STAGIONE 2008-09 Martedì 31 marzo 2009 ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Angelika Kirchschlager mezzosoprano Helmut Deutsch pianoforte 17 Consiglieri di turno Direttore Artistico Letizia Torrani Gonzales Antonio Magnocavallo Paolo Arcà Con il contributo di Con il contributo di Con la partecipazione di Sponsor istituzionali Con il patrocinio e il contributo di Con il patrocinio di È vietato prendere fotografie o fare registrazioni, audio o video, in sala con qualsiasi apparecchio, anche cellulare. Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo dopo la fine di ogni composizione, durante gli applausi. Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione e al pubblico il clima più favorevole all’ascolto, si invita a: • spegnere i telefoni cellulari e altri apparecchi con dispositivi acustici; • limitare qualsiasi rumore, anche involontario (fruscio di programmi, tosse…); • non lasciare la sala prima del congedo dell’artista. Angelika Kirchschlager Helmut Deutsch pianoforte Franz Schubert (Vienna 1797 - 1828) 13 Lieder Intervallo Erich Wolfgang Korngold (Brno 1897 – Hollywood 1957) 5 Lieder op. 38 Kurt Weill (Dessau 1900 – New York 1950) Stay Well Complainte de la Seine Der Abschiedsbrief Je ne t’aime pas mezzosoprano Franz Schubert Fischerweise D 881 Der Wanderer an den Mond D 870 Bertas Lied in der Nacht D 653 Wehmut D 772 Frühlingsglaube D 686 Im Frühling D 882 Die Sterne D 939 Lied der Anne Lyle D 830 Abschied D 475 Rastlose Liebe D 138 Die Liebe (Klärchens Lied) D 210 Geheimes D 719 Versunken D 715 L’antologia di Lieder preparata da Angelika Kirschschlager e Helmut Deutsch presenta una serie di lavori che vanno dal 1815 al 1828. Schubert ha musicato i testi di circa un centinaio di poeti. Questa schiera di scrittori rappresenta uno spaccato formidabile della vita spirituale dell’epoca. Ciò vale in particolare per i numerosi poeti quasi sconosciuti che hanno alimentato la vita culturale di Vienna nel plumbeo periodo della Restaurazione. Tra loro si trovano anche un certo numero di amici personali di Schubert. Il primo e più importante fu senz’altro Johann Mayrhofer, l’autore più musicato da Schubert dopo Goethe e Schiller. Schubert scrisse insieme all’amico anche il Singspiel Die Freunde von Salamanca e progettò un’opera rimasta incompiuta intitolata Adrast. Mayrhofer ebbe un’influenza determinante sulla decisione di Schubert di dedicarsi alla musica, tra il 1817 e il 1820. A quel periodo risale anche Abschied, un Lied che esprime con una sensibilità esacerbata il dolore per la perdita di un affetto, uno dei temi centrali nella musica di Schubert. Karl Gottfried von Leitner e Johann Gabriel Seidl sono altri due poeti austriaci della generazione di Schubert. Leitner, all’epoca in cui Schubert mise in musica Die Sterne, nel 1828, era un giovane e promettente poeta romantico. Il testo, musicato in forma strofica con la glaciale semplicità dell’ultimo Schubert, riporta in effetti a quell’anelito verso l’infinito, animato da una sorta di religione della natura e dei sentimenti tipica dei poeti del Nord. Anche Johann Gabriel Seidl era giovanissimo, quando nel 1826 si presentò alla ribalta letteraria di Vienna con una raccolta di poesie. Nato nel 1804, Seidl rappresentava il tipico frutto del ceto intellettuale viennese. Schubert colse immediatamente le affinità con la sua poesia, musicando già nel 1826 un gruppo di suoi lavori, tra i quali Der Wanderer an den Mond. Il Lied esprime il crescente senso di solitudine e di estraneità dal mondo del musicista, con accenti che preparano il terreno al grande ciclo della Winterreise. Sulla strada verso il paesaggio mortuario dell’ultimo Schubert troviamo anche Im Frühling, una perla scovata nello scrigno di un dimenticato poeta. Ernst Schulze scomparve prematuramente, nel 1817, lasciando un diario poetico di sconvolgente forza espressiva. Schubert rimase profondamente impressionato da quella lettura e dal pessimismo espresso in quei versi apparentemente sentimentali, scrivendo un lavoro magistrale come Im Frühling, tragico e innocente allo stesso tempo. Franz Xaver von Schlechta e Matthäeus von Collin, autori rispettivamente di Fischerweise e di Wehmut, figuravano tra i più cordiali sostenitori di Schubert. Non era un ambiente di letterati di professione e la loro poesia, benché espressa con un certo mestiere, apparteneva piuttosto al genere dell’intrattenimento domestico. Collin, in particolare, scrisse tuttavia dei versi che ispirarono a Schubert alcuni dei suoi Lieder più belli. Il musicista era legato alla sua figura sensibile e melanconica, onorata dopo la scomparsa, nel 1824, con il magnifico Nacht und Träume. Wehmut, scritto nel periodo fosco della crisi del 1822, esprime la disperazione e lo stato d’animo miserabile di Schubert, che scrive il Lied nello stile cosiddetto durchcomponiert, ossia musicando il testo liberamente, verso per verso. Franz Grillparzer e Ludwig Uhland furono invece poeti di grande levatura. Grillparzer, secondo Erminio Pocar “il più viennese dei poeti viennesi”, ebbe sicuramente rapporti con Schubert, ma non così intensi come con Beethoven. La poesia di Uhland invece scaldava il cuore dei giovani con lo slancio della passione civile, che lo portò ad abbandonare la poesia molto presto per dedicarsi all’attività politica. Sia Bertas Lied di Grillparzer, sia Frühlingsglaube di Uhland esprimono un sentimento di fiducia nella vita che corrispondeva alle speranze di Schubert alla fine degli anni Dieci. In quella prima fase il Lied di Schubert attingeva temi e paesaggi poetici dalla letteratura classica e dalla poesia dei due maggiori scrittori del tempo, Goethe e Schiller. Goethe, in particolare, rappresentava il nume lontano del giovane musicista, alimentando senza saperlo la fucina di un nuovo genere di musica vocale. Goethe rappresentava un momento di passaggio