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1754
NUMERO
ANNO XXXV
SABATO 26 FEBBRAIO 2011
Confronti Dalla Francia, «Indignatevi!» di Hessel (600 mila copie)
e «La mia sinistra» di Morin: due «grandi vecchi» rilanciano passioni
«semplici», non sufficienti ma necessarie per cambiare il presente
NARRATIVA
Le coppie
della Varvello
Incroci di vite,
amori e tradimenti
TESIO
P.III
CONVEGNO
L’Italia
in biblioteca
Ieri ai margini,
oggi penalizzate
SOLIMINE
P.VI
FUMETTI IN MOSTRA
Muñoz
il ribelle
Un argentino
nella Bologna ‘77
BROLLI
P.VIII
GIANNI
VATTIMO
E' come se fossimo tornati a una
condizione originaria, viene in mente l'aforisma con cui Nietzsche apre il primo volume di Umano troppo umano, evocando i primi passi della filosofia in Grecia, quando si
trattava di capire il mondo riducendo la realtà ai suoi componenti elementari: terra,
acqua, aria, fuoco. L'imprevisto successo
di un libretto come Indignatevi! di Stéphane Hessel - che esce ora in Italia (add editore, pp. 61, € 5, trad. di Maurizia Balmelli)
dopo aver venduto oltre 600 mila copie in
Francia - sembra da interpretare proprio
nel senso dell'aforisma nietzschiano, anche se l'analogia è molto parziale. La situazione politica nella quale ci troviamo - noi
paesi del mondo industrializzato europeo appare proprio come una sorta di livello zero, dove si può solo cercare di ricominciare
dal principio. Anzi, dai principi, e nel caso
della politica, dalla capacità di indignarsi,
di riconoscere l'insopportabilità della situazione ponendosi il problema, nudo e
crudo, di come rovesciarla.
In Italia in questi tempi si parla sempre
più spesso di Cln (Comitato di Liberazione
Nazionale: purtroppo va spiegato ai più
giovani), ma il libro di Hessel viene dalla
Francia di Sarkozy, dove la situazione politica non è del tutto uguale a quella che viviamo noi. Anche lì, l'indignazione che siamo invitati e recuperare è quella da cui era
nata la guerra antifascista a cui allude la sigla del Cln. Hessel (oggi novantatreenne) è
stato infatti uno degli esponenti del movimento che prese le armi sotto il comando
di De Gaulle per liberare la Francia dall'
occupazione nazista. Negli anni successivi alla sconfitta di Hitler partecipò al lavoro per la redazione della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo, che è
come l'atto fondativo delle Nazioni Unite (1948). Già nel 2004 Hessel era stato
uno degli autori dell'«Appello dei Resistenti alle Nuove Generazioni», presentato solennemente a Parigi l'8 marzo,
Per la politica
una iniezione
di sentimento
Stéphane Hessel,
93 anni, caso
editoriale
in Francia
con «Indignatevi!»
ora tradotto
da add editore
(pp. 61, € 5)
Edgar Morin,
90 anni il prossimo
8 giugno, filosofo
e sociologo
raccoglie scritti per
«La mia sinistra»,
editi da Erickson
(pp. 252, € 18,50)
Il partigiano diplomatico,
a 93 anni, propone il suo
appello di «resistente»
alle nuove generazioni perché
superino pigrizia e indifferenza
DIARIO DI LETTURA
I matti autori
di Andreoli
Da Dostoevskij
a Aldous Huxley
SANTOLINI
P. XI
TUTTOLIBRI
A cura di:
LUCIANO GENTA
con BRUNO QUARANTA
[email protected]
www.lastampa.it/tuttolibri/
LA STAMPA
non a caso, crediamo, alla Maison de
l'Amérique Latine.
