STAGIONE
2008-09
Martedì
31 marzo 2009
ore 20.30
Sala Verdi
del Conservatorio
Angelika
Kirchschlager mezzosoprano
Helmut Deutsch pianoforte
17
Consiglieri di turno
Direttore Artistico
Letizia Torrani Gonzales
Antonio Magnocavallo
Paolo Arcà
Con il contributo di
Con il contributo di
Con la partecipazione di
Sponsor istituzionali
Con il patrocinio e il contributo di
Con il patrocinio di
È vietato prendere fotografie o fare registrazioni, audio o video, in sala
con qualsiasi apparecchio, anche cellulare.
Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo dopo la fine di ogni composizione,
durante gli applausi.
Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione e al pubblico
il clima più favorevole all’ascolto, si invita a:
• spegnere i telefoni cellulari e altri apparecchi con dispositivi acustici;
• limitare qualsiasi rumore, anche involontario (fruscio di programmi, tosse…);
• non lasciare la sala prima del congedo dell’artista.
Angelika Kirchschlager
Helmut Deutsch pianoforte
Franz Schubert
(Vienna 1797 - 1828)
13 Lieder
Intervallo
Erich Wolfgang Korngold
(Brno 1897 – Hollywood 1957)
5 Lieder op. 38
Kurt Weill
(Dessau 1900 – New York 1950)
Stay Well
Complainte de la Seine
Der Abschiedsbrief
Je ne t’aime pas
mezzosoprano
Franz Schubert
Fischerweise D 881
Der Wanderer an den Mond D 870
Bertas Lied in der Nacht D 653
Wehmut D 772
Frühlingsglaube D 686
Im Frühling D 882
Die Sterne D 939
Lied der Anne Lyle D 830
Abschied D 475
Rastlose Liebe D 138
Die Liebe (Klärchens Lied) D 210
Geheimes D 719
Versunken D 715
L’antologia di Lieder preparata da Angelika Kirschschlager e Helmut Deutsch
presenta una serie di lavori che vanno dal 1815 al 1828. Schubert ha musicato i
testi di circa un centinaio di poeti. Questa schiera di scrittori rappresenta uno
spaccato formidabile della vita spirituale dell’epoca. Ciò vale in particolare per i
numerosi poeti quasi sconosciuti che hanno alimentato la vita culturale di Vienna
nel plumbeo periodo della Restaurazione. Tra loro si trovano anche un certo
numero di amici personali di Schubert. Il primo e più importante fu senz’altro
Johann Mayrhofer, l’autore più musicato da Schubert dopo Goethe e Schiller.
Schubert scrisse insieme all’amico anche il Singspiel Die Freunde von
Salamanca e progettò un’opera rimasta incompiuta intitolata Adrast.
Mayrhofer ebbe un’influenza determinante sulla decisione di Schubert di dedicarsi alla musica, tra il 1817 e il 1820. A quel periodo risale anche Abschied, un
Lied che esprime con una sensibilità esacerbata il dolore per la perdita di un
affetto, uno dei temi centrali nella musica di Schubert.
Karl Gottfried von Leitner e Johann Gabriel Seidl sono altri due poeti austriaci
della generazione di Schubert. Leitner, all’epoca in cui Schubert mise in musica
Die Sterne, nel 1828, era un giovane e promettente poeta romantico. Il testo,
musicato in forma strofica con la glaciale semplicità dell’ultimo Schubert, riporta in effetti a quell’anelito verso l’infinito, animato da una sorta di religione della
natura e dei sentimenti tipica dei poeti del Nord. Anche Johann Gabriel Seidl
era giovanissimo, quando nel 1826 si presentò alla ribalta letteraria di Vienna
con una raccolta di poesie. Nato nel 1804, Seidl rappresentava il tipico frutto del
ceto intellettuale viennese. Schubert colse immediatamente le affinità con la sua
poesia, musicando già nel 1826 un gruppo di suoi lavori, tra i quali Der
Wanderer an den Mond. Il Lied esprime il crescente senso di solitudine e di
estraneità dal mondo del musicista, con accenti che preparano il terreno al grande ciclo della Winterreise. Sulla strada verso il paesaggio mortuario dell’ultimo
Schubert troviamo anche Im Frühling, una perla scovata nello scrigno di un
dimenticato poeta. Ernst Schulze scomparve prematuramente, nel 1817,
lasciando un diario poetico di sconvolgente forza espressiva. Schubert rimase
profondamente impressionato da quella lettura e dal pessimismo espresso in
quei versi apparentemente sentimentali, scrivendo un lavoro magistrale come
Im Frühling, tragico e innocente allo stesso tempo.
Franz Xaver von Schlechta e Matthäeus von Collin, autori rispettivamente di
Fischerweise e di Wehmut, figuravano tra i più cordiali sostenitori di Schubert.
Non era un ambiente di letterati di professione e la loro poesia, benché espressa con un certo mestiere, apparteneva piuttosto al genere dell’intrattenimento
domestico. Collin, in particolare, scrisse tuttavia dei versi che ispirarono a
Schubert alcuni dei suoi Lieder più belli. Il musicista era legato alla sua figura
sensibile e melanconica, onorata dopo la scomparsa, nel 1824, con il magnifico
Nacht und Träume. Wehmut, scritto nel periodo fosco della crisi del 1822, esprime la disperazione e lo stato d’animo miserabile di Schubert, che scrive il Lied
nello stile cosiddetto durchcomponiert, ossia musicando il testo liberamente,
verso per verso.
Franz Grillparzer e Ludwig Uhland furono invece poeti di grande levatura.
Grillparzer, secondo Erminio Pocar “il più viennese dei poeti viennesi”, ebbe
sicuramente rapporti con Schubert, ma non così intensi come con Beethoven. La
poesia di Uhland invece scaldava il cuore dei giovani con lo slancio della passione civile, che lo portò ad abbandonare la poesia molto presto per dedicarsi all’attività politica. Sia Bertas Lied di Grillparzer, sia Frühlingsglaube di Uhland
esprimono un sentimento di fiducia nella vita che corrispondeva alle speranze di
Schubert alla fine degli anni Dieci. In quella prima fase il Lied di Schubert attingeva temi e paesaggi poetici dalla letteratura classica e dalla poesia dei due
maggiori scrittori del tempo, Goethe e Schiller. Goethe, in particolare, rappresentava il nume lontano del giovane musicista, alimentando senza saperlo la
fucina di un nuovo genere di musica vocale. Goethe rappresentava un momento
di passaggio verso un’espressione pienamente personale, che non aveva bisogno
di crescere all’ombra della grande quercia della sua poesia. Rastlose Liebe, dedicata al maestro Antonio Salieri, e Die Liebe, il Lied cantato da Klärchen nella
tragedia Egmont, scritti nel 1815, rappresentano capitoli freschi e ingenui di
uno splendido romanzo di formazione. Ma la poesia di Goethe aveva anche altri
lati della psiche umana da mostrare, più sensuali e inconfessabili. Tra febbraio e
marzo del 1821 Schubert compose Versunken e Geheimes, due Lieder tratti
dalla raccolta West-Östlicher Divan. Geheimes è giocato su una semplice idea
del pianoforte, allusiva e confidenziale nello stile di una musica da cabaret, mentre Versunken esprime la forza del desiderio erotico con un’incalzante accompagnamento del pianoforte.
