SOMMARIO
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Pediatria
Anche un sorriso è importante
per combattere le malattie
e far sentire a proprio agio
tutti i piccoli pazienti
del reparto di Isola della Scala
pag. 6-7
Salute Pubblica
La sicurezza degli automobilisti
e soprattutto quella dei loro
bambini passa sempre di più
attraverso la prevenzione
dei rischi da incidente
pag. 8-9
Sociale
Mai come oggi è importante la
comunicazione tra medico e
paziente: e questa non può
prescindere da una conoscenza
delle lingue dei nuovi utenti
pag. 10-11
Oncologia
La lotta contro i tumori deve
essere vinta anche tramite una
attenta valutazione dei segnali
di pericolo; ecco perchè bisogna
promuovere lo screening
pag. 14-15
Sanità e Territorio - Prospettive
Non è una semplice promessa. Non è un lontano miraggio. È un obiettivo concreto che già sappiamo come raggiungere, abbiamo solo bisogno del tempo
necessario per farlo. E il 2004 ce ne concederà già parecchio. L’anno nuovo si
apre con moltissime attività in cantiere e promette di darci un bel po’ da fare. Ma
noi alla ULSS 22 siamo pronti!
La sanità cambia destino, cambia finalità, cambia efficacia e diventa ogni giorno
di più il mezzo per raggiungere a casa i cittadini e fornire loro un servizio il più
personalizzato e utile possibile. Una volta, quando si parlava di sanità e cure ai cittadini ci si concentrava
sul momento della “fase acuta”. Si curavano le malattie in corso, i problemi gravi, si investiva per guarire
o rimediare. Oggi più del 50 % delle disponibilità della ULSS vengono utilizzate per seguire la vita del
cittadino passo passo per tutte le sue esigenze, per prevenire, studiare, indirizzare, aiutare, servire e
risolvere idoneamente i problemi che si verificano a casa di tutti. Oggi sappiamo che l’ospedale non è più
semplicemente il luogo in cui si ricoverano coloro che stanno male. Le strutture ospedaliere rappresentano il concentrarsi di una serie di servizi e strumenti altamente specializzati e tecnologicamente
avanzati al servizio del maggior numero di persone possibili. Chi non percorrerebbe qualche chilometro
in più per portare un proprio caro in una clinica con medici in grado di dare garanzie di una diagnosi
corretta, apparecchiature all’avanguardia e cure idonee? Quante volte abbiamo sentito al telegiornale
racconti raccapriccianti di casi di mala sanità, strutture fatiscenti, servizi inadatti a risolvere patologie
complesse? Dobbiamo fare un passo avanti. Dobbiamo capire che chiudere delle strutture ormai non
adatte a risolvere i problemi e le malattie dei pazienti rappresenta un progresso, rappresenta, finalmente, una concreta risposta dello Stato, della Regione e della nostra Provincia alle necessità dei cittadini.
Per la zona di nostra competenza questo significa concentrare servizi di altissima qualità in due ospedali
altamente integrati tra loro, quello di Bussolengo e quello di Villafranca e fornire una serie di servizi
collaterali: il ricovero ospedaliero non può più infatti essere considerato il primo ed unico rimedio per la
nostra salute. Esso può essere evitato tramite la prevenzione e un’accurata attenzione all’educazione
sanitaria. Ed è su questo che stiamo investendo le nostre risorse. L’assistenza medica domiciliare, la
disponibilità di pediatri, medici di base, la distribuzione di farmaci gratuiti, i servizi sanitari e socio-sanitari,
i servizi domiciliari per anziani o portatori di patologie particolari sono solo alcuni tra gli esempi che si
possono citare. Per farne uno, nel 2003 è terminato il primo ciclo di screening mammografico (un camper
attrezzato che ha girato l’intero territorio programmando, su invito, esami radiologici gratuiti al seno alla
fascia di donne esposte a questo rischio). L’operazione è stata complessa, lunga ed onerosa ma ha
portato alla identificazione di 61 tumori al seno, operati e curati nell’ambito delle nostre strutture. Parliamo
di persone che non si erano recate negli ospedali locali per effettuare un controllo, ma che invece hanno
potuto utilizzare facilmente il nuovo servizio. Questo è un esempio della riconversione degli investimenti
che stiamo attuando nella nostra ULSS. Questa è la nostra idea di servizio efficiente e utile. Questa è la
vera idea di eliminazione degli sprechi. Perché quello che lo Stato e la Regione non si possono più
permettere non è tanto la spesa sanitaria di per se stessa, ma lo spreco dell’utilizzo del denaro dei
cittadini. Perché far quadrare i conti non significa tagliare e basta ma saper investire in modo corretto,
moderno ed efficace quanto abbiamo a disposizione. Perché il nostro Sistema Sociale Nazionale va
adeguato alle nuove tecniche di cura e per farlo va riorganizzato. A questo scopo i nostri obiettivi del
nuovo anno sono due: rendere parzialmente operativo il “Magalini” con i suoi 216 posti letto in tempi
celeri e allargare la possibilità di fruizione di servizi personalizzati ed efficienti per tutti i nostri cittadini,
instaurando anche una comunicazione sempre più diretta, chiara e facile per dialogare con i nostri
assistiti, il cui benessere e la cui soddisfazione rappresentano lo scopo ultimo della nostra missione.
