 1846 marzo Io sarà di quanto chiesto Questo tapino è Stefano poeta fra' rustici siciliani. Era quando ma Maria. costretto di tele,di mussolini e a e farsi di calze,per lasciarsi cogliere dalla fame. non Nelle prime settimane quest'anno il La di della Concezione nell'Ospedale dell'arte oculistica; mano ^ Canti popolari sicUiani, pag. 5€. in Palermo Sala entrava cercandovi di esperta Oj^èravalo i soccorsi cater- 104 STUDI ratta, il povero e glisi la vista. Poteva suoi settantadue glipiovve alla luce che vita che POPOLARE riavea cieco la storia de^ ha cantato POESU DI schìtise? Ed Dio che La Stefano da nosco saputo dar avea un Sala entusiasmo e di sincera lo dice ora Tho veduto a ardita mi simpatica ed cappelloa poeta. Un Sala va di ciò che parlò una sua satira non in mala da natura in Era coloro che iscena,Mercurio seguire nn Yial nel partitaalla mirabile lo chi che Lu il capo, e del da contrasto a Sala. movimento provare esso de' di li pueti^ messi per- di lui per esser terlo metera trascinati deiroiimpo ambasciatore: messi vano altri esercita- mitologiche.A questa fra Palermo e il Generale ingegnoso solo che ripetè con lito Apollo imbestia- versi senza così e zoni can- poeta, al quale di vedere alle tradizioni due e vista. Salutò smaccu 1847, fingendo che entrambi scopa; - del cuore volta si erano una visione infilano contrasto co Musso, cui il La siciliani contro una facea basterebbe Ogni l'onesto gli copriva poesia.Tra gli Dei vera ufiBci conformi fece leggere 182G, 48, 60, certuni versacci voce. alla e Monreale, e dalla figura la recuperata al paruto di trovarsi in Parnaso contro mondo; il prof. Matteo vide contro che so di tese prontezza che mi seppe una al Mezzo strette me, quel per visitare,e il prof.Y. Di Giovanni; in a spesso e e Un giorno dello ringiovanito. parve gli astanti: jn canzoni in canto sapienza! tanta gli difendeano occhiali enormi benefattori rinato pezzo, aprileio scorso loro va nuo- un , dunque è qneirìstante,alla in i suoi gratitudineper passibil im- restare egli eruppe quattro ottave, piene di caldo affettuosa in anni, egli, che nico borbo- giocasserouna ed arguto che poeta sia Stefano giocatoriè còlto e La ritratto;o- gni loro parola riferita mano franchezza potrebbe parlare con Sala vi trasfuse Panima di odio per colui che Seguendo palermitane glifece celebrare Garibaldi lo stato presente il Palermo, con si' fattu Dunni ti voti di A tempi antichi si senti si di un in poesia non ì dolori non rivoluzioni diede che a attuali pesano di stedda na e cutedda, a li to' rìni. di tua costi pani nn' * ; spini. vitedda, gaddini; e hai 'na fedda di li citatini. La per Sala,si troverebbe, cosa mutar nulla d'eventi i sensi in altra di sensi mutano nelle significati per piangere rim- sempre potessero raccoglieree pubblicare i molti osservazione,che una le grandi 1860, egli sì siccu carni capu politicidel di La dì viiìcerta* della Sicilia. Parlando pisu gran 'Ntra la tavula Ti nel spati,rasola 2 credulo Svaporato Tentusiasmo voti trovi porti stu vora grazia maggiore. avea cantato cchiù E E nonisi poeta gli dice: Già Punti Se ha secolo. di questo giocatori vanno familiarmente e furberia eventi gli giuoco, piena di afietto per Palermo, e sua, con i che Parlando guadagnando. mano il linguaggio del ; tecnico de' punti, facilissimo il computo 105 SIGiUANO POPOLO DEL POETI 1 su degna espressi differenti: cosi poesie posteriorial quelli che il ponimenti com- poeta cantò 1860 sotto il passato governo. La Sala tratta ^ Stedda ? Vora s. con altezza f., scheggia ed anche per eufonia invece di ora. di vedute asta molto certi temi sottile di morali. legno. 106 DI STODI POPOLARB POESIA Nella Ferra svela le magagne e si iSet a deiredocazione consigliarei genitorisulla có^ figliuoli. Questo tradotto in italiano dal la gatta avea po^ un tra graziosie nuovi. L'apologo si apre con Infine il dialogo, queste ottave: tempu chi parravanu A Successi D' lu la notti E cc'era A du' lu niscia e facia assai pedi, eh' era jornu Curriyu La schiiiusu lu la gatta,stannu r aricchi Lu surci gatta — Stasira vedeUe. avea sentita mai. a li talaì russare. di \ nuttàta, aju guai ! 'ntisu la ruafuliata pop. sic.,pag. 204. Letture ! 'nchiusu, cci ha sempri affilati dda dissi: ayia cunfusu: pab'uni quantu Firenze, aprile 1867. L' cógghirìmai. surcì, unn' è chi stai dintra Cu Pirchi * virtuusu, veru patruni divìnni lu Oh, malidittu Alle mali; gran diliziusu. chistu surciteddu Gcà * un pedi di ficu spiciali, Sti ficu 'un cci facia Canti pirtusu, un facia ficu russi belli assai, Ga Un brutali, jardineddu graziusu un patruni Un E curiusu, 'ntra si stava jornu A Cu fatticeddu un l'armali, surciteddu, quant'era un Ga ^ contrasto straziato il topo durante lo finisce senz'altro. tre un venne argomenti quando arguti,quando e sempre logici, quando sofistici, la gatta,che *. In popolo, governarsi dal Vigo edito prof.Cazzino il topo sono e di maniera componimento del ^. tom. famiglia^ IIL serie novissima; iOS STUDI cci Nua la con • rifardi fo quale la Ca *ntra V orvi. si trova 'Ntra li difetti Cu marchiggiu oggi quello di di quanto l'omu cantano cammisa; sull'assunto credo farli e nella conoscere senza di chi si pasce diletto e e troppe; questi ma studi nel qui avrà il quanto valgano codesti genii che sé del Nati popolo minuto, i di poeti di dir cose maraviglia belle, tali a scriveva del popolo ogni ciarlataneria, gente pari loro,si scelgono teatro sapere si essi trattano, lor mente forse state sono spogli d'ogni presunzione, a che della poetidel popolo siciliano, bell'ingegno toscano, sono un minuto: scusa, spacca-e-pisa '. detto de' solo della natura. nel 1858 la a ho piacere di giudicare da vivono sdignusa, d' essiri amurusa, che guasta: non trova vi leva citazioni Le cuore. troppo ^ pisa; poetare, degli argomenti che giova a donne, pigghia 'mprisa. cci sempri un'idea avere lor maniera loro chi si vinni tutto si mostra vi mustra Tannu le è contro \ilinusa, cantaru un cbiddu è Quannu possa sua chi r amati Amara Con 'na balena è parola Gchiù é servi tanti munau punto: donna La il lu POPOLARE Taltra ottava, estemporanea, che Ecco e POESIA a suanu Quantu e DI da pari loro, le dicono, chiunque gli ascolta e gono por- ^ • * Rifardu, cialtrono,che frauda. * Marchia, moine. * AUora * Niccheri d'una inganna e e tradisce l'udmo. Vigo, Canti gVimprovvisalori.V. Il Piovano brigata di begliu nori, an. pop. sk., pag. S49. Arlotto, caprieei mensuali 1, pag. 358. Firenze, 4858. PIETRO E del settant^anni Un e mostro, studiato alcune essere sua nascita e dagli studi giammai salutò i pietra e, .memoria, di ma e facile grande ^ Ms. Oh A/21 vena ingegno, della ciliani. si- di dice ebbe non o scienze, la tenuità esercizi! con della affatto in dand(Tne che ma neanche " tani londi vece no cen- un sapere lettere anzi a provvedersi per costretto solo noa ciiì stibolo ve- età, matura fecondissima poetica.» » • • lo decanta *; e Giovanni Biblioteca ComaDale di cave il marinaio fare in tante strettezze soprattutto perenne e — a i mezzi nelle sudare a conservando pur » un'ottava sua umanità, Mongitore, povertà ingegno, vivacissimo poeti , pervenuto regie galere, nelle di sicula^ci fò le scienze; fu dalia Tetà continuamente umane primi siciliane,lo accompagnare Antonino » valorosi Muse tutta o fortuna sua Bibliotheca sua sussistenza ad maneggiando bipenne. istudiò non della in e alcuna, cosa più nei che Gale^ni-Sanclemente, nello che forzato stato per nella de' fu XVII, quello ift Palermo vissuto e canzoai giammai la SICILIANE contemporaneo, come " POPOLARI nato secolo suo pubblicò penna SFIDE FuUone, Pietro ne LE FX7LL0NE Poeta Vincenzo lettere senza Auria Meli, TAnacreonte di Palermo. portando risi- 110 STUDI ciliano, ne Prima fa siciliano ora compiaccia ne ho fatto è scritto popolo : tampoco Experta * La Fata e nei e » che *. questo fa colo se- vi non Fullone, ha non se alla onore alla che Ho le all' tanto nelle mie da idee ora ignorante nelle ultimo sul autorità letterata, studi, quali che 2® Sicilia; de^ la poema bernesco. Palermo, ho dato guar- ma ne del 1759. cialmente spe- conserva poesie di proclamoUo tutto. che esporre proposito, quale vi io contemporanei, prodimus. Galante, ed genere, poetici cercato tradizione di considerazione, d'ogni dubbi di franchezza più di tradizioni stampate. poverissimo ora nelle io provincia massima guardando nò ; del pagine; seguenti sfide d^ogni lasciò ci colla Parnasso in rustici analfabeta degno le sopra nelle egli ritenuto parlare un veramente il Fullone il è poeti a di come si del fiera siciliana. poesia Il de' udendo che, alla lo Vigo principe t POPOLARE d'acqua Lionardo il come venditor un dopo e POESIA DI non E FULLONB PIETRO lil POPOLARI SFIDE LE I. Pietro FuUone Palermo in era anzi a in Una pieno cara e benigna Egli lavorava a con durava poeta che ricchissima nelle cave di per suno. nes- ora per di fantasie cuore magini. d'im- e alle falde dell'Asprasotto Scannaserpi,luoghi tutti di cavatore più mesi il battuto avea dell'anno degli stradali, esposto impassibilmente alla sferza del solleone. Tutti bene; rendealo caro molti conoscevano: simpatico l'ardito la copiosa paese Tale a dai era diceano lo e pronto verseggiare,la satira finissima, Fullone vena. paese, e gli la abbastanza pago sfogare il Il mestiere breccia a amava pietraquando quello di rompipietre,onde preparando ogni chicchessìa andasse alla contrada a su versi,eccitavalo; gli lasciasse Musa Palermo. da a' e cui fu secondo solo,di meditare, di Solunto, quando poche miglia comune un Pellegrino,quando la montagna non a vali acutamente; punge la mente e i denti gli andasse con di star ora di affetto del Monte e contrasto a maggiore, ed rimbeccare non i falsi poeti mettersi la che cosa non molto occasione potentissimo,a Ingegno nel e popolo precedere qualunque poesia fu familiare,mostrò nel provocare sdegnava facea e poetare per argomento. di ragione se del quella il libero,del pane del lavoro. A il cavar improvvisar vèrsi come pietre; quest'opera accompagnava qualunque dì recente, che non ma povero, cosi facile lo spesso e poeta popolare per eccellenza. Nato tempo un visse conosce, lui è il osceno dappertutto: viaggiava da era e religiosoad un tempo. giudizi popolari ci apparisce Pietro Fullone , 112 STUDI Ogni donnicciuola cui addimanda Mastra e e Petra. la pirriaturi\ quali meglio nelle che lo aneddoti Cento " della meslierante ogni tutti pienidi bizzarria, di ne^ ed Fudduni Petra e POPOLARE POESIA DI brio tolgono ad in a' di nostri Narrasi lu e ebbero altro un che ' di li il Fullone stupitigliastanti,in e dì Natale fosse Binchi A la Chissu tò Dimmi: La * la fama di sti dui Pasqua Pirriaturi, cavatore, delle solenne dano. traman- giorno un maniere più da lasciarne feste 3i alte squa Pa- : triunfali e è mari festi cavajuolo; e 'mmurtali, e pura lu Natali, e fino sedi tu, tò 'ncegnu che regioni più a quale più seggia d'aremi ssa fatto sollevandosi letu Fudduni Spargi e improvvisatore di gliavesse dimandato fatto ripetonole rispostesi pronte ultimo quesitigli avesse di si valente Chiani," ricevendone e nascimento, Salaparuta(prov.di Trapani) in Yujareddu dMii^ di religiosatradizione con quelle parti,veduto di ragione rirne rife- un chetili qualcuno, presentando quelle ottave ', aperta spiccatala figura del grande poeta; però imprendoa o gomento ar- di festevolezza e si manifesta mie parole mente semplice- o " Sicilia di virtù; principali, qual'è cosi * cchiù? pirriari,lavorare nelle cave tagliando. * e un Dicesi Dubbiu poeta propone cui in altra ottava del mio Giornale un componimento delle riceve diffìcollìio una Studio critico su'Canti di SiciliariBQS, popolare ad dei ottava quesiti ad rispostaquasi nelle un slesse sieiliana,col quaaltro poeta rime. da , V. pag. 136 del. popolari ffci/iam. Palermo, tipografia PIETBO La dimanda, ^'OLLONB Pietro Pallone Cu senza scomporsi: menti Unni li grizii'i viventi Din Cristu s' allumina Di sullevi tu; junti a dubbii semu sussiego, e V ali si metti mi autizza tanta fatta in simili,era ca 113 POPOLARI SFIDE altre tò obi Ora LE come ssa 'Ntra E lu tali su' «, Natali , Gbi Di di è Spiritu Santu immurtali Diu Grandi Questo dubbio del oscuro più acuti di due le nella linguaggio non un che filau la la fu ca maniau Gu* fu ca sprimintau Cu' Lu fìci la lu cu ' 'ntra di pueta, mi pòi chìamari e la arrappa la riti sciogghi sti gruppa, altri precedenti. * Arrappari, di *; 'incappa; SprimifUaUt sincope di ipirimintou, sperimentò. Studi Tripi. puppa; * — di prima suppa; Maniau, G. PiTRG pre sem- prima zappa; * far le entrano pueta di cappa. fa supporre da Pasqua: voce il Dotto Questo dubbio maneggiò, manca gono regolari ci riman- e ^ ne dei uno prima stuppa; tempu galera senza pisci chi Quannu, Ti ca ed citata altrove: Cu' chi cos' è esatte me ^ la del dubbio ilFuUone tra quella da Rispunni: Cu' E si trova rispostanon poetiche è esse Prop. elevalo meno racchiude, e può- dirsi parole del quesito.Più di cchiù. si fa nella soluzione che sa le sflde Una urtali m fari 'un virtù, profondidel popolo siciliano. La proposta e si ha concetto versi,e mentre essiri di cosa e opra mafitari. grinze. poesiapopolare. S 114 STUDI Rìsp. fu Eva Adamu la r L' Io Un pueta, già giorno loro bisogne a la chi nvicchiannu galera senza su' scioti e pueta alcuni riti 'ncappa, li to' gruppa, « si rappa. tu e palermitani Tripi.Era quivi il Dotto arrappa; puppa; 'ntra si recarono celebre un per certe detto letterato, discorrendo e meno al loro vanterò lui del con Fullone, che essi, chi gli potesse vano perché quelle lodi tra e perchè gli §apea strano, levasse a cielo la penna prese m e vitti 'na Ch'era vitti E truvavi cu a manna forma lo perchè come Io son e ccu sono du' ripi, dui rapi ; dui Tripi: si dubbio erano grand' uomo. sciolti i tuoi presenza, sapi. quel paese e sua stipi, di questo allora che capi; crapi; loro esagOFazionj, pipi^ diversi dubbiu di lettera si diceva poeta, beili ccu ccu al ricapitassero rise colui disdicevole in illetle;*2^to (?h'aveva de' forestieri,(che in uno dice-' , diri lu dottu stu dire non dui jardinu mandra fronte. Ne a diversi cu aveva, gli pai*eano per magazenu un Addivinassi in grasta un Vitti 'na Chiuso : mari un Truvavi Ti scrisse non più , povero attaccata E stare smaccate e ^ prima suppa, , del si prima stuppa; pisci chi sugnu antonomasia per e lu è omu la è POPOLARE prima zappa; chiddu è omn Su' la sprimintau donna La POESIA filau la ca manìau Nuè E DI si dice nodi. consegnoUo i Un a palermitani) serio riere), (cor- tuttavia in Sicilia, 116 STUDI POESU DI POPOLARC in cui parla FuHone:. questa sfida si riattacca quest'altra, A Sfigi"u comu li E metu Cui tegnu fauci chista Cu E li pueti menti paci» Qual' il Dotto di Unu di chissi nei li manu; geniri lu a cu* flci la Dimmi cu* fu Iiiionio lu versi 2, 4, 7 della a li Sa' La Ora va popolari ^. Menti, idiot. Vigo, Canti E cci sparau, di *. Fullone: a prima^ scupetta. primu cei e a vedi un e di sparau ^. ms. del sec. scuetu, con essa. rapi,.. Tripi lo scrilto del metti, mette; sparò su' dt sceccu ssu capi... li cosci popolari siciliani, pag, e Carvanu risposta: dicci siciliani in umanu. Munti lu è l'ortu questa Selvetta 'nchiuvatu carricatu, capiddi quantità pansa Pilatu, com'è Gesù ? chianu; di e si Uvau Dimmi •— * d'Erodi pigghiaUUu mannatu chianu l'arvulu siccu •^ * senziu stu vegnu arriscattari — ciatu; carricatu. ignoto poeto dimanda Un lu «, pueta« siccu guarda Si vói canti ni 'mmenzu. Guarda» E tu, dotta Misu Va' leva ti vinni mi ora Fri ani scuetu Tripi: D' unni Sì, menti i' arvuiu è metu, iparatuj pr cui e Dichiarainillu E versi la Mòrti Veni latu, lu a mansueta. ogni lavuri fari a agneddu un ... presente volume XVIll. qui discordia. 295. sopra aicuvii cu' fici Dimmi cu' fu Dimmi cu' fici la Dimmi cu' fu Dimmi cu' fici la Dimmi lu ^ E * Scrivo cei iludiau, Propria In e^ dai avv., Cianciana, San San * Canti inoditi Stiddarif ^'alberi che ridarre si fanno la sparau arti ed studiau fici la siggetta, sunau in mettersi -a Saneilormu^ e il primo la prova a sfidare. In sapienza di lui, perchè San Giuseppe cosi e San ed in una sola parola Girolamo. lui. cosi: GiOB^ppi T^ofria Gilormu lei li la fici la in schegge, pezzi o prima accetta. ligna cci stiddà; prima la Gabrieli raccolti in d'improvvisatori;ma cerca d'essere cessava ^. assittau cci Figghiu * *; la spesso «i ha a ; 5 fu ^hi propriamente; proprio L' angela * prima scupetta, Palermitani Santa persino col- l'adoperò. SaìKÌuseppi pronunziano ** * vuol Erico Monte e la fici la trummétta, di Palermo uscendo ^ ^ andava Il Fullone assittau. ecclesiastica ed cci ca Saiitu so sunau. fici V accetta, chi propria lu E si cci chi Patr'Eternu Lu la e prima siggetta. fici la Sancilormù Iddu trummétta. primu sacra SaBciwseppi E '. studiau cci e (verso 1^) risponde prontamente: firraru lu Fu l' accetta, prima 'ncegnu cu omu 117 POPOLARI SFIDE munnu primu lu diàulu Lu -si lu la storia con L' a primu dell'Ariosto Taiuto lu Dimmi egli Ed LE E FOLLONE t»IETRO * trummétta sana. Palermo. e s'usa principalmente parlando schegge [stiddì)per abbrnciare. dei tronchi o rami 118 e DI STUDI POPOLARE POESIA poela, di cui ignorasi il nome, un i seguenti gli muove dubbi: * 'Nzirtati Cu' cui mai Comu pari La ha Da sorti ama rificcu: 1' eccu è è ? virdi un siccu? e beccu? gran è Resultano, su distinguere Ecco proposta Eccu de' pare 0 so gli dà Inediti Amico. e e brucia^ di un forma ed è in intendere *; l'eecu virdi è sceccu; gran siccu: e gran ^. beccu cotale dubita Caltanissetta, un parolaio qualunque, alle mez^o tanti ealambours doversi leccu, chi rificcu ritoma *; riccu: è di un ' uno ed beccu lu chista e quel 'Nzirlari, indovinare. pri 'mprena galantomu * spiccu; è maiale un si di ed spera sia'il Fullone U. A. sceccu. gran pari dottu vuci * Gatanti ^ pocu pirtusu un Cu' Non su' sempri poviru è la Manna ^ ed chi è crapa Cu' ' un si fa galantomu puefa L'avaru non è tempu un riccuj è dì labbru ntra un Benchi In ed beccuj il nostro: cui A dottu senza QuaFarvulu Cui ed chistu, addìmannu Doppu lu s'imprena pri pr'omu passa spiccu, gran sempri poviru campa Cu' di siti pueta chi Vui de'^dubbt. la bocca che galline;ed Qui bfceo è sa appena dirgli: osa il capro; nella degli uccelli. eco. possa essere questo Galanti; forse lo sfidatore ? lone 11 Ful- del becco. di S. Giuliano, prov. di Trapani, statimi comunicati dal prof. METRO FULLONB Ganusci Ma un è li Pallone Ganusci un in E fu cc'era cc'era Dintra 'ntra Gc'è lu lu Si si* ci pensò celu Lu suli Lu Gristu Chi 'ntra ^ Passulunif * Inediti di Resultano. * Marzapanu, * L'alfabeto, ed cine e posare * con ^, * priziusu, uni cc'è: nun di fundu dubbiu chiddu domanti lu nirgli ve- jusu, tè *: dici valurusu la luna lu è poi socch' poi in poco; an è cu lu a e stu eccoti accoltolo chiusu abbizzè un paraggiu pueta veru \ Palermo) marzapanu domanti un fruttu pani Plaja;il quale scritta cosa 'Nduminami Pallone un mundu 'n' atra fa E dì i, tosto: mannatu supra Ga gaddini, passuluni tozzu un il poeta Pietro gentiligli dice Mi li 'mmenzu Bisacquino (prov. di incontro maniere faccia: Fudduni tia, gran a gaddini. li in di Petru ti sa' dari nun Andando 'mmenzu porcu canusci Puru Fudduni rompergli a 119 POPOLARI SFIDE LE Petru porcu sapienza La Ga di sapienza La E è. forma grave rispose" chiusu, marzapanu Tabbizzè; è priziUsu^ mundu paraggiu nun cc'è: baccelldoe, disulilaccio. l' immagine sulla donna Té, prendi. scatola. anche uno di Maria stampino bambina l'alfabeto con che certe , in soprapparto perchè si e alcune pietose comari sgravi subito. oraziou- sogliono 120 STUDI terra La Chi 'Nduvinatu Non Catania, com'è abitanti,di i suoi per il baco della cunfusu, che poeti.Un ambiva emulo. accademia senza Stivala ne e pel Un si salutar, su' E natu ^ Di secondi ce' Seìvetia «jupsta forma era * e radunati. sul vivo dugnu per sé marteddu. a beddu^? pubblicò una variante di Borgelto,i la S. e cui la lana la C . . . è la €. iiciliane ì versi 1-2, 6-8 della proposta eh' aviti Tutta dipintOf e la saceio nan goarda, tutto un 'n martapana menza ohi diri manca Spiaccinni, domandane. Intendi: fai colà Salamuni, a : Lo stivale al di canzuni, Ottaviu ne S, di ottave Saceio » blica pub- quali ragiuni cu meu scrittu soli è P La Nella tenea a quesii: son E coi e Salaparuta. Salomone versi tavio; Ot- Muncibeddu, anobi e causa di lu Davanti avea nobile uno con de' cavalieri supra datu aju quali Cu presenta stivala, inastru sugnu Si coi un Ottavio che e pùnto intenzioni, spiaccinni * Va' di che è gli dice: mecenate Eu de' suoi misesi quel protetJiprato, nessuno le Stivala certo giorno Fullone indovina suo pe^ piedi arsi il favore a , piede e Catania; perchè in proverbio: Catanisi^ pedi arsi^ cosi poesia,vi godeva pedinare il suo *. socch'è in berlina molti Fullone e stari da lui incontrate messa il che dici tè. lu dubbiu è le avventure poche lodala nun cumpagnu, josu. uni poi e di lu fundu a frutta POPOLABE POESIA chidda è fa lu Cam DI questo. e saccia c'è chiosa lo C- sa' confasa. chi eoa' 4. sono in FULLONB t»IETRO duvirissi Ti Figurarsi barbazzale a 121 POPOLARI cappeddu. senza che e nessuno da palermitano portarsi in Fullone di Galateo! lezione questa sta fosse FuUone se SFIDE addinùcchiuni stari Stivala Quannu LE £ che si ricordava non lenzio si- teneva le ceffate ed del lermo), (Pa- i , dati sorgozzoni dove ^ nelle di nacque due lu Petru £ sugnu dì E nata sugnu Unni Nnimicu di duvirissi Tu cbiamatu Pudduni, Palermu E su' lu Comu un tutti A " dì sugnu stari puccinelle, è un ? Una variante Unni • Un' altra lu lu tegnu cannuni, maHeddu; a del nome si vuole ove 'mperiu e aver lìveddu. sta' ce' è to' sema dal Capo conduce nostro, chiamato : pari toi, *. beddu; Pietà, nella via che Taci, Stirala,e Arrivinlari, vi i Fudduni, : ce' è vastuni, cappeddu senza sparu vicoletlo,dal ti teni ^; un Palermu meu quanti variante Unni a cbiamatu Petru già Vicolo de' Pirriaturù : addinùcchiuni, surdatu Nel sestiere di Monte altra detto patria rìbbeddu, Sedi, arriventa, sta' Eu quali,sia vala Sti- beddu, maceddu e assuggettu la ciullesch fan- imprese cristalluni, un giódieu sbirrazzu delle una deir meu Capo il presuntuoso variante sutta si teni tu E lu prim« rimbeccare a sembra su' sestiere sue seguenti ottave, passaggio, mi Eu le fece e eccolo Ed là nel ricevuti e patrnni : cappedda. prender riposo, quietarsi. abitato Pietro il Fullone. alle Cap - Fullone, i22 STUDI Tu si' Stivala La cori 'Mmanu sa' stivalani, eu città di Messina frizzare in cieco tale,mezzo uq maniera sonalorey così e nessuno; a e conveniente poco è secondo non *. pavireddu torna argomentasi epitetarloin che vastuni. lu V hai tinatu cateddu; an ca cassa di ricca Ora Nella ed ti la POPOLARE POESIA Dt a lui, lo apostrofa : Petru, chi ti Quannu m' allegra di Supra lu munti T' Maria Pallone stranamente per con lu a a grossissimie lucenti;ma di venir 6. C. dalla biasimo» * ; laonde croce e * Vocasia, tono, ' Cileecu, corpetto, * Figghiu della * a colori e con s'aspettavaper Giudei sapendosi lode quel che vestito toni botniente calarono contenere dallo che detto gli è viceversa: Inediti di Borgetlo, prov. duci vari a quei non coglienza, gentile ac- capriccio s'era suo non di uno proprio ferito,ritorce amor in simigliatoa di la cruci. parte quella poco corpetto un , *, ', Mattia veru certo un : Figghiu duci Cristu in meritato dacché luci vera lu chianciu chi scinniu s'era la tia cu pari chi sia, mi arrassumigghiu Chiddu su' quannu Tuttu Unni ti luci, chi tuttu viju,o ', vocasia sta cu ^ cilecca stu Cu veni di Palermo. sussiego, gravità». sottoveste. è chiamato G. Cristo nelle tradizioni popolari poetiche Sicilia. Veru Mattia, leggenda popolare. idiotismo di Arimatea, come leggesipure in qualche 124 in STUDI sarcastico tono ^iere 7a Genua santità, cresii di monaci Carricata di china è Taia (1) Missina varchi vilenu sputacani E 'N Lineandola la a del proverbi di ed avviliscono tu Vappu * Supra 'Na del e becco frasi e chi li sa di essì^che pretenda e 'na Partanna essere furtizza rocca un curnutu un riferisce primo, il cornu vinci cci col Vappu, spacccne, alla ' chianci, del Fullone sfinci. e Allude * Editi, di Trapani. Vedi topogratìae siciliani. gfianeddoti Pavone si del Pavone, udirli e le altro descrivere a parole. In uno maraviglia com'egli di Palermo: chiamarlo ^ padre e dì quasi in- mula: una . smargiasso. ' popolari : ; l'autra e miglior poeta dii^ettitocoDcbiude tano esal- aranci, ti ciuci rocca di fu il un Cogghi granci grincontri ne teggio mot- Palermo, cui a poeta popolare di Catania; 6d è curioso da del proverbiali siciliane chi ti metti? teni la dose altro,e rincara faucia manu sono Carini. coma Palermu, ssa sumeri. vicenda: cchiù L'invitta Celebri a Trapani Cu di Porta ghiotto numero Hai Gavaleri, facchini, (?) vuole non dando fini; cani, 'n Trapani Corsica pueti E galeri, e cosi e amatu o steri e parrini; e Napuli di pinnagghì * al passeg- dell'asino dando un'ottava, : Roma bel TOPOLAt^E POESIA DI alla posizione di Trapani. i canti 621 e 622 della mia ne otta di Canti FQLLONB »1«TB0 LB E Petru, d'Apollu tu l'unicu Musa 'n Palermu 'un mi pari Vattinni ca * babbaluciu Un Catania L'oru FuUone U mi pari da buon L'oru Ca si' sulu ca minchiuna cu matri, Tò un pigghiu, da buon crislìano sponde ri- ti scula, 'un truvavi parrà vi 'nta tò cci nni pigghiu ; ^ sula un curtigghiu; mula, soru si' bastardu, mi controrisposta seguente si cula, cunigghiu^ gran chi ddà e cci e tu, mulu del figghiu *. Pavone dimostra come chiocciola. BabbalueiUf Siujdrisi, asciugarsi,forbirsi,pulirsi. Pigghiari con ' 'un la mula. 'mprisa patri di su' Unni " si cula. 'n Palermu bava ssa Ivi 'n Catania * curtigghiu, è palermitano e stùjati2 Va' ^ ? scula; sbagghiu patri dì lu l'argentu e Pavuni, La si ca sula tò le rime: per E bava l'argentu 'n Catania e Vattinni, Petru, Tu di reggia, Palermu è la gran.cunigghiu, un chi figghiu? chi ce' è 125^ POPOLARI SFIDE o cógghiri ^mpriia un mescolarsi, unu, aver che fare, questionarsi alcuno. Inediti ili Trapani. In irp versi cu po' libera, dice V E di la ha' Zocca Pavani, Jivi Tò puisia 'n noi sugna Catania gigghiu; e e diventi an A E tU) mulu nigghia. 1' atlruvavi cci parravi 'i.ta a an dicisti ta facci di mala mia si cala, ditta, ti sgargia pri la gala, si sta' oca matri, Borgetlo,in questi ultimi cosi: l'argenta 'n Pajermu e oru di variante una cartigghiu. ? bsstardU) mi si' figghiu! quai- 126 STUDI egli rimanesse si chiama colpa e cima 'n cima un lassù sacciu Nun Omini di un bastardo da ventanni licenziosa vrebbe di molti da ove tempo, sarebbe il padre a : con bruttissimo,avrebbelo in Capaci, sarebbe del stato padre, in venuto dietro che vita menata avea dormicchiare del guidato al ritrovamento Palermo, a- bottega una pezzuola sulla testa, e una di coloro padre; che lo aveano vistolo,com'egli ma lasciato di botto,esclamando : di mulat Anche il casato de' Principi di leggendariadi Pietro Fullone. vedendolo giorno lacero un Tu Ca Chi Ga * dalla fama Catania tolta in presenza si* lu Petru fai li nni si' arriduttu Grana» piar, nella vita tapino,gli disse: e li grana comu ^ un e qui danaro. quatri; di sti petri, ? spinna-quatri Trapani precedenti. di granu, entra figliodella Principessa, petri longhi, tunni fai di di Sicilia^a* Un Carini di tutti li Patri, Inedito di Palermo, che però ia luoghi mastru diversamente è contato glieP avrebbe ^ cunsigghiu: figghiastru*. (ilmercato) Facci disastru. stu trovu della Vucciria era, pigghiu, poetipopolari.Pavone mancava trovato agghìastru. nni autru Fullone; attirato per molto d' patri essiri figghiu. incontro paesellodi peri nigghlu chi si fazza figghiu mi stesso la lu vinni nuddu versi;per il che : tutti vi a di me Cridennu Questo d' unni vegna Gru ^n e donni, e Nun d' Aeri questi si ricrede chi versu POPOLARE da la vita lo Fazzu Un POESIA mortiQcato in In DI non si unisce, come in altri 1"lETIiO E FuHon« su' fazzu E la lu petri longhi, tunni Li dinari Mi li manciù chi è di Intanto anche soltanto sembra che Troja, qui ' Inedili In una di tu, Peto'o, chi di Si li mangiano mi una per -che è li E li dinari rariante mi il tanni il Principino petri? qaatri: e latri. ed ia Fuddani, Coma li qaatri e *; pirriaripetri di Àlimena Petra pirria petri, mangia ca tò versi questi due ca 'ntagghi matri. li 'ntagghi: longhi, tanni dicono petri. e qaatri ? " se non a sto que- stèsse pezza lezione caduto, o il di cano giudi- loro parla a tutti co- lui, andavano ui mmesia li bagaici li come si abbandonava severa una pirriaripetri chiama, di pel Caltanis- alludono buona Il Fullone dice pirria tanni, longhi E 'Nsémmnla In che risponde: Petra * fai petri longhi, li dinari Ha ^j pochi canti di di CaltanisseUa Pirriì è, rassegnazione con dìsprezzano fama non Borgettq. variante FuUone Palermo baldracca. E E più pungente il cavatore apparenze. che, attirati dalla * miseria il seguente, dalle o ^ qualunqojie. tutti coloro a fiera matri provincia di virile. Non quale v^ è e morale nella la sosteneva e certamente stalo, nel più di tò Carini, nella provincia di casa nella deiranimo, FuUone; se petri, iroja ^ essere bellimbusto nn cristiana dda cu quatri; e di sti tuscu rispostapoteva detto, uno setta 127 POPOLARI di tutti li Petri, Petru provocatore; il quale ho SHDE LE di rimando: Eu Né € FOLLONE : a visitarlo, i28 6 STUDI rimanevano POPOLARE POCSU DI lo trovavano: cai li cori Si trovanu La 'Nta gerbi in arnese male si appose della sua Petrarca i minnìca gli fu il Fullone E di che è tal in capestreria andava lasente una drone di sé bottega e della però vai filosofia; di sopra la e color pavo- sicilianamente dargli dell'asino: con 'gnuranza! non aveva sempre talvolta anche dietro per qualche egli era ma libertà. Fu di Sparaggiati,dispaiali,dissimili;qui pare che • Gerbi, ' Sfardali, stracciate, lacere. Vedi di una che sua casa, sempre a pa- al Mercato appunto ^ ^ ingegno; motteggiarlo del Mercato; sua cosi osò dormire a poeta andasse prelato o nobile, dal il fitto della casa; onde pagare ciie il di molto povertà tanta ^ sfardatl? vistuta è russa fini all'ultimu dotato v^ste, che e nati; li travati: maraviglia quel su* li rubbini benché Povra Vero giggbia rocchi certamente male perchè li lerri viditi sti robbi Si mi era puncenti spini, maravigghia cc'è Chi col 'nta li rustichi 'Nta nazzo * sparaggiati ^: petri priziusi e Li Non nasci rosa pilligiini rozzi 8ti vesti Sutta pag. ia maravigliatidella povertà estrema come * signidcbi: straordinari. incolte. Salomone, Canti popolari sieUiani, 285. La tradizione dice (?^ sui Conventi vi si fanno sempre. : alla Vuceiria, che, secondo di Palermo, si chiama Spectatum admisH, ec? I' Autore cosi per le di un manzo ro- grandi voci che * tre alti che popolo fosse la vennero — di questo miglior cosa risposta,di Palermo in del durato avevano essi dovea Fullone,(ilquale per della vista di quasi ribrezzo chiestoglidella migliorcosa e ordinata al somma^ed riferirono re poeta il principe domandò concittadini che con pieni di egli se tradotta di lor furono udire ad Tornati in del pratica non trasgressione improvvisare anche il sapeano w e — ne di e forza,che stava travagliando una dopo e un di poesiapopolare, que' vano cerca- molestavanlo spesso usciva Una volta in rinterna accusavano tra tre le al- Sferracavallo, borgata brigatadi raccolta in Palermo, Studi a io stro no- difficoltà noiose con arrecava, il in tutti Essi nome. il dispettodeiranimo. pronta di giocare,che Storiella orale dimando se Palermo, ed eccoti li G. PiTRÈ dargli la alla sentenza quando ma forestieri, insulse slancio inquietudinee ^ in Fullone, essi basirono, e e ne inutili. Il Fullone versi di città,lo raggiungevano in campagna, del continuo di conoscere solo ne^ era non ed dal più oltre;onde di H desiderio in ricevutone e cuore avessero cenci; puniti ^ severamente suoi se inculcata andare seppero di piccolissima glienediedero. una ^imbasciata, uva la obbedienza bero che) eb- gran pieno mondo, ebbero rinvenimento un uomo un tenutane donarlo, ot- ignotisignori,che essere del la obbedienza, non rispostaesser di fatica nel molta in domandargli qual e GP Essi di recarsi re mondo, cento. onze di trovarlo. a dal loro FuUone, alle tradizioni sempre volta una del poeta cercare siamo — 129 POPOLARI SFIDE comandamento ricevuto Palermo, di LE personaggiforestieri del avevano E FULLOiNE PIETRO buono sfaccendali spuntino nel sestiere di Monte legulei corre da Pietà. 9 i30 lui in STUDI cerca Fullone si muovono; non ed essi di quesU più di versi. Pallone desiderio e insistenti che sfuriata una Vuàtri volta in viditi chi ; Fullone mai una si rifiuta,ed essi di volerlo lasciare in pace, li prega seccatori, che incomincia POPOLARE POESIA m isbarazzarsi per si leveranno non lì, di questi termini: viditi, nun e Judici, prufissuri* ed avvucati,' e A cu' avi A cu' raggiuni avi torta Basta, basta I vòlte signori:e t le sbagliatodi avere Di cavatore. Fullone, che a dato Ma e e fatti chi non tinuava battere,e a di scirne,e il sangue in questo a alla giornata: e Tuscio. Ed » mezzo « Via, a e' sba^ ! canta seccarlo era citandolo ec- tra intanto Fullone Non Un sconosciuto uno — pre sem- — con« di domande, verso salire alla testa del magnetica che scatti, -eruppe » d' u*- poeta, da ultimo improvviso: Canta ju tavirnaru la vicchiaredda antonomasticamente Prufissuri, ' Inedito * 'Nlammarari, * di dubbi. sul povero chiuda arrivato nuovo persuadersi a addosso, usciva cantare! Che malconsigliati sbizzarrirsi fa innanzi cominciava molla Canta ^ e i ebbero appresso voglia,io. t il ^..„ voce la mattana " preghiere il quale come una glirisposeFullone. sento ne me dati accadevano ne viene cantare.— infastidito coi cercando giorno,per esempio, gli si a facitì. spalleal Fullone sempre e coi gridarono ad questi modo, un raggiuni grosso avea torta quannu quannu è detto 'ntàounara aggbiómmara *, daUa di Palermo. condire. Àgghiummararif \ aggomitolare,ravvolgere. gente loiuuta il patrocinatore. i3ti elella di una signori^e rallegramenla della quando lisce meao con E lUH E tu replicò il il Fullone avere 11 poeta di arguzie giorno va, un Principessa lo complimento di a ma assa- non so la sira pri situali; la diede" carcere. lo è veru,. lassa sigauri. a in queiristanle il del chiasso Patr'E^ernu si al lone» Ful- egli è che sa palazzo di lei, sira orientali ^ tramunta,. pri signali. ? e nel le donne Inediti di Resuttaoo. parti la spunta^ quannu .^ ......... passata incontra siccome e li stiddi gambe, Ma H a jornu spunta Sti pri signali. baldraccai nòstru nni spunta. irritabile;quel che gmm Spunta, E 1' autru e ^" aguali ! accussì diventasse alla signora, danda Lu punta, senza franti colore di che tramunta, cunvitu un la 'ntra lei della e e t' affaccia chi spunta, {da) \ì parti orieivtali; fattu cornu Lu ^ di (juannu spata di chiummu tipo del lumia; " gli fa li stiddi lassa Ti resta sa di t' ha' Un a che jopnu spunta Nun si società. " Patr' Eteruu nostru spunta Lu del si dilettava mollo che torte: Nni Non sua caitzone, Lu E POPOLARE POESIA lo aspetta, la signora se una fusa che ed m piacevolezze poetiche^desiderava di e STUDI per quella volt» rasentò qualche selliiBana, Cassare son con m cipessa Prin- monna mano donne,, e madonna V uscio una bella lo era FULLONB PieTHO chi tu 0 non ssa di che donna spontanea i lo rimando sfuggire lumia, chi fa ne tia '. a seguire il Fullone, Duca avea dovuto favore. reso u» che mai delle là più bera, listi que- prezzo Quella zone, can- maggiore, è delle più spiritosedel dare posso d'Ossuna, quando risposto col aver insieme abbastanza vituperi, ma disinvolta ne non di non gli e più scapigliatee dialetto, si Jasciò essa asinu un at viceré glirimproverò una bella a non canzone, disse il nostro ad lingua, qui riportare. occorre Un'altra cchiù altri di quali, due che oduri beni Vogghiu A' la 133 POPOLARI SFIDE versi: due questi per anche doppiamente LE E di due nostro versi,che sono primi: lì manu. Baciu vinutu Sugnu fatto di Questo non di Pietro Fullone; mangiare a ufo di cui ritrovo suo piena e buon giuoco lo ^ Inedito • Su\ ' pruvista i debiti in dei la un era lo mai. non che il ed di sempre un buon " "i. luogo un di vivande si c'è , pur boccale di ceva, pia- buona una esempio la temperanza di Resuiiano. di Palerin era di ciola spic- moneta precedono sbornia: una padrone pur vezzo allo spesso fattore.Non accompagnavano facesse brrutto canzoni, unica fuochi mora : *. quale argomentavasi « quivi giornaliero, signore. Inedito la d'Assuni Dduca potesse disporre. L'osteria bibita: senso pi pagare il egli prendesse che ^ di pagare e altresì ma ccà Su' e quando di il il quello i34 dì STUDI Bagherìa de^ o osteria, e visto mente discorrerne senza fino in non fatto cibo e la detti a Sirràtimi lu A ^ ca ^ 'Nfurra, soppanno. ' Fate * Di seco coddu che ; guerra. surra, comu 'na serra; 'nfurra lassati *, ^. afferra l' autru pigghia e una a di li carni la interessante oa' nella me l'ajoca questa mi a Raccolta del pena mei Tarca Tagliami E ne saùrra. dava cu non variante una Ittata Più cavaiuolo la murra. mi pizzudda Tagliami Aju carono giocatoricer- rimproverato appena 'n terra a cui a anche y. ndo B moneta una che. modo Palermo; (ermini i crepapelle a T affamato senza jucàvu carni li me' Facili in che la puppa paci Facitimi s^accorge- non perchè quando mia varca vuàtri Mentri mora tutti orecchi, : jittatacu Era vedì, gio- già apprestate vivande, egli e seppero cantare a Avia Io ordinate festa, non^ l'ebbero si udirono compari, e partitadi una P avesse, di settimana, capila alla solita una fine,si mette a mangiare È da credere boccone. che se del avea in giorno un il air ultimo tasca che non altri camerata che dianzi delle vano da dita e Se Ciacalli. affamato come POPOLARR POESIA DI a co' Vigo, pag. sig.G. Di Giovanni pena comu 300. varia ìii Caslei- cosi : sarra, afferra afferra; senza savarra, li Teli 'n terra, a piglia e ca' ecc. di Ciandana variante pesta del pesta m' coma afferra dello sarra, afferra, \ stesso Di Giovanni: FOLLONE PIETRO Generoso cano com' de" suoi era amici a tale codesta spinse a SFIDE LE E sempre, invitava desinare insieme malintesa sua altri un buon questi accettando, un pagamento sé per e per rallegra brigata mangiò dicendo a ste non lui. Un eoa t è naturale gli ricantò onde ordinare Fullone mio, fotti capanna uno, giorno mangiato avea non qual- alPoste, e proponendo i versi; ma piacesse pur ne volta in canzoni. come cominciò perbene, alcuna generosità,da pranzo ventre stesso: se 135 POPOLAIU con mai, zatosi Rimpin- che il noto all^overbio pro- : Soni cui Fullone, pagare creditore voli tavirnaru Ltt A su' canzum e aggiunse , manciata Binchi sulle continuando rime non teva po- del suo , m' aviti lo aju non fattu voltò E Questi due ultimi A * PiceiuU, * Inedito mi pigghia moneta di di Palermo. Salomone-Marino su' 'n senst mia mi e rame, Lo ha a dari 2. il terra. cosi in t"rda a moneta canto Sambuca-Zabut ; 'nfarra, tegna nan stesso forra, 'a variano la giamméria Ca' aju via. ariri leitu dorma versi *, arg^tu vi nn' nun li robirì uua, p' 'do ventu, picciuliné né le spalle e Aj» lu a pututa cuntintari" si nn' avissi, E cumprimentu^ a pimarì^ parrari 'un y"^aviti E vivuta e M' aviti fattu da voleva, e perchè non : Àju E ventu, li dinari. perchè e lu comu co' m' afferra. spicciola. raccolto proverbioalla con gli altri fine dell' ottava. di Borgetto 136 Che altri POESIA STUDI bocca a ogni pagava se Guai ! gabbare la collera. gli ben E se era pochi dì come a lo seppe una con la poca caro neta mo- lo si compera tirarsene gio davvantag- caio, quello sconsigliatobec- cattivo piede di bue, un appresso in se mangiava o costar poi avendogli venduto che scolto borsa, egli faceva e di cercasse lo tanto snocciolava. che POH)LABE dendogli chie- e gli fosse piaciuto,n'ebbe come questa lusinghiera risposta: ha Nun Gócìri Di ligna Alla il quale duru Proseguendo Si sa poeti più da valenti a della Pietra si recò, e come tenne ne * Inedito far altro saper , al poeta, che addosso fu a rispose pelo un per di un molto aneddoto antica per vano poesia. Quivi conveni- T altro sfidarsi Tun poesia^l'Elicona vi fu presso, di cosa ridevole di a sulle legna 'oU 'na il ispirazione poeti della egli mandò di- prima d'entrarvi,ne giovane contadino, spalle.Il primo tarerò* V recarvisi ? Ed cui a quell'altro, offeso,come ajm rista mai un sotto de' rustici passarsi dal Borgotto. In Gianciana 'Un in vita della campo ogni più riposto luogo della Sicilia i quando fascio un della terra il FuUone Poteva portava t (prov. di Catania) è, Mineo che volta una vi non avvenghiamo ci volgare, la tradizione isola. * corna spigolare in questo a poetica del nostro, della jorna. 'na cisterna: di li vostri beccaio, per taverna colpito. esserne curioso. tri e d'acqua voscu, coltellaccio scagliando un di un cchiù Era tri notti pedi un 'ntra 'na mai successu verso conladino Pavone varia cosi che se avea : PIETRO chiesto dove fosse gli diede Mineoti FULLONe SFIDE di Mineo; lezione lu a Com'è della Mi calàvanu di cibbi crudi un per Uggì riétritti. cotti; e milli a quel desideroso puetu, Mineo onde nella pro- come in a conoscere di senza Mineo, celebre prova celebravasi versi terra e Signore. Un , vanto corre faceva che » della dal dono di che il Fullone, ritenuto Colà e ^ dotti contadino un vitti, è la versione gran lettera,fu letterato se t poeta fosse vero alla volta di muove , quella E terra. già a sopraffattoda quello; di che indietro a FuUone Questo Inedito nuovo di poetare, fu gli convenne di un poesia senza più tornare Il fanciulletto maggiore. scorno e in era '. Ebreo errante Borge4to. Una SeoU StorieUa di scanso discorsa attaccato favellando,e postisialternamente e s'imbatte farvisi dentro a presso col quale vispo fanciulletto, ' poetica dei la notti. e libirtà mi a e altra ricevette quaie * facoltà tro al- picciotti; canimari desi e fatto risola saper Pietro senz^ però binidittì ddi di Caltanissetta. viacia jornu misi nascivi Piantavi qual In di l'autri vsu Quannu vinto e " fidi crlttì, la gran e scuru stetti 'ntra £ Del natu era stetti novi Gei quel 137 POPOLARI : Stetti il LE la terra e la seguente Nun tutta E i^D datn a yarìaflte Ttti dì Resut taso, statami e a ha non un ficarazzese gioino di riposo; di quesfotlavo verso.* milli dotti. raccolta con altre dal prof. AUodso corso. Ac- 138 STQDI da^ Messina mi. Non Piana trovasi Sicilia, sempre si dei Monreale, a della sa Greci spite poeta un complimenti abbia Com Sveggiat lo Si ti sai lancalo è lu Pìgghia Sia Tu Vidi t'alluntani Lu specchiu Si ^ Tradizione fu ncarna, di S. svegliarlo a o- senza strania? amuraus, a ja . Missia; ver Maria. Fullone cchiù capi la proposta^ fìnu e iddu Cristu nasci, iddu 'n ventri e cci di ecc. cci sia, massa; a passa vìa : : si lassa vir"^inila Fratello,Paì'vrmo, chi guarda cancia macula senza 'na sia dintra tò ed specchiu gran iddu, ed ad Tu 'Ccussì suo durmigliaus, la viergin l'umbra ca il essere rispose : di cristallu guardi cetto, ri- priziaus è, non d' occhi tanto andato senz' altro. Dormendo sapere arrispaunni u è cam come giorno poetta valuraus ver ei dir Mi gita in sua linguaggio : e a m' ghiacuncipi U mestr frat un a suo sti sang stis sagn nta Maria Com'è 'n pac l'altro al- estremo deirisola,e cercatovi glielo desse in daccuaci una bel un migliori, corse vogh tropp Ti É de' finire che venuto gli disse e a lombarda quegli e un in questioni, in dubbi, in enim*» poeta sanfratellano il FuUone, da ognora invece ; si sa Borgetto, da Borgetto a fosse andata come in S. Fratello, colonia un POPOLARB Catania, da Catania a Trapani, a POESIA DI ; Maria, lassa *. tia. e spa- 140 STUDI lu Quannu ebbe la era, come con la rimorso e va femmina Ano andasse e di notte colpo e gridasse : quindi stèsse Detto fatto. Ma s'intese Taffettuosa moglie Pallone marito; e dunque te chiesa e venuto vuoto, ogni due donna Allora Pabitazione aiuto! di delia corse a abbracciolla disse: * t Di più viepdei « t corso. soc- ferri grida Signore, perdonatemi; cristiano!... al e alle e ! serrare stanga dolorando corse a glie; mo- ammazzato innamorata della il Ful- colei,sparasse m^hanno » dere ve- lo invita Tamore e non giorni;poi accorrerebbe che un a : e chi delle due rinsavito da buon restringaa settimana. il fracasso o ricorre di del Amerò d'ora innanzi qui si vide tutto casa campagna. Lasciata volle i sola; e voi, vivrò ^ la e Tuscio, Fu la riveda Aiuto! vedere a prudente e volta il giorno una presso e si che quella di sente ne , intiera una Tamore tra provare ad vita alla buona di più bel di savio un na, don- impossibilespingere vedendo uomo penitente suo di tro Pie- certa nna a Un lungo tempo. obbediente; poi, che ogni tre, un da gettarsia' piedi U buon la mala questa resipiscenza scoglio^attaccato espediente: gfimpone curioso lone vìveva a il anche che si racconta ostrica allo quale tratto santa. occasione, la quale fa qaesta. Maestro sua confessore. un l'abitu in H^suttano Ha stancu è corpu pìgghia Si POPOLARE POESIA DI la vita ire in a non Tradizione scapestrata avendo della la verso li amici proviDcia Madonna sera, a a il Fullone Dio , pellegrinaggio alla Borgetto datosi e cui stanco di Trapani. Però ed a stomaco rivolgersi,pensò di Galtaiiissetta. di ri- PIETRO FULLONR a^ PP. correre Benedetlinì in che Borgelto , monastero non S. Martino. di cena, il mal capitatopoeta po^ di le facce de^ monaci vide misericordia senza fatta Appena e allontanandosi Talba, egli abbandonò guardandolo usci immaginare ultimi e in queste , ed la Mi La so di Dìu vita a su* porci» li gaddini wìi sulu tu pei cbissu ; negli tenzioso sen- S' 'uà è 'atra Vi dicii nun — un è Su' e vigghian. a ciaraveddi ciaurari co' è ai l'aguali. casa statu foddi o uè sirpentìe sciali, burgisi, barunalì^ cci anno, i, urfaneddi^ la tò a arrivi ntra un misi. mianali. 