CARPE DIEM Cogli l’attimo Il giornalino del Plesso Nievo ANNO XIX N° 1 UNA SCUOLA TANTI PROGETTI Nonostante la crisi e i tagli la nostra scuola continua a “formare” cittadini responsabili, tolleranti e solidali aderendo a numerose iniziative e proposte. “FACE TO FAITH”, promosso dalla fondazione dell'ex Primo Ministro inglese Tony Blair. Si tratta di un ampio progetto educativo rivolto ai giovani tra i 12 e i 17 anni, che coinvolge gli studenti di diciannove paesi, tra cui U.S.A., Australia, India, Giordania, Libano, Kosovo, Ucraina ed Italia. (pag 2) “SAVE THE CHILDREN” Attività che serve a risvegliare la coscienza delle persone che non hanno rispetto per i meno fortunati. Invece si può fare qualcosa fin da quando siamo bambini a donare anche solo 2 euro per salvare un bambino come noi. (pag. 3) LA PROTEZIONE CIVILE, UNA DIMOSTRAZIONE di CIVILTA’; tende e unità cinofile nel cortile della scuola. (pag. 4) MERCATINO di NATALE, 12 e 13 dicembre 2012 E nei prossimi numeri… novembre 2012 CARPE DIEM ANNO XIX RIENTRO ALLA GRANDE Numero 1: 28 pagine!!! Grazie a tutti gli alunni, e non, che hanno collaborato per questo strepitoso inizio. Ricordiamo che gli articoli per essere pubblicati, devono recare il nome degli autori, che possono poi scegliere di rimanere anonimi. Inoltre è necessario limitare i contributi ad una sola pagina di testo, altrimenti sarà necessario fare degli spiacevoli “tagli” o, peggio ancora non pubblicare alcuni articoli. Continuate a leggere e a scrivere per il Vostro storico e irripetibile giornalino scolastico. La Redazione LABORATORIO SUL PENSIERO CRITICO, la filosofia spiegata ai ragazzi, un metodo per sviluppare tecniche di apprendimento e ragionamento. LA SCUOLA ADOTTA UN MONUMENTO, per conoscere, vivere ed apprezzare il territorio e la città in cui viviamo. ULTIMI GIORNI PER LA RACCOLTA di MATERIALE SCOLASTICO A PASSO DI RESISTENZA anno secondo si chiamerà RESISTENTISSIMA, le nostre classi terze “occuperanno”, l’ex rifugio antiaereo del Monte dei Cappuccini. In favore degli scolari emiliani colpiti dal terremoto e del progetto UNICEF. RIEMPITE DI GENEROSITA’ I CONTENITORI NELL’ATRIO!!! carpe diem progetto convivenza civile Un progetto “speciale” nella nostra scuola La nostra classe quest'anno, con la 3 E del plesso Nievo, partecipa al progetto internazionale “Face to Faith”, promosso dalla fondazione dell'ex Primo Ministro inglese Tony Blair. Si tratta di un ampio progetto educativo rivolto ai giovani tra i 12 e i 17 anni, che coinvolge gli studenti di diciannove paesi, tra cui U.S.A., Australia, India, Giordania, Libano, Kosovo, Ucraina ed Italia. Obiettivo del progetto è educare le generazioni del ventunesimo secolo a vivere in modo multietnico, fornendo le competenze (collaborazione, ascolto attivo, apprendimento cooperativo, dibattito e pensiero critico) per un dialogo interculturale ed interreligioso che permettano il confronto su argomenti come diritti dell'uomo, ambiente, fede e religione. I principi di “Face to Faith” si racchiudono nella parola “Respect”, alla base di qualsiasi convivenza civile. R= rispetto per reciproche convinzioni, valori, atteggiamenti e religioni E= educazione perché la conoscenza crei comprensione S= sicurezza, in un ambiente protetto ci si confronta con maggior fiducia P= prospettiva, per comprendere bisogna allargare i propri orizzonti E= empatia per vedere il mondo con gli occhi altrui e magari sembrerà più bello C= celebrazione, siam tutti speciali nella nostra unicità T= tolleranza, mente e cuore aperti permettono di esplorare grandi idee. Le attività previste ci permetteranno anche di fare valutazioni sulle informazioni che si trovano in internet, sui condizionamenti dovuti all'ambiente e ai mezzi di comunicazione, discutere sulla fede, far parte di “una cittadinanza mondiale rispettosa delle differenze” come ha detto Tony Blair. La fase finale consisterà in una videoconferenza, attraverso Skype, in cui ci scambieremo, in inglese, opinioni e punti di vista con una classe di un altro paese. Noi della 3 F abbiamo cominciato a lavorare all'inizio del mese di ottobre e ci è stata assegnata una password personale per accedere direttamente al sito del progetto. Con la professoressa di religione abbiamo discusso sul significato di Fede, cominciato a lavorare sull'importanza del dialogo e sui principi fondamentali per riuscire a tenere una conversazione o entrare in Empatia con persone di cultura o religione diversa. Con la professoressa di Italiano stiamo facendo un interessante lavoro di cultura e geografia. Abbiamo analizzato le religioni presenti nel mondo, la loro storia, i principi fondamentali, i testi sacri, le loro caratteristiche e altro. Inoltre ci siamo informati sui conflitti e le guerre di religione del ventesimo secolo. Troviamo questo progetto molto interessante e coinvolgente. Vi terremo informati. 2 Classe III F carpe diem progetto solidarietà SAVE THE CHILDREN divertente il significato di queste parole e il problema che rappresentano nel terzo mondo. Abbiamo imparato che non tutti i bambini del mondo sono fortunati come noi che viviamo in Italia. Magari qualcuno non ha acqua, o chi ne ha ce l'ha sporca. Alcuni bambini vengono obbligati a fare lavori troppo duri, o non hanno una casa. Tutti i bambini hanno il diritto di poter mangiare sano e bere acqua pulita, se stanno male devono avere le medicine. Inoltre devono poter giocare e andare a scuola. Io spero che prima o poi il mondo cambi e tutti i bambini possano avere questi diritti. Abbiamo anche capito quanto cibo noi sprechiamo e quanto poco cibo ci sia in altri paesi. Questa gita mi è piaciuta e ho capito che possiamo fare sempre qualcosa per chi ne ha bisogno. Questa nostra presenza serve per fare capire alle persone di come si vive in paesi come l’Africa dove si può morire per un raffreddore. Abbiamo contribuito con la nostra presenza a risvegliare la coscienza delle persone che non hanno rispetto per i meno fortunati. Invece si può fare qualcosa fin da quando siamo bambini a donare anche solo 2 euro per salvare un bambino come noi. Gli animatori hanno dato a ognuno di noi un palloncino che abbiamo appeso sui tre totem presenti nella piazza. L'associazione SAVE THE CHILDREN ci ha fatto capire che è importante non sprecare nulla di quello che abbiamo. D’ora in poi ci penseremo. Venerdì 19 ottobre insieme ad un paio di classi delle scuole Nievo e Matteotti ci siamo ritrovati in piazza San Carlo per far sentire le nostre voci in favore del progetto “Save The Children”. Alcuni animatori dell’ associazione ci aspettavano per proporci delle attività. Ci hanno smistato in 4 gruppi in cui erano presenti anche ragazzi della Matteotti. Abbiamo praticato diversi giochi a cui corrispondeva un problema come lo spreco, la malnutrizione e l'urgenza. Nel gioco che simboleggiava l'urgenza, consisteva in un gioco dove noi potevamo capire quanto si possono aiutare i bambini. Si prendevano delle palline blu che significavano acqua pulita e dovevamo togliere le zanzare da un bimbo disegnato e fare una smile face che voleva dire che avevamo salvato un bambino. In quello sulla malnutrizione un bambino veniva bendato e gli altri lo guidavano verso delle ciotole con dentro dei materiali che rappresentavano alcuni elementi nutrizionali. L'ultimo gioco dimostrava lo spreco. I volontari dell'associazione ci hanno divisi in 2 gruppi: i consumatori e i produttori. Un gruppo aveva tanti consumatori che prendevano la spazzatura e la portavano dai raccoglitori che la tenevano in mano; l'altro gruppo aveva tanti raccoglitori e pochi consumatori! Il fine era quello di far notare che chi ha tanti consumatori e pochi raccoglitori spreca di più mentre il caso contrario fa notare come non ci sia spreco. Questi giochi ci hanno insegnato in modo Gregorio Comerro, Bianca Palici di Suni, Nicola Bernardini, Filippo Tagna, Umberto Padovano, Edoardo Vigo, Cecilia Durante, Francesco Cavallini 1C 3 carpe diem progett0 sicurezza LA PROTEZIONE CIVILE, UNA DIMOSTRAZIONE di CIVILTA’ Ad ottobre, tutte le classi prime hanno assistito ad una dimostrazione della Protezione Civile svolta presso il cortile della nostra scuola. Alcuni volontari ci hanno mostrato come si monta una tenda in casi di emergenza come è accaduto in occasione dei terremoti che si sono verificati in Emilia Romagna e in Abruzzo. La tenda che è stata montata nel cortile della scuola può ospitare sei persone ma anche 8, 12 o 14 quando si ha bisogno di dimensioni più grandi. In seguito abbiamo avuto la possibilità di entrare dentro la tenda e di porre delle domande ad esempio per casi particolari come con persone claustrofobiche; ci hanno risposto che in questi casi cercano sempre di posizionare le loro brandine il più vicino possibile all’uscita. In Italia la Protezione Civile è composta solamente da persone volontarie a differenza dell’America. Ci siamo poi recati verso l’unità mobile da cui si potevano sentire le comunicazioni che giungono dal centro operativo della Protezione. In seguito ci hanno mostrato che sulla parte superiore del camper c’è una videocamera che mostra tutto ciò che accade all’esterno. Il camper è diviso in due parti; in una si svolgono le riunioni, nell’altra sono controllate le comunicazioni via radio e la videocamera. Penso che sia molto importante il lavoro che svolgono questi uomini, perché senza il loro aiuto e le loro prestazioni, nelle situazioni più gravi di emergenza, come alluvioni, terremoti, inondazioni… non ci sarebbero aiuti adeguati e soprattutto veloci. Un grazie di cuore alla Protezione Civile! Chiara Terrone 1C La Protezione Civile Le Tende Un gruppo di volontari, coordinato da un istruttore, ha rapidamente montato, in mezz'ora, con dei pali una tenda capace di ospitare 6 persone. La tenda aveva due grandi ingressi sigillati da una chiusura lampo chiudibile. Aveva anche quattro finestre dotate di zanzariera. Per ripararsi dalla pioggia era stato aggiunto un strato di tessuto impermeabile e per ripararsi dall' freddo erano previsti due fori da cui far passare un tubo di scarico dell'eventuale stufa. All'interno della tenda per una migliore protezione dalle intemperie era stata montata una seconda tenda. Dopo invece, ci hanno fatto vedere l’unita mobile. C’era di tutto: i computer ,la stampante e un contatore di luce. Sopra questo camper c’era una antenna parabolica e una telecamera. Un vero e proprio ufficio. I Cinofili Il lunedì successivo sono venuti dei volontari delle unità di Cinofile (amici dei cani). I cani, Pastori Tedeschi erano 4 e si sono esibiti in numerosi esercizi guidati dai loro istruttori. Un cane di nome Argo come il cani di Ulisse, è stato,secondo me, il più bravo: si è sdraiato per terra quando l'istruttore ha fatto finto di colpirlo con una pistola e ha saltato