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Letteratura russa
Università : Università degli studi di Milano
Facoltà : LingueStraniere
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DALLE ORIGINI AL 1453
II-V sec DC prime testimonianze certe della presenza degli slavi nella regione corrispondente
all’attuale Ucraina.
862 Rjurik, principe scandinavo, s’insedia a Novgorod e fonda la dinastia dei Rjurikidi.
879-912 regno di Oleg, discendente di Rjurik; Kiev diventa capitale.
78-1015 regno di Vladimir il santo: con il suo battesimo inizia la cristianizzazione della Rus.
1147 prima citazione in fonti storiche della città di Mosca.
1223-1240 inizio delle invasioni mongole: 1223 vittoria dei russi a Kalka, 1240 conquista
mongola di Rjazan, Suzdal, Vladimir e Kiev.
1240-42 Aleksandr Nevskij, principe di Novgorod, sconfigge gli svedesi presso la Neva.
1251 viene fondata nella Rus meridionale il khanato dell’Orda d’oro, che dominerà il territorio
per due secoli.
1325-41 ascesa del principato moscovita grazie alle alleanze coi Tatari.
1380 consolidamento principato moscovita grazie anche alla prima sconfitta dei Tatari a
Kulikovo.
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I russi discendono dagli slavi, popolazione nomade di religione pagana con lingua
indoeuropea. È una popolazione mista che si differenzia solo dopo il VI sec AC. La nascita
dello stato russo è forse opera del principe variago Rjurik, chiamato dagli slavi nel secolo IX
perché incapaci di governare e difendersi dagli attacchi esterni.
Nell’863 inizia l’evangelizzazione (pacifica) degli slavi da parte di due missionari bizantini,
Cirillo e Metodio; ma poiché le concezioni religiose degli slavi fino a quel momento erano
legate ai fenomeni della natura, si venne a creare un curioso fenomeno di duplicazione
religiosa, dove le credenze pagane si sovrappongono e mescolano al nuovo culto cristiano. A
capo della chiesa russo-ortodossa c’è un metropolita, inizialmente residente a Kiev e nominato
inizialmente dal patriarca di Costantinopoli, mentre l’organizzazione delle chiese locali e dei
monasteri dipende dai vescovi, insediati nelle città. Il clero si occupa del servizio divino,
dell’istruzione, del controllo delle sue terre e appoggia fortemente il principe, il quale ha
ricevuto la nomina direttamente da Dio.
La massima autorità della Rus’ antica è il gran principe, seguito dai bojari = nobiltà militare, i
benestanti, i mercanti, il proletariato e i servi.
Nella civiltà letteraria antica, scrivere è un servizio a soli fini religiosi; i primi testi sono
traduzioni in slavo ecclesiastico (scritto in caratteri cirillici) dei quali si occupano i monaci. La
letteratura è vista solo come strumento per trasmettere il vero.
Centro del potere culturale, religioso e politico della Rus antica è Kiev, che raggiunge il
culmine del suo sviluppo culturale nel secolo XI sotto Jaroslav il saggio; alla sua morte inizia
la lenta decadenza del principato a causa delle lotte di successione, dei dissidi interni, il
progressivo impoverimento commerciale. Con l’inizio della decadenza di Kiev si consolidano
alcuni piccoli principati, tra i quali Novgorod, che vive un lungo periodo di prosperità
economica e culturale tra il 1200 e il 1400.
Il frazionamento del potere e dell’unità territoriale faciliterà la penetrazione dei Tatari, popoli
mongoli provenienti dall’Asia dal 1223, che nel 1251 creeranno il khanato dell’orda d’oro,
sottomettendo il territorio della Rus’ all’impero mongolo. L’obbiettivo primario dei Tatari è
creare un perfetto sistema amministrativo, interessandosi solo ad aumentare le proprie
ricchezze senza insediarsi nei territori russi. La situazione cambierà grazie a Ivan Kalità, gran
principe di Mosca dal 1325 al 41, che ottiene il diritto di far riscuotere i tributi dai propri
funzionari e non più da quelli mongoli; questa mossa farà la fortuna di Mosca, che sarà capace
di unificare tutte le terre della grande Russia. Nel 1380 i russi sconfiggono a Kulikovo i Tatari;
la dominazione tatara dura circa 200 anni lasciando segni indelebili sulla civiltà russa, per
alcuni positivi per altri negativi. In ogni caso durante la dominazione tatara ci fu una lunga
fase di ristagno culturale.
Il periodo antico della letteratura russa coincide con quella della tradizione scritta, subito dopo
la cristianizzazione e dura sette secoli, dal X al XVII, diviso in periodi: il periodo Kieviano,
XI-XII, in cui assiste alla codificazione delle prime forme letterarie; periodo di ristagno,
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XIII-XIV, che coincide con le dominazioni mongole; periodo moscovita, XV-XVI, in cui
nasce una letteratura più laica. Tutta la letteratura scritta di questo periodo è in prosa,
inizialmente religiosa e soltanto in seguito anche laica. La poesia è tramandata solo oralmente.