Il Direttore Generale Ulss 22
-Dott. Renato Piccoli-
Periodico Trimestrale dell’Azienda ULSS 22
Regione Veneto
Anno 1 - N° 3 - Dicembre 2003/Gennaio 2004
Redazione: Via Citella, 50 - Villa Spinola
37012 Bussolengo (VR) - Tel. 045 6338366
Fax 045 6769688 - Cell. 339 3112909
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Presidente: dott. Renato Piccoli
Direttore Responsabile: Renzo Girelli
Coordinamento: Bruna Fraccaroli
Comitato di Redazione:
Daniela Fasoli, Denise Signorelli, Carla Enrica
Foglietta, Marco Piccoli, Ingrid De Nicola
Hanno collaborato:
Renzo Girelli, Ingrid De Nicola, Rosanna Ledri, Sofia
Di Bella, Dino Marchesini, Antonio Bortoli, Davide
Cordioli
Stampa e impaginazione:
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in collaborazione con Meneghini & Associati - Vicenza
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Se c’è un evento che non va di certo riposto con il 2003 fra gli scaffali della memoria è l’anno europeo della persona diversamente abile. Il motivo? E’ rimasta aperta
la pratica che più di ogni altra è necessario tenere, invece, in debita considerazione. Quindi, per ora niente archiviazione,
anzi. Di cosa si tratta? Non si vorrebbe mai
che il ricco patrimonio accumulato lo scorso anno attraverso l’enfasi del verbo, in
dibattiti, incontri e tavole rotonde, non venisse capitalizzato negli opportuni ambiti
rimanendo un florilegio delle promesse e
dei luoghi comuni.
C’è ora un intero popolo in attesa di appurare se le molteplici iniziative di
sensibilizzazione hanno scosso la massa;
se si farà di tutto per abbattere sia i baluardi architettonici che quelli psicologici; se
sarà ancora la discriminazione a buttare
al tappeto l’ostentazione di uno status
vivendi all’insegna del rispetto e della dignità. A vegliare che i buoni propositi vengano realmente tradotti in tutte le lingue
abbiamo ipotizzato un testimonial doc: Francesca Porcellato. A lei l’onere di tenere ben
alzato il braccio non solo quando primeggia nelle competizioni sportive, ma per rivendicare quotidianamente la medaglia
della considerazione verso quella normalità di vita tanto agognata ma da altri oltraggiata e persino scriteriatamente
banalizzata. L’auspicio, quindi, è che attorno alle aspettative di queste persone non
si giochi solamente a coniare neologismi
dal sapore meno ghettizzante e più confacente ai modelli richiesti dalla società dell’efficienza. Ma si usi l’accortezza di non
riconoscerle là dove il loro inserimento ha
già raggiunto il livello ottimale di integrazione e, al contrario, sentire lo stimolo di
chiamarle per nome in tutti quei casi in cui
la loro strada è ostacolata dal disagio, dall’insicurezza e dal pietismo.