verso un’espressione pienamente personale, che non aveva bisogno di crescere all’ombra della grande quercia della sua poesia. Rastlose Liebe, dedicata al maestro Antonio Salieri, e Die Liebe, il Lied cantato da Klärchen nella tragedia Egmont, scritti nel 1815, rappresentano capitoli freschi e ingenui di uno splendido romanzo di formazione. Ma la poesia di Goethe aveva anche altri lati della psiche umana da mostrare, più sensuali e inconfessabili. Tra febbraio e marzo del 1821 Schubert compose Versunken e Geheimes, due Lieder tratti dalla raccolta West-Östlicher Divan. Geheimes è giocato su una semplice idea del pianoforte, allusiva e confidenziale nello stile di una musica da cabaret, mentre Versunken esprime la forza del desiderio erotico con un’incalzante accompagnamento del pianoforte. La storia del Lied der Anne Lyle rivela un tipico aspetto della sensibilità dell’epoca. Il testo è la versione tedesca di una poesia dello scrittore scozzese Andrew MacDonald. I versi erano citati in un romanzo di Walter Scott, A Legend of Montrose, dove vengono menzionate le poesie dell’ingenious and unhappy Andrew MacDonald. Schubert riveste la triste ballata di Anne Lyle, musicata nel 1825, nella tonalità di do minore e nel ritmo del giambo, che rappresentava nella sua musica l’espressione ironica della tragedia umana. Erich Wolfgang Korngold 5 Lieder op. 38 Glückwunsch Der Kranke Alt-spanish Old English Song My Mistress’ Eyes La storia del Lied termina in pratica alla fine della Prima Guerra mondiale. Dopo il 1918 la scrittura di Lieder diventa un fenomeno sempre più isolato e marginale, mentre altre forme di espressione vocale si affermano nella musica del nuovo secolo. Una buona fetta di questa produzione è legata allo sviluppo dei moderni mezzi di comunicazione di massa, come il fonografo, la radio, il cinematografo, la televisione. La rapida trasformazione delle abitudini e dei generi musicali si osserva molto chiaramente nell’opera di Erich Wolfgang Korngold. Figlio di un autorevole critico musicale viennese, Korngold manifestò ancora da adolescente uno sbalorditivo talento. Come tutti i giovani musicisti viennesi, cominciò scrivendo Lieder su testi di poeti ben collocati nel canone letterario dell’epoca. A quattordici anni intraprende la composizione del primo importante ciclo di Lieder, tratti da testi di Josef von Eichendorff. Korngold compose una quantità di Lieder anche negli anni successivi, tutti scritti prima del 1920. In armonia con le profonde trasformazioni in corso nella musica e nella società, Korngold si dedicò da allora in poi ad altri generi, tornando sporadicamente a scrivere Lieder. Molti anni dopo, nel 1948, il musicista, trasferitosi prima della guerra negli Stati Uniti, pubblicò una raccolta intitolata Fünf Lieder op. 38, che apparentemente sembra stabilire un legame con la tradizione. In realtà quattro dei cinque lavori della raccolta provenivano da musiche da film scritte per Hollywood. I wish you bliss (Glückwunsch), su testo di Richard Dehmel, sfrutta il grande tema lirico del film Devotion (1946), con Ida Lupino e Olivia de Havilland nei panni delle sorelle Brontë. Wings (Der Kranke) segna il ritorno alla poesia di Eichendorff e trae origine dalle musiche per il film Juarez (1939). La protagonista Bette Davis, nei panni dell’imperatrice Carlotta, ascoltava il melanconico canto di un umile uomo, Benito Juarez, che osava sfidare il trono con le sue idee democratiche. The Sea Hawk (1939), Lo sparviero del mare, fu l’ultimo film di cappa e spada della coppia formata dal regista Michael Curtiz e dall’attore Errol Flynn. Korngold usò per una scena del film un Lied gentile e cortese scritto nel 1911, Das Mädchen, su nuovi versi dello sceneggiatore del film Howard Koch. In questa nuova veste, Old Spanish Song (Alt-spanisch) ha contribuito a una delle migliori colonne sonore del compositore. Korngold era il musicista di punta della Warner Bros e nel 1939 vinse il secondo Oscar. In quello stesso anno la squadra vincente produceva un nuovo film avventuroso, basato sulle tumultuose vicende sentimentali della regina Elisabetta I (Bette Davis) con il duca di Essex Robert Devereux (Flynn), The Private Lives of Elizabeth and Essex. Old English Song è una gagliarda canzone di amor patrio, espresso in uno stile schiettamente popolare. L’unico Lied scritto al di fuori del mondo del cinema è My Mistress’ Eyes, sul testo di un sonetto di Shakespeare. Korngold ha dedicato questa elegante melodia al figlio maggiore, con il quale condivideva l’amore per il grande drammaturgo. Kurt Weill Songs e chansons Stay Well Complainte de la Seine Der Abschiedsbrief Je ne t’aime pas Le contraddizioni messe in evidenza dalla musica di Korngold trovano un’espressione molto più intensa e radicale nella figura di Kurt Weill. I critici hanno coniato per questo musicista la definizione “i due Weill”, per sottolineare la frattura totale avvenuta nella sua opera tra il periodo europeo e quello americano. Weill, a differenza della maggior parte dei musicisti emigrati negli Stati Uniti negli anni Trenta, decise di abiurare completamente le radici culturali del proprio paese d’origine. Nel 1937 dichiarò all’ufficio immigrazione di non avere nessuna nazionalità. Lo shock provocato dal dilagare del fenomeno nazista lasciò in Weill una ferita insanabile, che risvegliò probabilmente antiche angosce della popolazione ebraica e un radicato pessimismo. Benché anche i suoi primi passi nella composizione fossero avvenuti nell’ambito del Lied, Weill cominciò a elaborare forme nuove d’espressione vocale, trasformando i modelli della canzone popolare. I lavori nati dalla collaborazione con Brecht, a cavallo degli anni Trenta, avevano procurato a Weill la fama internazionale e l’ostracismo dei dirigenti nazisti. Esule a Parigi, Weill cercò di sfruttare la popolarità delle musiche scritte