IL TASSISTA
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15 Aprile 2013
Resp. editoriale: Claudio Giudici
Una iniziativa di
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Resp. di redazione: Roberto Testori
Continua la lotta contro i bus abusivi a Fiumicino
Sanzionati bus con pneumatici alla tela mentre tutto intorno si assiste alla casbah dell’abusivismo
Basta con il proliferare dei servizi di trasporto svolto con bus privi di regolari autorizzazioni. Così le associazioni di categoria
taxi e Ncc dei Comuni di Roma e Fiumicino
fanno fronte comune con un sit in di protesta nelle aree dell’aeroporto di Fiumicino.
Uritaxi, Cna Confartigianato, Atitaxi, Tpl
noleggio felsa Cisl e non solo. I rappresentanti delle varie sigle sindacali hanno iniziato il volantinaggio presso
l’area arrivi del Terminal 3 per poi spostarsi nell’area di sosta dei bus shuttle.
Sono servizi abusivi che svolgono una
forma di servizio navetta shuttle dall’aeroporto a Roma ogni 30 minuti – spiegano
i manifestanti – I bus shuttle trasportano
5 mila persone al giorno a pochi euro a
biglietto. Godono inoltre di ampi spazi
informativi. All’interno dell’aeroporto hanno manifesti pubblicitari fin dal recupero
bagagli e desk dedicati. All’esterno c’e’
una palina informativa e quattro stalli
dedicati. Hanno distrutto il mercato. Tutto questo nonostante la recente Sentenza del Consiglio di Stato n. 645/2012.
Tassista truffato e disperato:
“una soluzione o mi do fuoco”
Grazie a questa iniziativa sono intervenute le Forze dell’Ordine che, dopo
aver constatato che i Bus di alcune
società che effettuano il servizio di trasporto non erano in regola con il Codice della Strada, sono stati fatti scendere i passeggeri ed allontanati i mezzi.
Durante il sit-in sono state evidenziate
diverse altre anomalie nello svolgimento dei vari servizi di trasporto persone:
Vetture prive di ogni autorizzazione da noleggio che trasportano dipendenti Alitalia;
società che operano su prenotazio-
Anche il T.A.R. boccia Alemanno con
le regole per gli Ncc è tutto da rifare
Questo è come il
Comune di Roma, di
fronte ad un cittadino
che ha ragione ma
che non riesce ad ottenere giustizia, invece di dare una soluzione al problema, consiglia di fare
causa al Comune stesso. Esatto. Un
avvocato del Comune offre come
Alemanno ci ricasca e il Tar
del Lazio non resta a guardare: dopo la bocciatura di settembre, il regolamento che
regola l’accesso delle auto
da noleggio con conducente
con licenze rilasciate in altri
comuni nelle zone a traffico limitato della
capitale è ancora una volta da riscrivere.
I giudici amministrativi della seconda sezio-
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ne alberghiera, in violazione dell’Ordinanza
Enac
9/2006,
art.
3.4;
Soggetti non autorizzati interni ai moli che
confondono l’utenza estera per poi dirigere i clienti stessi verso le loro autovetture.
E’ stata inoltre avviata da parte delle Autorità competenti una verifica sulla legittimità di alcuni servizi di navetta shuttle.
Un primo risultato immediato dell’iniziativa
odierna è che il numero delle corse taxi è
stato quasi raddoppiato. Un segnale positivo anche per gli ncc autorizzati dei comuni di Roma e Fiumicino per l’assenza di noleggiatori di altri comuni che notoriamente
procacciano le corse all’interno dei moli.
Siamo sorpresi della totale mancanza di
sensibilità a queste problematiche da parte del Direttore aeroportuale dell’Enac.
Manteniamo quindi lo stato di agitazione
rimanendo in attesa di essere convocati
anche dal Prefetto di Roma. In assenza
di tali convocazioni, proclameremo ulteriori forme di lotta fino allo sciopero generale dei taxi e ncc di Roma e Fiumicino”.
Fonte: C.S.T.R.
Inchiodò gli assassini del tassista
oggi ha perso tutto casa, e lavoro
Due anni e mezzo
fa sfidava un regolamento non scritto
testimoniando
contro gli assassini di Luca Massari,
il tassista massacrato per aver investito un cane
e morto un mese dopo, a 45 anni.