La storia del Lied der Anne Lyle rivela un tipico aspetto della sensibilità dell’epoca. Il testo è la versione tedesca di una poesia dello scrittore scozzese Andrew
MacDonald. I versi erano citati in un romanzo di Walter Scott, A Legend of
Montrose, dove vengono menzionate le poesie dell’ingenious and unhappy
Andrew MacDonald. Schubert riveste la triste ballata di Anne Lyle, musicata
nel 1825, nella tonalità di do minore e nel ritmo del giambo, che rappresentava
nella sua musica l’espressione ironica della tragedia umana.
Erich Wolfgang Korngold
5 Lieder op. 38
Glückwunsch
Der Kranke
Alt-spanish
Old English Song
My Mistress’ Eyes
La storia del Lied termina in pratica alla fine della Prima Guerra mondiale.
Dopo il 1918 la scrittura di Lieder diventa un fenomeno sempre più isolato e
marginale, mentre altre forme di espressione vocale si affermano nella musica
del nuovo secolo. Una buona fetta di questa produzione è legata allo sviluppo dei
moderni mezzi di comunicazione di massa, come il fonografo, la radio, il cinematografo, la televisione. La rapida trasformazione delle abitudini e dei generi
musicali si osserva molto chiaramente nell’opera di Erich Wolfgang Korngold.
Figlio di un autorevole critico musicale viennese, Korngold manifestò ancora da
adolescente uno sbalorditivo talento. Come tutti i giovani musicisti viennesi,
cominciò scrivendo Lieder su testi di poeti ben collocati nel canone letterario
dell’epoca. A quattordici anni intraprende la composizione del primo importante ciclo di Lieder, tratti da testi di Josef von Eichendorff. Korngold compose una
quantità di Lieder anche negli anni successivi, tutti scritti prima del 1920. In
armonia con le profonde trasformazioni in corso nella musica e nella società,
Korngold si dedicò da allora in poi ad altri generi, tornando sporadicamente a
scrivere Lieder. Molti anni dopo, nel 1948, il musicista, trasferitosi prima della
guerra negli Stati Uniti, pubblicò una raccolta intitolata Fünf Lieder op. 38, che
apparentemente sembra stabilire un legame con la tradizione. In realtà quattro
dei cinque lavori della raccolta provenivano da musiche da film scritte per
Hollywood. I wish you bliss (Glückwunsch), su testo di Richard Dehmel, sfrutta il grande tema lirico del film Devotion (1946), con Ida Lupino e Olivia de
Havilland nei panni delle sorelle Brontë. Wings (Der Kranke) segna il ritorno
alla poesia di Eichendorff e trae origine dalle musiche per il film Juarez (1939).
La protagonista Bette Davis, nei panni dell’imperatrice Carlotta, ascoltava il
melanconico canto di un umile uomo, Benito Juarez, che osava sfidare il trono
con le sue idee democratiche. The Sea Hawk (1939), Lo sparviero del mare, fu
l’ultimo film di cappa e spada della coppia formata dal regista Michael Curtiz e
dall’attore Errol Flynn. Korngold usò per una scena del film un Lied gentile e
cortese scritto nel 1911, Das Mädchen, su nuovi versi dello sceneggiatore del
film Howard Koch. In questa nuova veste, Old Spanish Song (Alt-spanisch) ha
contribuito a una delle migliori colonne sonore del compositore. Korngold era il
musicista di punta della Warner Bros e nel 1939 vinse il secondo Oscar. In quello stesso anno la squadra vincente produceva un nuovo film avventuroso, basato sulle tumultuose vicende sentimentali della regina Elisabetta I (Bette Davis)
con il duca di Essex Robert Devereux (Flynn), The Private Lives of Elizabeth
and Essex. Old English Song è una gagliarda canzone di amor patrio, espresso
in uno stile schiettamente popolare. L’unico Lied scritto al di fuori del mondo del
cinema è My Mistress’ Eyes, sul testo di un sonetto di Shakespeare. Korngold
ha dedicato questa elegante melodia al figlio maggiore, con il quale condivideva
l’amore per il grande drammaturgo.
Kurt Weill
Songs e chansons
Stay Well
Complainte de la Seine
Der Abschiedsbrief
Je ne t’aime pas
Le contraddizioni messe in evidenza dalla musica di Korngold trovano un’espressione molto più intensa e radicale nella figura di Kurt Weill. I critici hanno
coniato per questo musicista la definizione “i due Weill”, per sottolineare la frattura totale avvenuta nella sua opera tra il periodo europeo e quello americano.
Weill, a differenza della maggior parte dei musicisti emigrati negli Stati Uniti
negli anni Trenta, decise di abiurare completamente le radici culturali del proprio paese d’origine. Nel 1937 dichiarò all’ufficio immigrazione di non avere nessuna nazionalità. Lo shock provocato dal dilagare del fenomeno nazista lasciò in
Weill una ferita insanabile, che risvegliò probabilmente antiche angosce della
popolazione ebraica e un radicato pessimismo. Benché anche i suoi primi passi
nella composizione fossero avvenuti nell’ambito del Lied, Weill cominciò a elaborare forme nuove d’espressione vocale, trasformando i modelli della canzone
popolare. I lavori nati dalla collaborazione con Brecht, a cavallo degli anni
Trenta, avevano procurato a Weill la fama internazionale e l’ostracismo dei dirigenti nazisti. Esule a Parigi, Weill cercò di sfruttare la popolarità delle musiche
scritte per Brecht, nella speranza di guadagnare qualcosa per vivere.
Nell’estate del 1934 compose alcune canzoni da cabaret per la cantante e attrice francese Lys Gauty. Complainte de la Seine e Je ne t’aime pas sono su testi
di Maurice Magre, una figura eccentrica di scrittore anarchico e insofferente
alle convenzioni sociali. L’estate precedente aveva ricevuto una proposta dalla
casa discografica Ultraphon. Marlene Dietrich desiderava registrare alcune
nuove canzoni di Weill, che scrisse per questo progetto non realizzato una canzone, Abschiedsbrief, su testo dello scrittore Erich Kästner, uno degli esponenti di primo piano del movimento Neue Sachlichkeit (nuova oggettività). L’idea di
amore espressa da queste canzoni contrasta con il sentimentalismo della musica di consumo, rispecchiando in un certo senso il viscerale e controverso rapporto tra il musicista e Lotte Lenya. Stay Well invece è un song contenuto nell’ultimo lavoro di Weill, il musical Lost in the Stars, frutto della collaborazione con
il drammaturgo Maxwell Anderson. Il soggetto del musical, ambientato in
Sudafrica, riguarda la discriminazione razziale e l’idea di giustizia, due temi
profondamente sentiti nell’opera di Weill. Nella sua baracca, Irina, una cantante da night-club di ambigua moralità, medita sul suo rapporto con Absalom, il
figlio violento e sbandato del protagonista, Stephen Kumalo. Nella canzone di
Irina, Weill esprime per l’ultima volta il grumo di sentimenti contrastanti – complicità, compassione, dipendenza – che avevano segnato la lunga storia d’amore
con Lotte Lenya.