meravigliosamente nei cerchi di fuoco. Per dare un premio ha questi cani avevano una pallina che gli lanciavano. Però il cane più giovane non voleva dargliela più. Alla fine dell’esibizione hanno fatto una scenetta dove un istruttore faceva finta di essere un delinquente e il cane lo mordeva. Tutta l'esibizione è stata una esperienza nuova ed entusiasmante!!!!!! Classe I C carpe diem a proposito di… I Disturbi Specifici di Apprendimento: una realtà da conoscere meglio Purtroppo troppo spesso le maestre della scuola elementare non sono preparate per riconoscere i sintomi di questi disturbi e quindi i bambini si trascinano per anni attraverso un percorso scolastico faticoso, deludente e mortificante. Per fortuna la nostra scuola è conosciuta per essere una struttura molto aggiornata e molto attenta ai problemi di questi ragazzi ed è in grado di fornire insegnanti preparati e tutti i supporti e gli strumenti compensativi adatti. Infatti, se riconosciuti ed aiutati correttamente, i ragazzi con DSA possono affrontare i normali programmi scolastici imparando tutto quello che apprendono i compagni e in molti casi compensare con ottimi risultati le proprie difficoltà. Però è importante lavorare su queste problematiche: bisogna aiutare i ragazzi a costruire un percorso di apprendimento “su misura”, che sarà sicuramente molto impegnativo per loro e anche per le famiglie. E’ un errore che comprometterà tutto il lavoro di formazione del ragazzo sfruttare la difficoltà come alibi per scarsi risultati, a volte determinati da poco impegno. L’individuazione del problema di apprendimento e la realistica comprensione del percorso di studio più adatto da seguire devono essere un punto partenza concreto e positivo verso il massimo miglioramento possibile, non un limite invalicabile. Pensate che studiando i DSA, si è scoperto che molti personaggi famosi, alcuni dei quali ritenuti addirittura dei geni, erano affetti da disturbi di apprendimento, perché se n’è trovata chiara traccia nei loro lavori: Leonardo da Vinci, Isaac Newton, Albert Einstein, Napoleone Bonaparte, Winston Churchill, Pablo Picasso, John F. Kennedy, Ingvar Kamprad (fondatore di Ikea) e molti molti altri.nAlla fine di questa sintetica spiegazione, riporto alcune righe trovate per caso leggendo, scritte da una mamma di un bambino disprassico, che sono state lo spunto per la stesura di tutto quanto avete letto e che meglio di ogni altra parola descrivono questo tipo di difficoltà ed il mondo meraviglioso che è dentro ogni bambino. M.L.S. Nelle nostre classi sentiamo sempre più spesso parlare di DSA o di Disturbi Specifici di Apprendimento. Quasi tutti i ragazzi hanno dei compagni che in forma più o meno accentuata presentano questi problemi e quindi hanno delle difficoltà nello svolgere alcune attività scolastiche. Ma cosa sono questi DSA? Dislessia = difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo. Disgrafia = difficoltà nella riproduzione di segni alfabetici e numerici. Disortografia = difficoltà della scrittura che non rispetta le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. Discalculia = difficoltà nelle abilità di calcolo numeriche e aritmetiche. Disprassia = è un disturbo che riguarda la coordinazione e il movimento e che può comportare problemi anche nel linguaggio. Si tratta di difficoltà nell'apprendimento di alcune abilità specifiche come, ad esempio, la lettura, la scrittura e il far di conto, che non permettono una completa autosufficienza nell'apprendimento. I disturbi specifici di apprendimento si verificano in soggetti che hanno intelligenza nella norma o anche superiore, con caratteristiche fisiche e mentali nella norma e con normale capacità di imparare. Si possono “guarire” o migliorare i DSA? Se i disturbi specifici di apprendimento vengono diagnosticati precocemente, tipo in seconda o terza elementare, è possibile seguire un percorso riabilitativo con logopedisti e psicomotricisti che permette un recupero anche ottimo di molti casi. 6 carpe diem a proposito di… IL MIO PICCOLO EROE Ho lottato ogni mio istante. C’è una goccia di sangue e sudore su ogni riga che ho tracciato su ogni lettera che ho letto. Sono la sfera che da piccolo cercavo ostinatamente di infilare nel posto del cubo. Sono il gessetto che scivola dalle mani quando tento di scrivere bene. Sono la bici che ondeggia forte C’è un mondo dentro di me che sotto le mie pedalate, ma non cade. prepotente chiede di uscire Sono le parole che non riesco a dire ma la mia porta è piccina i gesti che non riesco a fare. e tutto si aggroviglia. Desidero con tutte le mie forze correre e volare Sono l’armonia non riconosciuta la ricetta nuova mai sperimentata. con la facilità degli altri bimbi, Sono il mondo nuovo da scoprire ma i miei piedi inciampano la favola da inventare. e mi ingarbugliano la vita. Sono tutto ciò che c’è di diverso da te Sono un guerriero instancabile ho conquistato ogni mio gesto. In un mondo di righe dritte e perfette io navigo a zig zag suonando una melodia meravigliosa ma non sono io che stono semplicemente intono un canto che tu non sai ascoltare… (Marzia Z.) con strumenti invisibili a chi non sa capirmi. IL MONDO E’ UN CALZINO PUZZOLENTE … “Il mondo è un calzino puzzolente,ma se trovi qualcuno di cui ti fidi puoi vivere felice” è uno spettacolo fatto dai ragazzi della compagnia teatrale integrata “assaiASAI”. Essa è formata da adolescenti e volontari, italiani e stranieri che,con l’aiuto di Rita Cerevico hanno ragionato sul disagio mentale e sul concetto di “normalità”: cosa significa essere normali, nella società di oggi, nel quotidiano dei nostri ragazzi? I giovani attori raccontano le vicende di un gruppo di “matti” che, a seguito della chiusura degli ospedali psichiatrici decisa dalla Legge Basaglia, si trova nel mondo dei normali e deve imparare a sopravvivere. I ragazzi mettono in scena la fatica di uscire dalle categorie sano-malato, normale- anormale, e vanno alla scoperta di una formula specialissima di essere se stessi. Amori nati su internet, corse su immobili tapis roulant e code ai centri commerciali si fondono con il dolore profondo dell’essere umano quando abbandona il rassicurante concetto di “categoria”. Roberta Camanni III D carpe diem attualità I GIOVANI ITALIANI “BAMBOCCIONI” SI’… E` ormai realtà che le generazioni degli anni 80, tendono a lasciare sempre più tardi il nido famigliare per non affrontare, ogni giorno, le difficoltà e le responsabilità di uomini e donne che hanno superato da un pezzo la maggiore età. A questo punto, mi vengono in mente i racconti di mio nonno, figlio degli anni quaranta, che, a soli diciassette anni, con quindicimila lire e un pezzo di focaccia dolce, ha lasciato, con orgoglio e spensieratezza la sua terra natia per recarsi in Piemonte a cercare lavoro per se e i suoi fratelli. Credo che per lui e per gli altri come lui non sia stato semplice, ma forse, sono stati aiutati da una società meno legata ai pregiudizi e all’apparenza. Penso che i giovani d’oggi siano colpevoli di questo atteggiamento infantile solo per una parte; spesso i famigliari tendono a proteggerli eccessivamente facendo in modo di evitare loro quelle “sane” delusioni e impatti con la realtà che servono a crescere veramente. Per contro conosco giovani, magari più sfortunati economicamente, che sono disposti a lavorare e a spostarsi anche all’estero per completare velocemente gli studi, trovare un impiego, alleggerendo in questo modo il bilancio famigliare. Credo che il segreto stia tutto in questo: da parte dei giovani cercare di responsabilizzarsi fin dall’adolescenza e da parte dei genitori lasciar crescere pur garantendo la propria presenza, affetto e appoggio morale. Diletta Zanin 3 D BAMBOCCIONI? NO! L'essere bamboccioni spegne il futuro dei giovani che a venti anni fanno già enormi sacrifici per conciliare lavoro, studio e preoccupazioni varie, che provano a costruirsi un futuro migliore, che non vogliono rinunciare più a una pizza con amici o alla palestra o a qualsiasi altro svago per mancanza di soldi pensando che non possano permetterselo. Tutto questo è davvero triste! I tanti giovani che vorrebbero sposarsi, costruirsi una famiglia come possono realizzare sogni tanto comuni se guadagnano 600 euro al mese e bisogna pagare anche le rate e l'assicurazione di una macchina che serve per raggiungere il posto di lavoro?? Bisognerebbe davvero fare di più per noi giovani di oggi, siamo davvero stanchi di sentirci solo dire “voi siete il futuro” ma quale futuro possiamo essere se non abbiamo gli strumenti necessari??? Non ci è nemmeno permesso di avere voce in capitolo... visto che il nostro paese è governato da persone ultracinquantenni che probabilmente non sanno cosa significa essere giovani (oggi) senza un futuro e non hanno dovuto affrontare i mille problemi del XXI secolo per trovare un posto di lavoro. C’è bisogno di una vera svolta e crediamo che noi giovani veramente possiamo fare tanto, abbiamo molto da dare, almeno vorremo la possibilità di metterci alla prova!! 8 Alessia Chiabotto III D carpe diem attualità “CRISI e DENARO: per che cosa devono essere utilizzati i fondi pubblici?” Sono ormai mesi che sentiamo parlare della grave situazione finanziaria della Grecia, fino ad arrivare alla crisi della nostra Italia, a cui è seguito il governo tecnico ancora in carica. Ogni giorno siamo costretti ad apprendere vergognose notizie di utilizzo di denaro pubblico per esigenze personali della nostra classe politica. Nella vana speranza che questo possa terminare, a mio parere gli investimenti dei soldi pubblici dovrebbero essere destinati, relativamente al mondo scolastico, nella messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici, al miglioramento delle strutture sportive, alla capienza delle aule, alla presenza di un numero sufficiente di aule informatiche. In particolare di consentire il cambiamento dal vecchio metodo di lavoro scolastico, legato al cartaceo e alle lavagne tradizionali, passando all’adozione di LIM, lavagna interattiva multimediale, per garantire a tutti gli alunni un sistema di apprendimento più veloce, moderno e tecnologico, aiutando anche i ragazzi con problemi di dislessia. Io personalmente ritengo un passo avanti l’adozione del registro elettronico in sostituzione del vecchio libretto di carta. Grazie all’esperienza positiva del liceo frequentato da mio fratello, ho potuto constatare che è un prodotto completo per la gestione della didattica degli alunni, delle assenze, dei voti, delle giustificazioni, delle pagelle e delle comunicazioni Scuola Famiglia attraverso il web, gli SMS e il Call Center. Da giovanissima studentessa rivolgo la mia attenzione oltre al mondo didattico anche al mondo dello sport, al quale destinerei una parte del fondo pubblico per aumentare il numero delle strutture sportive, la loro efficienza e l’abbattimento di barriere architettoniche per consentire l’accesso anche ai ragazzi diversamente abili. Mi rendo conto che una società come la nostra ha molte esigenze e ció che io ho citato e soltanto una piccola parte. Diletta Zanin 3 D CRISI E DENARO PUBBLICO primo posto al diritto alla salute e all’istruzione I soldi pubblici dovrebbero esser spesi per servizi sociali quali ad esempio ospedali, scuole, mezzi pubblici,… Ho nominato gli ospedali per primi perchè trovo che il diritto alla salute sia fondamentale e quindi deve essere garantito a tutti indipendentemente dalle condizioni economiche, dallo stato sociale e dalla provenienza. Anche la scuola è fondamentale per garantire un giusto livello culturale a tutti affinché le posizioni lavorative più importanti possano essere raggiunte da chi se lo merita e non solamente per nascita. Credo che i fondamenti di uno stato civile si debbano basare proprio sul principio delle pari opportunità. Penso che nonostante la crisi,di soldi pubblici ce ne siano ma che vengano mal utilizzati a causa di sprechi e di ruberie. Inoltre se tutti i cittadini pagassero le tasse sicuramente il denaro pubblico aumenterebbe e quindi potrebbe essere investito per migliorare tutti i servizi. In un mondo ideale ogni cittadino dovrebbe contribuire in maniera equa ai costi dello stato in maniera da soddisfare tutti i bisogni dei singoli, che siano ricchi oppure poveri. 