'an su' palisi; Le carili di ma|ale« Ji galtiuee di caprettise l'odore. !: peddl,. e sìa mastru o sta' acchjananau Fudduni ossa prì aua ca Burgitaneddu^ «enMrue ottave allo sdegno manciari tri mila maotennu Lioiusinerì ^ dici. mon- puvureddi prXari ed Sì V arrusttnu E satiriche piatta di tennu Prì B e a all'avvertimento; CSL mancu Ca orfani tari, tribu- quel monastero, satira cede BinìdittJni afflittie Li piacere, un quelPocchio che pjiossi con due quattro versi però h di degli arrosti,e riguardiad senza e a tremisu indispettìol- ne ctfera rosse e tozzo un dilapidasseroi poveriBorgettani,lor come seppe se senti T odore tonde quanto pezzettin di cavolo, un II nostro più quando tanto un agi che quel ed alloggio;ma salata,e piattoi avevano appagarsi ad dovette ricotta datigliperfin senza e gli diedero I monaci duro, un pan di ricchezze fornito meno i4i POPOLARI SFIDE LB G le affostono* solo per 142 STUDI. BlìttiUcci lavorava a Torà venuta del in sul che^ualcosa la più : rima; per le stampe po' di buon oggi per poi che egli non di processo la città di umore se talora camminava V aveva * Storiella da * Tradizione Borgetto semi statami -letteraria comunicata di bene palma hai sta gua- cosa la poemetto in tempo vi si poemetto Palermo, sempre spesso con con vestita da com'era, Salomone. Borgetto ecc. e , sone per- gazze. gentilira- giorno di festa le siepi alle vigne, ("perchèvi ruberanno). Mettete della Quel anche un Palermo, elegantemente * more ti- •. conosceva, di queste Una starsi e chiaro quella vita umana, rava du- per esclamò; m' e corgeva s'ac- non punto, parve piacevoleggiava cogli antichi amici, che che vedendosi potè più terminarla. non voro la- giornata, battendosi fatto ? in Questo chiamarlo a certo seppe quanto dola andan- e dalla fatica osavano della Miseria che un !..." Si cosa sopra, Tuttavia allora e tu scienza co- corto disac- e mBzza smesso che, non e riposo vespertino destarlo; e Fullone la era Né ! che m^hai bella più affaticasse corre Oh di il disturbassero: Se mulinava. e bella terza più bello di essi di la fronte compagni cuore breccia. cosi astratto era dolce. alla moria che uno Pietro più del e con di breccia d'altra da ad accorarlo smemorato tra corba una desinare i suoi di avere ricreando giorno mucchio un Maestro ancora. ad Un di continuo macchinalmente durava pur in *! vita cominciarono riempiendo riversare sipali 4, li.cammisi ainana cristiano. di li vi meditava ei ed vivamente, Pi^OLARE PORSIA vigna farti della miserie Le la a Unitivi £ DI per tira- PIETRO vasi in della alto,perchè Follone vesta. li non ne se SFIDE LE E FULLONC 143 POPOLARI i lembi sciupasse camminando, e accorse, con qui prò un quo esclamò: amenta Cu parola La pitrusinu e (^ ama), significasi sì comprende dal lone, perchè il alza mento la senso capi proverbiai e Una la Bella (non S' pr' delle 'un s' allurdari ad rivolta ascoltare, tutta incredibile Parrà ma fabbrica 'un con a- in questo la naturale s'ausa pri tia, puria *. a vero e facevalo pensare : e lavorando tutto rispondere. alcun per tempo nella Santo liiede risposte Spirito (teatrodel Vespro siciliano), tali che di capo delPuomo ? air istesso Ed egli, sale " " ! t di Ed Camposanto, splendidamente mostrarono ravigliosa dMngegno scesa dal è amento gli disse: dagli amici mente pur , la del Ful- E (le vesti). siciliane e discorso con quale vincendo la ragazze parola che gli venisse orecchi si alza la bedda sausa) nel parimenti: e " divisa se il calembour sia la bella salsa ritrosia alzarsi: può spiegarsi « la ragazza, s'ausa ausa qui lui di prezzemolo e Ora verso prezzemolo (si fa) e ausàrisi da senso. sausa. cosi, vale salsa; scritta è se savsa 'à bedda- e di dimandargli: egli li per li : luogo, il manovale che ricordò il « 1/ manovale il uovo. gli ridomanda: quesito prontezza sua Un QuaPè e dell'anno di ma- ha la miglior boccone » Un e dopo, anno Con che passato: e ? " Col " Tradizione di Palermo, nel sesiicre Castellamare. vesle. * la memoria. la chiesa presso Tradizione di Palermo, Alimena, ecc. Ptin'd, lemlio della 144 STUDI ultimi gli Tra dovea che versi, le coprire vennero Tu m'hai £u t'aju t' E con Fttllone; che e si aju Diu mi Chi t' E di questo dò quali pensieri de^ e piatati, popolare, in che racconti che tutta cristiano ^ di di pieni e religione, la tutta larga lubricità. luidità sua cs^nzoni, delia in mostrasi Pietro teologizzante, e misteri la ! ossa tradizionali canti si delinea e * st' afflitti nK)tteggi ritrarre potuto ; fossa; il poeta libero e siorielle, cento di a^ molti risulta picchiando ri- putìstati. cantiddu fine e smossa; si*^ grossa si agli imperscrutabili de' flgura si' si portami un picdiiando V baiati balata moru pietra questi: tanta fari e la per martiddati» tanti data a festevole avess'io 'mpicciuliri * il poeta vena li a Mettimilli solleva tutti dar! a quantu da^ fatti a anche poeta; lui pirdunari rha aju furono del ossa supra POPOLARE ne ve a Balata Ga POBSIA DI questa colorisce imiera quanda furbesche Cosi goiar sinin , convenzionali, quando ^ * * Balata, lastra. QuanlUf qui Di Salaparuta; lo di stesso al n. quando e 583 qtMnnu, de' miei apertamente oscene.^. quando. Canti popolari ticiliani. FULLONII METRO 145 POPOLAlU SFIDE LE B n. Chi vorrà edite ed pere inedite,troverà egregio poeta^ma Dal Lamenta altresì siciliane, egli si Tattingereno»' Il poeta vi si rivela mantiene vigoria del nelle si possano fatto però oramai pubbliche ed discaro, ed di alcune fosse stato valente Le se nella tra non esse Ha altre non le venti che Patermo, Isola, 1669; * In Palermo^ — la forza e aver 6. non biblioteche a pur di Sicilia, da chiunque; mano utile al è certamente Pietro poesialirica FuUone che ne 1- didascalica. ^ G. PiTRÈ studi, apprestiqualche cenno nella meno liriche poesie puramente pure de^ suoi troppo rare, dal quale risulti come crìtico-bibliografico, Pepica e in ottave sacre in tutta vena, els^orato nel secolo XYII. molti larghezza conoscere sarà non ohe mio, sua nelle anche privatema e^ della divenute^ sono perchè fa da un intelletto. suo Tali opere pubblicato e un'altezza,cui ad sempre in^ tutta la in tutl^' la^ fecondità che^ fo^ alle facili Canzoni * né tutti, è da * morisse; dal lungo ed di Santor Rosalia poema più degli anni epioo della Vita^morte^ NonnatOy il nostro che o- svariate lettere. e terzarima al poeta di S^ Raimonda prima anno di molte uomo sue solamente egli fa* non che di la vita umana^ giovanilidel Follone, mipacoli dalté molte giadlcare Pietro Pallone ne ce sono esistano ne diede assai in numero non mai fin qui so, scar- pate. stam- il Galeani-Sanclemente Bisagni,1651. Studi di pfluiapppQlara, 10 146 nelle ond' DI STUDI egli, il Pallone, Esse * siciliane Mme sue un la concetto della maniera canzone siciliana staccata. morali altro ogni come autore; ed eccone chi incomprensìbili, rendi ponimento com- dMnvoca- una Dio: a essenzia 1' anta Di chi tutta Menti Suli chi Li rai subii mi« Uè C:d È inutile ogni Patri 0 Parturiu ogquno pup Cui La ^ Palermo, ^ Dante quanto sje e giudicare da rata lettesé : io di lampi ? cui lu culpa mia, lu G. presso li a spini e chiova r aucidiu ginituri. ed itutu jtò intellettu cìntu di : tia so eh' è in cruci Cintu paci. Eterna, und* è lu tò ditettu lu fecundu Eccu metti dimostri Figghiu equali di Chi veraci, e che Cristo di Gesù della morte : stendi tuttu presentarne un'altra intornp alla cagione di contento affamata ottava ^ culpi orrendi gran commento questa in e sanlu tu U mei st' alma a fai yivaci: «osa ^ intendi, tuttu e tramunti, nun Pirduna sia ogni oggettu incapaci, movi Spirita,eh' ogni so e splenduri? -^ stra^j .suggettu acerbi e duri ; cangiau d' aspettu ? suverchiu Bisagni, 1653, volarne amuri. * IV, pag. 316 e seg. cantò: gloriadi Colui La ' In ^ Vedi ^ Il concetto ipso vivimui, bolo del danno religiosee sono Anturi mi POPOLARE trattasse dello stesso zione POESIA movemur di S. nell'Evangelo di che tutto et tumus. Giovanni: questiultimi quattro Vangelo. mooTe. S. Paolo. In principio erat versi ricorre sovente Verbum ecc. nelle para- 148 apparsi Gumeta sta infelici etati. a tirrestri vapuri in aria Fu: fòrsi liratu. la virtuti tua auguriu influiu Malu Chi Filippu di vita estintu. li luci fu e Favoleggiando quanto più ricordando e moderni, fatti noUswaii e precintu feru la ftostru Iiwittissiiuu Chiusi * ausatu spintu cussi palcu Supra lu terzu Da POPOLARE POESIA DI STUDI nella ravvolti miti e tichi personaggi anrità, oscu- prosegue: divintassl la mìa E d' lena cchiù chi havissi oh Aristippu frali pinna Scarpellu.penetrantidi Lisippu, E In C Fri stendiri lu gridu universali, fari simulacru in carta ein Lu Chiddu Campiuni iavittu E lodando viene ne la temperanza, la A non certo punto la lu di la pusseati Alcidi, la fera,. Fidi. Santa prudenza, la fortezza, la pietà,la magnificenza liberalità, ta misericordia. , sapendosi dar fosse stato monarca e sflci d'Erebu chi funerali.» di mo^e Atlanti sagru versu petra pompa in^ lui h lamenta ogni pace che estintu di lu corporea " un sì grande mantu, " tescament dan- esclama: ^ Ausatu àA cosi ausarit alzare. Questo una sua Didà si condensa da osservare, è del Veneziano, il quale cominciò in- canzone: Si tirrestri Tapari in aria pv'ò verso che e la lPD0 (U aìkiatu, trovasi al spinta falgvridiventa.... voce verso spintu del i. verso, seguente dello stesso sostituito Fullone. m Fui- PIETRO FOLLONE nostra 0 E presta Comu in SFIDE humanìtati vana Chi LE cadirà misera i49 POPOLARI immunda,^ frali e . Né ciò glibasta. sfogo uno )b per dedica mobili ramu Un per la morte amoroso di Carlo italiano sonetto un frunda benché Filippo Spagna ',0 Vincenzo Veggio, Signor,spiegstìr con L'ale Ed cigni d' Greto, ai in La lo rone Farina, ba- molto debole anzi l'Austriaco di Morte Occaso In di E il viso Mentre la per che delle pietà s'innalza e si il novo e con ^ poca * Concetto • Pai., Deirisola, 1666. afTatto nobiltà virgiliano. giorno: noi sono risentono xvi: nostra s'imgombra leggeranno seguenti quattro versi,che O di lutti. l'aria precedenti terzine questo componimento; Paradiso, sponde fonte. note piangi, io piango, Tu asconde, Mont'aspro d'ogn'intorno, armonizzar Conviene orizzonte «uo ricuoprir palpabii ombra. per Marchese, al tuo Insino dal Sol pianto inesiccabil noi Or onde. monte. allagar l'amiche Europa D'amaro V d'allor, languida fronde vece Perchè fronte mesta turbar e cipresso vestir l'Aonio Di 1 di re stesso é il seguente: meschino, i dello II a d'Aspromonte. Il sonetto, Più *. dopo questa poesìa egli pubblica anno la salila al trono con arida di sangue. piangan tutti. semplici le non senza tanto ottave di riflessione dello stile di - 150 STUDI Antonio Veneziano, Petrarca : L'ura il come chi li ogni tempi vennu Lasciamo per la salita del di crisci sei ottave stare la festa ufficiale e inverno vedasi annu. un che sonetto al trono di Carlo di H, Spagna in cui Fullone onde lu Facia D'archi saitti e Pri li iratu L'arvuli Ooridi senza toni Pri la cu e orrendu. di nivi, e si sintia guerri tempestivi. 1' ali si chiudia grutti cchiù timpesta Il tempo e rivi e murmuru frundi, Ogni vulanti 1*ri li currendu cunfusi cinti di iazzu munti Li Emisferu. Antarticu e. severu, cuprendu spandenti fonti, ciumi motu Cu feru. e si stindia nuvulL di l'usata Cchiù 'nghilatu e fulguri armatu: in tuttu ed ÀlI'Artìcu di e di fuschi L'aria turbidu so cursu tempu Lu nfvusu lu 'nvernu fugge e e scuri, cupi pioggia non e dettò però T autore alla didascalica. Ma : Mentri egli popolare-di Palermo^per quella bellissima maniera i, jomu, un e* grande solennità;e passiamo all'epica prima del verso un vannu: e un monarca nuovo di ritornu manca e e nelPacclamazione Sicilia, descrive cchiù jornu perdi chi annu risente primo fa e Miseru, eh' ognu Ed POPOLARE non fugaci è tuttu Cu POESIA DI s'arresta chi e vasci cadia. un'ora. descrive lo METRO 'ntra E Non variandu pochi sia che ^ essa renda meriti il martirio La Saverio S. Francesco dì S. Mamiliano che sta in cima forlana ed siciliano maore amor del siciliano, Vaìermo, Poema Cristo è pensieri,ed % sia ^ arcivescovo a^ suoi Santa a e e o de^ quella sospiro successo peiUlenzialedella bella Partenopea 1657. S. Rosalia a rinasce. Xaverio S. Francesco S. Gennaro, e , la calamiià per cessa- che canti le lodi di % sia finalmente lamentatrice musa Poema ' a tutti, tra ma B. Marini: Tr« * ^ Rosalia G, f. peste di Napoli ', e della sulla santi Coronati Santa rinasci e poemi epicidel Fulione, dolori celebri nove pasci % sia ciré pianga la passione di Gesù Rosalia che i sono e muta mori soi guerri i5i POPOLARI si strudi in sé ogni staciuni egli di zione li SFIDC fi LE d' iddu mundu Lu Chi FULLONC sontaggiosa di Napoli, Pai. 1657. siciliana Oliava a vergine palermiiana per la città di Na» S. Rosalia poli. Pai. 1656. di N, S. Gesù Cristo. Rosello, 1641. Pai. "". d^llst Madonna Vita * in lode della siemane Ottave martirio e Pai., presso Pai. eondo. Poema '' gM" La cola La Rosello, 1633. di S. Mamiliano Trionfo di S, Mamiliana nove passiom di Christo Signorjfostro e lamenta arcivescovo e di Palermo, cittadino primo. Pai., presso Agost. Rossio, 1659. Poema * è Passione la Inearnazione siciliane per Ottave *' santi La arcivescovo nativo di Palermo ecc. Poema se^ 1659. siciliana della vita, martirio epico in-S*, rima coronati. Pai. Rosalia, poema e gloria delU 1667, epico in-Sf, rima siciliana. Pai. presso» G. Bisa- 1651. parlenza Rua, di S. Rosalia , aggiunta prima al poema epico,PaL Nf' 1655. invenzione del corpo di S. Rosalia, aggiunta seconda. Pai. 1655. 1S2 STUDI deir anima Bon sua; in epico-religiosi ci^lo: anzi secoli che andrei non di segairofio, che gli amori mondani ne' suoi neiranima la che ehiaro svolgere pertanto s'abbia è non il giorno lagrime poetiche sentiti. Laonde il che secolo celesti ; ed petrar^ clinando de- XYII, sdegnò del Fullone cacia effi- è tanta egli sentito apparisceaver religione de^suoi epica? Quando nel Musa La tare consul- basta affermassi se gli amori per versi,ehe in affetti raramente XVIII. nel diedero! ne ma del.Mongitore; si struggesse dal fatto lontano appena in non ieri drun santo, cantasse d(»)na,e poemi di altri beati del guanti sicula fano. pro- scrittori di questi e toccò in Sicilia al maocimum chismo A e in canzoni sbadigliando di diede ne chi cantava d^una appresso celebracione BUbliotheca nota solo di argomento un del Fullone tempi il seicento che vero a' v|»OPOLAfiE trovi lo precessero la ben men POESU ne vi ebbero Ben DI padri. quello che tutto di due contezza o egli scrisse poemi, tre si lo slesso può prescindere dagli altri,ne^ quali è sempre Fullone. adun/^ue la Ecco *. L' autore toquattordiciottave fa precedere da ciconfralernita dice, aveva dedicatoria: una de' di sarti fatto alla del valore di iOQO Olwa^ poemetto epico Santa secondo scudi. cen- e è all'Ar- la dedicatoria Palermo, la quale, com' Lunga lo costume, suo , una protettrice sua in è la egli di argento statua invocazione, pari a \ La f»it tupàraki in S. Boialia terza. Pai. d«ir Isola Preghiere a S. ^ Rat, La S. Oliva 1652. Rosalia vergine in Palermo 1624 e 16S5. giunta Ag- Ì-65" tn-S* rima e nell'anno martire éieiliana. Pai., presso Boa palermitana. Poema • 1656. epico.Pai., Nic. FULLOffE 4»1BTR0 9 quelle^he fflca si £ poeta solea giudicherà %E SFIUR scriver sempre, dalla ottava IV* Benigna Diu, ehi ^^hai "Chi dconusciu Pir miserìcorda tua .eh* arda pintutu chi Slitta li Tu Spiaci r anima "lh' arrivi in X}uesto di tutti i moti é, ottava Linguaggio che delle ten * Tempv e , pinni, disinni. md cause e di motoi'e «i vede, il concetto di esattezza tanto poi e puramente tanto accennato primo della svolto teologica è poche ps^ole è in brevissimamente e De tanti a ove ardori. Moturi, li toi scolastica e segue, S. Atanasio Fata "cu causa come aristotelica dotti. autu di concetto mia iempu a tempa di Motii e il poema: errici, sacrusantu pedi hai di Causa Causa poiiata dammi in quanto teolo- e di tatto cummissa lu 153 POFOLARI dai nella il simbolo il trattato losofia fi- di logico teo- Trinitatej Patri improduttu, Figghiu gi^fteratu, spirativu unicu ^j)iritu Din trinu ed Onnipotenti Senza causa saatu« immensu una ed incriatu, gluriusu tanto. e e ^incipiu interminata Simplicissimu, pura tutta ridenti Autu, magnu^ e e quanto, invisibili Fattori, cumprensuri, incomprensibili. Aiosi prosegue £ 1 invocando s celebrando il Padre il Fi, rSi rìtiorcUno i Tersi Bui, detlo Stahat ut jiri«"t eor Chrittum in amando Ut sibi complaceam Maier: meam Deum, 15" * DI STUDI Maria gliuolo,lo Spirito Santo, In figlia, sposa la fede si fa manifesta il poema tutto POPOLARB POESIA del tiranno,ma più a strazi. Se e Tolio che non alcuni Yistu dì fidi Chi poi tanti In lucìdu Tornanu, Farò intra 1- occhi di li offisi dimanda perano ado- imperterrita, casa ottenebrati^ ogn' unu, perdunu. osservazioni elevato solo esso vasu occasu di avvertire più lu cunvirtutu alcune acconcio basta non tormenti vita» con tuttavia gran di turbidu aprinu sia Tira inusitati; E lone: sicché e turmenti vorgi in Ghristu componimento lu triunfa Si stimo e spinti dì piotati, e* Iwrtu più innanzi intanto Oliva ministri vaghiggìa e Dì della essi di finirla col calarla nel- sperando rimanendo bollente,e Messi toglierladi posso per non ec. i quali si satelliti, de^ suoi anche madre costante della vittoria vergine palermitana,nella palma pur e a e far questo proposito^ su tutto come nobile insieme di altri del giudicare ne' suoi il F.ul- pregi difetti il poeta. Il poema epico Coronati,composto in ottava di due sicinana rima brevi non Palermo; « Celebrai come tore pure : la intitolazione e tempo un del di cui nostro ha è di Fidia di e questi a illustre forma: Pirgetele le virtù; abbatlatomi però un Gagini scuN giorno nelle storio Claudio, Nicostrato,Semforiano,.Ca- Simplicio,che pelliseppero di Antonello fòma santi scultore palermitano y vite e di questa e santi nove canti, è intitolato Gaspare Guercio, architetto, ingegniere di pe- per guadagnarsi mezzo anche dei toiro celebri del mastino per scali- Christo 156 precisionene^ pochi Cbe iore 1E che il poeta dice delle e rapidi cenni e quattro ungheresi fornita dai nel POPOLARE POESU DI STUDI canto Diocleziano a fervore quanto appresso, pratiche religiosee imperturbabilitàdi Carpoforo, Severo, Uffìnoi Dannati almi Spiranu V Quattru arti ragione e di arca mai poemetti che gli 6 le Diu fermezza Severino YiU e volanti 1' ali^.. rotanu ci guida alla di lui ; del norme ci fa e vero e (dico in le conoscere del di conoscenza illustrate poeticamente buono. letto dia- la leggi del- Egli scrisse tra' precettivi e tra' filosofici e morali: vanno altri pieni di diletto,di de' primi la Piscaria Sono della ciò mortali, palumbi placidi e non è in non triunfanti e li nidi terra siciliano)prima gli uni invitti didascalica il FuUone Nella alcune in r Versu impera- morie: a Lassandu toria dell'operascul- varietà e PArte ovvero di alti pensieri. del pescare *, •,che io credo poemetto 'Che.al pari della Granci-scravaglina del genere eroicomico vedere;^e VArte tuto di la vita mentii della nautica Batracomiomatihia,non *. che umana ho po« Appartiene a' secondi sta mezzo il La- alla lirica e alla ^ didascalica. VArte e dei nautica tratta progressi che Cristoforo essa Colombo facendo. fin dai Qua Pai., P. Isola. 1669. • Pai., presso » Pai., 1665. Colicchia origini dell'arte navigatoria tempi più antichi ed oscuri ad altri illustri dell'età moderna e » delle e e là appresta Terranova, 1647. consigli, regole e a ne ven- pre- PIETRO FULLOIVB celti di attrezzatura il marinaio e e pronosticaredal sole, dalla luna, come Codesti precettison di cui è solamente dati con lo è solo lo studio ria e della luna, indefesso ed chiamo giudicii pronto apparire e dalle varietà, della erudizione della sto- accurato è fatta al sole lettori di più chi regni triunfanti si'in tronu E chi Tu la Ura eri illustri chi Tu L'aria di Re d'amari Ch'in Cu Supra la Tu passi gran di l'unda atri cussi a profundi alpestrimunti e fraudi.... la mundu.agghiorna pillignna tua carni e Lucina chi la. notti sparsa in dui corna di aigentu iilici pumpusissimft ed adoirna. Pianeta, D'ogni corpu £ chisti curuna Si' fausta, fecundi, di sblenduri, amatissima d'un porti l'huri, e la terra e cangiu dlddu lucida celu, susu trunchi^ aryuU Diva tu i)elu misuri Tempu chi ascinda Cintu Fai lu. pianeti^fonti Mentri e pueta famusu. e arricchisci in in di tricordi lu cantu reggi Reggimi E luminusu e Accordi, mentri Are Cintu di luci maistusu Pinda in Ganoru in tu Don eh' all'humidù. mutabili inatrici è mutrici, soggetta ed alla difficile contentatura : Tu marini, stelle,ec. con e letteratura;come geografia.L^invocazione ed io ne il maestria vera Palta capace atmosferiche celesti de' fenòmeni il rapido succedersi debba come secondo governarsi come del e vicissitadini presagio dalle trarre meteorologiche,e e navali manovre e 157 POPOLARI SFIDE LB B 158 STUDI DI Spira placida L'aura A stili tu e proposilo della chi dice POPOURE lu a miu pettu ' mei^tr'iu varij aspetto. calamita di Amalfi Fabbiu canusciu, che Pr' idda lu E scrissiru a Yulendu chi nò Chi chi Pruvaru io volessi le per prime alle ultime timido lunghe, del in bona cosa di a di farli tra della storia letteraria nome non ha raffronto dovesse che di buono risultati che del Ta non mio qualche paradosso; codesti tra e celesti ardori? Gtrut. tori scrit- conoscitore Pietro lo Stretto. Fautore e molto mino scrittori si chia- è mediocre conosca, passato mai spira al petlo vanno a Pallone, Tuttavia della • * è dalle scrittori in dialetto non venirsi e libro,andrei Certi paragoni non esso. Baldi, cui questo bello lingua nazionale,e quando Bernardino il cui di sona di Tundi saprebbero vero sarà permesso meno caudizza; gran condurre possono amico zona in citazioni tanto pagine stizza sua culma dissi nun sfiorare molto perchè la jilati, illustri di cui lu a e nella homini fama viva La nivusi pri la troppu chiddi Ma timpirati cirtizza cu vulia erruri zom inhabitabili fussi Torrida fatti dui a li friddi a sgannati li calti multi Tolomeo E Se foru giudiziu so putissiabitari Ma chi l'anticissuri si prova A Si un dunca variahiii tu Variju POESIA lib.,C.^. se Nautica a e FULLONB PIETRO ha nulla binate: si che non da temere de' uno sommario, spero ^bbia letto prima, ":ome Il Fullone all'arte s'era io sappia, non in terza lu Francisi * i'^Arte nautica airabate diS. questo invisi ad nostro e nuovo un non i pregevoli terzo un capitolo scogghi; poema quattr'anni didascalico di la connata voglio dine ^ Piscaria ebbe a . dire . Massimamenti Pai., Isola, 4655. capitolodedicato il Fullone come credere, a ragione tempo), delPantica i Francesi cu cu Turchi cu e Mori genti francisa; si canta, chi o Monsù vinci o mori. di Guisa (e delle erano capitale;onde che: megghiu salmu a siciliano Pattiggiriachi Chistu fiero tutti del testimonianze un che stesso Monreale, Epifanio Bellacera; sopra inchinevole buon Tanno Sicilia, in alla luce Martino ogni . 1 che permesso, feoe altro: sebbene vinuUi diede molto sarei dubbie non vago intendeva isuli Siciliani la pensavano i se necessità bile no- rima. Cantra e la forma e poeta. mari di marinaresco, argomento stato quello su balistrigghia e ne occupato faccia alPur- nessuno proposto di scrivere qoiant'hannu sti si fosse dopo siciliano d'astrulabiu Dirìti £ è navigare, nel quale del che pubblicazione ine a palermitano di questo si scandalizzerà non capitolidel due ina, delia meriti il in lingua. Del quale giudizio,per della ^ maggiori Tanteceden^a sarebbe che desiderare da o 159 POPOLARI SFIDE vedrebbe nautica^si AeìVArte l'autore LE E il 160 STUDI Vìnni I Cu Del loro essi e DI Tarmata supra POPOLARE POESIA ginirali vogghia' e tinòraria ceca avvicinarsi i Reali di degli scontri e strillanti li cavaddi Ed e^ quant' avi Chi vulìa lu Nu E armati, stupurì.... mi qciantu misi f^ un maravigghiu: nni Gaddì toccanu lu Prancìsi durari a fari? paisi. stu è un verso rinfocolavano soldati che il poeta: canta indolenti. e ogni terzina, in ogni in quei appi nun ed contra Firocì,.timrraria' Ma tra^^ offeria Hberamenti ognuna Vita di seguirono ne fururi ca li carri, armi Unniggiaiut banneri che co^ Sicilia, io^ Spagna Gursiggianu fn^iga; furore sacro contro^ odii e^terribili antichi dette ven- popolari. L^ unico terzarima fuori venuta t^anni,e per conosciutissimo volta prima ch« toccare che motto avesse perduto, 1 valore e che e che di formano e tutto nobiltà. il ch^ Sor ia terra dugento e divedere ora per scono capiuno slolla potenza, bellezza,Te- caduca abbia non i il bel tempo ricchezze,la degli avi, la vaato a poi frequentemente libretto,ohe un rimpianga folli aiftOFi,,le malintese lo sciocco lìmero peccato e^ sempre poeta si dà intieramente.il mai i tren-^ appena 1640 feggeve comprano sanno in Palermo r- ristampatoe^ divulgacissimoin popolani in di la^ vita tmana,^ vetta Tanno la seconda per la l'autore dovea 1629,.quando Tanno Fullone citato Lamenta risola è il dianzi tutta del compoDimento titolo di grandezza settantacinque terzine, suggello di quanto ho detto a dimostra- PIETRO i^one FULLONfi profana,Santi e prosatorie poeti*gli sussidio citare piì^d'un buon italiano forma elevata),costituirebbe ma brano (e lo si la per d^amore della opportuno * i delle di popolarità^ pochi cui terzetti ohe Potrei la per migliorinel godè un^altra innanzi; e quale ridotta potrebbe agevolmente una e italiani, erudizione. tanta derna, mo- e Chiesa classici e di' questa^poesia,la preferiscodi scegliereda^ Pazzie Padri largo e sempre propriostupitodi legge rimane morale; Storia antica degliargòmenfi ch^eglimette conforto a di sono 161 POPOURI d'ogni ragione,classici latini dotlrinarii e SFIDE del valore letterario dèi Pallone. storia sacra chi LE E sua genere io la tralascio , tepzarlma col ia lode seguono titolo dello sdegno d'amore: Quant'importunu fu, selvaggiu e di diri centra vosi eui ccì eh* unni d* calma dipoi ch'entramba Amari è Lu Gavalepi La scrissi cui ancora Si d'amari ha regna Gravina : Sdegna irata. Mor^china l'alma a • onorata casa so cuncettu : l'infausta catina. intisu, ritrova cui e chi autru Vintati, pazzia, guerra 1 tò invitti di la Spizzai d'Amari la cunfirmau di Talmi trumma Farri e t appi pravata: saggia ed dissi,scrissi Specchiu Lu paci sdegmi, ogni ingegna Scrissi senza mattu- ci è sbaratta capi sdegna Vinizianu Lu lu e storii ha lettu chianti. suspettu. Pai., 1029, 1645, 1670, 18^8. Gn, PiTiuk ^ Studi di poesiapopolare. in 11 162 STUDI Giovi eh' è chi Febu Veneri Nudi Euridice, Claudia Nella litiganti\ Ne in franca coloro vi figura ci racconta di bei ne' fra le altre lasciò andare le a Di male sacciati certa Chi a il nostro deplora a causa una i casi ec. che che bel un sibilaVita delti Pallone, il cui i danni vanno fede pongono del foro. E- arti di questa gente, leguleo glimangiò un difese e che non sulla corda tenendo ec. Pietro litigaree delle male cose Orfeo Medea, il povero anzi te. litigan- parole: sue Ora vi Tisbe, e ho trovato giudici e in altre persone quattrini per Ecco è autore vittima come e, in. dieci canti poema si mettono che !... ricordando* di Palermo terzarima negli avvocati, gli afifrunti Mercurio, Piramo cenni Comunale un incontro junti Aretusa, Atteone, grandi a ov^è ms., amari quale viene Biblioteca volume foru ed con ed * auteru! carru riti ìotìì, una prosegue frunti, Arcade, Pane, Clizia, Giasone ed quali so intrambu in abbrazzati l'alma a lu Martiri e cosi Tautore de^ porta ? l'emisferu a virgogni tant'abbaji, Cu ed essiri amanti celu in lassau Nun feru cussi tauru luci Daffini, chi Fri e duna trianfanti e suprema vuliri d' Europa Pri Calisto in si cuDYersi Nun E Diu ttn POPOLARE POESU DI lu cn'iu miserabili presenti ^ Auteru, tgg., altiero. * BaeeoUa di poesie Oaliane e restandu heredi sustanzia nautru la pussèdi, ticiliane di vari autori. Ms. S Qq G. 06 164^ sTum dicendogli che di Yolta farici questa. poema benché e Fullone lo forense non e chasi valore fors? letteraria dii anco vuole, carne il esso del chiamarsene nulla EuUone., catalogo che alla il classe d'incontrarne addosso toglie rerei: giu- resto, ostico certo vi non confermi troppo pubblicarlo, voluto avesse lo e Io difiBGéle,,del e una dMmpoverire. Fullone? dica lo scritto, avesse Topposizione al finir. Comunale^Niente de'mss.della dà titolo il gua^losi accordarsi non del esso tende s'in- Aon pintura: per. è che convenne di cosi gran eiBcaeissimoi espediente quel gli egli perchè t aggiunge quesl^avvocato E Sia dipingere, a forensi..Altrove cose con. Ha vada « sPopoum poesia m ^.qualcosa ie ire. anzi FULLOiNE PIETRO SFIDE LE E '165 POPOLAid III, che Dopo quello da far nulla ha secoli de' Tuno è XVII cui ci hanno XVIII. e Taltro e nome, di studi, il quale non vero, sa letterato scrive le notizie trae in avendo che stampate, nò poco tam- vede leggere neppur non gli scrittori ognun che il proprio saputo in ogni ragione medesima colla dubbio popolo Tatto credere Ed uà rìtalìano,e e opere seirza del tradizioni delle analfabeta, che un pannisi possa delie col .Futlene quello a con ne il Fullone die affermare detto ho franchezza celebrar a dai libri latini ed il siciliano Oliva Santa italiani * . . d'Isidoru, chiappi palma Gaitani, Pirri, Spucces Il Fullone del manifesta in in flessione,che e della se moralista sentenzia nelle e un sfide di aneddoti; vl3Cchio attempato da orrore e e improvvisatore, che giudizio ed suo ; Taltro della cantore al vizio , il cavatore là teologizza, qui del solamente parlar un buon Rosalia alta amore ad un è un tempo: rivali; è poco nelle costume braveggia; là è giovinastroche libero. ad Antonio Santa palermitano co' suoi rispettosoal giudizioso, qui poeta di ri- un grande licenzioso si bisticcia sce esauri- ogni altro letterato come poeta molto si tiene paragonai' adopera sventurata; poesie e ogni dignitosa.Il gentile,indelicato,poco il bellumore facilissimo un solo e ha Passione virtù, massime grave e Riera. intieri concetti conosce nobile è verso un ottava una la forma popolo e antera, Strano Veneziano, un fa glio miscu- poeta 166 STUDI DI POESU POPOLARE sincerame^nte religiosoe involontariamente la religiositàdel religiositàdel dell'autore e povero, il in il osceni,che È poi diconsi del ed in siego sus- che sì e quella e dell'uno nella Fullone del dei paragone si trova neppure di entrambi lodar per tra a messo e manifestazione l'uno mentre cuore aperta diflierenza non dell'altro^ riscontro i concetti. Tanto tanta concetto sìncero, col prezzo, tradizionale consimile lontano d'un tutto un preso concetto più di stornelli del Fullone libri,che d'un di cento delllrrequieto tapino cavajuolo;letteratìssimo e dalla la licenza Oliva^ come licenza il Pulione. la forma lontana noaèla Veneziano; mano è ben Comaria autore gramo Santa della cantore della indocile AeWAgonia cantore lubrico; però lo splendore Filippo lY poetizza che lu . . visu so cnmparendu . . caccia, chiudi Ogni tenebra del l'altro alla maniera la tò Quannu L' ariu Entrambi quali terra nel e volgo il nota rosa^ cui rispettodel Cristo a nasce una i espone può « Da una spina secolo, dalle migliori,l'altro per la comparsa Fullone pe' nove del l'influsso quella di qualche el poema sentenza annuvulatu. appartenne, chi : camina è smorbarsi eppure canterebbe le credenze per pericolo cui firmamento; n s' iddu s'annetta seppero breve Gesù prisenzia temono, l'uno non del popolo serra, e accostare popolare ottava Coronati spina t, annunziata nasce degli astri sulla di una anche pianeta un la forma sulla di dallo di lone dotto Ful- riconosce rosa che qual- Passione epica del ? Chi le ubbie e più da la una illetterato, la si vuol quando Coronati? Chi pei apparsi Gumeta e questi altri di E non ne' pur popolare; chi fa strata^ nei pensieri e lettere differenza;e per tutti valga il seguente il Fullone analfabeta palermitano vece Oliva dice E un buono tristo che Martiri di e E lu Ch'è e e re lu primu miu nelle canzoni Re in sua 28 della di far« popolo in lode canto un il Fullone officioso dei d'allora,quando Coronati che di di non un feriscono difsi re, scrittore letterati di proposito e raccomanda a'' Irinacrinu, » regnu munarca pagina il questo: che officiale ed il a de' moltissimi notare è del popolo persona susteni. passaggio. Nei quattro tuttu laddove vergine egli fosse, mentre celebra ogni tempo, quando mai il costume seguendo da autori,ed argomentato 0 fatto,che veni cci cunforta fatto è anche idue sarebbe ancilu un la cunorta, altro codesta confurtati^perchè alla divota che nelle anche si nota cunurtariy il letterato ... E il verbo conosce il verbo ha Santa non altra ogni come ? ecc. concetti, ma nelle sillabe,perfino parole, nelle passati, infelici etati; sta a nn' avanti la cuda guenti se- "^na stidda all'orienti Accumpariu Cu tra i contatto malignu fatu, canto un e II dei Filippo IV: di in morte di missaggera punto di su'scursi luni VI* del canto ottava un funerali multi Già Chi trovare 167 POPOLARI SFIDE LE nella leggere può versi B FULLONB METRO secundu Garlu pacificua per Sant'Anna non la mundu; che il re, l'imperatore. 168 01 STUDI il papa tutti ì e POESIA personaggi POPOLARE che mai maneaoo bob nelle preghiere ecclesiastiche: vi raocamanda E secundu Carlu Re Liberatili vui se unitamenti di dannu del dotto Fullone, si vedrà dotto« Noi coi suoi di e in siamo pieno parole che tutti secolo dire che che la fama Fullone che il nome? ed ogn'altropoeta come il petto di sacro a del il grande cilia. Si- tale,altro Carlo al trono poco della esser per senso II, e tempo, ceso ac- avvenimento, gode che e Scàscianu Vulcanu Sudanu 1 L'Achillini in ciammi o sonetto fuochi, di cahiri... a e 1'alabastri a Luigi XIII: preparar 0 mitre, "; irCard. imbaluiMrgU • il seme. 6. B. Marini: per contrario Antro di pieUte i S' intenerir le dure freddi fonti, qneree e i pini. li Marini: Che E inole anco i talli ii dei mmì ipeiiàro al il ino * metalli. principedegli Eccitati,lodando Sudete, * stupuri, li mitalli illustri li marmi nel famoso Sodate, G. Albani, li mitalli di suprabbunda Si svinanu E li è di il Marini accademico fuoco, canta semi- o fosse gloria non Ascende stinguo lo di- contraddizioni, lambiccature gli manca cosa la maniera Fullone e sue egli è , E davvero XYII, la Se sanno. io vorrei vicino scrittore indotto e le gliartifizi, con giochetti, invidiabile da metafore, colle strane sue ecc. egli ha qualitàche che qualunque poeta rìtrarlo colle maJi, e rognasi guardar più poi da Clìmenti Imperiali; LeopoldiiGasa Cu Che in noria pianto «seire, inerire. Alessandro de Longhi: I»IETR0 CVLL(^e LE i^ SFIDE 1{)9 POPOLARI che e Giovi Lochisi V oi^ resta Comu Fineu ©ella leggia £ Se del In Di cuore. si Consilia abbia ne V'ha la ^ mal cela sospiri non e inedito una per 16 in qui la dezza tepi- è scarso, a trenta Comunale anzi fare altrettanto. ottave, che d i Palermo tale che \ egli il Gange parte: sua fidi un ciumi pioggia unni caduta aprile del 1651, anche vede dì più. Per Canzoni la lu Ganrci. a Monte ricorrendo decapitazione di gli astanti, altri dal mari, ed altri mandar in amara Pellegrino la festa di Rosalia! Santa egli lagrime di chiantu (Palermo) il di secen- e vapurit tu, letturì, pri ftórai perchè? mari struggersi in pianto a pure Manda E caudi Biblioteca i lettori esso E chiantu manda, ed eccita gli altri ne nella conserva di componimento un darai pace, 5a non T artificio della mente quanti più può ^ vinci tattu Suti rutanti. di Muncibeddi che non : dicendo: forma imn strinci trimanti è Filippo IV arditamente €ui Livanti; contempla, di virtù di laorte si cinci. Y occhi la T-aci stissa se Carlu Lu lu a Eurofra, d' Asia (Tiulsci a cursu spinci. triunfanti; incognitu e in Delia fulmini d^ anni, stami N-ettunu Chi THeu eontra siciliane di vento diversi autori. tanto Qq. Oliva piangere sciogliersi dal tanto Ms. Santa A. 1, sospirare: 170 Ognuna Esiste,è del Fullone. manda cu pietusn affettu in cosi come il popolo d^onde sia detto Pultone la se un grave poesia che se ne fa bella strana lodatori deUa disgradato. piacesi talvolta di un questo a in difetto;pregio la è simili e al seicenlo; il rimane XYII di contrasti e parte è tanto de^ faccia al novecento LMperbole del secolo popolare;e invece pace , poesia presente,ia in ogai qualità ordinaria,essenziale buona con questa a uniforme il titolo di delirante quanto quella che diede esagerala, V accosti che riguardarsi come Tiperboledel di essa; quale però fonoa una esagerazione popolare è deve e sospiri*. nulla ha non ogni luogo cui ha vita: di antitesi di poesia popolare essa La in e POESIA vero, iperbolica,ma tempo DI di chianti, venti Mari POPOLARE STUDI canto dito ine- mondo ad di Castettermini: Quannu li vostri Cu giunge non esclamare mai per Confusa ^ Treceot'aDni le già stanche ' È immensi nolo che *nfiammati ; le miserie delle in una o sarte della quando applausi,e in nave di ' saoi giochetti,s'era tdegni rallentavano sua. il Marini una morali* " ebbe-i Pioggia di lacrimar, nebbia del canzoni sue lagrimusu risa, innanzi, il Petrarca, che pure felice fenice, decoro tornò bandiera di Franci\inNapoli, gli si leggevasi « facondissimo » Ji§use HeUiane, voi. IV, pag. 316. fecero mo, fecondissi- dell'alloro; giochettia* quali s'informa del Fullone. * la siti paci, aliigrizzascuntenti. di dire che: contentato mi lamentar meli, amaru a^n fmcuri il Fullone come 0 di cci passu questo 172 viene col DI STUDI col nostro tenzone a vero suo il nome, popolo; lasciamo secolo Però si non ed scuro ignoto sta vocasia i; quale Comunale il Pavone: lettore,esso sta, fici un'opra pia, » è data della barone Veneziano Biscaglia.ln un versi del Pavone stato recalo nella e sino ai nostri celanese, a attirato Monreale della gli dì tramandato dalla per il Pavone Tama conoscerlo, ove additato nel del Fullone; non è di che del Pavone, di Segnatura 2, Qq. » Pai., tip.Giliberti. 1861. T)ag. 117. C. 5. pag. 472. di Antonio come Pavone » il celebre siasi essi; non ta poeil portico poeta, che berrettone, un Forse, del È prima giunse al nostro ed t poeta Veneziano, più prima coetaneo ^ d'Avita passeggiava sotto proposta. e di Pietro ci dice: come tabarro nessuno % al ambìdue potea trovare 1567, trent'anni non e in avvicinarsi nella Opere Pietro che un S'io fici chi- e Teditore di Antonio spagnuolo, col proruppe foT$^, la sfida morì fu di e altri. In Girolamo compariscono Veneziano, cattedrale,ed vestito all'uso che del Piazza, domandando Veneziano, era * poeta siciliano volume cu canto come di come veni Palermo rispostadel Fullone la siccome dato è ad di o- meglio dappertutto o Petru, chi e attribuito è perchè questo rimando canto: si messinese, è sempre non sua, della Biblioteca manoscritto di Fullone. dopo il cantastorie che parte di li Chiani anti più e padre legittimo del il il lui, visse,per quel che anche tacere la mai conoscer quel Vujareddu passato, cento può farsi senza qaale probabilmente rappresenta Salaparuta che, anonimo dice, nel poeta anche stare POrOLARE POESU anzi senza del d'Avila, della nascila d'Avila, l'anno FULLONE PIETRO 1570; se del non sarebbe sludi propri riscontrasi di /orma che si se 1678; ritenersi argomento canto la e le relazioni se andremo Capaci troveremo e di passò ma un capo 1 Nel lode A Notisi t punto che erano di tempi non solo del andò il mezzo lui, ne' fatto gran la tradizione lo Stretto,.eche nella Ld e il d'Avila: le due ribbelli fraggilUru e nò di ottave 11 vi è chiamato Missinisi dieonsi storia di Sicilia tanto della BibliotdeacOomuiiale si trovano il Pavone che altri camti ad reciproca tra Pavone certo in del fosse non viaggi r Messina non buon con indirizzo Se il dopo a- rante, Er- comune in Messina cieco era di calabrese. suddetto ms. dire città vis^giare più dell'Ebreo FUllone che anche ameno noi troviamo si fa consultare a ci fermiamo Se a città le due tra pùnto. provare da Palermo già il FuUone gevoli.Ma da dato quella 1"70, potrà stato sempre , da è quanto il sinesi mes- venne qui sbagliato lo rispostadel poeta specialmeate quello quali ribelli i soprannome fino anehe rimarrebbero questo e visse FuUone che servare os- {SHo ficichi- chiamare che spagnuokv al governo e questo vivacità conviene suddetto con » dairal* la cui resto dopo la partenza de' Francesi a' Messinesi ribelle che pensi *. Del del canto variante una letterati e struzion poeti priviaffatto d'i- ne' più lo per 1S93: nel scendere da quei battibecchi, a stu, fid un'opra pia) si chiude *; e de^ tre nessuno ignoranti di Galateo e di vivere cessò di così gretto pensare stato de^ iezza dirsi che 173 POPOLARI SFIDE LE che Veneziano, volesse non pure E coma v%é si del FuUone, da farne leggono vane mai sfida» che una sono la misirn 'a cruci. ottave di parola di gara. una signor Fi$lro Bafxtne. tia negare stonatura. 174 STUDI paternilà.Si la d'Ossuna. al Duca 1616 luglio del essere di lui il canto di Sicilia 1° dal aprile FuUone che al Viceré ? Ma suna? ne Io terminese d'Artuni onde dubito é «erti che col nato non avuto avesse e in faccia sia diretto al d'Oscastel- lezione una (TAssurti sì muta di Sambuca duca in scomparisce affatto; Scavu Su' eh' pi quarchi pravista era Duca Eccellentissimu Su tia ti trova A — diretto Il canto lo si se due ultimi cui naqque, Di il frizzo almeno Lumu, storia Shidi del ultimi Regno di Storia Pai., tip. Lao Viooi La donna a donna Trapani, molto si della e trapanese, che Di Blasi, a dìvenia fatti,i due tradizione o trista Casteltermini in cerca versi o ccà Signurii al trapanese Incandela si deirincandela d'Osiuna. d'Ossuni vinutu cosi: variano * a' 15 i versi: Cridennu La il duca canto in un'altra Sugnu ^ il canto forte; perché in esso \ ed 1611 in faccia alla donna disivoltura poi si di sto que- rante sarebb^egli stato troppo fanciullo,du- non coraggio e che fo6se quella viceregia potestà, perchè tanto indirizzato ci fa sapere la storia Ammesso K secolo, oh! POPOLARE Ebbene, fu viceré signore suo detto è POESIA DI ; perchè, taciuto Duca fatta 'aa d' Ariani; praviita. lo fece confermano di Sicilia, voi. Ili, cap. ccà la esistenza meriggiasse iSrO. toxì che nei ragione per contrastabile tieiliqna;voi. II, Oilavio cantari la cessa neppure il Fullone tale indirizzo da cessa occasione versi ? XXI; scere. na- la Porta a Pul., 1864, d'Aragona e il Du$a FULLONE l'IETRO Carini in del canto di Sicilia si dice, per come un sto sentito dirmi a Sugnu £; Li accenna colla evidente di aratri è Faneddoto la riferisce tato non B ehè del Fullone, che (?) bona Mollo d^agricoltura. d'anni La tò Coma si troya passi yicerrè Hantri l'armuisa Cb' sett* anni Voglia nomi cbi Pi l' amari sta ta a fona di Carini Massa la terr'^bissa; Sicilia passa parola 'n la aTi eoi conversando e sia la Conti Chi mai seppe che dice: che se di neggiò maghe, van- bizzarro 'a me ca prisensa s' abbrucia 'un si ridi giustiziasi cbi porta stissa. a ed missa sana la Duchissa. ard) volgo lette - de' personaggi Francia, in Sardigna sameri Benvinata Massa, no- que verseggiare. È dun- a siciliano, bisogna cangiarglii CavaUt'a conte campagnuolo, navali,non Fullone suo il popolo,che lasciandoci popolo siciliano che ma sull'uovo, al anzi meta, essere di altri arnesi e pel FuUone latu, sfidaiore uno attrezzi e ma priparatu; può non ' mansuetu, ogni biada, pronto che bipenni lu a a in Cianciana saputo vivo« La sfida che fari versi miete del ogni lavuri dubbio dirsi può condannato; di questo agneddu tegnu fauci a senza falce li pueii metu E 'n come chista Cu mai seppe altri abbiam io né né fu mai persone vago, più improvvisato, è del Fullone, più accenno Io stesso non sappia,non da cavapietre non pure esso compare stesso, il quale, chUo ho un Raccolto al Cont«Massa« indirizzato altri comuni in piuttostodanno ma 175 POPOLARI raccapezzarsiK Quasi cai è difficile in e Palermo, SFIDF LE E ^ 176 dei e luoghi.Ha chi Dante — samenle passa mela; voi che il QuaFè Un « una sera, a fare una a si risposta,e si dotto siete Un » ora Dante come religio-' e non era Messere, io ch^ egli lui,e gli domandai di mezzo, già allorché scorso^ sulla seduto era alla e ? , veduto dappoi, ripassaa Dante, senza- » sale. con la tradizione al poeta che L'altro aneddoto Povera per formato filosofia v^i si poco a la tradizione letteratura- Cristofaro un' opera Zabata venuta la alla luoe originalità^ sua libro-di motti curiosa meno non del Petrar^ca: qualche a Tanno ctie 1S89 Fullone Padova in incontrando bario,mostrando che era non filosofia. vai un ancora, legge: «Unr^ medica^ Il filosofo , 1 L'ho sentito dire tante Grammatìehetta Napoli 1871. ad uso volte, e lo delle scuole trovo tur^» argutamente^ ricchissima,laddove- fossero poveramente " si dt^ quando filosofo votee i medici che i filosofi vivono nuda nato rara ,. , cioè attribuii' SiciUa verso^ perde » tempo por capriccio.