per Brecht, nella speranza di guadagnare qualcosa per vivere. Nell’estate del 1934 compose alcune canzoni da cabaret per la cantante e attrice francese Lys Gauty. Complainte de la Seine e Je ne t’aime pas sono su testi di Maurice Magre, una figura eccentrica di scrittore anarchico e insofferente alle convenzioni sociali. L’estate precedente aveva ricevuto una proposta dalla casa discografica Ultraphon. Marlene Dietrich desiderava registrare alcune nuove canzoni di Weill, che scrisse per questo progetto non realizzato una canzone, Abschiedsbrief, su testo dello scrittore Erich Kästner, uno degli esponenti di primo piano del movimento Neue Sachlichkeit (nuova oggettività). L’idea di amore espressa da queste canzoni contrasta con il sentimentalismo della musica di consumo, rispecchiando in un certo senso il viscerale e controverso rapporto tra il musicista e Lotte Lenya. Stay Well invece è un song contenuto nell’ultimo lavoro di Weill, il musical Lost in the Stars, frutto della collaborazione con il drammaturgo Maxwell Anderson. Il soggetto del musical, ambientato in Sudafrica, riguarda la discriminazione razziale e l’idea di giustizia, due temi profondamente sentiti nell’opera di Weill. Nella sua baracca, Irina, una cantante da night-club di ambigua moralità, medita sul suo rapporto con Absalom, il figlio violento e sbandato del protagonista, Stephen Kumalo. Nella canzone di Irina, Weill esprime per l’ultima volta il grumo di sentimenti contrastanti – complicità, compassione, dipendenza – che avevano segnato la lunga storia d’amore con Lotte Lenya. Oreste Bossini Franz Schubert Fischerweise D 881 op. 96 n. 4 La melodia del pescatore (F. von Schlechta) Den Fischer fechten Sorgen Und Gram und Leid nicht an. Er löst am frühen Morgen Mit leichtem Sinn den Kahn. Il pescatore non è afflitto Da preoccupazioni, angoscia e dolore; Presto al mattino egli salpa Sulla sua imbarcazione a cuor leggero. Da lagert rings noch Friede Auf Wald und Flur und Bach, Er ruft mit seinem Liede Die gold’ne Sonne wach. Regna ancor la pace intorno Su foreste, prati e ruscelli, Con il suo canto egli Risveglia il sole dorato. Er singt zu seinem Werke Aus voller frischer Brust, Die Arbeit gibt ihm Stärke, Die Stärke Lebenslust! Egli canta al suo lavoro Con petto pieno e vigoroso, Il suo lavoro gli dà forza, E la forza, voglia di vivere! Bald wird ein bunt Gewimmel In allen Tiefen laut, Und plätschert durch den Himmel, Der sich im Wasser baut – Ma un banco di pesci dalle squame brillanti Appare improvvisamente nelle profondità, E passa attraverso il blu del cielo, Che si specchia nelle onde – Doch wer ein Netz will stellen, Braucht Augen klar und gut, Muß heiter gleich den Wellen Und frei sein wie die Flut; Ma chiunque desideri preparare una rete, Ha bisogno di occhi buoni e acuti, Deve essere allegro come le onde E libero come la marea; Dort angelt auf der Brücke Die Hirtin – schlauer Wicht, Entsage deiner Tücke, Den Fisch betrügst du nicht! Là, sul ponte, la pastorella Sta pescando – furba giovanetta, Abbandona i tuoi trucchi, Non ingannerai il pesce. Der Wanderer an den Mond D 870 Il viandante alla luna (J.G. Seidl) Auf Erden – ich, am Himmel – du Wir wandern beide rüstig zu: – Ich ernst und trüb, du mild und rein, Was mag der Unterschied wohl sein? Io sulla terra, tu nel cielo, Entrambi viaggiamo velocemente: Io solenne e cupo, tu pura e gentile, Quale può essere la differenza fra noi? Ich wandre fremd von Land zu Land, So heimatlos, so unbekannt, Berg auf, Berg ab, Wald ein, Wald aus, Io vago straniero di terra in terra, Così senza patria, così sconosciuto, Su e giù per le montagne, dentro le foreste e fuori, Tuttavia, ah, in nessun luogo io sono a casa. Doch bin ich nirgend, ach, zu Haus. Du aber wanderst auf und ab Aus Ostens Wieg’ in Westerns Grab, Wallst Länder ein und Länder aus, Und bist doch, wo du bist, zu Haus. Ma tu vaghi su e giù Dalla culla a oriente alla tomba a occidente, Viaggi di paese in paese, E tuttavia sei a casa dovunque ti trovi. Der Himmel, endlos ausgespannt, Ist dein geliebtes Heimatland. O glücklich wer, wohin er geht, Doch auf der Heimat Boden steht! Il cielo che si stende sconfinato, È la tua amata patria: Oh felice chi, dovunque vada, È sempre sul suolo natio. Bertas Lied in der Nacht D 653 Il canto di Berta nella notte (F. Grillparzer) Nacht umhüllt Mit wehendem Flügel Täler und Hügel Ladend zur Ruh’. La notte avvolge Con ala battente Le valli e le colline Invitandole al riposo. Und dem Schlummer Dem lieblichen Kinde, Leise und linde Flüstert sie zu: E per fare addormentare Quel bel bambino, Dolcemente e delicatamente Ella mormora: “Weißt du ein Auge, Wachend im Kummer, Lieblicher Schlummer, Drücke mir’s zu!” “Se conosci un occhio Che sia sveglio per il dolore, Dolce sonno, Chiudilo per me!” Fühlst du sein Nahen? Ahnest du Ruh? Alles deckt der Schlummer, Schlumm’re auch du. Senti la sua vicinanza? Percepisci la pace? Il sonno si diffonde su tutto, Dormi anche tu. Wehmut D 772 op. 22 n. 2 Malinconia (M. von Collin) Wenn ich durch Wald und Fluren geh’, Es wird mir dann so wohl und weh In unruhvoller Brust. So wohl, so weh, wenn ich die Au In ihrer Schönheit Fülle schau’, Und all die Frühlingslust. Quando cammino nei boschi e nei campi, Mi sento così felice e tuttavia così triste Nel mio cuore agitato. Così felice, così triste, quando guardo I prati nel pieno della loro bellezza, E tutta la gioia della primavera. Denn was im Winde tönend weht, Was aufgetürmt gen Himmel steht, Und auch der Mensch, so hold vertraut Mit all’ der Schönheit, die er schaut, Entschwindet, und vergeht. Perché tutto ciò che soffia ed echeggia nel vento, Tutto ciò che si torreggia verso il cielo, E anche l’uomo, così appassionatamente in comunione Con tutta la bellezza che contempla, Svanisce e passa. Frülingsglaube D 686 Fede primaverile (L. Uhland) Die linden Lüfte sind