Il Direttore Responsabile
-Renzo Girelli-
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GRANDANGOLO
a cura di Renzo Girelli
Verrà realizzato in primavera presso la casa di riposo Villa Spada a Caprino
L’Alzheimer ora fa meno paura
C
on l’inizio della
prossima primavera il nuovo
Centro diurno per
l’Alzheimer, realizzato
presso Villa Spada a
Caprino, sarà in grado di
ospitare dieci posti in convenzione. L’iniziativa, attivata dai comuni di Affi e
Caprino guidati rispettivamente dai primi cittadini
Carla De Beni e Maria Teresa Girardi, ha trovato
ampio consenso fra tutti i
comuni del comprensorio
del Garda Baldo e la
sinergia con l’Azienda
Ulss. 22 con la quale è stata siglata, a
fine dicembre 2003, una convenzione.
All’incontro di intesa i commenti sono stati
più che lusinghieri a cominciare dalla
prolusione del Direttore Generale Dott.
Renato Piccoli che ha posto l’accento
sulla carenza in zona di un servizio di questa portata. Carla De Beni si è congratulata
Primario nuovo di zecca!
All’unità
operativa
di
Otorinolaringoiatria dell’Orlandi
di Bussolengo è approdato il
nuovo primario: Dottor Stelio
Mocella. Classe ’55, con laurea in medicina a Padova,
Mocella si è specializzato a
Verona in otorinolaringoiatria,
audiologia e chirurgia plastica
e ricostruttiva e in terra
transalpina, a Parigi, in chirurgia maxillo facciale.
Proviene dalla clinica otorinolaringoiatria del Policlinico
di Borgo Roma ed è attualmente docente nella scuola di
specializzazione a Verona. La scelta del dottor Mocella
quale direttore dell’unità operativa di Bussolengo è stata
attribuita, da parte del Direttore Generale sulla scorta della
valutazione effettuata dalla commissione esaminatrice,
alla lunga esperienza acquisita nel campo, alla vasta attività scientifica espletata e alla competenza organizzativogestionale. Pur abbracciando a tutto tondo l’attività chirurgica, il neo primario si è dedicato in maniera più assidua e puntuale alla patologia pediatrica in genere e ai
tumori dei seni paranasali e della laringe. A lui e alla sua
équipe va l’augurio dell’intera Amministrazione di buon
lavoro in un ambiente sereno e professionale.
con l’Amministrazione
dell’Ulss.per la risposta celere che è stata data al problema e per la disponibilità dimostrata dal Direttore
Servizi Sanitari Territoriali
dell’Ulss 22 Dottor Antonio
Bortoli. Sulla stessa lunghezza d’onda Maria Teresa Girardi che ha osservato come il tutto si sia svolto in tempi inimmaginabili
e che la realizzazione vedrà la nascita e lo sviluppo proprio a Caprino.
Si tratta di una grossa boccata d’ossigeno specialmente per i familiari dei pazienti, un’opera sorta per il bene e la salute della comunità e non certo all’ombra
delle dietrologie e degli interessi di campanile.
A Sommacampagna
un nuovo
centro prelievi
Giovedì 15 gennaio ha ufficialmente aperto i battenti il nuovo centro prelievi territoriale del Distretto 1 ubicato presso la
sede
distrettuale
di
Sommacampagna in Piazza
della Repubblica .
Realizzazione, questa, che
ha visto la significativa opera di raccordo fra l’Amministrazione comunale, i Medici di
Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta del paese, per poter rendere più conosciuto il servizio, in modo tale che esso diventi
realmente usufruibile da parte dei cittadini.
Attualmente l’orario di apertura è fissato dalle ore 7.30 alle ore 9.30 e il giorno è quello di
giovedì.
La Direzione dell’Ulss. auspica che tale iniziativa sia davvero rispondente alle esigenze
della popolazione e rappresenti un ulteriore
passo in avanti verso altri importanti servizi
attinenti la programmazione dell’Azienda.
G RANDANGOLO
a cura di Renzo Girelli
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Il reparto di Ostetricia “regala” un abete con le foto dei nati nel 2003
N
Magia sotto l’albero
ella tarda mattinata del 15
dicembre scorso presso il Reparto di
Ostetricia e Ginecologia
dell’ospedale
Orlandi di Bussolengo
diretto dal Dott.G.Blaas
si è vissuto un momento molto particolare,
quasi magico.