- suo nel volga rattenzione^ di facezie. In e — popolaredella , se Cosi * » cl"e si traduce nuda e s^ essa me^ pietra stessa attribuisce al più*grande poeta della italiana ciò che « aveva v^ gli rispcMide tosto: Dante • Coniche e risponde: letterata sce noa m cavar* come so , quest^ uomo, nosciuto, sco- poteste bea" suggerirmela: esa anno di sitie, secate uomo^che^li un T personaggio ancora conserva lui,egli dice: miglior boccone? uovo. desima Or innanzi impegnato seleva, nelle pietra che una Firenze; a POPOLARE Dante — sopra POESIA sarà in tutta Italia questo Alighieri. sedersi sono I"t STIRPI e disse : « Povera e , subito rispose col riportatotra gli aneddoti italiane dì Y'mcenzo verso della' Leitenitz; 1** corso.. PIETÌIO hnmediatamente turba al vii Andando lone seguènte di questo senza regalare. Farmi minuto dunque che esame, termlà altro dare a e Lamento letterato il che deirultimo itì cui davvero sia la fosse fesse staio di nudo da questo applicate pa- gli speti*.Si che di voluti son cessare il vuole compiut popolo pretende in- lo componeva potrebbe stratto di- venne vedersi il Ful- se popolare è intiero fino ab da salito vedere tanta a abbassato perchè verà si rile- — dispari verso altezza in Fullone tutto dovette Sollazzo' éki molti più vedute, di da povero iuolo cava- tanta altezza classi,ed avesse die lo amò rimanesse nuovo diamo; ve- una neppur di lui. ciò è brevissima. cominciare di H il lo cita e con quel essere che Viandanti, nel quale ti leggono facezie,molti che corso proverbialequale oggi rispettonon poesie stampate rispostaa come ^ alla gente mezzo marrebb risolutare ri- questo come fino alla infime infinito con iMieramente questione none tutta la Sicilia rimanendovi scelti da al Ful- che gli si che il Fullone componimento sempre ^ la terzetto^ Tuttavia La Dice " il titolo non che Fullone mentre punto delle se quel ognuno della vita umana^ perchè sempre evidente distruggere mai a : dato questa parte? Se ci volgiamo al più volte ricor- per toae Peti^arca è opportuno tende ad egli de^ canti uno t77 POPOLARI » resta non neppur , ^ passo altro SFIDB delFistesso intesa guadagno popolare poeta 1S LB FULLONe piacevole materia raccolte e date hanno in luce da C scritto, con Zabjita. Ih si dice: e burle, altre non Pavia, G. Bartolì,i539. G. PiTftà — Studi di poesiapopolare, ^12 178 di cavatore un DI «TVDI di poi il Burchiello come ingegno tempi, di e gli ne- prodigiosa ventar istruzione,da diritenendo sempre, barbiere, il titolo di di quello nella avanti letterato de' suoi un procedendo ma grande (arsi lanto dovette memoria, manovale: pietre,un anni, dotato com'era FOPOLABC POESIA stro mae- egli cavatore, dì intagliatore,di scarpellino;arti cbe segui indubitatamente anche quella pittone).La dì è cosa spera vi ebbd non pur tanto ai suoi accennando che aironore ed («e qual Nautica II dellMr^ al cap. esercita ed che vera lavori tellettua in- ricavarne, dice e cerca a il suduri^ che essendu Natu Quaadu sentimento la quale ha non idioma e testimonianza contro volle pagargli un di redo intitola e coi e a loro laudi Sala Basterebbe per dal vedere primo. in trovare Carlo una di sapere egli tutto raffrontare quanto andare, Peiretti una e le scrive citazione del dello che non questo largo tempo: riceve ne ad premette larga, rieoa, precisa,nobile con un' sia la e eoi come torie dedica- ogni epigramma Fullòne cof' in relazione entra un una lapide del sua Canabbaia, cosi de' quella latino,di cui Con allogatogli. componimenti, pubblicazione. Carlo ^ del personaggi più illustri del suoi a dubbio in tologica mi- *;lo studio conoscenza abbate lavoro cognizioni e letterati mia erudizione sua risconUro nessun anche certo un la vasta quello non vuoisi 1634 a li vraiza^ l' onuri. pri «piega poeti illetterati giunti italiano e travaggbiaou si nun tràvagghia Ja manti Si Questo li affanni a in altra sua sem- del La tata mitologia trat- 180 STDDI buona fede si è creduto abbiamo ad peraltrodi fattisi avanti e POESIA negli riputazione di studi che ove popolo da lui,e però fu del martellina del di nelle ^ 1* Scherz y. 1860. Dalia a-i zuHiar puètiein Stampar! Real. prém tlnmpà tu ueUi in 187i. Quest'ultimo (ti serie: come pure a vet'naeolo al LXVIll itota trasformazioni sue sonetto ti esercita egli slesso i lavori credere per ci AUer — in : il mestieie fu sapere danteschi icherz VVann del yondoUere, • in del • 19 de*suoi terato, let- di maestro Pietro potè più non nel che dubito se forte. Bulògna, d* J. Barigazz 1861. si compagnarlo ac- poetare: suo Firenze, Stab. avvertire Antonio non della sdegnoso Bulògna, di Renato Giova pHg. veneto uscito era qualcosa puèlic Tanfucio. di muratore. a e 1860. ò anagramma scrive origine. Il "u/^néì""d'JusPEiN Barigazz. di Neri pitano nomo dialètt chiaro men indossare notizia,dL mai al popolo giunse pure volle Pietro, allora il popolo in don tramutò ? la penna mano insoouna popolaresco;quando men un stima, e forse quando carniera mai riguarda il tempo che in prese la smettendo e * Fullone affetto di popolo;,ma cavatole spacciati troppo umile Pietro quel per abbiamo sognato qualunque con nome si'sono aver sua esempi non popolo parrebbe nel presente la ragioni il Fullone cui bassa lo rammenta buone senza senza dibile cre- conservare bizzarria poteva ignorare che non meno mestieri,i quali Quanti esempi ecc. fosse ri n"asto si tenesse non voluto mera mestiere,, un* occupazione dai venuti hanno per tanto significata. Quanti uomini manovali, braccianti Com'egli ignoranza una mestieranti? altresì di persone per POPOLAilE rettoricamenle quanto non DI da 2* Cento az- di G. to' Pellas, Fucini, il quale in che di que- Neri autore una (t) 11 Barigazzi è barbiere* primi Maschio Sckerz puélic. Vedi (Beccaria,che si dà PIETRO Musa della fare posta, a che ma io, Cosi il popolino si un preteso un t buon vivere; di D'Alesi. quanto per Altri dirà se il si trova tórre a cosi forma fulloniana Petru cu 'Ntagghiannu a La stissa petra Oh quantu beddu sipultura la vita di lu tempu e più a basterà tico auten- popolare, indicarla. nelle quali ed mettono per- autorità facili in ipotesi dichiarare il popolo dice di di pietra sepolcrale: nasciu; strudiu. la iiniu: diman- dirsi tono sustintau, coi sua! questa saprei 'mpiau lu con cirèospettoperchè sua quannu Petru a audaci poeti popolari si [ottava, che già Petru petra me a per la non abbandoni mi prova, petri La la dar troppo non petra è le sfide i pure oramai composta classe debba Fullone la seguente il Fullone Pici del senza io parere, lui, che spinoso le infime Fullone, potrà che di di che qualcosa è rimasta prestitoper a me, affermazioni avere ! Forse opera di ad 0 nulla facile possa si eno versi; campo sa nome di ai loro lo del popolo, non si rivoltano o di ha popolo ingiusta vendetta rimasto il opprime il menticat di- e ai lodatori mezzo mentre «Capitale, popolare egli chi E — che quale però Non corre è darmisi, non un nel » in » Fullone. del lui lo dimentica, da sommesse, di ciò che ? Governo, ottava, nessuna stampato confonde e mormorano Giuseppe ma mesce nessun corre chi uscito paga della felicità della essa Ma -ciò che volerlo a componimento, componimento"? tempo, e perchè, nessun Buon t Ecco popolare di tutto verso FuUòne. rimase non dico nessun del letterata 481 .POPOLARI SFIDE LE E FULLONE 'mpiau: 182 petra chi Un jomu pri cuminogghia fulloniana quel di uomo tale che ditcurru Diu Dimmi: la questa egli fare possa uomo col Per cavava. rispostache mezzo e un mezzo Ed chi di V homu petra e ricanusci mi miseru homu, un petra menzu ? Chi mi dìscurri Diu lu pò aspetta lu mia, spetta dui race, giocolino L'aura, del cbe da in o '1 verde petra o tuttu l'aureo grand'horau. 1 homu, petra. pag. ? lauro un petra, Salomone-Marin», Petrarca a homu un cosi, petra ed falrràtutt' homu «te, di e petra una trasfiirmarlu farrà nun d' tagghia-petra, d' homu tu fari puramenti a simpHci homu, un mastru un pop. petra. risposta del /ullone: un Ma di e pri criari homu Ghissu 0 homu tempiu di petra. so menz' grand' huomu tagghi petra. d' homu fari Diu Pò Tu il e Dìo se d'un e tia cu lu fàrilu 0 vi sente di lui la haju^ com' 'n terra scisi furmau E Canli bisticciava rompeva uomo discurri misuri difficultà La ^ chi tuttu Una O soprattutto,il quale domandogli un- colo se- proposta è questa: Cu - gioeheifipropri del pietre che forse è anche Petru, tu chi £ * sirviiK Fullone del pietra, oppure pietra. La i ha pepchò colle e argomento a cci poesia scherzava, equivocava, sua di Pietro diede ntagghiau. Petru egli fiorì,e cui ogni questo POPOLARE stissa in nome POESU La E la dico in DI STUDI crine. 286. Eppure chi non PieftiO FULLONfi E SI'lDB LE Ma dopo aver trascritto questo 6io,non sfida come esso se so popolare cosi corra Tanoninio bocca popolana^ forse me per incarna e rappresenta la del genus questo lo si trova occasione La della lui a ad nella dubbio Ntd con più curioso^ modi popolariquello Taltro raffigurasempre son abbia che bizzarri Giufà che due pe^ sopraffarmai che prende alla lettera tutto L'uno Piacevolezze d'essere » in fatto si ride quanto Segnai. CXXll, G. 29. e primo è ri^ abbia fatto un e nelle Fudduni^ colla paragone fuori è per pei canti le fiabe: popolo e si fa,l'altro dice; questi quegli,uno sciocco, gli si dice,e pur fa di tutti;dell'altro tutti si ridono. in Giufà, capestrerìe studiati Fullone a la fantasia del da nessuno; buite attri- il secondo Petra racconti tipiche si lascia il die persona agenti.L'uno come qualunque gli aneddoti curiosir Fullone e non pensare. Grufa onde per Fullone. stesso a peritati(parabola)di la in poetica attribuisce a i vizi tutte le canzoni fa qimntu Ghifà^ed quale si motteggia uno e quasi o frase solila dirsi frase; Purtari Tuno da siciliano: stispiciosum ogni pie sospinto ed la tradizione stranezze: e ae ed il cuore, mente prosaica attribuisce ogni sfida,ogni luogo lo prese poche parole, è in tutto e da secoli,allo preesistono, più spìrito»; mille acutum vìta^ Tutte tradizione masto forma. lui personaggioleggendario,il genio popolare, co- le virtù e non altro manoscritto. (Topièda lo un che e apparisce nella come popolo, per dir del un che tolto da raccoglitoredf quelle storie Forse Il Fullone io Tbo che palermitana,^ di Storie della Ck)munale volume si atlribui- comunemente far sapere Fullone) devo al scono rfwé- (Dolisibene: dubbio quelle che 183 f^OLAftl messi a Fullone: raffronto con due altri gni tipidenon dis- 184 STUDI simili DI la fantasia che POPOLARE POESIA fazzonati d^ogni popolo ha creati,plasmati,raf- ila altri. le Queste sieno 0 idee possano mai non mie parere fatto in le trovato un e nella delle ftrade di seguenti parole che sia stato del si scorgle, eh' sul altrimenti le Mi un ha Fullone che questo che sentito, con- servato inos- passare Taccio che rincresce reso come cosi oramai argoinento. se non il il È non per lodandosi Vigo avrei ; ma avere da sici, clas- dalla giudicare di farmi saggio lettere credenza parte delle e critico e negli studi rimproverarmi di ciò del testabile. è incon- in cose tanto stampate opere gione ra- private, ad palermitano, mia » derazioni consi- del Galeani-Sanclemente lo studio la mia oramai del mio letterato il cavatore dover opere di le mie parere s'è rifiutato, per sue egli composizioni. letto saper che lettura sue hanno non dalle perchè nelle Vigo poeta vernacolo, tradizione avvaleva nomi ho si attirò l'ammirazione una di vi e -/pag.241) «Pietro estesissima Tautorità lui inconcussa nulla ne i loro niente di di mi , errore, un dichiarato lo avvalorano Per scrino di C. Piola, celebre un XYII. questi studi amano dichiara uo:ifio Fullone era è fornito e spirito, conclusioni. che Mongitore, o- quale potreb- assunto: poesie secolo del Solo rispettabili. degli argomenti accettarne su lo Fullone. noihi con dotti proposilo,.hanno del evidenti de^ e affatto di lettere;ma tra' siciliani Quanti il Palermo, il mio confermano svariatisslme sue popolo comprendeva ne e delle digiuno chiaramente sia stato non Antoiogia (selt.1871) questo "Nuiyca Dizionario nel i' affetto illetterato un si lasciasse se il potente 4871. bellezza la per tradizione errore, Fullone, palermitano, intagliatoredi pietre,fu e qualche studio di me a Qualunque poesia popolare.• della campo avvenuto sono che di altri errori pubblicalo Dopo univoca togliere a cagione Maggio, ^ per meglio , concorrere nel frutto poeta palermitano fu peraio. Altri vorrà b'esser FuUone. son esse Sicilia,ove facilissimo e Pietro sopra del letterari del che ho scritto ALCUNI DI AD ANTONIO MS. DEL ATTRIBUITI IN Una in poetare zione e di però dialetto stimo è fa dice «osi : ed che si trova: t papxe Doiubaeulalua raeuamlae. Queste 15 dielulma popolari siciliani; dandoti carissimo, pagine 275 mi dal ìn-16o nostro Veneziano. V ultimi degli è stato Di porta rimo celeber- Bella gina padel della bisticcio Goisumsnepdaià Cmiutatutuà e ultima dal seguente 1800. in Palermo. possessori Giuseppe oriauioxo a Tatten- libraÀo-editore raccapezzo faeub il" primo questi giorni a edite Moanru- » Ogni pagina ne di canti febbraio1800. io lo A uno poesie attirare non composte Antonio di il i5 Monreale, di siciliane cenno città di vi studi volumetto un monrealese (retro) e paè gradita, amico cosa Canzone titolo: poeta ms., degli di Monreale, sig. 6. Pedone-Lauriel, Esso per da manoscritto, che un dal mostrato XVII. qui esaminata fm siciliano,i^on farti di SEC. Veneziano cultore un ragguaglio mai non Antonio di VENEZIANO SAXK"It^0I7B-IilA:mM'0 raccolta inedite ed UN SALVATORE J!^ POPOLABI CANTI del contengono canzoni, tra manoscritto 549: sacre le e ha due pagine li profane, canzoni, e 26" formano e sono 398 tutte sieme in- bianche. compo- i86 nimenti. Dalla le ultime tutta dì uno non due di Del che tra^ suoi altro è da stampate consultarle di più poesie che delle e latine FilippoParnta di airultima tici del che * 186i in lode Palermo, Opere Arceiii. Ms. 2. Qq. e quali Saverio corna in non il. nessuna 1626, dalle versioni *, e finendo de^ nes"aoo vuoisi Terzo, dov^è numero* quelle del Baronie mss. la poe Cornaria, già ter- posse- Isola. poeta ticiliano riunite e in-8. tradotte mass. - quello, tacere ';.la copia di esso^ Paleimo, tip. GilibertI, 1861, B. in* fatta, di maggior bel uà sodamente di Francesca n'è pare accompagnate Tra^ D*U' Veneziano vanno non coprona se uh da io vaghezza può che ha ms. non anche deile Alfonsa di A. il *, ma fu già dell' Ab. VATORE * del Veneziano. zarima " 1645,.che ha ne alla questo ed del Veneziano chi non mezzo volgo. Ma nostoro,cominciando del i629 del altresì in Quello che si trovano del lo ebbe vi lasciò che edizione è (|uesto: ebe non edizioni ultima Palermo. in importanza secoli,e toc-^ nel poetare, dello nome le opere due neir anche mi conviene, risaputo tiranoi perchè altronde pochi anni, di deT fin nel basso abbastanza sopra; XVH^ sec. Sicilia,che la ma letterati, istruita,e ancora vi ritomi a' mezzo manco si tutta su di del VeoeziattOr nobilissima sua verso sembra del ultimi degli parlare come più grandi poeti, e in differente),nri la morte esercitò egli puramente gente sia deirarte dire influsso ms. d"^ quale volendo cherebbe son II secolo un mofto (R un^ ò tolta tempo, (perehè stesso è pagine poter rilevare che cioè che ortografia, ed calligrafia benché mano POPOLARE P0B8U DI STOm pel toc» Sal- 188 di simile qualcosa raccolta ri, curuzzu, 'N testa stu vita vinisti tu mi lu Comu Accussì nella trovo stu avia; munnu vampa^ jeu tìa; a pisci senz'acqua del passo santa, vera di la testa leva moru firnicia; gran amurusa nun campa, * di tia senza . portarsi intorno deve giudizio che trascrivo corrispondenza,e un' altra poesia a sta que- che è , 169: sempri t'haju lu l' occhi chi Fina Tu si' la vita Lu tò amanti Milli peni pri Milli peni pri Ma poi Sti mei ca Sempri Fidih, milli Li Palermo: ed fidili senza io sarannu; leggesi mutai, nun Tocchi miei pag. J60, senza n. tia tia 9. non tra' canti dal mutiróggiu. vivi sarannu; a e pri muriróggiu t'amirannu. ossa fidili amanti martini saróggiu ingannu. nenti mia peni pri t'amiróggiu ju patiróggiu, tìa mansuetu e vivi sarannu. la fini quannu a mutu, Mentri E mei poesia che Nun amatu mia, proprj è questa Dì e •cori avvampa, me d'una pinseri di Nuddu ' popolari,cerco m'ha'misu'na la Ora E POPOLARE tra' canti Co Nuddu pagina POESIA del Vigo: Facia Mi DI STUDI tìa saróggiu, ingannu, patiróggiu. n'entì sarannu; Vigo : a POPOLARI GANW veni Siddu L'ossa se trovr che gli ultimi A pagina 232 D' Chi il poeta a dassi mi grazia lezione Oh lu Vurria D' ogni Gr^^ B di la iJél ms. B di 174, 'na n. ; muntagna io. tisoru, lu comannu; badda lu di pannu; oamanna; Selvella di oltavc li Sigoiirtli readiU iieilian ck' haanui * Molu; 37*. e: tu: d' oru, 1' annu; Gibellina: 'Hperatrici la maniera pubblicata tuttu cu mircanti Catania; pag, variante Signuri Palermu cumannu dumannu. rennita vurria lu Granturcu di E moru 'ha di Quattrucent' unzi Di mia e hai ne eh' avissi Diu soru della stessa che oru di pannu, ci la Diu a d' l'annu, so à sirviziu. miu popolare canta la palla nparadisu quannu sula Sta un'ultra sto que- avissi lu nolu, 'na mircanti stassi issi E E esprime ms. muntagna na di rendita m' ogni, yaxellu Ogni fratuzzu 'Una raccolta: mia poesie del delle cent' unzi D'ogni Di bene t' amirannu. ctv' i' avissi Quattru ^ parole, ricorda poche murìróggiu, m^i ossa Tautore Diu 0 secondo *. desiderio: modesto Ed di fini quannu propria faróggiu? t' amiraanu terra 189 XVII leggonsi cosi nella versi L'ultima chi ìu la differenza Dove Li la morti: di sutta SEC. NEL in Palermo 190 " DI STUDI E d' autru mugghieri li in Calaoia, secondo Ed Oh Di la la lezione di Missina mi grazia bene Vedi maraviglia che altro de' tanti ad amoroso che di risparmio a chicchessia, pongo il canto poesia si la V addumannu. laonde * e recheranno esattissimi, sono vo' non trasandarne potrei presentarti. E poiché di studi di osservazioni ripetizionie pubblicato. Rileverai che discosti dal tu tradizionale canto ed che le varianti: Vestiti Ms. E vui mei senzi Afflitti occhi, furmati vui Arma piglia licenza esséndu Quali C. » Voi, i. C. nivuru liggicumanna m. n. privu 63. la la scura ancora lagrimati ogn' Manu Chi n. di vesti perdi pri sempri Yucca » di miu corpu ura palora. sepultura e di parti la tua chi nu ora pirsuna mora? mi volgo ri- vengono stesso a che qual- popolari, prima la poesia del Veneziano trovasi come soru: "^ultore intelligente ed a nolu. so a •cci i riscontri chiunque; a dassi JDiu a 1' annu; di pannu. pezza mi fratuzzu Chista me: cumannu; alassi lu Ogni panneri 'na Ogni miu da di 1' oru. di rennita unzi mircanti Ogni datane Muuti a * camannu. avissi lu tr^soru, Granturcu Quattrucent' me a eh' avissi iu Din Zicca La POPOURB classi la soru, mi fratuzzu Ogni POESIA (pag. 215). e poi dove ducano si ri- POPOLARI CANTI mio, di vesti Vestiti, corpu 5t. £:bianciti occbi Vuccuzza di niura mei irui senzii E Idastru, falla pi dui Pigghia licenza su' Sdegau Ma. Faciti Idda sta à statu £d all'ultima mi la fazzu donna Idda cchiù lu lu L^ ultimi Ca Bedda Ms. Nuddu » • Di Stiomone, dannu. tirannu la dumannu (253). chi cumannu; duceniu causa mi ^ finti, lu dannu. e viniti, fazzu tirannu: spiju e nni mancu fusti fatta ^ dumannu d'acqua d'angili pitturiti potti dipincìri e Una e. miu palureddi chi sintiti, pri pena Palermo. la cori chi Si bedda E firiti viniti uè priari mi nni nun mi lu cori chiddu ìkSL statu a lu a chiù dati .Ammàtula * gilusia^«iati uniti, cu Facijti tuttu Sia ora? moru fini sintiriti cercu Sdegnu ora, cumannu c«iitu culpa cunvertiri ciùù 5t. dui la Di iChi nù 'un chi donaa a or pirsuna ^' chiddu a ura gilusiasiati uniti, e«i Mmatula ad .se|"uHura, di la tò cujna«naa luttu Dati la vattinni e privu Quali Uggì scura ancora Jagrimati e 191 XYII pirdistìla palora. «a Mentri SEC. NEL 389. a l'autri beddi di nivUru variante li fai chianciri li fai tinciri. è nel voi. 1* della mia raccolta, 4J0. 192 STUDI Vattìniì i in Pirchi tanti Chi li morti Bedda * 'Nta lu Ca Ce' è lu bedda 'Na Mentri Ms. G' una StrdnciU tia comu cianciri ^ ancilì, fai lu a spinciri;: cianciri, potti pinciri."^ nun" la vitti abballar! passava, bianca scarpuzza ben pulita sioiliaoi;vale vocabolari strancili, amHca"a^ o * tinciri;. dui teni si metti pitturi ca fattu fattu 'a terra di mortu strancidi. spinciri.-^ ha cci' r hai tò pinciri,^ 1' addipinci; beddi pittuzzu ssu e biddizzi;' di tutti V autri ca angili stampari li fai di 1' aria V cu modi e di terra li vistini E chiui di biddizzi r aceddi POPOLARE va' canta e si' funtana Tu Ca ^ celu ti ponnu nu Ha' St. POESIA DI graziosi gentili,amabili. * Spineiri, wrbo * Um variante tr., alzare, sollevare; di Palermo di biddiisi FooUina È ^ la e e tario in Messina che nolo ed Catania e della mia di VisUni, dim. * Di Acireale; nella Ipro Provincie si togla 1' ^-dòpo e per chianciri, chiavi, ehiova, di Canti raccolta d' anciiii acqaa quindi cianeirifdavi, eùwu ' varia : popolari sicUianif voi. V. il Glos» II, lett. Ih veste. raccoitadel Vigo, pag. iì!t, n. 24. Io Palazzolo cosi: di biddìssi Funtana Cui di patsa ed strada ssa li fai A cai non ridi fai mettiri A cai nun parti, di C'è la 'Na bedda pittori Tattinni Li morti 'n celu satta a ni ara tia e ta terra nnn a d' anciU-, 'mpinciri, chianciri, fai si metti ca coma acqaa tinciri; cianciri, pottipincirf; canta li fai cu l'ancilì, spliciri. . Canti chiù d'una Idda Cui dissi: vasa donni ci dissi^ chi Passai STr 'na Cu di me Cu' Pri Ms. 'na vasata Penzu 'na Cu Forsi a lettu Anchi Nun ^ Di dugnu prì li la notti com' he saceiu Palermo^ fai ti peni fari chi ca * 'un dormu amari; mi veni in sonnu intornu, putissi asciari;^ jornu, turmintari, la notti rimeidiu fari, rishigliari. di lu voi a la notti tu fari, vita, vita. d' intornu meu mi la tantu e lu di haju ca lu cantìddu un N' abbastinu e cci pristizza mi lu Firriu St. morti arrushigghiu * m' vasari ce' è pena aju (p. $66) abballari, dissi: 'un 'na veni ca vita sapurita" vucca eh' saceiu in fari? sita, vulia mi rispusi: Nun lu dda donni a vasa lucenti la voti vogghiu la vitti di cumpagnu cci lu dui la vita, galera paasannu 'ntra Vasalla 'n pai scarpetta Cchiù Lu e nni fari a di pena 193 xvu sapurita. e iu stari nu è vasatedda sec. vasari duci vuccuzza mi eu 'Na nel la vulìa vota 'Ntra dda Ed popouri 'un (p. 161) dormu t circari; Vigo, pagina 13d^ dove ce n'^ è una bella variante di Catania. * E efae cbiaro qui debba dirsi io m'addurmisciu e non io m'an'usbig- ghiu. ' Cantiddu, G. PiTRÈ — dim. di canto* cantuccio. Asciari, Siudt di poesiapopolare. tr., trovare. t. * i^ 194 STUDI Pigghiu si mi cercu Mi * ^ di lu di Focu chi m' Focu chi sempri abampi ti fici r ucchiuzzi Cui Mi li fìci Diu r ha mi E fattu am mia a tra la menti mentri Specchiu Santi, ss' ucchiuzzi Diu ti r ha fattu pri nciammari Yogghiu ^ Paparina, * Scanlalu ti cci pò a ad tanti. autri genti: bastanti: semu trasisti 'nta la mi 'un dui piacenti? eh' amati cchìù Bedda, nuàutri Livarì (p. 103) mei, focu-addumanti; di 1' occhi fattu sula genti amanti, miser ti l'ha Tu li magari Cu' Nun campi. sapurita,focu-ardenti, Yuccuzza St. pri domanti e risplendenti? 1' autri x;u ammagastì \)ra * trasulu ^ ardenti, perni ' mia : arripusari! Focu hai sonnu jornu, mìa, si focu r alma n addurmintari fammi la notti Picciriduza Ms. peni veni mi ta iu sonnu, rrisbigghiari; fa' pozzu li bastanu 'Mmenu mi dormu chi Mentri POPOLAR» paparina * pri scantatu Tuttu E la POESU DI menti, ^ amanti. nissunu papavero. part. di scantàrisi, prendersi di paura, ed anche spaven* tarsi. * di Di BorgeUo; presso quesl' ultimo Fina * Pkciriduza * Perni * Trósiri, ^ Di manca Salomone, pag. variante salaparutar.a verso: a la notti o na. pieciridduzza,dira, di pieciriddao piceilidda, piccoli di tu ra' ha' a turmintari singolare;porle. entrare. T«rmini; Una 80. prelso Salomone, pag. 81. ! 196 STCDl chi L'arauri chi E Cha mi t'ama, stiddi Chi coi E mai E chi mi Ti Ca e* è la Chiddu Nun Prì ni servu di essiri fa e lu Si tu St. Tu Cc;^ Nun cc'è lu ca canta Pri 'un Più sapissicu' pubblicato da ine tantu beni Presso ms. ca anchi non (p. i9i) mia cu ajutu ; v' ha i due (C. mia« vossignuria^ la vuci del Bedda, * aiutu vulutu» iddu» fa cantari in Palermo Cd a. canusciutu darissi di a sirvutu. cantari ccii servu essiri vicini a*^ versi ha vits^ mia^ è cci e mia cu muriri, dacci scinnirissi Chiddu » fari n. a mia, canusciutu versi 91) 5 dello- stosso : tapiti li ne' peni qnaui' h graoni lo niè amuri, Vigo; pag. 23d. u. *» ajutu; la vuci a : vossignuria Cuutental4], cuntentalu Nun cà tempi v' chi tanti nun * pozz*essiri patruni ci darissi ìddu finistruni lu vuliriti beni, e canta sireni, dinucchiuni; a 'ntra a 'un e susirissi raanteni qualchi svariuni. sapissicu* e' è Si tu Ms. patruni. (p. 208J la biilizza ti susteni, servi t'amu Ca mi davanti affacci cci hai) peni adduni essiri pozzu ss'ucchiuzzi sunnu 'ntra tu Ma ni fazzu starria ne ti nn* nnu biddizza *un (non na vuliriti beni a la tò Dui nnu portu nu e pr'idda E ti servi Bedda, St. duluri di li mei Tu POPOLARE POESU DI ìi. canto racco Ilo « GANTI A/Taccia la a Affaccia NEL POPOLARI 197 XVH finestra,gioia mia, ]u salutu dugau ti ca SEC. *. » GU esempi potrebbero moltiplrcarsisolo sarò riscontro a Ti lu min mannu vo*, Tu Chi i caati Ti ca Luci la Per *ia e ponti qui di contatto del «ono di ^he a la dato , 1' annu prima d'immagini. e con difetto, rara Di Dì Palermo; (172, dubbio: 4) 26). n. i trovano inediti. Queste poesie dubbio occorre delP illustre ottocento del amorosa per grandezza vedere quale monrealese. e più ottave Veneziano si di stile tezza acu, espressione di affetti, nobiltà profondi pensieri filosofici felicità d'arte li associa alle vaghe presio più ? grazie della immaginativa. Poche ^ 11) n. n. 20) n. popolari anche grave poesia notare (179, pur 6) n. (171, (222, la morti canti poesia di concetto, dolce novità a (p, 156, stenti raccogliereda la stampale bella questo a maniera ci è un Veneziano rispondere siciliane sinu con si fa innanzi Secondo lascia truvirai mi di quintu (267); vulemu poche poesie tralascio, che aon d'amore Beni suspiri e cu lu luna Prontu Ma donna na (p. 207); annu un : voi, iu vogghifl,e tutti dui Amai stretti Vigo (p. 2i5); (p. 192); la mortL cori, duci miu lu mannu a del vulemu. vini' : (pag. i63); ti lamentL fattu fimi raccolta veni. ca metles-^ si cominciano ms. 'nsemuJa ca l'hai mai nel va .meu nun della Vu Altre cori cunizzu ti lassirò Niin che voghiu, e eu hai Bedda, con le ottave che Vigo, pag. 197, n. volte il Poeta 5i. ha non e e tili gen- canta le 198 ^TUOI bellezze della esclosivamente ma qaasi sempre sguardo, vicino dirle e le canta se Io vedi tu saluto un e di lei Pardente dentro. Qualunque stato deiranimo timore, le il dolore la il mutar passioni o e idee, rimanendo padroneggiando de' la varia mitologia come che. lo alla forma della voluta di plebeo,o di bisogno niche. Ma il negli accessori, e visse? in cui tempo non cosi minute sono a' fino a' bisticci, sa che avendo non del di altre che dir tutto poi di appuntarsi di giusta misura questo chi ogni altro di lui,,dicendo possano di paragogi o aferesi, con familiari,e per la che di forme, stile meglio dal concetto, che quanto siciliane, per 0 elevatezza estrinseca delle il variar poeta letterato siciliano del tempo. Farmi intorno consuma egli canta: muta e fin e starle vista,nella nella secondo classico sempre parole comunale abbiano verso fo^ modificazioni egli accusa Le antitesi da trascendere sono a sembra da una inutile raccolta un mente apertalui molto fino a' trasti, con- giochettidi parole. breve Di cui Occhi saggio,tolto cosi senza stampata: Suli di lu miu lu lustru amurusi e Quant'dssiri mai è essa Questa la poesia erotica del Veneziano; della quale mi di sia, disinganni,la gelo- i , generi il conforto innamorato e che vorrebbe fiamma illusioni disperazione; , la sventura gli dà spegnere compagnia proposito bocca, pe' capelli; solo;e sempre de^ suoi dolori il la non desiata la speranza, lo fa di rimpianger a lei,la quale da di e POPOLARE gli occhi, per per lo tiene lontano uno POESIA donna, sua ed DI celu, occhi sereni. ogni pianeta avanza; beddi di unni po' gaudiu e veni spiranza; non studio SEC. NEL POPOLARI GANTI Occhi,- specchiu di gloria,e vivu Occhi, scola E.'ncontra D'un in di Gudissi lu Si ha comu dura quantu Stu Ddu Agghiuttir cura Ma ti sta Chi ha nun L'acqua Si ben li E eh' Nun Ho ^ voluto Libru cUiani. di suspiri mei abbrucianu di tia e : spiri, un' umbra abbrucia focu, l'acqua: d' astutarlu chiangiu, appressu* certu è tutta quanta ^ focu. fora, chi sia acqua: su di tal focu la terra, 1' airu 'na sula stizza riportarequest'aUima primu cuncessu e l'acqua, pri cui sempri staju in focu, carria mi t'aggiri displaciri. com' m' f vestigiu impressu. forza eh' iu pari chiddu E chi Amuri appressu chi soavi aura sempri focù Lu ce' è chi Diu; è aviri di li middi Ne com' e ti sta lassi lu unni Vasa onuri. veni, unni procurannu minimu, spartiu, difendi nun miu, splenduri. tantu un innamuratu con Avidamenti • mi regnu vai, unni Unni idulu almu e d'aviri Privandumi Adunca risi lanza. suduri. vizzusu vostru si ni Fortuna bedda di li mei yui a teni m' arricchì'u dunu premiu amandu ringu so la cchiù rumpi e preziusu Gupidu Chi lu Amuri beni. di crianza. ammastrata Occhi, unni 199 XVII secunnu di la Celia, 9 d' acqua. ottava * proprio per sia di li Canzuni amurusi con si 200 STUDI fermare ciò che antitesi del nostro anche che si nel e se possano dirsi di lui le del ms. di essi che sarebbe poeta come di 4 il solito monrealese? E pianto che manda crederemo noi cui il poeta desidera d'ogni nave, cose del di medesimo uno siculo " poigliartifizi, Veneziano di da delle del il canlo in quattrocent^onze^ ogni mercante, giunta? Una al preteso autore contraria il Veneziano, il canzoniere tutto rendita per A consonanza Petrarca sono balla di panno una oneste meno confronto Tannuale poesie- , delitto di lesa Poetica. Dove un ed altre la un ti pare razione, questa conside- piuttostoche per gervi scor- uriel? Sig. Pedone-La il soprannome meritò Veneziano^ altro per per alle seicento. del non in molti poi malagevole d^amore Tassonanza,la quale trovasi sarà giochettie segni precursoridel , che il nolo àé" a' intorno poeta. Non la canzone no POfOLARC accennato leggono di pare dove POESIA carissimo, che egli,amico me ha qualcuno Tale essendo canti DI prova, del sto, re- canzoni,risulta dal medésima dì una concetto , in immagine che si legge Prendiamo, p. Il Veneziano Si Tutta Chi Pri E La poesia del una si dà come e dice alla quantu è mia in terra« danna impijura cui po' (nan costellazioni chi 1 La la viletta Celia, i, 2. n. 150. e quanta in e una canzone manoscritto. nello mi nò e eelu cancurri. chi sastegna mi saccurri» nun sia Qualsivoglia accidenti Mutirà di costanza s' opera fari! è forza fina, chi in amore^ donna: sua in e di lui in questo e., la dichiarazione pozza s' Veneziano mai ch'avvegna) curri» chi mi vegna, la turri *• regna. l»Om)LARI GANTI £ il Yeneziafio •guanto volalo il dire a Vurria '^tra slu Sì prima Il titolo del €osi fa anche ' a molti. siciliane clie significa in poesie di questo con a la fama cui non ed furono non sarebbe altii si copiate il sotto più dal popolo.La poesie non grandissima ebbe inutile che io ma dizione tra- oscurò con- riportassiqu vogliono avvenute poeti dellMsola; si sue, appartenute. A essere suo letterati ; cosi Veneziano che possono di tali sfide che monrealese a e stro no- Veneziano; il che dai quel tempo nunziando an- composte dal sono Antonio le al volume raccolte piuttostoriferite, colui che ferma alcune sospetto della falsità del a' dì nostri dai letterati altro poeta i sipillutn. e acquistare importanza facevasi ogni jutu^ amatu, mortu letteraria attribuisce «ome lagrimatu. curuzzu rafforza il mio lui, ma di vidutu, lassata poeta monreakse in altri termini hai chiaciutu. nn' avissi le Canzone celeberrimo nome. per vuole «he mss. t' avia su' nun ms. l'autore;esso dai chi mi questo solo vale g s' hannu ti lassirò mal, Nun è pinzatu m* nun tei hannu li mei ti cridivi chi tempu gran hai chi sapiri,heìì^,a puramenti O cois.,che popolo: Considera Tu 201 XVH poesìe del delle autore sa' si l'occhi Cu' SBC. NEL tra per i il poeta tutti questi soli bastano. InSalaparuta era la intendeva se il Veneziano ^ Ms. pag. coi celebre Vujareddu principalidel gli mandò 225. lu a suo di li tempo. risolvere dubbio che chiani,che Un giorno incomincia 202 DI STUDI dugnu Ti 'Un coi la cosa Né vaju stata Vujareddu Re, (a quei tempi larsi di Nuè. d^ armi Condotto in la volta prima a dizione tra- dubbi del la dimanda cci la i re rapiu ecc. la malinconia aveano il prendere a salaparutano.Egli alla presenza Palermo al di fronte non avvenire. dovea di S. M. si trovò rivale antico suo di trastua giorno spedi una un quasi prevedendo quel che scompose ecc. : questa gente del popolo) con compagnia si l'^rcu è:' verso fa testimonianza sapiricu' Vurria primo il Vtyareddu altre volte venne Veneziano a tri. o questi tenaini, perchè dalla questa fotta; di che di jorna il cai tra in si rimase si rileva che Il di du* tempu sfidato rispose col canto Lo POPOLARE P0B8U in per poesia,il quale gli domandò: chi Lu farriti,chi farroggiu,chi vujareddu, che Corda E fu rimandato Il Dott. vita e sulle oggi che in pace opere mate a Modica del roggiu, suli in stanno scrivendo attribuire Palermo, con ha « del non lui,poiché che Collegiode^ del dUncerti suiti, Getori, au- Veneziano, si possono talune di ms. un di S. Martino in sulla ricerche canzoni altre Biblioteca libro a raju. alcune poeta, dice insieme nel terzo fa casa. nostro quello più copioso della contenute fa nella Biblioteca Veneziano Nazionale sici* tempo glirispose: riti, ferra Giuseppe poesie del in fa cakmbour cai» il giochetto,vero attender liano,senza farrajur e fé poesìe tutte ottave stintament indisMn- 20i STDM il Veneziano quasi i di dare da co' sfide a e popolo che sapienza personificatae nella il ciò che spiegazione di Occhiu di Purci dal il tal ^anto, è del in Catania e in Partinico di Francesco il àa questo, è del Veneziano, Borgetto il «anto bano,, è di Al- di pato Messina, stam- raccolta, sua ciaraveddì, 4al dai volgo quanlo Modica, ne^ cui si' la cunucchiedda ti vurria Parrari ms. renti, pa- si trova. lu La facci lu in vivente % aviti sapitica Capaci visu di la iu lu lu fusu, pisu, susu, visu, cu paradisu ; affruntusu, sugnu nello scritto 98 come fatta dal egli non mentre pag. ed iu parrari vogghiu essiri 'ntisu. Senza si canta ed parrari l'aviti giuiusu Ca leu a e piacirì d'acchianari Aiu V. carni si' la valanzedda Tu * della nendo fi- seguente: Tu V. mancia cosa canzone ^ 303 pag. che e discorrendo; e tu, Sa- via « riferisce,tanto si come La a ricca Lu in Pavone \ a- quanlo in Palermo Cambino carissimo, sai bene Vigo lettere apparisce evidente in Monreale è del parmi Passalacqua. Ma « dal contrassi a Fullone, che svariate e a e vero, che in Carini dal di molte uomo si discosti lomcme capace nello. indovi- un lo fa venire popolo isola cominciando dimostrato ad lami POPOLARE poranei o ^o' presunti migliori poeti estemfhigliori deir ver POCSU sia la maggiori Segue DI : Pietro di questo era Fullone volume. capacioto E. Siino poeta ancor e le nato quando la can- sfidepopolari siciliane il § III. POPOLARI CANTI zone dall'uno correva raccoglieva.Sai la da composto me il canto si che all'altro capo più Ce' è malata Malata ranni Parli, Dicci Siddu pi lu li cu sorti poesia del per fu mandato della e Intanto laute cioè canzsni lìunno in un ho completo biddizza mi morti ^ il caiUo dianzi citalo : composizione come il connubio della tradizione popolare ha partoritoun nella seconda metà buon del noscritto ma- fatto parola. nel che manteni, stampata da lui fatto di altissima sec. popolari del un importanza XIX. si sec. XVIL qualche variante;, ma inalterate Ducent' sola concetto in contrario. risulta da que^ conservano noi,, qualunque da portarne in parti che stesso ti*adiziahe tempi lontani è vero, e potuto mutare possa parti, dugnu poesie contenute^ di cui ms., mi arti,. morti, amanti Billeci. In breve delle numero te la tò al Vigo di Antonio lelterala da : Veneziano: Bedda sto miei V. Cilestri, ; 'n'autra a la mia manu la Morti 'un. si merita bella potrai vedere E l'arcu vota ca co* parti, ed ingegna cu pieri di li sti nta mandò, sapi forti; nni miu, curuzzu la mia Ca mi e jéttatia Va bella mi Cilestrì assai del antico una e il Vigo Sicilia, in Noto vivente campagnuolo sa della M. Di Martino che pure 205 XTII SEC. NEL anni di ciò che non nacque sia il giudizio che Ogni tanto ci la tradizione tri al- avveniamo, ha il suo trionfo. Accertato questo sarebbe , ora da vedere. q^nalQ fosse 206 STUDI sa il che Inoghi, via ì che far dire gli a' ancora e che stessi del sospira. Settembre 187i. esso? nel siciliano; le e e che che i tutti scuola XYII la celebrerà e poesia che piange i la trovar sempre odia, non lutti di ragione passioni stesse ama e sanno ogni chi ma tempi non Laonde secolo afietti popolo di di ad nostri, giorni figlio un è popolo fino PQPOLARB popolare canto mutamenti scendere da celebrava prega del canto e a sarà il seicento nel Stato POESU DI corre con- popolare celebra finché e ci ride^ CANTI ALCUNI DI IN altro Un manoscritto di professore È termo. SEC. egregio di italiani da e de' Codesti e tre 548 quali Vi tre anche artìstica Qualche concilia più secoli ed dalla de' rate, nume- prima altre pagina ridicole,per indovinelli e sua secoli letterarie nelle titolo: Ad e poesie per un la più nienza prove- riscontrarsi e quello anche letterarie in XVIII. popolarità,che più recente—, lo di parte misto, lo tramanda ed è la e XVII XVI, origine popolare in il genere nascita di chiesa in parie di e due ciascuno. ottave ; liani sici- componimenti, quali possono fa sentire origini del 1779— col di Pa^ non epigrammi di nostri einidita poiché persone alcun' sei sono ai scrittori le E colla data ed poesia ehe nella avente altri da sei due componimenti poeti tecnico 182 pagine altrettanti quasi per e comunissimo molti Mondino quattro versi ciascuno^ sei indovinelli e ferto of- slato siciliane,profane, d'amore, ottave si contengono ottave da è Salvatore R. Istituto frontespizionèfine^ titolo: Selvetta mi , in-16** di volumetto Vozio. siciliane sac. nel sdegno, lontananza, spartenza passar XVIII. poesie lingua inglese un senza questo DEL di dall' esaminare ad MS. UN POPOLARI a ve ed alcune di monasteri fratelloubriaco, ad dopo tarde ne nerazion ge- hanno dano riguar- (v. i un cioè ponimenti com- P. Gè- 208 STCDI due suita per pera cosi Patti ec.) degli ultimi dovett'esser passato, nella e screpolo sia che no, Tanoniau) o solenne diS. Chiara nel monastero a giudichi dalla ottografia che si è opera in locale D. sac. ritrae Tot- vedi 4 ottobre , di cerca raccoglitore (di che dal novel cantata dt siastico, qaalctieeccle- di andare letterali d'occasione messa Lorenzo di forse e il ms. che cerlezza Palerou), sia che si guardi al colore di compommenti tava , eoa faeevasi DOB Monsignor ricevute non e erotrdie^ Ecclesiastico canzoni de' dirsi secolo POPOLARE POESIA promesse poò del che DI la seppe Giu- 1779 »),^ parlata palermitana. Le quelle che di poesie popolarisono si leggono nella raccolta di canti: di amore^di gelosia di corruccio,di di morale. chi Diu O lu mari Yimssi un E 'ntra NuA la mi chi Basta, Va mi si lu cori 0 latru, a campu iiù frijssi: maneiassi^ ci trasissi chi riibbatu liti 'nti'a di r arrubhasti, 'un e rubbari e cori m' hai nui. lu sai, tu li duni mi cunféssati, latru, poi accattassi im cori vindissi^ * ti lu teni Si lu lu fari cchiù Si tu Ca curiria mi m' padedda sua ntra pammi Senza piscassi la chiazza siguiruzza nai putissi, mi e marmaru la mia Poi mi stari 'mmenzu poi addivintassi, pisci grossa Dintra E alcune: Eccone cchiui. vidirai e ci vai chi cuscenzia senza cori e ehi tu cu chini, hai? dui r . tira^ sa- CANtl Vurria NEL POPOLARI Itt sta spariefiza'un Ga sempri £d ora li peni 'un aju Sdegnu Facili Dati sta Idda fu gilusiasiati chiddu lu miu all' ultimu €a la nu A r assittata E q nandù €omu pri È tantu mi Ga E del si può G. PiTRB— ti ti del anche Yigo di e chi tia abbaju, riju t'aju ti viju^ leggiere varianti nella 136, 524, 389, i numeri sotto il , riscontrare vija abbruxiata Studi taliju. pir T amuri t' aju e vaju, mortu eh' all' occhi Bedda Ghi ti tandu con ^ spiju, sempri jocu grandi volume dimannu. nni mancu canazzu sotto tirannu, Tocchij t' appi dispiacidi quandu Salomone quale viniti, la circandu queste si trovano è nel nel toi la pena E dannu. miu si fa 'atra dórmu, un Iu a mancu e Sempri t'appi di li cosi firiti^ fini sintiriti cercu £ vuiy mai. centu cchiù cori a uniti prigari mi à guai, cb' iu cumandu*^ ingrata dui vui vui^ a cessanu la causanti Mmatula assai. pinzandu mei mai, vai cu diri li mei nun e cu tuttu a cantu cuatava cui funtani Fannu £d m«i a la cridia mi lu fui, arr^ssu 1' occhi Ghiancinu Ca a videmu uni Tutti Ora stava chi focu sapiri stu 209 XVIH SEC mei a n. del la seguente facisti Muncibellu poesia popolare, 4 417: raccolta la cap. ma priVII ; canzone : fallu, ^ 14 210 Gaddìna Fìcu pizzulìata d'ogni ocellu; duvi Ncùina Già ci la tò delle si sfascirà letta credo che e Bedda, Ardiri gran nella vascelhi. prima pagina raccolte da la tò si nni Si' fìcu Si' stadda Si' 'ncunia Bedda, la ? 