Corso di Diritto dell'Ambiente
“Autorizzazione Integrata Ambientale e gestione dei rischi ambientali”
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
Genova, 31 ottobre 2014
Andrea Quaranta
Environmental risk and crisis manager
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
Scopo di questo
corso
La gestione del
rischio ambientale
L’inquinamento
legislativo
Spunti di riflessione dalla (nuova) normativa ambientale:
1. Ruolo della politica e della normativa ambientale
2. Corretta applicazione della normativa e gestione del rischio (e delle crisi)
3. Controllo costante
4. Strumenti per la gestione del rischio
Effetti della crisi:
• studio della CPI (Climate policy initiative) sui risk gaps, i rischi connessi alla
mancanza di una adeguata politica ambientale
• il rischio deve essere oggetto di politiche volte a controllarlo, mitigarlo
• strumenti proposti (in fase di sviluppo e/o parzialmente implementati
• occasione per la compagnie assicurative (copertura assicurativa obbligatoria
per eventi meteorologici)
• Ma la maggiore preoccupazione rimane: instabilità normativa e incostanza
politica
Crisi del sistema normativo
Paolo Maddalena: difficoltà di definire l’ambiente sul piano giuridico e di indicare
i presupposti per la sua tutela giuridica
Crisi manifesta nel settore ambientale (motivi e problematiche): il diritto ambientale
è stato semplificato, ma non è semplice
I costi di questa politica ambientale e quelli connessi alla mancata gestione del
rischio
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
La normativa ambientale
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1966: legge antismog
1986: istituzione Ministero dell’Ambiente
BOOM della normativa ambientale, marcatamente settoriale
TUA: non ha risolto i problemi (a cominciare dal dissesto idrogeologico)
Normativa emanata nel 2014:
• decreto #competitività
• piano d’azione #campolibero
• il provvedimento #ambienteprotetto
• Lo #SbloccaItalia
• Le altre riforme: RAEE, MUD, efficienza energetica, ANGA, legge europea-bis
…ma soprattutto il decreto “emissioni industriali” (D.Lgs n. 46/14)
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
La struttura del decreto
Le principali modifiche in materia di AIA (segue)
Decreto emissioni
industriali
La nuova AIA
I principali
contenuti
Il rinnovo
Nuovo apparato definitorio:
• BAT
• Relazione di riferimento
• Ispezione ambientale
• Condizioni dell’AIA
• Requisiti generali
• Domanda di AIA (relazione sullo stato di contaminazione del suolo e delle acque
sotterranee)
• Procedura per il rilascio dell’AIA
• Coordinamento per l’uniforme applicazione sul territorio nazionale
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Nuovi contenuti: obbligatori e facoltativi
Due opzioni per l’AC di fissare valori limite di emissione
Controlli periodici per il suolo e le acque sotterranee
Eventuali deroghe
Speciali condizioni di autorizzazione
• Il “riesame con valenza” di rinnovo dell’autorizzazione
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
• Il decreto “emissioni industriali” ha effettivamente integrato le due procedure?
Il coordinamento
VIA-AIA
• Perché è necessario il coordinamento fra le due procedure
• Scopo dell’AIA: conciliare esigenze di tutela ambientale con quelle di maggiore
semplificazione/efficienza dell’azione amministrativa + superare settorialità
• Attuale inadeguatezza dell’AIA ad assolvere alla sua finalità
Infatti c’è il rischio che la ratio venga vanificata se l’AIA non tiene in debito
conto i risultati istruttori già perseguiti nel corso di altre procedure valutative
• Differenze e similitudini VIA-AIA: perché è necessaria l’integrazione
• Il D.Lgs n. 59/2005: manca disciplina specifica (“in considerazione”;
“pregiudizialità”
Evoluzione
normativa del
coordinamento
VIA-AIA
• TUA (D.Lgs n. 152/06): facoltà per il proponente
• Secondo correttivo TUA (D.Lgs n. 4/08): specifica disposizione
VIA statale + AIA: VIA fa luogo dell’AIA (che perde autonomia procedimentale.
Unico iter. Contenuto del provvedimento finale di VIA
VIA regionale: alle regioni il compito di coordinare + facoltà
• Terzo correttivo TUA (D.Lgs n. 128/10): sostanzialmente invariata.