9 Roberta Camanni 3°D carpe diem il pericolo corre sul web AMANDA’ STORY Amanda Todd è una ragazza canadese di sedici anni che si è tolta la vita il 15 ottobre perché è stata vittima di un caso di cyber-bullismo. La giovane aveva mandato una foto del suo seno nudo dopo le continue richieste pressanti di un uomo conosciuto sul web. Amanda aveva annunciato al mondo la volontà di suicidarsi dopo aver postato un video su YouTube nel quale mostrava, foglio dopo foglio, i motivi del suicidio che avrebbe compiuto di lì a poco. Ha raccontato di essere stata vittima di un caso di cyber-bullismo, dopo che la sua foto a seno nudo era stata caricata sul profilo Facebook dell’uomo, del quale non si conosceva ancora l’identità. Amanda ha raccontato di essere stata presa da ansia e depressione appena ha visto la sua foto sulla bacheca dello stalker, Il disagio era stato tale da spingere Amanda ad assumere droga e alcol per superare i momenti di difficoltà e non pensare a quello che era successo. Nelle sue ultime note trasmesse in video Amanda ha scritto: “Non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno, mi chiamo Amanda Todd”. Quel qualcuno Amanda lo ha trovato in tutte le persone, soprattutto ragazzine, che hanno attraversato gli stessi momenti, minacciate su internet per colpa di una foto’’ in più’’, mandata per scherzo, magari per un flirt con colui che si trasformerà poi nel cyber-bullo di turno. Un altro aiuto Amanda lo ha trovato nel popolo della Rete, soprattutto negli hacker più famosi al mondo che hanno deciso di avviare la ricerca per dare la caccia a chi ha spinto la Todd al suicidio. gli Anonymous hanno pubblicato i dati dell’uomo che ha minacciato Amanda su Facebook, postando la sua foto sul social network. Si chiamerebbe KodyMaxson e vive a New Westminister, nella provincia della British Columbia in Canada.Gli hacker avevano pubblicato un lungo video su YouTube (ora rimosso), un video che mostrava immagini di Google Maps e testi con le informazioni personali del presunto molestatore di Amanda, con screenshot degli account utilizzati su altri social network,siti. Google ha prontamente cancellato il filmato, perché violava la privacy dell'uomo, e Anonymous si è dovuto accontentare di pubblicarne un altro dove dicono,ad esempio : “Di solito non ci piace dare una mano alla polizia ma siamo stati costretti a mettere le nostre abilità a favore della protezione dei bambini” - scrivono sotto il video - “ironia della sorte abbiamo qualche buona persona a Vancouver che ha portato questa cosa all'attenzione dei nostri coordinatori. È una storia davvero triste che ci riguarda tutti“. Noi dal nostro lato di studenti ma soprattutto di ragazze non proprio dell’età di Amanda ma quasi, abbiamo trovato tutto questo molto sconcertante, è un episodio sicuramente triste che però può aiutarci a capire che la sicurezza sul web è importante e che il mondo che c’è là fuori,e quindi che ci riguarda, è questo! 10 Marzia Dante,Cecilia Oria 3C carpe diem nativi digitali A scuola senza libri. Da oggi, tutti con l'iPad Usare l'iPad a scuola al posto dei libri: chi non ci ha mai pensato? Dopo qualche hanno, anche al liceo Manzoni di Bologna è stato avviato un laboratorio dove due classi sono state scelte per usare al posto dei vecchi libri e quaderni l'iPad. Nello zaino giusto l'essenziale: qualche penna, un quaderno per gli esercizi di matematica e fisica, «perché quelli farli a mano libera è impossibile» dicono gli studenti, e l’inseparabile tablet. Il professore proietta l’e-book sullo schermo, gli studenti sottolineano e prendono appunti dal tablet, scaricano le dispense da dropbox, si connettono a internet tramite wireless. Unico problema: il costo del tablet per gli studenti, infatti i soldi per l'iPad di ogni studente non sono forniti dalla scuola ma dalle famiglie degli studenti stessi al contrario dei professori ai quali l'iPad è statogli fornito dalla scuola. Oltre ad alleggerire lo zaino agli studenti - invidiati dalle altre classi e dagli amici - e rendere le lezioni più moderne, l'iPad è uno strumento migliore per imparare: prima di aderire a questa sperimentazione la scuola Manzoni ha eseguito un test alla scuola Lussana, una delle poche scuole aderenti al progetto, nel quale confrontava i voti degli studenti che usavano il tablet e quelli di una classe senza tablet: i voti delle classi usanti l'iPad erano più alti delle classi normali. Come mai? L'iPad coinvolge maggiormente gli alunni, che possono comporre i libri interattivi e coinvolgere più materie nello stesso filone tematico, imparano di più. Sfortunatamente in Italia, le sperimentazioni come questa si contano sulle dita di una mano. Ha cominciato un liceo pubblico di Bergamo, il Lussana, l’anno scorso. Il Manzoni ha seguito la sperimentazione passo passo ed è partito quest’anno. Ora è la Bocconi a guardare con interesse il test di Bologna. «La nostra prospettiva — spiega la dirigente — è di estendere man mano il tablet a tutte le classi e in futuro, una volta trasferiti nella nuova sede al Villaggio del Fanciullo, anche alle scuole medie, magari solo per alcune materie. L’altro pericolo è la distrazione di massa, a cavallo di internet. Ma come cambiano le tecnologie, cambiano anche le sanzioni: alla terza volta che uno studente viene beccato a navigare troppo al largo, scatta la sospensione. Ma finora, non è mai successo. Jacopo Margaglia III D Social Network:Facebook,Twitter… Li uso, ma come mi difendo? Molti ragazzi della nostra età usano social network come ad esempio Facebook, Twitter…. Io in particolare uso Facebook, ma se viene usato per scopi sessuali o di altro tipo può essere molto pericoloso. Infatti alcune persone sconosciute di cui hai accettato l’amicizia ti possono poi perseguitare fino a che non cedi. Primo: non bisogna mai pubblicare foto personali o intime su face book perchè resteranno in rete per sempre e potrebbero addirittura fare il giro del mondo. Se poi un giorno uno di noi diventerà famoso, queste foto usciranno magicamente fuori e ti rovineranno la vita.Il persecutore quindi si potrebbe presentare anche dopo vari anni. Secondo: non pubblicare foto in cui si vedono particolari del luogo dove tu abiti (soprammobili o quadri): i ladri potrebbero venire a casa tua e rubare. Tutto questo per una foto messa su internet e che non si potrà mai togliere! Salvaguardare la propria privacy vuol dire salvaguardare la propria incolumità. 11 carpe diem Roberto Marra 3C giochi e dintorni IL SOFTAIR Soluzio ni di pag. 28: la bara, il salame, “Lo specchi o riflette senza parlare, il pazzo parla senza rifletter e”, il pesce, il pettine Il Softair è un gioco sulla finzione di tattiche militari, con l’utilizzo delle Air Soft Gun (armi ad aria compressa). E’ uno sport completo che allena sia il corpo che la mente, ricreando strategie tattiche nei boschi, ed uno dei suoi principi è la solidarietà. E’ un gioco di ruolo che prevede un combattimento tra due o più squadre, utilizzando delle riproduzioni fedeli di armi che sparano pallini sferici bianchi con peso di 0,20 g.; per trasportarle è obbligatorio metterle in un contenitore ed inoltre le armi devono avere i primi 3 centimetri della canna di colore rosso. Una partita di Softair può avere diversi scopi, dove ci sono diverse squadre che si sfidano per portare via la bandiera dell’avversario, oppure il “Recon” cioè delle pattuglie ricognitive, dove le squadre devono conquistare obiettivi come testimoni, materiali o bandiere, eliminando gli avversari sparando con le armi. Questo gioco è basato sulla correttezza del giocatore, perché non esiste nessun modo per provare che l’avversario sia stato colpito e quindi nel momento in cui si viene colpiti, bisogna alzare la mano, smettere di giocare e gridare colpito o preso, e abbandonare l’area di gioco. L’attrezzatura necessaria per giocare è composta da: un’arma a Co2 oppure elettrica, in grado di sparare pallini da 0,2 so superiori a 6 mm. In plastica biodegradabile e non oltre 0,99 joule di energia, che è il limite imposto dalla Legge per le armi giocattolo; sono molto importati per la sicurezza gli occhiali di protezione ancora meglio una maschera per proteggere il viso e gli occhi dai pallini; una tuta mimetica; scarponi da montagna o anfibi; un gilet tattico per portare l’equipaggiamento: radio, binocolo, bussola, una torcia starlight rossa e verde per segnalazioni, orologio, un visore notturno, ginocchiere e gomitiere, camel back cioè la boraccia a vescica della capacità di 2 o 3 litri, posizionato sulla schiena, attaccato allo zaino con apposita cannuccia. Il Softair è uno sport ricociuto dal Coni e in Italia è regolamentato da due associazioni: l’Asnwg (Associazione sportiva nazionale war games) e il Csen (Centro sportivo educativo nazionale), di cui sono associato. I campi da gioco possono essere di vario tipo: boschivi, sabbiosi, urbani, ma sempre in aree specifiche. Infatti ogni volta che una squadra decide di giocare avvisano le Forze dell’Ordine, nel caso il terreno appartiene ad un Ente Pubblico, va fatta una richiesta scritta all’ente e informata la Caserma dei Carabinieri o Polizia, invece nel caso se il proprietario del terreno è un privato, basta una semplice richiesta con la quale autorizza la squadra a giocare dei suoi terreni, informando