'N Vigo Francia si Si Si biddizza è anche quesr vogghiu luéi, lu la terra si *n celu, l' aria Si campu, la mia la mia Si m' assutterru, si quale ^ Incudine. * Vigo pag. vaju a canzone 262, e. morti fuj altra nun me : xiata. si muta. è travagghiata, è proibuta, la balata, l'inferhu,m'arrifuta a 8. vita vasceddu. dilata. guardu E tò s' astuta. focu Si Si moru, junta 'nfaddu lu Si caminu, juta?) nfallu ogni niarteddu; batti friscu, lu venta cerca le varianti: Muncibellu; si sfasciò legge (o lermo di Pa- ogni cavaddu. sta cci ca tò 1, pizzuliaogni oceddu. cci ca Comonale junta l. pigghia ogni gaddu. ti ca è un pozza ti ca biddizza del Galeani-Sancle- P. riferire per opportuno gaddina Si' La Portugallu ssu ms. siciliane Muse in junta è ogni martellu; Palermo, 1662, nella Biblioteca mente, In ci batti navi ho che alloggiaogni cavalla, *, unni 'N Francia p. ¥ iK)POLARR d'ogni gallu, cavarcata Stadda Canzone POESIA DI STUDI pare *. letterata quanto ogni al- 212 STUDI è anche in questo volume, così i due ma primi versi variano : gratu xiuri, ch'in Ssu Scrissi all'idulu Comunissimo una donna pag. 22 trova del voi T nel ms D'una ci Iddu Né Alcuni d'amare E: come a quale si vulia beni^. e dissi d'autru È : piccatu, cunveni. nun putiriidda dissi T' : lu teni.. aju pirdunatu; soltanto genera canti stati raccolti beni.. può come ms. , dalle vedersi canto, che stesso è Fimmina fu dda Fimmina 'Ntra e sugnu due dubbio un fìmmina matri 'na beli' aria chi fu' nata^. mi fici, fui nutricata^ Livanti, Punenti Mmenzu e Libbici. reca: Fimmina Fimmina 'n sugnu fu tempu '$i menzu matri me d' e un di iiinmiha chi mi nata, fici, istanti fu' criata Livanti, Punenti e da irregolarisi o mezzo a i riscontri sono (voi.l"";pag. 14i) me E a- cunfissatu sugnu penitenza: vogghila chiù lezioni d^uno ms. e mi cori 'n di questo da il cuore. lo rispusi:Patri su' furzatu, mi completi nel edito quale cosi eccolo raccolta ch'amava donna miu Pri nel per confessaci rubato gli avea di Ronia donna Amari Lu canto un Roma a della mia cunfissuri lu amati» : Vegnu Lu' Italia è andato d'altri che pettu timti biddizzi miu in tutta dice d'essere mante 11 POPOLARE POESIA DI Libici» farsi. trovano seguenti sulla nere CANTI Ora ridutta sugnu Pri dari Ma si di Parturisciu Ecco Salomone E po' E va ms. E E Anche il Nella mia duru. lu mariolu la spagnola a cu assimigghia vagare delle fanciulle spagnolu lu mulu, il e.... passaggio,la pulce di letto,ed pulce nel citralu, lu lu ha ecco la va seno eh' è vivu A cui lu Chistu Meglio però culuritu inortu Doppu è 'nzerta un è nel ha cci armali ms. : niura si e testa : si sollazza. testa, fa; dugnu pa la ia testa, nun ha grazia Gambero: Mentri come questo indovinello e' è (e. 849) raccolta, lu detto per la tamburu. a vasa gr^ci,sia sulu. lu e vidi mi : Irnzolu lu sutta tutti i volanti Che • scuru; e sulu apparenta nun privilegiodi Di moddu camina cucuzza ne' canti da linzolu addivintatu è mi la- mula cui raccolta ,pulcey : piggbia La sulla lu a lu la trumbetta sona Si lu si metti Dipoi fici. mi mariolu è la notti purci notti La E purci quant' tuccannu Lu chi matri si 'nfìla sutta è nel tuccata (e. 723): caminannu Va Intiera lu su' di quattro versi in Partinico ^idi filici, campa manu mia a lezione una cui stissa me 213 XVIII carzamta, a spa«su SEC. NEL POPOLARI ha. sul 214 Quann' iddu quann' E finire per speri, iu spera Tu 2. Timu, 3. Quannu 4. Ghianciu, 5. Tutti 6. Sacciu il. 0 t' amava del altri la gutta. di cuntu un Vigo minzogni. 'na muntagna del Salomone e. d'oru. 117, 528, 191, 483, 484, le per 249, n.9, pag. confronti prime sei ottave^ per la settima; e per 293, 317, 63. si convincerà che Chi tra vorrà il dere scen- ms. i e impercettibilidifferenze. delle qui di terra. ramurazza. ti vegna quattro alla mia, minuti chiusu. il lettore a' canti raccolta mura. ddocu. sunno marzapanu un Diu, ch'avissi della edite cose componimenti dèi ms.; popolarie veniamo ora di persone a non indotte ci appresta. esso nota pinzeri cuntari io rimando li miu^ cbianciu ch'aviti Yog^iu la metà Verso di alcuni divertire un li mei mia! ccà, siati onesta. curuzzu chi si' laida 0 libri esistono « di passu 10. pochi altri co- spiramu^ suspiru,.àmaru e tempi chi alla raccolta che tremu 8. A Fin parecchi ecco tutti dui e chi si' laida, facciazza a la testa nn'^à. nu 7. 0 le ultime 1' à. raOroiUi questi eoa 1. 9. 704 ca vesta, sua di ottave: minciamenti Ed dugna ci la niura è cularìta vistiola chista Di vivu morta ò r indovina Cui Ma è POPOLARE POESIA DI STUDI tempo del il raccoglitoreha volume indovinetti, la malinconia. " importanti cose. motti e Qui sono Viene messo una ridicoli,morali delle tra le bizzarre prime per e ad il suddetto CANTI dubbio stato sulla duru la ntra lu Vìnni £ Si mi Ti Questo dubbio Palermo pir duru di mastra è ci la scisi paria, ntra misi uq pirgiaria. io Tho ed popolarissimo, in altri e yia^ so dubbiu sciogghistu fazzu ci avia, poi ntr'ò moddu né misi li soi ntramìsi duru moddu né moddu cu duru lu pri lu trasportato;" *ntra modda miu lu fiasco dì vino un sopra « 2i5 XVIIl dalP acqua e moddu portasi lu E altro dum lu SEC. NEL un fiume un Plgghiu in poi neve; posto in E POPOLARI potuto raccogliere la lezione luoghi. Eccone più co; mune: Misi lu duru Vinni Si lu 'ntra lu moddu duru lu ntra E mio ventu porta moddu Ora aju non Io lu cu Cu' mi nzerta pi m' dubbiu di la ayia, via. so di cchiù stu misi, rimisi, addubbari lu mastru Sarà duru e dinari duru cci li so' cu moddu un fari spisi. avia, *nta un misi puisia. Segue quest'altro: Ivi in Palermu 'S avia Ed purtava d' era Poi lu mi Resti A una né in schini, né di lu pie di pagina un si cavaleri cappillettu tettu marturiatu; sciogghi stu dubbiu d' latu, fragillatu; donna modu garzunettu un bellu un ijsava pirfinaa Si tratta si gammi, né 'N testa vitti e giuvinettu curunatu. ma legge:fiisa: questa spiegazione do- 216 rebbe in essere proposta che cu' è eh' è Crìsciutu poi di 'Mmanu pir Ma Prima dì che alla cui a ligatu T inferno tra nostru apertu lu Patri latu un Éternu. è alcun non la conclusione G. ; venuta raccoglitorefa di l' invernu. dischernu. 1' avia figghiu dì è natu 'ntra so a dubbio in mezzo a spine, passato poi a due in mani che si col che si rimane sollecito di notare questo Piccolinonato pie di pagina animali vili in ecc. è frumento. Senza spiegazione nessuna patri Me pirchì E un puntu Appi 'na donna fici Poi Ira' Borgetto fece canti essa un persi la cu cui e mia mi punto del noscritto ma- inediti al a mia. libirlati. di matri. la via • patri. che è attribuita a juncia, figghipigghiaru dubbio 43erto miai amara omu, figghì di patri li mei a dignitati, ficiru la tasLÌri di mò E Però fici mi fici di gran e 'Ntra E matri senza fici ricca Mi trovo enimmatica: ottava questa ne genti vili jornu scinni inverno, conorato il precedenti, e spini 'ncurunatu quest'ultimo verso traiti di G. il di è pr* amuri nun picciriddu armaluzzi salvari terzu Porta Ma dui di Lu dubl)i maB* come segue: 'Mmenzu Poi due rispostaa' Dimmi é? ottava^ la quale manca, una le altre dì cano POPOLARE POESIA 01 STUDI Salomone un poeta ha raccolti in palermitano, che partinicoto Antonio Oliveri detto SEC. NEL POPOLARI GANTI 217 X^VIH iGiumnedday poeta analfabeta. Giuranedda, dicesi,avrebbe rispostocosi: ^ tuttu In Siddu Eguali chisti a lu vinni uni quatri: e fici via, di mastri; Missia Pir cui Pri la saluti eterna di nuàtri. che essendo l'Oliveri nel morto circa,e trovandosi anni tunni figghidi patri e Ficiru Mrì; putia, ed Eva Adamu Siccomu non fari fari milli munni Pò Se ni trovi nun cui li fici,cchiù E giria si munnu passato è evidente la che veru all'età dì 65 1864 nel proposta tradizionale né venne essa fatta secolo alPOliveri,né dubbi si vuole In questibenedetti deirOliveri é la risposta. co^ pie di piombo. andare benché Popolarissimo, mai non stampato, è quest'altro indovinello: chi Slannu Dui Dui chi Dui chi 'un sentinu Ed Due e pe'nomi che e vennu. che vera uno umile, fa potrà sentenziare nessuno che abbia accenni non ignotialle come ho e di di nomi persone importanza per gli studi di essi contiene. La nascere conosciuto avesse ragiuni comuni. paiono di di forma s ona vannu è una sfide mi genere in pernu. di sia di per- sospettoperché origine letteraria un essendo mitologici, volgari,ed già scritto altrove.Io essendo canto questinomi sempre stabilire il perspicuitàe perspicaciadi questa prima sfida: bene prima, seb- il sospettonon le lettere. Dico del grado esse. Ma cile, diffi- telligenz d'inecco 218 STUDI chi Tu PROP. a Dichiarami Chi è dda Dimmi cu' ardiva E dimmi E cu Cìgnu È Lu senùu La cuscenzia E in grida e l' affritti morti scioglierdubbi egli sia proprio valente nelle lo stesso sfide di egli è rappresentino un Giuseppe. Non nel de^ è più sarebbe che un un e proporre conosciuti in da vedere se cosi altro. Il poeta della delle è difficile che che solo individuo a ricomparisce ci quello mentre Crapa nuovo ; ma Salaparuta o , inedite è Crapa sfida è Antonino edite ed Antonino non componimenti vivi, cuntenti. certo ; anzi arrivi senti; si nun un nenti. sia ^ purgatoriu scuntenti di bìvi e fa luntani e Argento. Questo Crapa questo genere nostra mangia 'mpressu Tinfernu si divi pari chi e sfida è fatta da altra nello a è cuntenti? diligenti. si aU'omu; r vivi? tia sulu sti versi cori si senti nun e arrivi? lontani fa li morti a canoru, Lu Su' forti bivi e sia nenti r scuntenti piccata chi lu mangia si quali su' scrivi e diligenti: 'm^pressue su' chiddi sedi pari chi e cu' è Dichiararl certo chi cosa POPOLARE Parnasu sti versi Dknmi RisPr V Munti cori all'onm Lu POBSIA DI è una altre sfide i due nomi delle tant» , personalitàpopolari. Intanto saccennato veggasi Argento, Argentu, questo Antonino come e traendone unn' Farfanti, testa è mirra dal nu"Uvo l'argentuchi chiù Crapa tu di rapa. nome hai ? stuzzica stesso il : 220 STUDI principalid'annona successivi nobili la malgrado dignitàdi Capitale;e del che le donne Cattive è stato ci fornisce Bando V. de Ccà Castillana Nun chiui, Gran » tutto Diario Vanno palermitanOy 1772 Palermo. * Zolle di terr". dover non t. i Kalsitani a rumore la sopra le con alte il cocchio dalla de' 24 si sta fino di e e no in a polariss po- silenzio,e noi, dett'Eccetlenìissimo e perchè Signore D. iìio- 1770. che cominciano : donni.... semu.... bonanna. F, che comincia inclusive. Ms. dubbio un fatto,il quale ripe- un novembre cu da passare tramandato Daca, chi stuffati siti malannu e * timpe far voltare le canzoni non altri con raccoltesi precedere d*oràine nel seguente Diario Giacchi colle testimonianza Aragona misero e di versi sua autore sua dentro la città. » Riportando nella in parte eomandamento Fogliani vanni * e insieme la e % che gliabitanti della Kalsa^ io «timo bella la parte detti i Conzarioti salutarono Felice che di Villabianca d^ animo * stanza. circo- stranze potè più rimo- marchese ci racconta la satira la fo interezza perchè nei e fuori di dolorosa chi mitezza obbligandoloa di Porta a Pretore Castellana compagnia grida il Pretore Marina penuria vennero quella della città scrisse e delle mura ^ abituale sestieri di Palermo lega in ed il buon malaugurata imposta, fecero che tante plebei fecero e sua senatore contro de' due SBB delle una d^ogni genere; della fatale della volgo ed a' letterati Allora anonimi POPOLARE nell'anno satira fu al •che POESIA *.i Codesta mezzo DI Qq. D. 47 deìV anno 1768 della Biblioteca fino e Comunale per di GANTI anni ventiquattr' tato annali della Prof. fa venne 'ntisu sta tutti Lu sannu Un dubbiu chiara Faciti sta pena autri siti ca Scecchi mai e e Pirchì: lu vurria » Iddu Pri Nun simili bannu sdettinu a chiui. dirsi tale tari; sannu. Sì* lu dannu accussì. lu malannu; pirchi? diri, ma mi scantu sapiriCastillana, eh' è Pirituri la nostra nun veni e puga" può a puvireddipaganu 'un pure dui chi fa? nni lu vegna e poi dicinu: culpanu la culonna vui; a chi Palermitani^ li latri Pigghia dui; cornu un 'ntìsu Si lamentanu Nu ? sumeri, ogni apertura paga Ga echini paga Gavaleri la satira,se aju Nun Li o pagàrilu,sta cunlu ecco Iddi cavaleri; darreri di li tari attuppati cu eh' noi. bandu, chi jittamu nui. valiti ora, li avemu reslu, si vai Nun Ed ajeri: lu sintistivu avant' eri chiddu Di di Sicilia. sciugghitiiuyui. la lascia Paga L' a nuovo pirtusu eh' aviti pir darreri Lu Cu detto 'n darreri, va ntra pirtusu eh' È suggettu e d' la. sapemu e resta Signori Duca, Ben e 221 dui, taii la culonna scarsa ^isp. credalo banda Ogni apertura paga Si lu XVIII pubblica amministrazione Avemu È SEC: NEL P0P0LA1U Cita ha fattu tantu palermitana. pari l'abbundanza in tuttu e quantu gli ne- 222 DI STUDI Cacio, carvuni dipoi pri E Fri li di stu curuna pirtusa dàticci lu cridl cui li grana! 1' apertnri S* ànn' a mangiari li nostri lu mio chistu Ora L' aria è vera fari Lu pirtusu fàricci Chi d' ca strinciri a C Ho detto attuppari di è riferita dal bisognu lu a di Lanza. nasu noì« Infatti la culonna Lu sannu * I Pretori ' Nel ms. del Yillahianca sapemn la culonna ci viene d' avanteri lu e dui; tari avanti e nn' va arreri,* nui. sapemu i versi lu Banna è pure 'nterra i e , 3 variano d'aranteri... e ya anarreri. in pcdermitano^corre oggi Sindaci. Già Chi tutti tramandato modo: lu bannu è Diario suo eh' ogni pirtusu paga La è stato prima oliava, che nel popolare nel seguente Sintistivu ph'tusu gran precedente Yillabianca panza. crianza: cu vostru il dubbio che questa satira lu la abusu, prisintusu sugna Signur Preturi, parru Pr' ogni stanza, suverchiu stu si t' hai diciti Nun timurusu, aperturi suggittatu a Pacenzia, pagarL a murari. Palermu r paghi T' hai duluri, purtenjtu lu Signuri: un Palermu 0 dinari? eh' è di Dio, s' avi Vurria so fari ? a ^ piritori li ca sana; santa povira famigghia eh' avi 'Na £ pani chi yì e pntiripagari Fri POPOUEE FOESU cosi: POPOLARI GAiNTI Mettu dubbiu stu È Ma pirtusu suggettu perchè A popolari? concetto sebbene cerchi lame slorica il delle popolo , rilevarsi cui possa una la memoria; ragione vera e il pezza perchè condizioni Avendo bretoni, cioè che favorevoli ricordato storico del secolo ^ Bisogna anzi delia * neppure della uolare fa a che il Villabianca distinguereh proposta seconda. Barzaz-Breiz, pag. XXX Vili. esiste da canto un della terrà ri- solo pnma de' a posito pro- lunga trovossi nelle esistenza opportuno fa che facile trovar '. il Villabianca più innanzi fatto toio dimentica- Villemarqué nascita sua lunga passato, cade un sola sì voglia ammetter non « sogno bi- una primo nel sempi'e dal notata essa leggenda un'altra con è non plausibilequando nel momento più parto un e preferenza il mette di aver o a questo popolo di che quella, si giudiziosamente de' canti è *; il componimento di tutto conservato non ad nata canzone nella che non la sola prima pernio Altronde risulta popolare in un' intiera tramanda satira ha cosi di questa quali sembra che che accade il de^ ponimentocom- il concetto risposta,tuttavia quella e del stessa intieramente cojne l'ottava surriferita. da tutti i sedici rimaste son racchiude esso una ritiene le ottave la natura provocare ^ome cchiui. paga versi otto : tutte per formano che ottave o dell' indole è d'altro. Ora Ieri: ea va non mio primi meno, a bannu jsvoltoin questo può lu creder viene poi avemu e 223 XVIII darreri eh' sola Nei che a una li ntra scingghitiluvui Signuri Duca, Si lu SEC« N£L ed farne due ottava » un canto conoscere componimenti, della risposla 221 allro del un del dà dime le cause, e egli consacrò t734 Nel « delle armi e Spagna risola oltre luoghi del Regno, mano pagare la singolie la bisogna a testa era più questa Corle d'ora fu il gran e la restò però restando sempre pendente cosa non sulla la sera ostaute bocca sotto il Re la in carta della* i balconi venuto canzone in Pai si che Drago. d'uopo la mente di nel si cantava palazzo 1735 del del Papa, nuta ve- stesso 173i. che va anda- allo spesso dove Carlo il per ma, negò alla fir- Casimiro dell'anno e lora al- perchè popolare siciliana finestre ciò volendo non cagione'della presta a plebea gente e la salva affare ci fu degli Spagnuoli sul decadere Ciò per religione,perciòa di Giustizia irresoluta tutti i a le forti consulte de' ministri deve e Pài. dispensa di Roma, timoi^e di di pensarono suole gabelle di di questo di allora capitatecittà di guerra personale.Ma Pres. patriotlo la spedizione tempo, un dalla Scasciato, che si rivolsero VI Carlo Imp. tutti i ceti di persone spese rispettoe Romana dal fu da nuove la senza parole la invasione Regno degli Ecclesiastici sacra nelle quali fu permesso, Per delle testa per tai consulenti vi delle dello senat. guardia deirimmunilà fare danari alli danari Dep^ nel specialmente e carono provo- le Sicilia,li ministri della regno che ragioni testualmente rivendicare lo spremer Paleimo, per di dar e sicura per potrei non fotte. questo a attendendosi di austriaco Cesare le popolo, trascrivo le ire del Il Villabianca sopra;. ed io che vi discorre mitano, paler- lo scosciato^di godevano. più di lui,né comprendere di che 1648 Diario suddetto detto privilegio fln dal gli ecclesiastici ne POPOLARE 4758, che leggesi nel per la lesione cui POESIA DI STDDI stava faccial af- III Borbone CANTI facea per m POPOLARI SEC. NEL fatta ed introitala la multaci eseguila nei tempo canzone del questo scosciata Dicea cesareo. governo 228 XYIII ella questa : PaFermu; quanta fusti furtunatu chi Ora jutu dda cani Chi la Sicilia ha tutta li £ mancu di lu lodamu ^ de' di e**ha vinciatuf poesie raccolte ziano Vene Veneziano cignu Lu la furmica Guir Ed 9.IÌvola iu Cignu, può non 3 della G. china ali' uitinii canta quandu pietosa di va vero ne se Biblioteca — Sludi per là dalla bocca queste del che qual- ms^ dalle opere e poche non del d' ottave a- martiri, guai,. murirl a assai. lagrimi talpa,furmica Palefmlano PiTRè. da ui^: pir pa|iripeni Ma D il Re, di questo « mancare; tolte e suspirì addivintai; Cantai, vitti,vulai, cridia Diario che e qua talpa vidi in chidd' estremi La " » molto e io credo son cito soltanto E ajutatu; ci fa sapere come Eetterati, del Ne nu' ha chi alla Selvetfa. poetiche del more. assoluta^ ir Trattandosi cosa arrustutu. gradimento mostrava torniamo volgo e Dia a PrincipiGarru ne dilettava t scilirata fu Papa eiò^ il Villabianca carato vinata parrini livaa luf scc^scicUu A Viva Ma t' ha vecchia Si nn' ha Ora Dopo la Re 'un gli anni mora mariri, mai. 1795-96, pag. o08 e seg.; ms. Comunale. di poma popolare, fS' Qq, 226 STDDl m POPOLARE POESIA col lesto, che lu Canta tarpa vidi La la furmica E pri r Vola Allora conosciuti di questa canzone, Cosi eh' in certi Avremmo, meno p. e., 1608 al l'Orazio quel- tore 1691, au- visse dal che leggesi nelle prime pagine Veni lu ddu A Ora come uno de' dei diziom lu riordinala e Baruiii Obaziu loia, i871 iu-18. ci e chiù. penza vulia zhccu d' unni iu vulendu fu; tia a ci ristasti tu. e Capuana Cappuccini Capuana, Pigyhiata nun veniva poesiesiciliane *, malgrado, dico V. La fantasia tuccari scritta dal ci sii nun dda fa e cori stu deirex-convento da e fu accussi antico ms.di un cu partu locu Tuccai Infatti altura addisia chi tempi si lu scorda Poi di esame. che gravida donna, Si tocca ^ in ras. valenti,più o meno di lettere. del ms.: Una da più o di Mineo vorrei venire ragguaglioio poesie letterarie la genie Capuana guai, muriri di questo autori tra respiri pietusa assaù^. aria avremmo ne uttimi di prima le fonti delle ricercando V a li so' estremi a fosse dell'indole Se del cignu 1861: del «dizione riporto ddU'ultima io leggiere diSere"ze versi quesl'uaa ha pe' primi quattro E il quale tratta,anni fa, essa esistente nella biblioteca in Mineo la diceva e sté pubblicatate- in bocca io, l'artificiatoconcetto li canzurii currettat Capuana; cu pag. di Paulu Maura di e Minèu, aggiunti inediti;'tuetni XI. a del popolo la forma Nova e- li canzuni Catania, Stamparla di C. Gala- L'editore è Lai|;iCapuai"a. 228 £ STUDI anzi Altra maniera de^ versi esempio e basta:. questo è riscontro a esse non vero e un un scolare " vurria: obligatio.. delle là il tutte latine ottava cornee raccoglitore,o, piò di pagina qualche^ a di concetti la per ma cati signifi- non hanno qualcuno un ma avvenne vorrebbe e* se Petruso 1755. " per poesie* ? pixiato da È di argomento pìxiatii lu Patri Pitrusu un. dirle^questa qui, :: fu pure solamente curiosa, la parte pirchì mi D'Angles l'Abbati di tantO/ lette. Trascelgo fra le scuola Panno anch'essa dimmi nulla poesie d^amore^ sono dèi tempo: P..6esuita" chiamato- in cui il fatto ia preferenza,della stampa^ di esser neiristessa Dimmi t^ imbatti spesso già stampate..Altre, non come po^ comico, tempo chi pensieri e inutile documento aneddottiche, fatta di cuore; meriti sieno non oratio. messo cosi. Allo è sempre questo meriterebbero stata e tia? a siciliano.. testo speciale^he canzone. mia" a avirì hanno alino,ha proprio dal dettate Vi siciliane. Qua latino non viri est tutto. più probabile^un Ma chiddu boni stessa una donatio. satis est brevis^ Promissio le rime poesie Talternarsi curtisia. e duni tu pozzu^ lu sai bedda Tu , et consolatio, vera dimmillu: Scienti nel chi est non Dunca passo biddizza spes lu cori Realiter con de- versi latini in fuii mihi Pirchl Né e la tua Bedda, Non scempiaggini sopportava codesle di artificio è in qneste siciliani solo POPOLARE PORSU grandissimo diletto) traeva ne Un il secolo che vedere DI sua per il GANTI Amicu, fu la testa E Chi « di ficcata 'ntra Io ebbe mnrvusu. ligniatu un pirtusu. * l'tiai castìjaun nervu questo come impunito; e V avissi ligna,chi pirtusut Sucu in forma mi prima chi codesti a » inosservato sa per di cavarsela. ellittica e clire4 enimmatica accenna teiegrafiei ! poteva passare non passare sgarratu : vavusu sconsigliatogiovane a 229 XVIII malcreatu, impertinenti lu S' è chissu « SEC. NEL suverchiu Suverchiu Fatto POPOLARI malanni quanti Un'altra come ed alcuni lanni ma- ottava dispacci : Angles, picciottu,Culleggiu purtatu, 'Gavaddu, amicu, Scusa a lu 'n palerà vinutu, 'n catrida mastru assittatu Vuci, Pitrusu, birritta,scinnutu. ferra, sculari, misebinu Manu a Tonica li causi prestu rìsulutu; lu tuttu affruntatu, Patri pixiatu, Presidenti, Arciviscuvu, assolutu. Dò fine che quel che il un uomo andar non dì chiesa. tutte e ingiurie de' disinvolta questo Gesuiti,e degli Zoccolanti E marioli e di sarebbe vari ordini ci tramanda stato essere preso cura monastici di se la seguente scalzi, dei Paolini l'ordine (del- Paola) degli Agostiniani,de' : gargiuti li Dominicani, li ma confer- satirica de' Domenicani, canzone S. Francesco Grossi ottava, che queste poesìe può Benedettini, de^ Carmelitani di una si Chi, di fatti, ecclesiastico ? E facilissima de' le cercare con principiodi questo ragguaglio,cioè dissi in raccoglitoredi a un queste citazioni a Binidittini, 230 DI sTUM Li su' Scausi li d'agghi E durmigghiitti E coddi e Li Zucculantì, taui, sema li sanau Polìni^ rAgusUniam, su' torti vói grauci d'ogghtv E Si POPOL^ne POBsu li sapiri li Guliiggini^ cchiù fini lani: li guardali e ..^ Tanf è ed che è che se siffatte che nella io chi scoperte, fino a mente 26 mano, ieri si di chi 1872. e sa credei che tero cosa poca studi non vagheggia di argomento di 4a popolari correvaiio ben è so, ricerche di fa formaHo oggi secolo, via per secolo tirarsi paò^^ conseguenza un anche Un studi. buofia una impossibili (fuesli stwdi i e l di « tempo ; in ma co* documenti esistenti ed stici, ru- accolte avanti fatti avrenuno sto, que- i canti nel sbandasse ti^to solo LE POPOLARI L^^JGENDE l. La Leggenda Leggenda Bibbia, del più e sacra deirOriente, nella in Egitto^ mezzo a^ del gli passo solennità parte dei fatti di Evangeli popolare, a^ la quale graziosi racconti di che bonarietà, né respìnge testimonianza di che ^ y. i canti 954, e critica pura come storia seg. deUa mia e di sono vanno sotto come fatto andò raccolta. con impeto con * come ma che diede Emn- candore storia riguarda argomento subendo di La fede della il titolo di accetta invenzione, cui di cristiana poetiche, piene non per leggende, opera rabola pa- passo crocifissione. genere delFèra morale, stesso e secoli tradizioni la uno passione che colla Nazzareno^ drammatico questo primi nei geli apocrifi^ semplici e del menzionano, non Giuseppe alla disputa seguendo ora Re i tre e assistere ed movimenta la Vecchio ammaestrandoci ora vita sottocchio pone i quattro luogo atti della epica, con lirico ci maggior dottori, Maria Gesù, dalla mosse sue descrivendo ora die profana. e i fatti del facendoci ora Figliuol prodigo, ultimi le maniera sua accompagnando ora gliargomenti religiosa sacra^ Testamento, in fuga di Gesù alla Nuovo secondo religiosa prende e ra(Taz;^na e siciliana distinguersi in potrebbe tratta La popolare delle nelle sitiva po- come sformazion tra- classi 232 STUDI POESIA DI POPOLARE non son vere le verisimili, o talché della vita lo sono; fonte potrebbero dirsi evangelico,io la ho ricercala nei Testamento; i riscontri da e la Bibbia Tra il cielo che Donna sebbene rare composte per e ed orazioni Laonde tra l'uomo intenerisce è apocrifidel lei % leggersiin libertà all'innocente morte, a ^Yol. 335 II, pag. le e solleva di leggende: L'alluvione leggende; laudi numero che ^ inni , leggende sacre giace in e sempre divote. vezza sal- carcere, vita al bambino di Palermo che nega an- preda dal La Madonna di ^ Y. nella mia raccolta il cap. Trapani, La * // fanciulloannegato, // giocatore,e. pregh'era miracolosa, 938. e. di Al* luvione c2eH837, l'Al- 945, e. Invocazioni sacri, «^^ Tempetla del diavolo. ' i Canti del 1666, la di Sicilia del 1693, il Colera del 1851, l'Innamorata ?^ sola, con- e seg. del 163...,t7 Tremuoto Vigo punitore *. figura grandeggia sua nelle comune Dio % stella polare,tavola di naufragio a' naviganti; demonio camo gende leg- ed espressamente speciali in gran ha la e % tutela alla moglie del giocatore futura y« le Maria, anello numero gran storie \ nondimeno non peccatore un come al condannato ' Nuovo contiene affeziona,che ed volte abbia brilla di luce e di questa orali del ciclo il leggendario de' santi sta e ricomparisce in essa pratiche piccolaparte trovati possono me tato con- *. la terra e libri raccolta di canti che della mia le storie e le e una alle leggende poetiche ed comune quella parte abitudini popolaridel Vangelo. Persuaso de' tanti commentari tra del fatto della società. Se le varie circostanze infime e. 929. 933. e preghiere,e in quella del KEGGENDB LE foodesta accanto monaea se bino giuoco le a prese S. a Antonino, cose cose Genovefa in salia S. tììovanni Vito S* Nicola Gandolfo prodigi; divoti schietta traduce le quali , divide pur che ne * è darsi Gesuita di fetà // Marinaro di e / // Testamento La Capo Feto Compari del Duca di Palma, racoli mi- dei cura loro di celebrarli. leggende si nelle leggende il bene per pie e nerose ge- sé per di Palma Duca e che si la vedova madre, '. di S. Antonino, profana il Matrimonio bi- di 941. citato da del Comiso fanno di anime abbandona Baronesta 939, 940, gero Calo- Dio, e quel tal giovinetto a , canti • (Castelve- (Noto), S. sincerità e Ro (Trapani),S. codeste singolare quel per S/ (Siracusa), Lucia Giovanni commemorazione inconsolabile orfana, 30, anima ad Santa e vari comuni volgerci alla leggenda puramente Vergine pag. che menti ci- spesso Caterina medesimi se in vita operarono di rendersi di povera * in quali rimane Prima una le in tanto prendon meno- o duri a pochi.Tutti non schiettezza dalla moglie che La altri più sincera divote puramente ^ ed tutti eguale con altri. Tra e che Corrado (Polizzi),S. figliuoli. messe o Alberto (Salemi),S. ", i quali si esaltano fede La e nei Sicilia, vede se sostegno, al pari di lui Santa a (Palermo), S. (Naro, Sciacca) e povertà i suoi Agata (Catania),S.* Battista (Mazzara),S. irano), S. la quasi tutta e di sorte consiglia ';e (Palermo), molestati m-te dalla o punitrice severa o santimonia del perduto l)am- desolata dietro, aiuto di ragazze da'* seduttori inoneste sue di moglie, piena anche ed le tien "7Ìuseppe di madre una soprannaturale , S. abito prende se 233 POPOURI nella Salomone della La raccolta Madre e il del Baronessa Vigo, figlio, e. rini, di Ca- pag. 309. 94S e 944. 234 PI STUDI di qaella cha loccare sogna P0P0UR6 poesìa voluzion tremootii pestilenza,ri- della^patria: aUuvic^ni, tempeste, làittidoloro"i comenrati sempre quasi leggende s' informano per ogni nel quale sì vede caso: del mondo scagliareì orni lieti" ma seoipre; quali poterono ste grandi avveoimeoii i consacra e ad stesso uno cessi perchè dai Oagetliaugii uomini, suoi il in cui la udito p. li^genda e. di avervi sul a nata. il canto pel trovare la medesimo si riconosce e rivive «Uri la più antichi la lonte del canto ed essa si ricalca così simili da abbia sventure in compiangerei,o ietti simili da perpetuare, avvenuti da La leggenda profana, cosa vazione, sembra scena e destinata tutta luttuose una che bazzica scopre in casa Inedile rolamo paurose sono Bruno, le Paplo e moglie, questa leggende sui Cucuz^a, celebri ecc. di sa^ue e suo gentile colla mentre mette os^r- diti ladri,ban- rammemorare al padre è molto ed la illecita tresca la infedele ^ e a di degna veramente fancìulletta racconta Qui padre tempi lontani» noi * 1851 del altre consimili di leggenda siciliana quanto aUorchò comume neiralluvione quella del 1666 socia as- pui"e"ser certi canti pari che del 1730; come si a è cosi fedele che del i693si del Maria a patrono dei stampo ripetizionedi pochi anni innanzi.Hai fedelmente lo E tremuoto argomento, pel tremuoto nato ò rirli; ammise- e ad intercedere Quando flagelli. qualche al Irò santo, questi è stan^po sdegnato de^ peccati Dio Maria» impietositadi loro,andare Dio Qne* dovettero nascere. sempre snoi por di di Ttiialangn, Lupa tale un il mamma; si prepara nel forno rapina. a nirne pu- riscaldato di mare, Gi' 236 STUDI igetìàBsi rimane; r allro mondo sentire il crudeli è stata la more acceca fogge, il delle Regina una chi la libertà fecondano svolgono e potente che fate Per Molte ^ gli avvenimenti delP i moti scopre la bella gli la vita di lei e tenti po- leggende così facoltà una animo dono conten- sospirando queste con a- esso ricchi esso ehi e Per ottenutala, con rivali che prezioso acquisto e Tandare. perdono *. L' di ottenere ; ed cantato e trionfa di dieci fuggendo baroni per pianto Grua La pur dolora e arrischiate. imprese morte freme *; e amante Talamanea ad perìcolie sfida e bella *; ci fa da^ Turchi cui a nei- toccata sbirreria della giovane povero trascina la quale ha per un Caterina sciagurata conte un di rapita la e trista sorte grandi capoccia pianto sopra POPOLARE gioisce della ma a^ POESIA DI dell' intelletto. e Quelle feroci vendette, quei delitti impuniti, quelle passioni gagliarde e men poco che brutali,quegli e bassi *, infondono feroci, tra magnanimi e dolore, di compassione, di dì nelle come col vero leggende falso,l'invenzione per ^ » Gioacchino i Pirati, e. La * V. il Contino ^ V. Salomone e. movimento Non amore. il storia di capriccio, rac- vi hai soprannaturale; il si stringono figura,ritrarti qualunque un in atto monia ar- tile, gen- della vita. 917. di Carini, 918. e. galante, la Regina nella Baronetsa Vendetta, Beppuceio looTone nella bella sensi pietosi 926. Principeaa la un Leto, * citati da colla presentartiuna descriverti divote e sacre atti tra Baronessa delle di Carini, il valente, di Carini, fate, Roiina, pag. pag. 27 la e Fuga amorosa seg. Bartolo, It^ggendecitate 30 e seg. da Sa- LEGGENDE LE 237 POPOLARI ^ II. quar Ma volte Nove rollava dieci su nelle e al settenario ne due a nel ed nelP se della a V. a pag. Banditi, non la forma drammatici mollo e 106, rima delP ultimo e nel nella del di la ottava la Storia tempala trovasi ripetuta non quattro sole ottave; danno novella lingua posseduta,da è di dèi i del 1837, / Pirati, S.* rime le desti co- alterne aprile 1860, raccolta d' AleamOt Crtf"o.(III).. tre nella delP ottava in due superate, che ora verso primo le rime voi. II della mia di G. prima, che spesso nasce sono poi Bonello, La Pastione loro.. La parolaini iera ricchezza del 1693, Il colera diSUilia (l\)^La due, quattro poeta: popolare parola pag. 31 del presente volarne Mon$ù ma alla for- del ora felicemente grande 95, 97, rime a gli artifici tra. di più, poeti.Quando ^ sono ^ Cosine non grandi, difficoltà prova allenga rispellitoscani: argomenti ultima la rima otto,, se ma si coppia,e a accodano nei si riscontra seguente, dove meno a celebrare quelle che effetto come le ottave ottava seconda,,ora per lo due a senari siciliana ingegnosi legar d'una sirofella a non e la S.* Caterina. pateticiquale Svariati che raro a di mirabile si rivestono quale lieto,è o cfeirottava versi rimali arie, destinale quinari e a riescono e preferisce la essa ad alterne quallro rime a alU oltonario». anche naturale verso volta tristo o sono baciate; della rollava storie siciliana ? leggemla popolare , fattarelli d'amore Ve della epica. Qualche brevi: versi la forma è come e pare leggende: Ldue II terremoto di Sicilia Genoveffa,Il figlio prodigo 238 di STUDI rime due ^ Nella V da pure delle edile, la S.* da di tutte Genovefa^ si svolge queste la 4oro e ottave, La ecc. rara, la prima che dieci, dodici duecento cento, e più lunga 108, legate in deste co- bibliche leggende seconda rona co- * afTatto gli argomenti leggende a l'avaro e lunghezza secondo a le che epica. La hanno hanno ne le ottave accortezza una con varia sempre estensione. la medesima per haono ne se inosservalo V ottava forma, cioè ve lasciare e legano preferiscono meglio I9 santi leggende si intitolata rAwersieri si alternano ^ìoo bisogna di seguente, leggenda forme e POPOLALE POESIA baciale,queste air oliava rima DI tamente esat- fra di loro '. Chi gli autori sono di queste que' fornai,que' quei carrettieri, fatto e d' amore, i canti fanno di dolore, li loro estro di storia. L'occasione, si sa, è il loro e cuore averne la loro religiose basia la devozione leggendari specialmente sacrati nel mi di leggende nomi ^ mezzo La far dire degli Madonna storiche autori biblici. I loro nomi di a* dottori. La ' C. 9i8 della mia * C. Q4d della mia Trapani, raccolta. le per ora che 0 S.* Luciat I tre Be Cristo vena disastri pisca colcose con- sono quando quasi mai, mancano no han- di canti Osservazioni no. calamità passione di Gesù raccolta. oi^ certezza con sopra non fatto che un immaginazione: ed tadini, con- uscir fuori per naturale,fonte perenne componimento possono che l'occasione in nuova carcerali pronto, la loro è sempre e di quei gelosia,di disperazione, inesauribile: una basta Sono leggende? rate accu- si tratta pubblici siccome non dell* Oriente» Geiù {ì,il) della mia i raccolta. in vi la data manca volesse seitare Tra le sul Pi Infantino ottava tra Vincenzo il qudl sul Chotera storia sta fu il Celestri Chista ^ V * G. ^ Canti *• C. a pag. mia 35 nun di 925 SIC, della mia pag. di *. 1743 è di pubblicar se ne 1837 gorio Gre- tima dall'ul- apparirebbe V intiero e delPal- rivelano autori Salinitro da Bronte aju ^. cuntainu solennità e statu souncerti, a li sturi li duttrini apierti. volume. 17j della mia 321. raccolta. meno sti canzuni tanti sunnu questo 922, voi. 11, pag. pop. più cci fa sapere Resuttanu a aju accapatu 'un Ancora fatta l'annata "è ci Gan- dicendo: con eh' Ora di del Ignazio e Salinitru D' Ign aziu Giuseppe di Sicilia del Noto conchiude *;quella quale potuto {empesta di Messina ultimo Pìr Messina di avesse da Tremuoto sul barcaiuolo sti canzuni Vigo Celeslri Mentre fattu il snlVUltima patria. Cadieli Mascàlucia, siccome quella il telli fra- Pirsuni, Gannorfu Pe"te un de' suoi enl^ pueta di se \ Di iu 1' ha suJla leggenda canto di chi Giuseppi polizzano, '1 tri Divini figghiu è di il poeta della quella che Virgillito povero Pulizzi di grazia Lu La troviamo ^rotitadino Ca i dolori alla sventura nome di Sicilia delìQSZ Cadieli che fatto; parrebbe montnnento propiio di Gaetano (?)è Tremnoto dolfo il quali leggende del 1663 del durevole a legare e precisa ^ raccolta. esattezza: 240 STUDI Pi memoria Fu ò Si le divota che treiitasetti^ bar fatta spjia ea' Diu, sioriGtie leggendo la ricevere suol sti canoini: è qualche leggenda ultime delle una * Gilestri. 'Nzulu po' e ^ignuri,. miei o milliuottucienta primu Fu Dopo vi lassa, uncunu popolaab poesu DI o sacra il ottavo me no- deirautore; e p.,.e^/"figlio prodigo è opera di Domenico S"^ Maisano, ' il figliodi di Gesù Filisi ^ il sia g enda abbia fatto Nino come ledette morto Martino, S. Pietro nò politicodi G. 922 in cielo t^ tti B Ed a né Tuatri Sintiti chitta V ha fatta Filiti l'ha * A Si TO' e 'an La Vò' a U mi FaU Retattana tapiri Tanna diciti la poeta Deca nenti 'gnaranti. »ti cantani: li nitcia. foni: qaanna trentatria. tapiri tti parti ca o un birre li fici ? Niculaci. volle alPinferno. sapienti e 'nratata miilit«tticenta K E dotti CatteddaTÌtrana La a famigerato un leg- popolo il diavolo iiggitili »tor4t di li tanti Chi Ga li fibi della non campati Minica- Maisana*. Vostra 3 parti il il poeta Leto, cui 187 della mia bit, Tol. II, pag. cui faccia non dito banma*- , allora, sia circospezione,o, Umore che iavolge Salta-le-Vitì o Gioacchino quel come una pur fitto buio ovvero rallegrarsi, a alle leggende venendo trova e della Passione q.uando Targomento massime avvenimento un gran più Il \ La maire narrazione ne se autore. sua le compose, che non Fata (^ Nicolaci MHa profane, conoscere Antonino la bellissima e Cristo di Deca puramente 1 Genovefa di che raocolu. è dopo* Sia più probabile,, LEGGENDE LE della legge geDerale far pompa a di poesìa del popolo, la qaale nomi di aulorì, il poeta e dar risalto a^ personaggi che egli si se è, sano, chiama Rizza, Minzioni ', ei ci pare Dio confessando Una con vera cosa mi e Morte che li aveano tizzo la e a senza 1837, pur la di Dio. Qualche matw) alia notizia asioni dell'uomo di che V. neUa diedero mia — raccoUa Studi di Malsano quando nel pericolo de' canti fatto voto vivo ad attestare il ctiolera dalla terribile epidemia itella vendetta strumento induce che disastri toccati a poe- ravveduto da poco a canti a paesi vicini tra tutte le leggendari è e oc- quella religiosi e moraìù poesiapopolare^ tare poe- nimo dell'a- profonda commozione origine i Canti sulla Mala egli durante divozione ovvei*o gravi ragione gravi malattie, da quello del poeta. Singolare però da G. PiTRÉu salvamento genda, leg- ci fa sapere Cilestri è sempre faceva volta epura in questo genere, lontani a buona una tantq^liuni che e Vincenzo di uscire mente, umil- una comporre poetarono, Tuno Buscemi o- dono impetrare pèr- tradizionale voce consimile voto in cui vedeva 1 mettono sul Peccatore,uscivano composero. sono tori, proposito di questiau- a Tallro nella resipiscenzaaveano poi non colpa. ridotti agli estremi; che che c essi parabola del Figlioprodigo s'era quanto del in tutti de' peccati in vita commessi; che con notare quando essi si Faltro e Che e chiamandosi propri falli, compunzione Minzioni quando questi nomi che un'opportunità.La senza che i vi si mettono non sparisce per morali.Vitello,Buscemi, voluto piace di ed è che ama in evidenza. egli mette canti lunghi zio^: i devoti poeti hanno a non La Fata, Filisi,MaiNicolaci,Virgillilo, ne^ come ìil POPOLARI iG 242 di STUDI cai fallo della bo Passione ed laci a un per per della canto spacciò per della grazia si non 'V. GiugDO" la mia comnnieò o passione vita e T per effetto piacque, della si voi. II, a' pag. -i"4- che Bei libertà. davano poi composto. 1873. raccoHa. che 377. poeti gli venne tempi ^ 1 1 gendaria leg- Nicn- condannato egli fratello, recentemente tanto e al la Deca ara) Avendo storia dice Fu, e che delitto. qual la popolare, (contadino sa conforto suo; Nicolaci. tradizione costei ricompense 4 del chiude chie noia Cristo Uwuraturi poetessa, 0 Gesù POPOLARE una antichissima povero morte in cenoo di POBSIÀ 01 in nna rella so- colo, peri- quel seguì, 11 il fratello fatta quando bel lo piena si ziose pre- 244 DI STUDI scorreltissime de'Rainone fiorentini Che poche di popolarità;talché il che che fu si prese la il IM" e- tra è dato la cercasse ragione di negli argomenti Oli delle autori di Florindo eardo Napoli, ' per il Paci, Historia Nuova eompotla ' * stellanot » e luee da spese qualche paziente con ond'essi Cario Bainone di Russo In U hanno (sec.XVU cornea Piramo, e heltissima essemplare.hi Palermo,, Historia/ di La Historia per Foriano^ IHsbe, Historia La e Bie^ Giugtianete. In e "SÌX). di banditi, capo sopra. da composta Luc-a Vallerò, TisbOy e o Napoli, come ecc., varsi tro- trattati. sono MancinOt di Pietro Benzi. amore. Abbale^Cèiaré' detto Luigi Antonio cia trac- fasore»potrebbe poco di , pure GtusBPPS grt'sao jlivak XIX".. luce da in data Historia si morte e tra le altre la Historia e Palermo, volga torno MeschinOi. là' Begina di Cipro, il Cavalieè' dVlanda, Guerrin e a pure Historia (sec.XVIF quel in o Taatarone., d'Otte^ano» In Napoli, per ro posta come della vita in data Crudelissima Sabba Ione e il 1664 fiamotistimoefùribondobandUo Francbsco quel cuna briga di riprodurne qual- LionbrunOy di Piramo di vi tro* non e Dìanora Chiavastella^ A'Hippolito e^ eompottadsi ecc. fatti di vivere cessato nella maniera e storie Hiiloriàdèl Nuova ^ chi vi si scoprirne a ei qui S del tutto, e solo leggende disparvero si un po' quella de' giunsero Gn esse , Se \ tramandi riproduca e imprese cavalleresche,un di Coppola queste S de' Mancini de' Riccardi in Toscana come nessuna Pietro POPOLARE: *. se varono gli assassinii *; e po' quella POESIA per Pietro Coppola, QuARATiNo. In Palermo, conir- amorosa^ y anlichiuima ed il.Coppola* i646« Ili Palermo, di S. Alessio di Florindo degliArmièri fiorentino. compauionevole Lionbruno. vUa Pico- di Genevra J3^ Càr per composta il per Coppola,. i6o0.. G io vanni Comensino. In 1662. eChiaraitéllla di nuovo ]ie« il Coppola, i 664. ristampata per Tommaso POESIE linguaggio un abusano di ad niente artifizi dì tutte di variamente quella dì legata,tn composta che particolarità: la rima una settimo. Poi deirottava le che finora seconda cedente prerime a dì seguito se , sona con- parola i" del verso due e osservata me potrà ne pur la Storia che verso mezzo, da mai non a della è questa col x^onsonano monotonìa leggere. Altro nel trasti con- nel CìpuIIetta,vi nella forma verso: toglie la , volte de^ e siciliana al sesto gano pie- cuore. cenno si tocca baciale seguente: due volte alla fine del da Cola onde rime due fatto e o sola, nella Historia una t\ìe si trova rhna di santi Tottava e il toccano non usano o comprende, non cui ho epica vita di S, Paolino con popolo popolo? leggende queste scritto: r ottava alterne il 245 STAMPA A al nostro adatto stucchevoli,che la stessa è SICILIANE mitologia,che forma La POPOLARI scere, na- delV awersieri e deWavarof La data essendo di la data della irrefragabiledella portano la data del sarei alieno non ed arcaismi e in che di una francesi,che Sìa che la data si stampa nascita sec. XVII, non a me loro una voglia di questo, a è nella vocaboli per me la poca cura die si che latinismi del popolo: evidentemente del di lettore. questi della prima loro ponevano che incontrastabile tipograficied ortograficiche ed tra il quartodecimo hanno bocca quasi ciascuno è segno Alcune nascita Vi non fedele anteriori attirar V atlenzìone dovrebbero volte paiono secolo. consacrati son nota, componimento. comuni sono posta in fronte errori del ci è sempre testimonianza una quintodecimo esse rare non dalPassegnar il ed gli poesie queste essi che ponimenti, com- edizione: hanno, glistampatori nel fermano con- cou.* Ìk6 STUDI porlida stampe e valore alla mia tra le lasciando Ma bisogno un dire de' che de' seeolir del data fuori di cui in Tamore qualunque Caterina Eppure stampa ^^è Canti di minuti e ci sacre da mano discorso poter n* è ve ve in cui lo ha n'è sentimenti può poetizzato. nascere Pi quandii; Giesù Gcistu Li miili ne" fu altra data vivi,per sempre un seguenti ed canto vergine pubblicata sopra me mette fatta,, perchè la venne di S*. Caterina da Ta. dtvote potrebbe aversi la data e una martire, un'ialtra S*. voi si : tnearnatu quattrucentu vintlsetti. lairebbe cosi napoletana def pop, in e refigiose consacrata è la data ^ tempo quella cbi h bero avreb- pure leggende tanto leggenda due sono leggenda da differente di tipografo nome senza le che quella la qciellain* cui poesia.Netta fuori,spe- di tali stampe di vite di santi,^ non religionee venir del cinquecento,come e storie fatto,ovvero Trattandosi paragone posteriori. È risaputoche- Delle la a popolari in poesie-storie del quattrocento primi pure le tra maggior un che sospetti, ciò a data odierne, le quali spesso abbiamo slesse, noi esse e largo corredo venendo riscontri,e dicono data, questi miei stare di le stampe e secoli continuano ire Napoli,senza a si faccia quando hanno non danno del settecento e quel tempo che dopo meglio cialmente seicento affermazione di stampe POPOLARE Quelli poi ct"e preesistenti. tipi del di sono POESIA DJ del sic. voh sec. antica ìtYHf 1S52, la q^ualea n" e. n. 949S e d47. a giudicarne da una lino Nettar storia dì S. Paome parrebbe piuttosto POESIE doversi in inalare valiti Si li A li A si Che quenti te * puL del La LETTA. 