Subito
dopo
sono
arri-
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“Una cosa così brutta non puoi far finta di niente ...”
Pedaggio per gli Ncc di fuori comune: il T.A.R. dice no
Segue dalla prima pagina
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vate minacce, intimidazioni, la macchina bruciata sotto casa subito dopo l’arresto di Ciavarella.
Hanno dovuto lasciare Milano e rifugiarsi in un paese di
duemila anime nella campagna pavese, con la loro bambina che quel 10 ottobre del 2010 aveva un mese. Adesso sono sotto sfratto, a luglio perderanno la casa. «Quel
giorno ha cambiato la mia vita. Ho perso il lavoro, la casa
che ho dovuto svendere, la mia città». La serenità, perché «a Milano torno lo stretto necessario, anche quando
vado in un centro commerciale non mi sento tranquillo».
Soprattutto perché quello che ha visto dal balcone di via Ghini
non riesce a dimenticarlo: «Una cosa così brutta, non puoi far
finta di niente». Lo pensa anche dopo che «ho perso tutto,
vado avanti per mia moglie e mia figlia». Gliel’hanno giurata
per aver sfidato l’omertà tra le strade dov’era cresciuto. Sopravvivono con l’aiuto dei parenti e «di qualche amico», ma l’affitto di 550 euro non riescono a pagarlo, neanche un avvocato
per andare in tribunale e vedersi negare la sospensione dello
sfratto, la scorsa settimana. «Tante belle parole, ma poi le istituzioni ci hanno abbandonati». «Eravamo tra i più ricchi d’Italia, ora fatichiamo a pagare il personale - sospira il sindaco -.
Facciamo quello che possiamo per loro, continueremo». Adesso però, di G., hanno saputo i tassisti milanesi. «Abbiamo già fatto partire una colletta»
ne, presieduta da Luigi Tosti, hanno
infatti annullato la delibera di giunta 282 dell’ottobre 2012. Secondo
i magistrati, inserendo un pedaggio che varia dai 400 ai 3.000 euro
all’anno per gli Ncc con autorizzazioni rilasciate da altri comuni, il
Campidoglio ha creato «una forma
di discriminazione che nulla haa
che fare con le finalità delle Ztl».
no ottenuto una licenza fuori Roma, quelli che l’hanno ottenuta nella capitale e i tassisti.
Ora, sulla stessa questione, attendiamo la pronuncia della Corte di giustizia europea di Lussemburgo» Il dispositivo del Tar è stato accolto con soddisfazione dai ricorrenti.
Per Toti, Federnoleggio, l’intento del sindaco Gianni Alemannoè chiaro: «Con queste delibere di giunta, più volte
bocciate dal Tar e dal Consiglio di Stato, sta cercando di
pagare una cambiale elettorale. Ce li ricordiamo tutti i taxi
con la sua faccia. Invece di cercare delle soluzioni condivise, durante gli ultimi cinque anni ha animato una guerra tra poveri che non è servita a nessuno. Neanche a lui».
Fonte: il Giornale
Fonte: Repubblica
A Milano tassista ostaggio dà l’allarme ma nessuno interviene
Siete in pericolo e riuscite a dare l’allarme: ok siete salvi. E invece scoprite che
le forze dell’ordine non hanno neppure
risposto alla telefonata d’aiuto rimpallandosi la responsabilità dell’intervento
o semplicemente ignorando la chiamata
d’emergenza. Tutto questo è realmente accaduto, ed è la storia di Fausto,
tassista di 48 anni del Radiotaxi 4040.
Tutto avviene nella tarda serata di martedì scorso. Sono le dieci, Fausto si ritrova
al parcheggio taxi di piazzale Giovanni
dalle Bande nere. Quello che sembra un
cliente qualsiasi (uomo, quarantacinque
anni circa) entra nell’auto e chiede di andare verso Vigevano. Fausto si volta e
vede che l’uomo ha una sigaretta in bocca. «Scusi, sul taxi non si fuma». Bastano queste parole per scatenare la reazione del passeggero che inizia ad inveire,
insulta il tassista e, si rifiuta di scendere. «Portami a Vigevano e non fiatare».
Il tassista dice di voler almeno vedere
se il cliente ha i soldi per pagare la corsa che sosterà diverse decine di euro.