Però se screening (esito positivo/negativo; fase di monitoraggio)
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
I limiti
dell’integrazione
VIA-AIA
Criticità
• Mancanza di accorgimenti procedurali affinché tale reductio ad unum fosse
preceduta da una procedura unitaria (contestuale valutazione per aspetto dinamico
e statico)  Fasi istruttorie affidate a due diversi organi consultivi (Commissione
tecnica-VIA e Commissione istruttoria AIA)
• Conseguenze: i proponenti sono costretti a sottoporre i propri elaborati relativi
allo stesso progetto alle due commissioni
• VIA regionale: incertezza di diritto e cristallizzazione di procedimenti tutt’altro
che snelli: due distinti binari
Scopo: non perfezionare il coordinamento ma rinnovare la disciplina AIA
Il D.Lgs n. 46/14 ha integrato?
Novità introdotte
dal decreto
emissioni
industriali
• C’è solo una disposizione: art. 5 (modifica comma 1-ter art. 10: cos’è cambiato)
Altri aspetti da considerare:
• Nuove e più dettagliate informazioni
• Obbligatorietà AIA per attività accessorie, anche per diverso gestore
• Relazione di riferimento (art. 29 ter comma 1 lett.lett. m)
In conclusione: allargamento del raggio delle valutazioni istruttorie (anche dopo la
chiusura dell’attività)
Collegato
ambientale?
Art. 5 versione originaria: cosa ha previsto
Poi però è stato stralciato…
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dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
Le problematiche connesse al sistema sanzionatorio
“Logica” che dovrebbe essere sottesa ad una normativa più stringente (AIA)
Problematiche conosciute della normativa ambientale
Prima della riforma:
Art. 256, comma 4, TUA  29-quattuordecies TUA
D.Lgs n. 121/2011: non inserite violazioni AIA
Cambio di rotta?
Problemi già dalla lettura della relazione illustrativa
“Presagi confermati”
Nuovo articolato è più ampio  metterlo in relazione con le altre modifiche della disciplina
sanzionatoria
Esempi:
Discarica di rifiuti
Inosservanza delle prescrizioni
Autolavaggio vs ILVA
La depenalizzazione dell’inosservanza delle prescrizioni
Il DLgs 46/14 non prevede eccezioni per le autorizzazioni rilasciate durante il regime previgente
Il restyling della normativa ambientale:
dai nuovi sistemi autorizzatori alcuni spunti di riflessione per la gestione del rischio ambientale
Una delle principali modifiche: sistema di controlli
Due tipologie di controlli:
a) Controlli programmatici-procedurali
b)Controlli operativi
Il nuovo sistema di
controlli
Controlli programmatici-procedurali
Apparato definitorio:
• AIA (installazione)
• Domanda di AIA (29-ter lett. m)
Obiettivo: controllo periodico
Conferma nel contenuto prescrittivo
dell’AIA
• Ispezione ambientale
• Piano di ispezione ambientale 
controlli operativi
Controlli operativi
• Rispetto delle condizioni dell’AIA
(piano di ispezione ambientale +
frequenza delle visite ispettive
• Controlli ordinari e straordinari
• Rinnovo e riesame
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La rivoluzione dei
“colletti verdi”
• Difficoltosa applicazione spazio temporale
del principio “chi inquina paga”
• Cambio di paradigma del diritto penale (del
rischio)
• Consulente tecnico ambientale: ruolo ex
post ma soprattutto ex ante (addetto alla
prevenzione)
• Reati
ambientali:
consulenti
fulcro
dell’attività di impresa
Prevenzione dei reati
Adozione dei MOG (modello di
organizzazione e gestione)
Snellimento dell’amministrazione
aziendale
Contenimento dei costi
Environmental risk manager
Mission
Principali attività:
Valutazione dei fattori di rischio
Gestione del rischio
Competenze e multidisciplinarietà
Risultati: molteplici sostenibilità
ambientale ed economica)
(in
primis:
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I costi della
mancata gestione
del rischio
ambientale
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Domanda assicurativa-ambientale in Italia
Costi legati alla mancata gestione del rischio e delle crisi
Costi legati alla “comunicazione”
Costi legati ai rapporti con le autorità
Costi legati alle problematiche giudiziarie
• Influenza negativa sulla redditività d’impresa
• Ruolo della green economy
Uno spunto
(inconsapevole)
dalla nuova
normativa AIA?
• Cfr la relazione di riferimento (art. 29-ter lett. m)
• Obiettivo: controllo periodico, in fase di esercizio e al momento della cessazione
dell’attività, dello stato delle matrici ambientali rispetto alla situazione in essere al
momento della messa in esercizio dell’installazione
• Questo nuovo obbligo sembra rispondere alla necessità di unire:
al trasferimento del rischio per danno ambientale
la gestione del rischio inquinamento e della crisi
• Visione tradizionale (inquinamento raro e solo per le grandi imprese)
• Analisi della realtà
• Decreto emissioni industriali: obbligo relazione di riferimento sembra contribuire
ad aumentare quantomeno la consapevolezza
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