Oreste Bossini
Franz Schubert
Fischerweise D 881 op. 96 n. 4
La melodia del pescatore
(F. von Schlechta)
Den Fischer fechten Sorgen
Und Gram und Leid nicht an.
Er löst am frühen Morgen
Mit leichtem Sinn den Kahn.
Il pescatore non è afflitto
Da preoccupazioni, angoscia e dolore;
Presto al mattino egli salpa
Sulla sua imbarcazione a cuor leggero.
Da lagert rings noch Friede
Auf Wald und Flur und Bach,
Er ruft mit seinem Liede
Die gold’ne Sonne wach.
Regna ancor la pace intorno
Su foreste, prati e ruscelli,
Con il suo canto egli
Risveglia il sole dorato.
Er singt zu seinem Werke
Aus voller frischer Brust,
Die Arbeit gibt ihm Stärke,
Die Stärke Lebenslust!
Egli canta al suo lavoro
Con petto pieno e vigoroso,
Il suo lavoro gli dà forza,
E la forza, voglia di vivere!
Bald wird ein bunt Gewimmel
In allen Tiefen laut,
Und plätschert durch den Himmel,
Der sich im Wasser baut –
Ma un banco di pesci dalle squame
brillanti
Appare improvvisamente nelle profondità,
E passa attraverso il blu del cielo,
Che si specchia nelle onde –
Doch wer ein Netz will stellen,
Braucht Augen klar und gut,
Muß heiter gleich den Wellen
Und frei sein wie die Flut;
Ma chiunque desideri preparare una rete,
Ha bisogno di occhi buoni e acuti,
Deve essere allegro come le onde
E libero come la marea;
Dort angelt auf der Brücke
Die Hirtin – schlauer Wicht,
Entsage deiner Tücke,
Den Fisch betrügst du nicht!
Là, sul ponte, la pastorella
Sta pescando – furba giovanetta,
Abbandona i tuoi trucchi,
Non ingannerai il pesce.
Der Wanderer an den
Mond D 870
Il viandante alla luna
(J.G. Seidl)
Auf Erden – ich, am Himmel – du
Wir wandern beide rüstig zu: –
Ich ernst und trüb, du mild und rein,
Was mag der Unterschied wohl sein?
Io sulla terra, tu nel cielo,
Entrambi viaggiamo velocemente: Io solenne e cupo, tu pura e gentile,
Quale può essere la differenza fra noi?
Ich wandre fremd von Land zu Land,
So heimatlos, so unbekannt,
Berg auf, Berg ab, Wald ein, Wald aus,
Io vago straniero di terra in terra,
Così senza patria, così sconosciuto,
Su e giù per le montagne, dentro le
foreste e fuori,
Tuttavia, ah, in nessun luogo io sono a
casa.
Doch bin ich nirgend, ach, zu Haus.
Du aber wanderst auf und ab
Aus Ostens Wieg’ in Westerns Grab,
Wallst Länder ein und Länder aus,
Und bist doch, wo du bist, zu Haus.
Ma tu vaghi su e giù
Dalla culla a oriente alla tomba a
occidente,
Viaggi di paese in paese,
E tuttavia sei a casa dovunque ti trovi.
Der Himmel, endlos ausgespannt,
Ist dein geliebtes Heimatland.
O glücklich wer, wohin er geht,
Doch auf der Heimat Boden steht!
Il cielo che si stende sconfinato,
È la tua amata patria:
Oh felice chi, dovunque vada,
È sempre sul suolo natio.
Bertas Lied in der Nacht D 653
Il canto di Berta nella notte
(F. Grillparzer)
Nacht umhüllt
Mit wehendem Flügel
Täler und Hügel
Ladend zur Ruh’.
La notte avvolge
Con ala battente
Le valli e le colline
Invitandole al riposo.
Und dem Schlummer
Dem lieblichen Kinde,
Leise und linde
Flüstert sie zu:
E per fare addormentare
Quel bel bambino,
Dolcemente e delicatamente
Ella mormora:
“Weißt du ein Auge,
Wachend im Kummer,
Lieblicher Schlummer,
Drücke mir’s zu!”
“Se conosci un occhio
Che sia sveglio per il dolore,
Dolce sonno,
Chiudilo per me!”
Fühlst du sein Nahen?
Ahnest du Ruh?
Alles deckt der Schlummer,
Schlumm’re auch du.
Senti la sua vicinanza?
Percepisci la pace?
Il sonno si diffonde su tutto,
Dormi anche tu.
Wehmut D 772 op. 22 n. 2
Malinconia
(M. von Collin)
Wenn ich durch Wald und Fluren geh’,
Es wird mir dann so wohl und weh
In unruhvoller Brust.
So wohl, so weh, wenn ich die Au
In ihrer Schönheit Fülle schau’,
Und all die Frühlingslust.
Quando cammino nei boschi e nei campi,
Mi sento così felice e tuttavia così triste
Nel mio cuore agitato.
Così felice, così triste, quando guardo
I prati nel pieno della loro bellezza,
E tutta la gioia della primavera.
Denn was im Winde tönend weht,
Was aufgetürmt gen Himmel steht,
Und auch der Mensch, so hold
vertraut
Mit all’ der Schönheit, die er schaut,
Entschwindet, und vergeht.
Perché tutto ciò che soffia ed echeggia
nel vento,
Tutto ciò che si torreggia verso il cielo,
E anche l’uomo, così appassionatamente
in comunione
Con tutta la bellezza che contempla,
Svanisce e passa.
Frülingsglaube D 686
Fede primaverile
(L. Uhland)
Die linden Lüfte sind erwacht,
Sie säuseln und wehen Tag und Nacht,
Sie schaffen an allen Enden.
O frischer Duft, o neuer Klang!
Nun, armes Herze, sei nicht bang!
Nun muß sich alles, alles wenden.
Le dolci brezze si sono svegliate,
si agitano e sussurrano giorno e notte,
Dovunque si danno un gran da fare.
O fresco profumo, o nuovo suono!
Ora, povero cuore, non aver paura!
Ora tutto, tutto deve cambiare.
Die Welt wird schöner mit jedem Tag,
Man weiß nicht, was noch werden mag,
Das Blühen will nicht enden.
Es blüht das fernste, tiefste Tal:
Nun muß sich alles, alles wenden.
Il mondo diventa ogni giorno più bello,
Nessuno sa che cos’altro verrà,
La fioritura non conosce fine;
La più distante, la più profonda vallata
è i fiore:
Ora, povero cuore, dimentica il tuo
tormento!
Ora tutto, tutto deve cambiare.
Im Frühling D 882 op. 101 n. 1
In primavera
Nun, armes Herz, vergiß die Qual!