Un’ inquadratura di
un’ensamble suggestivo che da una parte ha
goduto dell’allestimento
del coreografico albero
di Natale con appese le
fotografie dei bimbi nati
durante il 2003 nel reparto e dall’altra ha
visto Maria Grazia Viapiana dell’Abeo
(Associazione Bambino Emopatico
Oncologico) visitare assieme agli ammi-
nistratori dell’Ulss., al primario di Pediatria Dott. Andreotti e ad un Babbo Natale
con tanto di pedegrée i piccoli ricoverati
ai quali è stato offerto qualche dolcetto,
un giocattolo e tanti
ammiccanti sorrisi
per distogliere almeno per qualche attimo
l’attenzione dei piccoli dalla sofferenza e
dal comprensibile disagio.
Nella splendida e colorita coreografia natalizia un altro albero
ha goduto della giusta enfasi: “l’Albero di
Gaia”.
Ovvero il progetto attivato dall’Ulss a
Villafranca dopo il
rogo dell’ospedale per
portare l’assistenza ostetrica, che non
poteva essere data in ambito ospedaliero,
anche a domicilio delle signore che hanno
partorito.
Al “Carnacina” l’educazione sanitaria
diventa quasi una materia
Uscire allo scoperto, fra virgolette,
è un po’ il motto dell’attuale direzione dell’Azienda Ulss 22 che fin dal
primo giorno del suo insediamento
a Villa Spinola ha inteso porre le basi
per un’articolazione dei servizi, della formazione, specialmente ad indirizzo didattico, su tutto il territorio.
Un fedele interprete, per l’occasione, è stato il distretto 1 di Bardolino
che per mezzo del responsabile dott.
Bezzan ha predisposto un programma di educazione sanitaria negli istituti scolastici. Un passo iniziale è
stato svolto presso l’Istituto Alberghiero Carnacina di Bardolino dove
è stato possibile allestire, grazie all’interessamento del preside
Prof.Gallina e alle insegnanti Lucia
Rossi e Serena Dall’Ovo, un progetto scuola-territorio per le prime classi in
grado di dare un’informazione puntuale e
mirata sui servizi socio-sanitari spesso
sconosciuti, ma che rimangono un diritto
per tutti i cittadini.
Si ringrazia la ditta
per gli alberi esposti nell’Ulss 22
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PEDIATRIA
La clownterapia e i tanti servizi a disposizio
di Renzo Girelli
Q
uanti sguardi disillusi di bambini
ci propina quotidianamente il piccolo schermo? Quanti volti
emaciati, quanti corpi smunti, sofferenti,
dilaniati dalla cieca alterigia del potere e
dalle mire espansionistiche dei signori della guerra. Popoli di baby infelici che nelle
disumane aree del degrado umano e morale osservano, privi di lacrime, il trascinarsi lento del destino. Sovente, però, a
castigare oltremisura l’esistenza dei bambini, interviene un’ altro fattore cruento che
percepiamo solo se ci caliamo al suo in-
LO STAFF MEDICO
Primario: Dott. G.Carlo Andreotti;
Dott.ssa Paola Perdonà,
Dott.ssa Nicoletta Spollettini, Dott.ssa
Elena Manara, Dott. Giuseppe Rebezzo,
Dott. Boulos Fakes.
Caposala AFD: Giovanna Zarantonello
Un sorriso per esor
terno: la malattia . E per questa anormale
condizione dell’organismo, non serve affidarci alla tv, né tanto meno sfogliare i
rotocalchi patinati per scoprire che tante
guerre non si combattono solamente fuori
dallo stivale a chilometri e chilometri di
distanza, ma pure nelle stanzette asettiche
dei nostri ospedali, dove altrettanti sguardi smarriti ci osservano. Lì troviamo tanti
piccoli esseri fragili, sensibili solo all’incanto delle voci amiche, a quelle rassicuranti ed affettuose dei familiari. Tutto il resto può essere vissuto solo con sgomento, timore, paura, tanto più l’accanimento
della malattia disperde le aspettative innocenti del gioco e dell’ilarità che andrebbero consumate nella non sofferenza. Tante storie, tanti bambini, tante speranze e
Un’iniezione di fiducia
Visitare la Pediatria in un giorno qualunque e vedere infermieri svolgere
normalmente le loro mansioni truccati da clown e volontari fare altrettanto
per strappare un sorriso alla malattia stravolge di sicuro l’ottica che indica
un reparto ospedaliero come luogo di tristezza e malinconia. Interessante
è constatare che l’adozione di questa “strategia”, sorella a tante altre realtà in Italia e all’estero, sia diventato un prezioso strumento di lavoro, in
grado di giocare un ruolo terapeutico importantissimo, sull’umore di tutti i
piccoli pazienti che ne vengono a loro volta contagiati.