PROSA: la lingua è lo slavo ecclesiastico e il primo fine della letteratura sarà la traduzione
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con le sue relative tecniche. Le prime traduzioni sono liturgie, predicazioni e preghiere; il testo
più antico è il vangelo di Ostromir; i paternik, libro delle vite dei padri; s’impone il genere
dell’agiografia, principalmente sui martiri locali Boris e Gleb. Il primo esempio di opera
letteraria originale è il discorso sulla legge e sulla grazia, attribuito al monaco Ilarione: si
tratta di una compilazione erudita che esalta l’opera di cristianizzazione del principe Vladimir
Monomach, ispirato dalla Grazia. Le compilazioni annalistiche(letopisi), il cui materiale è
disposto in ordine cronologico, forniscono le prime informazioni sulla realtà politico-letteraria
della Rus antica; la più nota è La cronaca di Nestore, che tratta degli eventi della terra russa
dalle origini fino ai primi decenni del secolo XII. In epoche successive altre cronache locali
saranno scritte e il genere comincerà a declinare attorno al secolo XVII. Questa cronaca è un
misto di varianti linguistiche, stili e temi poiché scritta da vari scrivani redattori. Il Canto
della schiera di Igor è un poema epico in prosa ritmica ispirato alle gesta del principe di
Novgorod, Igor Svjatoslavic, nella campagna del 1185 contro il Polovcy; lo stile è laico,
l’autore commenta i fatti in modo colto.
Vita di Aleksandr Nevskij, principe che vinse gli svedesi sulle rive della Neva nel 1240;
l’opera si colloca a metà strada tra una biografia laica e una narrazione agiografica. Il
protagonista è presentato come l’eroe biblico atteso dal popolo russo.
L’epopea oltre don narra della vittoria di Kulikovo e della figura di Dmitrij Donskoj.
Il risveglio culturale del secolo XV è rappresentato da alcune vite di santi che presentano una
curiosa mescolanza di vita religiosa e vita mondana.
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LA LETTERATURA DELLA MOSCOVIA 1453-1682
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1462-1505 regno di Ivan III
1471 fine del principato di Novgorod
1502 definitiva disgregazione dell’impero dell’orda d’oro
1547-1584 regno di Ivan IV detto il terribile, primo Zar di Russia
1570 dura campagna punitiva contro Novgorod
1584-1598 regno di fedor I affiancato dal reggente Boris Godunov
1605-1606 regno del falso Dmitrij
1613-1645 regno di Michele fedorovic Romanov
1645-1676 regno dello zar Alessio Michajlovic
L’unificazione della terra russa viene realizzata da Ivan II, principe di Mosca, con una feroce
politica di aggressione nei confronti di tutti i principati autonomi confinanti; i russi si sentono
investiti del ruolo di paladini della fede cristiana contro la minaccia musulmana. Ivan IV, zar
dal 1547, consolida l’immagine di uno stato centralizzato e potente, perfezionando la politica
di asservimento della nobiltà, il cui vertice è rappresentato dalla Duma(il consiglio di Bojari).
Due periodi del suo governo:
1) programma di totale rinnovamento: cambia il sistema militare, rivede il codice civile, istituisce
il primo zemskiij sobur = consiglio di delegati del clero, dei bojari e della piccola nobiltà, che
funziona come un parlamento. Per remunerare i servizi militari e amministrativi ricevuti dai
nuovi nobili, Ivan IV introduce il mestnicestvo = un complicato sistema di assegnazione delle
terre, tolte al grande latifondo, basato sul livello della nobiltà d’appartenenza.
2) dopo la morte della moglie, Ivan cambia completamente impostazione alla sua politica e crea
nel 1565 l’opricnina, un corpo speciale di guardie scelte che gli permette di attuare feroci
campagne repressive, soprattutto contro quei bojari che non intendono rinunciare ai propri
privilegi. Da questa politica basata sul terrore e la minaccia gli deriva l’epiteto di terribile.
Ivan IV si mostra particolarmente attento al problema economico, aprendosi ai paesi del Nord
non ottenendo però risultati immediati a causa del boicottaggio straniero delle merci russe.
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Nella capitale aumenta la presenza di stranieri colti grazie all’ampliamento delle relazioni
diplomatiche.
Nello stato moscovita la chiesa è molto attiva e potente, tanto che si determina una simbiosi tra
stato e chiesa: al cremino risiedono sia lo zar sia il patriarca e, poiché la religione è
fondamento culturale, la confessione ortodossa si fonde con la nazionalità russa. Per quanto
riguarda la politica estera, Ivan IV cerca di espandersi a sud, senza però scontrarsi
direttamente contro i turchi, e a nord, contro Svezia e Polonia, quest’ultima nemica sia politica
che religiosa.