(E. Schulze)
Still sitz’ ich an des Hügels Hang,
Der Himmel ist so klar,
Das Lüftchen spielt im grünen Tal,
Wo ich beim ersten Frühlingsstrahl
Einst, ach so glücklich war;
Wo ich an ihrer Seite ging
So traulich und so nah,
Und tief im dunklen Felsenquell
Sono seduto in silenzio sul versante del
colle,
Il cielo è così chiaro,
La brezza gioca sulla verde vallata.
Dove al primo raggio di primavera,
Ero un tempo così felice;
Den schönen Himmel blau und hell
Und sie im Himmel sah.
Dove camminavo al suo fianco,
Così intimo e così vicino,
E vedevo riflettersi nell'acqua oscura
delle rocce
Il bel cielo blu e chiaro,
E lei stessa nel cielo.
Sieh, wie der bunte Frühling schon
Aus Knosp’ und Blüte blickt!
Nicht alle Blüten sind mir gleich,
Am liebsten pflückt’ ich von dem Zweig,
Von welchem sie gepflückt.
Guarda, come la cangiante primavera
Già mira dai boccioli e dai fiori!
Non tutti i fiori sono gli stessi per me,
Preferisco coglierli dai rami,
Da cui li coglieva lei.
Denn alles ist wie damals noch,
Die Blumen, das Gefild,
Die Sonne scheint nicht minder hell,
Nicht minder freundlich schwimmt
im Quell
Das blaue Himmelsbild.
Poiché tutto è rimasto come un tempo,
I fiori, i campi;
Il sole non splende meno chiaro,
Non meno gentilmente si riflette nella
fonte
L’azzurra immagine celeste.
Es wandeln nur sich Will’ und Wahn,
Es wechseln Lust und Streit,
Vorüber flieht der Liebe Glück,
Und nur die Liebe bleibt zurück,
Die Lieb’ und ach, das Leid!
Solamente la volontà e l’illusione cambiano,
La gioia ed il conflitto si alternano,
Fugge la felicità dell’amore,
E non resta che l’amore,
L’amore e, ahimé, il dolore.
O wär’ ich doch ein Vöglein nur
Dort an dem Wiesenhang!
Dann blieb’ ich auf den Zweigen hier,
Und säng’ ein süßes Lied von ihr,
Den ganzen Sommer lang.
Oh, se soltanto fossi un uccellino,
Laggiù sul versante erboso,
Rimarrei qui sui rami,
E canterei un dolce canto in suo onore,
Per tutta l’estate.
Die Sterne D 939 op. 96 n. 1
Le stelle
(K.G. von Leitner)
Wie blitzen die Sterne so hell durch
die Nacht!
Bin oft schon darüber vom
Schlummer erwacht.
Doch schelt’ ich die lichten Gebilde
drum nicht,
Sie üben im Stillen manch heilsame
Pflicht.
Come brillano luminose le stelle nella
notte!
Spesso mi hanno destato dal sonno.
Sie wallen hoch oben in Engelgestalt,
Sie leuchten dem Pilger durch
Heiden und Wald.
Sie schweben als Boten der Liebe
umher,
Und tragen oft Küsse weit über das
Meer.
Vagano in alto sotto forma di angeli,
Illuminano la via del pellegrino
attraverso prato e foresta.
Si librano come araldi d’amore,
Sie blicken dem Dulder recht mild
ins Gesicht,
Und säumen die Tränen mit
silbernem Licht.
Und weisen von Gräbern gar
tröstlich und hold
Uns hinter das Blaue mit Fingern
von Gold.
Fissano teneramente in viso il
sofferente,
E asciugano le sue lacrime con luce
argentea;
E ci dirigono lontano dalla tomba in
modo confortante e gentile,
Oltre il cielo blu con dita dorate.
Ma non rimprovero le figure luminose
per questo,
Esse eseguono nel silenzio un compito
benevolo.
Portano lontano i baci attraverso il
mare.
So sei denn gesegnet, du strahlige
Schar!
Und leuchte mir lange noch freundlich
und klar!
Und wenn ich einst liebe, seid hold
dem Verein,
Und euer Geflimmer laßt Segen uns
sein!
Ora sia tu benedetta, tu folla radiosa!
Lied der Anne Lyle D 830
op. 85 n. 1
Canto di Anne Lyle
E a lungo splendi su me con la tua
gradevole luce chiara!
E se un giorno io dovessi innamorarmi,
sorridi sul legame,
E lascia che il tuo scintillare in cambio
ci benedica!
(A. MacDonald)
Wärst du bei mir im Lebenstal,
Gern wollt’ ich alles mit dir teilen;
Mit dir zu flieh’n wär’ leichte Wahl,
Bei mildem Wind, bei Sturmes Heulen.
Doch trennt uns harte
Schicksalsmacht,
Uns ist nicht gleiches Los geschrieben
Mein Glück ist, wenn dir Freude lacht
Ich wein’ und bete für den Lieben.
Es wird mein töricht’ Herz vergeh’n,
Wenn’s alle Hoffnung sieht
verschwinden,
Doch soll’s nie seinen Gram gesteh'n,
Nie mürrisch klagend ihn verkünden.
Und drückt des Lebens Last das
Herz,
Soll nie den matten Blick sie trüben,
So lange mein geheimer Schmerz
Ein Kummer wäre für den Lieben.
Se tu fossi con me nella valle della vita,
Volentieri condividerei tutto con te;
Sarebbe una facile scelta volare con te
Nelle brezze delicate, o nella tempesta
urlante.
Ma il severo potere del fato ci separa,
Non ci è concesso lo stesso destino
La felicità è mia quando la gioia ti arride,
Piango e prego per il mio amato.
Il mio sciocco cuore non batterà più
Se vedrà svanire ogni speranza,
Ma non ammetterà mai il suo dolore,
Né lo proclamerà con cupo lamento.
E se il peso della vita m opprime il
cuore
Non offuscherò mai i miei occhi stanchi
Mentre il mio segreto dolore
Può affliggere il mio amato.
Abschied D 475
Addio
(J. Mayrhofer)
Über die Berge zieht ihr fort,
Kommt an manchen grünen Ort,
Muß zurücke ganz allein,
Lebet wohl, es muß so sein!
Sulle montagne vai,
E ti imbatti n molti luoghi verdi,
Io devo ritornare tutto solo,
Addio, Deve essere così!
Scheiden, meiden, was man liebt,
Ach wie wird das Herz betrübt!
O Seenspiegel, Wald und Hügel
schwinden all,
Hör’ verschwimmen eurer Stimmen
Widerhall.
Separarsi, lasciare ciò che amiamo,
Ah, come affligge il cuore!
Limpidi laghi, boschi e colline
svaniscono tutti,
Sento scomparire l’eco della tua voce.
Lebt wohl! klingt klagevoll.
Ach wie wird das Herz betrübt!
Scheiden, meiden was man liebt,
Lebt wohl! klingt klagevoll.
Addio! Risuona il lamento.
Ah, come affligge il cuore!
Separarsi, lasciare ciò che amiamo,
Addio! Risuona il lamento.