A confermarci questa tesi, oltre al primario è Giovanna Zarantonello
caposala AFD, da più di vent’anni sulla breccia con i bambini e che non vi
è giorno che non indossi, secondo gli umori dei suoi piccoli
interlocutori, gli “oracoli” del suo ricco campionario: tanti buffi
orpelli che a mo’ di lasciapassare, le permettono di profanare,
nelle migliori delle ipotesi, talune nudità, senza scatenare piagnistei e manfrine di ogni tipo.
Clownterapia: la storia
Basta un naso da pagliaccio, un cappello buffo e qualche scherzetto per
far dimenticare ai malati, soprattutto se bambini, di trovarsi in ospedale. Introdotta da qualche anno anche in Italia, la clownterapia, o
comicoterapia, sta’ottenendo risultati davvero sorprendenti. Nata
negli anni ’70, essa si è fatta conoscere soprattutto grazie al film
ispirato al medico americano Patch Adams, interpretato
magistralmente dal funambolico Robin Williams, oggi 56enne, uno
dei primi ad affrontare il tema della terapia della risata. Un medico,
Adams, che avrebbe voluto essere un clown, e
che ha saputo coniugare i due aspetti convincendo tutti, ad iniziare dalla classe medica, di
quanto il ridere sia contagioso e capace di instillare nei pazienti quella gioia che supera le
barriere del dolore.
7
PEDIATRIA
one contraddistinguono la pediatria isolana
rcizzare la malattia
tanto dolore. Cosa fare quindi per allentare la morsa del disorientamento dei piccoli pazienti e strappare loro qualche sorriso? Scherzarci sopra! A cominciare dai
medici, dagli infermieri e da quanti operano in un reparto di pediatria adoperandosi
nell’ingannare o distogliere i bambini, anche se per un attimo, nel sopportare con
minori traumi, le pratiche e le fastidiose
terapie mediche. Tant’è che lo spauracchio
per antonomasia dei bimbi,la puntura, oggi
viene per lo più accolta con un sorriso
convinto. Un miracolo? No. Solamente la
buona volontà degli operatori sanitari e dei
volontari che, tradotta nel quotidiano, crea
quel particolare feeling in grado di accattivarsi le grazie dei baby-pazienti. Che si
avvale, inoltre, di un “armamentario” colo-
Guarire con un sorriso
Sicuramente il Dr. Patch Adams ha lasciato il segno facendo opera di proselitismo un po’ dovunque. E senza
calcare la mano. D’altro canto è più che dimostrato che la
risata è uno stimolante per il sistema immunitario e comporta molti effetti positivi su cuore e polmoni. Da diversi
studi effettuati all’estero, dove la clownterapia è molto diffusa, è emerso, poi, che per alcune
patologie si è registrata una diminuzione
della degenza e un minor uso di anestetici. A Isola della Scala, naturalmente, dell’efficacia della terapia ne sono tutti più che
convinti tanto che in Pediatria meno te
l’aspetti compaiono un paio di personaggi,
seguaci della scuola del dr. Adams, che
sublimano la loro vocazione del “far ridere”
allestendo dei personalissimi teatrini con i
bambini del reparto: “Pistacchio e
Stracciatella”.
Da sx: Giovanna
rito e spassoso in grado di riportare il bambino entro i limiti di una sopportazione che,
seppur coatta, la rende senz’altro più accettabile. In una parola sola: clownterapia.
Ma il reparto di Pediatria di Isola della Scala
diretto dal Dottor G. Carlo Andreotti non si
differenzia dalle altre strutture solamente
per questo accattivante atteggiamento
usato in corsia dagli operatori sanitari, ma
per tutta una serie di altri servizi e attenzioni che pongono il paziente e i familiari
al centro di una risposta eccellente sia dal
punto di vista sanitario che umano.
Conosciamoli
Silvia Carletti, in arte “Pistacchio”, figlia d’arte, ha fatto la
scuola del circo. Possiede una laurea in Scienze dell’Educazione e ha discusso la sua tesi sull’efficacia della gioia
verso la malattia. Da 8 anni tiene spettacoli (duo con la
sorella “Stracciatella”) più “Biscotto”, il fidanzato, con il
quale ha frequentato il corso a Torino organizzato dal VIP
(Viviamo in positivo). Da questo
progetto si sono diramate in seguito diverse sedi staccate; fra
queste quella di Bovolone che
Silvia presiede, coadiuvata dalla bellezza di 40 volontari. La loro
vita, al di fuori del tempo dedicato al lavoro, consiste nel visitare ospedali e case di riposo,
incontrare i pazienti e creare con
loro un ambiente favorevole di
vero comfort familiare.