Molti dei temi di quell'appello si leggono ora nel libretto che ha suscitato tanta
attenzione, un successo per molti aspetti
sorprendente. Un po' come se in Italia
balzasse in testa a tutte le classifiche un
pamphlet di Tina Anselmi edito dall'
Anpi. Non immaginate già il coro di cachinni da cui sarebbe accolto nei giornali
e nelle televisioni (solo?) della destra? Ci
si ripeterebbe che bisogna guardare avanti, la modernizzazione esige ben altro che
queste prediche sui valori della Resistenza, con le ricette semplicistiche che le accompagnano. Sono effettivamente ricette
semplici, quelle che avevano elaborato i resistenti negli anni della guerra, e che ora
leggiamo nelle prime pagine del libretto
di Hessel: «Un progetto completo di Sécurité sociale, volto ad assicurare mezzi
di sostentamento a tutti i cittadini, qualora fossero inabili a procurarseli con il
lavoro; una pensione che consenta ai
lavoratori anziani di avere una vecchiaia dignitosa... Le fonti di energia, l'elettri-
Un’opera di Keith Haring
cità, il gas, le miniere di carbone, le grandi
banche vengono statalizzate... (Si vuole) il
ritorno alla nazione dei grandi mezzi di produzione... l'insediamento di una vera e propria democrazia economica e sociale... L'interesse generale deve prevalere sull'interesse particolare, l'equa distribuzione delle
ricchezze prodotte dal mondo del lavoro
deve prevalere sul potere del denaro...».
Sappiamo tutti, o crediamo di sapere,
che molti di questi punti programmatici
hanno dato pessima prova di sé; non solo è
caduto il comunismo reale sovietico, anche
il socialismo se la passa piuttosto male. Altro che indignarci, noi ci entusiasmiamo
per ogni nuova privatizzazione e ne chiediamo sempre di nuove. Il ritorno ai principi
potrebbe risuscitare qualche dubbio sulla
indiscutibilità della tesi thatcheriana secondo cui il capitalismo, con tutti i suoi mali, è come la democrazia nella famosa frase di
Churchill - il meno peggio possibile?
Ecco, ritrovare l'indignazione dei Resistenti di settant'anni fa potrebbe essere il
primo passo verso il superamento della pigrizia che ci chiude dentro il cerchio dell'ovvio, impedendoci anche di vedere che la re-
Il filosofo della complessità
esorta alla solidarietà
come «motore» dell’azione,
oltre i calcoli e le tattiche
delle alleanze elettorali
cente crisi da cui stiamo cercando di uscire non e' stata propriamente una conseguenza dell'applicazione del programma
della Resistenza...Sono anzitutto la pigrizia e l'indifferenza gli stati d'animo a cui
l'indignazione di Hessel dovrebbe sottrarci. Dunque, contro le serie considerazioni
di tanti esperti economisti, solo un appello
ai sentimenti? Sembra davvero poco.
Eppure anche un altro «grande vecchio» resistente, Edgar Morin - ben più noto di Hessel e ben presente nel dibattito intellettuale e filosofico dei nostri anni - sembra arrivare a conclusioni molto simili. Nel
libro La mia sinistra (Erickson, pp. 252,
€ 18,50, a cura di Riccardo Mazzeo) che
raccoglie i suoi interventi politici (con
molti inediti) degli ultimi due decenni,
il filosofo della complessità fa una specie di bilancio degli insuccessi della sinistra; che secondo lui, ha contato troppo sulla realizzazione di meccanismi
economici e statali concepiti come più
giusti (più conformi agli ideali del
1789), ma ha lasciato molto spesso
da parte il sentimento vissuto della
solidarietà, che ancora oggi, calcola Morin, coinvolge al di là di ogni
considerazione di interessi parziali,
almeno un dieci-quindici per cento dei
cittadini del nostro mondo.
Sia pure con molti più dettagli e suggerimenti specifici (molti legati alla nuova attualità del problema ecologico, a cui Morin
è giustamente attento) la «sua» sinistra, come quella di Hessel, mostra di aver bisogno non tanto di calcoli su maggioranze
elettorali, ma anzitutto di una iniezione di «sentimento»: lo spirito di solidarietà non è poi molto diverso dalla
capacità di indignarsi. Anche per
Walter Benjamin, del resto, i rivoluzionari, quella minoranza attiva ancora capace di indignarsi, passano all'
azione pensando «agli avi asserviti» molto più che «all'ideale dei liberi nipoti».
E infine: se non ora, quando?
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Per la politica una inezione di sentimento / di Gianni Vattimo