erwacht, Sie säuseln und wehen Tag und Nacht, Sie schaffen an allen Enden. O frischer Duft, o neuer Klang! Nun, armes Herze, sei nicht bang! Nun muß sich alles, alles wenden. Le dolci brezze si sono svegliate, si agitano e sussurrano giorno e notte, Dovunque si danno un gran da fare. O fresco profumo, o nuovo suono! Ora, povero cuore, non aver paura! Ora tutto, tutto deve cambiare. Die Welt wird schöner mit jedem Tag, Man weiß nicht, was noch werden mag, Das Blühen will nicht enden. Es blüht das fernste, tiefste Tal: Nun muß sich alles, alles wenden. Il mondo diventa ogni giorno più bello, Nessuno sa che cos’altro verrà, La fioritura non conosce fine; La più distante, la più profonda vallata è i fiore: Ora, povero cuore, dimentica il tuo tormento! Ora tutto, tutto deve cambiare. Im Frühling D 882 op. 101 n. 1 In primavera Nun, armes Herz, vergiß die Qual! (E. Schulze) Still sitz’ ich an des Hügels Hang, Der Himmel ist so klar, Das Lüftchen spielt im grünen Tal, Wo ich beim ersten Frühlingsstrahl Einst, ach so glücklich war; Wo ich an ihrer Seite ging So traulich und so nah, Und tief im dunklen Felsenquell Sono seduto in silenzio sul versante del colle, Il cielo è così chiaro, La brezza gioca sulla verde vallata. Dove al primo raggio di primavera, Ero un tempo così felice; Den schönen Himmel blau und hell Und sie im Himmel sah. Dove camminavo al suo fianco, Così intimo e così vicino, E vedevo riflettersi nell'acqua oscura delle rocce Il bel cielo blu e chiaro, E lei stessa nel cielo. Sieh, wie der bunte Frühling schon Aus Knosp’ und Blüte blickt! Nicht alle Blüten sind mir gleich, Am liebsten pflückt’ ich von dem Zweig, Von welchem sie gepflückt. Guarda, come la cangiante primavera Già mira dai boccioli e dai fiori! Non tutti i fiori sono gli stessi per me, Preferisco coglierli dai rami, Da cui li coglieva lei. Denn alles ist wie damals noch, Die Blumen, das Gefild, Die Sonne scheint nicht minder hell, Nicht minder freundlich schwimmt im Quell Das blaue Himmelsbild. Poiché tutto è rimasto come un tempo, I fiori, i campi; Il sole non splende meno chiaro, Non meno gentilmente si riflette nella fonte L’azzurra immagine celeste. Es wandeln nur sich Will’ und Wahn, Es wechseln Lust und Streit, Vorüber flieht der Liebe Glück, Und nur die Liebe bleibt zurück, Die Lieb’ und ach, das Leid! Solamente la volontà e l’illusione cambiano, La gioia ed il conflitto si alternano, Fugge la felicità dell’amore, E non resta che l’amore, L’amore e, ahimé, il dolore. O wär’ ich doch ein Vöglein nur Dort an dem Wiesenhang! Dann blieb’ ich auf den Zweigen hier, Und säng’ ein süßes Lied von ihr, Den ganzen Sommer lang. Oh, se soltanto fossi un uccellino, Laggiù sul versante erboso, Rimarrei qui sui rami, E canterei un dolce canto in suo onore, Per tutta l’estate. Die Sterne D 939 op. 96 n. 1 Le stelle (K.G. von Leitner) Wie blitzen die Sterne so hell durch die Nacht! Bin oft schon darüber vom Schlummer erwacht. Doch schelt’ ich die lichten Gebilde drum nicht, Sie üben im Stillen manch heilsame Pflicht. Come brillano luminose le stelle nella notte! Spesso mi hanno destato dal sonno. Sie wallen hoch oben in Engelgestalt, Sie leuchten dem Pilger durch Heiden und Wald. Sie schweben als Boten der Liebe umher, Und tragen oft Küsse weit über das Meer. Vagano in alto sotto forma di angeli, Illuminano la via del pellegrino attraverso prato e foresta. Si librano come araldi d’amore, Sie blicken dem Dulder recht mild ins Gesicht, Und säumen die Tränen mit silbernem Licht. Und weisen von Gräbern gar tröstlich und hold Uns hinter das Blaue mit Fingern von Gold. Fissano teneramente in viso il sofferente, E asciugano le sue lacrime con luce argentea; E ci dirigono lontano dalla tomba in modo confortante e gentile, Oltre il cielo blu con dita dorate. Ma non rimprovero le figure luminose per questo, Esse eseguono nel silenzio un compito benevolo. Portano lontano i baci attraverso il mare. So sei denn gesegnet, du strahlige Schar! Und leuchte mir lange noch freundlich und klar! Und wenn ich einst liebe, seid hold dem Verein, Und euer Geflimmer laßt Segen uns sein! Ora sia tu benedetta, tu folla radiosa! Lied der Anne Lyle D 830 op. 85 n. 1 Canto di Anne Lyle E a lungo splendi su me con la tua gradevole luce chiara! E se un giorno io dovessi innamorarmi, sorridi sul legame, E lascia che il tuo scintillare in cambio ci benedica! (A. MacDonald) Wärst du bei mir im Lebenstal, Gern wollt’ ich alles mit dir teilen; Mit dir zu flieh’n wär’ leichte Wahl, Bei mildem Wind, bei Sturmes Heulen. Doch trennt uns harte Schicksalsmacht, Uns ist nicht gleiches Los geschrieben Mein Glück ist, wenn dir Freude lacht Ich wein’ und bete für den Lieben. Es wird mein töricht’ Herz vergeh’n, Wenn’s alle Hoffnung sieht verschwinden, Doch soll’s nie seinen Gram gesteh'n, Nie mürrisch klagend ihn verkünden. Und drückt des Lebens Last das Herz, Soll nie den matten Blick sie trüben, So lange mein geheimer Schmerz Ein Kummer wäre für den Lieben. Se tu fossi con me nella valle della vita, Volentieri condividerei tutto con te; Sarebbe una facile scelta volare con te Nelle brezze delicate, o nella tempesta urlante. Ma il severo potere del fato ci separa, Non ci è concesso lo stesso destino La felicità è mia quando la gioia ti arride, Piango e prego per il mio amato. Il mio sciocco cuore non batterà più Se vedrà svanire ogni speranza, Ma non ammetterà mai il suo dolore, Né lo proclamerà con cupo lamento. E se il peso della vita m opprime il cuore Non offuscherò mai i miei occhi stanchi Mentre il mio segreto dolore Può affliggere il mio amato. Abschied D 475 Addio (J. Mayrhofer) Über die Berge zieht ihr fort, Kommt an manchen grünen Ort, Muß zurücke ganz allein, Lebet wohl, es muß so sein! Sulle montagne vai, E ti imbatti n molti luoghi verdi, Io devo ritornare tutto solo, Addio, Deve essere così! Scheiden, meiden, was man liebt, Ach