Zarantonello,
dr. G.Carlo Andreotti, dott.ssa Nicoletta Spolettini
... ma c’è dell’altro...
La Clownerie strumento spontaneo e naturale che ci confronta con un bisogno innato in noi, la necessità di giocare, non
rappresenta, almeno per la realtà isolana,
la peculiarità precipua. C’è senz’altro dell’altro.
Ce ne parla il primario Dott. Gian Carlo
Andreotti. “Il bacino d’utenza è oggi
quantificabile in circa 65 mila abitanti.
Abbiamo pazienti provenienti da centri
importanti quali Nogara, Bovolone,
Castelbelforte, Casteldario, Roverbella,
Villafranca, Cerea, Sanguinetto. Dal 2000
occupiamo la parte nuova della struttura
(ex ortopedia). L’ambiente è stato reso
confortevole al massimo affinché i bam-
bini e i loro familiari possano trovarsi completamente a loro agio. Abbiamo ricreato
in pratica lo spazio che di solito si addice
alla scuola materna con giochi, biblioteca, materiale didattico ecc…Disponiamo
di un ambulatorio sempre attivo (dalle 8
alle 20) per la consulenza pediatrica; di un
divisionale rivolto a tutti i bambini che possono afferire direttamente tutti i giorni dalle 9 alle 11, dal lunedì al venerdì. Le attività specialistiche riguardano la
Gastroenterologia e Nutrizione, l’obesità
ed Endocrinologia, l’Allergologia e
Pneumologia, la Nefrologia, il Follow up
(neonato normale), il Follow up del neonato patologico. Stiamo adeguandoci sem-
pre più alle esigenze della popolazione
tenendo soprattutto conto della massiccia presenza di residenti extracomunitari
che sempre più numerosi si rivolgono alle
nostre strutture.
Rimaniamo altresì a disposizione, una
volta la settimana, per i bambini
extracomunitari temporaneamente privi di
assistenza pediatrica territoriale. Tanti sorrisi quindi ma pure tanta attenzione ai servizi, alle nuove frontiere specialistiche,
con un occhio pure ai numeri che, per gli
indicatori segnalati dalla Direzione Strategica dell’Ulss, risulta per i ricoveri un incremento di circa il 40%. Di questo ne siamo veramente fieri!”.
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SALUTE PUBBLICA
La prevenzione traumi da traffico nella Regione Veneto
Legati alla vita
di Ingrid De Nicola e Rosanna Ledri
L
’approccio del Sistema Sanitario
agli incidenti stradali negli anni
passati è stato strettamente clinico privilegiando gli aspetti relativi all’orga-
nizzazione dei servizi di urgenza, di cura
e riabilitazione, mentre la prevenzione ha
avuto in genere una bassa priorità.
Questo atteggiamento riflette in parte la
convinzione comune che i traumi stradali
siano degli eventi accidentali, inevitabili e
dovuti a circostanze sfortunate ed
incontrollabili a cui si può reagire solo con
l’accettazione passiva o con lo sconforto.
Fortunatamente oggi il ruolo della prevenzione anche in questo campo è universalmente riconosciuto. Il PSN 98-2000 indica infatti tra gli obiettivi la riduzione della
Una collisione a 50 km/h espone ad una forza corrispondente
ad una caduta dal terzo piano.
Per quanto riguarda invece i passeggeri posteriori, in un incidente a 50 Km orari, si considera che un adulto viene proiettato in avanti con una forza di 3,5 tonnellate, rischiando di provocare la morte o lesioni gravi anche a chi occupa i sedili anteriori.
È dimostrato infatti che il corretto utilizzo delle cinture di sicurezza riduce la
probabilità di morte del 45-60% e di trauma grave del 50-65%. Secondo stime
regionali, si calcola che se tutti usassero le cinture di sicurezza, ogni anno
sulle strade venete ci sarebbero almeno un centinaio di morti in meno.