Rastlose Liebe D 138
Amore senza pace
(J.W. von Goethe)
Dem Schnee, dem Regen,
Dem Wind entgegen,
Im Dampf der Klüfte
Durch Nebeldüfte,
Immer zu, immer zu!
Ohne Rast und Ruh!
Nella neve,
Nella pioggia, nel vento,
Tra il fumo degli abissi,
Tra nebbie che profumano,
Sempre avanti, sempre avanti!
Senza sosta né pace!
Lieber durch Leiden
Möcht’ ich mich schlagen,
Als so viel Freuden
Des Lebens ertragen!
Tra dolori
Vorrei battermi,
Piuttosto che sopportare tante
Gioie della vita.
Alle das Neigen
Von Herzen zu Herzen,
Ach, wie so eigen
Schaffet das Schmerzen!
Tutto questo chinarsi
Di cuore in cuore,
Ah, in che strana maniera
Causa dolore!
Wie soll ich flieh’n?
Wälderwärts zieh’n?
Alles vergebens!
Krone des Lebens,
Glück ohne Ruh,
Liebe, bist du.
Come dovrò fuggire?
Andare verso le foreste?
Tutto inutilmente!
Corona della vita,
Felicità senza pace,
Amore, sei tu!
Die Liebe (Klärchens Lied)
D 210
L’amore (Canto di Claretta)
(J.W. von Goethe)
Freudvoll
Und leidvoll,
Gedankenvoll sein;
Langen
Und bangen
In schwebender Pein;
Himmelhoch jauchzend,
Zum Tode betrübt;
Glücklich allein
Ist die Seele, die liebt.
Felice
E triste,
Essere pieno di pensieri;
Bramare
E affliggersi
Nel lento dolore;
Ora essere alle stelle per l’allegria,
Ora essere depresso alla morte;
Soltanto l’anima
che ama è felice.
Geheimes D 719
Notizie segrete
(J.W. von Goethe)
Über meines Liebchens Äugeln
Steh’n verwundert alle Leute,
Ich, der Wissende, dagegen
Weiß recht gut, was das bedeute.
Tutta la gente è sbalordita
Per le occhiate della mia amata,
Ma io, che capisco,
So molto bene ciò che significano.
Denn es heißt: Ich liebe diesen,
Und nicht etwa den und jenen.
Lasset nur, ihr guten Leute,
Euer Wundern, euer Sehnen!
Vogliono dire: egli è colui che amo,
Non questo o quello.
Allora buona gente
Cessate il vostro stupore e la vostra
brama!
Ja, mit ungeheuren Mächten
Blicket sie wohl in die Runde;
Doch sie sucht nur zu verkünden
Ihm die nächste süße Stunde.
Sì, con immensa autorità
Ella si guarda intorno;
Ma cerca soltanto di annunziargli
La prossima dolce ora.
Versunken D 715
Assorto
(J.W. von Goethe)
Voll Locken kraus ein Haupt so rund! –
Und darf ich dann in solchen reichen
Haaren
Mit vollen Händen hin und wider fahren,
Da fühl ich mich von Herzensgrund
gesund.
Una testa così rotonda e ricoperta di
trecce ricce,
E quando posso riempirmi le mani
Con quei folti capelli passandoli avanti e
indietro,
Mi sento bene dalle profondità del mio
cuore.
Und küss’ ich Stirne, Bogen, Augen,
Mund,
Dann bin ich frisch und immer
wieder wund.
Der fünfgezackte Kamm, wo soll er
stocken?
Er kehrt schon wieder zu den Locken.
Das Ohr versagt sich nicht dem Spiel,
E quando bacio fronte, ciglia, occhi, bocca,
So zart zum Scherz, so liebeviel!
Doch wie man auf dem Köpfchen kraut,
Man wird in solchen reichen Haaren
Così tenero nello svago, così affettuoso!
Ma quando tu accarezzi questa testolina,
La tua mano passa avanti e indietro
eternamente
Attraverso quei folti capelli.
Per la testolina così tonda, crespa
di riccioli.
Für ewig auf und nieder fahren
Voll Locken kraus ein Haupt so rund.
Allora mi sento rianimato ma spesso ferito.
Ma quando dovrebbe fermarsi il pettine
a cinque denti?
Ritorna ancora alle trecce.
L’orecchio non rifiuta di partecipare al
gioco,
Le traduzioni dei Lieder di Schubert sono tratte da Lieder e lavori corali di
Stefania Santandrea, I Saggi, Mobydick
E.W. Korngold
Fünf Lieder op. 38
Glückwunsch
Augurio di felicità
(R. Dehmel)
Ich wünsche dir Glück.
Ich bring dir die Sonne in meinem
Blick.
Ich fühle dein Herz in meiner Brust;
Es wünscht dir mehr als eitel Lust.
Es fühlt und wünscht: die Sonne
scheint,
Auch wenn dein Blick zu brechen
meint.
Es wünscht dir Blicke so sehnsuchtslos,
Als trügest du die Welt im Schoß.
Es wünscht dir Blicke so voll Begehren,
Als sei die Erde neu zu gebären.
Es wünscht dir Blicke voll der Kraft,
Die aus Winter sich Frühling schafft.
Und täglich leuchte durch dein Haus
Aller Liebe Blumenstrauß!
Der Kranke
Ti auguro felicità.
Ti porto il sole nel mio sguardo.
Sento il tuo cuore nel mio petto;
esso ti augura qualcosa di più che un
futile piacere.
Sente e spera: il sole splende,
anche quando il tuo sguardo crede di
spezzarsi.
Ti augura sguardi così privi di rimpianto
come se tenessi il mondo in grembo.
Ti augura sguardi così pieni di desiderio
come se la terra fosse da creare da capo.
Ti augura sguardi pieni di forza
così che l’inverno si trasformi in primavera.
E tutti i giorni risplenda nella tua casa
il mazzo fiorito di tutti gli amori!
Il malato
(J. von Eichendorff)
Soll ich dich denn nun verlassen,
Erde, heit’res Vaterhaus?
Herzlich Lieben, mutig Hassen,
Ist denn alles, alles aus?
Dunque devo proprio lasciarti,
o terra, patria felice?
Amare di cuore, odiare con coraggio,
tutto, tutto è finito?
Vor dem Fenster durch die Linden
Spielt es wie ein linder Gruß.
Lüfte, wollt ihr mir verkünden,
Daß ich bald hinunter muß?
Davanti alla finestra attraverso i tigli
risuona come un tenero saluto.
Brezze, volete annunciarmi
che presto dovrò scendere giù?
Liebe ferne, blaue Hügel,
Stiller Fluß im Talesgrün,
Ach, wie oft wünscht ich mir Flügel,
Über euch hinweg zu zieh’n!
Care, lontane, azzurre colline,
fiume silente nella valle verdeggiante,
quanto spesso ho desiderato avere ali
per librarmi sopra di voi!
Da sich jetzt die Flügel dehnen,
Schaur’ ich in mich selbst zurück,
Und ein unbeschreiblich Sehnen
Zieht mich zu der Welt zurück.
Ora che le ali si dispiegano,
rabbrividisco dentro di me,
e una inesprimibile nostalgia
mi riporta verso il mondo.