1532 poetica vernata ò storpiature storie, in ftt* niente paesi storia que^ per dalle prodotte sarebbe non sp^ialmente come * dui cinquanta altre sostituzione, fai: cumpofita e di S» probabile im- in grafie tipo- Paolina Napoli. citazioni scendere popolari chi queste siciliane non sarebbe di sciar la- non jurnata eh' ad ristampe che storpiatura seguente cineueentu e guardando la la gennara milli 1532, : historia, vinti del o 247 STAMPA A 1522, nella sapiri chista Di E del 1665 del stampa una quella inalterata correre di SIGILUNE POrOLARI alla a Historia della Palorino, concordi cominciale, rapida messe In già son con morti e por quella il di Coppola. della Sarebbe stampa delle colle Paulinu S. opportuno parte una Incomincio slampa. vita di rassegna sembra mi e storie. composta da messinese poesie veJore del per se iS98. Cola qoesta Ci- data 2i8 STUDI POPOLARE POItSlA DI IL Storia La di S". Caterina vita,il martirio fa venir e di figlia la morte che alla eroina sua conchiude Santa chistu Donna, bel nelPo- raccomandandosi mi concedi sia passato; 'Vanti chi di Cnnsulatu sia Antoni Chi diri 'ndi fu beni di stu mundu stu d' Alberta sparla. aggiunge: festa sua cbista Di donna Li vinticincu 0 bona Di sapiri vuHti, vai sempri li-dialettoond^è degna il che di bona ammeritata» mischilìa e Gatherina. questo componimento è, cosa in osservazione, il dialetto de' giorni nostri: del dialetto detto siciliano in fa '. Si pop. e } a morie licenza II. in altri scritti a questo secolo,e quattro mettano il Pittante, con Questioni di Poesia ho quanto Hittoria, vita, martirio Napoli. Per 'nvemata. Taviti Santa a composto conferma secoli eh' è ntisu genti chi Ogn'anima tribulata tutto gaudiriti, la quista donna Ricurri ìncurunata. santa di novembru, misi Lu * sul invoca : Si la ^ il poeta Santi, perchè lo assistano i sulla notizie questa Santa, che Egli, il poeta, K egli intraprende: e 0 Ed di Costa Re principioDio, Maria, pera raccoglie molte raffronto della de' tup. sito propoo i citati versi glorioiaSanla Gatherina. que cincol In POPOLARI POESIE frammento Salemi e Ma Io chi non della la difesa vedrà ne se ne 249 STAMPA de^ Baroni siciliani in (anno 1411) ^ Bianca Regina Tesperienza. d'Alberto egli queirAntonio è A sul convegno popolare per SICILIANE più so che più voci ha palerfnitano, perchè palermitano,quali p. che midemmi e. essere del contado sono non leggenda ? dovett' egli non che tanto: della gato, (ancóra),spidicatu(sbri- sciri,sciutu (uscire,uscito). finito), fatti raccontati I a saputi qui o alla Egli, sgomento domanda avrà Cipolletta, Ta., Cola quelliche perdono e di S. Paolino SU)ria nella di lodare grand-opera del ardire suo sono formi con- uditi contare, rac- raccogliere. questo alla IV e : o maniere in varie qua * ottava santo, così dice: Humilimenti Ch'a chistu Attenti boni fine della iu mi La Ricordi * La e tantu dà spera bellu parlari — vi nni non i riditi. seguenti ragguagli: e comu, cui: vera historia sta summa a Sutera. ci detti vittoria diri mi arrisetta, reminiscenze. Historia CiPULLETTA. errassi fu fatta, fu min * la menti sapiritipri parola Cumposta prudenti, pirdaniriti poesia ci andi e basciu e genti mi Dirròvi Chi rozza tutti,e datimi Qaandu Vai nobili magnanimi, Comu ^ voghiati ascntari curtisia^ mi Per Alla horoini eccellenti. sti nobili Tatti 0 vogghiu supplìcari della In Palenno, vita e morti per il di San Coppola, Paulinn 1$^. composta per Cola 2S0 STUDI Vui truviriti Paulinu San Cola Per raccolgonodate qui devono voglia rimettere a in Tanno 1598, S. Paolino alla luce: tra la altre stampe state leggenda del di S, Paolino è la leggenda Fata ': e * TUNiNU gloriosoS. Ascione venute le parole nmvamente che Ascione zione distin- 132 di S^. anni dalla Genovefadel Paolino s' intende Vescovo napolitano,in sua zione, prima (?) edi- Antonino catanese U$ viàap virlù, di Nola. Composta napolitano. In Napoli, per rieonuseiula in S.* simile con- K di Nola spirituale^dove L* Jnnuceenz't La fosse stata dalla perchè ta]^ poteiio raccoglierla nuova Francesco essa precedentemente Francesco di Codesta Cipolla. e l'altra leggenda Cipolletta vescovo Popolarissima,dopo da si morte e aggiunte per significareuna posterioredi ma Cola sospetto,cioè che un potendosi dire non composta fossero del volte quante antica. cosa comporta da nuovamente ripetizionedi morie incorrere il cui titolo è Historia della vita stampa ci fa venire opera de^ mutamenti un errore manifesto, eoa Cipolletta leggesi, delquello di Cipollain una stampa messinese mutato 1 per* del Il nome La Ecco nomi. tave, ot- ristamparequesta leggenda. a una nuovo e avvenuti essere sbagli vediamo In simili onore specialmentenelle ultime sono che che fui cinquanta dui. cincucentu parte di chi si pose per una aspetta Cipollettacumposta li milli detto CipuUetta. ed iu disia quelle cioè ho che chìsta historia Gola I versi fuor di misura in POPOLARE ci detti memoria. Paradisa In POESIA «omu fu da Cumposta A DI Nicolò in viva voce, miracoli ottava Fata, pueta catanisi, Catania, 1739. rima Monaco, GinuefA girmanisa. Storia di e An- 282 a rruDi simili del buon leggende è la Storia V'erano s'è fatto strada Ma viene mercedi al suo Questa storia per lo del meno cezione è ordine vi venne dir a patire diede o per male arti catenar in- a già prima, de' suoi ganni in- a' fraticelli; di che ho dovuto larghi favori e certa il che non un che giunse e Pico Fonano Tacsuna: nes- passò apparisce a è essa conosco ne componimento siccome popolarizzato, ritradotto da io che illetterata in tutta siciliana Stampa popolo, ed persuadermi di persona e nel napolitanismidella leggenda, tradotto delle loro al Serafico, e frammenti a 400 Il convento ed accattando s'era camuffato e da tanto religioso. corre cosa Serafico fare di meglio Io manda splendore del vocabolo. ma è: il demonio non si infastidisce fatto avea qualcuno trovo vivemno di sussistenza ramingando dai divoti tornare nuovo che e che mezzo divotì del di frate onde di quanto e ne de' sapendo non e costringea me cuore è ì frati vanno nelPabito lie Che S. Francesco del demonio, lo meno. denza: cre- tentiitote ^' frati francescani certi della lìBgua e preghiere de' poveri mendicanti. e scioglie, Dio. per nel sordi alle si della secolo pubblica;quando questo subitamente renderli popolare Demonio dd volta una della carità venne poesia di a dai poli, Naquenti fre- Firenze fiorentino,che Io suo. liani Questo Pico ci ricomparisce in vari componimenti sicivoltati in italiano,come e contrasto l'Inverno, del quale dirò nel § HI; * in nel HittùìHa lingua degli inganni del demonio toscana da FoniAT«o Napoli, per Nicolò Monaco. tentatore e fra la Estate in molti eompofta e origina- data in luce t^ico fiorentino, in quest'anno 1716. ul italiani riamente neJia Sesto quale la storia come Biancicore, e diligenza somma t Florio di storia SICILIANE POPOLARI POESIR fece solenne un morte per e la Storia ' ; 1 lita viva occorso altra storia Firenze consimile^ *. 11 sia. Se vita, di nulla venni a : 0urenjtino a vissuto stato nome uscissero ^ del Historia Re Dio di di del Ili ' Pico Historia FoRiANO da ^ Ginevra, padre lo dice me egli stato o un d^islruzione,o allatto quanti componimenti a esempio delle Pico*. Sen"u sua Imperalote divole persone data, mi ma voluto e e moq^lie Umorale un'edizione pare XVII sec. Bianeifioreeom^slO'daFRAìicE"co e Ci^n il PitiariKs somma diligenza corretta Romuna , aoìnpoUa In Napoli,,per Nicolò fiorentino.. bellissima di Genevra fiorentino.In degli Ainieri ì^eurìso romano Foria;^o Pico. da 1701. esemplare di, Lucretia Pico della figlia di Giuliana^ ed ForiaiXO ristampala Historia Oliva istanza luce da Napoli, per FoRiANO ^ Regina IstoriadiFUìrio.e nuovamente fatto alle q^ualisi fosse tipografinapolitani,, della in daia far da a egli chi esser penso Napoli digiuno scella Casligliu.Ad lioreiiliim * dai io mi ed stampa in si D^Ancona finora. U capo ; in una dii sapere io avessi che morta per celebrato e » dimento tra- sepeU fu che « a^ di nostri anche cercare per ignoto- in Toscana un che ^ da disho- qaesta stimata perchè prende' vagh^aza che aon venutoli, e città di Fiorenza nella caso violata Padre, Marito, ia Armieri degU accidente un per di Ginevra con e pubj^licò questo viver non la Romana, stata al convito lor presenza , noi ristampata « Ila essendo com'è Fratello, ed altri,edalla dandosi lui ^ Oliva Regina '^ " la storia di Lucrezia corretta si contiene Tarquinio, della da "H"i STAMPA A degl'Armieri Napoli, pi^r viva sepolta, in e data in luce da Monaco. , composta, e data- in luce il Paci. Firenze. Stamperia Spiani. 254 STUDI fama crescer illetterate Giano dirà da L'autore vecchiu fu E più da ultimo va da quel rovina. a ecco ingannata^ anni vetraio al apponga lu a e vero un ultimo chi sar! pri las- purgatoriu » ^ di Palermo quali fu ingannata de' beni figli,eredi di questo ricco, Tusciia affrettargli fatto ad gran fosse salito in sé: e il devoto de' suoi La uomo povero li duluri e suffragidi orazioni,preghiere, messe con le ricchezze e i pensato edificazione tutti delVanima riccu come avessero Purgatorio a un purgatoria condannatu; lu a ci fa sapere morale mi qual punto chianti, li lamenti D'un come nome: suo ci racconta: Li e ad autore misterioso. Guarneri, un sti que- continentali,ed col vanno stetti diversi fighi ricchi composta non Storia una sopra li a le come questo di Pico Foriano; intanto nel pensar cenno fino e se comparisce semiletterarie Proteo avanti mettere a Fonano Pico siciliane,che le come bifronte, un Altri e che di storie tempo POPOLARE riputazione.M'induce e sospettiil fatto un POESIA DI vetraio uditori e sentenza del non la dumandu perdunu dà per viene menano sempre Guarneri conseguenza morte terra pare ecc., lascia di tirarla, non lettori: La della i beni e paradiso.La dal vera, per per lo eppure dendo tale, conchiu- : tutti A Di ^ La la Ristoria vitraru quanti passatu erruri nova di l'anima palermitanu. e parla ingannata In Palermo, per chiara composta Domenico di Francisgu d'Anselmo neri, Guarld70. Di eloquenza Chi eh' Passiamo fìnisciu Franciscu Prega a a ndi ora a^ eon e faccia ricoghia traiti. brunu chiaru. vitrara eu in STAMPA ognuna la Blaria A e lumi Guarneri Cfarisiu tutti offuscatu havi nun mentri Cussi ^ min l'iniellettu Chi SICILUNE POROLARI POBSnS allegre Paradiso. viso 2S5 256 STUDI POPOLARE POfiSlA DI III. Più larga di messe contrasti,nel quale il popolo si trova sei contrasti Di secoli XYH della bassa composti chi eXVill, quattro dalla gente, suonano lunghe sfide,ove sono Una dialogo vivace, continuato. a pubblicaila che nella Amanti^ Gatta e il si Topo del ingiurie,che poi finiscano d^ sentenza, una con prima è Tettava; la pronto a ferire» e deW di confessarsi pronti ^ V. la mia * V. * Controitu auA£ai. i Canti a : nicchia la Morte pop. In Pdlermo, con x)er il eJucato Il loro suol metro la essere tra e un cavallo dimanda che '. religiosoe Iacopo Pittureri, giorno e rale: mo- con un sco bo- Parco teso in perdono bisogna e tempo star pre sem- egli per prender tempo le U*, Contratti. $ie. voi. U, pag. detta morti a risponde riceverla. Allora raccolta, vuL canto Ignorante dalla Morte Egli Due nel gatto della morale. qualche sinuante in- riconciliazione, buona una di argomento Morte sorpreso ed dei uomo palleggio poco autore, è Tignorante, il quale stando viene entrano cose '. solo è il contrasto quello della di ottava proposizionedell'autore Un e componimenti nelP avvertimento un nei Comare^ e un in e sottigliezzaacuta Compare In altri è ecc. bocca raccolti testò persone chiara veder può comare sulla ancora quello che più vi traspare: e è stampati'ne** e , venivaDO quale soo. K dati in parte alia luce l contrasti in terreno come quando ba (tei ci offre il campo componimenti lo 378. ignorati eomotta Coppola i667. (aie)per Uco?o Pix» i»oe:si£ diversi muove fossero i chi e Sansone dubbi, p. nel di farli morire i morti battesimo, dove si Coma 'un hai chistu morir pasciu di moriri parrari, non ne se E — e sta dispiacirL campari. a faccia ella come ancora ogni angolo della senza andare ecc. dall'ose La gnuranti tu ad ogni palora m'amminazzi, Studi di a non , il che gli dà qualmalcapitato, amare; su' cercu trovarsi terra Morte sempre lu e a aiuto, e quale sia il un minacciando spiegazione, ma . manciari. e baju ancora può non dice: vogliu vestiri, di chiantu lavorar sempre a stai. aspramente, tò vi viri istante in stesso PiTRÈ. viju vogghiu diri, non corpu domanda luogo ov' ella G, ti habiti, e undi lu cu vogliu mi mai, questi fai. certu ti lu puru miu Pignorante uno und' casa di li chianti E in chi di supra pannu sustatu mancu Chi E taliju, voglia diri ti pozzi lamintari Né senza bivissi mai, né e la vita cercandu m'hai Chistu i bambini prò ti spìju e risponde sempre vai Non peccatori prima passassi stu dìsiu, mi tu un nun Chi vadano ti magra mangiassi mancu Tu i ad battaglia;e poi aggiunge: Morti, e dicissi Morte, che E scura chi mi Chi medievali tempi sapiri cosi assai, Comu Vurria La in su* dunnunl, Disidiru Né peccato, dove mondo, Tristano, Orlando uccidesse ammonisca non , ella al venisse come 2S7 stampa a facilità da con aùtichìssimi) perchè lu e. primi morti, chi (l'A.passa Chi siciliane popolari di poesia popolare. sapiri, i7 258 STUDI Sarrai trema cioè che Di star una la Morte Di gualchi modu Di tanti roba volsi Non conuscendu Di la chi cosi Non ci né Di lapicu Dunca dicu non ancora dovette non nel con duole che dirrò basso un la Morte li soi Santi erruri, quanti l'auturi: poviru ignoranti Iacopo Pittureri larità e fattu haju vi scappari. può ignoranti su' tutto sapia non Christu a è mei davvero lo stampo su' dutturi, non chiù, perdunati,cari ha contrastari, a 'ntisu tutti storia cecu Benchì dinari; mancu s' eh' aviti chista Mi promettia nuddu manu perduna vui accurdari. l'ìgnorantia mia Prigari vogliu E conchiude: cridia Morti la Morti cu li sol Chi mi riceverla preparatia salvo. Perciò mi ignoranti ch'era Com' cersi, convin- sparisce e lo lascia,contro e puvirettu, certu misi però può cosa sempre ogni previsione di lui,sano Mi alle terribili quindi bisogna confessarsi;convinzione acquista allorché lu, dell'ignoranle, paura potersi involare senza Morte. bisogna di Dio: ingrazia m' ammazzi. tu manifesta con verga della unghie che a verga d'aiicidiri: non se quandu cuntenti Il dialogo continua che POPOLARE POESIA d'autru parri NuQ DI non avanti, passu Signuri. ignorante, delle cose e il popolari.La mancargli, perchè qualche popolo e alcune delle altro contrasto, nel suo gliabbia rapitoil padre P popO" ottava ultime quale nimento compo- corre hanno scontro ri- ignorante si Stefano Carini: 260 Nel fra VEstate contrasto mettono in e Parla Voi lo lo freddo Io Voi lo Chi ha legna Quando Letterale Vui lu lu vostru caudu lu frlddu cu cu lu havi ligna proseguiamo Contrastando * tne da Cuntrastu Petru i e uno per Foriamo Pico ridieuluiu Ricvpru fare fuoco. spugghiari, cupriri; sudari, trasiri; in può questo ogni fari s'intende e misterioso che ci offre povero un locu focu. questo campo Sfarzosoed isearso» dove ogni loco scummiggbiari carvuni si trasire. vistiri; li fazzu su invece faciti faciti fa friddu ritorniamo saa dalPoriginale siciliano: li fazzu friddu Quannu tomposto può li fa caudu lu della coprire; in li fazzu lu cu Cu' Piacevole si caudu frlddu Vui non carboni e lu cu Lu lu cu saggio un lo Pico scomigliare. pessima versione e » vestire; li faccio freddo fa mondo. faeite sudare, freddo Io con za abbondan- spogliare li faccio lo caldo con faeite li fa freddo lo con ecco li faccio caldo vostro del stagioni verno: caldo lo ed le due maggior nel dar e sostanza suo; per ^ lo Inverno e per Ti n con con Lo ' mare lo diede e traduzione. Ma POPOLARE in rilievo il lor inerito in terra tradusse POESIA DI STUDI Avaro *,Tuno VEstate contrastare fiorentino.In Napoli, per ehi in ottava fa un rima sfrazzusu cu e Pico; da vuol golare. spi- per- VInverno ecc. il Monaca. n' avaru, siciliana. In Palermo, compostu per Mich. da Co- Paltro chi non se che ci fin e contendenti; tania, vi fine E tu al sfrazzusu 'ntràmbu Questo cioè in di alcuni donarmi raccoitina barone sig'. cùìsae e molte di quale per un senlile due ; al m* hanno buon grazie. che prof. B. ha Im e XVIII fatto altrettanto E. Maineri" io dato , XVII sec. casi di canzonette e in che dubbi, e A. agio da Io devo Amico, fiorentine. A posseduta; sua una m'ha aU' che, di consultare lai con formato le storie innanzi enumerazione.. fig.prof.U. mi Amanti tuui son più uno i Due e i contrasti senz:i al sti contra- popolo, T che seguono colonne illuminato numero del il Sorcio napolitano Starrabba, nentì: enumerate; non stampe scorso da Ca pernu pubblicati due questicontrasti di Ricupero due Tinfernu a e poesie popolari de' Raffaele secolo a un gii altri e 16^, di pag. 8 gr. questi discernii voce Gatta contrasU) fra Pietro son dalla vìva La spalle.Le ingiurie, anche servi raccolta mia in 8' sono conoscenza Siciliano le povertà nessuno giustamenti* campari raccolti , del in cuvernu siti dannati si voli della lu tò Ga 1696. le lu cu *rapùzzatipirehà nun me «tampe alPavve- e nigligenti; Va citate una bisogna pensare supra troppu l' addimustrì voi. IP oltre a godere; differenti; £ spiritoso deiraltro. la discurru ti lambichi avaru quelle dire: sarriti tutti dui Chi piccolo vita,come per e certo un nulla a valere e ci voltano con pfi quantu Tu stauzo che oppone il poeta, mette Chi da ci fanno e gli amici ma lu Nel in goda ragione fra' contrasti, sono di come varraano non ne 261 STAMPA A isciupare il danaro, perchè non e non onori contrario per guarda, ci giovi e ne acquistano Taltro nire le ricchezze che suadere SICILIANE POPOLARI POESIE ayy. dato coitina rac- alcune Giovanni tutti siend rese 262 del introduzione Nella cantari Voli fa 'na Chi Corona Francesco ' contrasto della più A vostru 'gnusu. e Franciscu, riddiculusu. gattiscu surci un 'ntra XYII e belle lezione che ne compimento ora, posso varianti, e ho data del contrasto mi addanzanu inutile parve grazie ad dire che una egli due con ottave io in ventinove stimo è ha il nostro Quella stampa Palermo. da pirtusu. mi popolo; altro il sec. un Francesco , molte con lu maestro del napolitana stampa di quel a dicesse ne non susu amuri un fiscu, a cchiù e gatta chi fosse dacché è stravaanti Cchiù Cercare umuri n' autru famusu; 'n facenni Cu' strascina Di cu' turìscu, e di cbiamarì diletta Cu'si detto: cu' fa lu all'antica va è primo papanisca Cu' canta Cu' POPOLARE POESIA DI STUDI tave. ot- di riprodurl opportuno : Senza Sor. sonu li toi Pir Guarda^ mi Ca Gatta Ssi tradimenti quantu cerchi si fa Di quandu Li surci cu trami si' fausa inciarrari cui gabbari paruleddi cà li e li denti quantu si xiu \ mini e : veramenti 'ntra ssi spini; ti senti scamini. tu chi su' parenti» gatti malandrini? • ' CuHtrasiu CuRUNA ciscu ridiculusu, ehi fà'na gatta palermitanu. In Napoli, e per un surci, cumpostu Antonio pir Pran- Gramignaoi (senza data), * Xiu invece di sciu, nisciut usci. Da quando in qua è accadalo. M' haniiu Oat. Ivi! di H Cui marteddu Hora Queste a sti cunti ottave mancano di questo perchè Amanti della Sicilia Parti prende di li'Nnamurati già forte simi ne' vari comuni delle Tuppi-tuppi^ora di è esso a' desideri cede logo dia- un donna ardentis- dell'uomo. vi notata avevo di Giulio canzone avere XVII *. S' ha paternità?Mi sia lecito di sospettarne. ridieulusu ehi Sotto questo titolo è nei stampa Canti ' Ottave donna, fa pop. siciliane poste in quale fra loro 1665. due* non volendo e. c'è 9d8, gatto un nota dialogo da consentire cu un con scrignata.Nella topo in bocca. J." un giovane intenderete da Filippo Russo. il contrasto In Messina d' innamorato , Composta un surei. un bratta^maschera una frontespizio 8ie.voi. II, a 'na tinta galia napolitana del Gramignani • credere è questa imprevista Filippo Russo Cuntroiiu messinese stampa una parvero l'A. di questo canto che eglia mi amendue d'Alcamo, che m'istruisce rassomiglianzacoUa tanta grande analogia *. Ora una del secolo ^ tano presen- l'amata,nel quale la e ultimo abbastanza,da che Argomento lo amante tra Studiatolo, io nota ecc. di ora oscurità citata. contrasto il titolo tuttavia altri,rimangono napolitana dianzi è il celebre vivissimo S nella quale le parole secolo da palermitana stampa una Eguale significato. senza nella edizione / due ristari? in né me fini. vói pure sapute capire da oscure, dici? mini! e pòi dari; mittemucci vaju, chi metà trami brigghia-mi li a nni prima stari. ch'haju trami manti a Mi tia mia a la Tu non fini Voi' essiri dutturi cu li vini e viju scaminari! ti voli 263 STAMPA A li nervi sìccatu comu Dici delia SICILIANE POPOLARI POESIE per che una fanno tai Gij^comoMat- Ì26Ì Nel cinquecento lari attribuite a avesse attribuito tale ? Tutto che fede solo Pure è che è tale la a dì parole se fuori la e un nostro in da di Messinesi non a e è buona vece in- stampato da Palermo si bistrattavano che doveva esso da far tacere Non antipatie è dunque questi passaggi ed emigrazioni, guadagnato padre un che oggi nessuno riconosce. Pubblicando lezione una arricchendola di palermitana preziose varianti di questo delle cantò province Palermo, Cataliia, Messina, Girgenti e Caltanissetta,io son io non quale essere pettegolezzi di municipio. si fosse la Palermitani apprezzato in da quando messinese, venuto fatti,egli è chiaro ed anche di molta per popolare cui zioni pubblica- che e adoperata, palermitana. Ora me uno fa sfuggire agli studiosi contrasto esso ta poe- nei letterati. dovrebbe probabilità che il canto ed del altri lo come genere un trebbe po- FilippoRusso tempo un anche ma non conosciuto persone più a in tanto essere in in componimento un tempo un volgo parlata siciliana in Messina che ovvero pure quando popolare, e nel parrebbe in giorni,se non antico, il molto canto un fatto suo, far venire a la stampa se appropriate personaggio. Quindi attenderci fatto che un statesi sorvegliava,dì componimenti poeta non nome di avesse de' suoi nessuno altro un o tal altro o dobbiamo si continua oggi quel poesit questo Filippo Russo, forse a valente popolare ho veduto a e pubblicarlo lo primo seicento trattandosi che essere nel questo a salva dal tale man a e POPOLARE POKISU DI STUDI dubito altra antica già due forte anni: che leggenda le " Essa ultime dello stesso risulta tre non genere; di 34 al vevo, scri- ottave; appartengano qual di ma ad dubbio m'induce: XXX*, 1*^la ottava versi delle stesse Ora della la la lezione finiimentre biennale nella sono sperare, e Suocera fra vi spusati pacioto corse per •. Nella ' pop. nella violento è quello che Trapani, e che, mi giova gazze ra- e vi maritar]. a li ziti vi sciarriari. mariti, sunnu soggira affacciari. e li puliti iic. voi. dlgnazio e la nora, un W, pag. V Amuri di Ganci Vincenzo in Sicilia fino al secolo parla cosi 1" oliava nova di le stampe Tuppi tupfÀ, osili Hiitoria in nun consimile contrasto sono come li strati sintiti abbanniari. Na zioni e su' lì macaruri Cu' Lu accodale frequenti sono mollo pigghiatia paci Vi viriti la ' Nuora s'hannu chi matri senza Po' Canti quasi e sitiddruzzi, sta storia sintiti; pi stari 'n ^ tradizionale loro: È pi chiddri un » Fazzu presto alla luce. Il poeta si rivolge alle dice 0 Ora e raccoglievatesté verrà E e siciliana ; poesia popolare ino ^ lezione ottava le altre tre ottave ha canzoni a cita re- alla XXXr. mia r contrasti il Busca ' di Palermo della stampa la la infatti, vero: timi ul- hanno non mirabile finisce alla XXXI* messinese stampa fra loro lunghe leggende apposto al di essermi vedo la morale; 2"^ i primi ed agevola in modo delle la cantilena e 265 STAMPA il poeta dice: Fazzu ottave, che tre che di rime quel legame A ove colla sentenza concbiude finiie SIGILUNE POPOLARI POESIE l'autore ca- sato pas- : 398. pHeticu di amanti. dui Le Hltime edi- lu euntrastu di Mauro. i-id^eulusa la soggira eu di Capaci,In Palermu, pri eumposta Gio. bella d' intendivi in ottava ritha Batt. Aiccardo supra per 1713« Vincenzu m Ganci 266 STUDI la Ogni pirsuna l'auricchi Apra Di intricata sta Chi si Pirchì è La comincia trista,mentre maria alle più ce le rimane non a* contumelie di nuore quelPodio le contro marito che fece suocere e la madre la altra casa, che La la lasci una che eglisi madre tentenna, Nel volta senza in pace di darle il ma un e si tanto con questa divisione,e il poeta conchiude: Di la Chi soggira e quantu v' haju dittu Versu intrichi di l'antri Supplicu a Si Tur nari nun suli, * vuliti a qui andare spaventi su' nenti nun sparaggiati. tutti,chi stati ayvirtenti nomini, quandu Turnati I battibecchi ammuntuvati, nora ad vui e poi la vi maritati cui caruzza abitare. sione espres- parrà parrà sciarra. delle scomporsi ella e fìno procuri la settimana. figliotiene duro, perda più tempo. più eccoti lì il che non ctii proverbi meglio moglie, contenterà Haviti intisu li sciarri I tanti viceversa. , prega imprecazioni: nascere visto maltrattata che alle , chia"- crescendo ingiurie vanno vituperi , dole dan- nel addietro tignosa, puzzolente, e Le metta. ne la nuora, della linguacciuta, della fannuUona, questa ' nora. sfuriata contro vecch iarda, scema, ha ne ora la soggira e una della brutta,della di spassu, e vi dicu quantu di la e' afferra, chi malr di ridìri a sciarra suocera fracassa, terribili guerra. e sia cosa Ascutiriti La lu stupiscii'aggilatusassu, criju chi lu si serra. yucca senta e POPOLARC POESIA DI e sogna bi- scono .fini- "iSè STUDI m'hai Tu Si ti di Naso Che Là dove Tu m'hai Se versione due è ed stampe dire con dialogo opera al di un qualche che tradotta: dallo e io poi che ò del che alle narmi^ ingan- non italiana può non insieme, di credo versione questo parola Guardando napolitano. la come cosi siciliano gonnella^ orale, contrasto che pelata, vede si mal cosa. Giovannella la e strada. qualche testa cascare fraintesa è la esempi *; linosa, ogni pagare chiamare fo gli siciliano far spacco ti di oglio appesti tu possa non entrambi la da zeilosa, reppezzata che più ti mi Non faccia *, faudedda la vecchia passi non Giuvannedda cacari corno, accusa. vastunata una minacci puzzi Se Da fazzu mi Che [TAL. gualchi chiamari sentu noQ POPOLARE POESIA pagari e' spaccu mi Non fari a ti Viva DI figlia derivare del dal , orale contrasto gliato degli dianzi Faudedda, gonnella. * Reppezzata tanto ma che va più libero, più non signiiica spi- altri. " rappata, citato, rappezzala, in napolitano a toppe. quanto in siciliano ar- PORSIE SlGlLIANli: POPOLARI 269 STAMPA A IV. Assai altre Sicilia popolari in Di ^ di vita Fullone, che *; di forma pri furaMeri % visto aver di quantu la bedda i629. ^ Palermu, pressu « Lu lamenlu ehi Cumposta Costanzo * Puema Palermu, * Ant. ^ un secoli due in ad in legge popolare \ a na stra- indiotu unu Glorii Li Più ^ zingari,composto si stampe ri- d^oru conca Palermu da pido insistro mae- delle una e tiva '; istrut- rognoso mmizzata li tore au- suo frusteria parti di vita frequentissime cuccagna Vucciria Cunsigghiudi L'autore tante dice fuori spasso di Pa- ìgnaziuMaura. fa un conversalioni, eumposlu per della del nome volta tanti ferrai andare una cenno. insipidala poesia su mantengono Palermo. * nuvedda popolare ma » Palermu, pati un Vu^ciria lo che stampe al di Catarinicchia,come Vito lamenta) è il Lamento la bedda è lu ancora II da La di imparagiabili rapido deve ricercata come un sempre ravvivata nova è tultavia vanno e pregia dopo quasi si morale *. Molto la Storia elevata di cui la celebrità descritta qui eccone forma e di Pietro mezzo ed , pensieri umana andarono siciliane poesie e V-estrema rugnusu ridutlu a da luci da Dominico a in pri li mali miseria d*Aloi di Galteri. In l'Isola,1689. , Girolamu da Jaci eittalmu di Licata. In Palermo » per 1695. sicUianu in pri Gramignanu, Cumposta di una terza rima di lu su D. Giannino Micavuni. In Carini. Palermu, pri 1712. pirsuna idiota di la Porla In Gramignani, 1722. Palermu, pressu ìgnaziu Mauru, 1866 e prima e poi. 270 STUDI lermo, sussiego e tenere conchiude, debba che che pe' tempi e preferirsiall'oin* di questa Chi sentenza tunnu e carduni conchiade del amici che si vino nel secolo al basso XVIi volgo modellato dico esattamente, secolo e perciò che si gariy vuole, io in Catarinicchia,il quale cui la parla vitti 'na V autore Sfrazzusamenti ^ LAXiu?)! Lu parsiru pri Da chiddi dedicatu tisla Nolo 1723. quelle soltanto loru da Bciceu a che ne ho sono anzi mezzo \ Baccu forse non orali che vissuto secolo, potrebbe al Calacione plagiario.Sia di CéOnsigghiu li zin- : zingari veru ziti alliunatr; in eanzuni siciliani compoilu e da Vicenzu In Palermo, sigitteri. altre edizioni sotl' occhio. uniti causati; e tanti facci bastasi matlareddi Ve del ottava vìstuti Mi Convilu li anteriore stato imitatore stato prima vota in si dice altri in questo secondo e consimile, favore le notizie fosse dò molto perchè, malgrado egli fosse ne altro consiglio^e al Però ecc. volersi far troppo il che non convito questo passato, essere a un sopra trovò vuole spinusi,e intitolato: è lu Convitudi venne su intorno corrono XVIII e cui a Dico nel modellato reri pa- imbecillire. pericolo di corre Cunsighiuè Questo i vari padroni tutti,che avvertendo e glioli, facchini,rivendu- a agazzini, contadini, camerieri, l'autore cosa una circostanze,niente le fatta nota venga meglio convenga propone per e gravità tutta ultimo, il console, raccogliendo un'altra: chi ciò che vino. del in seduti e consiglio su dopo e taverna una un prima gustare e in entrare POPOLARE POESIA DI anteriori, ma io per Gio. non cito GaBat eh* popolari poesie: ci Di jiti Jamn : a finiri 'na liti vutti, xiaschi^ quartucci Veda ognuno vita di Bacca tanti bastasi e Comu fussiru stati tanti facci tutti ali innati. a und' sigitteri, li soi Ci spiai C è un forsi cosa Mi dissi: C Cà si tratta facchini il è puliti causati scummissa: di loro chi è jiti? *. ? e' è liti nun xiaschiati^ fari passando vanno sono ziti siti xiarriati le poste di tutte per di mestiere: compagni i la Panneria, la Bocceria Ballarò,Hicciari, la Fieravecchia, la Madonna de' altri. Tanto il console quale tesoriere, col taverna ove vino. Cosi di ha mangiano il ha fine -lu E una crepapelle in appuntu lu con Siete bronci, siete in collera, corrucciati * Xiasehiali, a dire fiascale. e esso cari, calaxiuni ^ come somma, ? Capo, della tutti glia, fo- il mentati ram- sostituiti quanto vanno si divertono da il alla col componimento' dell'autore: bocca miu gente questa riscosso a nomi quali oggi fini, signuri mei fazzu scordu tutta convito, e quest'ultima ottava de' il Bastiano, Bottai, Miracoli, S. Ciac. La Marina: slampa, alcuni nella S. Pa* toni, Quattro Can- Salvatore, il Cassarello,TArcivescovado, Montaiozzo, S*. Croce, ov'è del Con- ottava oniti jornu un vistuti ove prima : Beddi E cannati. e differisca dalla in che Vitti il unni 271 stampa a pugnali, cuteddi, spiti e spati? Dissiru lermo, Ed spiai,curiusu: Cu Questi siciliane 272 Chi DI è tarda, Tura bon £ STUDI L'unicu è versi grande poeta; che ma TA. avrà tari 18 Federico a^ tempi del viceré tari 18 al secolo come si legale: dunque D. può scritto essere Tralascio alcune nelle quali compreso a' corrente presente è fatto Il genovino pure nel da appare 1315 »; Emanuel Pietro passato in cui cessò stabilire che canzoni il secolo del satiriche di cose altrui qaaada Nescina * De 4 Canzuni dal ; come di ora corso suo componimento vette do- certo un 6. B. Farina, le noje che gono ven- *. prò. di la barza è ara pugna uà ^inuomu. pri baggianaria pugna Vio, Privilegiaurow siciliani supra d'autru, daiiin di XVIIL nelle dallTmpacciarsi E ora Diploma Colonna rassegna Niscendu un di tari 17 ora è del cenno il valore ebbe a 2 dei in cui si suppone tempi messe 'pYìkài,buon la testura invidiato volume. prima sono na- nel come II d'Aragona è lettere, che il convito. gr. 15 e di Bacco del convito di in tenuto era piuttosto di quel Fullone di moneta come avvenuto Bun Pallone che egli non analfabeta genovino ' ^ Fudduni. luoghi di questo componimento In due di fari sacciu siccome fuori dallo studio venuto 'un né tampoco illetterata, non lurale il supporre un patrunì, verso e stari pozzu buccuni. ssu stili di Petru a da questo persona nun pri iodari. cari Li chiaro versi di mei dispiaci però eh' di una fazza Mi Si vede conto vi POPOLARE chiù e fini è statu li cotanti A * prudi POESU qinwtini Panormi f, 39. quillili qtialisi luci per Gio. Battista Farina. vannu pigliando In Pai. lu per Costanzo pinseri 1697. poesie; Molte altre sicilunk popolari satiriche tralascio ne perché , spiritose;ma Zacco delle di vedove) K Quivi zitelle si vede noH assediato da iato (loscapoloanno- Agghiu D. un sempre di Antonio gaarantadiieottave schetlu siddiatu di li ccMvi Lu sopra di tacerò non ^73 "tasipa a andando Fa vedove. in cerca ii cristallaio , fa il ferraio, fa anche briga col pretesto sempre fatta una D. chiave, le Agghiu una sotlVchio, la il e — Vigo cosi luogo *. A • incisore,oltre in varie ed ridicala. terzarima Eppure dal confronto e che i due Lu medicu poeti sieno * Canzoni da Antonio di Versi e quel che trovo * Palermo, * Canti G. PiTRi pop, * devo Zacco solo: un non medicu Zaccu nel XVH, rima supra che nome a suo da Catania, 1836. veduta, catanese. in cui in cui il Zacco che s'incontrano io trascrivo sempre venne fiori poeta lu tehettu siddiatu nella di li cattivi rer. stamperia Fernelle citazioni letteralmente in dette stampe. pel Golicchia. tic, pag. i03. Sludi di poeiiapopolare. » chiarissimo Zacco 1834, catanisi. In Palermo avvertire Zacco riversu^ da me appare Antonio nacque ': composizioni in fogli tipografoFerrer propositodeglierreri d'ogni genere di libri Antonio componimenti siciliani in ottava cumposta A del nel secolo pubblicato,ma tante a noteremo Catania, 1834, ed in Palermo de' due riversu e scurUenti dello stesso raccolte,produsse Lu dalla stampa e un quella che Antonio e che poeta siciliano, che e litiganti a scheUu autore: suo contratto. le trova altro catanese d'un luogo dice suo rinomato volanti del accenna anch'esso cognome, il titolo Lu dargli dì voler un stampa del l:6Si,anteriore poesia ha a ora conchiudere di voler ora palermitano, diverso e di comperare, ora fugge, soprattutto perchè In perverse. ho il notaio,ed eccoti li vedove 18 274 ed incisore una delle cantarsi, pel di altre di medicastro fronte di intelligibile tarsi, reci- maschera che non si le più cose quella a suole e una della di piacciono strampalerie strane contra- e pel popolo della letteraria, ma sa ancora da invece amano consiglile che forma dittorie. La brigate ed maschere molto \ Sicilia carnevale, liete alle davanti dottore è ridicola terzarìma sua più popolari della cose non un La valente. POPOLARE POESU DI f TODI Miseria è tutta del umana Fullone. Non ricordate essere il jcurioso poco i* alla XVII nella che forza per si eccessi bellezza abbandoni chiddu A fiere gallo, lasciando la cedeva non vecchia questa basta Gianculu, nelle corona, pulcini,le pollastree i e e il che dire mala essa mali, latru, che che ha vecchia scagliale più vecchia desolazione a le perduto quali imprecazioni nel pianto e galline: gallo nessuno. a A imprecando, desidera dalla quali esprimib in- è a' ladri: schirincia e lu a vogliono popolari che della ottava le rubarono che coloro a ventun' una poesie il Lamento è *. Sono gallo le tra gaddu dedL Muffali, sagulettie tirannia. Tratti votu Un Si E ^ * in viju iddu, rincarando Si sta fari e luce per che fa Giuseppe fari di una a gratta mi tutti a tutti la dose ristampa assai lamento tirati di e vogghiu lu celu Chi Ad di corda pedi; longa via. cuncedi, morti ria quanti li sci heredi. delle imprecazioni frequenteda Ignazio Mauro vecchia Russo per un in Palermo. gallo perduto. Nuovamente siciliano. In Palermo, per Costanzo, po$to ÌW^. 276 che Camera^ di STUDI DI corse anche fiorinodi Firenze, o del più di Alfonso, re de' comuni assai del Relazione nna 1476 valse nel Martino fino scese caro a che senso stato »; egli poesia può del coi che alle del noi tra ciangulu (segno delle opere è di (uscito) siciliane Fata, autore fino al di * - dice tazione ci- pagata sarebbe lo Scavo, antonomasia che rino fio- il fiorino di Firenze. Il quale saputo passato, è ri- sec. molto correva Palermo un strette avea catanese: e mune co- zioni rela- stampa 1752, di sego. Vigo, Canti pop. come è detto Qq. F. 28. sic. pag. i06. del sec. da se bibliografia egli Antonino il La altre XVlII le gare), (cercare,fru- esser *; ma appare Sicilia. MS. lo dicono ce (stare).Nella staciari della S". Genovefa monHe Palermo, a e peste), arriscediri , Zecche stata il compratore cinquecento la negozianti* fiorentini. sciutu ^ sotto che sarebbe nel se di vantamento, ragione quello stato legale corso viceré come si consideri per del fiorentino 10,64 L. volte,come chiamato essere E l'autore ? L'autore La a gallo specialmente quando e voci se è per " era già prima che dei ragionevole il concluderne è fini d^aver pari si consideri se di Firenze il fiorino se alla vedchia fiorentino;e che an della tari 25 tari 6. Or a primi già passata. Il fiorino a Paltro 2,58 d'oggi; in istruzione per se siciliano fa prima lire a e di Sicilia scritta nei ogni penna prezzo; ^ tari sei, pari cosa fino in bocca nel Il fiorino precedènti. Regnò di parla come ne fiorinodi Sicilia^Tuno lingua spagnuola in seicento Alfonso; tempi del Re a' del valse e POPOKAflÉ POESIA della sue Fata poneva com- stampe B blioteca di nale Comu- queiPanno ^ stampato 0 egli non liei Fata XVIII sec. i prima: o della vecchia di poeta opera orali per Delle d'un più fortuna la della paternitàdi questo Giuseppe scroccano che e l'uno Taltro e ottave '. Ha Antonino e sieno non vittima il Lamento tipografo,in Napoli italianizzato Russo chi vede non il puro riferite attraverso innanzi fino al varia in Sicilia se La Fata, supposto del capricciod'un anonimo va XVI stampati intanto Mentre canto. Pana: sec. secolo primo cinquantennio del secolo passato. Vedi paò dae nome suo già era come del me per col componimenti corsero provetto, sia l'autore? ne ì\ Lamento^ compose di non se il La che 277 STAMPA A il Latnento ristampato,lavoro e mai esser 1695 al e SIGILUNE POPOLARI POESIE e per giunta siciliano delle due il cattivo italiano delle seguenti? il male Ciangolo, A questo ladro, che di Tratti voto Se it cielo Ad Li La Ne La * Lamenio Luigi morti Russo, la e lu che pane, gnuranli. fa né avere possa la via concede. ria H suoi erede. il foco gallo meschìnello, in il con mi ed casa sempre zafifarana meno lunga quanti il pighato maledico Non a piede. tutti morte a tutti a e ha Dove fare fare maledico Li di questa grazia li vide es60« tirannia. e tirata e voglio Uno Che * corda gallo diede; il mio funcellate Manette, scaranzia e loco ogni petroslno; legna anco come ne foco il vino Catania, 17o2. vecchia che ha 'perduto il gallo. Napoli, presso 278 STUDI perdere A Ch'era Da DI il come falcone un semitaliana,o pellegrino. modificata qua avviene, fosse raramente su ristampe siciliane, stata delle una nella traduzione. portata quali è di ch'eran Ed è chiaro cosa tutta Nel volume darò ne fu primo a in questi ultimi •Sant'Antonio Nominato per Chi per Da RivUla gli stessi son zecchini. del Canti zecchino al fiorino é stampa siciliana che popolari trovasi vota di- una di Padova, avente l'avrà sant' Antonio in Universale un che notare per quella leggenda italiano in rozzo si vendono che C. Cantu' non sospetto passava essendovi S. Antonio sopra sui bosinade;ed aggiungeva ^ venti miei dei stampata milanesi il mio tolo ti- delle palermitane. Il Cantù corre fatta questa che io raccolsi dalla bocca risuscitato^ /{ morto cantastorie stata frequenti questo luogo il fiorino. leggenda : nelle fiorentini. la sostituzione che a IP te napolitana,non abbia non peraltro l'addimannava. questi me Dicendo che mattina una Certi mercanti, Uno o a citati: viddero Lo indotto sarei Avvalorano seguenti quattro versi,che al postutto degli altri già e e poco qualche piccoladifferenza,come sospettare che i fu gallo non qualche parola qui non POPOLARE PORSIA murìccìnoli,e nella lezione che delle una che correva canzoni son di Palermo dette cavano man- quattro versi: giglio giocondo. il tutto Mondo, avvocato suo sarà articolo sulla mia di Firenze, Geùn. aiutato raccolta i87i. *. di canti pop., inserito nella POESIE Sospettaiallora SICILIANE POPOLARI fosse il Morto non italiana sicilianizzata: molto da me due erano dalla raccolte dopo letta la Storia di Sanf in sei come a liberò Lisbona, dove morte a ritornò suo eh' un. morto Padova varianti siciliane, pure dà questi studi che Mille In E un suo il canto momento a La Lisbona iddu sintiti chi stampa Li più lezione ^ dopo e giorno la In fatti lezioni e denti inten- meno leggenda essa ^ » delle a' anche ciò tutto del Morto ha: dice. Lisbona arrivò. stento: nessuno e dici arrivau, upiraù. napolitana: rispose S. Furono E , migghia fici, parrà Ddà e senza scrittura a dannato con- padre liberò. Cincucentu E andò mentre .cinquecento miglia fece e siciliano La è , leggenda parla La s'intende innocente più lunga vedere, essa e , stampa napolitanadi risuscitato. La E a dove " era lo stesso questa storia sia molto risuscitato Padova padre sebbene di Morto di Padova risuscitò e predicare a a del partìin spiritoda si ore Antonio sformate tra- il sospetto si è dileguato Però altre lezioni cata pubbli- lezione indubbiamente parole nobile. leggenda una nella che 279 STAMPA rismcilato più o.tre lingua A Antonio falsi li disinvolta e te^timonj. regolare una variante ficarazzese della di Palermo: Si vendi Napoli,senza pretso Luigi data). Russo strada , S, Biagio de Lihraj , n«. 5 (In 280 su*^ li tìstimoni. Fausi ìa saddetta Medesimameaie il morto Tornò Padre D' Tale tutta A sta cunfissato. 