«Non ti preoccupare, ora mi stai facendo arrabbiare. Poi te ne penti...». Nello
stesso momento punta qualcosa alla
schiena di Fausto: «Sentivo un oggetto
appuntito, poteva essere un coltello».
Così l’auto parte, non c’è scelta. Inizia un lungo e frenetico giro per la città
che porta la Toyota Prius fino a Corsico prima e a Trezzano sul Naviglio poi.
In mezzo insulti e minacce di morte.
Qui, approfittando di un momento di distrazione del cliente Fausto fa scattare
l’allarme alla centrale del 4040. In sala i
colleghi ascoltano via audio quel che accade nell’auto e lanciano l’allarme. Prima telefonata: 113. «Dovete chiamare i
carabinieri, il territorio di Corsico non è
nostra competenza». Seconda telefonata: 112. Nessuno risponde. Terza telefonata al 112: ancora nessuna risposta.
Tutto questo Fausto lo scoprirà solo quaranta minuti dopo, quando, dopo essere
stato «ostaggio» dell’uomo, riesce ad
approfittare di un momento di distrazione (il 45enne chiede di fermarsi in un locale per comprare della birra) e fugge.
«Dieci anni fa ho subito una rapina, nel
2002 un infarto - racconta il tassista -. Ho
paura, perché nessuno è intervenuto?».
Fonte: Corriere della Sera
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Istanbul: licenze taxi come titoli di borsa
Misano: pugno duro contro i taxi abusivi
È nata da un paio d’anni la tendenza della compravendita di licenze,
un business a tutti gli effetti perché ancorato ad un’attività economica. Per questo è permesso,
non va cioè contro la sharia, la
legge islamica secondo la quale il
denaro non può produrre denaro.
È anche un investimento alternativo all’acquisto di immobili o a prodotti offerti dalle banche
islamiche, con il quale si può diversificare il portafoglio islamico. I luoghi dove le licenze vengono scambiate non sono
però attrezzati come accade per la finanza tradizionale.
Lo scambio avviene nel retro di negozi o di officine di meccanici. Si possono comprare e vendere intere licenze o percentuali di esse definite “bullone”, “manubri”, “ruota” a seconda della dimensione.
Un vero e proprio boom quello della borsa dei taxi, esploso negli ultimi nove mesi, che ha fatto crescere i prezzi delle stesse: ognuna può arrivare a costare più di un milione
di lire turche pari a 580mila dollari (circa 448mila euro).
L’operazione della polizia municipale di Misano è avvenuta
nella notte tra sabato e domenica. In azione quattro vigili, due
in borghese e due in divisa, impegnati dall’1 alle 7.30 vicino a locali e discoteche, che hanno individuato e sanzionato due tassisti abusivi.Durante le prime ore gli agenti in borghese hanno perlustrato le zone, poi all’ora in cui i clienti di
discoteche e pub rientrano a casa, sono intervenuti anche
i colleghi in divisa. Alle 3.30 è stato sanzionato un operatore che aveva l’autorizzazione di Noleggio con conducente ma che prestava servizio di piazza all’uscita di un locale.
Invece può solo seguire esclusivamente uno o più clienti con
i quali deve aver preventivamente sottoscritto un contratto.
Dovrà pagare una sanzione di 168 euro e gli è stato confiscato il libretto del veicolo finalizzato al fermo amministrativo, sul quale deciderà il Prefetto. Alle 5.45 è stato denunciato un privato totalmente abusivo, senza licenza da
tassista né tassametro; ai clienti chiedeva una tariffa forfettaria.
Dovrà pagare una sanzione di 1.761 euro, gli è stata ritirata la patente, mezzo sequestrato finalizzato alla confisca. “L’attività contro questo e altri fenomeni di abusivismo continuerà - spiega il vicesindaco Fabrizio Piccioni -.
Tale attività abusiva si protrae da tempo a discapito di coloro che svolgono il proprio lavoro in maniera legale”.
Fonte:Finanza Oggi
Fonte: Corriere di Romagna
“Ci faccia causa” storia di un tassista deriso e strangolato dalla burocrazia
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unica possibilità quella di fare causa
all’ente per il quale lavora. In un paese
civile un consiglio simile sarebbe sufficiente per essere licenziato. A Roma no.