Alt-spanisch
Antica canzone spagnola
(H. Koch)
Steht ein Mädchen an dem Fenster,
in die Ferne schweift ihr Blick.
Blass die Wangen, schwer ihr Herze,
Singt sie von entschwund’nem Glück:
“Mein Lieb kehrt nicht zurück!”
Sta una fanciulla alla finestra,
lo sguardo si perde in lontananza.
Pallide le guance, pesante il suo cuore,
ella canta la sua perduta felicità:
“Il mio amore più non torna!”
Der Abend dämmert sacht,
Ein Stern ersehnt die Nacht.
Und im Winde klinget leise
Eine bange Traummusik.
Wie ein Echo tönt die Weise:
“Mein Lieb kehrt nicht zurück!”
Cala dolcemente la sera,
una stella desidera la notte.
E nel vento risuona lieve
una trepidante musica di sogno.
Come un’eco risuona il canto:
“Il mio amore più non torna!”
Old English Song
Antica canzone inglese
Now hark, all you gallants!
Your ears I would tease
With a song of Lord Essex
In the fight at Cadiz!
How he scuppered them Spaniards
And hacked out their spleen,
For the glory of England and
Elizabeth, our queen!
State ora a sentire, gente:
vi canto una canzone
di Lord Essex, il massacratore,
alla battaglia di Cadice!
Come li ha suonati, gli Spagnoli,
come li ha rincorsi,
a gloria dell’Inghilterra e della sua
regina!
We’ve rounded the port, boys,
The cannons they roar,
The sea’s full of corpses
And Spain is no more!
They bobbed on the tide, boys,
The fat and the lean,
For the glory of England and
Elizabeth, our queen!
I cannoni sparano
le loro palle sul porto.
Il mare è pieno di corpi
e la Spagna è morta!
Si canti e si danzi,
sia i grassi che i magri,
a gloria dell’Inghilterra e della
sua regina!
My Mistress’ Eyes
Gli occhi della mia donna
(W. Shakespeare)
(traduzione di E. Chinol)
My mistress’ eyes are nothing like
the sun;
Coral is far more red than her lips red;
Gli occhi della mia donna non sono
come il sole;
il corallo è ben più rosso del rosso delle
sue labbra;
se la neve è bianca, allora il suo seno è
grigio;
se i capelli sono crini, nero crine cresce
sul suo capo.
Ho visto rose screziate, bianche e rosse,
If snow be white, why then her
breasts are dun;
If hairs be wires, black wires grow on
her head.
I have seen roses damask’d, red and
white,
But no such roses see I in her cheeks;
And in some perfumes is there more
delight
Than in the breath that from my
mistress reeks.
I love to hear her speak, yet well I know
That music hath a far more pleasing
sound;
I grant I never saw a goddess go;
My mistress, when she walks, treads
on the ground:
And yet, by heaven, I think my love
as rare
As any she belied with false compare.
ma sulle sue guance non le vedo;
e ci sono profumi più deliziosi
dell’alito che la mia donna esala.
Amo sentirla parlare, però so bene
che la musica ha suoni più gradevoli;
non ho mai visto camminare una dea,
e lei nel farlo calca la terra.
Eppure, per il cielo, son così rari i suoi
doni
quanto quelli d’ogni donna tradita da
falsi paragoni.
Kurt Weill
Stay Well
Statti bene
(dal musical Lost in the stars su libretto
di M. Anderson)
If I tell truth to you,
My love, my own,
Grief is your gift to me,
Grief alone,
Wild passion at midnight,
Wild anger at dawn,
Yet when you’re absent
I weep you gone.
Se devo dirti la verità,
amore mio, mio tutto,
è tormento quel che mi doni,
solo tormento,
selvaggia passione a mezzanotte,
ira selvaggia all’alba,
eppure se tu non ci sei,
rimpiango la tua partenza.
Stay well, O keeper of my love,
Go well, throughout all your days,
Your star be my luckiest star above,
Your ways the luckiest ways.
Statti bene, custode del mio amore,
va’ pure, per tutti i tuoi giorni
la tua stella sia la mia più lieta stella,
le tue vie le mie più liete vie.
Since unto you my one love is given,
And since with you it will remain,
Though you bring fear of hell,
despair of heaven,
Stay well, come well to my door again.
Finché sei il mio solo amore,
e finché tale resterà,
anche se minacci l’inferno, dimenticare
il cielo,
statti bene, ma torna alla mia porta.
Complainte de la Seine
Lamento della Senna
(Maurice Magre)
Au fond de la Seine, il y a de l’or,
Des bateaux rouillés, des bijoux, des
armes.
Au fond de la Seine, il y a des morts.
Au fond de la Seine, il y a des larmes.
Au fond de la Seine, il y a des fleurs;
De vase et de boue ell’s sont nourries.
Au fond de la Seine, il y a des cœurs
Qui souffrir’nt trop pour vivre la vie.
Et puis des cailloux et des bêtes grises.
L’âme des égouts soufflant des poisons.
Les anneaux jetés par des incomprises,
Des pieds qu’une hélice a coupés
du tronc.
Nel fondo della Senna c’è dell’oro,
navi arrugginite, gioielli, armi.
Nel fondo della Senna ci sono dei morti.
Nel fondo della Senna ci sono lacrime.
Nel fondo della Senna ci sono fiori;
si nutrono di fango e di melma.
Nel fondo della Senna ci sono dei cuori
che troppo soffrirono per vivere la vita.
E poi sassi e bestie grigie.
L’anima delle fogne che soffian veleni.
Anelli gettati dagli incompresi,
piedi che un’elica ha di netto troncati.
Et les fruits maudits des ventres
stériles,
Les blancs avortés que nul n’aima.
Les vomissements de la grand’ville.
Au fond de la Seine, il y a cela.
Ô Seine clémente où vont les cadavres,
Ô lit dont les draps sont faits de limon.
Fleuv’ des déchets, sans fanal,
ni havre,
Chanteuse berçant, la morgue et les
ponts.
E i frutti maledetti di sterili ventri,
i bianchi aborti che nessuno amò.
I vomiti della grande città.
Nel fondo della Senna, questo ci sta.
Oh Senna clemente dove finiscono i
cadaveri,
oh letto dalle cortine fatte di limo.
Fiume dei cascami, senza fanale
né porti,
voce cullante - l’obitorio e i ponti.
Accueill’ le pauvre, accueill’ la femme,
Accueill’ l’ivrogne, accueill’ le fou,
Mêle leurs sanglots au bruit de tes
lames,
Et porte leurs cœurs, parmi les
cailloux.
Accogli il povero, accogli la donna,
accogli l’ubriaco, accogli il folle,
mesci i loro singhiozzi al brusio delle
tue onde,
e porta i loro cuori in mezzo ai sassi.
Au fond de la Seine, il y a de l’or,
Des bateaux rouillés, des bijoux, des
armes.
Au fond de la Seine, il y a des morts.
Au fond de la Seine, il y a des larmes.
Nel fondo della Senna c’è dell’oro,
navi arrugginite, gioielli, armi.
