l ’allevatore magazine Direttore responsabile Alessandro Nardone Emissioni, miti e leggende Redattore capo Giovanni De Luca ([email protected]) S In redazione Alessandro Amadei ([email protected]) Camillo Mammarella ([email protected]) Pubblicità Paolo Belloni ([email protected]) Progetto grafico e copertina Mediatime Editing - Padova Editing Sira Dingi - Bologna Editore Servizi Commerciali per gli Allevatori SCA srl Via G. Tomassetti 9 00161 Roma Tel. 06.8545.1226 Fax 06.8545.1200 ([email protected]) Stampa Mediagraf S.p.A. Sede legale e stabilimento Viale Navigazione Interna 89 35027 Noventa Padovana Organo ufficiale di stampa dell’Associazione italiana allevatori n. 3 - 6 febbraio 2013 Anno LXIX Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 323 del 14-7-1948 n. iscrizione roc 15242 Periodico associato USPI Per abbonarsi a “l’Allevatore” Magazine (20 numeri annui) basta effettuare un versamento di euro 30,00 (trenta) intestato a “Servizi commerciali per gli allevatori - Sca” Iban IT 56 Z 010050 3200 0000000 66384 Per ulteriori informazioni: Tel. 06.854.51226 Fax 06.854.51200 E-mail [email protected] INFORMATIVA AI SENSI DELL’ARTICOLO 13 DEL D.LGS. 196/2003: L’Editore, ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs. 196/2003, informa che i dati personali ed anagrafici forniti saranno trattati, da personale incaricato per iscritto, esclusivamente per l’adempimento degli obblighi normativi. I dati richiesti sono necessari per il corretto adempimento dei suddetti obblighi ed il mancato conferimento ne impedirebbe la corretta esecuzione. I dati non saranno diffusi né comunicati a terzi non autorizzati. La sottoscrizione dell’abbonamento comporta l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del citato D.Lgs. 196/2003. Per far valere i diritti previsti dall’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003 è possibile rivolgersi al Responsabile del trattamento presso la sede della scrivente. Nino Andena Presidente Aia Perché la realtà è molto diversa da come la raccontano e l’argomento non fosse maledettamente serio, verrebbe voglia di scrivere un libretto sulle stupidaggini che ci tocca di sentire ogni qual volta l’esperto in questioni globali si occupa di gas serra e scaglia i suoi strali sulla zootecnia. Purtroppo la realtà è ben diversa, ma nei Comuni e nelle Province questo allarmismo sta producendo un effetto malevolo e ogni piccolo amministratore che abbia la “iattura” di trovarsi un pezzetto di campagna nel suo territorio inizia a chiederci l’impossibile, nel timore che lo spettro dell’Ilva di Taranto possa palesarsi anche nel giardino di casa. C’è poco da ridere, perché è difficile per un agricoltore non sottostare a queste folli imposizioni e in molti si trovano a compilare dichiarazioni in merito alle emissioni dei propri animali, senza aver la minima idea di cosa scrivere, ma nella certezza che il richiedente sia quanto meno disinformato, se non in malafede. Per fortuna c’è anche un mondo scientifico vicino alla nostra realtà produttiva e qualche giorno fa l’accademia dei Georgofili ha organizzato un concretissimo incontro a Pisa (vedi articolo di pagina 10) per parlare delle soluzioni tecniche al problema delle emissioni agricole e zootecniche. Problema complesso, che vorremmo però fissare in pochi numeri chiave, da usare come una clava quando tuttologi, massmediologi e pirla qualunque giocano a fare gli scienziati: il peso dell’agricoltura mondiale sulle emissioni di gas serra è stimato attorno al 1315%, mentre il peso della zootecnia nazionale si attesta ad un timido 3,5%. Chiaro?!?! Nella speranza che il legislatore non si dia troppo da fare per vessarci, portando alla chiusura delle nostre stalle, un modo très chic per affrontare il problema delle eruttazioni delle nostre (poco urbane) vacche. Certo, senza zootecnia resterà aperta la banale questione di come nutrire il pianeta nei prossimi anni, un affare molto global e poco local, perfetto per le chiacchiere da salotto. KL n. 3 - 6 febbraio 2013 1