le Forze dell’Ordine. Inoltre le comunicazioni vanno anche in Questura. E’ necessario segnalare la zona e la data in cui si giocherà, in modo da non spaventare le persone. Tra le tante regole c’è anche quella di non provocare allarme nella popolazione, di non causare danni, come distruggere il paesaggio, soprattutto è vietato colpire animali. Questo è uno sport di squadra per chi è affascinato dalla vita militare ed è uno sport leale. Alessandro Severico II D carpe diem curiosita’… Scommetto che a queste notizie voi crederete... Galileo non pronunciò la frase "Eppur si muove". La leggenda vuole che dopo l'abiura (cioè la smentita della sua teoria in cui affermava che la terra girava attorno al sole) pronuncio sottovoce questa frase, ma in quei tempi di un clima così ostile sapeva che rischiava la vita. Infatti fu il cronista Giuseppe Baretto che scrisse un'antologia dove Galileo veniva raffigurato più coraggioso e temerario di quanto non fosse realmente. Non erano i pellerossa a fare lo scalpo ai bianchi, anzi, il contrario. Lo scalpo di un giovane indiano poteva valere fino a 100 sterline per lo scalpo di un uomo e la metà quello di una donna per le autorità coloniali. Questa pratica fu infatti introdotta dai coloni europei nel Nord America. Gli elmi vichinghi avevano le corna, ma solo nelle cerimonie e nelle feste e mai in battaglia. Erano invece i celti a usare questi copricapi. L'equivoco ci fu quanto alcuni pittori seicenteschi iniziarono a dipingere alcuni guerrieri Germani con elmi con le corna. In futuro vennero ancora disegnati così, e da qua attinsero libri, fumetti e film. Il famoso matematico Albert Einstein, contrariamente a quanto alcuni pensano, andava discretamente bene a scuola; è vero però che egli si sentiva a disagio nei banchi per l'autorità delle scuole tedesche e i sui atteggiamenti non furono sempre apprezzati da tutti i professori. Molti di noi conoscono il noto compositore Mozart come Wolfgang Amadeus Mozart, ma il suo nome non è esattamente questo. In famiglia veniva chiamato Wolfgang ma ben presto iniziò a usare il suo terzo nome latinizzato (Il suo nome di battesimo è infatti Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theopilus Mozart) per seguire una moda di quel tempo. Fu così che Theopilus divenne Amadeus. Buddha non era grasso. Innanzitutto molte voci concordano che Siddharta ,detto anche Buddha, (che in sanscrito vuol dire il risvegliato) è realmente esistito. Egli apparteneva ad una stripe guerriera e molto ricca, ma lui mostrò un attitudine ben diversa da quella del padre. Così a ventinove anni lascio la casa per assaporare la crudezza della vita. Durante questo periodo si sottopose a tremendi digiuni, quindi non poteva essere grasso. L'equivoco è nato per una variante cinese che raffigura il monaco Budai che pare venisse sempre raffigurato molto panciuto e con una sacca piena di dolci da distribuire ai bambini. ...mentre a queste no! o Il computer dell'Apollo 11 era meno potente di un moderno smartphone. la velocità dell'Apollo guidance era di 1.024 MHz, quello di un iPhone si aggira sui 1.400. Invece la memoria che questo computer usa per lavorare è all'incirca 2 milioni di volte inferiore a quella di uno smartphone. o Per la prima Guerra mondiale ci fu una tregua per il natale. Nella notte della vigilia tra gli schieramenti nemici ci furono scambi di whisky, sigari e cioccolata. La mattina dopo di fronte alle rispettive trincee spuntarono dei cartelli con su scritto "Noi noi spariamo, non fatelo neanche voi". Durante questa tregua i soldati ne approfittarono per fraternizzare. o Il cadavere dell'ammiraglio Horatio Nelson, che venne ucciso da un cecchino francese, fu davvero conservato in una botte di brandy, almeno fino al ritorno in Inghilterra, dove ebbe degni funerali. Guido Spina II A carpe diem sport RICORDANDO il MEDAGLIERE DELLE OLIMPIADI “ LONDON 2012” Le Olimpiadi si sono svolte dal 29 luglio all’8 agosto del 2012 Il fioretto femminile lascia a bocca aperta: a squadre l’oro, invece nella prova individuale oro di Elisa Di Francisca, argento di Arianna Errigo e bronzo di Valentina Vezzali. La Vezzali ha preso il terzo posto perdendo contro la Errigo. Il terzo oro va a Daniele Molmenti. Daniele, classe del 1984, che è venuto da Pordenone a festeggiare i suoi 28 anni, probabilmente il giorno più bello della sua vita. Lui è proprio nato il 1° agosto. Nel nuoto le soddisfazioni non sono invece arrivate, né con Federica Pellegrini, né con Magnini, né con Dotto. Nel tiro con l’ arco il trio formato da Nespoli, Frangilli e Galiazzo trovano l’oro battendo il Messico in semifinale e gli Stati Uniti per una stoccata eccezionale. L’argento va alla 30enne Luca Tesconi che nella gara 10m con pistola ad aria compressa si piazza davanti al serbo Zlatic ma dietro al coreano Jongoh. Davide Falco II D UNA DOMENICA DI SPORT Domenica mattina, ore 6,00 sveglia, abbondante colazione, ore 7,00 partenza. Destinazione Cameri (Novara) 1° prova Regionale G.P.G. Fioretto maschile. Durante il viaggio, mano a mano che ci avviciniamo al luogo di gara la tensione sale e inizio ad agitarmi. E’ la prima verifica dopo tanto allenamento. Arrivati a destinazione mi preparo e inizio il riscaldamento. Sono teso, molto teso, non sento la stanchezza e cerco di concentrarmi su quello che devo fare. La gara si svolge in questo modo: gironi da 5, massimo 7 ragazzi, con assalti con tempo massimo effettivo di tre minuti per fare cinque stoccate. Finiti i gironi, stesura della classifica generale in base alle vittorie e alle stoccate ricevute e date. Eliminatorie dirette in base alla classifica, quindici stoccate massimo in nove minuto divisi in 3 tempi da 3 minuti. Chi vince va avanti e chi perde va a casa. Iniziano i gironi, primo assalto, sono teso ma determinato, sono consapevole che è molto importante iniziare bene. Il primo assalto lo vinco 5 a 4. Mi rilasso un po’. Il secondo lo vinco 3 a 2 e alla fine del girone porto a casa 4 vittorie e una sconfitta. Ho iniziato bene, finalmente un po’ di pausa in attesa della classifica. Mi riposo aspettando in ansia le eliminatorie dirette. Giunto il momento mi chiamano in pedana. La sorte vuole che tiri contro un mio compagno di club, vinco 15 a 8. Sono entrato negli ottavi di finale. Il prossimo è un avversario tosto, sono teso combatto ma perdo 13 a 9. Sono stanco ma contento, il risultato finale è un sesto posto. Non male. Torno a casa con la voglia di allenarmi ancora di più per prepararmi al meglio per la prossima gara nazionale che si svolgerà a Firenze. Lodovico Maria Dallago II carpe diem per ridere un po’ by Giulia Turi, Caterina Gardino, Cecilia Catolla II D Un mago dice al pubblico : “adesso sceglierò una bambina , per il mio numero” Chiama una bambina e le dice: “ vero che non ci conosciamo?” e la bimba disse :” NO, PAPA!’” Come si chiamano le abitanti dell’isola di Pasqua? SORPRESINE. In Paradiso: “ Per la Madonna!” “Papà è lontana l’America?” “zitto e NUOTA -“ ma chi si permette di bestemmiare in Paradiso?!” “veramente sarei il postino!” Una signora passeggia con il cane. Incontra un’amica che le dice : “Che bel cane, ALANO?” - “Che ne so, la cacca la fa!” Due cassaforti s’incontrano….che COMBINAZIONE!! Qual è il mar preferito dai canguri??? IL MAR SUPIO “ Papà la nonna puzza !!” “ “Zitto e scava !!!!!!! “Pronto?... TELEFONO AZZURRO?”… mi chiamo CELESTINO, aiuto! A casa mia è successo un GIALLO! Mio padre aveva il conto ARANCIO, che è andato in ROSSO perché ha perso il lavoro, così adesso siamo al VERDE. E’ tornato a casa NERO per la rabbia e mi ha fatto il sedere VIOLA perché a scuola ho lasciato un compito in BIANCO. Allora io ho menato mia sorella che vede sempre tutto ROSA! (v.a.) carpe diem varie INDOVINELLI (soluzioni a pag Chi la usa non la vede, chi la vede non la usa, chi la compra non la vorrebbe usare. Che cos’è? Son legato ma innocente, piaccio a molta gente, dormo appeso ad una trave e non sono niente male, Chi sono? Qual è la differenza tra un pazzo e uno specchio? Qual è l’unico animale che non salì sull’arca di Noè? Ha i denti ma non mangia mai. Che cos’è? UN ANNO STRANO ! -In seconda media è tutto molto strano, anche se siamo sullo stesso piano; -Siamo in ventidue, undici femmine e undici maschi, forse serviranno dei caschi! -E’ molto divertente usare la mente, durante le lezioni allegramente; -Dieci son le professoresse, e son quasi tutte le stesse; -Ogni interrogazione è molto dura, e noi abbiamo sempre paura; -Appena ci dicono “rispondi,” noi pensiamo “dateci due secondi!” -Il flauto noi suoniamo e ci divertiamo; -Secondo noi l’ intervallo è troppo corto, e nessuno ci può dar torto; -In mensa ci si deve accontentare, e, accidenti, non si può giocare; -Adesso scusate ma dobbiamo andare! A far che cosa? A STUDIARE!!!!!!! Di Flavia Pasteris, Letizia Bertinetti, Sharon Pasteris carpe diem per saperne di più IL TITANIC Il Titanic era un transatlantico britannico della classe Olympic. All’epoca considerata “inaffondabile”colò a picco durante il suo viaggio inaugurale portando con se 1518 persone. Nella notte del 14 aprile 1912 il Titanic si scontrò con un iceberg nell’oceano Atlantico e a seguito della collisione iniziò ad imbarcare acqua. La superficialità del comandante e la sua convinzione di essere comunque su una nave “inaffondabile” fecero sì che l’SOS venne lanciato con estremo ritardo. Anche l’imbarco dei passeggeri sulle scialuppe di salvataggio fu gestito molto male; i posti disponibili erano di gran lunga inferiori al numero delle persone imbarcate sulla nave. Di conseguenza rimasero sul Titanic che affondava moltissimi passeggeri e membri dell’equipaggio. Il Titanic colò a picco prima dell’arrivo del Carpatia, unica nave presente quella notte nella zona del disastro. Il Carpatia riuscì quindi a mettere in salvo le sole persone che riuscirono a salire sulle scialuppe di salvataggio. Tutte le altre 1518 persone persero la vita nella nave mentre affondava o per il lungo contatto con le gelide acque del nord Atlantico. Fu forse il peggior naufragio di tutti i tempi per l’alto numero di morti e dispersi, a dimostrazione del fatto che nessun mezzo che solca i mari si può considerare “inaffondabile”! Filippo Lops II D LA VALUTA e VALORE ECONOMICO La valuta è il tipo di moneta in circolazione in un determinato paese. Il valore di una moneta un tempo era determinato dal metallo di cui era fatta, oro, argento e bronzo e rame, e dal suo peso, oggi è legato al potere economico del paese a cui appartiene e al confronto con le altre monete: a seconda di quanto vale una moneta la si scambia con le altre a un tasso detto appunto di cambio che viene aggiornato tutti i giorni. Ci sono vari tipi di valute,più o meno ogni paese al mondo ne ha una sua. Alcune monete antiche sono il sesterzio degli antichi romani, la dracma degli antichi greci e il fiorino della Firenze medievale. Le più conosciute in Occidente sono il dollaro ($) – la valuta degli Stati Uniti l’euro (€) – che è diffusa in tutta l’Unione Europea - la sterlina (£) – in Gran Bretagna L’euro ha sostituito le monete nazionali europee nel 2002. Fino ad allora la moneta italiana era la lira(₤ - il segno è molto simile a quello della sterlina), quella francese era il franco, quella tedesca era il marco, quella spagnola era la peseta, quella greca era la dracma. Altri tipi di valute in giro per il mondo sono il taka bengalese () nel Bangladesh che si trova in India, la rupia gujarati (૱ ) nel Gujarat anch’esso vicino all’India, la rupia indiana ( ) e infine,lo yen (¥) in Giappone,il Renmimbi in Cina e il rublo in Russia. Arrichiello Federico e Tiberga Federico II D carpe diem passione giallo IL VERO LUPO DI MARE (racconto giallo a puntate) prima puntata Giacomo Doyle in quel momento stava cercando gli errori ortografici sulla cronaca del giorno quando, contro ogni sua previsione, squillò il telefono cellulare che teneva in tasca. Non si trattava del ritornello di una canzone o una di quelle frasi che t’incitavano ad alzare la cornetta del telefono come “Rispondi in fretta che ti sto chiamando!”