Der Abschiedsbrief
La lettera d’addio
Nel fondo della Senna ci sono dei morti.
Nel fondo della Senna ci sono lacrime.
(Erich Kästner)
Zwei Stunden sitz ich schon im
Caffee Bauer.
Wenn Du nicht willst, dann sag mirs
ins Gesicht.
Deswegen wird mir meine Milch
nicht sauer.
Ich pfeif ’ auf Dich, mein Schatz. Na
schön, denn nicht!
Da due ore sto qui al Caffè Bauer.
Se tu non vuoi, dimmelo in faccia.
Il mio latte non inacidisce per questo,
Me ne infischio di te, tesoro mio. Eh sì,
perché no?
Du brauchst nicht denken, dass ich
Dich entbehre.
Mit dem Verkehr mit mir, das ist
jetzt aus.
Auch ich hab so etwas wie eine Ehre.
Lass Dich nicht blicken, Schatz, sonst
fliegst Du raus!
Non pensare di mancarmi.
Du bist der Erste nicht, der so
verschwindet.
Das hab ich nicht an Dir verdient,
mein gutes Kind.
Du glaubst doch nicht, dass sich nicht
noch ein andrer findet?
Es gibt noch welche, die bequemer
für mich sind.
Non sei il primo a svignarsela così.
Ich hab das Grüne an aus Poppelien.
Das Loch drinn hast Du auch
hineingerissen.
Du weisst es reicht mir nur bis zu
den Knien.
Ich hab auch noch ein angefangnes
Kissen…
Indosso la veste verde di popeline.
Questo buco l’hai fatto proprio tu.
Das solltest Du am Heilgen Abend
kriegen.
Das ist nun aus und mir auch einerlei.
Es werden öfters andre darauf liegen,
Denn was vorbei ist, Schatz, das ist
vorbei!
Dovevi riceverlo la Vigilia di Natale.
Du bist der Erste nicht ...
Non sei il primo…
Ich bin nicht stolz. Auch wär das
nicht am Platze.
Wenn Du was übrig hast, dann schick
es schnell!
Mir gegenüber feixt ein Herr mit
Glatze.
Das ist der Chef von Engelshorns Hotel!
Non sono superba. Ma non sarebbe
vanteria.
Se hai ancora qualcosa, mandalo presto!
La mia storia con te è finita.
Ho anch’io il mio onore.
Non farti vedere, tesoro – fuori dai piedi.
Questa non me la meritavo, ragazzo mio.
Credi davvero che non se ne trovi un
altro?
Altri ci sono che mi piaccion di più.
Sai che mi arriva solo alle ginocchia.
Ho anche un cuscino appena iniziato.
Ora è finito, ma non me ne importa.
Altri vi si appoggeranno;
ciò ch’è passato, tesoro, è passato!
Di fronte a me sogghigna un signore
calvo.
È il capo dell’Engelssohns Hotel!
Na Schluss. Das Visawie von
gegenüber fragt
Ob ich wollte denn er möchte schon.
Der hat Moneten, so ein alter
Schieber.
Behalt dein Geld und schlaf allein,
mein Sohn.
Ma basta. Il dirimpettaio chiede
Auch Du bist einer von den feinen
Herrn.
Der Alte kommt, er nimmt mich zu
sich mit.
Rutsch mir den Buckel lang und hab
mich gern.
Von ganzem Herzen Deine Erna
Schmidt.
Anche tu sei un distinto signore.
Je ne t’aime pas
se io voglio perché lui già vorrebbe.
Lui ha il contante, il vecchio affarista.
Tienti i tuoi soldi, e dormi solo, figlio
mio.
Arriva il vecchio, e mi porta via con sé.
Lèvati dai piedi, me ne infischio di te.
Di tutto cuore, la tua Erna Schmidt.
Io non t’amo
(Maurice Magre)
Retire ta main, je ne t’aime pas,
Car tu l’as voulu, tu n’es qu’une amie.
Pour d’autres sont faits le creux de
tes bras
Et ton cher baiser, ta tête endormie.
Togli la tua mano, io non t’amo,
tu l’hai voluto, non sei che un’amica.
Per altri son fatti il cavo delle tue
braccia,
il tuo dolce bacio, la tua testa assopita.
Ne me parle pas, lorsque c’est le soir,
Trop intimement, à voix basse mêm’.
Ne me donne pas surtout ton mouchoir:
Il renferme trop le parfum que j’aim’.
Non parlarmi, quando è sera,
con troppa intimità, quasi a bassa voce.
Soprattutto non darmi il tuo fazzoletto,
troppo conserva il profumo che amo.
Dis-moi tes amours, je ne t’aime pas,
Quelle heure te fut la plus enivrant’.
Je ne t’aime pas…
Et s’il t’aimait bien, ou s’il fut ingrat’…
En me le disant, ne sois pas charmant’;
Je ne t’aime pas…
Dimmi i tuoi amori - io non t’amo -,
quale fu per te l’ora più inebriante.
Io non t’amo…
E se lui ti amava, o se fu un ingrato…
Nel dirmelo, non incantarmi;
io non t’amo…
Je n’ai pas pleuré, je ne pas souffert,
Ce n’était qu’un rêve et qu’une folie.
Il me suffira que tes yeux soient
clairs,
Sans regret du soir, ni mélancolie.
Non ho pianto, non ho sofferto,
non era che un sogno e una follia.
Mi basterà che sian luminosi i tuoi
occhi,
senza rimpianti serali né malinconia.
Il me suffira de voir ton bonheur,
Il me suffira de voir ton sourir’.
Conte-moi comment-il a pris ton cœur
Et même dis-moi ce qu’on ne peut
dir’…
Mi basterà vedere la tua felicità,
mi basterà vedere il tuo sorriso.
Narrami come lui t’ha preso il cuore,
e dimmi anche quel che non si può
dire…
Non, tais-toi plutôt… Je suis à genoux…
Le feu s’est éteint, la porte est fermée…
Je ne t’aime pas.
Ne demande rien, je pleure… C’est
tout.
Je ne t’aime pas,
Je ne t’aime pas, ô ma bien-aimée.
Retire ta main, je ne t’aime pas…
No, taci piuttosto… Sono in ginocchio…
Il fuoco è spento, la porta è chiusa…
Io non t’amo.
Non chiedere nulla, io piango… È tutto.
Je ne t’aime pas…
Io non t’amo…
Io non t’amo,
io non t’amo, oh mia beneamata.
Togli la mano, io non t’amo…
Le traduzioni dei Lieder di Weill sono a cura di Olimpio Cescatti
ANGELIKA KIRCHSCHLAGER mezzosoprano
Nata a Salisburgo, Angelika Kirchschlager ha studiato pianoforte al
Mozarteum. Dopo il diploma al Liceo Musicale, nel 1984 si è trasferita alla
Musikakademie di Vienna dove ha studiato nella classe di Walter Berry e con
Gerhard Kahry.
Mezzosoprano tra i più richiesti in campo internazionale, con un repertorio
che spazia da Bach agli autori contemporanei, divide la sua attività tra opera,
concerti e recital con esibizioni in Europa, negli Stati Uniti e Medio Oriente.