'n coddu dda Regnul cci eridia. con Gesù a dire di questo; il brutto mi ma italiano un basta una della del siciliano. Cito dalla prima pagina: E ^ Si Tende ti salvi ti dia buona presso 0 ehe • Giuseppe ed componimento indo* tissima la Bea- andavano ne se alloggiò.» ^ Io non siciliano simile semplice lettura perchè ritenga stampa di Napoliuna zione Dio S. e incontrò conoscere Zingarella^ contemplare quando sì può fuggitiviin Egitto; loro posso è La napoUtana piamente Vergine tegnu« genti ria 'un cofta stampa come sicutatu: su* di Tetemu E ria " sugna scamanica Priva : ha la morta Patri, 'un Un'altra Regno. credia. no» eantaslorie £ vìna del Santo Inori cosa le nostre La eh' io tengo maggior parte della gente la — replicare; a seomunica, Ch'era stafiipa: Toglio confessare mi una E POPOLAIIK POESIA rìspusi Sant'Antoni: Gei E DI STUDI cattiva tradu* pochi versi solamente bella signora ventura. Luigi Russo, 1871 " togliendoli POESIE • Ti Benché Diu la casa mia. è cosa per ti salvi, 'un * Signura. è piccati mia casa cosa pir tia. la origine che ogni osservazione avanti, perchè davvero provare forma; buntati. T' offirisciu 'a Andiamo io questa gran 0 i toi nfìnita so Binchì tia. vintura. bona perduna La a • • sarebbero ti dia Ti tenda 284 STAMPA bontate. non siciliano E • sua offerisco Ti in t A perdoni i tuoi peccati L'infinita Ed SICIUAT^B POPOLARI siciliana della Zingarella come ' del Celebri furono Yillabianca,che gli quanto di avere bassi era fatto di buona raccolta che contentarci dicolose e questo » Parlando gnura, Bedda leggere volume volume Mairi, si « il popolo udire,ci la dice tutto fa sapere dei erudizioni ». sue mo trovi;e perciò dobbia- sicola bernesca... riescon , il ; e composizioni fra le recite pubbliche stampe di Maria di piccolo di non prodotte in poesia o dei parti e e di sapere che alla luce delle poesie diligentissìmodì conservatore un poeti di volgo...al Peccato altre popolarizzate dopo composte o venisse una passato molte fino al secolo origine popolare di inutile. sembra mi precedente, componimento di canzoni che son ridate pregevoli: Lu antonomastioamentt»^ : Gran Si- 282 8TUD1 calaciuni cordi, che tri a tenti,la Storia lu Cumutu di è lo stesso tentatore^ la Storia di Orlando, Aromatario ed altri del di cai componimento 14 riportatia pagina del Cumutu rima superiori,• delle me, dalla gli vengono al di Baretti è anche conferma ViLLABiANGA, della * una di lieiliana, di Osciu cAitt. In rivestirlo e che lui e là incontrato. Ledi dimostra si e , delle gra-^ quel beiringegno dello -stesso che il qual dote % dove un Della Borni. Francesco di Apollu, Bsloa per i beni palermitani, t. XIV, $ Mitcellanee Comunale Calaxiuni di nella Lesina OputcoU Biblioteca Lu in ciato, sfac- uno ributta; qualunque saputo abbia possessore tanto per esperto conoscitore assaf lettere,ma lodava abbia Belga Li è Decio autore che cosa componimento delia lingua, e zie 1 il finora figliee dalle nipotida dalle 1^ autore onde che Questo persona moglie, dei nuovo felice me licenza Vedere oneste. chiama padre, si miglior offerente,è sia la forma simpatia esempio, un con " da letto la terza Ho % già stampata trovato e sulla traccia metter volume. di qaesto le conosco fanno parte i frammenti poesie popolari poco che, marito cedute potrebbe cuntentì vi ho e Non già latto cenao. ho tentatore storie;qaella di Orlando altre taverniere e K • Demonio Del cun^ nio il Demofallito, il Mercadante Meschino^ del ?OPOLABB POESIA. DI Ms. erudite. Palermo. pri sonoru Ledi. li Palermo, pri Giambaltista tri eiancianeddif in Dedicata Aiccardu, a cui 1706. lu Ca rima terza guarda licentia di bon di li oC' su- prtiuri. * La Lenna, pri Non 6. conosco B. ciancianedda secunna Aiccardu, 1708. la terza ciancianedda. di lu Calaxiuni di Apollu. mo, Paler- 284 delle verso canzoni le mezzo da compagnie la richiesta,V deir che argomento secoli stanza conoscerle e tra Il in e stampe solo dare mi più importante é che sarono pas- che mando fernella ora è italiana non via di buoni raffronti i loro smarrirono Foriano fino possiamo fuori di autori, ma è il fiorentino né spesso più mune co- questi falsi padri. e primo nel loro XYIIl. delle Se risulterebbe,io ad altre,ne le ricerche ecc. non egualmente* importante, cioè o poesìe popolari siciliane stamparsi,e però napolitano,siciliane oralmente mero nu- ristamparono tramandandosi per passaggio in Napoli XVn nel esposto. Napoli.Quivi a forma una altri. Pico fìn dal nel rie sto- più opportuna originariesiciliane. Divulgandosi non assunsero ne a o per Vltalia meridionale corsero specialmente soltanto come esse finora forse la e napolitana,si stamparono Sicilia ad arie poche poesie popolari siciliane non parlata,ora ora ma del conseguenza passati loro noi, che cantare notizie occorrebbe accennato; appena n61 continente a nella il bisogno, fatto del canzoni queste brevi non qualche natia loro hanno secondo aprono più nascere io, perchè stampati, metto di (ali conseguenze Una ne' che lo per poesie. altre sembra che opportunità. Questo componimenti Ben cantano é sempre- al primo lor volta nella classe delle entrare delle Si cantastorie,i quali ne repertorio un Pendecasiliabo tradizionali. di ciechi lor memoria i POPOLàBE strade, e qualche in farebbe POESIA il decasillabo: ed anche settenario il DI STUDI per via di scrìtto che nel secolo da me il prima dubito, un XVI, fatte sulle potessero estendersi ne venne av- altro pure fatto passaggio ebbe luogo della invenzione della P0K5IB j;tampa. E POPCU'ARl come troviamo poche non già se no, novella Che Il ci siciliane, furò uni sua Lisabetta: grasta *. Villani nelle consacrarono loro di Messina Io assedio nella Vespro: com' Deh! donne Delle Gli archivi con cristiano durante nata canzone del guerra la Giovanni Malespinl e storie la lo mal centrale? e è forse il meglio richiama della canzone fu esso mi contemporanei cose alla dolorosa Qual storie siciliane portate da e nell'Italia meridionale tra' suoi di molte informato 285 STAMPA A prima del quattrocento assai canzoni viaggiatorie mercadanti Boccaccio, che SIGILUKE egliè pìetate gran di Messina ci di Firenze ' ecc. le canzoni ancora conservano che cominciano: Bella, eh' hai dalla Levati Il popolo lo viso porta ecc. *. tradizionale conserva genovese '. chiaro la canzona nutagli ve- dalla Sicilia: Dund' /{ Decameron, ^ nelle Canzone mesier a i s6i s* teta, ROsa, Giornata e magnifico Lorenzo altri autori da ? Leggesi intiera V^ nov. ballo composte dal Poliziano Agnolo iy% quest' invernu «ce. adalterata ma de' Medici Novamente Pai. Fanfani Tol. (Firenze, Le Mounier), II, disp. 1, per e Madrigali nei secoli XUl tip.Nistri, i871; « » * Cronache "Nvove Vigo, di Firenze; e, per tacere Laurenziana Strambotti del cura n. Effemridi la tolse da che un del resto, nelle Cantilene e XIV a cura VH e loc. cit. G. Gardvcci, op, cit. D. 28. LXVIH; rato cu- tic. di cod. e Malespini.e. CCXXXII. della Ballale, di G. Carducci. 27. fiorentine,I. Eff. sic, nelle Nuove da ricorrette; ^vennero fuori in Fir«nz6 nel 1568) pag. 90. Meglio nel Decamerone dal e sa, Pi- 286 In DI STUDI vari della luoghi POESIA Penisola P0P4»LARB si altri riscontrano esempi consimili. dal E Continente Questa è dimanda una (avendo dierò di 16 ^ V. qui e pag. qua è cosa a nello rispondere cui toccato scritto 1872. Giugno» a che 18 e 244 di questo volume. venuto la per delle che parte de^ poesie segue. ? Sicilia alla canti ^) mi polari postu- CANTI DEI POPOLASI NON IN Tra ripetono Sicilia origine una niente per la forma dairordinaria, o per qualche bella prima la provenienza sotici,se pur questa parola è trapiantati fra noi, parte parte si il tipo primitivo senza perdere del corrono lo per sono più vere più là di in li son forestieri, come sanno quelli che locale, e è vero ad " V. Canti semplice una avranno in me canti cuni al- storie,ma alterne; e a potesse se colle dire proposito di persone che essi parecchi questo scrìtto ^ Le canzoni, qualunque di la sorte subito siciliana contare sic, voi. II, pag. 99. tra è una ste ve- le antiche: si presta ad ogni capriccio del popolo, ed pcp, quasi siciliano tutto dimanda a e- colorì, da perder a provenienza, prendono la ottava che de^ fiori i naturali si sentirebbe a vocabolo rigoglio.Questi quattro rime accadde loro che a si discosta nostro, i quali caso olezzo e che Son guisa per il naturai ripetono, citerò sia la tanto li e e il titolo di Arie sotto canzone che tra resto frase che si riconoscono generale serbato hanno acquistar colore e siciliana,e nel esatta alcuni sono estraisolana. trasformando andati sono ne affatto nasconde andarsi ve o a mal SICILIA pot)oIarìdi i canti SICILIANI ogni destinata a siderio, devi- 288 vere con e esso il baltesimo de^ versi di POESIA da molto ricevuto la breve per misura parole siciliane,ma di arie poche a Italia, e cui vennero a dal della finora si danno che gano ven- intesi poco indocili più i canti dell'alta ballale per le sono arie aflSni al siciliano dialetti poco siciliana veste abbia quando sicilianizzarsì, specie quando a popolo. Per questo nostro Le Faro. guadagnano anche mai POPOLARE anche esso per là dal riusciranno non DI STUDI dere dive- forse dalla Provenza. tra le canzoni a abbiamo versi otto questa, che è delle più popolari di Sicilia : vitti Tutta Ed Ma si tu Ti dugnu variante E — * Notisi bella. si nni la a l'acqua vivirria. Un la di dissi la pirsuna mia di Partinico nun di e Ribera ; una questa: parola bella: ss' acqua era Borgetlo, nella raccolta del verso. vivirria. bella veru si nni di questo è *. l'acqua vinia; di rispu$i eh' pri la via; calavrisella 'na muccuni iperbato e : cammarella, di S". Ninfa cci Acqua duna me varianti vagnata ghe Idda — di ss' acqua ghe la vitti Tutta Di veni inedita E ^ non abbiamo essa palerà bella: rispusitutta ammagnatella Acqua -" l'acqua vinia; dissi 'una muccuni Un Idda Di coi calavrisella di vagnata eu — 'na passari duqa 'nta Salomone, Il verso *. la via. pag. 223. risptitidovrebbe seguire a POPOLARI CANTI Mi si si scantu Me vinissi ^ Ti darrà In ambedue le lezioni in edda '. Ma si manifesta lo stesso Tutta iu Mi dù Ella li dissi: 0 rispuse ccu Ca si vù ri (iarrà; in v«ce * A fermato son dinu^ di uomo beddu * 0 di donna mia mia ; cella,. ^. le varianti di dira che a lodare dice figghiu;ehiila é 'na in elh U ed PiTRà. — Sludi le connate se «^da'voglro notare popolo dico bMlu, oggeiio lonltoe nii casa e via diseor^ndo; beddu, bedda; bedda unto, di an. e bellue e beddUf fatto ma non ma se 1, fase. 8^ pag. ha Domenico i29. Cosenza, su in- - beUujar* però un figghia,'na fimmina bedda poesia popolare, un parlare a qtiindile frasi: ehiHu Saggio di canti popolari ealabìrui pubblicatidà del buon siciliane di ii darria, ti darei. beliu libru, *na bella un xìéiVAmieo G. sarei' tentato abbastanza. Se ha distintamente. la simiglianzatra propositodi queste voci cai mi a la vita l'acqua ccu * la via ppe vieni l'acqua,. questa caiabrase 'n curtisia? grazia bella, si duna alla stretta vìnia: acqua una l'acqua nu'^ Guardando infatti Ecco calavrisella. tu 'na gutta de ti dù pochi luoghi, comunissima. 1' acqua de Ca E solo la calavrisella. stancata Ga la napolitano per o in siciliana il canto in Acrr: la viddi Sira calabrese Napolitanoè sebbene siciliano, tengano hiogo di quella loro cittadinanza raccolto canto parole calavrisella stampo in Sicilia esiste nel e mia. le hanno non evidentemente in Calabria pirsuna in ella spesso che parola lancella, ed la s'incontrano dando pure vastunia; cammarella l'acqua e le terminazioni e la me a cammarella, le quali e ce' è, mi non 289 SICILIA IN lancella, la rumpi maramuzza Si tu SÌCItlANI NON è un ecc. Bianchi 1871. Id. 290 parole non sostituite STUDI DI servissero di potrebbero arguirsi varie province! trova; e nel Ma minuti bella a raffronti raccolto canto, in nome diminuitivo o vezzeggiativo di iVtna, avendo fari D' Di Ninedda Ognuna dici nella che delle incontrario di non si Partinico, come usa Ninetta, Ni- po' lu suli K de' uno far vo' Fabbricata con D* oro E di E quando Dirà e ognuno parolaNennella Borgetto, nella ad trarrà : Ecco qui essi raccolta trimenti al- conosco ha ne carlo re- vata consersuo bro: li- mare. pavoni; vo' formare, i suoi lo balconi; mio '1 so) che manca, ce al mezzo di argento le scale pietre preziose lo non posso morts? n penne non migliori capitolidel casa una io italiana che V Italie est-elle la terre des Mi '/Tacciari, parlataperchè si la lezione in a napolitano,ma nativa Monnier fari, va spunta Ccà ^ mari, balcuni: mia dubbio sua Reco Di e pavuni; li scalini petri priziusi li è^ senza di pioni Quannu 11 canto ^ popolo 'mmenzu casa d'argentu e ora 'na di Frabbicata La non : Vurria M. il prima, quel il Ninedda^ che parire scom- di canti si riscontra nicchia forse quanti esempi qualche esempio pure seguente di che si vedono per le avrebbe popolo siciliane,e cosi fatto del canto: provenienza esistere,i quali non devono il rima, parole puramente con la POPOLAEE PORSIA ma di Salomone, amore. spunta fuore ho e. ragione i09. ! di affermare 292 Era Masaniello, uomo un Fadigava ppe magna, puviriello Piscaturi Fadigava ppe Isso puoie cci diciette Non vi /uò fa vulimmo La Nui udito purpietta. viciarrò: nobile tale canzonetta Faticava pi mancia, Piscaturi puviriellu. Faticava pi mancia. alla aSaito ripugnano distìnguere alle prime dall'alta vengono è questa:. poviru Masanlellu lu Si lasciano napolìtana nella p ;ramente men o cantar a le altre strofe che 'na nfame men K vere. faciemo Chillo forma r' è; bella tarantella sta E Ma che pistole e nciò Le ho malipatì. pigliamo le scupiette Noi quale verette puopolo pati" Tanto La magna. juorno che Uno POPOLAUE PORSIA DI STUDI Italia o parlata siciliana*. tutti parole n'è dal Pesterò.. Ce i canti uno che comincia: 0 — La ~ — — Nella mi mamma Io t' aiu a dari la notti vita raccolta cu dumanna, un e vói cosa di me ? giuvini scarparu. io nu li furmi a dispirata chi lombarda ti dumamia.. mamma giuvini scarparu, Un Tutta Chi Tirisina, la sarria del'Bolza lu vogghiu no; li manu, pir me. si trova con poche va- r.ANTl riantì la stessa SICILIANI NON POPOLARI «li cui canzone la ecco alla nostra La ti vuol On gióvin calzolaro Che vita Sicilia stùziata vedo la lombarda raccolta che dai sentimenti. e ai giovani lombardi Són nei Canzoni B. • in altre la stata la madre nella forma di mancanza vicina. Nella è anche stessa questa fu udita zonella, can- in bocca alla milizia: tósa, pòvera tósa. piànger, per esprime morósa. né più simili la mia nò sospira: K Sicilia: Vienna, daH'I. op. una che chiamati popolari comasche Bolza. Bolza, in il pescatore, al cavaliere pensieri quanto requisito,bisógna andà parimenti in mende ie2Ìoni di questa ballata, dev'essere dirà gh'è Nò nio matrimo- un ricordato differisce. Tuttavia ne Bolza Pòvera si trova non del Cossa * mi* col carrozziere: potrei notarne non le scarpe: per le due confrontare più ponti altre lezioni G. mal e della siciliana,perchè tanto ^ drlà si contenta. a che mi. mh per perfino il cavaliere;ma e Fermandomi E da vói gli svantaggi di quest^ultimo manca schifiltosa in nói ferraio,col muratore, il marinaio donna mi saria rilevando continua col g' avréf da vuol cossa gi6vin calzolaro, d' òn dar tUtt' el dì Il canto dimanda; me Che té dimanda. marna marna — — la La — in le2Ìone: Teresìn, 0 — strofa prima , riscontro 293 SICILIA IN cii. e. 41. raccolte e pubblicatecolle melodie R. Tipografia ecc. 1867, canto 39. d il Volt. 29i POBSU DI STUDI POPOLARE dirà la mia amorosa? Povim tosa, povira tosa! Sempri sta Cosa in ed in Lombardia [spagna ò Venezia cosi poi e : Sisilia Piura ra noce e U' ha so mari an il voro fòe di, u parzuri muri.. Sisilia. bela — Cecilia^che , Sisilia, bela E annà. Povera della nella Piemonte, in Francia suspirari, e fari, bisogna la ballata è Commovente «litTusa in chi cc'ò Nun chianciri a ' Sisilia, ^ ben, Si t' m'aureise £ T 'andreise da A dmandèe grasia pir questa me *^ battala ér anche molto presso te doime avanzate delle giovani versi capitan-nhe ir conoscono popolare^in Sicilia,specialmente e in età, le quali a preferenza ripetotioira gli altri i : Cicilia,Cicilia, Ca chianci Ca so Lu — Ferraro, fa dì,. e 'n carciri,^ è muri. Cicilia, Cicilia, v6' nni Sarva ^ maritu vonnu Si tu Va notti beni lu a mia- Capìtaniaì K la vita mia Canti pop, monferrini n. Locscher, 1870. ' Pi fari gràiit a mia. Var. 21: Cecilia. Torino-Firenze E. , GANTI Cecilia dal va ella notte capitano prende non Ca sentu muri diversamente è Ca Poco dogHa na mi lombarda lezione tra' òn la- impiccato, e r nella stessa : cri; doglia balcone, ella doloroso sdegno m'ha pUr anch El m'ha leva ai vita m'àti L'onuri sembrano tradòtte traditu, vita livastivUr mia a maritur me a variante: Cicilia, Cioilit, Chi hai, E * BoLZA, esclama marito : *^:- mari : — il povero l'onore me parole Yui Una vede tradir Signuri capitaniu, * una morì. El La ballata secondo lU^scior Capitanio, queste popolo dimanda: i.. gran sent 96 con 0 La capitano le al cori gran faltasi al mattina Da ona prova Che il e il marito; nella l'è la mezzanotte.- Cecilia La salvo aver durmì di' Como Quand La sonno, pòi 'un ancora --Aja di pur 293 SICILIA IN hai, bella Cicilia; chi — SICILIANI NON POPOLARI un daluri saccia io Aja 'an op. fi' accossi et cit. n. ? al cori pirchl. Var. 50. quelle del nostro ^96 STUDI Non noi: altre tra vivono lontani di parte in altre il passaggio in detto Confesso io non li certa in Sicilia in Venezia e d'Italia e ora per avanti decennio qualcuno; canti che tradizione di cui genie? dir a ie ora a' oggi per tempi perduto starà uno avrà non passato a chi meno dati sol- quella impresa moderni del secolo s'è spedizioni di che conservano reca Sicilia in Tanto il sospetto questo ci gliSpagnuoli; e varie questa .ed ma getture, con- , di Terrasanta avanti sopra, semplici più che antichissimi altro un di fuori. Guardando. secondo di straniera metterà il tempo cioè di sapere vaghe. La crociati reduci mettersi quei nulla a assai gente siderio de- Sicilia,un (|uanto mi ci sia fermato finora Lombardi, quanto siciliani di germi accor- luogo. quaPéogli questa ma ragione di chi nel in napolitanisono non ripeterà da' anche di t^odesti canti per congetture portati da il nome; che riuscito son i come ebbe passaggio i canti dire Liguria in potuto tanto comune t^hiunque, quello però e che io ho gran province. nasce cui loro a Lombardia, cosi Provato in è città. Una grandi lingaa nobile,ed forma na sicilia- orìgine non perfino a coloro che note delle popolo nella questa in quanto é esse che dal ben sono ne ve di le canzoni queste soltanto son POPOLARE POESIA VI potrebbe i Piemontesi venuti vulgato di- avessero ne non potrebbe più fresca dirsi la forma non se estra- isolana. Il certo : con è che esse Coli si mantiene conservano queste venne canzoni anche inalterata tanto non la musica, la da neiralta sole vennero quella che in Sicilia quale dopo le stesse Italia quanto se- zoni can- oltremonti, GANTI salvo é che fatta un Per le le che in canzoni dianzi runa mezzi Ma di nascita. favoreyoli altra. o Nessun no Sicilia governi dubbio tra e o può il si sue poggiature. ap- osservare appena Napoli *i le prolungato popolarizzarsi abitanti noi sono quasi state del- governo quindi cadere sui diffusione. da passaggio questo italiano che loro la degli basterà dovettero 297 SICILIA natura ha napolitane dopo deir e ed mesta citata vicine, sempre alla piegando poco IN SElGILlANt NON Sicilia colai tempo poco POPOLARI seguono alla Sicilia per la Napoli si poesia e. pare da altri assai popolare luoghi meglio del tinente con- (tagli contemporanea. punti ap- 298 STUDI DI POPOLARE POBSIA II. In alle mezzo allegriadi corta una tra e , il il popolo di Sicilia. il attentamente di fresco da Partendo stesso brio udire di S. di di pieno un nuova e a zone can- la bocca io canzonetta simile non di io di tutto poteiseguire quel lo mese faele. Raf- mosto sciuto; già cono- Io trovavo ve ripetere coiri- lo sentivo T udivo in cantare a lo mi Taormina di vivacità Oh a non diventar suo a campo e ad non che an- ardite potei della simpatia popolare! si propaga a prenderne potendo io potenza popolaritàfino venga muore, il mirabile miei' sui si faceva in bocca napolitana che della riprendere a ritornando ragazzi; si che spensierati canzonetta il campo ma me e grazia e nato canto, tiene tace nuova soltanto,il So Giovanni, e, dall' esclamare: restarmi essa Messina, in Catania chiesa vendemmiatrici Una da poco Gìarre. Sull'Etna passi,in la brigata d'allegregiovinettein vicinanza una famosa e primi giorni pochi giorni dipoi onde da particolare di queste-eanzonette venuta una ne' in appena passando Siracusa della Palermo popolare,ma Giunto e di corso per Napoli. da vi lasciavo cuore Nell'ottobre del 1870 — altre prendono piacere, tutti Rap- con pochi giorni napolitana ha guadagnato ogni trova ne per la natura e la sentono facilità con nir sogliono ve- dalie distinguere cantilena Tutti dettato. suo si lascia che qualcuna tanto che canzonette nuove quasi periodicamentein Sicilia,se fuori del tante per una tornare tanto lia in Siciche altra il posto. Allora occasione a correr lunque quasenza 300 voglio dire Strofe;ma i primi colti li La cantarle in qua, ha S'io cui a quasi è quali essa la rivoluzione trovare di abbiamo secoli È essi prima ispirano e per , dell' animo. E son liani, pe'Sici- questa Irte avuto che vero nuovo cile é fa- anche del lestra pa1848 ricordi al tutto hanno cali; lo- molto le comuni canzoni, intendo quelliche come sono nei so', Ca Rimando u a sacc^ pani prestu partirò. il lettore Firenze sopra a molle gli anni tra deUe 18?"9 e (Pistoia)editi montaleie 0 ho: non Pigghiami ttud bella : Pensieri uno s' dopo poco significatodella parola,neppur vero sono Giovine vernacolo e alle siciliana, a cui hanno non siciliane,esprimenti affetti ritornelli fiorentine, sono conoscono commozione ma bellicosi, invece di vario genere. e che, sbollito l'entusiasmo,non una milizia,nel Oggi in esse di numero gran le introdotte patrioa è la vita militare. canti di di si ai^no amor senza quali da che ^ un queste canzoni, perchè di genere i non delle loro strimpellate. la forma ^ Però identica bellicoso fervore curiose uno. fra noi più di le rac la Sicilia é entrata quale meglio piega queir di i sentimenti a importalo verso, farlo,i soldarelli a perduto e tempo m'inganno, non quelle quel alPultimo fino d'amore, patriottiche, guerresche canzonette per messisi nella vita, polìtica, nuova come del forse cantastorie,i qualison i che quando, compensino 1860 POP(M.ARE FOESIA conoscerle, le ritengono a pronti a dal DI STUDI i lanti pubblicale in foglivo- canzonelle 1860 dal parlarivernacoli e a' saggi di Nerucci d nel Ila Toscana, Poesie sao popolari del volume: Milano. Saggio Fajini 4865,. CANTI POPOLARI Giovine Pensieri so', ho non vói mi : beni Si tu lo sempri t'amirò. Lassalo annà, Ca volontario Ca va va: Garibaldi co L' Italia 30i SICILIA IN SICILIANI NON a libirà. . nello E stornello:. E quannu. Garibaldi trimari l'arvuli Fici E li cannuQÌ ju a la fogghia e carrichLa battagghia. rattragghia. . nella E canzonetta:: Ti scriverò La vita le fonti Per altro Bionnina del.soldà. più probabilidi questi far capo meglio che editi dal Nerucci Trattandosi riduzioni di versi son. assaggi inalterate. entrata lo per Qualcosa nel di se la forma un genere » V. opera particolare,ed 217 ha fatto la armi, ad scana to- melodie di e passim,, e to,, det- qui polana pocade ac- (l'ottava a quattro essef tale, perchè di fuori: onde venute esclusivo; le litari mi- gioventù anche ma è siciliana cessa tronche le canzonelle riguardarsicome possono cit.,pag. e rime a delle arie è stato come delle alterne), la cantilena calzoni brevi pjà suo mestiere modellata^sopraintercalari queste poesia popolare pressoché impossibili:e ripetere che rime di saprei ^ guerresche rimangono, e io^ion^ canti facienti parte di non escono dalla, 302 STUDI cerchia di DI che quei giovani canzoni popolari roroLARE roEsiA stati sono dialetto in e militari. sono di vivono vita ste Que- affatto ciliana si- ^ Ha No. Le inalterate e dialetto siciliano. recente, siciliano parte, che in forse e essa tali arie la alla È fuori. vengon e di da non mezzo o uno al è babilmente propolitano. na- soltanto^ ora canzonette delParie e diflOicile le canzoni come chi, Po- patriottico neppur estremamente siciliana forma acquistino delle guerra? pieghevoli non musica; Sicilia, e migliore, di patria, dell'Italia p^ ria Italia giunsero. bellicoso forma, lia? Ita- quasi conservano questi canto la fornisce Napoli di anche Qualche per si sue, dell'alta quelle a primamente onde però e deiralta una non tradizionali canti suoi; non. ha, forma nella la Sicilia Ha che poche simili ballate la Sicilia dunque che ad otto son nute ve- versi. Dall'Italia centrale di recente tra ma que^ esse non giovani amante : Aprile, V. 1 che canti n'è vogliano ufficio tanto la una tenere viene altri da anche ogni vengono ve questo il debito dove ^ e forse e quale un si e seguenti della compiuto manchi, raccolta canti notturno 187i. 740 d^amore; canzonette sempre accompagnamento luoghi di Salomone. dalla a solo alla da loro dall'aria, e, canzona. CANTI I"E' LOMBARDI POPOLARI DI SICILIA All' illustre I»ROF. iréLIX. I"r. Ella,Egregio Professore, colonie lombarde Sicilia,ha colle a parte del poco che colonie delle Dico dal storico se più, assoluto 1857 il il difetto Vigo e comparativo che, dopo non i giusti Cinque voti di si occupasse andarono offro assoluto di di dato avea popolari sanfralellani canti per affettuosa Le di Lei. d^amore mi Questo attestarle blicamen pub- gratitudine, gli scrittori documenti è e che per mentano la- stampati stesse. quasi fln quasi e cosi meglio comunicati. noscere co- delle intelletto con pagine, ed orali nessuno studia dì premura tradizioni e averli sincera il difetto vìva mostrato Sicilia;e seguenti la mia mettere di ragione di tare caro di gentile, che che, dotto quanto la ha saggio di canti qualche dette ÌL.IISBB.E3CKT facendoli questi documenti, precedere parlate delle lombarde quella pubblicazione fatti dal raccogliere solo alla luce un no cen- Sicilia: di vi Vigo perchè qualche canti quìndici da nessuno chè per- pensò letterato di quei paesi, Gubernalis, professore popolari perduti. anni fa il Dr. Angelo De 30i STUDI (li Sanscrito suirassunto non nella difendendo prefazionedella quanto perfezio- Amari, scritto A duole me artìcolo queir un ^; al quale avea raccolta. sua potuto leggere finora aver dalP di Sicilia lombardeschi dopo replicava il Vigo poco di canti sui dì superiori e fuori, invitato Firenze, dava articolo suo POPOLARE POESU alP Islituto dì stadi in namenlo DI avendo già letta la risposta'. Ella i bene conosce villaggi che mi le circostanze doversi di Ruggiero, dal bel « Giordana a e in reno più l'altra Sicilia a della a Gubernatis altre la del moglie facea frotte di avverte le schiere atti non. o poco guadagni Marchese sue di Mont Tana nuore, figlimaritando. suoi alle di sol* riscossa^ il 6. Conte nipote e di allettati trapiantarvisi Goffredo contessa Hm- numero per afforzare intanta Adelaide alla insieme il De dopo e lusingati dalle speranze sorelle ; tuttavia gran armi altri,.aUe Compiuta Piuggiero sposava ferrato, e due a Steflia,ua" militar qm senza cielo noi richiamarne a XI, durante come molti mentre di mercedi. e della a inclinati,vennero tanto secolo Longobardi^ dire, vennero basti tra "princi|"ali. liberazione 0 lombardi che tanto del quano della Lombardi i nomi e NelPultimo presa dirne^ora orìgine avuto si addimandano ancora di permetta abbiano come due lora Al- principesse passa* Lombardi, ì quali in Piazza^ Nicosia, Aidone, S. Fratello,Randazzoy Sperlinga,Xapìzzi,. Manìaco ed altri di le esse, prime ^ Il Poltlecnico * La luoghi entro nominate di Milano, ari. terra città ne furono furono partiti;ma talmente tra" gre*- 1867, fase. VI. Sic'diafrivista periodica di Pai-, an. Ili, n. 15, 3 aprile 1868. CANTI mite, che POPOLARI acquistarono nome lotHbardi villaggi Enrico a figlio lombardo. Ad essi fu navale del regno ^ tra ricorda recqui si Cosi quelli della la misli,e essa, di moglie Lombardi tra suoi della scrivea che * ' " è non Vigo, Canti Storia G. PiTRÈ pop, il Dr. a Solidi di sopra i Lombardi quei di dialetti più scrittori intorno PAmari credere Sicilia i si discosta " Hartwig: in, lib parole)più (son sue conte t e riputazione *. t Laonde -Finora si è fossero venule 1, cap. dei nuto ritein IV. 48. in Sicilia,voi. III. pag. Ufi. Firenze^ 1870. poesiapopolare, e tima (1089) l'Adelaide,ul- parentadi del Lombardi da Arrigo aver consigliatidalla storia di SUi sic. pag. dei Mussulmani » stati schiera sulla bocchevole stra- le terre nell'esercito di Ruggiero guari quelle Contidrazioni di altri Ruggiero; parendomi Aleramica casa Manfredi » e inclinato figlifossero Ar- con si mantiene ancor noi; ma verosimile,al contrario, che due alPar- numero nacquero che '. compatriottiseguita in i suoi egli Gregorio marchese in Sicilia quelli;ne Piazza e niente è non e il E siccome principale. francese pronunzia passaggiode' anch' e Italia,che figliedel Questa Topinione del Vigo al gnato, Co- frammisti,e le guarnigionierano da questi e in S. Fratello pura fu la conte suo di fornire Lombardi, i quali occuparono a' Normanni da afforzate bassa dei manni: fermati,e militarono co' Nor- colle indicate, di cui Piazza e danari, come e E primo Adelaide, il debito Enrico, adunossi di furono nominò dei Lombardi moglie uomini quellivenati il conte con marchese imposto 308 SICILIA villaggilombardi. Ruggiero in Benevento erano e e Manfredi DI di il 6. Conte fratello alla perchè mata LOMBARDI 20 306 STUDI Sicilia Jopo di fi*atello Enrico suo le Adelaide di nozze POPOLABE POESIA 01 col figliadi costai. colla i (hòchskcahrscheinlich)clie al servizio trovassero forse loro per Sia si che ed A4done si è invece ancora bilingui,e sono se datiti,che è quanto dire in chiamati per in latini. Ma Sanfratello Imtuomini^ 11 loro tutta i siciliano vedere zesi che Mit BACH. li ne von Vigo ed conferma Otto aliri ora duiresercito de* canti che e i maestri e merita menzione. particolsu* affinità abbia lo hanno rilevarsi seguire uno Volksmund notato; uomo pubblico mi ha dimostrato dell'alto Monferrato. lo ha provato Arìetti a loro come detti ga- di che barde: parlate lomcauti piaz- uno si dagli stes- una scrupolosa voti einer Theil, Seit. XXVII. sig. Antonio di molle sono 's, uud e Quel da' per gesammttl KOhlbr Ent. col fatto il loro, comune. colle esso che il siciliano meno poco lo più i così non più Rbinhold quale parlano è poco Hartwig. ed lo far da abitanti il siciliano invece aìu ha fra di il lombardo i quali ne parlatasiciliana, Anmerkangi^Q ausgegeben più facendoli » siciliano,co' siciliani da senz'altro,può Sicilia "ti8che Màrehen che molto tengono, ne lo usano quale è pubblico canti nella me non questo, e * quali risola,e importa ^ i villani *. '. Gli parlare a dmnbard sanno che e tadi paren- dell'Isola, e nel il monferrino tradizionalmente, e sanno linguaggio un altri comuni riconosciuto si Piazza, S. Fratello, Nicosìa di questo, quello degli con poco lombardi famiglia Aleramica la e conservano signori e bilissimo proba- è stati stretti i vari fossero influenza voglia Ma Ruggiero prioia del 1078, di gli Hauteville tra Ruggiero conte il De Laura Gonzen- EinUUung her- Leipzig. 1870. Gubernatis: piemontese, prode e pitano ca- lettere,il quale leggendo le stampe U perfettaloro analogia con quelli 306 STUDI vorrei come volta tnita di favorirmi e ia i saggi le avrei non Prima di venire alle presenti de^ verbi escono veder liser^saver^ vedere, coniugazione sì ile in parole suttiu. La t7m, civiu sau^ davuré^ datiti^dumbard; si ha è voci quasi dolor cor, f L* h ecc; delle Chiazza Alle parole di del Catania Piazza, in che e ciau quali osservazioni s sig.Yelardita in si vede pur e ed ai4 e ad a "Aale. quindi giar- delle in zuolo, len- denzù, come la vocale conferma tima ulnelle devi. coruzzo, in perciò si come fn tau, parole d, che si e come m cominciano di Messina; chiavi spa- tale^ tnale^mU^ mutasi ciliano chicchessia,aggiungerò le due fatte dal To in g, si perde pia^pi italiano, per e- sapere, capitang^meng^ l iniziale come e dev,dolore, cuore, curuzz, trasformazione province muta, sempre la perdere mutano conte donde son zioni coniuga- due palesate, di lavorare, latino, lombardo mi cantare, faticare. Quelli ano ole, sig. quali potranno amare, BoMle, (iniscono viie^civile^ come tìMUy Le iUustre trapasserramev^ come capitano^menOygiariinOybwmo ding^ bong. pagine. parlate: contentano eno^inOj prima intelligenti pre» delle prime trapassare, sillabe finali ano, Le da ^ altre in e^ ora la per sommettOy le terra sua ortografiche che aonè^ycanti, fatte,sonare, e 3* delia ìm er, ora ed parlata piazzese, parte anche in GPinfiniti osservazioni ora queste tati saggi,Le a fatte sulla stendersi piazzesi che aSettnose sue Vekrdila^ U raccogliere nella potuto scrìvere Processore, le poche venute di cura presento. Senza mure POPOL.IRC POESIA Tegregìo giovane sig. Vincenzo qaale si è dato natale DI eAta, ehi nelle ha Cicuiz per chiave, ciù per cchiii più. altre che sallano gli occhi seguenti avvertenze schiarimento de^ di statemi segni ortogra- €ANTI fìcìche or ed dolce come se da accento in mezzo in alla parte fontca giovano in o er Ja pronunziano vocale con desinenze un V4 $. SHono in fine dì parola è di vocale segno Le (d\ pronUs'r^curch'ria, diypromisero^curchiria). delle £nalj un un "cioè che il il sotto tutto di";anti bel mazzetto ^anno 'n dolore Curuzz, Figghia e non d' r hoì Sempr' ogni ad canto gue se- E t' hoi amer' mea, V e quann A Deu t^hoi amar', aroer'. secut fina oh' s' mor*; l' ora è dogn spaliser': Figghia di trapasserà ti lu a e 'ntra ceà lu pozza nu e di lu 1' arma duluri un Guruzzu, l' arma mia Sempri aju chianciutu E cor^ me teng pri sigiU n' lu cor\ E ~E du e com' si dev' non cor'. me po'zz dulurer', cianclut amer*, Aju cor', lu cori^ me addulurari di lu e ' a amari e t' a amari fina chi si mori; aju Si teni nun si divi siciliano di Piatta *na j'trsuna, eiauciutu. cori, a a amari. amari appalisarì pri siggillu'ntra putiri addulurari ^ t' aju coma ti secutu me t'aju L' amuri Nel di quelli popolaripitizzesi, n' la zza arma t' hoi Si * hanno fessore, qnesto, eccole, sig.Pro- di vanzoni: nome lu E L' amor* Nuìi sillabe corrispondente siciliano: Boi ^ gnate se- mula lontang^ meng\ giarding voci suddette nasale* —Premesso suono Ve e gnato pronunziano Jarghe. L'apostrofose- si o 309 SICILIA parole:Le delte seguita dalla fosse r er* si ed or' Bl LOHBARDI POPOVAUI lu cori, ^na cosa, non potertasoffrire. 310 l' ura £ quannu è A Diu dugnu cci eh' fu n' hoi Ti Sempr' veje Sai eh' Lu di t' dì, di chi Ti nn' Ti viju Lu sài Lu nnomu e ti ehi pr' 'Mpignai amisgi Ggh' hai E t* fatt a lu ccà, n' hai Mi rin"eschi No m' n' n' H Bedda» muri? a ti scurdarì. 'un 'mpignai ti diong pietà a li santi verament'. di li me' cianti eom'amant', to' brazz amari mor' e a tia cuntent'. 'mpignai 'Mpignai amici» '^mpignaiparenti, ' In una variante è deUo tanti, a l'ègua sagent'. cor', mor' pr' duluri un 'mpignai parent', e 'n cu pinseri ^. me salutari; t' ama a mori. arma portu amuri provu voggh' pri sposa s' tu Mor' ti njii e amer' scurder'. pratticari! tò tia è cu' te tia chist' a dicu, duci di Bedda, eh' 'un ti pozzu nun amor'? meu lu di passu saiuer'. t' ama di Sempri supra Quannu 'n dolor' duzz aju purtatu pinser'; me prov duci fu mor', amor', portu lu t' pozz eui cori. praticher' ! ti ni e tia lu a ti cost' arma ti è o trapassar! e to pr' amari Bedda, lu a zza non e nom Oh! di POPOLARE arma lu purtait sovra Ti 1' dozz je pass Si di pr' amer' Bedda, Oh! POESIA DI STUDI pinsaH. a tanti, CAiNTI Fici ti Ca dijunu un hai 'un 'Rrifriscami mi Nun Sósit',amor' Pri ti Pri mi si curu st' ddett uni Quant sent l'odor' di mariola raiu^ sùsiti^ susi, unni mia f dda lu fazz' 'N Palerai £d A £ Di £ sotta si chi gghi Deu! bedda 'na n' è gghi 'a Pale^mu a ggh' Missina su' li rosL lumia, arhr/ 'azità è 'n la cocca di fam' H(^i Eé nun pampini cumogghin' ì Oh ìu, g^gh'n' Giazza : arrispufii prumisir' "n grana xn Missina a chiusi su' di li rosL T oduri m' riposi mei sti finestri chi la mari ola arriposi; amurusi, fatti chisti seniu L* oduri li rosi su Pri Ouantu rosi; risposi: tia 8u* falti li sonni Orapimi ciosi li Pri su' riposi* su m' d* amuri lettu stu amurosi, je, non fazz Sùsiti, amuri Di riposi, moi eh' lu cuntenti. mi', sósit*^ sosi d'amor' la su' e sti finestri L' odor' d'amanti, vrazza fàitti eosti su chianti li me' fàitti li sonni su edda di moru Orb'm' Ma veramenti. l'acqua risurgenti: li to' nni Moru D' zita piet^ cu nni SICILIA DI tutti li santi a vogghiu pH si tu E LOMBARDI POPOLARI mi ddett via; bon e anzi mia. car"28a foss' 'na mi la sera aviài gghi cufch'ria. prumisìru un 'aa beiJda lumia. granatu :)11 3i2 STUDI A Chiazza è arvulu un pampini enmmoggbìana Di satta curca ddà di lu sen^ Tutti festa Com' — lu senti Mamma, ^ Tutti iu E testa: lu faciti stu nun cu l'annu voi rid' e Ca quann canzone eh* è no e cent' quann par' chi pri li novi amanti dari *^ a d'amòr\ 'ngannaòr',.. mila nesc' quann festa,. tradiòr quant' è sciala lu crèd'r' Tann Tom face' No m'aju 'nsciamada no savèr' 'na si fa sta manu fommtna crèd'r' parrarK yogghiu fari; nun e li mei cu ! ficìru festa, l'aulri Mostra U s'arraspala festa Povra Se maritari mei Morti figghiam'arresta; la pozza r amici Si passa Non e- festa» voggh* de. m' farir la a nun aguannu Idda E aju : parrè» s' fa sta mai li mei cu ! voggh' fò*, non e resta» la testa fasgè co» Tautri cu t fes'ru lesta^ mei Tann Si passa ^ort' In non m' marie pozz' 9*^raspa e Tamisgi je Pr' hi non Mamma, — mia, fégghta fer"! la a aguann' ledda ramanti cci curehiria. mi fami hoi Com' Pr' cunzatu^ cei fussi 'na sira 'nvitatu Diu! Mortu E un 'nzitafis* la via. lettu ben ce'èni si cci Oh Cosi im' cei rOTOLARC Li E ^ POESIA DI s' cor', fora. ti zura, tò n' mor\ pricora.. sieiliaDt;il piazz^se dice m' voggh\ mi Togrift^ POPOLARI GANTI donna Povira (cci) cridiri all'omu Nun ti ca sapiri quant' è tradituri Mostra 'na ridi lu Ca quannu di viging Era la mia 'n Aveva D' Aucis truvai borsa ggh' 'Ntra di Avia io cu' Leiteralinente * Lelteralmente mi e : mi paria cci trovu ^ ! ^ Nel piazzese: mi * Dia, tronco carring, a Ucciso trovai. ^ prima * matina. luntanu^ aveva lu fici ving *! mang! senza carrinu un un granu. parrinu, Bastianu; V acqua i movi di diavolo. ègua n'u 'ntra lu vinu taggbiàmucci nel rinot testo, buono. 1' di metti Alloia tale: Nel 'n avea mett' vurza un dia Granni * sa si chiamava nnomu Tintu f Bastiang; figghiu e un pricura 'n grang. Chiazza la mò ora mori. duntang. tagghiomggh vicinu Era tia nni bong matting, senza n'n nia't Partii Di mi jura; figgh' e lu fegi parring, cui Sant fora, si di s' ciamava nom Ed amanti trov' mi ora nesci ti pri Ciazza e cori. quannu chi pari 'nautru Partii Ne no - 'nganna; mila centu e quannu cridiri Nun R facci sciala e Tannu * d'amari Si vói Ca qua 'nciaminata 313 SICILIA DI LOMBARDI amanti chi Smorte li manu ! si procura. a chi) non sa meitere V ac- 314 STCDI Questo qui è- un del il pane e da che uno sopra ha perciò vi del sete Tanno. da sonno e bere il vino tutto Siccome N* 'nvirnada la di la Sicutà Ddascia E letterale in prosa Beata eh' Ed s' n' pititnon u pò vedi 'na cannada 'n m' m' Tann va Nell'inverno Lascia figlie lavorare Eesta Col i dalla va u 'na con la infelice in figlioletto fa majau mau. muscateu; tau e tagghia lu dulor' a gangau budeu. calci in e... senza suo poi sino collo cuteu; villano moglie il quau, lu o il povero la mang. : mi d' fama crù e budeu, vengh e passa Inseguito nu u canett ni mù. so spens lu cu quant Furmag Quann d' pang, 'ndomang o ventr' quattr' costi quant Pang A lu la d'bulezza Yuless' senza disg 'nsificù mamma 80 'n ed, lu cu 'ncodd ' Sarà va figghiettdi Mamma, E mugghier' e poi sin' p' a cauzzi scintina a 'n Cu fegghi fredd u nudo pane mulo; al domani e tutto di Castelvetrano povèr* v'ddang u grisgia a ddavure' a n' T*ddaBg napolitano mangiare sig. Velardita: Il e seconda in siciliano non la traduzione metto nella siciliano altro canto fame, tutto »OP0UR£ scherzevole, che con fornaio, da dormire POBSU canto riscontro ha ottava 01 crudo, lo nosco, co- liana ita- 316 m' Ora E Tu si la Tu si Com^Ella io una la ecco tu e je e squagghià.. z'rniggh', u lu ziggh*. di questo sonetto dal credere buona, e i che popolari: primi otto gli altri un^aggiunta del originale. Con italiana traduzione tutti son componimento un di tutti i sieno nuovo questo quattordici : Dimmi, 0 diamanti Di La Intesi E intesi quando penso la Io il fino mi brio e la tu sei la terra, Tu sei cipolletta (il bulbo) anche la amorosi questo: che io sono il assottiglio, si sciolse. Tu ed puoi, non assottigliato più ferro ? ragioni. e il mio tuoi guaì, né te a assai guardai i debole nebbia sono i sonetti è consigli sento Come ed soli? son occhi sentii, creder mi Ora o gli li che tutti 1 triboli non E che vampa stelle volta prima La cos'hai? più lucenti e di e stelle sono belli più sono ciglia che le sotto diamanti, Sono Tra briu je sign l'ara. alieno farne per m'suttiggh' me ferr e i versi belKe canzone dubbio terra andrei non fin lu s'ttigghià, e lu z'vuddetta vede autore versi negghìa sign Je POPOLARE ti ciù a pena la POESIA d'ba sent quann Com ed DI STUDI V cerniera, ^ aratro ed Velardita io il ha giglio. potuti gliere racco- CANTI 'na A E bedda a arma ciù u eh' A C088 Je i eannaroi non autr mor poi ggh' eurpi E A4 una io eh' Io il Notte E non K se altro muore io che qua levare; dare. a fu quanti non a padre tuo ce quello che andare notte a Croce portò detto di sa non devo per fo ne avea più cornuto le fauci ti gli andrei m' questo che chiama si mia, venisti sapessi ehi qui infame è fu: (mi) venisti pace coltellate Un tu. accuscì. ohe rag«zs« la bella Due A amom'ni ti a di. eh' fu dell' alma Croce Se pinzer' t' pozz non ciù, cosi: si traduce E non eh' sp'zzè. a dorm' fazz ggh' soma Ora eh' fa, anner' ggh' oi je to pà, quant' ggh' n'è, eodd lo rest eodd di Ma di sa eh' soffr Codd dett fu curnù pizze a nott' s' n' E zza ggh' purtà avea non Cro»( ddivè. a pr' Nott' E oìama ?' ggh' annass' 'N 'aucis m' eh' è t* cu cutiddai Ddoi vinesti CICILIA DI vinesti mea pasg savess' je Se ohe earos* d' r Crosg LOMBARDI POPOLARI n' è; fa spezzare. dormo pensare a più, te poi ci hai colpa tu. 317 318 STUDI che Quello del Ma allro un della vendita di queslo quello che eh' fa du e la sgaragghioi, fegh d' li eh' Dì hai Cosi * Per Meli ni * firmò d' pà. sso a nòstra Peppi boni non mi guardè, ridità; ggh' n' é. italiana: Un ^ e stipula e uggiazzi, viju, non svirgugnait Cicchi Traduzione Ed r marpioi. p' stava grai senza lest scritt Cicc Baroi. 1' animai d' li deu era Gala Cattanissetta. soagghioi, doi Sdignada vitt' l'ombra ~ da il barone tre seri vai a gran Trabunedda i cu re d' vita mentr' faceva occasione piscia caramai, un e o Cicc dd' L' att in il come grandissima impressione; d' coddi veggh V'nneva E Trabonella di 'n cuntratt Fosgean Lu scritto Capodarso, che nuter' mastr cuntabu si considera le cantonate: per 'n avvucà 'N fu: in Piazza fece in Piazza si lesse E fu così. che favore a dire. posso poesia piazzese. Fu nome, Un lo amiamoci delPex-feudo Questa vendita A non sonetto delia capolavoro domani soffro ci siamo, Ora Eccole resto IK"POLARe PORSIA DI un chiamasi avvocato Letteralmente: egli stesso che di *, ha e piscia-calamai - ^, il notaio. piscia-calamai del un quelli famosi ìd Piazza ancora dispregiosi dicono si diede notaio maestro gliscribacchini; aiìche Giov piscia-calamaio. gli scagHoni. " il GANTI contabile Un Faceano Vendeva A L'atto dio Che Di Ma hai certo un in dialetto poesie. Metto invero oh la donna Tuttu Francesco Tori 'un t' vo ve sono ne ?. popolo eccogliene due, popolarimolle corrono tra uomo un una e na, don- Puomo: facciazza di feu p'cca murtau, ciù, m^ diss' lu eu risponde: ohi ' si d' lu non ti fet lu barababau. Pirch' ^ si ddaida^ mari To E eh' guardare; casato buoni dialogo un mi vissimo Dunisi, improvvisatorebra- sac. libero. Dice ddaida Giù padre. del po' ! suo piazzese, di cui prima un firmare, nostro Giuseppi e alle tradizioni di per gli occhiacci, vile, non Franceschi si dicono che di svergognato il tornando stipulato, e 3tava 1' ombra Abbassa — de' furbi *. Francesco Sdegnata vide . danaro senza finito, scritto era mentre E feudo gran Trabonella, degli animali re i sgaragghioi^ dei quel 319 SICILIA due baroni: a Francesco la vita DI scrivani tre o contratto un fa due e Il vecchio €he LOUBARI^I POPOLARI eh' si brutt di sbrizzatu Barone giovani e di n' giamirriazza ssa merda di inizza, Gapodarso. belli che fra molle si tengono vacche per migliorarela razza. * proverbio siciliano Un variante senza * dice: « cavalli per Sapenn non dice: tanl Cùehi li lassava poter andare Marpioi, marpiwii, sic, vale coi 'Ntoni, picca coi nn'é boni. e a pè » cioè ti lasciavo, senza piedi altrui. furbo e ladro aJ un tempo. Uiut beni, 320 STUDI M' pari CU' seguenti quallro a due versi coMeghi della Ciuazz, cu canazz Il cing d' ira d' Diss: multi A 'n' Annai Truvai Mi B pars beu, ggh' rancai cutteu. u Il in Andai Trovai Mi E E Mi cappellaccio. bello, tagliai col 'n Annai Truvai Fuago pianacelo. un compar parve lo Ponga capidazz. cumpà a anche cianazz, un na un n' annai coltello. era; femmina ghi fesgi a cu carte prena, 'ncarcaura; dostr con un che e- altro : espr'ssè circumdederunt manda tale un nici cano- disunestà; peni vulenn sig. Velai dita mi tutti i giuje, non e Dunisi sagrestia.Ea uno sera una giocare a Crisi li soi Canes per nella cappuccini esclamò de* dal improvvisati giocavano Ciuazz cane è sausizza. e trovando il eh' ' soprannome cattedrale,e chiamava ciazza vennero un gli soprannominava cui popolare la mentre affibbiato aveva d' bu'razz n [ gli poesìa griann saagh va suoi DI a duna. i me. seguenti indovinelli: CANTI II retone in Andai Trovai Le feci donna Me ne su incinta, chiaror col U^oeuzs n' Annai T^uvai di Andai beddi! sonu in campanelli belli sono A Hòi A donna na tegn taccada Air un cor Anno L'uomo PiTRÈ. con ad tengo attaccata La €L dònna una — per anno buono Studi bidazi anner' La Ho bidezzi tanti fa bong.lu om vigna cu a i ggh'"taggh' li p'r ann Ann roMo pellegrino, di che gdso giardino. un compar Attorniato Ahimè rott piligringh, Il Trovai luna. campaneddi, chi Ahimè della giardingh, n cumpà Firrià paglia calcata una andai di pieno 321 SICILIA aj^ un- una DI LOMBARDI POPOLARr di le lo trezzi pazz. vite: bellezze; tante una canna lunga, (nuova e bella), taglio le trecce. fa andare pQisia popolare, pazzo. 21 . 