. Nulla di tutto ciò. Era una sottospecie di trillo nervoso e irritante, di quelli che ti spingono a gettare il telefonino ad affogare in una vasca da bagno, insomma: una di quelle suonerie che possono rilassare e conciliare il sonno solamente a un sociopatico eclissato come Doyle. Egli avvicinò con molta calma il cellulare all’orecchio sinistro. -Pronto? Qui Giacomo Doyle, risolvo misteri e prometto un’assoluta riservatezza.-Pronto! Sono al capannone della lega navale, quello della scuola vela, stavo passeggiando col mio cane sul lungomare e ad un tratto ha fiutato qualcosa. Si è precipitato nel capannone, ha scoperchiato una cassapanca di legno e rimosso qualche giubbotto di salvataggio; sono andato a recuperarlo e nel farlo ho pensato di riordinare il macello che aveva lasciato. Stavo mettendo un giubbotto nuovamente nella cassapanca, quando mi sono reso conto che era sporco di sangue. Ho sbirciato nella cassa e indovini cosa ci ho trovato? Il cadavere di una donna con qualche segno di percosse sul corpo, inoltre era del tutto ricoperto di sangue. Lei non mi può vedere ma sappia che me n’è persino rimasta qualche goccia sulla mano destra, con cui ho afferrato il giubbotto. Non mi sono rivolto alla polizia perché so che mi avrebbero trattenuto per un interrogatorio e che mi avrebbero chiesto nome e cognome e di questi tempi non si sa mai: se viene a sapere che sto cercando di incastrarlo, un killer potrebbe non prenderla molto bene e credo che come minimo mi ucciderebbe. Quindi non si aspetti di trovarmi sul posto: non voglio rendere nota la mia faccia alle indagini.E poi una risatina frenetica e isterica che Giacomo non si sentì di condividere. Attaccò e la comunicazione terminò così, in modo brusco e rapido. Giacomo constatò che l’interlocutore aveva una voce ampia, impetuosa e prorompente, una di quelle voci che infastidiscono talmente sono forti: aveva fatto fatica a seguirlo nei vari passaggi della vicenda. Fatto sta che l’investigatore si precipitò verso la porta di legno scuro e velocemente scese i diciassette gradini che le scale di casa sua imponevano poi mise in moto la sua automobile (una Porsche Carrera acquistata nel 2008 nera come il carbone) per dirigersi sul luogo dove era stato rinvenuto il cadavere. Le strade di Santa Margherita quella mattina brulicavano di persone, animali e cose come non mai o forse era lui ad essere ancora assonnato. Comunque sia, Giacomo decretò che i pedoni andavano più in fretta dell’automobile, così posteggiò in prossimità di una vecchia cartoleria. Una leggera foschia, una tiepida nebbiolina celeste rendeva tutto un po’ più misterioso ed invitante. Arrivando sul luogo del misfatto notò già da lontano la confusione dentro alla capanna di cui la voce gli aveva parlato. Due giubbotti di salvataggio stesi a terra, una mezza dozzina di attaccapanni sparsi intorno e derive e vele per Optimist, rotte o strappate, accatastate al muro, ma lo sguardo di Doyle si posò automaticamente sulle due cassapanche: una era lievemente spostata, ma non rispecchiavano il disordine che popolava il capannone. Aprì quella di destra e non vi trovò dentro nulla che gli potesse interessare (eccetto ovviamente un catalogo di biancheria intima), aprì la seconda: alla sola vista, inorridì. Conteneva il corpo di una donna, leggermente putrefatto, dai capelli corti e biondi e (il pezzo forte) ricoperto di sangue coagulato. Egli stette qualche secondo ad osservarlo, ma venne interrotto dal rumore di alcune sirene. Si avvicinarono al capannone delle volanti della polizia. -Chi vi ha detto del corpo?!-domandò Giacomo a metà tra lo stupore e la rabbia. -Un uomo, telefonicamente.-disse brevemente un agente. -Fantastico … Aveva una voce impetuosa ?chiese scocciato l’investigatore. -Sì, notevolmente fastidiosa: come fa a saperlo?-Semplicemente lo so e basta; esattamente come so che lei si lava la faccia di mattina tutti i giorni, che si fa la barba una volta alla settimana (di venerdì) e che la finestra del suo bagno è rivolta verso levante. Ha un figlio … di circa tre anni, direi, che stamattina si è messo a giocare con i pennarelli e che in un eccesso di rabbia ve ne ha scagliato uno contro. E, per finire, stasera ha in programma di andare al cinema.L’agente indietreggiò impaurito. -Come … Come ha fatto? Come ci è riuscito?-Pura e semplice deduzione.-spiegò l’ispettore.La pelle sbiadita in prossimità delle guance indica chiaramente che non più tardi di mezz’ora fa, le ha sfregate con violenza e che questa operazione l’ha ripeta anche ieri, passaggi decisi, ma non abbastanza da cancellare la minuscola macchietta di pennarello scagliata da suo figlio (solo ad un età di circa tre o quattro anni possiedono sfoghi violenti, a meno che non siano viziati, ma ciò non me lo aspetterei mai da un poliziotto). Inoltre la sua barba è folta ma non troppo, di quelle fatte una volta alla settimana, ma di norma gli agenti sono persone molto ordinate, che si tagliano la barba fine, così credo che lei se la sia fatta il giorno della settimana più lontano da oggi, ovvero il venerdì. Inoltre,sempre osservando la sua barba, ho constatato che a destra è più marcata, ciò potrebbe avvenire solo se la luce (in questo caso il sole attraverso la finestra) arrivasse perpendicolarmente ad essa, e siccome abbiamo già provato e riprovato che si lava la mattina, da ciò deduco che la finestra del suo bagno porge verso levante. Per finire, mi è parso di scorgere un biglietto per il Cinema Centrale per lo spettacolo delle diciotto: ottima trama ma attori pessimi, glielo sconsiglio. A proposito, come si chiama?Il poliziotto lo squadrò da capo a piedi. Doyle doveva essere una persona davvero bizzarra, indelicata e presuntuosa al contempo: il genere di amico che tutti avrebbero sognato … Capì inoltre che loro due, persone così diverse, assurde, incredibili, incompatibili, non potevano non andare d’accordo: insomma, non si sarebbero divisi mai. -Marco, il mio nome è Marco. Marco Costanti, per servirla. Lei, invece, potrebbe identificarsi?-Rispondo al nome di Giacomo Doyle, sono un detective. Risolvo misteri e possiedo un’assoluta riservatezza -rispose l’investigatore con quel fare sistematico ormai a lui abituale.-Si trova qui per la faccenda del corpo? Se sì, posso essere a conoscenza del nome di chi ve ne ha parlato?-Mi spiace deluderla, Doyle, ma alla polizia non è permesso rivelare informazioni sulle indagini al primo che dice di essere un investigatore … Seguirono attimi di silenzio apparentemente interminabili. -Beh, mi toccherà fare tutto da solo, a quanto pare. -borbottò Giacomo mentre se ne andava arrabbiato e deluso. Rifece amareggiato gli stessi passi che poco prima aveva percorso con ardore, salì in auto e all’improvviso, un lampo di genio. Non si sarebbe arreso, non ora né mai. Diamine, avrebbe seguito quegli stupidi agenti di nascosto e avrebbe appreso qualcosa dalle loro indagini, poi avrebbe proseguito da solo. (continua…) carpe diem sondaggi LEGGI I QUOTIDIANI? Abbiamo svolto un'indagine su un campione di 101 persone intervistate da noi alunni. Ogni componente della classe doveva scegliere cinque persone suddivise per sesso, 4 fasce d’età e tipo di lavoro svolto. L’argomento riguardava la frequenza di lettura dei quotidiani. L’intervista prevedeva le seguenti domande: • • • LEGGI I QUOTIDIANI ? QUANTE VOLTE ALLA SETTIMANA ? QUAL'E' LA TUA PROFESSIONE ? L’obiettivo era quello di verificare la frequenza di lettura a seconda del sesso, dell’età e della professione svolta. Ecco i nostri risultati ABITUALE (4-7 volte alla settimana ) MASCHI FEMMINE 12-16 ANNI 17-25 ANNI 26-60 ANNI OVER 60 STUDENTI CASALINGHE IMPIEGATI INSEGNANTI LIBERI PROF. COMMERCIANTI STATALI ATTORI PENSIONATI DIRIGENTI DISOCCUPATI 26 27 5 10 22 18 11 5 8 1 8 2 2 / 14 4 2 SALTUARIO (3-2 volte) NON LETTORE (1-0 volte) TOTALE 14 4 44 18 12 57 9 7 21 6 3 19 12 3 37 3 3 24 12 9 32 1 1 7 6 / 14 3 / 4 7 / 15 / / 2 / / 2 1 / 1 / 3 17 1 / 5 / / 2 E' stata un'attività molto divertente,ma naturalmente ci sono stati alcuni problemi! Non è stato facile recuperare i dati, perché non siamo stati molto rigorosi durante l’intervista. Tuttavia riteniamo che il nostro campione sia significativo, infatti si può notare che la maggioranza delle persone si è dichiarata lettore abituale, mentre la fasce d’età dei lettori abituali sono quelle degli adulti e degli anziani. Il sesso non è significativo, mentre, per ciò che riguarda l’attività svolta, i pensionati sono al primo posto tra i lettori abituali. Comunque risulta che anche gli studenti, soprattutto delle superiori e universitari sono dei buoni lettori. Classe I D (Matilde Torrero) carpe diem salute e dintorni NELLA GIUNGLA DEI FARMACI In un era in cui anche la salute è un business, le case farmaceutiche e l’omeopatia si affrontano ogni giorno senza esclusione di colpi; in più si è aggiunta la categoria dei farmaci generici o equivalenti. A detta dei medici sono identici a quelli di “marca”. Non è proprio così, i farmaci di marca generici contengono sì, gli stessi ingredienti ma, alcune volte non nelle stesse quantità a differenza dei classici farmaci. L’omeopatia, invece, pratica concetti diversi: più naturali, più sicuri. Usando piante e minerali si possono curare dal mal di testa alla colite e dal raffreddore all’otite. Si può intuire facilmente, pur non essendo Sherlock Holmes, che io sono a favore dell’omeopatia perché è più umana mentre, le case farmaceutiche, che producano farmaci classici o equivalenti