Collabora stabilmente con Jean-Yves Thibaudet, Helmut Deutsch, il violista
Yuri Bashmet e direttori quali Claudio Abbado, Sir Colin Davis, Kurt Masur,
Riccardo Muti, Kent Nagano, Seiji Ozawa, Donald Runnicles e Sir Simon
Rattle. Si è esibita nei maggiori teatri e sale da concerto di tutto il mondo quali
Teatro alla Scala, Metropolitan Opera di New York, Opera Bastille a Parigi,
Opera di Vienna, Monaco, San Francisco, Salle Pleyel e Cité de la Musique a
Parigi, Carnegie Hall e Avery Fisher Hall a New York, Boston Symphony Hall
e Barbican Centre a Londra.
Tra gli impegni recenti i Wesendonck Lieder di Wagner al Festival di
Salisburgo, recital liederistici dedicati a Schubert e Schumann ai festival di
Lucerna e Schubertiade Schwarzenberg, Mahler a Vienna con i Wiener
Philharmoniker. Nell’autunno scorso ha partecipato a due concerti di gala per
festeggiare William Lyne, per lungo tempo direttore artistico della Wigmore
Hall di Londra. Si è inoltre esibita a Mosca con Yuri Bashmet e Jean-Yves
Thibaudet e alla Gulbenkian Foundation a Lisbona.
Per la stagione in corso ha in programma Così fan tutte di Mozart a Vienna
con Riccardo Muti, un recital alla Deutsche Oper di Berlino, concerti al
Konzerthaus (Sinfonia n. 1 di Bernstein) e al Musikverein (Respighi e
Chausson con i fratelli Capuçon) di Vienna e recital a Londra, Utrecht e
Lisbona.
La sua registrazione delle Nozze di Figaro nel ruolo di Cherubino con René
Jacobs è stata premiata con il Grammy Award 2004 e l’ECHO Music Award
2005. Il CD First Encounter in duo con il soprano Barbara Bonney ha vinto il
premio Echo 2005. Tra le recenti incisioni un CD dedicato alle arie delle più
famose operette viennesi con il baritono inglese Simon Keenlyside.
Attualmente è docente di canto al Mozarteum di Salisburgo.
Nel giugno 2007 ha meritato il titolo di “Kammersängerin der Wiener
Staatsoper” del Governo austriaco.
È stata ospite della nostra Società nel 2006.
HELMUT DEUTSCH pianoforte
Helmut Deutsch, nato a Vienna, ha studiato pianoforte, composizione e musicologia. Nel 1967 ha vinto il premio di composizione della sua città. Si è poi
specializzato nel repertorio cameristico e come accompagnatore al pianoforte.
Ospite in varie formazioni delle maggiori sale da concerto e di festival di
primo piano, ha collaborato per oltre dodici anni con Hermann Prey e con
altri cantanti di primo piano quali Juliane Banse, Barbara Bonney, Grace
Bumbry, Ileana Cotrubas, Brigitte Fassbaender, Angelika Kirchschlager,
Christiane Oelze, Anne Sophie von Otter, Dawn Upshaw, Ruth Ziesak; Olaf
Bär, Matthias Goerne, Dietrich Henschel, Wolfgang Holzmayr, Jonas
Kaufmann,Thomas Moser, Christoph Pregardien, Josef Protschka, Andreas
Schmidt, Peter Schreier, Bo Skovhus, Bernd Weikl.
Docente dal 1967 al 1979 alla Musikhochschule di Vienna, è oggi docente al
Conservatorio di Monaco di Baviera e tiene corsi di interpretazione liederistica in Europa e Giappone.
Le sue numerose registrazioni hanno meritato riconoscimenti internazionali.
È stato ospite della nostra Società nel 2006 con Angelika Kirchschlager.
Prossimi concerti:
martedì 7 aprile 2009, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
La Risonanza
Fabio Bonizzoni direttore
In vista dei riti della Pasqua, il clavicembalista Fabio Bonizzoni propone al
pubblico del Quartetto l’oratorio La Resurrezione, scritto da Händel nel 1708
durante il suo soggiorno a Roma. Il lavoro fu eseguito nel palazzo della famiglia
Ruspoli, al culmine di un periodo di spettacolari e fastose manifestazioni di
potere economico e culturale. L’ensemble La Risonanza s’impegna a far rivivere
le sonorità brillanti dell’orchestra di Corelli, mentre i cantanti Maria Grazia
Schiavo, Gabriele Hierdeis, Gabriella Martellacci, Makoto Sakurada e Sergio
Foresti ricalcano le orme dei grandi virtuosi dell’opera barocca, prima fra tutte la
celebre Margherita Durastante protagonista della prima esecuzione e dello
scandalo che ne seguì.
Programma (Discografia minima)
G.F. Händel
La Resurrezione, Oratorio HWV 47
(Combattimento Consort Amsterdam, dir.
Willelm de Vriend
Challenge Classics)
martedì 21 aprile 2009, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Giovanni Sollima, Monika Leskovar violoncelli
Solistenensemble Kaleidoskop
Sollima - Violoncelles, vibrez!, L.B. Files, Yet Can I Hear, Tree Raga
Song, When We Were Trees, Alone
MUSICA E POESIA A SAN MAURIZIO – 63° CICLO
LE CAPITALI DELLA MUSICA TRA 1500 E 1700 – MILANO, EUROPA
Mercoledì 22 aprile 2009 si inaugura con un concerto dell’Accademia
Bizantina diretta da Ottavio Dantone dedicato al ‘700 Veneziano il 63° ciclo di
Musica e Poesia a San Maurizio incentrato quest’anno su un viaggio ideale,
un percorso che inizia da Milano e va a toccare diversi centri di produzione della
musica tra ‘500 e ‘700, con le più importanti realtà artistiche e musicali italiane
ed europee che si sono sviluppate tra il Rinascimento e il Barocco.
Abbonamenti in vendita da domani, mercoledì 1° aprile, ore 13.30 - 17.30
presso la Società del Quartetto in via Durini 24.
Per ogni ulteriore informazione vi invitiamo a visitare il nostro sito
(www.quartettomilano.it) o a contattare la nostra segreteria (02 795.393,
[email protected]).
SCONTO PER I SOCI AL MASCAGNI PARKING
La Società del Quartetto ha definito un accordo con l’APCOA, titolare della
gestione del Mascagni Parking, per riservare ai nostri Soci, nelle sere di concerto, una consistente agevolazione: tre ore di parcheggio (da utilizzare tre le
19.30 e le 23.30) al prezzo di 5 anziché 9 Euro.
I buoni sono acquistabili nel foyer durante l'intervallo o comunque presso la
sede di via Durini, previa prenotazione telefonica (02 795.393) o via e-mail
([email protected]).
Società del Quartetto di Milano
via Durini 24 - 20122 Milano
tel. 02.795.393 – fax 02.7601.4281
www.quartettomilano.it
e-mail: [email protected]
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programma di sala - Società del Quartetto di Milano