322 STUDI POESIA DI I Cu n 4dupiiii fazz grang un ^ grano fo casa a II Con POPOLABK steddi steddi, a lupino piena di stelle. (comparire)la camera A candela » Dammlni fila masinnò na candela La Dammene Questi qui un iproverbi^ Miati coddi Beati giix)cchi che Unn va Dove va Pov'r nù, OTìK, n diarrea e non il freddo mori lavora, un non e e paglia e annè Nonno non non può, t' vedi n morirai feng. u vedi beng. mai nel bene; fieno. anche mancano in Piazza, nudo, altrimenti annan andate gli verrebbe seguente in J Grano, iscrizione chiesa una qui mot. età. si la cosi: nii,eh' andando v' vengh a nanna fu trovata piazzese: e nudo, che vi viene e La e il vecchio giovane piazzeseavvertire camminar nun lo pagghia a morrebbe, gli dice Nu'y j»ò. u mai nella volendo di nonno fredd u di parole gioclietli dice che iì vedranno. travagghia, e uomo, Nascesti [ eh' ti vidirann! il nudo Nascesti Pover oggi u muoia altrimenti poco, Are son mor. ai piedid'un mure. la diarrea morite. cifìsso antico Cro- 324 Il figgh Paulin Ma zitta L' cbòrni der Puoi cosi in Scapolo La zita deve Le carni Per pigghia più, maritare a! gli porta carratello Per dare a Poi quando \ quello; a è se piglia la esso, è "[uesto: d' n' cuQsuòI la t'sta eh' ha la buoca 1 e sole; Sanfratello bagascia com' ha U questo gira tutto eh' La si vuole. Mongi bello, venirgli da dote M' parpaglione. vero un stare un *. ra*i : cotte L! altro canto * s' la è a sau; cau; glieleporta Maestra Tutte au a e è italiano bere vau; s Sanfrareu, tut può non patria. Muug'beu cuost a figlioPaolino Mio in carrateu com' baièscia E, si traduce d' un frria quann Mestra ^ bav'r' a della pampaleu, vòr pùrta cuoti li ghi ghi parta P' data P' 'n ò ghi 'è vinir' La saggi restituirsi potrà pù stèr chiù, mardér' n' Schòtt altri promette è questo: canti primo de" due mi si tosto parlata non natia POPOLARE POBSU Frizzi in temporaneamente sua DI STUDI p'rsuneg giuo' ie vocaìi appàna e na tigna, t'rregna. scichigna, d' Spegna, tro( d'.scigna di questo CoiìXaleddUt bolticello. la na^ula sgriz a mule a cump'gna la cu d' buofu d'iichieta nausc la mala e del canto seguente sono e, OANTI m'nuzza Agnu E Nei quant caunt cau lombardeschi canti originnriamenle siciliani stesse. I dialetto d'ora raccolti che quale pubblicati,i secondi non in possono parole siciliane,e lombardo; in e modo verun perciò che gli nondimeno più popolari,cantandosi esser gli basso altri popolo, più Ora di vivono in questa Questa dimanda i conoscere doversi trovare fcfrrine ma a in lesti statimi RARO. e alle che privilegiodi tre parlale,men- si limila al che si direbbero li accostano ': f» e intieri versi a a luce solo popolare quei villaggi, e questi se sospettai mon- intieri canti. furono allora che tradizioni fors'anco e di la raccolta e piiivolte non prima stesso me monferrini che mezzo abbiano corro Canti parole coloro che , siciKana • il le alla metto ora nei canti lombai*di anche lingua Mi da e altrimenti canti, che volte più sig. Ferrare dicevo andarono * prima tradizioni. sue egli elementi che , vi già alle frasi iranno classe di feci io saggi dei piemontese non alle col Monferrato? quelli del una frasi più ristretta,che attaccato quasi in^Jigeni, v'hanno Perchè da in entrambe vita seconda hanno stati sono si odono uni nelle colonie che piegare non distinguere nati riscontri nel comune e da' canti da' si riconoscono siciliano di dover pare me i canti primi vigna ^ d' a 325 SICILIA muntegna na cuvène a DI L0BIBAR1"I POPOLARI fino a' di nostri alla quale portato l'obbligo di i loro che io portarono distinguere dalla parlata,come é anche avvertire sì lancia vi può essere che canti? riprorJuroscro pelosanien ir trasmessi. popolari monfenini Torino-Firenze, Ermanno raccoUi ed annolaHAA Loesclier, 1870. D/ Gidsepph Fer- i 326 STUDI Eppure comunicate statemi nicosioti Non da porre trovo danno se siciliani, questa glianza di la vedere a ripetersidalP climi e ferrini è forma due due a trar assoluto. che lombarde, dalle ed del si conosce e che altre: i delle canzoni che canti la o a veder difficile, alla peso d'amore, di canti. delPano dell'amore: in Pazienti mancano. tutte trovare qualcuna È probabile adottato avessero le forme sue più probabile per prestavano alla loro parlata;ma non avessero non stati forniti gli enimmi in Sicilia Quel delle colonie conosce quindi giudizio un ne'' canti potranno f^r venuti mio, che essi mon- troppo corrivi esser pubblicate e celebravano si e importate ne' paesi monferrinì. passione i rispetto toscano. un genere si non le ballate soltanto i Lombardi siciliani che e di immagini, pronunziare altro di paragone popolari che vicende canti punti nate in gli aneddoti con ricerche amorose bisogna Monferrato viceversa: fare di quindi luogo aver le , tolta di riscontri^ manchino Sebbenei potranno hanno e conseguenze ha, questa di soli quattro versi rimati metà non simi- se le differenze modellata, anzi questo lombardi lombardeschi canti la seconda come lutto con essi Tuna diversa: de' stessa di atfetti vi gli affetti siciliana;Faltra composta ottava nel comuni coi soltanto,e popoli, salvo , pensieri. La Ma i avere tradizioni di Monferrato; i quali di dialetto e de^ pubblico io) ora parentela stretta pensieri,d^mmagini deve a più è che non quelliche coi canti del riscontro a di e trario. con- (parloalmeno di Sicilia tizie no- piazzesi, del fatto persuaso hanno quindicipubblicatidal Vigo, e raccolti, ed in iscritto da lombardo canto un documenlt voce a mi sanfratellani, e POPOLARB dei accurato esame un PORSIA DI e* quei è bea ritenuto,e i loro GANTI discendenti al nate conservino non XI. sec. LOMBARDI POPOLARI Ed parte di quelle ballate ancora, invero come di di cui riboccala venuti delle del di uomo fatto,voglia più ? molto come niente sulla dunque siciliana nei volta buona uaa passare sussidio in Remigio pag. della trovar la di della alla ricerca i monti ed lingua di un Roccella in mancanza difficoltà che di ho ai tip. di lettori cosi i un'ortografiarispondevole con grave stento , ». notare vernacola si ia^ piazzese Orlando in cenno scrive: mie sono ^guardai 1872 , per la come fiumi, ov'è Rosario nessuno benevoli, perchè dovrebbe scritto devo lingua :"1 pubblico alcune presso superato in di cui è fatto parola, perchè scritto, presento compatimento di questo Poesie pò^ K. popolo , eglinell'avvertenza vernacola i e di un orali quanto , Piazza-Armerina stesso. gettare si dicono tutto e qualche importanza poeticbe soltanto caverne primo saggio di un quello è 315, r ha non al difetto è che ed quelle che a alla storia Hoccella; in 8.® L'a^ a la Te- e paesi mezzo mettersi Correggendo oggi (4 luglio)tb stampe pubblicazione di alle anche castelli, le grotte, le ^ che pensi Cecilia persuaso racconti, le Habe, le panzane, largo si la Povera fare a quei comuni, questione. Né ma limitarsi, i come spesso se quelle tradizioni poeticbe" le quali potranno di luce pe'^nuovi essere paté di tali documenti, si tuttavia egregio rimane mi voto che doveva tro* non deirisola. lombardi Un in. forma corrono avventurosi Il ripetesseroallo le canzoni, a viaggi monferrina? non patrie memorie altre simili storie resina, Sicilia ragione perchè una ricordo a in di e poesia popolare di simili varsene sfortunati amori dimenticarsi possono , quelle storie 327 SICILIA DI • questo articolo A dare un'idea io quanto nora sappia si- Mi lusingo di poesie... povertà state del vernacolo, per me due e gravi 328 mio Gradisca, della stato la di sig. del farsi Colgo detto Roc*:eila mosirsi raccoglitore mancherebbe certamente. nell'articolo Sicilia. occasione che per segue» io ed natale, YÌTace meno non Piazza questa di si dialetto suo in gli non Tatt^ Amico, stima, riverente e ed mi e conserva 1872. Maggio. tore affettuosa mia Professore benevolenza. sua 11 illastre ed caro popolaec poesu DI STUDI non fai si saprei patrie delle sapere occupa poeta esperto il prof. presentemente .Il j"laaso G. delle conosci* abbastanza raccomandargli tradizioni. che che Morosi, de' bnoni di parlate cui barde lom- é 1"E^ CANTI MERIDIONALE J)ELLMTAUA la porzione lunga mari colle Sternatia, Martignano ancora dialetto nn di Bari levante ^erso occidente tra dai e tentrione set- Basilicata,riceve il nome e Tallone d'Italia. Fanno parte di Calimera, Castrignano, Corigliano,^oleto^ Martano, essa confinante e di o bagnata terra provìnce d'Otranto di Terra di Adriatico, ed Jonio GBEOI FOFOLABI Zollina: s che greco greci'siloatinei dintorni di paesi 'nei «qudli si parla si pur in altri paesi Calabria^quali Bova, di Reggio parla principaletra tutti,Amendolea, Galliciano,Roccaforte, Rogudi Accanto ecc. il dialetto calabrese essendo paesi A essi raccogliere i dottissimo quanto quelli che sono sia. naturale lano par- loro, sia acquisito: per stati, ne' passati tempi., greci si ne Saggi i come dicUelti CoMPARETTi, Jralelli Nistri im. alcuni già di lui di Calabria insieme bel volume greci dell'Italia prof. nella a' suoi R. ^ (ejion Univertild li. Tutto erano male che pati) stam- ché saggi inediti;tal- che, ììieridionale e anni, quel Compare! benxompre$i,re perciò messo un Greci è il prof.Domenico sempre fuori de' Bova, intese, son stampato prima era diede dei di da lui venne popolari canti filologoche pochi canti, non DoMEmco vi limitrofi. particolarmente ^ questi paesi a senza gli ultimi raceolli ed illuslrati (ia d/.Pùa. Pisa, presso J 330 STUDI compoQìmenti molta ohe DI offre letterari, sono di studio materia di lui SuH^esempio valoroso un greci d'ogni è necessario dare a illetterata delle lasciando ad trattata che il greco; italiana che io mi servirò essi vi hanno^ latino cristiano e in che il ritmo greca, volta Studi iui dialetti Morosi, preceduto nei da ed grecidella una un il concetto special genere una ^ e in validamente è sentenza Codesto latino ha. mae^ traduzione d'Otranto e ad di dialetti medesimi». Lecce, in civiltà nostra ,. e la tempo un d'Otranto a sieme in- tre componimento,, cristiano; per ristretto Tetra raccolta sol canti,assai ora le di Calabria tutti trova dal. parola me fatta sif- dalle nenie. appoggiata di adoperato accompagnata. chi v^ abbia qualcuno ha sola della Terra ; havvi fusi questi elementi vedere meridionale: sto pubblicatoil te- originari«della elementi i tre prevalgono alla poesia il Morosi più : ha. fatto di popolarigreci di Ne' canti greco, ma di nell'opera sua. Comparetti greche; lettere suo la parte fonologica concerne gliegregi raccoglitorihanno Entrambi un greci intorno concetto greche deiritalia colonie altri lo studio strevolmente prosa adeguato un morfologica di questi testi,la quale e di capo queste preziose raccolte traggo quanto *. Da d'Otranto Terra canti popolari i dialetti Qlologico sopra lavoro importantissimo altri duecento a del tendimenti hi li mettea e genere, grecista,il prof. giovane Leccese canto popolari. medesimi dai Comparelti raccoglievanel in quarantan le tradizioni per animato Giuseppe Morosi, POPO^ARB POESIA raro in soli pochi luoghi del Italia,comunissimo prof, doti, Canti, Leggende, Proverbi tip.edit. Salentioai.1870, Giuseppee vinelli Indo- in 4.? 332 STUDI Ti DI alle aspetterò E che vedrò se Allora otto: tu incomincerò aspetterò, mamma Io ti aspetterò, alle vedrò che annerirò Io E tu dieci hai Alle dieci sarò nove: vieni. fuligine: che Alle mia. non come vedrò se piangere. a ti se vieni. non Io E POPOLABG POESU tu vieni non vedere: da divenuta terra. terra, da seminarvi. Terra, Questa è angoscia t^he forse maggiore non n' ebbe ve tra^ mortali. \ln Sternalia di se vi è marito, nella quale ciò che un anch^essa,come che in in dov^ entrano sua» a e, E tu, E non Che bue parole^dianzi meglio bisogno di mai dre ma- la onde canta: notte e giorno: selvaggio sempre hai mugghia. perduto ogni delie stessa idea nenie colle codesta lo interno delle , madri alle mente porre sempre arte sfogare quanto più orfanelli fuoco. è da quasi pronunciate.È meschini la e il morente; e nenia, una il morente conversare dalle il preambolo tanto non è piangi piangi, esteriore una vedere cantata mai, quanto manca la morie arso, mondo al ^ripetizionidì persuade la morte per premerebbe alla superstite madre cessare forma dei non affettuoso cuore t€ome ;raUggio mi colluttazione preficarivolta Nella fatto nenie esse di nenia le altre nenie, venga tutte prefiche.A questo 6ime esempio raro un mede ? Parrebbe cordoglio, orbate del GANTI frutto delle prive di Le dei lor nenie, scrive il Morosi, s'improvvisano dalle donne al feretro le nenie come quindi una dal suo deireslinto,in deir astanti: concetti la singhiozzare dalla in anch'essa madre secolo e s«mpre sono è neppur nel colmo sempre, osservato. a della lagrime il cantastorie dà un di prefica multo e secolo patria. qui e E — punto ap- vere; commuo- Caliraera,Jn canti un metro che il vedemmo non , fedelmente «iella commozione, ritrarrà non di preficadi Calimera, la quale dalle spremute se Martano, che delle grano la canierina o Palme.. uà Da non domanda noi in baiocco, chiesto s'accontentadi^ qualche soldarello, ricolta passione di CristOyO una canto. le » Più curiosa pel uno , quelli degli: altri da diverso fuorché con poetico che altri canti ; prefica:dir mollo l'arte della sta air età. generazione^,di più lunghe degli sempre gli nite, indefi- e però alla madre iusino risalgono certo riescono tutti prefìca,oche in prefica,di generazione ghiozza, sin- ora generali dell'estinto,richiamandole quasi e strillare e Sono similitudini, alta,or bassa, che or subitaneo, pt-r cosi dire, dal fondo fu trasmesso della di , prefica appropria li per li al sesso, alla condizione sforzo dolore. prefica commossa imagini, similitudini , che fa e del d'imagini la voce con strilla esprimono davvero, Eliade, ir delirio petto fa erompere ora ed , , di sé alla moltitudine mezzo di lui folla di concetti rapita fuori in 333 MCRID. di conforto. e parenti e degli amici che DBLL'iTALIA 6RBGI rimaste viscere, delle sciaguratefigliuole, consiglio intorno e POPOLARI un un un Sicilia,quando in tono Joi^iodt pane giuni che le piangono in.csisa^. pel canto uovo ovvero è caciuolo non si lamentevole, pe' figlidi? 334 rruDi canti Ne^ torica in religiosi,pochi il tatto di Giuda le che il soverchio poeta di un'arte che che altre).Nel persona vi si non si che baia est et contremuit Et S. Matteo: tes velum ecce ì concetti ridionale dei e templi qualche manifesti dal e sul dimento tra- digiuna di lettere; miracolo biblico S. canto un più disperato né (XYIII) cof^tur- salmo scissum è di del Nazareno morte del versetti d' ragion est Vangelo di in dìnas par- mio entro La colla mia lascia mia Maria Cristo una preghiera, che ne altresì per le terre com'è Cincu stu a le madri santi lettu mi cci 'Mmenzu cc'era di qua. va capello a Gesù il cominciamento palermitane essi curcai, truvai: la testa, dui dormire, io per compagnia. loro, appena figlioletti 'Ntra a detto come trovare a Maria; se per quale risponde quasi Tri entro mamma Alla a' facile d'entrambe bambini letticciuolo mamma mi assai è vale dell'Italia me- greco esempio questa: Nel Ed di canto siciliano canto preghiera E dal di confronti;ciò che più luoghi per terra, Mi- (cap. XXVI). ec. Tra davidico in parte del e l'ignoto può significare più intenso, ritrae trae canto un della i sono accusa celebrano di Cristo; il dolore tomba letterate Mater^ Dies Nicola, protettore di Corigliano. Molto sulla la ret- eccettuati,entra sentenziare è da non cosi le altre stanze non solo artificio. Versioni suo (quest'ultimameno serere popolark portano il titolcf Stabat che canti poesia di capizzu, Cristu...; divotamente si levino di di prendono ap- letto: GANTI continuazione della Io mi Io idda ed i canti nei giaculatoriadella pettu; arruspigghia.' quali il cuore del popolo si trasfonde ricercatezze orpelli,senza lutto, senza sera: vigghia: m' cosa 335 MERIO. stu letto, ntra 'ntr' ò me dormu, Si ce' è Ma bambinesca cnrcu Madonna La DBLL^ITALIA GRECI POPOLARI ramente ve- leno- né i canti di amore della varia fortuna di cini, sono e É ben naturale c1ie il popolo apprenda e faccia suo religioso di persona canto scrupolosamenie; sempre se è di non popolo simpatia popolari,non e la ragione per questa dagli amorosi tu e di credi frequenza colle e non Maddalena della saper son uscendo dice: celebra non farlo a fetti afsuo: sto pre- canzoni. sacre d'Otr^inlo «e labria di Ca- di Sicilia,tanta canto hai, è vero, in gran di qu^slo mondo cose ve li trovi, ne santi, terra pel poeta d'Otranto vincerla. le sole ne^ resti lodi delia donna e che e copia del mondo gliato abbarba- come piene son di mento: esalta- la gloria paradiso narrano rustico siciliano è forte adontato della zita noi ha vergogna S. Filomena, possano simpatica leccese; la quale allorché amante dalle le maravigliose fattezze in Terra per moMo vi trovi; non quando di lei. 11 sole,che o inclina leggere qualche più sublimi angeli perchè se erotici di Terra conquiso. Le e manco, d^ amore paragoni superlativamente iperbolicidella i invisibile,ma il canto ma un di generazion popolo va giudicalo più rispettiche simiglianzache donna cui il i canti Svolgendo è la lo per o, lo tramandi e letterata, esso. frizzi suoi di sé per Sant'Anna sostenere è poco fanno naturali al facciare af- avere (?),la il confronto che men non più siciliana superbo suo 336 DI STUDI Che hai Che sei Che tu Che altro Quando da a me, tarto botte civettuola, l'avverte il nico, solo. Uno d'occhio a^quelle le paragona volta da canto che esso si piace dì Uno • suo dai è di alla il ma-- « uno però tenga e nel- ch'egli bizzarramente cappuccini, privazionie egli se confronti «molto va stenti : astretti povero, prov^biale imprecazione Che puozz'essere de' nnam- /, in Ecco il codesU) qual.modo costante suo disgraziato d'^in alia amore sua. Quafido-^vedrai il Seccare che vi Dentro vi Si lo ' «ci non; -e messe io ti detti oiuirì, Ca disprixiastila pirsana mia; Ta chi si' colto, un una venga mio, xuor più acqua. avere facciano mannal, mare, rigogliosa; figghiadi qaalcfaibaroni, Obipjgcamentinaia. 'a aignoria? — CarUo pap.^ftc. amante fidanzata luei'a: 1 e sioni pas- ripulsa^, nell'una innamoralo vogliano delmale^ cui che tiene; » Martano di ripeto, aggiiisiandofede morato Fuomo tempe sostenute vita a menar Napolitania le fece dico, per le infinite pene di canto da pietà chi a questo povero un * risposte;perchè, e Chi " provincia^povero, soffre, sicché una pentolino Tinnamorato. te..! gelosia,tempestata anche J)'altronde, la vede Tàltra di senza palleggiando di po' fuoco? barone, un della innanzi un del meglio raffaccia tizzone, nero d'essere v'ha non danno. dev'essere POPOLARB il carbone ti tieni tumultuose, ingiuriao dire come dal ròsa PORSIA : di ferma afCali-- GANTI DfiLL^lTALIA GRECI vedrai E quando E tutti i carcerati E quando i morti tutte in gran vita vedute, pena. forza maggior con alla avrai cose a e diversamente, anzi venire 337 MERIO. libertà: queste ti abbandonerò Io Né POPOLARI e leggiadria,in Sicilia: Cui ti lu li Quannu Papi Cardinali Li Quannu li vecchi piccirìddi; sunnu dianzi alla Acciocché non li so* stiddi. amante non di mostra Fa di meno si attenta di prire sco- nun Tu cali Ghistu Disingannato amare diri li e che cc" genti ca l'occhi, io calu è lu della signu ca vita in in alla gelosia: gente, di arso va neirisola amore. alla nostra, dove ripete: amante passu- di Quannu Pri non odiare, di mostra entrare possano quello lo stesso sua gente, fa iscoprirsiinnanzi non^ per più nò d'amari^ fuoco^: suo E travagghiari, a giusioritegno^lo E donna vanou lassa celu lu Quannu a nuciddi, ti lassirò, bedda, Tannu diddi: a dumannarì, a vinniri a li nK"rti il lu senziu vannu Ouannu Educato t'aju a lassari? ca ti lu dissi avia Cui Né dissi nni siati onesta, nn'amamu, la testa: salutamu. Caslrìgnano,canta con inlinito sconforto: Ed Ad " PiTRÈ. ho un — da partire io domani romitaggio Sludi di a per andare dimorarvi poesiapopjolar^ ^ 338 in e DI STUDI E a mangiare E a bere Sicilia tutta manciari petri di fari mi è petra e" in suo istà un'ora non né settimana una canti per ella lavora e senza delle la malizia il refe ricamare per mestiere; laonde, nella ladreria e di preparare per in Fclermo, dell'ago, cruna fiore.— un pietà la provincia: della Kalsa siciliana eterne solo perditempo è non nostra già non inOlare per biasimano ricama se quella neghittosa come è rispetto della corredo pettu funtani. fannu ma guisa della ricamatrice a lu battu mi d'Otranto un diserto, un lettu, lu mei questa, che il mano La leggenda pri capizzali: via del Pistoiese; ragione lunga la canto un apparisce come la di canto un della armali. l'autri coniu l'occhi chi donna La di 'na Pigghiu Finn acqua.., per voggh'iri a ddabbanna Spini puncenti Li pane, Vernagallo il povero nni Erva lagrime per Carini: Principessa di Mi d'erbe radici mie le POPOLABE POESU di Inoltre iilcuni panettiera, una di l'astuzia de' cantinieri suocere, Calimera. gli accenni Tra Turchia, lo terra vari di lontana, diviene turchi fede in Turchia Turchi antonomastica in in canto un tre un a 1 paesi n'ò dice: e ti Che de' proposito degli Ebrei, detti » della rustico pel poeta truffatore Turchi ve la crudeltà rispettiamorosi pare di quali cani religiosodi Martano; vili,cattivi,senza l'imprecazioBe dovette quale a e difficile è ove andare; un'imprecazione portino i al regioni doversi nascere di Palermo verso riportare il e Messina. la fine canto che del Qael- sec. l'ha. Un' XY, al- 3ì0 di rruDi Barletla,le più devono tamura A di poesia belle andarsi di Andria, fanciulla di Zollino Bruito paludi Tutto Che Ti quando vai. in bocca casca Foss'lo andata Poiché qui altro canto, anzi Un dagio: Ognunu air amala:. che la intendano di Palazzo sono di. loro tra la conferma delPa- strinci;,perchè dice e una «anzone grecj, gnificar io, si- credo i greci d'Otranlo, presso non Contessa mai da' intendono e quei.di de^ Piana i siciliani e ec, uomini e a E. canzoni divari comuni tèmmene fanno Greci, indigeni, e non pre semsono vi ha pure, siciliane,che richiama di quelle province: Corigliano a- _ Tòmmene, quali , altro canto UU; di.alcune cose gli altri anche albanesi. non fatto sullo stampo ad bei giovanetti. danno in Sicilia. tra Adriano straniero. paese s'intendono gli uni,-icosiddetti GjA^-"ygf^^%. che intesi un nemmanco ,. cioè ad maritarmi i? latini,.»volendo, che lo stesso avviene ^ Vx)gllocantarli « latini i per * ranocchia altri due ramante non brocca, li soi ^abbrazza cu si lamenta in Cutrofiano: alia una vi non di Àl- freddo! bere a a e Cutrofiano, è molto e maniera qual in maritata che paese Poràbita di riporre. a ecco proposito di paesi,, una popolare E li fiore K A * Cuminari dei. Greci, della i Zollinesi Piiost i: pazzia per a suddu in ogni canto; 1' tfbbuttati...—^ dicesi in Palermo mettere Martano: li Hìlteiotf..* su' cci Caccamu è conversazione: sciocchi sono abbuttatr gyhé^ghé come in manganando vanno in canzone (Tanti pop. alle donne la loro sic. albanesi pronuncia. della Piana CANTI A. Martignano A Castrignano E a E non E a SternatJa E a Soleto Il bravo ma gettano il de^ levrieri, cani sono ghiande *: che mangiare negromanti, prof. Morosi (rubano): roncone porcelluzzi sono sanno Io se vuoi intitola scherzo dieci di cui versi sapere. risulta esso dei sul sapiente amoroso e tempi collocar giusto quel titolo che non di tra i canto pigliaresul daremo non il tuttavia che reciproci affetti onde, i loro, ma paesi accordano; nella qual supposizione di lasciar delPelefante mai in un forse di canto tiro a segno nuziale, per uso ricordi lo amante riceve Taddiettivo esse cui Li Martano), tutti si uniscono nulla ho non notare che di negro pure son Alcamu, strati lu' unni nella dato le fitosi,tinti ho trovato l'uso; nel- greche; quello de' qualche dono; capitoli e da timo ul- alla Morte. gli scherzi ninne-nanne, dei quali porceddi* e accenno comunissimo soscrizione di ciascuno nascina un non colonie delle dall'amata gli indovinelli: Ad devo benché rispettoitaliano, nessun Poesia questi (in un quello del ^ conveniva Comprendo consigliasseroal Morosi sità neces- ardito uno coglitore rac- ridire. Prima di ai fatti? parole e quei comuni ed da alle peso tamente atten- fu Sicilia, noi al presente serio, perchè raccogliendo a pure. Se al Vigo, scherzi gli non , accenna bisogna che de^ canti di gli tra che siciliano vespro storia essi perchè canto; sarà, questo fatti,a detti,ad abitudini,a condizioni ricercare 341 MERID. asinelli: sono Calimera ognuno DELL^ITALIA GRECI POPOLARI lordi...— Canto pop. sic un ciullesch fan- pic- 342 colo DrPOESU STUDI saggio è aDche delle differisce mollo di buono rare nel al in e Qgliuolsuo, terno, manon desiquilli, tran- E questo apla madre ella viene greci d'Otranto canti Nei ninne-nanne. mai sonni non se bambino dal cielo al dormiente punto prega come paese, può avvenire? fortunato salute prosperosa, qualunque Che esplicarsi. di modo madre una Morosi; quella del Comparetti.L^amor in sotl'ogniclima intenso del raccolta dalla dato ninne-nanoe POPOLARE delle rellando cante- sommessa: Nanna mi Nanna Vi Vi Tra scelgo trovi candidi ne ha alcuno. addimandare vurrei concetti infantili , fraganti; un ha una solo ne invocazione vaghi , riporto, comune d^Italia: Che lo non me i nemmanco farò sul aspettare le Per vanno limitare. innanzi stando ftiamme che tornano alle torni si faccia mamma mia tardi. dalle porte delle suir imbrunire canticchiando: sant'Antonio Acciocché pecorai; chicchetta: una la lascerò dagli oliveti i bruchi mangino I fanciulli di Martano ad ve che perchè il grano: Te affatto: luna, lunetta. (E) case e Custodiscimi Ti non sempre , il seguente 0 n'ha ve , ma altri canti ad bimbo bambineschi gli scherzi indeterminati non strada, qui avanti. il mio come alla mezzo bimbo fanciulli piuttosto canti e fare: il mio come sono Ma da hai bambino, o fanciulli in sono (Ma) fa, nanna olive, mi Acciocché Che Morosi c'è Piscia Aju Quannu La ritrae qualche detti anche il primo pecuri tutti dalla poesia femosa assai rari, sono esempio di versi eroici già quasi decimo neir ' Morosi * y. ^ la antifona cil., pag. op. mia emistichio belli di data poesia che cil. pag. mollo al solevano 80. 85. nazionali, con un penultima; cento ac- oltre pure come '.Questi della compiuti racc(»lta,voi. II, cap. Morosi, op. che sdruccido, d'Alcamo e italiano, emistichi, sillabe,quello sulla questo centi gli altri acpari.Sono, infondo, i versi màr- verso nella o del storici. e è di due si compongono pel Morosi addentellato loro Grecia, il metro di Giulio canzone canti Anche posino sopra sìllabe primo poesia popolare della richiede d'Otranto Terra ha com'essa di otto, l'altro di sette telliani col \ d'amore. che politici, del : greci di non alla raro poi l'armonia tetto: russi obbligato sulla sesta, questo che del *; quasi sempre volta richiama v'ha del de' comuni specialmente nei canti ma tulle 'i d'Italia ; pure mezzogiorno Qualche leggono nella raccolta piscianu, piscianu poesia popolare di Calabria si siciliano: mannara na ieri. di pecore: pisciano del 3Ì 3 ' MCRID. pane, gli embrici mandra una, lo slesso è che per una da ITALIA di po' un assaggio questo Ho e dia i sette indovinelli Tra ed lo non DELL' GRECI POPOLARI GANTI *Nnmini. quelli della versi sebbene antica, avendo Grecia classica,e principiaredel intonare nel il parendo ap- secolo circo le 344 fazioni due de' STUDI DI. Prasini e rimperatore.— variamente dalla e Veneti avrebbero volta ogni di Morosi, lui e probabilità la durante Italia, in a' tempi di ^ MoBosi, è alla op. cit. metà seconda pag. 190 e seguenti. del secolo X. che I ^ cidente, oc- tina bizan- signoria Basilio corgimento. ac- ad , dire stata cenno oriente , quanto sentasse pre- mollo con da trasmigrato si breve qualche anche vi che colonie queste dopo riceircata Grecia tutta con il : Tha Esse de' L'origine stabilita Comparetti, del POPOLARE POESIA è DE' GANTI popolari canti 1 MONFERBINI del sono Monferraio in Ferrare prof. Giuseppe per la piemontese. La quale, quella come si Ha d'Europa. bastano di degli quei di sé soli per fornire a anzi della Spagna, poesia di Francia strambotti un la per del zogiorno mez- ballate, leggenduole di tutta dal nella Acqui , diilerenza a su raccolti -stati monferrina poesia popolare d^Italia,è quasi romanze Carpeneto 1^e di Alessandria provincia criterio POPOLARI di altri e (stramotitt) e paesi essi ma se y molta hanno si discostano veneziani, siciliana canzuna rimate rime seguenti alterne. un nei espressi negli dal poco primi quattro e cogli e rispettotoscano piemontesi i versi e amorosi e dalla e sono tine quar- di rime quattro egualmente sono vivacità con baciate rime con negli altri, salvo, sMntende, splendidezza d'immagine stormi rispetti ottave un'ottava canzona i sentimenti uni veronesi alternamente, altri,e la Tuttavia vilote gli strambotti ; che assonate o alternate nei colle analogia la maggiore d'espressione dei siciliani. 1 Canti FARETTI annotati del strambotti Negli e ed dal Racconti A. del D'Ancona. Dott. Giuseppe Monferrato lo amante pubblicati per popolo Ualiano Voi. !•: Ferraro. Canti cura popolari Monferrini Torino-Firenie, placido, canta E. di D. Con- raccolti Loescher, ed 4870. 346 STUDI rassegnalo, occhi DI misurate con POPOURE POESIA cadenze. gli rallegranoil caore che cbe egli per egli vuole di amor lei brava alla Per le pene di lui gelosia gli nasce (45); però fedele vi mancano; e cessa d'amarla non^ la di legarselicon risulin-nha, rissa lasijandèe Nun parlar con cuno qual- alla guerra dei capelli amante fettuccia una la le si manterrà chiamato lodi cielo,e non siglia con- (bindelin) facoltà: sua 0 Le a (53),e lo abbia lasciarla. a lei lo propositodi capellisciolti, a amata sua secondo dal veder sia costretto (18),e la appunto che il sovrano malgrado le stelle del pendola sa- , sisce, ingelo- ne se donna (39) grande messa quanto sono questa (40). Quando canterina due (strambotto n. i9), caore , una ba donna sua perde (38). in cbìesa andare La i tei capelli disbambanati, cusi stretti Pija in bindelin, poi lijtij Cunformi Ma in Sicilia incastonati porta egli in toi ra pusibiltati. si contenta non di pietra diamante questo; egli li vuole in calamita: o Bedda, ssi capidduzzi 'noanaulati Sempri davanti duvissivu Li 'Mmenzu Più ^ d'uno Però in allro tatli li canto a lopghi tiniti, ngastati è dì e o 'un la e k"9gbi ti li 'ntrisiari laisati consiglia: affacciari pioctottifa' 'mpasilri, noa calamiti *. disprezzo;qualcuno lo amante la finestra Ssi to' capiddi Ga li petri diamanti Affacoia Ca tèniri strambotto un l'occhi pinairi. di sarlira, 348 Nel STUDI Canavese, bela 0 T' in fia, nun ei fia d' Un An' stat pensiero è non canto che tu Che altra d' ti tieni ogni* altro in popolare canto toscano canto , : regno. d' Otranto Terra : barone, un essere *. Magno qualunque y' ha non fó 1' amurì meglio di te \ Sicilia: In figghia di qualchi baruni" eri nata 0 Ed si' chi Tu 'nta 'ha signuria? anche: patri Tò matri Tò Perciò Canto, a Tò patri Tò matri Canti ' Oreste Morosi, op. y. di tant'anni: ti vinni tia d' unni a pinni, senza trasformato e ridotto ? nel seguente: Pidda è è scippa-pinni, lavannara: ti vinni ? *. popolari inediti umbrif liguri,piceni,piemontesi, latini,raccol illustrati da * lavannara d' unni Ddó ociddazzu un Ddò stu Pidda Stu ^ è è quanto pare, 0 e di di Martano greco t' lavuri, Alessandro un mancu: Italia. Un tutta sei d' : né pU, a. in in tantu bsogna tantu padrona Nemmen né masse', nuovo Figlia non Un te stimar stimar a POPOLARE si canta: masse' un lo si riscontra anzi POESIA Piemonte, T' ei fia d* li DI nella mia Margoaldk cit. raccolta il e. 305. Genova, 1855 pag. 128. ti GANTI La del POPOLARI parte più importante della poesia popolare piemontese Monferrato Ferrare le sono canzoni, che, cosi l'Italia, per bei il compilatore apposti,sono raffronti. I richiami in perchè i confronti domina di nella loro derivazione da canto avrebbero al potuto ad accanti essere da analogie bisogna stessi noi È le abbiamo notevole del vennero insulare^,pensasse trascurate Tra in e le che famosa , Nigra, nella, rapporti di ciascun egli stesso^ che, stessi noi il a come la del comasca del a dal Fer^ quali Bolza;.la neziana ve- Caselli,state fatte fuori Parigi,donde per la prima che tempo e ct"me T Italia faceva la parte contribuir volta sua testé di gende leg- (inora. leggende lombarda mon- diciannove, delle già fece V alta Italia centrule, come indicare consaltate quelle province. Sarebbe a ritalia tre: Titaliana e in. Vienna cioè d'Italia, 1^ meglio citate Wolf ai vedute. italiane,e di esse,, sette che neolatini canti il lettore: dimostrarle nella lista delle raccolte il vederne raro fare da popolare far sig. Ferrare, i raffronti a' quali rimanda volte, certe latini, neo- q.uesllrichiami col aridi ha popoli passaggia altro ^Forse mi^no di dei punto luogo canzone si ravvicinano cestii un ogni dar altri si trovano quelliche struttura popolo diligentesig. quella forma per da^ segnare e un che ad lui, e anche di soltanto in capo limitati questi più raccolta rammentato ferrini che più importanti nella al come ad altri per fuori possono a ha 349 MOiNFERRINI monferrine v* ha dopo gli studi quale F1KRJUB0, Og. Cit. pa^, 8i . s'è veduta . . quella fattivi sopra la sulla da Domm tino Costan- tragica fine di Roa? 350 STUDI mitpda nK"glie di veleno cirella Elmigbi, la in pocbe con varianti in Francia ancbe nel corre con ricordo cbe scudiere suo lui ^Y^ba esso forse locale men che liberatrice^ sia La nel pure Cecilia in Lombardia, in Sicilia,dove in al del nior(a , nel Veneto, Veronese, Portogallo, nella Lorena, in Brettagna tutta. bensì ma dividerlo a quello di Longobardi appareccbialo incontaminata^ Europa Ispagna, in dei re avea la coslrinse Monferrina POPOLAR» POCSU Alboino stessa cbe popolare DI è non già corre esser mune co- Catalogna, Venezia, Piemonte, in lo è dialetto siciliano d^ italiano parlata mista una oltre ad cbe canto un e forse e di bardo lom- *. . , . La Fiorenza Ferrare nota (e. 33) oltre colla ad va il è £ confronta una di suole adoperare, mi sembra una sarebbe da nel corra ^ YediDe Arietta * per Vedi * CBSCH Ma buona. e a Cansons Pblat riscontro F. Navnarelli, pag. de i9ì . parolecbe Studio pag. di questo la terra. Briz neUo CarUs ancbe del figlio Una delle camuffato la ba La con con VE- % nella dTn- re più gra- da frate cbe quale è la importazione vedere se, ed sua titolo: Lo per il popolo siciliano dMtalia, parendomi restante un II con Sicilia,ove per due bella e sig. Pelay Briz moribonda, povera questa è pure ba (pag. 77). monferrina e confessore; mante del falsoPellegrino,amante assistere amata. Catalogna, n^ raccolta tambors tres ghilterra,ballata ziose della della catalana quale Los Provenza , hija del Mallorquin ^mvana della FhiranQO , il riscontro, come trovar a a- non continentale in qual modo, indubitato doversi eompdralivo su' canti popolari 66. Borna, di tip. S|nìmberghi, 1871. volume. populars catalans colleecionatos per Fran- Barcelona; libreteria de A. Verdaguer, i87i, pag. 65. POPOLARI GANTI in cantare la tutta anche dell'Isola: nel penisola. Io la musica e è non l'opera conslmile si inoltre Enlèvement blauc di Provenza è questo ': amante o nella più è che di ^anti Le La Retour vueita del dM secondo e, di ces qualche *, Costantino ^ ChanU Metz, Chants 1862-64, B * ^ Bella 1863, populaires t. ff. 904 e Marcoaldi, '. la mento Argo- — di quello pur o e un volontario, amata moglie. o raccoglitore^questa Peregrino bella della colta rac- Infante portoghese, dai Croisé Moglie fedeleveneta; cantatrice drnis le 39 nell'A- Ceinture na moder- della Grecia colonie de No- greche di Sicilia Pays Messin, par le C* Th. de 353. de la Provence, recueillis par Dam a8E Arbaud. Aix, 397. Paris, I, pag. 166. delia mia ViLLEMARQUÉ, Fauribl, pag. il Ferrare mio, La piccolo delle poì"ulairetrecueillis PuYMAiGRE. * il del comasco, nel- nel Pére lorenese, VEpouse mari alcuni e sua il altro richiamo *, La Bretagna è proL Milà;"4 bretone, il Riconoscimento ^ siciliano dalla vi appone fessore con- cosi lungo, forcato da , catalani amante raccolta del stesso riconosciuto Blancflor è romanza cita poesia popolare i richiami Secondo lo questa per Gìtenage della Jigure anche confessore sono de riscontro .che reduce sposo, via^gio^ non Ermite un perfettamente celebre Frate zarre biz- e iacesse poesia rusticana, Metz, n^W di curiose l'idea d'un come questo con confessore^ canto mante che cata pubbli- e luce molta aversene nella nuova punti di riscontro V più una Monferrato, potrebbe parte. Aggiungo raccolta ho ne cietle come se 35i MONFERttlNI ChanU 1825; Marcellus, raccolta. Barzaz-Breìz, populairesde Chants pop. de pag. 234. la Grece la Grece moderne moderne^ t. II, pag. pag. lo5, Paris, 1860* 352 e STUDI \ Calabria il Ritomo *. V^ hanno ha siciliana che Madona ir San — sa caro sformata; tra- leggenda una Cosi p. sacra e. nel mez me Rar testa dui a de camino, ì' ho a Battista, Zuan ? figliolo car ladrun li lo sci figliolo. Battista, san ZUan An pir Battista: — vidilo. titt fiagillato, spini-incoronato. — alla Veronica siciliano voltandosi il dialogoqui solto ri- S. Giovanni: Ha 'ncuntratu -^ donna 'na si vota affntta e Tu,, donna,, ha' vistu Vistutu Beddu — cu? ca Io unu cci' F. LiEBRECHT nel la strata,. scunsulatar a mè^ Flgghiu passari,. pò assimigghiari? lin'ajuvistu pi 'nchiajatunni ITnu pi lavurala, 'na^ vesta nuddu jia... chiamata. la Vironica era caminava circannu Figghixiso duci Maria Màtri la Santa Lu Idd' vosi la strata, 'ncuntrari.... giornale GòUinger 27i. 909 della mia raccoltai Canto 963 della mia raccolta. Canto certamente Sei- si riscuntra Zuan san Quannu ** u" Si si. Maria, — ' v"a vidìto ir Avei pag. cui ò stata orìgine comune. na prim che Riscuntra ^ de nouestre eguali ad si sirchèe va Ant a quali (numero si ha:. Ra nel de^ cilia Si- brevi tre Passion colla air monferrini Cristo, l^ultimo interi versi accenna Ra E di Gesù di tutta carcerato fra i canti provenzale da ed monfeFrìno POPOLARE deWamante riscontro trova ouresoun gneur POESIA ancora canti sulla Passione liO) DI * geUhrte Anzeigen del 1867^ GANTI L^orazione di lexi di s. zione me Giovanni; Di nella ^ cui i Catalani nella ton^ pubblicatida Briaz, com'è passato,. Battagliadi p. e. contro quello che nel per nostro in i deve Sp^dizioaein Egitto j.mdt non vi Chamont MuNTJOiE, L. * * Arbaud, ove ecc. pass^a pojmlairesdi pag. S2. quasi si esso 1706 e Ebbene: significato espresso voglia.Del chilo se- la guerra originariamente si-dà a vedere. V'è raccoglitoreforse perchè senz'altro inosservato: t» Frane* fu (1812"e Dopo dati sicuri lo colloca trova immaginari, " il 1799. anno del 1814, -che io credo una del colo se- di vari canti che dire che italiano e poi piemontizzato come cala- del antico arditamente venne del soldato i Provenzali colla un^po'di pjrati«a ricordarsi romanza pure signor Fer- di Torino TUmbria, per la Toscana una Vielle populars più non ma nella Saltò. repubblicani deìV c'è la Madre Atipia, canto di e V Assedio rispetto',^pelPiemonte un'aria,o in Candi anche scontri lontani ri- il che del 1796. Chi ha Ram poesia popolare italiana nacquero e non con e de la terra, ^ants storico e' è, canto ', Vella^romanza cita dalle Cansons la trovasi (canto 95) vielho raro Qualche simile le^ tano signor Gae- hanno qualche particolarità con bella una l'erudito molto monferrina - della Storia di San- ove Casteltermini, il titolo La sotto fondo in fondo e de Sant'A SilVouresQua raccoglieretesté Sposa Vecchia francese in comune facea ne io stesso ha 353 MONFERRINI Alessio, consimile Provenza, l'Alessiatanlo POPOLARI fra i canti essendo et modem$i aneUnnei che il elattées par Paris, Garnier. op. cit. t. II, pag. 148. Canti popolariumbri lia G. pubblicati Mon n nella FatiUa di Paiermo II* serie,fase. VII. G.V PiTRÈ-— Studi di pouia popolari. 23- , 354 DI STUDI Ferraro, accurato anzi note, de' dubbi potuto se Del e è stato poche fatti che di quello che rimanente che la nell'ardire monferrina poesia romanzesca città dei Molti nella bellicoso, di della tempi fatti della viaggi,vuoi delPamore e hanno Piemonte «e che invano cercarono hanno ora una di una delle più Mentre note io vengo Europea alcuni Associazione V la curiosità dell'anno Ad di loro donate abban- asilo paciflco loro, mariti del sangue sui Canti e la di esaltazione, formano una mondo. scritto dettato passato, il sig.Ferraro an. ecc. compariscono nuora popolaridel del De Gabernatis, 187i. canzone ciulle ^danzati,fan- battibecchi,che stampuniJo questo begliStudi nei forza d'amore dai loro compianto^ ora suocera, scandalosi e nel novembre Rivittn di ora Solo eterni galante. punite spose poi trovarc^o ma paesi simulati, fughe,rapimenti,ritorni canzone amore. coi loro ^ prove monasteri,genitoridimentichi non gelosi,iraditpri di disubbidienti,ragazze alle più dure messe 0 nei di natura debolezza per si Vi rnutilmente infedeltà, vergini uccise innocenti,figlie per 0 reschi, guer- trasformazioni di fatti di fu""ri d'Italia.Amanti Thanno e cavalleria. «cepcheFebbonsi della penisolatutta,in rispetti come nobile gaia scienza vita xhe spicca ricordi militari sono spedizioni,vuoi ^ urto si mostrano creder a indubbiamente che cose antichi,vuoi e là ha lasciato e qua di generoso lievi fatica avrebbero con tra tutte le altre dell'alta Italia nei trovano molto comparire largamente illustrati, presentarsi non oscuri meno scritte si nomi su POPOLARE non sempre, ha ne POESIA neU' dà blicato aprile e puballa luce nella III. fase, di maggio, giugno e glio, lu- popolati monferrini; Firenze, tip. deUa essi rimando il origine*la provenienza, gli elementi, lettore V indole che desideri delle canzoni conoscere del ferrato. Mon- 356 STUDI 'N ninti.da hauau suli Nesci POESIA DI POPOLARE mangiari caddiari. a , Da nejr Pescostanzp, Imbripni ebbe jesce^ E rescalla; tutte E rescalla chella Che E q basti ai i chiama se. D'Ancona del signor novelle e note novello letterari Canto Ferrare vari alla acconce ed ed 768 la molto loro aiuto d' Italia, di studi agli 1871. m^ raceolta, e la^nota^ . di Canti esse; canti conti Rac- e editore canzoni, con visati av- dro Alessan- e fatto conterrà etnografici. della di s'è quale sono volnme pregevole intelligenza efficacissimo si Comparetti biblioteca dialetti bene biblioteca della, Codesta i ". Peppa Intanto italiano^ secondo Aprile ' Nota col Loescber. ben vecchia incominciando popolo : chiante, Domenico del canzoncina segaente professori signori Vittorio signor sante, raffronti. coi monferrini la sole il aqailano, pabblicò e Jesce, Ahruz^ il fiabe, illustrazioni di 3torici, che verrà filologici, CANZOm DELLE POPOLA"I S4RIXE LÓGUDORO DEL All'illustre poesia popolare italiana,dopo La è studi stata Lei, per Ella pubblicazioni che le graditi:e e oggi nostre, venga poesia popolare della queirisola così feconda È ben ricca che vero un e si è non io m^ se sentono Il non canto ' Le BouLLiBR. di aver una popolare, Dialecle né Paris, 1864. di non ha mi muove cialmente spemai occupata ad di genere favella illustrare e questa di storia risposto a' bisogni dei fatto la debita veri popiUaires canti de tra di questo la \ ma, che si popolarisardi. distinzione stabilito i limiti el le» ChanU della gusto connazionale, il sig. Au- suo lo addietro illustrazione egli poco prestanti ingegni. egregio inganno, egli per popolari d^ogni Boullier,s^è posto ultimamente parte negletta per amore suo alcun questo tradizioni a nobili di A la S. Y. di fare tra breve; di tanto ad intrattenerla Sardegna. òhe il sapere promette e ch'io^lieto quindi permettere cose come ha fatte le dotte argomento sono ne rena, Lo- degli uno , più geniali vorrà della illustre amico ed cara la francese Sardaigne e poesia di par e quella, AuausTS 358 6 DI STUDI Tane dove finisca e possa questo profittodi Né ciò Son dove e chi vuole andare rimane tuttavia i Canti ^? 