LA Nuova Poesia: Dino Campana a cura del prof. Marco Migliardi La Nuova Poesia • Si intende una poesia svincolata dalla tradizione • Una poesia che costruisce dopo la distruzione necessaria delle avanguardie • Nasce negli anni 10 e ha caratteristiche che saranno presenti in tutta la lirica italiana del ‘900 Si abbandonano i temi classici, storici e culturali Si cerca la poesia “pura” Poesie brevi e intense Maggior importanza alla propria interiorità. Si scava dentro se stessi La realtà non è + qualcosa di riproducibile Si creano nuovi rapporti + liberi tra le immagini Si smobilitano la sintassi e la metrica Il nuovo poeta E’ un solitario Non parla + a definite categorie sociali o politiche L’interiorità prevale sul mondo esterno E’ una voce pura Le riviste letterarie • Fondamentali per sprovincializzare il dibattito culturale • Aperte a tutte le novità • Le + importanti furono “La Voce” e “Lacerba” che, pur se di tendenze diverse, si scagliavano contro la tradizione e sostenevano le nuove correnti, quali il “frammentismo” e il Futurismo Introduzione a Campana • Poeta visionario, allucinato, pazzo, orfico, vagabondo • Ma in realtà sfugge ad ogni classificazione • La sua poesia è moderna ma piena di richiami a D’Annunzio, a Leopardi e ai classici • I valori classici e una grande modernità si sposano in una forma e in una purezza irripetibili. (Silvia Santini) Cenni biografici 1 • 1885: nasce a Marradi • Fa studi liceali ma a 15 anni gli vengono diagnosticati i primi disturbi nervosi • 1912: comincia a comporre i primi versi che entreranno nella sua raccolta “I canti orfici” • Compie numerosi viaggi in Europa e in Argentina, vagabondando • 1913: presenta alla rivista Lacerba la sua opera “Il più lungo giorno” che viene però perduta (e ritrovata solo nel 1971) Cenni biografici 2 • 1914: a memoria cerca di riscrivere tutta l’opera e la pubblica a proprie spese con il titolo “I canti orfici” • 1916: conosce la scrittrice Sibilla Aleramo, una delle poche che apprezzò le sue poesie, e inizia con lei una breve e turbolenta relazione • 1918: viene ricoverato in ospedale psichiatrico da dove non uscirà più • 1932: muore in seguito a setticemia La poetica • Uno degli iniziatori della “Nuova poesia” italiana • Parte dalla tradizione dei Pascoli e D’Annunzio e la coniuga con le esperienze simboliste francesi (Rimbaud) • E poi le supera avvicinandosi alle avanguardie europee(Cubismo, Futurismo) specie nella rappresentazione delle città • Al contrario dei Fut. quindi, non rifiuta la tradizione I Canti Orfici • E’ l’unica opera di C. • 29 componimenti di cui solo15 in versi e gli altri in prosa (come Baudelaire e Rimbaud) • Il titolo è un richiamo sia a Leopardi sia ad Orfeo, il primo mitologico poeta, quasi ad indicare una nuova poesia che nasce dalle origini • I temi principali sono la notte, il viaggio, la città La notte • Le prime 9 poesie sono dedicate alla notte • E’ il punto di partenza del viaggio, momento di meditazione, di mistero e di corruzione Il Viaggio • 10 componimenti dedicati a questo tema, ma l’intera opera va vista come un viaggio dalla notte al giorno (v.Dante) • Il viaggio, onirico o reale, vicino (Ge, Fi) o lontano (Argentina) è sinonimo di libertà, di fuga dall’odiato ventre materno di Marradi • Ma è anche esperienza conoscitiva e sensoriale • E’ una fuga dalla realtà La città • E’ essenzialmente Genova • Si mescolano più piani descrittivi: contemplazione, tecnologia, modernità, movimento,… • Cubismo e Futurismo • “Infinitamente occhiuta devastazione era la notte tirrena” Il linguaggio, lo stile • Anche nelle prose è pura poesia • La sua lingua poetica sconvolge l’ordine sintattico e mescola lingue diverse • Ma Campana è attentissimo conoscitore delle regole che sconvolge La critica • Fu generalmente incompreso • Fra i pochi estimatori ci furono Boine e Montale e oggi Sanguineti che lo ritiene un maestro dell’Espressionismo • Dopo la scoperta dei canti orfici nell1971, ha trovato nuova fortuna • Vassalli ha scritto un romanzo sulla vita di Campana (La notte della cometa) • Carmelo Bene ha fatto una mirabile lettura teatrale dei canti • Nel 2002 M.Placido ha fatto un film sulla storia d’amore con l’Aleramo (Un viaggio chiamato amore) L’invetriata • La sera fumosa d’estate/ Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra/ E mi lascia nel cuore un suggello ardente,/ Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha/ A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? – c’è/ Nella stanza un odor di putredine: c’è/ Nella stanza una piaga rossa languente./ Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:/ E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è/ Nel cuore della sera c’è,/ Sempre una piaga rossa languente. F I N E Marradi