Ricerca-azione della rete delle
scuole del IV e V Municipio
Dalla formazione in presenza alla
formazione on-line.
Come favorire la costruzione di
comunità di apprendimento
Il gruppo di ricerca-azione
IV Municipio
I. C. Carlo Levi Valeria Bonatti, Evenia Prescenzo
I.C. R. Fucini Stefania Cardarelli
S.M.S. E. Majorana Giuliana Piras
196° Circolo Didattico Maria Rita Paluzzi
164° Circolo Chiovini Matilde Petruccetti
115° Angelo Mauri Marina Diaco
145° Circolo Bruna Barocci
I. C. Fidanae Daniela Giammaria, Migliari Meri
183° C. Usai Maria Pia Rago
V Municipio
S.M.S. L. Di Liegro Egidio Ferraro, Franco Chiarini, Anna Tonachella
141° Circolo Didattico Olga Cappellini, Anna Leo, Ireneo Bellotta
I.C. Casalbianco Barbara Avella
S.M.S. A. Sordi Anna Scuderi, Lidia Mencancini, Carmelo Milea
Liceo B. Croce Domenico Plataroti, Giuliana Lilli
Conoscersi, scambiare, fare
CONFRONTARSI
RIFLETTERE
DISCUTERE
INCONTRARSI
PER COSTRUIRE
Significati e conoscenze condivise
Formazione on-line
costruire significati e conoscenze condivise
Le tecnologie telematiche sono usate come strumenti, supporti per
favorire la crescita di una comunità di apprendimento anziché solo
come veicolo (mezzo) per erogare contenuti
L’approccio è centrato sul gruppo che collabora con conseguente
valorizzazione delle dinamiche relazionali
Con l’ausilio di un software intuitivo (Indire) è facilitata la
partecipazione anche ai navigatori meno esperti
Il ruolo dei tutor e dei docenti si riduce progressivamente a favore di
interventi di peer-tutoring
La soluzione mista di lezioni in presenza e interazione on line facilita
da un lato il coinvolgimento emotivo e dall’altro l’apprendimento dei
temi più complessi
Formazione on-line
costruire significati e conoscenze condivise
Dimensione
collaborativa
interattiva
Possibilità di gestire
autonomamente le
informazioni, di
rielaborare i concetti
Allargamento
delle fonti del sapere
Flessibilità dei
percorsi
formativi
Che cos’è una comunità di
pratica
costruire significati e conoscenze condivise
Gli elementi strutturali di una Comunità di pratica, sono:
Individui reciprocamente impegnati che fanno parte di una comunità di
apprendimento.
Lavoro collaborativo e cooperativo attorno a un compito comune.
Suddivisione di ruoli e funzioni in relazione al cooperative learning e ai processi
attivati.
Organizzazione di relazioni funzionali tra i componenti del gruppo,
finalizzate al compito.
Coprogettazione e condivisione di un’impresa comune.
Realizzazione di un prodotto sviluppato in modo processuale e fortemente
partecipato da tutti gli aderenti.
Individuazione degli argomenti
della ricerca-azione
Realtà diverse /aspettative diverse
Difficoltà iniziali
Individuazione degli argomenti
della ricerca-azione
Perplessità, disorientamento
DIARIO DI BORDO DEL 9/11/05 ( PRIMO INCONTRO)
Curiosità, disorientamento, aspettative: “finalmente qualche
chiarimento e confronto, ma anche qualche buona e appetitosa
ricetta di cui avvalerci A SCUOLA !...”. Un sottofondo di parole
pronunciate a gruppi, attese disattese?
Un folto gruppo di insegnanti (non ricordo quanti) si ritrova presso
la scuola media Alberto Sordi, per avviare un percorso on line sulla
piattaforma Indire; un saluto e un incoraggiamento della preside e
..via, iniziano i lavori.!
Come? Da dove partire? Le nostre tutor parlano la strana e
avvincente lingua della ricerca-azione, alcuni insegnanti si