wie wird das Herz betrübt! O Seenspiegel, Wald und Hügel schwinden all, Hör’ verschwimmen eurer Stimmen Widerhall. Separarsi, lasciare ciò che amiamo, Ah, come affligge il cuore! Limpidi laghi, boschi e colline svaniscono tutti, Sento scomparire l’eco della tua voce. Lebt wohl! klingt klagevoll. Ach wie wird das Herz betrübt! Scheiden, meiden was man liebt, Lebt wohl! klingt klagevoll. Addio! Risuona il lamento. Ah, come affligge il cuore! Separarsi, lasciare ciò che amiamo, Addio! Risuona il lamento. Rastlose Liebe D 138 Amore senza pace (J.W. von Goethe) Dem Schnee, dem Regen, Dem Wind entgegen, Im Dampf der Klüfte Durch Nebeldüfte, Immer zu, immer zu! Ohne Rast und Ruh! Nella neve, Nella pioggia, nel vento, Tra il fumo degli abissi, Tra nebbie che profumano, Sempre avanti, sempre avanti! Senza sosta né pace! Lieber durch Leiden Möcht’ ich mich schlagen, Als so viel Freuden Des Lebens ertragen! Tra dolori Vorrei battermi, Piuttosto che sopportare tante Gioie della vita. Alle das Neigen Von Herzen zu Herzen, Ach, wie so eigen Schaffet das Schmerzen! Tutto questo chinarsi Di cuore in cuore, Ah, in che strana maniera Causa dolore! Wie soll ich flieh’n? Wälderwärts zieh’n? Alles vergebens! Krone des Lebens, Glück ohne Ruh, Liebe, bist du. Come dovrò fuggire? Andare verso le foreste? Tutto inutilmente! Corona della vita, Felicità senza pace, Amore, sei tu! Die Liebe (Klärchens Lied) D 210 L’amore (Canto di Claretta) (J.W. von Goethe) Freudvoll Und leidvoll, Gedankenvoll sein; Langen Und bangen In schwebender Pein; Himmelhoch jauchzend, Zum Tode betrübt; Glücklich allein Ist die Seele, die liebt. Felice E triste, Essere pieno di pensieri; Bramare E affliggersi Nel lento dolore; Ora essere alle stelle per l’allegria, Ora essere depresso alla morte; Soltanto l’anima che ama è felice. Geheimes D 719 Notizie segrete (J.W. von Goethe) Über meines Liebchens Äugeln Steh’n verwundert alle Leute, Ich, der Wissende, dagegen Weiß recht gut, was das bedeute. Tutta la gente è sbalordita Per le occhiate della mia amata, Ma io, che capisco, So molto bene ciò che significano. Denn es heißt: Ich liebe diesen, Und nicht etwa den und jenen. Lasset nur, ihr guten Leute, Euer Wundern, euer Sehnen! Vogliono dire: egli è colui che amo, Non questo o quello. Allora buona gente Cessate il vostro stupore e la vostra brama! Ja, mit ungeheuren Mächten Blicket sie wohl in die Runde; Doch sie sucht nur zu verkünden Ihm die nächste süße Stunde. Sì, con immensa autorità Ella si guarda intorno; Ma cerca soltanto di annunziargli La prossima dolce ora. Versunken D 715 Assorto (J.W. von Goethe) Voll Locken kraus ein Haupt so rund! – Und darf ich dann in solchen reichen Haaren Mit vollen Händen hin und wider fahren, Da fühl ich mich von Herzensgrund gesund. Una testa così rotonda e ricoperta di trecce ricce, E quando posso riempirmi le mani Con quei folti capelli passandoli avanti e indietro, Mi sento bene dalle profondità del mio cuore. Und küss’ ich Stirne, Bogen, Augen, Mund, Dann bin ich frisch und immer wieder wund. Der fünfgezackte Kamm, wo soll er stocken? Er kehrt schon wieder zu den Locken. Das Ohr versagt sich nicht dem Spiel, E quando bacio fronte, ciglia, occhi, bocca, So zart zum Scherz, so liebeviel! Doch wie man auf dem Köpfchen kraut, Man wird in solchen reichen Haaren Così tenero nello svago, così affettuoso! Ma quando tu accarezzi questa testolina, La tua mano passa avanti e indietro eternamente Attraverso quei folti capelli. Per la testolina così tonda, crespa di riccioli. Für ewig auf und nieder fahren Voll Locken kraus ein Haupt so rund. Allora mi sento rianimato ma spesso ferito. Ma quando dovrebbe fermarsi il pettine a cinque denti? Ritorna ancora alle trecce. L’orecchio non rifiuta di partecipare al gioco, Le traduzioni dei Lieder di Schubert sono tratte da Lieder e lavori corali di Stefania Santandrea, I Saggi, Mobydick E.W. Korngold Fünf Lieder op. 38 Glückwunsch Augurio di felicità (R. Dehmel) Ich wünsche dir Glück. Ich bring dir die Sonne in meinem Blick. Ich fühle dein Herz in meiner Brust; Es wünscht dir mehr als eitel Lust. Es fühlt und wünscht: die Sonne scheint, Auch wenn dein Blick zu brechen meint. Es wünscht dir Blicke so sehnsuchtslos, Als trügest du die Welt im Schoß. Es wünscht dir Blicke so voll Begehren, Als sei die Erde neu zu gebären. Es wünscht dir Blicke voll der Kraft, Die aus Winter sich Frühling schafft. Und täglich leuchte durch dein Haus Aller Liebe Blumenstrauß! Der Kranke Ti auguro felicità. Ti porto il sole nel mio sguardo. Sento il tuo cuore nel mio petto; esso ti augura qualcosa di più che un futile piacere. Sente e spera: il sole splende, anche quando il tuo sguardo crede di spezzarsi. Ti augura sguardi così privi di rimpianto come se tenessi il mondo in grembo. Ti augura sguardi così pieni di desiderio come se la terra fosse da creare da capo. Ti augura sguardi pieni di forza così che l’inverno si trasformi in primavera. E tutti i giorni risplenda nella tua casa il mazzo fiorito di tutti gli amori! Il malato (J. von Eichendorff) Soll ich dich denn nun verlassen, Erde, heit’res Vaterhaus? Herzlich Lieben, mutig Hassen, Ist denn alles, alles aus? Dunque devo proprio lasciarti, o terra, patria felice? Amare di cuore, odiare con coraggio, tutto, tutto è finito? Vor dem Fenster durch die Linden Spielt es wie ein linder Gruß. Lüfte, wollt ihr mir verkünden, Daß ich bald hinunter muß? Davanti alla finestra attraverso i tigli risuona come un tenero saluto. Brezze, volete annunciarmi che presto dovrò scendere giù? Liebe ferne, blaue Hügel, Stiller Fluß im Talesgrün, Ach, wie oft wünscht ich mir Flügel, Über euch hinweg zu zieh’n! Care, lontane, azzurre colline, fiume silente nella valle verdeggiante, quanto spesso ho desiderato avere ali per librarmi sopra di voi! Da sich jetzt die Flügel dehnen, Schaur’ ich in mich selbst zurück, Und ein