In campo letterario è un secolo senza novità con un ripiegamento verso la tradizione che ci
permette di conoscere gli usi e i costumi dell’epoca( stoglav = raccolta di provvedimenti a
difesa della tradizione contro le eresie; domostroj = Manuale di economia domestica per il
perfetto capofamiglia). I compilatori dei testi sono scrivani al servizio dello zar, che segnano
la nascita di una letteratura laica, in contrapposizione di quella religiosa del periodo kieviano.
I temi letterari riguardano la legittimità del potere dell’autocrate; molti autori, tra i quali lo
stesso Ivan IV, usano la letteratura come strumento di persuasione e di polemica ideologica,
facendo diventare la forma epistolare uni dei generi più diffusi poiché adatto al confronto di
idee. La lingua dotta diventa ad uso quasi esclusivo di chiesa e stato mentre la letteratura
inizia ad usare uno stile più burocratico e popolare per attirare l’attenzione del lettore.
Dopo Ivan IV lo stato entra in crisi a causa delle guerre e delle epidemie: inizia il periodo dei
torbidi, 1598-1613, in cui regnerà per 7 anni Boris Gadunov, reggente del figlio incapace di
Ivan IV Fedor I, prima di morire improvvisamente e lasciare il posto, seppure per un solo
anno, a Griska Otrepev, il “falso Dmitrij”, che aveva finto di essere il figlio di Ivan IV per
essere incoronato zar(cosa poi comunque avvenuta). Grazie anche all’intervento della chiesa,
che riaccese lo spirito patriottico dei russi, la crisi finì e nel 1613 fu eletto zar Michele
Fedorovic Romanov, la cui dinastia durerà fino al 1917.
In questo periodo la letteratura si congela a causa della crisi.
Durante il regno di Michele e di Alessio Romanov, suo successore, c’è una relativa calma
nonostante due gravi eventi:
1) scisma, raskol, degli anni sessanta vede scontrarsi il patriarca Nikon, che aveva introdotto
delle riforme per ripristinare dei tratti del modello bizantino nella chiesa russa contro i
raskolniki, che difendevano la variante ortodossa russa.
2) Stenka razin guida le rivolte contadine per l’eguaglianza sociale.
In questi secoli non si nota ancora l’unificazione russa a livello letterario e le attività letterarie
rimangono fenomeni locali e provinciali; c’è una ripresa del fenomeno cronachistico e uno
sviluppo del filone narrativo-leggendario; in seguito la produzione letteraria diventerà il
sostegno teorico alla legittimazione del potere autocratico e lo scrittore assumerà una funzione
sociale e ideologica in appoggio allo zar.
PROSA: sviluppo delle ovest(narrazione lunga), tema della “mosca terza Roma” dopo la
caduta di Costantinopoli, fuori da Mosca ricche cronache da Novgorod. Maksim Grek,
monaco che conosce la cultura umanistica grazie ai viaggi in Francia e Italia e che si reca a
Mosca per occuparsi della revisione dei testi sacri; umanista erudito, dà prova di grande rigore
intellettuale, assolutamente insolito per l’epoca; prende posizione contro il diritto della chiesa
di possedere beni materiali e di sfruttare i contadini. Viene accusato di eresie e messo in
prigione. Perestvetov, militare-letterario, sostiene il potere assoluto dello zar e la necessità di
una rigida disciplina di governo che garantisca l’ordine interno contro l’ingerenza di cattivi
consiglieri. Identifica in Ivan IV il sovrano ideale, capace di equilibrare valore militare e
sapienza politica. Continua la tradizione annalistica che viene usata per esaltare lo zar e il
glorioso destino della Moscovita; altro tema d’ispirazione è la difesa della patria ortodossa
contro il pericolo cattolico; riguardo allo scontro Nikon/raskolniki occupa un ruolo di primo
piano l’arciprete Avvakum, un predicatore aggressivo e provocatorio che per tutta la sua vita
difende i suoi principi con inflessibile coerenza, senza cedere neanche quando viene esiliato
con la famiglia in Siberia.
Due nuovi filoni letterari del secolo XVII:
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1. Come e quando si costituis
Risposta:
In Europa e in Asia Anteriore l'economia schiavista decadde in maniera irreversibile verso la metà del
primo millennio d.C. La nuova nobiltà poteva arricchirsi solo depredando le popolazioni vicine e
soprattutto a spese dei membri delle proprie comunità, espropria
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2. Qual era il ruolo dell
Risposta:
Il potere supremo era esercitato dall'assemblea del popolo e fin dai tempi più antichi vivevano in
democrazia.
Queste tribù, tuttavia, avendo deciso di superare la fase clanico-gentilizia, tendevano a espandersi,
venendo a conflitto con popolazioni limitrofe, tra cui i bizantini. I quali, però, a differenza di quanto
accadeva in Europa occidentale nei confronti di altre popolazioni cosiddette 'barbariche', riuscirono a
contenerne l'avanzata, permettendo comunque loro di stanziarsi su una grossa fetta del proprio impero, a
sud del Danubio e nei Balcani, ove nacquero vari Stati, tra cui il regno bulgaro, il principato di Serbia ecc.
Gli slavi si dedicavano prevalen
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