1833 persuada non gente se privo Il in del a si conoscerà sono fatti di- Cagliari nel poesietempiesi^stampata altre; ma quando contrario, sarà in componimenti più questi ultimi saputa, dimeno non ignote ed fonti editi in altro che nelle fino a dirizzo in- della lima il lavoro tant^è altri con da ritenerle o Tarte che buone come vi ragioni opera di letterata;il mediocremente del poeta la vergine natura affatto d^istruzìone. . Giovanni can. avendo atteso ed a vari di poesia popolare esclude in che e sempre: canzoni sì muti non queirisolanon di *?NieDt' che apparisce meno si vede finché imperfettamente.Che che, la Raccolta letterari. Forse meno questistudi. pubblicano si ricorra non e sempre 1859 in gna poesia popolare di Sarde- popolari della Sardegna nel Sassari notabile con Boullier. rusticane: popolare si conoscerà 0 e non Si raccolgano pure quante inesplorata. ricerche il canto anonime, fidanza i Sardi che libro il sao adiientro del la 'vera vogliono poesie nelle mai, molto può dirsi solamente già quarant^anni si fa si che a sieno Taltra,e quali cominci lato consultarsi popolariin dialetto,e più POPOLARE le fonti d^amendue. i caratteri per POESU benemerito per eccellenza, alla pubblicazione dei proverbi e del bolario voca- rente indiffepoteva rimanere fuori dal 1863 al 1867 ha messo ortografia sarda, non questo volumi Spiano, il tesoro; di Canzoni i Tipografia Timon, * Presso e popolariin yol. 1 in 10. Giuseppe Dessi. dialetto sardo centrale CANZONI POPOLARI SARDE logadorese \ Ma, per quanto ossia in queste anche dei tore, in ogni parte pressoché infinito parte del versi da centro nelPalta come come otto pensiero ; d'amore lieto o é verso compendia in sé è invece torse, ma strofa. Non un l'arte cerarne rima metro ottava. Jl non solo, ma é provin-^ racchiuso e bagliore di proposizione che sa popolare sempre sardo- lungo svolgesiin trovarne^ una ado* e: alla^ ottava poetica,dalla qjiartina* (qìAartìnas)^ tica, serrada)^ dalla safficaall'anacreon- dai quinari pindarica alla: petrarchesca ; versi,, agli endecasillabi^a? e dodecasillabi tempestose passionidell'amore Sardegna,.a vedere, tarde ecc. tutto si gomento ò l'ar- dove iardo centrale ostia sono^ no? poetico isola- perde nel lamento popolaridel Logudoro, Cagliari,1863. Canzoni lari inedite in dialeHo Cagliari,ÌS65; baciati. L'amore di questa poesia;ma prediletto sempre Canzoni non quanti sei come[ di letterati noa" canto della brevità compo** lampi d^ispi- una mano componimento {octavarima dalla le audaci, una un certamente^ quali o numero^ nelle di affetto in che tanto un da Italia, proposizione;ma una talvolta io» tutta d.^àmore " ponimenti, com- della gente brevi sfortunato,con Orasi. Ogni da eccj nei componimefiti d'immagini, forza In né delPau- nome sempre razione,,vivacità cape lunghi poesia formata , più.meridionali che il di stornelli rispetti, di da quattro nimenti un. d'Italia la formano peninsulare che sia,è generalmente ce che Tutt'altro. La poesia popolare italiana,insulare minuta? in pesi, dirò talvolta si sconosce quali essi i soli che sono ma mi poesie vedesi, generalmente parlando,il popolare.Esistono canto 3S9 LOGUDORO DEL logudorete,Appendice aUa di popO" 1* p. 360 dolore un 01 STUDI allenito mai non dalla Qui, metafora della d'una la descrive le bella,la esorta monisce a poca cautela sua lo manda la QuaPé d' Italia anzi manda ed Europa, di*cui sempre si conosce dal dire. "ron anonima. sarde canzoni hanno di Pattada, Macomer, e in altri riflessione di questo e del di essi furono limitarsi ad non gente perché ba^no minuta., ^^ una daè genere Ella non é della poesia il loro in autore, quando Melchiorre ancora Dode in in da Luigi dazieri, in Melchiorre improvvisatorie poeti di passato ^secolo., So bene che analfabeti;^ina o perché le lor poesie sola famiglia^che le.conserva ricevuto universalmente però nw 0 perché deirisola, volute tore? dell'au- Eppure settantacinque.^o- quando Murenudi col rosa; il.cuore, il nome nessuna; me: di. Silìgo, in Fr. Pielro:Mdfia alcuni gala re- ^ popolare)amorosa Bitti, «quando in^Di"pgolAele,'e quando Pinna le una anche ora sua Tam- stima, o raro, togliequalche*^ componimento. Cubeddu Luca Ora loda la occulta amante .la donna), popolare l' essere conta pene, circospezione:or e Sicilia lo poesia .(intendo d' ne aliena pra dall'amata, le sue morte. nella una trove costante; al- corrispostobenché perseverare di suono prende congedo lontananza, enumera sua perdita parli p^iroled'amore. le Se sia non garofano (in garofano sarà il poeta la canta nave, malattie, invi»ca la sue della un né delPamata. bacio ardente un il cuore, perchè piange perché sguardo pietoso ano fidanzala;là, deluso,si figura nel sua lamentasi il d^ speranza cetra; o, raffreddato u da , confortato sotto POPOLARE POESIA di cui son non corse il suggellodella dall' una nacquero parliamo, fatto scritte mano- neUe è che l'altra punta alcondizioni tali poesie CANZONI paiono POPOLARI differenti po' un Lo Spano una stessa in accenna vomente, le canzoni un ben noto canti. che Ecco se comune; labor frase)che di bocca a un tal fatto in bocca per al concetto è mancato quel nel entrare ben sono lontano regalatecidair stanza, del tesoro canzoniere d' arte maniere son e virtù certe e là potrebbero non che la più parte intesa in altre cosi Un tra il canto volume del di Canzoni di di escono esse ferie 1870. : popolo e dalla cerchia la senza e messo entrare tra Tuna poesianon popolariinedite .Canzoni storiche gentili più.Ma vogliodir popolare:e centrale ossia logudorese ^ testé Seconda mento senti- aver che , quella della letteratura,stanno meglio ba* gustarle.Certe non esserlo di canto a rivista le a non , qua pregio lingua. T'hanno di bisogna di affetto per cosi attraenti le passarne poesia,di concetto, che le canzóni conto anzi prof.Spano; delicatezze e in poco tant'agio da aver di tali grazie dal tenere illustre vorrei e bellezze tutte ^ passando meno popolo. Io 0 limae dagli altri questa venir può non provvisa im- costanze. le tali cir- con e diversamente canto nuovo ad s'informa poesìa non po' un di versi si recano lo invitano e le popolare, il tornio (adopero , la perchè non paese poesia sul una bre* eglitocca di persona: essendo vaghezza del di circostanza, parlicolar per una nascere più esempi ari a conferma, cosa quanti hanno che loro di incontrastati parecchi luoghi poeta più conosciuto del 361 bisogno specialedi famigliao per dal ed dai veri ciò canzone: lOGUDORO DKL SABDE e lamente, somunemente co- fatto af- l'altra, illetterata. in dialetto sardo fuori dallo Spano, mercio, Tip. del Comprofane. Cagliari, 362 pare DI STUDI vogliain autori,e si sente di scuola rettorica,ed ò puro di Delogu, casa fascio di un la trova e moglie spirata; getta le legna Cudda fiza Cum piange che ed terra per improvvisa un penada si r hat Fiza de Chi mi rasse ottave collida amore, contristant fatto un d'Oristano,di : cutn sudore; cui affatto fu mira sos ! affannos floridòs sos di Segnore su annos! Esploratu canta tragicoaccaduto in quaranta 1777 nel spettatore.I pensierisono nel per consimili analoghi a quelliche il resto, vi si trova e il giorno neirultima consacrata del caso, come componimenti leggendari.Eccole Cristianos,bos prego De tantu ispassiusu suol golfo^ gende legtutto strofa Panno, il essere nei lunghi, quest'ultimaottava: istare attentos chi ode - di gente i poetiignoranti. Tacendo sogliono significare mese - dolore! cum trabagliaet Giampietro Padda ed è questo ora tempus chi mi l'hat tassada pagu Como minuta, figliaor una ti siat et donada cam cura, Pro sette di slancio e costaiat,et l'hapo pesada Mi Un sa legna sulle spalle;entra il cui cominciamento guato epicedio, Beneditta non dice analfabeta, ritoma il raccoglitore che camporelle con dal sie poe- mondo Raidi Bitti, improvvisatore mediocre Un popolari in molte affetto ne ranti igno- non verginalefreschezza,che spirare una nò esso veramente son d'Italia.Anche altre contrade passionesentita. in che rispetti, nove quellidi come centoventi canzoni qui. Tra quarantaseid'incerti quantunque che meglio di ricerche guisa allonlanarsi dal genere certa slate fatte sin ha POPOLARE POKSIA resulta; 364 distendere no pregevole Una in ai libertà,e piange la triste sorte Fiore De canes sos istare a torret qual rispettovuoisi nei canti greci di Terra in facendo più a presta vedersi ^ 6. voce d'Otranto essi suo s' amore so come applicata, cane^ nei e canti appellano cani lo sposo; lor sorte , e ripetendo:chi fiore^ in e proverbi ì cristiani. infatti le gazze, ra- prendono un est si amore? che lo Spano quest'altro rispetto, dalle ragazze, e volume: mia, ohi s' amore Ch'haja posta, et prlvada Como campagnìa. la notare fanciullo del ohi! in sardi è chiamato dicendo: cantare antico penserì, prognosticidella fiore in mano mia! Maria ai Turchi; mentre siciliani, nei canti gherreri. anima corno e Nel udiva perduta timiat; non istamus Gesus In mi cara sa duos prego può condotto e lui la a che valentia fit sempre Turcos sos has Ambos siccome amante, suo in Barbarla, mustràt cosa a Coment' Fiore del bella, galanu et lezerì. Contra Chi sta que- lei : a ch'est meu, d'ogni Eo tando ripor- ^ uomo fatto schiavo venne faccialo ritornare In sarda rispetti popolaridi prega il cielo che ridia onde Fiore di tant' sa veri ma coi Turchi attacco in Barberia: pochi si storia raccolta. fidanzata un pagina della che quel eccomi ora POPOLARE POESIA bella una disteso per Ed DI STUDI in tristura a Spano, hella prefazione,pag. mi mala 6. nd'hana! gana che è forse il Gha m'hana mi Nel seguente alla sua torrare donna una E mantenet Chi Ahi! Si suave odore. Dormi E e se esse cum mando, bella chi sonnu si ritira: mia. serenada. a ses suave cras a ischidada: e galanu, . manzanu. dì persona ottave popplarìnel canto, corrono e ponet agonia due.rrecenti pure noite tranquillae bider a.nos V" hanno, la buona ischere comò coma nella forma, significano qualchacosa. Ne Salvatore Cossu affabile ed ed una di integro poeta, sui benefici Italia, nos 'Pro su Da chi costas ses ti ci fa sapere ses ecclesiastici: bene capricciu de cara ti liberale,ses ogni.filude. Fatta secondo di grande bona fagher una.' avara fortuna; insipidaet amara, lafodosa, molesta, et importuna ^ modo è autore ingegno,, lo Spano; la legge impjovvisata allorché applicossi fu esse della^sovratassa In Cbiaramonti,uomo letterata, in certo sembrano di rosa isposa i su.lentore mi cantu una giardinu. e ti la passes manda amante in sinu. le dà notte Bona Dea rosa e ti la ponner tro questuai in in coment' Jss' est frisca, Li a : Ch'hapo segadu deghet meu. Fiore. su lo (rispetto) mu^ Bella, ti mando Pro Fiore su 365 LOGUDORO DEL depo nessi mi podet adorata Ti 'e privu Incumandare Se SARDE POPOLARI CANZONI 366 DI STUDI levas Cam L'altra i è sopra POPOLARE et impostas milkares bochis, già ispulpas,DOS Nos POESIA che tempi costast nos è questa: ed tempos! Tempos totu Tempos ch^istana mundu su chi que dipenderet dai Sa 'Vida anche nados! mia manu in istat benzende, semus giambaia. morte. sa prò dìceloSpano ne peorende, sempre in Si Tradizionale giambados, et et disordinados. nois Iscuros tempos bidende: ite confusos 'a chie Ischur che oh oh Tumultuosos Sardegna è la propositodi a dria, improvvisatoreanalfabeta,emulo Pietro .Bezzu : Io mi e del 1866. .In . notte una . sfida;ed del venne cosi per un paio d'ore in vari metri una gran con visitarmi il detto tiravano avanti di tutti. Vidi imitazione con temi in e verso di ancora con compaesano suo strofe tanto cantando ed sando improvvi- lo stesso idee sublimi dei cori con di filo;e cosi da meritar plauso l'ap- giovanetti,che proporzionateall'età.La Orosei.... Due uno prontezza questi grandi disputavano in poesia tra ed idee ambi maraviglia era quando Tallro seguitava ragazziGiuseppe stessa Canu da d'animo ed armonia, mostrando La mia gio mag- questo prontezza quasi i pensieri,tenendo indovinando vicenda senso forza di mente. principiavail primo a restaroBo di Pa- villaggionel a quegli rispose con vena, Più concittadino suo Bezzu, ed avendogli questi dirette alcune scuoterglila quel ecco fitammarid in questo trovava poeta, il quale vi trovò fecondo e il Cossu, vivente correvano scena di 10 ad loro mirai am- anni Salvatore e poetica brare in due '"e Gianuario Capra diresse Su campana chi daUletto e Jsio chi mi Non nd'has si non, intanto * Cile la seguente a bae tenzone sordo guarda ammalato, suo andò^ sano compaevisitarlo * chi chinnii *. punto sul ;vivo, alzò la sta te- sìccaii vita mea perdo ere, creerà, e impiccati! il nome di Sicilia da te. prò un un Capra della campana è anche noto Giuseppe Capra incognito curioso ripa, risponde con il de- ti merita la che senza che nel Tolu ti iiarrer, sa. popolare.In Suono parola è dolu? movtu cheres. Si mi ^ si lasciasse sdegnato .gli .rispose: prò iscas mare che senno tinnii Zuseppe P-FOìte ehi sfidato sem- strofa: l'altro, il Capra, i^ntendosi è il Tuno da dormidu, 668 credei Non trovavasi paga pesare Iscas è ed il che sapendo fagbet cannidu, sonu de 0 Tolu la seguente Ischiati,sì Noti stessi improvvisatoriignorantidi Orosei, vissuti Sa E della significato il tutto Giuseppe ,gì\ da loro senza lizza attaccarono la serietà era cantando secolo. corso presenza dall'altro (pag. 332-23). i Sfida . mia a 367 LUGODORO DEL popolaricreali temi mostrarono ore vincer tra 12, poeti veterani,tanta più per di Zori sopra SARDE POPOLAHl CANZONI fessa. occhi semichiosi. che : di nella sia poe- Salaparula di sapere qual 368 Dia Riporto an fa le pia belle lodi del volta che provò la tutta la felicità che cieco non^ode sole, a lui sente il questa mai verso leo di Fonni forza Malocca Chi tras che superbia tua falat in et macca sa rocca. vana basciu la colloca, S' ispada durllndana in forte fatta Piùs Chi in logu cant' è pitisla Vedi in qciesto yolame a corpo pag. 218. bogat s' atta. ^ dei i^ coiristrur^ vandosi tro- volle fioftigati, mattana qiJii porto s' ispada dorlindana palmos in e del tenebre latte ? Or : Pro sa nelle di nome, fiuperure povero lo relazioni per più^per provocarloa fadiga ne - stellata, notte avrebbe saputoloesclama mi e Un dei sensi Pro Sa ^ ma tando. can- tramonto d'una conosceva , pgetica.Jtfurenu Non che stico; cau- improvvisare.Era cose non poeta Malocca recarsi dal Murenu, qualche egli tempo colori nel delle in che canta, tru- intelligen"icollocata cose predica .questo mondo. le bellezze rumore rara il famoso lui ed potuto svdupparsiper. mezzo zione, quante da uccello paesaggio dei chiudono si solamente fatti. Se avesse il scrive: cose molto tutto il suo nel cantare in - Bosani, e perciò qual* accecalo provava TO Raccoglitore Provocato,era Passava consolazione vava di cai il un'intiera in odio i il carcere. di Macomer, fra le altre recitava la sentiva. Egli, a guisa d'un sua Marena Harghioe, specialmente aveva \ hannu. nan memoria, gran fanna, pag. 331, ove a sola volta che una avi di Helchiorre mutu ana POPOLARE nan graziisci ripa coQtemporaneo Aveva POESIA chi la mari è li E mèro DI STUDI sentire tenzona CANZONI Ed anche re quale rispostavinlo^ si parta poi Di graziose sQde precedemi storiche e libri di a brevi molto e di lasciò molle nel canzoni trascrivere a sia cotali differenti. velate erotiche gran forza, metafore sotto in Porlo giorno la vittoria l^osilese Torres a reggiare ga- gli parve che Pietro uscì Dorè seguente mutu: Chi Pedru Cando eh' Ateros che Similmente inoghe a su ode bogat gara due agliudi tori che dicevano m di altri la Canzoni Appendice sua bogadu festa.^ sa sentendo Tissi, poeti,si corona, ardore,^cosi principiòuna raccontava leadur eh' hat Satta Tomas testa sa hat paonu Pietro Chercbi improvvisare a il suo boghet dai si Fa Dognunu ^ fo Ploaghe improvvisatoredi un delle una largamente provveduta poeti suoi pari.Quando tutti meritasse tra èr si metri canzom altri mordace e volume questo se popolari,mi libere,trovossi con pronta gli dar- scornato. e sapendo pure composizioni in Satta cui Spano: l'appendicealle Non- Lei, che tradizioni Tommaso ehe dello profane *. a confuso altro,volendo qualctie esempio appresta raccolte giunto fino d'un provocarlo;dalla a sce na- poeta che rada per la maggiore, un attratto dalla fama berta,vada lo fece che Sicilia; perchè frequenteè nella poesia siciliana il fatto di il la in la occasi(me e 369 LOGUDORO DEL SARDE questo argomento comuni son rustica POPOLARI e non in slanciò una i" festa mezzo potendo reprimere lutigacantata, nella quale vita: popolari inedite in dialetto tardo alla p. 1* delle canzoni ttoriehe e eenlrale ot$ia logudorese i,tip.della profane. Cigliar Gazzetta popolare, 186". G. Pitrì. — Sl%^ di poesiapopolare% ^ . 370 STODl A SU zegu cantemos E logu totos tres, dai Fiammaridas Il Cherchì era Lo argomento. foga. Cubeddu logudoresi,ove villaggiodi Sorgono, tre belle rose, accadde ragazza a Rosa dimandas Ma si tue Rosa Barbargia Beivi nel tornare e matrona, hapo ^ tentu a Beatu Orrù otto Chi rèsuscitet persona le^ fettat. in vida caminent sos sa porta. dogni chida sos toppos morta. miraculos senza bacuios ttMd.'ecc.pag. 41, 183, 190, 215. ^ temporane esstui, co- di Atzara, il suo Orta: fettat finzas pop, Anna in vida Salvadore sa paesidella fronte. Si dice che a s' attrivida toccare Nde Canzoni casa Austis,analfabeta cominciato iscoset a Chi di : Che Et nei é famoso stare avesse fetta t miraculos Ancu quelle a con vocabolo, al quale nel poetare del Missegnora, m' Chi rosaio cosa. giorno la signora un quest^ottava con un giorno ses, lai Quirico Loddo un beneflca un mandass semplicitàglieledi- tutta con pochi potevano ricca colte da avendo di Heurrtddu Taccezione visitando leggono pure tres. atera soprannome in tutta ne se Rosa, rosas Dimandami Col bio^raOci nella egli,maravigliatoforte,le rispose: tia ti narant Et ed che nome di che A qualunque su di Pattada; il quale trovandosi nel una canlava i cenni diede ne serie 1* delle canzoni di Luca cieco, e povero Spano POPOLARE pes de un POESIA dade bessin mi Ga Di discorso 372 luna*. mia Lttna Donami fortuna. Donami dinai spassai*' mi Poi Donamiddu Stando ' imoi comparai Po l»ON"LAftK rOBftU DI STUDI in casa '. boboi cantano si seotoiM^ o a catare;; dinghilicampanella, Dinghili,. Ce' è sant'Anna,, Cun in E balla unu la regina regina,di tutti li La ITna Macì ed santi stella di maciò, maciòr. conciliare il nanne Maria" cun e' est 8U8U nei balla Chi A verginella, povera una dè^ambini sonno le nadrici ecco non le mammine e le mancano cantar ninne calare: r inter- Anninnia,. anninnia^ T'è E fait anninnift; giuoco in cui si benda un la Ita Unu. — ^ Per * Dammelo testa in su santu battiau,. adesso. 0 fanciullo,lo 6oift^, Uolct. de' si fa inginocchi compagni gli gira ripetendo qiieste parole: scarteddu ispassftrmi. Boboi, e canisteddu. luna Luna e' è un di volta in volta ognuno sulla mano — *- dormita- pipiu e posa si Si r ^Batliau Quando dichì Simile la due toccando girato.II aver ra- di santa penitenza. è V parlatonella ho Imbighirisard«. di volta in volta e il capogiuoco,il del ginocchia bri- Una Tindice par terra,posano sulle mani in numero indovinarlo,altrimenti rimane fanciulli si siedono va questi che dopo stesa {voi.II,e 776) delle quale gli domanda e ha e^i *. di cai atpùztt-ptzzulunì siciliano, gatelladi medio si ferma deve raccolta mia novena: -continuar a 373 LOGUDORO DEL grazia piena che mano bendato ragione sa Maria ha Anito la i^zio in ^ve — SARDE POPOLARI CANZONI quelle di ta ripetendo e versi: Imbighiri,imbighiri. frasca In ita barascu Ita ba«ù Bai Il in frascu, ddoi^. bessi minci giuoco continua, il canto ma le incominciare Quando si iifogUono ponendolisu qualche co^ bambini ed eccitandoli fare a un ci ha non prime sedia salto più e vato, ele- luogo però senza di forza prove altro fare. che lasciarne manine, si dice: le Sartamilla Ijicarta, Benga -Benga |u Sarta 1 «.Luna — * « cun luna re, me ^. caneslrino Battezzato nella —Cosa nov**na. c'è nel — Ave paniere? Maria Imbighiri,imbighiri^Bi fiasco in fiasco— escimi di costà. * arta, Saliarai alto — Un santo zato, battez- grazia piena. " Cosa òaroieo— Cosa baroi " — Venga la carta— Venga il re — Salta con me. • 374 rruDi Tenendo grembo in poesRì di popolare bambino un si lui canterellando gioca con : Mamma — aunda Ellu — In — ita fait? E — Simbula E fritta. chini pò è? s' angionedda, Po — èr scalitta. sa — — ce' è. non Beni« Maruccia, E Spesso gli si prende di va vieni e vada a morta, Deus ti dd' Chi Deus ti morta quasi 0 ha dd*. ha jada, cancarada ^. diritto Per Si ^ • fa ? E — * — sa mamma Semola — friiia. mangiatela. Mano Mano morta, morta — e' è.— E Dunque dov'è chi è? —Per per basta mi proposito del seguente non dirsi possono di ciò prova comuni tanto sono le madri, i padri, colóro che (La) a rate misu- a posta^ ogni popolo che esempio, abbandono pel suo morta, ogni provincia,^d solo movimento un : tutti questi canti universali. facendo l'agita,"i canticchiano manu Chi Manu Tutti versi e la manina che di chi questi Manu braccio un modo in discrezione cadenze *. tincedda pappa buon recare un lesco. giochelio fanciul- che insomma ?— a ad Nella ragnellino — pren- scaletta. Vieni — ^E cosa Mariuccia • mano battuta. morta, — Che Dio ti ha posta — Che Dio li ha dala t»OPi)LARI CANZONI dono nelle guise possono poesia.Una di bambino, la a giudicarle piene sono con una in sardo gli occhi, ceffatina che logudorese: fronteddu, Fronti naseddu, Nasu Bucca bucca cun Compolutà. La in siciliano: stessa Varvarutteddu, d' aneddu. Yucca Nasu affilatu, di Occhi Fruii ti E stiddi, quatrata, te' ccà In calabrese timpulata! na * (Monteleone): Ghìsta è barba Chìsta è bucca Chistu è nasu varvazzali. chi mangia pani, candiioru» Chisti su' lì finestraii, Ohista è tavula Chista è testa acconzata, pettinata. napolitano: In Barbarella bello Musso Naso " V. neUa mia a ; ; quacquariello raccoUa il voi. II,* capit.de' Jócu^Q- col di affetto e ripetere toccando bocca, il naso, eccola maggiore; e vezzeggiano in mille che cose si suole conchiudendo e lo parere esse il mento, del certe 375 LOGUOORO DEL bambino, un gli canticchiano e soltanto cuore di braccia SARP.B sivamente succes- la fronte è la rezza ca- 376 DI STUDI Uocchie feneslelle; a *mpoBta Fatta fronla— E fK)POLARK POESIA K In tosonno: bello» Occhio fratello. Suo bella. Orecchia sorella. Sua Piazza, porta, campanellor Dindirindello» anche: Ed Questo Questo è è fa Che la chiesina. i fratini. sono dindon dindon. è la testa questa E campanellino» é il Questo bello. fratello» suo Questa Questi rocchio è del re: bare. Zucca veneziano: In belo» Oehlo So fradelo. Rechia bela» So sorela. La porta El bataòr: " Canti V. iMBRum» Una popolan delle provineie meridionali Yol. 1I.« pag. variante inedita Tacca a a da Torino, E. Loescher, *87t. degli ultimi versi* St' nocchie Sta 40B. raeeoUi linnarieUo cerasiello ec«. A. Gasktti e DEL SARDE POPOLARI CANZONI 3^77 LOGUDORO Bati, bati, in *. doter Sior francese: front. Beau Petits yeux, Nez cacao, Bouche d!ar|[ent, Menton fleuri: ChìchirichL Favoritomi ed Lei, egregio sìg. Conte da ricordo ora Bouche de Nasi naset, Oeil de di Metz: Minon, piquet« Oeil de Toccando paese menton, Menton Martin sant toc Toc del canto questo io riferii ailrove , le robin sur del canto *• siciliano il prof.F. Liebrecht nelle gelehrteAnzeigen ' riferiva quest^altrotedesco: Góttingische Kinne Roth Lippchen Stump Ma io conosce Ninne-Nanne " MEDICO e N'isichen * ecc. vad(ì ad istituire raffronti di canti popolariad che uomo Wippchen e fondo a le rassomiglianze delle veneziani infantili Giuochi ai toneani raffrontati e ai raeeolti da franeeii.Vtnezia tradi- Dal- Angelo i87l Aotonelli , un , , pag. ao. * * « y. la mia Fase. MSDLm, raccolta, voi. IL pag. i7, pag. 656, Vollureime an. i^ in nota. 187i. und Volktlieder in Anhalt-Detmu, pag, S« 14. 378 STUDI de' zioni airerudito popoli, semblance de quelques POPOLABE PpBSU DI scrittore fictions Me f delle NiOes voglia ne sur la res- perdonare , illustre amico, di e questi entrambi contentiamoci i bambineschi, canti di yersi francese: Des qui Heureux 1) Luglio jeux simples 1871. se de son souvient enfance longtemps! ripQLere, del canto a posilo propolare po- 380 Arìstolile ma da forse in Sicilia le vivente i Siculi morto, nella maestri La la rendono de' fatti uno degna eome valga del di a generalmente bensì nel Si La suo si paò sottrarsi è non leggende accade divote Sano, " ^ • * Poh., Lib. un e. si vedrà certo e. genere riottosa precetto sca* e glio consi- o che la contraffazione non spesso che santo canti i miracoli immaginario^ della mìa e raccolta. altri il essi istà soria acces- intitolati il Fanciullo in esse generi^ negli storia a satirico ne' 5. y, i canti 829. 930, 933 negli forma H. XXXV, che d^amore io trovo principale,nella lepidissimo riscontro un popolo; Nessun questa Preghiera miracolosa^VElemosina, hanno nel pertanto si estende canzone. a si F^rse stornello,dalParia i leggano, per esenìpio, e cauli. de' veri caratteri Essa nome. ma contraffaniio; parole,come ' di stima frequenti delle e inconsciamente poetare, eui dalle concetto ecc. dopo correggere. E ^cominciando nelle Epicarma altissima de' particolarità con parodia mancherà fatto pigliata maniera mica appiccarsi: vivente, poco curiosi divota^dalla satira alla ne^^sun che ad Ano siracusano non più dalla lunga leggenda al breve alla laude i derisori parodia. per ciò la non se e, tal fatto avvenga un ridurli da parodie del Ornerò^ trailizioni popolari e ma e cordato ri- piade, Olim- da far vergognare godevano dappertutto parodia è dirà ehe tanfoltre deformità, celebri Ipponatte di Efeso, nella sessanlesioia vissuto come «pinla sua POPOLABE POESIA parodia;pria che Plinio* della erano la ^ Tavesse Anzi DI STUDI gato anne- celebrati Miracoli quale rende di le LA più PARODIA li lì per uscire di S. Sano; di di la guarirgli^ roano per ecc.: di lui nome avealo proprio-da cose stava intercessione tale che un che Uno precipito col a tuito il braccio labbra; perde sulle giù altro cade un io invocano. alle forche va carcere 381 SICILIANI POPOLARI divoli che grazie ai Strane GANTI Nfit gato pre- coniare a veglia. Assai d^amore. e a Quivi il serio mutasi parola a parola;e verso, ne' comunissimo Vegnu' occhi L' li e Li dintuzzi pettu Lu E secondo bianca ognuna canto more d'a- loda" così serenate toi: capiddi; dii' niuri scriviri cci e russi puma la luna una verso gioir perni minutiddi; Bella, pòi stari ComvL nelle II billizzi gigghia su' su' ò dui Porti pubblicate.Un e li biunni prima, cosa in trovare ligiose re- i cantari a canzoni in ischerzevole può ne notturni della donna La se siciliane finora delle tre raccolte le bellezze parodia delle ed è la sembra più chiara li cu a masciddi, toi pari 'mmenzu variante li pòi, di li stiddi ^ della provincia di Trapani (Sa- laparuta): Vinni prima La L'occhi Du' ^ V. làmia 145, del «ono e. K4. luogo a e raccolta li vrunni li gigghia l'hai ;Jl su' volt !" e. che yal|^ sono toi, capiddi, eomu tu vói, ssi to' masciddi, 470; Saiomone-fiiarinoi r. canti citati in questo in cui essi canti inediti ìi biddizd cosa russi puma Ne' lodati suti detto anche scritto è conservato raccolti. I canti per 72. Vigo, pag.' il sotto*dialetto che non gli altri scritti. hanno noia 382 STUDI Li denti t\ vuol poco Dui denti niuru su' dui pòi Comu la è di l'ha Affaccia chi * V. la mia ' Salomone, brutto nella raccolta Canti voi nni 1, e. di dono canto : ciuri spinna mori; e ciuri, paroli: 'ntra le in quanto poesia di un amuri, fa l'amata scherzo, che quale Aia duisuli' appena è i, primu amuri, me pri esti cunzatu quale, cangiate purciddi violi; ripusari,duci Si tu vdi per e finestra,beddu ti dicu lettu li li toi, mazzettu lu la a Quantu dì zagara mannatu chìddu Gh'è pòi, che quest'altro, un di Firriateddu lu zappi grussuliddi: mannatu Appi toi: masciddi; sputar! e troja 'mmenzu diversamente la in Ba- me qualchi voi, a 'mmenzu stari Ora da tenersi per capiddi; li amari è pettu Li brutto di amaro canto un raccolto sti bruttìzzi l'arrubbasti varcucazza Lu Il in Pha come li brutti cosa L'uccbiuzzi Lu il stìddi. convertito lodari a prima La Mi di gentile persona: una Vinni Né di li toi 'mmezzu disprezzo leggendolo cosi ghetia pòi, perii minutiddi, vederlo a scrÌYiri cei e 'mmezzu stari la luna Coinu POPOLALE POESIA biancu su' du' pò' ccA E E è p^ìn Ssu DI pop. iie., e. 362. cori ^. rime, diviene allo amante è rustica 306. stu messo un canto ; e tanto in bocca tradizionale ci di più è alla donna^ compari- sce sempre nelle ire r^l PARODIA LA quasi sempre o Appi manAatù Firriateddu chìddu Affaccia Si tu vò' lettu Lu chi dì m!a esti cunzatu spinna càntaru. e 'ntóntaru, 'n càntaru 'ntóntaru, 'ntra lu càntaru i. di desiderio: 0 Diu A lu dal di Canti chi d oceddu mi Liebrecht prof. F. nni in contraffatto in un jissi, altro canto Lipsia in stato blicato pub- raccoltina una indovinelli popolari siciliani '. e la parodia delie alla donna hanno per arie. Nelle faito: Un prevale sèmpre questo spesso addivintassi oru d' 'u mari funnu Bizzarrissima dice nni parola na 'ntòntari 'nlóntàru, caHi me ripusari,caru è assai liberamente nata Ji càntari; e finestra, caru la a lu ti dicu Quantu Il canto 'ntóhbri di anche sostenuta parodia: mazzettu un l'hai mamiatù Gh'ò la 383 MCILUNI circospeltae negli sdegni. Ecco e Mi POrt)LARI CANTI la amante quale spasima dell'ispirato, spesso va e , anclie arie a tener parole con del siciliane sÌbche rellorico, le : Affaccia, E sentimi cantari: figghia,pi tia, monacu Ca, Io amabili, Rosa m' aju a ghiri a fari. Ovvero: 'Ntra tanti peni Bedda^ 1 V. * Sieilianùehe la mia scht' und io 'ngustii e t'ajua amari, raccolta voi. II, e. Volkilieder und 893 e 894. Velksràlhseltnel Jahéfmch englische Liteì'atur,XII, 3. 345 far rimani' 384 STUDI DI notti passu La POESU chianciri, a i. jornua suspirari Lu Ebben^:questo concelto il medesimo di Palermo i cessi ripulire , nella quale ttn^aria^ iauno di quei tali raffigurato destinava aUMgnobileservizio si trova in viene amante cui il comune di POPOLARE vestito i" divisa sciabola. Costui in tulto rossa canta sussiego , e di munito : Rosar amabili: AfTaccia, Pi tia nni moru stu riformu Cu Vidi chi sugna e sciabula linnu. Stu fumaloru Mi servi spinnu; e appressu^ pi stafferi, pi l'amuri t6 Vaju a cogghiulu furoeri ecc. €a quila satirapiùche d'altro-può dirsidel ge^ del componimento. nere Qual canto pelpopolosuona piùdolce, piùcommovente Se che noft del delle canzonette h che novena vanno Natale,i Noek precedela cantando delia Sicilia? Durante nascita del Bambino i ciechi le di notte dietro le porte di coloro che se vi ha cosar per le popolane e non accaparrati; più cara di quellache udir a cantare, mentre la tempesta delle rigide^ notti di dicembre fa mal governo dei poveri n saranno cantastorie: A Ca E la nlbttidi natali' nasciu lu nasciu 'Mmenzu ^ Bammlneddu, 'mmenzu 'u voi e l'armali, l'asineddu. Salomone,722. I LA Eppure, PAROOU chi NBI dalle persone odi a la notti Antonino lu sincera nn'ò coi si canta: picuraru, un paru, tutti dui del cornamusa ni-nu arte ni-nu^ suono pecoraio,trasformato in un pecoraio: Ninu Ninu Tri lu Gei picurarii pirocchi l'àssicutaru, spiar» gli udiiori a la via. 'mmeazu L'assicutaru E : bisticcio fatto ad un della imitativo tu e s'allegracchiui; i Maria eccoti li per burla,se jdai monelli; certamente veramente sunàmuli Ga in lattuchedda. e Giarameddi E voltale scalerà. nì-Du Ni-ou amabilissime, nipìtedda divozione con se queste di Natali la Ramurazzi 385 SICILIANI son le strade 'mmeazu Nasciu E canzonette per nasciu Ca anche provette, canterellare A POPOLARI il crederebbe? queste inuoceutissime non GANTI avia. zoccu della barzelletta ridere e del cuore di tartaruga di Nino. I versi natalizii Quannu J G' bannu San Giuseppi s'attruvau la mia PiTAÈ. — rigurusu. la chiazza di raccolu, voL SMi di dicono: jittau gran si contentano y. Cesari Ddu 'Ntra non che religiosi un rispittusu, molto II, e. vivace travestimento; scen- 901, 088, 987? pociiapopolare, 25 386 àTUDI fino alla indecenza. doDo licenza soverchia Ddu Cesari gran Tutta Ddu dove p. . . vorrei Mezzo tra la molta vivacità la e versi: jittau fitusu, . schifiusu porca T notala POPOLARE nfittau Napuli gran FOKSIA questi quattro stanno Quannu a DI ; aperta allusione Cesare politicaa e Napoli. Si vuole di si riscontrano Muta fiore^che mi lina Ddu 1 valla qual canto, per V. in bronzo di Palermo, la mia ad di brunzu Re ultiuio chiaro luogo mi Quanta Un l'arma mia! come una altri ed ambidue parodianel seguente sìmili con- altto: sfìllazzu! Muta in : di la Marina! surdateddu fiori diano statua » béniri \ulia allora si potrà veder La innamorato lina! mi Quanta nosca co- quest'altro: conosca 0 quando si ir-ulia béniri picciutteddu di si e e che pubbli- passione rimpiange tanta con donne fa via: e Quanta Nel trasformazioni; é la perdita dello la lontananza Lu canti delle ne^ codeste il seguente quando Anche più? béniri d* 'u Chiana raccolta voi. I, nel cenno di una lazzo Pa- piano del possa riguardarsi R. 1661. Panno di Paiazzun noi sappia, è fatto chi FilippoIV, alzala genere u parodia panni e. 593. 388 STUDI Fammi si convertono nfernu angilu, ti prega Fammi nn Fammi parrari mi la discesa yaja Attornu Chistt su' li celi a mia; a addunoata, s'ardia chi tia patu pi !...: * una salita al Idda paradisoi» a Chista è la di 0 — mia; a Vìrgini Maria, peccaturi 'ngratu^ seggia chi sedi ottava seguente capia! porti assittatu, vitti la Gran dissi : li da Carini, ^ 84 90« La ' Sedi, da *? Inedita, nella parlata di Castel termini. vale pag. pi tia...^. nliìtùo la stessa ^ sedere, qoi stata, l'angtlibiati,. attornu mi col avissi cci manca fìstinu quannu fi 'mmenzu Baronessa vitti diviene Petra San era Attornu Nella seggia assittatu semprì e china, Tant'era Fici capia! versi: Ivi Ce' chi peni ! sciliratu, airinfemo questa discesa cci foca dissi: Cani qui appresso: ottava eòi avissi stata amanti la me mi questi altri lu attorno 'mmenzu Idda mai fici quanna festa Gran cantaanu. ndla 'na a Ilaria, cela manca Giada a l'adduoìaiuiu; cantata china era trovu la a cantanou... preghiera alPangelo: e 'nfernu, oh lu a ti Gesù ca airìnferno Quant' E resta 'n eurtisia piacirìca nni Ivi E mi mia, in questi altri di 0 E lu a POPOLARB I' amanti parrarì cu Ddoppu Ca POESIA DI e e è vuola. la mia discesa aUMn- raccolta voi. Il, e. 918. LA terno "i fa un'andata la irova Ivi Ce' la Missa a si sapìa Jea C più ^azzulettu t' aju nato non canta chi lassari,armuzza a risòontro e anche che a me, gettare a vengano inceutivo^ più a sarebbe poesia popolare Tal del si tolgano profano,non ad pel sottile,e da ciò 4 è a il pure alia fantasia, E si in questo imitato. Ma molti che intrigala questo s'incontrano canzone campo dubbi ed sua mi che per celebrare non col immaginazione. nun rispetto suo guarda fetti aftanto linguaggio trae ri- appresenta a' suoi sguardi,alla si ogni giovane :«apiatanta d'amore espandersi meglio un maraviglia destar dell'uomo cuore di sacra nella poesia illetterata nuovo imprestito parole che Casleltermini religioso sulla luce che volgo. Ài più potrebbe nostro nascere ogni pie sospinto. religiosi;ma sua potato vedere fatto,del resto, di tirare intieramente prima po' di un difficilissimo ad stato avventurare si è incertezze farà d'uno il frammento questione. Oramai della parecchie a leggendario profano;onde canto bisognerà non mia sarà quello da questo non chiancia; ";hianciri tanta, gli studiosi: del manta canuscia; all' occhi dissi: Nun tra la sentenza fatti lo amante jia;* lu cu un antico !da quello e beddi 'un imprevisto sospetto ccl manca la vitti asslttata ad controversie sia sdito pei Santa ia Cuntenti in iantu bedda jeu ed Questo Jóvidi nni un E chiesa, ove lu tanti eranu la me E in 389 ISlCfLlANI POPOLARI amata: sua £ GANTI NEI PABONA preso la Tidia. Così è che d'amore Var. esce in nel quel di canto 390 seguente, che r ha Mi C la so Né Cori Si' latra In Gibellina,secondo prof. Vincenzo Di chi pattu Cu li nni Cori lu Chi •— leu bedda i quali rubari Maria falutana ^ Avonta * Vonsi 'un nel si amore, dal avuta cori; un fari. hai: chi ha' dui^ fai jiricchiui. insieme dai e frequentemente io ho che canto ho ne dari tu.nn' hai molto * cori sappi e hai. nn' a chi cci cori me ctie lu so ni • cosi: lu dannu cori ricorrono popolare. Questo du' farinu traspariscedallo vi L^amore tu corre cori vidi e a la cuscienzia senza Cunfessati ha cci avia pri la me campu Siddu n)è mastru comu pò' trovari; prumlsi lu dari, variante una mi ^ ni e Giovanni, bedda La a cori cori lu cori: pettu senza campu darì; di 'un 'nti lu e di vonsi mastni lu miu comu Jia mi caro cori stu potìri In in sempre : m' ava so lu miu né 'nti lu jamu E lu ca ch'appi ' Avonta la bella ruhatu pattu un Giovanni Di gentilesig. Gaetano e dal grinedili favoritimi tra e POPOLARE POESIA m STUDI casto nel singolipensieri, canzoniere altro^si rivolge per pubblicato iiella parlata ce- : Maria la latra C' pattu un 'Na vota Né lu so, né lo stesso lo stesso m' arrubbò lu so ca m' lu avia appi 'mputiri lu che che lu *na miu mi vonia^ voti, volle. cori di dari: me cori, vosi dari; 'na vota, una volta, appena che. ji nni Poi Ddà mi Mi eh' è fatto del cori pari curioso e caf]e né sui versi non lettone larimari e : di li eori« jeu campai. e pochi appunti sema far notare sul cofìeetlo del canto; taldìè, né che possa far crederei ad parodia; e nofidimeijo la parodiaci è, una cantilena di anche un Santi Armuzzi si trova e ridicolo canto un esempi nella nel canto: di lu Priatoriu, 1' afilittu di Mariu, raccumannu data cci hannu menzannotti A ada^ttataa Di questo abbiamo osceno. Vi serio capto un strado, cioè ch^ la parodia talvolta elemento havvi non uno, cori, senza patruni detti lu so 391 SICILIANI POPOLARI chianciri a vo' chiuderle queati Né 0 Gesiuzzu misi Gesuzzu, GANTI iNEI PARODIA LA Gei lu 'ntunaru l' oriu, lu rusariu bonu ! « neiraltro: E vulari Aju vistu Tarantulicchi la cantilena contraffa dai ciechi che spesso che si passu e dai e accade di udire piacciono di Mamma E de' rapsodi;e vuci. sentu parpagghiuniammazzau Un che spinciribaiati; purteddu lu Di babbalucì, mercoledì nella poco durante far ridere mia, lu tata vinni, Curri ' V. la mia * y. la mia 'ntra la cascia. figghiudi bardasela. raccolta,voi. !•, e. 470, 598. raccolta voi. I, e. u95. crapi \ ecc. sonati decente il Natale i loro purtò li mustazzoli; Si li misi se' a e cantati quartina dai fanciulli compagni: 392 Ma STUDI voglio io cantastorie ciechi dagli le sante canzoni Nunquam mode 1 » SH. Verr. XIV, ^ IV. 31. e che Dio, non come fatto già male est che questo 43 fare il popolo sìa, stato Siculis^ popolo ne è una aliquid promptae sguaiate satira addimanda risulta da violino, vera stesso avvertito guin loro dalle e corpo per Comunque il tam dicant Cic. di o devote. x;ontrastabile del qne-* isbertare per del tocchi che vero, piuttosto fatta sgarbati bocca, al appormi sia parodia atteggiamenti della cose popolare di credo dagli scomposti contrationi alle e di maniera sl'altima i dire, poesu DI in- sempre che Cicerone, facete gens et com- linguae ^ AGGIUNTE Giunto questo a ricevo inedite da nella sardo volumetto Questo menti, due già contiene terzi de^ comincia con a occuparsi raccolta si trovano detti sardo loro tajas sono il genio del bocca in di Una luglio dal prof. Giovanni compiere i voti de' sce raccoglitori,forni- della 0 resistere ed di che ora a del ed popolo che li ha sardo. Nella a cantare di suono analfabete, conservati sua rispetti,in o sogliono ora persone quindi vorranno stornelli amanti gli di e che popolo voce antichi tarra. chi- e lano sve- doli tramandan- bocca. di questi canti In quattro, sei, otto in al desiderio compimento coloro quegli di mutos, ciascuno triste poesia molli o cinquanta componi- a popolari.Lo Spano, qualità propria sillabe olire preziosa a la brevità. 1 logudorese, pubblicata veri canti innamorate Tutti lieto di ossia popolari quali son materia esso innanzi alle centrale prima quindicina di Canzoni serie terza me, presente volu- del slampa K Spano che Cagliari una dialetto in della punto ciò Cagliari, tip. Alagna, è racchiuso forma piana di farne che Ì87S ho in è, com' versi da sette ogni pensiero e facilissima. 16*. di Io qualcuno conoscere scritto da era sulla o tendersi, atdici un- amore non come so a poesia popolare 394 sarda STUDI nel DI Logudoro. quali si leggono P0B81A Ecco nella POPOLARE alcune dunque raccolta: Aecèrati, bella, aecera Si ti podes accerare eh' est bènnida S'amante tou ti cantare a carrera. a istimas, vìda Si m' mia, Morrer non t' hap' Cherzo qui m' alzes mi ojos prò Sos Ite cheres Su A ebbi a allegrare. qui ti dia qui non Tap'eor l'hat non lu coro quie la$8are, a Perdona, leo. mare. serenu Suspende, bella, suspende Su sonnu Beni, s'amante consola e eh' est prò Heris istante. un prò te nocte agonizende. a Giustissia! Deus Sa eh' Sa morte amao Mirende Si Pro Colnmbà Qui Sì non hamus Tèneti Qui fervore mi haìat a ! tie, rosa, isfattu ìsu mOndU'; mia^' ìu mr i creo : jutas ìngannu, sìnz^erà^fqoe deo ses Nun amore pilu brundu. su est me de tie« donosa. a hapo non pariat cum dadù M'incanir mi a nos pena, aòidannu. contu, donosa bìder tardamus ' di queste tega», 396 De familia sa Pro de Ind' canto nato zenia sa s'aliegria sogliono fare auguri a' neonati si alla madre che quei tempi, il seguente di essa, come di uso a fasce: ti fascio Eo bella In nomen Sa fama Currat Peri è nelle stretto reca quando popolana quando egli, ripetè una alla presenza veniva appena, A sua Spano Lo visitar le puerpere. a Gra2ìo$a parentes. sos tota Sardegna prudente cosa domo de Et vanno parentadu, ogni de Et sias nadu su lughe de Sa si laghe, bona su Lughe In los mudes totu Tue POPOLARE POESIA DI STUDI tundu a e de Deu, tua a rea mundu. su questa can tilena delle madri che pettinanole figiiuoline: Ispiza,ispiza,pilu de ti benzat S'inamoradu A ti benzat domo a oro, domo, s' inamorada, Ispiza,ispiza, pilu doradu. babbu Su A battire A su battire est andadu randadu sa bandela, Ispiza,ispiza,pilu Anche vive sono in *e seda. Sardegna le nenie, le quali sogliono 397 AGGIUNTA cantarsi dalle davanti preflclie portano le sacche sopra il feretro classi meno di sunt adoperano residuo an munera infenmtur. Ecco res le cantando confetti. Parrebbe inferie delle tvmulis quae e Queste donne seppelliscono col cadavere; le povere trovare mandarle piene di e il cadavere. dei mortuorum, di queste una gettano per le proprio Romani. Inferiae lac,mei, nuces^ Ha- nenie fatta per donna maritata. ohi Non grande pobidda sa bidda In in hiddai nd'haiat qua no nd'hada qua Ind'ogni cosa famada, Fisti da reina . totu in sàs Fantomada ind'ogni cosa Hias De Bella pìantada et ita Pro Ohi su bona Fisti de in ^ cona bona! marna fa'mada, et ite bona Marna grassia fizas fisti mastra. sas Ohi fainas, marna: totu jughe, de bonos costumes Queste citazioni mi ^, sufficienti sembrano a comprovare quanto ho scritto sulla poesia popolaresarda tanto in questo (pag. 357 volume sui canti pag. e popolari siciliani (V. Studio nelle seg.) quanto voi. I della mia critico raccolta, 170.) ^ Immagine, miniatura. * E cosi seguitanofacendo famiglia.Stanno lodi secondo versi. Così lo delle ore gU elogidi improvvisandoa l' ispiraiùone, e Spana» una perciò non buona disteso ed si curano massaja e a rima della maiTre chiusa sonaoza di ste quedei 398 STUDI Vita delU La amari al Futlone Palermo, Questo da un DI un Gomes, poeta dalla Bibliofheca e Sicilia venuto religiosedì il titolo Vita di P amari Geronimo dal questo poema della è (V. » che fa Io vecchia per posto in lu"ce per Giuseppe Costanzo per 1695) che perciò confermato antico di quanto si e Ma ché giurerei,ben- siciliano Russo nuovamente Decio per questo componimento pensi (v. a dicevo: mss. galloperduto.Nm- un 1628 tìtolo nel lo stesso con dunque ero catalogo de' il stato era vi siciliana di voL, pag. 164), in questo una esso non lo confermi e Non propositodi a del FuUone? esso Comunale. Il Lamento luce quando vero il titolo lo dica vamente Biblioteca,aveate in 3* rima liti^cmti^ opera e corporazioni soppresse detta a di pittoresiracusano. e Gomes^ poeta pittoresiracusano. lontano e ora comunale sicula del Hongitore, XVIII), delle (del sec. in dieci canti attribuito della Biblioteca ms. è di Girolamo ms. POPOLARE liUgonti, poema in si rileva POESIA pag. 274 e (In posto in Cirillo. È sia assai seg. lermo, Pa- del più sente pre- volume). napolitanodel Il testo ' voglio Mrne Fravecata D'oro E 15 casa mmiezo na penne d'argento Quanno nennella Ognuno dice: J. Caselli. citato de a pag. 290 è questo mare pavuone; li scalini fare prete preziose li barcone. de Chants Vedi e de fa canto mia mo se va a facciare sponta lo sole. populairesde ì' Italie. Texte Paris,Librarie internationale Luglio 1872. FINE et tradu,ction par 1865, pag. 149. : INDICE DEL PRESENTE VOLUME Avvertenza Ricordi e Alcune reminiscenze nei di questioni canti popolari popolare poesia di questioni poesia siciliani 1 » 27 ...» . Nuove V pag. popolare 63 t .... 1 del Poeti FuUone Pietro siciliano popolo le e Sfide 81 » popolari siciliane » 109 . alcuni Di Canti in attribuiti popolari un del ms. ad Antonio XVII sec. neziano Ve185 ...» . Di Canti alcuni in popolari un del ms. secolo XVIil Leggende Le popolari • Delle Poesie popolari siciliane a De' Canti popolari siciliani non De' Canti popolari lombardi De' Canti popolari greci Canti Delle La popolari Canzoni Parodia in Sicilia 231 243 » Sicilia deiritalìa canti 303 ...» meridionale sarde popolari 287 . monferrini popolari ne^ di siciliani . Aggiunte » » . De' 207 amiche stampa moderne e » . » 329 » 345 » 257 » 377 » 393 ,