puntano tutte al guadagno e non al benessere della persona. Adesso la “piccola riforma” della troupe del nostro caro prof. Monti renderebbe la vita da chi dipende da farmaci ancora più infelice. Infatti, il Ministro della salute, Renato Balduzzi, prevede che il medico di famiglia non possa più prescrivere il nome del farmaco e dovrebbe giocare al “piccolo chimico” per trovare il principio attivo del farmaco e far sbizzarrire il paziente a scegliere la confezione più colorata. Ma chi ci guadagna ? Apparentemente nessuno. Invece sotto sotto, ci guadagna chi produce i farmaci generici, perché non ci sarebbe più distinzione. Ci sono comunque persone che pensano positivo e forse loro non si fanno molti problemi perché non assumono alcun tipo di farmaco. Figuratevi però un anziano, una fascia d’età abituata alla monotonia, stravolto da questo radicale cambiamento. A questo punto consiglierei al sig. Renato di prendersi del Lexotan, pardon, del zantalene e di godersi le vacanze…. Tornando alle case farmaceutiche, molte di loro si servono ancora di test sugli animali, il che è inconcepibile. L’ultimo episodio è stato molto recente, Green Hill, azienda americana, forniva beagle per i test farmaceutici e cosmetici in tutto il mondo, maltrattando gli animali. Ora, fortunatamente è stato chiuso ed i cani sopravvissuti sono in mano a delle persone per bene. Ma, i beagle non sono gli unici animali sfruttati, insieme a loro ci sono topi, conigli e la maggior parte dei roditori. Non adoro parlare di maltrattamento (w Greenpeace) degli animali perché non mi sembra giusto e se potessi farei io i test sui proprietari, e poi vedremo chi si diverte di più… Non è l’unica “stranezza” delle case farmaceutiche, il bello è che vi sono alcuni laboratori dove si testano virus che potrebbero essere mortali per l’ uomo, a cui non esiste ancora rimedio, e se solo un microscopico batterio uscisse da quelle stanze sarebbe la fine. Comunque ci sono altri punti a sfavore delle case farmaceutiche, perché sono quasi sempre protette ed agevolate dallo stato, tuttavia, alcuni farmacisti e scienziati sono in dubbio sulla efficacia dell’omeopatia, tutto questo perché loro sono interessati allo sviluppo dei farmaci, facendo estinguere anche il banale “rimedio della nonna”. In più negli ospedali i medici non riescono a somministrare una semplice flebo, ma non è una novità. Insomma, ho finito le parole, quindi passo e chiudo. Ella Angileri 3D carpe diem attività fuoriclasse ORCHESTRA E CORO INTERNAZIONALE PER LA PACE Pequeñas huellas, Piccole impronte, è un'associazione, fondata all'Avana nel 2004 da una violoncellista torinese, allo scopo di riunire giovani concertisti provenienti da ogni continente e stato sociale. Ha sede proprio a Torino. È sostenuta da grandi protagonisti del panorama musicale internazionale come il famoso direttore Claudio Abbado e José Antonio Abreu, il fondatore di una incredibile rete sociale ed educativa di orchestre infantili, giovanili e cori in Venezuela che interessa oltre 250mila giovani musicisti, provenienti da quartieri più disagiati, dalle Ande all'Amazzonia. È un esempio del potere salvifico della musica, il cui linguaggio è universale. Sulla scia del lavoro di Abreu, i giovani concertisti di Pequeñas huellas si esibiscono in ogni parte del mondo per portare un messaggio di pace e di fratellanza e per ribadire il diritto di tutti ad un'infanzia serena. L'associazione ha anche iniziative didattiche per l'apprendimento e la pratica di un repertorio orchestrale di tradizioni musicali universali e di musica accademica. L'orchestra e il coro sono una grande scuola che insegna a cresce in un sistema democratico, per cui i giovanissimi musicisti si alternano alla direzione dell'orchestra. Inoltre, durante i concerti, i bambini leggono pubblicamente, nelle varie lingue, i loro diritti stabiliti dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia delle Nazioni Unite. Con le loro esibizioni, come il 25 ottobre scorso a Torino, di brani tradizionali dei cinque continenti, i Pequeñas huellas favoriscono lo scambio tra bambini e ragazzi provenienti da culture e realtà diverse. Con le loro storie, contribuiscono a riportare all'attenzione del pubblico e dei media grandi temi ed emergenze umanitarie. Un documentario intitolato “A slum Symphony – Allegro crescendo” racconta l'impressionante esperienza e la grande idea del maestro Abreu. I “Piccoli Cantori di Torino” contribuiscono alla parte corale del progetto Pequeñas huellas durante i concerti in Italia. Alessandro Sosso II D Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo Saga composta da cinque volumi: Il ladro di fulmini, Il mare dei mostri, La maledizione del Titano, La battaglia del labirinto e per ultimo Lo scontro finale, scritti tra il 2005 ed il 2008 e pubblicati in Italia dalla Mondadori tra il 2010 ed il 2012. L'autore è Rick Riordan, nato in America il 5 giugno 1964 insegnante di inglese e storia alle scuole medie, attualmente vive a San Antonio in Texas con la moglie e i due figli. La saga è stata un vero caso editoriale con milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il protagonista della storia è Perseus Jackson, detto Percy, che a 12 anni scopre di essere un semidio, figlio del dio del mare Poseidone. Gli antichi dei sono ancora vivi e il Monte Olimpo si trova in cima all'Empire State Building a New York. Nel corso della serie Percy si troverà a combattere contro i Titani per impedire che essi conquistino il mondo sostituendosi agli dei. Il lato che più mi ha affascinato della trama è l'inserimento della mitologia greca nell'epoca moderna e l'alternanza tra la normale vita di un ragazzino e quella rischiosa di un semidio. Percy in ogni volume ha un anno in più e penso che il suo autore si sia ispirato ai ragazzi che frequentano le sue lezioni. Se posso dare un consiglio la saga va letta nell'ordine di uscita dei volumi in successione, anche se ogni libro è un libro a sè. Tra i cinque volumi quelli che più mi hanno affascinato sono stati il primo e il quinto. Il primo perchè in questo volume viene tracciata l'ossatura di tutta la storia, e disegnato il personaggio principale nelle sue caratteristiche che poi ritroveremo in tutti i volumi successivi e la maggior parte dei personaggi secondari più importanti e tutti i luoghi significativi della storia compaiono per la prima volta in questo volume. Nel quinto volume poi è stato bello trovare le soluzioni ai misteri presenti all'interno di tutta la saga, che solo in qust'ultimo volume trova la sua completezza e il senso finale della storia. Ognuno dei cinque volumi è piacevole da leggere perchè Riordan riesce a costellare ognuno dei libri di colpi scena e di evnti imprevedibili che tengono chi legge con il fiato sospeso. Ad ottobre è stato pubblicato anche qui da noi La piramide rossa: il primo libro di una nuova saga di Riordan, io non l'ho ancora letto ma ricordando quanto mi sono piaciuti i libri di Percy Jackson credo proprio che il prima possibile me lo comprerò sperando che si confermi all'altezza dei libri precedenti. Colla Emilano II D carpe diem curiosità "Il tempo sta rallentando e si fermerà del tutto" WASHINGTON - L'Universo non si sta espandendo sempre più velocemente lontano dal suo centro. Anzi, è il tempo che sta rallentando e prima o poi si fermerà del tutto. Sono le ipotesi contenute in uno studio firmato da Jose Senovilla, Marc Mars e Raul Vera della Università dei Paesi Baschie della Università di Salamanca pubblicato su "Physical Review D". L'energia oscura, che causerebbe l'accelerazione dell'Universo in espansione contro ogni legge di gravità, in realtà non esisterebbe: sarebbe il tempo, con il suo rallentamento, a farci percepire in accelerazione l'Universo, mentre in realtà il cosmo sta rallentando. Il rallentamento del tempo sarebbe così lieve da essere impercettibile per gli umani: a un certo punto, molto dopo la fine della Terra, il tempo si fermerà del tutto e "ogni cosa apparirà come se fosse congelata, in una sorta di fermo immagine che dura per sempre" ha spiegato Senovilla. Secondo Gary Gibbons, cosmologo della University of Cambridge, l'ipotesi non è così assurda come sembra: "noi crediamo che il tempo sia nato con il Big Bang, e così come è nato può anche sparire". GUARDA IL TEMPO COME PASSA! Sei a casa e son le sette , ti giri e son le otto, fai un passo e son le dieci. Sei a scuola e son le sette , scrivi ascolti, studi e t’ ingegni, adocchi l’ora… CONSIDERAZIONI: Anche voi siete perseguitati dal tempo ? Voi riuscite a trovare il tempo per fare ciò che vi piace? Be, io no! per me il tempo è un tiranno; mi basta appena per fare le cose che sono obbligata a fare e alla fine non lo trovo mai per le cose che mi piacciono . e sono ancor le sette e sette . Questo tempo passa lento o svelto?!? Ma che cos’ è il tempo? Lascio a voi la risposta … A COSA PENSO ASCOLTANDO LA MUSICA L’ odore di vacanza e di libertà, il fruscio delle foglie, la musica delle onde del mare. Colombe che vanno in missione di pace, dolcezza e serenità, amore, patria e speranza, dare importanza alla vita, voglia di sognare e di vivere un’ avventura, sbocciare, aprire le ali e spiccare il volo verso l’ oceano per potere ammirare il mondo intero. Chiara Cian II D carpe diem la memoria dei nonni Una nonna racconta….. UNA STORIA DI MONTAGNA Ciao, vi voglio proporre Una storia di montagna che mi ha raccontato mia nonna Tullia Chiarioni . Questa storia mi è stata raccontata da Franz, un montanaro della Val d'Ultimo che vive con la sua famiglia in un maso sopra St. Walburg. Qualche mucca e una decina di capre nella stalla e un grande fienile ben rifornito per gli inverni che qui durano a lungo. Intorno al maso i prati da sfalcio e il bosco per la legna da ardere. Quando può Franz va in montagna, per i sentieri, le rocce e le cime della sua valle. Conosce e ama la montagna e ne vive il fascino; non è cacciatore, come invece molti suoi coetanei, e gli piacciono gli animali selvatici. Fra tutti predilige i camosci, che d'inverno scendono fin sopra i boschi del maso in cerca di cibo e d'estate si vedono in alto sui resti di neve del versante nord mentre cercano la frescura che non trovano sui ghiaioni arroventati dal sole. Fin da piccolo Franz ha sognato di addomesticare un camoscio, ma questi animali sono diffidenti e accorti e non si lasciano avvicinare dall'uomo. Da quando si reggono in piedi, e lo sanno fare quasi subito, imparano che oltre all'aquila, grande nemica dei camosci appena nati, sono pericolosi anche gli umani, i cacciatori in certe stagioni e i bracconieri per tutto l'anno. I camosci si difendono da loro con veloci fughe in luoghi inaccessibili. Forse proprio a causa di un bracconiere che, uccidendola, aveva lasciato senza madre un piccolo, Franz