disorientano, altri si affidano, altri forse già decidono di andarsene?
Perché la ricerca-azione?
costruire significati e conoscenze condivise
Ambienti di sviluppo professionale e comunità di pratica: un aiuto alla
crisi del modello tradizionale di corso di aggiornamento? di Massimo
Faggioli 23 Novembre 2005 - Indire
“Da più parti sono state espressi forti dubbi
sull’efficacia dei corsi di aggiornamento tradizionali.
Mario Dutto che nel 2000, nel numero degli Annali dedicato
all’indagine nazionale sulla formazione degli insegnanti
denominata “Moniform” scrive:
“Niente ha promesso così tanto ed è risultato così frustrante
come le centinaia di workshop e conferenze che non hanno
portato a significativi cambiamenti nella pratica didattica, una
volta che gli insegnanti sono tornati nelle loro classi ”.
Perché la ricerca-azione?
costruire significati e conoscenze condivise
…. Se la formazione degli insegnanti è una formazione “per
l’innovazione”, il suo scopo ultimo è quello di mettere i
soggetti in formazione nella condizione di chi fa RICERCA.
L’insegnante innovatore somiglia dunque al “professionista
riflessivo”, definito da Schon come colui che nell’agire
professionale si pone nell’atteggiamento del ricercatore, ed
è capace di accrescere conoscenze e competenze riflettendo
sulle proprie azioni nel contesto professionale mentre esse si
svolgono.
La formazione in quest’ottica è un processo che conduce il
soggetto a modificare i propri comportamenti professionali in
modo innovativo in un PROCESSO CICLICO TRA
ESPERIENZA, RIFLESSIONE E CONOSCENZA, IN UN
RAPPORTO CIRCOLARE TRA TEORIA E PRATICA.
Ricerca-azione e
insegnamento riflessivo
costruire significati e conoscenze condivise
Occorre partire da una fase di ricerca o riflessione personale cioè
dall’indagine dei problemi e delle difficoltà che ciascuno incontra
giorno dopo giorno in classe: da essa potranno emergere i propri
limiti ma anche la consapevolezza della possibilità di superarli,
utilizzando al meglio le proprie capacità
consapevolezza che deve portare allo sviluppo dell’insegnante (J.C.
Richards) cioé alla sua crescita, base di una corretta professionalità
sviluppo vuol dire cambiamento: un cambiamento coinvolge modi di
pensare, atteggiamenti e attività; un cambiamento consiste nel
rivedere il proprio modo di comportarsi in classe, utilizzare nuove
strategie, adottare nuove pratiche didattiche; un cambiamento non è
necessariamente immediato o totale; alcuni possono concludersi,
altri non si esauriscono mai.
Avere consapevolezza del proprio modo di insegnare.
Individuazione degli argomenti
della ricerca-azione
Confronto: incontro, condivisione
Diario di bordo
Nella riunione del 15 febbraio 2006, si è sviluppato nel gruppo un
confronto interessante e costruttivo sulla flessibilità, argomento
individuato per la riflessione e l’approfondimento.
… Qualcuno ha voglia di parlare di altro, approfondire aspetti e
tematiche che sente più rispondenti alla sua realtà ed alle sue
aspettative: il portfolio, gli orari, … vorrebbe indirizzare il gruppo
su questi nuovi argomenti, ma il dialogo, lo scambio di pareri,
l’ascolto attento dell’altro, le motivazione che vengono addotte,
permettono di arrivare a ricondividere la proposta e si ritorna
sulla flessibilità e i laboratori.
Il gruppo diventa una
comunità di pratica
Gruppi di persone di diversi ordini di scuole:



individuano un percorso operativo
collaborano e cooperano attorno a un
compito comune.
condividono un repertorio di risorse comuni
sviluppato nel tempo (linguaggi, stili di azione,
sensibilità, modalità ricorrenti di agire e pensare (Wenger,
1998)

vogliono realizzare un prodotto sviluppato
in modo processuale e partecipato da tutti gli
aderenti.
Riflessione sulla propria
pratica didattica
La formazione on-line

La piattaforma Indire
Permette di:
conoscere teorie e pratiche nazionali e internazionali
cercare soluzioni a problemi disciplinari
creare percorsi personali

Si usa la posta elettronica
per scambi di informazioni, riflessioni sulle esperienze
personali, porre interrogativi
Riflessione sulla propria
pratica didattica
La narrazione delle esperienze dei
laboratori
Si narrano esperienze molto diversificate per:





modalità organizzative
contenuti
quantità di docenti coinvolti
ordini di scuole implicati
fantasia nell’uso delle risorse interne
Emerge una grande ricchezza di proposte che
nel confronto vengono riconosciute e valorizzate
Riflessione sulla propria
pratica didattica
… emergono anche i timori
“…All'inizio di questo percorso avevo paura di fare troppe chiacchiere...
perché le chiacchiere non servono, confondono, nascondono il vuoto,
fanno perdere tempo ecc. ecc.
Luoghi comuni! Chiacchierare e perdere tempo sono invece un lusso
che dovremmo concederci più spesso perché sono così importanti!
Sono utili per instaurare rapporti, per preparare le condizioni più
proficue per comunicare, per disporsi ad apprendere e soprattutto per
disporsi ad ascoltare.
Dalle nostre chiacchiere hanno preso forma importanti argomenti, si è
materializzato un filo rosso che ha legato i nostri pensieri. Solo allora
mi sono un pò tranquillizzata perché mi era più chiaro che il nostro era
uno dei possibili percorsi per apprendere….”
Riflessione sulla propria
pratica didattica
Si riflette e si analizzano le esperienze per verificare
quanto venga davvero praticata una didattica
laboratoriale
Dal Diario di bordo
“… L’idea che mi sono, quindi, costruita dei laboratori, dopo alcuni anni di esperienza e di
cambiamenti
sicuramente costruttivi è la seguente:
- laboratorio come luogo di: progettualità condivisa, partecipazione attiva, lavoro
cooperativo, produzione
concreta;
-- laboratorio come modo di apprendimento: osservando fare, collaborando al fare,
facendo
- autonomamente.
Nella realtà non sempre si riesce a mettere in atto tutto ciò allora COME RAGGIUNGERE
TUTTO QUESTO?
Se il laboratorio è un luogo di tutti, adulti e bambini nel quale le attività di insegnamento e
apprendimento possono svolgersi in modo efficace e soddisfacente per tutti nel rispetto dei
propri ruoli
e compiti. Siamo veramente sicuri che l’alunno viene sempre posto in una situazione di
apprendimento attraverso il “fare”?”
Riflessione sulla propria
pratica didattica
Si è d’accordo che:
La didattica laboratoriale costituisce la modalità
privilegiata per concretizzare la dimensione educativa
dell’apprendimento.
La pratica
laboratoriale si esplicita proprio
nella funzione fondamentale di dare risposte efficaci e
personalizzate, per:
1. migliorare la crescita di dimensioni relazionali
2. facilitare l’acquisizione di
abilità
3. far maturare competenze
nuove conoscenze ed
Riflessione sulla propria
pratica didattica
Gli allievi possano aggregarsi in gruppi diversamente
costituiti, frequentare luoghi speciali o
attrezzati,
sempre per un apprendimento in cui si integrano il sapere
e il saper fare.
In un ambiente di apprendimento significativo l’alunno:

affronta problemi

svolge compiti

realizza progetti

pratica percorsi di ricerca
Riflessione sulla propria
pratica didattica
La didattica laboratoriale è quindi attività intenzionale
che promuove apprendimenti in cooperazione con gli altri
attraverso azioni organizzate, che affronta situazioni
problematiche dalle quali scaturisce un processo dinamico
e costruttivo in cui l’alunno viene sollecitato ad attivare
conoscenze ed abilità disciplinari.
La didattica laboratoriale chiede al docente di promuovere
l’apprendimento, di sollecitare gli alunni ad investire le
proprie risorse in una rete di relazioni interpersonali e di
collaborazione costruttiva tra pari all’interno del
gruppo e tra pari e docente in una vera “comunità
di apprendimento”.
Realizzazione di un prodotto
 Griglia per l’analisi dei laboratori
(Strumento flessibile da adattare alla propria
realtà scolastica; utilizzato, in itinere, da alcune
scuole e modificato in corso d’opera)
 Griglia per documentare il proprio
percorso e riflettere sulle proposte
Indire
Finalità della griglia
I dati che emergono della griglia dei laboratori possono
esser interpretati utilizzando più chiavi di lettura.
Una possibilità è che riescano a dare:
 maggiore chiarezza della quantità e qualità
dell’offerta formativa della scuola
 rilevazione dei nodi problematici
 individuazione di aspetti trascurati
 miglioramento dell’offerta formativa
 sviluppo della cultura della valutazione
Le fasi della ricerca-azione
Esperienza
Riflessione
Conoscenza del problema
Ipotesi di Cambiamento
Verifica del Miglioramento
Sedimentazione
Riflessioni a fine corso
POSITIVITA’
Sentirsi protagonisti nella ricerca
 Ragionare “in grande”, e crescere nel calarsi in realtà diverse
 Confrontarsi con realtà scolastiche diverse
 Cercare di superare l’autoreferenzialità
 Poter accedere alle fonti: aver scoperto la quantità di materiale (italiano e di
altri paesi) presente nella piattaforma Indire
 Possibilità di ricercare sulla piattaforma soluzioni a difficoltà didattiche
 Diffusione dell’uso della posta elettronica per scambiare informazioni e
conoscenze
 Trovare motivazioni ad andare avanti e diventare propositivi, anche in
situazioni istituzionali difficili
 Possibilità di costruire qualcosa insieme
 Destrutturazione di “pratiche” consolidate
 Disponibilità di materiali che documentano il percorso
 Acquisire una metodologia

Riflessioni a fine corso
DIFFICOLTA’
Non presenza di un percorso precostituito
 Difficoltà nel riconoscere e riconoscersi nella modalità
della ricerca-azione


Difficoltà a confrontarsi con realtà scolastiche diverse

Riduzione del numero di partecipanti

Discontinuità delle presenze dei corsisti
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