unbeschreiblich Sehnen Zieht mich zu der Welt zurück. Ora che le ali si dispiegano, rabbrividisco dentro di me, e una inesprimibile nostalgia mi riporta verso il mondo. Alt-spanisch Antica canzone spagnola (H. Koch) Steht ein Mädchen an dem Fenster, in die Ferne schweift ihr Blick. Blass die Wangen, schwer ihr Herze, Singt sie von entschwund’nem Glück: “Mein Lieb kehrt nicht zurück!” Sta una fanciulla alla finestra, lo sguardo si perde in lontananza. Pallide le guance, pesante il suo cuore, ella canta la sua perduta felicità: “Il mio amore più non torna!” Der Abend dämmert sacht, Ein Stern ersehnt die Nacht. Und im Winde klinget leise Eine bange Traummusik. Wie ein Echo tönt die Weise: “Mein Lieb kehrt nicht zurück!” Cala dolcemente la sera, una stella desidera la notte. E nel vento risuona lieve una trepidante musica di sogno. Come un’eco risuona il canto: “Il mio amore più non torna!” Old English Song Antica canzone inglese Now hark, all you gallants! Your ears I would tease With a song of Lord Essex In the fight at Cadiz! How he scuppered them Spaniards And hacked out their spleen, For the glory of England and Elizabeth, our queen! State ora a sentire, gente: vi canto una canzone di Lord Essex, il massacratore, alla battaglia di Cadice! Come li ha suonati, gli Spagnoli, come li ha rincorsi, a gloria dell’Inghilterra e della sua regina! We’ve rounded the port, boys, The cannons they roar, The sea’s full of corpses And Spain is no more! They bobbed on the tide, boys, The fat and the lean, For the glory of England and Elizabeth, our queen! I cannoni sparano le loro palle sul porto. Il mare è pieno di corpi e la Spagna è morta! Si canti e si danzi, sia i grassi che i magri, a gloria dell’Inghilterra e della sua regina! My Mistress’ Eyes Gli occhi della mia donna (W. Shakespeare) (traduzione di E. Chinol) My mistress’ eyes are nothing like the sun; Coral is far more red than her lips red; Gli occhi della mia donna non sono come il sole; il corallo è ben più rosso del rosso delle sue labbra; se la neve è bianca, allora il suo seno è grigio; se i capelli sono crini, nero crine cresce sul suo capo. Ho visto rose screziate, bianche e rosse, If snow be white, why then her breasts are dun; If hairs be wires, black wires grow on her head. I have seen roses damask’d, red and white, But no such roses see I in her cheeks; And in some perfumes is there more delight Than in the breath that from my mistress reeks. I love to hear her speak, yet well I know That music hath a far more pleasing sound; I grant I never saw a goddess go; My mistress, when she walks, treads on the ground: And yet, by heaven, I think my love as rare As any she belied with false compare. ma sulle sue guance non le vedo; e ci sono profumi più deliziosi dell’alito che la mia donna esala. Amo sentirla parlare, però so bene che la musica ha suoni più gradevoli; non ho mai visto camminare una dea, e lei nel farlo calca la terra. Eppure, per il cielo, son così rari i suoi doni quanto quelli d’ogni donna tradita da falsi paragoni. Kurt Weill Stay Well Statti bene (dal musical Lost in the stars su libretto di M. Anderson) If I tell truth to you, My love, my own, Grief is your gift to me, Grief alone, Wild passion at midnight, Wild anger at dawn, Yet when you’re absent I weep you gone. Se devo dirti la verità, amore mio, mio tutto, è tormento quel che mi doni, solo tormento, selvaggia passione a mezzanotte, ira selvaggia all’alba, eppure se tu non ci sei, rimpiango la tua partenza. Stay well, O keeper of my love, Go well, throughout all your days, Your star be my luckiest star above, Your ways the luckiest ways. Statti bene, custode del mio amore, va’ pure, per tutti i tuoi giorni la tua stella sia la mia più lieta stella, le tue vie le mie più liete vie. Since unto you my one love is given, And since with you it will remain, Though you bring fear of hell, despair of heaven, Stay well, come well to my door again. Finché sei il mio solo amore, e finché tale resterà, anche se minacci l’inferno, dimenticare il cielo, statti bene, ma torna alla mia porta. Complainte de la Seine Lamento della Senna (Maurice Magre) Au fond de la Seine, il y a de l’or, Des bateaux rouillés, des bijoux, des armes. Au fond de la Seine, il y a des morts. Au fond de la Seine, il y a des larmes. Au fond de la Seine, il y a des fleurs; De vase et de boue ell’s sont nourries. Au fond de la Seine, il y a des cœurs Qui souffrir’nt trop pour vivre la vie. Et puis des cailloux et des bêtes grises. L’âme des égouts soufflant des poisons. Les anneaux jetés par des incomprises, Des pieds qu’une hélice a coupés du tronc. Nel fondo della Senna c’è dell’oro, navi arrugginite, gioielli, armi. Nel fondo della Senna ci sono dei morti. Nel fondo della Senna ci sono lacrime. Nel fondo della Senna ci sono fiori; si nutrono di fango e di melma. Nel fondo della Senna ci sono dei cuori che troppo soffrirono per vivere la vita. E poi sassi e bestie grigie. L’anima delle fogne che soffian veleni. Anelli gettati dagli incompresi, piedi che un’elica ha di netto troncati. Et les fruits maudits des ventres stériles, Les blancs avortés que nul n’aima. Les vomissements de la grand’ville. Au fond de la Seine, il y a cela. Ô Seine clémente où vont les cadavres, Ô lit dont les draps sont faits de limon. Fleuv’ des déchets, sans fanal, ni havre, Chanteuse berçant, la morgue et les ponts. E i frutti maledetti di sterili ventri, i bianchi aborti che nessuno amò. I vomiti della grande città. Nel fondo della Senna, questo ci sta. Oh Senna clemente dove finiscono i cadaveri, oh letto dalle cortine fatte di limo. Fiume dei cascami, senza fanale né porti, voce cullante - l’obitorio e i ponti. Accueill’ le pauvre, accueill’ la femme, Accueill’ l’ivrogne, accueill’ le fou, Mêle leurs sanglots au bruit de tes lames, Et porte leurs cœurs, parmi les cailloux. Accogli il