ha potuto realizzare il suo sogno di bambino. Era il giugno 1999, il mese in cui i piccoli ancora lattanti vengono addestrati dalla madre alla vita del branco: tutte femmine che con o senza piccoli vivono insieme nelle parti più alte della montagna, mentre i maschi se ne stanno altrove per conto loro. In una solare domenica di giugno Franz saliva verso la Guardia Alta ed era quasi giunto in cima quando gli arrivò da un dirupo sotto il sentiero l'inconfondibile belato di un piccolo camoscio. Sotto la liscia parete di roccia, su una cengia non raggiungibile dal basso, l'animaletto se ne stava solo, invocando la madre. Come fosse finito lì e come mai la madre l'avesse lasciato, Franz non se lo spiegò né allora né poi; pensò che quella creatura era destinata a morire di fame e la decisione di salvarla fu subito presa. A corda doppia, una manovra semplice che tutti gli alpinisti conoscono, si calò giù, raggiunse il camoscio, lo mise nello zaino con la testina che sporgeva dall'imboccatura, risalì, riprese il sentiero e, arrivato in cima, scese subito al suo maso, dall'altra parte della valle. Tutta la famiglia accolse con gioia quel dono della montagna: una piccola palla lanosa su quattro fragili zampette che si teneva bene in piedi e mostrava di avere fame. Nella stalla c'era una capra fresca di parto che avrebbe potuto allattarlo, ma quando Franz le avvicinò il piccolo lei lo rifiutò. Alcuni giorni di biberon, poi le capre accettarono e nutrirono a turno lo strano capretto che succhiava da una o dall'altra come poteva. Franz, come d'obbligo, avvertì la guardia forestale del ritrovamento e chiese di potere allevare il camoscio: gli fu consentito, purché, cresciuto, fosse lasciato libero di tornare tra i suoi simili. Il piccolo era una femmina che fu chiamata Flecki. Se Franz in quel lontano giugno ha visto realizzato il suo sogno infantile, per Flecki è iniziata un'esperienza straordinaria. Salvata da un uomo, cresciuta tra le capre e gli umani, ha potuto seguire la sua natura di camoscio. Sopra il bosco del maso infatti inizia la libera montagna degli animali selvatici; in poche ore di cammino, molto meno per Flecki, si arriva alle alte cime della Val d'Ultimo, dove d'estate i camosci contendono alle poche capre che risalgono le creste i piccoli cespugli, le gemme, i germogli. Nell'estate del 2000, quando Franz ha avviato le sue capre verso gli alti pascoli, Flecki era con loro, in tutto e per tutto un camoscio adulto: la bella testa sottile, gli orecchi appuntiti, i cornetti neri leggermente divaricati e terminanti a uncino. Questione di giorni; Flecki ha avvicinato e riconosciuto i suoi simili e si è unita al branco, lasciando le capre. Franz ha allora pensato che la sua esperienza con il camoscio fosse finita, e infatti Flecki non c'era tra le capre quando alla fine dell'estate sono ritornate al maso. Invece no; è passato solo un mese ed eccola, saltellante e festosa, davanti alla stalla, pronta a riprendere la vita del primo inverno. Si è subito lasciata toccare dal suo salvatore, che, accarezzandola, ha avvertito sotto il pelo ruvido e scuro del mantello invernale la folta lana che difende i camosci durante la stagione fredda. Da allora ogni anno quando Flecki, alla fine di settembre, torna al maso, ha con sé l'ultimo nato. Solo una volta, nel 2010, è tornata da sola. Per la mancanza del piccolo alcuni, come la moglie di Franz, hanno incolpato l'aquila, altri l'orso, ma l'orso è troppo lento per i camosci. Nella stalla Flecki e il suo piccolo dividono con le capre il buon fieno del maso; fuori c'è la neve e lei di giorno sta all'aperto perché ama il freddo. Come fanno più in alto i suoi simili d'inverno, se il riflesso del sole sulla neve è troppo forte si ritira all'ombra. Quando d'inverno madre e figlio sono insieme al maso, i comportamenti dei due sono diversi. Flecki mostra confidenza con le persone, si lascia però toccare solo da Franz. Anche io, nel giugno 2000, ho visto Flrcki sulla porta della stalla, ma non ha permesso che mi avvicinassi. Non l'ho mai vista invece insieme ad uno dei suoi piccoli, ma c'è una fotografia scattata dal cugino di Franz che mostra lei e il suo camoscietto sul prato del maso. Anche le automobili non spaventano Flecki; il piccolo invece all'inizio è timido e selvatico e quando sente il rumore delle auto scappa impaurito, ma un po' per volta si abitua. L'istinto riproduttivo si manifesta in Flecki come nelle altre femmine all'inizio dell'inverno, e allora un maschio che ha individuato la sua dimora invernale scende dal bosco e la corteggia per alcuni giorni. Se il maschio non si presenta, è lei che si allontana per qualche giorno per cercarsene uno. A fine maggio primi di giugno viene per Flecki il tempo di partorire, lei allontana allora il figlio spingendolo verso il branco, che d'estate vaga negli stessi luoghi dove Flecki è nata. Poi va a partorire nel bosco, in un luogo che solo lei conosce, e infine porta l'ultimo nato nel branco. Da qualche anno Franz, d'estate, prende in affitto una malga dove trasferisce le sue mucche e quelle di altri contadini, lasciando le capre libere sui pendii più alti. La prima malga era sul versante nord della valle, non lontana dal luogo in cui aveva salvato il camoscio; Flecki veniva a visitarlo ogni tanto, quasi volesse non perdere il contatto con lui. Nel 2009 Franz ha cambiato malga e questa si trova sul versante sud; lui pensava che per quell'estate il suo camoscio non si sarebbe fatto vedere, ma non è stato così: Flecki è scesa dal monte, ha attraversato il fondovalle, è risalita sull'altro versante, ha individuato, non si sa come, la malga giusta. Franz se l'è trovata davanti, agile e festosa, pronta a rinnovare il rituale del saluto, quello di strappare un pezzo di pane dalla bocca del suo antico salvatore. Mentre lui mi raccontava, proprio sulla porta della nuova malga, quest'ultima coinvolgente storia, gli brillavano gli occhi. Incantata e commossa dalle sue parole, avrei voluto che la vicenda dell'uomo e del camoscio durasse ancora a lungo. Così gli ho chiesto quanto in media vivono i camosci. «Quindici anni», mi ha risposto, «e molti di loro muoiono negli inverni più nevosi per le valanghe, ma soprattutto per fame». E ha aggiunto subito: «Ma il mio, con la vita che fa, può vivere anche fino a vent'anni!». Lunga vita a Flecki, allora; e, naturalmente, a Franz, alla sua famiglia e al suo bel maso. E’ piaciuta anche a voi? Lavinia Cotogni 1C NESSUNA DISCRIMINAZIONE storia di scarpe inventata ma quasi vera Nel pianeta delle scarpe c'erano tre continenti: Nikelandia (il piu' ricco), Adidaslandia (meno ricco), Geoxlandia (mediamente ricco). Un giorno arrivo' una scarpa che diceva di provenire da Pumalandia. Tutti, dopo aver sentito quel nome, si intimorirono e gli si accanirono contro. C'era chi la strozzava con i lacci, chi la frustava con il puntale (estremo del laccio), chi l'ammanettava con le zip e chi gli strappava le borchie, insomma ne subì di tutti i colori. In fin di vita, sussurrò : "Basta ! Vi prego, non ve lo ricordate piu' che siamo tutte Made in China o in Vietnam o in altri Paesi poveri o in quelli che si vogliono arricchire senza scrupoli e noi siamo nate grazie al lavoro dei bambini sfruttati ?". A quel punto tutte le scarpe si pietrificarono e dalle loro suole uscirono gocce di sudore, ossia di lacrime. Pentite, tutte insieme curarono la scarpa e giurarono che da quel giorno non avrebbero più fatto discriminazioni. Ruben Vitale 1C carpe diem speciale scienza L’uranio: pericolo o fonte d’energia? l’uranio:pericolo o Giovanni Tortia II F fonte di energia? Le centrali nucleari sono state vietate in Italia dopo il referendum:ma siamo sicuri di avere fatto la scelta giusta? Certo, l’uranio può essere pericoloso, basta pensare a Chernobil, ma è anche un’ottima forma d’energia. Ma non ci sono stati incidenti solo col nucleare:un esempio è la diga del Vajont che causò 1917 morti, ma non basta: mentre l’energia sprigionata dall’uranio è quasi illimitata; I pannelli solari occupano spazio e funzionano solo nei giorni di sole. L’eolico anche: anche se non occupa troppo spazio fa ad ogni modo rumore, e deve essere sistemato in un punto ventoso, altrimenti non produce energia. Torniamo quindi alla prima domanda: (nella foto) uranio altamente arricchito. UN PIANETA CON QUATTRO SOLI La scoperta di pianeti extrasolari, oltre ad aver superato abbondantemente la quota 800, continua ad espandersi oltre i confini del terreno per professionisti. Grazie infatti all’unione tra astronomi e astrofili è stato scoperto il primo esopianeta (non appartenente al sistema solare) in orbita attorno a due soli, con altre due stelle che ruotano intorno ad essi. Sono soltanto sei i pianeti attualmente conosciuti che orbitano intorno a due soli, senza comunque altre stelle orbitanti attorno al loro sistema solare. Aiutati dal lavoro di un gruppo di astrofili, un team di astronomi ha identificato e confermato la scoperta del fenomeno, noto come un pianeta in un sistema formato da quattro stelle che interagiscono gravitazionalmente tra di loro. Finora, sono noti soltanto sei pianeti in orbita attorno a due stelle, ma nessuno di questi sistemi doppi aveva la presenza di un ulteriore sistema binario in orbita. La parte interessante è che il pianeta sembra avere un’orbita molto stabile, nonostante il complicato ambiente in cui si trova, con l’attrazione gravitazionale di quattro stelle”. Il nuovo pianeta extraterrestre, che si trova a circa 5.000 anni luce da noi (1 anno luce = 9.461 miliardi di km) in direzione della costellazione australe della Fornace. Il pianeta è stato chiamato PH1, che sta per Planet Hunter 1, dal nome del programma nel quale astronomi dilettanti utilizzano i dati di risulta di Kepler, il telescopio della Nasa specializzato nel dare la caccia ai pianeti esterni al Sistema Solare. E' stato così che, analizzando materiale non considerato di primo piano, gli astrofili americani KianJek e Robert Gagliano hanno individuato il pianeta , il primo scoperto dal programma Planet Hunter. Il pianeta PH1 è grande come Nettuno e sei volte più denso della Terra - Impiega 137 giorni a ruotare attorno alle due stelle interne, vale a dire che si trova da esse ad una distanza che è circa la metà rispetto a quella che separa la Terra dal Sole. Chissà che abbronzatura! Alessia Chiabotto III D carpe diem giochi e dintorni Una mela al giorno... Di Giulio Frangioni II F -Siri, voglio una birra-... con poche semplici parole comincia il nostro racconto. Sabato 13 ottobre io e il mio amico Alessandro ci svegliamo con un pensiero fisso in testa: recarci all’apertura del nuovo Apple store (un “mini centro commerciale” per prodotti Apple -iPhone, iPad, iPod ecc...