I Macchiaioli
1855 / 1875
Tra il 1855 e il 1867 si andò costituendo a Firenze un gruppo di artisti che volevano
superare il romanticismo con una rappresentazione della realtà quotidiana senza
sentimentalismi eccessivi e con maggiore attenzione alla descrizione scientifica ed
obiettiva della realtà.
Questo gruppo fu definito Macchiaioli in senso dispregiativo,
per via della particolarità stilistica che li accomunava: dipingere per macchie di
colore nette, il termine macchiaioli venne usato per la prima volta da un critico
d’arte sulla “Gazzetta del popolo” nel 1862.
Giovanni Fattori
Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta
1862
olio su tela
240 x 348 cm
Firenze,Galleria d’Arte Moderna ,Palazzo Pitti
Il tema militaristico ritorna nella
pittura di Giovanni Fattori,
che fu l’illustratore principale
dell’aspetto militare dell’ unificazione
risorgimentale che rappresenta in
grandi tele, senza mai raffigurare
combattimenti , ma momenti di
riposo dei soldati o momenti
successivi alle battaglie.
Nel 1859 Bettino Ricasoli,
capo del governo italiano,
indisse un concorso per la
realizzazione di quattro grandi tele
celebrative delle principali
battaglie risorgimentali:
Curtatone,
Palestro,
San Martino
Magenta.
Nel 1862 Fattori risulta vincitore
con il dipinto dal titolo
Campo italiano dopo la
battaglia di Magenta
nel quale rappresenta, come sua
consuetudine, non il momento
eroico della battaglia ma il mesto
e pur dignitoso ritorno dei feriti
Il quadro rievoca la battaglia combattuta il
4 giugno del 1859
presso la cittadina lombarda di Magenta,
i piemontesi alleati con i francesi
sconfissero gli austriaci nel corso della
seconda guerra d’indipendenza.
Il soggetto storico è
trattato in modo
dimesso e antieroico,
lontano dall’enfasi e
dalla retorica della
pittura accademica,
non è l’idealistica
esaltazione dei valori
eroici ad essere
rappresentati bensì
la cruda realtà di una
battaglia fatta
soprattutto di morti e
feriti.
La scena descritta, non è un momento della
battaglia ,rappresenta
i soldati franco- piemontesi
nella fase del rientro successivo all’attacco
alcuni, sulla sinistra, procedono a piedi,
barcollando
due soldati morti
giacciono distesi
in mezzo al
viottolo sterrato,
nessuno dei soldati viene privilegiato nella
rappresentazione perché Fattori non voleva
dare un valore individuale,
mentre un ufficiale
con la testa
bendata avanza
su un cavallo dal
passo stanco
quasi in posizione centrale viene raffigurato il
carro che trasporta i feriti,
sul carro sono raffigurate due crocerossine,
quella a sx è in piedi e con il braccio destro
alzato indica uno dei due uomini a terra
perché spera o ha visto che è solo ferito.
Silvestro Lega Il pergolato
1868
olio su tela
74 x 94cm
Milano, Pinacoteca di Brera
Esposto originariamente con il titolo di
Un dopo pranzo,
il titolo attuale Il pergolato
viene attribuito dopo il 1923,
e rimanda al luogo della rappresentazione.
La scena illustra una consuetudine italiana:
quella del caffè pomeridiano.
Lo spazio prospettico presenta
a sinistra una parte più profonda, occupata da un pergolato che crea un
angolo fresco e accogliente,
a destra una metà meno profonda nella parte anteriore
che si apre in lontananza verso la campagna
A sinistra sono collocate le signore
della famiglia Batelli ( famiglia presso la
quale era ospite il pittore).
Le tazzine sono già sul tavolo e una
bambina
sembra intrattenere le donne con le sue
chiacchiere infantili.
Le donne protette dal fresco del pergolato
stanno conversando in maniera tranquilla e
rilassata.
Nella metà di destra lo spazio è limitato e
quasi compresso dalla presenza
di un basso muretto con vasi di cotto
contenenti fioriture di stagione variopinte,
davanti è raffigurata una donna,
la cameriera, con un vassoio in mano sul
quale porta un bricco di caffè,
in fondo è rappresentata la campagna
circostante con case coloniche e pioppi
sulla linea dell’orizzonte, ottenuti sfumando
i contorni.
L’ammattonato è irregolare, e tra le fughe
(commettiture) spuntano ciuffi d’erba,
la luce solare bassa sull’orizzonte,
proietta lunghissime ombre.
Le figure, sono tutte viste nel loro lato in
ombra
stesura del colore "a macchie"
La prospettiva è obliqua e il punto di fuga è posto a sinistra del quadro,
si può ritrovare attraverso le linee di fuga che coincidono con le commettiture
del pavimento.
Telemaco Signorini
La sala delle agitate al Bonifacio di Firenze
1865
olio su tela
65 x 59 cm
Venezia, Ca’ Pesaro,
Galleria internazionale
d’arte moderna
Signorini (1835-1901)
si dedicò a una pittura
attenta soprattutto agli aspetti
sociali.
Sul piano formale egli adottò
la tecnica che in Francia
veniva detta del ton gris
(“tono grigio”),
consistente in un
attenuazione del colore
tramite miscele di grigio
Signorini rappresenta l’interno di un manicomio
con pazienti che dormono, siedono assenti o
passeggiano assorte, perse nel loro mondo di
alienate,
unica eccezione un’ ”agitata” che solleva un braccio con il
pugno chiuso inveendo.
La pazzia è qui mostrata in tutte le sue forme, in modo drammatico e con realismo,
quindi è un soggetto scomodo per l’ipocrisia borghese.
La tela suscitò quindi critiche e sdegno per la verità con cui venivano raffigurate le
donne all’interno del manicomio.
La rappresentazione del dramma è resa pittoricamente attraverso l’ampia superficie
delle pareti in grigio chiaro senza quadri.
La prospettiva è obliqua e il punto di fuga è posto a dx fuori del quadro.
Il dipinto,
fu molto apprezzato da Degas,
che lo vide nello studio di
Signorini nel 1875
tanto che, tornato in Francia nel
1876, ripropose subito il motivo
dei tavoli addossati alla parete,
che con la loro diagonale
esasperavano la prospettiva,
nel quadro L ‘assenzio.
Scarica

I Macchiaioli