povero, accogli la donna, accogli l’ubriaco, accogli il folle, mesci i loro singhiozzi al brusio delle tue onde, e porta i loro cuori in mezzo ai sassi. Au fond de la Seine, il y a de l’or, Des bateaux rouillés, des bijoux, des armes. Au fond de la Seine, il y a des morts. Au fond de la Seine, il y a des larmes. Nel fondo della Senna c’è dell’oro, navi arrugginite, gioielli, armi. Der Abschiedsbrief La lettera d’addio Nel fondo della Senna ci sono dei morti. Nel fondo della Senna ci sono lacrime. (Erich Kästner) Zwei Stunden sitz ich schon im Caffee Bauer. Wenn Du nicht willst, dann sag mirs ins Gesicht. Deswegen wird mir meine Milch nicht sauer. Ich pfeif ’ auf Dich, mein Schatz. Na schön, denn nicht! Da due ore sto qui al Caffè Bauer. Se tu non vuoi, dimmelo in faccia. Il mio latte non inacidisce per questo, Me ne infischio di te, tesoro mio. Eh sì, perché no? Du brauchst nicht denken, dass ich Dich entbehre. Mit dem Verkehr mit mir, das ist jetzt aus. Auch ich hab so etwas wie eine Ehre. Lass Dich nicht blicken, Schatz, sonst fliegst Du raus! Non pensare di mancarmi. Du bist der Erste nicht, der so verschwindet. Das hab ich nicht an Dir verdient, mein gutes Kind. Du glaubst doch nicht, dass sich nicht noch ein andrer findet? Es gibt noch welche, die bequemer für mich sind. Non sei il primo a svignarsela così. Ich hab das Grüne an aus Poppelien. Das Loch drinn hast Du auch hineingerissen. Du weisst es reicht mir nur bis zu den Knien. Ich hab auch noch ein angefangnes Kissen… Indosso la veste verde di popeline. Questo buco l’hai fatto proprio tu. Das solltest Du am Heilgen Abend kriegen. Das ist nun aus und mir auch einerlei. Es werden öfters andre darauf liegen, Denn was vorbei ist, Schatz, das ist vorbei! Dovevi riceverlo la Vigilia di Natale. Du bist der Erste nicht ... Non sei il primo… Ich bin nicht stolz. Auch wär das nicht am Platze. Wenn Du was übrig hast, dann schick es schnell! Mir gegenüber feixt ein Herr mit Glatze. Das ist der Chef von Engelshorns Hotel! Non sono superba. Ma non sarebbe vanteria. Se hai ancora qualcosa, mandalo presto! La mia storia con te è finita. Ho anch’io il mio onore. Non farti vedere, tesoro – fuori dai piedi. Questa non me la meritavo, ragazzo mio. Credi davvero che non se ne trovi un altro? Altri ci sono che mi piaccion di più. Sai che mi arriva solo alle ginocchia. Ho anche un cuscino appena iniziato. Ora è finito, ma non me ne importa. Altri vi si appoggeranno; ciò ch’è passato, tesoro, è passato! Di fronte a me sogghigna un signore calvo. È il capo dell’Engelssohns Hotel! Na Schluss. Das Visawie von gegenüber fragt Ob ich wollte denn er möchte schon. Der hat Moneten, so ein alter Schieber. Behalt dein Geld und schlaf allein, mein Sohn. Ma basta. Il dirimpettaio chiede Auch Du bist einer von den feinen Herrn. Der Alte kommt, er nimmt mich zu sich mit. Rutsch mir den Buckel lang und hab mich gern. Von ganzem Herzen Deine Erna Schmidt. Anche tu sei un distinto signore. Je ne t’aime pas se io voglio perché lui già vorrebbe. Lui ha il contante, il vecchio affarista. Tienti i tuoi soldi, e dormi solo, figlio mio. Arriva il vecchio, e mi porta via con sé. Lèvati dai piedi, me ne infischio di te. Di tutto cuore, la tua Erna Schmidt. Io non t’amo (Maurice Magre) Retire ta main, je ne t’aime pas, Car tu l’as voulu, tu n’es qu’une amie. Pour d’autres sont faits le creux de tes bras Et ton cher baiser, ta tête endormie. Togli la tua mano, io non t’amo, tu l’hai voluto, non sei che un’amica. Per altri son fatti il cavo delle tue braccia, il tuo dolce bacio, la tua testa assopita. Ne me parle pas, lorsque c’est le soir, Trop intimement, à voix basse mêm’. Ne me donne pas surtout ton mouchoir: Il renferme trop le parfum que j’aim’. Non parlarmi, quando è sera, con troppa intimità, quasi a bassa voce. Soprattutto non darmi il tuo fazzoletto, troppo conserva il profumo che amo. Dis-moi tes amours, je ne t’aime pas, Quelle heure te fut la plus enivrant’. Je ne t’aime pas… Et s’il t’aimait bien, ou s’il fut ingrat’… En me le disant, ne sois pas charmant’; Je ne t’aime pas… Dimmi i tuoi amori - io non t’amo -, quale fu per te l’ora più inebriante. Io non t’amo… E se lui ti amava, o se fu un ingrato… Nel dirmelo, non incantarmi; io non t’amo… Je n’ai pas pleuré, je ne pas souffert, Ce n’était qu’un rêve et qu’une folie. Il me suffira que tes yeux soient clairs, Sans regret du soir, ni mélancolie. Non ho pianto, non ho sofferto, non era che un sogno e una follia. Mi basterà che sian luminosi i tuoi occhi, senza rimpianti serali né malinconia. Il me suffira de voir ton bonheur, Il me suffira de voir ton sourir’. Conte-moi comment-il a pris ton cœur Et même dis-moi ce qu’on ne peut dir’… Mi basterà vedere la tua felicità, mi basterà vedere il tuo sorriso. Narrami come lui t’ha preso il cuore, e dimmi anche quel che non si può dire… Non, tais-toi plutôt… Je suis à genoux… Le feu s’est éteint, la porte est fermée… Je ne t’aime pas. Ne demande rien, je pleure… C’est tout. Je ne t’aime pas, Je ne t’aime pas, ô ma bien-aimée. Retire ta main, je ne t’aime pas… No, taci piuttosto… Sono in ginocchio… Il fuoco è spento, la porta è chiusa… Io non t’amo. Non chiedere nulla, io piango… È tutto. Je ne t’aime pas… Io non t’amo… Io non t’amo, io non t’amo, oh mia beneamata. Togli la mano, io non t’amo… Le traduzioni dei Lieder di Weill sono a cura di Olimpio Cescatti ANGELIKA KIRCHSCHLAGER mezzosoprano Nata a Salisburgo, Angelika Kirchschlager ha studiato pianoforte al Mozarteum. Dopo il diploma al Liceo Musicale, nel 1984 si è trasferita alla Musikakademie di Vienna dove ha studiato nella classe di Walter Berry e con Gerhard Kahry. Mezzosoprano tra i più richiesti in campo internazionale, con un repertorio che spazia da Bach agli autori contemporanei, divide la sua attività tra opera, concerti e recital con esibizioni in Europa, negli Stati