-) in via Roma. Il nostro obbiettivo è quello di entrare tra le prime mille persone in quel luogo, in modo da ricevere la maglietta di benvenuto. Così verso le undici di mattina un nostro amico ci viene a prendere e ci porta all’inaugurazione. Già a distanza di diverse decine di metri si scorge il profilo di centinaia di uomini e donne di tutte le età. Mi è stato raccontato che diverse persone si sono accampate dinnanzi al negozio la sera prima armati di sacco a pelo per non perdersi l’imminente apertura. Ci mettiamo in coda e ascoltando i discorsi della folla intorno a noi intuiamo che non sono ancora stati raggiunti i mille ingressi. La cosa non va per le lunghe e nel giro di venti minuti ci ritroviamo a capo della fila. Tocca a noi, un grande “Olè” accompagna la nostra entrata trionfale e dei commessi si avvicinano e ci consegnano delle scatole bianche con sopra riportato il marchio della mela morsicata. Un addetto alle vendite si avvicina ad Alessandro e gli fa: “Non romperlo, c’è l’iPhone dentro”. Scoppiamo tutti in una rumorosa risata e ci avviciniamo alle lunghe tavolate con sopra appoggiati i nuovi iPad3, gli iPhone5 e Mac Book Pro (il pc firmato Apple) di ogni tipo. Io penso che la particolarità più interessante di questi dispositivi (iPhone, iPad ecc...) sia l’opportunità di plasmarli come preferiamo. L’iPad di un ragazzino non sarà mai uguale a quello di suo padre perché ciò che fa la differenza sono le cosiddette App (dai giochi più divertenti ai programmi culinari che ti scaricano la tua ricetta preferita in cinque minuti), che ti permettono di fare diversi utilizzi del dispositivo e che praticamente delineano la tua personalità. Io e Ale ci mettiamo a provare i giochi più belli dotati dell’incredibile grafica dell’iPad, ci scattiamo delle foto con effetti speciali su uno schermo come quello del cinema con il Mac e io mi diverto con il sistema a comando vocale (SIRI) adottato dal nuovo telefonino da 849$. Ed ecco la mitica frase: -Siri, voglio una birra.-ordinò ad alta voce guardando il telefono. -Se vuoi ti posso mandare il numero di telefono di 15 bar nelle vicinanze e la mappa per arrivarci.-mi risponde esso. Sono impressionato. E da quel momento non mi ci sono più staccato: -Siri, devo prendere l’ombrello oggi?- -No, non credo che pioverà ma se vuoi ti scarico le notizie del sito meteo più aggiornato.-Siri, dammi la classifica di campionato di serie A.- -D’accordo, volendo posso anche mostrarti in streaming i momenti cruciali delle ultime partite.- E’ davvero stupefacente. Mi trascino al piano superiore, dove sono presenti i gadget, gli iPod e i diffusori acustici (le comunissime casse per alzare il volume della musica). Subito mi rendo conto che molti di essi non sono in alcun modo collegati all’iPod, questo perché viene utilizzata un’ampia rete di bluetooth al posto dei cavi. Mentre nessuno mi guarda preso da un momento di forte tentazione apro la scatola che ci è stata consegnata all’ingresso. All’interno trovo la famosa maglietta nera destinata a chi sarebbe entrato prima dei mille ingressi... Ale mi raggiunge, è ora di tornare a casa, ma non posso dire di non aver passato una divertente mattinata. GIOCHI CONSIGLIATI: Jetpack Joyride, Temple Run, Angry birds Space, Fruit Ninja, Akinator, Bike Race, NinJump/ NinJump Deluxe, Kick the Boss, Where is my Head?, Zombie Tsunami, Line Runner, Office Jerk, Space Rock, Topple, Logos Quiz, Angry Gran, Sonic Racing, Talking Tom, Minigore, Wanted, Paper Toss, Art of Gow. carpe diem speciale ambiente La Groenlandia chiama … Torino risponde Certo, la notizia non è nuova: i ghiacci della Groenlandia si stanno sciogliendo. L’ultimo allarme è stato diffuso a fine luglio dalla Nasa, che ha pubblicato delle foto inquietanti attraverso le quali il mondo intero ha potuto constatare di quale entità sia il disastro ambientale che sta provocando l’innalzamento dei mari e che potrà modificare in maniera irreversibile il volto del nostro pianeta. Molti fanno spallucce, poiché pare assodato che uno scioglimento significativamente più rilevante rispetto a quelli normalmente osservati si ripresenti puntualmente ogni 150 anni, indipendentemente dall’intervento umano e dall’aumento del riscaldamento globale. Altri, i catastrofisti o ecologisti a oltranza, vedono invece in eventi di questo tipo la conseguenza inevitabile del mancato rispetto, da parte del genere umano in generale ma, in particolare, dei vertici dei paesi più industrializzati, di quelle regole che la società internazionale sta cercando da alcuni anni di fissare in “incontri” come quelli svoltisi a Rio de Janeiro (1992) e a Kyoto (1997). La faccenda del riscaldamento globale, in parole povere, dipende infatti dall’enorme aumento nell’atmosfera di alcuni gas tossici – tra i quali soprattutto l’anidride carbonica – che vengono emessi quando i combustibili fossili come il petrolio e i suoi derivati vengono bruciati nelle centrali termoelettriche, nei mezzi di trasporto e nelle caldaie delle nostre case. Tanto più le popolazioni del mondo si evolvono verso modelli industrializzati, tanto più aumenta il consumo di questi combustibili, i quali, rendendo più spesso l’anello dei cosiddetti gas serra che in condizioni normali permettono di non disperdere interamente il calore solare rendendo possibile la vita sulla Terra, provocano un eccessivo riscaldamento dell’aria. Proprio questo riscaldamento potrebbe provocare a sua volta il parziale scioglimento delle calotte polari con il conseguente innalzamento del livello dei mari, che segnerebbe la scomparsa di città costiere come Venezia, New York o Calcutta. Queste sono le previsioni globali, ma cosa c’entriamo noi ? Qualcuno ha parlato forse di Torino ? Siamo forse una città costiera che potrebbe essere sommersa dalle acque ? Direi di no. E allora ?? Allora, nel nostro piccolo, abbiamo assistito l’inverno scorso a un fenomeno forse dovuto al non invidiabile primato che la nostra città detiene nella classifica delle città più inquinate a livello mondiale; secondo i rilevamenti dell’Agenzia europea per l’ambiente (dati riferiti al 2011), Torino è infatti la città italiana più inquinata, ed in Europa pare che soltanto la città bulgara di Plovdiv abbia un’aria più insana di quella che noi respiriamo ogni giorno, satura di polveri sottili, biossido di azoto e ozono cosiddetto “troposferico”, dannoso per gli esseri umani, le piante e gli animali. Ogni volta che piove, insomma, ci cadono in testa piogge acide, ma non basta: ne sapete qualcosa della cosiddetta “neve chimica”, che lo scorso 18 gennaio avrebbe imbiancato la città ?? Il condizionale è d’obbligo, visto che la notizia è stata pubblicata soltanto a livello locale, ma parrebbe che l’inquinamento atmosferico possa far nevicare anche con un cielo completamente sereno: aveva fatto un gran freddo quella notte, e le temperature erano scese fino a 9 gradi sotto lo zero; la città si era risvegliata sotto una coltre bianca, che data l’assenza di nuvole poteva sembrare brina. E invece no: era qualcosa di soffice e farinoso, che non aveva indurito l’erba dei prati cittadini. Sembrerebbe dunque essersi trattato di “neve chimica”, provocata dall’inquinamento. Ad avviare il fenomeno sarebbero state infatti sostanze prodotte dall’inquinamento industriale come ad esempio il solfuro di rame, gli ioduri di mercurio e i silicati, le cui particelle, avendo una struttura simile a quella dei cristalli di ghiaccio esagonali, avrebbero funzionato bene da inneschi dei fiocchi di neve. Il freddo, dunque, avrebbe reso visibile l'inquinamento invisibile, ma presente, dell'aria. Pensateci bene la prossima volta che volete fare a palle di neve: potrebbero cascarvi le dita !!! Stefano Russo II D carpe diem speciale orientamento LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE: alcuni consigli Tratto da: ”Superiori:quale scuola scegliere?” in Skuola.net Come faccio a scegliere la scuola migliore? Non esiste la scuola migliore in assoluto, bensì esiste quella più adatta a te! Un valido aiuto per scoprire questo avviene grazie ai servizi di orientamento attivi nelle scuole. Sicuramente avrai già avuto a che fare con con giornate e test di orientamento. Con le scuole superiori comincia un percorso di specializzazione che differenzia gli studenti e li inquadra verso precisi ambiti professionali e lavorativi. 1. Assecondare i propri interessi e abilità: Nella vita riusciamo a fare bene le cose che amiamo e per le quali siamo portati. Perciò la scelta dell'indirizzo di studio non può non tenere conto di questo fattore: evita gli indirizzi nei quali ci sono troppo materie a te indigeste! Ma se nei tuoi sogni c'è una professione che richiede espressamente quel tipo di scuola, non devi mollare. Ma tieni in conto che inseguire i sogni richiede sacrifici, perciò preparati a farne. Se il sogno è tale, sicuramente il gioco vale la candela. 2. Liceo, non è un obbligo: Negli ultimi anni si sta diffondo la liceo-mania. Sembra quasi che tutti debbano andare o al classifico o allo scientifico, perché altrimenti nella vita non si è nessuno. Nulla di più sbagliato: un istituto tecnico o professionale ben fatto, può aprire molte più strade di un liceo. Il nostro paese è pieno di piccole e medie imprese sempre alla ricerca di manodopera specializzata, e in alcune zone la domanda di lavoro per queste figure professionali è molto alta, come di conseguenza gli stipendi. Di sicuro è bene sapere che: a) i licei (classico e scientifico soprattutto) non offrono una specifica preparazione professionale, ma ampliano l'orizzonte culturale e soprattutto insegnano un metodo di studio, fondamentale per riuscire bene nell'università. Per questo motivo è sempre più vera l'equazione liceo=università. Se nella vita non avete voglia di studiare altri 8 anni minimo, è meglio pensare ad altro. b) gli istituti tecnici e professionali permettono di apprendere un mestiere o una professione ben specifica, quindi permettono dopo 5 anni (3 nel caso professionale) di offrirsi con profitto al mercato del lavoro. Lo svantaggio rispetto ad un liceo risiede in una minore capacità di studio autonomo, che potrebbe creare qualche problemino qualora si scegliesse di proseguire con l'università. Non devono essere considerati, insomma, come una ruota di scorta, ma come anzi una valida scelta. 3. Uno sguardo al mondo del lavoro: nel valutare quindi l'indirizzo di studio, pensa concretamente a quale lavoro ti piacerebbe fare da grande. Ma soprattutto, anche se è presto, valuta se questo di tipo di professionalità viene richiesta dal mercato di lavoro. Potrebbe trattarsi di una scelta molto lungimirante. Le scuole superiori, infatti, cominciano a prepararti verso un futuro lavorativo, quindi è bene pensarci al momento della scelta. (continua nel prossimo numero) Articolo scelto da Roberta Camanni III D