Nel 2012 Lorenzo Manili acquista una
licenza taxi da un tassista che per motivi di salute, regolarmente certificati dalla Asl, perde i requisiti di legge. Quindi
la licenza passa di mano, acquistata da
Manili per il figlio disoccupato, grazie
a una colletta familiare e a un prestito
bancario. E qui entra in gioco la follia
della burocrazia. Il venditore da furbetto del quartierino, dopo aver ceduto il
taxi diventa titolare di una concessione
per auto da noleggio, il classico Ncc
e avvia le pratiche all’Agenzia per la
Mobilità. All’Agenzia sentono puzza
di bruciato e sospendono il trasferimento dell’autorizzazione per 6 mesi,
chiedendo all’Avvocatura comunale
un parere, mentre contemporanea-
mente viene sporta denuncia per truffa contro chi aveva truccato le carte.
Disperato, senza soldi e vittima di un
raggiro, Manili si mette comunque al
lavoro sino a quando non lo scoprono.
E qui dalla ragione passa irrimediabilmente al torto. Lo pescano i vigli del
Gruppo Interventi Traffico e gli ritirano
la patente, il libretto dell’auto e “congelano la licenza”. L’uomo non si arren-
de e comincia il tour degli uffici, dai Vigili
alla Prefettura con la patente che alla fine
gli viene riconsegnata e poi tolta di nuovo,
sino a quando non riesce a contattare telefonicamente un legale dell’Avvocatura comunale, il quale candidamente ammette le
sue ragioni, l’errore di avergli congelato la
licenza e poi gli consiglia di fare causa: a
chi ha venduto e al Comune perché la sua
autorizzazione non doveva essere ritirata.
Lunedì Lorenzo Manili si incatena davanti al Campidoglio, viene ricevuto da
un funzionario del Gabinetto del sindaco
ma torna a casa con le mani vuote. Nel
frattempo la banca fa pressioni, il figlio
è a spasso e lui minaccia di darsi fuoco.
Sulla vincenda è anche intervenuto il presidente dell’Uritaxi, Loreno Bittarelli: “Speriamo però che prevalga il buon senso e che le
Istituzioni trovino subito una soluzione per
far tornare presto il Manili al proprio lavoro”.
Fonte: Affari Italiani
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L’ Unione Europea pianifica di confiscare i depositi in tutta l’Eurozona
La confisca dei depositi a Cipro non
è che la prima applicazione pratica di
una soluzione pianificata da tempo per
tutta la regione translatlantica. Il piano prevede di passare dai salvataggi
esterni (“bailouts”) delle banche eseguiti con il prelievo fiscale, ai salvataggi interni (“bail-ins”) eseguiti confiscando azioni, obbligazioni e depositi.
Il Parlamento Europeo sta per votare una
legge per la “risoluzione” delle banche in
difficoltà la cui bozza è stata presentata
dalla Commissione EU il 6 giugno 2012,
basata su uno schema di bail-in che include la confisca dei depositi al di sopra
della quota garantita di 100 mila euro. Il
relatore della legge, Gunnar Hokmark,
ha dichiarato alla Reuters il 20 marzo
che probabilmente la legge passerà così
come è stata scritta. “Dovremo essere in
grado di eseguire il bail-in anche attingendo ai depositi. Quelli sotto i 100 mila euro
sono protetti (…) quelli sopra i 100 mila
non sono protetti e dovranno essere trattati come parte del capitale che può essere usato per il salvataggio”. Hokmark è
fiducioso che la maggioranza del Parlamento Europeo voterà in questo senso.
Il 25 marzo il nuovo presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem,
aveva creato scalpore affermando che la
confisca dei depositi a Cipro era un “modello” per l’Eurozona. Infatti, la legge presentata dalla Commissione EU nel 2012
e attualmente all’esame del Parlamento
Europeo è la prova che la rapina di Cipro
non è l’invenzione del governo tedesco
ma piuttosto un’operazione a lungo pianificata da parte della Commissione EU.