Uniti e Medio Oriente. Collabora stabilmente con Jean-Yves Thibaudet, Helmut Deutsch, il violista Yuri Bashmet e direttori quali Claudio Abbado, Sir Colin Davis, Kurt Masur, Riccardo Muti, Kent Nagano, Seiji Ozawa, Donald Runnicles e Sir Simon Rattle. Si è esibita nei maggiori teatri e sale da concerto di tutto il mondo quali Teatro alla Scala, Metropolitan Opera di New York, Opera Bastille a Parigi, Opera di Vienna, Monaco, San Francisco, Salle Pleyel e Cité de la Musique a Parigi, Carnegie Hall e Avery Fisher Hall a New York, Boston Symphony Hall e Barbican Centre a Londra. Tra gli impegni recenti i Wesendonck Lieder di Wagner al Festival di Salisburgo, recital liederistici dedicati a Schubert e Schumann ai festival di Lucerna e Schubertiade Schwarzenberg, Mahler a Vienna con i Wiener Philharmoniker. Nell’autunno scorso ha partecipato a due concerti di gala per festeggiare William Lyne, per lungo tempo direttore artistico della Wigmore Hall di Londra. Si è inoltre esibita a Mosca con Yuri Bashmet e Jean-Yves Thibaudet e alla Gulbenkian Foundation a Lisbona. Per la stagione in corso ha in programma Così fan tutte di Mozart a Vienna con Riccardo Muti, un recital alla Deutsche Oper di Berlino, concerti al Konzerthaus (Sinfonia n. 1 di Bernstein) e al Musikverein (Respighi e Chausson con i fratelli Capuçon) di Vienna e recital a Londra, Utrecht e Lisbona. La sua registrazione delle Nozze di Figaro nel ruolo di Cherubino con René Jacobs è stata premiata con il Grammy Award 2004 e l’ECHO Music Award 2005. Il CD First Encounter in duo con il soprano Barbara Bonney ha vinto il premio Echo 2005. Tra le recenti incisioni un CD dedicato alle arie delle più famose operette viennesi con il baritono inglese Simon Keenlyside. Attualmente è docente di canto al Mozarteum di Salisburgo. Nel giugno 2007 ha meritato il titolo di “Kammersängerin der Wiener Staatsoper” del Governo austriaco. È stata ospite della nostra Società nel 2006. HELMUT DEUTSCH pianoforte Helmut Deutsch, nato a Vienna, ha studiato pianoforte, composizione e musicologia. Nel 1967 ha vinto il premio di composizione della sua città. Si è poi specializzato nel repertorio cameristico e come accompagnatore al pianoforte. Ospite in varie formazioni delle maggiori sale da concerto e di festival di primo piano, ha collaborato per oltre dodici anni con Hermann Prey e con altri cantanti di primo piano quali Juliane Banse, Barbara Bonney, Grace Bumbry, Ileana Cotrubas, Brigitte Fassbaender, Angelika Kirchschlager, Christiane Oelze, Anne Sophie von Otter, Dawn Upshaw, Ruth Ziesak; Olaf Bär, Matthias Goerne, Dietrich Henschel, Wolfgang Holzmayr, Jonas Kaufmann,Thomas Moser, Christoph Pregardien, Josef Protschka, Andreas Schmidt, Peter Schreier, Bo Skovhus, Bernd Weikl. Docente dal 1967 al 1979 alla Musikhochschule di Vienna, è oggi docente al Conservatorio di Monaco di Baviera e tiene corsi di interpretazione liederistica in Europa e Giappone. Le sue numerose registrazioni hanno meritato riconoscimenti internazionali. È stato ospite della nostra Società nel 2006 con Angelika Kirchschlager. Prossimi concerti: martedì 7 aprile 2009, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio La Risonanza Fabio Bonizzoni direttore In vista dei riti della Pasqua, il clavicembalista Fabio Bonizzoni propone al pubblico del Quartetto l’oratorio La Resurrezione, scritto da Händel nel 1708 durante il suo soggiorno a Roma. Il lavoro fu eseguito nel palazzo della famiglia Ruspoli, al culmine di un periodo di spettacolari e fastose manifestazioni di potere economico e culturale. L’ensemble La Risonanza s’impegna a far rivivere le sonorità brillanti dell’orchestra di Corelli, mentre i cantanti Maria Grazia Schiavo, Gabriele Hierdeis, Gabriella Martellacci, Makoto Sakurada e Sergio Foresti ricalcano le orme dei grandi virtuosi dell’opera barocca, prima fra tutte la celebre Margherita Durastante protagonista della prima esecuzione e dello scandalo che ne seguì. Programma (Discografia minima) G.F. Händel La Resurrezione, Oratorio HWV 47 (Combattimento Consort Amsterdam, dir. Willelm de Vriend Challenge Classics) martedì 21 aprile 2009, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Giovanni Sollima, Monika Leskovar violoncelli Solistenensemble Kaleidoskop Sollima - Violoncelles, vibrez!, L.B. Files, Yet Can I Hear, Tree Raga Song, When We Were Trees, Alone MUSICA E POESIA A SAN MAURIZIO – 63° CICLO LE CAPITALI DELLA MUSICA TRA 1500 E 1700 – MILANO, EUROPA Mercoledì 22 aprile 2009 si inaugura con un concerto dell’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone dedicato al ‘700 Veneziano il 63° ciclo di Musica e Poesia a San Maurizio incentrato quest’anno su un viaggio ideale, un percorso che inizia da Milano e va a toccare diversi centri di produzione della musica tra ‘500 e ‘700, con le più importanti realtà artistiche e musicali italiane ed europee che si sono sviluppate tra il Rinascimento e il Barocco. Abbonamenti in vendita da domani, mercoledì 1° aprile, ore 13.30 - 17.30 presso la Società del Quartetto in via Durini 24. Per ogni ulteriore informazione vi invitiamo a visitare il nostro sito (www.quartettomilano.it) o a contattare la nostra segreteria (02 795.393, [email protected]). SCONTO PER I SOCI AL MASCAGNI PARKING La Società del Quartetto ha definito un accordo con l’APCOA, titolare della gestione del Mascagni Parking, per riservare ai nostri Soci, nelle sere di concerto, una consistente agevolazione: tre ore di parcheggio (da utilizzare tre le 19.30 e le 23.30) al prezzo di 5 anziché 9 Euro. I buoni sono acquistabili nel foyer durante l'intervallo o comunque presso la sede di via Durini, previa prenotazione telefonica (02 795.393) o via e-mail ([email protected]). Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 Milano tel. 02.795.393 – fax 02.7601.4281 www.quartettomilano.it e-mail: [email protected]