I bambini sono particolarmente vulnerabili quando viaggiano all’interno di un
veicolo senza protezione. Soprattutto nei neonati il peso della testa è maggiore
in relazione al corpo per cui, in caso di impatto, se il bambino non viaggia
assicurato al seggiolino, la testa precede il corpo: questo spiega la frequenza e
la gravità dei traumi cranici.
Inoltre i piccoli hanno un equilibrio precario e lunghi tempi di reazione.
Se non sono ben assicurati ai sedili, possono essere scaraventati all’interno
dell’auto non solo in caso di collisione, ma anche per frenate brusche,
sbandamenti o improvvisi cambi di direzione; infatti il 15 % circa dei traumi
stradali avviene senza collisione. I seggiolini installati ed utilizzati correttamente riducono la probabilità di morte e di traumi del 71% nei minori di un anno e
del 54% nei bambini un po’ più grandi.
Le recenti (ma precedenti l’introduzione della “Patente a Punti”) rilevazioni dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza in auto, effettuate da personale dei Dipartimenti di Prevenzione ed elaborate dal Servizio Epidemiologico Regionale (SER)
hanno evidenziato nel Veneto una prevalenza ancora molto bassa, anche se
superiore ad altre regioni italiane, intorno al 60% tra conducenti e passeggeri
anteriori e bassissima per i passeggeri posteriori.
Inoltre le rilevazioni in prossimità di scuole asili e supermercati hanno dimostrato che solo il 30 % dei bambini di età inferiore a 12 anni risulta correttamente assicurato ai sedili.
mortalità e della disabilità per incidenti
stradali. La Regione Veneto ha avviato dal
1998 il “Programma Regionale per la Prevenzione dei Traumi da Traffico”. L’argomento, di grande interesse sanitario, trova inoltre ulteriore sostegno a livello normativo
per la recente introduzione del Nuovo Codice della Strada e della “Patente a Punti”
che finalmente pongono l’accento sui comportamenti individuali a rischio.
In Veneto i traumi da traffico costituiscono la prima causa di morte e di disabilità
prima dei 45 anni di età; oltre la metà dei
morti si verifica in giovani tra i 15 ed i 25
anni. Essi inoltre rappresentano un’importante causa di morte e di ospedalizzazione
in età pediatrica.
I fattori di rischio degli infortuni da traffico sono attribuiti
nel 70% dei casi ai comportamenti, nel 20% all’ambiente e nel 10% al veicolo. Nell’ambito del 70% attribuito ai
comportamenti, fra i fattori
emergenti c’è il mancato uso
dei dispositivi di sicurezza
cioè il casco, le cinture di sicurezza, il seggiolino per
bambini oltre alla guida in
condizioni pericolose sotto
l’effetto dell’alcol, l’eccesso
di velocità, e la guida distratta.
Il "Programma Regionale per la Prevenzione dei Traumi da Traffico" fa capo alla
Direzione per la Prevenzione dell’Assessorato alle Politiche Sanitarie del Veneto,
coinvolge i Dipartimenti di Prevenzione di
tutte le Aziende ULSS del Veneto, ed ha
come obiettivo principale l’incremento dell’uso delle cinture di sicurezza anteriori e
posteriori e dei seggiolini per i bambini. Il
corretto utilizzo di questi dispositivi, obbligatori per legge, ha infatti una valenza
preventiva elevatissima, dimostrata da numerosi studi internazionali e da risultati
positivi già ottenuti in altri Paesi.
SALUTE PUBBLICA
In questo contesto, nel 2003 è stata avviata in tutta la Regione un’importante
campagna di “social marketing” finanziata
dalla Fondazione Cariverona e realizzata da Saatchi & Saatchi, agenzia pubblicitaria tra le più prestigiose a livello internazionale ed esperta in campagne
sociali. L’iniziativa promozionale ha
l’obiettivo di incrementare l’uso delle cinture di sicurezza anteriori e posteriori e
l’utilizzo corretto dei seggiolini per i bambini.
La caratteristica principale di questa campagna, il cui slogan è “Fatti guidare dal
cuore”, è quella di essere incentrata su
messaggi positivi, in cui l’uso dei mezzi
di ritenzione negli autoveicoli, obbligato-
“Fatti guidare
dal cuore”
rio per legge, viene proposto come un gesto di protezione e d’amore nei confronti
dei propri cari. Tale impostazione appare
sicuramente più efficace rispetto a quelle
precedentemente adottate da varie istitu-
Qualche consiglio pratico
per la sicurezza dei nostri bambini
• I bambini non devono mai viaggiare liberi, né anteriormente né posteriormente e
tantomeno sulle ginocchia di un adulto.