L’esenzione dei “piccoli” depositi (sotto
i centomila euro) non deve trarre in inganno: i conti nel mirino dell’UE sono
quelli commerciali, e cioè appartenenti a
piccole e medie imprese che ne hanno
bisogno per i pagamenti correnti ai fornitori, ai dipendenti e all’erario. In altre parole sono conti indispensabili per lo svolgimento dell’attività economica. Si tratta
dei conti più liquidi della banca, e quindi
più ghiotti per chi è in vena di rapine. Ma
una volta rapinati, l’economia collassa.
I depositi possono essere requisiti anche
usando il metodo spagnolo: un milione
di famiglie spagnole sono state raggirate
quando sono state convinte ad acquistare “azioni privilegiate” nelle banche
del paese. Secondo la Bundesbank la
ricchezza privata degli italiani è di 164
mila euro pro capite, contro i 76 mila di
media dei tedeschi. Queste cifre, però,
comprendono sia il patrimonio finanziario che quello immobiliare, nascondendo
il fatto che il 70% degli italiani possiede
una casa, contro il circa 40% dei tedeschi. Non si può vendere la casa per pagarne il 15%. Il vero dato da considerare, se si vuole fare un paragone, è quello
del reddito. E qui, i 19.655 euro di reddito
medio annuo pro capite degli italiani contro gli oltre 30 mila dei tedeschi la dicono
lunga sulla situazione economica reale.
Ma l’UE fa i conti senza l’oste. Guardando a una Cipro colpita da tutte le calamità
che gli eurofanatici paventano per il paese che si azzardi a lasciare l’euro, ma
priva dei vantaggi di un ritorno alla moneta nazionale, un numero crescente di italiani si chiede pubblicamente se il costo
di rimanere nell’euro non sia troppo alto.
Fonte: Movisol.net
A Roma i colleghi del tassista raggirato scendono in campo
Togliere la licenza a Lorenzo Manili è significato
gettare una famiglia sul lastrico e
questo il Comune
lo deve sapere”.
La denuncia viene
da Daniele Saulli
Presidente di Uritaxi Lazio. Il silenzio del Comune e del sindaco Alemanno
sulla vicenda kafkiana che ha visto protagonista un tassista che si è indebitato
per costruire un’avvenire al figlio ma si
è visto togliere ingiustamente un diritto,
supera ogni logica giurisprudenziale e si
trasforma in un problema sociale, come
tanti. Manili, oltre che tassista, è il simbolo di una città che chiede supporto
al Comune e al suo primo cittadino e si
vede rispondere con una porta in faccia.
“Siamo basiti di fronte a tanta insensibilità sociale e politica. Il “caso Manili”
è la cartina al tornasole di come questa amministrazione risolve i problemi
della città – prosegue Saulli – alla base
della vicenda che lo ha visto privato
della sua licenza c’’è una follia burocratica che lo ha privato di un suo diritto.
Il collega è una vittima di un truffatore
che ha dichiarato il falso e si è intascato i suoi soldi ed è una vittima di chi
si ostina ad applicare una legge allo
stesso modo in cui gli asini si arrampicavano sulle Alpi durante la Seconda Guerra Mondiale, senza pensare”.
Il sindacalista promette che il collega
non rimarrà solo: “Per noi non è solo
un tassista che è stato “fregato” con
la complicità dell’Amministrazione –
continua il leader dell’Uritaxi regionale – ma è anche il simbolo di come
la politica tratta la nostra categoria,
la nostra gente che sta vivendo come tutti i piccoli imprenditori la crisi economica.
Manili non ha chiesto aiuto a nessuno, si
è rimboccato le maniche, si è indebitato e
ha scommesso con la sua famiglia sulla
capacità di lavorare e pagare le tasse. E
come lo ha trattato il Comune? Visto che
è stato truffato lo ha beffato togliendogli la
licenza e costringendolo quasi a lavorare
senza titolo, perché in questo Paese si
deve pur mangiare. Da parte dei tassisti
non ci sarà nessuna “vendetta elettorale”.
E’ vero che la categoria ha appoggiato
Alemanno alle precedenti elezioni, ma è
pur vero che oggi prima come lavoratori e poi come sindacalisti non abbiamo
più bisogno di promesse ma vogliamo
un progetto che dia fiducia, respiro e
certezze alla categoria. Alemanno ce
le ha tolte.. basta guardare la vicenda
del numero unico taxi per capire come
i politici trattano la gente che lavora”.
Fonte: il Secolo XIX
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