Infatti, un urto frontale a 50 Km/h fa moltiplicare per 100 il peso del corpo pertanto
le braccia dell’adulto sarebbero incapaci
di trattenere il
bambino che
verrebbe anzi
schiacciato
dal peso enorme dell’adulto
proiettato in
avanti.
• Diamo sempre il buon esempio ai bambini allacciando le cinture anteriori e posteriori.
• Quando portiamo i bambini a scuola in
auto, non facciamoli stare con lo zaino
sulle spalle: questo impedisce l’uso delle
cinture e li avvicina pericolosamente al
cruscotto o ai
sedili.
• I seggiolini
vanno preferibilmente collocati sul sedile posteriore, ben fissati
con la cintura
di sicurezza.
Sul sedile an-
teriore, per comodità e necessità spesso
viene applicato il seggiolino per neonati
rivolto in senso contrario a quello di marcia.
Questo è possibile SOLO se non c’è l’air
bag che esplodendo colpirebbe violentemente lo schienale spingendo il bimbo
verso il sedile con una forza tale da provocare gravissime lesioni o la morte.
Anche se viene sconsigliata perché diminuisce di 3-4 volte la sicurezza, la Legge
permette di applicare i seggiolini per bambini di peso > 10 kg. sul sedile anteriore
nel senso di marcia avendo cura di
disattivare l’air bag o, se non è possibile,
tirando il sedile indietro al massimo per
diminuire
l’eventuale
impatto in
caso di incidente.
• Il seggiolino deve seguire la crescita ed essere adeguato
al
peso del bambino. Se è troppo grande, non
assicura il bambino a sufficienza.
• Utilizziamo seggiolini omologati e leggiamo bene il libretto di istruzioni per montarli correttamente. E’ fondamentale l’utilizzo di mezzi di contenzione con marchio
di omologazione europea (ECE R44)
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zioni spesso cariche di contenuti drammatici.
La campagna, che nella sua fase iniziale è stata caratterizzata da spot televisivi e radiofonici, inserzioni nei giornali
e manifesti nelle scuole, nel 2004 vedrà, anche nel territorio della nostra ASL,
il coinvolgimento diretto e l’impegno di
molti Comuni ed associazioni attraverso una serie di iniziative coordinate finalizzate alla prevenzione dei traumi da
traffico. Gli obiettivi proposti sono quelli
di aumentare entro un anno l’uso delle
cinture anteriori e posteriori del 10% in
guidatori e passeggeri ed aumentare del
20% l’uso di seggiolini e sistemi di
ritenzione per bambini.
... e non rischiare
I fattori che determinano il mancato utilizzo delle cinture, secondo uno studio
condotto dal SER, sono numerosi. Probabilmente, a causa di una minore percezione del rischio nei percorsi brevi e
familiari , le cinture vengono indossate
più regolarmente in autostrada che in
città; eppure circa tre quarti dei traumi
mortali avviene su strade urbane e provinciali e solo il 7% in autostrada. Molti
non allacciano le cinture per la fretta,
per dimenticanza o addirittura per non
stropicciarsi i vestiti. Inoltre sono molto frequenti convinzioni errate come la
paura di non riuscire a slacciare la cintura in caso di incidenti cosiddetti “fosso-fuoco” cioè con caduta del veicolo
in acqua o con incendio dello stesso.
In queste circostanze, in realtà rarissime, la cintura consente di evitare l’urto contro il parabrezza e quindi di mantenere la lucidità necessaria per uscire
dal veicolo. La presenza dell’air bag può
indurre una certa rassicurazione, tuttavia tale dispositivo è tarato per aprirsi a velocità medio alte, quindi non è in
grado di fornire protezione nelle collisioni a velocità ridotta che sono la
maggior parte. L’effetto protettivo più
alto è dato dall’uso simultaneo di cintura ed air bag. Infine bisogna sottolineare l’importanza della cintura in gravidanza: la corretta regolazione dell’attacco superiore, la fascia orizzontale
tenuta bene sulle anche e quella diagonale tra i seni forniscono la migliore
garanzia sia per la madre che per il feto.
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